SCENARI
MENO RIFIUTI URBANI
la raccolta differenziata fa bene all’ambiente e fa risparmiare di Marco Catino
Ancora troppa discarica e troppo poca raccolta differenziata nella gestione dei rifiuti urbani. Soprattutto al Sud.
62 igiene urbana igiene urbana luglio-settembre 2013
“Produciamo meno rifiuti urbani a causa della crisi economica, continua ad ampliarsi gradualmente la diffusione delle raccolte differenziate, una parte considerevole dei nostri rifiuti finisce ancora in discarica, resta stabile la percentuale di quelli inceneriti, mentre cresce il compostaggio”. Sono questi i principali trend che emergono dall’ultimo Rapporto Ispra sui rifiuti, che, come sempre, fornisce una chiara istantanea di come si stanno orientando le politiche di produzione, raccolta e gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Dal 2010 al 2012 la produzione dei rifiuti urbani ha subito una riduzione del 7,7%, pari a 2,5 milioni di tonnellate in meno. La produzione globale nazionale si attesta al momento al di sotto dei 30 milioni di tonnellate. Lo scorso anno, ogni abitante italiano ha generato 504 kg di rifiuti, ben 32 kg in meno rispetto al 2010. Della riduzione è complice una maggiore consapevolezza nelle scelte d’acquisto e nell’attuazione di buone pratiche per il rispetto dell’ambiente, ma soprattutto la crisi: il valore dei consumi delle famiglie sul territorio economico ha fatto registrare, tra il 2011 e il 2012, una riduzione pari al 4,1% circa. Scendendo nel dettaglio dell’analisi, l’Emilia Romagna, con 637 kg di rifiuti prodotti pro capite, è la regione con la maggior produzione; seguono Toscana (con 614 kg per abitante), Valle d’Aosta (605 kg), Liguria (586 kg) e Lazio (582 kg). Per tutte queste regioni si rilevano, comunque, cali consistenti rispetto al 2011. Minori valori di produzione si osservano anche per Basilicata (al di sotto di 400 kg per abitante/ anno), Molise, Calabria e Campania (tutte con meno di 450 kg). Alla “decrescita” dei valori di produzione fa da
contraltare un graduale miglioramento dei tassi di raccolta differenziata che a livello nazionale passano dal 37,7% del 2011 al 39,9% nel 2012. A livello regionale, Veneto e Trentino Alto Adige hanno raggiunto, rispettivamente, il 62,6% e il 62,3%, mentre al di sopra del 55% si colloca il Friuli Venezia Giulia (57,5%), sopra il 50% Piemonte (53,3%), Lombardia (51,5%) ed Emilia Romagna (50,7%). Tra le regioni del Centro, le Marche raggiungono il 50,8% , mentre Umbria, Toscana e Lazio si collocano, rispettivamente, al 42%, al 40% e al 22,1%. Si conferma dunque un’Italia a due velocità an-
che nelle pratiche di raccolta differenziata: nel Mezzogiorno, la Sardegna si avvicina al 50% (49,7%), la Campania supera il 40% (41,5%) e l’Abruzzo raggiunge una percentuale pari al 37,9%. Le altre regioni, fatta eccezione per la Basilicata (21,9%), raccolgono in modo differenziato meno del 20% dei propri rifiuti (Sicilia e Calabria mostrano tassi inferiori al 15%). I rifiuti urbani smaltiti in discarica nel 2012 sono stati circa 12 milioni di tonnellate, con una riduzione dell’11,7% rispetto al 2011, pari a 1,5 milioni di tonnellate. Sono state ben 186 le discariche per rifiuti non pericolosi che hanno “accolto” rifiuti urbani nel 2012, sei in meno del 2011; questo dato conferma la tendenza già evidenziata nell’ultimo quinquennio a chiudere soprattutto le discariche di piccole dimensioni a vantaggio di grandi impianti a servizio di aree geografiche più estese. Ancora piccoli piccoli passi in avanti che poco scalfiscono un quadro con troppe ombre. In alcune regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Molise e Calabria) si è assistito addirittura a un leggero incremento dei rifiuti smaltiti in questa modalità rispetto al precedente anno, ascrivibile però in gran parte al conferimento di rifiuti provenienti da altre regioni. Nel 2012, la regione che ha smaltito in discarica le minori quantità dei rifiuti urbani prodotti è stato il Friuli Venezia Giulia (7%), seguito dalla Lombardia (8%) e dal Veneto (11%), mentre ancora sopra l’80% si trovano molte regioni del Sud, ed in partico-