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Abruzzo

e viene modellato in pagnotte di media lunghezza lasciate lievitare a lungo e spalmate con una glassa di farina, acqua, olio e zafferano e infine cotte al forno. Il maritozzo è un dolce tipico del Lazio, in particolar modo della città di Roma: è costituito da pasta brioche preparata con pinoli, uva sultanina e scorzetta d’arancia candita e talvolta, tagliato in due, per lungo, viene completato con panna montata. Anche i mostaccioli sono tipici di Roma, anzi si gustavano già nell’antica Roma quando erano semplicemente biscotti impastati con il mosto. Il nome è rimasto, ma il mosto è scomparso. Oggi i mostaccioli sono preparati con un impasto di farina, noci tritate, miele, albume d’uovo, pepe e cannella, tagliato a piccoli rombi che vengono cotti al forno. A Natale, nel Viterbese si prepara la nociata, un torrone a base di miele e noci, mentre a Rieti è tipica la cicerchiata, palline di farina e uova, poi fritte e coperte con miele bollente, che prende il suo nome appunto dalla forma simile alle cicerchie.

Pur essendo una cucina relativamente povera, quella dell’Abruzzo ha due “anime gastronomiche” differenziate, rappresentate dalla cucina di mare e da quella di terra. Torrone e confetti sono i dolci tipici dell’Abruzzo. Il torrone, diffuso in tutta la regione, si trova sia bianco sia al cioccolato, mentre a Chieti si produce un torrone a base di fichi secchi pressati e alternati a strati di cioccolato, mandorle tostate, cannella ed essenza di limone. I confetti, invece, provengono da Sulmona, dove una fabbrica risalente al 1783 ne produce ben trentasette tipi diversi. Il parrozzo di Pescara è un grosso pane − il nome deriva da “pane rozzo” − di farina, uova, burro, zucchero, mandorle, ricoperto di cioccolato. Una specialità di Chieti sono i bocconotti: tartellette di pasta frolla farcite con mandorle, zucchero, cacao, cannella e Aurum, un distillato di vino fortemente aromatizzato all’arancia. Della più antica tradizione abruzzese sono le ferratelle, cialde croccanti fatte con farina, uova, olio, anice, preparate con l’impiego di apposite piastre di ferro e da spalmare di miele o marmellata vengono servite soprattutto durante i banchetti nuziali. In Abruzzo ha inizio la zona dei taralli, tipici poi di tutta l’Italia meridionale. Sono ciambelline di pasta di pane aromatizzate al pepe, al peperoncino o ai semi di finocchio, alla cannella o altro e cotte al forno. C’è chi aggiunge all’impasto il vino, chi grappa o liquore all’anice, chi li fa dolci chi salati. I tarallucci di Natale, molto piccoli, sono ricoperti da una glassa di zucchero.