Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 27 - LUGLIO 2014 D A T A
SOMMARIO: Editoriale
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Il mio grazie a
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Padre Monti Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per
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le vocazioni Con Maria,
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come Maria Parole mon-
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tiane Glossolalie
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Vita di Fami-
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glia Forse non
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tutti sapevate I Vostri mes-
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saggi Parole e fuoco 10
La Porta aper- 11 ta Riconoscere
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vocazioni Tracce per
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una lettera da Saronno Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza dei vecchi
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Futuro: Fratture e Frattaglie
di E ’ L
e ial r to
di Aurelio Mozzetta
Nella Scrittura, l’immaginario comune circa l’Egitto riconduce a una storia di lacerazione e sofferenza che non riesce mai a tramutarsi in proposta, perché un popolo schiavo non è più popolo e non ha progetti. Egitto descrive la condizione di Israele quando era “Non-miopopolo”: “chiama tuo figlio Non-miopopolo, perché voi non siete mio popolo e io non esisto per voi” (Os 1,9). È una situazione di morte, che non ha in sé alcuna possibilità. Israele non pensa neanche di potersi rivolgere al Signore né che il Signore si ricordi di lui, al punto che non ascolta neppure Mosè, “perché erano all’estremo della sopportazione per la dura schiavitù” (Es 6,9). È una situazione di crisi, di frattura irriducibile dal futuro e perciò di mancanza di un futuro. Nessuno di essi è più in grado di dire cosa sia il futuro, dove si debba cercarlo e come lo si possa raggiungere. In condizioni normali gli uomini protendono a un futuro che è generato dal loro stesso agire nel presente; la spiga è già contenuta nel seme che il contadino affida alla terra, “dorma o vegli, di
notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa” (Mc 4,27). La crisi è momento diverso. E, nonostante i facili sociologismi che la vorrebbero sempre gravida d’opportunità, bisogna riconoscere che non sempre è così, dato che una crisi può anche condurre alla morte. Essa diventa opportunità solo perché il Signore si ricorda del suo popolo, pur se il popolo si dimentica di Lui. Il futuro dell’uomo non è il tempo, ma Dio. E il “Dio futuro” non segue la logica razional-materialista e non insegna strategie. Dall’Egitto si esce non per la forza delle nostre armi che garantiscono vittoria, ma perché è il Signore a chiamarci verso “un paese bello e spazioso” (Es 3,8). Della situazione di crisi, dei suoi contenuti, delle cause e dei possibili sbocchi, è molto facile che si parli secondo come gira l’interesse. Di fatto sono in numero considerevolmente minoritario quelli che sui media l’affrontano come verità richiede. Segue a pag. 2
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Il mio Grazie a Padre Monti
>>> segue dalla prima pagina
Lassù in tanti mi proteggono Il 13 maggio sono andata a fare la mammografia di controllo che eseguo ogni 2 anni, il 19 maggio vengo richiamata. La paura che avessero trovato qualcosa mi tormentava, mi eseguono un ecografia e notano una lesione di 5mm sospetta. Metto subito in contatto il radiologo con il mio medico e la conclusione è fare subito un agoaspirato e intervento. Ho sentito il mondo crollarmi addosso, ho pensato: “cosa dico a mia mamma”?, in tasca avevo un'immagine di Padre Monti e ho pensato è il mese mariano ho recitato un Ave a Maria. Il giorno 28 maggio sono stata ricoverata e operata il 29, è andato tutto bene, hanno asportato il nodulo sospetto e il linfonodo sentinella. Gli esami istologici non hanno rilevato metastasi e il carcinoma di grado 1. Io sono stata molto fortunata, perché la lesione si è vista dalla mammografia, cosa rarissima, perché era molto piccolo. Io so che ho tante persone lassù che mi proteggono il Signore, l'Immacolata, Padre Monti e il mio caro papà. Ora dovrò sottopormi alle terapie di prevenzione, ma sarò forte per me e per tutti quelli che mi vogliono bene. Un grazie anche a tutti voi della Congregazione che avete pregato per me. P.
Futuro: Fratture e Frattaglie Non sorprende più assistere ad un uso falso e falsato delle notizie e neppure accorgersi che a quanto proposto da giornali e televisione non manca mai lo svarione, l'imprecisione, la crassa manipolazione. Siamo in tempi di entertainment e per tutti sembra essere d’obbligo provocar effetto, generare rumore, agganciare spettatori, mantenere inchiodati, fare show. Il resto sono frattaglie… come la verità che finisce triturata e fatta carne di maiale. Non è neppure tanto difficile darsene conto, perché succede sempre che quando una crisi esplode, i falsi profeti continuano a sbraitare “dopo di noi il diluvio”, mentre soltanto i veri profeti sono impegnati a costruire l’arca (Fabrice Hadjadj). Dire “dopo di noi” oppure “senza di noi” il
diluvio, non cambia la musica. Il minacciar catastrofi è sport praticatissimo nel campo dell’autoreferenzialità e dell’inconsistenza etica. Penso alla recente battaglia elettorale per le europee e quel che sento in eco sono urla, minacce, parole volgari, accuse, ricatti… una indecenza incivile! È anche vero, però, che le ombre si fanno più evidenti quanto più si intensifica la luce. Michael Jordan, il grande campione di basket, ha affermato: “ho sbagliato novemila tiri nella mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. Per 26 volte hanno affidato a me il tiro che avrebbe fatto vincere la partita e l’ho mancato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo
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che ho successo”. Il buio e il contrasto sono segni che derivano dalla luce, sono prove che la luce c’è, anzi che ce n’è di più e che intatta rimane la possibilità di utilizzarla. In termini biblici si direbbe: laddove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia (Rm 5,20). Se, dunque, le tenebre sono meno dense, non è perché noi siamo virtuosi o più bravi; al contrario, è perché le nostre luci sono più fioche, sfocate, quasi spente. Se invece la tenebra è forte, impegnati a scoprire dove sta la luce. Nel buio della crisi, la luce è una sfida all’intelligenza, un investimento in umanità, una provocazione alla tua fede in Dio.
