SHIPPING - Grimaldi sulle ali della sostenibilità
PINK WASHING DIETRO IL FERVORE DELLA PARITÀ L’INSIDIA DEL BLUFF: COME SCOPRIRLA ED EVITARLA Il gender-gap nel privato è al 16,5%. Ai vertici le donne sono poche. In compenso abbondano le operazioni di facciata. Eppure si moltiplicano anche esperienze di valore e di frontiera. Come dimostrano Fujifilm, Irritec, Kruk, Nespresso, Paramount. Coi dati di Idem Mind The Gap e i consigli di Rsm. Mentre una ricerca di Herbalife rivela che... REGOLE NUOVE PER LA BORSA Parla il sottosegretario Federico Freni: «L’Italia torna centrale sui mercati»
LA SFIDA DI MERCITALIA Intervista con Sabrina De Filippis: «Sulle merci rivoluzione condivisa»
MANAGER, HANDICAP A SUD
ESG, L’ANSIA DA RATING
PROGER
QUEL PNRR PER POCHI
Cifre preoccupanti nel rapporto di 4.Manager sulla managerializzazione
ERO 1/49
• 2023年
第 1 期 总
第49期
Solo il 2% delle imprese italiane è riuscito a partecipare ai bandi
23 – NUM
I risutati premiano le strategie con una crescita del 40% sul ‘22
Ormai i sustainability manager sono ossessionati dai «voti»
ANNO 20
ECONOMY | ANNO VI | N.71 | MENSILE | NOVEMBRE | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 08 NOVEMBRE 2023 POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, LO/MI
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LAVORO - Addio all’orologio marcatempo?
IN ALLEGATO LA RIVISTA CINITALIA IN FORMATO DIGITALE
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UN COLOSSO SULLA ROTTA DELLA SOSTENIBILITÀ GLOBALE Il Gruppo Grimaldi ha acquistato il porto di Igoumenitsa, ha concluso un’ottima stagione estiva e continua ad ammodernare la sua flotta di 130 navi, già tra le più giovani ed ecologiche del pianeta. E macina risultati in crescita sia sui ricavi che sui margini pagg. 91-93 Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del Gruppo Grimaldi
EDITORIALE
MANAGER, SUD, GENDER: SOS INCENTIVI «BUONI»
I
l rapporto di 4.Manager che illustriamo in questo numero e che, tra le altre cose, illumina il grado di managerializzazione delle imprese del DI SERGIO LUCIANO Sud rivela impietosamente anche su questo fronte un gap con il resto del Paese che si riduce ma non accenna a chiudersi. Più che proporzionale alla minor densità demografica delle imprese. L’associazione creata da Confindustria e Federmanager per “progettare e realizzare iniziative ad alto valore aggiunto per la crescita complessiva sia dei manager industriali che degli imprenditori” non fa sconti sul Sud, ma ciò purtroppo non toglie che tutto il sistema imprenditoriale italiano sia “sotto-managerializzato”, rispetto ad alcuni Paesi concorrenti. Varie le cause: possessività degli imprenditori, forse; ma anche incidenza dei costi del lavoro dirigenziale (e non) su bilanci a volte piccoli, gracili. Nel 2015 sono stati introdotti nell’ordinamento delle forme di incentivo economico per le imprese che ingaggiassero degli export manager: i cosiddetti “voucher per l’internazionalizzazione” poi riproposti nel 2017 e in forme varie fino al 2022, e quasi contemporaneamente il voucher per l’innovazion manager. Ne hanno fatto uso oltre 10 mila imprese, anche se un dato consolidato univoco non risulta pubblicato. Di sicuro sono stati utili. Ma hanno anche sofferto una notevole confusione gestionale perché si sono moltiplicate, anche da
parte di altri attori come le Regioni, varie iniziative analoghe che, se pure sono state a loro volta utili a molti, nell’insieme definiscono un quadro di competizione burocratica nell’indistinzione comunicativa. Per cui il primo problema dell’impresa è informarsi e capire cosa chiedere a chi. Oggi il Sud è tornato al centro della politica economica del governo (anzi “dei” governi, se si considera che il 40% delle risorse del Pnrr, pur in ritardo di erogazione, è stato destinato proprio al Sud dal governo Draghi e confermato dall’attuale). Incrociando i dati di un gap, manageriale ma non solo (ci fosse solo quello!) la domanda strategica su “come sostenere” il Mezzogiorno andrebbe riformulata. Nel segno del partire dalle risorse umane e dalla loro formazione per promuovere crescita e sviluppo. Ma anche il gender gap – si legga la coverstory di questo numero – è un problema che può essere fronteggiato o almeno attenuato con un uso sapiente degli incentivi per la certificazione, che in questo momento vengono erogati in modo un po’ estemporaneo e disorganico da alcune camere di commercio e soprattutto dalle Regioni Puglia e Lombardia. Ben venga l’estemporaneità, se l’alternativa è il nulla; ma anche in questo caso l’impressione è che l’accavallamento delle sedi e dei livelli decisionali, le diverse e concorrenti burocrazie e comunque la penuria di fondi, danneggi una linea coerente e compatta di sostegni mirati all’evoluzione della cultura d’impresa e della competitività. E qui si finisce fatalmente all’auspicato riordino degli incentivi, tutti. Come le tax expenditure (cioè
gli sgravi fiscali a pioggia che pochi conoscono e pochissimi usano) finite nel mirino della delega fiscale del governo Meloni che nominalmente cubano tanti soldi e ne vincolano quindi molti in bilancio, salvo poi essere usate male, meno del possibile, e percepite poco o niente. In effetti tutti gli incentivi economici pubblici all’economia richiederebbero, insieme, una razionalizzazione e un “tagliando” che riuscisse ad adattarli ai tempi. La politica economica uno stato liberale la pilota soprattutto con gli incentivi, incrociando peraltro quelli nazionali con quelli europei che ne sono in qualche modo la premessa e spesso la fonte primaria. Viviamo tempi in cui le competenze e la formazione hanno riaffermato la loro centralità nel sistema, senza se e senza ma. Soprattutto al Sud ma non solo. Tra le tantissime cose che il governo non ha avuto tempo di fare, tra le tante che i partiti della coalizione hanno promesso in campagna elettorale e non hanno trovato i soldi per fare, un riordino degli incentivi dovrebbe avere priorità e potrebbe autofinanziarsi e funzionare meglio rispetto all’economia reale del Paese. Parafrasando la formula di Mario Draghi sul “debito buono”, quello che si contrae per investire, e quello “cattivo”, che si fa per dissipare soldi, anche gli incentivi sono da considerare di almeno due tipologie. Quelli a sostegno della managerializzazione, della digitalizzazione, dell’internazionalizzazione e – in generale – del Sud che intraprende dovrebbero avere una corsia preferenziale. Accadrà? Giusto sperarlo, doveroso reclamarlo, lecito dubitarne.
IL CORSIVO
QUELL’INGREDIENTE SEGRETO DELL’IMPRESA CHE SI CHIAMA AMORE
«U
n’eredità mi ha lasciato mio padre…”, scriveva Hemingway: “Mi ha lasciato la luna e il sole; e anche girando tutto il mondo non riuscirò mai a spenderla”. Conoscendo da vicino la famiglia di Ennio Doris, scomparso quasi due anni fa lasciando alla sua Lina e ai y¼} Ï 6i²² ¡ } Mi®i ¼ i ®i y} iË } yi y successo, Banca Mediolanum, e un patrimonio importante, torna alla mente quella frase. Perché nel lascito Doris c’è il sole dell’ottimismo e la ¼ i y} Č} ¡Ë ¡ }í u ²¡ ¡ Åi ¡® u } ¸i ¸} volte il grande imprenditore richiamava, nei suoi
discorsi pubblici e privatissimi. I valori di un’etica del business che ha testimoniato in molti modi, e che nel privato era ancor più marcata. Mi®ií i Ï ií i «¼tt ui¸¡ ¼ t®¡ ²¼ ²¼¡ padre: “Ennio, mio padre”, in libreria per Piemme yi ÚØ ¡¸¸¡t®} ²u¡®²¡ò V i y u i®iË ¡ } yČi ¡®} per il papà per tutti i suoi, ma anche un canto – «¼® y¡ } ¸}í «}® Či²²} Ëi ā ²¼ Åi ¡®} ²¼«®} ¡í che è l’amore, che all’interno delle famiglie può trovare apoteosi o vilipendio e spesso, purtroppo, quando si tratta di famiglie ricche, trova soprattutto il secondo.
La famiglia è il pilastro dell’impresa, non solo in &¸i i ā y¡Å} ²¡ ¡ i i® Čßßį y} } iË } y}Ă ma anche nel resto del mondo (negli Usa l’80% delle “Fortune 5 hundreds” è a controllo familiare). Ci sono imprese familiari che sanno u®}²u}®}í }Å¡ Å}®}í i i }® i ËËi®² ÷ i ¸®} u } ²i ¸i ¡ i «® ¡ «i²²i ¡ } }®iË ¡ i }ò 7} } facoltà di economia c’è una vasta letteratura sul tema. Che non comprende l’ingrediente segreto di casa Doris: l’amore. Quello, non s’impara nei i²¸}®ò & t®¡ y Mi®i ¡® ² }® ¸i y }²²}®} letto. È un grande libro sull’amore. (s.l.)
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novembre 2023
STORYLEARNING
COVERSTORY
091 GRUPPO GRIMALDI
013 PINKWASHING
024 PARAMOUNT
019 RSM
026 NESPRESSO
020 ǧ
028 KRUK
022 FUJIFILM
030 IRRITEC
Una sciacquata di rosa
ϐ
Il paradosso della Borsa Quella forza che muove il cambiamento
Dallo schermo alla realtà I tre mesi che cambieranno il mondo
La lezione dallo sport Coltivare l’inclusione
Rotta verso la crescita
094 AMPLIFON
Quando la strategia si fa sentire
096 CELLNEX
Le torri che innalzano l’Italia
098 PROGER
I risultati premiano l’ambizione
100 NOVARTIS
Il polo dei radiofarmaci cresce
ECONOMY & POLITICA
102 CARTIERA MANTOVANA
010 FEDERICO FRENI
104 IDOGI
L’imprenditore “bicentenario” L’arte secolare si fa luce
«Col Ddl mercati faremo incontrare capitali e imprese»
SOMMARIO
RUBRICHE 008 TRA ME E TECH
di Andrea Granelli
009 BUSINESS PARTNER
di Gianemilio Osculati
110 ALTRE MIGRAZIONI di Mario Abis
111 CONFPROFESSIONI
di Giovanni Francavilla
112 PRIVATE BANKER di Ugo Bertone
114 DEBUGGING
TALENTI DELLO SVILUPPO 129 HERBALIFE
Collaborazione, sostantivo femminile
132 RENOVARS
Tutti i colori dell’abitare
GESTIRE L’IMPRESA
134 INSIGNA
033 SMART WORKING
136 SWAG
036 PROTIVITI
137 49 INVEST
038 RISORSE
Luci puntate sulla brand image Il Bitcoin entra in negozio Quale futuro per il mattone?
di Silvia Vianello
Timbrare o non timbrare? I controlli digitali governati dall’uomo Le competenze trasformative
040 FONARCOM
115 IL GLOBALISTA
Per una rete di lavoro senza frontiere
di Giuseppe Corsentino
041 OPENJOB
116 QUI MIAMI
Sul podio degli Esg
di Antonio Acunzo
042 BIRD&BIRD
116 IL MONDO SOLIDALE
Brevetti e marchi proteggono le idee
di Giuliana Gemelli
044 4.MANAGER
COMUNICARE L’IMPRESA 121 INDAGINE
Oh, che bel mestiere!
124 IMPRESE DI TALENTO Meno Pr e più strategia
126 BEING HUMAN
Più etica, meno prodotto
Il Mezzogiorno cresce coi manager
048 PRAESIDIUM
I talenti si attraggono col welfare
050 DOMORENTAL
Energytransiton e agritech
052 PREVINDAI
Attenzione ai contributi non dedotti
VITA DA MANAGER
FINANZIARE L’IMPRESA
141 COSTUME
077 BANDI
Onda anomala cosplay
Scusate, avete visto il Pnrr?
144 FOOD
080 ANDAF
Il futuro in mano alle donne
APPROFONDIMENTI
145 MOTORI
107 UOMINI E DENARI
L’evoluzione della specie
ϐ
146 REGIMENTAL
108 NORME
a cura di Monica Setta
I mutui alla francese sotto la lente
113 LIUC
Così il retail sta cambiando pelle
Quell’alter ego dell’amministratore
082 CHABERTON
Il Cfo non è più quello di una volta
084 CONFIDI SYSTEMA!
ǡ ϐ
085 GENERALI
Capitale umano e AI in tandem
087 AIFI
Smart cities, il grocery 4.0
088 QUADRIVIO
Megatrend nel mirino
089 SPORTELLO SINERGIA
Nuova Cerform, le aziende a scuola
SUSTAINABILITY &
CIRCULAR ECONOMY
055 MANAGEMENT
068 SICILY BY CAR
058 UNI
069 WETAXI
060 FOREVER BAMBÙ
070 HERA
062 EFRAG
072 CREMONINI
064 TERNA
073 ASSIL
066 ENI
074 MERCITALIA
La schiavitù del rating
La libertà del noleggio a medio termine
Siamo certi che il digitale sia sostenibile?
Imprese sostenibili col carbon manager I nuovi standard della rendicontazione
Progettando la transizione
La mobilità privata diventa intermodale Le rinnovabili crescono in partnership
A tutto biogas
Quando le imprese fanno luce sul futuro
Alt: una sosta mangereccia
La rivoluzione della logistica integrata Abbonati: https://www. economymagazine.it/ scegli-abbonamento/
Il mensile dell’economia che cambia Direttore responsabile Sergio Luciano Vicedirettrice Marina Marinetti Caporedattore Francesco Condoluci (responsabile www.economymagazine.it) In redazione Riccardo Venturi (inviato), Andrea Ballone, Martina Zanetti (eventi e segreteria) Hanno collaborato Mario Abis, Antonio Acunzo, Ugo Bertone, Andrea Cafà, Lara Conticello, Giuseppe Corsentino, Cinzia Ficco, Giovanni Francavilla, Giuliana Gemelli, Andrea Granelli, Andrea Matteucci, Marco
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Onnembo, Franco Oppedisano, Gianemilio Osculati, Vincenzo Petraglia, Sonia Raule Tatò, Helena Rinaldi, Monica Setta, Giuseppe Straniero, Silvia Vianello "®iÏui } «i iË ¡ } Raffaela Jada Gobbi, Liliana Nori, Lara Ponchia ¡ ¸i¸¡ ²u } ¸ Ïu¡ Marco Gay, Anna Gervasoni, Federico Pirro, Giulio, Sapelli, Antonio Uricchio Partnership editoriali Ï÷ ¸ ÷ yi ÷ ²²¡ui }®}²¸}®¡÷ ¡ «®¡ }²² ¡ ÷ !}y}® i i }®÷ V Å}®² ¸n 1 ¼u÷ ¡ ² ¡ iË ¡ i } dell’Ordine dei consulenti del lavoro Numero chiuso in redazione il 25/10/2023
Editore
Economy Group s.r.l. Piazza Borromeo 1 20123 Milano, Tel. 02/89767777 Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia ¡ ² }® Costantino Baldissara, Sergio Luciano
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COVERSTORY
«Chi l’ha detto?» ovvero l’arte del fact checking di Andrea Granelli
O
gni giorno che passa ci rendiamo conto con crescente consapevolezza (e angoscia) che il rumore di fondo presente sulla Rete non viene intercettato e filtrato dai motori di ricerca. Un modo per descrivere con efficacia questa situazione ci viene dal grande poeta Samuel Taylor Coleridge e in particolare dalla sua celebre Ballata del vecchio marinaio: «Acqua, acqua dovunque e neppure una goccia da bere». Come facciamo ad essere certi non solo che una fonte sia attendibile, ma che un’affermazione estratta da quella fonte sia corretta? Questa domanda sta al centro dell’Infosourcing, un’area di conoscenza che studia modalità e tecniche per trovare sulla Rete informazioni appropriate e utili; o meglio informazioni non solo pertinenti, gustose e nutrienti ma anche Doc, di origine controllata. Questa attività fa parte del primo passo – l’inventio – del canone retorico che Cicerone ha identificato per costruire un discorso efficace ed argomentato. Inventio che in latino significa non tanto inventare quanto investigare, trovare, rinvenire e che consiste nel trovare fatti e informazioni utili per costruire un discorso persuasivo e ben costruito. Per renderci conto della complessità e anche fascinosità dell’argomento, proviamo a svolgere un compito apparentemente banale: verificare l’autore di un’espressione che ci ha colpito. La cosa più semplice è mettere la frase su un motore di ricerca fra virgolette e vedere cosa ci restituisce la ricerca. Generalmente vediamo un blocco di siti che dicono la stessa cosa; e ciò dovrebbe tranquillizzarci. Se però scendiamo nella lista, incominciamo a vedere risultati difformi. Ritornando all’inizio della lista e leggendo con più attenzione ci rendiamo conto che il gruppo di siti sono simili (collezioni di aforismi) e ci rendiamo conto che probabilmente si copiano fra loro rafforzando implicitamente e meccanicamente la validità di quell’informazione. Proviamo ora a togliere le virgolette; le cose cambiano; appaiono altri siti e – se li analizziamo – vediamo che allo stesso autore vengono attribuite frasi simili. Ci viene allora un dubbio. Qual è la frase corretta? Forse alcune traduzioni sono poco appropriate, ma quali? L’unico modo per saperlo è avere anche la fonte (il libro da cui viene la citazione) ma l’informazione è pregiata e difficilmente presente in quei siti. Un esempio classico di aforisma mal attribuito è “L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste
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nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi”. La Rete lo attribuisce a Voltaire (nel quadro a centro pagina) , Rousseau… ma gli amanti della letteratura sanno che viene da uno dei volumi de “Alla Ricerca del tempo perduto (La strada di Swann)” di Marcel Proust. Entrando in maggiore profondità, la questione si fa però più complessa. Il rischio di falsa attribuzione viene rafforzato da quattro specifiche casistiche: • Frase inventata • Frase erroneamente attribuita • Frase decontestualizzata • Frase “migliorata”. Vediamole in dettaglio. «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo» (Voltaire). Tantissimi – anche persone di cultura – sono stati sedotti da questa frase inventata, indubbiamente sapiente ed evocativa. Il trucco è stato svelato da alcuni studiosi di Voltaire che non l’hanno trovata nei testi conosciuti. E infatti Voltaire non ha mai scritto questa frase (forse l’ha pronunciata). È stato un falso d’autore della scrittrice e filosofa Evelyn Hall che la mise tra virgolette in un suo libro riguardante il filosofo francese. Tanto grande fu la polemica che lei stessa fu costretta a confessare la furbata. Della seconda casistica ne abbiamo già parlato e allora andiamo alla terza, più subdola, e vediamone un esempio: «If you can’t convince them, confuse them» (Harry S. Truman). Facendo un’analisi approfondita emerge che la frase è stata effettivamente pronunciata dal presidente americano (in un discorso del 1948), ma non intendeva difendere la tecnica descritta nell’adagio. Al contrario Truman affermava che i suoi avversari politici usavano quella tattica, azione da lui reputata però spregiudicata. E infine le frasi migliorate (ad esempio rese più compatte o memorabili). Anche qui vediamo un esempio: «Credo quia absurdum» di Tertulliano. Il concetto proviene effettivamente da Tertulliano ed è coerente con il suo pensiero descritto in molte fonti, ma lui lo ha espresso in un modo leggermente diverso nel De carne Christi: «Certum est, quia impossibile». Vi sono poi altre casistiche più sottili, ma queste quattro sono sufficienti per restituirci la complessità del tema e quanto sia importante la verifica incrociata per confrontare più fonti, una conoscenza dell’autore e soprattutto la necessità di identificare il testo da cui la citazione viene estratta. Altrimenti il rischio è quello di esporci al ludibrio delle persone di cultura, proprio quelle che volevamo impressionare con una citazione colta.
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Il bello (e il brutto) del «pianeta agevolazioni» Nonostante i timori iniziali, i costi della garanzia per il Fondo Centrale di Garanzia si sono rivelati, a tutt’oggi, limitati: circa 6 miliardi di euro su 170 miliardi di prestiti garantiti. Ma forse non è (solo) un buon segnale... di Gianemilio Osculati
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er mesi e mesi gli addetti ai lavori hanno discusso su quanto sarebbe costata ai contribuenti italiani la garanzia pubblica del Fondo Centrale di Garanzia. Per come era stata strutturata (garanzia crescente al decrescere del merito creditizio dell’azienda e comunque generosa, nell’ordine dell’80%), tutto lasciava pensare che i costi sarebbero stati elevati. Non è stato così, almeno a tutt’oggi. La buona notizia, ci dice Kpmg commentando i dati del Mef, è che i costi della garanzia per il Fondo Centrale di Garanzia si sono rivelati, tutt’oggi, limitati: circa 6 miliardi di euro su 170 miliardi di prestiti garantiti. Il sospiro di sollievo che ne è seguito è stato condiviso da tutti gli operatori del settore, Mef in primis. Guardando al futuro, le linee direttrici che il Mef proporrà non sono ancora note nei dettagli, ma tutto lascia pensare ad aggiustamenti solo marginali della policy attualmente in essere. Le notizie positive che ci provengono dal passato - le insolvenze tutto sommato basse e la superficiale sicurezza che nulla cambierà a breve - non ci devono, però, impedire di riflettere su quali sono gli effetti di second’ordine di tante, certamente gradite, garanzie che lo Stato ha esteso alle imprese, specie le Pmi. Il primo effetto, certamente non voluto ma sicuramente presente, è che molte banche e molti operatori del credito hanno disimparato a fare credito. Anche se Banca d’Italia ha sempre indicato che il merito di credito deve nascere dai fondamentali dell’azienda finanziata e non dalle garanzie, è stato molto comodo per tutti sapere che qualsiasi prestito alle Pmi veniva garantito, entro un plafond massimo, dallo Stato. Le competenze di credito si sono affievolite. “Ma perché devo dare crediti non garantiti se ho ancora una quantità infinita di crediti garantiti che posso ancora fare?”, era, spesso, il pensiero dei banchieri. Dopo i tanti aspetti positivi delle garanzie pubbliche, la prima negatività ha riguardato le Pmi che, crescendo di più, avevano bisogno di credito oltre il plafond concesso dal Fondo. Ottenere crediti oltre il plafond e quindi non garantiti è stata per quasi tutte le aziende in forte crescita una impresa ardua. Il secondo effetto, divenuto più chiaro nel corso del tempo, è stato l’abbassarsi della barriera competitiva delle banche tradizionali nei confronti delle nuove banche e delle fintech. In assenza di garanzie la banca tradizionale aveva il clamoroso vantaggio di conoscere meglio il cliente. Ma con la garanzia dello Stato all’80%
questo vantaggio si è molto assottigliato. Brutto da dirsi, ma la garanzia vale di più della conoscenza. Gli attackers, dal lato loro, hanno fatto valere una struttura di costi più bassa, una organizzazione disegnata per dare risposte più rapide al cliente e, nella maggioranza dei casi (questo le “non banche”) l’assenza quasi totale dei costi di capitale. Da questo punto di vista occorre fare una osservazione: come pensano le banche tradizionali di tornare competitive nel servizio alla clientela Pmi? Come abbassare i costi del servizio? Come dare servizi più rapidi? Le risposte, a tutt’oggi, non sono chiarissime. Eppure, si tratta di un segmento di mercato strategico per il sistema bancario. E per il Paese. Oggi le fintech e le banche attacker spadroneggiano e la loro quota di mercato è in continua crescita: forse è bene così. È però anche bene che i Ceo delle banche si pongano il tema. In media le banche non danno in outsourcing neanche l’acquisizione dei nuovi clienti Pmi e tengono in piedi Uffici Sviluppo poco produttivi. È giusto? Andiamo avanti, perché il terzo punto è ancora più importante. Riguarda la mancanza assoluta di coordinamento tra tutti i meccanismi di incentivazione delle aziende attualmente in essere. In area finanza agevolata e a fondo perduto operano Stato, Regioni, Provincie ed altre importanti organizzazioni preposte allo sviluppo. In un qualsiasi momento di tempo possono essere attivi, nel nostro Paese, circa 800 bandi, che nel corso del tempo nascono, muoiono e si ripropongono in forme diverse. Poi ci sono le leggi di sostegno all’occupazione. Poi le leggi di stimolo in tema energia, ambiente, innovazione e tanto altro. Poi ci sono (questo per fortuna) Invitalia, Sace e Fondo Centrale. La domanda è chiara: c’è una logica in tutto questo? C’è un obiettivo prevalente? C’è un controllo di cost – effectiveness di queste facilitazioni? Quanto sono incentivanti le misure che rimborsano investimenti già fatti o spese già sostenute? Questo Governo ha un compito importante da svolgere per assicurare che il denaro del contribuente sia ben speso. Scordiamoci il passato ma mettiamoci al lavoro!
SEDE DEL MEF
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«COL “DDL MERCATI” AIUTIAMO L’INCONTRO TRA CAPITALE DI RISCHIO E IMPRESE»
GESTIRE L’IMPRESA
ϐ ϐ ǣ Ǥ ǫ ǡ ǯ ǡ di Sergio Luciano
«IL GOVERNO RITIENE CHE SOLO FACEN-
produzione legislativa, sia a livello euro ǡ ϐ CATO FINANZIARIO ITALIANO POTREMMO Ǥ ǯ SOSTENERE ADEGUATAMENTE LA CREsi è sviluppato intorno al provvedimento SCITA DEL PAESE»: parola di testimonia come, al netto dei tecnicismi e , ϐ ǡ ǯ nel goverPaese avesse bisogno di parlare in modo no Meloni (ma lo era già nel governo Drapiù organico del mercato e delle sue reghi), che ha seguito gole. Al mercato LA REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI personalmente il coservono interventi FINANZIARI È STATA OGGETTO siddetto “Ddl merca ϐ DI UNA PRODUZIONE LEGISLATIVA ti” con cui l’esecutivo CHE POTREMMO DEFINIRE TORRENTIZIA della regolamentaintende svecchiare la ϐ ϐ ǯ dei presidi. Draghi e sul Testo unico bancario in materia di Borsa, di società quotate e, appunto, Si discute molto – ed è ϐ ǣ Ǽ giusto farlo, al di là capitali domestico, soprattutto quello redi ogni concomitangolamentato - prosegue Freni in quest’inza con casi specitervista esclusiva a Economy - soffre da fici – sull’equilitroppi anni di scarso dinamismo e di scarbrio ottimale tra sa attrattività per le imprese, che hanno nitidezza e incisi ϐ vità del governo nanziarsi. Il disegno di legge vuole intervedell’impresa e nire su alcune aree prioritarie, seguendo le piena rappresen ϐ Mef, per rendere il mercato più competitivo e il capitale di rischio un’opportunità per le imprese». DO RIACQUISTARE CENTRALITÀ AL MER-
Una riforma così tecnica e insieme ambiziosa sta incontrando un cammino parlamentare altrettanto complesso. Ma quali sono i capisaldi irrinunciabili, per il governo, che in ogni caso saranno rispettati? ϐ ° tura tecnica e complessa, anche perché frutto di una
1010
tanza degli interessi delle minoranze azionarie nella governance stessa. Qual è a suo avviso il criterio per individuare quest’equilibrio? Il mercato è soprattutto il luogo nel quale si compongono gli interessi, non solo il luogo in cui si consumano gli scontri. Quindi individuare un punto di equilibrio è un esercizio necessario, anche se talvolta complesso. Scopo degli interventi del Ddl è far guadagnare alle imprese maggiore dinamismo, nel rispetto della tutela delle ǣ î î ϐ ǡ non meno regole. Altra questione aperta è quella della differenziazione delle categorie di titoli in base alla stabilità del possesso. Aiuta molto le imprese familiari a gestire con stabilità ma sottrae ai mercati quell’ingrediente molto richiesto che è la contendibilità. Cosa ne pensa? Il governo societario è uno de-
Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze
&POLITICA gli elementi fondamentali per migliorare migliorato? deve tuttavia essere coniugata con la sua ǯ ϐ stabilità nel tempo. Troppo spesso tali ǯ ϐ Ǥ ° ϐ incentivi sono stati oggetto di continue gli ultimi anni abbianegli anni dall’esigenza di rafforzare talune revisioni, che hanno TROPPO SPESSO GLI INCENTIVI mo assistito troppo funzioni di garanzia, di controllo e regolaavuto il risultato di AGLI INVESTITORI SONO STATI frequentemente a ǡ ϐ creare incertezza e OGGETTO DI CONTINUE REVISIONI imprese, anche di Ǥ ǯ ǡ volatilità, riducendo CREANDO INCERTEZZA grandi dimensioni, anche grazie all’elevato livello tecnico e di la propensione ad che decidevano di quotarsi su altri mercati professionalità dei componenti delle authoinvestire. europei: dobbiamo chiederci perché e, se rity, ha dimostrato una buona capacità di Un altro tema delicato è quelle delle renel rispetto della contendibilità, si possatenuta anche di fronte alle crisi degli ultimi gole e della loro applicazione. A suo avno individuare delle risposte utili. anni. Certamente nel contesto complesso in viso l’attuale assetto istituzionale delle cui viviamo la costruzione di maggiori siRecentemente Borsa Italiana Spa ha auAuthority è quello giusto o può essere ϐ Ǥ spicato un intervento a sostegno degli investitori italiani, qualcosa che possa incentivarli a collocare i loro capitali UN PASSO AVANTI IN UN PAESE RIMASTO INDIETRO in aziende quotate, come accaduto sul fronte delle pmi e delle start-up. Cosa ª VDFURVDQWR H SRWHU che, abbandonando iforme a costo zero: far votare il proprio completamente la FRVWR ÷QDQ]LDULR possiamo attenderci? pacchetto azionario di frontiera della difesa s’intende. Sono quelle Gli incentivi di natura fiscale sono risulPDJJLRUDQ]D UHODWLYD Ö della contendibilità per che il governo Meloni tati spesso efficaci per orientare il risparponiamo: attorno al 30% tutelare gli interessi dovrebbe affrettarsi a mio verso le aziende quotate e verso le come quello che aveva delle grandi famiglie o fare, e fare bene, e non Pmi e per ampliare la platea degli inveElkann in Fiat - come se RIIUHQGR SRQWL ÷VFDOL si può dire che si stia fosse una maggioranza d’oro, hanno reso le loro comportando così. stitori. Come accaduto ad esempio per i assoluta, conviene: ed Borse più attraenti. Salvo nel caso del Ddl Ǥ ǯ ª TXHOOR FKH OÙ2ODQGD Il Ddl riduce questo gap, Mercati, che sembra permise oltre dieci anni appunto; ma sarebbe ormai vicino al varo, fa inducendo appunto i ingenuo credere che e interviene a sanare torinesi a trasferire la la Borsa italiana sia numerosi scompensi VHGH VRFLDOH ODVV»á 2UD diventata marginale, sedimentatisi negli anni a prescindere da ogni pur facendo parte dopo quel sussulto considerazione di merito ormai da vent’anni di razionale di tre decenni Ö VH VLD JLXVWR EOLQGDUH gruppi stranieri, solo fa che culminò con la così le proprietà familiari per l’inadeguatezza Legge Draghi e il Testo RSSXUH QR Ö VWD GL IDWWR delle norme di legge del XQLFR GHOOD ÷QDQ]D che le nuove regole nostro Paese. Certo, Senza entrare negli rendono Piazza Affari più pagare meno tasse sui LQ÷QLWL GHWWDJOL Ö WXWWL “somigliante” alle piazze collocamenti in Borsa esposti, ahinoi, alla concorrenti. Basterà per FRPSOHVVD YHUL÷FD GHL far tornare le quotazioni? IDWWL Ö OÙLPSLDQWR ª VHULR È lecito dubitarne: giuridicamente nasce SHUFK« ª LO 3DHVH QHO VXR solido, ha superato insieme ad essere meno qualche imboscata attrattivo, per i capitali lobbistica indenne e come per i cervelli. E per dovrebbe servire, se sanare quest’evidenza non bastare, a colmare deprimenti, quel gap di competitività occorreranno numerosi creatosi tra i mercati altri Ddl. E soprattutto ÷QDQ]LDUL UHJRODWL LQ occorrerà applicarli sul Italia e quelli di alcuni serio. (s.l.) altri Paesi europei
R
IL MERCATO È IL LUOGO DOVE SI COMPONGONO GLI INTERESSI, NON SOLO DOVE SI CONSUMANO GLI SCONTRI
1111
successo
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fatturato
COV ERS TOR Y
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UNA BELLA SCIACQUATA DI ROSA UOMINI
DONNE
DIRIGENTI
104.371Υ
98.927 Υ
QUADRI
56.498 Υ
53.723 Υ
IMPIEGATI
34.032Υ
30.465 Υ
OPERAI
26.141Υ
23.740 Υ
GENDER PAY GAP 2022
ǡ Ǥ ° ϐ ǯ Ǥ ǯ ǫ
5.2% 4.9% 10.5% 9.2%
FONTE: JPRICING
di Marina Marinetti
Q
ual è quella celebre casa di moda, berg che dopo il ha nominato un Cda la prima ad aver ottenuto la Certicomposto da soli uomini? E qual è quella banϐ , ᩿ che dopo aver stabilito nel 2015 come obiet “Towards the Zero Gender tivo l’eliminazione del Gap”, prima di delibeSI LEGITTIMA LA PROPRIA ATTIVITÀ , nel rare un aumento del CON INIZIATIVE SIMBOLICHE proprio report d’im30% del compenso PER RISPONDERE ALLE RICHIESTE patto scrive in questi del proprio a.d. ha DI STAKEHOLDERS E REGOLATORI otto anni ha “iniziato accolto le dimissioni ad analizzare la gender pay parity in più di immediate dal del(la) presidente del co45 Paesi”? E chi è quel gestore di concessioni mitato remunerazione (donna), sostituendola autostradali e aeroportuali “premiato” per le dopo qualche giorno con un uomo? Si dice il sue politiche nella parità di genere con l’insepeccato, ma non il peccatore (però chi cerca, rimento nel di Bloomtrova). «È chiaro che lo applichiamo bene - il
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FEDERICO FERRI
patriarcato, ndr-, ma lo nascondiamo ancora meglio» fa dire ϐ al Ceo di Mattel, uomo, che vuole essere chiamato “madre”. Una bella spruzzata di rosa et voilà, il pinkwashing è servito. Il campanello d’allarme del deve suonare ogni qualvolta un’azienda sbandiera il fatto di avere donne come maggioranza dei propri dipendenti (ma magari si tratta di un call center o di un’impresa di pulizie) e poi fornisce anche il dato sul gap salariale, ammettendo di pagarle meno. O quando nomina
una donna in una posizione di responsabilità voro italiano da più di 30 anni. Ma è un dato (tipicamente su temi con sostenibilità o incluspruzzato di rosa anche quello dell’occupasione)... ma senza fornirle un budget. O ancora zione femminile se, come sottolinea l’Istituto quando un brand indossa (metaforicamente, Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubblis’intende) un ϐ per sponsorizzare che (Inapp), le donne (ossia il 41,5% di tutti i il mese della prevenzione del cancro al seno, contratti attivati nei primi sei mesi dell’anno ma poi fa donazioni ridicole. E in generale ogni scorso) sono solo il 35% dei 764.870 contratti qual volta ci sia vaghezza negli obiettivi di ina tempo indeterminato, ma sono il 38,7% dei clusione. Il catalogo 1.769.940 a termine, il L’ITALIA FIGURA TRA I PAESI delle è 40% dei 180.645 in PIÙ VIRTUOSI, CON UN GENDER PAY ampio e a dare il buon apprendistato, il 48% GAP DEL 4,1%, MA NEL SETTORE (anzi il cattivo) esemdei 617.272 stagionali, PRIVATO È DEL 16,5% pio è stato per primo e il 52% dei 377.738 lo Stato, quando nel 1996 ha istituito il contratti intermittenti. Tradotto: per le donne , con le migliori il lavoro è stagionale (il 16,7%), in somminiintenzioni, ma senza portafoglio. Già allora strazione (14,4%) o intermittente (11%). avremmo dovuto capire che qualcosa non staPIÙ DONNE PERCHÉ COSTANO MENO va andando per il verso giusto. Se le donne in un’azienda sono di più, molto E infatti a più di due decenni di distanza, ci probabilmente è perché costano di meno. Non ritroviamo in Italia ancora oggi - o meglio, a ottobre 2022, a quando risalgono i dati nel settore pubblico, altamente normato, che vede l’Italia tra i Paesi più virtuosi, con un più aggiornati utili a fare un raffronto - con il di appena il 4,1%. Quando però si apre 51,4% delle donne occupate contro il 69,5% recinto, nel settore privato, ci posizioniamo degli uomini, confermando del gap di genere subito tra i peggiori, con un pay gap del 16,5%. del 18% che caratterizza il mercato del la-
SU HERCONOMY, ANCHE VOI AVETE DETTO LA VOSTRA
C
ome ama ripetere un nostro collega, “con i numeri si può dire qualunque cosa”. È vero, ed è ancor più vero se consideriamo che larga parte delle statistiche, anche quelle che citiamo su Economy, sono in qualche modo “drogate” dai grandi numeri: quelli delle grandi imprese (con 250 addetti e oltre), che sono lo 0,1% del totale delle imprese e assorbono il 23,3% dell’occupazione. Vincolate dall’aplicazione di contratti collettivi nazionali in settori fortemente regolati, hanno pochissimi margini di manovra (ma li hanno) per il pinkwashing. Osservando
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però col microscopio la faccenda, quanta parità di genere (lo diciamo ironicamente, sia chiaro) scoveremmo in quel 4,7% che sono medie imprese e in quel 95,2% che sono imprese di piccole dimensioni, che in tutto impiegano il 76,7% degli addetti totali. Così abbiamo voluto tastare il polso alle Pmi che ci seguono costantemente, con un sondaggio online. Ebbene: le pulsazioni sono deboli, ma non imprecettibili. Intanto, moltissime imprese hanno voluto dire la loro, non solo rispondendo alle nostre domande, ma aggiungendo commenti come questi: «Con le quote di genere è facile che
nei Cda ci sia equilibrio, la y Ïu¡ ¸n Å}y}®} i u®}²u ¸i aziendale delle donne» (e non potremmo essere più d’accordo); «Nel mondo delle PR e della comunicazione, la maggior parte dei dipendenti è donna, ma gli apicali sono ancora per la maggior parte uomini, particolare che la y u} ¼ ią þÅ}® ²² ¡ÿ÷ Ï ¡ a un «non abbiamo ritenuto ¡««¡®¸¼ ¡ i® u}®¸ Ïui®} nostro sistema di gestione. Abbiamo quindi monitorato la conformità alla PdR 125. L’esito dell’audit svolto è stato positivo e per questo abbiamo prodotto un’autodichiarazione di conformità del nostro sistema di gestione della
parità di genere alla Uni/ PdR 125, ai sensi della norma internazionale Uni Cen En Iso/ Iec 17050» (ottima idea). Ora però tocca a voi: volutamente non abbiamo u¡ } ¸i¸¡ ®iÏu u } vedete rappresentati in queste pagine. Ma c’è un dato in particolare che ci preme farvi notare: quello sulla desponibilità di budget a capo delle responsabili dei vari comparti. E sapete perché? Lo sapevamo già prima di iniziare: ultimamente assistiamo a un’affollamento di sustainability manager. Quasi tutte donne. E quasi tutte senza budget. Non sarà mica pinkwashing?
COVERSTORY È come se le lavoratrici italiane iniziassero a percepire uno stipendio dai primi di marzo, lavorando regolarmente dal 1° gennaio. «Il differenziale retributivo di genere nel 2022 è dell’8,7% per la Ral», commenta ri, Senior Partner di . «È interessante notare come il gap si concentri soprattutto ϐ ǡ tende a ridursi tra la popolazione manageriale. Un ragionamento diverso va fatto guardando al gender pay gap ai vertici delle aziende quotate. Infatti, oltre a una sostanziale assenza delle donne, osserviamo, gap salariali sensibilmente maggiori rispetto al mercato nel suo comples Ǥ ϐ ǡ ϐ al 66esimo posto per trovare la prima donna, e in ogni caso, tra le 125 persone che hanno un compenso complessivo annuo superiore al milione di euro, troviamo solo 8 donne». Sarà forse per questo che le aziende, quando devono sbandierare le proprie virtù nel bilancio di sostenibilità o nel report d’impatto, si dimenticano qualche pezzo. L’ultimo ϐ -
Il Ceo/amministratore è una donna?
15,6%
pubblicato da Deloitte con il Dipartimento Scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma conferma che appena il 55% delle società include nella Dnf l’indicazione del rapporto tra il salario dei dipendenti uomini e quello delle dipendenti donne. «Per affrontare attivamente il problema del gender pay Gap» sottolinea «oltre all’informativa in merito alle policies e ai sostegni atti a ridurre il divario, risulta estremamente importante l’utilizzo di metriche quantitative comuni per misurare i progressi effettivamente compiuti». La metrica c’è, ma non si vede: i forniscono un ϐ ǡ ͶͲͷǡ declinato in due sottoindicatori, il 405-1 sulla diversità negli organi di governance e fra i dipendenti, e il 405-2, che appunto si riferisce al rapporto tra il salario di base e la retribuzione delle donne rispetto agli uomini. Peccato che quando il Gri 405 viene compilato, quasi sempre si tratti solo del 405-1, mentre del 405-2 molto raramente si trova traccia. Il motivo è presto detto: «Tramite questo indicatore è possibile notare come nel 3% del campione
Il presidente del Cda è una donna?
22,2% 84,4%
Sì, è una donna Sì No è un uomo No,
77,8%
Sì, è una donna No, è un uomo
analizzato ci sia ancora un divario salariale tra uomo e donna superiore al 20% in tutte le categorie professionali». Ed ecco perché i bilanci di sostenibilità che vedete in giro solo
Joelle Gallesi, Managing Director di Hunters Group
Quante sono le donne nel board?
In proporzione, quante donne ci sono tra i dirigenti?
13,3% 15,6% 13,3% 8,9%
Nessuna Un decimo Un quinto Un terzo Metà Due terzi
13,3% 35,6%
13,3%
15,6% 7% 4,3% 13,3%
8,9% 4,3% 33,3%
Nessuna Un decimo Un ottavo Un quarto Un terzo Metà Due terzi Tre quarti
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per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore tra uomini e donne (“principio della parità di retribuzione”) attraverso una maggiore trasparenza retributiva e il rafforzamento dei relativi meccanismi di applicazione. Questa spinta alla trasparenza potrebbe essere, quindi, un deterrente allo squilibrio di retribuzioni anche perché, stabilisce la norma, che chi ha subito una discriminazione retributiva basata sul genere avrà diritto a ottenere un risarcimento che comprende il recupero totale delle retribuzioni arretrate (con bonus relativi) e anche un indennizzo per i danni causati. Toccherà alle aziende, inoltre, dimostrare di non aver violato queste norme. Ma non è tutto oro il rosa che luccica. «Non c’è ancora un obbligo di legge», spiega , Managing Director di , società di ricerca e ϐ Ǥ Ǽ va, infatti, entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ϐ ǯ ǡ dall’entrata in vigore, gli stati membri (Italia compresa) dovranno necessariamente adeguarsi. È importante anche precisare che cosa
CLAUDIA SEGRE
raramente sono “in accordance” coi Gri (cioè interamente aderenti) ma solo “with reference” (in pratica si forniscono solo alcuni indicatori liberamente scelti. Non è anche questo è pinkwashing?
SI FA MA NON SI DICE La disparità salariale è un po’ il segreto di Pulcinella e il 30 marzo (anche se non se n’è accordo quasi nessuno) il ha approvato in prima lettura una direttiva che punta a garantire la parità di retribuzione
Quale comparto in azienda è guidato da una donna?
22,2%
La responsabile del personale ha budget a disposizione?
25,9%
33,4%
17,2%
16
Sì No
Non vi ammorberemo certo con i millemila anni (in realtà “appena” 131, secondo il ) che ancora ci vorranno, a questo ritmo, per colmare il divario. Ma vi invitiamo a tenere alta la guardia per distinguere fra autentiche iniziative a favore della parità di genere e pinkwashing. Neanche con il Pnrr e le sue risorse siamo stati in grado di toglierci il vizietto: «La trasversalità della priorità di genere nel , così come è stata declinata nella programmazione, non sembra avere ϐ un impatto realmente incisivo e risolutivo»,
La responsabile marketing ha budget a disposizione?
25%
82,8%
8,9% 11,1% Produzione Pubbliche relazioni Marketing Contabilità/amministrazione Altro
QUEL VIZIETTO CHE VANIFICA IL PNRR
La responsabile comunicazione ha budget a disposizione?
74,1%
24,4%
si potrà fare: sarà possibile chiedere al datore di lavoro di conoscere le retribuzioni medie e aggregate dell’azienda, ripartite per categorie (quindi i livelli retributivi medi, ripartiti per sesso e categorie tra loro equiparabili), ma continueremo a non sapere quanto guadagna il nostro vicino di scrivania e lui a non sapere quanto guadagniamo noi». Senza contare che ϐ et voilà: il pinkwashing è servito.
Sì No
75%
Sì No
COVERSTORY sottolinea l’ , evidenziando «criticità ϐ ǯ viduazione di indicatori e dati utili per la veriϐ ǯ ϐ risorse impiegate, tali da costituire un ostacolo per la promozione della piena partecipazione della popolazione femminile e, quindi, per il raggiungimento degli stessi obiettivi fondanti del Pnrr». Avevamo dubbi? «Quello delle donne nel settore privato, e non solo nel nostro Paese, è un lavoro mal pagato, privo di uguaglianza di diritti, soprattutto salariali, con meno indipendenza e un futuro pensionistico drammatico, con meno libertà di scegliere la propria strada rispetto agli uomini», chiarisce , fondatrice e presidente della . «C’è poi un problema nel problema: quello della rappresentanza, visto che solo circa il 50% delle donne lavora. E l’assenza delle donne non permette progettualità incardinate su un’uguaglianza di fatto e non di facciata. E poi, diciamolo: le donne ai vertici sono sempre le stesse». Come i pezzi sulla scacchiera: vengono spostati e casomai vengono mangiati. Qualche
La responsabile sostenibilità ha budget a disposizione?
esempio? dalla presidenza di (sostituita da un uomo, ) è passata a quella di ; alla guida di ϐ donna, , che prima era alla guida di ... dove è stata sostituita da un uomo, ; alla testa di c’è , ex Coo di LE DONNE NEI BOARD SONO SEMPRE LE STESSE, COME I PEZZI DELLA SCACCHIERA: SI SPOSTANO MA NON AUMENTANO DI NUMERO
... dove è stata sostituita da un uomo, , così come a sostituire , promossa vice president del settore Telecomunicazioni del gruppo, è stato messo un uomo, . Perlomeno in una donna, , è stata sostituita da un’altra donna, , già presidente di . È già qualcosa. Anzi no, dato che alla presidenza di Assoimmobiliare Rovere è stata sostituita da un uomo, .
Un’ultima domanda: rispetto alla Certificazione della parità di genere...
IL “CROLLO” IN BORSA Prendiamo le famigerate quote rosa nei board delle quotate, introdotte nel 2011 dalla Ǧ : uno studio di ϐ to da Silvia Del Prete, Giulio Papini e Marco Tonello arriva alla conclusione che, nella realtà, il cambiamento promesso è stato solo in parte conseguito: «La legge sulle quote ha aumentato la percentuale di donne al potere nelle banche quotate italiane, sia in qualità di amministratori che di sindaci, generando però indi ϐ ǡ ǯ fetto meccanico della componente di genere, solo nel Cda». Dal momento che la legge sulle quote è stata applicata solo dalle banche direttamente interessate dalla misura, «ci si può chiedere se si atterranno a una composizione equilibrata per genere dei propri consigli una ǯ ϐ ǽǤ sta, possiamo già anticiparvelo, è “no”. Basti vedere gli effetti dell’epidemia di delisting che ha colpito la negli ultimi anni. L’ultimo Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane vede diminuito nel 2022 il numero di donne presenti negli or-
L’azienda ha partecipato a eventi e iniziative a supporto della parità di genere?
Se sì, queste iniziative vengono menzionate nel report di sostenibilità, nella relazione di impatto o nella dichiarazione non finanziaria?
15,6% 53,8% 46,2%
51,1%
60%
65,4%
% 6,5 7,0%
13,3% 6,5 %
34,6%
40%
Sì No
L’azienda non è certificata L’azienda è in fase di audit L’azienda si sta certificando L’azienda ha già ottenuto la certificazione L’azienda non è certificata, verrà richiesta in futuro La certificazione non è una delle priorità aziendali
Sì No
Sì No
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LA PINK RIBBON MEGA INDUSTRY gani di amministrazione di tre unità (da 852 a 849), quello negli organi di controllo di 8 (da di Elena Vardanega Sr Strategist FutureBrand 274 a 262) ma soprattutto è diminuito il nuar leva sui bisogni dei consumato- i “bad actor” che cavalcano l’onda rosa mero di società diverse-board, che oggi sono ri, sfruttando soprattutto l’aspetto e vendono false promesse per mero 206 quando solo tre anni fa erano 223. Poca emotivo che lega pubblico e brand, SUR÷WWR ( TXLQGL FRPH IDQQR L EUDQG D roba, direte voi. Mica tanto, rispondiamo noi. è il segreto-non-segreto del marketing. QDYLJDUH QHOOD 3LQN 5LEERQ 0HJD ,QGX ± ° ϐ ʹͲʹʹ Ͷ͵Ψ Il tasso emotivo è ancor più elevato stry, evitando di incappare in iniziative quota degli incarichi di amministratore delle quando ci sono di mezzo iniziative lega- boomerang potenzialmente lesive delte alla salute, alla cura o al sostegno a la loro reputazione? La prima risposta società quotate esercitata da una donna, ma lo malattie gravi e per due ragioni: la pri- ª WRUQDUH DO YHUR VLJQL÷FDWR GHO ÷RFFR era solo per effetto dell’applicazione del ritocma è che si tratta di temi di grande ri- rosa, comunicando in modo trasparenco al rialzo della quota di genere dei due quinti sonanza e, in secondo luogo, riescono a te e chiaro le donazioni che il brand si dell’organo prevista dalla Ǥ ͳͲȀʹͲͳͻ, incanalare il desiderio delle persone di impegna a fare (solo tra il 2% e il 5% dei dare il proprio contributo, di dire di aver fondi raccolti per la ricerca contro il applicata dalla maggior parte delle società sostenuto una causa importante. Per FDQFUR DO VHQR DUULYD ÷QR DO TXDUWR VWD(180, pari al 96,8% della capitalizzazione di TXHVWR LO ÷RFFKHWWR URVD LO 3LQN 5LEERQ dio della ricerca, secondo Metavivor). mercato). La quota di genere di un quinto del DSSOLFDWR RUPDL D XQÙLQ÷QLW¢ GL SURGRWWL Secondo, ma non meno importante, eviboard, prevista per il primo rinnovo successivo può trarre in inganno chi è convinto di tare di ricorrere a queste iniziative per alla quotazione, invece, è stata applicata da 14 fare la propria parte sostenendo una semplici scopi di marketing. Aumentare buona causa. Dove si nasconde l’insi- la consapevolezza e far leva sulla senemittenti, con una presenza in media di oltre 3 dia? Nell’incoerenza, quand’anche non VLELOLW¢ GHL FRQVXPDWRUL VHQ]D SURGXUUH donne, pari al 37,1% del Cda. si tratti di scelte completamente sba- azioni tangibili, disperde gli sforzi: il conPer il resto, nessuna novità degna di nota: le gliate. Un esempio su tutti: nel 2013, tributo minimo per le partnership che donne ricoprono il ruolo di amministratore “Susan G. Komen”, una delle maggiori sostengono la causa si aggira tra il 10% delegato in 17 società di piccole dimensioni organizzazioni per la lotta al cancro al e il 20%, a fronte di una donazione media seno, accettò la sponsorizzazione della inferiore al 10% dei proventi (Founder (rappresentative appena del 2,1% della capi%DNHU +XJKHV VRFLHW¢ GL VHUYL]L SHWUR- 5HWKLQN %UHDVW &DQFHU talizzazione di mercato) e presiedono l’organo liferi. A fronte di un’ingente donazione, Pinkwashing, oggi, è anche il Femvertiamministrativo di 32 emittenti di più elevate vennero dipinte di rosa un migliaio di sing, termine che si riferisce alla stradimensioni (rappresentativi del 27,4% della trivelle per l’estrazione di combustibili tegia di comunicazione che combina i fossili, un’iniziativa lodevole… peccato principi del femminismo all’advertising capitalizzazione complessiva). Non stupiamoci che l’industria del fracking sia respon- per rappresentare modelli femminili poi se le donne nei board sono sempre le stessabile della dispersione nell’aria di tos- forti e propositivi. Aderire a un femmise: l’interlocking, ovvero la presenza nel board sine che provocano proprio il tumore al nismo di facciata, dando l’illusione di esdi più società, è una prerogativa femminile: seno. Questo genere di insidie si riassu- sere impegnati senza poi affrontare le sono 243 le in Borsa, il 28,6% del me in una parola: pinkwashing. Il termi- questioni di fondo, alla lunga è una strane è stato coniato dalla Breast Cancer tegia che viene smascherata e i danni totale degli incarichi femminili rispetto al 21% $VVRFLDWLRQ FKH LGHQWL÷FD H VPDVFKHUD sono pesanti. dell’intera popolazione degli amministratori. Insomma: l’inclusione è un’illusione ottica. Comunque sia, il board non basta: «Sono ‘pinkwasher’ le organizzazioni che cercano di dotto uno studio sul pinkwashing nell’ effetto della necessità delle banche di legittimigliorare la loro immagine pubblica attra . «Le donne presenti nel board mare la propria attività sulle tematiche di geverso l’adozione di policy che promuovono potrebbero essere utilizzate come segnali per nere proponendo perlopiù direttamente o indirettamente l’uguaglianza dimostrare l’impegno verso l’uguaglianza di con lo scopo di rispondere alle richieste di di genere ma che in genere agli occhi degli Ǥ ǣ Ǽ ǯ ϐ CON IL DELISTING DALLA BORSA termini di performanstakeholder; tuttavia, tra Ceo donna e la presenza di almeno tre donÈ DIMINUITO IL NUMERO DI SOCIETÀ ce presentano risultati la presenza di donne ne nel consiglio di amministrazione facilitano DIVERSE-BOARD, CHE OGGI SONO 206 piuttosto deludenti», QUANDO SOLO TRE ANNI FA ERANO 223 potrebbe limitarsi ai la collaborazione e l’impegno per migliorare la afferma vertici aziendali e non performance di parità di genere con effetti so , che con le colleghe , rintracciarsi ai livelli inferiori dell’organizzastanziali in termini di donne presenti non solo (Università di Modena e zione rivelando uno scarso impegno concrea livello apicale ma anche manageriale e impieReggio Emilia) e (Univerto». Dallo studio emerge come negli ultimi anni gatizio», rimarca Alessia Pedrazzoli. Ma “chi si sità di Milano-Bicocca) ha recentemente conil fenomeno del pinkwashing sia in crescita per somiglia si piglia” e la strada è ancora lunga.
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COVERSTORY
CERTIFICARSI NON BASTA (PERÒ AIUTA) Ǥ Il rischio pinkwashing è dietro l'angolo, ma smascherarlo è piuttosto facile di Lara Conticello
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al 1° gennaio 2022, le imprese italiane sono chiamate a rendere conto della loro situazione in materia di Parità di Genere nel trattamento dei dipendenti. Si tratta di un obbligo previsto dalla Ǥ ͳʹȀʹͲʹͳǡ ϐ Codice delle pari opportunità. Ogni due anni, le aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti devono pubblicare il cosiddetto “rapporto sulla situazione del personale”. Un documento che contiene i dati relativi alle assunzioni, alle retribuzioni, alle carriere, alla formazione e ad altri aspetti che riguardano il personale (senza distinzione di genere). Si tratta di strumenti propedeutici e necessari per condurre le aziende italiane a superare (eventuali) discriminazioni e favorire l’adozione di misure che garantiscano la parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Entro il 7 giugno 2026 infatti, in forza dell’entrata in vigore della Direttiva UE 2023/970, gli Stati Membri dovranno adoperarsi per offrire più ampie garanzie ai lavoratori, imponendo obblighi informativi a carico delle imprese. Elemento cardine della Direttiva è la trasparenza retributiva: ogni dipendente avrà la possibilità di conoscere e confrontare il proprio trattamento economico rispetto ai propri colleghi (e non soltanto di sesso opposto). Le imprese con più di 250 dipendenti saranno obbligate a rendicontare le divergenze salariali su base annua; quelle più piccole – con almeno 100 dipendenti – lo dovranno fare ogni tre anni.
I VANTAGGI DELLA CERTIFICAZIONE DELLA PARITÀ DI GENERE Con l’introduzione della prassi Uni/Pdr 125:2022 (art. 46 bis del Codice delle pari Ȍ ϐ ǯ ϐ ǡ ϐ
nevole attendersi tuttavia, che lo diventi stancontare sull'esonero parziale dal versamento ϐ te l’obbligatorietà di adozione della Direttiva UE 2023/970, in cui, seppur con limitazioni all’1% e a un massimo di 50.000 euro annui, dimensionali, come abbiamo detto, le Società oltre ad agevolazioni nell’accesso a gare e apdovranno rendere pubblici gli stipendi di tutti palti pubblici. i dipendenti. La direttiva, inoltre, non si limita Nonostante i tentativi di annacquamento a imporre obblighi di informativa: una diffedell’introduzione dell’obbligatorietà della renza retributiva superiore al 5% obbligherà ϐ nello l’azienda ad un confronto con i rappresentanti schema Codice degli Appalti (che potrebbedei lavoratori. Una novità questa che nel conro risultare vani, nel breve e lungo periodo, creto potrebbe davvestante la Direttiva UE DOPO L'INIZIALE OBBLIGATORIETÀ ro rappresentare una 2023/970), il DecreIL CODICE DEGLI APPALTI HA RESO leva per il raggiungito-legge 29 maggio FACOLTATIVA LA CERTIFICAZIONE mento della Parità di 2023, n. 57/2023, ha DELLA PARITÀ DI GENERE Genere. Una disparità eliminato il riferimen ǯ ϐ ǡ ϐ dietro “buoni propositi” di adeguamento, porispetto dei requisiti di Parità di Genere debba trebbe obbligare l’azienda a fare i conti con essere comprovato dal possesso della relati ϐ Ǥ problematiche di certo non trascurabili di “reputation”. indietro, ma siamo andati avanti, seppur con una marcia ridotta: il requisito infatti è facolLO SPETTRO DEL PINKWASHING tativo. In altri termini se una società che parLa Parità di Genere è un principio fondamentecipa ad un gara d’appalto ottiene un puntegtale per il rispetto dei diritti umani e per lo gio basso sui requisiti Parità di Genere, non ha sviluppo sostenibile delle società. Tuttavia, precluso l’ottenimento ed il raggiungimento non sempre le imprese e le istituzioni che si di altri punteggi premiali, e quindi l’aggiudicadichiarano favorevoli alla Parità di Genere zione della gara, seppur in assenza della Certipotrebbero apparire coerenti con le loro afϐ Ǥ fermazioni.
CERTIFICAZIONE: OBBLIGO O FACOLTÀ? ϐ Genere, dunque, avviene su base volontaria ǯ Ǥ ϐ non è oggi un requisito obbligatorio. È ragio-
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NELLA FOTO: L’AUTRICE LARA CONTICELLO, RSM SOCIETÀ DI REVISIONE E ORGANIZZAZIONE CONTABILE S.P.A. ASSOCIATE PARTNER RICO RSM
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Quote rosa nei board il paradosso della Borsa ǯ ǣ ° Dz dz Ǥ di Diana Daneluz
L
a Legge 120/2011 Golfo-Mosca sull’imposizione di quote di genere nei consigli di amministrazione avrebbe dovuto tradursi, nelle intenzioni, in una sorta di rivoluzione copernicana, capovolgendo la ϐ e dei collegi sindacali delle quotate al momento in cui venne approvata, quando su 272 società quotate dei 2815 consiglieri solo 169 erano donne. E dove nei loro collegi sindacali su 817 sindaci, le donne erano 55. E a guardare i soli numeri degli incarichi femminili in posizioni apicali, lo sfondamento c’è stato, dal 7% al 41,2% del 2021; grazie ad una legge seppure accompagnata dalle critiche che vedevano nell’imposizione prevista dalla normativa – una presenza di almeno 1/5 di ciascun genere per la prima elezione degli organi successiva al 12 agosto 2012 e di
NICOLE BOCCARDINI
1/3 per le due elezioni successive – la chiaaumentata, appunto al 40%. E, in particolare ve sì per lo sfondamento del famoso tetto di nel mercato ristretto delle aziende quotate cristallo, ma non quella per un autentico riitaliane, solo il 22% delle donne riveste un conoscimento delle competenze femminili, e , mentre al 45% del totale certamente non una panacea per i tanti mali tocca solo il ruolo di consigliere non esecudi una cultura aziendale tradizionalmente tivo e, salendo ancora, le amministratrici sbilanciata al maschile. delegate non rappresentano più del 5% del Ma oggi, ͳʹ dal varo totale. della normativa (avvenuta il 28 giugno 2011 Non è stato annullato il ϐ , tanto per cominciare, con un differenziale successivo 12 agosto e applicazione, anche nelle quotate di portata maggiore rispetto a alle società di controlquello riscontrato nel NEL 2019 È STATA AUMENTATA lo pubblico, un anno settore privato. AnPER LEGGE LA QUOTA DI GENERE, dopo), le donne nei che se il gender gap ALTRIMENTI LE DONNE AVREBBERO board della quotate investe naturalmenPERSO POSIZIONI NEI BOARD sembrano mantenere te altri ambiti, quelli ϐ dell’organizzazione del lavoro, della cultura apportate nel 2019, quando la legge è stata aziendale e della carriera in termini di accesestesa a ulteriori tre elezioni con una quota sibilità e poi accesso effettivo delle donne in condizioni paritarie alle posizioni direttive. I numeri li fornissce Ǧ , INCARICHI FEMMINILI - RUOLO nata nel 2020 dalla collaborazione della Fondazione Universitaria Marco Biagi dell'UniAnno Amministratore Amministratore Amministratore Presidente versità degli studi di Modena e Reggio Emilia, delegato di minoranza indipendente Cda insieme con JobPricing, società specializzata 2013 3,3% 6,2% 60,3% 2,9% nella consulenza sui sistemi di Reward, per 2014 2,7% 8,7% 64,3% 3,7% contribuire al raggiungimento dell’obiettivo 2015 2,6% 7,8% 68% 3,4% 5 della parità donne-uomini dell’Agenda Onu 2016 2,6% 7,5% 70,1% 3,6% 2030 accompagnando le imprese e le orga2017 2,1% 7,4% 73,4% 3,2% nizzazione nella misurazione, diagnostica e 2018 1,9% 8,1% 73,2% 3,2% ϐ Ǥ 2019 2,1% 8,3% 72,5% 3,2% I dati attestano nel 2022 ancora un gap del 2020 1,8% 9,9% 72,8% 3,2% 7,8% nel compenso complessivo (no equi2021 1,9% 10,7% 74,5% 3,5% ty) dei Ceo, del 29,3% in quello dei direttori 2022 2% 10,1 % 72,9% 3,8% generali, del 59,1% in quello dei presidenti FONTE: RAPPORTO SULLA CORPORATE GOVERNANCE, CONSOB del Cda, del 40,7% per i consiglieri esecutivi
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COVERSTORY sto sensibile divario a livello di compensi, che può arrivare addirittura al 60% per le poche donne presidenti di Cda. Tra i ruoli in cui CEO troviamo una maggior quota di popolazione 667.913 € 584.126 € 12,5% Compenso Fisso femminile, ovvero tra chi ricopre il ruolo di 1.231.115 € 1.134.733 € 7,8% Compenso Complessivo (no equity) consigliere non esecutivo, il DIRETTORE GENERALE sembra replicare quanto osserviamo del 564.071 € 566.067 € -0,4% Compenso Fisso mondo del lavoro privato, che si attesta al 1.163.683 € 823.148 € 29,3% Compenso Complessivo (no equity) 9,6% nel 2022; ma se quest’ultimo differenPRESIDENTE DEL CDA ziale si sostanzia in una minore retribuzione 469.981 € 231.407 € 50,8% Compenso Fisso media di circa 2.700 euro, il differenziale tra 590.588 € 241.801 € 59,1% Compenso Complessivo (no equity) i consiglieri esecutivi si sostanzia in un comCONSIGLIERE ESECUTIVO ϐ ͷǤͲͲͲ 302.616 € 197.227 € 34,8% Compenso Fisso l’anno». 479.981 € 284.524 € 40,7% Compenso Complessivo (no equity) E quindi? Non solo quote di genere, certaCONSIGLIERE NON ESECUTIVO mente. Se la misura ha, seppure, aperto un 49.756 € 44.021 € 11,5% Compenso Fisso varco, quello va percorso con altre strategie 67.938 € 60.597 € 10,8% Compenso Complessivo (no equity) di empowerment femminile, condivisione di FONTE: IDEM MIND THE GAP! - JOBPRICING conoscenza sul tema perché il nei luoghi di lavoro deriva anche da una scarϐ ͳͲǡͺΨ Ǥ esecutivi restano in prevalenza uomini». sa consapevolezza, formazione, illuminate «Le amministratrici delegate» sottolinea NiE se il differenziale può sembrare trascurapolicy di welfare aziendale. Confrontarsi, cole Boccardini «sono bile, commentano da Idem, tra chi ricopre il monitorare e, dove LE DONNE SONO ANCORA ancora un’eccezione, il ruolo di direttore generale, il gap può arriva ǡ ϐ RELEGATE NEI RUOLI NON ESECUTIVI 2% del totale, e la prere addirittura al 60% per le (poche) donne una parità di genere DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE senza femminile è de presidenti di Cda. E per le quotate il pay gap nelle aziende è solo DELLE SOCIETÀ QUOTATE facto relegata ai ruoli raggiunge nell’anno in corso il 94,5% per la una delle strade da non esecutivi nei Cda. E seppure alcune donpresidenza del Cda, il 27% per il ruolo di a.d. seguire per colmare il divario di genere nel ne “ce l’hanno fatta”, permane appunto quee il 17,1% per i ruoli non esecutivi. mondo del lavoro. , Project Developement Manager di Idem - Mind The Gap, sottolinea RANK NOME COMPENSO AZIENDA sottolinea come la Legge Golfo Mosca abbia «nei fatti intaccato solo apparentemente i 19.019.570 € 1° Marco Tronchetti Provera Pirelli S.p.A. tradizionali equilibri nella governance del8.324.805 € 2° Salini Pietro Webuild S.p.A. le aziende, persino in quelle che hanno fat6.624.918 € 3° Dario Scaffardi Saras S.p.A. to della sostenibilità un fattore strategico e 5.880.917 € 4° Giorgio Luca Bruno Pirelli S.p.A. competitivo primario, quel 55% di aziende 5.736.293 € 5° Stefano Beraldo Ovs S.p.A. quotate, cioè, che ha introdotto obiettivi Esg 1.592.556 € 66° Mondardini Monica Cir S.p.A. negli Mbo - Management by Objectives, la gestione per obiettivi, ndr - e negli Lti - Long 1.457.599 € 75° Alberta Ferretti Aeffe S.p.A. Term Incentive, i piani di incentivazione a 1.332.150 € 87° Maria Laura Garofalo Garofalo Health Care S.p.A. lungo termine, ndr – ... del management. 1.098.000 € 111° Tatiana Rizzante Reply S.p.A. Quando il tema della » 1.072.570 € 114° Diva Moriani Kme Group S.p.A. avverte Boccardini «non dovrebbe prescin1.047.542 € 118° Valentina Volta Datalogic S.p.A. dere proprio e prima di tutto dal persegui1.040.000 € 119° Elena Previtera Reply S.p.A. re un maggiore equilibrio di genere nella 1.020.475 € conduzione delle imprese. Invece, gli ammi123° Simona Cattaneo Tod's S.p.A. FONTE: FONTE: IDEM MIND THE GAP! - JOBPRICING nistratori delegati, i manager e i consiglieri
ETÀ ANAGRAFICA
UOMINI
DONNE
GAP 2022
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QUELLA FORZA CHE MUOVE IL CAMBIAMENTO Non è certo semplice trasformare una realtà che sviluppa la propria storia in settori altamente tecnologici Dz dz Ǥ ° ǣ ϐ ǡ ϐ ǡ di Marina Marinetti «IL CAMBIAMENTO DI MOTO È PROPORZIONALE ALLA FORZA MOTRICE APPLICATA», AFFERMA ISAAC NEWTON NEI PHILOSOPHIAE NATURALIS PRINCIPIA MATHEMATICA AL SECONDO ASSIOMA. FISICA ELEMENTARE, INSOMMA. Applicabile a ogni elemento della realtà, dai corpi alle creazioni umane... come le aziende. «Ben vengano la tenacia e la costanza per creare trasformazione e quindi valore», esordisce ϐ ǡ Head of Corporate Communication and Esg Management ϐ ǡ Ǧ ° ϐ dal 2011 - ha partecipato a una serie di cambiamenti epocali nel gruppo. E altri ancora ne verranno. «Abbiamo assistito e partecipiamo tutt’oggi a una naturale evoluzione delle situazioni contingenti: da qui nasce l’esigenza di non seguire il corso degli eventi, ma di intuirlo e di esserne precursori».
