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PENSIAMO IN GENERAZIONI E NON IN TRIMESTRI

Non è quotata ma è un’impresa familiare, i suoi sono dipendenti ma anche "associati", ha dato il nome alla più celebre barretta al cioccolato ma il core business è il petfood. Intervista a Yesim Ucelli, la nuova a.d. di Mars Italia IL uando, a fine ottobre 2022, in Italia c'è stato il cambio della guardia ai vertici di Mars - sì, proprio quelli della barretta al cioccolato, ma non solo, come vedremo - di Yesim Ucelli, la nuova amministratrice delegata (nonché general manager per il cluster del Sud Europa) si sapeva solo che gli ultimi 13 anni li aveva passati nella multinazionale, tra Turchia, Italia, Balcani, e di nuovo Italia. Nient'altro, se non i ruoli ricoperti. D'altra parte, Yesim Ucelli è una donna. E quando una donna si ritrova in ruoli come questi, è quasi scontato che, come si usa dire, "non abbia una vita". E invece. La incontriamo nel nuovo quartier generale Symbiosis di Covivio, poco distante dalla Fondazione Prada a Milano.

Facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti?

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Sono nata in Turchia, nel 1975. E mi sono laureata in business management nel 1997. Subito dopo la laurea sono entrata in Deloitte a Istanbul come auditor e dopo due anni e mezzo sono passata in Doğuş Holding per un triennio primo di avere il mio primo incarico in un board: quello da Cfo, in 3M Turkey. Ero molto giovane.

Una dimostrazione di fiducia non da poco, in un Paese che certo non brilla per l'empowerment femminile.

Eppure ho diverse amiche che hanno fatto carriera... anche se non siamo in molte in questi ruoli nel Sud Europa.

Parliamo della sua, di carriera. In 3M ha mantenuto la posizione per oltre sei anni. Poi sono iniziati gli spostamenti.

Eh, ma io sono stata abituata fin da piccola agli spostamenti: mio papà aveva un incarico governativo e ogni 3 o 4 anni cambiavamo città. Ho imparato molto presto cosa fosse la flessibilità. La mia ispirazione è sempre stata quella di imparare viaggiando.

Questo spiega molte cose anche della sua carriera in Mars.

Il mio percorso in azienda è cominciato nel

2010 come Cfo Sales & Finance Director di Mars Turchia e nel 2014 sono arrivata a Milano, o meglio ad Assago, per ricoprire il ruolo di Cfo di Mars Italia, come membro del board. Nel 2017 sono stata promossa a Cfo di Mars Central Europe (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania) e mi sono trasferita a Praga. Nel 2020 sono diventata General Manager Mars Baltics e sono andata a vivere in Lettonia. E ora rieccomi in Italia.

Tradizionalmente, la carriera delle donne nelle multinazionali si concilia poco con la presenza di un'eventuale famiglia. A proposito: lei ha figli?

Due. Quando sono entrata in Mars avevano 3 anni e 1 anno e nessuno in azienda mi ha fatto osservazioni sul fatto che avessi due figli piccoli a cui accudire. Ho pensato subito: «Questa è una compagnia in cui davvero posso lavorare». Non è comunque semplice spostarsi portandosi appresso la famiglia. E suo marito?

La prima volta che sono venuta in Italia, mio marito faceva il pendolare tra Milano e Istanbul. Oggi invece sono separata.

Be', questo semplifica le cose.

(ride) All'epoca non avevo la famiglia a supportarmi ma potevo contare su una tata che viveva con noi. In Repubblica Ceca invece al massimo avevo una babysitter qualche ora al giorno, dovevo fare tutto da sola.

Tipicamente femminile.

Anche molto complicato. Ma quando lavori in un'azienda come Mars, puoi contare sul supporto di tutti i colleghi. Tra l'altro qui in Italia abbiamo un organico composto per circa il 62% da donne, con un board al femminile per il 43%, mentre nel middle management dove la presenza femminile si attesta al 62%. Insomma noi donne siamo in maggioranza.

Un po' è anche colpa sua, lo ammetta.

(ride) Grazie, sono arrivata da poco, ma è importante la coerenza dei modelli che si susseguono. E anche Paolo Rigamonti, il general manager che mi ha preceduto, ha preso il congedo di paternità proprio per dare il buon esempio. Peraltro, lo smart working è pratica consolidata da oltre 10 anni: veniamo in ufficio per collaborare, non per essere semplicemente presenti. Tornando al role model, non mi sono mai sentita trattata in maniera differente per il fatto di essere una donna: il segreto è offrire pari opportunità e condizioni favorevoli per tutti, non solo per le donne, altrimenti crei una minoranza. È una questione di mindset, da azienda familiare.

Ecco, appunto: non tutti sanno che Mars Incorporated, la grande multinazionale da 45 miliardi di dollari - 600 milioni di euro in Italia - degli M&M's, degli Snickers, dei Twix, dei Bounty, ma anche del riso Ben's Original e della linea per cucina asiatica Suzi Wan, è un'azienda familiare.

È nata nel 1911 ed è ormai alla sesta generazione. L'impresa familiare è diversa dall'impresa quotata: pensa in generazioni e non in trimestri, non si accontenta della crescita finanziaria, cerca la crescita di qualità. Lo vede? - mostra la cover dello smartphone, c'è scritto "Il domani comincia oggi", ndr - Il mondo che vogliamo domani inizia dl modo in cui facciamo business oggi. Ma c'è un'altra cosa che non tutti sanno di Mars.

