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RAPPORTI
STORIE di MERCATI rapporti
L’agricoltura italiana: meno imprese, più metri quadrati
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di Alice Nicole Ginosa
I dati Istat dipingono un settore retto da un numero di aziende in calo ma di dimensioni, in antitesi, più ampie. Digitalizzazione quadruplicata, qualche investimento in innovazione, eppure sono ancora pochi i giovani al comando
Qual è lo stato dell’arte dell’agricoltura italiana? Grazie al 7° censimento generale dell’Istat, basato su un questionario di rilevazione inviato a quasi 1,7 milioni di unità, è stato possibile scattare un’istantanea di un settore che, negli ultimi vent’anni, è cambiato. In queste pagine troverete condensati gli aspetti più interessanti e, al contempo, quelli su cui urge fare una riflessione. Parola ai dati.
STORIE di MERCATI rapporti
Struttura e coltivazione
Scomparse quasi due aziende agricole su tre
Dato centrale e principale evidenza dell’intero censimento è che il numero delle aziende agricole è in calo. Ciò nonostante, le dimensioni delle stesse - nell’arco di 38 anni, cioè dal 3° censimento del 1982 - sarebbero più che raddoppiate. A ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende che, comparate al dato del 1982, si traducono in una diminuzione del 63,8%. Il calo più drastico, avverte l’Istat, si sarebbe registrato nel ventennio 2000-2020: si parla di cifre dimezzate.
Il calo più considerevole al Centro-Sud*
Tra il 2020 e il 2010 la riduzione media nel numero di imprese agricole si è aggirata intorno al 22,6%. Eccezioni sono la provincia autonoma di Bolzano (-1,1%), quella di Trento (-13,4%) e la Lombardia (-13,7%). Focalizzando l’attenzione a Sud invece non si può non notare il - 42% della Campania che simboleggia il calo drastico di tutta l’area meridionale della Penisola (-33%), a cui seguono le Isole (32,4%).
Superfici più stabili
In 38 anni, come conseguenza della diminuzione più veloce del numero di aziende agricole rispetto alle superfici, la dimensione media delle aziende agricole è più che raddoppiata sia in termini di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), passata da 5,1 a 11,1 ettari medi per azienda, sia di SAT (Superficie Agricola Totale), da 7,1 a 14,5 ettari medi per azienda. Negli ultimi due censimenti generali, riferiti al 2010 e al 2020, il numero di aziende è sceso poco oltre il 30% (- 487 mila), a cui si è associato un calo meno drastico della SAU (-2,5%) e della SAT (-3,6%). Vediamo nel dettaglio la dinamica delle superfici agricole: la flessione media nazionale del 2,5% si traduce in una
SAU che cresce in otto regioni (Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Puglia, Sardegna) ma che decresce in Toscana (-15,2%) e Basilicata (-11,1%). Nel complesso, le superfici si riducono meno nel Nord-est (-1,7%) e nel Nord-ovest (-2%) e risultano in lieve crescita nelle Isole (+1,4%).
I seminativi? I più coltivati
Oltre la metà della Superficie Agricola Utilizzata continua a essere coltivata a seminativi (57,4%). Seguono i prati permanenti e pascoli (25,0%), le legnose agrarie (17,4%) e gli orti familiari (0,1%). In termini di ettari di superficie solo i seminativi risultano leggermente in aumento rispetto al 2010 (+2,9%). Altro elemento da sottolineare è l’aumento della dimensione media delle coltivazioni di aziende con SAU (+41,6%). Nello specifico: i seminativi +17,4% e le legnose agrarie +36,5%. Male prati e pascoli con un - 11,9%.

