Strigno. Appunti di cronaca locale

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poteva scavare. Finalmente verso il 1868 il Municipio fece scavare il terreno e per collocare la ghiaia scavata, si fece una buca verso sera davanti la porta d ‘ingresso del cimitero. In questa buca si trovarono molte ossa di morto, ed avendo domandato, se alcuno sapesse darne ragione, alcuni risposero: che ivi una volta era il cimitero degli Ebrei. Che abitassero una volta famiglie di Ebrei in Strigno è cosa certissima. Il loro Ghetto era nel locale, che fu poi ridotto ad uso dell’Imp. R. Giudizio. Nel sec. XVIII alcuni di questi Ebrei abbracciarono il cattolicesimo e gli altri indurati espatriarono. A miei tempi viveva ancora una vecchia, la quale interrogata in proposito, soleva dire “io son la prima della mia famiglia che son entrata in grembo alla Chiesa appena nata”. Dal 1868 in poi si fanno le fosse de morti in riga, e cola loro numerata. Riguardo alla Cappella di Loreto, io non so ne quando fu fabbricata, ne altri particolari (fu il parroco Castelrotto: vedi sotto). Il certo si è che ha le proporzioni e la forma della S. Casa di Loreto, avendolo assicurato anche il sig. Parroco Decano, che vide la S. Casa coi propri occhi. Quel mattone, che si vede sporgente dalla facciata a man destra e che vien toccato e baciato da devoti, si dice che sia un mattone levato dalla S. Casa. Ma quando si pensa alle pene minacciate a coloro che togliessero qualche cosa a quel Santuario, non si può crederlo. Potrebbe essere invece che quel mattone sia stato messo in contatto colla S. Casa. Il Bertondello nel suo opuscolo chiamato “Ristretto della Valsugana” dice che fu il parroco Gaspare Castelrotto che per la sua devozione alla Madonna fece fabbricare la Cappella a Loreto con elemosine, e ne fece la solenne dedicazione nel 1645. La Cappella di Loreto sostenne molte volte le furie e tutto l’impeto del torrente Chieppena. Ma la Beatissima Vergine Maria protesse sempre la sua Casa, verso la quale questi abitanti professarono tanta devozione. Oh Maria! Difendetela sempre! A miei tempi i vecchi si ricordavano che dalla strada di Loreto si passava all’altra sponda del torrente, perfettamente piani: fu solo in seguito che si formò una valle. Nell’inondazione del 1748 la metà della Cappella era sott’acqua e l’interno pieno di ghiaia e ciotoli. Mi raccontano che nella piena del 1851 tutti credevano perduta la Cappella ed anche il cimitero. Ma diminuite le acque scopersero un forte muraglione, che stava in difesa, e che prima non si sapeva che esistesse, perché forse coperto dalle ghiaie. In congiunzion a quella, presto dopo, si fabbricò il presente muraglione di sostegno con tutte le regole dell’arte. E per vero deve essere ben costruito dal momento che sostenne incrollabile l’impeto di quei grossi sassoni, che piombarono addosso nella terribile inondazione del 1882, si può dire per un mese continuo. Nella piena del 1851 fu strappata a Loreto una fucina, che non fu più rimessa, ed una sega, che fu rimessa, ma fu portata via nel 1882. La presente Chiesa parrocchiale fabbricata dai Comuni del Pievado nel luogo della vecchia, mentre la piccola porzione di sagrestia a mattina era appunto la sagrestia della vecchia Chiesa, fu terminata nel 1827. Era a quei tempi parroco-decano d. Simone Santuari, sacerdote che lasciò nel paese ottima memoria. Lasciò in legato a questa Canonica un pezzo di Pratazzi verso lo stradone, coll’obbligo di celebrare in perpetuo una s. Messa nel giorno di S. Simone apostolo. S’incontrarono ostacoli da parte dei Comuni limitrofi, che di mala voglia sottostavano alle spese della grandiosa e costosa fabbrica della Chiesa, e finalmente con una convenzione i Comuni della Vicinia si obbligarono di dare un importo; ed il Comune di Strigno si obbligò di condurre a termine la Chiesa, senza più oltre molestare gli altri Comuni. Raccolte queste nuove somme, la Chiesa fu condotta a termine, eccettuato la facciata, che non si è potuta ultimare, e che in forza della convenzione sta a carico del solo Comune di Strigno. Ma il male si è che la Chiesa ha un patrimonio così meschino, che perfino le spese ordinarie stanno a carico dei poveri Comuni del Pievado, i quali si lamentano grandemente. Assoggettandosi questi alle sole spese assolutamente necessarie, ne deriva che la Chiesa è scarsa di sacri arredi. Nelle lunghe guerre dell’Imp. Napoleone I questi Comuni incontrarono spese enormi, e per queste il Conte di Castello ai 8 ott. 1823 si obbligò di pagare f. 6700 coi quali i Comuni fecero un fondo per la nuova Chiesa. I Comuni insieme con Tesino per le spese di guerra dal 1796-1810 vantavano dal Governo f. 185.700; furono liquidati f. 145.750. Successore di d. Santuari fu d. Francesco Albano Pola da Roncegno, il quale dalla parrocchia di Tione fu promosso a questa nel 1832. Era uomo pieno di energia, ma trovando i Comuni stanchi 9


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