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Due santi s’incontrano: un nuovo Big Bang Quando dei Santi s’incontrano, fossero pure uomini qualunque o re, frati oppure papi, succede sempre qualcosa di buono, nuovo, strepitoso: è matematico. Forse non accadrà subito, ma sicuramente avverrà, e qualcuno ne sarà testimone. Per i Montiani, l'incontro fra il Papa Pio IX e fra Luigi da Milano - venne chiamato così il nostro Monti - ci persuade che nel cammino contorto e difficile di questa Famiglia, la presenza di Cristo è viva e attiva. Da quel momento Luigi Monti si accorge della grande responsabilità che gli è stata affidata e reagirà di conseguenza. Molte cose accomunano questi due santi uomini, così distanti per nascita e formazione, ma soprattutto sottolineo il proponimento del giovane sacerdote Mastai: Tutto il mio operare in Dio e per Iddio. Lo manterrà come sacerdote, come vescovo, come Papa. Nulla per se stesso, ma solo nella volontà di Dio. Uguale è lo stile espresso da Luigi. Non farà nulla per se stesso. Si considera solo uno strumento nelle mani di Dio. Simile e ardente è la loro devozione a Maria Immacolata. Uno proclamerà il Dogma, l'altro ne indosserà l'abito. S’incontrarono per la prima volta il 21 Ottobre del 1858, in occasione della visita e benedizione da parte del Papa all'Ospedale di Santo Spirito. Nella confusione dei preparativi tutti si dimenticarono di organizzare l'incontro, anche
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con i nostri giovani frati infermieri. Loro, forti d'animo, si presentarono comunque, in perfetto ordine, nell'atrio della Sala San Carlo, dove prestavano servizio. Il Papa appena li vide esclamò: Oh, ecco i miei Concettini! Oh, bravi! Poi aggiunse: Figli! Dio vi benedica! Vi dia la pace, la concordia tra voi e la perseveranza finale. Il primo effetto di quelle parole fu la rinnovata fiducia in quello che stavano facendo all'ospedale. Non esisteva antidoto migliore per scacciare le paure e inseguire i loro sogni. Un secondo effetto: l'improvviso mutarsi del giudizio arcigno del Commendatore Narducci, il direttore dell'ospedale all'epoca. Questi che sin qui li aveva maltratti e aveva fatto di tutto per rendere difficile la loro permanenza al Santo Spirito, si accorse - finalmente - che quei fraticelli erano seguiti direttamente dal Papa e si addolcì. Molti aspri contrasti segneranno i futuri incontri fra loro,
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ma non con l'acredine precedentemente dimostrata. Pio IX in tutta la sua vita aveva dimostrato attenzione agli ammalati, e questi frati rappresentavano, simbolicamente, le sue mani nella cura dei poveri infermi, il suo amore a Cristo ammalato. Li aiuterà sempre nei momenti di bisogno. Donerà loro, allo stesso Luigi Monti, anche parte di un suo palazzo a Roma… ma non corriamo, vedremo più avanti. Molto spesso un breve gesto, una parola buona, un sorriso aiutano a farci crescere l'autostima e portare avanti progetti difficili e impegnativi. Se questo stile tocca Santi uomini, si inizia un processo atomico di bene. Esplosivo e irreversibile, come nel caso di Luigi e dei suoi figli Concezionisti. Non temere. Marco
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Luigi Maria e dintorni Quando dei Santi s’incontrano, fossero pure uomini qualunque o re, frati oppure papi, succede sempre qualcosa di buono, nuovo, strepitoso: è matematico. Forse non accadrà subito, ma sicuramente avverrà, e qualcuno ne sarà testimone. Per i Montiani, l'incontro fra il Papa Pio IX e fra Luigi da Milano venne chiamato così il nostro Monti - ci persuade che nel cammino contorto e difficile di questa Famiglia, la presenza di Cristo è viva e attiva. Da quel momento Luigi Monti si accorge della grande responsabilità che gli è stata affidata e reagirà di conseguenza.
La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno
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Preghiera per le vocazioni
Donaci mamme capaci di rallentare Donaci, Signore, Sante mamme! C’è tanto bisogno di mamme, di quelle che mettono gli altri prima di sé e sanno accogliere la vita. Donaci mamme capaci di donarsi ogni giorno per quelli che amano, perché è in esse che si “impara” il senso della vita, è lì che si “gusta” la gioia delle cose semplici che diventano grandi e belle, perché fatte con amore. Donaci mamme che riescano a non andare sempre di corsa, ma che sappiano fermarsi per ascoltare i propri figli, le loro pene, le conquiste e le sconfitte. Quanto è bello il cuore di una madre, che solo sa ridare fiducia, conforto, speranza! E donaci madri, o Signore, che siano forti nella fede, che leggano tutto quello che accade con lo stesso tuo sguardo, attente, fiduciose, serene, prime testimoni della fede per chi sta loro intorno. PENELOPE PITTI
Una preghiera per...
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
PER CHI NE HA BISOGNO: - per il piccolo Gabriele, nato da non molte settimane, e che già deve lottare con tutto se stesso contro la malattia per affermare la propria vita. Noi tutti facciamo grande tifo per lui.
PER I GIOVANI: - per Cosmin e Massimiliano che stanno lavorando a un sogno e ci credono davvero! Possa il loro impegno avere frutti in abbondanza. - per Matteo, che lotta contro la malattia e contro l’indifferenza di molti. Padre Monti gli faccia sentire che non è solo e porti al fianco di lui le nostre voci e le preghiere.
PER CHI E’ IN ATTESA: - per coloro che si trovano di fronte a scelte difficili: con l’aiuto di Padre Monti possano intraprendere la giusta strada e riconoscere in Dio la fonte di ogni bene;
PER GLI AMMALATI: il beato Monti interceda per loro:
cielo, Maria lo ha accompagnato da Gesù”.
- Antonio, il papà di Mi- per Ivan, il figlio di Giovan- chela. Una preghiera e un ni, colpito da una tromboflebi- ricordo. La speranza cristiate. na dice: “non è la morte che - per tutte le persone cadu- verrà a cercarmi, è il buon te nella tristezza e in difficoltà Dio”(santa Teresa di Lisieux). dopo aver scoperto una malattia imprevista, senza preavviso e senza minimamente aspettarselo – come G., Ma. e F.; che possano ritrovare serenità e coraggio.
PER CHI SOFFRE: - prega molto per me e per la mia famiglia: mamma e L. sono stremate dopo sei mesi di avanti e dietro dall’ospedale, dove papà è ricoverato.
PER I DEFUNTI: - Suor LINA MATTAREI, delle Figlie dell’Immacolata Concezione, deceduta a Roma il 1 giugno, all’età di 73 anni. - Antonio, il papà di Anna Maria, che scrive: “è andato in
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Con Maria, come
Andate a vedere perchè Quando parliamo della spiritualità mariana, non possiamo normalmente metterla allo stesso livello delle altre spiritualità conosciute nella Chiesa: spiritualità francescana, teresiana, domenicana, ecc.
mia il Signore”) Lei dà. Maria si propone come l'unica partecipazione umana a tale progetto divino.
