DM Magazine Dicembre 2025

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INTERVISTA

Gruppo VéGé, multinsegna e multiformat sono i segreti della crescita

SUCCESSI

IL FUTURO DEL RETAIL INCONTRA LA SUA ANIMA PIÙ umana

INTERVISTA

Gruppo VéGé, multinsegna e multiformat sono i segreti della crescita

SUCCESSI

Supercentro entra in Crai: prossimità, persone e qualità al centro della collaborazione

RETAIL R-HUMAN

IL FUTURO DEL RETAIL INCONTRA

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3 Editoriale

Tra resilienza e investimenti il 2025 del retail italiano

4 Cover

Retail R-Human: il futuro del retail incontra la sua anima più umana

16 Intervista

Gruppo VéGé, multinsegna e multiformat sono i segreti della crescita

19 Successi

Supercentro entra in Crai: prossimità, persone e qualità al centro della collaborazione

21 Imprese

C3 dà il benvenuto a RetailPro nella rete e rafforza la presenza nella distribuzione moderna

22 Mercati

Spalmabili dolci: cresce la voglia di naturalezza

39 Persone

40 Retail Innovation

Bells Baking Studio - Singapore

43 Social&Pr strategies

Comunicazione interna e pr: un’alleanza strategica

44 Focus

Zuppe e cereali: vincono l’innovazione e la qualità delle materie prime

50 Customer

Micro trend 2025: planet centricity

52 Mercati

Caffè e bevande calde, un irrinunciabile sorso di piacere

66 L’analisi Focus Research

Analisi delle attività promozionali sul caffè tostato (macinato e in chicchi)

68 Retail Real Estate

L’onda cinese del retail: il caso Shein e la sfida europea degli spazi fisici

71 Digital club/Retail

Nell’AI vince il grande, ma...

74 Mercati

Soft drink: il focus è sull’innovazione

83 Tecnologistica

Barilla inaugura il Bite dopo un investimento di 20 milioni

Nasce Hardis Supply Chain, la nuova divisione di Hardis Group

Alla terza edizione degli EDM Retail in Touch si è parlato della ri-umanizzazione del retail e dell’industria agroalimentare: dai collaboratori ai clienti, il fattore umano torna al centro delle strategie.

DM Magazine

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Tra resilienza e investimenti il 2025 del retail italiano

Il 2025 sta giungendo alla sua chiusura con la conferma della capacità di resilienza della distribuzione moderna italiana, in un contesto di mercato ancora segnato da incertezze economiche, ma caratterizzato da investimenti strategici. L'evento dell'anno è stato senza dubbio l'acquisizione di Carrefour Italia da parte di NewPrinces Group, annunciata a sorpresa a luglio e completata a fine novembre per circa 1 miliardo di euro. Il via libera dell'Unione Europea, pur atteso, ha permesso alla società guidata dalla famiglia Mastrolia di diventare il secondo gruppo italiano nel food per fatturato (6,9 miliardi consolidati) e il primo per occupazione con 13mila dipendenti. Per restare sul fronte dei grandi gruppi, Selex ha confermato la leadership superando i 22 miliardi di fatturato, con una crescita del 7,9% nei primi cinque mesi e una quota di mercato del 15,6%. La centrale si è distinta per il lancio di Selex Media, piattaforma proprietaria di retail media, con 350 punti vendita già attivi. Conad ha inseguito con 22 miliardi stimati per l'anno, annunciando investimenti per 2,17 miliardi nel triennio 2025-2027. L'analisi Mediobanca pubblicata ad aprile ha confermato, però, ancora il dominio del modello discount: Eurospin si è attestata regina indiscussa, con un margine operativo del 6,7% e utili cumulati 2019-2023 di 1,56 miliardi, seguita da VéGé con 1,33 miliardi e Selex con 1,28 miliardi. Nei primi dieci mesi del 2025, secondo i dati diffusi dall’Istat nel Report sulle vendite al dettaglio di ottobre, i discount sono cresciuti del 3,5%, superando di gran lunga l’andamento complessivo del commercio al dettaglio, fermo a +0,8%. Ma fenomeno più rilevante è stato la crescita silenziosa e strutturale della private label, che in Europa ha raggiunto 291 miliardi di euro e il 40% di quota di mercato. L'Italia, pur partendo dal 30%, ha registrato la crescita più dinamica dell'UE con +4,7% nel primo semestre. Particolare soddisfazione è arrivata, infine, dal Made in Italy. Brand Finance ha certificato il raddoppio del peso dei marchi alimentari italiani nella classifica mondiale: da quattro a nove brand in top 100, con quota dal 4% al 7%. Ferrero si è confermata eccellenza globale, mentre quasi tutti i principali marchi italiani sono cresciuti a doppia cifra. Possiamo, quindi, archiviare il 2025 come un anno di consolidamento strategico: investimenti mirati, efficienza operativa e innovazione hanno tracciato la strada per un settore in trasformazione, dove private label e discount hanno ridefinito l e regole del gioco.

IL FUTURO DEL RETAIL INCONTRA LA SUA ANIMA PIÙ umana RETAIL R-HUM AN:

Alla terza edizione degli EDM Retail in Touch si è parlato della ri-umanizzazione del retail e dell’industria agroalimentare: dai collaboratori ai clienti, il fattore umano torna al centro delle strategie.

di Veronica Fumarola

Non c’è due senza tre” recita un vecchio adagio popolare. E così anche quest’anno Edizioni DM ha dato vita alla terza edizione di EDM Retail in Touch nella cornice di Palazzo Bovara a Milano. Al centro del confronto, le persone. “Retail R-Human” è stato, infatti, il tema che ha guidato gli speech, le tavole rotonde, gli incontri e le interviste. Un tema affrontato da ogni testata del gruppo (Distribuzione Moderna, PL Magazine, Technoretail, Greenretail e Ristorazione Moderna), evidenziando la profonda trasformazione incentrata sul fattore umano che i mondi del food retail e della grande distribuzione stanno affrontando. Un’evoluzione che mette al centro i consumatori come individui, ai quali offrire esperienze e proposte sempre più personalizzate. Allo stesso tempo, una tendenza che spinge le aziende della distribuzione e della produzione a sviluppare politiche di welfare sempre più articolate e innovative per i propri collaboratori.

RESPONSABILITÀ SOCIALE: UN VALORE OLTRE

IL PROFITTO

Il ruolo sociale delle imprese è uno dei temi affrontati da Luigi Bravi, presidente di Orva, azienda romagnola specializzata nella produzione di panificati, nell’intervista con PL Magazine. «L’impresa ha anche una funzione sociale: non deve guardare solo al profitto, ma agire con responsabilità verso dipendenti, collaboratori e stakeholder. Nella nostra storia abbiamo affrontato tre alluvioni senza ricorrere alla cassa integrazione, fornendo supporto concreto ai dipendenti colpiti. Abbiamo contribuito tramite associazioni no-profit e risorse aziendali, distribuendo oltre il 50% dei fondi raccolti ai dipendenti e distribuito più di 2.000 bancali di prodotti donati agli alluvionati da varie aziende italiane. Inoltre, abbiamo fornito mezzi di trasporto ai collaboratori per consentire loro di continuare a lavorare nonostante le difficoltà. Un impegno che non si riflette nei numeri di bilancio, ma che rappresenta un valore per la nostra storia e cultura aziendale».

Il fattore umano che fa la differenza

I dati presentati in apertura degli EDM Retail in Touch da AlixPartners, società globale di consulenza, hanno evidenziato una chiara tendenza: il contatto umano conta in grande distribuzione come nel fuori casa. In Gdo, in particolare, si registra una significativa crescita dei reparti del fresco, come ortofrutta, macelleria, pescheria, panetteria, che prevedono una maggiore interazione umana per la gestione del reparto, la consultazione col personale, la richiesta di tagli specifici e la preparazione del prodotto. Inoltre, gli addetti del reparto del fresco rappresentano fino alla metà della forza lavoro nei punti vendita, seguiti dagli addetti alla cassa e dagli scaffalisti. Figure importanti, dal momento che sia in Gdo sia nel mondo Horeca si registra una crescente richiesta di interazione umana negli ultimi tre anni. Di conseguenza, per le imprese del settore la formazione diventa una leva strategica, al pari delle soft skill dei collaboratori per differenziarsi in un mercato sempre più digitalizzato. «Nella grande distribuzione l’elemento umano continua a essere un fattore decisivo – ha fatto notare Nordal Cavadini, partner & managing director di AlixPartners –. Si parla spesso di fornitori e clienti, ma troppo spesso ci si dimentica delle persone che ogni giorno garantiscono la qualità del servizio. Per noi la componente umana è parte integrante di tutto il processo: dagli acquisti alla distribuzione, fino all’esperienza finale del cliente nei punti di vendita. Ed è grazie al contributo delle persone che un’azienda può aumentare il fatturato, lavorare in modo più efficiente e creare valore».

Nuove

persone, nuovo retail

Di formazione, competenze, inclusione, differenze di genere si è parlato nel corso della tavola rotonda di Distribuzione Moderna, che ha messo in luce la visione del retail rispetto al ritorno delle persone al centro delle strategie aziendali. Nel suo intervento Eleonora Graffione, presidente di Coralis, ha posto l’accento sul gender gap e sulla poca attrattività del settore retail negli ultimi anni. «Il mondo retail è indietro nell’ambito delle risorse umane rispetto all’industria e il primo elemento da evidenziare è la scarsa presenza femminile nei ruoli apicali. Inoltre, oggi il comparto vive un momento particolarmente complesso sul fronte del personale: è sempre più difficile trovare risorse preparate e disponibili a lavorare in un settore percepito come “antico” e poco attrattivo dalle nuove generazioni. Il problema si acuisce ancora di più nel mondo dei reparti freschi e freschissimi, dove la componente umana è determinante per la qualità del servizio». Proprio per questo il Consorzio Coralis da tre anni sta investendo molto sulla formazione, non solo dei dipendenti ma anche delle famiglie imprenditoriali che gesti-

Alessandro Camattari (Dit) ed Eleonora Graffione (Coralis)

HUMAN RESOURCES HUMAN RELATIONS

scono i punti vendita, per supportare il passaggio generazionale, l’introduzione di nuovi processi e un approccio più moderno alle risorse umane. «In generale – ha aggiunto Eleonora Graffione –nella distribuzione organizzata si è sempre data priorità ad acquisti, vendite e prodotto, relegando il personale a un ruolo secondario. Oggi dobbiamo invertire questa logica». Va controcorrente al gender gap Penny Italia, parte del Gruppo Rewe, il cui personale è composto per il 70% da donne. Non solo, l’80% degli store manager è donna. Numeri frutto di un approccio fortemente incentrato sulle persone e dell’evoluzione dell’hr da “human resources” a “human relations”. «È un passaggio che richiede tempo, perché i cambi generazionali e i cambi di mindset sono sempre i più complessi, ma è anche il percorso più necessario. Ci vuole coraggio, e come Penny abbiamo deciso di assumerci questa responsabilità: per il secondo anno consecutivo, ad esempio, siamo partner del Milano Pride e di Pride Sport Milano, un’esperienza che ci ha permesso di riscoprire il valore autentico del capitale umano. Le aziende non possono essere solo ingranaggi: sono fatte di persone che portano con sé differenze culturali, identitarie e di vissuto», ha dichiarato Marcello Caldarella, corporate communications manager & spokesperson di Penny Italia.

Ugo Tutino (Gruppo Crai) e Marcello Caldarella (Penny Italia)

Futuro inclusivo

Negli ultimi anni le soft skill sono diventate sempre più rilevanti. Ed è proprio su queste competenze che si è focalizzata l’atten zione di Dit, che nel post Covid ha deci so di ripensare la formazione. Se fino ad allora l’azienda era orientata verso una formazione molto tecnica, in un modello che rispondeva a relazioni causa-effetto prevedibili, con l’arrivo della pandemia le esigenze delle persone sono cambiate e la Centrale si è messa in discussione. Ha deciso così di ripensare completamente le modalità di formazione, spostando il baricentro dalle competenze “hard” a quelle “soft”: capacità di affrontare la com plessità, tolleranza all’incertezza, gestione emotiva dei cambiamenti, avviando anche nuovi percorsi di simulazione di imprevedibilità per impa rare a navigare in scenari difficili. Ora l’attenzione è focalizzata sui punti vendita – luoghi di socializzazione del quartiere in cui le persone si incontrano e parlano – per restituire valore alle comunità. Nel 2026, infatti, Dit lancerà un progetto dedicato al mondo della scuola primaria e secondaria. «Il progetto parte da

LOGISTICA HUMAN CENTRIC

Il direttore editoriale di Technoretail Fabio Massi ha intervistato il managing director di InPost Italia, Nicola D’Elia, sul tema “La logistica che facilita la vita”, focalizzando l’attenzione sulle consegne dell’ultimo miglio, uno dei contesti in cui la ri-umanizzazione del servizio si manifesta con maggiore evidenza. «Le nostre soluzioni mettono al centro l’utente finale, per andare incontro alle sue esigenze: flessibilità, comodità, facilità d’uso e privacy. Così creiamo un circolo virtuoso, che permette di ottimizzare la rete, incrementare i volumi e investire per renderla sempre più efficiente e capillare. Di recente abbiamo lanciato anche le consegne a domicilio, che ci consentono di raggiungere più persone, completare l’offerta e mettere ancora una volta al centro il cliente».

un’idea molto semplice: la parola dà forma ai nostri pensieri. Se educhiamo i bambini a un uso del linguaggio aperto, inclusivo e capace di unire invece che dividere, allora possiamo restituire alla comunità uno degli elementi più preziosi che ritroviamo quotidianamente nei nostri punti vendita. Con il supporto degli insegnanti lavoreremo sulla costruzione di un linguaggio nuovo fin dalla giovane età, nella speranza di contribuire – anche solo in piccola parte – a una società migliore rispetto a quella che stiamo vivendo oggi», ha anticipato Alessandro Camattari, direttore commerciale e marketing di Dit

Costruire valori

La condivisione di valori da parte di tutte le persone appartenenti al Gruppo Crai è il punto di partenza di Ugo Tutino, di recente nominato chief people officer dell’azienda. Un ruolo che ha assunto all’interno del progetto Crai Futura, che ha l’ambizione di mettere le persone al centro, all’interno di una realtà che ha anime diverse, distribuite su tutto il territorio nazionale. Proprio per questo Tutino ha scelto di partire dai valori, che generano, a suo dire, comportamenti, che a loro volta sono in grado di costruire un’identità condivisa. «Per questo – ha puntualizzato – prima di intervenire sui processi, sto lavorando insieme al team hr e alle strutture territoriali alla definizione di un sistema valoriale unico, che favorisca un linguaggio comune e ci aiuti nella fase successiva, quella più organizzativa e procedurale. In questi primi mesi ho viaggiato molto per l’Italia, incontrando tantissime persone di ogni funzione e livello, proprio per comprendere i valori e le caratteristiche distintive delle diverse realtà interne. Da questo percorso è nata la base per costruire un sistema culturale unico, che generi comportamenti coerenti e che, in seguito, ci permetta di definire un modello di valutazione omo-

geneo. A breve, infatti, apriremo un nuovo cantiere: quello dedicato ai processi e alla valutazione delle persone. L’obiettivo è misurare sia le competenze manageriali sia quelle funzionali. Inoltre, stiamo lavorando per trattenere i talenti. C’è un progetto dedicato e stiamo già lanciando alcuni segnali concreti, come piccole iniziative di welfare nei territori, per dire “ci stiamo prendendo cura di te”».

Cooperazione,

innovazione e impegno sociale

La sostenibilità può avere diverse declinazioni: ambientale, sociale ed economica. L’importanza e l’utilità di tutte le sue funzioni sono emerse dal panel di Greenretail che ha coinvolto il Consorzio Tutela Vini delle Venezie Doc e l’azienda olearia Salov. Nel suo intervento, Stefano Sequino, direttore del Con-

sorzio, che rappresenta circa 6.200 viticoltori e 1.000 imprese del comparto Pinot Grigio, ha presentato un modello di cooperazione e integrazione territoriale che incarna una visione di sostenibilità sociale ed economica basata sulla coesione tra imprese e territori,

capace di rispondere alle nuove tendenze di consumo, garantire redditività alle impre se e alle generazioni future. «Sul fronte della sostenibilità sociale, il Consor zio è impegnato in diversi progetti, tra cui uno di particolare rilievo, presentato ad aprile presso il Mi nistero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, in collabo razione con la Renisa-Rete Na zionale degli Istituti Agrari d’Ita lia. L’obiettivo è avvicinare scuole e studenti alle imprese vitivinicole della filiera del Pinot Grigio, promuo vendo la cultura del vino non solo come prodotto, ma anche come risultato del know-how, dell’esperienza e della conoscen za dei produttori. Il progetto favorisce inoltre il ri cambio generazionale, creando connessioni tra mondo della formazione e imprese del Nord-Est». Anche su più fronti per la sostenibilità: dal packaging alla gestione dello spreco e all’uso responsabile dell’acqua, fino alla condivisione del sapere attraverso progetti a bene

re, sviluppando progetti che hanno rilevanza non solo per noi, ma per l’intera olivicoltura – ha fatto sapere il direttore marketing, Emanuele Siena –. Sfruttiamo il nostro know-how tecnico e agronomico per generare conoscenze condivisibili con altre aziende e con tutto il settore agricolo. Tra i progetti più importanti c’è quello legato alla lotta sostenibile alla Xylella per trovare soluzioni efficaci e sostenibili per contrastarla».