Una visione anticipatrice... Che, unita a un modello di business eteroge-
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neo e dinamico, rende l’azienda e le diverse persone che la compongono fonti autorevoli e coerenti di ispirazione per le nuove generazioni. L’attenzione riservata oggi alla comprensione, al rispetto, alla valorizzazione delle differenze di genere, età, orientamento, etnia e competenze di ciascuna persona ha origine dal cuore dell’azienda: è solo condividendo idee e opinioni e abolendo i pregiudizi che si origina la spinta che produce il cambiamento. «Questa esigenza ha permesso di impegnarci e di promuovere un approccio originale nell’ottica del potenziamento delle abilità, dei talenti Ǥ ϐ è fonte di valore, in quanto persona dotata di competenza e talento, e in quanto fautrice di un benessere aziendale accogliente e scevro da discriminazioni. L’attenzione da parte dell’azien Ƭ ϐ ϐ ǣ leadership femminile nell’ottica di favorire la crescita delle posizioni manageriali». Non solo,
ϐ ǯ della sostenibilità, impegnandosi a rendere i luoghi di lavoro più inclusivi e a contrastare il divario retributivo di genere. Questi e gli altri ambiziosi obiettivi hanno rappresentato il terreno fertile per la nascita anche della divisione Esg. Ambiziosi? Gli obiettivi che si è data l’azienda potrebbero sembrare poco ambiziosi se pensiamo che per ʹͲ͵Ͳ ϐ la quota del 25% di donne in posizioni manageriali e che nel 2021 l’azienda contava soltanto il 16,1% di donne, ma è necessario fare una premessa sulla nostra realtà che nasce e sviluppa la propria storia industriale in settori altamente tecnologici, pertanto di “dominio” maschile dal punto di vista della preparazione tecnica e delle attitudini. Non deve stupire quindi osservare questo importante gap. Uno dei nostri settori tradizionali, ovvero “Graphic Communications” (sistemi di stampa b2b) an-
COVERSTORY cora oggi vede una presenza molto ridotta di lavoratrici donne, mentre nell’area “Healthca dzǡ ϐ leader di settore la presenza femminile è più ampia, pur non raggiungendo ancora le posi Ǥ ϐ ° un cambiamento vada apportato e sta intensamente lavorando per promuoverlo. Ci vuole del tempo. E la spinta dall’alto? La legislazione quando è agile e puntuale è sempre un aiuto per le aziende. In Europa, ad esempio, ci muoviamo nel solco della Women on boards che mira a introdurre procedure di assunzione trasparenti, soprattutto nei consigli di amministrazione. Abbiamo inoltre accolto con entusiasmo la direttiva 2023/970 che persegue il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne. Questo tema rientra anche nei compiti della divisione Esg che contribuisco a guidare. Però serve anche una spinta dal basso... A seguito della pandemia e del conseguente ϐ ne, abbiamo imparato a confrontarci con nuovi modelli di lavoro, dalla dematerializzazione ϐ ϐ alla trasformazione del lavoro verso schemi più evoluti che hanno permesso di sviluppare Ǥ ϐ di trasformazione è sorta prima di tutto dalle persone che lavorano nel Gruppo: grazie agli employee surveys sono emerse una serie di opportunità in ottica formativa e sull’importanza di investire nell’upskilling non solo femminile con percorsi ad hoc, nel segno di una Ǥ ϐ la successione aziendale delle donne è un altro
ϐ la valorizzazione di progetti, iniziative e inter ± ϐ Ǥ venti per favorire la centralità di ciò che lo sport Dovrebbe prevedere sessioni di training mirarappresenta. Anche il canottaggio, sport che ho ϐ abbracciato in età matura, mi ha insegnato il ridelle manager. spetto della disciplina, ma soprattutto l’imporLe nuove generazioni sono più sensibili? tanza del lavoro di squadra: collaborazione e L’importante attenzione posta negli ultimi non prevaricazione, sana competizione e lealtà, tempi, a livello di media, opinione pubblica e tutti elementi che permeano il lavoro aziendale istituzioni, nel favorire la presenza femminile in team ogni giorno. in azienda ha contribuito a generare un clima Quali iniziative avete implementato per di maggiore apertura all’interno del Gruppo riincentivare la parità di genere? spetto al passato: ciò ha permesso di attivare un Dal momento che riscontriamo un divario di importante dibattito sollecitato proprio dal magenere anche nel livello di istruzione fra uomini nagement, e questo è un fatto molto promete donne, ci siamo impegnati a far conoscere i tente per la nostra azienda. Senz’altro le nuo ° ϐ ve generazioni sono nerazioni, con la consaFUJIFILM È IMPEGNATA molto più sensibili a pevolezza che i giovani ANCHE A SUPPORTARE questi temi, per questo debbano avere pari LE PARI OPPORTUNITÀ EDUCATIVE cerchiamo di costruire opportunità educative. A FAVORE DEI GIOVANI una relazione privilePer questo nel 2023 ǡ ϐ abbiamo ospitato presso il nostro headquarter delle esperienze professionali e personali con europeo di Ratingen 12 ragazze fra i 12 e i 15 l’obiettivo di valorizzare idee, aspirazioni, amanni in occasione del Girls Day. Durante l’inbizioni. contro hanno potuto provare dal vivo le appaÈ tutta questione di allenamento... ϐ Da sempre desidero spendermi in prima peruna breve formazione sulle loro future possibili ϐ carriere. L’obiettivo è stato quello di sollecitare ambiti in cui questo mi è possibile. Penso che la loro ambizione e il loro talento e dar prova chi opera con determinazione per ottenere dei che è possibile oltrepassare il divario di generisultati debba essere portato ad esempio per re che avvolge ancora oggi le discipline Stem contribuire a diffondere la mentalità sportiva (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). nella vita di tutti i giorni. Non c’è sport se non c’è Anche negli altri paesi europei, il contatto con i passione, il motore di tutto e la linfa vitale che ci talenti del futuro viene promosso e alimentato spinge a migliorarci ogni giorno. La ginnastica attraverso varie iniziative. Un altro progetto di artistica, che ho praticato per molti anni, mi ha cui sono molto orgogliosa per promuovere il insegnato che il rigore, la precisione, il rispetto sostegno alla cultura sportiva femminile, in coldi schemi e tempistiche sono elementi imprelaborazione con la Federazione Italiana Canotscindibili per affrontare con il giusto spirito taggio e che abbiamo recentemente presentato, una futura carriera lavorativa. Un’attitudine che è il fumetto “Never Stop: Fede&Vale”, realizzato non può essere appresa solo teoricamente ma con la collaborazione di Ester Viola sulle camva sperimentata, vissuta e poi fatta propria nel pionesse olimpiche Federica Cesarini e Valencontesto ove si agisce: sono tutti valori che ritina Rodini, protagoniste dell’oro olimpico e di specchiano pienamente l’azienda di cui faccio un sogno che grazie alla passione e alla perseparte, una realtà che continua a evolversi severanza è diventato realtà. Entrambe le iniziatiguendo i principi imprescindibili dello sport. ve, legate dal medesimo comun denominatore, Per promuovere il sostegno alla cultura sportiesprimono l’impegno quotidiano dell’azienda va con particolare attenzione a quella femmininella valorizzazione del talento, su tutti i fronti le, mi sono impegnata in prima linea attraverso e in ogni sua declinazione.
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Dallo schermo alla realtà prende forma la nuova cultura «Il settore dell’audiovisivo ha una responsabilità non da poco: ϐ Dz dzǽǤ ¿ Dz dz di Marina Marinetti ALTRO CHE "SOFÀ DEL PRODUTTORE": I NUMERI PARLANO CHIARO. SU 11 MEMBRI DEL
cultureǡ Ǥ ǡ Ǥ
BOARD, 7 SONO DONNE. È DONNA LA PRESIDENTE E CEO DEI MERCATI INTERNAZIONALI, PAMELA KAUFMAN. Ed è donna la Coo
dello stesso perimetro, Katherine Liu. Sono donne più del 55% dai senior Vice President in su. E sono donne più del 55% delle persone promosse in quei ruoli. Il 56% del middle management in Italia è donna. Ma su tutto colpisce il dato sul gender pay gap, che in Italia è addirittura negativo: le donne in media guadagnano l'1% in più degli uomini. Se ad avere questi numeri è il leader mondiale nel settore dei media e dell’entertainment, un colosso da oltre 30 miliardi di dollari quotato al Nasdaq, ϐ ° Ǥ «Ma non è solo questione di numeri», spiega a Economy Elena Gallo, Vice President Human Ϊ tion di Paramount: «Il settore dell’audiovisivo Ǥ ϐ maniera “naturale”. Non solo rappresentiamo ǡ ϐ ° ǽǤ Mica semplice. ¿ ϐ Ǥ 1 watching nel quale tutti adottiamo un doppio sguardo: dall'esterno così come dall'interno. poter rispecchiarcisi, trovare il personaggio, la storia o lo scenario che in qualche modo ricordi casa, in cui immedesimarsi non sentendo il Ǥ che rappresentiamo deve essere non solo rap ǡ ϐ ǣ shape the
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E la sua? ǣ ̵ ǡ ̵ ǯ ǡ ǡ ͳʹ studio e lavoro all'estero, tra Messico, Regno Unito e Spagna, sono entrata in Paramount ʹͲͳ͵ ǡ ǡ ʹʹ ǡ ̵ Ǥ una visione molto eterogenea e, al tempo stes-
so, molto people centric. Spostando quindi il ǯ ǣ Dz ± ǫ Ȁ ǫ 1 ϐ ǤǤǤ ...ovvero? Dz dz ° Ǥ Per raccontare delle storie che siano reali e ϐ ǡ investendo in progetti di ricerca per capire tanto quanto il nostro attuale contenuto sia ϐ ǡ ǡ Ǧ Ǥ ǡ ǡ ° rappresentativo, corretto, realista. Non solo: ±
COVERSTORY
sia diversity ed equity proof: chi scrive le storie, chi si occupa del casting, gli attori, gli operatori dietro la macchina da presa. L'inclusione non è solo quella che si vede sullo schermo, ma ϐ Ǥ ty no commission policy è la nostra politica di ϐ ʹͲʹͲ ǡ ǯ ̵ ǡ da un team eterogeneo. La politica si applica ti e in più di 180 Paesi. Una volta approvato il ǡ ϐ ̵ e raccomanda eventuali miglioramenti. Questa è la forma, ma la sostanza? îǡ Ǧ ǡ ± ° ¿
L'INCLUSIONE NON È SOLO QUELLA CHE SI VEDE SULLO SCHERMO, MA ANCHE QUELLA CHE COINVOLGE TUTTA LA FILIERA DELLA PRODUZIONE
ǡ Ǥ î ° genere. A proposito: torniamo sulla responsabilità dell'industria dei media sulla rappresentazione della donna? Be', l'audiovisivo ha rappresentato quella che Ǥ ¿ ̵ ±ǡ oggi, non è DEI proofǡ Ǥ ǣ diverso. Quanto alla sostanza all'interno di Paramount? ϐ Ǥ ϐ ǡ ϐ ǡ ǡ ǡ sicurare il blind hiring. Poi, però, quando ci si siede davanti alla persona per il colloquio, per ǡ Ǥ ± ̵ Ǥ ǣ ti, i risultati sono pochi. A proposito di promozioni: come hanno fatto così tante donne, in Paramount, a scalare la vetta? Cerchiamo di assicurare piani di successione î ǣ sono tutti uomini, caucasici e di un certo ceto
ϐ essere inclusivi. Ogni manager poi, è soggetto ǣ nelle sue scelte di gestione. E la nostra survey semestrale interna pone anche domande che ̵ di essere inclusivo: è un tema su cui tutti siamo chiamati in prima persona. La survey chiede ̵ Ȁ ǡ î ǡ si sente rispettato e a suo agio nel luogo di la Ǥ ǣ ° importante che il singolo si senta chiamato in Ǥ E l'azienda cosa fa? Ǥ î ̵° ǡ ± “dalle persone per le persone”, e a cui ognuno Ö ǣ ° ̵ ǡ source group: ci si riunisce intorno a un tema ǡ ǡ Ǥ ̵° ǡ ǡ Ϊ ǡ ǡ ǡ ϐ ǡ ǡ ǡ mento e soprattutto supporto alle nostre per ϐ ǤǤǤ Ö ° ǡ degli approcci anche molto creativi. Ma insisto: ° ǯ ǣ it’s everyone responsability. ° ǣ ǯ° Ǥ
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I TRE MESI CHE CAMBIERANNO IL MONDO Il congedo di paternità retribuito al 100% ribilancia le opportunità di carriera: lo dimostra l'esperienza di Nespresso Italiana. Che ha anche azzerato il pay gap eliminando le distorsioni di valutazione di Marina Marinetti QUANTO TEMPO CI VUOLE PER RAGGIUNGERE LA VERA PARITÀ DI GENERE? BASTANO DODICI SETTIMANE. O MEGLIO: TRE MESI DI CONGEDO DI PATERNITÀ RETRIBUITO AL 100%. Ǽ ͳʹΨ ʹͲ
ϐ ϐ ° ̵ Ǥ ǯ ǽǤ ǯ Dz dzǡ Simona Liguoroǡ Nespresso Italiana Ǧ ° ϐ ǡ ͳͲͲ ͳͲͲǡ “baby leave” ǡ Gruppo NestléǤ ϐ ǡ ǡ ° ͳͲͲΨ Ǥ Ǽ ǽǡ ǣ Ǽ ϐ ϐ Ǧ Ǥ ǽǤ Dice? ǣ ̵ ǡ ǡ ±ǡ Ǥ ͳͲͲΨ °
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SIMONA LIGUORO, HR DIRECTOR DI NESPRESSO ITALIANA
ǣ ϐ ̵° ϐ ϐ ǡ Ǥ ǡ ǡ Ǥ Quale lavoro? Dz dzǣ Ǧ Ǧ Ǥ ǡ ̵ ǡ ̵ͺͲΨ ʹͲΨ ǣ ǡ Ǥ ¿ -
IO LA CHIAMO “LA LEADERSHIP DELL'OSSIMORO”: DEVI ESSERE DECISA, MA CON GRAZIA
COVERSTORY ǡ ǡ ǡ Ǥ ǡ ǡ ǡ Ǥ ǡ ǡ ϐ ǡ Ǥ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ Ǥ Ǥ Per esempio? Ǥ Ma non si può fare. ǡ ǡ ° Ǥ ̵ Ǥ ǣ ° ° ° ° ǡ ° ° ° ° Ǥ Dz ̵ dzǣ ǡ ǡ ǤǤǤ ʹʹΨ ͶͻΨ ʹͲǡͷΨ Ǥ ǣ Ö Ǥ E il gender pay gap? Ǥ ǡ ǡ Ǥ ° Ǥ ͷΨǡ ǡ ͲΨǤ Ǥ ̵ î ϐ Ǥ -
Ǥ Cioè? ̵ ϐ Ǥ ǣ ǡ ǡ Ö ǡ ° Ǥ IL “MANIFESTO PER LA PARITÀ OLTRE I GENERI” RACCOGLIE TUTTE LE AZIONI MESSE IN ATTO CONCRETAMENTE DA NESPRESSO ITALIANA
ǣ ° ǡ ± ° Ǥ ϐ ǣ Ö Ǥ Come fate a verificare? Ǥ ϐ ǣ ǡ Ǥ Poi c'è la schwa - ś - che adottate nel
linguaggio scritto. Non è un vezzo? ̵ǡ ° Ǧ ǡ ndr ǦǤ 1 ǣ ǡ ° Ǥ ̵ ǡ ͻͻΨ ̵ Ǥ ¿ ̵ Ǥ ̵ ̵° Ǥ 1 ̵ ǣ ǡ ǤǤǤ ° ǡ Ǥ î ¿ Ǥ E le battutine? ϐ Ǥ Ǥ ǣ ° ǡ ̵ Ǥ Ǥ Tutto questo in azienda. E fuori dall'azienda? ǡ ǯ Ǥ ǡ ° ǡ Ǥ ¿ ǡ ǡ ǯ ǯ ǯ Ǥ ǣ ǡ ǯ Ǥ In alto, da sinistra, Mario Valla, Direttore Commerciale B2C, Valeria Casani, Direttrice Marketing, Simona Liguoro, Direttrice HR. In basso, Antonio Pioli, Direttore F&C e Monica Pellegrini, Direttrice Customer Care and Service
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«Lo sport ci insegna a competere alla pari» Eleonora Lagonigro, Director of Corporate Business Area di Kruk Italia: «Nel mondo del lavoro e nella carriera non esiste ostacolo che una donna non possa superare come un uomo» di Marina Marinetti
PER ELEONORA LAGONIGRO, RESPONSABILE DELLA LINEA DI BUSINESS CORPORATE ITALIANA DEL GRUPPO KRUK, UN COLOSSO PANEUROPEO DELLA GESTIONE DEL CREDITO, LA CARRIERA È UNA SPECIE DI SALTO OSTACOLI, COME NELL'EQUITAZIONE E NELL’AGILITY DOG, DISCIPLINE DI CUI È AP-
genere ma ai “salti” di un percorso in cui ϐ ǡ come accade nelle competizioni di equita ǡ ǡ ǡ organizzate semplicemente in base al livello tecnico conquistato sul campo.
PASSIONATA GRAZIE ALL’AMORE PER I SUOI CANI E I SUOI CAVALLI.
Questa similitudine non vuole essere un riferimento agli “ostacoli” della disparità di
Certo lei è una mosca bianca: una donna che ha fatto carriera nel comparto della gestione dei crediti, che ancora oggi è for-
Eleonora Lagonigro, Responsabile della linea di business Corporate italiana del Gruppo Kruk Director of Corporate Business Area di Kruk Italia, Amministratrice Unica di Kruk Immobiliare e &KLHI %XVLQHVV 'HYHORSPHQW 2I÷FH 0HPEHU RI WKH %RDUG GL $JHFUHGLW *UXSSR .UXN
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temente rappresentata da uomini. Qual è stato il suo percorso e le sfide che ha affrontato? Prima di Kruk ho avuto altre esperienze più ǡ ° stato caratterizzato dalla costante voglia di imparare e non quella di arrivare. Punto sulle ǡ ǡ ramento continuo per poi assaporare la gioia Ǥ î ϐ ǫ ǡ ϐ ǡ ǡ ° Ǥ ǡ ǡ ǣ ǡ ͳΨ ° sesso femminile. Poi c'è la sfida della famiglia. Come ha gestito la conciliazione famiglia/lavoro? Quali sono stati i sacrifici? ° ǡ stire la maternità delle mie due figlie in un’epoca in cui lo smart working non esi-
OGGI MOLTE REALTÀ SONO CONCENTRATE A CONTARE QUANTE DONNE HANNO IN ORGANICO ANZICHÉ RACCONTARE QUALI DONNE SONO
COVERSTORY
ELEONORA LAGONIGRO DURANTE UNA COMPETIZIONE DI AGILITY DOG, INSIEME ALLA SUA NIKITA (BORDER COLLIE)
steva e il part-time non era contemplato per posizioni come la mia. Ho sempre ǡ priorità e sulla responsabilità del mio ǡ Ǥ Dz dz ° curo dove rifugiarsi e di questo ne sono orgogliosa. Sul work-life balance ho da sempre la mia visione. Cioè? Può spiegarla? ° Dz dz e “rispetto”. Libertà di scelta; per esem ǡ ǡ ǡ namenti. E rispetto delle scelte personali e allo stesso tempo degli impegni privati e professionali. E questa visione in azienda come si ripercuote? attraverso la politica di gruppo sulla ǡ ambiente di lavoro diversificato e mul Ǥ ǡ tutti i dipendenti sono tenuti a rispettare ǡ a non interferire con i loro affari personali e ad accettare eventuali differenze esistenti. Garantiamo pari opportunità di promozione e sviluppo professionale ǡ ǡ -
ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ stile di vita o qualsiasi altro criterio che potrebbe far sì che un individuo venga trattato meno favorevolmente rispetto ad altri. KRUK SUPPORTA TEAM ETEROGENEI ATTRAVERSO LA POLITICA DI GRUPPO SULLA DIVERSITÀ E INCLUSIONE PER UN AMBIENTE MULTICULTURALE
Come fate a monitorarne l'efficacia? vello di gruppo si basa su norme sociali
ǡ ǡ ± ritti Umani e sul Codice Etico implementati nel 2023. Questi documenti sono in linea con la Dichiarazione Universale dei ǡ rantendo giustizia a ogni individuo. Un Dz dz ° disponibile sul nostro sito e può essere Ǥ ° Ǥ ǡ Ǥ Ǥ consultazione che gestisce i reclami relativi a conflitti e disparità di trattamento. Una denuncia può essere presentata ǡ sia stata colpita o sia a conoscenza di un comportamento inappropriato. E per scongiurare il pericolo del pinkwashing, che è sempre dietro l’angolo? î a contare quante donne sono in organi ǡ ± Ǥ ǡ ± ǯ° che merita di essere ascoltata e oggi io ringrazio Kruk ed Economy per aver dato spazio alla mia.
LA FIGLIA GIULIA DURANTE I CAMPIONATI REGIONALI LOMBARDIA 2023 INSIEME ALLA SUA CAVALLA SIBILLA (SELLA ITALIANA)
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GOCCIA DOPO GOCCIA SI COLTIVA L'INCLUSIONE Irritec, leader nell'irrigazione di precisione, dalla Sicilia esporta nel mondo non soltanto tecnologia per un'agricoltura realmente sostenibile, ma anche programmi di crescita per le donne e cultura della diversity di Vincenzo Petraglia «L’OBIETTIVO PER IL FUTURO È AUMENTARE IL NUMERO DI DONNE PRESENTI IN AZIENDA DI ANNO IN ANNO, INCORAGGIANDO ANCHE A CANDIDARSI PER LE OPPORTUNITÀ DI LAVORO IN FABBRICA. QUESTO HA UN PARTICOLARE VALORE IN SICILIA, DOVE LA PERCENTUALE DELLE DONNE CHE POSSIEDE UN’OCCUPAZIONE È DEL 30%». Giulia Giuffrè
è board member & sustainability ambassador di Irritec, azienda fondata da Carmelo Giuffrè in Sicilia nel 1974, tra i leader a livello mondiale dell’irrigazione di precisione: Irritec è presente con 16 sedi e oltre mille collaboratori in Italia, Algeria, Brasile, Cile, Germania, Messico, Perù, Senegal, Spagna e Stati Uniti ed esporta la sua tecnologia in più di cento Paesi nel mondo producendo un fatturato consolidato del 2022 di ʹ͵Ͳ Ǥ ° ϐ ǣ ° fortemente impegnata, oltre che in ambito ambientale, anche sui temi della diversity & inclusion. Un dato su tutti: la percentuale femminile fra dipendenti impiegati e quadri è del 30% in un settore di base molto maschile. Cosa significa nel concreto per voi la D&I? Per promuovere un ambiente di lavoro positivo e contribuire al successo aziendale, il personale Irritec, senza distinzioni o eccezioni, si attiene a un codice etico che promuove i princìpi di onestà, correttezza, collaborazione, lealtà e rispetto reciproco. All'interno dello statuto vi impegnate a incentivare sempre di più la presenza femminile all'interno dell'azienda. L’obiettivo è aumentare il numero di donne presenti in azienda di anno in anno, incoraggiando anche a candidarsi per le opportunità di lavoro in fabbrica. Questo ha un particolare valore in Sicilia, dove la percentuale delle donne che ha un’occupazione è appena del 30%.
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Uno dei freni alla carriera femminile è la gravidanza. Come la gestite in azienda? Alle madri lavoratrici in Irritec viene riservata un’attenzione speciale: viene assegnato loro un parcheggio speciale durante la gravidanza e dopo il parto possono chiedere un adeguamento dell’orario di lavoro in base alle esigenze del bambino. Avete anche programmi di formazione per le donne nei Paesi in via di sviluppo... Lavoriamo in sinergia con le istituzioni per creare opportunità professionali per i giovani e per le donne, soprattutto nella propria terra ǡ ϐ ± e gli esperti del domani. Continuiamo a investire in formazione, in Italia ed all’estero, attraverso progetti come Agri-Lab, ideato nell’ambito del programma Irritec Academy, per portare il know-how di Irritec nei Paesi in via di sviluppo e formare esperti d’irrigazione che facciano a loro volta da tutor. Agri-Lab è attualmente attivo in Senegal, in collaborazione con l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Svilup ᩿ȋ ȌǤ Quanto è ancora lontana la parità di genere e cosa manca perché possa diventare la normalità? Personalmente sento il dovere di dare il mio contributo
nel diffondere una cultura che promuova i diritti delle donne, contrastandone gli stereotipi e le discriminazioni. Come azienda cerchiamo di offrire il nostro contributo alla costruzione di una società migliore, più equa e rispettosa, senza diseguaglianze e che riconosce il valore delle donne, con particolare attenzione al settore agricoltura. Questo campo, infatti, oltre a rappresentare un asset strategico per l’economia italiana, è oggi uno dei settori con la più elevata percentuale di occupazione femminile: nel segmento dell’ortofrutta, per esempio secondo i dati Istat, un’impresa su tre è guidata da una donna e il 70% circa degli occupati è di sesso femminile. E con “6Libera”? Il fenomeno delle molestie sul lavoro riporta l’attenzione sulla necessità di interventi concreti ϐ ± sia riconosciuta per il suo valore e sia libera di essere se stessa, tutti i giorni. Noi di Irritec abbiamo scelto di supportare Giulia Giuffré, board member & sustainability ambassador di Irritec
COVERSTORY
IL FONDATORE DI IRRITEC, CARMELO GIUFFRÈ
ǡ le molestie sul lavoro, ideato e promosso da Confapi Sicilia, che consente alle donne di se ǡ ϐ i comportamenti molesti, sottoscrivendo la dichiarazione di inaccettabilità “Confare Sicuro”, ϐ ǡ rispetto di un diritto umano fondamentale. Io ho scelto di fare parte del consiglio direttivo ± sono convinta che, soprattutto nelle piccole e medie imprese, occorra un’attenzione maggiore su questi temi per valorizzare il ruolo e la professionalità delle donne. Un'altra delle vostre peculiarità è la territorialità, l'attenzione quindi e la vicinanza al territorio... La missione di Irritec si basa su un senso di responsabilità ed un profondo legame con la terra in cui siamo nati e cresciuti, la Sicilia, regione a vocazione agricola e con limitate risorse idriche. Fin dalla sua fondazione, Irritec ha fatto della sostenibilità parte integrante della propria identità come comprovato anche ϐ ottenuto lo scorso anno a testimonianza del ϐ mune. Abbiamo appena pubblicato il Rapporto di Sostenibilità consolidato 2022 che raccoglie l'impegno di Irritec in ambito sociale, ambientale, dei diritti del personale e sottoli-
ϐ zato a generare un impatto positivo tangibile ϐ Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Obiettivi nel medio-lungo termine? Nel 2024 Irritec festeggerà i 50 anni di attività. Una tappa che ci stimola a fare sempre meglio per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e delle persone coerentemente con la volontà di fornire soluzioni sempre più innovative e tecnologiche. Cos'è la smart irrigation? L’irrigazione di precisione è la tecnologia che NEL 2022 IRRITEC SI È COSTITUITA COME SOCIETÀ BENEFIT PER ESSERE ANCORA PIÙ INCISIVA NEGLI OBIETTIVI DI BENEFICIO COMUNE
permette di abbattere i consumi idrici e le ǯ ϐ mento della distribuzione di acqua, energia e fertilizzanti. Noi di Irritec promuoviamo un modello di economia circolare basato sull’incremento e il miglioramento della produzione agricola dalla goccia al riciclo del prodotto. ϐ e soluzioni nutritive in piccole quantità e in î ǡ ϐ ǯ ϐ ͻͲΨ altri metodi di irrigazione. Tutto ciò consente di aumentare la produzione riducendo l’uso di fertilizzanti e pesticidi, risparmiare acqua ed energia, ottimizzare i costi e incrementare la ϐ Ǥ Quindi la sostenibilità non è un costo. La proposta di Irritec nasce dalla volontà di migliorare la vita degli agricoltori, permetten-
do livelli più alti di precisione e aumentando la produzione con sempre meno sforzi. Si pensi ad esempio a una coltura come il pomodoro. Il risparmio idrico è del 22% scegliendo un sistema di irrigazione di precisione rispet ǯ ǡ ϐ 44% se parliamo di irrigazione a scorrimento. La goccia, inoltre, garantisce un risparmio energetico del 46% se rapportata all’aspersione e del 20% se rapportata allo scorrimento. L’uso dei fertilizzanti, invece, attraverso la goccia garantisce un risparmio del 35% rispetto ai due metodi cosiddetti tradizionali. Tutto ciò si traduce in un +15% di incremento produttivo in un sistema goccia vs aspersio ǡ ϐ ΪͷͷΨ come quello a scorrimento. Grazie alle carat ǯ ϐ irrigabile aumenta rispetto allo scorrimento di un 80% in più. L’agricoltore avrà, quindi, la possibilità di ottimizzare il proprio impegno nella gestione dell’impianto, 20% in più rispetto all’aspersione e addirittura 50% in più rispetto ai metodi tradizionali come lo scorrimento. Irritec è Società Benefit, perché questa scelta e qual è il valore aggiunto che ciò dà alla vostra azienda? La trasformazione dell’azienda in Società ϐ ° stro impegno. Così, da statuto, il principale obiettivo della nostra attività è la realizza ϐ ϐ Ǥ ϐ ǯ î ϐ ǯ tà, rendicontando i risultati e coinvolgendo ǯ ϐ Ǥ
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GES TIRE L'IM PRE SA TIMBRARE O NON TIMBRARE?
QUESTO È IL PROBLEMA
Se, dopo la prova della pandemia, ci eravamo illusi di riuscire a passare una volta per tutte al lavoro agile, dobbiamo ricrederci: lo smart working in Italia è fermo al palo. Eppure sarebbe applicabile al 40% degli occupati
SMART WORKING: A CHE PUNTO SIAMO?
31,6%
14,9%
Aumenta l'isolamento Non facilita i rapporti con i colleghi e responsabili Riduce il senso di appartenenza Richiede nuovi modelli di leadership
occupati italiani che lavorano almeno in parte da remoto
25%
professioni intellettuali o esecutive
Risparmia tempo negli spostamenti Migliora la qualità vita-lavoro Aumenta l'autonomia Rende più efficace il lavoro
Aumenta l'isolamento Non facilita i rapporti con i colleghi e responsabili Aumenta i costi fissi Più difficile far rispettare i diritti
2%
professioni non qualificate
72,5% 63,7%
50,3%
40,9%
Migliore equilibrio vita-lavoro Benessere organizzativo Incremento produttività Risparmio costi gestione
62,0% 55,3%
65,8%
72,2% 66,1%
72,3%
49,0% 42,8%
90,2% 80,0%
LAVORATORI
64,7%
CRITICITÀ
VANTAGGI
DATORI DI LAVORO
40%
telelavorabilità potenziale
FONTE: ISTITUTO NAZIONALE PER L'ANALISI DELLE POLITICHE PUBBLICHE. INAPP, CANAL T. (A CURA DI)., ATTIVITÀ E PROSPETTIVE DELLO SMART WORKING, THECNICAL REPORT, 2022
di Marina Marinetti
A
lzi la mano chi, potendo, non elimi ϐ nerebbe il badge aziendale dalla collaboratori. Così, il governo sta pensando di faccia della Terra. Ecco, magari i estendere ulteriormente la possibilità per il ladatori di lavoro che farebbero la stessa cosa voratore di organizzare la propria prestazione sono molti, molti meno, almeno quelli che lavorativa oltre e fuori gli orari di servizio (se ϐ compatibile con il ruodei loro dipendenti lo professionale) già IN ITALIA APPENA IL 14,9% DEGLI OCCUPATI LAVORA ALMENO IN PARTE (dimostrando così di introdotta dal Dlgs 66 DA REMOTO, CONTRO UN 40% aver assunto le persodel 2003. DI TELELAVORABILITÀ POTENZIALE ne sbagliate). E infatti Se lo chiedono quasi in Italia appena il 14,9% degli occupati lavora tutti: ha ancora senso, dopo aver diffusamenalmeno in parte da remoto, contro un 40% di te sperimentato lo smart working, continuare telelavorabilità potenziale. Eppure, il lavoro a obbligare i propri dipendenti a "timbrare per obiettivi potrebbe essere più produttivo il cartellino"? «Dipende dalla logica sottesa di quello che inchioda alla scrivania per un all’attività di ‘’timbrare il cartellino», rispondeterminato numero di ore, se l'azienda è in de Matilde Marandola, Presidente Naziona-
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Altro che cambio di paradigma: dopo il boom della pandemia, quando si è passati dal 4,8% dell’anno precedente al 13,7%, sia fermo al palo, con, appunto, il già citato 14,9%. Stando ai rilievi dell'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp), nel setto Ǧ ϐ 5 dipendenti l’84% dei lavoratori svolge mansioni che non possono essere eseguite a distanza, ma al crescere della dimensione dell’azienda si riduce tale quota (il 56,4% fra quelle medie, 50-249 addetti e 34,2% fra le realtà con oltre 250 addetti). A svolgere un lavoro telelavorabile sono soprattutto i laureati, i dipendenti delle imprese di grandi dimensioni, gli occupati nei servizi e i dipendenti pubblici. Incidenze leggermente superiori alla media delle professioni telelavorabili si rilevano tra le donne, i residenti nel Nord Ovest e nel Centro e le persone con diploma. MATILDE MARANDOLA E nel resto del continente? Se nel 2019 solo il 14,6% degli occupati in Europa (Eu-27) le dell'Associazione Italiana Direttori del lavorava abitualmente da casa e lo scenario Personale (Aidp): «Se ‘’timbrare il cartellino’’ era piuttosto eterogeneo, con i Paesi Bassi in relega le persone in un approccio operativo, cui tale modalità raggiungeva il 37,2%, con il acritico, impiegatizio e che non consente di Covid, quei Paesi che già nel 2019 mostravano sviluppare potenzialità e valorizzare le pervalori superiori alla media UE, ovvero Irlanda, sone, direi che questa logica è sicuramente Lussemburgo, Belgio, Finlandia, Danimarca, destinata a scomparire. Per molti anni il moFrancia, Estonia, Malta e Portogallo, hanno tivo per cui si ‘’timbrava il cartellino’’ era le ϐ Ǥ intrapreso un trend di crescita proseguito ϐ ǡ ǯ negli anni successivi. Mentre in Italia, che con l’emergenza sanitaria confronti delle persone sono le frontiere GLI UOMINI APPREZZANO LA MAGGIORE aveva raddoppiato i AUTONOMIA, MA LE DONNE valori, già nel 2021 il che permetteranno SI PREOCCUPANO RIGUARDO tasso di crescita del alle organizzazioni di ALLE PROSPETTIVE DI CARRIERA ricorso al lavoro agilavoro di diventare un le era rallentato (4,8% nel 2019, 13,7% nel posto dove le persone possono vivere bene 2020, 14,9% nel 2021), con valori ancora più e dare il meglio di se stesse». Certo, ma dal bassi tra i dipendenti: dall’1,7% del 2019 al dire al fare c'è di mezzo un bel po' di change 12,1 del 2020 e al 13,8% del 2021. management: «Il lavoro per obiettivi è sicuLe criticità non mandano: dai rilievi dell'Inapp ramente più implementabile per alcuni busiemerge la differenza di genere tra gli uomini, ness rispetto ad altri. La cosa però importante che apprezzano in particolare la maggior sarà soprattutto formare i manager ad indivi ϐ autonomia, e le donne, che mostrano invece maggiore preoccupazione riguardo alle pronella maniera corretta. Tutto questo implica spettive di carriera (50,9%), ai diritti e alle tuuna rivoluzione culturale di tipo manageriale tele sindacali (52,8%) e al maggiore controllo epocale, sicuramente molto complessa e fatida parte del datore di lavoro (53,3%). Non cosa».
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UNA NUOVA PRODUTTIVITÀ di Sebastiano Fadda, presidente Inapp
Il tema dello smartworking è troppo spesso trattato, sia da operatori che da studiosi, in termini di regolamentazione di un diritto e di confronto tra la disciplina giuridica del “telelavoro” e quella del “lavoro agile”. Questo, oltre che riduttivo, è decisamente fuorviante e talvolta induce ad un atteggiamento repulsivo verso lo smart working, come se questo costituisse una sorta di deviazione eccezionale, dovuta al covid, dalla normale modalità di prestazione lavorativa. Da ciò il desidero di molte imprese di ritornare “alla vecchia maniera”. Ma il tema dello smart working è invece un tema di nuova gestione
solo:«Nel nostro Paese siamo ancora molto ancorati ai concetti di spazio e tempo intesi come vincoli e non come possibilità», spiega ancora Matilde Marandola. «Se le persone si sentono incoraggiate ad essere autonome nella gestione delle proprie attività sicuramente,
PAMELA BONAVITA
GESTIRE L'IMPRESA dell’impresa, che non consiste solo nell’abolire il cartellino di presenza. Esso consiste nel modificare l’organizzazione del lavoro (smart organization) ridisegnando i processi produttivi (sia di beni che di servizi) con l’introduzione di innovazioni tecnologiche anche radicali. Se l’impresa non introduce nuove tecnologie, se non modifica i processi produttivi in modo da integrare fasi di lavoro da remoto con fasi di lavoro in presenza, la semplice “concessione” di lavorare da remoto giova poco alla sua produttività. Chi si illude che la produttività si basi sullo spendere più ore seduti alla scrivania o sulla moltiplicazione di riunioni in presenza ha una visione molto vecchia (e molto pigra) della gestione manageriale. È solo la capacità manageriale di pianificare
lavoreranno con maggiore motivazione ed entusiasmo. Al contrario, se le persone devono ϐ ǡ lo sta facendo, essere in qualche modo controllate, credo che non si sentiranno motivate. ll vero cambiamento lo avremo quando i manager saranno formati e competenti e quando la cultura e il clima organizzativo contribuiranno ϐ ǡ sia a livello strategico che a livello dei singoli ǡ ϐ e motivare le persone a raggiungerli». «Flessibilità, lavoro per obiettivi e non più per orario e miglior bilanciamento vita professionale - vita privata sono gli elementi chiave del mondo del lavoro di oggi e del futuro», sottolinea Pamela Bonavita, managing director di PageGroup, società internazionale di recruiting che opera in Italia con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel. «Fino ad ora aziende e lavoratori si sono accordati, diciamo autonomamente, per organizzare il lavoro, ma da oggi anche il legislatore, con il Dlgs 66 del 2023, ha fatto un passo in questa direzione, dando la possibilità di regolamentare la propria attività senza limiti di orario, ovviamente se compatibile con il proprio
PROF. SEBASTIANO FADDA, PRESIDENTE INAPP
ruolo. La giornata lavorativa 9-18, lo abbiamo visto durante e dopo la pandemia, è ormai del tutto superata e sempre meno candidati sono disposti a scendere a compromessi in fatto di ϐ Ǥ ϐ aziende devono necessariamente iniziare a ragionare per obiettivi e performance e non più per tempo trascorso alla scrivania. Dobbiamo rivedere e superare i concetti classici di lavo ϐ ǡ OGNI MANAGER È CHIAMATO AD AVERE COMPETENZE DI GESTIONE DEL PERSONALE, DIVENTANDO UN HR BUSINESS PARTNER
invece, per obiettivi misurabili lasciandoci per sempre alle spalle un'organizzazione basata sul controllo delle presenze che, ormai, è superata. Sono convinta che questo garantirà ai lavoratori, giovani e meno giovani, maggiore benessere e possibilità di gestire al meglio i tempi di vita e lavoro e anche la propria crescita professionale. Valori che, abbiamo visto, non sono più negoziabili». Attenzione, però: non confondiamo lo smart working con il telelavoro: «L’espressione smart working, spesso travisata e confusa
una nuova organizzazione del lavoro che consente contemporaneamente di aumentare la produttività e migliorare la qualità del lavoro con lo smart work, sviluppando il lavoro di squadra, promuovendo l’autonomia e la funzione di problem solving, orientando l’impegno verso il risultato e non verso la ripetizione di routines, realizzando nuovi modelli di leadership e di controllo dei risultati, nuove occasioni di relazioni interpersonali. Solo così ai risparmi per l’impresa si accompagneranno benefici ambientali, miglior equilibrio individuale fra vita privata e vita di lavoro, diminuzione degli spostamenti e del relativo stress; fattori che concorrono anche essi all’aumento della produttività.
con il telelavoro, indica proprio quel modo di organizzare il lavoro per obiettivi, misurandone i risultati, monitorandone l’andamento», spiega Arianna Visentini, Ceo e Presidente di Variazioni, società di consulenza specializzata in innovazione organizzativa. «Quando ci si concentra sulla perfomance, l’orario e luogo di lavoro smettono di essere le dimensioni che ϐ ǡ Ǥ ϐ per obiettivi è spiegare agli stakeholder il perché dei risultati che si vogliono raggiungere. ϐ ϐ lavoro a ciascun membro dell’organizzazione, ma serve, in ottica di attrazione e di engagement del personale, far comprendere alle persone il perché, lo scopo e l’orizzonte che guida l’organizzazione: il purpose. In questo contesto ogni manager è chiamato ad avere competenze di gestione del personale, diventando un vero e proprio HR business partner: compito del management è proprio quello di trasmettere al team il purpose e trasformarlo in senso ǡ ϐ ± si senta chiamato in causa nel raggiungimento dei risultati e l’organizzazione avanzi compatta nella stessa direzione».
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I controlli digitali? Funzionano (se cambia la cultura aziendale) Anche nella gestione e nel controllo dei rischi, il salto tecnologico è importante, ma può risultare vano senza un netto cambiamento culturale. Ce lo spiega Cristina Peano, managing director di Protiviti di Riccardo Venturi
PARTIAMO DA UNA EVIDENZA: I RISCHI CHE UN’IMPRESA
(QUALUNQUE
IMPRESA)
DEVE OGGI FRONTEGGIARE SONO TANTI, PER NUMERO E COMPLESSITÀ, CON UN TREND IN CRESCITA RISPETTO SOLO A POCHI ANNI FA (E NON SMETTONO DI CRESCERE).
Le tecnologie digitali, non da oggi, permettono un salto di qualità nella gestione e nella mitigazione dei rischi. In linea teorica, almeno. In questa intervista Cristina Peano, Managing Director di Protiviti, spiega che possono dare benefici ma solo se precedute, o accompagnate, da un cambio culturale nel funzionamento dell’organizzazione. Obiettivo: creare una sinergia tra i professionisti del controllo e le funzioni di business. Oggi la sinergia tra funzioni che perseguono istituzionalmente finalità diverse (p.e. business e controlli) è ancora l’eccezione più che la regola. Per invertire la tendenza, serve, anzitutto, fiducia e collaborazione reciproca. Chi gestisce rischi e compliance deve imparare ad ascoltare chi è sul campo che, a sua volta, deve essere aperto al cambiamento delle modalità operative a fronte di rischi concreti. Rischi e relativi controlli sono un tema centrale per le aziende. In quali ambiti? In tutti. Non c’è un solo settore dell’attività aziendale dove i rischi siano assenti, probabilmente non c’è mai stato. Certo, gli equilibri alla base dei risultati azien-
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dali sono oggi particolarmente delicati e qualunque dettaglio vada diversamente da quanto pianificato può ostacolare il business con le relative ricadute. Questo dipende da diversi fattori: la maggiore concorrenza; la crescente attenzione non solo dei consumatori, ma anche di legislatori e autorità di mercato; la rapidità dell’evoluzione degli scenari di mercato. Vale sempre quel che disse qualche anno fa Leonardo Del Vecchio: l’ambiente imprenditoriale è cambiato negli ultimi 10 anni più che nei precedenti 60.
CRISTINA PEANO, MANAGING DIRECTOR DI PROTIVITI
Nella gestione dei rischi e dei controlli la digitalizzazione promette risultati di per sé, oppure è efficace solo in presenza di determinate premesse organizzative? Le tecnologie digitali, per quanto utili, non sono una bacchetta magica. Le premesse da fare sono molte. Anzitutto, la tecnologia non è gratis. Mentre, quindi, sostenendo il mero costo del personale le organizzazioni possono fare molte cose, per la tecnologia non è così: la si deve selezionare, comprare, installare e poi fare in modo che le persone la usino. La seconda premessa è che bisogna utilizzarla sì, ma con consapevolezza e in una logica di cambiamento. L’errore che vediamo più spesso nelle aziende è la digitalizzazione del modo in cui già si lavora. Certo, la tec-
IL CAMBIAMENTO DEVE INGENERARSI A LIVELLO ORGANIZZATIVO: LA TECNOLOGIA PUÒ ESSERE UNA SPINTA MA NON È L'UNICA
GESTIRE L'IMPRESA
nologia in sé dà valore (per esempio, permette la tracciabilità e responsabilizza) ma, appunto, non è la bacchetta magica e quindi non risolve tutti i problemi. Per esempio? Se esistono delle barriere nel funzionamento dell’organizzazione, non è il digitale che può eliminarle. In concreto, se due funzioni non dialogano non è certo la tecnologia che cambia la situazione. Ancora, se un rischio non è conosciuto e presidiato, non è la tecnologia in sé a istituire il presidio. L’importante, insomma, è il cambiamento che deve ingenerarsi a livello organizzativo, di cui la tecnologia può essere un abilitatore, una spinta, ma non l’unica: è parte di un ingranaggio che deve funzionare, e non sempre funziona. Non tutti sono aperti allo stesso modo al cambiamento, c’è chi può viverlo come una limitazione della propria autonomia. Sono inoltre possibili scelte sbagliate: scegliere la tecnologia non è come scegliere un’automobile. È un’operazione più delicata e complessa. Come procedete quando supportate un’impresa nella digitalizzazione dei controlli? Ascoltiamo. Per quanto questi processi possano sembrare standard, ogni realtà ha una ϐ Ǥ gliamo il bisogno di partenza della funzione richiedente (tipicamente di business o di controllo interno), ma non ci limitiamo a questo: ϐ ± ϐ ϐ ϐ strategie tecnologiche, infrastrutturali, digitali. Questo per evitare che le funzioni aziendali si muovano in maniera non coordinata rispetto alla strategia IT, creando così più danni che ϐ Ǥ È solo una questione di tecnologia? ϐ ǡ
la tecnologia è gestita. Se ne scelgo una che fretta, per esempio quelli che introducono deve essere gestita internamente dall’orgaprogressivamente le funzionalità d’intelligennizzazione, ci vuole una persona che abbia ϐ Ǥ le competenze per metterci le mani, manutenerla e farla evolvere, se no dopo un po’ si Ci sono ambiti nei quali la digitalizzazione ferma tutto. Se, invece, scelgo una tecnologia dei controlli comporta particolari vantagche viene gestita in outsourcing da un provigi? der terzo (per esempio, nel caso della modaDirei un po’ tutti. Sono utilissimi, per esemlità As a Service), non bisogna preoccuparsi pio, per avere piena consapevolezza della internamente di macatena di fornitura. MEGLIO PUNTARE SUGLI APPLICATIVI nutenerla o di farla Tenerla sotto conCHE GIÀ OGGI UTILIZZANO evolvere perché lo fa trollo manualmente L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE il fornitore. L’azienè impossibile: bisoPER ESSERE PRONTI ALL'EVOLUZIONE da deve comunque gna comprendere chi governare gli applicativi per sapere in quale sono i nostri fornitori e con chi a loro volta ϐ Ǥ lavorano, ma anche se nel Paese di provescelte organizzative, strategiche e fattuali nenienza c’è una guerra e, quindi, una possibile ϐ Ǥ sanzione, oppure se i soci / rappresentanti aziendali sono persone di dubbia reputazioLe tecnologie low code/no code, più semne. Queste informazioni (e molte altre) sono plici da usare, sono applicabili al controllo molto importanti per capire se intrattenere o dei rischi? meno relazioni di business. Non dimentichiaIn fase di avvio di progetti di digitalizzazione mo anche la conformità ai princìpi di sostenidei controlli, cerchiamo di suggerire all’azienbilità ed etici delle singole organizzazioni. Per da la tecnologia più adatta per raggiungere scegliere consapevolmente mitigando i rischi l’obiettivo. Oggi le tecnologie low code o no insiti in qualsiasi decisione di business, c’è code offrono grandi vantaggi. bisogno di dati e informazioni. Occorrono siIdealmente, il sogno è di costruire, attraverso stemi e tecnologie che permettano a chi guida la tecnologica, un portale unico che supporil business di avere alert automatici a fronte ti le organizzazioni (il suo management e il di determinate circostanze rischiose, ovvero personale) nella gestione integrata dei rischi, blocchi automatici nei casi più rischiosi. Podella compliance e dei sottostanti controlli. ter contare su questi sistemi può fare la differenza tra un business resiliente e sostenibile, Come effettuate la scelta? ed uno invece che subisce aumento di costi, Intanto puntando su applicativi che rispondacontestazioni o stop anche importanti dell’ono a tutte le esigenze funzionali. In secondo peratività (ad esempio, perché la merce viene luogo, tenendo in considerazione non solo il bloccata in dogana, oppure perché viene compricing, ma anche la roadmap evolutiva della minata una sanzione a fronte di operazioni soluzione e, ovviamente, la sicurezza. Meglio ϐ ǡ privilegiare i vendor che garantiscono elevati ǡ ȌǤ standard di sicurezza cyber, così come quelli za contare i possibili impatti reputazionali e che, grazie alla roadmap evolutiva degli apil tempo che il management deve sottrarre al plicativi proposti, non invecchiano troppo in business per gestire le emergenze.
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LE NUOVE COMPETENZE? SONO “TRASFORMATIVE” Dopo hard e soft skills, una terza tipologia di capacità si sta rendendo indispensabile: è quella in grado di affrontare Ǥ ° ϐ di Alessandro Faldoni
I
n un contesto di cambiamento continuo le imprese devono re-inventarsi e le competenze aggiornarsi. «Oggi le aziende che crescono sono quelle che han ϐ ǯ piattaforme intelligenti che collegano tutti gli ambiti aziendali, favorendo la comunicazione e stimolando nuove modalità di apprendimento. Il dove lavoriamo, con il diffondersi dello smart working e le logiche collaborative conseguenti, ha introdotto ulteriori cambiamenti, ma, parallelamente, anche grandi opportunità», spiega Alessia Scarpa, Innovation & Sales Director di Risorse SpA, agenzia per il lavoro che opera nel settore della ricerca, selezione e somministrazione di personale. È per questo che molte imprese iniziano a investire tempo e risorse in Academy per strutturare processi di apprendimento sulle hard skill ma anche sulle soft skills (problem solving, story telling, proattività, senso di responsabilità, creatività e disponibilità ad imparare, lavoro di team, capacità di adattamento e resistenza allo stress). «Non potremo lavorare nel futuro – aggiunge Alessia Scarpa – senza le competenze trasformative, quelle cioè che si costruiscono attraverso il
ALESSIA SCARPA
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cambiamento costante. Tutto questo richiede lavori anche durante alcuni eventi dedicati al ǯ ǯ Ǥ Ƭ zione e un profondo cambiamento degli stili 2023 contribuirà al ϐ , di leadership. Ed è questa, secondo me, la vera un programma EC2U che mira ad aiutare gli ϐ ǽǤ studenti a gettare le basi per una carriera di ϐ ǡ successo». nizza – dal 2021 – Smart&Hack, un format Le aziende, dunque, saranno chiamate ad che punta a colmare la distanza tra aziende aprire le porte al mondo accademico per ǯ coinvolgere i lavoratori di domani in percorne per uscire dalle aule universitarie e consi di sviluppo e di condivisione delle idee. frontarsi con il mondo ǯ ǡ Öǡ RISORSE SPA ORGANIZZA OGNI ANNO del lavoro, in ottica di il mondo universiSMART&HACK, UN FORMAT open innovation. Chi tario dovrà impePER COLMARE LA DISTANZA decide di partecipare gnarsi ancora di più TRA AZIENDE E STUDENTI può iscriversi in gruppo per favorire questo o singolarmente ed è chiamato ad elaborare dialogo, in uno scambio continuo per colmare un project work lanciato dalle aziende parla distanza tra scuola/università e mondo del tecipanti. I progetti vengono sviluppati su una lavoro. Un obiettivo ambizioso e complicato, ǯ ma non proprio impossibile. intera di hackathon e sono il frutto di capacità «A mio avviso – conclude Alessia Scarpa – antrasversali e visioni differenti che si incontradrebbero introdotti degli Industrial Placeno per creare una proposta che verrà valutata ment Year ǯ da una giuria secondo criteri di impatto, fattiri in modo che gli studenti possano ricevere bilità, innovazione e presentazione. una doppia valutazione (aziendale e universi«Il format – spiega Alessia Scarpa – è stato ȌǤ ǯ ʹͲʹͲ ǯ job, unitamente al lavoro in team con colleghi connessione tra università, aziende e istituesperti e con la supervisione universitaria, pozioni per uno sviluppo sinergico di progetti Ǥ ǯ innovativi e sostenibili per il territorio. Ab Ǧ biamo cercato di stimolare e valorizzare le ese, inoltre, dovrebbe prevedere progetti di nuove generazioni attraverso la creazione divulgazione delle nuove ed effettive opportudi un network che consentisse di condividenità lavorative offerte dal mercato che si sono re, con professionisti di importanti aziende, le aperte soprattutto intorno alle tre grandi traproprie idee e il proprio talento. Gli studenti sformazioni in atto (sostenibilità, innovazione che hanno partecipato alle precedenti edizioe digitalizzazione): noi dobbiamo raccontare ni hanno dimostrato grande capacità di svialle nuove generazioni quali saranno i meluppare soluzioni innovative e strategiche e i stieri del futuro in modo che possano orgateam vincitori sono stati inseriti con progetti nizzare la loro cassetta degli attrezzi per temdi stage/experience presso le realtà coinvolpo. Un lavoro che necessariamente richiede te e hanno avuto modo di presentare i loro un eco-sistema collaborativo e open».
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Per una rete del lavoro senza frontiere ǡ Ǧ ǯ di Andrea Cafà*
A
ϐ ǡ ǡ Cifa Italiaǡ ǡ Ǥ Memorandum di Veneziaǡ ¿ ° ϐ ǡ ° Ǥ Ǧ ǯ Ǥ ǯ ǡ ± ǣ ϐ Ǥ ° ǡ ± ǡ Pil ǡ ǡ
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Ǥ ǡ ǡ ǡ ϐ ϐ ϐ î ǡ ǡ ǡ Dz dz Ǥ ǡ Ö ϐ È GIUNTO ANCHE IL MOMENTO DI RINNOVARE IL SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE
± Ȃ ± Ȃǡ ǯ Ǥ ǡ Fonda-
ǡ lavoro ǯ ϐ ǣ ǡ ǯ ǡ ǯ Ǥ ǯ ȋ Ȍ Dz î dzǡ ȋ ȌǤ ϐ ¿ Dz dzǤ ° Ǥ ǡ ± ° î ǯ ǡ ± ° î ǯ Ǥ Ǥ ǡ ǯ Ǥ ǡ ° ǡ ϐ Ǥ 1 ǡ ǡ ¿ǡ Ǥ * presidente di Cifa Italia e di Fonarcom
GESTIRE L'IMPRESA
Come salire sul podio Esg a livello globale Openjobmetis è da sempre attenta alle persone e alla comunità in cui opera, perseguendo non solo la qualità dei servizi offerti, ma anche il benessere dei propri dipendenti, sia diretti che inviati in missione di Riccardo Venturi
F
avorire l'occupazione ed essere un eccellente luogo di lavoro per i dipendenti; integrare i valori della sostenibilità nel modello di business e nell'operato quotidiano; tutelare e ridurre al minimo gli impatti ambientali. Sono le tre direttrici lungo le quali Openjobmetis, l’unica Agenzia per il Lavoro quotata in Borsa Italiana, declina le pratiche di sostenibilità e responsabilità sociale. Una ° ϐ ǣ Ǽ maggio 2023, Openjobmetis è stata valutata da Sustainalytics, società leader a livello mondiale nella realizzazione di
LE PERSONE SONO IL NOSTRO PRIMO ASSET, LA BASE DEL NOSTRO LAVORO SUL TERRITORIO, CON LE IMPRESE, CON LE COMUNITÀ E CON LE ISTITUZIONI
SILVIA DELLABIANCA, ESG AND INTERNAL COMMUNICATION MANAGER DI OPENJOBMETIS
ǡ ϐ Dz gible (trascurabile, ndr) risk”» dice Silvia Dellabianca, Esg and Internal Communi Ǥ Ǽ ci colloca nella top three delle società appartenenti al settore HR per sostenibilità, inclusione e responsabilità sociale d'impresa». ǡ preso in considerazione molti aspetti, tra ǡ discriminazione e formazione continua.
Openjobmetis è da sempre attenta alle persone e alla comunità in cui opera, perseguendo non solo la qualità dei servizi offerti, ma anche il benessere dei propri dipendenti, sia diretti che inviati in missione Ǥ Ǽ il nostro primo asset, la base del nostro lavoro sul territorio, con le imprese, con le comunità e con le istituzioni – afferma Dellabianca - Abbiamo una forte attenzione alle nostre persone, che concretizziamo attraverso diverse iniziative che hanno l'obiettivo di creare senso di appartenenza e di sicurezza sociale tra cui la costruzione di percorsi di formazione e crescita professionale sia di gruppo che individuali e il piano di welfare e well-being, che racchiude tutte le attività dedicate al benessere dei nostri dipendenti e delle loro ǽǤ ʹ è passata dal low risk al negligible risk, top di gamma Ǥ Ǽ ǡ ϐ cando strategie ed obiettivi di perfezionamento. È stato istituito un team di lavoro in ambito ESG, che sta indirizzando i suoi sforzi nella sensibilizzazione delle nostre persone, cuore pulsante del Gruppo e ambasciatori dei nostri valori nell’operato quotidiano sia professionale che persona Ǥ ǡ ϐ delle Politiche in tema di anticorruzione, gestione del personale somministrato, gestione delle risorse umane ad inizio anno 2022. Ad integrazione delle precedenti nel 2023 la società ha redatto ed adottato le Politiche in tema di ambiente, gestione dei fornitori e D&I a testimonianza di un sempre più attento governo di questi temi. Ed è di pochi giorni fa la pubblicazione della Politica della Comunicazione, che descrive la nostra scelta di comunicare ϐ rispettoso, neutrale, inclusivo, che contribuisca ad abbattere stereotipi e pregiudizi. L’impegno del Gruppo si è così tradotto nel miglioramento del rating ESG».
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BREVETTI E MARCHI, COSÌ SI PROTEGGONO LE IDEE ǣ ϐ ǡ Ǥ ǡ Ƭ di Sergio Luciano
ITALIANI, POPOLO DI INVENTORI POCO PROPENSI AL BREVETTO: QUESTA, ALMENO, ERA LA FOTOGRAFIA DEL PASSATO, ANCHE RECENTE. CHE STA PERÒ CAMBIANDO. A parte
ϐ Ȃ ϐ Ȃ ° ϐ ǣ Giovanni Galimbertiǡ Bird & Bird ǯ Ǥ Ǽ ǯ ǡ ǯ ǯ ǡ Ȃ Ǧ ϐ ǯ ǡ Ǥ ǥ ϐ Ǥ ǯ Ǥ ° ǡ ǡ Ǥ ± ° ǽǤ Finalmente una buona notizia… ¿ǡ ϐ ǡ ϐ Ǥ ° ǡ ǡ ǯ Ǥ
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ǡ ǥ îǤ î ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǥ LA LEGGE SUL PATENT-BOX HA AIUTATO LE AZIENDE A SGRAVARSI DEI COSTI DI RICERCA E DI QUELLI RELATIVI ALLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
La legge sul patent-box è servita? Ǥ ǣ ϐ ǡ
ǥ ǡ ϐ ǡ Ǥ Cosa si può fare di più per migliorare ulteriormente la situazione? ± ǯ ϐ dzǡ ǯ Ǥ ǯ Ö ǯ ǯ Ǥ E perché originariamente l’Italia si oppose
GESTIRE L'IMPRESA all’istituzione del Tribunale Unificato dei Brevetti? ǯ Ǥ ǯ ϐ ǥ ǯ ǯ ǡ ǡ ǯ Ǥ ǡ î Ǥ Una Divisione locale del tribunale dei brevetti europei è già Milano e presto avremo anche una delle tre sedi centrali. ° ǯ ǡ ǯ ǡ ǯ ǯ Ǥ ǡ Ǥ ǯ ǯʹͶ ϐ Ǥ ° -
L'ITALIA È STATA IL PRIMO GRANDE PAESE A CONCEDERE UNA INIBITORIA NEL MONDO: SIAMO MOLTO VELOCI
ǡ ǯ ǡ ǥ ǡ ° Ǥ Ma dunque cosa cambierà per le imprese che vorranno rivolgersi alla giustizia per difendere i loro brevetti? Dovranno fare causa a livello nazionale o europeo unitario? Ȃ ǯ Ȃ ǯ ǯ Ǥ ǫ Ǥ Ͳ ϐ Ǥ ǡ ͷǡ Ǥ ° Ǥ Ö ϐ Ǥ Di qui l’ottimismo per il futuro… ¿ǡ ǡ Ǥ ʹͲʹʹ ǯͺͺΨ ° ǡ Ψ ȋ Ȍ ͷΨ ǥ Se non santi, ancora navigatori e inventori. Chissà quanta aneddotica! ǡ ǯ ° ǡ ǯ ǤǤǤ
Altri aneddoti? ǡ Ƭ ǡ ǯ ǡ ǥ Ǥ ǡ Ǥ Dz dz ǡ ǡ Ǥ ǡ ° ǡ Ö î Ǥ Ǥ Qualche esempio, la prego! ǡ ǡ ǯ° Dz dzǡ ǥ Ǩ ǥ Ma com’è mai pensabile una cosa del genere? ϐ ǡ ° ǡ Ǥ Ǥ Per esempio? ǣ î ǡ ǡ ǡ ϐ Ǥ 1 ǯ Ǧ Ǥ
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Il Mezzogiorno per crescere ha bisogno di manager Le imprese del Sud sono in numero inferiore, mediamente più piccole e più tradizionali: lo dice l'Osservatorio 4.Manager. Oltre metà delle ϐ di Sergio Luciano
S
e quel 40% di risorse economiche che il Pnrr destina alle regioni meridionali farà effetto, lo si misurerà anche dall’aumento della quantità e qualità di manager presenti nel tessuto imprenditoriale del Sud. Che è ancora macroscopicamente lontano dagli standard medi nazionali di managerializzazione delle imprese, come riporta – insieme a tanti altri dati - l’ultimo Osservatorio 4.Manager pubblicato qualche settimana fa con il titolo: “Imprenditori e dirigenti: attori centrali per lo sviluppo innovativo e sostenibile del Mezzogiorno”. Hanno lavorato sodo, gli analisti di 4.Manager – che, com’è noto, è il progetto congiunto di ϐ d’impresa, le politiche attive del lavoro, l’orien-
tamento e il placement – e si sono basati su dati Inps, Movimprese e Unioncamere. Ebbene, le cifre parlano chiaro. Le differenze economiche tra Centro, Nord e Mezzogiorno in LE REGIONI DEL SUD SONO SPECIALIZZATE IN COMPARTI CHE HANNO MINORI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO
Italia sono direttamente riconducibili a quelle relative al numero di imprese sul territorio, alla dimensione delle imprese esistenti e all’orientamento di queste verso settori a produttività più o meno elevata. Meno imprese, più piccole e più tradizionali si ϐ meno manager, in misura anche più che proporzionale. Le imprese del Sud sono
Pmi, ci vuole più cultura d'impresa
L'
ultimo Osservatorio 4.Manager iuu} y} ® Ð}¸¸¡® ²¼ ¼ ¸} i importante quale è quello della debolezza strutturale del tasso di managerialità nel Mezzogiorno. I dati rilevati dall’indagine evidenziano un ² Ïui¸ Å¡ i« ® ²«}¸¸¡ i } ®} ¡ del Centro e del Nord del Paese nella «®}²} Ëi y Ï ¼®} ¡® i ¡ yi } ¸i per un’azienda. E il paradosso è che proprio dove ce ne sarebbe maggiormente bisogno, manager e dirigenti sono sempre meno. Una situazione spesso legata all’esigenza di contenere i costi del lavoro, poiché una micro o piccola impresa non “può «}® }¸¸}®² Ċ y ¸®¡y¼®®} } ¸}i Ï ¼®} dirigenziali o giovani manager capaci di
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innovare la strategia aziendale. Ma in tanti altri casi, invece lo scarso interesse y} } iË } y} «}® Ï ¼®} ²«}u i ËËi¸} con competenze manageriali è dovuto ad una visione ristretta e poco strategica y} i ¡Å}® i u} } ²¼ ¼}²¸¡ i¸¸¡®} “culturale” è necessario agire con investimenti ad hoc. La cultura organizzativa riveste oggi un ruolo cruciale per la sopravvivenza dell’azienda, ma è anche necessario governarla, soprattutto nel delicato passaggio del testimone alle nuove generazioni che dovranno poi adattarsi alle mutate richieste del mercato e dei nuovi stakeholders, continuando a rinnovare la propria identità. 1i Åi ¡® ËËiË ¡ } y ® ²¡®²} ¼i Ïui¸} }
STEFANO CUZZILLA
infatti in numero inferiore e caratterizzate da dimensioni medie più piccole rispetto al Centro e al Nord: di quasi il 35% per il complesso delle attività, nel commercio e nella logistica e di circa il 50% nell’Industria in senso stretto e nei Servizi ICT. Si pensi che nel 2018, il 75,2% delle imprese del Sud con almeno 3 addetti risultava controllato, direttamente o indirettamente, da una persona ϐ Ǥ ϐ ǯͺͲΨ nelle microimprese (tra i 3 e i 9 addetti), scende al 51% nelle medie imprese (da 50 a 249 Ȍ ϐ ͵Ψ maggiori. Le regioni del Sud, inoltre, risultano specializzate in comparti che presentano minori investimenti in ricerca e sviluppo rispetto al Centro e al Nord, fatta eccezione per le nuove
L'autore Vito Grassi, AD di Graded Spa e Vice Presidente di &RQ÷QGXVWULD
il potenziamento delle attività di ricerca all’interno delle aziende rappresentano i¸¸¡® u iÅ} «}® ²« }®} u®}²u ¸i e sviluppo. E ciò è tanto più vero nell’attuale modello di Open Innovation, in cui diventa strategico per le imprese ampliare la propria attività di “ricerca”, stringendo rapporti di collaborazione u¡ i ¸® ²¡ }¸¸ í ¡® ¸¡® y u¡ ¡²u} Ë} e tecnologie, quali università ed enti pubblici di ricerca. Inutile dire che innovare richiede
GESTIRE L'IMPRESA attività di impresa, come le Start-up. Inevitabile che tutto questo si ripercuota direttamente nelle differenze di dotazione di capitale umano, un fattore che dunque è – contemporaneamente - effetto e causa della complessiva arretratezza del sistema. Perché un ǯ ϐ potrebbe giocare un ruolo importante per il successo delle imprese e per la loro resilienza di fronte a shock avversi. L’Osservatorio rileva come un imprenditore con un titolo di studio universitario tende ad adottare pratiche manageriali di migliore qualità rispetto a chi è rimasto più indietro negli studi: certo è una regola non priva di eccezioni, come quella celebratissima di Steve Jobs che non si laureò mai a Stanford, che pure aveva frequentato. Ma sono le classiche eccezioni che confermano la regola. Se un imprenditore ha all’attivo studi più qua ϐ ǡ di innovazione più elevati soprattutto nell’adozione di tecnologie digitali. Come mostrato da diversi studi, a parità di caratteristiche, le imprese guidate da imprenditori e manager laureati tendono a loro volta ad assumere una più alta quota di dipendenti laureati. Banalmente: chi si somiglia, si piglia. Ma c’è anche un risvolto positivo per questa
medaglia non bella del nostro Sud imprenditoriale: già, perché questo Sud poco managerializzato, ha dimostrato più resilienza delle altre aree del Paese nel perido 2018-2022, tragicamente segnato dalla pandemia: “La lettura dei dati Movimprese – si legge nell’Osservatorio - mette in evidenza, per il periodo 2018-2022, una contrazione delle imprese attive su tutto il territorio nazionale, ad eccezione del Mezzogiorno, in cui si evidenzia una crescita pari al +2,2%. L’andamento complessivo evidenziato per il totale delle imprese attive si conferma
anche per il settore manifatturiero, con la differenza che, seppur in misura minore rispetto ϐ ǡ nel Mezzogiorno si assiste a una contrazione delle imprese attive (-2,9%)”. Anche guardando all’andamento assoluto del numero dei dirigenti nelle aziende c'è un segno di reazione positiva per il Mezzogiorno e dove per il periodo 2018-2021, quel numeto è cresciuto del 22,1%, passando da 7.342 a 8.967 unità; ma i conteggi hanno un retrogusto amaro perchè continuano a rappresentare
² ¡®Ë í Å}²¸ } ¸ } ui«iu ¸n y programmazione tali da rivoluzionare culturalmente la propria organizzazione. ²¡ i Å}²¸ ®} ²¼ i ¡® iË ¡ } y} } ® ²¡®²} ¼ i }ò <uu¡®®¡ ¡ ¼¡Å «®¡Ï «®¡ }²² ¡ i i i u } i ¡® i } ¸¡ y competenze. Oggi - e in misura maggiore per il ¼¸¼®¡ Ă } F u } Å¡ ¡ ¡ ®}²¸i®} ²¼ mercato hanno la necessità di una vera } « À ¡®¸} u¼ ¸¼®i yČ «®}²iò «® ¡ passo da compiere in questa direzione è comprendere che la proprietà, il governo e la gestione vanno separate. Bisogna allargare le nostre tradizionali i¸¸ Å ¸n i i® i i i }® }²¸}® í «®}«i®i¸ í «®¡ }¸¸} ¸ í i Ïyit í in grado di motivare il team e di ®i ¡®Ëi®} ²} ²¡ y i««i®¸} } Ëi e di partecipazione agli obiettivi comuni. Bisogna convincersi che
¡ « À ²u¡ ¸i¸¡ u } i i i ¡ la proprietà abbiano le competenze adeguate per processi di innovazione sempre più veloci. Oggi chi innova cresce, chi non innova esce. Chi è troppo piccolo per investire deve cercare alleati. Aggregarsi. Mettersi in rete. L'integrazione tra imprese e ² ²¸} i y} i ® u}®ui ² u¡ }® i i ²¸®iyi i}²¸®i «}® ¸®i² }® ®} ¡Æ ¡Æí y}Ï ®} } ²Å ¼««i®} ¼¡Å «®¡Ï «®¡ }²² ¡ i } u¡ «}¸} Ë} indispensabili per la modernizzazione. 1i ¡® iË ¡ } } öi ¸i ²«}u i ËËiË ¡ } ¡ui ¡ ¼ ®¼¡ ¡ ¡ yi } ¸i } per un cambio di prospettiva e una modernizzazione della governance. La ui®} Ëi y «®¡ }²² ¡ i ¸n ²«}u i ËËi¸} ®i««®}²} ¸ií i¸¸ í ¼ } } } ¸¡ y ¡®¸} y}t¡ }ËËi u } ² i }²¸i ²¡«®i¸¸¼¸¸¡ i² «i®¸ u¡ i® y ui t i } ¸¡ }
¸®i² ¡® iË ¡ }í u¡ } ¼} ¡ u } ²¸ i ¡ vivendo, quando visione e capacità di ¼ yi®} ö ¡ÅiË ¡ } y Å} ¸i ¡ i¸¸¡® decisivi. Il passaggio generazionale e la managerialità sono per Graded un obiettivo cruciale. Siamo impegnati ¡®¸} } ¸} } i ¸} }®} ui«¡ alla proprietà le scelte imprenditoriali e nell’individuare i manager giusti u¼ i Ïyi®} ²} ²¡ y ²² ¡ } } responsabilità. In Graded la terza generazione è presente nel CdA, in modo da assicurare elementi di u¡ ¸ ¼ ¸n } i ¡Å}® i u} i i®} ií «i®i } ¡í ²¸ i ¡ iu} y¡ u®}²u}®} i i }® }²¸}® i i i ií «®}«i®i¸ í «®¡ }¸¸} ¸ í i Ïyit í in grado di motivare il team e di ®i ¡®Ëi®} ²} ²¡ y i««i®¸} } Ëi } y partecipazione agli obiettivi comuni.