Maria di Nazaret è, dunque, al centro senza essere il centro, che è Cristo.
Se leggiamo Galati 4,1-7 ci rendiamo conto del posto privilegiato della Donna Maria nella grande storia della salvezza.
Ecco perché la Madonna è la prima dei fedeli, come insegna il Vaticano II.
Più in particolare, ci rendiamo conto dell’incredibile suo ruolo nell'evento straordinario e misterioso dell’Incarnazione. Questa donna madre di Dio.
considerare il posto, il significato e la persona di Maria, nell'unica spiritualità cristiana, che ha Cristo come centro.
diventa
Non per meriti suoi né per sua diretta scelta, ma in forza della personale elezione operata dal Padre e per la risposta che gioiosamente (“magnifica l’anima
La scelta che l’Altissimo fa della sua persona, rende la Vergine paradigma imperituro ed universale, per tutte le generazioni dell’uomo; e per tutti i credenti in Cristo. Vivere la spiritualità mariana alla fin fine vuole dire esattamente questo:
Ecco perché la spiritualità mariana non è una opzione facoltativa per un cristiano, ma un dato di fede da vivere per tutta la stessa vita della fede.
Quando parliamo della spiritualità mariana, non possiamo normalmente metterla allo stesso livello delle altre spiritualità conosciute nella Chiesa: spiritualità francescana, teresiana, domenicana, ecc. Più in particolare, ci rendiamo conto dell’incredibile suo ruolo nell'evento straordinario e misterioso dell’Incarnazione.
Insomma, se veramente vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, perché Maria è parte integrante della vita in Cristo.
P. Emmanuel Mvomo
Oratorio serale Cercò con ogni studio di guadagnare altri giovinetti alla pietà e alla frequenza dei Santi sacramenti e di rassodarli nella via della virtù. Ma per aver più agio e comodità d'istruirli nei misteri della nostra Santa Religione e nelle vite di Santi, pensò di formare nella propria abitazione come un oratorio serale, dove, riuniti in buon numero, si principiava con una lettura spirituale sul leggendario de' i Santi o sulle opere di S. Alfonso M. de' Liguori. Dopo questa il Monti teneva una conferenza in proposito della lettura fatta. Si esercitavano anche nel canto fermo per le funzioni sacre, ed imparavano le canzoncine dedicate alla Madonna. Recitavano quindi il S. Rosario e le orazioni della sera, terminate le quali Luigi dava loro una massima spirituale ed una giaculatoria da praticarsi il giorno seguente. Finalmente in perfetto silenzio ognuno faceva ritorno alle propria casa. (Beato LM Monti, Preludio, 1899, cap. I) A NNO
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Le Parole montiane
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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo Suor LINA Mattarei è ascesa al cielo il 1
Nuestra Hermana LINA
se della Val di Rab-
Tener la certeza que Dios nos ama, tambien nos de la fuerzas para abrir las puertas del corazon a una verdadera conversion, en este tiempo de Amor para poder morir poco a poco, a nosotros mismos y dar paso a la Vida que es JESUS RESUSCITADO!
bi, in Trentino. Nel
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giugno. Lina era nata il 27 gennaio 1941, sulle Alpi aspre e podero-
rispondere alla chiamata di Dio aveva portato le sue tende in Sardegna, in Argentina, in Filippine, a Roma.
Un hombre enfermo se preparaba para salir del consultorio del médico que le estaba examinando y dijo: Doctor, me asusta la muerte... ¡dígame que hay al otro lado! Muy suavemente el doctor le dijo: No lo se. ¿Usted no lo sabe? ¿Usted que es cristiano, no sabe que hay del otro lado?... El doctor tomó la perilla de la puerta. Del otro lado se sentían como rasguños y gemidos y cuando se abrió la puerta, un perro entró en el cuarto, saltó sobre el médico y con gran alborozo le lamía, lleno de contento. El médico aquel se volvió hacia su paciente y dijo: ¿Vio Usted lo que hizo mi perro? Él nunca había estado en este cuarto antes. No sabía que había adentro. Solo sabía que su dueño estaba allí, y cuando se abrió la puerta, ¡saltó sin ningún temor! Yo poco sé de lo que hay del otro lado de la muerte... pero desde luego si sé una cosa importante: ¡Que mi Dueño estará allí, y eso me basta! Quando Hna. Laura mi inviò questo raccontino, non immaginava che esso avrebbe potuto interessarci tutti da vicino, con la morte improvvisa della nostra sorella, Suor LINA Mattarei, il 1 giugno. Lina era nata il 27 gennaio 1941, sulle Alpi aspre e poderose della Val di Rabbi, in Trentino. Nel rispondere alla chiamata di Dio aveva portato le sue tende in Sardegna, in Argentina, in Filippine, a Roma. Chi scrive la ricorda con affetto, essendo stati insieme pionieri e collaboratori delle opere montiane in Filippine (AM) Mi querida Hna. Lina - El Dios de la vida y la muerte le fue oportuno llamarte ahora y acepto con mucho dolor y fe Su voluntad. Nunca pensé que nos íbamos a despedir tan pronto, ni tampoco que iba a estar a tu lado para cerrar tus ojos. Dejas detrás de ti grandes proyectos que será difícil realizar sin ti, pero sé que a ahora en tu vida se cumple lo que dice el Evangelio: “el grano de trigo cae en tierra y muere, pero da mucho fruto” y no dudo que así será. Gracias! Por haber dado testimonio de la verdad del Evangelio, por haber practicado siempre tu “Si al Señor”, un si pronunciado y nunca retirado, ofuscado o contrariado, fue siempre si! Querida hermana, que el Padre Eterno, Dios bueno y misericordioso te reciba en su seno para celebrar las Pascuas Eternas y te otorgue el premio por tus buenas obras. Descansa en la paz de Dios. Amen. Hna. Marta (Superiora generale)
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Primavera montiana Lo scorso 1 giugno si sono conclusi gli incontri mensili della PRIMAVERA MONTIANA sui Salmi, con una Giornata presso la Badia di Dulzago (NO), con Eucaristia, Rappresentazione scenico-musicale (Anna Maria Boeris, Maurizio Moltrasio, Luca Giudici) e Catechesi sul Salmo 117. Non è mancato uno straordinario pranzo in comune presso l’Antica Osteria San Giulio. Così una partecipante riflette sulla giornata:
Nella piccola, antica badia di Dulzago, gremita di fedeli, affratellati dal Salmo, il relatore, sapiente e facilitatore, spezza per tutti il pane di vita: parola incarnata, eredita condivisa, donataci da Colui che oggi, un'altra volta, ascende al cielo, chiedendoci il coraggio di continuare ad essere suoi testimoni ... In attesa dello Spirito promesso, ci sostiene la bellezza, tra rosse colonne di mattone e affreschi salvati nei secoli, la musica cantata da strumenti struggenti e la voce narrante frammenti d'amore... Fuori dalla chiesina, la primavera, ricca di colori variegati (domina il verde, promessa di sicuri raccolti), il cielo, insperatamente azzurro, l'acciottolato sentiero levigato da mille passi, sembrano ripetere con noi: "Forte è il Tuo amore per noi: gabar, hesed, 'emet". (Osa)
Anish è diacono Mercoledì 18 giugno, Fratel Anish, della Comunità della Casa Generale, è stato ordinato diacono dall’arcivescovo Joseph Peroomthottam. I nostri migliori auguri per un cammino fecondo al sacerdozio, insieme alla preghiera di tutti noi, famiglia di Padre Monti e comunità di QPC.