Il progresso passa dalla formazione

L’omnicanalità nel food retail ha guidato il confronto della tavola rotonda di Ristorazione Moderna, moderata dal responsabile editoriale Nicola Grolla. Il food retail, infatti, è uno dei settori in cui la ri-umanizzazione del servizio trova la sua sintesi. Le quattro case history rappresentate – Dispensa Emilia, Il Mannarino, Popeyes e Winelivery – hanno sottolineato la loro attenzione per il fattore umano che corre su un dop-

pio binario: l'engagement del cliente, sempre più abituato al digitale anche quando si trova in store, e la motivazione del dipendente, che lavora in sala e in cucina e che va preservato da un eccessivo turnover. Un risultato che si raggiunge investendo su programmi di formazione interna, tramite academy e micro-learning, capaci di trasferire valori e informazioni pratiche al di qua e al di là del bancone. Il Mannarino, ad esempio, nasce all’interno dei quartieri e ha fatto della vicinanza alle persone un suo punto di forza, che trova la massima espressione nei “mannarini”, i macellai che accolgono e consigliano i clienti, oltre a raccontare la carne e i vari prodotti. «Il Mannarino è un macellaio, un banconista, uno showman: deve saper lavorare, servire, ma anche creare empatia. È una figura difficile da reperire e per questo abbiamo scelto di formarla internamente. Oggi, infatti, la maggior parte dei ragazzi viene formata da zero», ha spiegato Davide Manzo, hr manager . Quello che poteva essere un limite, ovvero trovare professionisti così completi, è diventato un punto di forza del brand, che ha creato una vera e propria academy che forma i team e sostiene la crescita della rete, oggi arrivata a 22 locali. Il tema del reclutamento è una problematica trasversale al settore e ha rappresentato una difficoltà anche per Popeyes Italia, catena di ristorazione specializzata in pollo fritto con oltre 4.900 ristoranti negli Stati Uniti e nel resto del mondo. «Dal confronto con i colleghi e con il mondo dell’imprenditoria in generale, emerge un cambiamento chiave nel settore: non “assumiamo” più nel senso tradizionale, ma sono i dipendenti a scegliere se lavorare con noi», ha fatto notare Daniele Ruggeri, hr manager di Popeyes Italia. In questo contesto diventa essenziale una struttura solida che permetta di formare i collaboratori da subito, anche attraverso modalità digitali di training, che garantisca uniformità e qualità in tutti i punti vendita. E proprio la creazione di questa struttura interna è stata fondamentale per l’insegna per sopperire alle difficoltà legate al personale.

Persone al centro dell’esperienza

Winelivery, nata nel 2016 come brand di delivery, si è evoluta nel corso degli anni. Dopo il boom registrato durante la pandemia, si è ritrovata di fronte a un bivio, con un modello di business che funzionava molto bene nel digitale, ma che doveva ripensarsi per continuare a vivere nel medio-lungo periodo. Così, nel 2022, ha aperto il primo punto vendita fisico a Milano. «Eravamo convinti che sarebbe stato un successo automatico: avevamo un prodotto forte, un team preparato, un marchio conosciuto. Ma la realtà ci ha rimesso rapidamente coi piedi per terra: è stato molto complicato il passaggio al retail. Abbiamo sbagliato la prima location e abbiamo sottovalutato la questione personale, il volto umano dell’azienda. Nel mondo online, l’interfaccia è l’app. Nel mondo fisico, l’interfaccia è una persona in carne e ossa. E la qualità dell’esperienza dipende molto dalle persone che lavorano nel punto vendita», ha raccontato Francesco Magro, ceo di Winelivery. Così, tra il 2022 e il 2024, il brand ha lavorato per rivedere e aggiornare le sue competenze, per capire cosa significa offrire una user experience fisica, comprendere l’importanza delle persone, il loro modo di accogliere, raccontare, relazionarsi, e il ruolo della tecnologia: un supporto e non il cuore dell’esperienza in store. Oggi, quindi, Winelivery ha ridisegnato il percorso del cliente all’interno dello store rendendolo più human-centric. Rimettere al centro le persone è stato anche l’obiettivo di Dispensa Emilia, catena specializzata in piatti tipici della cucina emiliana che oggi conta 57 punti vendita. L’azienda ha accelerato sul digitale per dare più importanza alle persone e valorizzare e potenziare la relazione con il cliente. «Abbiamo introdotto il sistema di riordino al

tavolo tramite app: il cliente arriva, si siede e può gestire in autonomia ordine e pagamento – ha spiegato Elisa Pettenati, hr director di Dispensa Emilia –. La tecnologia ci permette così di liberare tempo alle nostre persone, sollevandole dalla parte più “funzionale” e ripetitiva del servizio, per lasciare loro lo spazio di dedicarsi a ciò che davvero fa la differenza: l’accoglienza, la cura dell’ambiente, il racconto del prodotto e la costruzione di un’esperienza emozionale. Il nostro obiettivo quotidiano è proprio questo: valorizzare sempre di più la relazione con il cliente. Non vogliamo che la tecnologia sostituisca l’umanità, ma che la restituisca, permettendo alle nostre persone di concentrarsi sul valore umano del servizio, che per noi rimane insostituibile».

A ribadire l’importanza del ritorno all’umanizzazione anche le riflessioni finali di Michele Rinaldi, ceo & contemporary pr evangelist di Soluzione Group, che ha concluso i lavori sottolineando come la centralità del consumatore segni un nuovo inizio per la Gdo, il fuori casa e l’industria di marca.n

Gruppo VéGé, multinsegna e multiformat

sono i segreti della crescita

L’annuale convention di fine anno di VéGé è stata l’occasione per fare il punto su risultati e ambizioni del Gruppo, che vede nel multinsegna e nel multiformat la chiave per vincere le sfide del retail del futuro.

Tredici anni di crescita continua hanno portato VéGé a chiudere il 2024 con un fatturato di 15,3 milioni di euro. Una crescita destinata ad allungare la sua longevità, considerato l’obiettivo di fatturato 2025 che si attesta a 16,2 miliardi di euro. Risultato frutto di più fattori: in primis l’essere comunità e il lasciare piena autonomia a ogni imprenditore, libero di esprimere il proprio posizionamento di impresa e di disegnare la propria offerta, su misura delle proprie idee e del contesto in cui opera; a questo si aggiunge la positiva collaborazione con l’industria di marca. Di questi temi, di sfide e futuro abbiamo parlato con l’ ad Giorgio Santambrogio

Qualisono,dalsuopuntodivista,iprincipalipuntidiforzacherendonopossibilelacontinuacrescitadelGruppoVéGé?

Ci sono diverse imprese che trainano il resto del Gruppo e funzionano da vera locomotiva. Se dovessi quantificare, direi che le nostre prime nove aziende hanno generato circa l’80% dello sviluppo complessivo. Questo conferma un punto ormai evidente nel nostro settore: imprese da 10, 20 o 30 milioni di fatturato, purtroppo, non hanno più un ruolo strategico. Vale per VéGé, così come per l’intera distribuzione italiana. Servono poli forti e strutturati. È necessario costruire realtà di dimensioni importanti. Non per forza con format “grandi”, ma aziende solide, capaci di scegliere con chiarezza il proprio posizionamento e la rete che intendono sviluppare. E nel nostro Gruppo abbiamo esempi molto diversi ma altrettanto vincenti: Tosano, ad esempio, che lavora solo con punti vendita nell’intorno

dei 7mila mq e oltre 60mila referenze, con risultati formidabili; Gruppo Arena, altro esempio, con superfici più contenute e un focus marcato sul servizio e sulla customer journey; poi realtà più piccole ma in forte espansione, come Gda in Basilicata o Piccolo in Campania, Migros e Gruppo Vega in Area 1 e 2 NielsenIQ o Multicedi che sta guadagnando molto terreno anche in Area 3 NielsenIQ.

Quindil’eterogeneitàèilrealevalore aggiunto?

L’eterogeneità genera una crescita costante che ha portato VéGé a collocarsi stabilmente tra i primi tre gruppi per valore degli acquisti dell’industria di marca e a raggiungere una quota a livello nazionale dell’8,5%, con cui si pone al quarto posto nella classifica Gnlc. Cresciamo rapidamente proprio perché, rispetto ad altre organizzazioni, siamo più orientati alla marca e meno alla Mdd, pur avendo una private label oggi molto significativa. Va detto, però, che la nostra marca del distributore è gestita principalmente dalle singole imprese più che attraverso un progetto centralizzato.

ApropositodiMdd,qualefuturoprevedeperlamarcaprivata?

La Mdd continuerà a crescere. Tuttavia, rispetto ad altri, credo ci sia troppa enfasi sull’idea che possa essere la soluzione a tutti i problemi, come se fosse sempre semplice convincere un cliente molto legato al brand a passare alla private label. A mio avviso, oggi un equilibrio corretto si colloca intorno a un 30% di Mdd e un 70% di marche industriali. Cosa accadrà da qui al 2040 è difficile dirlo, ma al momento spingere troppo sulla Mdd, soprattutto in alcune aree o categorie in cui il cliente è fortemente orientato alla marca, rischia di diventare qualcosa di forzato.

Versoqualiterritorisistannoconcentrandoivostriinteressiperproseguirel'espansione?

In questo momento stiamo lavorando per consolidare ulteriormente la nostra presenza nei territori in cui siamo già forti. C’è spazio per crescere ancora in Sicilia, Basilicata, Puglia, Campania, Veneto e Lombardia, dove registriamo performance molto positive. Questo non esclude che alcune nostre imprese stiano esplorando sviluppi extraregionali: penso a Multicedi nel Lazio, a Migros e Gruppo Vega in Piemonte, o a Tosano in Toscana. Ma la nostra strategia principale resta chiara: rafforzarci nei territori in cui siamo già leader. In futuro è possibile che si aprano nuove opportunità anche in territori in cui oggi siamo meno presenti, ma è più probabile che questo avvenga attraverso l’ingresso di nuove imprese nel Gruppo, piuttosto che tramite uno sviluppo diretto. n

Leggi l’intervista completa

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Supercentro entra in Crai : prossimità, persone e qualità al centro della collaborazione

L’adesione al Gruppo Crai rappresenta un salto dimensionale e strategico, che consentirà a Supercentro di ampliare la propria capacità logistica, accedere a nuove economie di scala e valorizzare l’identità territoriale.

Nelcorso della convention annuale, il Gruppo Supercentro ha annunciato l’ingresso del Gruppo nella rete nazionale Crai. L’accordo sarà operativo dal 1° gennaio 2026 e sancisce la nascita di una nuova alleanza tra due realtà che condividono valori, visione e cultura d’impresa, fondate su prossimità, qualità, efficienza e centralità del cliente. L’intesa rappresenta un passo strategico di grande portata, destinato a rafforzare la posizione competitiva di Supercentro sul mercato e a generare nuove opportunità di sviluppo economico e occupazionale nel Sud Italia.

Fondata a Taranto nel 1996 dalla volontà di un gruppo di imprenditori locali, Supercentro è oggi una delle principali realtà della distribuzione alimentare nel Mezzogiorno, con una rete di oltre 120 punti vendita, 43 dei quali di proprietà, tra supermercati, superette e cash & carry, diffusi in Puglia, Basilicata e Calabria. Con sei cash&carry, dislocati tra Taranto, Lecce e Monopoli (Ba), e con la piattaforma distributiva tecnologicamente avanzata, il Gruppo garantisce un servizio rapido ed efficiente a tutta la filiera. L’integrazione – che unisce esperienza locale e rete nazionale – ha l’obiettivo di offrire ai consumatori un modello di distribuzione più competitivo, moderno e vicino alle persone. Recentemente, Gruppo Supercentro ha inaugurato a Nardò (Le) il terzo cash&carry Wiva, ex Stop&Shop, segnando una svolta per il punto vendita che si trasferisce in una nuova sede, a pochi metri dalla precedente, completamente rinnovata negli spazi e nei servizi. Lo store, infatti, è pensato per offrire ai professionisti dell’horeca e del commercio indipendente non solo una più ampia scelta di referenze, ma anche un’esperienza di acquisto ancora più confortevole grazie a spazi più ampi, ambienti moderni, corsie ben organizzate e zone operative più funzionali.n

Leggi anche: “Arcaplanet acquista tre insegne specializzate nel pet care: Hobby Zoo, Green Pet e Miele ”

a sua ricetta, depositata già nel 1661 e oggi protetta dal segno distintivo europeo IGP e dal Consorzio di Tutela, stabilisce regole precise: solo carne suina selezionata, lavorazioni accurate e controlli costanti in ogni fase produttiva.

Una base condivisa che dà vita a molteplici interpretazioni: le Mortadelle Bologna IGP infatti non sono tutte uguali. Ogni azienda produttrice, nel rigoroso rispetto del Disciplinare IGP, interpreta la ricetta con un tocco personale e, molto spesso, familiare: aromi, spezie e piccole scelte di lavorazione che le conferiscono un carattere unico.

È così che un salume dalla tradizione secolare si sviluppa in tante sfumature di gusto, dal più delicato al più deciso, dal profumo più speziato a quello più morbido e rotondo. Tutto questo per fare sì che ciascuno possa trovare la ricetta perfetta per arricchire di gusto le proprie giornate!

È proprio in questa varietà che risiede la vera ricchezza della Regina Rosa: una sola IGP a racchiudere tante interpretazioni diverse, tutte accomunate dalla stessa garanzia di qualità, tutte con un proprio tratto distintivo, unico ed inimitabile.

Non resta che provarle tutte!

C3 dà il benvenuto a RetailPro nella rete

e rafforza la presenza nella distribuzione moderna

La realtà campana ha da poco lanciato l’insegna Pro7, preannunciando un nuovo piano di sviluppo.

Il Consorzio C3 annuncia ufficialmente l’ingresso di RetailPro nel Gruppo a partire dal 1° gennaio 2026. Era il 2020 quando la nascente RetailPro si presentava al mondo della Gd/ Gdo: una realtà nuova nel panorama del retail, un nuovo Centro Distributivo in Campania che oggi conta circa 80 punti vendita nel Centro-Sud Italia. La partnership rafforza ulteriormente la presenza di C3 nel panorama della distribuzione moderna. «L’ingresso di RetailPro rappresenta un passo importante per il nostro percorso di crescita condivisa. Siamo convinti che insieme potremo sviluppare nuove sinergie e creare valore per tutto il sistema», commenta il presidente di Consorzio C3 Giuliano Baccichetto. L’ingresso in C3 di RetailPro avviene in concomitanza con un nuovo inizio per la realtà campana, che di recente ha lanciato l'insegna (Pro7) e un nuovo format di punto vendita oltre ad annunciare un piano di sviluppo. Il primo Pro7 Supermercati è a Vitulazio (Caserta), sviluppato su una superficie di 1.100 mq che offre un ampio assortimento di prodotti locali e diversi reparti, tra cui forneria, gastronomia, ortofrutta e pescheria. n

Leggi anche: “Crescita e nuovi negozi: nel 2025 Tosano stima ricavi per 1,65 miliardi ”

Spalmabili dolci:

cresce la voglia di naturalezza

Il comparto chiude l'anno a +5,7% a valore, con il segmento delle creme spalmabili che guida l'accelerazione (+10,7%), spinto dal boom plant-based e dal successo di gusti come la mandorla. I discount, invece, si affermano come il canale più dinamico.

Nell’ultimo anno terminante il 28 settembre 2025, il mercato di confetture, creme spalmabili e miele ha generato un giro d’affari complessivo di 1,13 miliardi di euro, registrando un trend a valore positivo del 5,7% rispetto all’anno precedente. «La crescita a valore – commenta Mattia Carrera di NIQ – è stata trainata in parte da un aumento generale del prezzo medio al kg (+3,2%), e in parte da un incremento dei chilogrammi venduti (+2,4% e 136,6 milioni di kg). Aumentano anche le confezioni vendute (+3,6%) a un ritmo superiore rispetto ai kg: si può quindi evincere una generale riduzione del formato medio» (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi servizi+Discount).

Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi

L’Area 1, che si conferma il mercato più importante per la categoria, in grado di veicolare il 27,5% del fatturato e il 26,8% dei chilogrammi venduti, fa registrare un trend a valore positivo (+4,7%), ma è l’area che cresce di meno fra le quattro a livello di fatturato generato; la sua importanza risulta infatti in calo (-0,3% di sales location a valore). L’Area 4 è l’area che cresce maggiormente, con un aumento dell’8,5% a valore e del 4,9% a volume; quest’area è anche quella con i prezzi nettamente più bassi rispetto al resto delle aree (7,93 €/kg).

L’Area 3 mostra una buona crescita a valore (+5,1%), ma incrementa meno come chilogrammi venduti (+1,4%); il prezzo medio evidenzia infatti l’aumento più elevato fra le aree (+3,6% €/kg). In Area 2 è invece osservabile una buona crescita del giro d’affari (+4,8%) e un incremento dei chilogrammi venduti, pari

LA PARTNERSHIP CON LO SPORT RAFFORZA IL POSIZIONAMENTO

Sono quattro i principali filoni comunicativi di Conapi per il brand Mielizia: «Miele e unica filiera corta, per valorizzare heritage e autenticità, miele e innovazione/ fuori dagli schemi, per raccontare l’innovazione sensoriale, corporate, per rafforzare la brand reputation, e sostenibilità, per comunicare valori etici e responsabilità ambientale – afferma Stefano De Donatis –. In linea con la strategia di posizionamento funzionale e lifestyle, Mielizia ha siglato inoltre una partnership pluriennale con la Fif (Federazione Italiana Fitness), diventando fornitore ufficiale di prodotti apistici per sportivi ed eventi Fif».

all’1,5%. A livello di formati distributivi, i super sono di gran lunga il canale più importante, responsabile del 46,9% del fatturato e del 43,6% dei chilogrammi venduti; registrano, inoltre, una buona crescita (+6,5% a val. e +2,8% a vol.). «I discount sono il canale più in crescita – prosegue Mattia Carrera nell’analisi –, con uno 0,3% di incremento a livello di sales location a volume rispetto agli altri canali; la loro importanza complessiva risulta particolarmente rilevante poiché realizzano il 18,2% del fatturato complessivo dei canali e mostrano le migliori performance di vendita: +6,7% a va-

TREND VENDITE VALORE (%) TREND VENDITE VOLUME (%)

LA CREMOSITÀ NELLA SUA FORMA MIGLIORE.

Cinque proposte golose e una texture morbida e avvolgente, per trasformare ogni colazione e piccola pausa in un momento di puro gusto.

Scopri la nostra linea di Creme: il mix perfetto tra bontà e benessere.

conApi/mieliziA

Nome prodotto: Selezione

Caratteristiche: la nuova linea introduce un approccio innovativo nella scelta del miele, basato non più solo sull’origine botanica o geografica, ma sul profilo sensoriale: Gentile, Armonioso e Deciso.

ferrero/nutellA

Nome prodotto: Nutella Natale

Caratteristiche: i vasetti natalizi di Nutella sono il pensiero ideale per chi vuole rendere il Natale speciale. Formato da 950 g.

InAlpi/lAtterie InAlpi

Nome prodotto: Sweet Milk gusto Cocco

Caratteristiche: parte della linea di creme spalmabili Sweet Milk, a base di latte italiano di filiera corta e controllata Inalpi, la referenza al gusto cocco è da utilizzare spalmata su pane o fette biscottate o come ingrediente per prodotti dolci da forno o guarnizione.

Koro

Nome prodotto: Crema al banana bread bio “KoRo x Cucina Botanica”

Caratteristiche: ispirata al sapore della ricetta di Cucina Botanica del Banana Bread, la base della crema è rappresentata da frutta secca, con la presenza di anacardi e noci, arricchita dal sapore di banana. 100% vegana e biologica, è ideale per ogni preparazione o da spalmare sul pane.

AFFERMARE IL TERROIR DELLA FILIERA

La strategia di comunicazione di Inalpi punta all’affermazione del brand Latterie Inalpi ed è caratterizzata da un presidio strategico dei canali trade, sia fisici che digitali, con una particolare attenzione al consumatore nel mondo digitale. «I due elementi – dichiara Gabriella Bollino – trovano poi occasioni di visibilità dedicata agli store e alla dinamica sui punti di vendita. I contenuti della nostra strategia sono volti a mettere in visual il terroir della filiera con il prodotto finale. Il naming della campagna “La strada giusta” vuole essere la promessa al consumatore di poter offrire un prodotto con un terroir chiaro e un suggerimento di consumo diverso».

lore, +3,8% a volume e +5,5% a confezione; nei discount cresce anche il prezzo medio (+2,9% €/kg e +1,1% €/ confezione), pur rimanendo il più basso fra i canali. Da segnalare anche un importante incremento nel numero medio di referenze (+8,4%)».

AndAmento dei segmenti

A totale Italia senza drugstore, il 50,1% del giro d’affari e il 45,4% dei volumi viene veicolato dalle creme spalmabili dolci, che si conferma anche il segmento più in crescita a livello di fatturato (+10,7%), di volumi (+4,8%) e di confezioni vendute (+7,3%). A crescere esponenzialmente sono soprattutto le creme a base di mandorla,

schede prodotti

Natura e Tradirione

Natura e Tradizione rappresenta la linea gourmet di Vis. Il meglio della qualità, della cura e della genuinità che sono alla base dei suoi prodotti: a partire dalla materia prima, la frutta, la cui qualità costituisce il suo vero, grande e insostituibile valore aggiunto, in una ricetta, che ne contiene ben il 75%. Diciotto gusti diversi che rappresentano diciotto diversi modi di dire Natura e Tradizione.

RENDERE IL BRAND OMNICANALE CON GLI AMBASSADOR

Nel 2026 la strategia comunicativa di KoRo continuerà sulla rotta intrapresa nel 2025 con un maggiore coinvolgimento del canale fisico. «Proseguirà – sottolinea Andreas Granata – la presenza nei canali digitali, tramite i social media, le collaborazioni con influencer e creator, come Cucina Botanica e le attività con la brand ambassador Bebe Vio. A queste partnership si aggiunge la presenza di campagne out of home per aumentare ulteriormente la notorietà del marchio e rendere KoRo omnicanale a tutti gli effetti. Al centro della nostra comunicazione ci saranno sempre i nostri valori aziendali, come la trasparenza, la sostenibilità e la qualità dei nostri prodotti».

che evidenziano incrementi del 45,6% a valore e del 90,9% a volume, complice anche la decisiva discesa dei prezzi (-23,7% €/kg) che riguarda, in misura diversa, anche le creme alle arachidi e al pistacchio. Aumentano, invece, i prezzi delle spalmabili alla nocciola e al cioccolato. Le confetture spalmabili a base frutta coprono il 36,1% del fatturato e il 43,6% dei volumi venduti. Sono il segmento con il numero di referenze più alto (33,4 referenze medie per punto di vendita) e quello con la maggiore pressione promozionale per confezione (25,8%). Sono però anche il segmento che cresce meno a livello di fatturato (+0,2%) e l’unico a decrescere a livello di volumi venduti

UN ASSORTIMENTO CHE VALORIZZA LA MATERIA PRIMA

Da oltre quarant’anni, Apicoltura Casentinese porta nel mondo degli spalmabili dolci naturalità, praticità e cura del dettaglio. La sua offerta spazia dalle composte biologiche Solofrutta, con solo tre ingredienti e senza pectina, alla linea gourmet, con abbinamenti di frutta e spezie, di miele ed essenze, per accompagnare formaggi, carni bianche e lievitati. Ad arricchire l’assortimento il miele: monoflora italiani, selezioni regionali e blend distintivi, lavorati a temperature controllate e senza pastorizzare per preservare la naturalezza della materia prima. Tra le novità a scaffale, i Pocket, proposti nel pratico formato cartoncino 4×20 g con burro di arachidi 100%, con crema di pistacchio o con miele.

(-0,5%). Il miele risulta, invece, un segmento in incremento a livello di fatturato (+3,6%), di chilogrammi (+4,9%) e di confezioni (+5,3%).

Cresce soprattutto il miele monoporzione (+17,5% a val.), mentre cala il giro di affari dei vasetti grandi (-0,9%).

successo per il plAnt bAsed

Nelle creme spalmabili il gusto nocciola resta dominante, rappresentando circa l’80% del mercato, ma negli ultimi anni si è assistito a una forte diversificazione: emergono gusti alternativi come pistacchio, arachidi e mandorla, oltre alle creme 100% mono-ingrediente. «I driver principali di scelta rimangono qualità e gusto, anche per le varianti vegetali – osservano da Ferrero, che con Nutella è leader di mercato nel segmento –, confermando che il consumatore cerca esperienzialità e piacere, ma con crescente attenzione alla sostenibilità e agli ingredienti. Una tendenza rilevante è la crescita del plant-based: secondo i dati Nielsen in nostro possesso, il segmento vegetale ha avuto un incremento dell’87%, con Nutella Plant Based che genera circa il 70% della crescita a volume». La domanda di prodotti “better-for-you” rappresenta per Andreas Granata, director retail Italy di KoRo uno dei principali trend del segmento delle spalmabili: «I consumatori sono

DIFFONDERE UNA CULTURA DEL BENESSERE

Accompagnare il consumatore nella scoperta dei benefici della frutta secca in tutte le sue declinazioni, dai mix alle barrette fino alle creme spalmabili, mostrando come ogni prodotto possa inserirsi in un’alimentazione equilibrata. È questo lo scopo della comunicazione di Madi Ventura: «Negli ultimi due anni – spiega Giulia Solavagione – abbiamo realizzato una campagna integrata, on field e digital, dedicata alla “Forza vegetale” della linea proteica Ventura, di cui fanno parte anche le spalmabili Proteica 100%. La strategia ha unito la presenza in eventi sportivi di rilievo a un piano digitale strutturato, diffondendo la cultura del benessere e il ruolo della frutta secca, in tutte le sue forme, come alleato quotidiano».

Creme spalmabili dolci Confetture e spalmabili base frutta Miele

(+10,7)

(+7,3)

sempre più attenti a prodotti percepiti come più sani con ingredienti naturali e biologici e plant-based e vegani. L'innovazione in chiave vegetale è cruciale, anche per intercettare i regimi alimentari specifici (vegan, glutenfree, intolleranza al lattosio). Nonostante l'attenzione alla salute, le creme spalmabili restano un comfort food per eccellenza. Il fattore gusto intenso e la ricerca del piacere e della golosità rimangono fondamentali, spingendo anche l'innovazione in termini di nuovi gusti».

SPINGERE SUI CANALI DI ACQUISTO DIGITALI

(+5,3)

Sul fronte della comunicazione, Menz&Gasser ha scelto di valorizzare il progetto “Le Creme” come emblema dell’evoluzione del brand e del suo approccio al gusto contemporaneo. «La strategia – spiegano dall’azienda – punta su una narrazione di marca che coniuga heritage e innovazione, raccontando la capacità dell’azienda, forte di 90 anni di storia, di reinterpretare il piacere quotidiano in chiave moderna. A livello di canali, abbiamo puntato sulla Gdo e su Amazon, in coerenza con le abitudini di acquisto digital-first del target. L’identità visiva è supportata da un pack design studiato per valorizzare gli ingredienti e i claim nutrizionali di ogni referenza».

Elaborazione DM su dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount, a.t. 28/09/2025

APICOLTURA CASENTINESE, preservare al meglio ciò che la natura crea

Apicoltura Casentinese, nata nel 1982 da una coltura naturale, è da oltre quarant’anni interprete di un sentire comune: salvaguardare la natura, i suoi frutti e gli animali che ne fanno tesoro.

L’azienda porta negli spalmabili la semplicità più difficile: ingredienti essenziali, processi puliti e sapori netti, custodendo il sapere delle tradizioni e impegnandosi giornalmente nel restituire l’eccellenza di prodotti puri e naturali. Un mix di naturalità, praticità e cura del dettaglio.

Protagoniste dell’assortimento sono le composte biologiche Solofrutta: solo tre ingredienti, senza pectina, frutta al centro e ricette pulite che parlano a chi cerca gusto naturale e trasparenza. Nascono per la colazione ma fanno faville anche in cucina: su yogurt, cheesecake, crostate e abbinamenti salati. Sono disponibili nel formato da 295 g per la spesa familiare.

Accanto a Solofrutta, Apicoltura Casentinese propone una linea gourmet pensata per il “momento pairing”: con sapienti abbinamenti di frutta e spezie, di miele ed

essenze generose, l’azienda crea selezioni che accompagnano formaggi, carni bianche e lievitati. La linea gourmet ha la stessa filosofia dell’“etichetta corta”, la stessa resa sensoriale accattivante, pensata per chi costruisce esperienze di degustazione in casa e fuori casa, e viene proposta in vasi da 65 g. Formati chiari, rotazioni snelle e nessuno spreco.

Il miele, inoltre, è parte integrante dell’identità di Apicoltura Casentinese: monoflora italiani, selezioni regionali e, soprattutto, blend distintivi, con armoniosi abbinamenti creati con cura per offrire profilo costante e versatilità di utilizzo. Un’innovazione di categoria che semplifica la scelta a scaffale e risponde alle esigenze di gusto contemporanee. L’azienda lavora il miele a temperature controllate e senza pastorizzare per preservarne naturalezza e carattere, proponendo un prodotto ideale per diverse occasioni di consumo, dalle colazioni di tutti i giorni agli abbinamenti salati.

Novità assoluta a scaffale, i Pocket, proposti in comodo cartoncino 4×20 g con burro di arachidi 100%, con crema di pistacchio o con miele. Ingredienti essenziali e freschezza garantita dalla porzione sigillata. Il formato 4 pack tascabile per zaini, ufficio e palestra agevola una battuta di prezzo competitiva e una chiara logica d’uso: snack proteico, topping per porridge o compagno di viaggio. Massima comodità per il consumatore e rotazione facile per il punto vendita.

Apicoltura Casentinese offre una gamma semplice da raccontare e facile da scegliere, pensata per dare valore allo scaffale e piacere alla tavola.

L’IMPORTANZA DEI TESTIMONIAL

Il fulcro della comunicazione di Vis Jam sono le attività degustative in store: «Riteniamo che il nostro testimonial più valido sia il prodotto e le testimonianze delle blogger di settore – spiega Giorgio Visini –. Oltre a questo, comunichiamo sui canali web e social e stiamo veicolando il brand attraverso la collaborazione con alcuni sportivi locali di livello internazionale. In particolare, da quest’anno nel settore Mountain Bike seguiamo tutta la filiera, partendo dai bambini alle prime gare e alle prime pedalate per arrivare a un’atleta top di coppa del mondo. Questo ci consente di legare un prodotto buono e naturale come il nostro al mondo dello sport a ogni livello e a ogni età».

schede prodotti

mAdi venturA/venturA

Nome prodotto: Proteica

Caratteristiche: la crema 100% mandorle biologiche rappresenta un unicum sul mercato in quanto, grazie a una speciale lavorazione, è una spalmabile molto più ricca di proteine rispetto a una tradizionale crema di mandorle 100%.

menz&gAsser

Nome prodotto: Le Creme gusto Cocco e Mandorla

Caratteristiche: una delle referenze della linea di creme spalmabili disponibili in cinque varianti di gusto: Pistacchio, Fondente, Cocco e Mandorla, Caramello salato e Arachidi. La variante Fondente è a zero zuccheri, mentre le altre quattro sono senza zuccheri aggiunti.

vis

Nome prodotto: Natura&Tradizione gusto Lampone

Caratteristiche: confettura extra preparata con una selezione dei lamponi più pregiati lavorati in piccoli lotti e a basse temperature per conservare tutto il profumo, l’aroma e il sapore della frutta fresca.

l’AffermAzione di unA “indulgence consApevole”

All’interno del comparto i consumatori sono, quindi, alla ricerca di prodotti golosi e appaganti, ma con una maggiore attenzione agli ingredienti e ai valori nutrizionali, per un consumo frequente ma consapevole. Menz&Gasser afferma che «si ricercano prodotti adatti a più momenti della giornata, dalla colazione al post workout, e facilmente integrabili in stili di vita dinamici e personalizzati. Inoltre, sono apprezzati abbinamenti originali, come cocco e mandorla e caramello salato con nocciole italiane, che arricchiscono l’esperienza sensoriale. Il tutto in formati più piccoli, che si adattano ai nuovi nuclei familiari e a consumi frequenti ma moderati». La ricerca da parte dei consumatori di un connubio tra naturalità e qua-

lità delle materie prime e gusto è un aspetto messo in evidenza anche da Giulia Solavagione, jr product manager di Madi Ventura: «L’attenzione verso ricette essenziali e clean label diventa un elemento chiave, perché il pubblico premia formulazioni corte, ingredienti riconoscibili e la crescente riduzione o l’assenza di zuccheri aggiunti e/o additivi superflui. Parallelamente, cresce la richiesta di prodotti con un apporto nutrizionale elevato, soprattutto da parte di chi pratica sport o adotta stili di vita attivi, e vede nelle spalmabili non solo un momento di indulgence ma anche una fonte di energia e nutrimento. Si afferma una forma di indulgence “consapevole” in cui la qualità della frutta secca, la purezza degli ingredienti e gli abbinamenti di sapori particolari elevano l’esperienza del prodotto». Gabriella Bollino, direttrice commerciale & marketing di Inalpi sottolinea che le creme spalmabili stanno vivendo un periodo di interessante attenzione e scoperta non solo nel retail, ma anche nell’industria e nel food service: «La nuova tendenza le vede spesso impiegate nella farcitura, in un trend che mette in primo piano la ricerca di un gusto nuovo, innovativo e attuale. Queste referenze stanno quindi consolidando la loro posizione in una duplice veste: come prodotto da colazione o me-

renda e come ingrediente per la creazione, offrendo una proposta alternativa, completa e contemporanea, in una combinazione di gusto e praticità. Va comunque sottolineato che la maggior reattività a questa specifica referenza si registra nel mercato estero rispetto a quello nostrano».

