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Il cross border che verrà
La gestione patrimoniale e l’advisory per le ‘holding’ rappresentano una grande opportunità per gli operatori svizzeri. E una sfida per la Piazza finanziaria.
Una famiglia di imprenditori. Un gestore patrimoniale svizzero. Un rapporto che si rinnova, generazione dopo generazione. Fiducia reciproca, amicizia in alcuni casi.
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Un esponente giovane della famiglia imprenditoriale raccoglie il testimone e assume la responsabilità di condurre il business nel futuro.
I confini nazionali sono stretti, la prospettiva globale è una opportunità, in alcuni casi una scelta obbligata. C’è bisogno di investire e di acquisire cultura manageriale, proiezione internazionale.
Può verificarsi - e accade spesso - anche il caso opposto: la stessa famiglia imprenditoriale ha un problema di successione, il business funziona bene, ma nessuno degli eredi del fondatore vuole o può proseguire l’attività imprenditoriale del padre o del nonno.
In entrambi i casi, molto diffusi nelle Pmi europee, spesso si ricorre a un’operazione di finanza straordinaria per facilitare un passaggio generazionale o per reperire risorse necessarie per finanziare uno sviluppo.
Si tratta tipicamente dell’intervento di un fondo di ‘private equity’ o di una grande istituzione finanziaria che intuiscono il potenziale di sviluppo del business, decidendo di investire. Questo soggetto di solito rileva una quota della società ‘di famiglia’ operativa e affianca o addirittura sostituisce l’imprenditore.
L’intervento di questo soggetto genera il cosiddetto ‘cash event’, ovvero un afflusso di cassa al ‘soggetto venditore’ della partecipazione. Quest’ultimo è normalmente la holding alla quale partecipano i diversi rami della famiglia imprenditoriale.Un capitale, in pancia alla società, che deve essere investito sui mercati internazionali. Accade così che la cassaforte di famiglia, precedentemente a supporto dell’attività operativa, si trasformi in una vera e propria ‘holding finanziaria’, ovvero una società di investimenti e partecipazioni finanziare che - magari, in futuro - potrebbe anche aprire quote di capitale a soggetti terzi.
Il cliente del gestore patrimoniale svizzero non è più (o non solo) la persona fisica, ma una entità giuridica, sovente residente fuori dai confini svizzeri, che deve allocare i propri capitali e che - sempre più - investe anche in strumenti finanziari evoluti, magari ‘illiquidi’ e ‘non bancabili’ (‘fondi di private equity’ e prodotti finanziari strutturati e derivati).
In aggiunta, può accadere che questa entità giuridica decida di acquisire nuove partecipazioni in società operative internazionali, divenendo - di fatto - una holding di partecipazione. Con un corollario di necessità legate alla corretta gestione della governance delle partecipate e dei connessi eventi societari.
Per un gestore patrimoniale svizzero o un family office è evidentemente una grande opportunità: il contesto è nuovo, sfidante, pieno di prospettive interessanti, ma è sostanzialmente diverso e molto più complesso rispetto al recente passato. Una vera e propria nuova dimensione.
Non più una persona fisica di cui occuparsi, ma una persona giuridica, spesso italiana o europea, che è una ‘impresa’ e, come tale, ha esigenze nuove, essenzialmente riconducibili ad obblighi contabili, di revisione e fiscali legati agli investimenti finanziari. A cui si aggiungono altre necessità, legate all’amministrazione degli investimenti ‘illiquidi’ e delle partecipazioni in società operative.
È fondamentale quindi, per il gestore patrimoniale, avere la capacità di fornire dati finanziari dei portafogli in ‘advisory’ o in ‘gestione’ in un formato elettronico utilizzabile nei vari applicativi di contabilità della società Holding, tramite upload automatici.
È inoltre importante essere in grado di fornire la consulenza contabile, fiscale e societaria necessaria per la redazione di un bilancio annuale, supportando anche il lavoro di revisori e auditor esterni.
Il gestore patrimoniale necessita pertanto di competenza tecnica per confrontarsi con un Cfo, con un dipartimento di contabilità o anche solo con un commercialista ‘vecchio stampo’, che potrebbero non avere la competenza o il tempo necessari per ‘smontare’ prodotti finanziari complessi e contabilizzarli correttamente.
I gestori patrimoniali più avveduti stanno investendo da tempo in strumenti IT e in connessioni con le banche depositarie, che permettano di fornire alla società Holding un flusso di dati comodo, trattabile informaticamente e trasferibile agli applicativi di contabilità. Inoltre, si stanno dotando anche delle competenze tecniche necessarie nei settori contabile, societario e fiscale.
Si prospetta quindi una nuova grande opportunità per gestori patrimoniali, family office e advisor, che dovranno integrare in una unica ‘value proposition’ la consulenza agli investimenti, risk management e consolidamento finanziario, con competenze IT, contabili, fiscali e di diritto societario in una prospettiva europea. La nuova frontiera del Cross Border è qui.