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Vita di famiglia
Bonifacio a 150 anni dalla nascita A 150 anni dalla nascita (1864-2014), Mercoledì 25 giugno, si è svolta una Preghiera sulla tomba, guidata da P. Aleandro Paritanti, presso la Chiesa della Casa Generale. Invochiamo Fratel Bonifacio per i bisogni della nostra Famiglia religiosa.
Primo Festival di letteratura religiosa Nel contesto di SUBLIMAR, Primo Festival Internazionale di Letteratura Religiosa, a Milano, lo scorso 21 giugno è stato presentato il volume dell’Editrice Monti, I COLORI DI DIO, sulla preghiera e le espressioni rituali delle diverse religioni, con testi del Card. Carlo M. Martini e foto di Enrico Mascheroni. Relatori: don Antonio Mazzi, don Virginio Colmegna, P. Aurelio Mozzetta e lo stesso fotografo Mascheroni.
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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…
Amore unico rimedio Non più in là d’una quindicina d'anni fa, all'indomani del crollo dell'impero sovietico, il mio amico Roman, un giovanottone cresciuto come pioniere tra le file degli indottrinati figli del regime, mi elencava i consigli che con religiosa insistenza gli ripeteva suo nonno, manco a dirlo, più di lui figlio del partito. Eccoli: Non fidarti di nessuno e nessuno ti tradirà / Non fare a nessuno del bene e nessuno ti farà del male / Se non freghi tu, ti fregano gli altri / Il lavoro non è un lupo: lascialo stare, che tanto non scappa / Amiamoci come fratelli, ma facciamo i conti come gli ebrei / Ricordati che da noi solo i pigri non rubano. Sempre Roman mi riferiva la risposta di un amico a cui aveva detto: "Vado a comprare un giubbotto". "Se non ti beccano, comprane uno anche per me!". Questa mentalità - indegno sarebbe chiamarla cultura! - quali frutti ha lasciato? Il più ferito e distrutto dal periodo comunista è l'uomo stesso nel suo cuore in quanto, ferendo il cuore, s’è immesso veleno nelle realtà più divine dell'uomo, che sono le relazioni interpersonali, la solidarietà, l'amore. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti in un elenco impietoso: indifferenza, emarginazione, sfruttamento, prepotenza, ingiustizia, tradimento, miseria, solitudine, egoismo, divisione, sofferenza... Si tratta di acido tossico, di virus che ha inquinato le generazioni e ha lasciato conseguenze disastrose. A farne le spese sono sempre gli ultimi, che si ritrovano soli e abbandonati a se stessi. Vengo a casi concreti incontrati sia in Russia che in Ucraina, nel ventennio del mio ministero come salesiano sacerdote educatore. Era un tipo svelto di mano Sasha. Tant'è che una sera, mentre due ragazze casualmente incontrate dormivano accanto a lui in un rifugio di fortuna, sfilò il gruzzoletto dalla borsa delle due: solo pochi spiccioli, buoni per un paio di birre o mezza bottiglia di vodka. Senza saperlo, o forse senza pensarci troppo, Sasha segnò il proprio destino. L'hanno trovato il giorno dopo, abbandonato come un cane investito, le budella fuori, sul bordo della strada. Dopo averlo acciuffato e costretto a confessare il furto, Tanja e Sonja l'avevano ucciso con quello che avevano sotto mano: una bottiglia di vetro rotta. Può risultare di qualche interesse sapere che gli orfanotrofi in Russia e Ucraina accolA NNO
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gono tantissimi bambini abbandonati (le statistiche variano di anno in anno e non sempre sono attendibili), la maggior parte dei quali non sono orfani, ma figli negletti dalle rispettive famiglie. A Mosca, leggevo qualche anno fa, diecimila bambini venivano abbandonati dalla madre entro la prima ora di nascita. Bambini che prima di finire negli istituti spesso fuggono di casa. Come Marina e Makim, che hanno visto il padre strangolare la madre e nasconderne il corpo sul balcone; ed hanno dovuto vivere nell'incubo per settimane, con il padre che li minacciava di continuo: "Se aprite la bocca, vi faccio fare la stessa fine di vostra madre!". Purtroppo il mondo è pieno di chiacchiere. C'è chi ha detto che la chiacchiera è la parola di tutti, il disonore e la vergogna del linguaggio. Troppi personaggi che detengono il potere in ogni campo hanno bocca estremamente larga, piena zeppa di parole. Vuote e dannose. Parole avide di potere, sabbiose di promesse. Le parole non servono, occorrono fatti. E questi fatti ruotano attorno al verbo AMARE, che significa dare, donare, donarsi, come Gesù che si commuove nel più intimo dell’altrui dolore, ascolta il grido dei poveri e si mette in azione, diventando strumento di Dio per la loro promozione. L'amore è l'unico rimedio per combattere il male dell'uomo e del mondo. Un grande dei nostri giorni ha scritto che anche il più piccolo gesto di bontà legittima la speranza e, oggi più che mai, autorizza l'attesa dei tempi migliori. E Madre Terersa, la “santa per eccellenza della carita dei nostri tempi” insegna che importante non è quanto diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare. Beato chi spende la vita in piccoli gesti d'amore. Lì, su quel piccolo tuo seme quotidiano in boccio, l'albero glorioso della croce di Cristo diffonde il suo profumo pasquale. Si tratta allora di prendere sul serio il Vangelo e fare di esso l’anima del proprio vivere ed agire. Andare all’essenziale, come insegna con coraggio profetico papa Francesco nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (specie numeri 186-216): “è un messaggio così chiaro - ci dice - perché complicare ciò che è semplice? perché oscurare ciò che è chiaro?”. Don Rino Pistellato, salesiano (missionario in Ucraina)
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Non più in là d’una quindicina d'anni fa, all'indomani del crollo dell'impero sovietico, il mio amico Roman, un giovanottone cresciuto come pioniere tra le file degli indottrinati figli del regime, mi elencava i consigli che con religiosa insistenza gli ripeteva suo nonno, manco a dirlo, più di lui figlio del partito.
