Chimica Magazine - ottobre 2021

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Editrice TeMi Srl CM CHIMICA MAGAZINE - Ottobre 2021 - € 5 PT MAGAZINE In caso di mancato recapito inviare al CMP di Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

N. 4 | Ottobre | 2021

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n. 4 | Ottobre | 2021

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La nostra tecnologia. Il vostro successo. Pompe Valvole Service n

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ommario n.4 Ottobre 2021

1 Editoriale

8 ENERGIA PULITA: UNA RISORSA

Cecilia Biondi

a cura di Michela del Pizzo

4 News

18 BIOENERGIA, BIORAFFINERIA

GAS O GREEN?

a cura della Redazione

SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

A PROVA DI FUTURO

E CHIMICA VERDE

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OSSIER TECNOLOGIE:

ATEX

Rispondono Giacobbe Braccio e Isabella De Bari, ENEA

23 UN SISTEMA ENERGETICO

SOSTENIBILE PER L’UNIONE EUROPEA Marco Colombini

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IL LUNGO CAMMINO DELLE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA

37PRODOTTI E SOLUZIONI CERTIFICATI PER AMBIENTI A RISCHIO ESPLOSIONE

MANUTENZIONE 44 UNA GESTIONE “OLISTICA” DELLA MANUTENZIONE

A colloquio con Cristiana Burdino, CARL Berger-Levrault

STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE 48 UN MAGAZZINO 4.0 PER LA SEDE COIM MANAGEMENT 52 VISIBILITÀ SULLA SUPPLY CHAIN E TECNOLOGIE A SUPPORTO

60 PRODUCT NEWS 62 ORGANIZER


CONVEGNO

L'EFFICIENZA DELLA GESTIONE DEI PROCESSI SANITARI MILANO | live streaming

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novembre 2021

I temi principali di questa edizione:

L’IMPATTO DELLA PANDEMIA E DEI VACCINI:

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sulla LOGISTICA ESTERNA

sulla LOGISTICA INTERNA

sulla LOGISTICA DELLE INFORMAZIONI

sulla LOGISTICA DELLE CURE DOMICILIARI

L’APPUNTAMENTO STRATEGICO PER I MANAGER IN SANITÀ E NEL SETTORE FARMACEUTICO

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GAS O GREEN?

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a suscitato preoccupazione la notizia, recentemente diffusa, dell’aumento del 40% dei prezzi dell’energia, anche perché da subito si è cominciato a discutere sulle sue cause, più che sui suoi effetti. Relativamente ai secondi, a livello istituzionale si è provveduto in modo tempestivo a gestire tale aumento riequilibrando le tariffe esposte al cliente in bolletta, con particolare riferimento alle famiglie e agli utenti più svantaggiati. A monte, però, si è ipotizzato che l’aumento fosse dovuto alla spinta green: vero o falso? Per rispondere, possiamo citare l’Indice Selectra SQ Luce, secondo il quale il PUN - Prezzo Unico Nazionale, relativo al mercato all’ingrosso, è più che triplicato dall’inizio dell’anno, passando da circa 50 €/ MWh ai valori record del momento, che si aggirano sui 150 €/MWh. Questo aumento si ripercuote inevitabilmente sul prezzo dell’energia per i clienti finali. Secondo le analisi di Selectra, l’aumento del prezzo dell’elettricità negli ultimi tre mesi è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi del gas, quasi raddoppiati rispetto alla fine di giugno. l costi della produzione delle centrali a gas sono quelli che di fatto stabiliscono il prezzo dell’energia sul mercato, perché si tratta dell’ultima fase per produrre l’energia necessaria per bilanciare il sistema. Si è riscontrato anche, d’altra parte, un aumento del costo dovuto ai crediti di carbonio sul prezzo dell’energia, da circa 14 a 25 €/MWh dall’inizio dell’anno. Per quanto riguarda gli ultimi tre mesi rispetto ai quali, secondo le dichiarazioni del ministro Cingolani, ci saremmo dovuti aspettare l’aumento del 40%, l’impatto dei crediti per la compensazione di CO2 sul costo della produzione dell’elettricità è aumentato di soli 2-3€/MWh, mentre il prezzo dell’energia nello stesso periodo è salito di oltre 40 €/Mwh. «Il preannunciato incremento del-

la bolletta elettrica non è dovuto alla ‘spinta’ green del mercato dell’energia» sottolinea Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia. «Al momento gli aumenti sono ricollegabili ad una tempesta perfetta sui mercati del gas: produzione in calo per la pandemia (investimenti ritardati, difficoltà di produzione); boom di domanda a livello globale; stoccaggi in Europa bassi; l’inverno in arrivo con l’accensione dei termosifoni. Sicuramente questa crisi non durerà per sempre ma il MWh a 50 € potrebbe diventare presto un vecchio ricordo: è necessario quindi abituarsi a nuovi prezzi dell’energia più alti e investire su efficienza energetica e rinnovabili». Partiamo da queste riflessioni per affermare che è fuorviante addossare all’una o all’altra fonte di energia la totalità delle colpe o dei meriti: le contrapposizioni sono inutili mentre è importante promuovere un costante ampliamento delle fonti energetiche, dando poi sempre più spazio a quelle che si dimostrino più efficienti, meno inquinanti e meno costose. Lo sviluppo delle tecnologie per la produzione di energia è una delle aree più strategiche da esplorare per garantire il futuro dell’umanità su questo pianeta e, come potete leggere dalle pagine dedicate su questo numero di Chimica Magazine, è un settore capace di promuovere talenti, idee e progetti innovativi. E come ideale proseguimento di queste riflessioni vi proporremo, sul numero successivo, un servizio speciale dedicato all’idrogeno, una sorta di “deus ex machina” che suscita notevoli aspettative e sicuramente un crescente interesse da parte di tutto il settore dell’energia. Rimanete con noi e buona lettura.

Cecilia Biondi Editrice TeMi

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UL RINNOVA E INAUGURA IL SUO LABORATORIO IN ITALIA UL ha rinnovato e ampliato il suo laboratorio per la Compatibilità Elettromagnetica (EMC) e wireless a Carugate (Milano). Il laboratorio fornirà un’offerta completa e personalizzabile di servizi per testare la compatibilità elettromagnetica e wireless di un’ampia gamma di prodotti in diversi settori, tra cui l’elettronica di consumo, le attrezzature informatiche (ITE), le telecomunicazioni, i dispositivi medici, i prodotti industriali, le apparecchiature di illuminazione e i piccoli e grandi elettrodomestici. Il laboratorio occupa una superficie di 800 metri quadrati ed è stato creato per consentire ai clienti di testare la compatibilità elettromagnetica e wireless per soddisfare gli standard normativi mondiali. Grazie al potenziamento delle attrezzature e a camere semi-anecoiche e schermate all’avanguardia, l’espansione del laboratorio favorirà un aumento della capacità e della velocità di testing per le apparecchiature professionali wireless, i dispositivi industriali e consumer connessi, i prodotti medicali e i dispositivi diagnostici in vitro.

ENI PRESENTA LA NUOVA WORLD ENERGY REVIEW Secondo la ricerca World Energy Review di Eni, giunta alla ventesima edizione, nel 2020 il settore energetico si è trovato ad affrontare sfide senza precedenti,

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a causa della pandemia di Covid-19. È stato il primo anno di riduzione di energia dal 2009 e l’anno di più grande contrazione dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel 2020 la domanda mondiale di petrolio è crollata (quasi - 9% vs 2019). Anche la domanda di

gas è diminuita (-1,5% vs 2019). Per contro, nel 2020 le nuove installazioni di eolico sono quasi raddoppiate rispetto al 2019 (+111 GW vs +58 GW), raggiungendo una capacità globale di 733 GW (+17,8% vs 2019). La Cina ha guidato la crescita (65% dell’incremento) seguita dagli USA (13%). L’energia solare ha continuato a dominare l’espansione delle rinnovabili con 127 GW di nuova capacità installata. La capacità solare totale ha raggiunto quasi lo stesso livello della capacità eolica, principalmente grazie alle installazioni record in Cina (49 GW).


FILIERA SOSTENIBILE DEI CONTENITORI DI AGROFARMACI Cascina Pulita, azienda di riferimento in Italia per la

IN CRESCITA IL MERCATO DEI BUILDING MATERIALS ALTERNATIVI

Calcestruzzi autorigeneranti, vetri termoregolatori, ponti stampati in 3D: non si tratta di invenzioni di natura fantascientifica appartenenti a un futuro lontano, bensì di soluzioni innovative che

raccolta e la valorizzazione dei rifiuti prodotti dalle imprese agricole, e Syngenta, azienda operante nell’agro-industria mondiale con la produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura,

hanno presentato al pubblico la loro partnership per realizzare una filiera sostenibile dei contenitori di agrofarmaci, secondo i principi dell’economia circolare. Un primo traguardo all’interno di un ancor più ambizioso progetto per rendere l’agricoltura il primo settore economico completamente circolare. Insieme a Confagricoltura, le due aziende hanno anticipato le direttive europee iniziando già anni fa a investire in ricerca e sviluppo per migliorare la gestione degli scarti agricoli tra i quali spiccano per diffusione i contenitori vuoti degli agrofarmaci.

stanno prendendo sempre più piede all’interno del settore delle costruzioni. Materiali intelligenti e dinamici capaci di reagire agli stimoli esterni, in grado di rispondere alle sempre più numerose sfide poste dal settore e a cambiarne irrimediabilmente lo scenario futuro. Lo conferma un’indagine di Allied Market Research, secondo cui il mercato dei cosiddetti Alternative Building Materials, valutato circa 190 miliardi di dollari nel 2020, raggiungerà i 330 miliardi nel 2030, con un tasso di crescita composto annuale del 5,8% e una crescita complessiva del 74%. Ma innovazione significa anche utilizzare e sperimentare con ciò che già si ha a disposizione, individuando nuove funzionalità per materiali già esistenti. Di conseguenza,

in un momento storico in cui la coscienza ambientale collettiva sta conoscendo uno sviluppo senza precedenti, il prefisso “bio” diventerà imperativo davanti ai termini edilizia e architettura, così come modalità progettuali in linea con i principi di sostenibilità ambientale. A questi obiettivi contribuiscono anche i nuovi prodotti Chryso, ad esempio Icare, una nuova tecnologia di attivazione del cemento che consente di sostituire il clinker, componente base per la produzione del cemento, con leganti più ecologici ed economici, riducendo così la quantità di emissioni di CO2 durante il processo di lavorazione e abbattendo i costi energetici e di produzione.

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI a cura di Michela Del Pizzo

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ENERGIA PULITA: UNA RISORSA A PROVA DI FUTURO

L’impiego delle fonti rinnovabili ha come finalità quella di produrre energia pulita, a zero impatto ambientale, a disposizione del più ampio numero di persone possibile. Obiettivi oggi perseguibili grazie, e soprattutto, al continuo miglioramento delle tecniche di produzione, basti pensare ai moderni impianti di generazione più efficienti che hanno permesso di rendere questo tipo di energia conveniente e competitiva sul mercato... Ma allora perché siamo ancora all’anno zero delle energie rinnovabili? Quali sono gli ostacoli che ne impediscono l’ampia diffusione su scala europea e mondiale? Proviamo a fare chiarezza

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

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econdo il World Energy Transitions Outlook dell’IRENA, i sistemi energetici basati sulle energie rinnovabili provocheranno profondi cambiamenti che si rifletteranno su tutte le economie e società. Per dare al settore energetico una traiettoria economica e ambientale positiva, sono necessari forti aggiustamenti nei flussi di capitale, basti pensare che l’investimento annuale necessario, pari in media a 4,4 trilioni di dollari, equivale a circa il 5% del PIL globale nel 2019. «Esiste consenso – afferma Francesco La Camera, direttore generale di IRENA – sul fatto che una transizione energetica basata sulle energie rinnovabili e sulle tecnologie efficienti sia l’unico approccio percorribile per provare a limitare il riscaldamento globale a 1,5° C entro il 2050». La graduale eliminazione del carbone, la limitazione degli investimenti in petrolio e gas per favorire un più rapido abbandono e una transizione controllata, così come l’adozione di soluzioni tecnologiche, politiche e di mercato sostenibili, metterà il sistema energetico globale sulla strada giusta per il raggiungimento dell’obiettivo dei 1,5 °C. Entro il 2050, è richiesto un totale di 33 trilioni di dollari di investimenti aggiuntivi in efficienza, energie rinnovabili, elettrificazione in impieghi finali, reti elettriche, flessibilità, idrogeno e innovazioni. I benefici, tuttavia, superano di gran lunga i costi degli investimenti. Se si considerano l’inquinamento dell’aria, la salute umana e gli effetti indotti dal cambiamento climatico, il ritorno è ancora superiore, con ogni dollaro speso per la transizione energetica che aggiunge benefici valutati tra i 2 e i 5,5 dollari, che in termini cumulativi equivalgono a una cifra compresa tra i 61 trilioni e i 164 trilioni di dollari entro la metà del secolo. Nel frattempo, il finanziamento pubblico rimarrà cruciale per una transizione energetica rapida, giusta e inclusiva e per catalizzare i finanziamenti privati: nel 2019, il settore pubblico ha fornito circa 450 miliardi di dollari attraverso capitale pubblico e prestiti delle istituzioni finanziarie per lo sviluppo. Nello scenario 1,5 °C di IRENA, questi investimenti raddoppieranno quasi fino a circa 780 miliardi di dollari. Il finanziamento del debito pubblico sarà un importante facilitatore per altri prestatori, specialmente nei mercati in via di sviluppo. Poiché è improbabile che i mercati da soli si muovano alla velocità necessaria, i responsabili politici dovranno incentivare la transizione e intervenire per eliminare le distorsioni del mercato che favoriscono i combustibili fossili e far

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evolvere le strutture di finanziamento. Questo comporterà la graduale eliminazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili e l’aggiustamento dei sistemi fiscali per riflettere i costi ambientali, sanitari e sociali negativi dei combustibili fossili. Se mal gestita, la transizione energetica rischia di tradursi in risultati iniqui, uno sviluppo a doppio binario e un rallentamento generale del progresso. Ad oggi vediamo il moltiplicarsi di numerose iniziative, da parte sostanzialmente di privati, che mirano a cambiare rotta attraverso un approvvigionamento energetico più equo che in passato ma, come si evince da quanto detto sin’ora, sarebbe indispensabile che tale opportunità venga data al più ampio numero di aziende possibili. Nelle prossime pagine, troverete diversi esempi di impiego di fonti rinnovabili e una selezione di articoli che tratteranno di biomasse, competitività ed efficienza dei sistemi energetici sostenibili oltre che un’ampia panoramica sul percorso che l’Italia ha intrapreso verso l’adozione di tali fonti, purtroppo non paragonabile al resto d’Europa.

LE RINNOVABILI BATTONO ANCHE I COMBUSTIBILI FOSSILI Nel 2020, la percentuale di energia rinnovabile che ha toccato costi più bassi rispetto ai combustibili fossili più economici è raddoppiata, come indicato dal nuovo rapporto dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (International Renewable Energy Agency - IRENA) uscito lo scorso giugno. Nel 2020, infatti, il 62% della produzione totale di energia rinnovabile aggiunta, pari a 162 gigawatt (GW), ha registrato costi più bassi del più economico nuovo combustibile fossile. Il Renewable Power Generation Costs in 2020 mostra come i costi per le tecnologie rinnovabili hanno continua-


to a scendere significativamente anno dopo anno: l’energia solare a concentrazione (CSP) è scesa del 16%, l’eolico onshore del 13%, l’eolico offshore del 9% e il solare fotovoltaico del 7%. Con i suoi costi ridotti bassi, le energie rinnovabili battono sempre più anche gli attuali costi operativi del carbone. I progetti riguardanti le energie rinnovabili aggiunti l’anno scorso ridurranno i costi nel settore dell’elettricità di almeno 6 miliardi di dollari all’anno nei paesi emergenti, se confrontato all’aggiunta della stessa quantità di generazione da combustibile fossile. Due terzi di questi risparmi verranno dall’eolico onshore, seguito dall’idroelettrico e dal solare fotovoltaico. I risparmi sui costi vanno ad aggiungersi ai benefici economici e alla riduzione delle emissioni di carbonio. Le prospettive fino al 2022 vedono i costi globali dell’energia rinnovabile continuare a scendere ulteriormente, con una discesa dell’eolico onshore del 20-27 per cento rispetto alla nuova opzione di generazione a carbone più economica. Il 74% di tutti i nuovi progetti solari fotovoltaici commissionati nei prossimi due anni, acquisiti in modo competitivo attraverso aste e gare d’appalto, avranno un prezzo di aggiudicazione inferiore alla nuova energia a carbone. La tendenza conferma che le energie rinnovabili a basso costo non solo sono l’asse portante del sistema elettrico, ma permetteranno anche l’elettrificazione in settori come i trasporti, gli edifici e l’industria, sbloccando al contempo l’elettrificazione indiretta competitiva con l’idrogeno rinnovabile.

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI TRANSIZIONE ENERGETICA: IL RUOLO “DIMENTICATO” DEI SISTEMI DI ACCUMULO

degli impianti normativi nazionali e di integrazione degli accumuli nelle strategie nazionali di sviluppo delle rinnovabili. Tuttavia, in questa fase, le istituzioni europee lasciano, in larga parte, che siano le autorità dei diversi contesti nazionali a individuare traiettorie e strumenti di sviluppo specifici per il settore in ciascun paese. In Italia è evidente la consapevolezza di legislatore e regolatore della necessità assoluta di uno sviluppo efficace e coerente di sistemi di accumulo: obiettivi sfidanti e importanti stanziamenti sono inclusi, ad esempio, nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e nella Strategia nazionale per l’idrogeno.

A livello globale, la produzione di elettricità rappresenta quasi il 27% delle emissioni di gas serra. Questo impatto significativo può essere spiegato dall’uso massiccio di carbone, gas e olio combustibile per alimentare le centrali elettriche. Di fronte a questi fatti, una vasta maggioranza di aziende energetiche si è recentemente impegnata a rendere più verde la propria attività. Il primo passo è quello di diversificare le fonti energetiche, dando più spazio alle energie rinnovabili (eolico, solare, ecc.), a forme di elettricità meno emissive (nucleare, idroelettrico, gas, ecc.) o alla produzione di idrogeno a basso contenuto di carbonio, I sistemi di accumulo possono supportare la Transizione molto popolare negli ultimi anni, e per il quale una grande Energetica mediante alcune principali strategie, quali la sfida è riuscire a produrlo a basso costo. loro integrazione con impianti utility-scale di generazione Che si tratti di un piano di rilancio locale o deda fonti rinnovabili, l’integrazione con impianti gli aiuti europei sovranazionali, la generale di generazione distribuita in configurazioni tendenza di questi ultimi mesi è quella di residenziali e commerciali/industriali, la dirigere le sovvenzioni verso progetti che fornitura di servizi di accumulo in aree In Italia è evidente contribuiscono in modo significativo non interconnesse. Le strategie di funla consapevolezza di alla transizione energetica ma, affinché zionamento e dei servizi erogabili al silegislatore e regolatore essa avvenga davvero, i nodi da sciostema elettrico includono: arbitraggio della necessità assoluta gliere restano ancora molti. Tra questi, sul prezzo dell’energia; supporto alla di uno sviluppo efficace e coerente di sistemi di emerge chiaramente quello degli accuresilienza del sistema elettrico, stabilizaccumulo muli energetici, definiti dall’Osservatozando la volatilità del sistema; gestione rio OIR di Agici l’“anello mancante” nella delle rampe giornaliere; fornitura di servitransizione energetica, a causa delle numerozi di riserva primaria, secondaria e terziaria; se sfide che portano con loro: dal finanziamento, risoluzione delle congestioni; riavvio del sistema alle caratteristiche ingegneristiche e tecniche per la rea- da blackout (black start); differimento degli investimenti lizzazione di impianti efficienti, alla localizzazione di tali di rete. impianti in un contesto di sempre minore disponibilità di spazi adeguati, alla stabilità della rete. Sono queste alcune Dall’analisi dei dati disponibili emerge come gli accumudelle indicazioni che emergono dallo Studio presentato in li in Italia, così come negli altri Paesi europei, siano alle occasione XIII Workshop Annuale dell’Osservatorio svol- prime fasi dello sviluppo, con l’eccezione dei pompaggi tosi a settembre, dal quale sono emerse diverse conside- idroelettrici: nel 2020 la capacità di storage installata è di razioni su contesto di policy, ruolo degli accumuli, stato 7.133 MW, di cui oltre il 99% di pompaggio idroelettrico, dell’arte, capacità prevista, dinamiche di remunerazione, lo 0,8% di storage elettrochimico, lo 0,07% di accumubusiness case e strategie dei principali player del settore lo termico e il restante 0,02% di idrogeno. Riguardo alla energetico, di seguito riassunte. nuova capacità prevista, l’Italia non si posiziona tra i paesi pionieri, ma potrebbe vedere uno sviluppo in tempi più Nella policy europea sono presenti alcuni elementi positivi lontani. In particolare, con la capacità di accumulo elettroe utili allo sviluppo dei sistemi di accumulo, quali il princi- chimico nel Paese passerà dai 181 MW stimati per il 2021 pio di non discriminazione che di fatto stabilisce la neutra- agli 11,8 GW nel 2050, con una crescita media annua del lità tecnologica per la fornitura di risorse di flessibilità per 15,5%. Tale aumento riguarderà principalmente gli imi sistemi elettrici, il contrasto della doppia imposizione di pianti small-scale, per i quali si stima una capacità di 7,4 oneri sui sistemi di storage e i principi di semplificazione GW al 2050. Per lo sviluppo della capacità di accumulo,