DIRIGENTI | TREND AREA GEOGRAFICA | 2018-2021 Nord
Centro 27.322
94.093 87.317
88.698
2018
2019
89.263
2020
24.957
25.051
2018
2019
2021
Sud e Isole 7.342
7.365
7.417
2018
2019
2020
25.314
2020
2021
8.967
2021
FONTE: DATI INPS
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una quota minima rispetto al resto d’Italia: i dirigenti del Mezzogiorno per il 2021, sono il 6,8%, quelli del Centro sono oltre il 20% e quelli del Nord oltre il 70%. E’ il caso dunque, e purtroppo, di parlare di una debolezza strutturale del tasso di manageria-
lità nel Mezzogiorno. La cosa è resa ancora più del Mezzogiorno, il settore vale poco meno di evidente se si osserva l’incidenza dirigenziale un terzo di tutte le posizioni dirigenziali. Una (numero di dirigenti dipendenti per 1.000 diconcentrazione più elevata si registra al Nord pendenti) che per il “Sistema Paese” si assesta (40,8%), mentre al Centro la densità dirigenzianel 2021 a 8,1, mentre nelle regioni del Mezle del manifatturiero si ferma al 26,3%. zogiorno per il 2021 è L’indice territoriale di L'INCIDENZA DIRIGENZIALE IN ITALIA pari a 2,3. managerialità elaboSI ATTESTA ALL'8,1 PER MILLE, MA Dall’analisi dei dati re- NEL MEZZOGIORNO C'È UNA DEBOLEZZA rato dall’Osservatorio lativi alla distribuzione 4.Manager restituisce STRUTTURALE: SI SCENDE AL 2,3 delle posizioni dirigeninsomma l’immagine ziali per settore di attività economica, emergono di un sistema produttivo manifatturiero che, dal ϐ punto di vista manageriale, è articolato in tre managerializzazione. grandi aree molto diverse: Risulta ad esempio che il settore Ateco «Atti• nel Nord-Ovest l’indice di managerialità nel vità manifatturiere» assorbe la quota rela2021 raggiunge un valore di oltre 43 punti tivamente più consistente di dirigenti in tutti centesimali superiore alla media nazionale ϐ Ǥ • i valori dell’indice nel Nord-Est e nel Centro
"La formazione dei dirigenti è cruciale"
come un acceleratore cruciale per lo sviluppo strutturale delle aziende, particolarmente nel M¼y &¸i iò Ri } «¡®¸i Ëi ² i « Ïui ¼
"D
al recente rapporto 4.Manager, ri-
Ritengo di sì, questi elementi sono coerenti
ambiente lavorativo sempre più attratto da
sulta chiaro che il divario di manage-
con le cause della bassa produttività, a pre-
approcci come il 'temporary management',
rializzazione tra il Sud e il Nord d'Italia è una
scindere dal nostro divario dal resto in Eu-
¡® } ¸i¸¡ i «®¡ }¸¸ t} y}Ï ¸ í } ö ®iu¸ ¡ i
questione multifattoriale. Oltre alle evidenti
ropa, ma che si registra anche nelle regioni
i i } } ¸öí ¡ui ËËi¸¡ ²¼ ²«}u Ïu «®¡u}²-
ragioni economiche, come la dimensione del-
del Sud e che dipendono dalla combinazione:
si aziendali. Queste strategie offrono alle PMI
le imprese e la specializzazione settoriale, ci
¡® iË ¡ }í ¸}u ¡ ¡ i } } Ïu } Ëi ¡«}®i¸ Åiò
la possibilità di avvalersi di expertise mana-
sono anche aspetti culturali e formativi che
Riguardo invece la resilienza che si cita nel
geriale di alta qualità, mantenendo però un
non possono essere trascurati”: lo rileva Luigi
rapporto, che ha mostrato durante il periodo
¡ }®} Ï i Ë i® ¡ u¡ ¸} ¼¸¡ò ¡ yi } ¸i }í
Severini, presidente Federmanager Calabria,
della pandemia una crescita delle imprese del
quindi, comunicare al mondo imprenditoriale
in quest’intervista a Economy. “Per esempio, il
Sud del +2,2% nel periodo 2018-2022, potreb-
che l'ascesa al successo aziendale è stretta-
rapporto sottolinea che circa il 75,2% delle im-
be suggerire che c'è un potenziale non ancora
mente legata all'investimento in competenze
prese nel Sud è di proprietà e gestione fami-
sfruttato. Quindi, direi che mentre le dimen-
avanzate. Questo potrebbe essere un passo
liare. Questo potrebbe indicare una tendenza
sioni delle imprese e le condizioni economiche
fondamentale per elevare il livello di mana-
culturale verso modelli imprenditoriali più
²¡ ¡ i¸¸¡® ² Ïui¸ Å í ¡ ²¡ ¡ ö ¸}®i ²¸¡-
gerialità nel Mezzogiorno, dove il tasso di di-
tradizionali, che potrebbero non incentivare
ria. Gli aspetti culturali e formativi giocano un
rigenti per 1.000 dipendenti è drasticamente
l'adozione di pratiche manageriali avanza-
ruolo altrettanto critico e meritano attenzione
più basso, come evidenziato dal rapporto
te. Inoltre, la questione del capitale umano è
nel tentativo di colmare questo gap.
4.Manager, rispetto alla media nazionale: 2,3
fondamentale. Le imprese guidate da individui
L’esperimento di qualche anno fa dei sussidi
a confronto di 8,1 nel 2021.
con un'istruzione superiore tendono ad esse-
agli export-manager era piaciuto, e l’attivi-
M«}u Ïui } ¸}í ² «¼¥ «¡¸ ËËi®} ¼ i ¡® i
re più innovative, soprattutto nell'adozione
smo delle associazioni che promuovono il
di incentivo vincolante – ispirato alla logica
di tecnologie digitali. Questo suggerisce che
temporary management è spesso coronato
delle quote rosa – che conduca con una “spin-
la formazione e l'educazione, soprattutto in
da qualche successo. Sono strumenti utili al
ta gentile” le imprese del Sud in particolare
termini di competenze manageriali, sono cru-
Sud?
ma non solo a rafforzarsi managerialmente?
ciali”,
Nella mia opinione, misure che promuovono
®}y¡ }® i } ¸} u } M¼y «¡²²i t} }Ï-
Questi elementi hanno a che vedere con la
i u¼ ¸¼®i i i }® i }í u¡ } Ï i Ë i } -
ciare enormemente dalla diversità e dal 'po-
bassa produttività?
ti destinati agli export-manager, agiscono
tere empatico' che le donne possono portare
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GESTIRE L'IMPRESA sono abbastanza simili (rispettivamente 82,9 e 87,5), anche se il Centro, rispetto al ʹͲͳͶǡ ° ǯ ϐ va un decremento dell’indice di managerialità • nel Mezzogiorno l’indice aumenta rispetto al 2014 (35,1 nel 2014 e 35,4 nel 2021), pur mantenendo un valore pari a un quarto di quello del Nord-Ovest. ϐ assunzioni di manager effettuate negli anni oggetto della ricerca? Dai dati Unioncamere-Excelsior sulle assunzioni effettuate nell’anno 2022 emerge che le assunzioni di dirigenti, per oltre la metà, hanno interessato le regioni del Nord (7.890 unità). Nelle regioni del Mezzogiorno il valore assoluto delle assunzioni non supera le 700 unità, con
un’incidenza pari a 0,6 dirigenti per ogni mille dipendenti. Con riferimento al solo macrosettore “Industria”, l’incidenza passa dal 7,2 per 1.000 nel Nord (3.090 assunzioni) all’1,3 per 1.000 nel Mezzogiorno (190 assunzioni). LE ASSUNZIONI DI MANAGER HANNO AVUTO UN'INCIDENZA DEL 7,2 PER MILLE AL NORD, MA SOLTANTO DELL'1,3 PER MILLE NEL MEZZOGIORNO
Dai dati estrapolati dalle principali piattaforme di networking professionale si sono poi misu Dz ϐ dz î Ǥ ϐ ǡ maggior numero di offerte di lavoro al Nord si evidenzia per Consulente aziendale, Business Analyst e Project Manager; al Centro, il maggior
numero di offerte di lavoro riguarda Business Analyst e Risorse umane; al Sud, il più alto nu ° ϐ Umane. Le principali competenze per le quali, nell’ultimo anno, si è assistito ad una maggiore crescita, ϐ ǡ ǣ Responsabilità sociale d’impresa, Miglioramento processi aziendali e Analisi dei dati. Seguono, con tassi di crescita minori, ma comun ϐ ǣ petenze analitiche, Approvvigionamento, Acquisti, Soddisfazione del cliente, Supporto tecnico, Miglioramento dei processi, Copywriting. Nel Mezzogiorno, in particolare, tra le competenze in crescita sono indicate anche: Vendita diretta, B2B e Lavoro di gruppo.
portanza cruciale della formazione continua. Ora, più che mai, la 'Digital Transformation' e la 'Environmental Sustainability Transformation' sono imperativi non solo per migliorare ö} Ïu } Ëi ¡«}®i¸ Åi i i u } «}® ® y¼®®} costi e promuovere una competitività soste-
LUIGI SEVERINI
IL SUD DISPONE DI RISORSE NATURALI STRAORDINARIE
nibile. Attraverso Fondirigenti, il Fondo interprofessionale per i dirigenti dell'industria, vengono già indirizzate delle risorse verso progetti che affrontano il miglioramento delle competenze dei nostri manager. Consideriamo l'idea di potenziare queste risorse con incentivi aggiuntivi. Mi riferisco, per
in posizioni di leadership. Questo è un tema
inclusione di genere nelle imprese, ma anche
esempio, ai capitali accumulati presso l'INPS
così cruciale che l'assemblea di Federmana-
fungere da catalizzatore per un cambiamen-
da numerose aziende che ancora non hanno
ger Calabria del 2 settembre scorso è stata
to più ampio verso una cultura aziendale più
aderito ai fondi interprofessionali, o all'impie-
dedicata proprio a 'Donne in Leadership'. Ma
equa e meritocratica. Trovare delle forme di
go di crediti d'imposta dedicati a programmi
questa non è solo una questione di genere;
u} ¸ ÅiË ¡ } ² Ïui¸ Å} «¡¸®}tt} ®i««®}-
¡® i¸ Å }²¸ ¸ yi } ¸ ¼i Ïui¸ ò H¼}²¸¡ «¡-
è anche una questione di meritocrazia e di
sentare quella 'spinta gentile' necessaria per
trebbe rappresentare un catalizzatore signi-
equità. In Europa, le statistiche mostrano che
rafforzare managerialmente le imprese, par-
Ïui¸ Å¡ «}® ui t i } ¸¡í ¼ u¡ u}¸¸¡ u }
le donne guadagnano in media il 13% in meno
ticolarmente nel Sud, ma idealmente in tutto il
tutte le aziende, soprattutto quelle situate nel
rispetto agli uomini per lo stesso lavoro. Il
Paese."
Sud, dovrebbero non solo considerare ma
Global Gender Gap Report del 2023 sottolinea
La questione direttamente connessa è quella
attivamente perseguire. Il Sud ha delle poten-
una realtà sconcertante: al ritmo attuale, ci
y} i ® ¼i ÏuiË ¡ } «®¡ }²² ¡ i } y} ®¼¡
zialità uniche: dispone di risorse umane capa-
vorranno quasi 170 anni per colmare que-
aziendali apicali: non è pensabile di struttu-
ci di realizzare visioni aziendali ambiziose e di
sto divario di genere. Per questo, la nuova
rare un sistema di formazione connessa alla
risorse naturali straordinarie. Sono sempre
u}®¸ ÏuiË ¡ } y «i® ¸n y } }®} } öiy¡Ë ¡ }
y¡«« i ¸®i ² Ë ¡ } } i }Å¡ i¸i ϲui } ¸}ó
stato incline a concentrarmi sui punti di forza
di una sorta di 'quote rosa manageriali' po-
Da decenni, sia a livello locale che nazionale,
piuttosto che sulle debolezze, e vedo enormi
trebbe non solo contribuire a una maggiore
Federmanager ha sempre riconosciuto l'im-
opportunità per il Sud in questo contesto."
47
I TALENTI SI ATTRAGGONO COL WELFARE Polizze sanitarie e pensionistiche integrative stanno diventando uno degli asset strategici per le aziende. Ecco ± ° ϐ ǡ di Riccardo Venturi I SERVIZI DI WELFARE AZIENDALE SONO SEMPRE PIÙ RICHIESTI DAI LAVORATORI, INCLUSE LE FIGURE PROFESSIONALI PIÙ AMBITE E DIFFICILI DA REPERIRE SUL MERCATO. ANCHE PER QUESTO SONO DIVENTATI UN ASSET STRATEGICO DELLE IMPRESE. ǡ ϐ ǡ ° ϐ a Praesidiumǡ Federmanager Assidaiǡ ǡ Ǥ Ǽ ° ǣ ǯ ǯ î ǣ ǯ° ǡ ǽ Aldo Cirilliǡ Ǥ Ǥ MagnaǤ ǯ ǯ Ǥ
Cirilli, quali sono le vostre politiche in tema di welfare aziendale? î ǡ ǡ ǡ ǡ Ǥ ǡ ǡ ǡ Ǥ ͷͲ ǡ
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ǡ ǡ Ǥ Ǥ LA COPERTURA ASSICURATIVA ± ǯ° INTEGRA LE SPESE MEDICHE COPERTE DAL FASI CON QUELLE COPERTE DA ASSIDAI ǯ ǯ Ǥ Ǥ ǯ î Come lavorate sul versante sanitario? ǡ ǯ ǡ ϐ ° ϐ ǯ Ǥ Ǥ Quali altri settori coprite con il supporto ǡ di Praesidium? ǡ Ƭ Ǧ Ƭ
ALDO CIRILLI, A.D. DI MAGNA
GESTIRE L'IMPRESA
ǡ ǡ ndr Ǧ ± ǯ ǡ ǡ ° Ǥ ± Ǥ ° ǡ ǡ Ǥ ǡ ° Ǥ
CI AUGURIAMO CHE LA SOGLIA DI DETASSAZIONE VENGA MANTENUTA IL PIÙ ALTA POSSIBILE PERCHÉ È UN AMBITO DI GRANDE INTERESSE
Dalla prospettiva di un’azienda come la vostra, le coperture e i servizi che sono previsti dai contratti nazionali non sono più sufficienti, e quindi il welfare aziendale sta assumendo un ruolo crescente, di integrazione necessaria? ¿ǡ Ǥ ǯ ° ǡ ° Ǥ ° î ϐ ǯ î Ǥ ANCHE IN ITALIA COMINCIANO A ESSERE RICHIESTE POLIZZE PENSIONISTICHE INTEGRATIVE
In questo periodo si parla molto della difficoltà incontrate dalle aziende nel reperimento delle figure professionali di cui hanno bisogno. Il welfare aziendale è richiesto anche dai lavoratori più contesi? ϐ ϐ ϐ Ǥ ϐ ° î ǯ ǣ ϐ ǯ ǡ ǡ î ° Ǥ Come avete reagito a questa criticità? Ǥ ǯ ǣ î ǡ Ǥ °
ǡ Ǥ La domanda più frequente riguarda gli aspetti sanitari o ce ne sono anche altri richiesti che state sviluppando? î ǡ ǡ Ǥ ǡ Ǥ ǯ ° ǡ ° ¿Ǥ ǡ Ǥ Ci sono altri servizi di welfare aziendale per i vostri dipendenti? ǡ ǡ ° Ǥ ǯ ǡ Ǥ Ci sono dei limiti di legge che ritenete auspicabile superare? ° Ǥ ǡ Ǥ î ǡ ± ° Ǥ
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> OSSERVATORIO NAZIONALE DOMORENTAL
Energy Transition e Agritech, il noleggio operativo è il volano della sostenibilità
D
ue megatrend, oltremodo strategici e interconnessi tra di loro, l’Energy Transition e l’Agritech, sono oggetto del nuovo Focus del primo Osservatorio nazionale sul noleggio operativo – che Economy pubblica in anteprima - realizzato
da Domorentalǡ ϐ settore. L’Energy Transition è un settore vastissimo che va dalla sostituzione delle energie combustibili fossili con quelle rinnovabili ȋ ǡ Ȍ ǯ ϐ energetica edilizia, dai trasporti sostenibili
alle tecnologie di stoccaggio dell’energia alla promozione dell’energia distribuita. L’ Agritech, il cui valore di mercato in Italia è cresciuto negli ultimi cinque anni del 1.500%, passando da 100 milioni a 1,6 miliardi di euro, è un altro protagonista di tale rivoluzione. Gli eventi estremi hanno un impatto sempre più drammatico sull’agricoltura, di qui la nascita di aziende specializzate nel fornire soluzioni di precision farming, droni per il monitoraggio delle colture, la gestione dei dati, l’applicazio ǯ ϐ ǡ ǯ delle operazioni agricole e la digitalizzazione ϐ Ǥ
ENERGY TRANSITION rapido alla redditività degli asset grazie al noleggio sono superiori e quindi vantaggiosi rispetto ai costi delle operazioni di noleggio operativo, “indubbiamente” per il 40%, per il restante “molto spesso, ma dipende da caso a caso”. Il 90% intende ricorrere al ϐ attività nei prossimi cinque anni, mentre il ͳͲΨ ϐ cario. Negli ultimi tre anni, gli esiti delle ri ϐ stati positivi per più del 50% nel 30% dei casi, nel 70% invece per la totalità.
Quale è la durata media ideale per un'operazione di noleggio operativo a suo parere?
48 mesi 20%
0% esi 1 12 m
Il focus dell’Osservatorio sul noleggio operativo di Domorental sull’Energy Transition interessa una sfera trasversale di aziende (energie rinnovabili, fotovoltaico, cogenerazione, climatizzazione, solare termico, pompe di calore, caldaie, domotica, ESCo/ multiutility). Nel paniere delle attività prevalgono i servizi di installazione e manutenzione (44% del totale), seguiti a distanza da commercio (14%), manifattura (11%), produzione di energia (7%) e servizi di consulenza, collaudo e monitoraggio (7%). Secon ǡ ϐ
24 mesi 40%
36 mesi 30% 60 mesi 0%
Conosce la differenza tra noleggio operativo e leasing finanziario?
Per quale finalità la sua azienda utilizza o vorrebbe utilizzare il noleggio operativo?
NO 0% IN PARTE 20%
SI 80%
Integrazione dei propri asset Spese non ricorrenti, investimenti strardinari
Espansione del proprio business
20%
30%
20% 30%
Spese ricorrenti per asset funzionali
CORPORATE PUBLISHING
AGRITECH Oltre il 60% delle aziende agricole italiane adotta almeno una soluzione di agricoltura 4.0: dai droni ai robot, dai sensori ai Gps, dalle piattaforme satellitari all’IoT, si sono attrezzate per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, impattare meno sull’ambiente, aumentando la produttività e cercando di contenere i costi. Tra le soluzioni più utilizzate c’è l’informatizzazione dell’azienda attraverso software di gestione, sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature, servizi di mappatura e di coltivazioni, sistemi di monitoraggio e supporto alle decisioni. Per
ʹͲΨ ǡ ϐ aver accesso rapido alla redditività degli asset grazie al noleggio sono superiori rispetto ai costi delle operazioni di noleggio operativo, l’80% invece risponde “molto spesso, ma dipende da caso a caso”. L’80% intende ϐ la propria attività nei prossimi cinque anni, ʹͲΨ ϐ mento bancario. Negli ultimi tre anni, gli esiti ϐ da parte dell’azienda sono stati positivi per più del 50% per il 20%, mentre sono stati positivi per la totalità per l’80%.
Per quale finalità la sua azienda utilizza o vorrebbe utilizzare il noleggio operativo?
Quale è la durata media ideale per un'operazione di noleggio operativo a suo parere?
Sp ric ese pe orre fun r ass nti 20 zion et % ali
Espansione del proprio business 60%
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Spese non ricorrenti, investimenti straordinari 0%
Non so rispondere 20% 36 mesi 20%
24 mesi 60%
48 mesi 0% 12 mesi 0%
IL CAMPIONE DI RIFERIMENTO La prima edizione dell’Osservatorio Domorental “Il noleggio operativo come modello vincente per il tessuto produttivo delle Pmi italiane” è stata condotta nel corso del 2023 su circa ØÝ× iË } y}ò ®ui Ø×į y} ¸¡¸i } che hanno risposto al questionario fanno parte del settore Energy Transition. Di queste, il 43% nel 2022 fatturava da 500mila a 1 milione, il 25% circa da 1 milione a 3 milioni, il 9% circa da 10 milioni a 50 milioni. ®ui ¼ i ¸®¡ Ø×į y} } iË } y}
invece fanno riferimento all’Agritech. Di queste, il 38% nel 2022 fatturava da 500mila a 1 milione, il 13% da 3 milioni a 10 milioni, un altro 13% dai 10 milioni a 50 milioni. Il 36% non risponde. Quanto alle regioni dove hanno sede, spicca la Lombardia (28,5% nell’Energy Transition e 44% nell’Agritech). La Liguria (14,3%) e la Toscana (14,3%) ottengono il secondo e il terzo posto nell’Energy Transition, il Lazio invece il secondo (12,5%) nell’ Agritech.
L’OPINIONE DEL CEO «La sostenibilità – afferma Claudio Mombelli, Ceo di Domorental (nella foto) - è la nuova rivoluzione ineluttabile. Energy Transition e Agritech sono due dei protagonisti primari di tale cambiamento. Il nostro Osservatorio dimostra che il noleggio operativo consente alle aziende di essere updated, non solo trasformando gli asset in canoni che non pesano sul bilancio e liberano capitale circolante, ma rendendo i macchinari e gli impianti “servitizzati”, sia controllandoli da remoto grazie alle nuove tecnologie (come Domorental utilizziamo un sistema IoT di remote control) sia usufruendo di un ecosistema di servizi erogati da terzi e pagati attraverso microcanoni: dall’ assicurazione, alla fornitura degli accessori e dei ricambi ai criteri appunto della sostenibilità». «La sostenibilità – approfondisce Mombelli - è strettamente legata alla servitizzazione, anzi oggi ne è forse il fattore più importante, quello che accomuna i megatrend economici. Un impianto “servitizzato” ha la massima } Ïu } Ëií u¡ ²¼ i } ¡ } y¼®i « À a lungo. Vorrei ricordare che l’80% delle aziende con cui collaboriamo y¡¸i¸¡ y u}®¸ ÏuiË ¡ } i®t¡ i u} í ®i¸¼ ¸i } y y¼®i¸i illimitata, che rilasciamo, in concorso con Upgreene, congiuntamente al servizio di noleggio operativo e che ®i««®}²} ¸i i u¡ «} ²iË ¡ } y <2 in un determinato periodo di tempo «}® ¸¼¸¸i i Ï }®i y ¼ «®¡y¡¸¸¡ ¡ di un intero processo produttivo, assecondando lo scope 3, la parte della Direttiva UE 95/2014, che prevede il monitoraggio dell’impronta carbonica associata a produzione esternalizzata e/o a contratto».
COVERSTORY Il Presidente risponde Tutto quello che volevi sapere sulla previdenza complementare e non hai mai osato chiedere. A cura di Giuseppe Straniero, numero uno di Previndai
Attenzione ai contributi non dedotti Una delle agevolazioni della previdenza complementare è la deduzione dal reddito di quanto versato. Ma se si va oltre il tetto prestabilito (5.164 o 7.700 euro) bisogna ricordarsi di comunicare al Fondo le somme eccedenti
“S
i può avere qualche informazione sui contributi non dedotti? In particolare, i vantaggi fiscali e il sistema di calcolo?” Ecco una domanda che ci viene rivolta di frequente. Partiamo dal principio: tra i vantaggi dell’adesione alla previdenza complementare c’è la possibilità di dedurre dal reddito i contributi versati al fondo pensione dall’iscritto e anche quelli versati per lui dall’azienda (ma non il Tfr). Il che permette di apprezzare i benefici della previdenza complementare ogni mese in busta paga, perché la deduzione viene applicata direttamente dal datore di lavoro. C’è una soglia massima di deducibilità, che è di 5.164 euro annui ma per i giovani lavoratori (che GIUSEPPE STRANIERO abbiano iniziato a lavorare dal 1° gennaio 2007) questa cifra può diventare più alta, fino a 7.700 euro. È possibile beneficiare di questo tetto più elevato se nei primi cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare si è portata in deduzione una cifra inferiore ai 5.164 euro l’anno: una condizione piuttosto frequente, perché solitamente a inizio carriera le retribuzioni non sono elevatissime. In questo caso, quanto non dedotto nel primo quinquennio garantisce nei 20 anni successivi un’extra-deducibilità, che porta i contributi che è possibile scalare dal reddito imponibile fino a 7.700 euro l’anno. Fatta questa premessa è ora più semplice comprendere cosa sono i contributi non dedotti: sono tutti i contributi versati oltre la soglia dei 5.164 o dei 7.700 euro l’anno. Anche per i contributi non dedotti è possibile evitare un eccessivo peso del fisco, purché ci ricordiamo di comunicarne l’importo al nostro fondo pensione entro il 31 dicembre di ogni anno, così le somme non saranno tassate nel momento in cui si richiederà una prestazione, evitando una doppia tassazione dell’importo. Ma come si possono ‘calcolare’ i contributi non dedotti e quindi sapere quale cifra comunicare al Fondo? Il dato si trova nella Certificazione Unica, che ogni anno viene rilasciata dal datore di lavoro, nella casella 413 della sezione Previdenza complementare. Per i contributi volontari, quelli che non sono versati tramite il datore di lavoro, è possibile individuare il dato nell’apposita voce del 730 dedicata appunto alla previdenza complementare (nella sezione Spese e oneri per i quali spetta la deduzione dal reddito comples-
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sivo). Per facilitare la comunicazione degli importi non dedotti, Previndai ha previsto per tutti i suoi iscritti una procedura online, accessibile dalla propria Area Riservata in qualsiasi momento dell’anno. Ma che cosa accade se finora non si sono mai dichiarati i contributi non dedotti? Beh, con Previndai è possibile comunicare anche quelli degli anni precedenti, purché non si sia già richiesta la propria pensione di scorta. È poi bene sapere come comportarsi qualora si abbiano dei familiari fiscalmente a carico iscritti al fondo pensione. Si tratta di un’opzione che io caldeggio sempre molto, perché consente di aprire un salvadanaio previdenziale per i propri figli (o per il coniuge) anche in età molto giovane, lasciando loro questo regalo per quando saranno adulti. A quel punto potranno, se lo vorranno, continuare a versare autonomamente a Previndai, costruendo il loro futuro previdenziale, anche se avranno lavori autonomi o discontinui. Se si è avuta la lungimiranza di iscrivere uno o più familiari a carico e questi non possiedono reddito, oppure se il loro reddito non è sufficiente per dedurre tutto quello che è stato versato, è il dirigente a poter beneficiare della deduzione fiscale. Nel caso in cui già si ecceda il tetto massimo di deducibilità, però, bisognerà ricordarsi di comunicare anche i contributi versati per i familiari, perché così non verranno tassati. In questo modo si farà un doppio regalo, perché non solo si verseranno loro i contributi ma si ‘alleggerirà’ anche la tassazione sul salvadanaio previdenziale. Infine, una nota di attualità. Tra le norme sulla previdenza complementare che potrebbero rientrare nella prossima legge di Bilancio, secondo indiscrezioni, potrebbe esserci anche l’innalzamento del limite di deducibilità fiscale dei contributi. Bisognerà aspettare ancora qualche settimana per vedere se questa indiscrezione si concretizzerà, ma di certo un adeguamento è auspicabile e atteso da tempo!
Vuoi inviare una domanda?
scrivi a chiediaprevindai@previndai.it Non inviare altri tipi richieste a questa casella perché non è abilitata alle risposte
Sicurezza di stampa in azienda
I
n un mondo sempre più connesso, i professionisti IT sono perfettamente consapevoli che le reti aziendali sono soggette a una serie di minacce informatiche. Che si tratti di perdere informazioni preziose a causa di un attacco ransomware o di esfiltrazioni di dati per vendere informazioni di clienti o proprietà intellettuale sul dark web, le conseguenze possono essere catastrofiche, sia a livello di reputazione sia operativo. Il rapporto Global Print Security Landscape 2022 di Quocirca rivela che la stampa domestica sta creando nuovi problemi di sicurezza e che le PMI hanno difficoltà a tenere il passo con le sfide legate alla sicurezza di stampa, che portano a una maggiore incidenza di perdite di dati legate alla stampa. Inoltre, sempre secondo la ricerca di Quocirca, la sicurezza legata alle stampanti non risulta essere un punto fondamentale per tutti gli IT Decision Makers (ITDM). È infatti emerso che per gli ITDM le stampanti domestiche sono al quinto posto tra i potenziali rischi per la sicurezza. Ciò suggerisce una mancata percezione delle vulnerabilità di sicurezza relative alle stampanti, che rimangono un endpoint cruciale nell’ambiente IT. Eppure, negli ultimi 12 mesi oltre due terzi (68%) delle PMI ha dichiarato di aver subito perdite di dati a causa di politiche di stampa non sicure. Il costo medio per violazione è stato di € 717.000. Tali perdite finanziarie sono abbastanza gravi da gestire per le imprese, ma indicano anche molti altri impatti negativi, come la perdita di continuità aziendale e l’interruzione dell’attività dopo la violazione. I pericoli sono molteplici. La perdita o la diffusione non autorizzata di un singolo documento cartaceo riservato può di per sé essere catastrofica. Nell’ottobre 2022,
i ricercatori di Cybernews hanno affermato di aver hackerato 28.000 stampanti non protette per evidenziarne i pericoli. Hanno usato il “controllo” di quei dispositivi per stampare una breve guida alla sicurezza della stampante. Come hanno sottolineato, anche eventuali hacker o malintenzionati avrebbero potuto accedere a documenti riservati conservati nella memoria della stampante ed esfiltrarli. Oppure avrebbero potuto utilizzare i dispositivi compromessi come punto di partenza per ulteriori intrusioni nelle reti aziendali. O, ancora, utilizzarli per attacchi DDoS, spamming o mining di criptovalute. L’implementazione di un approccio di sicurezza a 3 livelli è fondamentale per proteggere la rete, i dispositivi e i documenti aziendali. Questo approccio prende in considerazione l’intera rete (documenti, dispositivi e reti) compresi i dispositivi perimetrali (firewall, router, server Web, reti e dispositivi con accesso pubblico), gli endpoint come le workstation connesse alla rete - inclusi i telefoni cellulari - per creare un piano efficace per la gestione della sicurezza. In generale, le buone pratiche di sicurezza della rete sono essenziali. Monitorare il traffico insolito in entrata, in uscita e attraverso la rete è indispensabile per individuare schemi insoliti. E per quanto riguarda i dispositivi stessi? Vale la pena ricordare che
https://www.brother. it/business-solutions/ sicurezza
Scopri le soluzioni Brother: www.brother.it
i dispositivi più vecchi potrebbero avere un firmware non sicuro e difficile da aggiornare, il che li rende più vulnerabili agli attacchi hacker. I dispositivi moderni dovrebbero fornire funzionalità di sicurezza avanzate, come la gestione delle porte e la crittografia dei documenti, che hanno lo scopo di bloccare gli hacker. La protezione tramite password e la tecnologia di autenticazione garantiranno che solo gli utenti legittimi possano stampare e accedere ai documenti. Ma è compito delle singole aziende implementare correttamente queste funzionalità. Utilizzando un PIN o una card NFC i dipendenti potranno stampare i documenti con la massima sicurezza garantendo il controllo da remoto e il ritiro soltanto quando l’utente è in grado di autenticarsi sul dispositivo. Tutto questo sarà più facile da gestire se si adotta un servizio di stampa gestita, che permette di monitorare tutte le stampanti collegate in rete e applicare e monitorare le policy di sicurezza e i flussi di lavoro per ogni singolo dispositivo. Affidarsi ad un partner di servizi di stampa gestita è fondamentale per valutare il livello di sicurezza all’interno della tua azienda e per gestire le tue operazioni di stampa in modo più efficiente. Quocirca ha rilevato che le aziende che si sono affidate ai fornitori di servizi di stampa gestita hanno una maggiore consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza.
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5ū B<B;) )O B5 O L OX 5 X]B X OO)XBO)B ) O)")]X)Ł LOB 5 ; O)SBOS #Ãvç v©©v °¶ÇÍÃv Í °¶©¶ v gvÇÍ Í¶ ¯ v©ÇŁ à ÒÀ à v¯¶ à ÒÍ °¶° à ©v © ş Ç °çv ÃÒ vé ¶ °Û vé ° Ç và v ş © ¶°Û ÃÍ v¯¶ ° ©©ū © ¯ °Í¶ v©©v vÇ Àö ¶ÍÍ và ÒÃv°Í v vÇÇv ¯Àö°Ív và ¶° vŁ ¶¯ ©ū ö °¶Ł © ¯ Ív°¶©¶ ©ū Ív°¶©¶ŀ <¶° v ¯ ÇÇ ¶° °¶ Û ÀÒº à ÒÃà °¶ v© ăúƛ ÂÒ ©© BüŁ Ç ÃÒÍÍv° ¶ v© ¯ © ¶ © à ǶÃÇ Ł Û Ív° ¶ ©ūÒǶ ¶°Í ¶ÇÇ © Ł ¯ ° ¯ ççv° ¶ © Ç vÃÍ Ûv©¶Ã ççv° ¶ © vÀ Ív© Ò¯v°¶ ° Í Ãà Ͷà ŀ gvÇÍ Í¶ ¯ v©Çł Ò°ū¶ÀÀ¶ÃÍÒ° Í{ À à ©ūv¯ °Í Ł À à © ©v۶ö À à © °¶ÇÍö ¶¯v° ŀ
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f)S)X )5 <BSXOB SX < B;B< B āşûú <¶Û ¯ Ã O ¯ ° 'v©© ûŁ ÇÍv° ûýý
& CISUSTA RCU INA LAR BILIT ECO Y NOM Y
LA SCHIAVITÙ DEL RATING
Solicited (quindi a richiesta) o (più spesso) unsolicited, la valutazione Esg da parte delle agenzie di rating sta diventando l'impegno principale dei sustainability manager. Una situazione che rischia di sfuggire di mano...
$ 1.164 mld mercato dell'impact investing
$ 877 mld valore delle obbligazioni Gsss
+600 agenzie di rating
Esg
2 l 202
ne
12,9% rendimento azionario medio delle imprese con RATING ESG ALTO
azionario 8,6% rendimento medio delle imprese con RATING ESG BASSO
7%
aziende europee con rating ESG BASSO
europee 1/3 aziende LEADER nei rating Esg fonte: Elaborazione Economy su dati Global Investing Network, Kroll, Esg European Institute, Amundi, Ifc
di Marina Marinetti
gni mattina, come sorge il sole, un 2022, stando al Global Impact Investing sustainability manager si sveglia e Network, ha già raggiunto la cifra astronosa che dovrà compilare una monmica di 1.164 miliardi di dollari. E l'ambientagna di moduli per aggiudicarsi il miglior talismo non c'entra: è tutta una questione rating Esg possibile. di rendimenti azioSECONDO L’ESG EUROPEAN INSTITUTE Se non lo farà, non nari. A livello globale, GIÀ NEL 2018 POTEVANO CONTARSI morirà di fame come quelli delle aziende PIÙ DI 600 AGENZIE DI RATING ESG il leone cui tocca incon i rating Esg miA LIVELLO GLOBALE seguire la gazzella, gliori, secondo Kroll ma la sua azienda in mediamente si atteun certo senso sì. Averlo (il rating Esg) è stano al 12,9%, contro l'8,6% delle imprese importante non solo per una questione di con rating Esg più bassi. E anche se in Eurotrasparenza e reputazione: in ballo c'è pa le percentuali sono leggermente inferio ϐ ̵ ǡ ri, rispettivamente il 10% e il 7%, il succo cato, quello dell'impact investing, che nel della faccenda non cambia: le aziende con
O
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rating Esg migliori ottengono ritorni degli nuovo metodo di valutazione degli Esg. investimenti superiori ai loro concorrenti Il problema non è tanto scegliere, ma vecon rating inferiori. nire scelti. Nel senso di essere messi nel Fin qui tutto bene. Il problema sorge allormirino da qualche soggetto che propone quando tocca decidere a quale agenzia di di assegnare un rating Esg e che quindi in ϐ Ǥ via un questionario da compilare. «Meglio ogle. In ordine di comparizione (e quindi non declinare l'invito, perché si rischia di dai link sponsorizzati) ci sono l'analisi Esg vedersi assegnare un rating basso», spiedi Tecnosrl, l'attestato di Cribis, l'audit tool ga a Economy Ida Schillaci, sustainability di Cikis Studio, ma anche l'Msci Esg Ratinmanager di Colmar dopo esserlo stato di gs, il Sustainalytics Yamamay e di EsseMEGLIO NON DECLINARE L'INVITO di Morningstar, il lunga. «Da una parDI UN'AGENZIA A COMPILARE ϐ del Lonte, venire sottoposti MODULI, PERCHÉ SI RISCHIA L'ASSEGNAZIONE DI UN RATING BASSO don Stock Exchana questi questionari ge Group, Standard ha valore, perché a Ethics, la piattaforma Open-es, EcoVadis... breve uscirà la Corporate Sustainability Un recente studio dell’Esg European Instidue diligence Directive (Csddd), che imtute ha evidenziato che già nel 2018 poteporrà il controllo della catena di fornitura e vano contarsi più di 600 agenzie di rating quindi tutti ci stiamo impegnando a monitoEsg a livello globale. E adesso la situazione è rarla, ma dall'altra è un notevole impiego di fuori controllo: nel libero mercato della contempo e di denaro che rischia di sottrrarre sulenza, non manca giorno che nasca una risorse preziose ai concreti progetti di sonuova piattaforma, un nuovo strumento, un stenibilità delle imprese». Schillaci richia-
IDA SCHILLACI, SUSTAINABILITY MANAGER DI COLMAR
Agenzia che vai, metodo che trovi: così chi investe la valutazione se la fa da sé
normativi per quanto concerne algoritmi, metriche, fonti di dati o risultati. Ogni provider ha di fatto una propria scatola nera, che distilla enormi quan-
M
tità di dati in un unico rating a se ottenere un buon
che se i provider continuano
dicono, non su ciò che fanno.
per ciascuna azienda. Il risul-
rating Esg è fondamen-
a perfezionare i loro modelli e
Inoltre, i provider di rating Esg
tato è che i rating Esg possono
¸i } «}® ¼ i ¼}²¸ ¡ } y Ï i -
ad elaborare maggiori quan-
fanno ampio ricorso a stru-
variare enormemente da un
ziabilità, cosa ne pensano gli
tità di dati, i rating rimangono
menti automatici che estrag-
fornitore all’altro: mentre i ra-
investitori? «I rating ambienta-
imperfetti e forniscono solo
gono dati dai siti web (”web
ting creditizi presentano un’e-
li, sociali e di governance (Esg)
una soluzione parziale. Oggi, i
scraping”). Queste informazio-
levata correlazione positiva di
sono uno strumento molto dif-
rating Esg di terzi offrono un’i-
ni potrebbero non essere del
0,9, quella dei rating Esg è in-
¼²¡ «}® y} ¸ Ïui®} } «®}²}
stantanea del passato e non
¸¼¸¸¡ i Ïyit ¡ }²²}®} «}®² ¡
feriore a 0,5.»
u } ²¡yy ² i ¡ u® ¸}® ²«}u Ïu
® Ð}¸¸¡ ¡ «¡¸} Ë i } y -
inserite dalle aziende insieme
È anche una questione di di-
nell’ambito degli investimenti
glioramento di un’impresa né
a parole chiave che sono facil-
mensioni: «Le grandi imprese
responsabili», spiega a Eco-
la sua vulnerabilità a possibili
mente riconosciute dai bot di
che possono permettersi di
nomy Jeremy Taylor, Portfolio
rischi futuri. Queste valutazio-
ricerca». Non solo: «La coper-
raccogliere e tradurre tutti
Manager Value Equities di Al-
ni attingono in parte a infor-
tura dei servizi di rating varia
i dati necessari per ottenere
i u} }® ²¸} ò
Ą1öi Ïyit -
iË ¡ ¡ Ï i Ë i® } ¡® ¸}
in termini di asset class, criteri,
un rating tendono a ricevere
lità dei punteggi Esg di terzi,
dall’impresa, per cui i punteggi
rigore e risultati. Non vi sono al
punteggi più elevati», prosegue
tuttavia, è solo apparente: an-
si basano su ciò che le aziende
momento standard settoriali o
Taylor. «Le aziende più piccole,
56
SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY ma alla memoria l'esperienza in Esselunga: «Quando vi venne proposto di rispondere al questionario del Climate project disclosure (Cdp), motivandolo con l'interesse di 600 investitori, dato che l'azienda all'epoca non era quotata non venne ritenuto una priorità e dunque declinammo l'invito. Ci venne assegnata una F, il punteggio più basso». È la policy del Cdp: le aziende a cui viene richiesto di divulgare i propri dati e che non lo fanno riceveranno una F. «Ovviamente l'anno successivo partecipammo: nel 2021 a Esselunga venne assegnata una B e nel 2022 un A-». Farsi valutare non è certo gratuito: «Il primo anno di solito lo è, ma dal secondo in poi si paga». Nel caso del Cdp, per esempio, la quota base si aggira intorno ai 2.500 euro, che lievitano attivando servizi aggiuntivi come quello per l'analisi del benchmark o il supporto per le domande e risposte. «Anche il Corporate sustainability assessment di Standard & Poors inizia gratuita-
mente il primo anno e diventa a pagamento all'invito alla compilazione dei questionari ǽǡ ϐ ǣ Ǽ - ne ha valutate oltre 100 mila. «Con EcoVaselunga ci è capitato di avere un punteg ϐ gio alto nel Cdp ma bassissimo del Csa di nitori che vuole inserire nella valutazione». S&P. I questionari non sono standardizzati Si va da un minimo di 379 euro l'anno per e dunque non è detto che la performance una piccola impresa a oltre 17 mila per un dell'azienda venga riconosciuta da tutte le piano triennale di una grande azienda. «Inorganizzazioni». vece in Synesgy, del gruppo Crif, la valutaQuel che è certo è ϐ ° LA CORPORATE SUSTAINABILITY che per riuscire ad gratuita, ma a pagare DUE DILIGENCE DIRECTIVE ottenere un buon sono i fornitori. ParaIMPORRÀ IL CONTROLLO DELLA CATENA DI FORNITURA punteggio si resta dossalmente, un conincastrati in un mecfezionista di giacconi canismo che occorre portare avanti anno ϐ ǡ dopo anno. E costo dopo costo. Con la Csrd, ma anche in quella di altri player, dovrebbe ϐ compilare, pagando, più questionari pena il ϐ ǡ î rischio venir escluso dalla ϐ nel proscato. E più oneroso. «Una delle valutazioni simo futuro. Si tratta spesso di piccole im î ϐ ° ǡ ¿ ϐ EcoVadis», spiega Schillaci: ha già esaminaad anticipare la spesa. E senza contare il to 1,6 milioni di aziende in 175 Paesi e più dispendio di tempo: non è detto che sia così di 200 settori diversi. E - per dare la misura facile ricostruire le evidenze e raccogliere di quante imprese aderiscano mediamente ϐ ǽǤ
che hanno risorse più limitate,
altamente analitico e consente
notizie di stampa, relazioni ela-
Università Cattolica del Sacro
potrebbero invece essere pe-
di raggiungere un alto livello di
borate da Ong e attività dirette
Cuore,si basa su una due dili-
nalizzate. Inoltre, nei mercati
®i ¼ i® ¸n y Ïu } ¸} ¡¸¸}-
di engagement». Anche Riello
gence, che prevede una map-
dove molte imprese non sono
nibile attraverso i tradizionali
Investimenti Sgr segue la stes-
patura dei rischi e delle oppor-
quotate in Borsa, i dati posso-
rating Esg. La nostra analisi
sa linea e gestisce il fondo di
tunità di natura Esg, fondate
no essere molto meno traspa-
u¡®«¡®i i ¸®}² ²«}u Ïu }
private equity Italian Strategy
sulle risposte a un questiona-
renti rispetto a quelli riguar-
metriche di rischio legate ai
(120 milioni di euro) e quello
rio e successivi colloqui di ap-
danti le società quotate, e la
fattori ESG, tiene conto degli
di private debt Impresa Italia
profondimento con l’azienda»
copertura dei fornitori di dati
input ricevuti dal Comitato
II (75 milioni) integrando una
conferma
Esg è spesso inesistente».
Etico, ed è corroborata anche
metodologia proprietaria di
Federica Loconsolo, responsa-
Sarà per questo che c'è chi fa
da un costante monitoraggio
screening e valutazione Esg:
bile Business Development ed
da sé: «La selezione dei titoli
degli emittenti. Per questo ci
«Il modello sviluppato con il
Esg di Riello Investimenti Sgr.
rappresenta l'essenza del no-
i Ïy i ¡ i Åi® } ti u } yi¸ í
²¼««¡®¸¡ ²u } ¸ Ïu¡ y ¸ ² Ă
«In funzione di quanto emerge,
stro lavoro», conferma Francesca Colombo, Head of Esg
Credit by JHVEPhoto - stock.adobe.com
vengono individuati gli spazi di miglioramento su cui inter-
Analysis and Research di Eti-
venire attraverso l’attività di
ca Sgr, «è frutto di uno scree-
Engagement, che nel caso del
ning approfondito che mira a
fondo private debt consiste in
valutare la sostenibilità degli
una sorta di “moral suasion”
emittenti da un punto di vista
²¼ i i } } ¸ i Ï u ~ -
ambientale, sociale e di gover-
traprenda le necessarie misu-
nance. Il nostro approccio è
re di rimozione dei rischi Esg».
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SIAMO CERTI CHE IL DIGITALE SIA SOSTENIBILE? ǡ ϐ ǡ ǡ ǣ Ǥ Ǥ ¿ di Cinzia Ficco
S
i fa presto a dire “sostenibile”, ma spesso dietro quella parola eterea che è “digitale“, si nascondono tranelli e comportamenti ad impatto negativo su ambiente, società ed economia. Un po' come un ipermercato che si dica sostenibile, ma lasciando aperti per ore i suoi refrigeratori. O agli Nft (la tecnologia utile ad acquistare un’opera digitale) che, con l’attività di ϐ ǡ sioni pari a 16 milioni di tonnellate di car ǡ ǯ di 2.048 case. E ancora. Sapevate, per esem ǡ ǡ sostenibili solo perché in modo volontario piantano alberi o fanno investimenti sulle rinnovabili, ricorrono spesso allo streaming ed un’ora di streaming la settimana consuma quanto due frigoriferi sempre accesi? O che i costi energetici complessivi delle cinque BigTech sono comparabili con i consumi di Paesi come l’Ungheria? Ǽ Ȃ Tiziana Catarci, direttrice del Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale alla Sapienza Università di Roma Ȃ î ǡ
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nibile (Sdg) di Agenda 2030. La Uni/PdR avere cittadine e cittadini consapevoli. Serve ͳͶǣʹͲʹ͵ Ǧ dei diciassette Sustainable Development Gola trasmissione televisiva Non è mai troppo als di Agenda2030 e consta, appunto, di 58 tardi negli anni 60, ndr -, del digitale». indicatori applicabili a tutte le fasi del ciclo ǯ Fondazione per la ǣ ǯ ǡ ϐ Sostenibilità Digitale che ha attivato una ǡ ǯ Ǥ Ǧ indicatori possono essere aggregati e valutaGruppo Eht - disponibile sul suo sito (htti per rappresentare quanto il progetto imtps://sostenibilitadigitale.it) e aperta a tutte plementi il digitale nel rispetto dei criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientavato. Un aiuto per ora gratuito agli imprenle di Agenda2030 e, allo stesso tempo, lo usi ditori che devono avviare un processo di come strumento per perseguirli al meglio. Ǥ ǡ Gli indicatori proposti nascono da un’analisi ϐ nei differenti ambiti per le imprese. UN'ORA DI STREAMING (architetture, infra ALLA SETTIMANA CONSUMA strutture e applicaprima ha elaborato QUANTO DUE FRIGORIFERI zioniȌ la prassi di riferiLASCIATI SEMPRE ACCESI mento Uni, il primo ǡ documento sviluppato a livello europeo digitale. La prassi è stata redatta da Fonda Ǥ Ǽ ǯ Ȃ ǡ Enel, fa sapere il presidente Stefano Epifani - ci Aci Informatica, Cisco, Blu Digit – Italgas, ͷͺ ȋ Ȍ MM. «La sostenibilità - afferma Giuseppe Rossi, Presidente Uni - va declinata in tutti i suoi digitale con gli Obiettivi di Sviluppo Soste-
SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY ǡ ± ǯ rende necessaria l’analisi puntuale dei loro Ǥ ǡ dando un contributo al perseguimento degli obiettivi Onu 2030 e quindi è ben lieta Ȃ Ǧ stakeholder”. Ǽ gitale - spiega Salvatore Marras, coordinatore del progetto. siamo ben consapevoli di quale impatto abbiano i processi di trasfor ǡ ǡ ± î ǡ ǯ di dati e algoritmi per misurare le loro pre ǽǤ Ǽ ǯ ϐ - aggiunge Marco Barra Caracciolo, Presidente e Ceo di Bludigit, società IT del Gruppo Italgas - i big data, l’IoT e altre piattafor ϐ ϐ stema produttivo ma, proprio per questo, è
non debba essere considerata una commofondamentale considerare l’impatto di que dity a cui si accede in modo inconsapevole, ma una tecnologia che richiede consapevoecologica e lo sviluppo sociale sostenibile ed ǡ Ǥ equo». niamo a qualche mese fa e al clone di Tom Ȃ ǣ ̵ î Ǧ °ǡ ǡ oltre il principio ϐ Ǥ Ǥ ȋ Ȍǡ Di qui il cosiddetto Manifesto per la Sonali di Next Generation Europe, che si limita stenibilità Digitale dell’Intelligenza Ar ϐ , una guida per approcciare l’AI in ϐ modo consapevole, responsabile e sostenibile, lanciato dalla ǯ L'ATTIVITÀ DI CERTIFICAZIONE ǡ Ǥ Ȁ DEGLI NFT TRAMITE BLOCKCHAIN 147:2023, invece, è CAUSA EMISSIONI PARI A QUELLE DI 2.048 CASE (pubbliche e private) un documento che ni tecniche e fornisce un primo riferimento ǡ ǡ volontario su temi non ancora consolidati ǡ dalla normativa tecnica. Sono tre i passaggi ǯ ǡ ǯ ǯ ǯ quità, la sostenibilità economica, sociale e luppare un processo di cambiamento deve ambientale, l’interoperabilità e portabilità affrontare: analisi degli impatti di sostenidelle tecnologie di AI, la possibilità di revoca bilità del progetto nei risultati, analisi degli ǯ ǡ ǡ impatti di sostenibilità nei processi, identiϐ ϐ ǡ di ciò che è stato creato con l’AI, la necessità sostenibile sui quali impatta il progetto». ǡ ǡ ǡ ǯ ǡ dall’assunto che l’ ϐ bili danni ed elementi di vantaggio, l’attribu vantaggi dall’AI”. ǡ Ǽ Ȃ - è uno dei migliori strumenti che abbiamo ϐ de poste dalla sostenibilità. Ma ancora oggi, ǡ î liani sottostima il digitale. Parliamo del 27% ǡ ° so anno, quando a sottostimare l’impatto dei servizi digitali era circa un italiano su cinque. Si tratta di un dato preoccupante ǡ ǡ mente i cittadini per fornire loro i giusti strumenti tecnologici e, in parallelo, culturali».
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Imprese più sostenibili grazie ai Carbon manager îǡ ϐ î ǡ ϐ î di Vincenzo Petraglia IL BAMBÙ GIGANTE COME STRUMENTO FORMIDABILE PER COMPENSARE LA PROPRIA IMPRONTA CARBONICA. È LA SCOMMESSA (VINTA) DI FOREVER BAMBÙ, LA PRIMA INIZIATIVA 100% MADE IN ITALY CHE, NATA NEL 2014, RECUPERA TERRENI ABBANDONATI, LI LAVORA E LI PIANTUMA CON UN ESCLUSIVO PROTOCOLLO AGROFORESTALE BIOLOGICO E SIMBIOTICO PER TRASFORMARLI IN FORESTE DI BAMBÙ GIGANTE APPUNTO. Unica azienda ϐ ǯ 2 ǡ ϐ modello di economia circolare 2 cer ϐ ǯ Ǥ -
Ǥ î ° dal 2021 ϐ ǡ ʹͻ ʹͷͲ ǡ ͳͻͺ ǡ ͳǤͷͲͲ Ǥ crowdfunding ͵ʹ ǡ quotazione in Borsaǡ Ǥ ǯ ǡ ǡ nuova cultura delle sostenibilitàǤ ǡ ϐ
MAURO LAJO (A SINISTRA) ED EMANUELE RISSONE, AMMINISTRATORE DELEGATO E PRESIDENTE DI FOREVER BAMBÙ
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ǡ Dz ǣ dzǡ Carbon managerǤ ϐ î Ǥ ǡ ǡ Ö ° ϐ ϐ ° ǯ ǡ Ǥ Economy ha intervistato Emanuele Rissone e Mauro Lajoǡ Ǥ Che cos'è il corso per Carbon manager? Emanuele Rissone: 1 ϐ î Ǥ î 2, ǡ ǯ Ǥ ǡ ǡ dei crediti da renewalǡ îǡ 2 ǯ ǯ Dz ϐ dz Ǥ ǯ Ǥ -
SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY
ʹͲʹ͵ ͻ͵Ψ ǡ ± ± Ǥ ° greenwashing Ǥ La Lombardia sta facendo da apripista... Rissone: Ǥ ǯ ǯ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ Ǥ Il vostro modello di business è piuttosto singolare. Quali le caratteristiche principali? Rissone: î ° ǡ Ǥ ʹͲͳͶ ° ǣ ʹͷͲ ͳǤͲͲͲ Ǥ ǯ ǡ ǡ carbon footprint e ǯ î î Ǥ Qual è il valore aggiunto? Rissone: ǡ Ǣ ǡ ϐ ǡ
creare un indotto di aziende italiane che lavo Ǥ î carbon farmingǡ ǣ Ǥ î ° Ǧ ǡ 2 ͵ Ǧ Ȁ ͵ ǯ Ǥ î ° 2 ȋ Ǧ ȌǤ ϐ ǡ ǡ ǡ ͳͲǡ ǡ ǡ î ± Ǥ ǯ Ö Ǥ ϐ Perché il bambù è un potente strumento in ǡ ottica sostenibilità? ϐ FOREVER BAMBÙ, DOPO ANNI Mauro Lajo: î DI CAMPAGNE DI CROWDFUNDING Ǥ DI SUCCESSO, STA SEGUENDO Ǥ LA STRADA DELLA QUOTAZIONE IN BORSA Cosa ne ostacola l'ul° teriore diffusione? Ǧ Lajo: ǡ Ǥ ϐ Ǥ ǡ ǣ carbon farming ȋ Dz dzȌ ǡ ǡ ϐ ϐ ǡ ǯ ǡ ϐ 2 Ǥ ǯ ° Ǥ î ǡ î ǡ ǡ ǡ ± ǡ ° Ǥ In generale cosa si dovrebbe fare per affrontare in modo serio la crisi climatica? Lajo: ° Ǣ ϐ Ǥ ǤǤǤ
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I nuovi standard della rendicotazione Mancano poco meno di sessanta giorni all’applicazione della Corporate ǣ ̵ ϐ ʹͲʹͶ le imprese adotteranno nuove modalità per il bilancio di sostenibilità di Alessandro Faldoni
I
l primo gennaio 2024 segnerà un importante cambio di paradigma nel panorama europeo del reporting di sostenibilità. Il nuovo anno, infatti, darà inizio al periodo di rendicontazione secondo la Direttiva europea 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), che introdurrà nuove normative in materia di rendicontazione di sostenibilità. A ̵ ϐ ʹͲʹͶǡ obbligatoria la rendicontazione dell’informativa sulla sostenibilità per le grandi imprese, ǡ due dei seguenti criteri: un numero di addetti medi annui maggiore a 250; un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro; oppure un totale di bilancio superiore a 20 milioni di euro. mentazione. Una grande novità introdotta dalla Direttiva è rappresentata dagli European Sustainability Reporting Standard (Esrs), introdotti dall’Efrag per imporre criteri di rendicontazione comuni alle aziende, riducendo così i costi di rendicontazione nel medio e lungo termine ed evitando il ricorso a standard volontari diversi, ϐ Ǥ ̵ ǡ ǡ do la dichiarazione congiunta di Efrag e Global Reporting Iniziative (Gri), gli standard saranno altamente interoperabili: i soggetti che rendicontano ai sensi dell’Esrs potranno già disporre di una buona parte delle analisi implementate per l’applicazione dei Gri. Ne consegue che chi sino ad oggi si è servito degli standard Gri sarà maggiormente preparato all’
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RITA SANTANIELLO
introduzione della rendicontazione secondo gli Esrs. E anche se il termine ‘bilancio’ sottintende un riferimento al passato, la nuova rendicontazione sulla sostenibilità regolata dalla Csrd è invece orientata al futuro, prospettando una visione “forward-looking” che non si li ° to, ma che riporta anche i progetti per il futuro. ǡ ǡ giungimento degli obiettivi. ǡ ϐ crete da porre in essere? Il primo passo da ° ǯ ǡ assesment dei propri punti di forza e di miglioramento rispetto ai temi individuati come materiali ȋ î ǡ ǯ cio della doppia materialità e coinvolgendo gli stakeholder in tale analisi). Qui si innesta una
prima misurazione dei Kpi tramite una valutazione del rischio impatto, ricorrendo ad una solida metodologia di risk evaluation. sistema di gestione, con ruoli e responsabi ǡ ϐ e budget idonei, assicurando il coinvolgimento nel processo di tutte le funzioni aziendali e dei principali stakeholder. Per garantire trasparenza e accountability, occorre anche implementare un sistema di controllo e di reclamo ϐ stato di avanzamento rispetto ai diversi Kpi e la loro corretta misurazione. Sarà poi su tali dati che l’impresa dovrà rendicontare. È evidente che l’implementazione di una strategia Esg non può che partire dal forte commitment del board e deve essere parte integrante e sostanziale del piano industriale, perché comporta scelte strategiche e di lungo periodo e va accompagnata a strumenti di incentivazione per tutti i livelli, primo tra tutti il management. Di ciò sono ben consapevoli le ϐ ϐ to dal sentiment generale. Ed infatti non stupisce la forte crescita registrata dalla Consob nel Rapporto 2022 sulle Dichiarazioni Non Finanziarie delle remunerazioni dei manager di Piazza Affari legate alle performance Esg, che sono passate dal 47% nel 2021 al 58,5% nel 2022. «Per rispondere alle esigenze delle imprese, ϐ ϐ cata sulla preparazione del Bilancio di Sostenibilità in conformità con la Csrd e gli standard Esrs», spiega Rita Santaniello, Co-founder e Board Member di Sircle, Scheme Owner di Easi, primo sistema di gestione accreditato Accredia per la governance della sostenibilità. «Esperti legali, revisori contabili, commercialisti con esperienza nella pratiche Esg e nell'ambito della formazione, condividono il proprio know-how per allineare la rendicontazione aziendale alla Csrd e consentono alle aziende di esplorare modalità, strumenti e pratiche da adottare per la rendicontazione conforme ai nuovi standard Esrs».
L'INNOVAZIONE È LA VIA PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA ǡ ǡ ϐ ǡ ǯ ǯ ǯ Ǧ ǣ di Riccardo Venturi
V
ent’anni fa in Italia c’erano circa biettivo di gestire l’evoluzione del sistema 800 punti di generazione elettrica, elettrico, di incrementare le prestazioni e la oggi sono oltre 1 milione. Di fronte resilienza delle reti di trasmissione, di aumena questa complessità servono tecnologie, com ǯ ϐ petenze, innovazione. Regista del sistema eletderivanti dalle attività di manutenzione, nontrico nazionale e della transizione energetica ché di affrontare al meglio le nuove modalità è Terna, che abilita la transizione verso nuovi di lavoro aiutando a creare un’azienda in cui modelli di produzione e consumo dell’energia sempre più al centro ci sono le persone; il tutto elettrica. Le infrastrutture energetiche e, in con particolare attenzione alla sostenibilità e particolare, le reti di trasmissione di energia alla transizione energetica come fattori chiaelettrica, rivestono un ve dell’attività dell’aCIRCA 70 I PROGETTI DI INNOVAZIONE ruolo chiave perché zienda, a favore di una ATTIVI: IL 70% È DEDICATO rappresentano uno transizione giusta che ALLA MANUTENZIONE DELLA RETE degli strumenti per ϐ E AL DISPACCIAMENTO DI ENERGIA contribuire al raggiunper l’azienda, per i gimento degli ambiziosi target nazionali ed suoi stakeholder e per il sistema circostante. europei di decarbonizzazione. Per rispondere alla crescente complessità del Lavorare per la realizzazione della rete elettrisistema, Terna ha dedicato circa 1,2 miliar ϐ di di euro di investimenti, dei 10 miliardi di gestire questa infrastruttura sempre più teceuro complessivi previsti dall’aggiornamennologica e sempre più complessa. L’innovazioto del Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving ne, che abbraccia gli asset, i processi e le perEnergy’, alla digitalizzazione e all’innovaziosone, è perciò uno dei pilastri su cui si basa il ne. Sono circa 70 i progetti di innovazione business della società guidata da Giuseppina attivi in Terna: il 70% di questi è dedicato al Di Foggia. core business, ovvero alla manutenzione della Il piano di innovazione di Terna si pone l’orete nazionale e alle attività di dispacciamento
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dell’energia elettrica; il 20% dei progetti è dedicato a soluzioni innovative afferenti ambiti “adiacenti” ma applicabili al settore elettrico. ͳͲΨ °ǡ ϐ ǡ innovazione disruptive, come il quantum computing o il metaverso. L’innovazione applicata al core business di Ter-
GIUSEPPINA DI FOGGIA, AD E DG DI TERNA
SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY na si concentra su cinque aree tecnologiche: ‘Digital’ (soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza), ‘Energy Tech’ (soluzioni innovative che utilizzano tecnolo î ϐ Ȍǡ ǮGrid Tech’ (tecno ϐ ǯ frastruttura di rete), ‘Advanced Materials’ (attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo di materiali eco-compatibili a ridotto impatto sull’ambiente) e ‘Robotics’ (per l’automazione dei processi). Droni e robotica sono tecnologie che Terna utilizza, sviluppando e sperimentando soluzioni, e, sempre più, facendo leva anche sulle competenze distintive delle persone dell’azienda, in particolare sugli aspetti di sicurezza e miglioramento delle condizioni di lavoro del proprio personale tecnico: proprio in questi ultimi ambiti Terna detiene, infatti, diversi brevetti a tutela della proǦ prietà intellettuale sviluppata. Terna sta procedendo con le attività di installazione di sensori, sistemi di monitoraggio e diagnostica, anche predittiva, ϐ ǡ ǯ ϐ bilità e la resilienza delle reti elettriche, a ϐ vano a passare gli elettrodotti. Sui tralicci di Terna sono stati collocati innovativi strumenti digitali: stazioni meteo, sensori di tiro, accelerometri, inclinometri applicati a cavi e funi. IoT4TheGrid è il progetto che permette al gestore della rete elettrica di raccogliere ed elaborare, grazie a sensori brevettati ǡ ϐ ǡ ϐ ǡ tuali disservizi e incrementare la sicurezza della rete. La creazione di un digital twin, una rappresentazione digitale della rete elettrica, permetterà di ricevere dati non solo tecnici dell'oggetto, ma anche esterni alla rete come temperatura, umidità o inclinazione dei sostegni, per anticipare gli eventi avversi e ren î ϐ Ǥ avviato una serie di progetti pilota in diverse regioni italiane. L’utilizzo dei droni nella gestione della rete di
trasmissione nazionale è legato sia all’attività dei cantieri sia alle attività di monitoraggio e manutenzione. Un progetto di innovazione ha permesso di sviluppare un drone per attività specialistiche, su cui installare attrezzature portatili da tele-guidare, in particolare, per la misura della resistenza elettrica dei conduttori delle linee di alta tensione, sfruttando le potenzialità di uno strumento in grado di rilevare dettagli microscopici, facilitare la diagnosi e
raccogliere dati per futuri controlli da remoto. I droni comportano anche diversi vantaggi di accessibilità, specie in zone impervie, dove ϐ giungibili, e per l’incremento della sicurezza delle operazioni, dato che per l’ispezione e il monitoraggio delle linee con droni non è necessaria la presenza di personale in quota. Per una società come Terna, i dati, trasformati ǡ ǯ ϐ ciale sono strumenti fondamentali da applicare alle diverse attività e ai processi aziendali, a partire da quelle legate al proprio core business di transmission system operator.
