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In Giappone l’albergo dove i robot fanno tutto (ma non le pulizie
from GSA 10/2015
by edicomsrl
di Laura Guidi
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OTTOBRE 2015
Sotto la reception e sopra il robot che porta nelle camere i bagagli
A Sasebo, in Giappone, ha aperto un hotel quasi completamente gestito da robot. Fanno il check in. Trasportano i bagagli, organizzano il guardaroba ma… non fanno le pulizie. E poi dicono che per pulire non ci vuole professionalità…
Non c’è che dire: in Giappone la passione per i robot, meglio se antropomorfi, è davvero una cosa seria: non abbiamo nemmeno fatto in tempo a vedere lo straordinario automa con le fattezze di Leonardo da Vinci appena sbarcato al Museo della Scienza di Milano (made in Japan, of course…), che già ci arriva dal Sol Levante un’altra notizia che ha per protagonisti proprio loro, i nostri servitori (l’etimo slavo rabota vuol dire proprio questo) automatici.
In un parco vicino a Nagasaki
Questa volta però si tratta di un hotel, e precisamente l’Hen-na di Sasebo. Si trova in un parco divertimenti nella regione di Nagasaki ed è aperto dal 17 luglio scorso. Sembra un hotel normale, almeno a vederlo da fuori. Il fatto è che appena entri ti accorgi che non è così. Lo shock inizia alla reception, dove, a seconda del tuo turno in coda, possono accoglierti una dolcissima “geisha” biancovestita con scarpina e copricapo d’ordinanza, un robot vero e proprio in puro stile Star Wars, oppure… udite udite, un dinosauro meccanico (anche lui col cappellino) che ti fa il check-in sciorinando file di denti aguzzi e minacciosi. La registrazione vera e propria è operata dagli ospiti con l’aiuto di un tablet: una foto scattata all’ingresso garantisce poi il riconoscimento facciale per aprire le proprie camere. Lo step successivo è il guardaroba, che proprio come nei supermercati automatizzati (ne abbiamo visto un esempio ad Expo) è gestito da un braccio meccanico intelligente che raccoglie gli oggetti personali dei clienti e li mette in scatole molto simili alle cassette di sicurezza dei caveau bancari. Al momento opportuno, poi, gli oggetti sono tirati fuori per essere riconsegnati ai proprietari. E i bagagli pesanti? Niente paura: un robot carrellato li porta fino a destinazione.
Fanno quasi tutto
Ed eccoci in camera: oltre al riconoscimento del viso che serve per entra-

Hideo Sawada in una camera


Il braccio meccanico che gestisce il guardaroba
re, all’interno c’è un sistema che scansiona e riconosce la voce del cliente: serve per far funzionare l’illuminazione e per offrire all’ospite info e servizi. Vuoi sapere che tempo farà domani? Non hai che da chiederlo, e se il tuo timbro è familiare il robot Tuly ti risponderà in men che non si dica. Insomma, un Albergo Evoluto (questo significa il nome Hen-na) dove la componente umana è ridotta ai minimi termini, per questioni soprattutto economiche, come ha precisato il titolare Hideo Sawada, che voleva una struttura divertente, tecnologica ma anche in grado di abbassare i costi di soggiorno. E la ricerca in robotica, che in Giappone è davvero all’avanguardia, ci ha messo del suo. Il risultato sono stanze da 9mila yen la notte: circa 65 euro, davvero pochino per il Giappone.
Ma non pulizia e sorveglianza
Tutto ok, ma… come sempre c’è un ma. Oltre alla vigilanza, che viene gestita comunque da telecamere controllate da agenti umani, un’altra cosa che gli automi non possono fare è la pulizia. E la cosa, ammettiamolo, un po’ ci fa piacere: si tratta forse di un’attività così importante e professionale che non si può lasciare nelle mani nemmeno dei robot più evoluti? A quanto pare sembra proprio di sì.
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