Dizionario biografico di uomini del Trentino sud-orientale

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Nel 1790 iniziò la pubblicazione delle sue teorie intorno alla teologia morale con un primo volume intitolato Francisci Antonii Alpruni Cl. Reg. S. Pauli in Archigymn. Ticin. Tehol. Mora/. Professoris de Officiis homini christiani libri V. Volume I, e nel 1792 ne pubblicò il secondo. L'opera venne sospesa causa (de vicende dei tempi, che mutarono ai danni della libertà JJ, scrisse egli, e causa le vicende che lo condussero, come vedremo, a vivere più una vita di azione che di pensiero. Nel frattempo il conte di Firmian, plenipotenziario per la Lombardia lo aveva chiamato a Milano come insegnante di diritto pubblico nel R. Ginn. di Brera e quindi come professore di teologia morale presso l'Università di Pavia. Era pure Censore per il culto, a servizio del governo austriaco. Fu in questo periodo che, sotto l'influsso delle opere del Montesquieu e di Hume, si orientò decisamente verso la corrente illuministica agganciandosi al riformismo ecclesiastico giuseppino. Fu scritto che si fosse iscritto alla Massoneria. Certo che quando i Francesi occuparono Pavia, nel 1796, credette anche lui, come molti, di trovare sulle baionette napoleoniche quegli ideali di libertà che oggi, forse, , noi viviamo o dovremmo vivere. Con l'arrivo di costoro l'Alpruni dà una svolta definitiva alla sua vita e diventa un agitatore ed uomo politico, ((danzerà la carmagnola)) alle feste dell'albero della libertà, parteciperà a raduni e convitti patriottici. L'albero della libertà: un tronco eretto in piazza, dipinto con i colori della rivoluzione e con in vetta il berretto frigio ; «Albero senza rami, berretto senza testa ... e si fa festa/JJ si parodiava in certi ambienti padovani allora! Comunque con i Francesi mantenne la cattedra presso l'Università di Pavia trasformata in cattedra di diritto, entrò a far parte della Municipalità di Pavia, divenne membro del Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, quale «Jiuniore» del dipartimento del Ticino (9 novembre 1797). In questa sua attività reclamò la difesa dei diritti costituzionali del collegio legislativo, contro gli arbritrii del Direttorio ... naturalmente si prese una cantonata ; reclamò la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici, e, vedi un po', ne prese un'altra. Tuttavia le sue sono proposte dalle quali traspare un ben definito avveniristico programma politico. Dal 21 marzo al 4 aprile fu Presidente di turno del Gran Consiglio. 15


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