n. 14 ADESSO settimanale

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© Iwan Palombi

Sposata con l’imprenditore argentino Diego Dolce, Sveva è diventata mamma della piccola Petra quattro anni fa. «A lei – racconta – cerco di insegnare che, accanto a qualcosa che la può ferire o a persone cattive, ne esistono altrettante buone».

sto nonostante i sempre più frequenti allarmi degli ecologisti che sostengono come manchi pochissimo al collasso dei sistemi naturali. Il problema è, dunque, di natura culturale. Dovremmo capire che il consumismo sfrenato, il senso di crescita disperata non sono più uno stile di vita vincente, potevano quando scoppiò la seconda rivoluzione industriale». Da dove ripartire per un approccio col mondo più ecosostenibile? «Mi rifaccio a Papa Francesco, al suo richiamo alla povertà, al concetto di le cose materiali che possediamo ma godersi gli affetti, stare insieme alle persone alle quali vogliamo bene. L’individuo è, infatti, felice se ha una vita comunitaria soddisfacente. Questo è venuto fuori dagli studi più innovativi». «Paradossalmente esistono realtà più povere ed arretrate della nostra che sono più felici perché la comunità si parla, si confronta. Al contrario noi un lettore mp3 o dietro allo schermo di un computer. Vedo sempre più persone che non sono in grado di essere presenti nelle cose che stanno facendo perché impegnate delle ore a twittare, senza godere per esempio la bellezza di un panorama, di un incontro». È anche per questo che sei uno dei pochi volti della tv a non essere sui social network? «Non ho bisogno di questi strumenti, chi mi vuole scrivere può farlo tramite il sito e sarò ben felice di rispondere. Non mi piace avere contatti di pseudo amicizie con persone che non conosco.

Sveva Sagramola (50 anni) conduce dal 1998, con garbo e professionalità, Geo, il programma di divulgazione ambientale in onda alle 16,40 su Rai3. «Al posto di rapporti virtuali – dice – preferisco relazioni reali. È per questo che non sono sui social network».

Questo non vuol dire una chiusura. Sono ben consapevole che essere un personaggio pubblico porta nella gente tante proiezioni. Io, invece, sono per la vita vera. Conoscere le persone, frequentarle, sceglierle». l’ecologia? «Le regole sono poche e basiche. Ancia. Per avere la garanzia di freschezza acquistare sempre frutta e verdura della quale si conosce la provenienza, meglio se coltivata vicino casa: è il principio del chilometro zero. E poi non avere paura di spendere qualcosina in più per mangiare bene. Dietro, infatti, all’offerta stracciata di un prodotto c’è sempre qualche fregatura. Da un punto di vista alimentare, poi, limitare la carne, soprattutto rossa, e dare spazio a zuppe con legumi e pasta con le verdure. Costa meno e fa meglio». In Geo incontri spesso giovani che si dedicano all’agricoltura. È la gioventù che ti piace? «Sì, perché nonostante coltivare la terra sia duro, vedi che hanno una luce speciale negli occhi. Qualcuno, per

fortuna, porta avanti eredità famigliari rinnovando la tradizione. Altre, invece, sono vere e proprie scelte radicali. Mi ha colpito la storia di un ragazzo lombardo che, dopo essersi laureato in informatica, si è messo ad allevare le capre facendosi aiutare dagli anziani della zona. Da pochi animali ha creato dotti caprini». In che mondo ti piacerebbe vivesse Petra? canto a qualcosa che la può ferire o a persone cattive, ne esistono altrettante buone. Purtroppo nessuno può protege vorrei che da questo mondo potesse trarre forza dagli aspetti positivi, dalle persone in grado di portare avanti messaggi importanti come Papa Bergoglio, dalla solidarietà, dalla creatività. Spero che la mia bambina riesca ad avere gli strumenti per andare avanti oltre la sofferenza». «È vivere pienamente la vita qualunque cosa essa ti porti. Il solo fatto di esserci è un privilegio, una gioia, un miracolo».

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