L’AI viene sfruttata, per esempio, nel dispacciamento, ovvero quell’attività con cui Terna, in tempo reale, istante per istante, mantiene in perfetto equilibrio la quantità di energia elettrica immessa nel sistema e quella consumata. Ma non solo: software di ϐ Ǧ ciale, opportunamente addestrati con le competenze di Terna, vengono utilizzati anche per le attività di manutenzione della rete: la mole di dati raccolti tramite le ispezioni aeree, effet ϐ di elicotteri di Terna, viene elaborata attraverso algoritmi di AI che permettono di venire a conoscenza di eventuali danni sulla rete e consentono, così, di tenere l’infrastruttura elettrica nazionale al massi ǯ ϐ Ǥ ǡ ǡ ϐ anche aprirsi alle soluzioni che possono arrivare sia dall’interno dell’azienda sia da attori esterni come startup, ricercato Ǥ ϐ lanciato la piattaforma Terna Ideas: nata inizialmente a supporto del programma di Corporate Entrepreneurship, si è trasformata in uno strumento aperto alle realtà innovative esterne, con l’obiettivo di ϐ di contribuire alla transizione energetica. Sulla piattaforma di open innovation è presente uno spazio per invitare le aziende innovative a presentare le proprie soluzioni attraverso challenge, di volta in volta proposte proprio su questo nuovo spazio virtuale. Eoliann e Fast Computing sono le ǡ ϐ ǡ collaborare con Terna nell’ambito della call “Data Science for Resilience”, lanciata per individuare soluzioni digitali a favore di una sempre maggiore resilienza della rete di trasmissione nazionale. A questa prima challenge hanno partecipato ben 71 startup. La piattaforma ospita anche una sezione dedicata alle cosiddette “start-up in fundraising” per candidarsi a far parte di quelle realtà innovative che saranno partecipate da Terna Forward, il veicolo societario creato dal Gruppo Terna per le attività di corporate venture capital.
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Eni reinventa la sosta alla stazione di servizio dei ristoranti ALT Stazione del Gusto anche in aeroporti e stazioni ferroviarie. Ci vorrà tempo e sarà uno step successivo». «Per ALT ho immaginato un modello di ristorazione su strada perché le strade sono di tutti» spiega Niko di Victor De Crunari Romito, cuoco 3 stelle Michelin e imprenditore. «Volevo lavorare ad un’offerta di cucina popolare, con piatti facilmente comprensibili, che avessero un’accezione quasi domestica e un approccio creativo, di qualità. Ho realizzato quello che io stesso vorrei trovare quando per lavoro viaggio e mi sposto: un menù che, dalla colazione alla cena, possa soddisfare il viaggiatore, il motociclista, la famiglia che transita, chi si ferma per un pranzo di lavoro in un’atmosfera informale o chi vuole portare via una merenda, del buon pane o un pollo fritto». ALT Stazione del Gusto, creato da Romito nel 2018, è un modello di ristorazione unico nel suo genere. Applica la creatività e la tecnica di un cuoco italiano simbolo di ricerca e sensibilità gastronomica, in un format di ristorazione popolare di cucina italiana su strada. In un’ati chiama “ALT Stazione del Gusto” il un’esigenza in un piacere, con un format permosfera informale e accogliente, il menu di ALT progetto di Enilive (Eni Sustainable fettamente in linea con la mission di Enilive». Stazione del Gusto si declina dalla colazione Mobility), in collaborazione con Ac«Entrare nel food è un mestiere e da Niko Roalla cena in una serie di proposte da gustare cademia Niko Romito. Il primo ristorante in mito abbiamo imparato moltissimo: il nuovo seduti al tavolo o da asporto che rendono la partnership ha aperto al pubblico il 20 settemformat di ristorazione sosta nelle stazioni di ALT STAZIONE DEL GUSTO PROPONE bre a Roma, nella storica stazione di servizio parte adesso ma sono servizio Enilive golosa UNA RISTORAZIONE POPOLARE Eni in viale America all’EUR. L’obiettivo è raggià certo che sarà una e di qualità. DI CUCINA ITALIANA SU STRADA, giungere 100 aperture nel quadriennio a costoria di successo» afPer Enilive (Eni SustaiCON UN APPROCCIO CREATIVO minciare dalle principali città italiane. «Crediaferma Giovanni Mafnable Mobility), la colmo che le stazioni di servizio stiano evolvendo fei, direttore commerciale di Enilive (Eni Sulaborazione con l’Accademia Niko Romito si ined è per questo che lanciamo questo nuovo stainable Mobility). «Per soddisfare le nuove serisce nel percorso di rinnovo e ampliamento format: un'offerta innovativa, una catena di riesigenze delle persone in mobilità, per Enilive dell’offerta di servizi nella rete dei suoi oltre storazione di qualità e accessibile a tutti» dice ° ϐ ǯ ǡ 5.000 punti vendita in Europa, cui prevede Stefano Ballista, amministratore delegato di abbinare al rifornimento di carburanti anche di aggiungerne 300 entro il 2026, di cui oltre Enilive (Eni Sustainable Mobility). «ALT Statanti servizi legati alla mobilità, come quello 4.000 in Italia: le stazioni Eni oggi sono divenzione del Gusto fa parte del nostro percorso di ristorazione e food. Abbiamo messo a punto tate ‘mobility point’ in grado di soddisfare un che vuole soddisfare le esigenze delle persone una fornitura identitaria di servizi grazie alla numero sempre maggiore di esigenze delle in movimento, tra cui quella della ristorazioquale la stazione si trasforma e diventa un hub persone in movimento, attraverso la messa a ne di qualità. Con la collaborazione con Acdi mobilità. Oltre alle stazioni di servizio valudisposizione di servizi che consentono ai cliencademia Niko Romito vogliamo trasformare teremo con Accademia Niko Romito l'entrata ti di trasformare la sosta per il rifornimento
Enilive (Eni Sustainable Mobility) lancia «ALT Stazione del Gusto», il nuovo format di ristoranti creati con lo chef stellato Niko Romito. E nelle stazioni c'è anche HVOlution, il diesel da materie prime rinnovabili
S
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SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY
tradizionale o elettrico da necessaria a utile. In particolare, nel punto vendita di viale America è disponibile un’area dedicata alla ricarica dei veicoli elettrici attraverso tre colonnine di Plenitude il cui avvio e pagamento potranno essere effettuati anche direttamente nel ristorante ALT Stazione del Gusto. Lo spazio che in precedenza era occupato dalla pensilina e dagli erogatori dei carburanti è stato trasformato in un’ampia e comoda area sosta per i clienti del nuovo ristorante, anche con stalli dedicati al car sharing Enjoy. Eni ritiene che la decarbonizzazione del settore dei trasporti possa essere raggiunta con successo se si utilizzano, secondo il principio della neutralità tecnologica, tutte le soluzioni e i vettori energetici disponibili. Tra questi vettori energetici, i biocarburanti - oltre a essere un esempio di economia circolare applicata alla mobilità hanno un ruolo fondamentale perché possono dare un contributo immediato alla riduzione delle emissioni del settore dei trasporti, non solo su strada, ma anche per il trasporto aereo, marittimo e ferroviario, in quanto sono già oggi disponibili e utilizzano le infrastrutture esistenti. Possono, quindi, accompagnare il progresso e la diffusione di altre tecnologie come la mobilità elettrica, incluso lo sviluppo delle relative infrastrutture di distribuzione, e sono una soluzione ϐ Dz abate”, come la mobilità pesante, l’aviazione, il trasporto marittimo e ferroviario. Enilive (Eni Sustainable Mobility) ha l’obiettivo di fornire servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati per la transizione energetica, accelerando il percorso verso l’azzeramento delle emissioni lungo il loro intero ciclo di vita. In questo modo, la società contribuisce all’obiettivo di Eni di raggiungere la carbon
neutrality al 2050, in linea con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Oggi in oltre 500 stazioni è disponibile HVOlution, il primo diesel di Enilive (Eni Sustainable Mobility) prodotto con 100% di materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”). HVOlution può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti, anche pesanti, tenuto conto ENI SOSTIENE IL PRINCIPIO DELLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA: ANCHE I BIOCARBURANTI POSSONO AIUTARE A RIDURRE LE EMISSIONI
ǯ ϐ ǡ perché utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate, ° ϐ ͳͷͻͶͲ ȋ Ȍ ȋ ϐ ǯ dell’auto). Infatti gli olii vegetali che vengono utilizzati per la produzione di biocarburanti
HVO sono ottenuti da colture che nel loro ciclo di vita hanno assorbito CO2 dall'atmosfera. Di conseguenza, la CO2 emessa dai biocarburanti HVO durante l’uso è quella assorbita e quindi non vi è immissione di “nuova” CO2 in atmosfera. Inoltre, nel caso delle cariche cosiddette “waste & residues” (scarti e residui) come ad esempio gli oli alimentari esausti o gli scarti di lavorazione di oli vegetali, vi è un ulteriore guadagno di CO2 dato dal fatto che viene evitata la produzione di CO2 derivante dal processo ϐ Ǥ ǡ dei criteri di calcolo delle emissioni stabiliti dalla normativa vigente (ad esempio REDII), l’unica CO2 da conteggiare nella catena del valore dei biocarburanti è quella dovuta alla loro lavorazione ed al loro trasporto, e ciò permette una riduzione delle emissioni di CO2 su tutta la catena del valore rispetto al fossile di riferimento di percentuali che vanno dal 60 al 90% in base alla carica utilizzata.
Il primo ALT Stazione del Gusto ha aperto il 20 settembre a Roma nella storica stazione di servizio Eni in viale America. Il piano di sviluppo prevede un centinaio di aperture in 4 anni
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La libertà del car rental «plurimensile» Dopo la quotazione in Borsa, Sicily By Car lancia un servizio innovativo per il mercato: Sbc Plus, il noleggio a termine medio-lungo che può durare da 6 mesi a un anno di Angelo Curiosi
«A
mo viaggiare ma odio arrivare», diceva Einstein e seguendo le vicende di Sicily By Car, la società italiana di autonoleggio fondata da Tommaso Dragotto e quotata in Borsa da tre mesi, si ha davvero l’impressione che la vocazione dell’imprenditore e del suo team sia quella di non fermare mai il loro viaggio imprenditoriale. Prova ne sia che, aprendo la pagina del sito web dell’azienda, si nota un “tag” con la scritta arancione, diversa dalle altre, impossibile non vederla: “Noleggio plurimensile”, che qualche settimana fa non c’era. E di fatti, è una novità assoluta, non solo per Sicily By Car ma per il mercato. Una ϐ costume che contiene una visione razionale di sorprendente attualità. Di che si tratta? ϐ ǣ Sbc Plus ed è un noleggio “plurimensile” che consente di usufruire dei veicoli appartenenti ad ϐ ǡ tricolati tra il 2022-2023, per un periodo di tempo dalla durata minima di 6 mesi (180 Ȍ ϐ 12 mesi (360 giorni consecutivi). Il servizio ha una tariffazione mensile ed è disponibile su tutto il territorio nazionale, sia da privati
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TOMMASO DRAGOTTO
che da titolari di partita Iva. Le tariffe sono studiate su due fasce d’offerta: la prima copre i noleggi di durata compresa tra i 180 e 270 giorni; la seconda quelli tra i 300 giorni e i 360 giorni. Le tariffe includono 1500 chilometri per 30 giorni con un massimo di 18 mila per 12 mesi. Ma perché una proposta del genere, e quale convenienza può avere rispetto al semplice e tradizionale acquisto di un’auto a rate? La risposta sta in una parola-chiave: libertà.
Libertà di scelta, libertà di cambiamento. ϐ biamento che contraddistingue le nuove generazioni e i nuovi lavori. Per i quali sempre più spesso capita di cambiare sede e, con essa, esigenze di mobilità. Un esempio? So che per un anno dovrò coprire quotidianamente un tragitto mal servito dal trasporto pubblico, e allora noleggio l’auto per quei 12 mesi; ma so anche ϐ ǯ Ö trasferirò a due passi da un’altra sede di lavoro e non avrò più bisogno dell’auto: mi farà comodo, allora, liberarmi dall’onere di una rata d’acquisto che mi vincolerebbe… Un servizio innovativo, pensato per chi ha contratti di lavoro a termine, per i professionisti itineranti – tutto il mondo della consulenza professionale, ma anche molte attività commerciali – per chi ama cambiare spesso l’auto e per chi non può permettersi il costo dell’auto dei suoi sogni ma non vuole privarsene del tutto se può limitare nel tempo l’esborso. Insomma, davvero la parola d’ordine è “libertà”. Anche perché nella tariffa è incluso un valore che non ha prezzo, la spensieratezza: e cioè i costi di assicurazione, manutenzione ordinaria e le spese di immatricolazione. Non ci sono requisiti particolari per potere noleggiare con Sbc Plus: basta avere un’età compresa tra 23 anni compiuti e 82 anni, ϐ garanzia; una patente di guida in corso di validità e rilasciata da almeno 1 anno ed 1 giorno; un documento di riconoscimento in originale ed in corso di validità, quale carta d’identità e/o passaporto (nessun altro documento potrà essere accettato). Inoltre, Sbc Pplus non prevede alcun deposito cauzionale: basta depositare i dati della carta di credito. Dettagli importanti: il contratto prevede la possibilità, per il cliente, di indicare altri due guidatori addizionali per l’auto noleggiata ȋϐ di due oltre il conducente principale), un seggiolino per bambini e le gomme invernali. Anche questa è libertà…
SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY
La mobilità privata diventa intermodale Wetaxi, la startup torinese della mobilità, amplia ancora la gamma dei servizi offerti. Ora è possibile noleggiare i veicoli ͳͲͲΨ ϐ di Alessandro Faldoni
I
l viaggio di Wetaxi, partner tecnologico dei radiotaxi italiani, che per primo ha introdotto in Italia il taxi condiviso e la Tariffa Garantita, continua verso una mobilità intermodale e sempre più sostenibile con la partnership con Zity by Mobilizer che permette, a tutti i suoi utenti a Milano, di noleggiare i veicoli 100% elettrici e muoversi, a emissioni zero, nel capoluogo lombardo. Questo accordo si inserisce nell’ambito del MaaS4Italy - Milano, di cui Wetaxi è uno dei MaaS Operator, il progetto ϐ l’integrazione di più servizi di trasporto pubblico e privato in un’unica piattaforma. «La mobilità – precisa Massimiliano Curto (nella foto), Ceo di Wetaxi – è un sistema complesso all’interno del quale solo la sinergia tra trasporto pubblico non di linea
(taxi), trasporto pubblico di linea (Atm a Milano), treno e servizi di sharing può avere un impatto decisivo nel ridurre il numero di veicoli privati che ogni giorno intasano le strade delle nostre città. La collaborazione con una realtà importante come Zity, in una città complessa come Milano, è per noi estremamente importante perché rappresenta un ulteriore tassello nel comporre il puzzle della mobilità del futuro, sempre più smart, intermodale e sostenibile. Gli utenti possono noleggiare le oltre 450 auto 100% ϐ direttamente dalla nostra piattaforma per un’esperienza di viaggio ancora più green ed immediata». Il servizio di car sharing Zity è arrivato a Milano nel luglio 2022 e, con oltre 80 mila ϐ ǡ °
leader nella mobilità condivisa elettrica, conta infatti 2 milioni di chilometri percorsi e un risparmio, in termini di emissioni, di oltre 242 tonnellate di Co2. «Siamo felici - commenta Javier Mateos, Ceo di Zity by Mobilize - di poter collaborare con Wetaxi. Condividiamo entrambi l'obiettivo di facilitare la mobilità nelle città offrendo un servizio che favorisce il trasporto intermodale e accessibile ai cittadini di Milano». ǡ di più di quanto succede nel resto d’Europa, vi è una forte spinta alla crescita di sistemi di mobilità MaaS (Mobility As A Service) anche grazie all’iniziativa MaaS4Italy e alle sperimentazioni in corso a Milano e a Roma. «La richiesta di trasporto nelle nostre città è sempre più importante - aggiunge Massimiliano Curto - solo la combinazione dei diversi servizi di mobilità urbana potrà riuscire a rispondere a questa domanda e il servizio taxi è chiave in questa ϐ Ǥ ǯ Ͷ Ǥ noi quanto fatto è un ulteriore passo avanti per realizzare la nostra visione: costruire î ϐ sieme ai radiotaxi italiani e oggi la nostra tecnologia è ancora più forte per farlo. Continueremo a lavorare per ampliare la gamma dei servizi e le auto bianche saranno sempre al centro del nostro progetto». Grazie ad una combinazione sinergica tutti i servizi implementati nella piattaforma nel corso del tempo (taxi, trasporto pubblico locale, sosta, treno e car sharing) sarà possibile ridurre progressivamente la fetta della mobilità privata per spostare l’equilibrio su sistemi di mobilità integrati, condivisi e sempre pronti a soddisfare le esigenze di trasporto dei cittadini quando necessario. Un vantaggio, quindi, per chi vive le città, per chi le amministra e per tutti i player che, a vario titolo, operano nel settore trasporti.
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LE RINNOVABILI CRESCONO IN PARTNERSHIP Dall'impianto a Spilamberto, che produce biometano e compost, realizzato con Inalca, all'agrivoltaico ǣ ϐ di Riccardo Venturi
U
n impianto innovativo per trasformare in biometano e compost i ϐ ǡ ǯ Ǥ 1 Biorgǡ Gruppo Heraǡ ǡ ȋGruppo CremoniniȌǡ Ǥ ǯ ǡ ϐ ¿ ͳͲͲΨ ǡ ǡ ǡ î Ǥ Ǽ ǡ ǯ
ǡ ϐ ǯ ǯ ° ǽ Orazio Iaconoǡ Ǥ Ǽ ϐ î ǡ IL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA SICUREZZA ENERGETICA SONO I TEMI CRUCIALI ALLA BASE DELLE SCELTE DI HERA
ǡ î Ǥ î ǡ ǯ ϐ ǡ ǯ ǯ ǽǤ ǯ
ǯ ϐ ϐ ǣ ǯ ͵ ȋ Ȍ 2 per Ǥ 2 ʹͺͲ Ǥ ̵ ͵ǡ Ȁ ǡ ¿ ͶͺΨ tano Ǥ ǯ ° ͳʹ ʹͲʹ ͵Ͳ ʹͲ͵ͲǤ ° ʹͲͳͺǡ ǯ ǡ ǯ ǡ ʹͲ ͺ ǡ 2 ͳͶǤͲͲ Ǥ Ǥ Ǽ ʹͲʹʹǦ ʹͲʹ ǡ Ͷǡͳ ǡ ǽǡ Cristian FabNella foto, da sinistra, il Presidente Herambiente Filippo Brandolini, l’AD Gruppo Hera Orazio Iacono, il Sindaco di Spilamberto Umberto Costantini, la Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo, l'AD Herambiente Andrea Ramonda, l'AD Biorg Paolo Cecchin e l’AD Inalca Paolo Boni
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SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY
L'IMPIANTO DI PRODUZIONE DI BIOMETANO A SPILAMBERTO
briǡ Ǥ Ǽ ǯ î ǯ ϐ Ǥ ϐ ʹͲ͵Ͳ ͵Ψ ȋ ʹͲͳͻȌ ǡ ǣ ϐ ° ǽǤ M&A e partnership ǡ ǯ ǯ ǡ ǡ Ǥ Gruppo Orogel Ǥ ͺ ǡ ǯ ʹͷΨ Ǥ ǡ
ǡ ǡ ϐ Ǥ ǡ Ǥ Ǽ ǯ ϐ ǯ ϐ ǯ ǽ Ǥ Ǽ ǡ ǡ ǡ ǡ L'IMPIANTO DI HOROWATT ǡ ǯ SARÀ IN GRADO DI COPRIRE capacità operativa e IL 25% DEL FABBISOGNO ENERGETICO ǡ ͶǤͲǤ DELLA FABBRICA DI OROGEL ϐ ° ǯ ǡ ǽǤ ǡ ǡ ͲΨ ǯ F.lli Franchiniǡ ̵ Tiepoloǡ ǡ ǡ ° ͷǤͲͲͲ Ǥ ǯ -
Nella foto, da sinistra il Presidente Esecutivo Gruppo Hera Cristian Fabbri, gli AD F.lli Franchini Pierpaolo e Marco Franchini, l’AD Hera Comm Isabella Malagoli
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L'IMPIANTO DI SPILAMBERGO CON A FIANCO UNO STABILIMENTO INALCA
A tutto biogas Con l’impianto inaugurato dalla NewCo Biorg, l’Italia vanta un’eccellenza tecnologica ed ecologica, grazie alla convergenza di due complementari sensibilità e competenze: quella del Gruppo Hera e dell’Inalca di Luigi Orescano
S
e oggi, con l’impianto di trasfor ϐ ϐ agroalimentari in metano 100% berto dalla NewCo Biorgǡ ǯ Ö ǯ ǡ ǣ Gruppo Hera (vedi all’articolo delle pagine precedenti) e dell’Inalca, il colosso del food attra Gruppo Cremonini carni bovine e alimenti già trasformati a base ǡ ǡ ȋ Inalca, Montana, Manzotin, Italia Alimentari, Fiorani e IbisȌǡ mentari del “Made in Italy” (Inalca Food & Beverage). Ǽ ǡ Ǧ ǡ so importante per consolidare e rafforzare il di Inalca» spiega Paolo Boni, amministra ǯ ǣ Ǽ ǡ
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degli scarti di lavorazione delle nostre atti Ǥ ǡ ϐ ǡ ǡ ϐ innovazione e integrazione Ö -
PAOLO BONI, A.D. DI INALCA
re gli impatti ambientali, creando allo stesso î ϐ Ǥ ϐ ǡ strategia di investimenti di Inalca destinati a impianti di produzione di biometano e fotovoltaici nei propri al ǡ energie rinnovabili e l’impegno di contrasto al cambiamento climatico». della sostenibilità in modo pragmatico, sin Ȃ ǡ Ȃ Dz dzǤ ǯ ǡ ϐ liera bovina pienamente integrata tra alle ǡ Ǥ ǯ ǡ con l’obiettivo della decarbonizzazione delle ǡ Ψ ǯ ǡ terzo proveniente da fonti rinnovabili, poten ʹ da grassi colati, 6 impianti di cogenerazione ǡ ϐ ǡ Ͷ ϐ ʹʹǤͳʹͲ ͳ͵ stabilimenti, 1 impianto di biometano e, inϐ ǡ ͳ Ǥ ϐ base dei principi di economia circolare. In ǡ Spilamberto piena integrazione territoriale dell’azienda, oltre a consentire la completa valorizzazione dei sottoprodotti derivanti dalle attività di Ǥ ǡ ǯ per migliorare la fertilità dei terreni agricoli ǯ î Ǥ
Quando le imprese fanno luce sul futuro Sostenibilità e innovazione sono i temi portanti dell'assemblea generale dell'Assil (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione), in programma il prossimo 30 novembre nella sede di Dallara di Helena Rinaldi
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uando si parla di sostenibilità nei luoghi di lavoro, l'illuminazione ha un ruolo centrale nella creazione di spazi che possano garantire nuove opportunità di lavoro e uno sviluppo in grado di salvaguardare il comfort, il benessere delle persone, ma anche, in generale, tutta la biodiversità. Per discutere la sostenibilità energetica e ambientale, l'Associazione Nazionale Produttori Illuminazione (Assil) presieduta da Aldo Bigatti promuove l'assemblea Go Light!!!, un'idea che rappresenta una freccia luminosa che dà il "via" e indica il percorso, ϐ ǡ turo verso una sostenibilità attiva e responsabile. L'evento, che si terrà il 30 novembre presso la sede di Dallara, prevede una tavola rotonda moderata da Marina Marinetti, vicedirettrice di Economy, su quanto, e come, sostenibilità e innovazione siano un percorso obbligato per la leadership di mercato. ° ǡ ǡ ϐ teranno sempre più un sistema integrato con la sostenibilità ambientale: la tecnologia
dovrebbe consentire non solo un migliore controllo dei consumi e un notevole risparmio economico, ma anche un maggiore comfort e benessere per le persone. I sistemi di illuminazione "intelligenti", ad esempio, consentono di utilizzare la luce solo quando, come e dove serve, coniugando sostenibilità e comfort visivo.
ALDO BIGATTI, PRESIDENTE DI ASSIL
Per dimostrarlo, lo studio commissionato da Assil e condotto dal Politecnico di Milano ha calcolato il risparmio energetico prendendo in esame un tipico condominio con 80 punti luce alogeni con un tempo di funzionamento annuale di 375 ore e un consumo di 3.000 (kWh/anno). Secondo l'indagine, la sostituzione delle sorgenti luminose tradizionali con quelle a Led ha già portato a un risparmio energetico del 60%, percentuale che sale al 78% se si installa un sistema di controllo avanzato per digitalizzare l'impianto di illuminazione - che integra, tra le altre innovazioni, dimmer manuali, sensori di presenza on-off. Nei casi in cui le luci convenzionali vengono sostituite con i Led, il risparmio annuale di CO2 corrisponde a 0,49 auto eliminate ogni anno e 16,54 alberi piantati ogni anno, mentre nello scenario avanzato invece i numeri salgono a 0,56 auto eliminate e 19 alberi piantati all' anno. In Europa, peraltro, il comparto dell’illuminazione italiano rappresenta il secondo mercato dopo la Germania, con un fatturato globale di circa 6 miliardi di euro e oltre 20 mila addetti. Per questo motivo, il Green Deal, la serie di proposte dell’EU per contenere il cambiamento climatico, implicherà un vero e proprio cambio di paradigma. La proposta di regolamento sulla progettazione ecologica dei prodotti sostenibili Spi (Sustainable Products Initiative) è quindi di particolare rilevanza per il settore dell'illuminazione. Le aziende dovranno rivedere il modo di progettare i propri prodotti per ̵ ϐ metri stabiliti dalla normativa, con l'obiettivo ϐ di riparare la durata del prodotto o del componente. Proprio per questo Assil partecipa a diversi gruppi di lavoro per supportare le richieste e le esigenze delle aziende in risposta all'evoluzione normativa voluta dall'UE. Grazie alla rete Lighting Europe, di cui Assil è membro, l'intero settore dell'illuminazione può far sentire la propria voce con autorevolezza, con l'obiettivo di trasformare i requisiti ambientali in reali opportunità.
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Ecco la «rivoluzione condivisa» della logistica integrata Mercitalia Logistics punta a diventare un player a 360 gradi in Italia e all'estero. Vuole gestire anche il raccordo con il primo e l'ultimo miglio, inclusi terminali, intermodalità, porti: parola della neo AD De Filippis di Sergio Luciano
Insomma, le piaceva sin da allora il settore del trasporto? Ȃ Ǧ e dell’aiuto di una dirigente del gruppo, che ǡ ϐ Ǥ ° ϐ ϐ ǡ ϐ ǡ vo e insieme sostenibile. Andiamo con ordine, dottoressa: intanto, sa che le donne apicali del suo livello non sono molte, nel management italiano. Lo so e mi onora, mi auguro che saremo sempre più. Non ho mai lavorato per la carriera, ho cercato di seguire l’impulso della passione ǡ Ǥ ʹͷ Ǩ
SABRINA DE FILIPPIS, AMMINISTRATRICE DELEGATA DI MERCITALIA LOGISTICS
CHE DA BAMBINA ABBIA ANCHE GIOCATO CON I TRENINI ELETTRICI, NON RISULTA AGLI ATTI. MA TOLTO QUESTO, GLI ALTRI CRISMI DELLA PREDESTINAZIONE PRO-
nfatti, e si può dire che ne ha viste tante. L’alta velocità, il trasporto locale, che peraltro ha guidato prima di venire qui… ¿ǡ Ǥ Ȃ Ȃ ° ǡ Dz dz ° noscimento dei miglioramenti che sono stati Ǥ
FESSIONALE SABRINA DE FILIPPIS CE LI HA PROPRIO TUTTI.
La neo-amministratrice delegata di Mercitalia Logistics – la subholding che guida il Polo Logistica del Gruppo Ferrovie dello Stato e che, come dice il nome, si occupa della mobilità delle merci - ha avuto il suo primissimo lavoro, da assistente economi Ǧϐ ǡ ǡ ϐ delle Ferrovie. E la sua tesi da economista, ǡ nale.
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VOGLIAMO DARE UN CONTRIBUTO FONDAMENTALE AL RILANCIO DEL TRAFFICO MERCI IN ITALIA
Ma adesso si tratta di potenziare un servizio altrettanto essenziale per il Paese che ha bisogno di un salto di qualità… ǯ ϐ ǡ ° îǡ Ǥ ° Ǥ E per la prima volta il Gruppo pone Merci un player logistico a 360 gradi, non solo nel Ǥ tutto il mosaico della logistica integrata so-
SUSTAINABILITY & CIRCULAR ECONOMY ǡ Ǥ Uno spiegamento di forze imponente… compreso il raccordo con il primo e l’ultimo con quanti dipendenti? ǡ ϐ ǡ dell’intermodalità con la gomma e con i porti, liardo di euro e il nostro piano strategico si Ǥ ǡ ͵ͲͲ ϐ chilometri in su, è giusto che non sia su gom ʹͲ͵ʹǤ ǡ ma, anche perché ogni camion tolto da stra ǡ ϐ ° ϐ ʹ ǯ Ǥ MERCITALIA LOGISTICS FATTURA OLTRE ǡ ǯ UN MILIARDO, E HA L'OBIETTIVO Ǥ 1 ϐ DI RADDOPPIARE ENTRO IL 2032. è tanto più compe- I DIPENDENTI A OGGI SONO CINQUEMILA stica, che tra l’altro titivo, cioè econo ǡ î ° riguardo alla sostenibilità ambientale tra ǥ ǡ i primissimi valori, anche perché è già un direi che davvero la soglia dei 700 chilometri ° Ǩ ǯ lità, e alla sostenibilità sociale per la grande E dunque Mercitalia diversificherà molto la sua attività gestionale… abbiamo. Non a caso, la capogruppo si chiama Mercitalia Logistics, come dicevo prima. La catena Ci spiega meglio? del valore contemplata dal nostro piano indu ǡ ǡ striale vede il polo della logistica andare a svi ϐ ǡ ǡ ǡ che le consentano di gestire ogni passaggio Ǥ ǡ ǡ Ǥ ǡ ǯ Ǥ ǡ ǡ ϐ ° ° ǯ Ǥ Ǥ ma Mercitalia Shunting & Terminal la società ǣ ° ǡ che si occupa di tutte attività in terminali e Ǣ ǡ ° ǡ ° Ǥ ϐ sporto su rotaia, gestendo motrici, vagoni e Ma…i soldi ci sono? Ǣ ǯ° Nel Pnrr ci sono tutta una serie di proget ǡ ǡ ǡ Ǣ poi in Germania controlliamo TX Logistics Ǥ Ǣ ϐ ǯ° Teralp che, insieme a Hupac, è dedicata alla Ǥ ǡ nuova progettualità, in particolare nei nodi ǡ ǡ ǡ Ǥ biamo già attivato 3 miliardi di investimenti ǡ ǯ ʹǡͷ porto di Bologna, di Padova, ed in tante so- sia locomotori che carri, tutti sostenibili – e ǥ ǡ
300 milioni, soprattutto nelle aree di Piacen ǡ ǡ Ǥ ǯ° Ǥ ʹͲʹǦʹͲʹǡ Ǥ do partnership con altre società e intanto ǯ Ǧ Ǧ Ǥ ci vedono protagonisti insieme ad altri, con una parola d’ordine che dev’essere integra ǥ Siamo sicuri che tutto questo possa essere realizzato in modo sostenibile? ǣ ǯ economica, sociale ed ambientale è sotte ǥ produttivi del nostro piano tendono ad attivare un reticolo virtuoso di investimenti a ǡ ± rio, ambientale perché un solo treno in più toglie dalla strada 30 camion - oggi vedere le autostrade con una corsia perennemente ° Ȃ ʹǤ mica, perché tutto ciò genera più valore per il sistema. Quanto siete digitali? ǡ ° ϐ ǡ ϐ ° ǥ Ǥ ne condivisa della logistica è, e dovrà essere ǡ ranno inseriti, motivata e di grande spesso Ǥ ϐ stiche diverse (porti, interporti, terminal) e con i nostri clienti, perseguire i movimenti ǡ ǡ Ǥ ǥ
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FINA NZIA RE L 'IMP RES A
SCUSATE, AVETE VISTO IL PNRR?
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ADEGUATE INFORMAZIONI
FONTE: DELOITTE
di Marco Onnembo
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stato salutato da molti come la papiano da 750 miliardi di euro varato dall’Eunacea di tutti i mali che attanagliaropa dopo la Pandemia di Covid del 2020), no l’economia italiana (ed europea) che attraverso impieghi articolati su 6 mise – dai più pessimisti – come l’ultima possioni quali infrastrutture – principalmente sibilità concessa ad – e digitalizzazione, SU 100 IMPRESE ITALIANE 75 SONO un’economia in crisi coesione sociale e INTERESSATE A PARTECIPARE AI BANDI, ϐ salute, transizione MA SOLO 22 HANNO GIÀ DECISO da un enorme debito ecologica e istruzione, A QUALI PRENDERE PARTE pubblico (come quelsi pone l’obiettivo di la italiana) di ritrovare nuova linfa sulla stradare il via ad un percorso di crescita per le da della ripresa. economie del Vecchio continente. Si tratta del Piano nazionale di Ripresa Fin qui la teoria (e per giunta da tutti risapue Resilienza, l’arcinoto Pnrr (germogliato ta). Ma nella pratica? Non è tutto oro quello come declinazione del Next Generation Eu, che luccica visto che da quanto è emerso da
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un recente studio a cura di Deloitte solo il ostacoli che impediscono alle aziende italia2% delle imprese italiane riesce a partecine di sfruttare le opportunità riconducibili Ǥ ϐ ° ai fondi», si legge tra le righe dello studio, chiarezza con cui sono stati redatti senza «è il notevole impegno richiesto in termini ϐ di tempi e risorse». Proprio questo è il cuore zioni da parte delle imprese che aspirano a del problema; è bastato chiedere ad imprenparteciparvi. ditori e amministratori delegati delle azienRisultato? Molti bandi vanno deserti – que ϐ sto è il paradosso - con buona pace della tanloro partecipare ai bandi e quindi accedere to agognata immissione di risorse fresche ai fondi. per rilanciare l’economia. Il primo ostacolo che segnala il 57% del Basta dare uno sguarcampione riguarda IL 44% DEGLI INTERVISTATI do ai numeri per avei requisiti di ammisSEGNALA L'ASSENZA DI ADEGUATE ϐ sibilità e valutazione INFORMAZIONI E L'ECCESSIVA da del fenomeno. Su ritenuti «troppo speFRAMMENTAZIONE DELLE FONTI 100 imprese italiane ϐ ǽǤ 75 sono interessate a partecipare ai bandi, In pratica, sei su dieci delle imprese che 22 hanno già deciso a quali gare vorrebbero vorrebbero accedere ai fondi del Piano si prendere parte, e soltanto due hanno effettrovano a essere escluse per via di tivamente presentato domanda. Lo studio di che sembrano fatti apposta per sbarrare la Deloitte fa emergere una divaricazione tra la partecipazione o a non potervi accedere per volontà degli imprenditori di sfruttare le ri ϐ sorse e la effettiva possibilità di accedere alle quanto il bando richieda. opportunità del Piano. Ǽ ϐ Su 200 imprese italiane – sono i risultati che meglio descrivono il sistema imprenditoria ϐ Ǧ î le italiano in questo momento. Ad oggi - diͳͲ ϐ chiara a Economy Stefano Alfonso - già un e Luca Bonacina. terzo delle imprese intervistate ha rivisto la «Uno degli ϐ piani d’investimento alla luce delle opportunità del Piano “Italia Domani” nell’ottica di rivitalizzare le proprie attività e sviluppare approcci al mercato innovativi, digitali e sostenibili in linea con i cambiamenti, î ϐ sione, del contesto esterno». Un altro tema “caldo” è quello segnalato dal 44% degli intervistati, ossia l'assenza di adeguate informazioni che si aggiunge ad un'eccessiva frammentazione delle fonti da cui reperire informazioni. E ± ϐ Dz ϐ dzǡ ché anche rimanendo nell’ambito
Teresa La Marca, direttore generale del gruppo Nolanplastica
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BANDO SMART & START È l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita di start-up ¡Åi¸ Å} Ï i Ë i y¡ «®¡ }¸¸ da 100mila a 1,5 milioni di euro. È possibile presentare la domanda esclusivamente online sulla piattaforma di Invitalia. Di che si tratta? Possono chiedere Ï i Ë i } ¸ } ²¸i®¸Ă¼« innovative costituite da non più y Ý× }² } ²u® ¸¸} i i ²}Ë ¡ } ²«}u i } y} ®} ²¸®¡ y} } «®}²}ò & Ï i Ë i } ¸¡ ²¡²¸ } } l’80% del totale delle spese ammissibili. Questa percentuale può salire al 90% se la start-up è costituita interamente da donne }ø¡ yi ¡Åi ²¡¸¸¡ ÚÝ i í oppure se tra i soci è presente un esperto col titolo di dottore di ricerca italiano o equivalente che lavora all’estero e vuole rientrare in Italia.
dei portali istituzionali, sottolinea la casa di consulenza, è necessario navigare tra una Ȃ ϐ Ǧ cercare le comunicazioni che interessano loro, o addirittura fare ricorso a terze parti che si fanno carico della comunicazione. Facile capire come il rischio di non trovare le informazioni che servono sia molto alto. Altro punto critico che è emerso con forza riguarda le tempistiche: il 43% degli imprenditori pensa che i tempi di realizzazione richiesti per portare a termine le opere siano troppo stringenti, così come viene considerata scarsa l’assistenza – dal 38% del campione - che gli enti forniscono alle imprese nel percorso di partecipazione. Un freno mica da poco considerando che il nostro è da sempre visto come il paese della burocrazia che frena la crescita. «Le istituzioni sono chiamate a gestire una î ϐ Ȃ sostiene Stefano Alfonso di Deloitte - così da incrementare la consapevolezza sul Pnrr e sul relativo stato di attuazione». Un tema che
FINANZIARE L'IMPRESA ON - OLTRE NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO }u¡ ¡ u¡ ĂÏ i Ë i® ¡ domanda e devono È l'incentivo promosso y} «®¡ }¸¸¡ò essere conclusi entro dal Ministero dello Format di 24 mesi dalla data di Sviluppo Economico approfondimento stipula del contratto di che sostiene le micro tecnico/economico e Ï i Ë i } ¸¡ò e piccole imprese u¡ «¡²¸} «®}Åi } Ëi ¡ L’incentivo è a sportello: Ï i Ë i® ¡ ¸¡¸i } ¸} yi ¡Åi ¸®i ¡ u ²¡ ¡ ®iy¼i¸¡® } 1i Åi ¼¸iË ¡ } y} i ~ ²uiy} Ë}ò 1} y¡ i y} domanda si completerà Øß } ÚÜ i ¡««¼®} con un secondo sono esaminate in base da donne di tutte le età. ! i Ë i } «®}²} u¡ all’ordine di arrivo. L’iter colloquio per valutare la sostenibilità economico«®¡ }¸¸ y Å}²¸ } ¸¡ y Åi ¼¸iË ¡ } «®}Å}y} Ï i Ë i® i y} Č Ë i¸ Åi u } «¼ ¸i ¡ i ®}i ËËi®} due fasi: u¡ ² y}®iË ¡ } y} } La prima fase consiste ¼¡Å} Ë i¸ Å} ¡ spese proposte e delle in un colloquio di i « i®}í y Å}®² Ïui®} i }Å¡ iË ¡ ® u }²¸}ò approfondimento per o trasformare attività Å}® Ïui®} } u¡ «}¸} Ë} Al termine della esistenti nei settori Åi ¼¸iË ¡ }í & Å ¸i i ¸}u u }í ¡® i ËËi¸ Å} i i¸¸¼® }®¡í ²}®Å Ë í u¡ u}y} Ï i Ë i } ¸ } } }²¸ ¡ i y} ¸}i commercio e turismo. ¡ ¸¡®i i ®}i ËËiË ¡ } imprenditoriale e 1} i }Å¡ iË ¡ y} «®¡ }¸¸ ò i u¡}®} Ëi ¸}® i prevedono un mix di y} «®¡ }¸¸¡ yi Ï i Ë i } ¸¡ i ¸i²²¡ Ë}®¡ } u¡ ¸® t¼¸¡ i ¡ y¡ Ï i Ë i } ¸¡í i u } ® ²«}¸¸¡ i } «¡¸} Ë i ¸n «}®y¼¸¡ «}® «®¡ }¸¸ del mercato. Se il d’impresa con spese proponente supera Ï ¡ i Ú ¡ y }¼®¡í positivamente il colloquio, u } «¼¥ u¡«® ®} Ï ¡ i ² ® u }y}®n y ¸} ®i®} 90% delle spese totali i «®}²} ¸iË ¡ } ammissibili. I piani di della domanda sulla impresa devono essere avviati successivamente piattaforma online con i i «®}²} ¸iË ¡ } y} i } ¡® iË ¡ ²¼ « i ¡
ϐ ϐ re esterne – il 78% degli intervistati ha scelche riguarda la stragrande maggioranza delle ϐ ǡ imprese italiane, ossia individuare all’interconsulenza etc., - i non sempre hanno delle organizzazioni chi debba occuparsi no l’autonomia economica per poterlo fare. di individuare e poi seguire il bando giusto (il Solo ombre? Certo che no. Tanto è vero che ͶͲΨ ϐ ϐ Ǣ gli imprenditori – come si evince leggendo tuale delle aziende che per capirne un po’ di lo studio di Deloitte - non sono “spaventati” î ϐ associazioni di categoria). dagli obblighi derivanti dalla partecipazione In fondo, questo tema ai bandi, a cominciaIL 43% DEGLI IMPRENDITORI PENSA è uno specchio di re dal monitoraggio, CHE I TEMPI RICHIESTI PER PORTARE quanto succede negli rendicontazione e A TERMINE LE OPERE enti pubblici – leggere SIANO TROPPO STRINGENTI controllo e neanche la voce Comuni – ai dalla eventuale lenquali è demandata la redazione dei progetti tezza nel trasferimento delle risorse dagli ϐ enti pubblici alle aziende private una volta ϐ svolto il lavoro. adeguate. E se le aziende possono ricorrere «Sono convinta che i fondi del Pnrr, se uti ϐ lizzati bene e tempestivamente, possano
rappresentare una straordinaria opportunità per il sistema paese e per le aziende. Sia sul fronte della produttività e sia sul fronte di un maggiore impegno sulla sostenibilità che a mio avviso non può più essere rinviato – sottolinea Teresa La Marca, direttore generale del gruppo Nolanplastica – anche se è necessario che le istituzioni mobilitino le energie migliori e favoriscano tutti i processi di sburocratizzazione possibili per consentire l’accesso ai bandi. Ma, nel complesso, bisogna guardare al Piano come ad una opportunità». Inoltre, per il 68% degli intervistati il Pnrr avrà sicuramente un impatto positivo per il sistema Paese, senza contare che la quasi totalità del campione è convinta che accedendo ai fondi garantirebbe alla propria azienda un futuro positivo. Il 60%, infatti, ϐ budget dedicati all’innovazione e alla digitalizzazione nel medio termine grazie al Pnrr e anche sul fronte della sostenibilità la visione è positiva visto che il 66% dei capi azienda coinvolti nello studio ritiene che i fondi del Pnrr avranno un impatto positivo sul fronte della sostenibilità aziendale. Oltre 4 aziende italiane su 10 percepiscono la sostenibilità come la chiave per l’ampliamento delle opportunità di business. Questa dinamica è anche corroborata dal fatto che secondo il 55% degli intervistati ʹͲ͵Ͳ ϐ ness sostenibile avranno già superato i relativi costi. In questo contesto, per 2 manager su 3 le riforme e gli investimenti previsti dal Pnrr svolgeranno un ruolo chiave nel migliorare gli sforzi di sostenibilità delle proprie organizzazioni e per circa un dirigente italiano su 1 la sostenibilità e la transizione verde ϐ ǡ disponibilità di ulteriori fondi. Alla luce delle misure previste dal Piano “Italia Domani” e dei cambiamenti attesi, il 27% delle aziende dichiara di aver già avviato un processo di ripensamento del proprio approccio alla sostenibilità, talvolta radicale, mentre il 59% delle aziende ne aumenterà i budget.
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QUELL'ALTER EGO DELL'AMMINISTRATORE DELEGATO ϐ ° Ǥ ǣ enterprise servant, che nelle analisi emerse al Congresso dell'Andaf si trova davanti a scenari in continua evoluzione di Luigi Orescano
V
olete sapere qual è una vera, concreta novità manageriale in molte importanti imprese italiane? È ϐ ° ǯ ǡ come, nei rally, lo è il navigatore col pilota. E che sa di esserlo diventato. ǯAndaf (Associazione nazionale dei diret ϐ Ȍ a Pe Ȃ ǡ ǡ collina, nella spettacolare struttura della Di Sipio Wine – la componente ”pride” della categoria si è amalgamata con ǯ ǣ Ǥ titolo scelto da Agostino Scornajenchi Ȃ ǯ ǡ nomina come amministratore delegato di Cdp Venture Capital – e da Paola Bosso, curatrice dei contenuti congressuali, insieme con tutto il team or ǣ Dz ǣ management e della vera natura ǯ dzǤ Enterprise ser Dz servant”, insom ǣ Agostino Scornajenchi, Presidente ANDAF
80
che il gas». le che travalica la dimensione privata, pur Dal gas al caro-energia, scatenato dalla considerandola al centro della missione, ǡ ǯ ϐ Dz ϐ ǯ Dz comune”. dzǤ ϐ ǡ «È già qualche anno che lo scopo dei noun congresso a ranghi compatti – oltre 300 stri congressi non è più soltanto discutere Ȃ ǯ ǣ ϐ Ȃ da Alexander Alden ǯ Ǧ molare ragionamengeopolitici che diIL PRESIDENTE DELL'ANDAF ti, illuminare scenari, ventano anche geoeAGOSTINO SCORNAJENCHI: conomici al padrone «NOI CFO NON SIAMO di casa – il Cavaliere OSSERVATORI MA GIOCATORI» Ǥ del lavoro Nicola Di non è un servo ma è un soggetto che Sipioǡ Ǧ Ǧ Ǥ ǯ ǯ ǡ ϐ Ǥ re nei campi che riesce oggi ad esprimere Ǥ componenti automotive, con 1200 dipen î Ǥ ǯ° Ǣ î ǡ Ǥ troppo, dove non ci sia rischio Ma gli stimoli e le suggestioni, con la regia politico. Siamo noi, in sapiente del segretario generale Michele ϐ ǡ Malusà ϐ Silvia Di Santo e da ǡ ǡ de di un Paese Dz Ǧ dzǡ che non è più Dz dzǡ ͳͷ protetto da ǡ Ǥ Ǥ ǯ Ǥ ci ha ricorda ǡ ǯ to che certe Narciso Mostarda, cose, per ʹͷ esempio, reparto, poi passato al management delle Dz dzǡ poterle patra la gestione delle risorse umane e delle risorse interiori? Oppure, come non apaverle, quando Giorgio Donna, servono. Le ma ϐ scherine, ma an ǡ ± ǯ -
FINANZIARE L'IMPRESA
PAOLA D’ANGELO, PRESIDENTE SEZIONE ANDAF MARCHE, ABRUZZO E MOLISE
ǡ Ö ǫ ǯ te è quella appassionata che appassiona, «e mi viene in mente la Apple, diversa da quel Ö re, e mi viene in mente Ryanair, o da quella che arranca per sopravvivere o, ancora, da ǡ le Olivetti di Adriano». Via via, nella densa due giorni, tanti altri in ǡ ǡ chi non avesse potuto seguirli in diretta, sul Dz dzǤ ǡ ° ǡ ϐ ǣ Ȃ ǡ Ǧ ǣ Ǽ tà - ha sottolineato Scornajenchi - il sistema dei rating è ancora quanto di più variopinto possa esistere!». E parlando di governance si è tornati a di ǯ ǡ ǡ gativa esclusiva della proprietà, e i soci che hanno spesso preso le loro rivincite. Oggi è Ö
MARCO MARSILIO, PRESIDENTE REGIONE ABRUZZO
ǡ ǯ ° altri stakeholder, «compresi i lavoratori ha sottolineato Scorajenchi – nella cui par ǡ anche perchè so che gli imprenditori hanno un rispetto sacrale per le risorse umane di valore». «OGGI I CFO SONO RICONOSCIUTI DAPPERTUTTO E SONO CARICHI DI RESPONSABILITÀ, COSTRETTI A IMPORRE LIMITI AGLI ALTRI»
ǡ ° ǡ ǯ Ǥ Ǽ ǯ ǡ al congresso di Capri dicemmo che dove ǽǡ Ǥ Ǽ ǡ Ǣ ǡ ° ǡ correggersi in corsa. Conosciamo le nostre capacità, ma non siamo qui per dirci quan Ǥ ° ǡ conosciuti dappertutto, non devono avere Ǥ Ǥ ǡ soggetti a innumerevoli livelli di controllo, siamo spesso costretti a imporre limiti ǣ ° ǡ ǯ° dicatore di rischio, la compliance non lo
ǥ Öǡ ǯ Ǥ ǡ prendiamo i meriti di aver prevenuto tempeste o avvistato opportunità ma poi, se le ǡ ° ǥ ǯ ǡ ǡ ǯ° Ǥ Ǥ ǡ ± ± ¿ ǡ ǡ Ö cadere… Però, paradossalmente, se questo ǽǤ
MICHELE MALUSÀ, SEGRETARIO GENERALE ANDAF
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Il Cfo non è più quello di una volta ϐ ϐ ǣ ǡ Chaberton Partners ha pubblicato un rapporto che esplora l'evoluzione del ruolo tra risk management e digitalizzazione di Paola Belli
A
ϐ Ǥ ȋ Ȍǡ Chaberton Partnersǡ ǡ ̵ Ǥ Ǽ ͵Ͳ ǡ ̵ ǡ ǡ ǡ ϐ ϐ ǽǡ Erika Perezǡ Ǥ Ǽ ̵ î ϐ ǡ ǽǤ ϐ ǣ ̶ ̶ ϐ ǣ Ǽ ̵ ǡ -
MASSIMILIANO MOI
82
ERIKA PEREZ
ǡ ϐ ̵ ϐ ǡ ǽǡ Ǥ Ǽ prevedere Ö ǡ ̵ ǽǤ ǡ ǡ Ǥ Ǽ ǡ ̵ ̵ ϐ ǽǡ Ǥ Ǽ Ǧ ǡ ǡ ϐ ǽǤ
̵° risk managementǣ Ǽ î ǡ ǡ ǡ Ǥ ± ǡ ǡ ǽǤ ϐ ǣ ǡ ǡ ǡ ǡ ϐ ǡ ǡ ǡ ϐ ǡ ϐ Ǽ ̵ loro ruoli strategiciǡ î ǽǡ Ǥ Ǽ ǡ ϐ ǽǡ Massimi-
FRANCESCO TANZI
FINANZIARE L'IMPRESA
liano Moiǡ Industrie De NoraǤ Ǽ ° ϐ ǡ Ö Ǥ ǡ ǡ ǡ Ǥ
ǡ ǡ ǡ Ǥ ǡ ǽǤ ǡ ǫ Ǽ î strategic management ȋ ǡ ǤȌ ȋ ǡ ǡ Ȍ ǡ ϐ ǡ
ǽǡ ǡ PirelliǤ ǣ Ǽ ǣ î Dz dz ǯ Ǣ î ϐ ȋ ǡ ȌǤ adattabilità ǯ ǯ ǽǤ
A proposito di digital innovation di Silvana Toppi, HP Global Finance Controls and Compliance Director & Board Member Andaf
D
y ¸i ¡Åi¸ ¡ Ï i -
di tecnologia in cloud in area
Åi¸ ¡ } i u } } Ï i u} u¡
ce se ne parla da qualche
Ï i u}ò 1Či®u ¸}¸¸¼®i y yi¸
le peculiarità ovvero l’intelli-
anno. Quindici, venti anni fa
condivisa messa a terra dagli
} Ëi i®¸ Ïu i } } }®i¸ Åi y
con il termine digital innova-
investimenti di soluzioni cloud
cui la popolare chatgpt rappre-
¸ ¡ Ï i u} u ² ® }® Åi i i
è fondamentale sia per gestire
senta uno dei prodotti più cono-
costruzione del sistema Erp
one single source of the truth,
sciuti. La digital innovation si è
per una contabilità integrata.
ovvero una unica fonte comune
quindi trasformata e non è più
Negli anni a seguire il perime-
a tutti in azienda in cui pren-
solo un mero mezzo di esecu-
business (cosiddetto business
tro di digital innovation si è
dere i diversi tipi di dati, sia
zione dei compiti transazionali
acumen) anche quelle di curio-
esteso includendo lo sviluppo
per il mantenimento di modelli
più labor intensive, ed è anche
sità, creatività, empatia, lean
di modelli analitici per avere
analitici sempre più comples-
uno strumento per creare nuo-
thinking per lavorare trasver-
dei dati parlanti, i cosiddetti
si che richiedono una atten-
vi ambiti di lavoro, aumentando
salmente con tutte le funzioni
big data and analytics poiché
zione maggiore alla veridicita
u¡ Ï y} } i¸¸ Å ¸n y Ï i u}í
cogliendo l’essenziale, e so-
i Cfo con i soli dati economici
dell’informazione contenuta. A
«¡¸}¸ ui } ¸} i Č Ï ¸¡í y¡Å}
prattutto la capacità di svilup-
non riuscivano sia a fare presa
¸i «®¡«¡² ¸¡ Či®}i Ï i u} i
quindi il solo nuovo limite è la
pare team integrati composti
²¼ ČiË } yi ² i i ui« ®} Ï ¡
iniziato ad includere nei propri
creatività dei Cfo.
da componenti tech savvy con
fondo e a spiegare ad una pla-
Kpi anche parametri tecnici ov-
Le competenze dei Cfo per
nuove abilità di data modeling,
tea di stakeholders in aumento
vero la misurazione della data
portare il proprio valore nella
process redesigning e agility
la complessità crescente del
quality e della data accuracy.
digital innovation sono accan-
project management (che uni-
business.
Dal novembre 2022 un game
to a quelle di sempre ovvero
sce alle competenze di project
Lo scopo del termine da oramai
changer è entrato in tutti gli
analytical thinking, struttura-
management quelle di design
dieci anni indica anche l’utilizzo
ambiti di business digital inno-
zione logica, conoscenza del
thinking).
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STARTUP, CRESCONO I FINANZIAMENTI (E NON SOLO) ǣ ϐ Ǩ ǡ ǡ ϐ di Alessandro Faldoni
P
eriodo complicato quello che microimprese e Pmi stanno vivendo: alla gestione della pandemia si sono aggiunti nel tempo l’aumento dei costi di approvviginamento delle materie prime, l’energia ǡ ϐ ϐ gnare i propri processi produttivi e distributivi. Neppure sul fronte del credito è stata una passeggiata. «Dopo il decimo rialzo dei tassi e una di tendenza, l’imprenditore è piuttosto scoraggiato», afferma Davide Galli, Presidente di ϐ Ǩ. Preferisce attendere posticipando l’avvio di investimenti e progetti a quan ǽǤ ǫ ϐ ǡ mentre è accertata la situazione di stallo in cui ci troviamo. La restrizione creditizia è confermata da tutti i dati, bollettini della ǯ o statistiche del Fondo di Garanzia che siano, ǯ ϐ (T.C.F.) il prossimo 31 dicembre 2023. ϐ pre-Covid: vincoli normativi e di bilancio, spinte ϐ ǡ ve di copertura e di maggiori sinergie sul territorio unitamente al necessario confronto con la ǡ ϐ -
ͳι ʹͲʹͶǤ ϐ anche queste scelte avranno ripercussioni sul credito alle imprese ed in particolare alle Pmi. Come organizzarsi quindi per supportare le ǫ Ǽ ± ± ǡ strutturando presidi forti e stabili sul territo ǡ presenti si sono allontanate ϐ ϐ relazionale alla micro e Pmi» dichiara Davide Ǥ Ǽ ϐ anche un crescente investimento in ǯ Ǥ ϐ far sì che siano più consapevoli della propria po ϐ ǡ ¿ ϐ ǽǤ Ed è positivo in questo senso il dato che emerge ǯ ϐ Ǩǣ da di servizi di consulenza cresce, quasi triplicata rispetto al 2022. «Molte imprese ci chiedono aiuto per valorizzare il proprio set informativo, far emergere e sistematizzare dati e informazio ǡ ± ϐ ϐ ǯ ϐ ǽ Ǥ Ǽ ǯ î ǡ
DAVIDE GALLI, PRESIDENTE CONFIDI SYSTEMA!
ϐ ǡ redazione di , analisi economi Ǧϐ prenditori e amministratori e approfondimenti sulla posizione di rischio attraverso analisi puntuali e monitoraggi periodici dei dati di . Le nostre imprese devono stare sempre î ϐ ǡ gestionali, strutturarsi al meglio, impegnarsi in ϐ ϐ ǽǤ Resta comunque centrale il confronto con ban ϐ ǯ di credito, reperendo sul mercato nuove risorse da canalizzare verso il sistema delle Pmi, cresco ϐ ǡ remunerazione, delle micro e piccole imprese raggiungibili grazie all’ampia rete di Consulenti ϐ Ǩ Ǥ
SEI MESI DI CRESCITA Il bilancio semestrale 2023 delinea un quadro andamentale positivo e conferma il percorso di crescita sul territorio previsto dal Piano Smart 20232025 con 8 nuove assunzioni dall’inizio dell’anno. Positivo il risultato provvisorio che si è attestato a € 1,18
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milioni, in linea con il risultato del periodo corrispondente dell’esercizio 2022. Tengono i volumi garantiti ma cambia il mix dei prodotti e dei clienti: aumentano gli interventi a sostegno di operazioni di medio lungo termine, mentre diminuiscono le garanzie su
operazioni di breve termine, anche per la riduzione delle operazioni collegate ai bonus edilizi. Cresce il numero di imprese start up che si rivolge i u¡ Ïy ² i «}® i ®}yiË ¡ } di business plan che per la u¡«}®¸¼®i y Ï i Ë i } ¸ i medio termine legati all’avvio
della nuova attività. Oltre ØÝíß ¡ y Ï i Ë i } ¸ concessi con una crescita del 14% rispetto allo stesso periodo 2022. «Piace pensare che la voglia di fare impresa sia sempre forte e non sia frenata dalle incertezze del momento», commenta Davide Galli.