confetture e miele, vincono le proprietà nAturAli

Per quanto riguarda il segmento delle confetture, Giorgio Visini, amministratore delegato di Vis Confetture, descrive una certa stabilità dal punto di vista dei volumi e una sostanziale affezione da parte dei consumatori verso i gusti e le ricette classiche. Anche qui, come per le creme, emerge una vivacità delle referenze Zero o Light, che perdura da qualche anno. «L’impressione – afferma l’ad – è che sui prodotti mainstream la caratterizzazione geografica o varietale della materia prima sia un po’ in disuso, anche stante la difficoltà di reperimento della stessa che ha afflitto il settore negli ultimi anni e che sta diventando sistemica». Anche il miele, dopo un periodo di flessione, è tornato a crescere: «Il consumatore oggi gli attribuisce numerose proprietà – afferma Stefano De Donatis, responsabile vendite Italia di Conapi-Mielizia –, apprezzandolo non solo per il gusto, ma anche per il valore funzionale. A parità di peso, dolcifica più dello zucchero, offrendo energia con meno calorie. In questo contesto, Mielizia risponde con proposte che coniugano naturalità, benessere e praticità, dai prodotti arricchiti al formato pocket per il consumo fuori casa e on-the-go, pensato in particolar modo per gli sportivi».n

PUNTO DI VISTA DELLA DISTRIBUZIONE:

CONAD

Nel comparto delle spalmabili dolci, il 2025 conferma alcune tendenze chiave che stanno ridefinendo le preferenze dei consumatori italiani. «Le confetture mantengono volumi stabili, ma a distinguersi sono soprattutto le referenze biologiche e light (prive di zuccheri aggiunti) – dichiara Marco Magalotti, national category manager di Conad –, mentre le creme spalmabili registrano performance molto positive, in particolare per le creme a base vegetale con 100% frutta secca, mono ingrediente (come arachidi, nocciole o mandorle). Considerando i trend di consumo, nell’ultimo anno siamo entrati in questo mercato con la nostra marca Piacersi, dedicata a chi ricerca un desiderio di benessere a 360° con gusto. Nella categoria confetture abbiamo lanciato la nuova linea light senza zucchero e in futuro amplieremo l’offerta biologica. Negli spalmabili vegetali la scorsa estate abbiamo affiancato alla crema 100% arachidi la crema di mandorle 100%.

L’obiettivo è diventare il punto di riferimento per i consumatori che cercano prodotti vegetali 100% frutta secca, continuando lo sviluppo e il potenziamento della gamma».

Massimiliano Silvestri lascia Lidl Italia.

Martin Brandenburger nuovo ceo dal 1° marzo

Massimiliano Silvestri, dopo 24 anni in Lidl Italia, di cui gli ultimi sei da ceo, ha rassegnato le proprie dimissioni per intraprendere nuove sfide personali e professionali. Il manager, in carica fino al 30 novembre 2025, ha dato un contributo straordinario alla crescita dell’insegna in Italia. Sotto la sua guida, infatti, Lidl Italia, che oggi conta più di 780 punti vendita e oltre 23mila collaboratori, ha vissuto una fase di crescita continua, consolidando il proprio ruolo di protagonista nel settore della Gdo.

Euronics Bruno rafforza la governance aziendale e prosegue nel percorso di managerializzazione

Euronics Bruno annuncia un nuovo passo nel percorso di managerializzazione avviato nel 2024, con il rinnovo e l’ampliamento della composizione del proprio consiglio di amministrazione. Accanto al presidente Maurizio Decastri, all’amministratore delegato Diego Crisafulli e al co-amministratore delegato Francesco Crisafulli, entrano oggi a far parte del Cda Giorgio Moncada, vicedirettore generale, e Stefano Santonocito, chief financial officer.

Luca Gattiglia nominato direttore generale del Gruppo Sogegross

Il Gruppo Sogegross nomina Luca Gattiglia direttore generale nell’ambito di un più ampio processo di evoluzione organizzativa, volto a rafforzare la competitività e la capacità di crescita del Gruppo nei prossimi anni. La decisione conferma la volontà della società di proseguire nel solco della continuità e della solidità che da oltre un secolo caratterizzano la guida della famiglia

Gattiglia: Ercole Gattiglia assume la presidenza, mentre Maurizio Gattiglia viene confermato nel ruolo di amministratore delegato.

Hausbrandt

Trieste 1892 :

Martino Zanetti passa il testimone alla figlia

Arianna Zanetti

Martino Zanetti passa il testimone alla figlia Arianna Zanetti, che assume il ruolo di ceo e presidente di Hausbrandt Trieste 1892. L’evoluzione è stata fortemente desiderata dal manager, consapevole della necessità di unire la tradizione e i valori aziendali del passato e del presente alle sfide del futuro. L’imprenditore, che negli anni Ottanta trasferì da Trieste il marchio Hausbrandt a Nervesa della Battaglia (Tv), resta pilastro e figura di riferimento in qualità di presidente della Fondazione Hausbrandt, che rappresenta il volano dello sviluppo aziendale e promuove l’identità culturale dell’azienda.

Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 20 di Kiki Lab – Ebeltoft Group

Bells Baking Studio Singapore

Formazione professionale nel settore pasticceria e cake design con formule flessibili con tablet, chef e forte coinvolgimento dei clienti con proposte specifiche per target.

Area chiave: Feel & Link

Chiavi complementari: Quick & Easy; Sustain

Info chiave

Caffetteria & Training center concept di forneria e cake design

2021: prima apertura

2025: 3 centri

600 mq

Bells

2008: centro di formazione professionale

2025: 170 collaboratori; 140mila persone formate dal lancio

Bells è un’impresa di Singapore nata nel 2008 come start-up lanciata da tre soci e specializzata nella formazione professionale. L’azienda è cresciuta velocemente, innovando i metodi e ampliando l’attività formativa anche a sfere amatoriali di appassionati interessati a migliorare le proprie capacità. Nel 2021 ha lanciato, nell’importante centro mixed-use Suntec City di Sin-

gapore, il primo Bells Baking Studio, un innovativo concept che associa una caffetteria a un laboratorio di formazione pratica per i prodotti da forno e la pasticceria, fino al cake design. Il centro dispone di forni professionali e così la caffetteria può proporre pane, croissanteria e pasticceria sempre fresca e artigianale. Il laboratorio formativo occupa il centro del locale, con un’isola che prevede varie postazioni di lavoro e offre sia corsi professionalizzanti, che portano anche a una certificazione per la panificazione riconosciuta nel mondo del lavoro, sia sessioni per persone semplicemente interessate, ma che partono da zero. Si prenota online per i vari corsi, pagando l’iscrizione, con costi che partono dai 60 euro per una sessione di 2 ore e 30 minuti. Il catalogo include moltissimi livelli e opzioni. Il livello base prevede il Bake-WithTablet: l’allievo segue un video-tutorial sul tablet che guida passo per passo tutte le attività e un esperto è sempre presente nel centro per dubbi e passaggi poco chiari. Ci sono poi i LearnWith-Chef, di livello superiore, e infine le Masterclass, guidate dai nomi più famosi. Il Bells Bakery Studio ha col tempo sviluppato molti moduli dedicati: per i bambini, per le coppie, per le aziende come attività di team building, per beneficenza, in stile “giallo-avventuroso”.  È possibile affittare lo spazio per eventi privati e vengono organizzati anche tornei. L’azienda è inoltre attenta alla comunità e ha predisposto corsi inclusivi per facilitare persone con disabilità.

Chiavi dell’innovazione

● Concept ibrido caffetteria – training center

● Multi target: professionale e amatoriale

● Forte coinvolgimento dei clienti

● Grande visibilità che crea drive-to-store

Commento Kiki Lab

Retail is detail

● Catalogo con esperienze per target specifici

● Certificazioni per il mondo del lavoro

Nel retail attuale uno degli aspetti più problematici è quello di trovare personale qualificato. Il Bells Baking Studio è un concept innovativo che stimola le persone, in particolare i giovani, ad avvicinarsi a un mestiere. La location in un centro con alto traffico consente una grande visibilità che incuriosisce ed è rafforzata dalla presenza della caffetteria, che stimola una pausa. I corsi, grazie al layout a isola centrale delle postazioni, enfatizzano l’effetto teatrale, spettacolare e anche ludico, a seconda delle sessioni. Le due attività, caffetteria e formazione, risultano così strategicamente complementari. Il successo è favorito anche dal fatto che in genere gli appartamenti a Singapore sono molto piccoli e quindi in cucina spesso non si ha spazio per grandi preparazioni. Il progetto si innesta anche sul boom del cake design, nato in Asia e ormai popolarissimo, e diventato centrale nel catalogo dei corsi.n

Fabrizio Valente , founder e amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)

Comunicazione interna e pr: un’alleanza

strategica

La comunicazione interna rappresenta l’insieme delle attività e degli strumenti che favoriscono la condivisione di visione, valori e conoscenze all’interno dell’organizzazione. Da semplice veicolo informativo, essa è oggi riconosciuta come leva strategica per costruire coesione e identità aziendale.

Perlungo tempo, questa funzione è stata considerata un’estensione minore delle relazioni pubbliche, limitata a newsletter e house organ aziendali. Tuttavia, la moderna gestione della reputazione dimostra che le pr non si fermano alla soglia dell’impresa: la partita più importante si gioca proprio dentro. La comunicazione interna e l’employer branding non costituiscono un “di più”, ma un pilastro fondamentale delle strategie di reputazione. In questo contesto, i dipendenti non sono più semplici risorse, bensì stakeholder strategici. Un collaboratore informato e motivato è il miglior alleato nei momenti di crisi e il più autentico ambasciatore del brand nei momenti di crescita.

L’interazione continua tra comunicazione interna ed esterna genera fiducia, credibilità e coerenza narrativa. L’Employee Value Proposition ne è la sintesi: la promessa che un’azienda fa ai propri dipendenti in termini di valori, cultura e opportunità. Perché questa promessa sia efficace, hr e pr devono agire in sinergia. Le prime conoscono persone, processi e clima interno, mentre le seconde sanno trasformare questi elementi in racconto e reputazione. Le organizzazioni più evolute hanno compreso il valore di questa alleanza, co-progettando strategie che uniscono storytelling e coinvolgimento: dai programmi di employee advocacy alle campagne social generate dai dipendenti stessi. Quando la comunicazione interna diventa autentica e partecipata, l’impresa costruisce una reputazione solida, capace di resistere alle crisi e di attrarre talenti con la forza della propria cultura.n

ZUPPE E CEREALI:

vincono l’innovazione e la qualità delle materie prime

Le aziende si muovono per intercettare target diversi e per assecondare le nuove esigenze di consumo. In questo contesto, il focus è sulla capacità innovativa e sulla necessità di reperire le migliori materie prime.

Il comparto delle zuppe e dei cereali si rivela dinamico, caratterizzato da andamenti differenti per i singoli segmenti. L’innovazione di prodotto è senza dubbio uno dei driver che maggiormente alimenta le strategie dei player del settore, attenti a intercettare le ultime tendenze e le necessità dei consumatori. Non manca, inoltre, la grande attenzione riservata alla selezione delle materie prime.

Un comparto strategico caratterizzato da un’evoluzione della domanda

Attraverso le Zuppe della gamma I Pronti, Pedon mira a portare in tavola la tradizione italiana, caratterizzata da ingredienti genuini, poveri di conservanti e di additivi, ma ricchi solo di buone verdure, cereali e legumi. «Il plus è la facilità d’uso – afferma Marco Simionato –. Pensiamo anche a chi non ha tempo o dimestichezza con la cucina e, spesso, preparare una zuppa o una pasta e fagioli “come fatta in casa” non è alla portata di tutti. Con le nostre soluzioni diventa facile e immediato. Il formato doypack microondabile, poi, conservabile a temperatura ambiente, unisce praticità e sostenibilità: comodo da tenere in dispensa, facile da trasportare e disponibile anche in monoporzione. Tra le referenze, spicca la Zuppa di legumi con cereali».

Il comparto è composto da diversi segmenti, come le creme, le vellutate e i mix di cereali e legumi: referenze apprezzate dai consumatori, sempre più alla ricerca di piatti pratici e funzionali, senza rinunciare al gusto. Marco Simionato, marketing manager di Pedon, analizza le differenti performance registrate da alcune di queste categorie: «Per le zuppe e le minestre pronte uht parliamo di un mercato maturo. Secondo i dati Circana in nostro possesso (a.t. settembre 2025, totale Italia Iper+Super+Liberi servizi) esso è ancora rilevante in termini di fatturato, ma emerge una tendenza alla decrescita, anche a causa delle temperature in aumento, con un calo complessivo del 3,5% a valore. Il segmento dei cereali evidenzia segnali positivi: il mercato cresce del 5%, mentre Pedon traina la categoria con un incremento del 18,7%. Tra le referenze più dinamiche spiccano il couscous e la quinoa. Questo andamento riflette l’interesse verso soluzioni ready-to-eat, pratiche e versatili, ideali sia per il consumo fuori casa, sia per l’utilizzo quotidiano». L’evoluzione significativa della domanda è riscontrata anche da Matteo Laconi, direttore marketing e comunicazione de La Linea Verde, che racconta quali aree e quali canali mostrano le performance migliori: «Dai dati Nielsen che abbiamo emerge

che l’Area 1 continua a rappresentare il principale traino del settore, generando circa il 44% del valore complessivo. Nell’ultimo anno è aumentato il numero di ciotole vendute, sebbene si rilevi un calo a valore. Tra i canali di vendita, l’ipermercato mostra una performance positiva, ma un dato rilevante riguarda la penetrazione della categoria, che oggi raggiunge solo il 26% delle famiglie italiane. Cambia anche il contesto dei consumi: la crescita degli “age of moderation consumers” (Aom) sta trasformando i comportamenti individuali e intere categorie di prodotto, riducendo l’impiego di alimenti indulgenti o eccessivi e orientando la domanda verso soluzioni funzionali, bilanciate e legate al benessere». Alberto Bertuzzi, marketing manager di Riverfrut, sottolinea che «l’andamento del comparto è stabile. Le referenze a scaffale sono tante e questo porta a differenziarsi sempre di più con ricettazioni particolari e di tendenza per avvicinare il consumatore e innovare il reparto. Per quanto riguarda i formati, le monoporzioni sono più presenti soprattutto per le ricettazioni più ricche. Anche la proposta della private label si è rafforzata con marchi gourmet e differenze di formato».

La spinta innovativa e l’alto contenuto di servizio guidano il comparto Sulla scia della richiesta di praticità e alto contenuto di servizio, le aziende adottano strategie innovative che consentano di fidelizzare al meglio il consumatore. «L’innovazione è fondamentale per offrire soluzioni pratiche, genuine e di qualità – condivide Marco Simionato –, capaci di accompagnare i ritmi frenetici della vita quotidiana senza rinunciare al gusto. La linea I Pronti incarna questo approccio, rappresentando un mix di facilità e bontà autentica, che porta a tavola il piacere di zuppe, legumi e cereali in modo semplice e immediato». In occasione del recente rilancio della gamma di zuppe fresche Dimmidisì, La Linea Verde ha adottato un approccio scientifico inedito, collaborando con Thimus, azienda specializzata nella sensory neuroscience, per validare le strategie dell’azienda attraverso dati neurofisiologici ed emotivi: «Parallelamente – prosegue Matteo Laconi – insieme al partner Demoskopea, abbiamo condotto un’indagine quantitativa su 1200 panelisti che ha confermato l’impatto positivo del nuovo design che è stato percepito come naturale, armonioso e capace di trasmettere fiducia. A questo percorso si è affiancato un investimento in comunicazione, con una pianificazione multicanale senza precedenti nel campo delle zuppe fresche». Anche Alberto Bertuzzi si sofferma sull’importanza dell’innovazione e sul suo valore, specificando che essa conta molto soprattutto per i prodotti dove la componente di servizio è prioritaria: «L’obiettivo è sicuramente quello di studiare soluzioni e ricettazioni che vadano verso questa esigenza di consumo: basta osservare come sia aumentato, all’interno di questo comparto, il numero di referenze che introducono anche l’uso della pasta al fine di garantire un alto contenuto di servizio per il consumatore, che ha così un piatto completo, pronto e pratico da mangiare».