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i meccanismi di remunerazione risultano fondamentali. Il panorama di tali strumenti è fortemente variegato nei vari Paesi europei, e riflette diversi orientamenti dei policy-maker locali rispetto alla necessità di incentivazione, alla remunerazione dei mercati dei servizi, o della capacità. Ad oggi, gli impianti di storage elettrochimico in Italia sono economicamente sostenibili solo nella misura in cui possono accedere ai diversi mercati dei servizi ancillari, in quanto l’arbitraggio, immagazzinamento dell’overgeneration e altre strategie non sono sufficienti a sostenere l’investimento. È importante, per far sì che lo storage elettrochimico possa fornire pieno supporto alle esigenze di dispacciamento decarbonizzato che, al termine degli strumenti pilota quali Fast Reserve e UVAM, le autorità rendano possibile l’accesso degli impianti di storage elettrochimico a mercati stabili, come il mercato della capacità. Il livello medio di remunerazione che rende sostenibile un impianto di storage in Italia, se-condo le analisi condotte per lo studio, è intorno ai 57.900 euro/MW/anno.

virtuoso di questa filosofia, valida per l’intero settore. L’impianto di upgrading di biogas per la produzione di biometano, su progetto e tecnologia Bioch4nge di AB per conto dell’azienda agricola La Castellana, dopo essere stato il pioniere nella produzione e immissione in rete a dicembre del primo metro cubo di biometano in Italia a partire da scarti agro-zootecnici, ha da poco raggiunto l’importante traguardo di affidabilità con più di 10mila ore di attività. Alla Castellana si coltivano campi su una superficie di 900 ettari, si allevano suini (circa 15.000 capi) e si produceva energia elettrica da due impianti biogas da 999 kW. Uno dei due impianti biogas è stato poi riconvertito e potenziato riducendo del 30% la produzione di energia elettrica per far coesistere la produzione di biometano che ora è a 450 Sm3 /h. L’azienda agricola La Castellana sta dimostrando come l’agricoltura possa essere innovativa, efficiente e sostenibile, spingendosi oltre il mercato agricolo, zootecnico ed elettrico e creando una nuova filiera legata alla produzione di biometano. Le stime del CIB (Consorzio Italiano Biogas) prevedono infatti che potenzialmente il nostro Paese potrebbe produrre fino a 10 miliardi di m3 di biometano nel 2030, di cui almeno 8 da matrici agricole, da poter utilizzare nel processo in atto verso la decarbonizzazione e la transizione energetica anche in settori in cui ora il suo utilizzo risulta marginale, come per la produzione di GNL per il trasporto pesante.

AGRICOLTURA, ALLEVAMENTI E BOSCHI: NUOVI FONTI ENERGETICHE Nutrire la terra e produrre energia in maniera sostenibile nel rispetto del pianeta è il mantra che sta rivoluzionando il modo di fare agricoltura. Il modello agricolo-circolare, basato sulla fertilità organica del suolo e sull’efficienza d’uso dei fattori produttivi, è riconosciuto quale strumento fondamentale e risposta sostenibile al crescente fabbisogno di alimentazione. D’altro canto la potenzialità di crescita della produzione di biogas e biometano è parte integrante dello scenario in evoluzione del settore agricolo, in funzione della lotta al cambiamento climatico verso la transizione energetica. In questo ambito, l’azienda agricola La Castellana di Corbetta, alle porte di Milano, è l’esempio

Parliamo ora di biomasse con un caso altrettanto interessante che arriva dall’estero, più precisamente dalla Grecia. Ci trasferiamo infatti presso l’impianto di digestione anaerobica Xalastra sito a Salonicco realizzato da Sebigas e costituito da due digestori, progettato con l’obiettivo

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

di processare biomasse tra loro eterogenee e complesse. L’impianto presenta un pre-trattamento dei sottoprodotti composto da un sistema di igienizzazione e uno di pastorizzazione. Il digestato in uscita subisce un processo specifico di trattamento acque finalizzato alla riduzione del contenuto di azoto nel digestato che viene poi apportato ai terreni. Il processo di riduzione dell’azoto è di tipo biologico (Nitro-Denitro) e consiste nell’alternanza di reazioni di nitrificazione e di denitrificazione: La reazione di nitrificazione si ottiene per mezzo di batteri aerobi, che convertono l’azoto presente in forma nitrica, grazie all’insufflazione di aria nel digestato. La reazione di denitrificazione, invece, è eseguita da batteri anossici in assenza/carenza di ossigeno. L’impianto giornalmente processa 148 tonnellate di sottoprodotti, suddivisi in liquame bovino, scarti della produzione della birra, scarti di macellazione, cibi scaduti e siero di latte. L’impianto costruito da Sebigas ha una potenza installata di 1 MWe e permette una produzione di biogas pari a 450-500 Nm3/h. L’impianto biogas consente alle industrie della trasformazione come Xalastra di valorizzare gli scarti producendo energia elettrica da reimpiegare nel proprio ciclo produttivo. Allo stesso tempo, consente l’eliminazione dei costi dati dallo smaltimento degli scarti. Inoltre, il riutilizzo del digestato come fertilizzante e ammendante per I terreni circostanti, è un ulteriore elemento a sostegno del ruolo che il biogas ha nel raggiungimento dell’economia circolare. La possibile integrazione di tecnologie di post-trattamento del digestato consente che ciò avvenga nel rispetto di specifiche limitazioni ambientali.

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È possibile produrre energia elettrica pulita non solo dagli scarti derivanti dalla trasformazione degli alimenti, ma anche dalla produzione della legna. Infatti, la parte biodegradabile ricavata dalla manutenzione dei boschi (e dai residui organici delle attività agricole e agroindustriali) costituisce biomassa solida e dunque se ne può ricavare energia elettrica pulita. Di questo si occupa l’associazione EBS - Energia Biomasse Solide, che rappresenta i principali produttori di energia elettrica da biomasse solide e raggruppa 20 operatori e 23 impianti di taglia superiore ai 5 MW (quindi in questo caso non si parla di trasformazione del legno in pellet, ma di un processo termico che attraverso la combustione del legno produce elettricità) su tutto il territorio italiano. Questa attività, che tra l’altro occupa oltre 5.000 lavoratori considerando l’indotto, genera elettricità per oltre 3.000 GWh, con 420 MW di potenza installata e impiegando circa 3,5 milioni di tonnellate annue di biomassa solida, di cui oltre il 90% prodotta in Italia. Le operazioni principali per il prelievo di biomassa forestale a fini energetici, entrando nel tecnico, comprendono sia interventi selvi-colturali in boschi governati a fustaia, cioè quelli in cui gli alberi si lasciano crescere (attraverso il prelievo degli assortimenti minori, comunemente lasciati in bosco, in seguito a interventi di taglio degli assortimenti forestali maggiori), sia interventi in boschi governati a ceduo, cioè quelli dove gli alberi vengono periodicamente tagliati. Un’ulteriore fonte di approvvigionamento è costituita dal materiale legnoso derivante dai tagli intercalari, ovvero dagli interventi applicati alle giovani fustaie o alle fustaie in via di ricostituzione per aumentarne la stabilità e accrescerne la produzione di valore.


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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI ENERGIE RINNOVABILI E GREEN DEAL EUROPEO

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l Green Deal europeo avrà un impatto notevole sul mercato delle rinnovabili, in particolare nel solare, nei prossimi 5-10 anni. Il programma, grazie a un fondo per la transizione ecologica di 100 miliardi di euro, guiderà la strategia per la crescita dell’Europa. Solo in Italia si prevede di aggiungere entro la fine del decennio altri 30 GW di potenza installata (a fine 2019 si attestava intorno ai 21 GW, con un incremento annuale di 0,8 GW). Per raggiungere questi obiettivi, la tecnologia avrà un ruolo primario nella gestione, manutenzione e funzionamento degli impianti fotovoltaici. Fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero, facendo in modo che tutti i settori dell’economia dell’UE siano in grado di far fronte a questa sfida. Il Green Deal europeo indica la strada da seguire per realizzare questa profonda trasformazione. Tutti i 27 stati membri hanno assunto l’impegno di fare dell’UE il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La Commissione propone di portare al 40% l’obiettivo vincolante delle energie rinnovabili nel mix energetico dell’UE. Le proposte promuovono la diffusione dei combustibili rinnovabili, come l’idrogeno nell’industria e nei trasporti, e prevedono nuovi obiettivi. Inoltre, la riduzione del consumo energetico è essenziale per far diminuire sia le emissioni che i costi dell’energia per i consumatori e l’industria. La Commissione propone di aumentare gli obiettivi di efficienza energetica a livello dell’UE e renderli vincolanti, per conseguire entro il 2030 una riduzione complessiva del 36-39 % del consumo di energia finale e primaria.

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LA RENEWABLE CARBON INITIATIVE (RCI) ATTIRA L’ATTENZIONE MONDIALE Negli ultimi decenni è stato dato il via ad una serie di progetti mirati a sostituire il carbonio di origine fossile con carbonio rinnovabile, originato da biomassa, sfruttamento diretto della CO2 (da gas di scarico industriali o direttamente prelevato dall’atmosfera) e riciclaggio. Secondo nova-Institute, la strategia del carbonio rinnovabile assicura alle aziende un quadro di riferimento per investimenti futuri in cui operare. Inoltre, questa strategia fornisce una chiara direzione per superare la dipendenza dal carbonio fossile, da ultimo eliminandone lo sfruttamento. Questa trasformazione è guidata da marchi e start-up internazionali, coordinati dall’istituto nova-Institut, situato in Germania. Mentre per decenni al fine di invertire i danni antropogenici al clima e all’ambiente ci si è focalizzati in maniera predominante sul settore energetico, un approccio più olistico, che include la strategia del carbonio rinnovabile, è stato accolto positivamente dall’industria chimica e dei beni di consumo. A dicembre 2020, il Bioenergy International Journal ha sottolineato come l’International Energy Agency abbia recentemente evidenziato dei “punti ciechi” del sistema energetico globale. Il giornale evidenzia l’importanza dei derivati petrolchimici, la loro prevalenza nei prodotti quotidiani e il loro necessario impiego per produrre molte parti del sistema energetico moderno. La Renewable Carbon Initiative (RCI) affronta il problema


principale del cambiamento climatico, che è ampiamente correlato all’estrazione e allo sfruttamento di ulteriore carbonio dal terreno. Più lo si estrae dal terreno e più aumenta il problema sopra il terreno. In questa direzione va il recente accordo firmato da Versalis, società chimica di Eni, e Saipem per promuovere su scala mondiale Proesa, la tecnologia proprietaria Versalis per la produzione di bioetanolo sostenibile e di prodotti chimici da biomasse lignocellulosiche. Versalis e Saipem forniranno soluzioni integrate e tecnologicamente all’avanguardia per la produzione sostenibile del bioetanolo. Il processo Proesa, infatti, non utilizza come materia prima colture destinate all’alimentazione umana, ma produce il bioetanolo di seconda generazione (consi-

derato da EU Advanced biofuel) attraverso un processo di idrolisi e successiva fermentazione di biomasse disponibili in abbondanza, come scarti agricoli, cippato di legno e colture energetiche. Versalis gestirà gli aspetti commerciali relativi alla concessione dei diritti di licenza della tecnologia Proesa e fornirà servizi di ingegneria, assistenza e training. Saipem si occuperà di tutte le fasi di sviluppo degli impianti produttivi, dalla progettazione alla realizzazione. Inoltre, le due aziende collaboreranno, con un team congiunto dedicato, a futuri sviluppi del processo industriale. Lo stabilimento Versalis a Crescentino (Vercelli), dove la tecnologia Proesa è stata sviluppata, sarà l’impianto di riferimento per la commercializzazione su scala internazionale da parte delle due società. Thermo King ha invece approvato l’uso del carburante diesel non fossile HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrotrattato) come carburante alternativo più sostenibile per alimentare le unità di refrigerazione di autocarri e semirimorchi. L’utilizzo di HVO biodegradabile al posto del diesel tradizionale consente di ridurre fino al 90% le emissioni di gas serra e l’inquinamento da particolato del motore, a parità di prestazioni. L’azienda ha testato a fondo il biodiesel HVO nelle sue unità per autocarri e semirimorchi su strada e ha condotto test di resistenza nel suo laboratorio nello stabilimento di produzione di Galway, in Irlanda. I risultati hanno mostrato che le prestazioni delle unità non risultano compromesse anche a temperature ambientali molto basse. Il biodiesel HVO può essere utilizzato in sostituzione di o miscelato

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI con diesel normale, senza necessità di modifiche al motore dell’unità o intervalli di manutenzione più frequenti.

SFRUTTANDO LA “CRESTA DELL’ONDA” L’Unità Motore-Pompa Elettro-Idrostatica (EPU) di Moog è protagonista nell’ambito dell’innovativo progetto ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter) per la conversione energetica del moto ondoso sviluppato da Wave for Energy, spin-off del Politecnico di Torino. Una collaborazione che attesta, direttamente sul campo, le grandi potenzialità derivanti dall’applicazione della tecnologia elettroidrostatica oil-embedded, sviluppata da Moog, in sistemiche gestiscono forze elevate con grande efficienza ed affidabilità. «Si tratta di un’importante esperienza di condivisione di know how e competenze diversificate tra fornitori di sistemi di automazione ed Università. - commenta Bruno Fazzari, direttore commerciale di Moog Italia che aggiunge - Un approccio di “innovazione collaborativa” che costituisce da sempre, per Moog, la chiave di successo per riuscire a portare soluzioni avanzate in un numero sempre più ampio di realtà industriali, al fine di migliorare l’efficienza dei sistemi». La sfida nasce dall’ambiziosa idea del Politecnico di Torino di mettere a punto una tecnologia in grado di produrre energia rinnovabile mediante la conversione del moto delle onde del Mar Mediterraneo, con l’obiettivo di renderla disponibile per gli impianti off-shore o di immetterla nella rete elettrica delle comunità costiere. «L’estrazione di energia da un sistema di questo tipo ha bisogno di grandi forze e basse velocità - spiega Giovanni Bracco, Ricercatore Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del PoliTO - È questo il motivo che ci ha spinto a scegliere la trasmissione elettroidrostatica oil-embedded di Moog per lo sviluppo di un sistema Power Take Off (PTO), in grado di convertire il moto irregolare di un albero in energia elettrica stabilizzata, con la massima efficienza e affidabilità». La tecnologia elettroidrostatica oil-embedded firmata Moog, infatti, permette di gestire potenze irregolari con l’utilizzo di un minor numero di componenti, assicurando una trasmissione di energia più efficiente, affidabile e con rendimenti di gran lunga più performanti rispetto a quella elettromeccanica. «La soluzione fornita da Moog, utilizzata anche per il sistema di test e simulazione, è composta da un EPU da 80 CC in ingresso e da un EPU da 19 CC in uscita - continua Fazzari di Moog - Nel mezzo sono presenti, altresì, un ponte raddrizzatore di valvole passive, per raddrizzare il flusso bidirezionale generato dall’EPU

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primaria e un sistema di accumulo per smorzare i picchi di potenza». L’impianto realizzato in collaborazione con Moog è al momento in fase di testing presso il Politecnico di Torino. «Lo scopo della trasmissione elettroidrostatica - interviene infine Mauro Bonfanti, dottorando del Politecnico di Torino - è quello di gestire le potenze derivanti dall’idroscopio interno al sistema per la generazione dell’energia ondosa. Per ottimizzare questo processo è necessario raddrizzare il moto bidirezionale con un sistema di accumulazione che si occupi, da un lato di gestire i picchi di potenza e, dall’altro di estrarne una più pulita e gestibile verso il generatore a valle».


S U C FO FOCUS

RITTAL

Soluzioni per il MERCATO ENERGETICO del futuro Nuove opportunità nel mercato Energy & Power

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l settore energetico si sta trasformando. Di pari passo stanno aumentando i requisiti tecnici per l’uso sostenibile delle risorse, nonché la produzione di energia decentrata o infrastrutture per la ricarica elettrica. «Stiamo assistendo a una crescente ricerca di nuove soluzioni e competenze, unite alla domanda di performance tecniche di altissimo livello nell’ambito della generazione decentrata dell’energia, sistemi di accumulo e infrastruttura per la ricarica elettrica» Giacomo Zambruno - Business Unit Energy & Power Manager Rittal. L’e-Mobility, per esempio, cambierà la vita quotidiana e avrà un impatto radicale sul modo in cui riforniremo i nostri veicoli. Nella maggior parte dei casi, i veicoli non saranno caricati in centri specifici come le stazioni di servizio, ma semplicemente

dove sono parcheggiati: al lavoro, a casa o al supermercato. L’infrastruttura di ricarica dovrà essere capillare e posizionata in ogni area adibita a parcheggio. Rittal, con la sua pluriennale esperienza nel mercato dell’energia e una gamma innovativa di soluzioni, supporta l’implementazione di misure per risparmiare tem-

po e costi lungo l’intera catena del valore, dall’ingegneria alla costruzione efficiente e parzialmente automatizzata di quadri elettrici, fino al servizio. Le soluzioni Rittal si trovano in ogni tipo di sistema di produzione di energia, nelle stazioni di trasformazione, nei quadri di bassa tensione, nelle infrastrutture di ricarica elettrica e nelle applicazioni di accumulo di energia.

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S U C O F FOCUS


SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

BIOENERGIA, BIORAFFINERIA E CHIMICA VERDE A colloquio con Giacobbe Braccio e Isabella De Bari, ENEA

LE BIOMASSE SONO UNA FONTE ENERGETICA RINNOVABILE, CONTINUA E PROGRAMMABILE, CON PREVISIONI DI SVILUPPO IMPORTANTI IN TERMINI ASSOLUTI E RELATIVI, E IL LORO UTILIZZO A FINI ENERGETICI È NEL NOSTRO PAESE UNA REALTÀ DIFFUSA E CONSOLIDATA. PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO NE ABBIAMO PARLATO CON L’ING. GIACOBBE BRACCIO, RESPONSABILE DELLA DIVISIONE BIOENERGIA, BIORAFFINERIA E CHIMICA VERDE DELL’ENEA, E CON LA DR.SSA ISABELLA DE BARI, CHE A PARTIRE DAL 2000 SI OCCUPA DI ATTIVITÀ DI RICERCA CONNESSE ALLO SVILUPPO DI TECNOLOGIE E PROCESSI INNOVATIVI PER LA PRODUZIONE DI BIOCOMBUSTIBILI LIQUIDI (BIOETANOLO) DA BIOMASSE

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Chimica Magazine: Che cosa sono le biomasse?

CM: Come ricavarne energia?

La normativa europea (Direttiva 2009/28/CE), recepita a livello nazionale con il D.Lgs. 28/2011, definisce come biomasse impiegabili a fini energetici sostanzialmente tutti i materiali biodegradabili, indipendentemente dall’origine e dalla classificazione in base alla normativa rifiuti. Dal punto di vista merceologico possono essere classificate in biomasse legnose e residui del verde, residui e/o scarti agricoli e agro-industriali (incluso il comparto zootecnico), colture energetiche, fanghi, rifiuti urbani e industriali, ecc.

La conversione energetica delle biomasse avviene mediante differenti tipologie di processi: biochimici, termochimici (combustione, gassificazione pirolisi), di estrazione di oli etc. In generale è possibile ricavare energia da biomasse sotto forma di: - calore, ottenuto tipicamente a partire da biomasse solide sia per impieghi civili che e industriali; - elettricità, a partire da biomasse solide, bioliquidi (tipicamente oli vegetali) e biogas; - biocarburanti liquidi (ad esempio biodiesel, oli vegetali idrotrattati-HVO, etanolo) e gassosi (biometano). Lo stato di sviluppo delle suddette tecnologie consente di poter definire attualmente mature quelle basate sulla combustione diretta e sulla produzione di biogas utilizzabile per la produzione di energia elettrica o biometano. Per quanto concerne la gassificazione, lo sviluppo può ritenersi commerciale per i sistemi di grande taglia, in misura minore, per quelli di piccola scala accoppiati ai motori a combustione interna e ancora in fase di sviluppo o dimostrativa le applicazioni con celle a combustibile (fuel cells) o con le turbine a gas. CM: Come vengono prodotte le biomasse?

