Cuorebio Magazine - Novembre 2017

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la natura sotto casa di Gianumberto Accinelli

la cetonia

addirittura dannoso. Ma la storia della vita è profonda e segue percorsi tortuosi, tanto che questo liquido zuccherino – che divenne il nettare – associato agli stami e all’ovario, diede inizio a una vera e propria rivoluzione che ha avuto come esito i prati colorati e profumati, quindi anche la rosa che cerchiamo di difendere dalla cetonia. Attirati dal nettare, alcuni insetti si avvicinarono alla pianta e dopo aver mangiato, trasportarono i granuli pollinici da una all’altra. L’impollinazione entomofila, quella che usa gli insetti per trasportare i gameti da una pianta all’altra, stava muovendo i suoi primi passi.

illustrazione di Marco Trevisan

Un profondo cambiamento Il solco era tracciato: questo meccanismo era destinato a cambiare letteralmente il mondo. Le piante si sono dotate di organi appositi, i fiori, che attiravano – e attirano – gli insetti, indirizzandoli verso il nettare e quindi verso i gameti. Anche gli insetti, nel frattempo, si sono specializzati nella raccolta di nettare e polline; i prati si sono così riempiti di farfalle, sirfidi e dell’impollinatore per eccellenza: l’ape da miele! La vita è diventata più complessa, più profumata e più bella e anche la rosa sul terrazzo o in giardino è il “frutto” dell’impollinazione entomofila. Se le farfalle e le api sono l’effetto di questo processo chi sono gli insetti precursori che hanno trasportato i granuli pollinici? Sono proprio loro, i tozzi coleotteri che cerchiamo di eliminare dai nostri fiori.

Il fiore della rosa è particolarmente amato dagli esseri umani e lo è per tante ragioni: quando sboccia riempie il nostro angolo verde di colori delicati e di suadenti profumi trasformandolo in un vero e proprio paradiso terrestre. La pace sulla Terra, però, dura poco e questo incanto viene bruscamente interrotto da insetti dal corpo tozzo, vestiti con una livrea verde brillante e contraddistinti da un volo sgraziato e rumoroso. Si tratta delle cetonie, antichi coleotteri che si piazzano sui teneri boccioli e, a suon di mandibole, li distruggono mutando il nostro paradiso terrestre in un vero e proprio inferno. Se è facile capire l’amore per la rosa è altrettanto semplice afferrare il sentimento di profonda antipatia che emerge negli amanti del giardinaggio alla vista di una cetonia. Dal sentimento all’azione lo spazio è breve tanto che, ben presto, il nostro giardino diventa un territorio di guerra 46

senza esclusioni di colpi mirati a scacciare i fastidiosi invasori. Un antico e dolce segreto Ma attenzione: spesso quel che appare in superficie rappresenta solo una parte della verità e, nel caso della cetonia, un antico e dolce segreto si cela dietro la corazza verde brillante che, se rivelato, può mutare il nostro sentimento di antipatia, trasformarlo in una profonda riconoscenza e interrompere quindi la guerra che si consuma ogni anno nei mesi della fioritura. Per conoscere la vera storia della cetonia dobbiamo viaggiare nel tempo e percorrere ben 115 milioni di anni. Questo è il periodo in cui alcune piante delle foreste antiche iniziarono a secernere delle sostanze zuccherine. Non solo: alcuni di questi dolci essudati iniziarono a sgorgare in prossimità degli organi sessuali. A prima vista, questo fatto non ha alcun significato anzi, sembra

Tutto merito della cetonia Le cetonie e i loro antichi parenti sono stati i primi insetti ad approfittare di questa fonte zuccherina e gratuita. Ma non essendo ancora specializzati, per non sapere né leggere né scrivere, questi rozzi coleotteri si mangiavano il nettare, il polline e, già che c’erano, anche tutto il fiore primordiale. Casualmente, dopo aver divorato il divorabile, capitava che qualche granulo pollinico centrasse l’obiettivo, dando origine a una nuova pianta. Quello che osserviamo nella nostra rosa durante la fioritura è quindi la primissima prova d’impollinazione con gli insetti la quale, migliorando di anno in anno, ci ha fatto conoscere la rosa e ha trasformato il nostro angolo verde nel piccolo paradiso terrestre. Ecco perché la guerra in giardino, specie se combattuta a suon di insetticidi, deve finire, lasciando alla cetonia quello che è della cetonia: qualche bocciolo del nostro fiore preferito!


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