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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo
Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org
-RICORDO DI SUOR LINA Sr Lina ci ha lasciato. Era una grande figlia e discepola di Padre Monti. In comunità, ogni volta c’era un motivo per cominciare una novena al Beato e lei lo invocava continuamente. Si è aggravata in tre giorni ed è partita alla casa del Padre! Abbiamo avuto la fortuna della visita canonica di Madre Marta, che era stata sua compagna di missione in Filippine; e Dio ha permesso che fosse lei a chiudere gli occhi spenti di Lina, nella semplicità e nell’abbandono totale dei santi! Mi raccontava la Madre che in un momento della mattina, Lina aveva guardato alla finestra come se vedesse una bella visione, perchè fece un gesto d'ammirazione e poi sorrise. Tutte noi abbiamo detto: HA VISTO PADRE MONTI! - Carissimo, grazie per il fedele invio del giornale. Sempre leggo con particolare attenzione il tuo editoriale. Pienamente d’accordo con ciò che scrivi e soprattutto…
sigh, davvero i profeti sono destinati al martirio, sempre? Io speravo di cavarmela! Scherzo. Tu prega che sappia andare fino in fondo, così come Dio vorrà. Solo poche parole per sottolineare la fedele discrezione e l’impegno di p. Roy nella cappellania dell’ospedale di Saronno, come la riconoscono tanti ammalati. Sono felice quando un nostro Fratello è ben apprezzato. Mi piace anche rilevare il contributo fedele ed importante a QPC di Marco Perfetti: Padre Monti gli è proprio entrato nelle vene e nel cuore. fratel Rolando Bella la vostra iniziativa "Regala Cultura", il “libro sospeso”... Gli articoli del bollettino, come sempre, sono molto attraenti, si leggono volentieri e fanno riflettere: sono un "pasto e un pane", che educano e che nutro-
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Loro hanno ucciso ancora bambini. Io lo so, vogliono silenzi. E bambini, felici, gridano. Loro non lo sopportano.
no. Le storielle dei tre setacci e del cavallo, bellissime, molto educative, simili a quelle dei Padri del Deserto! Grazie. Mettiamo tutto come offerta di lode nella preghiera. Un grazie particolare per il giornale, che gradisco molto. Il Signore sia la vostra forza. Sr. Ana Marija Invoco lo Spirito per te e per la tua famiglia religiosa! Alla sua Luce possiamo percorrere sempre e di nuovo le vie del Signore! Grazie per avermi inviato il giornale che tanto ammiro. Grazie anche a tutti coloro che partecipano alla redazione dello stesso. Ora chiedo una preghiera per mio figlio Ivan, in quanto sta soffrendo tanto perché colpito da tromboflebite. Il Signore Dio vi benedica e la Santa Trinità vi illumini nel compiere il vostro ministero. Un caro saluto in Gesù e Maria. Giovanni.
… con l’impegno di parlare bene e gettare semi di parola fecondi, capaci di donare bellezza e vita; di far risorgere le parole per la relazione; e anche di combattere la marea di grezza volgarità che vorrebbe inondarci a unico beneficio di chi cerca soldi e brama potere …
No ai giochi di bimbi! Loro giocano solo alla guerra Vogliono i silenzi dei morti da mò. A NNO
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Dialogo e Pace, un difficile lavoro artigianale Carissimo, come mi ha fatto pensare il viaggio del Santo Padre in Terra Santa! Per fortuna abbiamo potuto seguirlo ampiamente (sempre, salvo i momenti degli impegni comunitari e del lavoro) tramite la televisione. Credo che la parola-chiave sia stata DIALOGO. Che cosa difficile… tutti ne parlano e nessuno sa farlo. Il nostro caro Santo Padre cerca di sgretolare i muri, che per tanto tempo si sono frapposti tra i popoli… penso che anch’egli non si faccia illusioni per un rapido cambio delle cose, ma cerca di farlo. La PACE - diceva in questi giorni - è cosa artigianale, si fa con piccoli gesti quotidiani. E, aggiungerei, con pazienza e con fatica. Spesso, però, non la vogliamo questa pace, nemmeno nella nostra piccola realtà quotidiana. Quando ‘fissiamo’ l’altro dentro certi schemi, certe etichette, certi pregiudizi… come possiamo arrivare a vederlo con occhi diversi? Come possiamo dire che ci sia la volontà di avviare un cammino di PACE? Come fare allora per avviare un DIALOGO? Mi venivano in mente i gesti di Papa Fran-
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cesco, la sua umiltà, quel porsi davanti all’altro in atteggiamento umile, servizievole, se l’altro non sa fare un passo verso di te… e pregare per lui o lei, e cercare di non parlarne male. Ha ragione, perché anche noi abbiamo tante debolezze, tante cose da farci perdonare. Fare piccoli passi, anche quando sembra che non ci sarà nessun risultato. Talvolta è solo Dio che può toccare un cuore e aprire gli occhi a chi ci vede sempre in modo negativo. Sì, ho una recente esperienza di questo, ma come vorrei diventare ARTIGIANA di PACE, come auspicava il nostro caro Santo Padre! Ecco, mi piace fermarmi un momento con te a riflettere su questo. Forse questi pensieri ti saranno utili. Ti chiedo una preghiera grande per me e per i miei cari genitori, sempre più anziani. Unita a te nella preghiera, Suor Maria
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come mi ha fatto pensare il viaggio del Santo Padre in Terra Santa! Per fortuna abbiamo potuto seguirlo ampiamente tramite la televisione. Credo che la parola-chiave sia stata DIALOGO. Che cosa difficile… tutti ne parlano e nessuno sa farlo.