LA LINEA VERDE LAVORA SU UN AMPLIAMENTO DELLA PROPOSTA CULINARIA

Nella strategia de La Linea Verde si inserisce la volontà di intercettare un target più giovane e curioso, inserendolo al centro delle recenti attività di comunicazione. «A tal proposito – fa sapere Matteo Laconi – abbiamo introdotto la Vellutata di zucca e bacon nel formato da 620 grammi, una ricetta che unisce gusto e comfort in un abbinamento originale. Parallelamente, abbiamo rafforzato il segmento monoporzione da 350 grammi con tre referenze ad alto valore aggiunto. Tra queste si distingue la Zuppa alla milanese con zafferano, una reinterpretazione contemporanea di una ricetta regionale, preparata con riso Ribe integrale».

Il focus è sulla qualità delle materie prime e sui sapori autentici

Le materie prime rappresentano il cuore pulsante della realizzazione di referenze in grado di essere al passo con i tempi, capaci di intercettare le esigenze di consumatori alla costante ricerca di prodotti di qualità e tracciati lungo tutta la filiera. «La profonda conoscenza delle caratteristiche delle materie prime e delle colture – condivide Marco Simionato – e l’attenta selezione dei fornitori ci permettono di scegliere solo il meglio, seguendo ogni ingrediente dal campo allo scaffale. La sicurezza e la salute del consumatore restano al centro di ogni decisione: per questo investiamo costantemente in tracciabilità, qualità e miglioramento dei processi produttivi, per garantire prodotti buoni, sicuri e rispettosi dell’ambiente». Matteo Laconi afferma che la filosofia produttiva de La Linea Verde si fonda su tre pilastri: freschezza, qualità e naturalità. L’obiettivo dell’azienda è offrire al mercato referenze percepite come autentiche e strettamente legate alla tradizione: «Anche il recente restyling del packaging riflette questi valori: le analisi condotte confermano che la nuova veste grafica comunica efficacemente la naturalità del prodotto. Operiamo lungo una filiera integrata e controllata, che ci permette di garantire tracciabilità e qualità in ogni fase, dalla selezione delle materie prime fino al prodotto finito. Coltiviamo direttamente gran parte delle verdure grazie alla nostra presenza capillare sul territorio europeo e alle filiali situate in aree particolarmente vocate alla produzione orticola. Questo ci consente di ridurre le distanze, ottimizzare i trasporti e assicurare freschezza e stagionalità». n

Micro trend planet centricity 2025 :

Stanno emergendo molteplici innovazioni basate su una nuova consapevolezza sociale dell'impatto delle attività umane. I temi incentrati sul pianeta coprono l'intero spettro economico. Tenere conto dei limiti planetari sta diventando una necessità.

L'eliminazione sistemica dei rifiuti non degradabili nell'economia circolare è già una delle tendenze più rilevanti nelle industrie globali. Inoltre, si sta cercando di recuperare nuove risorse dai rifiuti esistenti. La gestione delle emissioni, ovvero la cattura, lo stoccaggio e l'utilizzo di gas climalteranti, mostra come diversi attori stiano lanciando soluzioni per neutralizzare le emissioni. Fondamentale è anche la transizione verso un'era di fonti di energia rinnovabili, come l'energia eolica, quella solare e gli impianti di termovalorizzazione. Le aziende stanno rispondendo sempre più alle esigenze di sostenibilità integrando le attività Esg. Questo sta già accadendo nel settore alimentare con nuove innovazioni agricole che combinano un'efficienza delle risorse senza precedenti con salari equi lungo tutta la catena del valore. Non è solo nel settore agricolo che il tema dell'uso dell'acqua sta ricevendo maggiore attenzione. C’è, inoltre, una tendenza ad ampliare le garanzie e la protezione nei confronti degli animali. Oggi approcci sistemici vengono utilizzati per creare tecnologie pulite in un'ampia gamma di settori. Le richieste più recenti vanno oltre il concetto classico di sostenibilità nel senso di minimizzazione dei danni e ora richiedono approcci rigenerativi per preservare, tra le altre cose, la biodiversità.

Le etichette alimentari dichiarano la sofferenza degli animali Il Consiglio federale svizzero ha introdotto una nuova legge che rende obbligatoria l'etichettatura dei prodotti alimentari di origine animale se durante la loro produzione vengono esegui-

te procedure dolorose come la decornazione, la castrazione o la troncatura del becco senza anestesia. Poiché l'alimentazione forzata di anatre e oche per la produzione di foie gras, ad esempio, è vietata in Svizzera ma consentita all'estero, la legge si applica anche alle importazioni. Le disposizioni coinvolgono tutte le aziende che vendono questi alimenti, compresi i ristoranti. È previsto un periodo transitorio di due anni.

Una soluzione di intelligenza artificiale riduce gli sprechi di prodotti freschi

L'azienda di software tedesca Celonis ha collaborato con il suo partner di implementazione Peech per lanciare un'app basata sull'intelligenza artificiale che analizza e ottimizza l'intero ciclo di vita dei beni deperibili. L'app "Inventory Lifecycle Optimization" analizza le merci in arrivo, gli sconti sui prezzi e le deviazioni dalle regole in tutti i punti vendita. Le dashboard mostrano le aree problematiche, gli effetti delle misure e le azioni specifiche richieste, mentre le notifiche informano i dipendenti automaticamente e in tempo reale. I rivenditori e i produttori di beni di consumo traggono vantaggio dalla soluzione poiché riduce sistematicamente gli sprechi di prodotto e le vendite perse.

Agente di intelligenza artificiale per la gestione dell'inventario

GrubMarket, con sede negli Stati Uniti, ha presentato un agente di intelligenza artificiale che supporta i rivenditori di generi alimentari nella gestione dell'inventario, automatizzando ed eseguendo autonomamente i processi di magazzino centrale. Analizza i dati di magazzino e di vendita in tempo reale, monitora la freschezza e la durata di conservazione, identifica eventuali eccedenze o carenze di scorte e suggerisce correzioni automatiche. Crea ordini ripetuti, avvia promozioni mirate, adegua dinamicamente i prezzi e fornisce informazioni sui movimenti critici delle scorte. Questo regola dinamicamente il flusso delle merci, riduce il deterioramento e migliora le capacità di consegna. La soluzione fa parte dell'assistente di intelligenza artificiale di GrubMarket "GrubAssist AI".n

Marco Zanardi, presidente Retail Institute Italy, vicepresidente Confindustria Intellect, presidente Iodounamano, partner Beready

CAFFÈ E BEVANDE CALDE,

un irrinunciabile sorso di piacere

di Maddalena Marconi

Nonostante l’impennata dei prezzi degli ultimi anni, il caffè e le bevande calde non possono che continuare a far parte della ritualità quotidiana degli italiani. Con un’offerta, però, che è sempre più diversificata.

Nell’anno terminante il 28 settembre 2025, il mercato del caffè e delle bevande calde ha registrato un fatturato di circa 2,2 miliardi di euro (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi servizi+Discount), in crescita del 20,3% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le vendite a volume, si evidenzia un calo pari all’1,4%, con oltre 120 milioni di chilogrammi venduti, mentre a confezione si segnala un incremento dell’1,4%. «Questo è in parte dovuto al fatto che si vendono confezioni più grandi di monoporzionati – spiega Francesco Murru di NIQ –, per cui il consumatore acquista con una spesa minore per singola capsula o cialda. Si registra un aumento dei prezzi sia a volume che a confezione, rispettivamente del 22% e del 18,6%. La pressione promozionale, invece, diminuisce di 4,4 punti (dal 33,9% al 29,5%), mentre nel numero medio di referenze si nota un incremento dell’1,1%».

Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi

Analizzando l’allocazione delle vendite nei diversi canali distributivi, i supermercati rappresentano quello in cui si concentra la maggior parte del fatturato (46,1%), registrando un trend a valore pari al +21,4% e generando un fatturato di un miliardo di

EMOZIONI DA CONDIVIDERE

Spesso la scelta di un brand da parte del consumatore nasce da leve emozionali. Lo sa bene Caffè Motta che, nel 2025, ha realizzato significativi investimenti in attività di product placement, supportati da pianificazioni media mirate in spazi ad alta resa e da campagne pubblicitarie caratterizzate da un tono di voce sempre più coinvolgente. «Abbiamo messo in atto un mix strategico di visibilità e comunicazione che punta a consolidare la presenza del marchio sia nel retail sia nella mente dei consumatori – spiega Claudia Cacia –. Tra le numerose attività spicca quella realizzata nel mese di novembre sul canale SuperTennis, in occasione di due tra gli eventi più prestigiosi del panorama internazionale: il torneo WTA e la Coppa Davis, con la quale puntiamo a rafforzare la brand awareness attraverso contenuti ad alto impatto emotivo».

euro. Seguono gli ipermercati (sales location a valore 26,6%), con una crescita a valore del 18,3% e un incremento assoluto del giro d’affari di circa 89,8 milioni di euro. In terza posizione i discount (sales location a valore 16,7%) e, infine, i liberi servizi (sales location 10,6%), che registrano rispettivamente un incremento delle vendite a valore del 21,4% e del 18,8%. La contrazione dei volumi avviene soprattutto nei liberi servizi con un trend pari a -5,6%. «Nel comparto – prosegue Francesco Murru – la distribuzione moderna pesa sul totale Italia l’83,3% a valore e il 79,9% a volume, generando un fatturato di circa 1,8 miliardi di euro. Osservando le quattro Aree NIQ a distribuzione moderna, è

L’OBIETTIVO È “FARE CULTURA”

Creare cultura nel mondo del caffè. È questo l’intento principale con cui si muove la strategia di comunicazione di Cellini Caffè. «Quando i consumatori sono stimolati e coinvolti – spiega Elisabetta Balbi – trovano nei prodotti della nostra gamma le risposte alle loro domande. Nel 2025 abbiamo scelto di mettere le persone al centro e, grazie alla partecipazione a grandi vetrine internazionali come HostMilano, abbiamo potuto far toccare con mano le novità e il nostro metodo. In parallelo, abbiamo presidiato il territorio di riferimento dell’azienda, che è quello del nord-ovest, con un calendario di degustazioni e attivazioni in store per consolidare la relazione di prossimità. Prosegue inoltre l’attività della Cellini School fo Coffee, rivolta ai partner e alla rete vendita».

possibile riscontrare un aumento nelle vendite a valore comune a tutte, con trend rispetti vamente di +16,6% (Area 1), +17,1% (Area 2), +18,9% (Area 3) e +28,6% (Area 4). Trend opposti si osservano analizzando le vendite a volume, per le quali si registrano ovunque variazioni negative. Per quanto riguarda le vendite a confezione si hanno dati stabili, a parte in Area 4, dove si evidenzia una crescita rispetto all’anno precedente (+4,4%)».

AndAmento dei segmenti

Il comparto del caffè è suddiviso in cinque segmenti principali: macinato, caffè in grani, caffè solubile, orzo e sostitutivi del caffè, modificatori del latte. Nello specifico, il macinato costituisce l’84,6% a valore del mercato (circa 1,8 miliardi di euro, trend +21,8%), mentre molto sotto troviamo il caffè in grani, che rappresenta il 5,5% (120,1 milioni di euro, trend +33,2%); seguono il caffè solubile, che copre il 4,9% (106,1 milioni di euro, trend +4,6%), il segmento orzo e sostitutivi del caffè, che costituisce il 2,6% (56,4 milioni di euro, trend +2,3%), e modificatori del latte con il 2,4% (53,2 milioni di euro, trend +3,5%). Il segmento del caffè macinato si deve però dividere a sua volta in caffè macinato di diverse tipologie,

PESO SEGMENTI E TREND A VALORE (%)

UN BRAND ICONICO CHE PARLA

DI PIACERE

Per gli acquisti d’impulso la comunicazione è una leva fondamentale e, certamente, l’iconico Ciobar di Cameo è una referenza di questo genere, caratterizzata anche da una forte stagionalità. «All’arrivo di ogni nuovo anno ci premuriamo di riattivare il ricordo del piacere di preparare e gustare una cioccolata calda – sottolinea Camilla Rota –. Anche per questa stagione abbiamo lavorato a un piano di comunicazione a 360° in cui la tv rimane centrale, ma continua anche il presidio dei principali canali social per aumentare la conoscenza del brand nel target più giovane. Invece, nell’ottica di incrementare la conversion, attiveremo alcuni strumenti digitali attraverso apposite app e garantiremo la visibilità direttamente all’interno dei punti vendita con materiali di teatralizzazione dedicati».

capsule e cialde. Nello specifico, a volume, il sottosegmento caffè macinato normale mostra trend negativi pari a -9,4%, mentre crescono i macinati con caratteristiche specifiche come il caffè macinato per espresso, che cresce del 2%, il 100% Arabica, le cui vendite registrano un incremento del 3,5%, e il macinato per espresso 100% Arabica, che vende a volume il 13,3% in più. Capsule e cialde, invece, crescono sia a valore che a volume, perché il consumatore apprezza sempre di più questi segmenti ad alto contenuto di servizio, che garantiscono semplicità e un’esperienza d’uso più appagante. Nel mondo capsule, le Nespresso registrano +8,8%, quelle Dolce Gusto +11,1% e quelle A modo mio +5,7%; crescono dello 0,5% le capsule che appartengono ad altri sistemi. Infine, le vendite a volume delle cialde vedono un incremento del 19,1%. Se da un lato, a

N UOVA LINEA CI A LDE COMPOSTA BILI

Il gusto autentico dell’espresso italiano in formato cialda. Miscele studiate appositamente per incontrare i gusti dei consumatori di cialde ESE Grafiche riconoscibili a scaffale in un formato alto vendente con doppio facing verticale e orizzontale. Tutta la qualità Cellini, da oggi anche in cialda.

IL PUNTO DI VISTA DELLA

DISTRIBUZIONE: TODIS

Il recente aumento dei costi delle materie prime ha portato, nel comparto del caffè, a un incremento nelle vendite dei prodotti in polvere a marchio del distributore, a discapito delle referenze di marca. Lo conferma Paolo Turchetta, responsabile commerciale di Todis, che aggiunge: «Tra le principali novità che riguardano la nostra offerta Mdd in questo mercato, spicca il lancio di un nuovo brand che abbiamo scelto di chiamare Scirocco, ispirandoci al vento caldo che attraversa il Mediterraneo. I prodotti con questo suggestivo marchio, realizzati in una torrefazione della Sicilia, sono descritti dal pay-off “Tostato a grezzo, caldo intenso come il Sud”. Un’espressione che evidenzia sia la lavorazione dei chicchi pensata per esaltare l’aroma naturale del caffè, sia l’anima del territorio nel quale viene lavorato. Inizialmente lanciata nel formato cialde e capsule compatibili con i sistemi A Modo Mio, Dolce Gusto e Nespresso, a partire dal 2026 la nuova linea sarà disponibile anche nella versione in polvere con miscela espresso, Arabica e Robusta».

causa dell’impatto inflattivo, tutti i segmenti mostrano un andamento positivo a valore, dall’altro solamente il segmento del caffè in grani cresce a volume (+3,1%). A totale Italia, il posizionamento di prezzo della categoria caffè è di 18,03, +22% rispetto all’anno precedente. Aumenta anche il prezzo medio a confezione (+18,6%). A livello di segmenti, l’incremento di prezzo maggiore si registra nel prodotto in grani (+29,2%), che raggiunge i 13,8 €/kg, ma anche il macinato vede una crescita complessiva del prezzo al chilo superiore alla media (+23,3%), arrivando a 19,07 €/kg. I prodotti più costosi restano tuttavia i caffè solubili, con 23,45 €/kg. La pressione promozionale diminuisce per tutti i segmenti, in particolare: il macinato ha un’intensità promozionale a volume pari al 33,5% (-4,9 punti rispetto all’anno precedente) e il segmento caffè in grani pari al 17,2% (-2 punti).