Quale?

Che il 60% del fatturato arriva dal petcare: sono nostri i brand Pedigree, Whiskas, Cesar, Sheba, Kitekat, Catsan, fra gli altri e tutto il mondo Royal Canin. È nostra anche la divisione di cliniche veterinarie AniCura. Siamo una petcare company e tutti i nostri uffici sono pet friendly, perché è dimostrato che la presenza degli amici a quattro zampe in ufficio riduce lo stress, migliora le relazioni e aiuta ad aumentare l’attaccamento all’azienda. In questo segmento l'Italia è uno mercati più importanti in Europa perché quasi tutti abbiamo un pet.

Anche lei?

Ho un gatto. Il 64% dei nostri associati è proprietario di un pet.

Associati?

In Mars non siamo staff: siamo parte del business. Siamo dipendenti, ma ci consideriamo 140 mila "associati" a sottolineare la comunione di intenti. È una parola, ma fa una grande differenza: condividiamo i valori come stakeholder. Non vogliamo persone che dipendano da Mars: vogliamo persone che si associno ai nostri valori. Quali?

Nel 2017 abbiamo lanciato il “Piano per la sostenibilità nell'arco di una generazione”, investendo 1 miliardo di dollari su tre aree chiave: salute per il pianeta, prosperità per le persone e nutrimento per il benessere.

Partiamo dal pianeta.

Entro il 2025 vogliamo ridurre del 27% le emissioni di gas serra in tutta la catena del valore, azzerandole entro il 2050. Ora siamo al -6,1% rispetto al 2015.

Pochino...

In mezzo c'è stata la pandemia, ma siamo fermamente convinti di farcela. Per il 2025 vogliamo anche ridurre del 50% l’uso non sostenibile di acqua e siamo già al -24%. L’azienda, poi, sta inve- stendo centinaia di milioni di dollari per reimmaginare e riprogettare gli oltre 12.000 componenti di imballaggi di tutto il portfolio per adattarli alle infrastrutture di riciclo attualmente esistenti o che si prevede saranno disponibili nel prossimo futuro. I primi 300 senior leaders di Mars sono iretribuiti anche in base al raggiungimento degli obiettivi di packaging. Oggi il 20% degli imballaggi del portfolio Mars è riutilizzabile, riciclabile o compostabile, ma vogliamo arrivare al 100%. E la prosperità per le persone? Si declina in aumento del reddito, rispetto dei diritti umani e nuove opportunità per le donne. A oggi abbiamo raggiunto 442.200 persone con programmi volti a migliorare i diritti umani e i redditi, tra i quali 61.250 agricoltori raggiunti attraverso il programma di aumento del reddito e 41.200 donne raggiunte attraverso iniziative di empowerment. Aderiamo anche a una serie di iniziative per rendere al 100% sostenibile la filiera del cacao entro il 2025 e siamo monitorati da terze parti indipendenti. Supportiamo anche l'impegno nelle comunità locali, retribuendo due giorni di volontariato all'anno per ogni associato come se fosse attività lavorativa. In Mars Italia siamo i più attivi in Europa in termini di ore donate.

Ecco, a proposito dell'Italia...

...Ho chiesto io di tornare qui. Il segreto di una multinazionale che vuole favorire i talenti è quello di creare condizioni favorevoli per tutti. In Mars funziona così: sei incoraggiato a cambiare, ma devi essere intenzionale nel tuo sviluppo e devi affrontare un panel per assumere il ruolo al quale ti candidi. E poi, vinca il migliore.

O la migliore.

A Proposito Di Inclusione

«Io sono fortunata perché lavoro in un contesto in cui il merito e la centralità della persona sono elementi chiave», sottolinea Yesim Ucelli. «In Mars, le politiche di I&D sono da sempre parte integrante del nostro modo di fare impresa. Qui l’imperativo è quello di puntare, senza distinzioni, su tutti gli associati, il vero pilastro del nostro business, garantendo a tutti le medesime possibilità di crescita e le stesse opportunità per scoprire e sviluppare il proprio talento. Puntare sul talento è infatti per Mars una leva strategica per garantire all’azienda un successo solido e duraturo. La nostra società è diversa e le nostre decisioni aziendali devono saper riflettere queste diversità. Questi principi si consolidano con la conoscenza e la consapevolezza dei propri “pregiudizi nascosti”; per questo abbiamo investito in sessioni con i nostri manager che a loro volta hanno tradotto sui loro team, in termini di formazione, sulla diversità generazionale, culturale e continueremo a lavorare su questi temi estendendo il concetto di diversità. La conoscenza degli altri è il primo motore della comprensione, non cesseremo quindi di incentivarla. Inoltre, Mars ha lanciato nel 2001 la campagna #HereToBeHeard per dare voce a ogni donna. #HereToBeHeard fa parte del Full Potential Program di Mars, una piattaforma volta volta a far esprimere a ogni donna il proprio talento sul posto di lavoro, nelle comunità dei fornitori e nel mercato in cui l’azienda opera. Nell'ambito della campagna, è stata lanciata una survey che ha permesso di raccogliere le testimonianze di oltre 10.000 donne da 88 diversi Paesi. Dall'indagine è emerso che la lotta ai pregiudizi e agli stereotipi di genere rappresenta ancora la priorità numero uno, seguita dalle pari opportunità di carriera».

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