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Riconoscere
Vocazioni
Rubrica a cura dei Cercatori di Dio
La mia vocazione ha inizio alle scuole superiori. Ho fatto il liceo scientifico e ne vado fiero. Tra una lezione di storia e una di filosofia mi sono chiesto cosa dovessi fare della mia vita: ero all’ultimo anno ed una scelta era necessaria.
Nel breve tempo di un anno La mia vocazione ha inizio alle scuole superiori. Ho fatto il liceo scientifico e ne vado fiero. Tra una lezione di storia e una di filosofia mi sono chiesto cosa dovessi fare della mia vita: ero all’ultimo anno ed una scelta era necessaria. Sono figlio unico. I mei genitori hanno sempre straveduto per me e per il mio futuro. Hanno voluto che studiassi solfeggio e pianoforte: oltre che nelle scuole ordinarie ho studiato per anni anche al conservatorio. La musica mi è sempre piaciuta molto. Passavo molte più ore davanti ai tasti del pianoforte che ai testi delle lezioni. Nonostante il poco impegno negli studi, riuscivo bene ed in classe tutti chiedevano il mio aiuto. Volentieri davo una mano ai compagni in difficoltà… altrettanto volentieri scappavo a casa dopo le lezioni per mettermi a suonare. Il parroco sapeva del mio talento musicale e mi coinvolse per accompagnare all’organo due messe della domenica. Mi ha sempre fatto piacere mettere a servizio le mie capacità per un qualcosa di buono; mai però ho chiesto e voluto di più. Finite le superiori mi sono iscritto in filosofia alla Statale. Volevo diventare professore delle Superiori, come il mio docente, che tanto mi aveva dato negli anni con il corso di storia e filosofia al liceo. I compagni d’università avevano le provenienze più varie, alcuni erano poco raccomandabili per le idee estremiste che proclamavano con striscioni, proteste e dibattiti; con altri divenni amico e qualcuno di essi mi confidò che ogni giovedì andava al Seminario Maggiore, dove c’erano incontri di preghiera tenuti da giovani preti e seminaristi. Fu tempo breve: un anno. Un anno di filosofia alla Statale, un anno d’incontri di preghiera in Seminario, un anno per finire il Conservatorio. Tutto si compresse in una miscela esplosiva di un solo anno. La mia vita è cambiata. Chiesi di entrare in Seminario. Forse quella poteva essere la strada buona… Frequentai da esterno per diversi mesi, poi ci fu l’ammissione. La vita di Seminario era quella che cercavo. Dal pianoforte passai all’organo e ben presto i suèperiori mi inserirono nella turnazione dell’organo in cattedrale. Ero felice. Avevo bisogno di quell’ambiente per fiorire come uomo e come persona. E sono cresciuto. Veramente. Accanto alle scoperte è cresciuta la maturità e la conoscenza di me stesso. Accanto alla donazione del mio tempo, si sono moltiplicate le mie iniziative e servizio agli altri. Per i miei genitori fu un duro colpo. In me, figlio unico, c’erano tutte le loro aspettative di una vita normale, convenzionale. Avrebbero voluto sentirsi chiamati nonno e nonna… e questo non è avvenuto. Non avverrà mai. I miei genitori hanno sempre avuto una fede grande. Anch’io, senza il loro esempio, non sarei cresciuto nè diventato quello che sono ora. Indirettamente devo anche a loro un grandissimo grazie per avermi permesso di conoscere la mia vocazione! Adesso essi sono felici: quando facciamo la Missione Popolare, c’è sempre qualcuno pronto ad andare ospite da loro e loro sono sempre pronti ad accogliere qualcuno. Questo mi fa felice. I miei genitori mi hanno lasciato libero di scegliere anche a costo di grandi sofferenze. Con la mia scelta sacerdotale, la nostra intimità si è ampiamente dilatata. Ora ci comprendiamo meglio e molto più di prima.
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Eccomi. Conta su di me.
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Tracce per una lettera da Saronno
Ora ti chiedo: cosa è un VOTO? Che significato ha un voto fatto a Dio, tramite una mediazione umana? Cosa posso dire agli altri se mi chiedono ragione della mia fede? Alle volte dubito, non è che tutti i giorni la scelta di fede mi sia chiara, ma tutti i giorni cerco di rivendicarne l'autenticità, per farmi forza di fronte all'ignoto. All'ignota "obbedienza" ad un sussurro: Ascolta, Israele!... BDD Cara B. Cosa è un voto? Non chiedermi definizioni canoniche, perché ti risponderei di andartele a leggere. Ci provo in altro modo: - il voto è l’ECCOMI. E basta. Senza altri fronzoli. L’eccomi di Samuele: ti ascolto; di Isaia: manda me; di Maria: fai di me quello che vuoi. Cosa di più? - il voto è: CONTA SU DI ME. Anche se sono più piccolo di una pulce, tu, Dio, puoi contare su di me. Ho capito che sei stato proprio TU che per primo hai voluto contare su me; ora te lo dico anch’io e te lo garantisco, come posso. - il voto è: PERCHÉ TI AMO. Non ci sono altri motivi che tu: non i poveri né i malati né la conversione dei peccatori, ma solo “tu per me” e “io per te”. - il voto è: PERCHÉ TU ME LO HAI CHIESTO. Non me lo sono inventato io e non è perché mi piace o perché mi riempie il cuoricino, ma solo perché tu me lo chiedi; mi chiami ed io mi fido di te. Forse è tutto qui. E poi c’è il COME. In forza della Legge dell’Incarnazione, il voto non è un semplice rapporto privato né può giungere a Dio solo attraverso la mia spiritualità, santità, intelligenza, desiderio, interesse… esso passa necessariamente per gli altri, è impegno a salvarci tutti e insieme. Gli altri è CHIESA: solo nella Chiesa, Corpo di Cristo e Comunità dei salvati, ha senso parlare di voto. Chi lo fa da sé, personalmente, intimamente, escludendo gli altri anche senza intenzioni cattive, fa una promessa, un buon proposito, un fioretto; non fa un voto. Cioè non mette in atto la dinamica dell’Incarnazione e della salvezza, fa solo un esercizio, simpatico e interessante, di qualcosa di buono e necessariamente temporaneo. Il voto si può fare soltanto nelle mani di un altro/a che mi garantisce la presenza della Chiesa, cioè di Cristo-corpo, guidato dalla legge fondamentale dell’Incarnazione, espresso dalla Parola e dal Sacramento, mirante alla Salvezza universale, attuato con e nell’amore-Carità. A chi ti chiede ragione della fede, devi dire la tua vita, non parole più o meno belle. E la vita si dice vivendo il proprio essere, ogni giorno con naturalezza, senza farsi portare da desideri vari: apparire, spiegare meglio, dare buon esempio, far vedere, voler a forza salvare qualcuno… Sappi che, lungo la strada, ci sarà sempre qualche punto interrogativo che sorgerà. Anche sulle tue scelte, sulla tua vita e sul tuo voto. Non lasciar dormire i leoni dentro te. Se è vero che il tempo passa ed è prezioso, quello che lasci passare non torna più e, passando, non ti porta da nessuna parte. Sei tu che devi “portare” il tempo. Che il tempo porti noi è cosa naturale: basta essere vivi e, pur se non facciamo niente, il tempo che passa ci cambia, ci imbianca, ci invecchia e ci fa morire. Portarlo e viverlo intensamente è tutt’altra cosa. È prenderlo in mano e dirgli: ora andiamo dove voglio io!