A ciAscuno il suo

Tutte le aziende concordano nel sottolineare quanto sia stata complessa la fase caratterizzata dalle forti tensioni sui prezzi della materia prima, il chicco verde, che ha segnato il mercato negli ultimi anni. Nonostante il contesto, però, il caffè è rimasto una delle bevande più apprezzate dagli italiani, imprescindibile nella quotidianità di moltissimi. Cambiano, e si moltiplicano, i formati di vendita e di consumo. «Accanto ai prodotti tradizionali – conferma Paola Macoggi, vicepresidente di Covim, azienda con un’offerta che spa-

zia dai segmenti premium ai prodotti a marchio del distributore – si affermano referenze di alta gamma, capsule e bevande solubili con profili aromatici nuovi, pensate per un pubblico giovane e interessato alla varietà. Noi rispondiamo a questa evoluzione con un assortimento ampio e coerente, capace di coniugare la qualità della torrefazione italiana con la capacità industriale richiesta dalla grande distribuzione». L’esperienza di consumo, quindi, è sempre più diversificata e personalizzata. Proprio su questo aspetto ha puntato Lavazza con l’introduzione, avvenuta nel 2025, di Tablì. «Si tratta di un sistema domestico innovativo –spiegano dall’azienda – progettato per garantire un’esperienza di consumo “100% caffè” senza precedenti. Tecnologia e design sono integrati in un’unica proposta per rendere questo rito quotidiano sempre più coinvolgente e multisensoriale, capace di unire piacere, tradizione e innovazione. Il caffè, infatti, rappresenta oggi, in un mondo sempre più frenetico, un momento da assaporare con consapevolezza, nel quale convergono gusto, aroma e

SCHEDE PRODOTTI

CAFFÈ BORBONE

Nome prodotto: Special Edition Il Caffè del Birbantello

Caratteristiche: un’edizione speciale illustrata dagli alunni delle scuole primarie di Napoli, Bari, Firenze, Bergamo e Padova, per celebrare la figura dell’insegnante come eroe quotidiano.

CAFFÈ MOTTA

Nome prodotto: Espresso Bar Napoli in capsule compatibili Nespresso

Caratteristiche: blend dal gusto intenso e avvolgente, caratterizzato da una tostatura scura con note aromatiche di frutta secca, noce moscata e cioccolato fondente.

CAMEO/CIOBAR

Nome prodotto: Ciobar Classico

Caratteristiche: la cioccolata calda, densa e cremosa, per vivere l’esperienza della cioccolata calda in tazza a casa come al bar, nell’intramontabile variante classica. Formato da 125 g.

COVIM

Nome prodotto: Capsule compatibili Nescafè Dolce Gusto solubili

Caratteristiche: bevande in capsule compatibili, nelle varianti Ginseng, Cortado, Nocciolino, Irish Coffee, Tè al limone, Orzo e Cioccolata. Pratiche e ricche di gusto.

valore emozionale. I consumatori cercano sistemi e soluzioni capaci di portare a casa la qualità e l’esperienza che trovano al bar».

A cAsA come Al bAr

Ed è proprio la ricerca di soluzioni che rendano il consumo domestico sempre più simile a quello del bar a costituire un importante e attualissimo driver di scelta dello shopper. «Cresce a casa il cosiddetto “effetto barista” – sottolinea Elisabetta Balbi, marketing manager di Ekaf-Cellini –. Sempre più consumatori sperimentano, alternando macchine automatiche e preparazioni manuali con filtri e pressi, e questo sta riportando l’attenzione sui grani. Le capsule in alluminio restano però il punto di riferimento per chi cerca la praticità senza rinunciare alla qualità, con una crescente sensibilità verso riciclo e trasparenza. Il macinato continua a rappresentare la scelta della tradizione e del buon rapporto qualità-prezzo, mentre cialde e solubili intercettano chi vuole un caffè rapido e semplice da preparare. Cioccolata e preparati, invece, hanno picchi stagionali e di indulgenza». Ed è proprio Cameo, con il suo prodotto leader nella categoria cioccolata “come al bar” che sottolinea come l’offerta si stia progressivamente ampliando per andare incontro a una domanda sempre più diversificata. «Nel corso degli anni abbiamo ampliato la gamma Ciobar guardando alle nuove tendenze di gusto e di salute – chiarisce Camilla Rota, executive manager category & business intelligence di Cameo –. L’ultimo esempio è il lancio di Ciobar Zero, studiato per chi vuole ridurre l’assunzione di zuccheri senza rinunciare al rituale della cioccolata calda. Inoltre, per andare incontro alle esigenze di tutti i consumatori, la ricetta dei nostri prodotti, ottimale con il latte, può essere preparata anche con una bevanda vegetale o con acqua».

l’Accento sui prodotti premium

In un mercato nel quale, come in molti altri, cresce la polarizzazione, sono molte le aziende impegnate a valorizzare la loro offerta premium. «Con Kimbo stiamo operando un vero e proprio riposizionamento – afferma Massimiliano Scala, head of marketing dell’azienda –, che non solo ha l’obiettivo di lavorare sempre di più nel segmento premium del mercato, ma che è in parte funzionale al recupero della sostenibilità economica, fortemente messa in discussione dalla “bufera” che ha investito il caffè verde. In una logica di posizionamento premium, con l’obiettivo di esaltare l’eredità

dell’azienda, quest’anno abbiamo recuperato e riproposto la prima miscela messa a punto dai fondatori, con il marchio Kimbo Antica Miscela 1963. Torna quindi a disposizione dei clienti un caffè leggendario, 100% Arabica, dall’aroma inconfondibile, disponibile non solo nella versione per moka, ma anche nelle moderne cialde compostabili o nelle capsule in alluminio compatibili Nespresso». Anche per Claudia Cacia, direttrice commerciale & marketing di Caffè Motta, la qualità è al centro delle esigenze di consumatori sempre più consapevoli e selettivi: «Questa qualità, però, non si esprime solo sul fronte delle caratteristiche di gusto e nel profilo aromatico, ma anche come trasparenza dell’origine, sostenibilità delle coltivazioni e affidabilità del brand. Mentre cresce la domanda di prodotti premium e speciali, insieme a un interesse per formati che garantiscano praticità senza rinunciare all’eccellenza e alla convenienza, la sostenibilità diventa insomma un driver non più opzionale».

lA sostenibilità dellA filierA e non solo Chi, come Illycaffè, ha un’offerta orientata decisamente sul prodotto premium, punta ora in maniera ancora più evidente a valorizzare gli aspetti legati alla sostenibilità. «Anche se prezzo e promozioni guidano oggi molte scelte – dice Francesco Bosso, chief commercial officer di Illycaffè –, il prodotto premium continua a mantenere il proprio spazio, sostenuto da valori come qualità, origine ed esperienza. La sostenibilità rientra tra i criteri d’acquisto, con una maggiore attenzione a packaging e filiere. In questo contesto cresce l’interesse

verso caffè provenienti da territori certificati e coltivati secondo pratiche responsabili, come l’Arabica Selection Cerrado Mineiro, il primo caffè Illy certificato regenagri 100% da agricoltura rigenerativa. Un approccio che rigenera il suolo, tutela l’acqua e preserva la biodiversità, garantendo un profilo sensoriale intenso e vellutato. Parallelamente, continua a crescere il segmento porzionato e la vera sfida, per le aziende, è coniugare i due trend di sostenibilità e praticità d’uso, sviluppando soluzioni più responsabili come capsule compostabili o a impatto ridotto». Non a caso la sostenibilità è anche al centro del racconto del brand Caffè Borbone. «Comunichiamo in modo trasparente le nostre azioni in ambito ambientale e sociale – afferma Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone –, dall’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite alla Science Based Targets Initiative, senza dimenticare i progetti di filiera, come Mwanyi in Uganda e i programmi di riduzione delle emissioni di Co2 in India e in Vietnam. A queste si affiancano iniziative condotte sul territorio nazionale, come “Il caffè del Birbantello”, un progetto sociale nato nel 2022 a Napoli, tra i vicoli del Rione Sanità, che negli anni si è aperto anche al resto d’Italia e che nel 2025 ha ampliato ulteriormente lo sguardo, entrando a far parte dei programmi di educazione civica in diverse scuole italiane».n

SCHEDE PRODOTTI

EKAF/CELLINI CAFFÈ

Nome prodotto: Cialde Cellini Gran Aroma e Cellini Gran Crema

Caratteristiche: il vero espresso italiano nel moderno formato delle cialde compostabili, in confezioni da 50 e con due intense varianti di gusto.

ILLYCAFFÈ/ILLY

Nome prodotto: Illy Arabica Selection Cerrado Mineiro

Caratteristiche: il primo caffè certificato regenagri da agricoltura rigenerativa: intenso e vellutato, con note di caramello e frutta secca. Nei formati macinato, in grani e in capsule.

KIMBO

Nome prodotto: Antica Miscela dal 1963

Caratteristiche: la miscela originale dei fondatori: 100% Arabica, tostato scuro, intenso, aroma inconfondibile. Disponibile per moka, ma anche in cialde compostabili e capsule.

LAVAZZA

Nome prodotto: Tablì

Caratteristiche: il sistema Lavazza con tab 100% caffè e una macchina all’avanguardia, che offre un’esperienza di consumo unica e proiettata nel futuro.

Analisi delle attività promozionali sul caffè tostato (macinato e in chicchi)

A cura di: Team Focus Italia

Focus Research South East/Focus Rappresentanza Italia

Focus Research è una delle agenzie leader in Europa che si occupa di ricerche di mercato e consulenza. Da 30 anni fornisce ai propri clienti soluzioni di dati, sistemi e software per l'elaborazione dei dati in 35 Paesi europei. La sua attenzione si rivolge soprattutto all’analisi qualitativa e quantitativa delle attività promozionali dei volantini della grande distribuzione e di catene specializzate. Le quote qualitative sono orientate al GAV-valore pubblicitario lordo. Le attività promozionali posizionate in prima pagina, con un'immagine di dimensioni importanti pubblicati all’interno di volantini con un raggio d’azione lordo (Gross Reach) significativo, hanno un impatto maggiore sul consumatore. Di conseguenza queste promozioni risultano vantaggiose in termini del ritorno degli investimenti. In questo caso abbiamo elaborato i dati dei volantini dei rivenditori di beni di largo consumo italiani e preparato un'analisi che confronta i dati dal 2023 al 2025 (da gennaio a settembre, 9 mesi, year to date). Le analisi si basano sul valore pubblicitario qualitativo (GAV=Gross Advertising Value) nei volantini per la categoria caffè tostato (macinato e in chicchi).

Lavazza Kimbo Private Label Pellini Caffè Illycaffe

Lavazza è il leader, con la quota di GAV maggiore nei primi nove mesi del 2025 con il 42,5%. Questo segna un forte incremento del valore pubblicitario lordo rispetto al 34,2% dei primi tre quarti del 2024, quando era in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023. Le private label hanno raggiunto il picco nel 2024 con un 18,6%, per poi contrarsi nel 2025 al 7,1%, partendo dal 10,5% nel 2023. Kimbo mantiene una buona stabilità, con il 14,3% nei primi nove mesi del 2025, poco superiore al 14,1% dello stesso periodo nel 2024. Sia Pellini Caffè che Illycaffè raggiungono le loro migliori performance del valore pubblicitario lordo nel 2025, rispettivamente con il 6,4% e il 6,3%.

OP BRANDS CAFFÈ TOSTATO IN OP RETAILERS

Il grafico illustra la ripartizione del GAV per marchio all'interno dei principali rivenditori da gennaio a settembre del 2025. Lidl dedica a Lavazza il 100% del GAV, a differenza di Eurospin che attribuisce il 100% del GAV ai marchi propri. Lavazza mantiene una quota del valore pubblicitario lordo dominante in quasi tutti i top retailers: in Pam con il 48,3%, in Despar con il 46,6%, in Penny con il 46,4% e in Esselunga con il 40,7%. Kimbo, invece, è il marchio principale in Carrefour, con il valore pubblicitario lordo del 55,5%, e raggiunge una buona quota sia presso Pam, con il 26,1%, sia presso Esselunga con il 25,1%. Da segnare la performance in termini di valore pubblicitario lordo di Pellini in Aldi, con il 48,2%, e presso Coop, con il 10,6%.n

Aldi
Lavazza Private Label Illycaffe Kimbo Pellini Caffè

L’onda cinese del retail: il caso Shein e la sfida europea degli

spazi fisi ci

La rottura tra Galeries Lafayette e Société des Grands Magasins (Sgm), dopo l’annuncio di un corner Shein nei punti vendita provinciali francesi, ha un significato che va ben oltre il semplice contrasto commerciale.

Stiamo assistendo a un segnale di frattura tra due modelli: quello del retail tradizionale europeo, legato a valori di qualità e identità territoriale, e quello del colosso cinese capace di trasformare la velocità produttiva in penetrazione fisica dei mercati occidentali. Il comunicato ufficiale del Gruppo Galeries Lafayette ha confermato la cessazione del contratto di affiliazione con Sgm, proprietaria dei sette negozi in provincia, a causa di “divergenze strategiche”. L’origine è nota: la scelta di Sgm di ospitare Shein nei propri spazi. È un precedente inedito nel retail europeo, perché per la prima volta un brand digitale cinese entra non con un flagship indipendente, ma all’interno di un’insegna storica francese, ridefinendo il confine tra proprietà immobiliare e identità commerciale. Non è però la prima presenza fisica cinese in Europa. Già marchi come Miniso, Ximivogue, Urban Revivo e Shang Xia avevano aperto negozi o corner, ma in forme più circoscritte o nel lusso. L’ingresso di Shein è differente per scala e implicazioni: il suo modello “ultra-fast-fashion” si fonda su una filiera

completamente integrata, dal controllo delle materie prime fino alla vendita diretta, e punta a occupare spazi di fascia media e centrale, cioè gli stessi su cui si regge la tradizione del retail europeo. La mossa ha effetti diretti sul real estate commerciale. Per un landlord o per un affiliato, la scelta del tenant non riguarda più solo il canone, ma l’allineamento valoriale e reputazionale. Il caso francese mostra che la coerenza tra brand ospitato e brand dell’immobile in certi casi diventa cruciale: un’insegna come Galeries Lafayette, simbolo di stile e cultura europea, non può convivere con un operatore percepito come emblema della sovrapproduzione e dell’usa-e-getta. Dietro la cronaca si intravede un fenomeno sistemico: la Cina non è più solo la fabbrica del mondo, ma una potenza commerciale che cerca di presidiare fisicamente i mercati occidentali. Dalla logistica alle strategie immobiliari, sta costruendo una presenza integrata che unisce e-commerce e spazi retail. L’Europa, al contrario, appare divisa tra chiusura difensiva e difficoltà di visione industriale: produce ancora beni di qualità, ma spesso rinuncia alla filiera completa e alla gestione strategica degli spazi di vendita. In Italia, dove molti centri urbani faticano a riposizionare gli spazi retail, la lezione è chiara. Occorre un nuovo equilibrio tra attrattività locativa e coerenza d’immagine, tra convenienza e valore. Il rischio è che l’arrivo di brand globali saturi il mercato senza generare ricadute produttive e occupazionali. L’opportunità, invece, è usare questa pressione competitiva per rilanciare il patrimonio commerciale con format capaci di coniugare sostenibilità, prossimità e identità. Il caso Shein insegna che la sfida non è più tra online e offline, ma tra modelli di produzione e modelli di spazio. Chi saprà leggere in tempo questo cambio di paradigma potrà trasformare l’attuale crisi di identità del retail europeo in un vantaggio competitivo, scegliendo tenant coerenti, diversificando i format, valorizzando la durata e la qualità dei contratti e riportando il rendimento immobiliare su basi stabili e sostenibili, anche in un mercato dominato da modelli globali e margini compressi.n

Alberto Deiana, project management executive Mi.No.Ter.

Shein

CENTRO COMMERCIALE

GRAN GIUSSANO

Giussano (MB)

GALLERIA BORROMEA SHOPPING CENTER

Peschiera B. (MI)

CENTRO COMMERCIALE

CAROSELLO

Carugate (MI)

CENTRO COMMERCIALE

CARREFOUR

Limbiate (MB)

SAMPLIA e PRODOTTO

Grazie alla partnership con Samplia, il primo servizio di sampling digitale che unisce tecnologia e prossimità, i consumatori possono provare gratuitamente i Prodotti dell’Anno 2025 in modo semplice, veloce e innovativo. Attraverso l’App Samplia, gli utenti possono ritirare i campioni gratuiti dai distributori automatici Samplia,

posizionati nei centri commerciali ad alta frequentazione, coinvolgendo un pubblico ampio, profilato e realmente coinvolto.

Gli utenti, dopo aver provato i prodotti eletti 2025, sono invitati a condividere la loro opinione tramite un breve sondaggio, diventando così ambasciatori del brand.

Nell’ AI vince il grande, ma...

Nel DM Magazine di novembre, partendo da Starbucks, abbiamo visto l’importanza di raccogliere molti dati per utilizzare l’AI in modo più proficuo. Partendo da alcune mie ricerche sul tema proviamo a continuare il ragionamento.