Le biomasse comprendono un insieme di materiali con caratteristiche molto diverse tra loro. Quelle impiegate ai fini energetici possono provenire dai comparti: forestale e agroforestale (biomasse legnose,), agricolo (residui di attività agricole come paglie e potature, colture energetiche dedicate tipicamente poliennali), zootecnico (deiezioni animali), industriale (residui dalle industrie di lavorazione del legno e della carta e dalle industrie agroalimentari) e dal comparto dei residui e dei rifiuti (scarti e residui di varia natura e frazione organica dei rifiuti solidi urbani). Biomasse derivanti da colture dedicate per applicazioni industriali comprendono ad esempio Panicum Virgatum, Miscanthus Giganteus, Arundo Donax, Cardo. CM: Svantaggi e limiti delle biomasse?

Uno dei principali limiti delle biomasse solide è la bassa densità energetica rispetto ai combustibili fossili che impatta sul dimensionamento dello stoccaggio. Per il funzionamento in continuo è necessario infatti avere suffi-

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI ciente disponibilità di materia prima indipendentemente dai cicli e dalle frequenze del suo approvvigionamento ed è questo spesso la principale criticità di questa fonte di energia. Per aumentare la densità energetica vengono attuate trattamenti di densificazione, esempio di questo sono i pellet di legno, prodotti aggregando e comprimendo segatura e polveri di legno, diventando un prodotto caratterizzato da una più alta densità energetica, facilmente trasportabili e alimentabili ai combustori. Un altro limite delle biomasse è la presenza di impurezze dovute alla specifica origine della biomassa soprattutto se di scarto che possono condizionare i processi di trasformazione. Anche la mancanza di una composizione omogenea e costante nel tempo può rappresentare un limite all’utilizzo e come anche la scarsa stabilità fisico - chimica di alcune tipologie. CM: Vantaggi delle biomasse?

Le biomasse vengono considerate neutre rispetto al fenomeno dell’effetto serra in quanto il loro sfruttamento energetico non comporta un incremento della concentra- to anche per raggiungere gli obiettivi previsti dall’attuale zione in atmosfera di anidride carbonica. Questa infatti, quadro normativo sui biocarburanti. dopo essere stata rilasciata ad esempio in fase di combustione viene nuovamente riassorbita e fissata nei tessuti CM: Impatti sull’ambiente? durante la crescita delle piante attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana. Lo strumento che permette di valutare e quantificare gli Va comunque precisato che se si considera l’inaspetti e impatti ambientali delle varie filiere è tero ciclo di vita dei combustibili da biol’analisi del ciclo di vita (LCA - Life Cycle massa il bilancio della CO2 non può Assessment), tramite il quale è possibile Le varie filiere considerarsi a priori nullo dato che in stimare il bilancio di emissioni di gas di produzione di generale le varie fasi di coltivazione, serra e di altri inquinanti dei diversi bioenergia si possono conferimento, trasformazione, trasistemi bioenergetici. Tale bilancio didividere in fasi principali: sporto, conversione energetica richiecoltivazione (o reperimento), pende principalmente dal tipo di madono un consumo di materie prime teria prima, dagli eventuali cambi d’utrasporto, trasformazione ed energia, per cui la sua sostenibilità so del suolo, dai trasporti, dai processi e uso (conversione richiede caso per caso un’analisi più apdi trasformazione della materia prima energetica) profondita. in biocombustibile e dalle tecnologie di conversione finale in energia termica e/o Le biomasse hanno il vantaggio di alimentare elettrica, caratterizzate da diverse efficienze. Le filiere locali possono essere utilizzate per una produzione varie filiere di produzione di bioenergia si possono dividecentrata di elettricità e calore in contesti quali ad esem- dere in fasi principali: coltivazione (o reperimento), trapio le comunità montane. La produzione locale di biogas sporto, trasformazione e uso (conversione energetica). La e digestato quale ammendante rappresenta la modalità fase di coltivazione o reperimento della biomassa include più diffusa ma nuove opportunità possono ad esempio tutte le operazioni necessarie ad ottenere la biomassa, sia derivare da biometano e biocarburanti. L’utilizzo sul ter- essa proveniente da gestione forestale, da coltivazioni deritorio di scarti e sottoprodotti ad esempio per la produ- dicate o da scarti e sottoprodotti. La fase di trasformaziozione di biometano è attualmente fortemente incentiva- ne comprende la trasformazione meccanica, fisico-chimi-

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ad esempio come bioammendante. Diversi processi sono oggi in fase di studio per la trasformazione dell’anidride carbonica, tra questi ad esempio la metanazione della CO2 con impiego di idrogeno verde (power to gas) oppure la produzione di elettro carburanti, tematiche su cui l’ENEA è fortemente impegnata. Altre su cui l’Enea è impegnata arrivano alla valorizzazione delle biomasse attraverso processi biotecnologici e termochimici per la produzione di vettori energetici e chemicals. CM: Quanto possono rendere?

ca, biologica o termochimica della materia prima per la produzione di biocombustibili (legna in varie pezzature, pellet, oli vegetali, biogas, syngas ecc.) o biocarburanti (biodiesel, bioetanolo di prima e seconda generazione ecc.). La successiva fase di conversione energetica include le soluzioni tecnologiche e impiantistiche per la produzione di energia (termica, elettrica e per autotrazione) da biocombustibili e biocarburanti, ognuna delle quali caratterizzata da specifici rendimenti di conversione. Infine il ciclo si chiude con la fase di analisi e gestione degli scarti, dei reflui e delle emissioni in atmosfera. Tra le varie fasi il materiale, biomasse allo stato grezzo o bio-combustibili, vengono trasportati, generalmente su strada o via nave. Per valutare e quantificare gli aspetti e gli impatti ambientali devono essere considerati per ciascuna fase i fattori principali che determinano emissioni di gas serra, altri inquinanti e impatti di diverso tipo e confrontati con quelli determinati dall’uso di combustibili di origine fossile secondo lo stesso approccio di analisi dell’intero ciclo di vita. La bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS) e relativa utilizzazione (BECCUS) incrementa potenzialmente la sostenibilità delle filiere di bioenergia e più in generale di bioraffineria. Considerando che, nei processi di conversione delle biomasse, il carbonio, viene convertito in CO2 o biochar etc, per migliorare l’impatto sull’ambiente, parte del carbonio della biomassa può essere recuperato e reintegrato nel terreno

Per quanto riguarda le colture dedicate di biomasse un’opzione è rappresentata dall’utilizzo di terreni marginali. La coltivazione di piante alimentari in questi terreni non genera reddito e/o non è competitiva rispetto ai terreni agricoli. I terreni si possono comunque prestare alla coltivazione di diverse specie con caratteristiche di elevata rusticità incluse specie forestali. Il tipo di coltura dipende dal tipo di terreno. Le cause della marginalità possono essere: l’elevata pendenza, la scarsità di suolo, la scarsità di acqua, l’eccesso di acqua, la salinità, etc. Un esempio è rappresentato dalla filiera del cardo di Novamont in Italia che potrebbe offrire nuove opportunità di reddito per gli agricoltori che operano su terreni marginali o incolti. Ad esempio in Sardegna con la coltivazione del cardo l’agricoltore percepisce in totale circa 245 €/ ha per anno, di cui un reddito garantito di 100€/ha per anno, previsto dall’accordo di collaborazione tra Novamont e Coldiretti, e 145 €/ha per anno dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna. Altre opportunità di reddito derivano dall’utilizzo locale di sottoprodotti agricoli per produrre biometano. Questa filiera è incentivata tramite l’emissione di appositi certificati (CIC) del valore di 375 euro l’uno, riconosciuti dal GSE. Un altro aspetto fondamentale di cui tenere conto è che il reddito derivante dalle cessioni di biometano non è soggetto né a imposte dirette né ad IRAP se l’attività svolta dall’agricoltore rientra nel reddito agrario. CM: Biomasse in Italia: stato attuale e prospettive?

In Italia, tra il 2005 e il 2018, la produzione di energia da fonti rinnovabili è raddoppiata, passando da 10,7 a 21,6 Mtep e coprendo circa il 17,8% del Consumo finale Lordo Nazionale, superiore al target del 17% fissato per il 2020 dalla Direttiva 2009/28/CE, unico tra i principali Paesi UE. Il settore che ha fornito il maggior contributo

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI sono state le bioenergie (10,6 Mtep), utilizzate soprattutto per produrre energia termica (72,7% del totale) seguite dall’elettricità e biocarburanti per i trasporti (rispettivamente 15,5% e 11,8%).

da biomassa era di circa 2477 TWh (460 TWh di energia elettrica), di cui il 89% derivava da biomassa solida e il 10% (in particolare in Europa e in Italia) da biogas [IEA, “Outlook for biogas and biomethane: Prospects for organic growth,” World Energy Outlook Spec. Rep., 2020]. Nello stesso anno la capacità di produzione dell’energia elettrica da biomassa a livello mondiale raggiungeva circa 124 GW, pari al 7,8% della potenza installata di tutte le fonti rinnovabili e all’1,5% dei 7700 GW della capacità elettrica globale [IRENA, “Renewable Energy Technologies Statistics,” 2020; N. Sönnichsen, “Global installed power capacity by source 2017,” 2019].

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) italiano prevede la copertura, nel 2030, del 30% del consumo finale lordo di energia con fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi europei, con la previsione di un consumo finale lordo di energia di 111 Mtep, di cui circa 33 da fonti rinnovabili. Un simile obiettivo dovrà essere raggiunto con una crescita di tutte le fonti, sia per quel che riguarda La biomassa è la generazione di elettricità che per gli la fonte di energia usi termici e il settore dei trasporti. In Europa (UE 28) nel 2019 i consurinnovabile più diffusa Per quel che riguarda in particolare mi finali lordi da FER sono stati di e disponibile a livello le bioenergie, è prevista una significa218 Mtep di cui il 49% nel settore mondiale: nel 2019 tiva riduzione nella potenza elettrica termico, 42% nel settore elettrico e ha contribuito con circa installata (dai 4.135 MW del 2017 ai il 9% nei trasporti. Questi rappresen57 EJ (1362 Mtep) 3.760 MW nel 2030), una crescita motano il 18,9% del totale (1155Mtep), desta per il riscaldamento e raffrescamenincrementata di 0,9% rispetto al 2018. A to domestico e collettivo (da 7.265 ktep nel livello comunitario le bioenergie coprono il 2017 ai 7.430 ktep nel 2030) a fronte però di un 49,2% degli usi di FER complessivi, ossia 107,2 notevole aumento del contributo dei biocarburanti e alla Mtep di cui 83% nel settore termico (fonte: https://www. decarbonizzazione del settore trasporti (dai 1.060 ktep gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20 del 2017 ai 2.337 ktep previsti per il 2030). statistici/GSE%20-%20Fonti%20rinnovabili%20in%20 Italia%20e%20in%20Europa%20-%202019.pdf ). CM: Biomasse: il confronto con l’estero? Le biomasse utilizzate per scopi energetici in UE secondo dati riferiti al 2018 sono: 69 % forestali, 20 % agricoLa biomassa è la fonte di energia rinnovabile più diffusa le, 11% Rifiuti (fonte: Bioenergy Europe Statistical Report e disponibile a livello mondiale. Il 46% di questa energia 2020, presentato al Webinar BIOCOGEN 2030 EUBCE (26 EJ) è utilizzata per riscaldare e cucinare con sistemi 2021). tradizionali a bassa efficienza 10÷20% (per lo più in Paesi in via di sviluppo), il 45% è utilizzata con sistemi ad alta efficienza nel settore residenziale e industriale, mentre il I PROFILI DEGLI INTERVISTATI restante 8,9% della biomassa viene utilizzata sotto forma di biogas (2,4%) e biocombustibili liquidi (6,5%). Isabella De Bari. In organico al dipartimento TERINNel 2019, la biomassa utilizzata per scopi energetici ha contribuito con circa 57 EJ (1362 Mtep), per 9,7%, al fabbisogno mondiale, valutato in circa 14385 Mtep, e costituisce il 66% del contributo di tutte le fonti di energia rinnovabile e il 9% di tutte le fonti di energia [IEA, “Global Energy Review 2019 - The latest trends in energy and emissions in 2019,” 2019; Joint Research Centre, “Brief on biomass for energy in the European Union,” Eur. Comm. Knowl. Cent. Bioeconomy]. Nel 2018, la produzione mondiale di elettricità e calore

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Tecnologie delle Fonti Rinnovabili. Si occupa di processi di conversione delle biomasse lignocellulosiche in biocarburanti e intermedi chimici “green”. Coordina il laboratorio ENEA sui processi e le tecnologie per le bioraffinerie e la chimica verde ed è rappresentante italiano nella task IEA Bioenergy 42 sulle bioraffinerie nell’economia circolare. Giacobbe Braccio. In organico al Dipartimento TERINTecnologie delle Fonti Rinnovabili Responsabile . Esperto di energie rinnovabili in particolare, energia solare, bioenergia. Responsabile della Divisione Bioenergia Bioraffineria del dipartimento Energia finalizzata allo sviluppo di tecnologie per la valorizzazione delle biomasse per fini energetici, bioprodotti e chimica verde.


UN SISTEMA ENERGETICO SOSTENIBILE PER L’UNIONE EUROPEA Marco Colombini Analista economico

PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO DI UNA UNIONE EUROPEA NEUTRALE IN TERMINI DI EMISSIONI ENTRO IL 2050 E RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI CLIMATICI DELL’ACCORDO DI PARIGI, È NECESSARIO SVILUPPARE UN SISTEMA ENERGETICO SOSTENIBILE, EFFICIENTE, COMPETITIVO E SICURO

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

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a mitigazione degli effetti del cambiamento climatico è una delle più grandi sfide che la società moderna deve affrontare, ed è strettamente legata alla questione del futuro sistema energetico. La Commissione Europea ha proposto l’obiettivo vincolante di zero emissioni nette di gas serra (GHG) per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in linea con l’azione dell’Accordo di Parigi, che mira a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2 °C, o preferibilmente al di sotto di 1,5 °C. Per raggiungere l’obiettivo di un Unione Europea a zero emissioni entro il 2050, deve essere sviluppato un sistema energetico sicuro, sostenibile e competitivo. Secondo il Blue Map Scenario e il Sustainable Development Scenario dell’International Energy Agency (IEA), è necessaria un’ampia gamma di tecnologie per ridurre le emissioni legate all’energia. Tra le più importanti ci sono quelle che possono aumentare l’efficienza energetica, l’uso delle energie rinnovabili, il cambio di combustibile per l’uso finale e la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Il trasporto è il settore dominante nel consumo finale di energia in Europa, per circa il 30%, seguito dalle famiglie e dall’industria. È ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili ed è responsabile di più di un quarto delle emissioni di gas serra nell’Unione. La quota di energia da fonti energetiche rinnovabili (FER) nel settore dei trasporti ha raggiunto l’8,9% nel 2019, l’1,1% al di sotto dell’obiettivo della direttiva sulle energie rinnovabili per il 2020, mentre la quota di energia da FER nel consumo finale di elettricità e di riscaldamento e raffreddamento è rispettivamente del 34% e del 22%.

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Secondo lo studio REmap presentato dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), in collaborazione con la Commissione Europea, la biomassa continuerà a giocare un ruolo essenziale nella transizione alle energie rinnovabili anche dopo il 2030, insieme al solare fotovoltaico e all’energia eolica per la produzione di elettricità. Tuttavia, ci sono ancora alcune sfide e questioni relative all’uso della biomassa per la produzione di biocarburanti da prendere in considerazione, la più importante delle quali è: possiamo produrre abbastanza biomassa per soddisfare la futura domanda di cibo, foraggio e biocarburante? Come i cambiamenti nell’uso del suolo causati da ulteriori coltivazioni potrebbero influenzare la biodiversità? Nonostante ciò, il passaggio dall’attuale sistema di trasporto su strada basato sui carburanti convenzionali (benzina e diesel) a un nuovo sistema di trasporto basato sui carburanti alternativi si concentrerà sui biocarburanti (bioetanolo, biodiesel, diesel Fischer-Tropsch), insieme a elettricità, gas naturale, gas di petrolio liquefatto (GPL) e idrogeno. Nel settore elettrico, l’eolico e il solare fotovoltaico saranno sempre maggiormente impiegati nonostante la loro intermittenza. L’eolico rappresenta il 35% e il solare il 13% della produzione totale di elettricità da FER nell’UE nel 2019. Inoltre, l’energia solare è stata identificata come la FER con la crescita maggiore. Data la competitività dei costi di entrambe le tecnologie, ci si aspetta che la generazione di elettricità da queste due fonti continui a crescere rapidamente. Per progettare reti di approvvigionamento di energia rinnovabile per una transizione graduale dall’attuale sistema energetico a uno rinnovabile entro il 2050, è necessario considerare la produzione e la fornitura di elettricità rinnovabile, biocarburanti di prima, seconda e terza generazione, idrogeno e bioprodotti da diverse FER, che interagiscono direttamente con la rete di approvvigionamento alimentare. L’obiettivo quello di massimizzare il valore attuale netto della sostenibilità, raggiungendo soluzioni equilibrate tra i pilastri economico, ambientale e sociale. Pertanto, l’ottimizzazione sostenibile multicriterio della transizione graduale verso


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workshop


SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI una rete di approvvigionamento di energia rinnovabile a ed emergenti. Tale approccio è stato sposato dall’Unione livello UE deve considerare simultaneamente la produ- Europea. zione e l’approvvigionamento di elettricità rinnovabile, Nella rete integrata di approvvigionamento sono consibiocarburanti e cibo, tenendo conto dei cambiamenti derate diverse tecnologie sia per il trattamento della biodinamici e della disponibilità geografica delle FER, del- massa che per la produzione di energia. Per alcune di esse le tendenze future previste per i costi di investimento e è stata convalidata la fattibilità tecnica e la scalabilità, produzione delle tecnologie e dei miglioramenti dell’ef- mentre lo stato della commercializzazione non è lo stesso ficienza energetica. Tali reti di approvvigionamento su per tutte le tecnologie. Per la produzione di sostituti della larga scala possiedono un enorme numero di interazioni benzina sotto forma di bioetanolo di prima generazione, molto complesse. Quando queste interazioni sono con tecnologia di macinazione a secco, ben conogestite simultaneamente con procedure effisciuta e impiegata in tutto il mondo, non ci cienti, è possibile sfruttare numerosi effetti si aspettano grandi miglioramenti, poiché I miglioramenti sinergici dei sottosistemi, con procedure a causa del dilemma cibo vs. energia ci nel pretrattamento che garantiscono anche l’ottimalità dei si aspetta che venga sostituito da impotrebbero portare risultati per un dato insieme di condipianti di seconda generazione. Per a prezzi di vendita del zioni, attraverso una pianificazione a quest’ultimo caso sono considerabioetanolo tra 1,5 e 2 $/ lungo termine prendendo in considete diverse tecnologie, quella basata gal e una diminuzione razione le tendenze dei prezzi futuri e sull’idrolisi e la fermentazione degli dell’investimento di gli sviluppi tecnologici. zuccheri, di cui esistono già divercirca il 50% si impianti che sono per lo più in fase dimostrativa. La fase più impegnativa è TECNOLOGIE DI PRODUZIONE quella del pretrattamento, poiché è altamente dipendente dalla biomassa e mostra problemi relaLo sviluppo delle tecnologie di energia rinnovabile e l’ot- tivi alla resa e alla formazione di inibitori come il furfutimizzazione delle supply chain di energia rinnovabile su rolo. I miglioramenti previsti nel pretrattamento, grazie larga scala sono stati ampiamente indagati negli ultimi a tecnologie quali ammonia fibre explosion (AFEX), uno anni. La panoramica dei risultati passati e attuali in que- dei metodi di pretrattamento della lignocellulosa più testo campo mostra che i futuri sistemi sostenibili dovreb- stati con successo per la produzione di zuccheri fermenbero essere implementati su scale geografiche ampie e tabili dalla biomassa, o il pretrattamento acido diluito è orizzonti a lungo termine, considerando la produzione di il metodo più comune ed efficiente per le materie prime più prodotti attraverso l’uso di diverse tecnologie attuali lignocellulosiche per dissolvere l’emicellulosa della biomassa; ma anche la ricerca di nuovi enzimi per l’idrolisi degli zuccheri C5. I miglioramenti nel pretrattamento potrebbero portare a prezzi di vendita del bioetanolo tra 1,5 e 2 $/gal e una diminuzione dell’investimento di circa il 50%. In alternativa, si può usare la gassificazione, riducendo la dipendenza dalla struttura della biomassa. Una volta purificato il syngas, si possono scegliere due percorsi di sintesi, quella catalitica o la fermentazione del syngas. Nonostante gli sforzi del NREL, i grandi

