NaturaSì Magazine | GENNAIO 2017 | NUMERO 11

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trolli: devono farsi certificare da un ente israeliano e, nonostante vengano coltivati in Palestina, per l’esportazione devono comunque passare da Israele. È importante sostenere l’economia dei piccoli produttori biologici palestinesi riuscendo a portare in Italia i loro prodotti. Il biologico unisce, supera le divisioni e i confini… Si, senza dubbio. È un territorio che ha diverse sfaccettature. Noi siamo stati vicino alla valle del Giordano, a Tubas, dove c’è la Qitaf, nella zona libera della Palestina. Poi chiaramente ci sono contraddizioni, per esempio ci sono altri kibbutz israeliani nei territori dei Palestinesi. C’è ancora tanto da lavorare da una parte e dall’altra, è una situazione molto difficile da sbrogliare.

messaggio promozionale

Il problema dell’approvvigionamento idrico C’è un riciclo maniacale di tutta l’acqua piovana (poca!) e la rimanente viene dai fiumi sotterranei. Non viene presa acqua dal Giordano e non viene tolta alla popolazione l’acqua potabilizzata grazie agli impianti di desalinizzazione della regione. L’irrigazione dei datteri, inoltre, avviene a goccia. I datteri Medjoul Chiamati anche i re dei datteri per il loro delizioso sapore, sono da noi importati dal Kibbutz Neot Samadar: nulla arriva dalle zone occupate della Cisgiordania. Prendiamo tutto dalla zona di Eilat. Ma tra qualche anno avremo i datteri Medjoul anche dalla Palestina. Ricordi dell’esperienza da condividere con i nostri lettori Un momento emozionante è stato quando

ci siamo seduti tutti attorno a un tavolo a mangiare insieme, italiani, israeliani e palestinesi (questo perché siamo andati a visitare Qitaf con il nostro esportatore, che è israeliano). L’altra esperienza forte è stata vedere come lavorano nel Kibbutz Samar. Per persone come noi, che sono impegnate nel biologico da tanti anni, è stato veramente commovente. E poi, come dicevamo, è una comunità bellissima, che ha lavorato per rendere fertile il deserto con dedizione e sacrifici, trasformando le pietre in pane.

I datteri La palma da dattero fiorisce a febbraio, a luglio il frutto cambia colore e passa dal giallo al tipico marrone. La temperatura in cui vive questa pianta d’estate supera anche i 45° e la raccolta avviene tra fine agosto, settembre e ottobre. Ogni pianta produce circa 80-120 kg di datteri all’anno e le palme sono mantenute in produzione fino a circa 25 anni, quando l’altezza non rende più possibile la raccolta con i mezzi a disposizione. I datteri vengono poi trasferiti direttamente ai centri di lavorazione, dove vengono messi dentro una serra ventilata: qui rimangono a circa 52° per 5 ore. Nelle fasi successive, quando non sono in lavorazione, sono mantenuti in magazzini refrigerati da -7° a -18°. I datteri vengono poi lavati, e l’acqua allontanata con un processo di ventilazione, e successivamente sottoposti a vari passaggi di cernita. Al termine

della produzione il controllo qualità di Hadiklaim prevede il prelievo di un certo numero di datteri per bancale (circa una cinquantina) per accertare il rispetto degli standard di qualità.

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