Arte e devozione in valsugana

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Maria Teresa Longo Maria Teresa Longo, conosciuta in paese come Teresina, nacque a Castelnuovo il 19 giugno 1857 da Giuseppe e Maria Floriani. Pittrice e scultrice, fu allieva di Edmondo Prati e, molto probabilmente, anche di Eugenio Prati nel periodo in cui il Maestro di Caldonazzo si era trasferito a Villa Agnedo. Nel luglio del 1919 si fece conoscere al mondo dell’arte internazionale come scultrice partecipando con 3 proprie opere all’importante rassegna di Ca’ Pesaro a Venezia accanto ad artisti di fama quali Felice Casorati, Benvenuto Disertori, Umberto Moggioli, Eugenio Prati (da Verona), Gino Rossi, Pio Semeghini, Vittorio Zecchin e molti altri ancora. Sposata dal 1° ottobre 1883 con Domenico Raimondo Dal Castagnè di Torcegno, un avvocato che durante la Prima Guerra Mondiale si era prodigato in favore dell’esercito italiano meritando per questo delle importanti onorificenze, rimase vedova il 18 maggio 1923. Nel 1924 eseguì gratuitamente per i due altari laterali della Parrocchiale di Castelnuovo le pale con La Vergine Addolorata e con il Sacro Cuore di Gesù, considerate tra le opere migliori della sua maturità artistica, molto apprezzate dai parrocchiani e dalla gente del suo tempo. Nel 1926, d’accordo con il parroco Malfatti, si adoperò per acquistare e poi restaurare e ridipingere la Via Crucis per la chiesa parrocchiale di San Leonardo, acquistata tramite un’inserzione sul Gazzettino di Venezia. Nel 1928, probabilmente su iniziativa del parroco don Malfatti, dipinse la pala dell’altare maggiore, in sostituzione di quella secentesca andata distrutta dalla guerra. La pala della Longo, rifiutata dalla Commissione trentina per l’Arte Sacra, dovette essere ridipinta ampiamente, e forse sostituita completamente, dal pittore Anton Fasal, in quel tempo impegnato nell’affrescatura della Parrocchiale di Spera e di altre chiese in Valsugana. Nel 1929 si trasferì temporaneamente in Francia, dove espose le sue opere, ricevendo delle critiche lusinghiere. Del periodo francese va ricordata una sua mostra personale alla Galleria Carmine a Sanary sur Mer (Provenza) con opere di scultura, in particolare busti e bassorilievi, definiti dal critico Edouard Porchier di garbata fattura [Zanetel 1978, p. 321]. Tornata al paese natio, continuò saltuariamente l’attività pittorica eseguendo nel 1932, per il parapetto della nuova cantoria, la tela con Santa Cecilia all’organo, un’opera poco convincente che denota stanchezza, imprecisione e sentimentalismo. Teresina Longo passò gli ultimi anni di vita, ritirata nella villetta che si era costruita a Castelnuovo alla fine dell’Ottocento, occupata in varie attività caritatevoli ed educative, svolte soprattutto nei confronti dei giovani. Morì a Castelnuovo il 2 novembre 1946 all’età di 89 anni e venne sepolta con molti onori nella tomba di famiglia del locale cimitero, accanto al marito Domenico Raimondo, morto 23 anni prima. 185


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