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grado di raggiungere prezzi di produzione dell’idrogeno competitivi. Il Technology Readiness Level (TRL - Livelli di Maturità Tecnologica) dell’idrogeno è ancora 5, a causa della combinazione della tecnologia del reattore a membrana e della gassificazione della biomassa. Tuttavia, il costo delle tecnologie di gassificazione della biomassa dovrebbero diminuire del 20% nei prossimi 30 anni. In aggiunta a queste tecnologie è bisogna considerare anche la produzione di biodiecosti di investimento richiesti dagli impianti basati sulla sel dall’olio da cucina esausto o dalle alghe per sostituire gassificazione rispetto a quelli basati sull’idrolisi rappre- il diesel a base di greggio. Oltre a una fonte alternativa sentano una barriera al progresso di questa tecnologia. per sostituire il petrolio, per il processo è necessario anNei prossimi 25 anni i costi di investimento e di pro- che un alcool, con la conseguente produzione di FAME duzione dovrebbero diminuire rispettivamente al 75% (Fatty Acid Methyl Esters) dal metanolo o FAEE (Fatty e al 25% rispetto ai valori attuali. Solo la produzione Acid Ethyl Esters) dall’etanolo. Mentre ci sono impiandi metanolo dal biosyngas ha già raggiunto lo stato di ti commerciali che usano olio e metanolo già in funziocommercializzazione, poiché la tecnologia di produzione ne, la produzione di olio di alghe è ancora a TRL 3-5, mentre l’uso di etanolo è ancora agli inizi. Ci è ben nota nell’industria petrolchimica. Esiste la sono risultati sperimentali incoraggianti possibilità di sostituire la benzina usando la riguardo a questa tecnologia, ma il fatto frazione di benzina prodotta nel processo Oltre alla che il metanolo sia più economico siFischer-Tropsch (FT). La prima sezione produzione di gnifica che non ci sono molte ragioni del processo è comune alla produzione biocarburanti, l’energia per usare l’etanolo. L’unico vantaggio termochimica di bioetanolo, poiché il viene prodotta all’interno è la produzione rinnovabile di bioebiosyngas è la materia prima richiesta della rete utilizzando tanolo all’interno della rete. Queste nella sintesi FT. In questo procespannelli fotovoltaici, tecnologie ci permettono di fornire so viene prodotto, oltre alla benzina turbine eoliche e risorse bioetanolo e gasolio verde per sostituverde, anche il diesel FT. Ciò è dovuto geotermiche ire la benzina a base fossile, biodiesel e al fatto che la sintesi FT consiste nel far diesel FT per sostituire il diesel, idrogeno crescere la catena di idrocarburi a partire da ad alta purezza, elettricità rinnovabile e bioCO e idrogeno. Attualmente, sono disponibili processi basati sul diesel o sulla benzina, che operano ri- prodotti, come glicerolo e dried distillers grains with spettivamente a temperature più basse e più alte (LTFT e solubles (DDGS). Il sistema permette anche il riutilizHTFT) che con l’avanzare dell’industrializzazione si pre- zo dell’energia in eccesso, del bioetanolo e dell’idrogeno vede che nei prossimi 25 anni l’investimento di capitale all’interno della rete. Va notato che il modello è flessibirichiesto scenderà al 25% del costo attuale. L’idrogeno è le, permettendo l’integrazione di altre tecnologie quando un altro prodotto ottenuto dalla gassificazione della bio- necessario. massa. Infatti, una volta prodotto il biosyngas, è possibile Oltre alla produzione di biocarburanti, l’energia vieusare una water gas shift rection (WGSR) per ottenerlo. ne prodotta all’interno della rete utilizzando pannelli Quest’ultima è una tecnologia consolidata, mentre negli fotovoltaici, turbine eoliche e risorse geotermiche. Le ultimi anni sono stati sviluppati reattori a membrana in turbine eoliche sono pienamente commerciali, e il co-

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

IEA. All rights reserved.

considerano come obiettivo il VAN (Valore Attuale Netto) di Global average annual energy investment needs by sector and technology sostenibilità, questo implica che in the Net Zero Emission 2050 le soluzioni proposte rappresenFuels tino un compromesso tra aspetti 2016‐20 Oil economici, ambientali e socia2021‐30 Natural gas li. Si è osservato che quando si Coal 2031‐40 massimizza il VAN di sosteniLow‐emissions fuels 2041‐50 bilità, si ottiene una soluzione Electricity equilibrata tra tutti gli aspetti, Fossil fuels without CCUS 2016‐20 4 con il più alto contributo del Fossil fuels with CCUS 2021‐30 VAN ambientale alla sostenibiNuclear lità. Infatti, prendendo in consi2031‐40 Renewables derazione simultaneamente tutti 2041‐50 Battery storage e tre i pilastri della sostenibilità, Infrastructure invece che solo quelli economici Electricity grids 2016‐20 EV chargers è possibile ottenere la massimiz2021‐30 Hydrogen infrastructure zazione del VAN della sostenibi2031‐40 Direct air capture lità. Per arrivare a questi risultati CO₂ transport and storage 2041‐50 nei prossimi 30 anni, l’Unione End‐use Europea deve in primis ottimizRenewables 2016‐20 zare la quota attuale di energie Hydrogen 2021‐30 Efficiency rinnovabili. Il bioetanolo è il Electrification sostituto più promettente per la 2031‐40 CCUS benzina, esso potrebbe sostitui2041‐50 re circa l’85% della benzina, in 0.5 1.0 1.5 2.0 linea con la domanda mirata di Trillion USD (2019) combustibili liquidi nel trasporIEA (2021) to stradale nel 2050, e la quota Investment increases rapidly in electricity generation, infrastructure and end-use sectors. di benzina verde in questa tranFossil fuel investment drops sharply, partly offset by a rise in low-emissions fuels. sizione dovrebbe essere circa il Notes: CCUS = carbon capture, utilisation and storage; EV = electric vehicle. Infrastructure includes electricity networks, public EV charging, CO2 pipelines and storage facilities, direct air capture and storage facilities, 15%. Se l’attuale quota di FER stohydrogen refuelling stations, and import and export terminals for hydrogen. dell’investimento dovrebbe diminuire del 10-15% nel trasporto stradale sarà ottimizzata, potranno essere nei prossimi 30-40 anni mentre il costo dell’elettricità prodotti 11.150 KTPA (Kilo Tons per Annum) di sosti4.2.2 Economic activity può essere ridotto di circa il 25-40% entro il 2050 per tuti della benzina (bioetanolo e benzina verde). The energy transition required for net‐zero emissions Anche by 2050 affect all economic quantità aumenterà costantemente nei prossimi i sistemi onshore e offshore, rispettivamente. i will Questa activities directly or indirectly. In co‐ordination with the International Monetary Fund, we pannelli fotovoltaici sono allo stato commerciale e nei 30 anni, e nel 2050 si prevede di produrre più di 50.000 have modelled the medium‐term global macroeconomic impact of the changes in the energy prossimi 30 anni sono attese riduzioni maggiori dei costi KTPA di sostituti della benzina. Per quanto riguarda la di investimento e di elettricità livellata, fino al 60-70%. sostituzione del diesel a base fossile, il biodiesel dalle al| Wider implications of achieving net-zero emissions 155 oli di cucina usati sono stati proposti PerChapter quanto4 riguarda la geotermia, i TRL sono ancora allo ghe e alcuni dagli stato dimostrativo, 5-7, mentre il costo di investimento come l’alternativa più promettente. Nella produzione di biodiesel come agenti di transesterificazione possono esdovrebbe diminuire del 30%. sere impiegati sia il metanolo che il bioetanolo, ma con la sola produzione di biodiesel con metanolo, più economico rispetto al bioetanolo riciclato, potrebbero essere IMPATTI ECONOMICI prodotti circa 18.600 KTPA di biodiesel. La produzione Vi sono diversi studi sull’impatto economico della so- di diesel FT come sostituto del diesel dovrebbe essere stenibilità all’attenzione delle istituzioni europee, che scelta solo negli anni successivi (dopo il 2040), quando

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la tecnologia e il processo produttivo saranno ormai maturi. Questo tipo di diesel dovrebbe coprire fino al 20% della domanda e il biodiesel il restante 80%. Possiamo presumere che si verifichi il 50% dell’elettrificazione del settore dei trasporti nei prossimi 30 anni, in modo che la domanda totale di combustibili liquidi scenda alla metà del livello odierno entro il 2050. Un altro prodotto economicamente vantaggioso per il suo alto prezzo di vendita è l’idrogeno. La produzione di idrogeno dovrebbe aumentare nei prossimi 30 anni, raggiungendo 5.700 KTPA nel 2050. In termini di generazione di elettricità rinnovabile, i parchi eolici sono la soluzione suggerita, che è già e continuerà ad essere una forza trainante nella transizione verso un sistema di elettricità sostenibile. Nei prossimi anni un gran numero di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici dovrebbero essere installati nell’UE. Si prevede che nel 2050 il consumo lordo di elettricità aumenterà, anche a causa dell’elettrificazione del trasporto stradale, nell’UE saranno installate circa 550.810 turbine eoliche e 5.636 km2 di pannelli fotovoltaici. Ciò significa che il 57% della domanda di elettricità rinnovabile dovrebbe essere soddisfatta dalle turbine eoliche e il 43% dai pannelli fotovoltaici. Le turbine eoliche sono vantaggiose nelle prime fasi della transizione a causa dei profili di generazione più stabili, mentre la quota dei pannelli fotovoltaici aumenterà nelle ultime fasi principalmente a causa della prevista riduzione dei costi di investimento. Si prevede che in Portogallo l’energia eolica e solare coprirà circa il 75% della domanda di elettricità nel 2050, mentre per l’Europa sud-orientale le quote previste di turbine eoliche e fotovoltaiche sono rispettivamente del 28,9% e del 22,5%.

BENEFICI ECO-AMBIENTALI

L

a transizione verso un sistema energetico sostenibile e più efficiente porterebbe una serie di benefici, come la crescita economica e nuove opportunità di lavoro, la riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia, una maggior sicurezza dell’approvvigionamento energetico, lo sviluppo sostenibile delle regioni rurali, il miglioramento del benessere umano e la riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico.

RINNOVABILI E CONSUMO DI SUOLO

P

er raggiungere la neutralità climatica in Europa è necessario usare una significativa quantità di terra aggiuntiva (circa il 6%). Pertanto, l’ulteriore sviluppo delle tecnologie dovrebbe mirare a minimizzare l’uso del suolo, il che permetterebbe la conservazione della biodiversità e della qualità della vita. Le turbine eoliche offshore, il fotovoltaico che non richiede ulteriore terreno (installazioni sui tetti, pannelli fotovoltaici semitrasparenti e traslucidi), possibilmente l’elettrificazione completa del settore dei trasporti e la padronanza dei reattori nucleari a fusione potrebbero essere esempi di tali tecnologie. La ricerca è attualmente in corso per considerare l’inclusione della generazione di calore, l’uso dell’immagazzinamento di energia su larga scala l’integrazione energetica intersettoriale, le materie prime e la produzione di massa di idrogeno rinnovabili, per valutare come evitare ulteriore consumo di suolo per produrre energia.

A livello dell’UE, c’è anche la possibilità di andare oltre questi obiettivi. In questo caso, è possibile produrre circa 74.745 KTPA di bioetanolo e 8.573 KTPA di benzina verde, insieme a 81.737 KTPA di biodiesel e 32.253 KTPA di diesel - FT. Tuttavia, questo porterebbe a una perdita di biodiversità, poiché la terra aggiuntiva sarebbe necessaria per la coltivazione di colture energetiche. Per soddisfare la domanda dell’UE di biocarburanti ed elettricità rinnovabile nel 2050, è necessario il 14,7% della superficie totale del terreno. Si noti che quasi l’8% dell’area totale a livello UE è già dedicata alla produzione di mais e grano, quindi è necessario un ulteriore 6,7%, di cui 1,9% per la coltivazione del miscanto, 2,5% dell’area totale per l’installazione di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici, e il resto per la coltivazione di alghe e colture agricole. Inoltre, nei primi anni, viene proposto un ulteriore rimboschimento per i benefici ambientali associati, mentre negli anni successivi l’area necessaria per soddisfare la domanda di biocarburante ed elettricità aumenterà a tal punto che il rimboschimento non sarà più possibile. Il potenziale di terra dell’UE-27 per la produzione di materie prime per la bioenergia è stato stimato al 5-10% senza influire sulla produzione alimentare e senza perdita di biodiversità.

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI

IL LUNGO CAMMINO DELLE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA SECONDO IL RENEWABLE ENERGY REPORT 2021, PRESENTATO DALL’ENERGY&STRATEGY GROUP, SCHOOL OF MANAGEMENT POLITECNICO DI MILANO, L’ITALIA NON TIENE IL PASSO SOSTENUTO DELL’EUROPA: NEL 2020 LA POTENZA INSTALLATA È DIMINUITA DEL 35%. «CON QUESTO RITMO» SECONDO IL PROF. CHIARONI «ANCHE SFRUTTANDO AL MASSIMO I 5,9 MILIARDI DI EURO PREVISTI DAL PNRR NON SI RAGGIUNGERANNO GLI OBIETTIVI POSTI DAL PNIEC 2030, CHE RICHIEDEREBBERO UNA CRESCITA DEL 175%. LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DEVE ESSERE UNA SCELTA POLITICA E PORTARE CON SÉ INTERVENTI NORMATIVI E REGOLATIVI, NON SOLO INCENTIVI E INVESTIMENTI» 30

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AAAAAA

A

livello globale il mercato delle rinnovabili è in grandissima espansione, con una crescita che non si è arrestata nemmeno con il Covid: l’Europa ha superato nel 2020 la quota di 650 GW di potenza complessivamente installata, con il fotovoltaico e l’eolico che hanno superato la soglia rispettivamente dei 160 e 200 GW in poco più di un decennio. La marcia verso la completa decarbonizzazione, che l’Europa si è posta come obiettivo per il 2050, è dunque avviata e sta catalizzando l’interesse del mondo industriale e finanziario. Purtroppo, lo stesso non si può dire dell’Italia, che ha mostrato nel decennio una capacità di crescita decisamente inferiore a quanto fatto registrare dall’Europa, con uno stallo che è cominciato già nel 2018 e quindi ben prima della pandemia. Stando ai risultati del settimo Rapporto sulle energie rinnovabili in Italia redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato a fine maggio 2021, la nuova potenza da rinnovabili installata nel nostro Paese nel 2020 è stata di 784 MW, il 35,4% in meno (427 MW) rispetto al 2019, a causa soprattutto del calo dei nuovi impianti eolici, precipitati del 79% dai 413 MW del 2019 agli appena 85 MW del 2020. Come sempre, lo scorso anno è stato il fotovoltaico a guidare la classifica delle installazioni con 625 MW, mentre l’idroelettrico si è fermato a 66 MW e le biomasse a 8 MW.

ca legata alla necessità non più derogabile di mitigare l’effetto dannoso sul clima delle emissioni di gas, e non si disegna un percorso politico di concreto sviluppo, sfruttando al massimo l’enorme potenziale impiantistico, industriale e commerciale che abbiamo costruito in oltre un decennio. È da un mix integrato e coerente di provvedimenti normativi, così come da un mix integrato e coerente (per taglia e fonte) di impianti da rinnovabili, nuovi e ammodernati, che dipende il futuro del comparto in Italia». «Certamente, nello stallo delle rinnovabili un ruolo importante l’ha giocato il Covid-19, con l’impossibilità per diversi mesi di procedere nelle attività sul campo e l’oggettivo clima di incertezza economica, ma non possiamo attribuire alla pandemia tutte le responsabilità: il calo del mercato nel nostro Paese è stato più forte che altrove, dimostrando le fragilità del sistema» continua Chiaroni. «Con il Renewable Energy Report 2021, che giunge in un momento di fermento positivo, abbiamo colto l’occasione di investigare le ragioni profonde della crisi e trarne ispirazione per la ripartenza, ad esempio ponendo l’accento sulla forte crescita, nonostante tutto, delle tecnologie associate alle rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico: la presenza di investimenti importanti e l’identificazione della traiettoria della decarbonizzazione ha permesso lo sviluppo di soluzioni più competitive sotto il profilo dei costi, in grado di abilitare mercati solo di rinnovabili».

Il costo dell’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, infatti, è princiPotenza complessiva da fonti rinnovabili in Italia palmente condizionato da quello delle 60.000 tecnologie abilitanti, in particolare dei 50.000 moduli fotovoltaici e dei materiali che 40.000 li compongono, ma la significativa 30.000 evoluzione tecnologia sta permettendo di raggiungere livelli competitivi 20.000 a quelli delle fonti fossili. Nel medio 10.000 periodo si prevede di raggiungere un 0 livello di costo dei moduli fotovoltai2012 2010 2011 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2013 2014 ci inferiore a 20 cent/W, a fronte di Fotovoltaico Bioenergie Geotermico Eolico Idroelettrico un incremento nell’efficienza fino al 22,5%: e questo vale non solo per il I 5,9 miliardi che il Piano Nazionale di Ripartenza e Resi- nuovo installato, ma anche per gli impianti già esistenti, lienza mette a disposizione del comparto delle rinnovabili, attraverso interventi di revamping e repowering permetnell’orizzonte 2021-2026, potranno fare la differenza? Se- terebbero di aumentare la produzione anche del 50-70%. condo Davide Chiaroni, Vicedirettore dell’Energy&Stra- Al momento, però, continuiamo a registrare dati in contegy Group della School of Management del Politecnico di trotendenza rispetto al resto d’Europa, ad esempio se si Milano, la risposta è negativa, «se non si parte dall’assunto guarda all’andamento delle aste per i grandi impianti, in che la transizione ecologica è frutto di una precisa scelta politi- particolare eolici e fotovoltaici, dove si assiste a un calo

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI drammatico nel coefficiente di saturazione del contingente messo a disposizione, dal 100% del primo bando (30 ottobre 2019) al 24% del quarto bando conclusosi da poco. Il risultato, poco lusinghiero, è di aver aumentato, anziché ridurli come previsto dal meccanismo competitivo, i prezzi medi di assegnazione, penalizzando le installazioni di grande taglia.

voltaico. Tuttavia, le effettive installazioni sono state molte meno, perché il forte incremento delle domande non si è tradotto in un aumento del tasso di rilascio delle autorizzazioni, che lo scorso anno hanno superato a malapena i 500 MW. Oltre a rallentare lo sviluppo del mercato, questo andamento delle autorizzazioni ha un impatto di costo non trascurabile, perché le lungaggini autorizzative spingono ad avere meno impianti concorrenti Gruppo A nelle aste, e porta con sé difficoltà di 100% 1160,8 100% 1.200 pianificazione, valutazione e monito85% 90% raggio. 1.000 80% Nel corso dell’ultimo anno sono stati 70% 774,7 introdotti alcuni provvedimenti che 800 60% hanno modificato il quadro normati600 50% vo e regolatorio, dalla semplificazio41% 500 500 500 425,3 40% ne dell’iter per l’ammodernamento 400 24% 313,9 30% 279,3 di impianti esistenti alla possibilità 20% di accesso ai meccanismi di incen200 10% tivazione del Decreto FER 1 per gli 0 0% impianti che non hanno accettato lo 1° bando 2° bando 3° bando 4° bando Spalma-incentivi volontario, dall’inContingente Richieste inviate Richieste in posizione utile Saturazione troduzione delle Energy Community nel quadro normativo nazionale all’istituzione del nuovo Ministero della Transizione ecologica. Tuttavia, stando alle I NODI DEL CONTESTO ITALIANO: LE opinioni degli operatori del settore, la strada intrapresa SFIDE PER LA RIPARTENZA non è abbastanza coraggiosa, il rilancio del mercato delle Come mai il mercato italiano sembra essere meno propen- rinnovabili richiederebbe interventi più mirati. so a crescere e innovarsi? Le ragioni, come messo in evidenza dall’interazione con le aziende partner della ricerca, L’OCCASIONE DEL PNRR E LA stanno in due “nodi” connessi al quadro normativo e rego- COSTRUZIONE DELLO SCENARIO latorio: le difficoltà di ottenimento del titolo autorizzativo, “AUSPICABILE” PER LE RINNOVABILI IN prerequisito necessario per l’accesso ad aste e registri e, in ITALIA generale, per effettuare investimenti in nuovi impianti o in interventi di repowering; la necessità, soprattutto per gli Il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza mette a diimpianti di maggiori dimensioni, di occupazione di suolo, sposizione del comparto delle rinnovabili, nel quinquenal momento fortemente limitata in alcune Regioni da re- nio 2021-2026, 5,9 miliardi di euro così suddivisi: 1,1 golamenti che impediscono l’utilizzo dei terreni a uso agri- miliardi per lo sviluppo agro-voltaico, 2,2 per la promocolo, assolutamente necessari per centrare l’obiettivo della zione di rinnovabili per le Comunità energetiche e l’autodecarbonizzazione (volendo raggiungere il target PNIEC consumo, 0,68 per la promozione di impianti innovativi e di +30,6 GW e ipotizzando di installare solo impianti di 1,92 per lo sviluppo del biometano. Sono sufficienti queste grande taglia a terra, sarebbero necessari circa 460 km2, risorse? Se si dovesse procedere con l’attuale tasso di instalcioè meno dello 0,5% delle aree agricole utilizzate o meno lazione, assolutamente no: prendendo come riferimento i nuovi impianti di fotovoltaico ed eolico dell’ultimo triendel 4% di quelle non utilizzate). nio si raggiungerebbe al 2030 un parco installato di circa Quanto alle richieste di Autorizzazione Unica, stando ai 41,7 GW (27,5 GW di fotovoltaico e 14,2 GW di eolico), dati elaborati da Elemens dal 2016 al 2020 sono cresciute che salirebbero a 43,2 GW - appena il 61% dell’obiettivo notevolmente, passando da meno di 100 MW nel 2016 a PNIEC - con l’entrata in esercizio degli impianti che hancirca 7,9 GW nel 2020 per l’eolico e 13 GW per il foto- no partecipato con successo alle aste del Decreto FER-1.

