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Prefazione

Chi cercasse notizie, non importa se su Internet o altrove, su una rivista chiamata «Corriere dei Piccoli», scoprirebbe che il suo primo numero è uscito nel lontano dicembre del 1908 e l’ultimo nell’agosto del 1995. Scoprirebbe, inoltre, che nel gennaio del 1972 fece la sua comparsa nelle edicole una rivista chiamata «Corriere dei Ragazzi» che, dopo aver riscosso un successo strepitoso, scomparve senza motivo apparente nel novembre del 1976.

Ma le cose non stanno così. Il «Corriere dei Ragazzi» non è mai esistito se non a livello formale: quello che è successo è che la rivista chiamata «Corriere dei Piccoli» intraprese, a partire dal 1961, una serie di cambiamenti sempre più profondi, il più importante dei quali fu il cambio del nome nel gennaio del 1972, diventando appunto «Corriere dei Ragazzi». Nel novembre del 1976 ci fu un nuovo cambio di nome in «Corrier Boy» e, soprattutto, di contenuti; nel gennaio del 1979 ce ne fu un altro: «Corrier Boy serie Music» (più noto come «Boy Music») e, in ine, nel dicembre del 1984, le pubblicazioni cessarono.

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In quanto al «Corriere dei Piccoli» che ha resistito nelle edicole sino al 1995, si trattava di una rivista completamente diversa dalla precedente, nata nel gennaio 1972 al solo scopo di mantenere in vita il vecchio nome, e forse limitare la perdita di lettori conseguente alla trasformazione in «Corriere dei Ragazzi». Ciò ha indubbiamente funzionato, dato che oltre ventitré anni di ulteriore permanenza nelle edicole non sono affatto pochi.

Scopo di questo lavoro è quello di ripercorrere i cambiamenti subiti dalla rivista dal 1961, quando vi irrompono i fumetti, sino al 1976, quando ogni legame col vecchio «Corriere dei Piccoli» viene reciso per sempre. Da fedelissimo lettore quale sono stato, dedico volentieri questa opera a tutti quelli che, come me, hanno avuto la fortuna di farsi accompagnare dall’infanzia all’adolescenza da una pubblicazione unica nel suo genere: ho la certezza che chiunque abbia vissuto questa esperienza non potrà mai dimenticarla, e vi sarà sempre un angolo della nostra memoria da cui le storie migliori potranno saltar fuori all’improvviso.

Ho evitato per questo di commentare i fumetti in modo analogo a quello a cui ci hanno abituato dizionari ed enciclopedie, vale a dire poche, asettiche righe (a volte copiate da altre pubblicazioni) per illustrare i personaggi, sempre seguite da un breve elogio. Ho, invece, cercato di esprimere quanto provavo allora e provo tuttora, dopo che gli anni hanno mutato i miei gusti e i miei giudizi: non ho risparmiato né critiche né elogi, dal momento che li ho ritenuti giusti, e ho cercato di raccontare i personaggi (almeno i migliori!) evidenziandone tutti quegli aspetti poco considerati, se non ignorati dalla maggior parte dei commentatori (forse perché non tutti leggono tutto…).

Mi scuso per gli errori e le omissioni che vi saranno in questa guida, pur avendo fatto di tutto per ridurli al minimo. Purtroppo, come tanti altri che, penso, ne capiranno i motivi, non ho potuto conservare dalla mia infanzia neanche un numero della rivista; tutti i miei dati si basano perciò su ricordi, ricerche su Internet e nelle biblioteche, nelle quali (forse anche per la scarsa considerazione di cui godono i fumetti nel nostro Paese) i numeri della rivista sono in condizioni ben lontane da essere ottimali. Inserti e supplementi mancanti sono la regola; così pure le pagine strappate in tutto o in parte (specialmente quelle centrali e le copertine), e, talvolta, interi numeri inesplicabilmente scomparsi. Né i criteri con cui la rivista pubblicava le storie sono di qualche aiuto, anzi: erano pubblicate spesso in ordine casuale (anche quelle in progress), con i nomi degli autori molte volte omessi, senza titoli originali, tradotte alla buona e, dulcis in fundo, rimontate, tagliate e ricucite sino al punto da doversi mettere le mani nei capelli (e tenercele).

E se nonostante tutto sarò riuscito a portare a termine un lavoro decente, il merito non sarà solo mio, ma anche di quei personaggi che sono rimasti in un angolo della nostra memoria, a dispetto dei tanti, troppi, detrattori dei fumetti, e di questi in particolare.