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CHI SCRIVE A CHI Ora ti chiedo: cosa è un VOTO? Che significato ha un voto fatto a Dio, tramite una mediazione umana? Cosa posso dire agli altri se mi chiedono ragione della mia fede? Alle volte dubito, non è che tutti i giorni la scelta di fede mi sia chiara, ma tutti i giorni cerco di rivendicarne l'autenticità, per farmi forza di fronte all'ignoto.
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Passaggio a Lourdes Anno Mariano 2013-2014
Cari Fratelli, il nostro pellegrinaggio a Lourdes non è semplicemente una trasferta, un atto di consuetudine, una passeggiata tra amici. Avviene in uno straordinario momento della nostra storia.
Cari Fratelli, il nostro pellegrinaggio a Lourdes non è semplicemente una trasferta, un atto di consuetudine, una passeggiata tra amici. Avviene in uno straordinario momento della nostra storia. Guardiamo al cammino della nostra comunità di vita fraterna in questi 150 anni: alla sua preistoria con le ferventi e talvolta drammatiche vicende giovanili di Luigi Monti; al suo sorgere tra i letti dell’antico ospedale romano di Santo Spirito; al suo accidentato sviluppo iniziale all’ombra del Cupolone michelangiolesco, tra slanci e incomprensioni, fino al riconoscimento dell’autorità carismatica del Fondatore. Senza, tuttavia, che egli potesse mai vedere “il compimento” della sua opera, poiché così ci insegna la fede cristiana. (…) Il pellegrinaggio rappresenta la figura più espressiva del nostro camminare lungo la temporalità alla ricerca di un senso della storia. Andare a Lourdes è un percorso a ritroso per risalire alle nostre sorgenti. È anche un punto di svolta per nuove partenze. Da notare la concomitanza tra le apparizioni mariane di Lourdes e l’arrivo a Roma di Luigi Monti, nel 1858, per fare i primi passi della Congregazione. L’Immacolata rappresenta il modello spirituale per ispirare un itinerario di liberazione. Luigi Monti, nella sua spontanea azione missionaria nel mondo, non certo intellettualistica, manifestò un evidente rifiuto d’una visione individualistica della spiritualità. Al punto di raccogliere attorno a sé gli amici della “Compagnia” per un programma di vita comunitaria. Non è marginale che lo spazio in cui si svolge la sua azione è prevalentemente la casa, spazio tradizionalmente legato all’intimità, che a questo punto non è più solamente privato. Diventato comunitario e perfino cultuale la casa è luogo sovversivo dove si svolge la vita dei credenti. La conferma ci viene dalla violenta reazione delle istituzioni - la polizia, l’autorità parrocchiale - nei confronti di Luigi e dei suoi amici. Ci auguriamo che la prossima disponibilità della casa natale del Fondatore in Bovisio, per la nostra Congregazione divenga un segno, affinché anche da lì possiamo ispirarci al Beato per sostenere il “lungo e sofferto itinerario spirituale e insieme il faticoso avanzare di un’idea nuova e originale nel dedalo dei problemi posti dalla situazio-
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ne civile ed ecclesiale del suo tempo” (Carlo M. Martini su Luigi Monti). (…) Ritengo di poter dire che la Congregazione ha un “magazzino” ben fornito e che le diverse culture potranno positivamente contaminarsi per affrontare le sfide del tempo presente. In molti popoli il senso religioso è vivo e intenso. Essi avranno un ruolo importante nella nuova evangelizzazione. Ne potremo tutti beneficiare. Non mi sottraggo, tuttavia, dal richiamare i nuovi religiosi montiani dal tenersi lontani dagli “ismi” che minacciano le loro culture e generano problemi anche nelle nostre comunità di vita fraterna: fondamentalismo, tribalismo, spiritualismo, formalismo, clericalismo... Papa Francesco ha inviato ai cristiani della Chiesa cattolica un’esortazione coraggiosa denominata Evangelii Gaudium: in essa - tranne un accenno en passant che per la verità non ci fa onore (n. 100) - non dice nulla della vita religiosa in senso stretto. Eppure, in concomitanza, ha lanciato un’iniziativa di grande portata che manifesta la sua vera sensibilità di Pastore. Mi riferisco all’indizione dell’Anno della Vita consacrata, che inizierà il 30 novembre 2014 (prima domenica d’Avvento) e terminerà il 2 febbraio 2016 (Giornata mondiale della vita consacrata). Francesco conosce bene valori e difficoltà di questa componente della Chiesa. Sa che, pur nella crisi che attraversa, essa rimane un’esperienza vitale per la missione del Vangelo nella storia. Cari Fratelli, nell’inviare il programma dell’evento di Lourdes desidero chiedere a ciascuno di sintonizzarsi su questo “canale” di comunicazione spirituale: evitiamo che il messaggio si perda tra i rumori che disturbano la nostra attenzione. Le comunità si uniscano anche a distanza; i Fratelli in autorità promuovano incontri di preghiera nei giorni del pellegrinaggio. Ciascuno si disponga come se dovesse iniziare un nuovo cammino: alleggerisca il fardello per camminare spedito, abbandoni le reti per dare subito risposta ad una seconda chiamata, anticipi le scelte di coloro che dovranno prendere decisioni. “Quello che Egli vi dirà, fatelo!”. Ci aprano la strada gli ammalati e i ragazzi più bisognosi, che avremo sempre tra noi. Lourdes, 24 maggio 2014 Vostro, fr. Ruggero