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AAAAAA Scenario tendenziale ed effetto della pandemia da Covid-19 80

71,3

70 60 50

44,7

40

43,2

30

Tendenziale complessivo 2030 tenendo conto degli effetti della pandemia

20 10 0

Tendenziale complessivo 2030 senza considerare gli effetti della pandemia

17 20

18 20

19 20

20 20

Fotovoltaico

21 20

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Eolico

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30 PNIEC 20 30 20 Capacità totale senza effetto Covid

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Aste FER 1

L’effetto di rallentamento della pandemia c’è stato ma è quantificabile in poco più di 1,5 GW di potenza installata al 2030, dunque non determinante. Il quadro dunque non è molto confortante, soprattutto se si considera che per l’obiettivo di completa decarbonizzazione sarebbe necessario per l’Italia soddisfare un fabbisogno di 650 TWh con generazione rinnovabile al 95-100%, soprattutto fotovoltaico (circa 200 GW) ed eolico (circa 50 GW). Per avvicinarsi agli obiettivi PNIEC, con una crescita complessiva delle installazioni del +175% rispetto a quelle previste nello scenario tendenziale al 2030, è necessario dunque mirare a uno “scenario auspicabile” che prevede innanzitutto lo sblocco del tema autorizzativo, accompagnato da misure di sostegno indispensabili come il prolungamento di meccanismi di supporto in continuità con quelli previsti dal FER 1, l’introduzione di obiettivi suddivisi tra le Regioni, coerenti con gli obiettivi nazionali per garantire il giusto coordinamento e indirizzo di pianificazione, l’avanzamento delle sperimentazioni sull’apertura del Mercato dei servizi di dispacciamento. Il sistema elettrico risulterà decisamente diverso da quello attuale ma cambierà gradualmente in trent’anni, dando modo ai diversi attori coinvolti di adeguarvisi progressivamente.

UNO SGUARDO AL MONDO La ricerca è stata presentata a fine maggio in occasione di un convegno on line, introdotto dal prof. Umberto Bertelè, del Politecnico di Milano - School of Management. Come illustrato nella sua relazione, nel 2020 la domanda globale di energia è calata del 4%, per le ragioni connesse al Covid; per contro, le produzioni di energia da fonti rinnovabili hanno continuato a crescere. La disponibilità di energia da fonti rinnovabili infatti è cresciuta nel 2020

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del 45%, aggiungendo altri 280 GW di potenza a livello mondiale. Tuttavia, è anche previsto che le emissioni dovute all’utilizzo di fonti fossili per la produzione di energia vadano ad aumentare del 5% nel 2021 (fonte: IEA). Nel suo Net Zero Report, IEA ha simulato le condizioni con le quali si possa arrivare ad una situazione di emissioni “net zero” al 2050: in questo scenario, se si vogliono rispettare gli impegni di Parigi, l’energia eolica e solare dovranno svolgere una parte importantissima, seguite poi da energia idroelettrica, nucleare, altre forme di rinnovabili; dall’altra parte, ovviamente, carbone e gas naturale dovranno tendere a zero. Fra gli altri punti importanti da sottolineare, vi è l’importanza dell’efficienza energetica: aumentando l’efficienza, a fronte di un aumento del prelievo energetico, potremo avere bisogno di un quantitativo inferiore di energia. Secondo le previsioni, metà dei consumi energetici totali dovrebbero essere soddisfatti dall’energia elettrica: come arrivare a questo obiettivo? La prima misura da introdurre è la cessazione immediata degli investimenti in combustibili fossili; seconda, il blocco della vendita di auto tradizionali entro il 2035; terza, la promozione degli investimenti in energia solare ed eolica, con l’obiettivo di quadruplicare la potenza globale entro il 2030. In pratica la spesa annua globale dovrebbe passare da 2 a 5 trilioni. Un quadro, dunque, molto complesso, che vede ancora diversi elementi pesare a favore o contro questa evoluzione. Decisamente a favore è lo sviluppo tecnologico: le previsioni IEA sopra riportate sono a tecnologie costanti per i prossimi 10-15 anni, ma non possono quantificare quella che prevedibilmente sarà l’accelerazione impressa dal miglioramento delle tecnologie a disposizione. In contrario invece vi è l’evoluzione degli stili di vita, non sempre in linea con gli obiettivi dichiarati, o il ricorso a fonti fossili come il metano, che contribuisce in modo importante al

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI La geopolitica dei “minerali critici”

(La quota di mercato del Paese primo produttore, 2019) Estrazione

Lavorazione

US - Saudi Arabia - Russia

US - Cina - Russia

Raffinazione di petrolio Qatae - Australia - US Export gas naturale liquefatto (Lng)

Petrolio US - Russia - Iran

Gas Rame Nichel Cobalto Terre rare

Cile

Rame

Indonesia

Nichel

Repubblica Democratica del Congo Cina

Litio Terre rare

Litio 0%

34

Cobalto

20%

40%

60%

80%

100%

Cina Cina Cina Cina Cina

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Qatar Indonesia DRC Philippines China US Saudi Arabia Russia Iran Australia Chile Japan Myanmar Peru Finland Belgium Argentina Malaysia Estonia

rilascio di CO2 in atmosfera. Per arrivare infine a questioni estremamente complesse come l’accesso alle materie prime di origine minerale, che portano con sé un pesante carico di problemi economici, geopolitici e ambientali.

al settore della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Si pensi ad esempio che la concentrazione geopolitica dei minerali e delle terre rare essenziali per le nuove tecnologie è anche maggiore rispetto a quella delle risorse petrolifere. Ad esempio per litio, cobalto e terre rare i tre Stati maggiori produttori mondiali - Australia, Repubblica Democratica del Congo e Cina - controllano più di tre quarti del mercato (vedi tabella in alto, fonte IEA). Fino ad oggi, il problema riguardava sostanzialmente i produttori di smartphone e di strumenti elettronici in genere; ora invece è il settore energia che sta emergendo come il principale cliente del mercato dei minerali critici. Costruire un impianto fotovoltaico, un campo eolico o un veicolo elettrico richiede molti più minerali delle loro controparti fossili. Per un’auto elettrica serve una quantità di minerali sei volte superiore rispetto a un’auto tradizionale, per un campo eolico onshore nove volte di più rispetto a una centrale elettrica alimentata a gas. Quest’ultimo aspetto, in particolare, potrebbe impattare non poco sulle previsioni di sviluppo dell’intero settore delle nuove tecnologie, dalle tecnologie a batteria

I dettagli sulla situazione italiana, con i dati dell’ultimo anno, sono stati presentati dal prof. Vittorio Chiesa, Energy & Strategy, Politecnico di Milano School of Management. Come detto, il livello globale ed europeo, il mercato delle rinnovabili è in grandissima espansione, con una crescita che non si è arrestata nemmeno nel corso del 2020 nonostante le problematiche connesse al diffondersi della pandemia da Covid 19. L’Europa ha raggiunto la quota di 650 GW di potenza complessivamente installata, con il fotovoltaico e l’eolico ad avere anch’essi superato la soglia rispettivamente dei 160 e 200 GW in poco più di un decennio. A livello mondiale gli investimenti si sono mantenuti invariati (250 miliardi euro). Per quanto riguarda l’Italia, invece, il confronto con l’andamento europeo mette in evidenza una “capacità” di crescere che è decisamente inferiore, con uno “stallo” che prosegue da diversi anni oltre ad essere stato aggravato dalla pandemia: nel nostro Paese infatti sono stati installati 784 MW nel 2020, 427 MW in meno rispetto al 2019.

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IL DETTAGLIO DELLA SITUAZIONE ITALIANA


Mostra Convegno Tecnologie per il Petrolchimico Sponsored by

Petrolchimico Alimentare Petrolchimico Finalmente torna a Milano l’edizione in presenza della mostra convegno mcT Petrolchimico, l’evento di riferimento verticale per le tecnologie per l’industria petrolchimica. In una sola giornata, in presenza e online, si approfondiscono temi quali: strumentazione e controllo, sistemi di automazione, calore ed energia, idrogeno e sostenibilità, laboratorio di analisi, trattamento acqua/aria/scarichi industriali, manutenzione degli impianti, controllo accessi, safety & security. L’ingresso è gratuito per gli operatori preregistrati. Il programma prevede: ✔ cinque convegni plenari in contemporanea ✔ una parte espositiva con più di cento aziende partecipanti ✔ workshop, seminari, corsi di formazione ✔ sessioni in presenza trasmesse anche online ✔ coffee-break e buffet offerti dagli sponsor ✔ in esclusiva gratuitamente tutti i contenuti in PDF

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SPECIALE ENERGIE RINNOVABILI FER 1, ASTE E REGISTRI Da dove origina questo rallentamento? Principalmente dagli esiti negativi dei bandi di gara stabiliti dal decreto FER 1, che prevede sette bandi, articolati fra il 2019 e il 2021. Si tratta di aste competitive per l’assegnazione di CfD (contratti) a due vie, suddividendo gli impianti in due categorie: - Registri impianti di potenza superiore a 1 kW (20 kW per i fotovoltaici) e inferiore a 1 MW. Il contingente di potenza disponibile si assegna sulla base di specifici criteri di priorità; - Aste impianti di potenza superiore o uguale a 1 MW. Il contingente di potenza disponibile si assegna in funzione del maggior ribasso offerto sul livello incentivante e, a pari ribasso, applicando ulteriori criteri di priorità. Ricordiamo anche che gli impianti sono suddivisi in quattro gruppi: gruppo A, eolico e fotovoltaico; A2 fotovoltaico in sostituzione di amianto; B, idroelettrico e impianti a gas residui; C, rifacimenti di eolico e idroelettrico e impianti a gas residui. Dall’analisi dei primi quattro bandi, assegnati fra uno nel 2019 e tre nel 2020, emerge la significativa diminuzione della saturazione del contingente del Gruppo A, ossia degli impianti fotovoltaici ed eolici di nuova installazione, che passa dal 100 del primo bando al 24 del quarto bando. Da sottolineare l’andamento delle richieste inviate, che diminuiscono progressivamente tra il primo e il quanto bando, nonostante la crescita del contingente a disposizione. Alla diminuzione della saturazione fra il primo e il quarto bando contribuisce il fatto che il contingente cresce, in quanto viene composto anche da quanto non saturato nel bando precedente. Ma anche le domande pervenute risultano in diminuzione. Complessivamente quindi, il decreto FER1, pur essendo a metà del suo cammino, con quattro bandi assegnati su su sette, ha portato ad assegnare, almeno per quanto riguarda il Gruppo A, poco più del 25% del contingente totale (1,52 GW su 5,5 GW). Abbiamo ancora 4 GW da assegnare, molto più di quanto ci si potesse attendere a questo punto nel cammino. Per giunta, questa dinamica ha comportato un aumento del prezzo medio delle tariffe, all’opposto di quello che sarebbe stato l’intento dei bandi stessi. Considerando le assegnazioni del Gruppo A nel corso dei quattro bandi infatti si osserva un trend di incremento dei prezzi, sia per la fonte solare che per la fonte eolica, che evidentemente si avvicina alla soglia base di gara. Parliamo delle tariffe riconosciute alle aziende che si sono collocate in una posizione utile, che di fatto rimangono vicine alla soglia base di gara. I ribassi offerti risultano minimi o nulli, per la

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sostanziale mancanza di competizione. Il trend di incremento dei prezzi va di pari passo con la diminuzione progressiva delle richieste. Il FER 1 era nato per regolare, in un contesto di stimolo della competizione, gli strumenti di incentivazione per le installazioni a rinnovabili, traghettando progressivamente il sistema verso condizioni puramente di mercato. Una scelta in linea con quanto fatto anche a livello europeo ma che in Italia ha portato ad un andamento della saturazione decrescente con il susseguirsi dei bandi e un conseguente incremento del prezzo medio di offerta, trend opposto a quanto fatto registrare altrove. Queste problematiche si sono osservate già a partire dai primi bandi, quindi non sono imputabili agli effetti della pandemia ma a ragioni più profonde. Sono queste ragioni strutturali che dovranno affrontate velocemente ed efficacemente, se si vuole innescare quel processo di crescita tale da portare agli obiettivi stabiliti. In conclusione, secondo gli esperti del Politecnico di Milano siamo di fronte a uno scenario di grande preoccupazione, soprattutto se confrontiamo questo stato di cose con gli obiettivi del PNIEC al 2030, rispetto al quale il gap da superare è molto forte. Se proseguisse il trend di installazioni osservato nell’ultimo triennio (2018 2020), anche considerando l’effetto del decreto FER 1, il parco installato al 2030 sarebbe ben lontano dai valori previsti dal PNIEC. Permarrebbero infatti una mancata installazione di 25 GW di fotovoltaico e di 5 GW per l’eolico. L’obiettivo da installare infatti è di circa 70 GW, mentre la media di crescita attuale porterebbe al 2030 solo a 43 GW, dunque una differenza di circa 30 GW fra obiettivo e installato reale. Evidentemente, esiste un tema di ottenimento del titolo autorizzativo, che rappresenta ormai un ostacolo strutturale al diffondersi delle rinnovabili. Da questo punto di vista ci si può aspettare, dal nuovo ministero dedicato alla transizione ecologica, un’attenzione particolare proprio a queste problematiche e a tutto ciò che potrebbe agevolare tale transizione. A conferma di ciò, il ministro Cingolani ha manifestato l’intenzione di rivedere la questione delle aste per imprimere a queste un andamento più coerente con le aspettative, andando ad individuare e a risolvere i problemi di natura strutturale qui descritti. È necessario incrementare considerevolmente i tassi annui di installazione già a partire dai prossimi anni, per non mancare gli obiettivi di fine decennio, anche considerato che gli obiettivi PNIEC dovranno necessariamente essere aggiornati al rialzo per effetto del Green Deal europeo in modo da traguardare il più ambizioso target di neutralità climatica al 2050.


DOSSIER 021 TECNOLOGIE

ATEX

KSB MIRETTI R. STAHL

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DOSSIER 021 TECNOLOGIE

ATEX

KSB IL SISTEMA DI MONITORAGGIO KSB GUARD IN AMBIENTI POTENZIALMENTE ESPLOSIVI

I

l Gruppo KSB, nato nel 1871, è fornitore mondiale di pompe, valvole e sistemi per il trasporto di fluidi. I principali settori in cui opera sono: ingegneria di processo, building, energia, trasporto acque, trattamento acque cariche e trasporto di solidi. Grazie alla sua presenza capillare, è in grado di offrire un’assistenza completa durante l’intero ciclo di vita del prodotto e soddisfare al meglio le esigenze del cliente con soluzioni personalizzate. Il Gruppo è presente in tutti i continenti con società commerciali, stabilimenti produttivi e centri service. Dal 1925 la società KSB Italia S.p.A. opera sul mercato e rappresenta in Italia gli interessi del Gruppo. Le pompe e le valvole KSB soddisfano una grande varietà di applicazioni e trovano largo impiego nelle industrie chimiche e petrolchimiche, nella costruzione navale, nell’industria siderurgica, nel trasferimento di calore e nei

KSB ITALIA SPA Via M. D’Azeglio 32 20863 Concorezzo MB Telefono 039 6048-1 info_italia@ksb.com www.ksb.it

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quindi visualizzare le informazioni sull’app KSB Guard e sul portale web KSB Guard.

circuiti di raffreddamento, nell’industria farmaceutica e in numerosi altri processi industriali. Il portafoglio KSB spazia dai prodotti standard a quelli di ingegneria. In particolare in presenza di temperature estreme, idrocarburi altamente volatili, fluidi ad alta viscosità, fluidi aggressivi contenenti gas, particelle solide o sostanze abrasive, il funzionamento ottimale e la massima affidabilità dei componenti di impianto sono fondamentali, non solo per garantire i processi ma anche per proteggere le persone e l’ambiente. Inoltre una gamma completa di valvole (a saracinesca, a globo, a farfalla AMRI, a membrana SISTO, ecc.) risponde alle complesse esigenze industriali garantendo affidabilità e il massimo livello di sicurezza. Laddove possibile le pompe vengono equipaggiate da soluzioni innovative di efficienza energetica, supportate dall’automazione e dalla digitalizzazione, elemento chiave dell’Industria 4.0. Negli ultimi anni, KSB ha sviluppato un’ampia gamma di soluzioni per adeguare le

pompe alle sfide dell’era digitale, compresa la soluzione per il monitoraggio KSB Guard, lanciata sul mercato qualche anno fa con grande successo. Oggi KSB ha aggiunto alla soluzione una nuova versione hardware per impieghi in atmosfere potenzialmente esplosive (Zona 1 ATEX con atmosfera gassosa). La soluzione KSB Guard è progettata per il monitoraggio di pompe già installate, configurandosi come prodotto ideale per il retrofit, a prescindere dal produttore della pompa. L’unità dei sensori, comprendente un sensore delle vibrazioni e un sensore termico di temperatura, fissata al supporto cuscinetto della pompa e/o alla lanterna di comando o a un’altra apparecchiatura rotante, registra i dati rilevanti. L’unità di trasmissione a batteria trasmette i dati di misurazione in forma wireless a un gateway che, a sua volta, trasferisce i dati a KSB Cloud tramite un sistema di comunicazione mobile crittografato. In questa fase i dati vengono analizzati e processati. L’utente può

La soluzione offre una novità assoluta con l’utilizzo di un hardware con certificazione ATEX. Il gateway ATEX KSB Guard è fornito in un involucro ignifugo. È possibile avvitare direttamente le antenne esterne oppure posizionarle in un altro punto tramite un cavo di prolunga, se necessario. L’unità dei sensori e l’unità di trasmissione a batteria sono a sicurezza intrinseca (Ex-i). Le due soluzioni sono indicate per installazioni esterne, grazie alle robuste batterie al litio cloruro di tionile, con durata di esercizio da 5 a 8 anni, in combinazione con intervalli di misurazione ogni 60 minuti. Gli utenti possono contare su un’affidabilità e su una trasparenza maggiori, ricevendo ad esempio una notifica in caso di superamento dei valori limite. Grazie alle analisi dei trend è possibile rilevare e prevenire i danni imminenti nelle fasi iniziali. I dati misurati sono visualizzabili in qualsiasi momento tramite il portale web o dall’applicazione. In questo modo la pianificazione degli interventi di manutenzione risulta migliorata. Oltre a semplificare il passaggio degli utenti dalla manutenzione reattiva a quella proattiva, la soluzione consente di identificare potenziali risparmi energetici. Un gruppo di data science garantisce l’ottimizzazione costante degli algoritmi utilizzati per KSB Cloud e l’analisi dei dati.

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ATEX

MIRETTI GROUP L’ANTIDEFLAGRANTE “AL SERVIZIO” DELLA MOVIMENTAZIONE. SICUREZZA ATEX PER ZONE PERICOLOSE IN AZIENDE CHIMICHE

N

elle aziende chimiche, dove vengono stoccate sostanze infiammabili o tossiche, il livello di rischio è elevato ed è cruciale l’implementazione di “best practices” in termini di sicurezza. La protezione di veicoli, macchinari ed equipaggiamenti che operano nel comparto chimico è sia una pratica obbligatoria per legge che un’azione determinante per la salvaguardia di operatori e ambiente. Nel grande tema della Sicurezza occupa un posto rilevante l’antideflagrante, “Atex Explosion Proof Protection”. Questo è il campo in cui opera, in Italia e nel mondo, il Gruppo Miretti che, da oltre 45 anni, supporta clienti, produttori e utilizzatori finali anche del settore chimico con soluzioni volte a proteggere i veicoli dedicati alla movimentazione contro i possibili rischi di esplosione in aree con presenza di gas, vapori e polveri e classificate dalle normative come zone pericolose (“Hazardous Areas”).