Come direbbero alcuni di questi personaggi: «Buona puffa a tutti!».

Premessa

È bene spendere due parole sui tipi di fumetto che compariranno in questa analisi, e che sono presenti nei quindici anni della rivista che vengono analizzati.

Una divisione abbastanza metodica può essere fatta se si prende in considerazione la lunghezza delle storie a fumetti. Ritengo che con questo criterio si possano individuare quattro categorie principali:

Racconti brevissimi

Si tratta tipicamente di strisce giornaliere (di produzione americana, e più tardi anche italiana), vale a dire tre o quattro vignette af iancate a comporre una “striscia”. Più che di storie, si tratta di gag, quasi sempre a sfondo umoristico.

ESEMPIO: Lupo Alberto, Olaf, Sturmtruppen.

Altre volte si tratta, invece, di tavole (di produzione americana o francese), ovvero una decina di vignette che occupa tipicamente mezza pagina (se previste per la pubblicazione nei quotidiani, come in America), o anche una pagina intera (nei casi di pubblicazione in albo, come in Francia e, talvolta, in America). Sono storie molto brevi, più che altro gag un po’ più elaborate. In qualche caso possono anche arrivare a due pagine.

ESEMPIO: La famiglia De’ Guai, Totò Tritolo, Gastone.

Racconti brevi

Si tratta di storie di lunghezza compresa tra le otto e le dieci pagine, nella maggior parte dei casi. Possono essere anche più corte (di quattro/cinque pagine) o più lunghe ( ino a quindici/sedici pagine).

Si parla di liberi, quando nelle storie non compaiono personaggi issi (questo è tipico della produzione italiana, soprattutto in altre riviste); abbiamo, invece, gli pseudoliberi, quando la storia è tratta da episodi storici o di cronaca, comunque non di fantasia (questo genere ha raggiunto il suo massimo sviluppo proprio sul «Corriere dei Piccoli» – in seguito «C.d.P.» – e più ancora sul «Corriere dei Ragazzi» – in seguito «C.d.R.»).

Si parla in ine di racconti completi o di storie brevi (dal francese “récits complets”) se nelle vicende compaiono personaggi issi.

ESEMPIO: Jak Mandolino, Aquila, Nick Carter.

Racconti medi

Sono storie la cui lunghezza tipica si aggira sulle quaranta o cinquanta pagine. Naturalmente possono essere più corti ( ino a venti pagine circa) o più lunghi (anche di ottanta o cento pagine).

Quasi tutti i personaggi della scuola franco-belga vengono sviluppati in storie di questo tipo, dalla lunghezza standardizzata in quarantaquattro o sessantadue pagine.

Sulla rivista queste storie sono sempre state pubblicate divise in puntate di lunghezza molto variabile ( ino a un massimo di trentasette pagine); più raramente sono comparse intere, in inserti e in numeri doppi.

Inoltre, sono usciti in edicola trenta «Albi Ardimento» e diciannove «Albi Sprint», sui quali sono state pubblicate molte storie di questo tipo che non hanno trovato posto sulla rivista (si parla di almeno ventidue inedite). Alcune storie brevi, anch’esse inedite, compaiono su «Zack avventura», un albo tascabile di oltre duecento pagine uscito in edicola nel novembre del 1974.

Ho inoltre de inito liberi lunghi le storie di questa lunghezza senza personaggi issi.

ESEMPIO: Michel Vaillant, Zorry Kid, Bernard Prince.

Racconti lunghi

Sono storie particolarmente lunghe (almeno cento pagine, ma si arriva anche a trecento/quattrocento), sempre di produzione italiana. Alcune volte vengono pubblicate divise in puntate, altre in episodi. In questo caso si parla di serie.

Si tratta cioè di storie che, a differenza di un racconto a puntate, si evolvono molto lentamente e che possono essere prolungate quasi all’in inito (tuttavia, prima o poi iniscono). La divisione in episodi sfrutta le pause del racconto (diversamente dalle puntate, in cui si tronca la narrazione), cosicché si ha talvolta l’impressione che ogni episodio sia una storia a sé stante.

ESEMPIO: Il Maestro, Lord Shark.

È da notare che sulla rivista è stata pubblicata anche una serie in inita a tutti gli effetti: Valentina Mela Verde.

In conclusione, si può de inire serie anche l’insieme delle storie di un dato personaggio.