Il gioco è truccato. O quasi. L'intelligenza artificiale non è democratica. È un gioco di numeri, letteralmente. Le grandi insegne (Gdo e non) hanno accumulato montagne di informazioni su milioni di clienti. Ogni passaggio alla cassa, ogni carta fedeltà, ogni click online: dati. E l'AI si nutre di dati come un teenager di pizza (o forse di poke, oggi). Il risultato? Il 67% dei retailer italiani ha già integrato forme di AI tradizionale e il 61% sperimenta l'AI generativa. Numeri che nascondono una verità scomoda: parliamo soprattutto dei grandi. EsselungaLab con computer vision che riconosce ogni prodotto, LuisaViaRoma che dichiara di usare modelli predittivi che aumentano le vendite online del 36%, MediaWorld che personalizza le raccomandazioni come Amazon. I piccoli? Solo il 7% delle piccole imprese italiane ha avviato progetti AI.

Brutal capitalism, as usual

Ma attenzione. Non è solo questione di budget – anche se implementare l’AI può costare tra i 100mila e i 500mila euro. Il vero problema è l'assenza di massa critica. Un negozio con uno o due punti vendita non genera abbastanza dati per addestrare algoritmi affidabili. È come voler prevedere il meteo guardando fuori dalla finestra per una settimana: servono anni di osservazioni e milioni di misurazioni. Le grandi catene ottimizzano supply chain in tempo reale, riducono gli sprechi alimentari con sconti dinamici guidati da AI (come Too Good To Go), migliorano i margini del 3-5%, automatizzano il customer care gestendo 700mila conversazioni al giorno con chatbot, aumentano la produttività del 33%, tagliano i costi del 67%. I numeri sono chiari: chi adotta l'AI vince. Chi resta analogico, perde.

Ma c'è una crepa nel muro (da cui forse arriva una luce)

L'AI "as a service" sta cambiando le regole. Google, Microsoft, Amazon offrono algoritmi pre-addestrati su dataset enormi. Un piccolo negozio può usare chatbot plug-and-play, sistemi di raccomandazione in abbonamento, analisi predittive senza assumere data scientist. Il 26,7% delle Pmi ha già iniziato (crescita del 50% in un anno). L'opportunità è reale. Un farmacista può usare assistenti virtuali per ricordare ai pazienti di prendere le medicine, una libreria indipendente può analizzare trend social per anticipare i gusti locali e un negozio di moda può offrire personal shopping via WhatsApp. Il rischio? Restare fermi.

L'AI diventerà commodity come già visto per altre tecnologie, internet fra tutte. La differenza è che stavolta il gap si allarga velocemente. Ogni giorno i grandi accumulano più dati, affinano gli algoritmi e ottimizzano i processi. La domanda non è "se" adottare l'AI, è "come" farlo senza farsi schiacciare da chi gioca con mazzi più grandi.n

Paolo Pelloni, Digital Club/Retail

Soft drink:

il focus è sull’innovazione

di Cristina Pontiggia

Stili di vita più salutistici, ricerca di nuovi gusti e di nuove occasioni di consumo guidano le scelte degli italiani su cosa bere in casa e fuori. Tra tè, cole e altre bevande gassate, cresce la richiesta di bevande funzionali e dai gusti naturali.

Il comparto dei soft drink raggiunge, nell’anno terminante il 28 settembre 2025, un giro d’affari complessivo pari a 2,5 miliardi di euro, in flessione dello -0,2% sull’anno precedente. A volume, il mercato continua a decrescere, con una contrazione del -3,5%, scendendo a 1,9 miliardi di litri venduti (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi servizi+Discount). «A contribuire alla flessione a volume vi è un calo generalizzato della domanda – afferma Matilde Ciroldi NIQ –, legato al minor potere d’acquisto dei consumatori, unito alla maggior attenzione ad adottare uno stile di vita più attento ad alimenti contenenti zucchero, caffeina, conservanti, coloranti e aromi artificiali».

Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi

La flessione dei volumi è guidata dall’Area 4 (-4,6% a vol. e -0,8% a val.), che sviluppa il 29,8% dei volumi totali, seguita dall’Area 2 (-3,6%) e dall’Area 3 (-3,5%). Calo sotto media per l’Area 1, che rappresenta il 27,8% dei volumi venduti e decresce del 2,1%, ma con fatturato in crescita (+0,4%). Tra i format distributivi, la contrazione dei volumi è trainata dal canale discount, che pesa il 31,2% sui volumi totali e registra un trend del -6,2% (-1,5% a val.). Il secondo canale per contributo negativo a volume è rappresentato dai liberi servizi (-5,9% a vol. e -2% a val.), pur veicolando solo l’11,2% dei volumi totali. «All’interno della distribuzione moderna, resta rilevante il ruolo dei supermercati (veicolano il 38,4% dei volumi e il 42,4% del fatturato) che – sottolinea

Matilde Ciroldi –, nonostante la decrescita al di sotto della media a volume pari al -1,2%, mantengono un trend positivo a valore (+0,9%) e mitigano l’andamento negativo degli altri canali. Anche gli ipermercati hanno una performance meno negativa della media, con un trend del -1,7% a volume e una leggera flessione a valore (-0,1%)».

AndAmento dei segmenti

All’interno del comparto dei soft drink, la decrescita dei volumi è comune a tutte le principali categorie, fatta eccezione per gli energy drink che, infatti, continuano a guadagnare importanza (quota a valore del 9,5%, +0,8 punti sull’anno precedente); un andamento supportato da un incremento molto sostenuto sia a valore sia a volume (rispettivamente pari a +9% e a +10,1%). «A determinarne il successo – prosegue Matilde Ciroldi –, è l’aumento della doman-

ECO-FRIENDLY

DELLA QUALITÀ E DELLA SOSTENIBILITÀ.

LA BUONA ACQUA MINERALE DELLE PICCOLE DOLOMITI NEL COMODO BRICK
E LE BEVANDE IN VETRO REALIZZATE CON ACQUA MINERALE E AROMI NATURALI, SENZA COLORANTI ARTIFICIALI. ACQUA AZZURRA È AMICA

Trend vendite a valore (%)

Trend vendite a volume (%) -0,2 -3,5 2,5 mld/€ 1,9 mld/l

da, dovuta sia a un incremento nella base di consumatori sia a una maggior frequenza d’acquisto. A sostenere la domanda crescente è anche l’ampliamento dell’offerta, che raggiunge una media di 10,3 referenze vendute per punto vendita (+0,7)». Tra le categorie in contrazione, troviamo le bevande base tè, che veicolano il 18,7% del fatturato e il 21,2% dei volumi, evidenziando una diminuzione del 3,6% a valore e del -7,3% a volume. Tra i segmenti delle bevande base tè, si osserva una crescita del tè senza zucchero (+2,9% a val. e +2,3% a vol.) che, però, non riesce a mitigare la forte flessione del segmento core, il tè normale (-4,7% a val. e -9,6% a vol.). Segue, in termini di contributo negativo a volume, la categoria delle aranciate, che rappresenta il 6,9% del giro d’affari (9,4% in termini di volumi) e decresce del -3,6% a valore e del -5,6% a volume. All’interno di questa categoria, a guidare la performance negativa è l’andamento del segmento principale: l’aranciata zucchero (-3,4% a val. e -5,1% a vol.), non mitigata dalla performance del segmento aranciata senza zucchero, che segna una contrazione sia a valore (-4,9%) sia a volume (-7,5%). Il comparto principale dei soft drink, terzo per impatto sui volumi, è quello delle cole, che veicola il 41,7% del fatturato e il 43% dei volumi. Seppure in presenza di un trend negativo migliore della media (-0,9% a volume), le cole apportano 7,8 milioni di litri in meno rispetto all’anno precedente. A valore, invece, il suo fatturato è in crescita (+0,5%), grazie all’andamento positivo dei formati più piccoli (i cosiddetti single serve), che hanno un posizionamento di prezzo €/litro più elevato. All’interno delle cole, il segmento del senza zucchero continua a guadagnare importanza nel comparto (quota del 12,2% a valore, a +1% sull’anno precedente), incrementando le vendite dell’8,6% a valore e dell’8,4% a volume. In questo caso, la proposizione senza zucchero sta mitigando maggiormente l’andamento negativo dei volumi del segmento normale e sta incrementando il fatturato dell’intera categoria. Risultano

penalizzati a volume anche gli integratori salini, o meglio il mondo degli sport drink: una categoria che vive importanti effetti di stagionalità e che ha risentito di un’importante battuta d’arresto durante l’estate, complici anche le temperature meno favorevoli a luglio e agosto rispetto allo scorso anno. Nell’ultimo anno, infatti, gli sport drink decrescono a doppia cifra a volume (-12,8%) e del -6,8% a valore, nonostante l’ampliamento dell’offerta (7,9 referenze vendute in media, +0,3 punti). «Anche categorie minori, come chinotti e gassose, si trovano in una fase di difficoltà a volume (rispettivamente -8,6% e -6,1%), a

fronte di segnali negativi registrati già lo scorso anno. Una performance altrettanto negativa in termini assoluti anche per il comparto degli aperitivi, specialmente con le toniche (-5,3% a vol.), mentre gli aperitivi analcolici vedono una contrazione più contenuta, pari al -1,6%», conclude Matilde Ciroldi.

SCHEDE PRODOTTI

Acqua Minerale San Benedetto/ San Benedetto

Nome prodotto: San Benedetto Thè

Le Specialità

Caratteristiche: tre declinazioni per la linea ai gusti Verde Matcha, anche nella versione Zero, e Fico d’India. Dal posizionamento premium, è disponibile nel formato on-thego 0,40 l in Pet.

Acqua Sant’Anna/SanFruit

Nome prodotto: SanFruit

Caratteristiche: bevande in tre gusti (Arancia, Carota e Limone; Frutti Rossi; Frutta Mix), in bottiglia richiudibile da 0,33 l. Con il 25-30% di succhi di frutta, senza conservanti e zuccheri aggiunti.

Coca-Cola Hbc Italia/Coca-Cola

Nome prodotto: Coca-Cola Zero Zuccheri

Caratteristiche: il suo gusto si avvicina molto a quello della Coca-Cola Original Taste, pur essendo senza zuccheri e calorie. Disponibile in 16 formati, si gusta con ghiaccio e limone.

Il compArto puntA su innovAzione e benessere

L’oscillazione delle temperature estive influisce da sempre sulle vendite del comparto. La bella stagione, quest’anno, non ha dato molte soddisfazioni ai produttori, che da tempo si sono adeguati all’instabilità delle vendite puntando fortemente sull’innovazione. «L’estate 2025 –fanno sapere da Ferrero – è stata caratterizzata da temperature in riduzione durante il picco e questo ha influenzato in particolare le categorie più stagionali, tra cui il ready to drink tea. In un mercato che legge una riduzione dei consumi, secondo i dati Circana in nostro possesso, Estathè ha giocato una partita differente, crescendo sia a valore (+2%) sia a volume (+3%) e consolidando le proprie quote di mercato». In questo contesto, l’obiettivo principale delle aziende è rispondere alla ricerca di proposte salutistiche e innovative anche nei gusti da parte

dei consumatori, come commenta Vincenzo Tundo, direttore commerciale e marketing Italia di Acqua Minerale San Benedetto: «Per assecondare i bisogni degli shopper abbiamo ampliato la nostra gamma, che va da Thè San Benedetto classico con solo 24 calorie/100 ml a Thè San Benedetto Zero, fino alle bibite San Benedetto Zero Zuccheri Aggiunti. Inoltre, siamo presenti nel mercato delle bevande a base di frutta con San Benedetto Succoso, nella proposta “classica” e in quella Zero Zuccheri Aggiunti. Con San Benedetto Fruit&Power raggiungiamo i consumatori che ricercano bevande che apportino una ricarica al proprio organismo, ampliando il portafoglio prodotti e avvicinandoci a nuovi target di consumo, come le generazioni più giovani». L’evoluzione del settore passa da stili di vita più salubri: «Stiamo sperimentando un’evoluzione della domanda molto interessante: i consumatori ricercano prodotti più naturali, leggeri e funzionali – commenta Luca Cheri, direttore commerciale di Acqua Sant’Anna –. I numeri di mercato segnalano come, all’interno dei

Peso e trend segmenti (%)

SPORT, SOSTENIBILITÀ E STILI DI VITA

SANI: IL VALORE DELL’ACQUA

Passione, impegno, sostenibilità uniti a eccellenza, impegno, cura, ricerca del miglioramento e rispetto degli obiettivi sono il motore di “Fonte Margherita 1845 ama lo Sport”, il progetto che sostiene associazioni, eventi e squadre sportive nel promuovere stili di vita attivi. Tra le iniziative recenti ci sono la sponsorizzazione del Campionato di Serie A, Coppa Italia e Supercoppa di Lega organizzato dal Dip. Beach Soccer della Lega Nazionale Dilettante – Figc e della stagione 20252026 della Roma 1927 Futsal. «Sinergie per una vita sana e responsabile, dentro e fuori dal campo. La corretta idratazione è alla base delle performance e Fonte Margherita 1845 è accanto agli atleti, in allenamento e in gara, con un contenitore in cartone riciclabile, pratico e amico dell’ambiente», sottolinea Denis Moro.

bevande gassate Integratori e acque aromatizzate

Cola
Altre

Peso canali e trend (%)

singoli segmenti, cambia il tipo di consumo a favore del senza zucchero. L’offerta di Sant’Anna evolve di conseguenza, con l’estensione del brand e la costruzione di un portfolio prodotti meno calorici, proteici, innovativi e gamme dedicate al benessere e al beauty. Continua anche la ricerca di soluzioni più rispettose dell’ambiente nella catena di fornitura e nel packaging, con materiali come alluminio, vetro e bioplastiche». Alle necessità espresse dai consumatori si risponde con proposte innovative, declinate sia sul prodotto sia sulla sua impronta, come sottolinea Denis Moro, ceo di Fonte Margherita 1845: «L’innovazione è sempre più ricorrente, è una richiesta che giunge da tutti i canali distributivi. E, oltre al prodotto, riguarda anche il pack su cui l'orizzonte è sempre più rivolto alla sostenibilità ambientale. Il consumatore, ormai, si indirizza verso beverage no alcool e soluzioni più naturali, oltre ad avere un orientamento ecosostenibile».

prodotti per ogni occAsione, in chiAve sostenibile

L’innovazione in ottica green, dunque, va di pari passo con le occasioni di consumo, che si sono diversificate, così come formati e pack sono stati adattati per garantire praticità, sostenibilità e

Il trend del mercato dei soft drink si rispecchia nelle vendite di Despar Italia, come conferma Antonino Urgo, product manager beverage – cura casa – cura persona dell’insegna, ponendo l’accento sulla Mdd Despar: «Per la marca del distributore rileviamo performance superiori al mercato nel segmento delle cole, con una crescita del 9,39%, a fronte del +3,37% dei brand nazionali. In questo contesto, oltre alla forte espansione degli energy drink, che crescono a doppia cifra sia per i brand nazionali (+12,16%) sia per la Mdd (+10,01%), emergono nuove opportunità nelle bevande gassate innovative. Un esempio è rappresentato dalle bevande cocktail lanciate da alcune aziende dell’industria di marca, che stanno portando nuova vitalità al comparto. Abbiamo lanciato due nuovi energy drink (Original e Senza Zuccheri), che stanno già registrando ottimi risultati. Presto sarà disponibile sugli scaffali Despar anche una nuova bevanda gassata Cocktail, caratterizzata da un gusto più “adulto”».

IL PUNTO DI VISTA DELLA DISTRIBUZIONE: DESPAR ITALIA

Bevande vegetali

maggiore chiarezza verso gli shopper. «Contraddistinti da gusti e necessità sempre più variegate – spiega Jacopo Dellacasa, trade marketing director di Coca-Cola Hbc Italia –, i consumatori ci hanno portato ad ampliare la gamma dell’offerta con prodotti via via più specifici. La proposta di un portafoglio prodotti 24/7 ci permette di offrire una varietà di bevande per soddisfare le necessità degli shopper dalla colazione ai pasti, dalla merenda al dopocena. I prodotti, a partire dal packaging, sono anche pensati in chiave sostenibile: tutte le bottiglie di plastica delle bibite a marchio The Coca-Cola Company sono prodotte, tappo ed etichetta escluse, con 100% Pet riciclato (rPet). Per il packaging secondario, invece, usiamo dal 2020 la tecnologia KeelClip, sistema di imballaggio in carta Fsc 100% riciclabile per le confezioni multiple di lattine». Le scelte dei consumatori, anche nel canale fuoricasa, continuano a convergere su prodotti zero sugar e low & no alcol, con un’attenzione particolare agli ingredienti e alla loro origine. «A guidare questa evoluzione sono soprattutto Gen Z e Millennials, alla ricerca di esperienze di gusto autentiche ma coerenti con uno stile di vita equilibrato – specifica

SCHEDE PRODOTTI

Ferrero/Estathé

Nome prodotto: Estathé Zero

Caratteristiche: una gamma per i diversi bisogni e momenti di consumo, dall’iconico Bicchierino alla bottiglia da 1,5 l (per il multi-serve), fino alla bottiglietta 0,4 l on the go.

