Frutti dimenticati e biodiversità recuperata. Casi studio: Calabria e Trentino Alto Adige

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MELO I XJARVU

Malus domestica Borkh.

Caratteri di riconoscimento Albero di piccole dimensioni, a portamento espanso, con scarsa ramificazione. Foglie medio piccole di colore verde scuro. Frutto di piccole dimensioni, sferoidale leggermente appiattito ai poli, epicarpo giallo a maturazione con lenticelle evidenti.

Luogo, livello e condizioni di diffusione

Piccolo frutto del Melo I xjarvu (S.Guidi)

Di questa varietà sono rimaste poche piante, quella descritta si trova a Bova nei poderi del Sig. Bruno Traclò a pochi chilometri dal paese.

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche Vecchia cultivar a rischio di erosione genetica. Il Melo I xjarvu è caratterizzato da una maturazione tardiva, ottobre, veniva di solito consociato alla vite. I suoi frutti erano conservati fino alla fine dell’inverno poggiati su graticci o seccati al sole. La polpa, di colore panna, è consistente, croccante e dal sapore dolce acidulo.

Uso nella tradizione La mela I xjarvu era usata per profumare il corredo delle spose e i vestitini dei bambini, che rappresentano, insieme alla madre, le figure più sacre del mondo contadino calabro.

Luogo di conservazione Otto esemplari sono conservati presso alcune aziende agricole della zona di Bova (RC).

Natura e livello di conoscenza Questo frutto antico, di solito consociato con viti, peri, susini, albicocchi e fichi, è legato alle origini della gente di Bova e al mondo bizantino. Il suo nome in dialetto locale significa “utilizzato per profumare”.

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Particolare del frutto sezionato. (S.Guidi)

Referente Orlando Sculli, Brancaleone (RC) (orlandosculli@alice.it)


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