FINANZIARE L'IMPRESA
CAPITALE UMANO E A.I., TANDEM CHE VINCE Generali Asset & Wealth management ha avviato da un anno il progetto «Digital Minds» con l'obiettivo di cogliere le opportunità della trasformazione digitale lavorando sulle risorse professionali e sull'innovazione di Angelo Curiosi
S
econdo l’ultimo report di PwC sulle prospettive del settore wealth & asset management, che ha intervistato circa 250 investitori istituzionali internazionali, il 90% degli operatori ritiene che l’uso di tecnologie dirompenti, ed in ǡ ϐ e blockchain, porterà a risultati e rendimenti migliori del proprio portafoglio. Ma, nonostante gli alti investimenti, questa area î ϐ nager. La tecnologia sta già rivoluzionando molti aspetti del settore: dal supporto nelle scelte di investimento all’offerta di servizi disegnati sui bisogni della clientela, dall’in ϐ ϐ ǡ Ǥ zie al tasso di cambiamento tecnologico, i margini di innovazione e digitalizzazione rimangono ancora ampi. Per cogliere questo poten Ƭ Wealth management,
Emiliano Di Giammatteo, Chief 2SHUDWLQJ 2I÷FHU di Generali Asset & Wealth Management
tra i maggiori operatori con 507 miliardi di euro in asset gestiti, ha avviato un anno fa il progetto “Digital Minds”. L’obiettivo è cogliere le opportunità della trasformazione digitale lavorando sul capitale umano e sulla cultura dell’innovazione: «L’innovazione rappresenta un pilastro strategico per la crescita futura, permettendoci di creare re î ϐ dei clienti e di trasformare i nostri processi di business», ha commentato Emiliano Di ǡ ϐ Generali Asset & Wealth Management. ǡ Ƭ ϐ ǡ avviando un percorso di acquisizione di competenze digitali aperto a tutti i dipendenti - chiamato “Foundation program”. Queste competenze sono state poi messe Dz dzǡ mento in cui tutti i colleghi hanno potuto proporre soluzioni per rendere sempre più ϐ Ǥ poste 80 proposte di innovazione, valutate
DALLE NUOVE TECNOLOGIE GRANDI OPPORTUNITÀ PER CHI GESTISCE FONDI E MANDATI
da una giuria di esperti sulla base di criteri come la fattibilità e il livello di innovazione. Le idee più mature sono state poi selezionate per implementarle, come sperimentazioni nel machine learning per l’analisi testuale, o una piattaforma avanzata per il monitoraggio delle normative in ambito compliance, legale e antiriciclaggio. In parallelo sono state lanciate delle community tematiche, veri e propri centri di competenza incentrati su Quantum Compu ǡ ϐ mation, per analizzare l’impatto che queste tematiche hanno sul business. Tra le inizia ǡ ϐ ǣ giornata per approfondire i cambiamenti ǯ catena del valore dell’asset e wealth management, come la gestione del rischio di controparte sfruttando machine learning per analizzare vaste quantità di dati, l’uso di reti neurali per l’analisi degli investimenti in azioni e bond o modelli di machine learning per l’estrazione di informazioni. «Le nuove generazioni sono orientate alla ricerca di soluzioni innovative e che permettano un certo livello di autonomia nella gestione dei risparmi. Dall’altro lato, tecno ϐ learning offrono opportunità ai gestori di fondi e di mandati, che possono fare leva su nuovi supporti – come tecniche di Natural Language Processing per scandagliare informazioni fra documenti societari, o tecniche di Machine Learning per simulare strutture complesse di mercato su cui elaborare strategie di investimento –che contribuiscono aumentare i rendimenti. Ed i clienti, oggi, si aspettano anche questa nuova fonte ϐ ǡ Dz dzǽ Ǥ
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Smart cities: il retail grocery 5.0 La strutturazione e la localizzazione dei punti di vendita devono cambiare per rispondere a nuove esigenze. È ciò che emerge dalla ricerca svolta dall’Osservatorio Retail MarTech (R)Evolution di Liuc Business School di Anna Gervasoni*
E
volvono le città, evolvono i paradigmi urbanistici, evolve anche il modo di fare la spesa. Il consumatore di oggi ha un profilo nuovo, orientato alla sostenibilità, alla riduzione dei tempi di acquisto e al valore dell’esperienza. Di conseguenza anche la strutturazione e la localizzazione dei punti di vendita devono cambiare per rispondere a queste esigenze. Questo è ciò che emerge dalla ricerca svolta dall’Osservatorio Retail MarTech (R)Evolution di Liuc Business School, una community di produzione di know-how avanzato sull’utilizzo dei dati, sull’impiego delle nuove tecnologie e sui nuovi modelli di business nel retail, finalizzata a produrre nuova conoscenza utile a migliorare la capacità di lettura del contesto e il processo di decision making delle imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio. La ricerca svolta dal team di ricercatori guidata dalla Professoressa Chiara Mauri, Direttrice della Scuola di Economia e Management dell’Università in collaborazione con i partner del progetto, Jakala, Niq, Sas e Mirakl, combinando dati microterritoriali (a livello sub-comunale, per zone di censimento) a indagini campionarie svolte sul campo, ha consentito di mappare la distribuzione dei punti di vendita grocery sul territorio lombardo e di delineare quali siano i principali fattori che determinano la shopping orientation del consumatore tipo. Nei capoluoghi di provincia lombardi, il consumatore medio impiega soli 129 secondi, poco più di due minuti, per raggiungere a piedi il punto di vendita grocery più vicino, mentre se decide di usare l’automobile questo tempo, già di per sé contenuto, si riduce ulteriormente a 68 secondi. Se estendiamo il ragionamento e, invece del tempo necessario a raggiungere il più vicino punto vendita, andiamo a vedere quanti negozi possiamo raggiungere con una breve camminata o un breve viaggio in auto, scopriamo che nei capoluoghi lombardi i consumatori possono raggiungere, in media, 4 diversi punti vendita camminando dieci minuti e ben 62 con dieci minuti di automobile. Questa densità di punti commerciali porta le persone ad avere un’ampia scelta e a poter cambiare frequentemente abitudini e negozi, intensificando e cambiando i connotati della competizione nel set- CHIARA MAURI
tore. Ognuno di noi oggi vuole poter fare la spesa in fretta, senza perdere troppo tempo a raggiungere il punto vendita, guidato più dalla necessità di riempire la dispensa che non dal bisogno di soddisfare particolari desideri edonistici, senza però rinunciare alla qualità dei prodotti, alla possibilità di avere una scelta sufficientemente ampia e prestando attenzione alla sostenibilità e alla provenienza di ciò che acquistano. Ne risulta una riduzione della fidelizzazione: il consumatore sceglie il punto vendita in base alla distanza e a seconda del momento e del luogo in cui si trova, senza curarsi particolarmente dell’insegna dello store. Come è evidente, stiamo assistendo a uno stravolgimento delle strategie competitive: il pricing, le promozioni e le campagne sconto perdono di rilevanza, mentre assortimento, accessibilità del punto vendita e velocizzazione dell’esperienza d’acquisto (utilizzando la tecnologia per rendere più efficienti i processi in store, come ad esempio i pagamenti) stanno acquisendo sempre più centralità e rilevanza nel determinare il successo e le performance dei retailer. Tutto questo contribuisce ad accelerare un processo di trasformazione nella strutturazione del settore già in atto nel contesto pre-pandemico e che, anche se potrebbe sembrare in controtendenza rispetto all’espansione dell’e-commerce e alla diffusione della multi-canalità nelle vendite, è ormai consolidato e comprovato da numeri e rilevazioni: i negozi fisici non spariranno, anzi, il loro numero è in crescita e continuerà ad aumentare, all’insegna dell’evoluzione dei paradigmi urbanistici, sempre più votati verso le cosiddette “ten minutes cities”, dove tutto ciò che occorre in termini di servizi standard alla persona deve esse a portata di mano. Certo, non bisogna pensare ai negozi fisici classici, ai supermercati e ai megastore. Il negozio del futuro ha un identikit preciso: sarà un punto vendita di vicinato, local e phygital, ritagliato sulle esigenze del consumatore. Uno spazio di dimensioni contenute, funzionale e accogliente, che integri la dimensione fisica e quella digitale in maniera efficiente, in modo da massimizzare la fruibilità del punto vendita e il gradimento dell’esperienza da parte del visitatore, sostenibile sia nell’offerta (prodotti a km zero, biologici e green) che nel design (emissioni e impatti ambientali ridotti). * Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e pro-rettore alla Liuc di Castellanza. È anche direttore generale di Aifi (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt)
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QUEI MEGATREND NEL MIRINO DEL PRIVATE EQUITY Ƭ ǡ Ƭ ǡ Ƭ ϐ ǣ strategici sui quali ha operato e ancor più si concentrerà la strategia d’investimento di Quadrivio di Angelo Curiosi
V
ϐ ǡ Ȃ Dz dz Ȃ Quadrivio Group ǡ Dz dzǣ ǡ ǡ ϐ ȋ Ƭ ǡ Ƭ ǡ Ƭ ϐ Ȍ î ǯ ǡ î Ǥ ǡ ǯ Ǧ ǡ ǡ ǡ ǡ ϐ Ǥ ǡ Ǧ Ǧ ǯ Ǧ Ǥ Walter Ricciottiǡ ǡ Ǽ Ǥ ǡ ̵ î ͷͲͲ ǡ ǽǤ ǣ ǡ
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ǡ ͵ͲͲ Ȃ ǡ Ȃ Ǧ Ǥ Ǽ î Ȃ ǡ ǡ Alessandro Binello Ǧ ǡ ǣ ͳǡ ʹǡ ͶǤͲ Ǥ ǡ I MEGATREND SONO L'OPPOSTO DELLA SPECULAZIONE DI BREVE PERIODO E CREANO VALORE SOSTENIBILE PER GLI INVESTITORI
ǯ ǡ î ǽǤ ǡ ǯ ǡ ° Autryǡ ͳǡ ǣ ǡ ǡ ǣ ° ǡ ǯ °
Ǥ ǡ Dz dzǡ î ǣ Ǽ Ȃ Dexter Shurneyǡ Bluezone Institute Ǧ 1 Ö ° ǽǤ ǡ ǯ ǡ ǯ ϐ ǡ ǯ ǯ ǣ Vincenzo Espositoǡ ǣ Ǽ ǯ ϐ ǡ Ǥ Ȃ ǡ ǡ ǯ Ö ǯ ͳͺΨǽǤ ǡ Ǥ ϐ ǯ ǣ David Pambianco Ǣ Stefano Malagoli Ǣ Roberto Crapelli ǯ Ǥ Alessandro Binello (a sinistra) e Walter Ricciotti
Sportello
Nuova Cerform, le aziende a scuola di crescita di Paola Belli
L
a formazione come asset indispensabile per la crescita strutturale delle imprese. E Sinergia, il network di società che opera in tutti i campi della consulenza direzionale, consapevole dell’importanza dell’aggiornamento professionale costante, ha acquisito il 100% di Nuova Cerform, ente di formazione professionale e manageriale. «Con questa acquisizione – afferma Francesco Raimondi, Presidente di Nuova Cerform e di Value Target, una delle cinque società fondatrici di Sinergia di cui è direttore tecnico - il Gruppo Sinergia implementa l’offerta di servizi alle imprese proponendo la formazione professionale attraverso una nuova chiave, più sofisticata e innovativa. Il nostro Gruppo, in fase di forte espansione, ha ritenuto che la formazione dovesse proporre percorsi multisettoriali all’avanguardia, in particolare per le imprese con vocazione tecnologica che intendono sviluppare progetti innovativi e sostenibili. Una diversa cultura professionale avvicinerà le moderne tecniche formative alle reali esigenze dell’impresa organizzando percorsi personalizzati di base, intermedi e manageriali, creando on boarding specialistici. Nuova Cerform è stata fondata negli anni ‘80 per volontà dei Comuni del distretto ceramico emiliano e delle associazioni datoriali del territorio per assicurare un ente di riferimento dedicato alla crescita del comparto produttivo ceramico e alla sua filiera. «Grazie agli accreditamenti che consentono l’intermediazione di fondi per la formazione e al costante monitoraggio di ogni nuova opportunità, Nuova Cerform progetta ed eroga percorsi formativi per persone e imprese azzerandone o abbattendone il più possibile i costi. Alle persone offriamo percorsi di alta formazione che siano in linea con le esigenze industriali, utili anche all’inserimento e al reinserimento lavorativo; alle aziende garantiamo piani formativi, mono o interaziendali, utili allo sviluppo e all’innovazione. Formiamo e aggiorniamo competenze evolute per rispondere alle richieste del mercato» spiega Elena Sabattini, consigliere di amministrazione della società e nuovo Direttore dell’ente. Le tematiche formative di Nuova Cerform
sono di grande attualità: Sostenibilità in tutti i suoi aspetti, Industria e logistica 4.0; Big Data; Modellazione 3d; Prototipazione rapida; Virtual & augmented reality; Digital marketing; Marketing automation; E-commerce; Intelligenza artificiale. «Nuova Cerform nel network di Sinergia incrementa quotidianamente la progettualità e l’offerta formativa – specifica Raimondi - ed è in grado di promuove la formazione continua come fattore chiave per lo sviluppo e l’innovazione delle imprese. Vogliamo diventare un incubatore di nuove opportunità intercettando da una parte quelli che sono gli strumenti agevolativi per la formazione e al contempo diventare promotori di nuovi contenuti e metodologie che si sposino felicemente con i percorsi di crescita che i nostri clienti affrontano quotidianamente nell’ottica di una competitività costante. Il nostro albo consulenti è in continua evoluzione e ci permette di confrontarci soprattutto con esperti del mondo industriale che ci affiancano nell’indagine dei fabbisogni e nella realizzazione di progetti taylor made». Nuova Cerform è un ente accreditato presso la Regione Emilia-Romagna, vanta gli accreditamenti di Fondimpresa, FonCoop, Fondo professioni e realizza progetti con Fondirigenti, fornendo supporto alle aziende per beneficiare dei finanziamenti e delle agevolazioni utili a svolgere le attività di formazione per manager e dipendenti. «I professionisti di Nuova Cerform, che vantano pluriennale esperienza nel mondo della formazione, sono in grado di accompagnare il cliente in tutte le fasi necessarie alla realizzare delle proprie esigenze formative, partendo dalla predisposizione del piano, curandone la progettazione, la gestione e la realizzazione, fino al monitoraggio e alla rendicontazione finale», specifica Sabattini. Sinergia, con l’acquisizione di Nuova Cerform, conferma il suo modello originale ed efficiente di hub di soluzioni e nuove opportunità, “One Business Partner” per le imprese di qualsiasi settore merceologico e dimensione, con un’attenzione specifica alle Pmi e alle loro necessità di crescita e competitività costante. Nella foto Elena Sabattini, consigliere di amministrazione e Direttore di Nuova Cerform
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STO RY-L EAR NIN G
SULLA ROTTA DELLA CRESCITA Dopo l'acquisizione strategica del porto greco di Igoumenitsa, il Gruppo Grimaldi, il più grande armatore italiano e con sede in Italia, supera gli obiettivi per continuare a reinvestire nel segno della sostenibilità
130 NAVI
(in aumento)
18 MILA
DIPENDENTI nel MONDO
FATTURATO 2022 € 4,9 miliardi
di Sergio Luciano
14 0
PORTI SERVITI IN
60 PAESI
UTILE 2022 € 1,1 miliardi
U
n’altra stagione estiva con ottimi Sono solo due delle ottime notizie che scanrisultati, su tutte le destinazioni. discono questi ultimi mesi dell’attività del Un’acquisizione strategica, il porto Gruppo Grimaldi, il più grande armatore itagreco di Igoumenitsa - l’antica Titana, nella liano e con sede in Italia, con 130 navi (in auregione dell’Epiro – crocevia delle rotte mamento), 18 mila dipendenti, 140 porti serviti rittime che collegano in 60 Paesi del mondo, IL GRUPPO GRIMALDI l'Italia alla penisola ϐ HA UNA FLOTTA DI 130 NAVI ellenica, alla Bulgaria to il mondo, dalla Cina (IN AUMENTO), 18 MILA DIPENDENTI, e alla Turchia, soprat ǯ E 140 PORTI SERVITI IN 60 PAESI tutto da quando è che. terminata, nel 2009, la costruzione dell'autoÈ presto per ottenere anticipazioni, ma appastrada greca Egnatia Odos (Via Egnazia), che Ͷǡͻ per 670 km attraversa la Grecia settentrionale 2022 e l’oltre 1 miliardo di utile netto saranno ϐ ǯ ϐ ǡ ǡ e Turchia. ǣ
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LA GREAT ANTWERP, UNA DELLE NAVI ECOLOGICHE DELLA FLOTTA GRIMALDI
ǡ del colosso che è di gran lunga la più grande azienda italiana basata nel Mezzogiorno (a Napoli). L’attività dei traghetti in Italia è una piccola parte del totale, che cresce grazie alle mete nazionali (Sardegna e Sicilia) ed internazionali in Spagna e Grecia, ma è molto visibile e molto apprezzata anche per un ottimale rapporto prezzo-qualità: «La nostra crescita costante
IL PORTO DI IGOUMENITSA
° Ȃ Francesca Marino, responsabile passeggeri del gruppo – E cioè l’ampio network di collegamenti verso le destinazioni turistiche del Mediterraneo, i comodi orari di partenza e arrivo delle navi, petitivi in ogni momento dell’anno». Su questa base, il gruppo ha potuto già con ʹͲʹ͵Ǥ la Sardegna ǯ° ̵
Livorno-Olbia e viceversa, lo storico collegamento marittimo da Civitavecchia e Barcellona per Porto Torres e le linee in continuità territoriale da Civitavecchia per Arbatax e Cagliari e da Napoli e Palermo per Cagliari. La Sicilia è poi collegata al Continente anche con altre tratte per Palermo, che partono dai porti di Livorno, Napoli, Salerno e Cagliari. La Spagna è servita tutto l’anno dalle due am ϐ ǡ
COSÌ SI CONCILIA LA REPONSABILITÀ SOCIALE CON LA PERFORMANCE ECONOMICA
I
risultati a dir poco brillanti del Gruppo Grimaldi hanno un’anima sostenibile che, pur se ormai nota al mercato, esaminata da vicino rivela risvolti sorprendenti, che vanno al di là di ogni i¸¸¼i } i®®iË ¡ }ò y ® Ð}²²i u¡ piutamente nel “Report di Sostenibilità del Gruppo Grimaldi relativo all’esercizio 2022”, pubblicato alcune settimane fa, l’ottavo realizzato dall’azienda. L’attività del gruppo – è quel che salta agli occhi ad una lettura anche veloce del corposo documento – è che la sostenibilità Å } } y}u i¸i ¸¼¸¸ ²¼¡ ² Ïui¸ í dunque non solo quello cruciale della tutela dell’ambiente attraverso l’abbattimento delle emissioni di CO2 e la tutela del mare, ma anche quella sociale; ma quel che è più rilevante è la capacità del Gruppo di conciliare questo impegno con l’incremento della performance economica. In estrema sintesi, investire sulla С¸¸i ¸}u ¡ ¡ } yČiÅi ¼i®y i i Ï } di consumare meno energia in rapporto con i carichi trasportati, in un’epoca y ui®¡Ă} }® ií ² Ïui ¡¸¸} }®} y¼} risultati; un grande vantaggio ecologico ma anche economico. Ed anche investire nella formazione e nel welfare aziendale, ® ¼i Ïui y¡ u¡ ¸ ¼i } ¸} } ² } } ®i¸ Ïui y¡ } «®¡«® } ® ²¡®²} ¼ i }í
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² Ïui ²¡²¸i Ëi u®} } ¸i®} i produttività, dunque un altro costo che si rivela un ottimo investimento. Con la Lettera con la quale il presidente del Gruppo Gianluca Grimaldi apre il rapporto, viene sottolineato come questo “impegno strategico per la sostenibilità è confermato dall’ulteriore ampliamento del programma di investimenti in corso, che prevede entro il 2027 la consegna di 26 nuove navi con emissioni di CO2 inferiori del 50% rispetto alle costruzioni precedenti, che si aggiungono agli altri progetti di sostenibilità realizzati negli ultimi tre anni, per un investimento complessivo di oltre 2,5 miliardi di euro”. ENTRO IL 2027 LA CONSEGNA DI 26 NUOVE NAVI CON EMISSIONI DI CO2 INFERIORI DEL 50% RISPETTO ALLE COSTRUZIONI PRECEDENTI
Una scelta di frontiera che il Gruppo ha individuato ormai dieci anni fa, intraprendendo la strada dell’abbattimento delle emissioni di CO2 ben prima che il tema diventasse in qualche modo di attualità. Una scelta che oggi, con l’amministratore delegato del Gruppo Emanuele Grimaldi chiamato – primo italiano nella storia – a presiedere la Ics (International chamber
of shipping), è divenuta una direttrice d’ispirazione per tutti gli armatori più importanti e impegnati nel mondo. La sezione “Analisi degli impatti delle tematiche materiali” del Rapporto 2022 “pone l’attenzione sugli aspetti ritenuti « À ² Ïui¸ Å «}® "®¼««¡ "® i y nell’ambito della propria strategia di sostenibilità", come sottolinea il presidente nella sua lettera introduttiva. Al primo posto, per rigore razionale, viene giustamente evidenziata la “performance economica”, come frutto di innovazione e sviluppo sostenibile. Le due cose infatti vanno insieme: i brillanti risultati conseguiti dal Gruppo sul piano }u¡ ¡ u¡ĂÏ i Ë i® ¡ u¡ ²} ¸¡ ¡ y investire continuamente nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie evolute e sostenibili. Ma dentro questa sostenibilità c’è qualcosa di anteriore e più nobile mai stato oggetto di mode ma fondamentale per tutto il resto: l’etica negli affari. Che si traduce in un ottimale risk-management ed in una rigorosa adesione alle numerose “compliance” alle quali un gruppo di ¼}²¸} «®¡«¡®Ë ¡ } ®i ÏuiË ¡ y}Å} attenersi. L’adeguata gestione di questo universo valoriale che appunto può essere consi-
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che si alternano sulla rotta Civitavecchia-Porto Torres-Barcellona e viceversa. Brindisi e ϐ per la Grecia del mito, grazie ai collegamenti regolari proprio per Igoumenitsa e quello sta îǤ Ma questo antichissimo porto dell’Epiro è strategico all’attività del gruppo anche e soprattutto per i commerci. Lo scorso 20 ottobre si è conclusa la procedura di concessione
derato “etica negli affari” è naturalmente fondamentale per un’altra ragione: perché una rigorosa applicazione dell’etica nel business evita frodi e elimina rischi per la reputazione del Gruppo. Un altro capitolo cruciale riguarda gli investimenti nella Comunità. Uno degli obiettivi strategici più importanti del Gruppo è sempre stato la distribuzione del valore nei territori, anche attraverso donazioni di infrastrutture per le comunità. La Fondazione Grimaldi Onlus, la più grande fondazione del Mezzogiorno, è stata spesso lo strumento operativo per raggiungere questo obiettivo, investendo ingenti risorse negli aiuti al sociale. E ogni i ¡ Å } } ¡®¸} } ¸} ® Ï i Ë i¸i yi "®¼««¡ i Ï } y «®¡²} ¼ ®} i ²¼i ¡«}®iò C’è poi il capitolo cruciale dal punto di Å ²¸i }u¡ ¡ u¡ì ¼} ¡ y} Č} Ïu } ¸imento energetico, e la sua principale manifestazione, ossia la riduzione delle emissioni, prevalente di CO2, ma non solo. La riduzione degli impatti ambientali diretti ed indiretti, anche per contrastare il cambiamento climatico, è da tempo un obiettivo assolutamente primario ed ineludibile per il Gruppo Grimaldi. Ed anche nel ’22, a fronte di un incremento del numero di navi in attività del 4% le emissioni totali di CO2 sono state ridotte
pluriennale della Igoumenitsa Port Authority da parte del Fondo statale greco Hrdaf alla cordata guidata dal Gruppo Grimaldi per un importo pari a 84,17 milioni di euro. «Siamo pronti ad investire nella crescita del porto di Igoumenitsa, e parallelamente nello sviluppo delle rotte commerciali attorno all'asse dell’antica Via Egnazia, di cui lo scalo rappresenta la principale porta» spiega Emanuele Grimaldi, Amministratore Delegato del Gruppo Grimaldi. «Il nostro Gruppo è da
tempo il principale cliente dello scalo, e in questo senso l’acquisizione della maggioranza del suo capitale sociale si inscrive in una più ampia strategia di integrazione verticale. In più, attraverso i nostri investimenti nel ǯ ǡ ϐ seggeri e merci e la nascita di nuove attività legate al turismo marittimo e da diporto; in generale, generare maggiori opportunità di lavoro».
DA SINISTRA: GIANLUCA GRIMALDI E DIEGO PACELLA CON EMANUELE GRIMALDI (IN PIEDI)
del 2%. L’altro capitolo – essenziale per la sostenibilità sociale almeno quanto il rapporto col territorio – è quello del rapporto con le risorse umane del gruppo che, si legge nel Rapporto di Sostenibilità, “sono il patrimonio distintivo su cui si fonda il vantaggio competitivo del Gruppo. Il principio di porre le persone e il loro benessere al centro continua ad orientare in modo chiaro e forte le scelte operative e le politiche aziendali". Gli impegni descritti si incrociano con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, per 9 dei quali, in particolare, il Gruppo si fa promotore nelle y Å}®²} ®}i ¸n u¼ ¡«}®iì ²u¡ Ï }®} la povertà, assicurare una formazione di qualità; acqua pulita e servizi igienico sanitari; energia pulita e accessibile; vita sott’acqua; lotta contro il cambiamento climatico; consumo e produzione responsabili; città e comunità sostenibili; imprese, innovazione e infrastrutture.
In questo quadro vanno inseriti gli “Obiettivi di sviluppo industriale 2023” come sintetizzati nel Rapporto. Innanzitutto, ci sarà una costante ottimizzazione della gestione delle linee, delle navi e degli itinerari, mirando al contenimento dei consumi energetici e di tutti i costi operativi. Le performance ambientali y} i С¸¸i } y} } ¡«}®iË ¡ } }®i y} Gruppo saranno oggetto di continuo monitoraggio, come pure tutti i costi interni, esterni, e le emissioni. Obiettivo del business sarà comunque l’incremento dei volumi trasportati anche mediante l’ulteriore miglioramento dei u¡} Ïu } ¸ y ® } « } ¸¡ y} } iÅ í u } i ¡ } Ïu } Ëi } ® ²«i® ¡ } }® }¸ u¡ ma possono scaturire solo dal miglio®i } ¸¡ u¡²¸i ¸} y} Č} Ïu } Ëi y ¸¼¸¸ i processi produttivi diretti e indiretti, quindi coinvolgendo anche la continua Å}® Ïui y} } «}® ¡® i u} ®}i ËËi¸} yi partner e dai fornitori.
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Quando la strategia si fa (davvero) sentire
care l’Europa. D’altronde – giusto per ricordarlo – oggi Am ϐ ͻǤ͵ͲͲ î di 10.000 audioprotesisti (i tecnici specializzati nella cura dell’udito) tra i suoi collaboraIn 73 anni di attività Amplifon non ha mai smesso di crescere. E oggi tori, attivi in 25 Paesi di 5 continenti. Una rete conta oltre 9.300 punti vendita e più di 10 mila audio protesisti attivi senza eguali non solo in questo settore. Una in 25 Paesi di 5 continenti. Ma la crescita continua grazie all'innovazione ǡ ǯ ͵ anni fa, conta oltre 750 negozi, in un mercato di Sergio Luciano comunque molto concorrenziale. «Sono stato di recente in Cina e Australia e ne sono tornato con un’ulteriore carica di ottimismo», ha detto in una recente intervista l’amministratore delegato del gruppo Enrico Vita (inserito come “Best Ceo” del settore Medical Technology & Services “MedTech” in Europa ϐ ǯ ǯ ϐ Institutional Investor). «Essere globali – ha sottolineato Vita – signiϐ ǯ negativo di un mercato cavalcando quello positivo di altri, e in questo senso i mercati ǯ ϐ portanti». E la Cina? Già oggi, l’insegna Amplifon campeggia su 250 negozi della Repubblica popolare, ad appena cinque anni dall’insediamento del gruppo. Altri, nel settore, avevano invece fallito l’esordio, e dunque queste preENRICO VITA messe sono eccellenti: «In Cina solo il 5% di chi ne avrebbe bisogno utilizza già una protee uno non sapesse quanta sostanza sti acustica», ha sottolineato Vita. La seconda buona notizia è che, con una po– quanto pensiero, quanti investiTantissima acqua è passata sotto i ponti di sizione di liqudità di oltre 800 milioni di euro menti, quante persone - c’è dietro ͵ ǡ (includendo liquidità disponibile e linee comil marchio Amplifon, potrebbe pensare che Ȍ Ȃ ͵ͲͲ minterrato di via Cerba, nel cuore di Milano, sia una “favola bella” del capitalismo. Di queldove nel 1950 Algernon Charles Holland, recentemente dalla Bei ed altri pregessei le non rare, che rappresentano più di quanto ex soldato inglese non ha alcuna intenIN BORSA AMPLIFON CAPITALIZZA contengano. E invece no. Invece, quest’azienche partecipò alla lizione di rallentare la CIRCA 7 MILIARDI DI EURO da italiana ma globale, che risolve problemi a berazione dell’Italia propria strategia di FATTURANDONE PIÙ DI DUE 1 milioni di clienti all’anno, dà lavoro a 20 mila durante la Seconda crescita globale, anE OCCUPANDO 20 MILA PERSONE persone, vale 7 miliardi in Borsa fatturandoGuerra Mondiale, inche per linee esterne, ne più di 2, sforna innovazione a getto contitraprese la sua attività cominciando dal nulla, che già oggi la rende leader con una quota di ° ϐ mercato del 12%, ed anzi intende accelerarla assolutamente convinto che i danni all’udito, 100 imprese e più amate del mondo dai loro così frequenti tra i reduci e tra i cittadini lamin aree chiave come gli Stati Uniti, la Cina, l’Audipendenti è… una storia vera, costruita giorbiti dai bombardamento, fossero un dramma stralia e il Canada (dove è stata recentemenno dopo giorno e mattone dopo mattone dal da curare con le primissime protesi. te perfezionata l’acquisizione di Hometown 1950 in qua senza una sola battuta d’arresto. E aveva ragione: oggi, tutti gli studi medici inHearing Centre), senza ovviamente dimenti-
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STORY-LEARNING ternazionali confermano che l'ipoacusia non trattata può essere collegata all'insorgenza di gravi condizioni croniche, in particolare il declino cognitivo (con una probabilità più che tripla di sviluppare una qualche forma di ǡ ͵ Ͷ ϐ cognitivi hanno anche problemi di udito). In più oggi, per la stretta correlazione tra esposizione a fonti di rumore elevato, 1,1 miliardi di giovani sono a rischio di calo uditivo a causa di pratiche di ascolto non sicure, secondo l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). Eppure non tramonta, in una parte degli ipo-udente, l’infondato timore di uno stigma sociale all’idea di utilizzare una protesi, mentre il 70% di chi l’ha adottata dichiara di non essere mai stato preso in giro per questo. La verità è che Amplifon è un’azienda invidiabile, perché in un mondo spesso drogato dalla ϐ ǡ ragione sociale l’espletamento sempre più capillare di una funzione utile alle persone, con una spiccata vocazione a quell’area cruciale per la vita che sono le relazioni umane, che vengono inibite dall’ipoacusia e riattivate dalla protesistica. Ed è un’azienda invidiabile anche perché la costanza della crescita è stata (ed è) mirabilmente accompagnata dalla stabilità proprietaria: oggi gli eredi del fon ǡ ϐ Susan Carol Holland, presidente di Amplifon (nonché di Fondazione Amplifon, la onlus del gruppo che si occupa di inclusione sociale), ancora controllano la società, con il 59% dei diritti di voto, anche se hanno voluto impostare la governance nel modo più aperto, con il 55% di membri del board di sesso femminile e il 44% dotato di provate competenze sui principi Ǥ gement sono donne il 44% del totale mentre nell’organico complessivo addirittura il 72%. Del resto, la sostenibilità è al centro della gestione: l’energia consumata dall’azienda proviene per il 50% da fonti rinnovabili; e il consumo di batterie nei dispositivi è stato drasticamente ridotto – con 194 milioni di pezzi in meno ogni anno! – grazie alla promozione dei modelli di protesi ricaricabili. An-
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che qui, fatti concreti. E anche da qui, senza dubbio, molti riconoscimenti: Top Employer ʹͲʹ͵ ǡ landa, e top-100 nella classica “World’s Best Companies” elaborata da Statista per Time. È anche alla luce di un simile palmares che colpisce la determinazione a crescere ancora e a non sedersi sugli allori: «Il nostro è un mercato resiliente, con una traiettoria di crescita costante nel medio-lungo periodo», sottolinea infatti Vita. Che da quando ha preso le LA GOVERNANCE DI AMPLIFON È BILANCIATA: APPARTIENE AL GENERE FEMMINILE IL 55% DEI MEMBRI DEL BOARD E IL 44% DEL MANAGEMENT
redini dell’azienda, nel 2015, è riuscito a condurre l’azienda oltre la soglia dei 2 miliardi di fatturato lo scorso esercizio, nonostante lo tsunami mondiale del Covid, con una crescita della capitalizzazione di Borsa di circa sei volte. Un successo legato anche all’altro pilastro della strategia di gruppo: l’innovazioneǤ solo nella qualità correttiva dei dispositivi – naturalmente il primo requisito – ma anche a livello organizzativo, dove per questo il gruppo ha creato una divisione ad hoc: si tratta di AmplifonX, una startup interna creata per accelerare la strategia di innovazione digitale dell’azienda, oggetto di un investimento di 150 milioni di euro nel triennio 2022-2024.
Operando proprio come una startup, sia pure interna, che gravita su due hub - Milano e Ǧ ° gettazione, creazione e sviluppo end-to-end di prodotti e tecnologie Amplifon. Il team di ° Ͳ Ǥ E c’è un altro fronte di impegno, anch’esso a metà tra business e sociale – la famosa “s” dei principi Esg - la silver economy, tutti i servizi dedicati ad una terza (e quarta) età che sta incrementando la sua incidenza nel totale Ǥ ǡ è entrata in qualità di main partner in Next Age, il primo acceleratore in Europa dedicato allo sviluppo delle startup orientate alla Silver ǡ ratori Cdp Venture Capital. Questa iniziativa consentirà all’azienda di entrare in contatto e collaborare con nuove startup italiane e internazionali del settore, ovviamente in particolare nell’hearing care. ϐ Ampli-Academy, piattaforma di e-learning accessibile da tutti i dipendenti del gruppo. Attraverso la piattaforma è possibile fruire di oltre 20.000 corsi online disponibili in diverse lingue, e in più strumenti di mentorship e coaching e programmi focalizzati sul rafforzamento di com Ǥ ʹͲʹʹ state dedicate oltre 400.000 ore alla formazione delle persone Amplifon.
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LE TORRI CHE PORTANO IN ALTO L'ITALIA (E L'EUROPA) Quello delle tower company è un settore strategico per la competitività nazionale e il colosso Cellnex occupa un ruolo importante in tal senso con grandi progetti che rivoluzioneranno la nostra vita. Anche in termini di impatto ambientale di Vincenzo Petraglia
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olta della competitività del nostro Paese si gioca sulle tecnologie digitali e sulla connettività di ultima gene Ǥ ϐ Cellnex Italia, tower operator gruppo spagnolo Cellnex Telecom, colosso eu nell'Italia il secondo più importante mercato: ǡ ǡ ͺͷͲ 2022 di 3,5 miliardi di euro (la semestrale del ʹͲʹ͵ ʹ liardi di euro). «Siamo il principale player eu wireless ed essendo un operatore neutrale, i ϐ ϐ ǯ ǽǡ spiega Gianluca Landolina, già a capo delle attività in Italia e da poco nominato alla guida di Cellnex Uk, sostituito nel ruolo di managing director Italia da Luca Luciani. Le oltre 26mila î ϐ ǯ territorio nazionale e consentono a Cellnex di ǡ damentali per lo sviluppo di reti e servizi wireless, per ottimizzare investimenti, assicurare ϐ ǯimpatto ambientale. Ǽ ° ǡ ʹͲͳͷǡ Ǥ ǯEsg Master Plan 2021-2025
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ǡ ǯ ʹͲ͵ͲǤ ǯ ʹͲʹʹ una riduzione di circa il 18% delle emissioni di gas serra, mentre l’utilizzo di energie rin ° ͶͲΨ ʹͲʹʹǤ con le nostre torri di telecomunicazioni e con la ǡ Distributed Antenna System, dedicati ad assicurare copertura di segnale cellulare – dati e voce – multi ǡ più sicure, resilienti e sostenibili, grazie alle reti di ultima generazione, compresi i sistemi ͷ ǽǡ Ǥ smart city e mobilità sostenibileǤ Ǽ ǽǡ ǡ Ǽ ǡ ǡ ϐ ǡ ϐ ͷͲΨ ǡ L’ULTIMO REPORT DI SOSTENIBILITÀ RELATIVO AL 2022 HA EVIDENZIATO UNA RIDUZIONE DI CIRCA IL 18% DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA
ǯ 5G in Europa per garantire una copertura con ͷ tratta autostradale A23 ϐ ǡ ͳͲͲ ǣ ǯ ° e l’adozione di reti ad altissima velocità all’in tutti i territori Ue, per massimizzare la coesione territoriale dell’UnioneǽǤ tower company ° î ϐ Dz dzǣ î ȋ
GIANLUCA LANDOLINA
Ȍǡ °ǡ ǡ ̵ Ǥ Ǽ ° cevuti da Ftse4Good e i solidi progressi nel Su ǡ collocati nel primo 1% delle aziende del settore delle telecomunicazioni e nel primo 4% a livello ǽǡ Ǥ Ǽ ϐ Ǥ ǡ Ψ ǯ fonti rinnovabili ̵ ° ͳͲͲΨǤ a migliorare il work-life balance delle persone tema della diversity & inclusionǤ ʹΨ ǯ ʹͲʹͷ ° ͵ͲΨǤ ǯ ° virtuoso: il 50% del nostro management team ° ǡ ͵ ° ǽǤ
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Quando i risultati premiano l'ambizione ʹͲͳͶ ϐ Ö ǯ ʹͲͲ ʹͲʹͷǤ ̵ ʹͲʹ͵ di oltre 180 milioni e un portafoglio di 500 milioni per i prossimi 3 anni di Paola Belli
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el 2023 abbiamo compiuto un balzo in avanti importante in termini di produzione rispetto alla media dei 100 milioni fatta negli ultimi anni ». In un evento riservato agli addetti ai lavori, il Cfo di Proger, Roberto Lombardi, ha presentato risultati e proiezioni del 2023 e il business plan dell’azienda per i prossimi 3 anni. Il 2023 segna per Proger il miglior risultato della sua storia, con una proiezione del valore della produzione al 31/12 pari a 186 milioni di euro ovvero +40% rispetto al 2022, e un Ebitda di 24 milioni. I risultati positivi del 2023 sono riconducibili alle performance delle principali linee di business della società di ingegneria e management, che può vantare clienti come WeBuild, nel settore della progettazione infrastrutturale, Autostrade per l’Italiaǡ ϐ sicurezza e l’ingegneria delle manutenzioni, Eni e Totalǡ Ƭ ǡ ϐ Enel e Terna nel settore Green Energy. «Il nostro è un modello di crescita fondato sulla competence delle nostre risorse e sulle intuizioni del management che vengono ben sup ϐ ǽǡ Ǧ Lombardi; «infatti, per portare avanti un simile modello di crescita è necessario un forte accompagnamento sia da parte del sistema bancario che degli stessi soci, i quali, da sempre, hanno reinvestito gli utili nell’azienda perché credono nel progetto di sviluppo persistente adottato da Proger. Con un rapporto PFN/PN ͵Ψǡ ǯ ϐ e consistenti linee di credito a medio termine ϐ ǡ
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Proger può esplorare nuovi mercati e generare nuovo business con basi solide e sicure”. Questa solidità è poi confermata da alcuni dei principali indicatori illustrati durante la presentazione quali: l'Ebitda Margin (Ebitda/ VdP) al 13% che evidenzia un buon livello di remunerazione dell’attività svolta, soprattutto se confrontato con il benchmark compara-tivo di riferimento che si attesta intorno al 10% o ancora l’ottimo rapporto tra Posizione Finanziaria Netta (Pfn) ed Ebitda, pari ad 1,26 (con una media di 3,5 nel settore), che sintetizza la capacità dell’azienda di restituire il debito bancario in un lasso temporale estremamente contenuto. Ǽ ϐ ǡ Ö dimenticare che per Proger è fondamentale investire nel Capitale Umano e nel suo processo di Formazione, perché è un elemento indiscusso di valore e garantisce continuità nel trend di crescita». Il Cfo ha poi spinto ancora più avanti nel tempo l’orizzonte delle previsioni, illustrando il business plan ϐ ʹͲʹǡ confermano, nonostante un approccio estremamente conservativo, i volumi di produzione dell’anno corrente. «Abbiamo un portafoglio di circa mezzo miliardo di euro», ha detto “ma sono valori che fanno riferimento a giugno 2023 e vi posso già anticipare che sono in continuo aumento». «Non posso esimermi dall’evidenziare come il nostro Cfo sia sempre molto prudente nelle sue proiezioni», ha sottolineato il Ceo Marco ǣ Ǽ ϐ confermare il VdP di quest’anno, come riporta-
ROBERTO LOMBARDI, CFO DI PROGER
IL NOSTRO È UN MODELLO FONDATO SULLA COMPETENCE E SULL'INTUIZIONE to nel Business Plan, ma di arrivare a superare abbondantemente la soglia dei 200 milioni di euro nel prossimo triennio. Questo perché nei numeri presentati non sono stati considerati scenari ed iniziative in corso di acquisizione Ǧ ϐ ciente grado di maturità per essere conteggiate nel nostro backlog. Una di queste, ad esempio, ci vede coordina-tori tecnici di uno dei più importanti progetti infrastrutturali al mondo». «Ricordo che nel 2014, durante una convention aziendale, annunciammo l’obiettivo di diventare i numeri 1 in Italia e di raggiungere i 200 milioni di fatturato entro il 2025», ha concluso il Presidente di Proger, Umberto Sgam ǣ Ǽ Ö ϐ ǡ ma oggi possiamo dire che ci stiamo riuscendo anche in anticipo».
Aziende partecipate da Made in Italy Fund I
Il polo dei radiofarmaci cresce a Ivrea (e all'estero)
sto è necessario che il meccanismo logistico, la supply chain dalla produzione al paziente sia ϐ Ǥ Ivrea è ben collegata a Malpensa, ci piacerebbe che anche l’aeroporto di Torino venisse potenziato per poter utilizzare Con l'ampliamento dello stabilimento Advanced Accelerator anche quel canale». Applications all'interno del Bioindustry Park Silvano Fumero, Quella di Advanced Accelerator Applications Novartis punta a portare l'export dal 60% al 90% è una storia di ingegno italiano applicato in modo virtuoso all’imprenditoria. L’azienda è di Riccardo Venturi ǯ ϐ Stefano Buono, che a partire dal 2002 ha lavorato per portare su scala industriale un brevetto sviluppato n nuovo stabilimento di 3.000 metri durante gli studi condotti al Cern di Ginevra ha già stanziato altri 20 milioni di euro per la quadri all’interno del Bioindustry ϐ ǡ (Organizzazione Europea per la Ricerca NuPark Silvano Fumero a Colleretto cleare), sotto la guida del Premio Nobel Carlo la produzione di prodotti diagnostici con la Giacosa, nei pressi di Ivrea, con 84 milioni di Rubbia. possibilità di un'ulteriore espansione per attieuro di investimenti previsti nei prossimi 3 Fondata come spin-off del Cern, Advanced Acvità di ricerca e sviluppo. anni per potenziare la produzione di terapie celerator Applications è presto divenuta lea«Con questo investimento abbiamo l’obiettioncologiche innovative a base di radiofarmader di mercato nella diagnostica per immagini vo di ampliare del 20% la produzione di Adci e le relative attività di ricerca e sviluppo. Lo con la produzione e commercializzazione di vanced Accelerator Applications, azienda ha inaugurato lo scorso 20 ottobre Novartis, composti radio-farmaceutici per la Pet (Tomospecializzata in radiofarmaci che ha la sede che prevede di potenziarlo ulteriormente nel ϐ Ȍǡ principale a Colleretto Giacosa ed è entrata nel prossimo futuro. Infatti, nell’ottica di rafforza ʹͲͳͺǽ diagnostica usata principalmente in oncolore il ruolo del Polo italiano nel campo dello svigia, cardiologia e neurologia. di Novartis Italia Valentino Confalone. «Oggi luppo e produzione di radiofarmaci, Novartis Nel tempo Advanced Accelerator Applications l’export è al 60%, con questo investimento saha focalizzato le sue ricerche sullo sviluppo di lirà a circa il 90%. Puntiamo a espandere anterapie con radiofarmaci, che si servono di rache l’attività di ricerca e sviluppo, che sfrutta diazioni per agire in modo mirato sulle cellule le caratteristiche del territorio piemontese. ǡ ϐ ʹͲͳͺ Siamo inseriti all’interno di un Bioindustry Novartis. I radioligandi sono radiofarmaci in Park, e in un’ottica di open innovation abbiagrado di riconoscere selettivamente le cellule mo avviato ampie collaborazioni con realtà tumorali ed eliminarquali il Politecnico di PER AMPLIARE LA STRUTTURA Torino e altre aziende PRODUTTIVA, NOVARTIS HA INVESTITO le attraverso l’uso di particelle radioattive, 84 MILIONI DI EURO E NE HA GIÀ del tessuto produttivo STANZIATI ALTRI 20 senza danneggiare le e di ricerca del Piecellule sane. Questo monte. Questo rappre ϐ senta la capacità di fare leva sul potenziale del per i pazienti che guadagnano mesi/anni di territorio». Un territorio che garantisce due ϐ Ǥ Ǽ ǡ ǯ vita, soprattutto negli stadi avanzati di alcuni tumori che ad oggi non dispongono di trattaun cluster di aziende e competenze in ambito ϐ ǡ ǡ life science» puntualizza Confalone. «Secondo, che non rispondono ad altre forme di trattala localizzazione territoriale in ottica logistica. mento o, ancora, che si trovano in aree in cui I radiofarmaci vanno prodotti e utilizzati in ϐ Ǥ tempi rapidi, e sito di Colleretto Giacosa è stato sviluppato vengono esportati in tutto il mondo. Per que Ǧͳǡ Valentino Confalone, oggi in uso nella cura dei tumori neuroendoCountry President Ǥ ʹͲʹʹ Ǧͳ di Novartis Italia
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STORY-LEARNING tetraxetan ha ottenuto l’approvazione della Commissione Europea per il trattamento del carcinoma prostatico progressivo metastatico resistente alla castrazione e Psma-positivo. Al momento lo stabilimento di Ivrea è l’unico in Italia (e il secondo in Europa) a produrre questo radiofarmaco, che viene successivamente esportato in Europa, Usa, Canada, Giappone, Cina, Corea del Sud, Singapore e Taiwan. In particolare, la consegna e somministrazione al paziente deve avvenire ͳʹͲ Ǥ I radiofarmaci prodotti da Advanced Accelerator Applications per loro natura e i relativi processi di decadimento, infatti, devono essere preparati ad hoc per ogni singolo paziente, avvalendosi di un modello produttivo real-time che non prevede magazzino. Ad oggi lo stabilimento di Ivrea è uno dei quattro stabilimenti in Europa – nonché unico in Italia - in grado di produrre e distribuire in tutto il mondo questa tipologia di terapie. L’obiettivo è quello di arrivare a trattare tumori a più larga diffusione, tra cui alcuni big killer come il tumore al seno e quello ai polmoni. Oggi sono attivi altri programmi di sperimentazione a scopo diagnostico o terapeutico anche per il tumore al pancreas, al colon, gastrico e così via.
Il nuovo stabilimento nel Bioindustry Park Silvano Fumero a Colleretto Giacosa ha un impatto rilevante sull’occupazione e sull’indotto del cluster. «L’ampliamento del sito produttivo di Colleretto Giacosa prevede un piano OGGI I DIPENDENTI DI ADVANCED ACCELERATOR APPLICATIONS SONO 337 E L'INDOTTO È DI CIRCA 25 MILIONI DI EURO
di assunzioni a valle con 50 nuovi posti di lavoro entro l’anno» sottolinea Confalone, «un am ϐ dipendenti di Advanced Accelerator Applica ͵͵Ǥ ǯindotto è di circa 25 milioni di euro, con un impatto su diverse tipologie di attività: produzione, logistica ai servizi ai dipendenti, energia; con un ampliamento del
20% ci aspettiamo un analogo impatto in termini di indotto». Un ϐ la natura del cluster piemontese delle life science. «Sono diversi i territori con questa vocazione, il Piemonte è tra questi. Non sfrutta grandi impianti produttivi, che sono più presenti in altre Regioni, ma un concetto di open innovation» puntualizza il Country President di Novartis Italia di Novartis Italia, «con la possibilità di collaborare con altre realtà, startup, Pmi e strutture accademiche d’eccellenza come il Politecnico di Torino». Il successo e l’ampliamento dello stabilimento di Advanced Accelerator Applications, che esporta in tutto il mondo farmaci salvavita d’avanguardia, è la dimostrazione che sì, anche in Italia si può fare, nonostante tutto: «Gli aspetti burocratici, anche in termini di autorizzazioni non solo per la creazione di nuovi stabilimenti, ma anche per l’ampliamento degli stabilimenti esistenti, costituiscono oggettivamente un elemento di complessità di svantaggio competitivo» mette in evidenza Confalone. «Ma devo dire che il meccanismo del bioparco ci ha consentito di accelerare molte pratiche, il che ci ha permesso di gestire l’ampliamen ϐ Ǥ meccanismi esistono, bisogna farli funzionare bene: in questo caso siamo molto soddisfatti».
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L'«Erasmus» di chi desidera restare imprenditore per secoli Quando Alberto Marenghi prese in mano le redini della Cartiera Mantovana aveva solo 19 anni. Ma sua azienda di anni ne aveva già 400. E oggi lui presiede l'associazione mondiale delle imprese plurisecolari di Sergio Luciano
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ϐ ǯ ǽǡ Franco Marenghiǡ Cartiera Mantovana ǡ ǡ ϐ ǯ Ǥ Alberto Marenghi ͳͻ ǡ ͳ͵ǡ ǡ Ǽ ǡ ǡ ǡ ǡ ± Ǥ Ǥ ǡ ǡ ǨǽǤ ʹͺ ǡ ǯ ǯͻ ͷ ͷͲ ǡ ° ǡ ǡ ǡ ǣ ° ͶͲͺ Ǥ ǯ Dz Ȃ dzǡ ͳͻͺͳ Marie Brizard Ȃ Ȃ ǡ -
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͵ͷ ǡ ϐ ǡ °ǥ ǣ ǡ Ǥ CARTIERA MANTOVANA FA PARTE DEL “THE HENOKIENS – INTERNATIONAL ASSOCIATION OF BICENTENARY FAMILY COMPANIES”
DzLes Henokiensdz ° Ǥ Ǽ ǯ ǽǡ ǣ Ǽ ± ǡ ǡ ǡ
ǡ ǣ Ö ǯ Ǥ ǡ °ǡ ϐ ǡ Ǥ ǡ ǣ Ǥ ǽǤ ¿ ǯ ǡ Ǥ Ǽ Ȃ Ǧ ° ǡ Ǥ Ǥ ǡ ǡ ǯ ǡ ǯ ǣ ¿ ͵ Industriali di Mantova… (e oggi ° ϐ stria ǯ ǡ ȌǤ
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Ǽ Ȃ Ȃ ° ͳͳͷ ǡ Angelo Da Fanoǡ ǡ ǡ Ferdinando Gonzaga Ǥ ǡ ǡ ° ± ǯ ϐ ǡ ǡ ǯ ǽǤ ǡ ° Ǥ Ǽ ǯ ° ǯ Ǧϐ Ȃ Ȃ ǯ Ǥ ° ǯ ǡ ǡ Ǥ Ǩ ͷ ǡ ͳͶ Ǥ ǯ ̵ ° ǽǤ ϐ Dz dz ǯ ǫ Ǽ ǡ Ǥ ǯ ǡ ǯ ǡ ǯ ǥ ǡ ǡ ǡ ǡ î î Ǥ ±ǡ ǡ ¿ î ǥ ° Dz dz ǡ ϐ
Ǥ Ǥ ǡ ǡ ǯ ǽǤ ǡ Maglio ǯ ʹͲͳͲ PadovaǤ ͷͲΨ OGGI CARTIERA MANTOVANA PRODUCE SOLTANTO CARTE RICICLATE, SFRUTTANDO I PROPRI IMPIANTI IDROELETTRICI E FOTOVOLTAICI
ǡ ǡ Ǽ Ǥ ǯ Ȃ ϐ Ȃ ǡ ǯ ° ǽǤ ̵ ǡ ǡ ϐ ǯ ǥ ° ͷ ǯͻ ͳ ʹͲʹʹǡ ͷͲ Ǥ Ǽ ǡ ͳͲͲ Ȃ ǡ Ȃ ǯ ǡ Ȃ
Ǧ impianti idroelettrici e fotovoltaiciǡ teleriscaldamento ǥ ͳͲͲǡ ǯ ǯ Ǥ ǯ ϐ ǯ ǽǤ ° ǡ ǯ ǣ Ǽ ǯ ǡ ǯ ° ǡ Mirabaud ʹͲͲ ʹͲʹʹǡ ǡ ° ǣ Ǥ Erasmus ǯ ǡ ǡ ǡ ǡ Ǥ ϐ ǯ ǡ Leonardo da Vinciǡ ̵ǡ ǯ° Ǥ ° ǯ ǡ Ǥ Caran d’Acheǡ ǯ ǽǤ
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QUANDO L'ARTE SECOLARE SI FA ARCHITETTURA DI LUCE Eleganza e appeal, esclusività e arte della lavorazione del vetro, garbo e classe: iDogi ridisegna il concetto del nuovo lusso, tra classico e contemporaneo, per un target di altissimo livello, alla ricerca dell’artigianalità più assoluta e unica di Andrea Matteucci
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i sono professioni, molte proprie giorni nostri senza crearsi un’identità, una cidell’artigianalità, legate ai cambiafra stilistica ben precisa, che comunque segue, menti: economici, di mercato, di guse possibile quasi anticipa, i mutamenti del sti e tendenze in genere. L’arte del vetro, quella mercato, i cambiamenti del target di clienti e dei maestri di Murano, è una di quelle. Di cerle nuove tendenze estetiche. Se infatti l’aziento non tramonta, ma subisce in maniera evi ǡ ϐ ǡ ° dente tutte le variabili determinate anche da sciuta per opere artistiche luminose maestose crisi economica, pase di altissima qualità I CLIENTI DE IDOGI SONO QUASI sate pandemie e conin stile classico, negli ESCLUSIVAMENTE ASIATICI ϐ Ǥ ultimi anni ha saputo E MEDIORENTALI E OGNI PRODOTTO to quindi volubile che VIENE CONCEPITO COME PEZZO UNICO e voluto aprire la sua ridisegna, almeno in progettazione a idee larga parte, un nuovo concetto del lusso. Ed è più contemporanee, più quindi in linea con nel nuovo lusso che si muove iDogi, fondata i desiderata delle generazioni più giovani. Si dal 1968 da Francesca Macor: il nome è un sperimenta e si disegna nel nome di estro e ϐ ǡ ȋ Ȍ innovazione, si analizzano i mercati di riferie Giuseppe, ma è anche un coerente ossequio, mento, che nel caso di iDogi sono quasi esclusiquasi un inchino dovuto, nel nome di un navamente - a grandi linee nella misura del 90% î ϐ ǡ - asiatici e mediorientali, per arrivare a preall’arte della lavorazione del vetro e alla città ϐ Ǥ ǡ di Venezia. l’azienda veneziana, una seppur piccola ma di È l’assoluta expertise nella creazione di maequalità produzione da mostrare a clienti e a chi stosi lampadari, sculture e arredi in vetro arè incuriosito e interessato; ci si muove invece tistico per alcuni dei palazzi e delle residenze con pezzi unici creati appositamente per chi li più esclusive al mondo, collezioni luminose richiede. che comprendono pezzi di design, tavoli, baI contatti con chi si rivolge a iDogi e con gli laustre e fontane di cristallo. In iDogi tutto è studi di architettura e interior design venprogettato da un team di talentuosi designer gono sviluppati e seguiti direttamente dal e ogni creazione viene realizzata a mano da team interno, che ovviamente viaggia e cura maestri vetrai. Ma non si arriva dal 1968 ai personalmente ogni relazione professionale;
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nessun agente di vendita quindi, qui è tutto fatto in casa come del resto le produzioni, Ǥ 1 ȋ ǡ Ultra High Net Worth Individualǡ ° ± Ȍ che richiede l’eccellenza senza compromessi e la massima riservatezza nella gestione dei propri progetti; per garantire tutto questo l’intero processo produttivo viene gestito interamente all’interno dell’azienda, dal design alla realizzazione e, per il vetro artistico, si lavora in partnership consolidate nei decenni con selezionati maestri veneziani specializzati nelle î ϐ Ǥ ǡ diversi skills aziendali, da diversi anni iDogi afϐ -
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rare e formarsi professionalmente; sono circa Ͷͷ ǡ Ǥ pensi, per l’azienda veneta, a un headquarter e nulla più: se è vero che decisioni e strategie vengono prese e pensate nella sede centrale di Marghera, il cuore produttivo è nella fornace di Murano, vero e proprio hub creativo, loft contemporaneo dal sapore post-industriale con vista sulla laguna. Il suo racconto è nelle parole di Domenico Caminiti, il presidente: «Murano è uno scrigno che custodisce un’arte secolare tutta italiana. ϐ Ǥ testo abbiamo voluto pensare una fornace di nuova generazione che unisce design, heritage Ǥ -
͵ͲιǤ ǡ ne e di ricerca dove i designer possono incontrarsi e dare forma alle proprie idee. Ed è in quest’ottica che da alcuni anni abbiamo collaborazioni attive anche con l’Iuav, l’Università di Architettura di Venezia perché crediamo molto nei giovani e nella loro capacità di creare bellezza per il futuro». Bellezza e futuro da condividere, con discrezione, eleganza e lontano da occhi indiscreti anche nel centralissimo e riservato touch point, quasi un pied-à-terre professionale che, nel cuore di Milano, vuole essere un punto di incontro e di confronto per accogliere clienti e progettisti, designer e architetti, collezionisti e professionisti. «Con iDogi Spazio Milano - prosegue il presidente - vogliamo estende î mondo intero. Allo stesso tempo vogliamo preservare e innovare il mondo del vetro artistico veneziano perché questo è il futuro di questo settore. Per raccontare meglio come lavoriamo, abbiamo allestito un vero e proprio atelier dove i nostri designer mostrano l’iter di progettazione di alcuni dei lavori più recenti». Alle tre location de iDogi, headquarter, fornace, ǡ ǯ ϐ momenti di condivisione e comunicazione, quali per esempio la partecipazione al Salone del Mobile e alla Venice Glass Week, dove ha
ǡ vetro e luce ispirata alla musa dell’astronomia, della geometria e delle arti ad esse collegate. A conferma di una vivace vitalità imprenditoriale, strategica e di immagine il 29 settembre scorso è stato inaugurato a Londra The Old ϐ , un prestigioso palazzo storico da cui Winston Churchill ha diretto le operazioni della Seconda Guerra Mondiale. Sopra la monumentale scalinata della main hall risplende Meridies, imponente chandelier commissionato dalla famiglia Hinduja, una delle più im ǡ ǯ ϐ zione. Alto oltre 8 metri e con un diametro superiore ai 2, Meridies è composto da 96 luci e oltre 3.000 elementi in cristallo veneziano sofϐ Ǥ designer e artigiani altamente specializzati ha impiegato oltre un anno di lavoro. A voler citare Vittorio Gassman, ma soprattutto la sua au ϐ tro le Spalle, e in virtù del concetto del nuovo lusso che non solo non sembra conoscere crisi ǡ ǡ ϐ ǡ si prospetta un 2023, per iDogi, con un fatturato superiore ai 6 milioni di euro. È la conferma di strategie e solidità di un’azienda protagoni ǡ ǡ ȋ Ȍ Ǥ
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APP ROF OND IME NTI
DI MADRE IN FIGLIA Questa estate Barbara Beltrame Giacomello ha preso il posto della madre Angiola Monica Beltrame (Cavaliere del Lavoro) come vicepresidente della Afv Acciaierie Beltrame, fondata a Vicenza nel 1896
di Alfonso Ruffo
BARBARA BELTRAME GIACOMELLO CON LA MADRE ANGIOLA MONICA BELTRAME
L'
ultimo incarico ricoperto in ore prestiti per le iniziative all’estero. dine di tempo è nel consiglio di Ma la soddisfazione più grande Barbaamministrazione della Luiss in ra Beltrame Giacomello l’ha colta in quanto vicepresidente della Aluiss, l’assoazienda questa estate quando ha preso il ciazione che controlla l’università intestaposto della madre Angiola Monica Belta a Guido Carli per trame, nominata da conto di ConfinduSergio Mattarella LA AFV ACCIAIERIE BELTRAME È IN GRADO DI SFORNARE 2 MILIONI stria di cui è memCavaliere del LavoDI TONNELLATE DI ACCIAI bro del Consiglio ro, come vicepresiSPECIALI OGNI ANNO generale e vicepresidente dell’impresa dente per l’internadi famiglia – la Afv zionalizzazione. Una posizione che le ha Acciaierie Beltrame – fondata a Vicenaperto tra l’altro le porte di un altro imza nel 1896 e oggi in grado di sfornare 2 portante Cda, quello di Simest che funziomilioni di tonnellate di acciai speciali l’anna da braccio operativo di Cassa depositi no in sette stabilimenti (in Italia, Francia,
Svizzera, Romania) dando lavoro a tremila persone con un mercato di sbocco ricco di quaranta Paesi. Prima di ricevere il passaggio di consegne Barbara Beltrame Giacomello era a capo del marketing e della comunicazione, un osservatorio privilegiato sulle attività di Gruppo di cui mantiene la delega. Ora assicura che lavorerà nel solco tracciato dai genitori e al fianco del padre Antonio, presidente, con cui da sempre divide gioie e dolori. Come durante il lockdown imposto dalle politiche di contrasto al Covid che avevano comportato una drastica caduta della produzione e degli affari. Tutto superato in breve tempo con un balzo di utili e fatturato. Investito in pieno dall’urgenza della transizione ecologica, il polo siderurgico ha lanciato di recente un nuovo marchio con un programma scritto nel nome: Chalibria, che vuol dire acciaio in equilibrio (da chalybs, acciaio e libra, equilibrio). L’obiettivo è produrre con impianti e processi industriali in grado di ridurre progressivamente le emissioni di carbonio fino al limite possibile della neutralità. Chi acquista acciaio Chalibria, questo il messaggio, contribuisce a migliorare l’ambiente e la vivibilità del pianeta.
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U O M I N I & D E N A R I
I mutui “alla francese” sotto la lente della Cassazione È il piano di ammortamento più diffuso in Italia ma se nel contratto non si menziona espressamente la capitalizzazione “composta” potrebbe rappresentare un’insidia per il mutuatario di Marina Marinetti
A
vete presente il mutuo “alla francese”? No? Eppure è la tipologia di mutuo più diffusa in Italia. Prevede una rata costante nel tempo composta da una quota capitale e da una quota interessi, in percentuali diverse. Nel primo periodo la quota interessi è preponderante su quella capitale, che cresce rata dopo rata, a discapito della quota interessi. «Il piano alla francesce risulta più oneroso di quello “all’italiana”, che invece prevede il rimborso dell’obbligazione assunta attraverso una quota capitale costante nel tempo ed è caratterizzato dalla quota interessi decrescenti e dalla quota capitale costante», spiega a Economy l'avv. Alberto Putzolu del Foro di Cagliari. «Rispetto al mutuo “all'italiana”, in caso di estinzione anticipata di mutuo “alla francese” risulterà maggiore il capitale residuo da restituire a fronte di quello che, alle medesime condizioni, sarebbe residuato con un ammor-
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tamento semplice (ovvero con capitale restituito in parti uguali in tutte le rate)».Per capirci: in caso di mutuo trentennale di 200 mila euro, con rate mensili e tasso del 4%, ed estinzione anticipata al termine del quindicesimo anno, il capitale da restituire ammonterà ad oltre 129 mila euro in caso di ammortamento “alla francese”, e a 100 mila euro con ammortamento “all’italiana”. LA CASSAZIONE DEVE DECIDERE SE I CONTRATTI GIÀ STIPULATI SIANO AFFETTI DA NULLITÀ PARZIALE E QUINDI RINEGOZIABILI
La Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione, con provvedimento depositato in Cancelleria il 7 settembre scorso, ««ha dichiarato ammissibile ed assegnato alla Sezioni Unite civili per l’enunciazione del principio di diritto, il rinvio pregiudiziale disposto ai sensi dell’art. 363 bis c.p.c. dal Tribunale di Salerno.
Il Tribunale di Salerno ha infatti posto il seguente quesito: “Dica la Corte di Cassazione se la mancata indicazione della modalità di ammortamento c.d. “alla francese” e/o del regime di capitalizzazione “composto” degli interessi passivi all’interno di un contratto di mutuo bancario stipulato nella vigenza del Decreto Legislativo n. 385 del 1993, anche per il caso in cui la modalità di ammortamento c.d. “alla francese” ed il regime di capitalizzazione “composto” siano desumibili dal cliente facendo ricorso al complesso delle condizioni contrattuali ed economiche pattuite (comprese quelle contenute nel piano di ammortamento allegato al contratto), integri oppure no un’ipotesi di nullità parziale del contratto di mutuo bancario ai sensi dell’articolo 117, comma 4, del D.Lgs. n. 385/1993, con le conseguenze di cui al comma 7 della succitata disposizione”». «La questione che dovrà risolvere la Corte, sebbene si origini da un aspetto meramente terminologico, è interessante», commenta Putzolu. In sostanza il Tribunale di Salerno ha maturato il convincimento che le difese dell’attore-mutuatario «non rappresentassero un espediente dialettico, pur fondandosi su ϐ (la mancata denominazione “alla francese” del piano e l’omessa menzione espressa della capitalizzazione “composta”). Il Giudice ha invece ritenuto che tali omesse denominazioni avevano effettivamente potuto rappresentare
APPROFONDIMENTI un’insidia per il mutuatario, all’epoca della stipula, in grado di impedirgli la piena comprensione dell’effettiva portata giuridico-economica degli impegni assunti. Ciò nonostante fosse stato indicato in atto sia il Tan (tasso annuo nominale) che il Tae (tasso annuo effettivo), nonché fosse stato allegato al contratto il piano restitutorio. Il Tribunale, tuttavia, ha constatato che anche le opposte difese della banca erano astrattamente condivisibili, e di conseguenza la soluzione della causa non appariva semplice». Di qui la decisione di ricorrere al rinvio della questione alla Cassazione. È merito della riforma “Cartabia”, che consente appunto al giudice di merito, qualora ricorrano de ȋ ϐ interpretazione e di generale interesse, non ancora affrontata dalla Cassazione e determi ϐ merito), di invocare l’esercizio della funzio ϐ Ǥ Ǽ consiste nel garantire l’esatta osservanza, l’uniforme interpretazione della legge e l’unità del diritto oggettivo nazionale (art.65 R.D. n. 12/1941)», rimarca l'avv. Putzolu. «Qualora le Sezioni Unite dovessero dichiarare che il contratto al loro esame viola l’art. 117 D. Lgs. 385/1993 (Testo Unico Bancario), le conseguenze dovrebbero coerentemente essere quelle previste dal medesimo articolo: ovvero l’applicazione del “tasso Bot”, in luogo di quello più remunerativo previsto dalla banca». La Cassazione opterà per questa interpretazione? E se lo farà, che vantaggio potrebbero trarne gli altri mutuatari che avessero siglato contratti analoghi? «Rispondere alla prima domanda è impossibile», mette le mani avanti ̵ Ǥ Ǽ ° ϐ to di non facile soluzione dalla stessa Prima Presidente della Cassazione, e questo perché ci sono numerose norme, principi e legittimi interessi contrapposti, che i Supremi giudici dovranno applicare e bilanciare saggiamente. e Sezioni Unite della Cassazione sono state ϐ ϐ dei mutui con ammortamento “alla francese”,
che dovessero ritenere sussistenti in base alla terminologia utilizzata (o meno) nell’atto. In particolare è al vaglio il rispetto del requisito della determinatezza/determinabilità dell’oggetto, nonché della normativa sulla trasparenza bancaria, nei casi in cui non vi sia la denominazione espressa di ammortamento “alla LA RIFORMA CARTABIA CONSENTE AL GIUDICE DI MERITO DI INVOCARE LA FUNZIONE NORMOFILATTICA DELLA CORTE DI CASSAZIONE
francese” ed il richiamo al regime di capitalizzazione composta degli interessi». E in caso la Cassazione intervenisse con una pronuncia netta? «Va rammentato», sottolinea il giurista «che nell’ordinamento italiano i precedenti giurisprudenziali non sono vincolanti. Quindi l’eventuale declaratoria di nullità parziale del mutuo “alla francese” del caso all’esame, non avrà nessuna conseguenza diretta sui mutui contratti da terzi, ancorché identici».
425 MILIARDI
Certamente una simile massima legittimerebbe l’apertura di un confronto con l’istituto di credito, da parte di clienti con contratti analoghi, con eventuale sviluppo processuale. Ma questo esclusivamente qualora la causa risultasse, al termine di prudente ed esperta valutazione, pienamente fondata e opportuna». Depurata dai tecnicismi, la vicenda è interessante: un importante contratto sta rischiando di essere dichiarato (parzialmente) nullo dall’Autorità Giudiziaria, “semplicemente” per ϐ ǡ sito di diritto sopra riportato, non incidenti sul valore dell’operazione. «Ciò rappresenta un insegnamento da mettere a frutto, o se si preferisce un monito, sull’importanza del tenore testuale dei contratti che predisponiamo e che ci vengono proposti» conclude l'avv. Alberto Putzolu. «L’attenzione e lo scrupolo nel redigerli e nell’esaminarli deve essere quindi sempre massimo, per ciascuna parola , omessa o inserita».
¤
credito concesso alle FAMIGLIE
3,5 ¤ MILIONI
di FAMIGLIE
per l'acquisito della casa di euro (+13,7% rispetto alla fine del 2017)
(il 13,6% del totale) HA UN
MUTUO
2,8 ¤ 3,5 ¤ miliardi IL CREDITO IN
SOFFERENZA
miliardi
CREDITI A
RISCHIO
1 MILIONE le famiglie che hanno acceso un
MUTUO VARIABILE
¤140
MILIARDI IL PESO DEI mutui variabili DA 5 ANNI
621¤ milioni
RATE SCADUTE 109
Altre migrazioni
COVERSTORY
Inutile Europa, provinciale per terra e per mare Mentre l’Oriente, dopo i Brics - che rappresentano il 55% del pianeta - si prepara a presentare il conto ȋ Ȍ ǯ ǡ ϐ
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uale Mediterraneo? Il Mediterraneo è una forza ambigua. È un mare “piccolo” per dimensioni ma con un’estensione simbolica, per le civiltà che ospita, per le varietà di culture e religioni che ne hanno fatto la storia, per le lingue che ne segnano l’identità… oceanica. Come le grandi città che si trasformano e trasformano i popoli e le culture, lo fanno perché sono, al di là della grandezza, molto dense, piene di oggetti, funzioni, estetiche e persone, così il Mediterraneo ha sempre sfruttato la sua densità, a cominciare dai popoli che lo abitano. Per questo, oggi, nel mondo del conflitto e delle guerra, il Mediterraneo è un nodo protagonista, che nel suo valore simbolico va oltre se stesso. E la guerra fra Israele e Hamas rappresenta, nella sua possibile escalation, il Mediterraneo come valore unico nel pianeta: i grandi conflitti sono stati “cullati” nel Mediterraneo che ha gestito anche la sua vocazione di complessità politico culturale. Infatti l’altro versante dell’ambiguità mediterranea sta nel fatto che le grande mediazioni contro i conflitti sono nate qui. Le contrapposizioni fra culture e religioni che hanno generato il combattersi sanguinoso nella storia sono anche quelle che hanno portato alle soluzioni pacificanti per sintesi e inclusioni. Da Gibilterra al Bosforo, pochi luoghi al mondo hanno la bellezza del Mediterraneo: le sue architetture, le sue arti, le sue città… e i suoi stessi popoli. Questa cultura del fare, questa bellezza, e l’intelligenza che l’ha generata, potrebbero diventare anche un soggetto politico, un insieme di persone e visioni comuni che, nella stratificazione della storia e della cultura, sono lì a disposizione dei grandi interessi legati ai conflitti e all’odio planetario. E com’è che questa cultura sincretica non entra nel gioco diplomatico che deve evitare le guerre e controllare il loro espandersi? Come mai la guerra che si diffonde, dall’Ucraina a Gaza / Israele, si isola in una sorta di territorio videogame, non filtra-
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to da tutti i contesti geoterritoriali che potrebbero deviarla o stemperarla? Come mai l’inutile Europa non usa il linguaggio del Mediterraneo e si trincera nella sottocultura subamericana, come mai l’Italia cialtroneggia, lei che dovrebbe essere la protagonista, nell’inerzia del suo provincialismo? E mentre l’Oriente, dopo il Brics, che rappresenta il 55% del pianeta, si prepara a portare il conto (guerre incluse) all’Occidente, il Mediterraneo evapora in un contesto puramente geografico. Lontani i tempi della mediazione italiana fra arabi e occidentali, quando qualcuno teorizzava e voleva che il Mediterraneo fosse un’oasi di pace. L’oasi... era pensata soprattutto come un contesto culturale e politico, dove il crocevia mediterraneo diventava la situazione “naturale”, portata dalla storia, per far incontrare le diversità, per trovare insieme mediazioni e progetti comuni. E l’idea di dislocare dalla politica alla cultura tensioni e contrasti era uno strategemma che, nato dalle intelligenze mediterranee, spostava su un piano parallelo le stesse ragioni del contendere e delle conseguenti intese possibili. È una chiave ancora attuale e andrebbe sostituita al meccanicismo delle scadenti diplomazie europee. E non è un caso che i settori più internazionali e aperti della borghesia finanziaria palestinese, affiancata da quella libanese, si stanno muovendo per progettare mostre, incontri d’arte e letteratura in molte città mediterranee con tempi e modalità, vista la situazione, sempre più urgenti. Molti che conoscono la complessità di quel mondo sanno bene che una pluralità di attori sono legati a quella guerra. Attori e interessi di ricchi palestinesi che da New York a Londra “vedono” il Mediterraneo e costruiscono qualche ipotesi di nuovo contesto, appunto, che possa alimentare strade “culturali“ verso pacificazioni o contrasti, almeno, alla guerra e che nel futuro possibile disinneschi altre guerre altri contesti Infatti anche nel conflitto unico ci sono conflitti “altri”… a cominciare da quello delle disuguaglianze sociali: le migliaia di morti sono soprattutto poveri, i ricchi sono altrove. Ma la grande civiltà mediterranea fra i tanti insegnamenti ne dà uno attualissimo. Si passa attraverso cinismi e opportunismi ma senza cultura e alleanze non si risolve la guerra. Robert - stock.adobe.com
di Mario Abis
Confprofessioni
Professionisti nel limbo degli incentivi La riforma degli incentivi apre la strada alla piena equiparazione tra imprese e professionisti. Una “conquista” Ö ϐ Ǥ ǣ Ǽ ǽ di Giovanni Francavilla
«L
a qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto». Il principio che apre la strada degli incentivi pubblici ai liberi professionisti è fissato nel disegno di legge delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, approvato nei giorni scorsi dall’Aula della Camera che, facendo propria la raccomandazione della Commissione europea n. 2003/361/Ce (qualsiasi attività economica a prescindere dalla forma giuridica è considerata impresa), sancisce la piena equiparazione tra professionisti e imprese ai fini dell’accesso agli incentivi. Tutto bene, quindi? Fino a un certo punto. A smorzare (almeno in parte) l’entusiasmo dei professionisti è infatti un piccolo cavillo, che rischia di vanificare le buone intenzioni della norma. Se da un lato il provvedimento è indubbiamente un passo avanti per sostenere l’attività e gli investimenti degli studi professionali; dall’altro la formulazione adottata dal legislatore presta il fianco ad alcune ambiguità. L’accesso agli incentivi, infatti, non scatta in automatico (come previsto per le imprese), ma viene subordinato a non meglio specificati «presupposti», resi ancor più fumosi dalla formula «ove previsto». Il primo a sollevare eccezioni sulla formulazione della norma è stato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella: «La delega al Governo per riformare il sistema degli incentivi alle imprese è senza dubbio un primo passo che segna una svolta importante sul piano legislativo per rendere più competitivo il sistema professionale in Italia e sui mercati internazionali. Tuttavia è evidente che si tratta di una formulazione che dovrà essere corretta attraverso i decreti legislativi che saranno adottati dal Governo nei prossimi due anni». La preoccupazione principale sollevata dalla Confederazione è quella di ricadere negli errori del passato, che fino a oggi hanno precluso l’accesso agli incentivi a professionisti e lavoratori autonomi. Finora, infatti,
la partecipazione ai bandi pubblici era quasi sempre subordinata all’iscrizione alla Camera di Commercio, un requisito che esclude automaticamente i professionisti iscritti a un albo professionale. «La legge delega approvata in Parlamento riconosce la piena equiparazione tra professionisti e imprese», sottolinea Stella, «un principio sacrosanto che, tuttavia, deve trovare attuazione omologando, per esempio, l’iscrizione dei liberi professionisti ad un albo all’iscrizione delle imprese alla Camera di Commercio». C’è poi un altro aspetto non secondario che ruota intorno alla riforma del sistema degli incentivi alle imprese e che tocca un nervo vivo del sistema economico e produttivo italiano. In una fase economica assai complessa, la coperta degli stanziamenti pubblici è sempre più corta. E non è un mistero che l’accesso dei professionisti agli incentivi abbia fatto arricciare il naso al mondo delle imprese, poco incline a spartire la torta delle agevolazioni. Tuttavia, fa osservare la Confederazione, non si tratta di aumentare la dote finanziaria delle misure incentivanti, ma di razionalizzare gli interventi sulla base delle specifiche esigenze dei diversi settori economici e produttivi (tra cui quello libero-professionale) e di ripartire le risorse disponibili tra imprese e autonomi. L’ultima Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive inviata alle Camere il 1° gennaio 2023 dal Ministero delle imprese e del made in Italy rinforza la tesi dei professionisti. Nel 2021 Governo, ministeri e Regioni hanno messo a terra quasi 2 mila (1.982) interventi a sostegno delle attività economiche e produttive, registrando un notevole incremento delle agevolazioni concesse e del loro valore medio (che passa da 11 mila euro per domanda approvata nel 2020 a più di 36 mila euro nel 2021). Tuttavia, fa notare il Mimit: «La straordinaria operatività sul fronte delle concessioni non si è tradotta in un analogo aumento delle erogazioni». Se infatti le agevolazioni concesse superano la soglia dei 25 miliardi di euro, quelle effettivamente erogate si fermano a quota 5,7 miliardi di euro. La partita rimane aperta.
INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE ATTIVITÀ ECONOMICHE
2018
2019
2020
2021
Domande approvate Agevolazioni concesse (in milioni di euro)
509.853
340.147
870.517
696.228
8.247,91
7.076,34
9.482,65
25.142,97
Agevolazioni erogate (in milioni di euro)
3.201,66
3.784,09
5.771,61
5.790,20
Investimenti attivati con sostegno (in mln. di euro)
303.652,85
141.224,19
142.209,52
314.309,31
FONTE: MIMIT
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Private Banker
COVERSTORY
Se Paperone vuole pagare più tasse Ǧ ϐ ͶͶ Ǥ ǡ ʹΨ ʹͳͶ di Ugo Bertone*
M
a quanto pagano in tasse i superricchi, quelli che possono definirsi a pieno titolo miliardari in dollari o in euro? Molto poco, tra lo 0 e lo 0,5% del totale tassabile, secondo quanto rilevato dal “Tax Observatory”, istituto di ricerca parigino che da anni si batte per l’introduzione di una minimum tax per le multinazionali. In cifre, l’Osservatorio sostiene che una patrimoniale pari al 2% alla ricchezza dei 2.750 proprietari più ricchi del pianeta potrebbe generare un incasso pari a 250 miliardi di dollari all’anno. Oggi, calcola lo studio, i Paperoni del pianeta versano in varie forme 44 miliardi di dollari in tutto al fisco. Con una minimum tax del 2%, il prelievo salirebbe a 214 miliardi. «È ora di estendere ai miliardari quel che abbiamo chiesto alle corporations – chiede il Nobel Joseph Stiglitz nell’introduzione allo studio degli economisti dell’Osservatorio Fiscale – È suonata l’ora per una global minimum tax da imporre ai più ricchi, vuoi per ragioni di gettito che di eguaglianza: la disparità di trattamento a favore di questa casta aumenta l’ineguaglianza, indebolisce la credibilità delle istituzioni e mina il contratto sociale alla base della democrazia». Belle parole ma destinate al vento, si potrebbe obiettare. Non solo per i mille ostacoli, più o meno legali, che le varie legislazioni garantiscono a difesa delle ricchezze (basti pensare alle trappole descritte dai Panama Papers) ma anche alla forza delle lobbies pronte a scendere in campo contro la pretesa di “tassare i ricchi”, come puntualmente avvenuto in Usa dopo le prime timide mosse dell’amministrazione Biden. Eppure non mancano gli eretici. Tra questi un posto d’onore lo merita la signora Abigail che di cognome suona Disney. Sì, la pronipote del mitico Walt non ha esitato a chiedere davanti al Campidoglio una riforma fiscale che preveda tasse più alte per i patrimoni più ricchi, a partire dal suo. Non è una fisima di una signora bene. Abigail Disney milita in Patriotic Millionaires, un movimento di miliardari che, tra l’altro, finanzia studi per varare una legislazione fiscale che cancelli i vari scudi a protezione delle ricchezze occulte. Non è un movimento di poco conto. Al club sono iscritti negli Stati Uniti 250 soci che vantano un reddito pro capite di almeno un milione di dollari e, secondo requisito, un patrimonio liquido di almeno 5 milioni. Ma l’idea
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ha superato le frontiere Usa: in sintonia con Patriotic Millionaires nel Québec opera Ressource en Mouvement, Resource Generation in Uk e Tax me now in Germania. Un pacchetto di sigle dietro cui si muovono militanti ricchi di iniziative al punto di affittare una carovana di camion con l’effigie di Jeff Bezos e la scritta: “prova a farmi pagare le tasse se ci riesci”, tanto per sottolineare la tirchieria fiscale del patron di Amazon. Ma a che si deve questo pentimento generale? «Voglio vivere in un mondo migliore e più sicuro. E non sarà possibile se quelli come me non pagheranno il giusto» dichiara Morris Pearl, uno dei direttori generali di BlackRock. La sua decisione di aderire a Patriotic Mililionaires risale al 2013, quando serviva come sherpa ad Atene nel pieno della crisi greca. «Vedevo dalla finestra gente disperata in strada e i miei colleghi, all’apparenza, erano impassibili». La crisi intanto arricchiva anche Gary Stevenson, astro emergente di Citibank a Londra tra il 2008 e il 2012: «Grazie al calo dei tassi – dice – ho fatto più quattrini di quanti ne posso spendere in una vita. Ora vorrei restituire qualcosa alla società». Ma non è facile, ha scoperto Claire Trottier. Come insegnante all’università di Montreal pagava in tasse molto di più di quel che non le succede oggi, da consulente di ricche aziende di famiglia. Lo Stato, non solo in Canada, ha la mano leggera sui dividendi, meno sul lavoro. *L'autore, Ugo Bertone, torinese, ex firma de Il Sole 24 Ore e La Stampa, è considerato uno dei più competenti giornalisti economico-finanziari italiani
ABIGAIL DISNEY
APPROFONDIMENTI
COSÌ IL RETAIL STA CAMBIANDO PELLE ǡ ǯ le performance dei retailer: ecco i rilievi dell'Osservatorio MarTech (R) Evolution di Liuc Business School di Anna Gervasoni *
E
usare l’automobile questo tempo, già di per sé volvono le città, evolvono i paradigmi contenuto, si riduce ulteriormente a 68 seconurbanistici, evolve anche il modo di di. Se estendiamo il ragionamento e, invece del fare la spesa. Il consumatore di oggi ϐ ǡ ǡ tempo necessario a raggiungere il più vicino punto vendita, andiamo a vedere quanti negozi alla riduzione dei tempi di acquisto e al valore possiamo raggiungere con una breve cammidell’esperienza. Di conseguenza anche la strutnata o un breve viaggio in auto, scopriamo che turazione e la localizzazione dei punti di vendita nei capoluoghi lombardi i consumatori possono devono cambiare per rispondere a queste esiraggiungere, in media, 4 diversi punti vendita genze. camminando dieci miQuesto è ciò che emerNEGOZI FISICI NON SPARIRANNO: nuti e ben 62 con dieci ge dalla ricerca svolta IL LORO NUMERO È IN CRESCITA minuti di automobile. dall’Osservatorio E CONTINUERÀ AD AUMENTARE Questa densità di Retail MarTech (R) NELLE “TEN MINUTES CITIES” punti commerciali Evolution di Liuc Buporta le persone ad avere un’ampia scelta e a siness School, una community di produzione poter cambiare frequentemente abitudini e di know-how avanzato sull’utilizzo dei dati, ǡ ϐ sull’impiego delle nuove tecnologie e sui nuovi della competizione nel settore. Ognuno di noi ǡ ϐ oggi vuole poter fare la spesa in fretta, senza durre nuova conoscenza utile a migliorare la perdere troppo tempo a raggiungere il punto capacità di lettura del contesto e il processo di vendita, guidato più dalla necessità di riempire decision making delle imprese che operano nel la dispensa che non dal bisogno di soddisfare settore del commercio al dettaglio. particolari desideri edonistici, senza però riLa ricerca svolta dal team di ricercatori guidanunciare alla qualità dei prodotti, alla possibita dalla Professoressa Chiara Mauri, Diret ϐ trice della Scuola di Economia e Management e prestando attenzione alla sostenibilità e alla dell’Università in collaborazione con i partner provenienza di ciò che acquistano. del progetto, Jakala, Niq, Sas e Mirakl, comNe risulta una riduzione della ϐ : binando dati microterritoriali (a livello sub-coil consumatore sceglie il punto vendita in base munale, per zone di censimento) a indagini alla distanza e a seconda del momento e del luocampionarie svolte sul campo, ha consentito di go in cui si trova, senza curarsi particolarmente mappare la distribuzione dei punti di vendita dell’insegna dello store. Come è evidente, stiagrocery sul territorio lombardo e di delineare quali siano i principali fattori che determinano la shopping orientation del consumatore tipo. Nei capoluoghi di provincia lombardi, il consumatore medio impiega soli 129 secondi, poco più di due minuti, per raggiungere a piedi il punto di vendita grocery più vicino, mentre se decide di
mo assistendo a uno stravolgimento delle strategie competitive: il pricing, le promozioni e le campagne sconto perdono di rilevanza, mentre assortimento, accessibilità del punto vendita e velocizzazione dell’esperienza d’acquisto (uti î ϐ i processi in store, come ad esempio i pagamenti) stanno acquisendo sempre più centralità e rilevanza nel determinare il successo e le performance dei retailer. Tutto questo contribuisce ad accelerare un processo di trasformazione nella strutturazione del settore già in atto nel contesto pre-pandemico e che, anche se potrebbe sembrare in controtendenza rispetto all’espansione dellǯ Ǧ e alla diffusione della multi-canalità nelle vendite, è ormai consolidato e comprovato da nu ǣ ϐ ǡ anzi, il loro numero è in crescita e continuerà ad aumentare, all’insegna dell’evoluzione dei paradigmi urbanistici, sempre più votati verso le cosiddette “ten minutes cities”, dove tutto ciò che occorre in termini di servizi standard alla persona deve esse a portata di mano. Cer ǡ ϐ ǡ ai supermercati e ai megastore. Il negozio del futuro ha un identikit preciso: sarà un punto vendita di vicinato, local e phygital, ritagliato sulle esigenze del consumatore. Uno spazio di dimensioni contenute, funzionale e accogliente, ϐ ϐ ǡ la fruibilità del punto vendita e il gradimento dell’esperienza da parte del visitatore, sostenibile sia nell’offerta (prodotti a km zero, biologici e green) che nel design (emissioni e impatti ambientali ridotti). *prorettore della Liuc
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Debugging
COVERSTORY
Andamento lento, ancora chissà per quanto ̵ ϐ ʹͲʹͶǤ ϐ ± di Silvia Vianello
I
l Fondo monetario internazionale ha aumentato la sua proiezione sul ritmo dell’inflazione in tutto il mondo al 5,8% per il prossimo anno, rispetto al 5,2% di tre mesi fa, mentre si riducono anche le previsioni per la crescita economica nel 2024. Nella maggior parte dei paesi, l’Fmi prevede che l’inflazione rimanga al di sopra degli obiettivi della banca centrale fino almeno al 2025. Le banche centrali delle principali economie, tra cui Fed e Bce, hanno alzato i tassi di interesse in modo aggressivo per frenare l’inflazione folle che aveva raggiunto l’8,7% a livello globale nel 2022. L’impennata è stata stimolata da vari fattori tra cui ricordiamo la crisi energetica dovuta alla guerra, le interruzioni della catena di approvvigionamento dovute alla pandemia di coronavirus, stimoli delle stesse banche centrali in risposta al lockdown, le interruzioni alimentari derivanti dall'invasione russa dell'Ucraina, i tagli dell’Opec+ e molto altro ancora. Il Fmi alzando le previsioni sull’inflazione globale per il prossimo anno, ha chiesto alle banche centrali di mantenere una politica restrittiva fino a quando non ci sarà un allentamento duraturo delle pressioni sui prezzi al consumo. Ma tassi più alti frenano la crescita e quindi se parliamo di crescita come siamo messi? Il fondo prevede una crescita globale del 2,9% per il 2024, in calo dello 0,1% rispetto alle previsioni di luglio e al di sotto della media del 3,8% dei due decenni precedenti la pandemia. Le sue previsioni per il 2023 restano invariate al 3%. Il fondo avverte che le prospettive a medio termine di crescita economica si sono indebolite, ma sono relativamente stabili e vede maggiori probabilità che le banche centrali possano domare l’inflazione senza mandare il mondo in una profonda recessione, anche se con differenze significative che possiamo vedere nella prossima tabella. La stima di crescita per l’area euro è stata tagliata, allo 0,7% nel 2023 da una precedente stima dello 0,9%, e all’1,2% nel 2024 da una precedente previsione dell’1,5%. Impattata anche l’Italia con una revisione rispettivamente del -0,4% per il 2023 e del -0,2% nel 2024. La Germania che ha visto una contrazione più di quanto precedentemente previsto a causa della debolezza dei settori sensi-
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bili ai tassi di interesse e del rallentamento della domanda dei partner commerciali. La Francia, ha rivisto le sue previsioni dopo che si è verificato un recupero della produzione industriale e la domanda esterna ha sovraperformato nella prima metà del 2023. Le prospettive di crescita del Regno Unito per il prossimo anno sono state ridotte dall’1 allo 0,6%, riflettendo le politiche monetarie più restrittive volte a contenere l’inflazione ancora elevata e gli impatti persistenti dello shock derivante dagli alti prezzi dell’energia. Il Fmi ha aumentato le previsioni di crescita del Giappone per quest'anno al 2% rispetto all’1,4%, sostenuta dall'impennata del turismo, dalle politiche accomodanti e da una ripresa delle esportazioni automobilistiche che in precedenza erano frenate dalla catena di approvvigionamento. Anche le previsioni di crescita per la Cina, sono state ridotte al 5% da una stima del 5,2% per il 2023 e al 4,2% dal 4,5% nel 2024. L’economia cinese sta perdendo slancio, con investimenti immobiliari e prezzi delle case che mettono in pericolo le entrate pubbliche derivanti dalla vendita dei terreni, nonché la debole fiducia dei consumatori e la mancata forte ripresa che tutti si attendevano dalla riapertura post pandemia. Il Fondo monetario internazionale ha anche ripetutamente messo in guardia contro la frammentazione dell’economia globale e la sua rottura in blocchi geopolitici, riferendosi probabilmente alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, nonché della Russia, della formazione dei Brics e delle tensioni in Medioriente. L'inflazione non rallenterà tanto quanto previsto in precedenza Crescita mondiale dei prezzi al consumo (anno su anno) Nuova previsione Vecchia previsione 9% 8 7 6 5 4 3 2 1996
2000
2004
2008
FONTE: FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
2012
2016
2020
2024
Il gl balista
Senza commercio globale non c’è pace Il World Trade Organization lancia l'allarme: l'interscambio commerciale tra il blocco occidentale e quello asiatico è diminuito di due punti percentuali nel 2022, generando un calo del Pil mondiale del 5% di Giuseppe Corsentino
A
umentano i conflitti, le contese commerciali tra i 164 Paesi che aderiscono al Wto (World Trade Organization) e, al contempo, si accorciano le rotte marittime transoceaniche, quelle battute dai giganteschi cargo portacontainer (lo ha rivelato uno studio della Conferenza dell’Onu sul commercio e lo sviluppo pubblicato a metà ottobre) e tutto questo agli esperti, agli economisti che guidano gli uffici studi delle organizzazioni internazionali, sembra un segnale pericoloso, forse l’inizio della fine della globalizzazione, la stagione d’oro che ha reso i Paesi ricchi ancora più ricchi e i Paesi poveri molto meno poveri. Ma è davvero così? Il vostro Globalista è andato a vedere cominciando dal bel palazzo Anni Venti, il Centro William Rappard, che si affaccia sul lago Lemano a Ginevra e che ospita il Wto. E qui, in effetti, si scopre che il numero dei cosiddetti “Dispute Settlement”, dei conflitti commerciali, dei divieti, delle barriere fiscali e doganali alzate tra i Paesi un tempo campioni del libero scambio, è aumentato di ben nove volte tra il 2015 e il 2022. Per le ragioni più diverse, come si diceva prima: sanitarie, doganali, di protezione dei propri mercati: per esempio, la “tax carbon” che l’Unione europea applica alle imprese extraeuropee costringendole a dichiarare la percentuale di CO2 generata durante il processo produttivo, oppure il più invasivo, commercialmente parlando, Inflation Reduction Act (Ira) americano che privilegia il “made in Usa” grazie a una vera e propria valanga miliardaria di incentivi a vantaggio dell’industria nazionale. Il risultato, come si legge nel rapporto annuale del Wto sulle rotte marittime, pubblicato anch’esso a metà ottobre, quasi in contemporanea con quello della Conferenza Onu, è che il sistema del commercio globale, così come l’abbiamo conosciuto, si sta frantumando a causa delle tensioni geopolitiche iniziate con lo scontro doganale Usa-Cina ai tempi della presidenza Trump e continuate poi con la guerra in Ucraina fino ad arrivare alla crisi in Medio Oriente di oggi con il conflitto tra israeliani e palestinesi che non finisce mai. Si sono creati, spiega il capo economista del Wto Ralph Ossa, uno svizzero che ha studiato e insegnato all’università di Chicago, due blocchi: uno occidentale che fa riferimento agli Stati Uniti (perché le politiche trumpiane “America first” sono continuate con Biden) e uno orientale che ha il suo epicentro nella Cina autocratica di Xi Jingping. L’interscambio tra questi due “blocchi commerciali” è diminuito di
due punti (dal 6 al 4%) nel 2022 e questo, dice Ossa, ha generato una diminuzione del Pil mondiale del 5%, insomma una perdita di ricchezza che nei Paesi in via di sviluppo – si pensi alla Nigeria, nuovo gigante economico africano, o all’Indonesia – potrebbe arrivare, se la congiuntura non cambia, a un crollo del pil a due cifre. La crisi rischia di aggravarsi con la concentrazione di certe produzioni – si pensi alle materie prime per l’industria elettronica e alle tecnologie informatiche, le cosiddette “terre rare” ma il problema investe anche il settore alimentare come ha dimostrato il caso dei cereali dell’Ucraina – in uno dei due poli commerciali che hanno, diciamo così, rotto l’unità dell’interscambio globale. Riducendo, come ha fatto notare la Conferenza Onu sul commercio mondiale citata prima, le rotte transoceaniche e, al contempo, allungando la catena delle forniture globali, la cosiddetta “supply chain” dell’industria senza frontiere. Si riducono le rotte transoceaniche, si diceva, ma aumentano le rotte marittime interregionali soprattutto in Asia, attorno al polo cinese, ma anche indiano e indonesiano (attivato, quest’ultimo, dalle scelte delle multinazionali come Apple, Samsung, Sony e Adidas, che hanno spostato le produzioni verso la Cambogia, il Vietnam e il Sud-est asiatico). Tutto questo è misurabile, come ha fatto la Conferenza Onu, con il numero dei container trasportati: numero che diminuisce del 5% sulle rotte transoceaniche Est-Ovest mentre aumenta del 6,7% sulle rotte asiatiche. Visto dai porti degli Stati Uniti, quelli che negli anni del Covid erano letteralmente bloccati dalle navi portacontainer, la situazione è la seguente: nel 2022 il numero di container proveniente dall’Asia è sceso dall’8 al 4% mentre quelli in arrivo da Taiwan e dal Messico sono aumentati del 5% (il Messico è diventato il primo partner commerciale degli Usa). È proprio questa “frammentazione” del commercio mondiale che preoccupa la direttrice del Wto, l’economista nigeriana Ngozi Okayo-Iweala (che è stata ministro delle finanze del suo Paese e poi dirigente della Banca Mondiale). Nella presentazione dello studio curato da Ossa scrive: “Bisogna fare tutti gli sforzi per tornare al libero scambio globale, l’integrazione commerciale è lo strumento più potente per favorire la pace e migliorare la qualità della vita di milioni di persone”.
Continua online
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QUI M AMI READY4USA? LE PMI PRONTE A CONQUISTARE L’AMERICA Gli Stati Uniti rappresentano oggi il mercato più strategico per il Made in Italy in termini di valore e di volumi ma soprattutto di potenziale
G
li Stati Uniti sono un vasto mercato “domestic”, nazionale, caratterizzato da una cultura del business che premia lo spirito e l’iniziativa imprenditoriale, e dove avviare nuove attività per generare ricchezza. Questi aspetti introducono l’importanza degli Usa come “destination market” per le Pmi del Made in Italy sia per operazioni di export che per attività più strutturate di market entry quali M&A ,joint venture e investimenti diretti. Riepilogato in una istantanea, gli Usa sono: • la maggiore economia al mondo il cui Pil è da solo 1/4 del Pil globale; • il maggior consumer market dove i consumatori americani spendono ogni mese l’equivalente di 1/3 del Pil annuale italiano; • il principale luxury market; • il primo destinatario di Fdi, di investimenti diretti esteri, da parte di aziende internazionali che delocalizzano capacità produttive e ǡ ϐ regionali;
• il più grande M&A Market al mondo; • il primo mercato di destinazione dell’export italiano fuori dalla Unione Europea; • la destinazione del 10% del valore totale dell’export italiano. Detto questo, gli Stati Uniti sono certamente un mercato complesso, selettivo ed altamente competitivo e quindi le aziende che guardano oltre Atlantico per la propria strategia di crescita ed espansione devono essere “Ready4Usa”, pronte per il mercato Usa, per affrontare in maniera strutturata e non improvvisata un mercato che può restituire grosse soddisfazioni ma solo se si è pronti, organizzati e capaci di sostenere il piano di ingresso. Perché guardare al mercato Usa? Perché gli Stati Uniti rappresentano oggi il mercato più strategico e importante per il Made in Italy non solo in termini di valore e di volumi ma soprattutto di potenziale per il new busi ǡ ϐ marginalità a fronte di nuovi fatturati svilup-
pati all’interno del mercato. 2 dati danno subito una istantanea del valore del mercato per il Made in Italy: • Nel 2022 l’export dall’Italia verso gli Usa ha superato i 65,1 miliardi di euro, registrando un incremento del +31,9% rispetto ai valori del 2021, una performance eccellente ; • Sono 3.187 le imprese americane controllate da imprese/investitori italiani e il numero sale a 3.519 se includiamo anche le imprese dove la presenza italiana è minoritaria, alimentando ben 260.000 posti di lavoro e generando fatturati di 143,7 miliardi di dollari. Quindi chi può guardare al mercato Usa ed avere successo? A prima vista si dovrebbe rispondere che le dimensioni contano visto che il 75% dell’export totale Italiano è gestito dal 6% delle imprese (medie e grandi) e il restante 25% di export dal 74%, i 3/4 delle imprese del Belpaese (micro e piccole). ϐ imprese nella fascia di fatturato 2-10 milioni, con le medie imprese nella fascia 10-50 milioni. Va da se che le micro rientrano nella categoria <2 milioni e le grandi nella categoria >50. Ma se questa è la griglia di posizionamento per fatturato, non bisogna essere grandi dimensionalmente per guardare al mercato Usa perchè non è questa la metrica di valutazione più funzionale.
IL MONDO SOLIDALE
Il “patient engagement” e le sue variazioni di percorso
È gestito da una simpatica signora davvero fuori peso che stenta a svolgere le numerose incombenze e comincia a parlare coi numerosi avventori di un imminente
V
alerio è un signore di mezza età che
componente di positività ed alcune pas-
ritiro. Valerio frequenta la locanda e co-
vive in Romagna. Subisce un impor-
sioni dominanti. Una di queste è la cucina.
mincia a fare progetti che dapprima gli
tante intervento alle coronarie che la-
Durante il suo lungo ricovero in ospedale
sembrano irrealizzabili, considerando le
scia strascichi rilevanti a livello dei reni
ha modo di frequentare un piccolo risto-
²¼} u¡ y Ë ¡ ϲ u }í i «¡ «®} y¡ ¡
e dell’apparato circolatorio. Resta ricove-
rante un po’ sinistrato che si trova proprio
forma o almeno non hanno più la forma dei
rato per mesi e purtroppo i reni risultano
di fronte all’ingresso della struttura sa-
sogni ma di una vera grande opportunità
gravemente compromessi, al punto che è
nitaria, il Morgagni Pierantoni di Forlì, ed
che lo fa sentire sempre più sereno e po-
costretto ad entrare in dialisi.
è rifugio per tanti pazienti (e parenti) nel
sitivo perché gli fa intravvedere la possi-
È un uomo forte e robusto con una bella
corso di tutte le stagioni.
bilità di sottoporsi alla dialisi e ai controlli
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di Antonio Acunzo, Ceo di Mtw Group-Foreign Market Entry Advisors
Più della grandezza è essenziale la cultura dell’impresa, proiettata alla crescita dell’azienda e alla innovazione del prodotto, con le funzioni preposte alle progettualità verso i mercati esteri ben allineate e coordinate, in primis Marketing, R&D, Operations, Finanza, tutte quelle funzioni che integrate insieme ϐ come Export Readiness. Sono molte, per esempio, le imprese che avendo esperienza di export, dividono nettamente nell’organigramma aziendale il canale vendita Italia (con il relativo direttore vendite e team commerciale e di agenti a copertura del territorio nazionale) e il canale ǡ ϐ ra dell’export manager a copertura anche di più se non molti mercati esteri, addirittura spesso molto differenti quali Mena (Middle East North Africa) e Latam (Latin America) insieme!!!. Ecco proviamo a vedere il rapporto mercato Italia (1) e mercati esteri (X) e poi valutiamo anche solo sulla metrica base del Pil il divario tra grandezza del team commerciale Italia in rapporto al Pil italiano e grandezza del team commerciale estero in rapporto al Pil dei mercati coperti (sicuramente un rapporto squilibrato). Poi facciamo una valutazione di grandezza sul market share e vediamo quanto il potenziale dei mercati
ϐ fetto perchè non gestito in maniera da ottimizzarne potenziale e ritorni. Sono molti i comportamenti errati da parte di molte Pmi che sbagliano totalmente l’approccio al mercato Usa e su questo aspetto rimando a miei articoli “La Stop Ten degli errori delle Pmi italiane negli Usa” e “Conquistare il mercato Usa? Non bastano valige e buone intenzioni” pubblicati rispettivamente sui numeri di Aprile 2023 e di Maggio 2022 di Economy. Bene, come detto il Pil degli Usa è 1/4 del Pil globale quindi il mercato va affrontato con un piano strategico di ingresso, sviluppo ed espansione, quindi con una visione prospettiva di medio-lungo periodo del new business da generare oltre oceano. Elemento essenziale per capire e conoscere come affrontare il mercato degli Stati Uniti ϐ ° le dinamiche per comprendere comportamenti, relazioni, metodologie, processi decisionali di acquisto, sia a livello B2B che B2C, nuove tendenze e valutare lo stato dell’arte di azienda e prodotto rispetto al mercato Usa. Analisi di market intelligence fondamentale per mettere l’azienda sulla base di business insights nelle condizioni di prendere decisioni ragionate sul tipo di ingresso (Export? M&A? Joint venture? Investimento diretto?)
e sugli steps da seguire per ottimizzare il piano di market-entry. Questo ci risulterà poi utile perchè per posizionare un prodotto mi dovrò adoperare per sviluppare Brand Awareness per il proprio marchio e prodotto, prevedendo un piano di azioni di Marketing Communication pensate per il mercato Usa e per l’area del mercato dove focalizzarsi in particolare, seguendo la prospettiva “Think Global, Act Local”. Continua online Mtw Group Usa è una società di advisory di international business con sede a Miami in Florida dal 2005 che offre consulenza manageriale strategica per l’Internazionalizzazione nel mercato Usa integrata con servizi di Marketing Communication, Brand Marketing, Business Development e Corporate, e ItalyUs è la divisione di Mtw Group Usa dedicata alle aziende Pmi e Mid-Market del Made-in-Italy che guardano al mercato Usa per la propria crescita ed espansione attraverso piani di internazionalizzazione strutturata come Joint-Venture, M&A, Fdi e Direct Export. www.marketingthatworks.us www.italyus.us
di Giuliana Gemelli
e al tempo stesso di svolgere l’attività che
mità dei luoghi di cura in compagnia delle
zienti ricoverati In
adora: diventare proprietario di un risto-
mie inseparabili e adorate cagnone Minnie
Ematologia presso
rante e chef.
Giulia e Gioia Bella, che vengono accolte
l’ospedale di Ra-
In due anni realizza il suo sogno sostenuto
con simpatia e sono ormai delle vere ma-
venna sta traendo
da una piccola equipe familiare e dal suo
scotte, svolgendo una sorta di pet therapy
ispirazione da questo percorso: aiutare
spirito indomito. Nasce Estrò e i clienti au-
a distanza!
i giovani adulti a ritrovare, a coltivare,
mentano: non sono più solo i pazienti dei
1} y Ïu¡ ¸n y _i }® ¡ ¡ ²¡ ¡ Ï ¸} i
a rendere più forti e consapevoli le loro
vari servizi dell’Ospedale o i loro congiun-
®iË } i i u¼®i i i « Ïui¸¡ ® u i-
passioni oltre la fragilità che diviene così
ti, ma persone che vengono apposta anche
mo della sua passione e lo ha reso vitale
opportunità generatrice di nuove energie.
dai vari rioni della città. A me è capitato di
} «®¡y¼¸¸ Å¡ i u } ²¡¸¸¡ «®¡Ï ¡ }u¡ ¡-
A ben vedere si tratta di una variante di un
incontrarvi colleghi universitari, giorna-
mico.
percorso che si sta affermando con forza
listi, professionisti e soprattutto di poter
Il lavoro che stiamo svolgendo col pro-
e determinazione: il “patient engagement”.
frequentare questo ambiente in prossi-
}²²¡® 1i Ëi i t} }Ïu ¡ y} ¡Åi «i-
Grazie Valerio!
117
SHORT STORIES Cyber risk
Aziende nel mirino dei cyber criminali In Italia il 98% delle aziende ha sperimentato almeno una violazione informatica nell’ultimo anno, con danni di entità grave o estremamente grave in circa 2 casi su 3. È quanto emerge dal report di Deloitte “Future ¡ Èt}®ì ¼ i Å ² ¡ } uÈt}®ĂÏ®²¸ «}® la sicurezza e la creazione di valore – Il punto di vista delle aziende italiane”. «L’analisi dei dati relativi allo scenario attuale in materia di cybersecurity nel nostro Paese mette chiaramente in evidenza una crescente consapevolezza che queste violazioni impattano le aziende da molteplici punti di vista», dichiara Matthew Holt, Cyber Strategy and Transformation Leader di Deloitte. Le conseguenze delle violazioni informatiche per le aziende Secondo quanto emerge dalle evidenze del report Deloitte, le
I TEMI DEL LAVORO NEI CONTENUTI EXTRA SUL CANALE DIGITALE I consulenti del lavoro italiani e il loro Ordine, presieduto da Rosario De Luca, sono in prima linea con le imprese che fanno il Pil del nostro Paese, che con l’iniziativa autonoma generano anche lavoro subordinato, cioè la cinghia di trasmissione del benessere dall’attività d’impresa al resto della società. Economy ogni mese ospita – in un’edizione digitale dedicata alla categoria, ma accessibile a tutti i lettori interessati attraverso un QR che ormai costituisce uno snodo della carta stampata verso il multimediale– un’ampia sezione dedicata ai temi specifici e specialistici del settore, in collaborazione con l’Ordine e il suo ufficio studi.
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conseguenze delle violazioni informatiche non si limitano solamente alla perdita di fatturato o alla riduzione del valore di mercato dell’azienda, come sostengono rispettivamente il 40% e il 36% dei dirigenti italiani intervistati, ma possono incidere sulle organizzazioni anche dal punto di vista normativo, comportando multe e sanzioni per inadempienza rispetto alle procedure in essere o per le violazioni dei regolamenti sulla cybersecurity, come riportato dal 52% degli intervistati. Grave anche il rischio reputazionale, in termini di ripercussioni negative sull’immagine dell’azienda, secondo il 44%, con il possibile crollo della Ïy¼u i yi «i®¸} y} i u } ¸} i paventato dal 46%. Una medesima percentuale (46%) sottolinea il rischio tecnologico, ovvero la possibilità di ¡®} Ïy¼u i } i ĉ¸}u ¸} ® ¸ÈĊ y} ČiË } yiò & Ï }í ¼ ÛÙį ²} i i le conseguenze strategiche ed operative, come il rischio di minori budget a supporto delle iniziative strategiche o le possibili interruzioni delle operation. R¼¸¸¡ ¼}²¸¡ ² ® Ð}¸¸} i u } ²¼ } strategie d’investimento: due terzi del campione intervistato da Deloitte in Italia prevede di investire di più in cybersecurity, segnalando un trend più marcato nel nostro Paese rispetto alla dinamica rilevata a livello globale (55%). Tali investimenti sono necessari anche per implementare con successo le iniziative di trasformazione digitale: nei prossimi 3 anni.
Lavoro
Fine della great resignation in Italia Non mancano soprese nella nuova edizione della ricerca del Gruppo Adecco Global Workforce of the Future, che, nel 2023, segna una neta inversione di tendenza rispeto al 2022 per quando riguarda desideri e aspetative dei lavoratori italiani. In primo luogo, il fenomeno della Great Resignation sembra un ricordo lontano: solo il 18% degli italiani intervistati ha espresso il desiderio di cambiare lavoro, mentre ben il 71% desidera rimanere nella posizione lavorativa atuale, chiedendo però percorsi di crescita più personalizzatti. Ma non solo, tra coloro che
Digitale
Secondo il rapporto 2023 sulla digitalizzazione del lavoro intellettuale a cura della Fondazione y« } ¡Çií ²} ¸ } ¸ } }®i } verso le nuove tecnologie è positivo per il 90% dei colletti bianchi. R®i Åi ¸i «}®u}« ¸ Ï ¼®i ¡ i ¡®} } Ïu } Ëi iÅ¡®i¸ Åií accrescimento competenze e alleggerimento della fatica su iÅ¡®¡ò V yi¸¡ ² Ïui¸ Å¡ yi sottolineare è una sorta di maggiore maturità rispetto al rapporto con le nuove tecnologie digitali. In altre parole, rispetto al passato, diminuisce la curiosità e il senso y ²Ïyi } i¼ } ¸i i «}®u}Ë ¡ } di opportunità e di abitudine, approccio tipico di crescita dell’auto-consapevolezza rispetto alle novità digitali. La percentuale più elevata in termini di sentiment positivo è tra i dirigenti con il 99%. Rispetto al passato diminuisce notevolmente la percezione negativa. In particolare si ritiene che abbiano portato una maggiore } Ïu } Ëi þÚÜįÿí ¼ i¼ } ¸¡ y} i qualità (30%) ed un accrescimento di competenze e professionalità
(27%), oltre ad un alleggerimento della fatica su lavoro (25%). Il 31% degli intervistati ritiene che avrà impatti positivi sul proprio lavoro, dato in crescita rispetto al 23% del 2018. L’83% dei colletti bianchi afferma che i nuovi strumenti tecnologici e digitali avranno un impatto positivo sul mercato del lavoro in generale. «Nello ²«}u Ïu¡ ā ²« } i &²it} i ¡Å Faggioli, Presidente Fondazione Aidp -, è interessante capire come il digitale porta a ridisegnare l’organizzazione aziendale e come porta le persone ad apprendere nuove competenze. Con questa ricerca in particolare vorremmo yi®} ²«¼ ¸ y ® Ð}²² ¡ } ²¼ u¡ } poter contribuire alla creazione di una nuova cultura del lavoro, una cultura che non prescinda dalla relazione tra persona e lavoro ma tenda a valorizzarla ed a renderla sempre più sensibile ed importante, per un ingaggio reale di tutti gli attori anche in un’ottica di trasformazione digitale. La digitalizzazione non è solo una questione tecnologica ma strategica, in quanto occorre ripensare al modo di fare impresa, ai modelli di business e a come entrare nel futuro da protagonisti».
desiderano cambiare lavoro, il 45% non sta cercando attivamente nuove opportunità, ma è aperto a proposte. Il 19% è stato contatato da recruiter o aziende, mentre un altro 19% sta cercando in maniera proattiva. Le principali motivazioni espresse dai lavoratori che desiderano cambiare lavoro includono un miglior salario (26%), l’insoddisfazione verso la propria mansione atuale (19%), un miglior bilanciamento tra vita e lavoro þØßįÿí ¡® t} }ϸ }Ǹ®i ²i i® ¡ (16%) e un maggiore investimento dell’azienda nella loro formazione (12%). D’altro canto, coloro che desiderano rimanere nel loro atuale impiego citano la stabilità (20%), un buon bilanciamento tra vita e lavoro (18%), l’utilizzo delle proprie skill a lavoro (16%), il salario (12%) e la cultura aziendale (11%) come i principali motivi per restare. Ma il dato che segna il contrasto più forte rispeto al 2022 è il percepito del proprio stipendio: il 58% dei partecipanti ritiene che sia adeguato all’aumento dei costi,
mentre il 35% non lo considera adeguato, e il 7% è incerto. Nel 2022, ben il 61% evidenziava di non ritenere il proprio stipendio adeguato a far fronte al caro vita. «Questi dati evidenziano una tendenza molto interessante nel mercato del lavoro in Italia. Sicuramente ciò che emerge con chiarezza dai dati è un desiderio di stabilità dei lavoratori e una crescente attenzione da parte delle aziende alle esigenze dei propri dipendenti» commenta Sergio Picarelli, Presidente di The Adecco Group Italia «Ma è fondamentale }²²}®} u¡ ²i«}Å¡ u } } ²Ïy} ¡ ²¡ ¡ Ï ¸}í i Ë ò }® } ¼ i u i®i attenzione dei lavoratori verso percorsi di crescita professionali, che sappiano valorizzarli al meglio, e si consolida la richiesta di avere un maggiore bilanciamento fra vita e lavoro. Serve quindi una maggiore consapevolezza da parte dei manager e dei responsabili di azienda, i primi in grado di avere un impatto positivo sul proprio ambiente di lavoro».
La passione dei colletti bianchi per l’A.I.
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REALTÀ ORGANIZZATIVE E INQUADRAMENTO CONTRATTUALE Altro 5,1% Dirigente
27,7% 7,0%
57,4% 21,4% 12,1%
25,8%
ETÀ
45,5% 23,6%
Impiegato
Quadro
AREA
Agenzie di comunicazione Studi professionali Imprese private(non di comunicazione) Istituzioni, enti o organizzazioni pubbliche Organizzazioni con finalità di carattere sociale o organizzazioni no profit
più di 54 meno di 44 anni anni 42,0% 28,8%
All'estero 1,1% 9,2% Sud Nord-ovest Centro 22,7% 44,5% 22,5% Nord-est
Preferisco non indicare 1,3%
45-54 anni 29,2%
GENERE
Uomo
47,4% 51,3% Donna
FONTE: ASTRA RICERCHE PER MANAGERITALIA
di Marina Marinetti
È
ϐ Dz ϐ dzǤ ǡ ǡ Ͷ ǣ Ǽ °ǽǫ ͷǡ ° ǡ Ȃ ǡ ͵Ψ ͵Ͳ Ȃ ͻ ǡ Facoltà di Scienze del Ǥ la ComunicazioneǤ î ϐ IN ITALIA LAVORANO ALMENO 30 MILA COMUNICATORI, AI QUALI OGNI ANNO SI AGGIUNGONO 9 MILA LAUREATI IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE ǡ ϐ ǣ ǯͺͲΨ ȋ ʹͲʹʹȌǡ Dz dzǡ AstraRicer ǯ ̵Area Comunicatori cheǡ Com&Tec tekon EuropeǤ di Manageritalia Executive Professionalǡ ǣ ǯ -
121
SESSO, RUOLO E RETRIBUZIONE ǯ ° ͳͻ
7,4%
14,0%
26,1%
27,2%
28,2%
29,0%
LE AREE DI COMUNICAZIONE DI CUI SI OCCUPANO
31,7%
Ǥ ǡ specializzazioni ȋ ʹͻ ϐ Ȍ ° ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ° ǣ ͲΨ
ǡ Ǧ ͷͳǡ͵Ψ ͶǡͶΨ Ǧ ʹͺǡͺΨ Ͷͷ ǡ ͶʹΨ ͷͶ ʹͻǡʹΨ Ͷͷ ͷͶ Ǥ ͷΨ ȋ Ȍǡ ʹΨ ǡ ʹͳΨ ǡ ǡ ͳʹΨ -
60,6 %
RITA PALUMBO
competenze ͷͶΨ ǡ ǡ î Ȃ Ȃ Ǥ ǯͺͶΨ ǡ ǡ Ǥ Ǽ ǡ ǡ ǯ° ǽǡ Rita Palumboǡ Ǥ ǡ ϐ ǡ Ǧ Ͷ ͳͲ ° ǯ Ǧ ǡ Ȁ ǡ ǯequilibrio ǡ ǡ ǡ Ǥ ϐ ° ǡ ǡ î Dz dzǡ Ǥ
Comunicazione d'impresa Comunicazione tecnica Comunicazione della sostenibilità Comunicazione pubblica - istituzionale Comunicazione promo-pubblicitaria Tecnologia e innovazione Ricerca e Sviluppo Comunicazione politica Fonte: Astra Ricerche per Manageritalia
UN SOGGETTO COLLETTIVO PER LA RAPPRESENTANZA I risultati della ricerca sono stati presentati mercoledì 13 settembre a Roma nel corso dell’evento ‘Comunicazione e comunicatori quale futuro’ che si svolto nell’ambito della prima edizione della Rome Future Week. L’evento. L’evento, moderato da Donatello Aspromonte, vice presidente di Manageritalia Executive Professional, ha visto la partecipazione di: Cosimo Finzi, Ceo Astraricerche, Carlo Romanelli, Presidente Manageritalia Executive Professional, Tommaso Saso, Direttore Marketing e relazioni esterne e docente Università degli Studi Guglielmo Marconi, Ignazio Marino, portavoce del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Cornelli, vicepresidente Una, Tiziana Sicilia, presidente Com&Tec, Maurizio Incletolli, presidente Ascai; Benedetta Freda, Founder di Miit; Rita Palumbo,
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Comunicatori, con l’intento di coglierne coordinatrice nazionale Manageritalia Executive Professional Area Comunicatori; istanze, fabbisogni e percezioni del futuro. Così come per altri segmenti del mondo Massimo Fiaschi, Segretario Generale di Manageritalia, Mario Mantovani, Presidente delle Alte Professional, Manageritalia Executive Professional sta operando con di Manageritalia. una precisa idea di organizzazione di tali «Come Manageritalia Executive segmenti e di visione di rappresentanza Professional – spiega Carlo Romanelli, degli interessi. Man mano che questa policy presidente Manageritalia Executive ci porterà a crescere, maggiore sarà la Professional – vogliamo lavorare per forza della nostra voce». la costruzione di una rete di soggetti Donatello Aspromonte, vicepresidente che fanno riferimento al modo delle Alte Manageritalia Executive Professional: «I dati Professioni in Italia, con uno sguardo più ampio al mercato del lavoro professionale, della ricerca sono preziosi per disegnare OD UDGLRJUD÷D GHO VHWWRUH FKH FRQIHUPD anche in prospettiva internazionale, l'importanza di questi professionisti di alto con la precisa ambizione di divenirne il SUR÷OR QHO PHUFDWR GHO ODYRUR 6L WUDWWD GL soggetto collettivo che le rappresenta; in professionisti con competenze multiple in questo caso, facciamo un ulteriore passo continua evoluzione che ben si coniugano nell’esplorazione delle caratteristiche con l’evoluzione tecnologica. L'area identitarie e professionali di una Comunicatori, prima verticale di Mep, sarà categoria di grande rilevanza, quella dei
COMUNICARE L'IMPRESA I PROFILI PROFESSIONALI IN CUI SI RICONOSCONO Chief communication officer 29,4 % Public Relations Manager 20,2% Project manager 18,5% Media relations manager 16,8% Comunicatore Tecnico 13,9% Redattore Tecnico 12,5% Press Officer 12,2% Content manager 12,1% Innovation manager 8,8% Event manager 7,4% Internal communication manager 6,7% Crisis & reputation manager 6,7% Digital Media Marketing manager 5,6% Digital marketing 5,6% Editor o Digital editor 5,2%
ϐ Ψ Ǥ ͲΨ ǯ ǡ ͵ͳΨ ǡ ʹͻΨ ǡ ʹͺΨ ǡ ʹΨ ǡ ͳͶΨ Ψ Ǥ ruolo ȋ ͳͶǤʹΨ ʹͶǤ͵ΨȌǡ ° ȋʹͷǤʹΨȌ Ȁ ȋʹͲǤͳΨȌǤ ǡ ǡ °
il loro punto di riferimento». «Manageritalia Executive Professional Comunicatori con le azioni condivise che sta portando avanti con le altre associazioni e organizzazioni – commenta Tiziana Sicilia, presidente Com&Tec - valorizza il ruolo dei comunicatori professionali. Oggi è assolutamente necessario sensibilizzare di più e migliorare la cultura della moderna comunicazione presso istituzioni e-business community, come è ancora più importante difendere, valorizzare e riconoscere ruolo e funzioni del Comunicatore Professionale, DQFKH DWWUDYHUVR OD FHUWL÷FD]LRQH GL competenza ed esperienza, a garanzia delle tante aziende e realtà, private e pubbliche, che le richiedono».
4,3 % Social media manager 3,8% Digital Strategy e Operations manager 3,8% Traduttore tecnico 3,6% Sustainability Communication manager 3,1% Web content manager 2,6% Portavoce 2,5% Social media strategist 2,5% Information Specialist 1,8% Digital copy 1,8% Spindoctor 1,4% Digital PR 0,7% Information Architect 0,6% Investor relations 0,1% Digital Reputation Manager
ǣ ʹͲǡͲΨ ͵Ͳ ǡ ʹͲǡΨ ͻͲ Ǥ
RAPPRESENTANZA, TUTELA E WELFARE Ǽ ǯ ϐ Ȃ ǡ Ǥ ǡ ± necessità di riconoscimento professionale ǡ î Ǥ ǡ ǡ ǡ î ° ǽǤ ǡ ͺΨ sistema assicurativo ǡ ¿ ° ǡ ͻΨ ° ǡ ϐ Ǥ ϐ ǣ ǯͺͷΨ ͵Ǧͷ ϐ
Fonte: Astra Ricerche per Manageritalia
Ǣ ͵Ψ ϐ Ψ ° ϐ ϐ Ǥ “aree dzǤ ǣ ǯͺͳΨ ° î ϐ ǡ ǡ Ȃ Norma Uni 11483-2021 Ȃ Ǥ ǯ ǡ ǣ ͶΨ ͵Ψ Ǥ ǯ ϐ ǡ ǡ ° ǯ ȋͳΨȌ Ǥ Ǽ Ȃ Ȃ ϐ ǡ Ǥ ǡ ǡ î ǽǤ
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MENO PR (E MARKETING) E PIÙ STRATEGIA «La comunicazione d'impresa non è una commodity, neppure per le Pmi»: ecco perché ϐ Ǽ ǽ di Marina Marinetti «CHI OPERA NELLA COMUNICAZIONE OGGI DEVE FARE UN PO' MENO PR NEL SENSO PIÙ TRADIZIONALE DEL TERMINE ED ESSERE UN PO' PIÙ ANALISTA». Sarà per questo che Daniele Salvaggio ϐ Imprese di Talentoǡ ̵ ͳͲ ǡ ǡ Ǥ Ǽ ǽǡ ϐ ǣ Ǽ ̵ ǡ ǡ î ǡ ǯ ǡ î ǡ î ǡ ǽǤ
L'evoluzione della specie, insomma ǡ ǯ ǡ ǯ ǣ î î ǡ ° Ǥ ϐ ǡ ǡ ǡ ǡ ϐ Ǥ ǡ ǯ Ǥ ° Ǥ Ǥ -
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ǡ ǡ ǡ ǡ ǯ ǡ ǯ ǡ ǡ ϐ Ǥ ǣ ǡ ǡ ǡ Ǣ ǯ ϐ Ǥ ° Ǥ ǯ° Ǥ ǡ ϐ ϐ Ǥ Già, ma come si fa? ǡ Ǥ ǡ -
OGGI È COMPLICATO DISTINGUERSI E MANTENERSI CREDIBILI
ǯ Ǥ ǡ Ǥ ǯ î ǯ ϐ Ǥ ϐ ǣ ǡ ° ǡ ϐ ϐ Ǥ ǯ ǯ ° ǡ ° Ǩ ° ǡ ϐ
COMUNICARE L'IMPRESA ϐ ϐ Ǥ Ǥ ° ϐ Ǥ Cosa vuol dire oggi proporre nella comunicazione una consulenza strategica? 1 ǡ ǡ ϐ Ǥ ϐ ǣ ǡ ǡ ǡ Ǣ ǡ ǡ ǡ Ǥ ° ǣ ° ± ϐ ǯ Ǥ ǡ ǯ ǯ ǡ Ǥ ǣ ϐ ϐ Ǥ Sta dicendo che le aziende, soprattutto le Pmi, devono considerare strategici anche i temi di advocacy e lobbiyng. ǡ ǡ ǯ ǡ ° Ǥ 1 ϐ ǯ Ǥ
A PROPOSITO DI “IMPRESE DI TALENTO” Imprese di Talento è una società di consulenza u } «®¡ }¸¸ií « i Ïui e realizza strategie di comunicazione integrata. Supporta le organizzazioni nella costruzione e valorizzazione della loro identità di brand; nel rafforzamento e nella gestione della reputazione; nella creazione di relazioni istituzionali e di business a livello nazionale ed }¼®¡«}¡ò Ïi ui ¸¡« management d’impresa
insieme a pubblici di e personalità pubbliche natura economica, politica con attività di ghost and ed istituzionale. speech writing, spin La società nata nel doctoring e campaign 2013 è focalizzata sulla management. La mission comunicazione corporate, della società è quella di sul public affairs, sulla Csr creare un valore per le e Esg, e opera su industry ¡® i ËËiË ¡ i Ï } y diverse come ad esempio aiutarle a realizzare i propri talenti, progettando, la manifattura avanzata; la PA, l’università e la gestendo e divulgando ® u}®ui÷ i Ï i Ëi÷ i “storie” di successo in sanità; l’Ict; il terzo settore; grado di stimolare il cambiamento e la crescita i grandi eventi; lo sport e e di condividere la propria l’entertainment. www.impreseditalento.com competitività autorevole
ǣ ϐ ǡ ǡ ǡ Ǥ ϐ Ǣ ǡ Ǣ ǡ ϐ Ǥ ϐ ǡ ° ǡ ǡ ϐ ̵ ϐ Ǥ ° ϐ ǣ Ǥ ϐ ǯ Ǥ Come si sviluppa la consulenza di Imprese
di Talento, dunque? ϐ ǣ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ ǡ Ǥ Ǥ ϐ ǡ Ǥ Dz dzǤ ϐ ǡ ͳͲ Ǥ E il futuro? ǯ Ǥ ǡ ǡ ǡ ǡ ϐ ϐ ǡ Ǥ
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Meno prodotto, più etica ecco il nuovo advertising L'International Advertising Association italiana ̵ ϐ della comunicazione su inclusività e valori sostenibili di Marina Marinetti
P
otrà anche non piacere, ma la pesca dello spot di Esselunga, che ha tenuto banco nelle ultime settimane, la dice lunga sul nuovo corso del mondo della comunicazione commerciale: da reclamizzare non è più il prodotto, ma il valore espresso dalla marca. Non solo le agenzie pubblicitarie l'hanno capito, ma ora vogliono rendersi fautrici di un nuovo modo di intendere la réclame. Finita l'era delle modelle anoressiche come ambasciatrici della seduzione e dell'incitamento ̵ ϐ timento, inizia una sorta di "umanesimo pubblicitario". È questo il senso di "Being Human", il manifesto presentato dall'International Advertising Association italiana, che ha ufϐ creativi italiani a mettere al centro l'essere umano e il benessere della società, per migliorare il mondo. Forse un po' troppo pretenzioso? «No, se pensiamo a quanto il mondo della pubblicità fornisca modelli alla società», risponde a Economy la presidente di Iaa, Marianna Ghirlanda: «si tratta di una questione etica fondamentale per questa specie, quella umana, dal futuro incerto. L'idea è nata dalla sensibilità della nostra segretaria, Debora Magnavacca, che gestisce la casa di produzione Mercurio, che troppo spesse si vede proporre script che incitano alla discriminazione, sessisti, poco inclusivi, violenti, in sostanza fuori luogo. È nato così il manifesto, una tappa importante del nostro percorso ver-
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moniosa, senza imporre comportamenti o stili di vita. «Questo Manifesto è una presa di coscienza che richiama l'attenzione sul potere della comunicazione e l'importanza di gestirlo con coscienza e consapevolezza. Siamo convinti che uno strumento di tale potenza debba essere gestito dai professionisti della nostra industry con coscienza e consapevolezza. Tutti i brand hanno la legittima aspirazione di far entrare il loro prodotto o il loro servizio nella vita delle persone. Vogliamo semplicemente che questo non avvenga a scapito dell’individuo e che anzi le aziende usino il privilegio di poter parlare a milioni di persone per promuovere modelli inclusivi e sostenibili».
I PRINCIPI Sono quattro i principi guida del manifesto. Si inizia dal benessere: “Favoriamo lo stare in salute, il benessere, il prendersi ± ϐ Ǥ ϐ la diversità delle persone come mezzo per ϐ portavoce di scelte e comportamenti soMARIANNA GHIRLANDA, PRESIDENTE IAA ITALIANA stenibili per gli individui e per il pianeta so una comunicazione che possa spiegare proponendo prodotti che non nocivi”. alle nuove generazioni, ma anche a quelle «Non c'era un protagonista della pubblicivecchie, l'etica, come non è mai stato fatto tà, prima di Dove, che avesse un body mass negli ultimo 80 anni. È arrivato il momento index nella norma», spiega Marianna Ghirdi dire “basta”. E se non riusciamo a fare landa. «E se lo stereotipo non è negativo in del bene, cerchiamo sé, perché l'uomo ha I PRINCIPI CARDINE SU CUI SI FONDA almeno di non fare bisogno di ricondurIL MANIFESTO del male». re la realtà in catego“BEING HUMAN” SPAZIANO Il senso del maniferie, ma lo stereotipo DAL BENESSERE ALL'INCLUSIVITÀ sto è tutto sommato rinforzato diventa semplice: con un approccio comunicativo un modello a cui tendere: per questo è imresponsabile e rispettoso è possibile inportante dare modelli corretti». ϐ Si continua con le relazioni sociali: “Favole persone, promuovere valori inclusivi e ǡ ϐ ǡ contribuire a costruire una società più arcollaborazione, l’empatia e l’integrazione,
COMUNICARE L'IMPRESA
ǡ ϐ e nel dolore, l’uguaglianza fra gli esseri Ǥ in modo indiretto la violenza, l’invidia, la competitività aggressiva, il narcisismo, il consumismo, la sopraffazione e il successo individuale a scapito del benessere degli altri”. «Occorre incensare comportamenti positivi e disincentivare comportamenti negativi, come associare l'idea di divertimento al bere alcolici», chiarisce la presidente di Iia italiana, «Non solo negli post ma in tutta la comunicazione, pensiamo anchhe alle serie tv che, quando non incitano alla violenza, di certo non la stigmatizzano». Terzo principio, “Favoriamo e incoraggiamo la crescita personale, la spinta ad apprendere e a evolvere culturalmente, ad esprimere la propria unicità in una comunità che sviluppa conoscenze. ǯ l’impoverimento culturale, le disuguaglianze derivanti da povertà, disabilità, diversità, ecc.”. «È un punto importante, perché il desiderio di imparare è una delle
pulsioni fondamentali dell'essere umano. La comunicazione commerciale ha come obiettivo quello di venderti prodotti di cui magari non hai bisogno, ma esiste la falsa promessa (avrai più successo con le donne e con gli uomini, la promessa è sempre legata alla seduzione) e c'è la promessa autentica (come il proporre un prodotto innovativo). Questo principio ha anche una forte valenza commerciale: la delusione sviluppa disaffezione e quindi dare un OGGI LA COMUNICAZIONE TOCCA STRUMENTI E CANALI DIVERSI CHE INSIEME POSSONO DIVENTARE FUNZIONALI ALLA TRASFORMAZIONE
senso di accrescimento rispetto al messaggio pubblicitario è una logica win-win». Inϐ ǡ DzDz ǯ dei ϐ fra generi, etnie, culture, religioni, ecc. l’espressione dei propositi e degli obiettivi individuali, ma Ǥ mo il diritto di ognuno ad avere la propria età, il proprio genere e le proprie inclinazioni sessuali, le proprie mete e i propri
comportamenti se rispettosi del bene comune”. «È l'annoso tema del casting: sono vent'anni che faccio questo lavoro e sono vent'anni che vedo casting o poco inclu Ǥ 1 ϐ inclusivo appaia naturale». Fin qui, tutto bene. Ma poi c'è da mettere in pratica i buoni propositi. «Non sono ottimista, ma nel mondo della comunicazione c'è tanta voglia di cambiamento, di un maggior dialogo con l'etica», sottolinea Marianna Ghirlanda. «Credo che il cambiamento di cui abbiamo bisogno sia non solo culturale, ma anche politico ed economico. Ora chiederemo a tutti soci di sottoscrivere il manifesto. È una call to action aperta a tutti: aziende, agenzie, case di ǡ ϐ comunicazione commerciale, comprese le grandi piattaforme come Amazon e Google, che sono nostre associate. Oggi la comunicazione commerciale tocca tanti touchpoint, strumenti e canali diversi. Insieme, possiamo costruire un futuro in cui la comunicazione è un veicolo di positività e trasformazione per tutti».
Lo spot di Esselunga ha tenuto banco sui media per il messaggio di riconciliazione tra genitori, veicolato GDOO LQL]LDWLYD GHOOD ÷JOLD
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LA GRAPPA DAL 1977
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TAL ENT I DE LLO SVIL UPP COLLABORAZIONE, O
SOSTANTIVO FEMMINILE
I dati di una ricerca di Target Research realizzata per Herbalife mostra quali sono i punti di forza e i bisogni delle donne al lavoro e di come, inaspettatamente, il network marketing sia il metodo di vendita più sostenibile e inclusivo
Network Marketing e Sostenibilità Ricerca sulla sostenibilità sociale del modello Herbalife
20,2%
27%Il NETWORK
MARKETING di Herbalife è un contesto che consente
rso
di avere
AUTONOMIA
15,4% Ad oggi, possiedo le CAPACITÀ adeguate a svolgere al meglio il mio lavoro
nello svolgimento
dell’attività
lavorativa
20,7
% Lavoro in un contesto che mi permette di esprimere la mia INDIVIDUALITÀ ed il MIO VALORE dal punto di vista umano
16,7% Ritengo l’ambiente di lavoro STIMOLANTE dal punto di vista della CRESCITA PERSONALE
Analisi di regressione lineare - Soddisfazione relativa al benessere personale raggiunto in Herbalife (campione: 1.653 donne)
di Vincenzo Petraglia
Il COMPENSO ECONOMICO che è possibile conseguire è in LINEA con le mie aspettative
Fonte: Target Research 2023
I
l Commerciale, si sa, è fra i settori più versità Bocconi e fellow di Sda Bocconi, e Luca stressogeni in ambito lavorativo. Ma Molteni, ricercatore del Dipartimento di Scienze c'è un metodo di vendita che più degli delle Decisioni dell’Università Bocconi e docente altri si può ritenere sostenibile e inclusivo? E senior presso Sda Bocconi. Una ricerca commisle donne quanto sono sionata da Herbalife, LA RICERCA "NETWORK MARKETING più collaborative dei fra le aziende leader al E SOSTENIBILITÀ" È STATA CONDOTTA colleghi uomini e quale mondo nel settore del DAI DOCENTI UNIVERSITARI valore aggiunto possobenessere a 360 gradi CAROLINA GUERINI E LUCA MOLTENI no dare? Si sono posti che dal 1980 commerquesti quesiti e molti altri ancora i ricercatori cializza in più di 90 Paesi, proprio tramite vendi uno studio condotto da Target Research dita diretta secondo il modello del network marcoordinato da Carolina Guerini, professoresketing, prodotti per la nutrizione, il controllo del sa di Economia e Gestione d'Impresa presso la peso, lo sport e la cura della persona. Una realtà Facoltà di Economia dell'Università Cattaneo in cui la forza vendita è costituita per ben il 65% Liuc e docente del Master di Marketing dell'Unida donne, chiamate “Distributrici Indipendenti”.
129
Ed è proprio su di loro (su un campione di 1.653 donne, intervistate nel corso di quest'anno) che si è concentrata l'attenzione dei ricercatori. Per scandagliare le dinamiche psicosociali che si creano nei team di lavoro e capire la validità, in un'ottica di diversity & inclusion, di questo modello organizzativo, il network marketing, che soprattutto negli Stati Uniti, forse perché forte ϐ ϐ farsi da sé e della meritocrazia, funziona molto molto bene. «Quello che salta subito all'occhio nella nostra ricerca», spiega la professoressa Guerini, «è il fatto che su qualsiasi parametro misurato (dalla meritocrazia all’autonomia, dal cosiddetto well-being o al ruolo della leadership e così via) la soddisfazione delle rispondenti è sempre straordinariamente elevata, con valori ϐ contesti differenti d’impresa». C'è poi un altro elemento molto interessante, sottolinea la ricercatrice: il tema di sostenibilità economica. «Le Distributrici di Herbalife segnalano una rispon ϐ Ǥ In altre parole, al di là dei risultati ottenuti, vi sarebbe soddisfazione in funzione del diverso obiettivo dato all’attività che può costituire certamente il primo lavoro, ma è spesso un’attività integrativa, in grado di dare quel maggiore agio che soprattutto in periodi economici quale l’attuale appaiono per molte famiglie un obiettivo prioritario». «Il modello del network marketing di Herbalife», continua la ricercatrice, «è senz’altro un modello meritocratico, in cui la carriera è funzione dei risultati conseguiti – in base al piano di marketing aziendale – in termini di vendite personali e di gruppo. In questo senso il modello di business è caratterizzato dall’equità e dall’assenza di discriminazione». La ricerca condotta sulla realtà Herbalife è se vogliamo anche una ricerca di genere, che analizza il segmento di maggiore rilievo della vendita diretta, un segmento che in molti Paesi e aziende supera il 90% dell’insieme di collaboratori. «In questo mondo», spiega Guerini, «la popolazione “al femminile” è regina. I dati derivanti dal campione analizzato sembrano anche confermare che oltre il 45 % ha raggiunto livelli medio-alti della carriera, senza al-
130
CAROLINA GUERINI, COORDINATRICE DELLA RICERCA
ϐ ǯ “tetto di cristallo”. Donne di età compresa tra i 18 e i 66 anni si dedicano – con soddisfazione accertata e con successo – alla vendita diretta a tempo pieno Ǥ ϐ gender e della age diversity in Herbalife abbiamo, dunque, conferIL 45% DEL CAMPIONE INTERVISTATO HA RAGGIUNTO LIVELLI DI CARRIERA MEDIO-ALTI, INFRANGENDO QUINDI IL FAMOSO "TETTO DI CRISTALLO"
me del rispetto anche del concetto di diversità, oltre a quello di equità. Ancora, tra le Distributrici Indipendenti si comprendono impiegate, professioniste, operaie, operatrici sanitarie, con livelli di scolarizzazione fortemente variegati e, benché la ricerca sia stata condotta in Italia, 88 rispondenti sono state di nazionalità estera: in sintesi, il network marketing appare, così, non solo meritocratico, ma anche fortemente inclusivo», conclude la docente. In generale nella ricerca, il cui scopo principale è stato analizzare la sostenibilità sociale di Herbalife e del suo modello organizzativo, con particolare riferimento alla
prospettiva e alla valutazione delle sue Distributrici Indipendenti, è emersa un’opinione positiva delle intervistate rispetto alla sostenibilità sociale del modello di business del network marketing di Herbalife, anche in termini di modalità di interazione con il proprio gruppo di lavoro e soddisfazione personale. «La socialità e una socialità forse autentica sono certamente alcuni elementi che, da un lato, distinguono il modello distributivo in oggetto e, dall’altro, ne determinano la sostenibilità sociale», spiega la professoressa Guerini. «Dalla ricerca emerge l’importanza del gruppo - la sod ϐ ambito è confermata da una valutazione media pari a 8,16 su una scala compresa fra 1 e 10 - e soprattutto del leader (della upline) nel favorire Ǥ ϐ boratori da lui sponsorizzati per la risoluzione dei problemi. Allo stesso tempo, i membri dello stesso gruppo vengono descritti come collaborativi e pronti ad aiutare gli altri componenti, condividendo informazioni e prassi di lavoro. Se ne deriva certamente la descrizione di un contesto lavorativo in cui i legami interpersonali ǣ ϐ scono anche la cultura organizzativa aziendale ϐ ϐ Ǥ re, gli studi condotti sottolineano l’importanza Ȃ ϐ ǡ anche l’amicizia e la reciprocità – nel connotare in modo distintivo il modello distributivo in oggetto e nel determinarne la sua affermazione e il suo successo nel tempo. Ancora oggi, d'altronde, molte aziende in network propongono nella loro promozione un “way of life”, più che un’attività ϐ ǡ ǡ ϐ ǽǤ Andando più in profondità sul tema del grup-
TALENTI DELLO SVILUPPO
po, un punto focale della ricerca su quanto il î ϐ agli occhi delle intervistate si lega all'interazione, ai vari livelli, fra i membri dell'organizzazione. «Dato il peculiare modello di business e la necessità che i network marketer interagiscano soprattutto a livello di gruppo (downline), la sostenibilità sociale dello stesso viene a dipendere anche dalla qualità delle relazioni con la upline e con la downline», spiega Guerini. «Sotto tale ϐ ǡ ° valutazione media molto elevata. In tale caso, sono la ricezione e il trasferimento di strumenti adeguati allo svolgimento del lavoro, il sostegno da parte dei membri del gruppo in caso di problematiche e la capacità del leader del gruppo nella risoluzione di problematiche, gli aspetti in relazione ai quali emerge una maggiore soddisfazione. Tramite un’analisi di regressione lineare tra la soddisfazione globale sulla qualità della relazione e la valutazione di soddisfazione sui singoli item valutati per questo aspetto, si è os ϐ leader del gruppo per la risoluzione di eventuali problematiche sia un aspetto fondamentale nel determinare la soddisfazione in termini di rapporti nell’upline. Tale caratteristica, infatti, è quella che contribuisce per la maggior parte alla determinazione di tale soddisfazione. Per quanto riguarda invece i rapporti all’interno della downline, l’analisi ha permesso di notare che l’aspetto che impatta maggiormente sulla soddisfazione è
rappresentato dal senso di appartenenza al gruppo (con un punteggio medio ottenuto delle intervistate pari a 7,9), dal livello di coesione all’interno del team (7,6), seguito dalla suddivisione equa dei compiti (7,4)». Elementi che in generale sono più spesso appannaggio delle donne, che da sempre si contraddistinguono per una sensibilità mediamente più marcata rispetto agli uomini e da una maggiore propensione a costruire legami profondi con gli altri. Il network marketing si rivela secondo lo studio anche uno strumento valutato molto positivamente dalle intervistate per quanto riguarda il work-life balanceǤ ǡ ǡ ϐ degli orari lavorativi, più facilmente conciliabili con le altre attività del quotidiano tra famiglia, passioni ed altri impegni extralavorativi (il punLE INTERVISTATE HANNO ESPRESSO UNA VALUTAZIONE MEDIA DEL PROPRIO BENESSERE PERSONALE PARI A 9,1 SU UNA SCALA DA 1 A 10
teggio medio ottenuto sull’equilibrio tra lavoro e vita privata è, infatti, pari a 8,5). «Questo, come altri aspetti che possono rendere più piacevole e sostenibile la vita dei nostri collaboratori, è fondamentale in Herbalife. Il nostro modello di vendita diretta basato sul network marketing consente a ogni Distributore e Distributrice Indipendente di creare una propria rete con cui lavorare insieme nello sviluppo del business e si basa sulla valorizzazione delle capacità individuali e su un forte spirito di collaborazione», sottolinea Rebecca Varoli Piazza, Country Director di Herbalife Italia, dal 2019, prima donna alla guida dell’azienda che da sempre, anche lato clienti, collabora con i principali organismi di vigilanza, le autorità e le principali associazioni di consumatoRebecca Varoli Piazza
ǡ ϐ proprie pratiche commerciali nei confronti dei ϐ Ǥ Ǽ ra permette condizioni ottimali in termini di sostenibilità sociale dell’ambiente lavorativo, principalmente perché consente di gestire i tempi ϐ . Possono avvantaggiarsi di questo aspetto in particolar modo le donne, che nel modello familiare italiano dedicano gran parte della loro giornata ai diversi compiti relativi all’accudimento e alla cura dei ϐ Ǥ ° non solo al tempo, ma anche al miglioramento della condizione economica. Il lavoro di Distributrice Indipendente, infatti, può essere anche una fonte di reddito secondaria rispetto a un lavoro principale o addirittura un terzo lavoro. Il network marketing garantisce inoltre a tutti, indistintamente, la possibilità di raggiungere un ruolo di leadership secondo dinamiche meritocratiche poiché gli avanzamenti di carriera non sono legati al genere, ma ai risultati raggiunti. E siamo orgogliosi che, secondo quanto emerso dalla ricerca, la soddisfazione relativa al livello di benessere personale raggiunto in Herbalife dalle nostre Distributrici abbia ricevuto una valutazione media pari a 9,1 su una scala da 1 a 10. Ad oggi l'Azienda conta oltre 115mila tra Distributori Indipendenti e clienti privilegiati, con un'opportunità di business davvero aperta a tutt: il 7% dei Distributori ha un’età tra i 18 e i 24 anni, il 18% tra 25 e 34 anni, circa il 22% tra i 35 e i 44, il 28% tra i 45 e i 54 anni e il 25% è oltre i 55 anni. I Distributori Indipendenti, e ancora di più le nostre Distributrici, che rappresentano il 65% del totale, entrano a far parte di un gruppo di lavoro nel quale si crea coesione e si vivono interazioni basate sul supporto reciproco e sull’incentivo. Elementi che, è risaputo, stimolano a migliorare il proprio sviluppo personale e sociale».