Per quanto riguarda i personaggi pubblicati sulla rivista, questa analisi prenderà in esame in ogni dettaglio i cosiddetti personaggi issi, vale a dire quelli che compaiono in più di una storia, o che, comunque, fanno parte di una serie. Verranno, inoltre, dati molti dettagli dei liberi lunghi più signi icativi, mentre solo qualche accenno verrà dato a liberi e pseudoliberi.

Verranno trascurati tutti i personaggi comparsi una volta sola o che, per motivi diversi, non sono ritenuti signi icativi ai ini di questa analisi:

• Fiamma d’Argento, Timur, il Cavaliere Bianco, Sceriffo Kendall, Principe Valiant e So ia (comparsi esclusivamente in inserti separati, e non nella rivista vera e propria);

• Bob Morane (comparso solo in un «Albo Ardimento», mai nella rivista);

• Topo Gigio, gli Antenati, Mago Zurlì (sono adattamenti di personaggi della televisione);

• Matt Mason, Lancillotto (sono adattamenti di spot televisivi);

• Teddy Teller (è l’adattamento di un personaggio di racconti in prosa, le cui avventure sono state chiuse da una e una sola storia a fumetti);

• Modesto e Lillina, Ernie Pike, Bob Slide (pur essendo personaggi abbastanza famosi, sono apparsi una volta sola nella rivista, passando inosservati);

• Una zampa ad ogni angolo, Lo zoo pazzo, 2001 e mezzo (più che di strisce si tratta di barzellette).

Inoltre, numerosi fumetti in versi, discendenti dei mitici personaggi di prima della Guerra – il signor Bonaventura, Sor Pampurio eccetera – sono presenti nei primi anni presi in considerazione da questa analisi: ho preferito ignorarli, sia perché hanno rappresentato un modo molto diverso di concepire i fumetti, sia perché la loro presenza in quegli anni non è stata comunque di grande importanza.

In ine, bisogna ricordare che il «C.d.P.» non ha pubblicato solo fumetti, ma una mole considerevole di racconti e romanzi, di cui si darà qualche cenno in seguito per l’importanza che hanno avuto nella rivista, nonché di racconti igurati, di cui pure si parlerà brevemente per la stessa ragione.

Per questo motivo – l’importanza avuta per la rivista – verranno inclusi tra i personaggi issi studiati in dettaglio: Tommy River e Martin Cooper, protagonisti di romanzi, e il dottor Oss, protagonista di racconti igurati.

Per ciascuno dei cento personaggi issi presi in esame verrà riportata una scheda così composta:

1. Numero d’ordine del personaggio (da 1 a 100).

2. Nome del personaggio nella versione italiana.

3. Paese di origine del personaggio (I = Italia, B = Belgio, F = Francia, S = Spagna, U = USA, G = Gran Bretagna, A= Argentina).

4. Autore o autori.

5. Tipo di disegno (R = Realistico, U = Umoristico).

6. Tipo di storia a fumetti con cui il personaggio è comparso di solito sulla rivista (strisce giornaliere, tavole, racconti brevi, racconti lunghi, serie, romanzi, racconti igurati).

7. Giudizio personale, che includo più che altro per stimolare la curiosità di chi legge:

PERSONAGGIO ECCEZIONALE: VALE LA PENA DI CONOSCERLO IN OGNI DETTAGLIO.

PERSONAGGIO DI GRANDE INTERESSE: VA CONOSCIUTO A FONDO

PERSONAGGIO RIUSCITO: NON PUÒ ESSERE IGNORATO

PERSONAGGIO APPENA RIUSCITO: PUÒ ESSERE TRASCURATO

PERSONAGGIO NON RIUSCITO: PUÒ ESSERE IGNORATO DEL TUTTO

Dopo la testata verrà riportato il nome originale del personaggio (se non italiano); quindi un commento più o meno vasto (secondo l’importanza) basato principalmente sulle storie apparse sulla rivista.

Seguirà un elenco dettagliato di queste storie (o apparizioni), che avrà forme diverse a seconda del tipo di storia, ma riporterà in genere: capitolo 1

• Numeri della rivista in cui è comparsa la storia.

• Titolo.

• Numero di pagine.

• Eventuale titolo originale, per le storie lunghe di produzione estera.

• Eventuali note, se vi fosse qualcosa di particolare da segnalare.

In ine, uno sfondo dorato segnalerà quelle che, a mio giudizio, sono le dieci storie più belle mai pubblicate sulla rivista, mentre uno argentato indicherà le altre venti, tra quelle pubblicate in questo periodo, che non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni appassionato di fumetti.