Fonte Margherita 1845

Nome prodotto: Lattine Fonte Margherita 1845

Caratteristiche: nuove lattine nel formato da 25 cl ai gusti chinotto, aranciata, tonica, limonata, tè al limone e tè alla pesca. Realizzate con l'acqua minerale delle Piccole Dolomiti e aromi naturali, senza coloranti artificiali.

Gruppo Sanpellegrino/ Bibite Sanpellegrino

Nome prodotto: Chinò Extra ispirato a Giove

Caratteristiche: edizione limitata arricchita dall’arancia, che simboleggia la forza del pianeta, e dalle note delicate della vaniglia, che rappresenta la complessa armonia della sua atmosfera.

Chiara Della Maggiora, brand manager Bibite Sanpellegrino –. Il gusto resta il principale driver di scelta, ma oggi è affiancato da un’attenzione crescente verso naturalità, qualità degli ingredienti e trasparenza nelle informazioni. In quest’ottica nasce la nuova visual identity dei packaging delle Bibite Sanpellegrino, studiata per rendere ancora più immediata la lettura del prodotto e valorizzarne l’origine italiana e la qualità delle materie prime».n

DIGITALE E SOSTENIBILE DEL MERCATO RETAIL

Il settore retail sta vivendo una profonda trasformazione, guidata da nuovi quadri normativi globali e da crescenti aspettative dei consumatori in termini di trasparenza e sostenibilità. Con l’avvicinarsi del Sunrise 2027 e l’introduzione del Digital Product Passpor t (DPP), la conformità digitale e la tracciabilità a livello di singolo ar ticolo stanno diventando pilastri essenziali della moderna catena di fornitura nel retail.

Il cambiamento normativo incontra l’innovazione tecnologica

Nel contesto del Sunrise 2027, i rivenditori di tutto il mondo dovranno assicurarsi che i loro sistemi POS siano dotati di scanner in grado di leggere sia i codici a barre tradizionali che quelli 2D. Grandi marchi di beni di consumo come Unilever, Procter & Gamble e L’Oréal hanno già avviato un’ampia implementazione dei codici a barre GS1 Digital Link, tracciando una chiara direzione per l’intero settore

Allo stesso tempo, regolamenti imminenti come il Digital Product Passpor t (DPP) dell’UE e la US Food Traceability Rule insieme al Regolamento Ecodesign per i Prodotti Sostenibili (ESPR) entrato in vigore a metà 2024 - richiederanno a rivenditori e produttori di garantire la piena trasparenza dei prodotti, il monitoraggio dei dati di sostenibilità e l’identificazione a livello di singolo ar ticolo

In questo contesto, tecnologie come i codici a barre 2D e l’RFID stanno emergendo come strumenti chiave per la conformità digitale e la sostenibilità, fornendo la visibilità dei dati necessaria per soddisfare questi requisiti in continua evoluzione

Soluzioni intelligenti per un ecosistema retail connesso, conforme e sostenibile

Per aiutare i rivenditori ad affrontare queste nuove sfide, TSC Auto ID e Bluebird offrono un por tafoglio completo di soluzioni progettate per migliorare efficienza, precisione e sostenibilità in tutte le operazioni retail:

• Stampanti industriali e desktop TSC –progettate per precisione e durata, garantiscono una stampa di etichette 2D e RFID di alta qualità, in piena conformità con il Sunrise 2027.

• Sistemi di verifica e controllo qualità –assicurano la leggibilità dei codici a barre ed eliminano gli errori, garantendo conformità normativa e tracciabilità in ogni fase.

• Mobile Computer e scanner Bluebird –dispositivi intuitivi e multifunzione per operazioni in-store, gestione dell’inventario, click & collect e ricezione merci in magazzino. Pienamente compatibili con gli standard GS1 Digital Link, consentono un accesso immediato ai dati di prodotto tramite dispositivi mobili.

• Soluzioni di etichettatura linerless e sostenibili TSC – permettono di ridurre gli sprechi grazie alla tecnologia linerless e suppor tano l’integrazione dei dati sull’impronta ambientale in ogni etichetta, in linea con gli obiettivi di sostenibilità dell’ESPR dell’UE.

Barilla inaugura il Bite dopo un investimento di 20 milioni

Un maxi-investimento di 20 milioni di euro e 200 operatori fra tecnologi alimentari, food designer e chef: è il nuovo centro di ricerca e sviluppo d i Barilla innovation & technology experience (Bite) inaugurato nello stab ilimento di Parma, accanto al molino, al pastificio e al quartier generale.

Per il Gruppo Barilla è l'investimento più significativo nell'innovazione alimentare degli ultimi anni, con al centro pasta, sughi e prodotti da forno. L’ambizione della società è che Bite (in inglese morso) diventi un punto di riferimento dove crescere, formarsi e contribuire a scrivere il futuro della gastronomia italiana. L’Innovation Center conta già oggi 84 collaborazioni con università e centri di ricerca in Italia e nel mondo. Bite conta su un’area di 4.800 mq dedicati all'Innovation Center che comprende un'area di design thinking, spazi per degustazioni e studi sensoriali, due cucine innovative per pasta e bakery, e un auditorium. A questi si aggiungono 9mila mq agli impianti pilota, dove sorgeranno laboratori e linee sperimentali per testare, prototipare e sviluppare pasta, sughi e prodotti da forno, progettare soluzioni innovative di packaging e sviluppare sistemi di qualità e sicurezza alimentare. Il funzionamento di Bite assorbirà circa 2 milioni l’anno. Per sviluppare un nuovo prodotto sono necessari in media 2 anni (con punte di 10 per i progetti più complessi), tra ricerca e sperimentazione di varietà e pratiche agricole sostenibili, selezione degli ingredienti, sviluppo di ricette, realizzazione dei prototipi nei laboratori di ricerca e test di assaggio. Nel 2024 Barilla Group ha realizzato ricavi consolidati di 4,88 miliardi (+0,3%), un Ebitda di 537 milioni (+8%) e un utile di 142 milioni. Gli investimenti hanno raggiunto 250 milioni. Il 48% dei ricavi di Barilla arriva dalla pasta, circa il 10% dai condimenti e il 41,4% dai prodotti da forno (biscotti, snack e pani). Controlla 30 stabilimenti (metà all’estero) in 11 Paesi ed esporta in 100 mercati. n

Leggi anche: “Scandit rilascia SDK 8: acquisizione dati basata sull'AI che comprende e agisce”

DSV Sea-Air: equilibrio tra costi, tempi e sostenibilità nella supply chain

globale

Le spedizioni internazionali richiedono oggi soluzioni capaci di bilanciare costi, rapidità e responsabilità ambientale. DSV Sea-Air risponde a questa sfida con un modello multimodale che combina la convenienza del trasporto marittimo con la velocità del cargo aereo, riducendo fino al 40% i costi rispetto all’air freight e garantendo tempi di consegna fino al 60% più rapidi rispetto al mare.

In un contesto di supply chain sempre più volatile, la divisione Air & Sea di DSV – cuore strategico del gruppo – conferma la propria leadership globale, movimentando oltre 578 mila tonnellate di merci aeree e registrando una crescita significativa dei ricavi. Sea-Air è la soluzione ideale per settori ad alta pressione temporale come fashion, high-tech, pharma e automotive, dove il time-to-market è un asset competitivo.

Il fulcro operativo è Dubai, hub intercontinentale che connette Asia, Europa, Africa e Americhe grazie alla sinergia tra porto, aeroporti e Free Trade Zone. DSV gestisce il processo end-toend con una control tower attiva su più fusi orari, tracciabilità in tempo reale tramite MyDSV e operazioni ottimizzate di cross docking e sicurezza doganale. Il risultato? Una supply chain più resiliente e sostenibile, con riduzione delle emissioni di CO₂ fino al 50% rispetto al trasporto aereo tradizionale.

La rotta Shanghai-Dubai-Europa è emblematica: consegne in 10-14 giorni anziché 4-6 settimane via mare, con un tasso di puntualità del 95%.

Come afferma Alfredo Gaio, AD di DSV Air & Sea Italia: “La logistica non è più un centro di costo, ma una leva strategica per la competitività delle aziende”.

Nasce Hardis Supply Chain , la nuova divisione di Hardis Group

La neonata società introduce una nuova identità e unisce, sotto un unico brand globale, le linee di prodotto Reflex, Sislog e Oil.

Hardis Group annuncia la nascita di Hardis Supply Chain, una nuova realtà del Gruppo, interamente specializzata in soluzioni software per la gestione della supply chain. Con questa evoluzione Hardis Group – società tecnologica internazionale con oltre quarant’anni di esperienza e un fatturato di circa 200 milioni di euro – compie un passo decisivo per rafforzare la propria presenza internazionale e affermarsi come uno dei principali fornitori mondiali di software cloud dedicati all’eccellenza e alla performance della supply chain. Il rebranding segna una tappa fondamentale per la nuova divisione, che riunisce diverse soluzioni di mercato sotto un’unica realtà aziendale: la storica soluzione di punta Reflex Wms diventa Hardis Wms; Reflex In-Store Logistics diventa Hardis In-Store Logistics; Reflex visibility prende il nome Hardis Sc Network; Oil Oms diventa Hardis Oms e Sislog Wms (leader del mercato iberico) è ora Hardis Wms Sislog. Hardis Supply Chain indirizza le proprie attività verso i settori in cui l’eccellenza operativa e la collaborazione digitale rappresentano fattori determinanti di competitività – retail, e-commerce, manufacturing e 3PL – sviluppando soluzioni che contribuiscono a rafforzare agilità, tracciabilità ed efficienza lungo l’intero ecosistema della supply chain. Il rebranding e il re-naming dei prodotti fanno parte di una strategia più ampia di Hardis Supply Chain per diventare uno dei leader mondiali nelle soluzioni software dedicate alla performance della supply chain, grazie a una suite completa e modulare di soluzioni per migliorare l’orchestrazione della supply chain e del commercio, ottimizzando le operazioni in tutti i siti logistici (magazzini, fabbriche, hub urbani e punti vendita), dalla gestione degli ordini alla consegna, dallo stoccaggio, all’esecuzione, dal trasporto alla collaborazione con l’intero ecosistema logistico (clienti, partner di trasporto, fornitori, ecc.). n

Leggi anche: "Dhl e Hapag-Lloyd insieme per ridurre ulteriormente le emissioni di carbonio nelle supply chain"

Il Bio più amato in EUROPA

Strategy day Campari: più fatturato e meno investimenti. 30 brand nella lista delle cessioni

Sostenere la crescita dei ricavi con investimenti mirati sui 5 principali brand, tagliare gli investimenti al 4-5% dei ricavi rispetto alla media del 10% (1,1 miliardi di euro) del quadriennio 2021/24 e ridurre il rapporto debito/Ebitda sotto 2,5 volte da 2,9 dello scorso settembre. Queste le linee guida di Campari Group emerse dallo Strategy day della multinazionale degli spirit.

Nova Coop sviluppa un centro commerciale multifunzione nel nuovo Scalo Nizza di Torino

A Torino nasce o, in un certo senso, risorge un nuovo quartiere polifunzionale. Si tratta dell’ex scalo ferroviario Vallino, dismesso dal 2010 e rimasto fino a oggi in disuso e inaccessibile. L’insieme, sul quale saranno investiti 105 milioni di euro, si trova nella parte SudOvest della città, in via Nizza, dalla quale prenderà il nome di “Scalo Nizza. Urban Experience”.

Tonitto 1939: nel 2026 oltre 3 milioni di euro di investimenti per continuare a crescere

Tonitto 1939 avvia un nuovo piano di investimenti che supera i 3 milioni di euro con l’obiettivo di duplicare la capacità produttiva e raddoppiare il fatturato entro il 2028, raggiungendo i 28 milioni di euro. Il progetto, che si inserisce nel piano industriale 2024-2028, prevede una serie di interventi strategici e tecnologici che interessano ogni area aziendale – dalla produzione alla logistica, fino alle infrastrutture di supporto e ai sistemi IT – con un approccio integrato orientato all’efficienza e alla sostenibilità.

Gruppo Fila: sottoscritto un accordo vincolante per l'acquisizione di Seven

Gruppo Fila-Fabbrica Italiana Lapis e Affini annuncia di aver sottoscritto un accordo che prevede l’acquisto del 100%, in cinque tranche entro il 31 dicembre 2028, del capitale della società Seven, che opera nel settore della commercializzazione di prodotti di cancelleria e zaini attraverso marchi di proprietà tra cui Seven, Invicta, SJ Gang e Mitama.

RETAIL FORECAST 2026

DELLO STABILIMENTO DI NOVI LIGURE (AL)

Il Gruppo Elah Dufour Novi è tra i principali dell’industria dolciaria italiana. È nato dall’iniziativa dell’imprenditore Flavio Repetto che, nel 1982, ha rilevato i brand Elah e Dufour e nel 1985 il marchio Novi. Il cuore produttivo si trova a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, dove lo stabilimento di 60.000 mq ospita la produzione di cioccolato, caramelle e preparati per dessert, oltre alla logistica centrale. Le linee di prodotto principali comprendono il Nocciolato Novi, le tavolette Novi nero Nero, le praline e la crema spalmabile. L’impennata del costo delle materie prime, accompagnata dalla forte inflazione, ha influito sulle vendite e sui volumi. Sentiamo le dichiarazioni di Guido Repetto, presidente del Gruppo, e di Cristina Danielli, responsabile commerciale clienti Gdo.

LO STABILIMENTO DI

Lo stabilimento di Carapelli Firenze a Barberino Tavarnelle (Fi) festeggia 30 anni di attività. L’azienda, oggi parte del Gruppo spagnolo Deoleo, è stata fondata nel 1893 e da sempre opera sul territorio toscano. È stata la prima a portare l’olio extra vergine confezionato sullo scaffale. E lo stabilimento di Tavarnelle è la testimonianza del percorso di sviluppo attraverso un’innovazione che rispetta la tradizione e interpreta l’evoluzione del consumatore. L’impianto ha una capacità produttiva di oltre 100 milioni di litri l’anno e otto linee di confezionamento; serve sia il mercato italiano (40%) sia l’export (60%). Di questo importante traguardo abbiamo parlato con Bruno Seabra, general manager di Carapelli Firenze.

IL CONSORZIO DOC DELLE VENEZIE INDAGA

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E SPERIMENTA

NEL LOW ALCOL

Si è svolto il 19 novembre scorso a Trento il Congresso annuale del Consorzio Doc delle Venezie, una giornata di approfondimenti che ha riunito istituzioni, docenti universitari, esperti del settore, produttori e rappresentanti della filiera per discutere le prospettive future del Pinot Grigio del Triveneto. L’incontro, realizzato con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento e della Federazione Trentina della Cooperazione, sede del Convegno, e il supporto di Trentino Marketing, ha offerto una lettura aggiornata delle sfide poste dal cambiamento climatico, dei nuovi scenari economici e dei prossimi sviluppi normativi che interesseranno la denominazione.

CAMATTARI (DIT):

RIVEDERE L’IMPIANTO ORGANIZZATIVO AZIENDALE, INTEGRANDO STRUTTURE CENTRALI E PERIFERICHE

In un contesto in cui la grande distribuzione deve essere sempre più flessibile nell’interpretare le esigenze dei consumatori e, al contempo, garantire la piena sostenibilità lungo l’intera catena del valore, la governance aziendale si configura come un elemento strategico per gestire tale complessità. Proprio per affrontare questi temi, Dit – Distribuzione italiana incontra soci e stakeholder per una riflessione approfondita sul ruolo della cultura aziendale, dell’organizzazione e, soprattutto, delle persone. Vediamo quali sono gli elementi centrali per una crescita sostenibile e orientata al futuro con Alessandro Camattari, direttore commerciale e marketing di Dit.

ELAH DUFOUR NOVI APRE LE PORTE
CARAPELLI FIRENZE A BARBERINO TAVARNELLE (FI) COMPIE 30 ANNI

NEL PROSSIMO NUMERO

COVER STORY

Il ruolo del neuromarketing nelle scelte dei consumatori

Responsabile marketing

Sabrina Crippa s.crippa@edizionidm.it

Digital marketing manager

MERCATI

Gelati Healthy food Fuori pasto dolci

Responsabile commerciale Edoardo Pavesi e.pavesi@edizionidm.it cell: 3394918442

MAGAZINE

Valentina Vendra v.vendra@edizionidm.it

Marketing marketing@edizionidm.it tel: 02/20480344

E-commerce

Silvia Manfredi ecommerce@edizionidm.it

Commerciali Carolina Cirani c.cirani@edizionidm.it cell: 3496676046

Francesca Cuneo f.cuneo@edizionidm.it cell: 3396980893

Emanuela Dal Chele e.dalchele@edizionidm.it cell: 3332196167

Laura Origgi l.origgi@edizionidm.it cell: 3475649708

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Eventi

Simona Valenza eventi@edizionidm.it

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