La conoscenza tecnica, la ricerca ingegneristica e l’affidabilità delle lavorazioni sono aspetti fondamentali nell’antideflagrante. La partnership con i principali costruttori caratterizza le conversioni Miretti che cercano di conservare, se possibile, i componenti e le parti originali. Gli standard complessi studiati per le modifiche non impattano sulle prestazioni con protezioni che

MIRETTI GROUP Contatto aziendale: Matteo Stefanini

global sales director Via Marconi 29/31 20812 Limbiate MB Telefono 02 990811 www.miretti.com sales.department@miretti.com

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richiedono una facile manutenzione nel rispetto dell’ergonomia della macchina. In Miretti la R&S è continua grazie anche ad un Ufficio Tecnico con ingegneri specializzati e un Dipartimento Certificazioni interno che permette di dialogare velocemente con tutti gli enti vigenti. Le certificazioni sono fondamentali: il Gruppo Miretti, grazie alla partecipazione come voce


protagonista nei numerosi tavoli di lavoro internazionali sulle normative e grazie ad una presenza capillare nel mondo, adotta sistemi di protezione conformi a tutti i principali regolamenti internazionali: Direttiva Atex 2014/34/ UE (la più nota in Italia/ UE), IECEx, CAD, CNEx, NEC, FM, EAC Ex. L’antideflagrante è un tema complesso, soggetto a specifiche normative in continua evoluzione. Per ogni carrello va individuata la soluzione “a prova di esplosione” più adeguata e spesso anche “custom”. Per questo il team Miretti è sempre disponibile per meeting di confronto e di allineamento, anche da remoto, con i propri clienti. Sono numerose le variabili in campo: le performance delle macchine, le protezioni antideflagranti obbligatorie, la sicurezza degli operatori e il mantenimento di alti livelli di produttività per un settore - quello chimico - strategico. Considerando la complessità delle realtà chimiche, la varietà dei prodotti e i rischi connessi alla loro movimentazione, è necessario scegliere protezioni Atex ergonomiche, innovative, efficaci e competitive. Le soluzioni Miretti sono “al servizio” della macchina. Ne sono un esempio le nuove spine prese Atex sviluppate dal Gruppo e recentemente immesse sul mercato: realizzate con materiali robusti ma leggeri, compatte, montabili su carrelli i cui spazi sono ristretti, di facile utilizzo per l’operatore e impiegabili sia per Cat.2 (Zona 1/21) che per Cat.3 (Zona 2/22).

secondo autorevoli principi ingegneristici. Le custodie antideflagranti che si adattano al layout della macchina; il clacson compatto e a sicurezza intrinseca, le luci di lavoro innovative, i fari blu light di segnalazione, il gas detector, i display resinati con videocamera sono altri esempi. La R&S fatta sul campo dalla Miretti ha reso, inoltre, fattibile la protezione Atex anche di carrelli ibridi, alimentati a GPL e con batteria al litio aumentando la gamma di macchine antideflagranti disponibili sul mercato. Ancora una volta Miretti dimostra nei fatti di lavorare a fianco del cliente e per il cliente. Oltre alla possibilità di scelta tra sistemi di protezione “passivi” e “attivi”, si propongono sistemi di rilevamento gas poco invasivi per una sicurezza aggiuntiva per rispon-

dere ad esigenze collegate ad aree di lavoro non classificate e/o adiacenti a zone a rischio. La flessibilità operativa del Gruppo permette di fornire anche sistemi catalitici di abbattimento fumi dimostrando un’attenzione per una mobilità sempre più sostenibile. Oltre a possedere il know-how tecnico per convertire in modalità Atex carrelli, svariate tipologie di macchine, utility vehicles e veicoli speciali di grandi dimensioni; Miretti detiene l’expertise per seguire i propri clienti in tutto il ciclo di vita dell’equipaggiamento Atex grazie al Servizio Assistenza e Post Vendita con ricambi disponibili 24/48H. I training educativi e i corsi di formazione con docenti specializzati completano la mission Miretti nel fornire ai clienti un servizio antideflagrante a 360° perché la Sicurezza va messa in atto senza alibi o compromessi.

Qui rientra anche l’innovativo lavoro sulla tecnologia antideflagrante di batterie al litio condotto

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DOSSIER 021 TECNOLOGIE

ATEX

R. STAHL STAHL È LEADER MONDIALE NELLA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE, COMMERCIO ED ASSISTENZA TECNICA DI APPARECCHIATURE PER IMPIANTI ELETTRICI E DI AUTOMAZIONE DI PROCESSO IN ESECUZIONE ANTIDEFLAGRANTE

P

resente sul mercato dal 1876 R. Stahl è leader mondiale nel settore della progettazione, costruzione, commercio ed assistenza tecnica di apparecchiature per impianti elettrici e di automazione di processo in esecuzione antideflagrante da installare in zone con pericolo di esplosione per la presenza sia di gas che di polveri conduttive. Con oltre 25 filiali e 65 agenzie garantisce una presenza locale e qualificata in tutte le maggiori regioni mondiali. A partire dagli anni Cinquanta l’azienda ha avuto una rapida crescita, anche tramite oculate acquisizioni di aziende complementari. Risale agli anni Settanta l’ingresso nel mercato delle apparecchiature elettroniche con le prime barriere Zener e successivamente degli isolatori galvanici e delle prime stazioni di Remote I/Os in campo per la

Armatura illuminate di emergenza a LED.

gestione dei segnali 4-20mA. Dagli anni Novanta con l’ingresso nel mercato Stock Exchange di Francoforte, STAHL è divenuta presto il

R. STAHL Srl socio unico Contatto aziendale: Alberto Digiuni

Via Achille Grandi 27 20068 Peschiera Borromeo MI Telefono 02 55308024 www.r-stahl.com/it/it alberto.digiuni@r-stahl.com

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riferimento tecnologico ed innovativo nel panorama dell’antideflagranza mondiale.


Trasversalmente alle tre BUs è stata creata una struttura di Customer Solution per realizzare soluzioni ad hoc per qualsiasi applicazione critica in area classificata attingendo dai prodotti delle tre Bus.

Nel 1998 vi è stata l’acquisizione della olandese Electromach, nel 2003 della SAE di Colonia, nel 2006 della norvegese Tranberg e della inglese Clifford&Snell con la parallela dismissione del business originario del sollevamento/ carriponti alla finlandese KCI Konecranes avvenuta nel 2005, al fine di perseguire una maggior focalizzazione sul core business principale della strumentazione di processo e della gestione e distribuzione dell’energia elettrica nelle aree classificate con pericolo di esplosione in base alle normative dei singoli paesi (principalmente ATEX, IECEx, UL, CSA, INMETRO, TR CU, ecc.). I settori principali serviti sono quelli dell’Oil&Gas - UpStream e DownStream, Petrolchimico e Chimico Farmaceutico nonché il settore Marine mentre il Food & Beverage e la Power Generation rivestono una parte minoritaria.

minazione, le pulsantiere, le prese e spine, gli safety switches, i quadri di distribuzione elettrica in bassa tensione, i quadri di comando e controllo di macchine rotanti, gli armadi pressurizzati, ecc.; • BU Lighting & Signalling con le armature illuminanti lineari fluorescenti o a LED, normali o di emergenza, le pendenti, i proiettori e le lampade portatili oltre che tutta la gamma di segnalatori ottico/ acustici; • BU Automation con le barriere Zener, gli isolatori galvanici, le stazioni di Remote I/O, gli switch di rete in fibra ottica, gli access point per il WiFi d’impianto, gli HMIs e PC Panels, le telecamere a zoom, a brandeggio, a ottica circolare, ecc.

Da sempre R. STAHL pone particolare enfasi sull’innovazione tecnologica con particolare riguardo alla sostenibilità investendo ogni anno circa il 7% del proprio fatturato. L’ultima innovazione in termini cronologici riguarda una nuova metodologia di protezione dall’esplosione chiamata EXPressure per la realizzazione di tipici quadri industriali di potenza e/o di automazione da poter ora installare in zona classificata (zona 1 e/o zona 2). La peculiarità e l’unicità del gruppo tecnologico R. STAHL sta nell’esperienza maturata nel fornire, al di là di semplici prodotti e/o componenti d’impianto, soluzioni anche molto complesse completamente customizzate ed ingegnerizzate sulle necessità del cliente coniugando l’aspetto normativo con quello tecnologico volto ad individuare il miglior compromesso possibile tra tempi e costi realizzativi senza viceversa mai mettere in discussione la qualità, elemento imprescindibile per la sicurezza degli impianti e delle persone che vi lavorano. Ecco perché il nostro Marketing ha coniato il sillogismo “The Strongest Link” adiacente al nostro marchio.

In questi settori ci rivolgiamo prevalentemente alle società di ingegneria (EPC Contractors), ai costruttori di macchinari e parti d’impianto (OEM), ai system integrators (costruttori di DCS o PLC) e ai clienti finali che gestiscono impianti di estrazione e raffinazione del greggio/gas, di compressione e trasporto del medesimo in aree di stoccaggio e distribuzione, impianti di poliolefine e di produzione di fertilizzanti nonché di principi attivi e medicinali finiti. La società è costituita da tre Business Units principali: • BU Electrical Products che include i pressacavi, le cassette di giunzione e ter-

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MANUTENZIONE A colloquio con Cristiana Burdino Direttore operativo di CARL BergerLevrault Italia e membro del comitato direttivo di Smart Building Alliance

UNA GESTIONE “OLISTICA” DELLA MANUTENZIONE UNA BUONA MANUTENZIONE CONSENTE A QUALSIASI MACCHINA DI PROLUNGARE LA DURATA DELLA SUA VITA UTILE E DI CONSEGUENZA MIGLIORA IL BILANCIO DELL’INVESTIMENTO EFFETTUATO. CON QUESTO OBIETTIVO SONO NATE LE SOLUZIONI DI GESTIONE PROPOSTE DA CARL SOFTWARE, DA QUALCHE ANNO PARTE DEL GRUPPO BERGER-LEVRAULT, CHE OGGI VEDONO DIVERSE IMPORTANTI INNOVAZIONI: DAL BIM PER INTEGRARSI CON LA GESTIONE DELL’EDIFICIO NEL SUO COMPLESSO, ALL’IOT FINO AD ARRIVARE ALLA SIMULAZIONE E REALTÀ AUMENTATA

C

hiunque possieda una macchina, di qualunque tipo, può migliorarne e prolungarne la vita utile attraverso una corretta manutenzione e un controllo immediato dei suoi parametri. Questo il concetto alla base delle soluzioni per la gestione degli asset, che hanno come obiettivo finale quello di aumentare e prolungare la disponibilità degli impianti, facendo in modo che il relativo investimento risulti più vantaggioso e duraturo. Per aumentare questa disponibilità, è opportuno dunque digitalizzare le varie attività di manutenzione all’interno di una soluzione informatica efficiente, utilizzando appositi strumenti di schedulazione, che comprendono anche le parti di ricambio necessarie e la relativa logistica: se il ricambio è presente in azienda, se è necessario impostare dei

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livelli di scorta minima, se è invece il momento di lanciare delle richieste d’acquisto per questi ricambi e così via. E questo per quanto riguarda la manutenzione programmata o ordinaria, a cui si aggiungono il tracking di anomalie ed eventi e tutti i relativi moduli di gestione relativi alla manutenzione a guasto, o straordinaria. In questo caso sarà anche necessario rintracciare quali siano state le cause del guasto, generare una reportistica completa e capire dove agire nel futuro per evitare analoghi fermi macchina. Evidentemente stiamo parlando di una serie di processi che compongono un quadro di grande complessità ed è questo lo scenario in cui si muove CARL Berger-Levrault, con le sue soluzioni EAM, Enterprise Asset Management, o CMMS, Computerised Maintenance Management Systems. Ne parliamo con Cristiana Burdino, direttore ope-

rativo di CARL Berger- Levrault Italia e membro del comitato direttivo di Smart Building Alliance. Chimica Magazine: Quali sono, nella vostra esperienza, gli impianti più critici dal punto di vista delle esigenze di manutenzione? Cristiana Burdino: Innanzitutto, e in termini molto gene-

rali, qualsiasi impianto di produzione per le aziende manifatturiere. Ma questo punto di vista può essere declinato in molti ambiti diversi: per esempio i vari impianti di riscaldamento o raffrescamento per chi gestisce le condizioni interne di un edificio, il materiale rotabile nel mondo dei trasporti, gli impianti biomedicali in ambito sanitario, gli asset pubblici al servizio dei cittadini. Ovunque ci siano impianti a svolgere un ruolo strategico, la manutenzione è essenziale. Per fare questo, due sono le grandi aree di attività: da un lato gestire e ottimizzare piani di manutenzione, dall’altro tracciare e analizzare guasti o eventi. E non si parla solo di soluzioni informatiche: tutte queste attività infatti sono effettuate sul campo da personale dedicato. Nei nostri sistemi pertanto è presente

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MANUTENZIONE

tutto ciò che consente la gestione del lavoro delle persone: che attiene al mondo dei trasporti: un esempio rilevante il calendario degli appuntamenti per capire quando i vari è quello della collaborazione con la Metropolitana di Tomanutentori sono disponibili, l’assegnazione dei rispetti- rino, che è stato anche il nostro primo cliente in Italia in vi lavori, le differenti procedure di sicurezza da adottare questo settore. Numerose anche le applicazioni in ambito nel caso di personale esterno all’azienda o dipendente di logistico, e come esempio possiamo portare Luxury Goods aziende fornitrici che abbiano il compito di svolgere le Logistics, l’azienda che gestisce la logistica dei brand del attività di manutenzione per conto dell’azienda stessa. In lusso all’interno del gruppo Kering. Altrettanto rilevante quest’ultimo caso possiamo fornire le credenziali di acces- poi il lavoro che svolgiamo in ambito sanitario: diversi so al sistema da parte dei manutentori esterni, che possono ospedali infatti utilizzano i nostri sistemi per la gestione così registrare sul nostro sistema l’intervento effetdegli asset, non solo quelli di natura impiantistituato e consuntivarlo al termine. A tal fine ca che provvedono ad una corretta gestione contribuiscono anche le varie app mobile dell’ambiente interno, ma anche e sopratL’aspetto lanciate da CARL Berger- Levrault nel tutto i dispositivi biomedicali, che vendelle interfacce è corso degli anni, che facilitano queste gono seguiti passo passo dal punto di importante in quanto attività in condizioni di mobilità, dalla vista della manutenzione e della corci consente di integrare il gestione del magazzino ricambi con retta gestione nei rispettivi reparti. sistema di manutenzione la scansione del barcode, fino a quelle con le funzioni svolte da che consentono di generare il “ticket” CM: Dal punto di vista del software, qualsiasi altro sistema di riparazione dunque di segnalare l’acioè della tecnologia in sé, state perseaziendale nomalia al sistema stesso. Cosa che può guendo degli sviluppi particolari? avvenire anche in modo imprevisto: se, ad esempio, camminando lungo le linee di produLa prima e fondamentale integrazione per un sizione o una corsia di magazzino, si rileva un estintore in stema di manutenzione è rivolta al sistema operativo aziencattive condizioni o una luce che non si accende, si può dale, o ERP. Negli anni abbiamo via via integrato il nostro fare una foto con lo smartphone e avviare sulla app tutto il sistema con tutti quelli che possono essere i classici ERP workflow conseguente alla segnalazione di un guasto. utilizzati dalle aziende, ad esempio, possiamo interfacciare un ERP per la gestione degli acquisti, per l’anagrafica In termini di settori applicativi, quelli che ci vedono più articoli o del personale. Inoltre possiamo integrarci con i attivi sono naturalmente il mondo industriale (alimentare, sistemi legati alla produzione (MES) o all’esercizio (SCAautomotive, chimico-farmaceutico, logistico...), il facility DA). In questo senso possiamo ricevere allarmi o contatori management, il settore sanitario, quello del trasporto pub- direttamente dalle macchine o dai sistemi di campo. Inblico e delle collettività. Di particolare interesse è tutto ciò somma, l’aspetto delle interfacce è importante in quanto

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ci consente di integrare il sistema di manutenzione con le funzioni svolte da qualsiasi altro sistema aziendale.

CM: In questo senso si colloca la partnership con Smart Building Alliance?

Inoltre, nell’ultimo anno abbiamo sviluppato la nuova IoT Platform, una piattaforma di analisi evoluta dei dati che provengono dal campo, che è direttamente integrata al nostro sistema. Tramite un classico schema ad albero, ad esempio, posso evidenziare un determinato impianto e da quello accedere a diverse dashboard, relative ciascuna ai dati rilevati sul campo, che possono essere le temperature, la pressione o altre tipologie di contatori che possono risultare utili per la manutenzione in quanto consentono di capire meglio l’andamento dei parametri legati al contesto manutentivo. La nostra piattaforma IoT consente anche di scatenare delle azioni: ad esempio, può inviare in automatico un allarme sul cellulare del manutentore nel momento in cui dovesse verificarsi un guasto, generando così un’immediata segnalazione e richiesta di intervento. Inoltre, su questa piattaforma si possono inserire algoritmi di analisi dei dati un po’ più evoluti, quindi soluzioni di machine learning, aprendo così la strada a progetti di manutenzione preventiva o predittiva: le ispezioni pertanto avverrebbero in via previsionale, per agire sulla macchina prima che il guasto trovi le condizioni per verificarsi.

CB: Esatto, e anche quella con la Fon-

Altrettanto interessante tutto quanto attiene al campo del facility management, quindi la gestione degli edifici. Nel nostro sistema si possono integrare infatti le mappe dell’edificio, per ciascun piano, sia in 2D che in 3D, la modellizzazione completa che va sotto il nome di Bim, Building Information Modeling e che consente di rappresentare in modalità tridimensionale l’intero edificio con il suo intero assetto tecnologico.

dazione Cluster Tecnologie per le Smart Cities & Communities Lombardia. Con i nostri sistemi infatti possiamo assicuriamo anche la gestione degli immobili, non solo dei singoli edifici ma anche delle città in cui questi sono inseriti, avendo come tramite la gestione intelligente dei singoli impianti. Il 90% del nostro tempo si trascorre all’interno di un edificio, ecco perché è importante avere dei sistemi in grado di garantirne non solo una buona manutenzione, ma soprattutto a garanzia di: efficienza, sostenibilità, comfort, salute e sicurezza. All’interno della Smart Buildings Alliance, CARL BergerLevrault porterà il proprio know-how sulla gestione e manutenzione degli asset legati all’edificio pubblico o privato, contestualizzati anche nel tessuto della smart city, attraverso la propria esperienza in ambito di digitalizzazione e IoT nel settore del facility management. Per quanto riguarda più specificatamente le smart city, la filiale italiana è entrata a far parte della Fondazione Cluster Tecnologie per le Smart Cities & Communities Lombardia, associazione che promuove la ricerca a sostegno dell’innovazione, al fine di progettare, sviluppare e realizzare le più avanzate soluzioni tecnologiche per la gestione integrata di sistemi su scala urbana e metropolitana. All’interno dell’associazione siamo partecipi al tavolo di lavoro Analytics, contribuendo con la nostra competenza in ambito di intelligenza artificiale finalizzata alla gestione degli asset urbani. L’obiettivo di queste partecipazioni è proprio quello di contribuire a diffondere una nuova cultura di gestione degli edifici supportata da tecnologie innovative. Da parte nostra, posso confermare un fermo impegno e volontà di sviluppare queste progettualità, proprio per i tanti benefici che possono portare non solo a livello economico ma anche sociale e ambientale.