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IL REBRANDING DI RENOVARS PASSA ANCHE DAL NUOVO LOGO, DOVE L'ESAGONO DIVENTA UNA CASA
Tutti i colori dell'abitare in un grande hub made in Italy Renovars, il gruppo italiano interamente dedicato alla casa che raggruppa sotto di sé marchi come Facile Ristrutturare, sta dando vita a un interessante piano di rebranding in vista della sua espansione all'estero e della quotazione di Vittorio Petrone
L
avori in corso, è proprio il caso di dirlo, in casa Renovars, il primo Gruppo in Italia interamente dedicato alla casa che si pone due obiettivi principali nel breve termine: l'espansione all'estero e la quotazione in Borsa. Una holding che vanta sotto il proprio cappello ben dieci brand in grado di soddisfare tutte le necessità legate all’abitare: dalle ristrutturazioni con Facile Ristrutturare all'immobiliare con Facile Immobiliare, passando per la ǡ ǡ ϐ l'arredo con Home Design, il credito e le utenze. Il Gruppo Renovars nasce nel 2018 dall’esigenza di fornire risposte concrete e a 360° orgogliosamente Made in Italy a tutti coloro che hanno necessità legate al mondo dell’housing nell’ottica di renderlo accessibile, ottimizzando tempi e costi, connet-
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ϐ Showroom: grandi Hub sul territorio (sette ad oggi, di cui uno in apertura), dove trovare ϐ gli spazi di casa, comprare o vendere il proprio immobile ma anche arredarlo, trovare soluzioni congeniali per valorizzare l’inveIL GRUPPO RENOVARS NASCE NEL 2018 E HA L'OBIETTIVO DI RENDERE L'HOUSING ACCESSIBILE A TUTTI TRAMITE UNA VARIEGATA OFFERTA DI SERVIZI
stimento e rendere le spese sostenibili. Un gruppo giovane ma anche molto ambizioso, pioniere del settore come dimostra una delle sue società di punta, Facile Ristrutturare, che è stata capace di democratizzare l’animo dell’architettura e interior ϐ sviluppo delle proposte dell'intera holding.
Ora, in vista del proprio piano di espansione all'estero, il gruppo sta dando vita a un importante lavoro di rebranding. Un'occasione colta dalla società per ri-strutturarsi in modo sano e ben studiato con l'ottica di rendere scalabile il progetto in Italia e anche all'estero individuando la giusta ϐ ǯ zione nel futuro prossimo. Il rebranding nasce dall'esigenza di rappresentare l'immagine del Gruppo Renovars come unico hub di servizi dedicati all'Abitare: una "casa" che ± ϐ ǡ ϐ ǡ lore dei brand che ne completano l'identità, dall'immobiliare, al credito, passando per il core business della ristrutturazione per completare il "chiavi in mano" con l'arredamento e la fornitura di materiali, prodotti, ϐ Ǥ D'altronde la forza di Renovars è proprio quella di essere un Gruppo solido che trova il suo successo grazie alla sintesi vincente tra unione e ϐ di ogni singola società che lo compone, attraverso il lavoro sinergico di un business rivoluzionario ϐ cutore unico. ϐ dello e vuole presentare sul mercato una visione chiara dell’organicità e del lavoro congiunto delle aziende che compongono il mondo Renovars e della capacità del gruppo ϐ cambiamenti del mercato, nazionale ed internazionale. «Il progetto più ambizioso dell’anno a venire è quello di esportare il nostro modello anche all’estero donando a Renovars un respiro internazionale. Il nuovo brand dovrà rappresentarci nel mondo: l’esagono ha raccontano le prime sei aziende del Gruppo; ǡ ǡ ϐ ǯ vo unico di tutti i nostri brand ossia quello di rispondere ad ogni esigenza legata all’abitare a 360° "sotto un unico tetto" capace di raccogliere tutti i servizi che possiamo offrire per la casa», dichiara Giovanni Amato,
TALENTI DELLO SVILUPPO H¼ i Ïi u¡ì Giovanni Amato presenta il rebranding Renovars all'Incentive di Marsa Alam. Il Gruppo è, infatti, in un'importante e strategica fase di riposizionamento in linea con i suoi obiettivi principali: l'espansione all'estero e la quotazione di Borsa.
co-founder del Gruppo che ha lavorato in unico "concept" tutte le anime della società. prima persona sul rebranding di Renovars. La casa è il luogo che accoglie e “per la casa" Gli fa eco Loris Cherubini, co-founder delRenovars mette in campo le sue migliori la holding: «Sbarcheremo all’estero con ϐ un’identità precisa, porteremo il nostro care all’estero con un brand unico, capace di know-how prima in Francia, con l’obiettivo raccogliere al suo interno tutte le sue prodi espanderci gradualmente in Europa sino poste di servizio: Renovation, Credit, Real a toccare, con il Made Estate. RENOVARS PRENDE PARTE ϐ E proprio in relail nostro Gruppo, an- ALL'ACCELERATORE FRANCO-ITALIANO zione al suo piano PER FAVORIRE INTERNAZIONALIZZAZIONE che altri continenti. di espansione all'eE RELAZIONI DI BUSINESS IN EUROPA La sagoma della casa stero, Renovars è di Renovars è il "contenitore" che riunisce stata scelta tra le 27 aziende che quest’ane racconta le aziende di successo che abbiano parteciperanno all'Acceleratore franmo creato nel tempo, pronte a portarci e co-italiano promosso da Cassa Depositi e ϐ ǽǤ Prestiti, Bpifrance, banca d'investimento Quello del logo è un progetto che affonda nazionale francese, ed Elite, l'ecosistema le sue radici in un vero e proprio lavoro di lanciato da Borsa Italiana nel 2012 e oggi rinnovo, non solo stilistico: per tutti i brand parte del Gruppo Euronext, che aiuta le picche si differenziano anche sotto l'aspetto cole e medie imprese a crescere e ad accededei colori e del logotipo si è cercata un'icore ai mercati dei capitali privati e pubblici. na, quella della casa, che racchiude in un Un riconoscimento importante, così come
un’occasione unica per favorire lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione e promuovere le relazioni di business tra imprese italiane e francesi. Una partecipazione che è un riconoscimento del visionario lavoro sin qui svolto e al tempo stesso un importante endorsement per la società italiana, che ha come obiettivo prioritario nel breve termine proprio l'accesso nel mercato francese. «Siamo grati a Cdp ed Elite per aver permesso ad un gruppo giovane ma solido come Renovars di poter accedere ad un percorso internazionale, aprendo innanzitutto al mercato francese», sottolinea Giovanni Di Ieso, Ceo di Renovars. «La capacità del gruppo di aver creato il primo distretto della casa in Italia, ci dà ora la possibilità di avere quel know-how per esportare un modello vincente anche all’estero, nel pieno rispetto dello sviluppo sostenibile ed in linea con la direttiva casa green europea». Un modello di business che evidentemente paga, visto che il gruppo viaggia su un tasso medio annuo di crescita del 50% e ha raggiunto nel 2022 i 230 milioni di fatturato tenendo ben salda la sua mission: costi accessibili e un unico interlocutore per tutte le fasi di progettazione e realizzazione. Un modello che promette di piacere molto anche all'estero. www.renovars.com
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LUCI PUNTATE SULLA BRAND IDENTITY Fondata nel 1948, la milanese Insigna ha fatto la storia delle insegne luminose senza mai perdere la sua identità e l'attenzione artigianale al dettaglio. Anche oggi che ha esteso il suo business alla progettazione interna dei negozi di Vincenzo Petraglia
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i sono aziende ai cui trascorsi si lega in modo imprescindibile la storia di un territorio o di un intera nazione. Insigna, che proprio quest'anno compie settantacinque anni di vita, rientra fra queste, con le sue insegne luminose che hanno fatto tendenza, attraversando la storia di un Paese in profonda trasformazione: dall'Italia post ϐ Milano da bere degli anni '80 e '90, per arrivare ϐ ǡ da padrone. Nata nel capoluogo lombardo nel 1948, con un’intuizione di Francesco Ferrari, allora sotto l’insegna Nuovo Neon, l'azienda ha illuminato le nostre città con i loghi dei brand più importanti, per evolversi e riposizionarsi oggi sul contracting, ampliando il proprio business anche alle attività di comunicazione all’interno del punto vendita. Ma andiamo con ordine. Il fondatore interpreta la ricostruzione della città di Milano di quegli anni come un'occasione unica: accanto alle grandi realtà industriali, nasce un operoso microcosmo di piccole imprese artigianali e commerciali con un forte bisogno di farsi conoscere e riconoscere. Ed è qui che entra in gioco Nuovo Neon, con la missione di metterle in luce; in pochi anni contribuisce a ridisegna ϐ ǡ dove proprio le luci delle insegne si trasformano in un indicatore di forte vitalità di una strada o di una piazza. Via via l'azienda meneghina
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viene scelta da clienti sempre più importanti in tutta Italia. Arriviamo agli anni '80 e con essi arriva un nuovo salto di qualità. Questa volta l’intuizione è di Flavio Ferrari, subentrato nel frattempo al padre alla guida dell’azienda, attualmente amministratore unico della società, ǡ ϐ ǡ ° pienamente coinvolta nella gestione dell'impresa di famiglia. È Flavio che in quegli anni cambia il processo produttivo, la struttura commerciale, la rete di assistenza e anche il ǯ Ǥ ϐ L'INTERNO DEL PUNTO VENDITA SE È IN ARMONIA CON L'INSEGNA ESTERNA È IN GRADO DI VALORIZZARE IL BRAND E LA CUSTOMER EXPERIENCE
subito grandi interventi “retail”: Aprilia, Ducati, Fiat, Iveco, Saab, Volvo, ma anche gruppi bancari e assicurativi, catene di supermercati ǡ ϐ ǡ î ai giorni nostri, a brand del lusso e catene di franching, come per esempio Gabetti. «Da qualche anno», sottolinea Flavio Ferrari, «abbiamo dato vita a una mutazione ulteriore, proponendoci ai nostri clienti come partner nella gestione della loro immagine coordinata per tutte le esigenze applicative del ǡ ǯ ϐ zi e dell’allestimento del punto vendita; quindi arredi, illuminazione, insegna, studio e progettazione degli spazi interni per rendere migliore
l'esperienza del cliente all'interno del punto vendita». Questa visione si traduce concretamente in un’offerta articolata su due aree di attività, insegne e allestimenti degli spazi commerciali, che si traduce nella cura di ogni aspetto della relazione con il cliente: dal concept alla progettazione esecutiva, dagli adempimenti burocratici alla messa in opera, dall'ottimizzazione ǯ ̵ ϐ Ǥ Non più l’insegna per il negozio dunque, ma il negozio che diventa insegna. Le insegne luminose rappresentano, d'altronde, uno strumento chiave per l'espressione dell'immagine, se progettate in linea con la propria brand identity. «Ciò che ci distingue dai competitor, un tempo detti “neonisti”, oggi in modo molto meno ro ϐ ǡ ° di progettazione», spiega Ferrari. «Siamo in grado, con la passione artigianale per il dettaglio che da sempre ci contraddistingue, di studiare il concept del nuovo punto vendita in modo che l'interno sia in perfetta armonia con ̵ ǡ ϐ î e ottimizzati gli spazi e valorizzare il più possibile il brand e la customer experience, che si ϐ î ϐ fra brand e cliente, per far star bene le persone e predisporle anche in modo migliore verso l'acquisto dei beni e servizi proposti». www.insigna.com
Pronti ad un futuro sostenibile 1RL GL 560 VLDPR DO WXR űDQFR TXDQGR SURJHWWL XQ SHUFRUVR GL FUHVFLWD HTXD e sostenibile per la tua azienda con i nostri HVSHUWL LQ SDHVL ([SHULHQFH 7KH 3RZHU RI %HLQJ 8QGHUVWRRG Experience RSM.
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RSM Società di Revisione e Organizzazione Contabile S.p.A. with its subsidiary RSM Italy Corporate Finance S.r.l. is a member of the RSM network and trades as RSM. RSM is the trading name XVHG E\ WKH PHPEHUV RI WKH 560 QHWZRUN (DFK PHPEHU RI WKH 560 QHWZRUN LV DQ LQGHSHQGHQW DFFRXQWLQJ DQG FRQVXOWLQJ űUP HDFK RI ZKLFK SUDFWLFHV LQ LWV RZQ ULJKW 7KH 560 QHWZRUN LV QRW LWVHOI D VHSDUDWH OHJDO HQWLW\ RI DQ\ GHVFULSWLRQ LQ DQ\ MXULVGLFWLRQ 7KH 560 QHWZRUN LV DGPLQLVWHUHG E\ 560 ,QWHUQDWLRQDO /LPLWHG D FRPSDQ\ UHJLVWHUHG LQ (QJODQG DQG :DOHV FRPSDQ\ QXPEHU ZKRVH UHJLVWHUHG RƂFH LV DW &DQQRQ 6WUHHW /RQGRQ (& 1 -- 8QLWHG .LQJGRP 7KH EUDQG DQG WUDGHPDUN 560 DQG RWKHU LQWHOOHFWXDO SURSHUW\ ULJKWV XVHG E\ PHPEHUV RI WKH QHWZRUN DUH RZQHG E\ 560 ,QWHUQDWLRQDO $VVRFLDWLRQ DQ DVVRFLDWLRQ JRYHUQHG E\ DUWLFOH HW VHT RI WKH &LYLO &RGH RI 6ZLW]HUODQG ZKRVH VHDW LV LQ =XJ j 560 ,WDO\
progetto di franchising destinato ad affermarsi in breve tempo in Italia e in Europa. Commercializzare i propri prodotti, dal wallet al mining, dai token a tutti i servizi connessi al mondo della blockchain, in un ambiente invitante, moderno e che possa rappresentare il miglior punto di incontro possibile tra il mondo dei servizi ǯ ϐ interessato. Cadono così le barriere della distanza e si concretizza l’obiettivo reale di Swag. un mondo che non ne conosce ancora realmenUNO DEI NEGOZI SWAG, CON CUI È APPENA SBARCATA IN ITALIA te potenzialità e occasioni. Nascono cosi i “Bitcoinpoint by Swag”, presentati in anteprima internazionale al Salone del Franchising di Milano. Uno strumento di conoscenza per gli utenti, ma anche un’occasione imprenditoriale imperdibile per quanti comprenderanno il valore di arrivare per primi in un mercato innovativo e soprattutto con il La multinazionale Swag, fra le aziende leader in Europa nel mercato supporto di un grande partner internazionadelle criptovalute lancia “Bitcoinpoint by Swag”, innovativi punti vendita in franchising dedicati a chi vuole imparare e guadagnare in questo settore le. In questa fase di lancio sarà infatti possibile commercializzare per primi tutti i prodotti Swag, diventando il punto di riferimento sul di Vittorio Petrone territorio di una community in crescita costante, e forte già oggi di oltre 40mila utenti, capan nuovo progetto e una nuova octcoin, la più importante e conosciuta criptovace di commercializzare oltre 15mila macchine casione in un settore tra i più inteluta esistente. Due anni più tardi, secondo studi per il mining e proporre servizi sempre più inressanti del mercato internazionale. di settore, il patrimonio in criptovalute detenunovativi all’interno del proprio wallet Swaggy. Questo il punto chiave dell’innovativa offerta to dalle famiglie italiane, ammonta indicativaI “Bitcoinpoint by Swag” sono luoghi luminosi, presentata da Swag, azienda leader nel settore mente a 4,8 miliardi di euro. Un valore ancora aperti, pensati per diventare l’interfaccia ideale delle criptovalute e in particolare del mining. ǡ ϐ tra la curiosità dell’utente medio affascinato dal Ma di cosa si tratta esattamente? Swag mette a tà di accesso al settore della blockchain. Oggi mondo del Bitcoin e dei servizi collegati, e una disposizione degli utenti, oltre a un completo e infatti un utente può multinazionale leader innovativo wallet digitale gratuito, la possibilità entrare in contatto con I BITCOINPOINT BY SWAG SONO LUOGHI a livello europeo. Una LUMINOSI E APERTI, PENSATI non solo di acquistare, ma di estrarre diretil mondo del mining, ricetta chiara sin dal PER DIVENTARE L'INTERFACCIA IDEALE tamente i Bitcoin dalla blockchain. Troppo degli Nft, dei token e di principio. Swag supPER GLI UTENTI DEL MONDO BITCOIN ϐ ǫ ǯ tutti gli strumenti apporterà infatti il franda di origine estone ha deciso di sbarcare in ȋϐ Ȍǡ chisee in tutte le fasi di lancio, in modo chiaro e ϐ solo online, e senza conoscere direttamente la trasparente. Dalle fee proporzionali alle dimenfranchising. Esiste infatti un rapporto diretto e solidità del fornitore dei servizi. L’acquisto onlisioni dell’attività agli adempimenti burocratici, ǡ ϐ ne, nonostante la pubblicità, l’evoluzione tecdalla realizzazione dello spazio commerciale Ǥ î ϐ nologica e i numerosi strumenti di pagamento Ǥ se parliamo di prodotti e servizi innovativi, fora disposizione, è un canale di vendita utilizzato darsi si può visitare il sito www.swagyourlife. temente tecnologici e che, in un modo o nell’alnel 2022 dal 55,3% della popolazione (dati com/it/franchising, sul quale si può richiedere ǡ ϐ Ǥ Istat), e con forti squilibri territoriali e generadi essere ricontattati e ottenere tutte le inforMa facciamo un passo indietro. Nel 2021 (fonte Ǥ mazioni necessarie. Corriere.it) il 18% degli italiani possedeva Bizioni, Swag ha deciso di proporre un innovativo www.swagyourlife.com/it
Il Bitcoin entra MR RIKS^MS I HMZIRXE ƤWMGS
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TALENTI DELLO SVILUPPO
QUALE FUTURO PER L'IMMOBILIARE? ̵ ǡ Ͷͻ ǡ ϐ e investitori in questo complesso e mutevole universo. Per capire cosa attendersi e quali sono gli errori da evitare di Vincenzo Petraglia
IN UNO SCENARIO COSÌ INSTABILE COME QUELLO ATTUALE È QUANTO MAI IMPORTANTE INDIVIDUARE LE MODALITÀ DI INVESTIMENTO PIÙ PROFICUE CERCANDO TUTTAVIA DI RIDURRE IL PIÙ POSSIBILE I RISCHI. Ecco perché può essere indispensabili chiedere il supporto di esperti del settore per capire come muoversi al meglio. Abbiamo intervistato Felice Ursi, real estate advisor e amministratore delegato della società 49 Investǡ ϐ imprenditori e investitori nel vasto universo del real estate. Un esperto del settore, in virtù di svariati anni di esperienza alle spalle e di ϐ immobiliare che gli hanno permesso di guidare le decisioni strategiche di numerose istituzioni ϐ ǡ ǡ glie. Per capire cosa dobbiamo attenderci nei prossimi mesi e quali sono gli errori da evitare.
Cosa dobbiamo attenderci in ambito real estate nel medio termine e che consigli possiamo dare a chi vuole investire? È il momento giusto o meglio aspettare? Non esiste una logica di medio-lungo termine ϐ ǡ Ǥ ̵ ϐ ϐ ϐ del 2023. Nel breve termine, per creare valore in questa fase, è cruciale concentrarsi sui mercati liquidi e stabilire il "fair value" a lungo termine degli asset. Si prevede che il mercato rimanga altamente ciclico. Un'attenzione particolare dovrebbe essere rivolta agli investimenti sostenibili, incorporando
FELICE URSI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI 49 INVEST
pratiche ambientali per rendere gli sviluppi immobiliari più attraenti e garantire una redditività a lungo termine. È fondamentale considerare l'obsolescenza degli asset non solo in relazione ai cambiamenti climatici ma soprattutto in termini di ubicazione, funzione ed economia. In questo contesto, un'analisi approfondita degli investimenti dovrebbe anche tenere conto della destinazione. Attualmente permane un momento favorevole per gli investimenti, soprattutto nel mercato centro-sud, con un notevole interesse nelle regioni pugliesi. La Puglia sta attirando l'attenzione sia da parte degli operatori internazionali che nazionali e sta registrando notevoli risultati nel settore dell'ospitalità, sia in termini di conservazione del valore che di investimenti, insieme a città come Roma. Con 49 Invest cosa fate nel dettaglio? 49 Invest Srl è una prestigiosa boutique di consulenza immo-
SE SOSTENIBILI, GLI INVESTIMENTI DANNO REDDITIVITÀ NEL LUNGO TERMINE biliare, fondata nel 2020 e operante su tutto il territorio nazionale. La nostra azienda si focalizza principalmente sull'intermediazione di immobili commerciali e si distingue in diverse macroaree, tra cui hospitality, investment, lo ϐ Ǥ nostro impegno principale è quello di assistere e guidare i nostri clienti nella formulazione di piani strategici per la gestione, la valorizzazione e la dismissione dei loro patrimoni immobiliari, compresi quelli di dimensioni considerevoli. Offriamo inoltre un supporto completo ai nostri clienti attraverso servizi di consulenza mirati alla vendita e all'acquisto di asset, compresi il monitoraggio delle performance ϐ ǡ materia di Esg, e assistenza nella strutturazio ϐ ϐ Ǥ La nostra competenza e dedizione sono al servizio dei nostri clienti per garantire il massimo valore dai loro investimenti immobiliari...
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CORPORATE PUBLISHING
L’IMPORTANZA DELL’ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI DI LOGISTICA: BSB LOGISTICA S.R.L., UN MODELLO DI BUSINESS VINCENTE
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rofessionalità, esperienza e affidabilità: questi i tratti distintivi di BSB Logistica S.r.l., azienda future-oriented altamente specializzata nella logistica industriale e nella gestione di magazzino in outsourcing, in grado di garantire un elevato grado di flessibilità operativa ed un eccellente livello nella qualità delle prestazioni, tutte rigorosamente tailor made, ovvero cucite su misura in base alle esigenze di ogni singolo cliente. Nata nel 1995 dall’idea imprenditoriale, rilevatasi poi vincente, di Franco Giacomazzi e di Luigi Ambrosin, oggi alla guida di questa eccellenza tutta italiana vi sono l’AD Uberto Maria Brunetti e Elisa Ambrosin, nuovo AD della società con delega al controllo di gestione, amministrazione, finanza, affari legali e risorse umane. Grazie ad una vision strategica e ad un approccio di business innovativo, BSB Logistica negli ultimi anni ha conosciuto una crescita sorprendente sia in termini di fatturato (che si attesta sui 23 milioni di euro l’anno) che di struttura organizzativa (conta tre magazzini di oltre 150.000 mq ubicati a Lissone e a Piacenza) e di personale (oggi vanta circa 350 dipendenti diretti e 150 collaboratori esterni). Non a caso è riuscita ad affermare la sua leadership in un mercato fortemente competitivo, differenziandosi dai numerosi competitor e riuscendo ad infoltire notevolmente il proprio parco clienti, per lo più imprese di produzione e distribuzione dislocate su tutto il territorio nazionale. L’attività core della società – che nel tempo ha differenziato il target di riferimento penetrando nuovi mercati strategici come quello cosmetico, farmaceutico, elettro-
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ELISA AMBROSIN
nico ed automotive – è dunque quella di offrire alle medie e grandi aziende un servizio di gestione dei magazzini efficiente e completo (con una tariffazione a costi variabili o per Kpi), curando la movimentazione di materiali e prodotti per conto terzi, il controllo qualitativo e quantitativo dei prodotti, il controllo informatico della movimentazione e della giacenza di magazzino, senza trascurare gli ordini in uscita, la stampa delle bolle e il carico dei camion. BSB è dunque un partner esperto ed affidabile, dotato di un know how altamente specialistico e di personale qualificato e motivato, in grado di offrire un servizio a 360 per tutto ciò che riguarda l’aspetto logistico, la cui gestione può essere effettuata in totale trasparenza sia presso il cliente che in house. Una peculiarità ad alto valore aggiunto, considerando l’importanza che oggi riveste l’esternalizzazione dei servizi di logistica e di gestione magazzino, che consente alle aziende di concentrarsi esclusivamente sulla propria attività core delegando ad un
fornitore di servizi esterno la complessità delle operazioni logistiche, con un notevole risparmio di costi e con la possibilità di accedere alle tecnologie più evolute senza la necessità di effettuare investimenti. Nonostante i traguardi positivi raggiunti sino ad oggi, BSB punta a crescere ulteriormente, effettuando ingenti investimenti in innovazione, per anticipare in modo proattivo le esigenze di un mercato in continua evoluzione, puntando sempre più sull’e-commerce per soddisfare con soluzioni ad hoc le esigenze di clienti sempre più esigenti, siano essi piccole, medie o grandi realtà imprenditoriali. Per maggiori info https://www.bsblogistica.it
UBERTO MARIA BRUNETTI
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il valore aggiunto dell’imprenditoria
LE PERSONE AL CENTRO DI OGNI PROGETTO DI SVILUPPO D’IMPRESA
ECCO PERCHÉ IL WELFARE AZIENDALE È COSÌ IMPORTANTE
GT Cooperation Consulting brilla per esperienza e professionalità
Lo abbiamo chiesto ad un’eccellenza di settore: BFB Assicurazioni di Como
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ata all’inizio del 2009 per iniziativa di Giulio Carè e Tullio Mulas (purtroppo deceduto alcuni anni dopo l’avviamento di questo progetto imprenditoriale), GT Cooperation Consulting è una società altamente specializzata nella consulenza organizzativa, formazione manageriale e change management per le grandi Corporate e per le PMI. L’obiettivo è supportare al meglio la gestione, lo sviluppo e la motivazione delle persone (people first), per sostenere cambiamenti in modo sempre più concreto ed efficace. Grazie ad una vision tesa alla centralità delle persone – considerate un asset importante, sul quale investire tempo e risorse – questa eccellenza italiana è riuscita a dare un proprio contributo originale, attraverso importanti partnership con istituzioni di primaria importanza nell’ambito della formazione e della consulenza aziendale. In virtù della preziosa collaborazione con il sistema del Credito Cooperativo, GT è inoltre in grado di fornire formazione di elevato livello, per soddisfare le esigenze di sviluppo delle professioni bancarie, con forte enfasi verso la dimensione di presidio dei territori. Oggi GT Cooperation è un’azienda apprezzata e riconosciuta anche nello studio e realizzazione di sistemi professionali e di performance management. Le metodologie di progetto sono caratterizzate da un taglio fortemente partecipativo, con forte livello di coinvolgimento. Si tratta di attività ad alto valore aggiunto, considerando che nel tempo il ruolo delle risorse umane è divenuto fattore chiave del vantaggio competitivo di ogni azienda. In un contesto più incerto e complesso, per generare valore e differenziarsi rispetto ai competitor, le aziende possono quindi far riferimento ad un partner qualificato ed affidabile, in grado di coniugare cultura manageriale, organizzazione e sviluppo delle persone. Un partner che sa rivisitare la cultura d’impresa attraverso modelli di approccio al cambiamento evoluti e people oriented. Ben consapevole che l’innovazione dei modelli di business è un processo complesso, tecnologico, organizzativo, ma anche e soprattutto culturale, da quasi 15 anni GT Cooperation Consulting si adopera per sviluppare le risorse umane e il loro capitale di competenze e creatività, mantenendo come obiettivi primari per i propri clienti la business continuity, la massimizzazione delle performance e la customer satisfaction! www.gtcooperation.com/index.htm
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ata circa 70 anni fa con il marchio Savoia Assicurazioni da un’idea lungimirante di Leandro Balzaretti, con l’ingresso in società di Ercole Frangi, Domenico Balzaretti e Gabriele Frangi il 1 maggio del 1997 è nata la BFB Assicurazioni con l’obiettivo di affermare la sua leadership nel settore del brokeraggio assicurativo. Una sfida ambiziosa vinta grazie ad una vision strategica ed ad un approccio consulenziale a 360 gradi, altamente qualificato e personalizzabile, cucito su misura tenendo conto delle evoluzioni del mercato, del contesto socio-politico ed economico e delle reali esigenze di ogni singola realtà imprenditoriale, dalle piccole PMI alle grandi Corporate. Questa eccellenza di Como, che oggi vanta più di 40 dipendenti, nel tempo ha deciso di focalizzare la sua attività core sul welfare aziendale, consistente in quell’insieme di benefit, iniziative e piani messi in atto dal datore di lavoro per migliorare la qualità lavorativa e di vita dei dipendenti favorendone il work-life balance. Uno strumento che mette al centro le persone, la loro crescita professionale e il loro benessere psico-fisico all’interno di un ambiente di lavoro stimolante ed innovativo. Un piano di welfare ben strutturato e di successo riveste un’importanza fondamentale sia dal punto di vista dell’employee retention - un team felice e soddisfatto è molto più produttivo e più propenso a rimanere in azienda – sia dal punto di vista dell’employer branding – poiché le aziende riescono a migliorare la propria brand reputation nel mercato di riferimento, diventando più attrattive e competitive rispetto ai diretti competitor, senza necessariamente aumentare i costi del lavoro. Oltre ad una maggiore produttività aziendale, il welfare aziendale consente infatti di abbattere il cuneo fiscale per il lavoratore e di ridurre i costi del lavoro per le imprese. Grazie ad un know how altamente specialistico e ad una progettualità flessibile e mai statica, BFB Assicurazioni è diventata un punto di riferimento importante nell’innovazione e nell’avanzamento del settore assicurativo, e negli ultimi anni è riuscita a infoltire sensibilmente il proprio parco clienti in un mercato che offre numerose prospettiva di crescita. Il Rapporto 2022 - Welfare Index PMI - evidenzia infatti una costante crescita del welfare aziendale nel nostro Paese: il 49,2% delle imprese italiane ha dichiarato che in futuro aumenterà le proprie iniziative di welfare aziendale, investendo in un’ area strategica che permette alle aziende di gestire in modo sostenibile i costi legati al personale. http://www.bfbassicurazioni.it
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ONDA ANOMALA COSPLAY
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Il magico mondo del STATI UNITI
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Il Paese dove i cosplayer vengono PAGATI DI PIÙ Il guadagno 2022 di Enako, la più importante milioni di $ cosplayer giapponese
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150 milioni Il giro d’affari del mercato cosplay in ITALIA prima della pandemia
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Il numero di APPASSIONATI di cosplay in Italia
di Vincenzo Petraglia
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100-200.000 $ Il reddito medio annuo dei cosplayer più conosciuti al MONDO
83,3%
La percentuale di cosplayer in Italia costituita da DONNE
anni L'età media dei cosplayer italiani
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a Creamy a Lamù, da Fujiko a Sailor ϐ ǡ Moon, passando per Candy Candy prodotti, produzione di contenuti speciali. Un e Dragon Ball. Sono sempre di più fenomeno, quello del , che, partito dal anche in Italia coloro che, imitando con i loro Giappone, dove la passione per manga e anime travestimenti le eroine spopola da sempre, è IL TERMINE COSPLAY INDICA LA PRATICA e gli eroi dei cartoni in continua crescita, DI INDOSSARE COSTUMI ARTIGIANALI animati, stanno conaiutato anche dal fatto FEDELI AL MONDO DEI CARTOON quistando sempre più che gli italiani da semE DI INTERPRETARNE I PERSONAGGI seguaci e ammiratori, pre eccellono nell' diventando talvolta vere e proprie star, anche (non è un caso che i nostri cosplayer grazie ai social che hanno reso alcuni di loro veri si piazzino sempre molto bene nelle più impore propri ϐ ϐ tanti competizioni internazionali). Sì perché per di quattrini grazie ad accordi con grandi brand essere un vero cosplayer, "puro", fedele alla tra-
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Photo credit Fabio Donadeo
I festival del fumetto sono il luogo di ULWURYR SUHIHULWR GL FRVSOD\HU IRWRJUD÷ e appassionati e ne esistono ormai di tutti i tipi e dimensioni. Sono quelli più grandi ad attirare però i cosplayer di alto livello, impegnati in genere in super performance muniti di costumi artistici, armi e armature. Fra quelli imperdibili in Italia, Lucca Comics and Games, a inizio novembre, in grado di attirare oltre 300mila visitatori; Napoli Comicon D ÷QH DSULOH PLOD presenze); Romics, che si tiene nella capitale due volte all'anno attirando in totale un pubblico di ben 400mila appassionati; Etna Comics PLOD visitatori), che si svolge a Catania in giugno. All'estero: Japan Expo di Parigi, a luglio, e, nel Paese del Sol Levante, World Cosplay Summit, che è il campionato mondiale del cosplay e si tiene in agosto a Nagoya, e Haneda International Anime Music Festival, a marzo a Tokyo, all'interno dell’aeroporto di Haneda.
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di settore (negli ultimi anni si sono moltiplicati registrando cifre da record; v. box a sinistra), ha raggiunto secondo alcune stime , interessando un pubblico piuttosto trasversale: giovani e giovanissimi, ma anche adulti e famiglie con bambini, che muovono un bell'in-
dizione, bisogna realizzare con le proprie mani i costumi che si indossano, anche se in realtà oggi molti li acquistano da negozi specializzati o li fanno realizzare da . Il termine Cosplay, d'altronde, nasce dall’unione delle parole inglesi “costume” e “play” (gioco, interpretazione) e indica la pratica di indossare un costume artigianale che rappresenti in maniera fedele un personaggio di cartoni animati, fumetti, serie tv, , di cui il cosplayer imita IN ITALIA GLI APPASSIONATI DEL MONDO COSPLAY SONO CIRCA UN MILIONE E GENERANO ANNUALMENTE UN GIRO D'AFFARI DI 150 MILIONI DI EURO
gesti e atteggiamenti. In giro per il mondo sono nati, infatti, tantissimi eventi dedicati, con gare presiedute da giurie severissime che valutano proprio l'artigianalità e la qualità dei costumi, oltre alle performance dei cosplayer, che in Italia sono rappresentati per ̵ͺ͵ǡ͵Ψ . E che la moda del cosplay, dopo la pausa dovuta alla pandemia, sia in crescita lo dimostrano i dati. Nel Bel Paese il numero di appassionati, ° ϐ
Photo credit Romics
Photo credit Alessio Buzi
GLI IMPERDIBILI DEL COSPLAY
H¼ y Ïi u¡í Ambra Pazzani nei panni di Wonder Woman; ²¡«®ií *DEULHOOD 2UH÷FH LQ due dei tanti personaggi interpretati; ti²²¡í un'istantanea dell'ultima edizione di Romics. 7} i «i i i Ïi u¡í ti²²¡í Antonella Arpa, tra le cosplayer italiane più seguite sui social.
Photo credit Valerio Fea
VITA DA MANAGER
dotto nelle città ospitanti fra ticket di ingresso alle manifestazioni, merchandising, ristoranti, hotel e mezzi pubblici. Un giro d'affari annuo stimato di circa ͳͷͲ . I Paesi in cui il fenomeno è più sviluppato sono gli Stati Uniti (dove mediamente i cosplayer vengono pagati
ϐ ǡ di più) e il Giappone, dove alcuni professionial numero di follower e like, dal brand di turno sti possono guadagnare cifre davvero elevate, per pubblicizzare prodotti o produrre contenuti come per esempio Enako, la più importante ad hoc», spiega. «Il cosplay però dà la possibilità, cosplayer giapponese, che nel solo 2022 ha inper chi lo fa con zelo e in maniera professionacamerato ben . le, di acquisire diverse abilità. Ci sono colleghi, Ovviamente non tutti riescono a raggiungere per esempio, che sono diventati , cifre da capogiro come queste, mediamente gli come Nadia Baiardi, introiti annui dei coLA PIÙ FAMOSA COSPLAYER che ha disegnato cosplayer più conosciuti GIAPPONESE SI CHIAMA ENAKO stumi anche per alcuni al mondo si aggirarano E HA GUADAGNATO SOLTANTO NEL 2022 videogame, o make-up intorno ai 100-200mila BEN UN MILIONE E MEZZO DI DOLLARI artist, come ad esemdollari. In Italia, e in gepio Francesco Sanseverino, che oggi lavora nerale in Europa, i compensi medi sono netta ϐ ǽǤ mente più bassi, ma le top cosplayer comunque , pure lei con un bel seguito sui non se la passano male. «In linea generale» , dice social, ha fatto qualcosa di simile co-fondando , in arte Himorta, fra le più seCosPro, un’agenzia dedicata proprio al mondo guite in Italia, da poco uscita con il romanzo a fudel cosplay. «Si può lavorare col cosplay come metti La Carta del fuoco, «penso che lo stipendio ϐ ǡ ϐ ǡ ǡ ǡ medio di un cosplayer classico sia più o meno ma, come per tutti i mestieri, serve sempre una quanto quello di un operaio; il salto di qualità buona strategia di marketing. Per fortuna oggi in termini di guadagni lo si fa quando si riesce sempre più aziende investono nei cosplayer, ri ϐ conoscendone il grande potere mediatico». guito. Io, per esempio, percepisco guadagni più da content creator che da cosplayer, e gli introiti sono ovviamente proporzionali all'ampiezza della mia community». Se si è intraprendenti e lungimiranti, intorno al cosplay si possono comunque creare interessanti opportunità lavorative. Come è successo, per esempio, a ϐ , cosplayer che ha vinto negli anni sva ϐ passione lo studio, laurendosi in architettura e diventando designer e scenografa per gli eventi di settore. «Non tutti riescono a seguire le orme delle cosplayer più conosciute che, oltre a essere FOLLA E SUPEREROI AL COMICON DI NAPOLI (FOTO: COMICON) chiamate come ospiti in svariati eventi, vengo-
LE COSPLAYER PIÙ POPOLARI Oltre l'80% dei cosplayer professionisti italiani è rappresentato da donne. Fra le più seguite, Antonella Arpa LQ DUWH +LPRUWD FRQ PLOLRQL GL IROORZHU VX ,QVWDJUDP Merisiel PLOD Ambra Pazzani VHJXLWD GD PLOD SHUVRQH Yuriko Tiger PLOD IROORZHU FKH RJJL YLYH LQ *LDSSRQH GRYH ª GLYHQWDWD XQ DXWHQWLFR LGROR cosplay, ed Emanuela Capitano PLOD DOLDV .DVXPL 6HQ &RQ PHQR IROORZHU ma cosplayer "pura" capace di laurearsi campionessa europea lo scorso luglio alle ÷QDOL GHOOÙ(XURSHDQ &RVSOD\ *DWKHULQJ DO -DSDQ ([SR GL 3DULJL Federica Palmisano IROORZHU LQ DUWH 'RPDGUDJKL $OO HVWHUR VHJXLWLVVLPH H VXSHU SDJDWH VRQR Jessica Nigri PLOLRQL GL IROORZHU Enako PLOLRQL Liz Katz PLOLRQL Enji Night PLOLRQH Ely Cosplay PLOD H Katyuska Moonfox PLOD IROORZHU
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IL FUTURO (SOSTENIBILE) DELL'ALIMENTAZIONE È DONNA Le startup tecnologiche alimentari guidate da donne dominano sempre più i settori del food che si basano su piante ϐ ϐ î di Sonia Raule Tatò, Presidente Vegzone
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ǯ ° ϐ di Demetra, dea della natura, della fertilità, del grano e dei raccolti ad ϐ Ǥ ǯ ǡ ϐ storia dell’umanità, le donne-raccoglitrici, han ǯ ǡ ϐ ǡ del mondo. Si tratta di una nuova agricoltura che î ǣ ± nibili tutto l’anno. Ö ¿ î ǡ ro la crescita delle civiltà. Nei secoli il ruolo delle ϐ ǡ Ö Ǥ î li divennero guaritrici o streghe-avvelenatrici ǡ aiutanti in cucina mentre i manoscritti con le loro ricette ǡ î ϐ
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“chef”. Quando iniziò a emergere la classe media, nella seconda metà del 1800, le donne divennero angeli del focolare, in realtà relegate all’interno ϐ Ǥ ǡ obbligate nelle loro dimore, le donne fanno della creatività un esercizio quotidiano, inventandosi ϐ ǡ ǯ ǡ Ǥ ǡ recessioni economiche, sono state straordinarie Ǥ ǡ dere alla domanda di Germanie Greer, una delle
SONIA RAULE TATÒ
î ǡ Dz Ö ǫdzǡ ° ¿ǡ ° Ǥ imprenditrici nel settore alimentare, quando abbiamo ͳͺͲ ǡ Ǧ ͳͻͷͳ ǡ ǡ ͳͻͺǡ Ǥ ° come innovatrici di successo nel settore alimentare. Jennifer Stojkovic, fondatrice del Vegan Women Summit, ha scritto nel 2022 “Il futuro del ° Ȃ dzǤ ǡ ǡ settore della tecnologia alimentareǤ Dz ° ̵ ǡ questa richiesta di cambiamento”, ha detto...
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VITA DA MANAGER
L'evoluzione della specie dal fascino discreto Ǧ ǡ ϐ ǡ il suo debutto nel 2018 è diventata Q8 e-tron conservando, però, gli stessi standard tecnologici e di qualità di Franco Oppedisano
C
ambia il nome, ma la sostanza rimane la stessa. La e-tron, il primo ϐ Audi, che fece il suo debutto nel 2018 è diventata Q8 e-tron conservando, però, gli stessi standard tecnologici e di qualità. Era al top cinque anni fa e lo è ancora nella nuova versione grazie ϐ ǡ ǯ migliorata, alla superiore potenza di ricarica, ǯ ǯ ǯ 582 chilometri Wlpt - Worldwide Harmonised Light-Duty Vehicles Test Procedure - nel caso della variante Suv e i 600 chilometri nel ϐ Sportback. Si parte
dai 340 cavalli di potenza delle Q8 e-tron 50, ϐ ͷͷ di una potenza massima in modalità boost di 408 cavalli e una coppia di 664 Nm. Le varianti sportive SQ8 dispongono, poi, di tre motori elettrici, due dei quali in corri ǯ ǡ no complessivamente una potenza massima di 503 cavalli e una coppia di 973 Nm, che le ϐ ʹͳͲ ǯ ǡ tanto perché la velocità è autolimitata. «Siamo riusciti» spiega Oliver Hoffmann, membro del Board per lo sviluppo tecnico di Audi Ǽ ϐ -
pacità della batteria sia la potenza di ricarica, ottenendo un nuovo e migliore equilibrio tra densità energetica delle celle e velocità di ri ϐ za. Inoltre, abbiamo rivisitato il powertrain, ǯ ǡ ϐ caratteristiche dinamiche del Suv elettrico». Gli interni sono molto curati e la tecnologia è ai massimi livelli. Facciamo solo qualche esempio perché è impossibile dare conto di tutto quello che guidatori e passeggeri hanno a disposizione. Tutte le versioni di Audi Q8 e-tron possono contare su oltre 40 tipi diver Ǥ ǯ quipaggiamento, una centralina, di serie, re ǯ ǯ circostante la vettura grazie ai dati ricevuti da un massimo di cinque sensori radar, cinque telecamere e dodici sensori a ultrasuoni. Due schermi oled sulle portiere anteriori mostrano le immagini catturate dagli specchietti retrovisori digitali. Proiettori Led evoluti ϐ strada e delle manovre del guidatore. Due ampi display ad alta risoluzione - quello superiore con diagonale da 10,1 pollici e quello inferiore da 8,6 pollici - sostituiscono pressoché integralmente i comandi convenzionali. Difetti? Solo uno. Guardandola non si direbbe proprio che nasconda tanta potenza, tanta accelerazione. Insomma, se si esclude la ca ° ǯ Audi con motore termico. Nessuno si volta ad ammirarla e questo spesso è un limite per ǯ î ͻͲ euro.
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REGIMENTAL
DEI GIAMBRUNI E DELLE PENE (E NON SOLO D’AMORE) La rottura (forzata dai fuorionda di Striscia La Notizia) tra la premier e il suo compagno ci pone di fronte a un interrogativo: condannati al divorzio dall’opinione pubblica o separati per la “ragion di Stato”? a cura di Monica Setta al
la notizia” scodella alcuni “fuo-
dall’opi-
rionda” atroci. Lui che sfotte le
ed erosiva, dalla
nione pubblica? O
colleghe proponendo amori di
SCIARSI CIVILMENTE CON
plancia di coman-
ancora,
separati
gruppo o palesando avances
UNA STRETTA DI MANO, AR-
do di palazzo Chigi.
- Meloni e Giam-
esplicite, lui che gigioneggia
RIVEDERCI E COSÌ SIA. Ma
Solidarietà, inten-
bruno - più per la
davanti alla telecamera con-
non succede spesso e non è
diamoci,
Giorgia
“ragion di Stato”
vinto di poter restare padrone
accaduto al premier Giorgia
ne ha avuta tanta.
che per la frattura
della situazione forse perché
Meloni e al suo compagno
Elena Bonetti, Daniela Sbrol-
amorosa? Le voci nella capi-
¼ Ïu i } ¸} ĉÏ®²¸ } ¸ } i Ċ
Andrea Giambruno, colpevo-
lini e tante altre donne della
tale della politica e intorno a
d’Italia. Un conto assolutamen-
le di battute sessiste sul luo-
sinistra sono scese in cam-
Palazzo Chigi hanno intreccia-
te sbagliato visto che, dopo la
go di lavoro (Mediaset, lui è
«¡ i ²¼¡ Ïi u¡ } ¸®} i ¸®}í
to tutto e il contrario di tutto.
divulgazione dei fuori onda sul
giornalista) e di un certo fare
colleghe del centro destra, da
Ricostruzioni fantasiose, ruolo
tg satirico di Canale 5, Giam-
machista tutt’altro che unica-
Isabella Rauti a Laura Ravetto
di Mediaset in quanto “emana-
bruno viene abbandonato via
mente guascone, anzi. Meloni
hanno fatto lo stesso.
zione” di Forza Italia alleato di
social dalla Meloni e tolto dalla
ha lasciato Giambruno, è sto-
«Quando sei donna di potere
governo di Giorgia.
conduzione del programma.
ria recente, via social, con un
¸¼¸¸¡ Å } } i « Ïui¸¡í ¡
Riassumiamo brevemente la
Nessuno lo difende tranne Si-
post diventato immediatamen-
dettaglio diventa elemento di
storia, è arcinota ma colpi-
mona Branchetti, giornalista
te virale che ha trasformato il
un insieme politico e si perde
sce ancora. Giambruno è un
Mediaset con cui Giambruno
personale in politico, con tutte
quel tempo necessario a me-
aitante giornalista promosso
andava a mangiare la pizza e
le conseguenze (appunto poli-
tabolizzare la crisi d’amore»,
alla guida del talk “Diario del
di cui scriveva un gran bene
tiche) del caso.
annota lo psicologo Stefano
giorno” su Rete 4 che già si
con lo pseudonimo di Arnaldo
Del primo ministro italiano che
Pieri: «Le storie che vanno in
era fatto notare per alcune
Magro sul Tempo.
lascia il compagno padre della
frantumi dovrebbero lasciare
“perle” («se non tieni a freno
Giorgia guarda già oltre e si
²¼i ¼ ui Ï i y Þ i í i ¡
il respiro per poter ricompor-
l’alcol, ragazza, ti può capitare
u¡ u} ¸®i ²¼ i Ï i " }Å®i
parlato i giornali di tutto il mon-
re i cocci. Cosa che non può
di incontrare il lupo») oppure
e sul lavoro, Andrea è sempli-
do. E nessuno si è chiesto come
succedere quando la dimen-
(«alte temperature? Ma qua-
cemente un uomo distrutto. Al-
potesse stare lei, Giorgia Me-
sione mediatica diventa domi-
le cambiamento climatico, è
tro che sesso forte, più fragile
loni, dopo aver affrontato una
nante».
solo estate») e di cui “Striscia
di cosi, si muore!
QUANDO FINISCE UN AMORE
esposizione
NON SERVE CHIEDERSI DI
diatica
CHI È LA COLPA. BASTA LA-
me-
altissima
DA SINISTRA: GIORGIA MELONI, ELENA BONETTI, DANIELA SBROLLINI E SIMONA BRANCHETTI
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Condannati divorzio
INSIEME AL VOSTRO IMPEGNO C’è ANChE IL NOSTRO.
SoSteniamo le impreSe per SoStenere il lavoro Scopri tutte le misure su www.imprese.regione.lombardia.it
ANNO 2023 – NUMERO 1/49 • 2023年 第 1 期 总第49期
Il porto Shengsigouqi della città di Zhoushan, Zhejiang 嶀尉澉薏㻘䃊岾原匘㼲
I Palazzi Imperiali delle Dinastie Ming e Qing in autunno, Beijing 怮ꯗ瑽虝溸僻庣侚㵜
Le antiche Mura di Xi’an, Shaanxi 锟㴘⺜㓻㙡
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ANNO 2023 – NUMERO 1/49 • 2023年 第 1 期 总第49期
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驰而不息的钢铁“驼队”
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开往世界的中国高铁
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中非合作:为当地民众带来福利的共享之旅
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以温柔对待地球——清洁能源,共向未来
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沿“一带一路”扬帆起航
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西双版纳热带植物园外籍研究员康牧飒 ——与中国朋友共同探究人与自然和谐共 生之道
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从马可·波罗到梁启超:平行的人生
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踏寻海上丝绸之路
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泉州:海丝之城 世遗之城
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穿越历史风尘 探访千年繁华 ——打卡福州海丝史迹遗存
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丝路留遗
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古迹、文物、画作······穿行其间,我看到你
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读书
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L’UNICA RIVISTA UFFICIALE BILINGUE PER LE ISTITUZIONI IN CINA E IN ITALIA·唯一一本进入中意政府的中意双语官方杂志 CINITALIA è un prodotto di China Media Group 总 CINA
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CINITALIA: R 339 11/09/2012 2012年9
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第339
In un libro del 1877, il geologo tedesco Ferdinand von Richthofen denominò “Via della Seta” il percorso, che dal 114 a.C. al 127 d.C. aveva collegato la Cina con l’Asia centrale e l’India con il commercio della seta come scopo. Questo termine è stato subito accettato dal mondo accademico e dal pubblico, e ha cominciato ad essere usa-
marittima del XXI secolo”, con lo scopo di rivitalizzare l’antica Via della Seta e di avvicinare Asia, Europa e Africa in una nuova forma, in modo che la cooperazione reciprocamente vantaggiosa possa raggiungere un nuovo livello storico. La Via della Seta terrestre risale alla dinastia Han occidentale (202-8 a.C.), quando l’imperatore Wu della dinastia Han inviò Zhang Qian in missione nelle regioni occidentali per aprire un percorso che partiva dalla capitale Chang’an (l’attuale Xi’an) e raggiungeva il Mar Mediterraneo passando per Liangzhou, Jiuquan, Guazhou, Dunhuang, Xinjiang, i Paesi dell’Asia centrale, l’Afghanistan, l’Iran, l’Iraq, la Siria, ecc. e terminava a Roma. Questa strada è considerata l’antico crocevia delle civiltà orientali e occidentali e la seta è il carico più rappresentativo. La Via della Seta marittima, una rotta per gli scambi economici e culturali tra l’antica Cina e il resto del mondo, fu aperta per la prima volta durante le dinastie Qin e Han. Da Guangzhou, Quanzhou, Ningbo, Yangzhou e altre città costiere, dal Mar Cinese Meridionale al Mar Arabico, fino alla costa orienta-
to ufficialmente. Nel 1915, nel suo articolo La Via della Seta dalla Cina all’Impero Romano, Albert Herrmann suggerì ulteriormente che la Via della Seta fosse una via di comunicazione tra la Cina e la società greco-romana attraverso l’Occidente.
Nel settembre e nell’ottobre 2013, la Cina ha proposto la costruzione della “Nuova cintura economica della Via della Seta” e della “Via della seta
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le dell’Africa: nasce il commercio marittimo della “Via sul Mare”.
L’Alleanza universitaria della Via della Seta è stata fondata il 22 maggio del 2015 su iniziativa della Jiaotong University di Xi’an e con la partecipazione di quasi 100 università provenienti da 22 paesi e regioni. Questa alleanza si dedica a promuovere gli scambi interuniversitari, la formazione dei talenti, la cooperazione nella ricerca scientifica e tecnologica, la comunicazione culturale, la ricerca politica, i servizi medici e altri scambi e cooperazioni tra le università dei Paesi partner e delle regioni della Nuova Cintura Economica della Via della Seta, rafforzando la comprensione e l’amicizia tra i giovani e formando talenti di alto livello e alta qualità dotati di visione internazionale. Il 21 gennaio del 2016, è stata posata la prima pietra della ferrovia
速读
ad alta velocità di Jakarta-Bandung, la prima ferrovia del genere nell’Asia sud-orientale che collega le due città indonesiane. Dopo otto anni, il 7 settembre del 2023, la linea è stata inaugurata. Il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha fatto un giro di prova sulla nuova ferrovia ad alta velocità e ha dichiarato che è veloce, silenziosa e scorrevole, esprimendo al contempo la speranza che la ferrovia possa ridurre la congestione del traffico e l’inquinamento nell’area di Jakarta e spingere la popolazione indonesiana a cambiare modalità di viaggio.
Il 5 luglio 2018, presso la Camera di Commercio e Industria ucraina di Kiev, capitale dell’Ucraina, è stato inaugurato uffi-
ropa - Sud America Est” del China COSCO Shipping Group. La nave “Xinnantong”, con a bordo un carico di merci provenienti da Brasile, Argentina e altri Paesi, le trasporterà al porto di destinazione in Europa, dal quale verranno consegnate ai clienti. La rotta “Europa-Sud America Est” offre 3000 TEU di spazio per tratta, concentrandosi su paesi sudamericani come Brasile, Uruguay e Argentina, nonché su paesi europei come Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Portogallo, al fine di promuovere meglio gli scambi economici e commerciali e garantire la stabilità della catena di approvvigionamento.
cialmente il Centro ucraino per la promozione del commercio e degli investimenti “Belt and Road”, con l’obiettivo di fornire informazioni e servizi di consulenza agli imprenditori ucraini per esplorare i mercati della Cina e di altri Paesi lungo la “Belt and Road”, e di fornire un ponte per lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera. Al 2018 il commercio totale della Cina con i Paesi partner della costruzione congiunta della Belt and Road aveva superato i 6000 miliardi di dollari di controvalore, mentre gli investimenti diretti in tali paesi avevano superato i 90 miliardi di dollari.
Il 15 settembre del 2023, si è tenuta, nel porto di Rio de Janeiro, in Brasile, la cerimonia di inaugurazione del primo servizio di linea “Eu-
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1200 miliardi
Sempre dal 2013 al 2022 il valore dei nuovi contratti e il fatturato dei progetti appaltati dalla Cina nei Paesi partner della costruzione congiunta della Belt and Road hanno superato rispettivamente 1200 miliardi e 800 miliardi di dollari, pari a più della metà dell’importo totale dei progetti appaltati all’estero.
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Alla fine di giugno la Cina aveva già firmato più di 200 documenti di cooperazione con 152 Paesi e 32 organizzazioni internazionali nel quadro dell’iniziativa Belt and Road.
raggiunto più di 30 miliardi di dollari, trasformando la Cina nella quarta fonte di investimenti dell’Africa.
+8,3%
Nel 2013, il volume del commercio totale tra la Cina e i Paesi dell’Asia meridionale era inferiore ai 100 miliardi di dollari, mentre nel 2022 esso aveva raggiunto quasi 200 miliardi di dollari, con un tasso di crescita medio annuo dell’8,3%.
7,6 milioni
2,07 trilioni
Secondo un rapporto della Banca Mondiale, entro il 2030 l’iniziativa Belt and Road dovrebbe far uscire 7,6 milioni di persone dalla povertà assoluta e 32 milioni da quella moderata.
Dal 2013 al 2022 il commercio cinese di beni con i Paesi partner della costruzione congiunta della Belt and Road è aumentato da 1,04 trilioni di dollari a 2,07 trilioni di dollari, con un tasso di crescita medio annuo dell’8%.
2000 miliardi
270 miliardi
Nei 10 anni trascorsi dal lancio dell’iniziativa Belt and Road, il volume totale degli scambi commerciali tra Cina e Africa ha superato i 2000 miliardi di dollari e la Cina è sempre rimasta il principale partner commerciale del continente africano. In Africa, le imprese cinesi hanno firmato dei nuovi contratti nel campo dell’ingegneria con un valore di più di 700 miliardi di dollari, realizzando un fatturato complessivo di oltre 400 miliardi di dollari; gli investimenti diretti della Cina in Africa hanno
Nello stesso periodo, l’investimento cumulativo bidirezionale tra Cina e Paesi partner della costruzione congiunta della Belt and Road ha superato i 270 miliardi di dollari; alla fine del 2022 gli investimenti cumulativi realizzati dalle imprese cinesi nelle zone di cooperazione economica e commerciale nei Paesi partner della costruzione congiunta della Belt and Road aveva raggiunto i 57,13 miliardi di dollari, con la creazione di 421mila posti di lavoro locali.
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1600 miliardi
Secondo uno studio della stessa Banca Mondiale, la piena attuazione dei progetti infrastrutturali di trasporto nell’ambito della Belt and Road genererà benefici annuali globali per 1600 miliardi di dollari entro il 2030, pari all’1,3% dell’economia mondiale.
Un treno Fuxing diretto a Guangzhou 䐷䔯䌦䈣溸㜩⪺⺵⮬鿕
UNA CAROVANA DI “CAMMELLI D’ACCIAIO” CHE NON SI FERMA MAI VELOCE, ECOLOGICO E AFFIDABILE, LE PERSONE RAPPRESENTANO IL CR EXPRESS CON QUESTE TRE PAROLE. LE SUE RUOTE CONTINUANO A MUOVERSI SENZA SOSTA, DI NOTTE E DI GIORNO, DA ORIENTE AD OCCIDENTE… ALLA FINE DI GIUGNO 2023 110 CITTÀ CINESI ERANO COLLEGATE, TRAMITE IL CR EXPRESS, A 216 CITTÀ DI 25 PAESI EUROPEI, CONTINUANDO A INFONDERE NUOVA VITALITÀ AGLI SCAMBI COMMERCIALI. di Bai Yang · 倁 溮僕
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뎦脯┯䛉溸ꦨ꧇뎲ꭶ
快捷、 环保、 可靠,这是人们对中欧班列的描述。 从日到夜,从东到西,中欧班列的车轮驰而不息。 截至2023年6月底,110个国内出发城市通过中欧班列通达 欧洲25个国家216个城市,为经贸往来注入源源不断的活力。
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lle 10:18 del 29 luglio, con un lungo fischio, il treno X8020 della China-Europe Railway Express (CR Express) è partito dalla stazione di Yiwu, in Zhejiang, in direzione Madrid, in Spagna. Si è trattato del 10millesimo viaggio di China-Europe Railway Express quest’anno, per un totale di 1 milione 83mila TEU di merci trasportate, in aumento del 27% rispetto all’anno precedente. Dopo dieci anni di attività, il CR Express è diventato una carovana di “cammelli d’acciaio” che riscuote consensi e e porta vigore in Asia e in Europa.
UNA FERROVIA VELOCE, ECOLOGICA E AFFIDABILE Le ruote del treno sono tornate idealmente indietro al 19 marzo del 2011, quando il primo convoglio del CR Express è partito dalla stazione di Zhongxin, nel villaggio Tuanjie di Chongqing, e dopo aver oltrepassato le città di Xi’an, Lanzhou e Urumqi e, successivamente, aver attraversato Kazakistan, Russia, Bielorussia e Polonia, ha infine raggiunto Duisburg, città che ospita il più grande porto interno della Germania, e del mondo. Per coprire gli 11mila km del tragitto, la linea richiede solo 2 settimane, cioè quasi 30 giorni in meno rispetto al trasporto marittimo, con un costo che è
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appena un quinto di quello aereo. Da allora, Tabea Klang lavora con il CR Express. In qualità di Direttore Generale delle Vendite di DB Cargo Eurasia (DBCE), sa che un servizio logistico e una catena di trasporto stabili sono indispensabili per promuovere lo sviluppo continuo e dinamico del commercio bilaterale tra Germania e Cina. “Questo è il motivo per cui DBCE ha collaborato con China-Europe Railway Express fin dall’inizio. Per i nostri clienti, il CR Express è un importante canale logistico che collega la Cina e l’Europa. La risposta del mercato sulla ferrovia è stata molto positiva, in quanto si tratta di un prodotto economicamente vantaggioso rispetto ai tradizionali trasporti aerei e marittimi, veloce, ecologico e affidabile. In particolare dal punto di vista ambientale, il trasporto ferroviario può ridurre le emissioni di anidride carbonica rispettivamente dell’80% e del 95% rispetto a quello aereo e stradale, ed è molto inferiore anche rispetto a quelle del trasporto marittimo.” Anche Marcel Stein, CEO di TE Bahnoperator GmbH,
che è stato coinvolto nelle operazioni ed è stato testimone del rapido sviluppo del trasporto della linea per oltre un decennio, ha affermato che queste linee ferroviarie hanno dato vita a una rivoluzione nelle ferrovie europee, riportando più merci su di esse. “Diciamo che il rinvigorimento del trasporto ferroviario europeo non può prescindere dal contribuito cinese. Da un lato la quantità di merci trasportate da Oriente e Occidente sono quasi equivalenti, cioè ogni volta che un treno arriva dalla Cina in Europa ce n’è uno che parte dall’Europa verso la Cina; dall’altro lato, questi treni collegano diverse culture, e durante questo processo l’Europa ha imparato tanto dalla Cina. Soprattutto, c’è ancora grande connettività e integrazione del trasporto ferroviario.” Anno dopo anno, le merci trasportate sulla linea CR Express si sono gradualmente diversificate, dai primi prodotti elettronici e ri-
Porto di Lianyungang, 14 aprile 2020, partenza verso i Paesi dell’Asia centrale di un convoglio del CR Express con a bordo 260mila yuan in materiali per la prevenzione e il controllo dell’epidemia cambi auto si è passati ai veicoli a nuova energia e ad altri prodotti ad alto valore aggiunto e alta tecnologia. Sempre sulla stessa linea, da Chongqing a Duisburg, è partito fischiando il 20 luglio dalla stazione del villaggio Tuanjie un particolare treno con a bordo 330 veicoli completi. A differenza dalle merci normali, il trasporto di autoveicoli già assemblati richiede maggiore professionalità. Per servire al meglio le richieste di esportazione delle aziende in questione, la compagnia Yuxinou continua a promuovere online il trasporto ferroviario di veicoli e di merci speciali JSQ, le auto possono essere guidate direttamente nella “pancia” del treno. Rispetto al modello tradizionale a container, un treno di auto JSQ può trasportare 261 auto, la capacità di ogni treno può aumentare di oltre il 58%, riducendo i costi del 20%. Secondo quanto illustrato da un responsabile di mercato della compagnia Yuxinou, nei primi sei mesi del 2023, oltre 38 mila automobili sono state trasportate dai JSQ, 98,9 volte in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le ruote del China-Europe Railway Express continuano a muoversi senza sosta, di notte e di giorno, da oriente ad occidente…Alla fine di giugno 110 città cinesi erano collegate, tramite il CR Express, a 216 città di 25 paesi europei, dando forma a una rete di trasporto e logistica che copre quasi tutta la regione euroasiatica, e che ha
infranto con efficacia i blocchi del commercio transnazionale, continuando a infondere nuova vitalità agli scambi commerciali. Oltre a stimolare la crescita economica e a garantire il funzionamento regolare delle catene di trasporto e di approvvigionamento, il collegamento tra Cina e Europa tramite CR Express ha portato benefici tangibili anche a molte città impegnate principalmente nella produzione e nella vendita di piccole merci, nonché ai loro residenti. La città di Yiwu, nella Cina orientale, viene chiamata “mercato del mondo”; all’altro lato dell’Eurasia, Madrid, in Spagna, è il più grande centro europeo per la distribuzione delle piccole merci. Nel 2014, la linea Yixin’ou da Yiwu a Madrid è entrata in funzione, su di essa i “cammelli di acciaio” collegano il lato dell’offerta con quello del consumo alle due estremità del continente eurasiatico. Alvito Garcia, manager del Terminal merci Abronigal di
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Madrid, ha assistito alla rinascita della stazione negli ultimi nove anni. “Prima questa stazione non era così utilizzata o trafficata come adesso. Da quando abbiamo iniziato a lavorare qui nel 2014, tuttavia, è sempre più frequentata. Gli affari sono in aumento e le linee funzionano molto bene. La Cina è un grande Paese dal quale la Spagna può importare, e verso il quale può esportare, con vantaggi e posti di lavoro per tutti”. Dalle piccole merci, dagli apparecchi elettrici, dai macchinari e dai componenti auto ai prodotti fotovoltaici, agli elettrodomestici intelligenti, fino ai veicoli a nuova energia, il valore dell’import-export della linea Yixin’ou è in crescita costante da nove anni a questa parte, facendo registrare ben 18,42 miliardi di yuan, con un aumento del 19,5% su base annua. Tutto ciò è nato dall’avvicinamento tra mercato e produzione. Il console generale spagnolo a Shanghai, Luis Calvo, ha affermato: “Siamo in un mondo globalizzato. Tutto questo aiuta a sviluppare le infrastrutture e credo che vada nella giusta direzione. Quindi, da questo punto di vista, penso che sia stato giusto sviluppare il China-Europe Railway Express.” L’effetto dei treni della linea Yixin’ou non solo amplia il mercato tra Yiwu e Madrid, ma si irradia anche a più di 160 città di oltre 50 Paesi lungo la sua rotta.
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Il China-Europe Railway Express non si limita al trasporto e al commercio. Quando questa ferrovia incontra l’e-commerce, i residenti delle città che sorgono lungo la linea godono di una maggiore convenienza e di maggiori vantaggi. TRASPORTO FERROVIARIO TRANSNAZIONALE+ E-COMMERCE Juan Carlos, che vive a Malaga, in Spagna, ha ordinato sulla piattaforma di e-commerce Sizzler una lampada da soffitto cinese con un semplice click. Il giorno dopo il corriere ha suonato alla sua porta e gli ha consegnato il prodotto. La lampada è arrivata dal magazzino logistico Qianxiang Box di Alcalá, in Spagna, dove in precedenza era stata trasportata via terra da Xi’an a Guangzhou, ed era arrivata al magazzino dopo venti giorni grazie al treno Chang’an di CR Express. Come altri 100 mila prodotti, è stata poi successivamente consegnata all’acquirente. Questo tipo di esperienza d’acquisto estremamente veloce è merito del dividendo logistico apportato dal suddetto sistema ferroviario. Entrando nel magazzino Qianxiang Box, i container in fila sono pieni di merci, gli addetti sono indaffarati a preparare i prodotti ordinati. “Questo magazzino occupa 12000 metri quadrati, e ogni giorno vengono spediti in media oltre 6000 articoli. Grazie alla collaborazione con i corrieri locali,
Un magazzino logistico della città di Chenzhou, Hunan garantiamo che gli acquirenti possano ricevere le merci ordinate in due giorni.” Afferma Mu Jinwen, presidente della Qianxiang Box Technology Warehouse Shenzhen Co.. Anche il direttore della filiale spagnola di Qianxiang Box, Diego Simádvila, ha dichiarato: “Il China-Europe Railway Express ha migliorato le condizioni di trasporto tra Cina e Spagna, accorciato enormemente il tempo di consegna delle merci ed è anche più ecologico e sicuro, con vantaggi competitivi sostenibili, stabili ed economici, oltre a consentire a un maggior numero di speciali prodotti spagnoli di entrare in Cina, il ‘grande mercato’”. Sempre più imprenditori impegnati nel commercio elettronico transfrontaliero sono dell’idea che queste ferrovie non solo offrano condizioni logistiche più convenienti per le città lungo la “Belt and Road”, ma riducano anche il rischio di capitale per le imprese, migliorando la catena logistica e portando maggiori profitti. Grazie al commercio elettronico transfrontaliero, le varie linee ferroviarie del China-Europe Railway Express tessono una “rete di dividendi” che porta benefici a diverse parti. Yuan Chaohui e Anita, una coppia sino-kazaka, sono stati i primi “inviati dell’amicizia sulla Via della Seta” e nel 2014
hanno intravisto l’opportunità del commercio elettronico transfrontaliero subito dopo la presentazione dell’iniziativa “Belt and Road”. Partendo da un negozio a Karaganda, in Kazakistan, Anita e suo marito hanno creato la piattaforma di e-commerce Silk Road City, che oggi può contare su sei magazzini all’estero, in Kazakistan, Russia e Bielorussia, con oltre 300 fornitori cinesi e più di 2000 stazioni di smistamento sulla Via della Seta. Con la collaborazione di oltre 2000 giovani locali, Anita ha anche introdotto in Kazakistan le vendite streaming online. “Basta prendere il cellulare, girare i video relativi ai prodotti e condividerli, ottenendo una commissione e creando così opportunità di lavoro e imprenditorialità per molti giovani”. “Siamo fortunati a condividere i benefici creati dal China-Europe Railway Express e speriamo che questa carovana di “cammelli d’acciaio” porti sempre più vantaggi a sempre più persone.”
I CINESI HANNO SEMPRE CREDUTO NEL PRINCIPIO “SE SI VUOLE DIVENTARE RICCHI, SI DEVONO PRIMA COSTRUIRE LE STRADE”. DAI PRODOTTI ALLE TECNOLOGIE, DAI PROGETTI AD UNA SERIE DI SOLUZIONI, LA FERROVIA CINESE HA INIETTATO NUOVO SLANCIO NEL MONDO, RENDENDO LE PERSONE PIENE DI ASPETTATIVE PER IL FUTURO DELLA FERROVIA AD ALTA VELOCITÀ CINESE.
