La cultura degli alfabeti nomia, e utenti di un alfabeto come quel lo latino che è note volmente economico e razi ona le, può sem brare difficilmente accettabile che esistan o iste mi in cui il criterio di economia non è affatto p rivilegiato, co me appunto è quello eg izian o; an che un profano intu isce, ve en do con quanta cu ra si ano incise le penne del fa lco o i petali del giglio acquatico, che per gl i scribi egiziani non valevano certo considerazioni di costo di esecuzione. Abbiamo anche al tre prove di questo <,cos picu ous waste" egiziano; per esem pio, il fatto che pu r avendo gli Egiziani perfettamente intuito il concetto della resa fonematic a della lingua (un simbolo per un suono e non per una sequen za) , l'hanno usato solo parzial mente e secondariamente, pre ferendo il sistema composito in cui la scrizione di una parola prevede l'uso di tutte e tre le possibilità prima indicate. C'e rano evidentemente, d'altra parte, consideraz ioni più impor tanti , che sono qu elle piL! difficili per noi da valutare, e Cioè co n siderazioni di ord ine ideologico e culturale la scrittura pe r gli Egizian i aveva ascendenti divi ni; il nome stesso dei segni è «gli dei », e il nome greco di hie rog/yphika, antecedente del no stro term ine , allu de forse a que sto valore p rofondo e non solo all'uso sace rd otale della scrittu ra. Lo scrivere - salvo nel pa piri di conten uto commerciale o strettamente tecnico, dove in fatti viene sviluppata una form a corsiva e laica pe r così dire - è anche e forse prima di tutto un atto ideolog ico, è una dichiara zione della propria visione del mondo. Nei geroglifici sfilano gli ogg etti, gli animali, le divinità egiziane, in un con tin uo atto di rip roposizione vis iva . È evi dente che de lla massima im po rtanza doveva essere la ri produzione sempre fedele di questo patrimonio grafico ideologico, come dimostra del resto il fatto che le forme dei ge
rog lifici non sono poi molto cambiate nel corso dei tre mil len ni in cui ci è dato conoscerli ; e l'atto stesso del tracciarli do veva avere un significato di po tenzialità, di energia lo cap ia mo dal fatto che in certi contesti ved iamo che i segni che si rife riscono a significati «pericolo si» ven ivano resi innocu i con mutilazioni rendere incompleto un segno voleva dire smussare il pericolo che esso rappresen tava. Ma, soprattutto, solo la co scienza del la forza attiva della scrittura in sé e per sé , o al co spetto soltanto degli dei, spie ga perché testi di grande esten sione e importanza re ligiosa , come appunto i Testi delle Pira midi , ve ni ssero tra cci ati , con grande fati ca dobbiamo sup porre, nelle visce re buie delle pirami di , dove nessun uomo mai avrebbe più potuto mette re pied e, una vo lta sigillati gli ac cessi. La nostra cultura non co nosce iscrizi oni solenni seg re te le nostre Iscrizioni sono fatte per essere lette, anch e se, cer
to , non da tutti , e se così non fosse sarebbe ro svuotate di senso. Per gli Egi ziani la scrittu ra agiva co munque, anche se non avveniva quel lo che per noi è il necessario completamento dello scrivere, l'<<enactment>>, la messa in atto fornita da l lettore che ridà vita ogni volta ai segni fino a quel momento cristall iz zati. Il caso del l'e giziano ha il van taggio di offrirci un sistema di scrittura in senso stretto, che cod ifica una lingua, quale che sia poi la distanza tra questa forma di lingua rappresentata e le lingue effettivamente parlate da coloro che se ne serviva no . L'esig enza di fissare per sc ritto una lingua pu ò sembrare ovvia. Sem bra allora necessario che ci si renda conto anche di una esigenza più ampia, forse uni ve rsale, che è quella di cifrare per scri tto non le form e già con solidate di una lingua determi nata ma un uni ve rso di concetti. Perché esig enza univers ale? È difficile rispon dere co n da i
6. A Scriptorium, dis egno tratlO da un manoscritto del ] 456, in E. Johnslon, Writin g & I1l uminating , & Lette ring, London, Sir J. Pitman & Sons, 1906. lllustrazione al trallO dell'Autore e di Noel Rooke.
13