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STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE

UN MAGAZZINO 4.0 PER LA SEDE COIM COIM RINNOVA LE STRUTTURE LOGISTICHE DELLA SEDE DI OFFANENGO (CR) CON UN NUOVO MAGAZZINO AUTOMATICO E AUTOPORTANTE, PROGETTATO E COSTRUITO NEL SOLCO DEI CONCETTI DI INDUSTRIA 4.0. DIECIMILA POSTI PALLET PER I PRODOTTI NON INFIAMMABILI, CHE SARANNO PIÙ VELOCEMENTE E FACILMENTE DISPONIBILI A TUTTO VANTAGGIO DEL SERVIZIO AL CLIENTE

C

on una introduzione a cura di Paolo D’Adda, possono essere anche molto specifiche. Supply Chain Manager, e di Massimo Tonani, L’azienda è particolarmente attiva sul fronte della ricerca Site Manager dello stabilimento, è stato e dell’innovazione: importanti investimenti sono volti a presentato a settembre il nuovo magazzino rendere sempre più performanti processi e prodotti, anche automatizzato e autoportante realizzato presso attraverso la capacità di riprodurre, in laboratorio, lavorala sede di Offanengo (CR) di Coim SpA. zioni e applicazioni eseguite dagli utilizzatori finali. PresLa struttura è stata poi inaugurata alla so l’impianto di Offanengo sono concentrati i centri presenza del sindaco di Offanengo, di ricerca e i laboratori applicativi di tutte le del CEO Giuseppe Librandi e delle linee prodotto. L’azienda dispone, tra gli famiglie dei due soci fondatori, Mario altri, di impianti per la spalmatura di Buzzella e Cesare Zocchi, oltre che adesivi, coatings e inchiostri destinati dei dipendenti e della giornalisti. al settore dell’imballaggio flessibiNata nel 1962 come produttrice le alimentare e farmaceutico. Nei di specialità chimiche, Coim SpA propri laboratori è inoltre in grado è una multinazionale italiana che di testare caratteristiche prestazioopera in tutto il mondo attraverso nali dei prodotti finiti (chimiche, diciotto società, di cui nove siti profisiche e meccaniche), cui sono deduttivi, in Italia, Germania, Russia, stinati i prodotti Coim. Turchia, Singapore, Cina, India, USA, Brasile, Messico, Cile, Colombia, SpaDa oltre dieci anni, inoltre, Coim pergna e Austria. Con oltre 1.100 collaboratori segue soluzioni e innovazioni finalizzate ad Paolo D’Adda, Massimo Tonani. specializzati, l’azienda è attiva su tre principali una maggior sostenibilità ambientale, ricerfamiglie di prodotto: poliesteri e polioli; PU Case: coa- cando formulazioni che diano vita a prodotti in grado di tings, adesivi, sigillanti ed elastomeri a base poliuretanica; raggiungere le stesse performance dei ritrovati tradizionali, poliesteri e resine speciali. I clienti attivi spaziano su oltre rispettando l’ambiente e consentendo il più possibile ai novanta Paesi per un volume d’affari pari a 800 milioni clienti di continuare a lavorare con i macchinari in loro di euro e un totale di circa mille prodotti a listino: segno possesso. Un obiettivo supportato da diverse soluzioni, fra di un forte orientamento al cliente e alle sue esigenze, che cui ad esempio il ricorso a materie prime da fonti bio-

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logiche o da riciclo; lo sviluppo di sistemi biodegradabili e compostabili; sistemi low VOC; controllo e riduzione delle emissioni di CO2 sull’intera filiera; recupero a valle dei prodotti finiti per riciclo del PU, ad esempio nel settore calzaturiero. I sistemi poliuretanici offerti oggi da Coim comprendono due nuove linee di prodotti poliuretanici biobased per il mondo della calzatura, composti per oltre il 70% da fonti rinnovabili vegetali, e un adesivo compostabile per il food packaging. La gamma di polioli e poliestere per la produzione di materiali isolanti in poliuretano offre infine delle soluzioni realizzate con materie prime rinnovabili e con materie prime derivate dal riciclo chimico del PET.

LA SCELTA DEL MAGAZZINO AUTOMATICO Come illustrato da Paolo D’Adda, la complessità descritta, dal punto di vista del prodotto e di volumi sviluppati dal sito di Offanengo, è data innanzitutto dalla diversificazione dei prodotti e quindi eterogeneità di packaging, dimensioni, pesi, unità di carico, ma anche di mercati e di servizi specialistici. Questa si traduce in circa cento automezzi che ogni giorno si accreditano per l’attività di carico e scarico all’interno del sito. Per fare questo, Coim si avvale di un ampio network distributivo, composto da fornitori di servizi logistici e di trasporto. In funzione del

Coim ??????????.

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STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE

business, si è optato per una delocalizzazione degli stoccaggi: in parte, Coim ha deciso di delocalizzare i propri stock presso provider esterni, per lo più nei Paesi europei in punti strategici rispetto ai rispettivi mercati, da cui i prodotti possono essere sventagliati nel modo più rapido possibile. Relativamente ai servizi di trasporto e distribuzione, questi sono molto diversificati e abbracciano tutte le modalità di trasporto: dai servizi più tradizionali via strada, sia completi che in groupage, ADR e non, in cisterna, ma anche con il mezzo intermodale e via ferrovia oppure multimodali via nave. Un network distributivo complesso, dunque: ma tutto parte dall’intralogistica di fabbrica, vale a dire dalle infrastrutture che servono per gestire la movimentazione delle merci all’interno della fabbrica. In questo senso si colloca la novità presentata. Obiettivo del progetto - frutto di un investimento di oltre 10 milioni di euro - era quello di realizzare un magazzino interno allo stabilimento ma dislocato in una posizione che consentisse la razionalizzazione della viabilità interna garantendo così la massima sicurezza, un aspetto che per l’azienda è da sempre prioritario. Una struttura pensata anche per far fronte alla crescita che Coim sta vivendo da anni, con le tecnologie più avanzate e con la totale garanzia di tracciabilità dei flussi. La nuova struttura, che consente di stoccare sia prodotti finiti che materie prime, ha richiesto un lungo iter progettuale e di valutazioni preliminari. La prima decisione da prendere era evidentemente la scelta fra make or buy: investimento interno o affidamento a terzi? È stata preferita la prima opzione, innanzitutto per non perdere l’efficienza di servizio che Coim da sempre garantisce ai propri clienti, e secondariamente, per poter cogliere l’occasione di un rinnovamento dei processi logistici interni. Ultima valutazione, quella di natura economica, grazie ai benefici fiscali legati ai concetti di industria 4.0, con i quali il progetto risultava del tutto in linea.

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Risolte queste impostazioni di base, si è poi passati ad una valutazione delle opzioni tecniche disponibili, andando a scegliere fra tre principali opzioni: magazzino tradizionale a catasta, magazzino semiautomatico o magazzino automatico con trasloelevatori. I primi possono sembrare una scelta antiquata ma va detto che ancora molte realtà chimiche si affidano a queste soluzioni di stoccaggio. La soluzione intermedia, basata sostanzialmente su carrelli elevatori o trilaterali per lo sviluppo di un magazzino a 14 metri d’altezza, avrebbe dato una certa resa in termini di produttività. Ma la soluzione che veniva incontro più pienamente alle esigenze di produttività e di capacità produttiva, minimizzando anche l’occupazione del suolo, era la soluzione di magazzino automatico servita da trasloelevatore. Coim ha optato per quest’ultimo, compiendo una scelta sfidante nel mondo della chimica. L’aspetto innovativo infatti non sta tanto nella tecnologia in sé - di magazzini automatici ormai se ne vedono numerosi - quanto piuttosto nel settore di utilizzo: un sito produttivo soggetto alla legge Seveso, quindi adibito alla gestione di prodotti con diversi gradi di pericolosità. Il sito Coim occupa 240mila mq in totale e vi si producono duecentomila tonnellate di materiale all’anno, compresi prodotti infiammabili. Era dunque necessario essere attenti a realizzare il nuovo magazzino in modo che rispettasse tutti i requisiti della legge Seveso per la sicurezza degli impianti, oltre ai dettami del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro. Il nuovo magazzino, destinato allo stoccaggio di sostanze chimiche - materie prime e prodotti finiti pronti per la consegna - è completamente automatizzato e i flussi di movimentazione sono guidati da un sistema WMS “tailor made” che traccia la rotazione delle referenze gestite, consentendo una distribuzione delle merci ottimizzata nelle aree di stoccaggio. Il sistema WMS garantisce inoltre la tracciabilità dei prodotti, i cui avanzamenti sono singolarmente individuati da un sistema di bar-coding delle unità di carico. «Considerata l’eterogeneità dei packaging impiegati da Coim e la necessità di realizzare una struttura con un’alta capacità ricettiva, una delle prerogative più importanti nella valutazione delle possibili soluzioni è stata la flessibilità. La scelta, ricaduta sul magazzino completamente automatizzato, ha richiesto un accurato studio di dimensionamento, per garantire un’alta produttività prestazionale dell’impianto e fare fronte agli importanti flussi in inbound e outbound, che caratterizzano quotidianamente il sito produttivo» spiega Paolo D’Adda. Trat-


Il progetto ha richiesto il coinvolgimento di diverse competenze e funzioni aziendali - Supply Chain, HSE, Ingegneria, ICT, Security e Produzione

tandosi di un magazzino interno a un impianto chimico, lo studio per la sua realizzazione ha richiesto numerosi ulteriori approfondimenti e ha dovuto tenere conto di accorgimenti specifici, non da ultimo una doppia protezione antincendio. In virtù di questa complessità e della necessità di ottemperare rigorosamente a tutti i requisiti normativi in materia di sicurezza e antincendio, il progetto ha richiesto il coinvolgimento di diverse competenze e funzioni aziendali – Supply Chain, HSE, Ingegneria, ICT, Security e Produzione – che, in collaborazione con progettisti esterni e realtà aziendali italiane attive nel settore dei magazzini automatici, nel periodo 2018 – 2021 hanno definito e portato a compimento l’opera, tenendo conto dell’interazione tra il magazzino, la produzione, la gestione informatica degli stessi e l’ambiente esterno. L’aspetto di interconnessione con i sistemi informativi, in particolare, era un requisito fondamentale per l’industria 4.0. Altrettanta attenzione è stata posta agli aspetti di security&safety, con sistemi antintrusione, gestione degli accessi e videosorveglianza. «Il progetto ha visto il coinvolgimento di oltre quaranta fornitori diretti, oltre cento se prendiamo in considerazione le subforniture» aggiunge Massimo Tonani. «Possiamo affermare che sono state coinvolte le migliori aziende e competenze italiane in questo ambito, in particolare System Logistics e Lyto’s per quanto riguarda le strutture del magazzino, mentre Coim ha sempre mantenuto la sua funzione centrale di gestione del progetto». Il magazzino automatico e autoportante è realizzato con scaffalature in doppia profondità (ogni cella di magazzino può contenere due pallet in profondità), servita da trasloelevatori, uno per corridoio. L’automazione è completata

da un circuito di circa 150 metri dove operano SVM o navette che raccordano la parte intensiva del magazzino di stoccaggio, con quella di avamporto. Questo lo si fa attraverso dei trasportatori motorizzati, sia per il buffer dei prodotti, una sorta di polmone di stoccaggio all’interno della linea, sia per la movimentazione dei prodotti destinati al prelievo.

Il nuovo magazzino, realizzato su una superficie di circa 3.000 m2, grazie al suo sviluppo verticale, ha una capacità ricettiva di oltre 10.000 posti pallet, contro gli 800 posti pallet che avrebbe un magazzino tradizionale realizzato sulla stessa superficie. L’ingombro complessivo è di 25 metri di altezza, 30 di larghezza e 100 di lunghezza. La scaffalatura ha undici livelli, ad altezza variabile, per mantenere la massima flessibilità della struttura e ospitare anche imballi molto diversificati. La produttività oraria dell’impianto è di circa 200 pallet/ora e il numero di referenze gestite è di circa 3000. La velocità del trasloelevatore è di circa 14,4 km/h, mentre le navette SVM viaggiano a 9 km/h. Particolare attenzione è stata posta alla taratura di accelerazioni e decelerazioni, per evitare impatti negativi sulla qualità e stabilità del prodotto, con carichi che possono anche superare i mille chili. Particolare attenzione, infine, è stata posta all’aspetto ambientale e di compatibilità della struttura con il paesaggio circostante. «Quando ci siamo trovati di fronte alla valutazione delle diverse tecnologie realizzative per il nuovo magazzino, il tema dell’impatto ambientale ha rivestito un ruolo chiave. Se avessimo optato per un magazzino tradizionale, per ottenere lo stesso risultato in termini di capacità avremmo dovuto costruire su una superficie di suolo vergine molto più ampia» conclude Massimo Tonani. «Per mitigare l’impatto paesaggistico, Coim ha inoltre piantumato l’area con oltre 1.000 alberi ad alto fusto».

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VISIBILITÀ SULLA SUPPLY CHAIN E TECNOLOGIE A SUPPORTO LA VISIBILITÀ È UN PREREQUISITO PER UNA GESTIONE EFFICIENTE DELLE SUPPLY CHAIN DI OGGI: PIÙ VISIBILITÀ SULLA PROPRIA SUPPLY CHAIN GENERA EFFICIENZE E PERMETTE DI OFFRIRE SERVIZI AVANZATI AI PROPRI CLIENTI. IL MERCATO DELLE SOLUZIONI TECNOLOGICHE A SUPPORTO È PIENAMENTE MATURO E SI TRATTA SOLO DI SCEGLIERE CON ATTENZIONE IN BASE AGLI OBIETTIVI DI BUSINESS CHE SI VOGLIONO CONSEGUIRE

di Tommaso Rondi e Martin Ullrich ACCENTURE

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I MACRO-TREND DELLA SUPPLY CHAIN

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egli ultimi anni il mondo della Supply Chain è stato influenzato da trend di cambiamento che ne hanno rivoluzionato le operazioni e definito nuove variabili determinanti nel mercato. Sono due i macro-fattori che stanno impattando l’ecosistema e il modus operandi. Tali fenomeni hanno fatto sì che il ruolo stesso della Supply Chain all’interno di un’organizzazione sia mutato, spostando il focus da una funzione operativa, che fungeva da collante fra il reparto produzione e quello vendite, ad una variabile strategica fondamentale per determinare il successo di una società. Il primo fattore chiave risiede nel trend di ottimizzazione dei costi derivati dalla globalizzazione. Tale fenomeno ha mutato profondamente le strategie che definivano la catena di valori delle maggiori società a livello globale nell’ultimo ventennio. Il dislocamento della produzione, la scelta di fornitori esteri e l’outsourcing di alcune funzioni in aree del mondo con costo del lavoro minore, hanno accresciuto la complessità della Supply Chain, rendendola interdipendente e interconnessa globalmente. La complessità del network di produzione e la capillarità della distribuzione richiesta oggi da molte realtà, hanno fatto emergere molteplici difficoltà e sfide. In primo luogo, il forte dislocamento di parti della Supply Chain in aree rurali remote o in paesi emergenti, causa notevoli

sfide nel monitoraggio della qualità del prodotto e crea difficoltà in termini di coordinamento della produzione, ottimizzazione dei costi logistici e flessibilità nella pianificazione. Le società si affidano sempre più ad un alto numero di partner esterni per far sì che materie prime, semilavorati e prodotti finiti vengano efficientemente allocati su tutta la catena produttiva nel momento pianificato. Il considerevole numero di attori coinvolti, la complessità logistica del network come anche la tendenza ad esternalizzare i servizi, fa sì che vi siano difficoltà nel monitoraggio delle performance degli attori esterni coinvolti. Sotto tale categoria vi si identificano una molteplicità di attori quali i fornitori di materie prime, i co-packer, i fornitori di servizi logistici e i distributori. La poca visibilità sulla performance di ciascun partner coinvolto nella filiera ha notevoli implicazioni in termini di costi sostenuti. In primo luogo, rende le negoziazioni delle tariffe sui servizi offerti basate puramente su logiche di mercato e di prezzo, escludendo considerazioni di merito basate su indicatori quantitativi attendibili sulla qualità ed efficienza del servizio offerto. In secondo luogo, rende assai complicata la reperibilità di informazioni in tempo reale su tutta la Supply Chain e rallenta notevolmente il tempo di reazione in caso di imprevisti o cambiamenti. Tali disruption possono essere causa di interruzione della fornitura e perdita di competitività sul lungo periodo. Il secondo trend di cambiamento risiede nella digitalizza-

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zione e nell’avanzamento tecnologico. Motore di sviluppo dell’ultimo trentennio, tale fenomeno ha implicazioni vaste su tutta la Supply Chain. È possibile dividerlo in due fattori distinti; il primo lato domanda, il secondo lato offerta. Lato domanda, la digitalizzazione risiede nell’esplosione del mondo e-commerce.

za dubbio fattore differenziante nell’offerta. L’impatto di tale tecnologia è trasversale non solo sulla Supply Chain stessa, cuore di questa innovazione, bensì su varie aree aziendali interconnesse. Possono essere identificati due livelli di maturità d’applicazione da parte di una piattaforma di tracciabilità: reactive e predictive.

Gli acquisti online anno dopo anno registrano numeri Il modello di visibilità reactive permette all’azienda un vertiginosamente in crescita, ridefinendo la struttura monitoraggio ex-post degli eventi e della performance, stessa del network di distribuzione necessario per sod- o di reagire prontamente a eventi imprevisti non precedisfare tale crescente domanda. L’esplosione degli acqui- dentemente pianificati. Si basa su tre strumenti: visibilità sti online ha facilitato la comparazione tra prodotti, tra geografica (camion, container, parcel, SKU), sensoristica prezzi e servizi offerti, incrementando le aspettative dei e analitiche. La visibilità geografica tramite GPS permetclienti e aumentando il livello di soddisfazione richiesto1. te di ricevere dati e avere una visione globale su quali Lato offerta, la digitalizzazione ha permesso lo svilup- sono stati gli spostamenti, tragitti e orari dei trasporti. po di nuovi asset tecnologici fortemente innovativi per Allo stesso tempo la connessione ad altri sensori abilità il coordinamento di tutta la catena di approvvigiona- la possibilità di raccogliere grandi volumi di dati su molmento, produzione, fornitura e distribuzione. Tali teplici variabili interconnesse come la temperatura, nuovi strumenti hanno reso possibile la prela luce, il movimento del prodotto durante il cisa misurazione e acquisizione di volumi trasporto o lo stoccaggio. di dati, rendendo il dato stesso fattore Avere a disposizione una grande quantiLa possibilità sempre più determinante per in ogni tà di dati permette di creare analitiche di ottenere visibilità sul scelta strategica. La misurazione del e KPI capaci di fotografare lo status ciclo di distribuzione del dato e la conseguente analisi hanno della Supply Chain. Il livello di maprodotto ridefinisce reso possibile lo sviluppo di softwaturità della soluzione di tracciabilità lo scenario competitivo re di pianificazione avanzati, basati è ancora nella fase iniziale, ma nonodel mercato su logiche di analitica della domanda, stante ciò il suo valore è notevole. Il dell’offerta, nonché di ottimizzazione livello di maturità successivo più avandella produzione e distribuzione logistica. zato di tracciabilità è chiamato predictive. A tal proposito una delle innovazioni che sta maggiormente impattando l’intera catena del valoQuando la piattaforma di visibilità viene integrata re e dalla quale moltissime realtà stanno traendo grandi con algoritmi di intelligenza artificiale, la potenzialità di benefici è lo sviluppo di sistemi di visibilità e tracciabilità tale soluzione diventa non più solo reattiva nei confronti real-time. Tali strumenti sono disegnati per registrare e di imprevisti, bensì predittiva. Il valore aggiunto è quello raccogliere una vasta quantità di dati in tempo reale su di identificare con anticipo potenziali colli di bottiglia, una molteplicità di variabili parte del network distributi- ritardi e problematiche, prima che essi si palesino. vo e danno la possibilità di ottenere una visione istantanea e olistica di tutti gli attori coinvolti nei vari processi. Oltre agli strumenti caratteristici parte del modello reactive, quello predictive si contraddistingue con l’aggiunLIVELLO DI MATURITÀ DELLE ta di analitiche predittive, come la predictive ETA (EstiSOLUZIONI DI VISIBILITÀ mated Time of Arrival), ovvero una proiezione dell’orario di arrivo della spedizione contenente la merce. Tale algoI trend che stanno ridefinendo il mondo della catena del ritmo di intelligenza artificiale si basa sulla raccolta dati valore hanno fatto crescere una forte esigenza di traspa- da varie fonti e prende in considerazioni variabili quali il renza e tracciabilità lungo l’intera filiera. La possibilità di traffico, il meteo, i limiti di velocità e le pause del guidaottenere visibilità sul ciclo di distribuzione del prodotto tore. Tutte queste variabili computate assieme definiscoridefinisce lo scenario competitivo del mercato, crea nuo- no un potenziale orario di consegna nelle varie location ve opportunità per affermarsi sulla concorrenza ed è sen- del network, dando una visione futura dello scenario. At-

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traverso una pronta comunicazione del problema, quale un ritardo nella consegna oppure un guasto, i vari attori sono in grado di coordinare e risolvere una criticità in maniera efficiente. La chiave risiede nella possibilità di anticipare problemi attraverso analitiche predittive e KPI in grado di simulare scenari futuri e prendere decisioni ottimali attraverso processi automatizzati.

