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I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Ieri avvenne di Chiara Paoli

I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

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Il 20 novembre 1959, viene approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Dichiarazione dei diritti del fanciullo. Si tratta di un documento le cui origini risalgono 1923 e che l’anno seguente viene adottato dalla Società delle Nazioni, per rispondere al trauma che la Prima guerra mondiale aveva causato in particolare nei confronti dei bambini. Autrice di questo testo che mette al centro alcuni dei diritti fondamentali dei più piccoli, è Eglantyne Jebb, attivista britannica, che operò come dama della Croce rossa durante gli scontri armati e che assieme alla sorella, fondò a Londra, l’organizzazione a scopi umanitari Save the Children, nel maggio del 1919. Il primo documento si suddivide in cinque principi fondamentali per l'infanzia, che seguono un preambolo introduttivo. “Secondo la presente Dichiarazione dei diritti del fanciullo, comunemente nota come la Dichiarazione di Ginevra, uomini e donne di tutte le nazioni, riconoscendo che l'umanità deve offrire al fanciullo quanto di meglio possiede, dichiarano e accettano come loro dovere che, oltre e al di là di ogni considerazione di razza, nazionalità e credo: 1. Al fanciullo si devono dare i mezzi necessari al suo normale sviluppo, sia materiale sia spirituale. 2. Il fanciullo che ha fame deve essere nutrito; il fanciullo malato deve essere curato; il fanciullo il cui sviluppo è arretrato deve essere aiutato; il minore delinquente deve essere recuperato; l'orfano e il trovatello devono essere ospitati e soccorsi. 3. Il fanciullo deve essere il primo a ricevere assistenza in tempo di miseria. 4. Il fanciullo deve essere messo in condizioni di guadagnarsi da vivere e deve essere protetto contro ogni forma di sfruttamento. 5. Il fanciullo deve essere allevato nella consapevolezza che i suoi talenti vanno messi al servizio degli altri uomini. L’Assemblea Generale della Società delle Nazioni adotta questo primo documento nel 1924. Nel 1948 questo documento si amplia e si moltiplicano i punti, per un totale di 10; tale Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, viene accolta dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e promulgata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 novembre 1959. Si aggiungono attenzioni speciali per i bambini in situazione di difficoltà fisica, mentale o sociale, si sottolinea il bisogno d’amore e quelli che sono i suoi bisogni educatiti, ma anche la necessità di avere garantiti sin dalla nascita un nome ed una nazionalità. La “Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia”, venne elaborata in seguito all'Anno Internazionale del Bambino (IYC) del 1979, che ebbe il merito di promuovere la redazione di un nuovo strumento legislativo. Questa nuova versione, venne approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) il 20 novembre di trent’anni dopo. La più recente Dichiarazione, introduce anche il divieto di ammissione al lavoro per i bambini che non abbiano raggiunto un'adeguata età minima. La Convenzione è stata ratificata dall’Italia il 27 maggio del 1991, con la legge n. 176 e ad oggi sono 194 gli Stati che aderiscono al nuovo documento, che consta di 54 articoli a tutela dei minori. La Somalia è stato l’ultimo Stato a ratificare la Convenzione nel 2015, mentre gli Stati Uniti d’America, nonostante avessero firmato il documento nel 1995, a tutt’oggi non lo hanno ancora ratificato e di fatto i diritti dei bambini vengono calpestati e non possono essere fatti valere in tribunale. Ed è triste pensare che nel paese, il cui simbolo riconosciuto in tutto il mondo è la Statua della Libertà, si costruiscano barriere, come quello che divide dal Messico ed è stato ribattezzato il “Muro della vergogna”. Tutti noi, nella nostra quotidianità, dobbiamo avere, sempre in mente, tutti quei bambini che vivono in contesti di guerra, abbandonati a sé stessi o sfruttati fin dall’infanzia e tutti quelli i cui diritti vengono ancora oggi calpestati e non riconosciuti.