*Tutti i dati territoriali sono attribuiti alla regione o alla provincia autonoma in cui è localizzato il centro aziendale o la sede legale dell’azienda COMPOSIZIONE PERCENTUALE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU)
2020 2010
25,0
0,1
17,4 57,4 26,7
0,2
18,5 54,5
seminativi orti familiari coltivazioni legnose agrarie prati permanenti e pascoli
Fonte: 7° censimento generale sull'agricoltura, Istat.
seminativi orti familiari coltivazioni legnose agrarie prati permanenti e pascoli
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Forza lavoro e innovazione
La manodopera non familiare aumenta significativamente
Il 7° censimento generale sull’agricoltura conferma la predominanza della manodopera familiare (presente nel 98,3% delle aziende agricole contro il 98,9% nel 2010). Eppure, rispetto al passato si è notato un cambio marcato verso forme gestionali più strutturate che hanno aperto le porte alla manodopera non familiare, che nel 2020 rappresenta il 47,0% delle persone complessivamente impegnate nelle attività agricole (quasi 2,8 milioni), a fronte del 24,2% del 2010 (con una crescita di 22,8 punti percentuali). Nel decennio 2010-2020 si passa dal 13,7% al 16,5% di aziende con manodopera non familiare.
Meno manodopera femminile, più potere manageriale
Le donne rappresentano nel 2020 il 30% delle persone occupate nelle aziende agricole: -6,8% rispetto al 2010. Il dato più interessante e importante però è rappresentato dal loro coinvolgimento in ruoli manageriali: i capi azienda sono donne nel 31,5% dei casi.
Pochi i giovani al vertice
L’agricoltura italiana è ancora composta, nella maggior parte dei casi, da aziende di stampo familiare in cui è il capo famiglia a tenere le redini della struttura. Una tradizione questa che incide sugli scarsi livelli di presenza giovanile al comando. Nel 2020, i capi azienda fino a 44 anni sono il 13%, dal 17,6% del 2010.
La digitalizzazione è quadruplicata dal 2010
Nel 2020 il 15,8% delle aziende agricole usa computer e altre attrezzature informatiche o digitali, una quota oltre quattro volte superiore a quella rilevata con il censimento del 2010 (3,8%). Il numero di aziende agricole digitalizzate è quasi triplicato in media (+193,7%) e quadruplicato in Calabria e Sardegna. La crescita della diffusione di attrezzature informatiche e digitali nelle aziende agricole è stata molto più intensa al Sud (+247,0%), nelle Isole (+241,9%) e nel Nordest (+205,5%), mentre nelle altre ripartizioni geografiche si è mantenuta sotto la media
2020 COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEI CAPI AZIENDA PER ETÀ
21,3 2,2
11,2
2010
16,7 2,2
15,4
36,2 29,0
33,3 32,4
fino a 29 anni da 60 a 74 anni da 30 a 44 anni da 75 anni in poi da 45 a 59 anni fino a 29 anni da 60 a 74 anni
Fonte: 7° censimento generale sull'agricoltura, Istat.
da 30 a 44 anni da 75 anni in poi da 45 a 59 anni
Tipologie di manodopera non familiare
• saltuaria per il 66,4% • manodopera assunta in forma continuativa per il 26,8% • altre forme
Il 31,5%
dei capi azienda è donna

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nazionale. La digitalizzazione delle aziende agricole è strettamente legata al profilo del capo azienda e al genere. Nonostante il processo di digitalizzazione abbia riguardato anche l’universo femminile, le aziende gestite da uomini continuano a essere più informatizzate rispetto a quelle con un capo azienda donna (17,7% contro il 11,6%).
Più informatizzati gli under 45
Le aziende con a capo un under 45 sono quattro volte più informatizzate rispetto a quelle gestite da un capo ultrasessantaquattrenne (32,2% e 7,6%). L’incidenza delle aziende digitalizzate è maggiore nel caso in cui esse siano gestite da un capo azienda istruito e ancora di più nel caso in cui il percorso di studi sia orientato verso specializzazioni di tipo agrario.
1 azienda su 10 investe in innovazione
Tra le richieste dell’Istat contenute nel questionario si ritrova l’eventuale presenza di investimenti innovativi nel triennio 20182020, con riferimento agli ambiti dell’agricoltura di precisione, della ricerca e sviluppo intra ed extra-muros, dell’acquisizione di macchinari, attrezzature, hardware e software tecnologicamente avanzati o di altre tecnologie. In media, l’11% delle aziende agricole ha dichiarato di aver effettuato almeno un investimento innovativo tra il 2018 e il 2020:

→ meccanizzazione (55,6%) → impianto e semina (23,2%) → lavorazione del suolo (17,4%) → irrigazione (16,5%)
Ciò nonostante, le innovazioni relative alla riorganizzazione aziendale interna e del personale risultano ancora poco diffuse e coinvolgono rispettivamente il 7,6% e il 5,5% delle aziende che innovano. Irrisori gli investimenti nell’ambito delle tecniche di gestione dei rifiuti che riguardano solamente l’1,8% dei rispondenti.
N.B: La dimensione aziendale gioca un ruolo centrale nella propensione all’innovazione.
Le regioni più inclini all’innovazione
→ Nord: nella ripartizione orientale (22,6%) e occidentale (21,7%) → Centro (10,9%) → Sud (5,4%) → Isole (7,1%) Sopra la media nazionale le Province autonome di Bolzano (45,6%) e Trento (32%), seguite da Piemonte (23,2%) e Emilia-Romagna (22,2%). Fanalini di coda la Basilicata (5,4%), la Calabria (5,2%) e la Puglia (4,7).
Un censimento speciale
Il 7° censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, si riferisce all’annata agraria 2019-2020. Si tratta dell’ultimo censimento a cadenza decennale che chiude così la lunga storia dei censimenti generali, sostituiti dai censimenti permanenti e campionari. Ad aprile 2022, dopo le fasi di analisi e revisione, i dati sono stati inviati ad Eurostat nel rispetto del Regolamento (CE) n. 2018/1091. Il numero di aziende agricole digitalizzate è quasi triplicato in media e quadruplicato in Calabria e Sardegna
+193,7% l'11%
delle aziende ha dichiarato di aver investito in innovazione tra il 2018 e il 2020