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APPLICAZIONI E LEVE DI BUSINESS Le potenzialità strategico operative di tali soluzioni impattano diverse funzioni migliorandone l’efficienza e il loro contributo alla crescita aziendale. La divisione logistica e trasporti, cuore della Supply Chain, è l’area che più di tutte beneficia da una piena visibilità. Attraverso una precisa misurazione del tempo di trasporto (lead time) tra i vari nodi del network logistico, l’azienda è in grado di ottimizzare il proprio network distributivo e ridurre al minimo le inefficienze di trasporto. L’analisi statistica dei dati sui tempi di percorrenza e i percorsi effettuati permette di identificare le cause scatenanti dei ritardi nelle consegne e quindi di migliorare il livello di servizio risolvendo il problema o, qualora non fosse possibile, adattando i parametri di pianificazione. Capita spesso che la causa del ritardo siano i colli di bottiglia in fase di carico e scarico, dovuti ad una pianificazione approssimativa delle finestre di consegna. Avere visibilità in tempo reale sulla posizione dei mezzi permette di gestire in modo dinamico la prenotazione delle baie di carico ottimizzando i flussi di ingresso e uscita dal magazzino. Maggiore visibilità sugli orari previsti di carico e scarico permette inoltre al magazzino di ottimizzare i turni del personale, gestendo la capacità sulla base della data e ora di consegna reale e non su quella pianificata in base ad un dato medio. Inoltre, i ritardi causati per rallentamenti nelle fasi di carico e scarico rappresentano un costo per l’azienda, la quale si trova obbligata a pagare delle penali al trasportatore oltre certe soglie di attesa. La raccolta di questi dati su orari di partenza e arrivo dei fornitori logistici rappresenta un prezioso asset per la divisione procurement. Attraverso un monitoraggio costante basato su KPI di performance, la visibilità rappresenta una notevole leva in termini di forza contrattuale nella definizione del prezzo e dei volumi trasportati, nonché un miglioramento del servizio offerto da parte dei propri partners logistici.

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MANAGEMENT

Con la diffusione di logiche di produzione Just in Time, è aumentata la necessita di un coordinamento ottimale tra i vari attori coinvolti, riducendo al minimo i costi operativi, le inefficienze di processo e i livelli di scorte di sicurezza. La produzione può beneficiare di maggiore visibilità sulle consegne in arrivo; una delle cause dei fermi macchina non pianificati e della riduzione di efficacia produttiva dei macchinari (overall equipment effectiveness) sono i ritardi nelle consegne di materie prime.

registrando in tempo reali variazioni significative di temperatura o umidità. Questo è estremamente importante per aziende CG&S produttrici di beni alimentari e di largo consumo, che focalizzano il proprio successo competitivo sulla qualità del prodotto risaltandone la filiera. Problematiche come prodotti finiti rovinati possono essere prontamente identificati, prima che ciò possano causare problemi a cascata per l’intera catena. Inoltre, è possibile ricaricare tale danno tramite penali al proprio fornitore logistico, identificando con certezza il momento e il luogo nel quale il danno al prodotto è stato provocato.

Ricevendo informazioni in tempo reale sulla posizione delle consegne critiche le unità di pianificazione possono aggiustare il piano di produzione dando priorità a Ultima area beneficiante dall’introduzione di una piatprodotti che non richiedono quello specifico materiale o taforma di tracciabilità è il Customer Service. Attraverso riprogrammando interventi di manutenzione. Avere pie- una visione globale delle spedizioni e la visibilità sullo na visibilità sulle tempistiche di flusso in entrata e uscita status preciso degli ordini, non solo facilita la risposta a abilita un’analisi di dettaglio del livello di safety stock in richieste lato cliente su ritardi di consegna, ma mette il ogni location facente parte del network. L’ottimizcliente stesso nella condizione di poter monitorare zazione del livello di magazzino bilancia due autonomamente lo status del proprio ordine. leve che sono in opposizione tra loro; la Il consumatore finale ha piena visibilità Problematiche necessità di mantenere le giacenze di sulle fasi del proprio acquisto, avvercome prodotti finiti magazzino ad un livello di sicurezza e tendolo in tempo di eventuali ritardi rovinati possono essere la tendenza a minimizzare i costi di o problematiche. La soddisfazione fiprontamente identificati, stoccaggio. Lato giacenze di sicureznale del servizio offerto da parte del prima che ciò possano za vi è la necessità di avere materiali cliente viene notevolmente elevata. causare problemi a e prodotti pronti per essere spediti al cascata per l’intera cliente finale per non intaccare le opUna piattaforma di tracciabilità può catena portunità di ricavi e la soddisfazione del essere integrata con altri sistemi per aucliente finale. tomatizzare operazioni e processi che ad oggi sono manuali. Vi è la possibilità di conD’altro canto, mantenere uno stoccaggio di magaznettere direttamente la piattaforma a sistemi ERP zino al minimo permette di ridurre i costi di stoccaggio, e CRM, condividendo automaticamente le informazioni minimizzare l’obsolescenza dei beni, e liberare liquidità e abilitando workflow automatizzati. Questa interconaziendale. Una piena tracciabilità permette di trovare un nessione permette di ricevere ed emettere documenti in bilanciamento tra queste due leve, ottimizzando il flus- modalità automatizzata, integrandola con il sistema fiso finanziario e non intaccando la capacità di servire gli nanziario interaziendale, riducendo la necessità di persoordini dei clienti. A tal proposito è utile approfondire nale dedicato ad attività manuali e ripetitive. Allo stesso il discorso relativo al Capitale Circolante Netto. La mi- tempo una piattaforma di tracciabilità svolge un ruolo di nimizzazione dello stock in magazzino, attraverso una facilitatore in termini di comunicazione e coordinamenlogica Just in Time, libera risorse in termini di liquidità to tra reparti. Un flusso comunicativo ridotto tra reparti che possono essere impiegate altrove. Si vanno a ridurre i standardizza e semplifica il processo di approvvigionagiorni di giacenza media di magazzino, migliorando l’ac- mento informazioni e risalta le comunicazioni davvero curatezza della pianificazione finanziaria in termini, sia rilevanti, tagliando le ridondanze. di allocazione delle risorse di capitale finanziario, sia di Per concludere, l’implementazione di un sistema di restruttura di capitale approvvigionato a debito o proprio. al-time visibility permette alla società di sviluppare iniziaAttraverso apparati sensoristici istallati nei container, nei tive di miglioramento continuativo di processi in molterimorchi o nei magazzini si crea la possibilità di monito- plici aree, liberando risorse e basando le proprie decisioni rare costantemente la qualità del prodotto lungo la filiera su dati e analitiche quantitative.

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BLOCKCHAIN E VISIBILITÀ: HYPE O VALORE AGGIUNTO? Negli ultimi anni più aziende hanno introdotto in modo sperimentale l’utilizzo di tecnologia blockchain per garantire maggiore visibilità e trasparenza della filiera produttiva. Nell’industria manifatturiera si osservano due casi d’uso ad alto potenziale: la certificazione di origine e tracciabilità dei prodotti e l’utilizzo di smart contract per regolare il rapporto con fornitori di materie prime o di servizi (come i servizi logistici)3. Nel primo caso la blockchain è utilizzata per certificare la provenienza del prodotto e delle corrette condizioni di conservazione (e.g. controllo della temperatura) tramite la registrazione delle letture di sensori o codici posizionati sul prodotto o sulle confezioni; è proprio l’impossibilità di manomettere questi dati che rende la blockchain la tecnologia migliore per la registrazioni di dati qual ora si lavori con un ecosistema di numerosi fornitori e sub fornitori e con i quali non ci sia piena fiducia nella qualità delle informazioni condivise.

L’utilizzo dello smart contract permette invece di automatizzare i processi amministrativi legati al pagamento dei fornitori e alla gestione di reclami, sia logistici che di qualità. Infatti, è possibile programmare le condizioni contrattuali in modo che alla registrazione di un determinato evento venga inviato un pagamento o uno nota di credito; un’applicazione è quella del monitoraggio della performance di un trasportatore che in caso di superamento della temperatura concordata per il trasporto potrebbe vedersi ridotto il compenso. Nonostante il potenziale degli smart contract in logistica e supply chain attualmente non ci sono progetti che hanno superato la fase di proof of concept in quanto c’è ancora poca chiarezza sulla validità legale e il grado di accettazione da parte dei fornitori. La blockchain aggiunge valore rispetto a soluzioni di visibilità tradizionali quando l’ecosistema di fornitori e partner è numeroso e non c’è certezza dell’accuratezza del dato; inoltre pone le basi per applicazioni più avanzate come quelle degli smart contract che automatizzerebbero dispendiosi processi amministrativi per il monitoraggio e la gestione di SLAs.

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FATTORI CHIAVE PER LA SCELTA DI SOLUZIONI DI VISIBILITÀ Il mercato per soluzioni di visibilità è in rapida espansione; giganti dei software d’impresa hanno sviluppato nuovi moduli a corredo della loro offerta in ambito Supply Chain e allo stesso tempo sono emerse delle startup specializzate in determinati segmenti di mercato (e.g. tracciabilità via mare, in real time, RFID ecc.), le quali hanno sviluppato soluzioni Cloud facilmente integrabili con funzionalità più evolute. In questo contesto diventa difficile per le aziende identificare la soluzione più adatta e quindi spesso ci si affida ad un’analisi superficiale delle funzionalità offerte dal proprio fornitore al contrario di selezionare la soluzione più adatta alle esigenze dell’azienda.

in questo ambito. La visibilità è solo il punto di partenza di un percorso lungo e complesso volto ad utilizzare i dati provenienti dalla propria Supply Chain per offrire servizi a valore aggiunto ai propri clienti e allo stesso tempo aumentare l’efficienza operativa. In aziende del settore della grande distribuzione organizzata e dei beni di consumo che hanno lanciato progetti di visibilità abbiamo riscontrato un aumento significativo della soddisfazione cliente, una riduzione dei costi logistici, un aumento dell’efficienza del personale di customer service e una riduzione del capitale circolante netto. I servizi aggiuntivi come la notifica di consegna o ritardo e la certificazione di qualità e provenienza hanno un effetto positivo sulla percezione del brand; in un azienda food and beverage abbiamo stimato che su clienti in cui era stato attivato il servizio si è realizzato un incremento del Net Promoter Score (NPS) di 1,5 punti con un conseguente incremento del fatturato di 0,6%-0,7% annuo.

Esistono diversi fattori da analizzare prima di selezionare la soluzione di visibilità più adatta: il livello di integrazione necessario con partUn altro elemento con impatto sul fattuLa blockchain ner esterni (operatori logistici o fornitorato, soprattutto per aziende di beni di aggiunge valore ri); la necessità di tracciare il prodotto largo consumo che operano in alcuni rispetto a soluzioni di piuttosto che l’asset (camion o contaimercati come quello francese, sono le visibilità tradizionali quando ner) e quindi la tipologia di strumenpenali logistiche. Tramite soluzioni di l’ e cosistema di fornitori e to di tracciabilità richiesta (Telemavisibilità è infatti possibile ridurle dal partner è numeroso e non c’è tiche, RFID, GPS, etc.); la necessità 25% al 50% ottimizzando gli slot di certezza dell’accuratezza di tracciare altre informazioni oltre consegna con un impatto stimato di del dato la posizione come temperatura, luce e aumento del fatturato annuo di 0,2%umidità e infine la necessità di ricevere 0,8%. Il personale dell’ufficio trasporti o informazioni in tempo reale piuttosto che di del customer service spendono in media dal eventi specifici (e.g. spedito, in transito, consegna7% al 15% del loro tempo in attività a basso valore to, ecc.)4. Una volta identificato il perimetro è necessario aggiunto per cercare e comunicare informazioni riguarselezionare un gruppo di soluzioni con quelle funzionali- do ad ordini e spedizioni; automatizzando il processo di tà e valutarne il costo di implementazione, di licenza e di raccolta informazioni e attivando notifiche automatiche eventuali costi accessori necessari per un funzionamento è possibile ottimizzare l’attività, liberando tempo aggiuncompleto dell’applicativo. Contattare più fornitori e ot- tivo per attività di supporto cliente a valore aggiunto. tenere più quotazioni è utile non solo per il costo ma per valutare le differenze e il grado di copertura delle funzio- L’ottimizzazione degli slot di carico può portare ad una nalità di ognuno dei fornitori. riduzione significativa dei costi di magazzino e di trasporto. Visibilità sull’orario di prevista consegna permette di PIÙ VISIBILITÀ SULLA PROPRIA migliorare la pianificazione e ridurre i turni straordinari SUPPLY CHAIN GENERA EFFICIENZE con una conseguente riduzione del costo del personale E PERMETTE DI OFFRIRE SERVIZI dal 2%-7%. La migliore pianificazione garantisce inoltre AVANZATI AI PROPRI CLIENTI di ridurre le code in ingresso e i tempi di carico e scarico, riducendo considerevolmente le penali pagate ai trasporRimane complicato per le aziende quantificare i benefici tatori logistici che possono anche ammontare al 2% del derivanti da più visibilità sulla propria filiera e ottenere costo di trasporto. di conseguenza il supporto necessario per nuovi progetti Infine, una maggiore visibilità sulle attività e i lead time

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a monte della filiera garantisce maggiore controllo sulle scorte. Questo permette con il tempo una migliore ottimizzazione delle scorte di sicurezza e una riduzione del tasso di rotazione dell’inventario.

LA VISIBILITÀ È UN PREREQUISITO PER UNA GESTIONE EFFICIENTE DELLE SUPPLY CHAIN DI OGGI Ogni direttore Supply Chain dovrebbe iniziare a valutare il livello di monitoraggio e controllo sulla propria Supply Chain. Diverse aziende hanno intrapreso un percorso di trasformazione per creare una copia digitale del proprio network logistico: • Partendo dallo sviluppo di una strategia di business e IT volta a massimizzare il valore dei dati raccolti e non volta all’adozione di funzionalità di sistema.

• Identificando qual è il perimetro dal quale si vuole partire per estrarre maggiore beneficio dalla visibilità; come ad esempio il flusso di logistica inbound da i principali fornitori di materie prime. • Definendo un piano di investimenti e benefici che generi un ritorno positivo per l’azienda in termini di fatturato e riduzione costi. • Adottando un approccio agile, minimizzando l’investimento richiesto ad inizio trasformazione e introducendo nuove funzionalità in modo incrementale. NOTE 1 Accenture, 2018 Reinventing the Supply Chain with AI https://www. accenture.com/–acnmedia/pdf-82/accenture-intelligent-supply-chainmanagement.pdf 3 Accenture, 2019. Tracing the Supply Chain. https://www.accenture.com/– acnmedia/PDF-93/Accenture-Tracing-Supply-Chain-Blockchain-StudyPoV.pdf 4 Gartner, 2019. Supply Chain Operational Visibility Vendor Guide.

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TRASMISSIONE WIRELESS DELL’ENERGIA E DEI DATI

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on NearFi, Phoenix Contact introduce sul mercato una nuova tecnologia per la trasmissione wireless dell’energia e dei dati. La tecnologia consente la comunicazione Ethernet senza fili, indipendente dal protocollo e senza latenza fino a 100 MBit/s, a una distanza di max 10 mm. Un primo campo d’impiego di questa tecnologia sono i nuovi accoppiatori NearFi che sostituiscono connessioni a innesto o anelli collettori soggetti a usura. Gli accoppiatori possono essere posati su piastre o pannelli o installati su supporti rotanti. Grazie alla robusta custodia IP65 con connessioni M12 per Ethernet e alimentazione, Gli accoppiatori possono essere posati su piastre o pannelli o installati su supporti rotanti.

TORRI DI RAFFREDDAMENTO PIÙ EFFICIENTI CON KLÜBER LUBRICATION

L

e industrie chimiche e petrolchimiche stanno affrontando una sfida globale per ridurre le emissioni di CO2 e il consumo energetico. Un importante player di settore, proprietario di un importante complesso industriale vicino a San Paolo in Brasile, si è affidato a Klüber Lubrication, che ha identificato rapidamente le grandi torri di raffreddamento come buoni candidati da cui iniziare. In questo caso, gli esperti tecnici di Klüber Lubrication hanno raccomandato Klübersynth GH 6-320, un olio lubrificante ad alte performance base PAG. La serie GH 6 di Klübersynth ha un coefficiente di attrito estremamente basso e il suo comportamento viscosità/temperatura offre il miglior film lubrificante protettivo in un’ampia gamma di temperature operative.

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CONNETTORI MODULARI PER L’AUTOMAZIONE MODULARE

L’

uso dei connettori modulari in un ambiente di automazione aperta offre agli stabilimenti la flessibilità necessaria per adattarsi alle richieste dei consumatori. A questo proposito, PEI-Genesis fornisce la serie di connettori Han-Modular prodotti da Harting, che combinano circuiti di alimentazione e di segnale in un unico connettore. Il connettore può essere personalizzato con più di cento moduli pronti all’uso, combinando varie tipologie multimediali in un unico connettore rettangolare. Ciò significa poter sfruttare l’automazione modulare senza necessità di cavi extra ed evitando la complicazione di dover cablare manualmente i singoli moduli. Questo livello di flessibilità consente alle aziende produttrici di riconfigurare agevolmente i propri stabilimenti.


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NUOVO KIT DI MONITORAGGIO DELLE PRESTAZIONI DI PRODUZIONE

T

urck Banner Italia presenta il nuovo kit di monitoraggio delle prestazioni di produzione (PPM), un kit applicativo autonomo wireless per il monitoraggio della produttività effettiva. La soluzione misura le prestazioni e la disponibilità della macchina analizzando le metriche di produzione e confrontando il processo di produzione in tempo reale con uno stato ideale. Il kit PPM sostiene nella consapevolezza dei processi, aiutando i responsabili nell’identificazione e quantificazione dei “colli di bottiglia” nei processi di produzione e a concentrare l’impegno di miglioramento sulle aree di maggiore necessità. Il kit applicativo è una soluzione stand-alone compatibile con macchinari di produzione nuovi ed esistenti.

DANIELI AUTOMATION E BEANTECH LANCIANO LA Q3-PLATFORM

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INDUSTRIAL EDGE, IT PER L’AMBIENTE DI PRODUZIONE

n collaborazione con Danieli Automation, beanTech ha sviluppato una piattaforma di Industrial Iot e Advanced Analytics, abilitante la raccolta dei dati, a integrazione degli impianti del Gruppo Danieli. La Q3-Platform, verticale per l’industria siderurgica, è strutturata per raccogliere, analizzare ed elaborare i dati di processo e quelli di business, focalizzando l’attenzione sull’intero ciclo di produzione, partendo dall’acquisizione dell’ordine fino alla consegna, attraverso tutte le fasi di trasformazione della materia prima in prodotto finito. Il sistema permetterà un monitoraggio del consumo di elettricità e di altri vettori energetici, a riduzione dei costi operativi e il controllo, la gestione e l’ottimizzazione dei carichi all’interno dell’impianto in vista anche degli obblighi di riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2.

I

ndustrial Edge è la piattaforma IT di edge computing proposta da Siemens, aperta e pronta all’uso, composta da dispositivi Edge, applicazioni e connettività edge e un sistema di gestione centrale. Industrial Edge rende più facile la raccolta e l’analisi dei dati dai dispositivi industriali. A seconda delle esigenze, si determina quali dati rimangono locali e quali possono essere utilizzati con una soluzione cloud realizzando così una architettura ibrida. Si tratta di una soluzione di digitalizzazione che aggiunge l’elaborazione dei dati a livello di macchina ai dispositivi di automazione, portando l’intelligenza dell’Edge Computing e quindi un’analitica sofisticata in modo sicuro al livello di produzione.

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O

rganizer

SI PARLA DI AB Accenture Agici beanTech CARL Berger-Levrault Cascina Pulita Chryso COIM Danieli Automation EBS ENEA ENI Harting IRENA Lyto’s

11 52-59 10-11 61 44-47 5 5 48-51 61 12 18-22 4, 15 60 8 51

Moog PEI Genesis Phoenix Contact Politecnico Milano RCI Saipem Sebigas Selectra Siemens System Logistics Thermo King Turck Banner UL Versalis

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16 60 60 30-36 14 15 11, 12 3 61 51 15 61 4 15

INDICE INSERZIONISTI Biogest Brenta Rent Klüber Lubrication KSB Italia mcT Petrolchimico Miretti Group R.Stahl Rittal Save Tecnest Texpack TSC

IV C. 13 9, 60 II C., 38-39 35 40-41 42-43 17 25 III C. 55 59

Gli EVENTI dei settori chimica, energia, industria mcTER Verona mcTER Cogenerazione, mcTER Alimentare Verona

COMPRENDE:

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27-10-2021

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Italia

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SAVE

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27-10-2021

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Italia

Verona

REFRIGERA 2021

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03-11-2021

05-11-2021

Italia

Bologna

SEPEM INDUSTRIES

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16-11-2021

18-11-2021

Italia

Torino

L’efficienza della gestione dei processi sanitari

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17-11-2021

17-11-2021

Italia

Sesto S.G.

mcT Petrolchimico

www.mctpetrolchimico.com

25-11-2021

25-11-2021

Italia

San Donato Milanese

World Future Energy Summit

www.worldfutureenergysummit.com

17-01-2022

19-01-2022

Emirati Arabi Uniti

Abu Dhabi

A&T AUTOMATION & TESTING

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23-02-2022

25-02-2022

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ACHEMA 2022

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08-04-2022

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Francoforte

HANNOVER MESSE

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IVS INDUSTRIAL VALVES SUMMIT 2022

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