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Sabbia Una caletta piccola, ma accogliente: arrivano onde più o meno intense e lambiscono la sabbia fino quasi a farla scomparire durante l’alta marea; l’accarezzano all’ora della bassa. Io sono quell’insieme di minuscoli sassolini; frammenti di roccia sbriciolatasi negli anni sotto l’azione del vento o delle tempeste: valgo poco, ma posso essere rifugio temporaneo, per zattere in cerca di un porticciolo. Sono terra inconsistente: brucio, se il sole m’incendia o posso essere umida, salata da lacrime non trattenute e condivise. Solo i bimbi possono illudersi di usarmi per costruire il più bel castello senza fondamenta. Talvolta il luccichio di frammenti di bottiglia sembra parte di un tesoro antico, ormai senza valuta. Gusci di conchiglie tintinnano come nacchere, scaraventati da una tempesta improvvisa ; non mancano rifiuti di materiali non biodegradabili. Eppure... Terra, fango, deserto che può fiorire, sabbia o spiaggia: in tutte le tue forme sei stata usata da Colui che tutto può in un miracolo vivente. Canto col poeta non divino, ma pur sempre artista: ”Ti voglio cullare, cullare, posandoti sull’onda del mare, legata d un granello di sabbia...” E lasciandomi guidare dal Creatore, mi lascio plasmare e mi offro col Suo aiuto, come sabbia povera, ma fertilizzata dall’Oceano, facendomi carezza. Solo se la Tua mano mi guida: naufraga salvata, per naufraghi in cerca di Te: spiaggetta nascosta, ma rifugio provvidenziale per gustare la pace e ritrovare le forze necessarie. E poi riprendere a navigare, insieme, lasciandoci trasportare verso l’unico Porto sicuro. SIL
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La Giovinezza dei vecchi
Una caletta piccola, ma accogliente: arrivano onde più o meno intense e lambiscono la sabbia fino quasi a farla scomparire durante l’alta marea; l’accarezzano all’ora della bassa.
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Giocando con Dio Giocando con Dio Di Raffaele Greco Le domande che sempre ci facciamo ed alle quali non troviamo risposta
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa per QPC, suggerendomi un titolo impegnativo e imbarazzante: “Giocando con Dio”. Scherzi? dicevano i miei nonni. Scherza coi fanti e lascia stare i Santi e, rievocando i passi dal libro dei Proverbi, mi ripetevano: Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando fissava i cieli, io ero là, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo. Ho ripensato alla bellezza di quel passo, l’ho ripreso, letto e riletto. Con l'aiuto del commento di Ravasi ho scoperto, dopo decenni di catechismo, di sante Messe, di confessioni e comunioni, che: a) la sapienza è la prima cosa creata e in-creata, perché era già nella mente di Dio; b) la sapienza è l'architetto di Dio che costruisce la cattedrale dell'essere, nella quale l'uomo s’aggira come pellegrino stupito; c) la creazione, di cui noi conosciamo una piccolissima parte, è un meraviglioso gioco di Dio, in cui la sapienza diventa progetto attuato, che comprende il divino e l’umano. Dio, creandoci, ha voluto giocare. Questo stesso gioco (diciamo il genio) lo ammiriamo nelle opere d'arte, dalla pittura di Michelangelo alla poesia di Dante. E la creazione dell'uomo, dell’unico essere in possesso di una particella di Sapienza, non poteva non avvenire, così da dimostrare l'onnipresenza e l'imprescindibilità del Creatore. È questa la risposta che aspettavo da anni?, da quando sono entrato in crisi, osservando e criticando quel che accade nel mondo (guerre, olocausti, genocidi) e nello strapotente apparato politico? Giocando mi chiedevo (Sant'Agostino e i Padri mi perdonino): “O mio Dio, ci sei? Dove sei? Come sei?” Forse sono domande scontate e la risposta che viene da dentro non può essere che questa: sì, Dio c’è ed è uno;
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ma… è lo stesso Dio dei mussulmani, degli ebrei, di quelli dello Zambia? E qui, altro interrogativo: quelli che non hanno sante messe, comunioni, confessioni, ecc., si salvano dall’inferno? Perché il Signore nulla ci dice a proposito? E allora è proprio questo che costituisce la fede, credere, credere e credere, poiché è impossibile penetrare il mistero del Creatore. La fede, però, è del tutto cieca o possiamo carpire qualcosa che la sostenga, che la certifichi? Sì, mi rispondo: è la coscienza che è in noi. Come si fa a non credere? Gli atei come giustificano quel qualcosa che consente loro di ragionare, di gioire, di immaginare, di credere nelle cose, pur senza arrivare a conoscere come realmente siano? Lo stesso accade con il mistero di Dio. La ragione riesce a capire che non è possibile la conoscenza profonda delle cose e che quella di Dio è ancor più inaccessibile. Atei e non-credenti pensano che tutto sia materia in evoluzione, nata da un’infima parte di roccia che il bigbang sprigionò nell’universo e poi l’evoluzione ha fatto il resto. Sì - dico io - ma quell’infima “nano-sostanza invisibile” che cosa è? Chi è? Non è essa lo spirito del Creatore che l’evoluzione ha condotto dai manufatti degli ominidi all’arte, alla scienza, alla musica, al pensiero, alla molteplicità dei mondi? Quando noi siamo tristi o allegri, ridiamo o piangiamo, sentiamo un dolore o un piacere che vanno al di là del corpo… noi sentiamo che questo è spirito e non può essere confinato alla materia. La certezza è che Dio esiste: è Padre che ci ha creati, che ci guida lungo i sentieri della vita, al di là degli apparati edificati dall’uomo, al di sopra di ciò che tocchiamo. Viva e rassicurante è l’invocazione di Charles de Foucauld: Padre mi abbandono a Te, fa’ di me ciò che ti piace. Qualsiasi cosa tu faccia di me, Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature: non desidero nient’altro, mio Dio, perché ti amo.
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Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno Nel Cuore della Carità Montiana
Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50
Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30
Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong
QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Hna Laura, Hna Marta, Osa, P., Fratel Rolando, Giovanni, don Rino Pistellato, SIL, Suor Maria, BDD, I cercatori di Dio, Fratel Ruggero, Raffaele Greco, Raffaele Mugione.
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Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail: quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)