La ferrovia ad alta velocità cinese viaggia all’estero 14
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中国人一直信奉“要想富,先修路”的道理。 从一件件 商品到一项项技术,从一个个工程到一套套方案,开 放发展的中国以实际行动证明:中国发展同世界发 展相互交融、相互成就。 di Li Mengfei · 倁 匃唙긌
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ari amici, ascoltatemi! Quella delle ferrovie è una storia lunga, ricca di ‘amicizia e portatrice di speranza. Giorno dopo giorno la mia città natale diventa sempre più bella e i miei connazionali sempre più orgogliosi” Questa canzone, popolare in Kenya, è chiamata “Canzone di Mombasa-Nairobi, la ferrovia costruita nella mia città natale”. La ferrovia Mombasa-Nairobi menzionata nella canzone collega il più grande porto dell’Africa orientale, Mombasa Port e la capitale del Kenya, Nairobi. È lunga circa 480 chilometri ed è la prima ferrovia costruita in Kenya dalla sua indipendenza. Si tratta di una ferrovia moderna costruita utilizzando standard, tecnologia e attrezzature cinesi. Questa ferrovia è stata classificata come una delle 13 rotte ferroviarie più gratificanti al mondo ed elencata come una delle migliori esperienze da fare andando in Kenya. Dall’apertura ufficiale avvenuta il 31 maggio 2017, la ferrovia Mombasa-Nairobi in Kenya ha continuamente operato in sicurezza. La visione di sviluppo ferroviario cantata nelle canzoni è
diventata realtà. Negli ultimi sei anni, la ferrovia Mombasa-Nairobi ha promosso lo sviluppo economico e sociale del Kenya, migliorato la vita del popolo e promosso il rapido sviluppo dei trasporti in tutta l’Africa orientale, conosciuta come la “Strada della Felicità”. Salutando il sole nascente, ogni mattina alle 8 in punto, accompagnato dal suono nitido del fischio, parte il primo treno da Mombasa e Nairobi. La gente prende i treni per lavorare, viaggiare e visitare parenti e amici... Dopo l’entrata in funzione della ferrovia Mombasa-Nairobi, il tempo di viaggio tra Mombasa e Nairobi si è ridotto da 10 ore a oltre 4 ore, cambiando la modalità di viaggio e l’esperienza del popolo keniota. La leggendaria velocità della ferrovia Mombasa-Nairobi ha reso il trasporto merci più veloce. Essendo il più grande porto dell’Africa orientale, il porto di Mombasa ha 17 rotte internazionali e ha rapporti commerciali con circa 80 porti in tutto il mondo. La maggior parte delle merci in entrata e in uscita dall’Africa orientale proviene da qui. Nairobi è il centro economico dell’Africa orientale. La ferrovia Mombasa-Nairobi è diventata un’importante linea di trasporto per lo sviluppo economico
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a pag. 24, foto in alto: la gente festeggia calorosamente l’apertura della ferrovia Mombasa-Nairobi foto a tutta pagina: la ferrovia Mombasa-Nairobi passa attraverso riserve naturali di molti paesi dell’Africa orientale. Ad esempio, il trasporto del grano richiedeva più di 20 ore in treno da Mombasa a Nairobi in passato e il trasporto su strada richiedeva ancora più tempo e manodopera. Al giorno d’oggi, le navi merci cariche di grano proveniente dall’Europa, dalle Americhe e da altri luoghi attraccano al porto di Mombasa. Il nastro trasportatore di banchina trasporta continuamente grano ai treni in attesa della ferrovia Mombasa-Nairobi. In meno di 10 ore, questo grano arriva a Nairobi e viene poi trasportato con altre merci verso le città vicine e i paesi circostanti. La ferrovia Mombasa-Nairobi passa attraverso riserve naturali come Nairobi National Park e Tsavo National Park. Per ridurre l’impatto sull’ambiente, i costruttori ferroviari cinesi hanno collaborato con i dipartimenti locali per studiare le rotte di migrazione della fauna selvatica e creare canali speciali per consentire alla fauna selvatica di attra-
versare la linea ferroviaria. Lungo l’intera ferrovia Mombasa-Nairobi sono stati allestiti 14 grandi passaggi e 79 ponti per animali selvatici. Tutti i ponti hanno un’altezza netta di oltre 6,5 metri, rendendo conveniente per grandi animali come elefanti e giraffe passare attraverso. La Cina ha messo in pratica questo importante concetto di coesistenza armoniosa tra uomo e natura nella costruzione di una comunità con un futuro condiviso insieme ad altri paesi. Prendendo un treno ad alta velocità da Xishuangbanna, nella provincia dello Yunnan in Cina, a Luang Prabang, in Laos, dal finestrino si può osservare il verde dei terreni agricoli; non si sente più il grande rumore che fa il treno quando le ruote passano sui giunti, invece, si può godere di un viaggio tranquillo, confortevole e veloce. Questa è la ferrovia Cina-Laos che attraversa montagne e valli e testimonia la profonda amicizia tra i due popoli che si aiutano a vicenda.
in questa pagina, sopra: ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung a fianco: Ferrovia Cina-Laos
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La ferrovia Cina-Laos, entrata in funzione nel dicembre 2021, si estende per oltre 1.000 km, collegando Kunming, la capitale della provincia dello Yunnan, con Vientiane. Alla data del 3 agosto, questa ferrovia ha trasportato un totale di 19 milioni di passeggeri e 23 milioni di tonnellate di merci. “Quando il treno fischia, vengono portati 10mila tael d’oro “. I treni veloci hanno ristretto la distanza tra Cina e Laos. Le persone lungo la linea non solo hanno sperimentato la convenienza portata dal trasporto ferroviario moderno, ma hanno anche raccolto i benefici pratici nei settori del commercio e del turismo. Come paese montuoso, il Laos ha un trasporto limitato, basato principalmente sul trasporto stradale, idrico e aereo, che limita gravemente il suo sviluppo economico. Con l’apertura e il funzionamento della ferrovia Cina-Laos, i costi logistici sono stati ridotti di quasi la metà, le abbondanti risorse del Laos, ivi compresi minerali metallici non ferrosi, gomma, legno, caffè, ecc, originariamente nascosti nelle montagne profonde, possono essere trasportate più rapidamente. Nelle strade e nei vicoli del Laos si vedono sempre più merci cinesi e le vendite dei prodotti del Laos avvengono anche attraverso la ferrovia Cina-Laos. Il LC International Logistics Trade and Warehousing Center, fondato nel 2022 è il più grande porto terrestre di Luang Prabang; ha trasportato oltre 80000 tonnellate di merci, portando acciaio, materiali da costruzione e materie prime della Cina nel Laos, nonché minerale di ferro e amido di manioca del Laos in Cina. La ferrovia Cina-Laos non solo collega Cina e Laos, ma porta anche persone e merci da più di dieci paesi e regioni, come Thailandia e Myanmar, in un grande quadro di sviluppo. Attualmente, il numero delle tipologie di merci transfrontaliere trasportate con la ferrovia Cina-Laos è passato da più di 10 nella fase iniziale di apertura a più di
1200. Anche i frutti tropicali del sud-est asiatico come il durian e il mangostano sono trasportati direttamente al mercato di Kunming attraverso il trasporto della catena del freddo. Fiori freschi, verdure, tessuti e altre merci della Cina sono continuamente trasportati nei paesi del sud-est asiatico, raggiungendo efficacemente la complementarità commerciale. L’apertura della ferrovia Cina-Laos non solo offre al popolo grande comodità di viaggio, ma promuove anche direttamente lo sviluppo del turismo. Il numero di turisti che visitano Vientiane, Vang Vieng, Luang Prabang e altre città turistiche del Laos è aumentato significativamente. C’erano una volta centinaia di bombe inesplose lasciate dagli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam, sepolte proprio sotto i binari della ferrovia Cina-Laos. Durante la costruzione della ferrovia, circa 459 bombe inesplose e più di 460 pezzi di detriti correlati sono stati rimossi in 2931 ettari di terreno. Oggi, la pace e lo sviluppo sono diventati le voci più forti di questi tempi. Da un lato, la ferrovia Cina-Laos migliora il livello di efficienza dei trasporti e promuove lo sviluppo economico del Laos, dall’altro, inietta nuova vitalità allo sviluppo economico della Cina sud-occidentale. È una “strada felice” e una “strada prospera” della Cina, del Laos e anche di tutti i paesi del sud-est asiatico.
Un modernissimo treno ad alta velocità color argento, decorato con una striscia rossa che simboleggia la prosperità, lascia lentamente la stazione di Tegalluar a Bandung, nella provincia di West Java in Indonesia. Ecco la ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung, con una lunghezza di 142 chilometri ad una velocità di 350 chilometri all’ora, che collega la capitale indonesiana Jakarta nel nord e la famosa città di Bandung nel sud. Si tratta della prima ferrovia ad alta velocità in Indonesia e anche nell’intera Asia sud-orientale. È anche il primo progetto del-
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la ferrovia ad alta velocità cinese che implementa pienamente i sistemi ferroviari, le tecnologie e i componenti industriali cinesi. Non è facile internazionalizzare l’intero sistema, tutti i fattori di produzione e la completa filiera industriale. Dal punto di vista geologico, l’isola di Giava è una zona con molti terremoti e vulcani, mentre Bandung si trova in una sezione di subsidenza regionale, con abbondanti precipitazioni, clima variabile e formazioni geologiche complesse. In condizioni così complesse, i costruttori cinesi hanno utilizzato la tecnologia e le attrezzature avanzate per costruire con successo 58 ponti e 13 tunnel. La ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung dovrebbe operare ad una velocità di 350 chilometri orari nelle particolari condizioni climatiche e del terreno dell’Indonesia, il che pone nuovi requisiti per il treno. Essendo il primo treno ad alta velocità dalla Cina verso l’estero, il treno della ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung si basa sulla tecnologia avanzata e matura del treno Fuxing, si integra con l’ambiente locale indonesiano e con gli elementi culturali locali; grazie a miglioramenti adattivi, è stato in grado di soddisfare pienamente le esigenze operative della ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung. La ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung ha ridotto il tempo di percorrenza tra i due luoghi da 3 ore a 40 minuti, migliorando notevolmente non solo le infrastrutture di trasporto locale, ma anche apportando nuove opportunità di sviluppo economico e creando nuove prospettive di lavoro per un maggior numero di abitanti locali. Un antico detto cinese recita “Insegnare a pescare è meglio che dare del pesce”. Nel corso dei lavori di costruzione, sono state assunte moltissime persone del posto, tra cui manager e personale in prima linea. La ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung ha formato un gran numero di lavoratori qualificati in Indonesia, insegnando loro diverse abilità passo dopo passo, insegnando veramente a “pescare” e mettendo il
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volante di questo “treno della felicità” nelle mani del popolo indonesiano stesso. Sotto la guida di tecnici cinesi, molti giovani locali hanno intrapreso nuovi percorsi lavorativi. La Cina ha lasciato un “team tecnico che rimarrà sempre qui”. Fuori dagli edifici di formazione organizzati congiuntamente da Cina e Indonesia, c’è uno slogan board dove si legge “Il futuro inizia qui”. Ad oggi, il progetto ferroviario ad alta velocità di Jakarta-Bandung ha offerto oltre 50000 posti di lavoro locali in Indonesia. Più dipendenti indonesiani avranno l’opportunità di ricevere formazione tecnica dalla Cina e lavorare sulla ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung. I cinesi hanno sempre creduto nel principio “Se si vuole diventare ricchi, si devono prima costruire le strade”. Con l’interconnessione di più ferrovie ad alta velocità, ne beneficeranno centinaia di milioni
di persone. La linea ad alta velocità Mecca-Medina con una velocità massima di 360 km/h, non è solo la prima ferrovia ad alta velocità elettrificata a doppio binario in Arabia Saudita, ma anche la prima ferrovia ad alta velocità al mondo che attraversa il deserto; la ferrovia ungherese-serba che collega Budapest, capitale ungherese, e Belgrado, capitale della Serbia, è stata la prima ferrovia ad alta velocità cinese ad entrare in Europa ed è stata definita dal presidente serbo Aleksandar Vučić come un “dono per le generazioni future”. In Africa, la ferrovia transfrontaliera Etiopia-Gibuti, la prima linea ferroviaria completamente elettrica realizzata dalla Cina all’estero, congiunge la capitale dell’Etiopia Addis Abeba al porto di Gibuti sul Mar Rosso per collegare il mare con lo stato africano da sempre privo di sbocco marittimo. Dai prodotti alle tecnologie, dai progetti ad una serie di soluzioni, la ferrovia cinese ha iniettato, attraverso azioni pratiche, nuovo slancio nel mondo, rendendo le persone piene di aspettative per il futuro della ferrovia ad alta velocità cinese.
sopra: Team tecnico della ferrovia ad alta velocità di Jakarta-Bandung composto dai tecnici cinesi-indonesiani a fianco: Stazione della Ferrovia Cina-Laos
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种菌草、修铁路,中非合作为当地民众创造 了更多的就业机会,提高了生活水平,促进 了经济繁荣,改善了生态环境,助力当地民 众共享福祉……
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COOPERAZIONE CINA-AFRICA: UN VIAGGIO DI CONDIVISIONE CHE PORTA BENEFICI ALLA POPOLAZIONE LOCALE
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di Zhou Yuhang · 倁 ⽟㴔薨
iantare Juncao e costruire ferrovie, la cooperazione sino-africana ha favorito maggiori opportunità lavorative, elevato gli standard di vita, promosso la prosperità economica, migliorato l’ecosistema e aiutato la popolazione locale a godere di un benessere condiviso...
Quest’anno ricorre il 10° anniversario dal lancio dei principi dell’autenticità, dei risultati concreti, dell’amicizia e della buona fede per le relazioni della Cina con l’Africa. Nel decennio passato, sia la Cina che Africa hanno lavorato fianco a fianco per ampliare la portata della cooperazione. Strade, ponti, lezioni, colture... Sempre più africani hanno realizzato i loro sogni e hanno un futuro pieno di opportunità grazie alla cooperazione Cina-Africa.
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UN FILO D’ERBA HA PORTATO FELICITÀ NELLA VITA Un minuscolo filo d’erba, proveniente dalla Cina, trasportato via mare, è stato diffuso in 106 Paesi e regioni, risolvendo efficacemente problematiche quali la povertà, l’erosione del suolo e la desertificazione. È il Juncao, noto anche come erba cinese o erba felice. Tale tecnica micorrizica è una pratica di successo esplorata dalla Cina durante il processo di riduzione della povertà ed offre anche un importante contributo che favorisce lo sviluppo sostenibile globale. Attraverso la coltivazione di funghi commestibili, la tecnica micorrizica ha risolto il problema a livello mondiale che la produzione di quest’ultimi poteva basarsi necessariamente sull’abbattimento degli alberi ed è stata applicata in oltre 100 Paesi. Il Ruanda è uno dei Paesi meno sviluppati al mondo e l’insicurezza alimentare e la malnutrizione sono stati dei problemi di lunga durata, tuttavia, la tecnica di coltivazione del Juncao cinese ha portato nuove speranze agli agricoltori locali. Secondo Chen Xiaobin, capo del gruppo di esperti del China-Rwanda Agriculture Technology Demonstration Center, oltre 35.000 agricoltori in Ruanda hanno ricevuto una formazione in merito e più di 3.800 famiglie si sono impegnate nella produzione utilizzando tale tecnica. Numerosi agricoltori locali che non hanno un posto di lavoro e risorse finanziarie hanno beneficiato dell’apprendimento di tale sistema: “un’ex traduttore del China-Rwanda Agriculture Technology Demonstration Center che ha appreso la tecnica micorrizica, nel 2016 ha iniziato a produrre sacchi di substrato con Juncao. In meno di un anno, ha costruito la sua casa nel centro di Huye e ha mandato i suoi figli in una buona scuola locale. La vita della sua famiglia è cambiata radicalmente.” Pascasie Niragira lavora nei servizi sociali a Kigali, in Ruanda, e ha studiato la tecnica di coltivazione dei funghi presso la Fujian Agriculture and Fore-
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stry University in Cina e il China-Rwanda Agriculture Technology Demonstration Center. Da allora, Niragira ha guidato le donne in difficoltà economica a coltivare e vendere funghi, e il team di produzione che ha avviato è in grado di produrre 3.000 sacchi di substrato al mese e una parte del guadagno viene utilizzata per aiutare i bambini a ricevere un’istruzione adeguata e a mantenere un buono stato nutrizionale, e Niragira è diventata una guida nella riduzione della povertà locale. I dati dei Paesi africani dimostrano pienamente l’importanza sull’ecosistema della tecnica micorrizica. In Ruanda, la coltivazione del Juncao gigante ha ridotto l’erosione del suolo dal 97,05 al 98,9% rispetto alla coltivazione del mais mentre la perdita d’acqua è stata ridotta dall’80 al 91,9%. Tale tecnica è stata elencata come un progetto chiave del controllo nazionale dell’erosione del suolo. Secondo le statistiche, il 64% della terra coltivata nel Lesotho meridionale è gravemente erosa e gli studiosi locali ritengono che la cooperazione con la Cina per piantare Juncao aiuterà a mantenere e ripristinare le terre coltivate esistenti, preservare le fonti d’acqua, prevenire il vento e la sabbia miglio-
rando la resa delle colture. Attualmente, tale tecnica “semplice ma funzionale, ad alta efficienza e che dà benefici” è stata inserita nell’elenco dei progetti del Fondo della Cina e delle Nazioni Unite per la Pace e lo Sviluppo ed è diventata un’importante tecnologia agricola per l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e per offrire soluzioni da parte della Cina. UNA FERROVIA CHE ACCORCIA LE DISTANZE La ferrovia Mombasa-Nairobi è stata costruita dalla China Road And Bridge Corporation con standard, tecnologie e attrezzature cinesi. Dall’apertura ufficiale del 31 maggio 2017, la ferrovia keniota opera in sicurezza da oltre 6 anni. I treni su questa “via che porta verso la felicità” sono tutti del Gruppo CRRC che al contempo fornisce anche servizi di manutenzione. In Kenya, la vita degli abitanti è stata migliorata grazie a quest’ultima. Da quando è stato avviato il funzionamento della ferrovia, il tempo di percorrenza da Nairobi a Mombasa è stato ridotto da 10 a poco più di 4 ore, rivoluzionando il modo in cui i kenioti viaggiano. Il numero di passeggeri è aumentato costantemente e i treni passeggeri verranno aggiunti durante l’alta stagione e i periodi di vacanze, ed è sempre più difficile trovare un biglietto durante i periodi di punta. Fes, una madre single, è una dei tanti passeggeri. Per ottenere uno stipendio migliore, ha trovato un lavoro a Nairobi e ha dovuto lasciare sua figlia nella città natale, Mombasa. Gli spostamenti fra le due città erano estremamente difficili per lei, e un viaggio di 500 chilometri era lungo e pericoloso, fino all’apertura della ferrovia nel 2017, che ha dimezzato il tempo per ritornare a casa. “Il treno è puntuale e sicuro. Posso rivedere mia madre e mia figlia più spesso”, ha concluso Fes. Oggi, la ferrovia Mombasa-Nairobi è diventata “un affare” per il Kenya: 6 treni al giorno, che trasportano dai 7.000 ai 10.000 passeggeri, e 16 treni che trasportano il 40% delle merci tra il porto di
Mombasa e l’entroterra. Il Gruppo CRRC e la Mombasa-Nairobi Railway Operation Company hanno progettato un sistema di formazione personalizzato per i dipendenti kenioti. Soltanto per la manutenzione delle locomotive, CRRC ha creato 7 posizioni lavorative e pianificato percorsi di carriera per i lavoratori locali. Un dipendente keniota deve prima ricevere una formazione sulla conoscenza teorica delle locomotive e sulla sicurezza operativa e, dopo aver superato l’esame, inizierà la formazione pratica. In tutte le fasi, i dipendenti africani riceveranno un insegnamento privato e verranno seguiti passo dopo passo da professionisti. Secondo le statistiche, per la tratta Mombasa-Nairobi, sono stati formati più di 1.700 tecnici e personale direttivo nel settore ferroviario del Kenya. Sotto la guida degli insegnanti cinesi, gruppi di giovani kenioti hanno avviato nuove carriere. Il capo del team di esperti delle operazioni commerciali delle ferrovie del Kenya, ha elogiato il fatto che la Cina abbia permesso di far restare una squadra che ha consentito al Kenya di ottenere benefici concreti. Secondo un aforisma cinese: “Date alla gente dei pesci e la sfamerete per un giorno. Insegnate loro a pescare e li sfamerete per tutta la vita”, la comprensione reciproca e gli scambi tra Cina e Africa continuano ad aumentare, l’amicizia sincera tra i popoli è sempre più salda e la cooperazione Cina-Africa sta raggiungendo un nuovo livello.
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今年夏天,全球多地遭遇高温、山火、洪水、飓风等极端 天气事件。 面对气候变化带来的严峻问题,各国应如何 携手应对挑战?联合国环境规划署执行主任英格·安德 森认为: “可再生能源是减少碳排放的关键所在,而中 国在这一领域居于全球领先地位”。 24
ENERGIE RINNOVABILI,
CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DI UN MONDO PULITO Quest’estate, il clima estremo ha colpito molte parti del mondo, e molte zone hanno sperimentato caldo intenso, inondazioni e incendi. Quali lezioni possiamo imparare da questi disastri? Secondo Inger Andersen: “L’energia rinnovabile è la chiave per ridurre le emissioni di carbonio e la Cina è leader mondiale nella produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili”. di Zhang Shuo · 倁 䑳熶
“I
n Cina, la capacità installata per la generazione di elettricità da combustibili non fossili rappresenta oltre il 50% del totale”, ha recentemente dichiarato Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), in un’intervista concessa al China Media Group. Quest’estate, il clima estremo ha colpito molte parti del mondo, e molte zone hanno sperimentato caldo intenso, inondazioni e incendi. Quali lezioni possiamo imparare da questi disastri? Inger Andersen sostiene che non dovremmo lasciarci prendere dal panico, ma dovremmo concentrarci sulle soluzio-
ni: “L’energia rinnovabile è la chiave per ridurre le emissioni di carbonio e la Cina è leader mondiale nella produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili”. Sotto la luce del sole, file di pannelli fotovoltaici sono ordinatamente disposte nel parco solare Weesow-Willmersdorf, situato a 26 chilometri a nordest di Berlino, in Germania. Si prevede che il parco solare fornirà elettricità a 50.000 famiglie e ridurrà le emissioni di carbonio di 129.000 tonnellate all’anno. Gli inverter, che mantengono il funzionamento stabile ed efficiente del sistema energetico del parco, provengono da Sungrow Power Supply
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Co., Ltd., una società cinese leader nella ricerca e nello sviluppo di inverter solari. Questo progetto fotovoltaico è l’epitome della promozione congiunta sino-tedesca dello sviluppo dell’energia pulita e della trasformazione energetica negli ultimi anni. La Germania ha fissato l’ambizioso obiettivo di garantire che, entro il 2030, l’80% della sua elettricità provenga da energie rinnovabili. Sempre più aziende cinesi stanno collaborando con la Germania per raggiungere questo obiettivo. Secondo Moritz Rolf, vicepresidente di Sungrow Europe responsabile per Benelux, Europa centrale, orientale, settentrionale e Turchia, l’azienda ha spedito oltre 20 GW di prodotti in Germania, contribuendo in modo significativo alla transizione del paese dai combustibili fossili all’energia rinnovabile al 100%. “Da quando sono entrato a far parte dell’ufficio tedesco di Sungrow nel 2016, mi sono impegnato attivamente per la cooperazione tra Germania e Cina nel settore delle energie rinnovabili e nella transizione verso l’energia pulita”, ha dichiarato Rolf. Il 27 luglio, un lotto di attrezzature essenziali per la linea di produzione è arrivato in un impianto di produzione di batterie a Gottinga, in Germania. L’impianto è stato fondato da Gotion High-tech Co., Ltd., un produttore cinese di celle per batterie. Nel giugno dello scorso anno, la società ha tenuto una cerimonia di apertura per la base, che ha una capacità prevista di 20 GWh, rappresentando un passo essenziale verso il mercato europeo. Alla fine del 2022, il produttore cinese di batterie
per veicoli elettrici (EV) Contemporary Amperex Technology Co., Ltd. (CATL) ha dichiarato che il suo primo impianto all’estero in Turingia, in Germania, aveva avviato la produzione di massa di celle di batterie agli ioni di litio come previsto. Nel frattempo, le aziende cinesi stanno anche seguendo le tendenze innovative nel settore energetico ed esplorando nuovi percorsi a basse emissioni di carbonio e ad alta efficienza insieme al resto del mondo. “L’energia solare da sola non raggiungerà gli obiettivi
sotto: Il 7 dicembre 2021 a Zagabria, in Croazia, cerimonia di inaugurazione del progetto eolico di Senj, con l’investimento di Norinco International Cooperation Co., Ltd..
di transizione energetica della Germania. Altri importanti contributi sono lo stoccaggio delle batterie, la generazione di idrogeno e la riduzione delle emissioni del settore del traffico”, ha affermato Rolf. Nel giugno di quest’anno, Xiang Haiping, capo ingegnere dell’Amministrazione Nazionale dell’Energia, ha dichiarato durante l’11° Forum di cooperazione economica e tecnologica Cina-Germania che, come forze importanti nella trasformazione globale dell’energia verde, entrambi i paesi hanno ampi interessi comuni e un grande spazio di cooperazione, e dovrebbero approfondire ulteriormente la collaborazione e unire le forze per affrontare le sfide e contribuire positivamente alla transizione energetica globale. Intanto, in Croazia, un parco eolico costruito dalla Cina sta portando benefici alla popolazione locale. “Il parco eolico di Senj in Croazia ha promosso lo sviluppo economico locale e ha creato numerose opportunità di lavoro”, ha detto Josip Tosic, manager della Toska, gruppo locale di energia. Più di 40 aziende provenienti da tutta la Croazia hanno partecipato alla costruzione del parco eolico
di Senj. Tosic ha ricordato che, a un certo punto, c’erano circa 500 persone sul sito al giorno, e più della metà di loro provenivano dalla Croazia. “Certamente incoraggia lo sviluppo delle aziende croate, perché lavorare sul più grande parco eolico del paese è un importante riferimento e un’esperienza significativa per tutti”, ha affermato Tosic. Ha inoltre aggiunto che la Norinco International cinese, appaltatore principale del parco, si è concentrata sul coinvolgimento del maggior numero possibile di aziende locali e pensa che “abbiano svolto un ruolo fondamentale non solo per il progetto ma anche per la comunità locale”. Il parco eolico, situato sulla costa adriatica della Croazia occidentale, è stato inaugurato nel dicembre 2021. Produce circa 530 milioni di chilowattora (kWh) di elettricità verde ogni anno e riduce le emissioni di anidride carbonica della Croazia di circa 460.000 tonnellate all’anno. L’area fornisce anche un approvvigionamento energetico più economico e stabile per la popolazione locale, poiché l’elettricità verde prodotta ogni anno è sufficiente a soddisfare la domanda energetica di oltre 100.000 famiglie in Croazia. “La popolazione locale avrà una fonte di energia stabile e pulita, oltre a vari benefici finanziari derivanti dal funzionamento del parco eolico”, ha affermato il manager della Toska. Tosic ha dichiarato di essere convinto che gli investimenti cinesi, come il parco eolico di Senj, stimoleranno notevolmente la crescita dell’economia in Croazia.
NAVIGARE LUNGO LE BRI: L’EVOLUZIONE DEL PROGETTO ED IL RUOLO PER L’ITALIA
Oggi sono più chiare le ragioni della Belt and Road Initiative. Un progetto che, pur guardando al futuro, conserva il fascino della riscoperta delle antiche rotte della Via della Seta.
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岛┞䊎┞鴤䪉䉛鱎薨 今天, “一带一路”倡议的共建原则更加清晰,它在面
向未来的同时,也重新焕发了古代丝绸之路的魅力。
di Francesco Maringiò · 倁 䑠劫⮘偅璇u뎢卲撌
L
a Belt and Road Initiative (BRI), lanciata dal presidente cinese nel 2013, è giunta al suo decimo anno di vita e proprio in ottobre celebra a Pechino il Terzo Forum alla presenza di oltre 110 paesi presenti. Nel tempo questo progetto è diventato sempre più importante per Pechino, al punto da essere stato inserito sia nella Costituzione della Repubblica Popolare che nello Statuto del Partito comunista. Una delle sue caratteristiche è proprio il fatto di avere
un carattere “aperto”: non esiste una singola tratta ma molteplici vie per collegare la Cina col resto del mondo. Esattamente come avveniva ai tempi degli antichi romani e ancora dopo, durante il nostro Medio Evo, quando le rotte dei carovanieri costituivano un dedalo di strade che permettevano il commercio (e soprattutto la reciproca conoscenza) tra Oriente ed Occidente. Se qualcuna di queste tratte diventava impraticabile il traffico si riversava subito su un’altra, oppure si adoperavano le rotte marittime. In questo modo, per lungo tempo, le comunicazioni sono rimaste aperte. Con lo stesso spirito, la nuova Via della Seta intende collegare la Cina con il mondo intero mantenendo questa caratteristica di apertura. Gli oltre 150 paesi coinvolti non rappresentano un campo chiuso, né ambiscono a costituire un blocco geopolitico: sono punti nevralgici di un immenso reticolo di connessioni che li tiene assieme. La BRI costituisce, innanzitutto, un salto di qualità nel modo con cui la Cina si approccia alle regole internazionali. Se infatti per lunghissimo tempo Pechino ha dovuto adattare le proprie strategie nazionali ad un con-
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testo di regole internazionali scritte da altri, con questo progetto si afferma nel proscenio internazionale come soggetto in grado di contribuire, con la propria agenda, alla trasformazione del sistema di governance globale. LE RAGIONI DI UNA SCELTA Una delle ragioni principali che hanno spinto il gruppo dirigente cinese a lanciare questo progetto si ritrova esattamente nell’esigenza di fornire una risposta alla crisi finanziaria scoppiata negli Stati Uniti e nell’Eurozona. Piuttosto che praticare politiche di austerity, la Cina ha deciso di esportare all’estero la capacità produttiva in eccesso del Paese, bilanciando così l’insufficiente livello globale di investimenti post-crisi con una potenza di fuoco economica sostenuta con la nascita di due istituzioni finanziarie: il Silk Road Fund e l’Asian Infrastructure Investment Bank, AIIB. A questo si aggiunge una complessa rete di infrastrutture che permette di velocizzare non solo la movimentazione delle merci ma anche lo scambio di persone, rendendo agevoli connessioni che in passato richiedevano tempi più lunghi di percorrenza e costi più alti. Ma affinché questo reticolo di connessioni sia possibile – e qui tocchiamo un punto nevralgico del progetto stesso – è necessario che l’area coinvolta sia pacificata ed i paesi attraversati dialoghino e cooperino tra di loro. Non è quindi un caso che, parallelamente all’ampliamento ed al rafforzamento dell’iniziativa BRI, la diplomazia di Pechino sia diventata più attiva nel proscenio internazionale ed i risultati non si sono fatti attendere. Due paesi con storiche rivalità e dispute come India e Pakistan sono entrati nel 2017, assieme, nella Shanghai Cooperation Organization e due storici rivali come l’Iran e l’Arabia Saudita hanno deciso di ripristinare le relazioni diplomatiche (grazie ad uno storico accordo mediato proprio da Pechino a marzo scorso) e, dal primo gennaio prossimo, entreranno congiuntamente nel gruppo dei paesi BRICS+. Se l’unico modo per strutturare la BRI è la cooperazione ed il dialogo tra paesi, questa prassi ed i risultati che sta portando, segnerà profondamente l’evoluzione delle relazioni internazionali degli anni a venire.
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L’ITALIA E LA VIA DELLA SETA L’interesse italiano per la Via della Seta è cresciuto nel tempo, culminando con l’adesione al Memorandum nel 2019 durante la visita di stato di Xi Jinping in Italia. Questo processo di integrazione è stato preceduto da un aumento degli investimenti cinesi in Italia a partire dal 2008 (è bene ricordare che, negli anni successivi, la Banca centrale cinese arrivò a possedere l’1% di capitalizzazione di Borsa Italiana) e tante erano le acquisizioni di aziende italiane in settori chiave per lo sviluppo cinese. Pechino mirava a migliorare la catena del valore acquisendo tecnologia, know-how e marchi italiani, mentre l’Italia cercava un ruolo geopolitico attraverso l’adesione all’AIIB e la partecipazione del Presidente del Consiglio (unico paese del G7) al Primo Belt and Road Forum del 2017. Sempre in quella prima fase furono siglati vari accordi per potenziare la cooperazione, come la firma di un memorandum per
Un magazzino logistico attività congiunte in Africa e nei Balcani ed il Piano d’Aziodella città di Chenzhou, Hunan ne per il rafforzamento della cooperazione. Anche alcune città italiane coinvolte nella Belt and Road hanno stretto accordi, come Venezia con il Porto del Pireo e Genova con la CCCC, un’azienda di stato cinese leader nelle costruzioni infrastrutturali. A livello politico, invece, gli obbiettivi individuati per la partecipazione italiana alla BRI erano legati principalmente all’esigenza di aumentare l’export dei prodotti italiani in Cina per ridurre lo squilibrio nella bilancia commerciale. Un obbiettivo sicuramente importante ma con un’ottica decisamente di breve termine. Negli ultimi tempi, complice il mutato contesto geopolitico ed il braccio di ferro intrapreso con Pechino prima da parte degli Stati Uniti e poi dall’Unione Europea, l’interesse italiano nel progetto sembra affievolirsi. Secondo uno studio dello Shanghai
International Shipping Institute, nel 2030 «il traffico di merci movimentato dai porti cinesi raddoppierà salendo a oltre 25 miliardi di tonnellate, il traffico container sarà pari a 105 milioni di TEU, saranno almeno 40 milioni di TEU che si muoveranno lungo la Via della seta marittima da e per l’Europa». Pertanto l’Italia, che è dislocata nel cuore del Mediterraneo, ha l’occasione preziosa di cogliere i frutti di questo enorme flusso di merci che investirà un’area del mondo strategica e di diretto interesse nazionale, uscendo dalla pericolosa situazione nella quale si trova: una portaerei della Nato a ridosso di Africa e Medioriente, in un mondo in cui mutano gli equilibri globali. Inoltre l’Italia è il secondo Paese manifatturiero dell’UE dopo la Germania: è forte dal punto di vista industriale, scientifico e tecnologico e ha un gran numero di PMI dinamiche e innovative. Il sistema infrastrutturale necessiterebbe invece di essere potenziato ed ammodernato, ma tuttavia già oggi è costituito da direttrici ferroviarie, infrastrutture portuali e procedure efficaci di sdoganamento che permettono al paese un vantaggio competitivo. Una piena integrazione nel processo BRI permetterebbe quindi un salto di qualità. Perché se la logistica può giocare un ruolo centrale (e l’esperienza del potenziamento del Porto greco del Pireo è emblematico da questo punto di vista), è la capacità produttiva e la manifattura che può fare la differenza. L’Italia infatti può ambire a diventare non solo un hub di merci, ma soprattutto una piattaforma che riceve e trasforma prodotti, aumentandone così la catena del valore. Il che svilupperebbe appieno le potenzialità del paese, aumentandone l’interesse agli occhi di investitori stranieri ed attirando nuove tecnologie. Infine, ma non da ultimo, Cina ed Italia rappresentano due universi culturali importanti, che hanno bisogno di conoscersi e contaminarsi. Come ha giustamente affermato il Presidente Mattarella durante la visita di Stato in Cina nel 2017, «Occorre che le “Vie della Seta” si moltiplichino e che le strade del nostro conoscersi - che non è mai abbastanza, mai sufficiente, mai concluso e completamente acquisito - si approfondiscano». L’autore è Presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta
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Siti antichi, reliquie, pitture: in essi riconosco te IN PASSATO, SI CREDEVA CHE L’ORIENTE E L’OCCIDENTE FOSSERO COME IL GIORNO E LA NOTTE CHE SI ALTERNANO L’UN L’ALTRO. MA QUANDO IL GIORNO E LA NOTTE SI INCONTRANO, CREANO DUE DEI PAESAGGI PIÙ BELLI DEL MONDO: L’ALBA E IL TRAMONTO. LA CINA E L’ITALIA SONO I PAESI CHE CREANO QUESTA BELLEZZA.
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古迹、文物、画作…… 穿行其间,我看到你 劁缋☭♰♨╬╅做┱锟做 㴋♰㠁⻎溮㝙┱묶㝆┞薮潸◧☆劂ն 䓝溮㝙┱묶㝆潸◧☆寤僓 ⮱ꅐ⮃◗┿汕劅耘╰溸═璀冎間冂剚┱묛僽ն ╚㎼┱䟩㝕⯈㹧儱ꂘ耘冎溸罐ꅐ脢ն
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di Bai Yang · 倁 溮僕
allo scorso anno, finalmente sono ripresi gli scambi culturali tra Cina e Italia, che erano stati sospesi a causa dell’epidemia da Covid-19. Questo ha portato con sé grandi aspettative, un forte entusiasmo e una sincera volontà di ristabilire legami culturali. Nel luglio del 2022, la mostra “Tota Italia. Alle origini di una Nazione” ha sorpreso tutti fin dall’inizio grazie alla ricchezza della tematica, alla quantità e alla qualità delle preziose opere esposte, nonché al complesso allestimento. Questa mostra è stata l’evento principale dell’Anno della Cultura e del Turismo Cina-Italia, rinviato per due anni a causa della pandemia. Da allora, in soli dodici mesi, sono state organizzate oltre una decina di mostre di grande impatto tra Cina e Italia, e se si considerano anche le numerose attività culturali, il bilancio è ancora più impressionante. Quest’anno, la mostra “Capolavori dell’autoritratto”, con l’esposizione di cinquanta autoritratti dal Rinascimento all’epoca contemporanea, selezionati dalla preziosa collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze, ha offerto al pubblico l’opportunità di ammirare le rappresentazioni
dei grandi maestri di se stessi e di esplorare l’espressione del loro mondo spirituale. La mostra “Botticelli e il Rinascimento”, invece, ha condotto il pubblico all’interno dell’epoca e dello spazio del pittore italiano, permettendo loro di conoscere la politica, la religione e la vita di Firenze e dei suoi territori circostanti tra il XV e il XVI secolo. L’esposizione “La luce dell’antica civiltà romana” ha invece fornito l’opportunità di approfondire le radici della cultura italiana. A luglio, quando è stata inaugurata a Ningbo, nella provincia dello Zhejiang, la mostra “Le Civiltà dei Grandi Fiumi”, il pubblico ha potuto ammirare i contributi della Cina e dell’Italia, due grandi civiltà e rappresentanti distinti del mondo orientale e del mondo occidentale, nella storia artistica dell’umanità. Circa 300 reperti provenienti dai musei cinesi e italiani hanno rappresentato le culture sviluppatesi lungo i fiumi Nilo, Eufrate, Tigri, Indo, Giallo e Yangtze. Come ha dichiarato l’Ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Ambrosetti, durante la cerimonia inaugurale: “In occasione dell’apertura di questa bellissima mostra dedicata alle antiche civiltà, celebriamo la cooperazione culturale e l’amicizia tra Cina e Italia”.
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Nella storia dello sviluppo umano, sia la Cina che l’Italia hanno contribuito con una ricchezza di tesori artistici al patrimonio mondiale. Nell’epoca moderna, queste due nazioni sono state esempi di scambi culturali internazionali. Il famoso sinologo Federico Masini ha sottolineato che, per gran parte della storia, gli scambi tra l’Oriente e l’Occidente sono stati ampiamente rappresentati dall’interazione tra Cina e Italia. In passato, si riteneva che l’Oriente e l’Occidente fossero come il giorno e la notte, alternandosi l’un l’altro: quando l’Oriente era nel pieno giorno, l’Occidente era ancora avvolto nell’oscurità; quando l’Occidente brillava di luce, l’Oriente era già immerso nel sonno profondo. Sembrava che tra l’Oriente e l’Occidente vi fosse una separazione insormontabile. Tuttavia, se osserviamo più attentamente, scopriamo che quando il giorno e la notte si incontrano, creano due dei paesaggi più belli del mondo: l’alba e il tramonto. Sia l’Antica Roma e la Seres di duemila anni fa, che l’Italia e la Cina di oggi, sono proprio i creatori di questa bellezza. Guardando alla storia, molti eventi e particola-
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rità sembrano pieni di coincidenze, quasi come se fossero immagini speculari, come ad esempio l’antica dinastia Han in Cina e l’epoca gloriosa dell’Antica Roma. Nell’anno 201 a.C., la Seconda Guerra Punica si concluse con la vittoria di Roma. Meno di un anno dopo, su un continente lontano nell’Estremo Oriente, un uomo di nome Liu Bang, di umili origini, sconfisse il potente Xiang Yu nella guerra tra Chu e Han, dando inizio così alla più grande dinastia nella storia cinese: la dinastia Han. A quel tempo, la Cina chiamò Roma “Daqin”. Secondo il libro Hou Hanshu, che racconta la storia ufficiale della tarda dinastia Han (25-221 d.C.), una delegazione inviata dal re Andun di Daqin arrivò nella capitale della dinastia Han orientale, portando doni come avorio e corni di rinoceronte. Tuttavia, dalle successive
ricerche storiche, non è possibile confermare con certezza che “Andun” fosse l’allora imperatore romano Antonino Pio, ma questo evento suscitò grande curiosità in Cina verso quel lontano paese occidentale. Molti anni dopo, l’inviato cinese Gan Ying rinunciò alla sua missione di raggiungere Daqin a causa delle preoccupazioni legate alle difficoltà del percorso sconosciuto. Anche se non ci furono incontri o scambi diretti, molti studiosi hanno comparato l’Antica Roma con la dinastia degli Han. Il noto storico britannico Arnold Joseph Toynbee, nel suo libro “A Study of History” dedicato allo studio comparativo delle civiltà, ha presentato i due principali modelli dello sviluppo civile mondiale: il modello greco e il modello cinese. Secondo lui, l’antica civiltà romana è il risultato inevitabile dell’alto sviluppo del modello greco, e la cosiddetta civiltà greca può essere anche chiamata civiltà greco-romana, mentre le dinastie Qin e Han segnano l’inizio del modello cinese. Lo studioso cinese Yi Zhongtian ha scritto nel suo libro “Due Han e due Roma” che l’Antica Roma assomiglia molto alla Cina, per esempio, per il politeismo e la libertà di culto. Sebbene il Dio cinese
detenga il giudizio finale sui destini, di solito non interviene direttamente negli affari degli uomini. I dei romani sono piuttosto protettori che giudici e non si interessano alle questioni morali umane. Questo significa che sia la cultura cinese che quella romana sono incentrate sull’umanità piuttosto che sulla divinità. È per questo che entrambe hanno sviluppato un sistema legale, con la ritualità confuciana in un caso e lo stato di diritto nell’altro. In entrambi i casi, si tratta fondamentalmente di un’amministrazione autonoma degli uomini. Tuttavia, in termini di estetica artistica, queste due grandi civiltà avevano notevoli differenze a causa dei loro contesti politici e religiosi diversi. Nell’Antica Roma, l’estetica era strettamente legata all’Antica Grecia, mettendo in rilievo la bellezza delle forme e dell’esteriorità, in linea con le idee di Platone e Aristotele che enfatizzavano sul ruolo dell’arte come “imitazione della natura”. D’altra parte, nell’arte della dinastia Han in Cina, l’accento era posto sull’espressione delle emozioni interne e sull’equilibrio spirituale, in sintonia con il pensiero del confucianesimo e del taoismo, che valorizzano l’armonia tra cielo e uomo. Gli studiosi sono inclini a fare confronti perché
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entrambe le civiltà esistevano nello stesso periodo storico e crearono per la prima volta civiltà globali senza precedenti. Dal punto di vista artistico, l’Antica Roma gettò le basi per l’arte occidentale, mentre la dinastia Han fu la quintessenza dell’arte antica orientale. Entrambe, a loro volta, hanno lasciato al mondo patrimoni preziosi e inestimabili. Quanto è meraviglioso indagare le similitudini e le differenze tra queste civiltà! Dal XIII secolo, quando Cina e Italia si incontrarono oltrepassando fiumi e montagne lungo l’antica Via della Seta, le tracce di questo scambio rimasero impresse su bronzo, vetro e seta. Nei reperti archeologici, è stato scoperto che la seta cinese veniva utilizzata per adornare la statua di una dea leggiadra, mentre i motivi tipici in porcellana bianca e blu della dinastia Yuan erano incisi su un vaso di ceramica della Famiglia Medici. Con l’incremento degli scambi, l’indagine sulle similitudini e le differenze è diventata sempre più affascinante e ricca di spunti interessanti. Le diverse mostre e attività culturali, sia piccole che grandi, consentono ai due popoli, quello cinese e quello italiano, di cercare quella sensazione di
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diversità che sembra allo stesso tempo familiare, attraendoci reciprocamente e svelando il velo che ci fa sentire come se ci conoscessimo da tempo. Come ha dichiarato il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini: “L’Antica Roma e l’Antica Cina hanno portato al mondo grandi conquiste civili. Queste due civiltà erano molto simili per le loro capacità nella calligrafia, nella letteratura, nella filosofia, nella costruzione di fortificazioni e strade. Entrambi i paesi, durante l’antichità, hanno contribuito a creare un senso di ordine in tutte le aree, rispetto al disordine di altre regioni geografiche”. Di conseguenza, sia l’esposizione di capolavori italiani in Cina che l’esposizione di capolavori cinesi in Italia suscitano un particolare senso di affinità. Questa connessione costituisce il fondamento degli scambi frequenti e genuini tra la Cina e l’Italia, nonché il nucleo dell’amicizia tra i due Paesi. Nella sua lettera inaugurale per l’apertura della mostra “Tota Italia. Alle origini di una Nazione”, il Presidente italiano Mattarella ha dichiarato che la realizzazione di questa iniziativa a Pechino, insieme alle numerose proposte culturali italiane in tutta la Cina, “conferma che le rela-
zioni bilaterali si basano su solide fondamenta, che convergono tra due civiltà millenarie, unite dalla capacità di mediazione, dalla curiosità e dalla reciproca ammirazione”. Sia il pubblico cinese che quello italiano, quando si trovano di fronte a reperti storici che racchiudono millenni di civiltà e che ancora oggi brillano
di storia, possono facilmente percepire un’affezione per la storia stessa. Immaginiamo il ruolo che hanno svolto all’epoca, cerchiamo di pensare alle storie che potrebbero esserci dietro e apprezziamo il loro fascino riflesso nell’usura degli anni. Portando con noi questa familiarità, scopriamo insieme la bellezza e la curiosità che ci appartengono.
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西双版纳热带植物园 外籍研究员康牧飒 ——与中国朋友共同探究人与自然和 谐共生之道
KANG MUSA,
un ricercatore straniero presso il Giardino Botanico di Banna 40
CONTRIBUIRE MAGGIORMENTE ALLA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ IN ASIA di Xu Dandan · 倁 駠╫╫
“中国是生物多样性大国,在促进生物多样性保护 国际合作中发挥着日益重要的作用。 ” “LA CINA È UN PAESE CON UN’AMPIA BIODIVERSITÀ E STA GIOCANDO UN RUOLO SEMPRE PIÙ RILEVANTE NELLA PROMOZIONE DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ.”
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N
el 2021, un gruppo di elefanti asiatici selvatici della regione di Xishuangbanna, nella provincia dello Yunnan, ha catturato l’attenzione globale mentre migrava verso nord e poi faceva ritorno a sud. Tra coloro che hanno seguito da vicino questi animali c’è Ahimsa Campos-Arceiz, meglio conosciuto con il nome cinese “Kang Musa”, un ecologo tropicale spagnolo. Egli ha dedicato molto tempo allo studio dei grandi mammiferi, in particolare degli elefanti. Kang Musa ha affermato che la Cina ha compiuto grandi sforzi per proteggere le specie rare e a rischio di estinzione, inclusi gli elefanti asiatici selvatici, ottenendo risultati notevoli. Kang Musa è il responsabile del gruppo di ricerca sulla diversità e la conservazione dei grandi mammiferi presso il Giardino B otanico
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Tr o picale di Xishuangbanna dell’Accademia Cinese delle Scienze (di seguito denominato “Giardino Botanico di Banna”). Diciassette anni fa, mentre stava ancora completando il suo dottorato, visitò il giardino botanico per la prima volta. “Nel 2020, quando mi unii ufficialmente al team del Giardino Botanico di Banna, scoprii che la qualità e i risultati della ricerca qui compiuti avevano fatto passi da gigante. Alcuni colleghi cinesi sono leader nel loro campo e hanno pubblicato importanti risultati di ricerca nelle migliori riviste accademiche del mondo”. Fuori dall’ufficio di Kang Musa si estende una vegetazione lussureggiante. “Ci focalizziamo anche sulle foreste tropicali del Sud-est asiatico per preservare l’ambiente di sopravvivenza dei grandi mammiferi”, dichiara il ricercatore. Riguardo alla protezione degli elefanti selvatici, ritiene che le
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altre regioni dell’Asia siano più concentrate sull’aspetto economico e sulla salvaguardia delle colture agricole, mentre la Cina presta maggiore attenzione alla sicurezza umana, “orientandosi maggiormente verso il benessere delle persone”. Contemporaneamente, la Cina sta sviluppando un sistema avanzato di monitoraggio e allerta preventiva per gli elefanti selvatici, che potrebbe servire come modello per altri Paesi. Inoltre, Kang Musa è stato co-editore della rivista accademica “Integrative Conservation”, pubblicata dal Giardino Botanico di Banna. Questa rivista rappresenta la prima pubblicazione in lingua inglese dedicata alla ricerca sulla conservazione della biodiversità in Cina. “La Cina attribuisce un’enorme importanza allo sviluppo globale nel campo scientifico e sta progressivamente rafforzando la sua leadership nella conservazione ecologica”, afferma l’ecologo spagnolo. Kang Musa ha sottolineato che la Cina è un Paese con un’ampia biodiversità e che il pieno potenziamento della costruzione della civiltà ecologica contribuirà significa-
tivamente a radicare il concetto di civiltà ecologica nei cuori delle persone. In aggiunta, la Cina sta giocando un ruolo sempre più rilevante nella promozione della cooperazione internazionale per la conservazione della biodiversità, attraverso l’istituzione di piattaforme di cooperazione come la “Belt and Road”. Nel 2015, l’Accademia Cinese delle Scienze ha istituito il Centro di Ricerca sulla Biodiversità del Sud-est asiatico in collaborazione con il Giardino Botanico di Banna. Da allora, il centro ha collaborato con il Ministero delle Risorse Naturali e della Conservazione Ambientale del Myanmar e il Ministero della Scienza e della Tecnologia del Laos, conducendo 9 spedizioni congiunte di ricerca sulla biodiversità tra la Cina e il Myanmar, e 4 spedizioni di ricerca transfrontaliere tra la Cina e il Laos. Queste spedizioni hanno portato alla scoperta di oltre 880 nuovi gruppi biologici, arricchendo notevolmente le conoscenze sulla biodiversità nel
Sud-est asiatico. Tali risultati hanno fornito preziosi materiali audiovisivi e testuali, contribuendo al potenziamento delle riserve naturali e alla presentazione di progetti pertinenti presso l’UNESCO. “Pur essendo situato in una zona remota, il Giardino Botanico di Banna attira esperti e studiosi provenienti da molti Paesi del mondo ed è particolarmente affascinante per la ricerca e la conservazione nelle regioni tropicali dell’Asia”, ha affermato il ricercatore ed ecologo spagnolo. Il team di ricerca guidato da Kang Musa ha in programma di avviare progetti di ricerca in vari Paesi del Sudest asiatico. “Questi progetti porteranno a risultati significativi nei prossimi 3-5 anni, con l’obiettivo di contribuire ulteriormente alla conservazione della biodiversità in Asia. Non vedo l’ora di intraprendere il percorso verso una convivenza armoniosa tra l’umanità e la natura insieme agli amici cinesi”, ha concluso Kang Musa.
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20世纪初,中国知识分子 高度关注意大利民族国家 构建的事业。 对政治现实 的关切同时构成了两国悠 久交往的回应。 在文本的 旅行中,原本平行的人生 交织和相遇所见证的友 谊,并非偶然的选择,而是 志同道合的结果。
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DA MARCO POLO A LIANG QICHAO: INCROCIO DI VITE PARALLELE di Pan Yuanwen · 倁 愎徏倁
CARICA DI ATTUALITÀ E VALORI POLITICI, L’ATTENZIONE RIVOLTA ALL’ITALIA APPENA UNIFICATA DA PARTE DEGLI INTELLETTUALI CINESI ALL’INIZIO DEL XX SECOLO, RISPONDE A UN RICHIAMO PROFONDO. NEL VIAGGIO TESTUALE, L’INCROCIO IN CUI CONVERGONO LE VITE PARALLELE TESTIMONIA UN’AMICIZIA SCELTA NON DAL CASO MA DALLE PASSIONI.
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e Plutarco tornasse a scrivere le sue Vite parallele all’inizio del XX secolo, non esiterebbe a porre a confronto l’esistenza di Giuseppe Mazzini con quella di Liang Qichao, appartenente alla generazione immediatamente successiva. Il primo ha visto nascere un’Italia unificata negli ultimi anni della vita ed è rimasto fermamente fedele agli ideali repubblicani fino al giorno della sua morte avvenuta nel 1872, mentre il secondo, nato l’anno dopo in una Cina preda degli Stati coloniali, ha visto il fallimento della Riforma dei cento giorni. Nella Autobiografia precocemente scritta a soli trent’anni, Liang ricorda con precisione le coordinate che definiscono la sua nascita: “Sono nato il 26 gennaio del calendario lunare cinese, sotto il regno dell’Imperatore Tongzhi. Questa data coincide con il decimo anniversario della caduta del Taiping Tianguo a Nanchino, l’anno successivo alla morte del noto statista Zeng Guofan, e tre anni dalla guerra franco-prussiana. Inoltre, è l’anno in cui Roma è stata designata come capitale del Regno d’Italia”. Si intuisce subito la visione globale di Liang Qichao, il quale ha inserito la sua vita nel contesto mondiale. Non sorprende il motivo per cui Liang, una delle più importanti personalità della storia moderna cinese, abbia scelto il Risorgimento italiano come modello per illuminare i suoi connazionali, al fine di risollevare la patria da una situazione umiliante. L’autore delle Vite dei tre eroi fondatori dello Stato Italiano, la prima opera in lingua cinese dedicata al Risorgimento italiano e ai suoi protagonisti, afferma che “solo le azioni dei patrioti italiani possono fungere da modello per il popolo cinese”. Allo stesso tempo, si identifica con il repubblicano genovese, chiedendosi quando la Cina riuscirà a raggiungere uno stato simile: “Ecco spuntare Mazzini che riuscì a ringiovanire l’intero Paese; a quando in Cina?” L’Italia giovane, immaginata da Liang, si discosta dal mito che emergeva, a più riprese, dagli scritti degli antichi cinesi. Il Belpaese del Sì si presenta agli intellettuali cinesi del primo Novecento non solo come una mera entità geografica, ma come un modello da emulare. I due Paesi, accomunati da civiltà millenarie, sono destinati a rivivere un passato glorioso. Va notato che l’interesse per il Risorgimento nel tardo periodo Qing non si limitò a Liang Qichao. Anche il suo maestro, Kang Youwei, dimostrò un vivo interesse per gli eventi dell’epoca. Nel suo resoconto di viaggio in Italia del 1904 lasciò testimonianze dirette nell’Yidali youji, dalle quali emerge la sua preferenza per un altro eroe risorgimentale. Il Conte di Cavour, Camillo Benso, alla vigilia della unificazione,
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guardava con altrettanto entusiasmo verso la Cina. Negli anni ‘50 dell’Ottocento, mentre l’industria serica del Piemonte veniva messa a dura prova dall’epidemia della pebrina, una malattia che colpiva i bachi da seta, lo sguardo di Cavour si rivolse verso i mercati orientali, in particolare la Cina, con l’obiettivo di importare sia la seta grezza che un seme adatto a rivitalizzare la produzione locale. L’approccio del Conte di Cavour non era una mera strategia temporanea, ma piuttosto un calcolo economico ben ponderato giustificato dalle fonti dell’antichità classica.
Liang Qichao
Haec eadem nouit quid toto fiat in orbe, quid Seres, quid Thraces agant (costei sa tutto quel che bolle nel mondo, ciò che fanno i Seri e i Traci) è un passo interessante che ci parla di una figura di una chiacchierona romana ben informata su ciò che accade in tutto il mondo, compresa la Cina. Il poeta satirico Giovenale ci offre una testimonianza antica e curiosa dell’immaginario cinese dei Romani. Seres, il misterioso Paese della seta, sembrava situato agli estremi confini del mondo conosciuto. Questa terra remota, oggetto di ricerca per cartografi e filologi europei, divenne il punto di partenza per esplorare l’alterità del mondo cinese. Curiosamente, il prestigio attribuito da Liang all’Italia sembra essere alimentato dalla sua lontananza o dalla sua irraggiungibilità, come direbbe Tacito. Major e longinquo reverentia, così ricorda lo storico romano: la lontananza aumenta il prestigio. Tuttavia, questo giudizio dello storico romano sembrerebbe smentito dall’esperienza di Marco Polo, il celebre viaggiatore il cui libro Il Milione era ricco di informazioni, aneddoti e curiosità. Le sue narrazioni suscitarono nei contemporanei e nelle generazioni successive un forte desiderio di raggiungere l’altra estremità del continente eurasiatico. Sul letto di morte, Marco Polo assicurò che aveva raccontato solo la metà delle cose che aveva visto durante i suoi viaggi. Anche se alcuni scettici consideravano il racconto di Marco Polo come una sorta di fantasia fiabesca, il dubbio non riuscì mai a smorzare l’entusiasmo incessante dei successivi esploratori e viaggiatori.
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Quando Matteo Ricci intraprese il viaggio via mare verso il Paese di mezzo, si trovò di fronte a numerosi enigmi irrisolti. Correva l’anno 1583 e i gesuiti non sapevano ancora stabilire il rapporto fra la Cina dei Ming e il Catai descritto dal veneziano Marco Polo. L’ipotesi di identificare la posizione del Catai spesso naufragava a causa delle difficoltà nel superare i confini via terra. Nel 1602, il gesuita portoghese Bento de Goes partì dalla città di Agra per recarsi via terra verso la Cina. Percorse lo stesso itinerario seguito da Marco Polo negli anni ‘70 del XIII secolo. Il giorno di Natale del 1605, Goes arrivò a Suzhou, dove, due anni dopo, morì, ponendo fine alla sua speranza di raggiungere Ricci che lo attendeva a Pechino. Mentre Bento de Goes cercava la Cina, sembrava aver trovato il paradiso. Tuttavia, l’incontro mancato tra i due gesuiti riuscì comunque a chiarire l’autenticità e la validità del racconto di Marco Polo nel testo Il Milione e, allo stesso tempo, a identificare la Cina descritta da Ricci con il Catai del noto esploratore veneziano. Le testimonianze di quest’ultimo sulla Cina smisero così di essere vaghe ed enigmatiche nei testi, e la “seconda metà” delle cose che Marco Polo “aveva visto” non caddero nell’oblio e non vennero dimenticate. L’autore è professore associato di letteratura italiana all’Università per l’economia e il commercio internazionale (UIBE) di Pechino
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Sulle rotte della Via della Seta marittima
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LA NASCITA SECOLI FA DELLA PRIMA RETE DI COMMERCIO GLOBALE È LEGATA ALLA PORCELLANA E AL TÈ, ENTRAMBI PROVENIENTI DALLA CINA.
di Gabriella Bonino · 倁 し◥
踏寻海上 丝绸之路 几个世纪前,第一个全球贸易网络的 诞生与瓷器和茶叶密切相关,而这两 者都源自中国。
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a “spiaggia dorata” di Meizhou, presso Putian, nella provincia meridionale cinese del Fujian, è uno dei punti più belli dell’isola, famosa soprattutto per aver dato i natali a Mazu, la divinità protettrice dei naviganti, alla quale i locali hanno dedicato un grande tempio, il più antico tra le decine di migliaia esistenti nel mondo. Mazu è stata la speranza di generazioni di naviganti cinesi, dai semplici pescatori a famosi ammiragli,
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come Zheng He, la cui colossale flotta solcò ripetutamente le acque dell’Oceano Indiano all’inizio del XV secolo, lasciando impronte indelebili sulle coste dell’Asia e dell’Africa. Nelle sue sette spedizioni nell’“oceano occidentale”, Zheng He si portò appresso le sete e le porcellane cinesi, che scambiava con le resine aromatiche e le spezie dei paesi arabi e dell’India. Il suo messaggio, privo di intenti aggressivi, aveva alle spalle una grande e antica civiltà: la civiltà cinese. A COSA SI DEVE LA NASCITA DELLA VIA DELLA SETA MARITTIMA? A causa della sua aspirazione all’immortalità, il primo promotore cinese dell’esplorazione dei mari si può considerare l’imperatore Qin Shihuang (259 a.C.- 210 a.C.), che nel 221 a.C. unificò la Cina. Per ottenere l’elisir di lunga vita, la pillola dell’immortalità, che si diceva si trovasse nelle “tre isole degli immortali” del Mare Orientale, nel 216 a.C. Qin Shihuang inviò due spedizioni capitanate dal maestro taoista Xu Fu. Dalla prima Xu Fu tornò, ma senza risultato. Della seconda, invece, non si ebbero più notizie. Le spedizioni, partite dalle coste dello Shandong, comprensive di una ventina di
grandi navi con a bordo tremila bambini, maschi e femmine, erano dirette verso est, la direzione del sorgere del sole. In Giappone esistono numerose leggende e siti collegati, tra cui la tomba di Xu Fu e il villaggio abitato dai suoi discendenti, da cui emerge che Xu Fu si stabilì in Giappone, e questo ne farebbe il primo caso di emigrazione nella storia della Cina. Poiché la pillola dell’immortalità era introvabile nel Mare Orientale, Qin Shihuang pensò di rivolgersi al Mare Meridionale: egli inviò quindi un’altra spedizione che partì da Xuwen, all’estremità sud della Cina, i cui membri, appena salpati, scoprirono effettivamente tre isolette, ma non la famosa pillola. Da allora Xuwen si trasformò in un attivo porto del commercio della seta, molto ambita dai re stranieri. In realtà la Via della Seta marittima è la “Via della Porcellana”, difficile da trasportare a dorso di cammello, lungo la quale le delicate porcellane cinesi, protette da strati di foglie di tè, raggiunsero i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa. L’iniziativa “One Belt, One Road”, avanzata dalla Cina nel 2013, ha profonde radici storiche e culturali: in rapporto all’antica Roma, già duemila anni fa le navi dei romani rag-
giunsero le coste dell’India e dello Sri Lanka alla ricerca della seta cinese. Secondo i testi cinesi, alcuni inviati (probabilmente mercanti) romani raggiunsero Seres (il paese della seta, il nome con cui gli antichi romani indicavano la Cina), dove furono ricevuti dall’imperatore cinese. Nel frattempo, l’inviato cinese Gan Ying superò l’altopiano del Pamir arrivando nel sud della Persia, dove intendeva imbarcarsi per raggiungere Daqin (il nome con cui gli antichi cinesi indicavano l’Impero Romano). Fuorviato dalle informazioni dei locali, secondo cui “per arrivare a Daqin con il vento favorevole occorrono tre mesi e con il vento contrario due, tre anni; occorre portare con sé cibo per tre anni e molti si ammalano sulle navi, oppure impazziscono e muoiono di no-
stalgia per la terra natale”, alla fine Gan Ying rinunciò. La verità è che gli abitanti di Anxi (i Parti) non volevano che i cinesi stabilissero contatti diretti con l’Impero Romano, visto che facevano da intermediari tra le due parti nel commercio della seta cinese, da cui ricavavano enormi profitti. In seguito la porcellana sostituì la seta quale maggiore prodotto di esportazione della Cina, ambita dai re e dai nobili di Asia ed Europa: la Cina diventò così la meta di mercanti occidentali, quali Marco Polo, e arabi, i quali ne compilarono le prime descrizioni, originando un enorme interesse nei rispettivi paesi di origine. Dal canto suo, il navigatore cinese Zhou Daguan (1266-1346), originario di Wenzhou, raggiunse via mare la Cambogia,
compilando al ritorno l’opera Zhenlafengtuji (Usi e costumi della Cambogia), che tra l’altro contiene la prima annotazione delle coordinate di navigazione della bussola. Il navigatore Wang Dayuan (1311-?) si spinse invece nel sud-est asiatico, lungo le coste dell’Africa e nei paesi arabi, arrivando addirittura in Marocco, descrivendo alla fine il suo viaggio nell’opera Daoyi Zhilüe (Descrizione delle isole straniere). All’inizio del XV secolo, l’ammiraglio Zheng He solcò per sette volte le acque dell’Oceano Indiano, effettuando, oltre alle missioni diplomatiche, un attivo commercio di sete e porcellane in cambio di resine aromatiche, spezie, pietre preziose e legni pregiati. Con il passare del tempo, la porcellana cinese stimolò la nascita della prima rete di commercio globale, dominata in seguito non dai cinesi ma dai portoghesi, dagli spagnoli, dagli olandesi e dagli inglesi, che a partire dal XVI secolo penetrarono nel sud-est asiatico per creare le prime colonie, interrompendo così le rotte marittime tradizionali percorse dai mercanti cinesi. Sulla base degli scambi commerciali, la Via della Seta marittima ha stimolato nel tempo vivaci scambi culturali tra i numerosi paesi interessati, permettendo la scoperta e l’apprezzamento di civiltà diverse, un’interazione che ha originato positive sinergie a ogni livello. Arricchita dallo spirito della “comunità umana dal futuro condiviso”, l’obiettivo promosso e portato avanti da alcuni anni dalla Cina, la Via della Seta marittima del XXI secolo potrà sicuramente apportare immensi benefici all’intera umanità.
Zheng He
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泉州,位于中国东南沿海,是一座历史悠 久的港口城市。 作为古代海上丝绸之路 的重要一站,泉州承载了其辉煌历史和 文化遗产。 QUANZHOU, SITUATA SULLA COSTA SUD-ORIENTALE DELLA CINA, È UNA CITTÀ PORTUALE CON UNA LUNGA STORIA. COME PORTO CRUCIALE DELL’ANTICA VIA DELLA SETA MARITTIMA, QUANZHOU PORTA CON SÉ LA GLORIOSA STORIA E IL PATRIMONIO CULTURALE DI QUESTA ROTTA COMMERCIALE.
QUAN ZHOU: “È PORTO DELLA VIA DELLA SETA MARITIMMA ORA PATRIMONIO MONDIALE UNESCO
uno dei porti più grandi al mondo, con un gran numero di mercanti che si riuniscono qui. Le merci sono ammassate come montagne, e gli scambi commerciali sono inimmaginabili. Ci sono pile di spezie, pietre preziose, legno pregiato, oro, gioielli d’argento e molto altro ancora. Neanche il porto di Alessandria d’Egitto possiede un decimo delle spezie commercializzate nel porto di Quanzhou,” descrisse così il viaggiatore italiano Marco Polo l’antica città di Quanzhou durante i suoi viaggi nel XIII secolo d.C.
di Li Mengfei 倁 匃唙긌
Quanzhou, precedentemente nota come “Zayton”, si trova lungo la costa sud-orientale della Cina. È una città portuale che esiste da oltre 1300 anni, con una ricca storia marittima. Tra il X e il XIV secolo, Quanzhou fiorì grazie al vivace commercio marittimo internazionale, diventando uno dei principali centri commerciali marittimi del mondo di quell’epoca e una tappa importante lungo la Via della Seta Marittima. Viaggiatori d’affari provenienti da vari paesi si riunirono qui, dando luogo a un melting pot di culture. Quando i marinai provenienti da varie parti del mondo solcavano i mari a bordo di navi cariche di merci, e scorgevano le alte torri di pietra illuminate, sapevano di essere giunti al “porto più grande d’Oriente”. Nell’agosto del 1973, nella baia di Quanzhou, venne scoperta un’antica nave della dinastia Song nel porto di Houzhu. Questa è stata l’unica imbarcazione a vela in legno recuperata in Cina che abbia effettuato navigazioni oceaniche e fatto un viaggio oltremare, svelando così i suoi segreti. Le spezie, le medicine e le altre preziose merci trasportate, così come la tecnologia dei compartimenti stagni utilizzata, rappresentano non solo un microcosmo della prosperità del commercio marittimo d’oltremare di Quanzhou durante il periodo delle dinastie Song e Yuan, ma riflettono anche la squisita tecnica nella costruzione navale della provincia di Fujian. Al giorno d’oggi, la
nave della dinastia Song, rimasta silenziosamente nel porto di Houzhu nella baia di Quanzhou per oltre 700 anni, è esposta nel Quanzhou Bay Ancient Ship Exhibition Hall, situato nel Tempio di Kaiyuan. Fino ad oggi, Quanzhou conserva numerosi e preziosi reperti culturali e siti legati alla Via della Seta Marittima, che hanno contribuito alla formazione della sua distintiva cultura legata a questa rotta commerciale. Nel 25 luglio 2021, durante la 44° Conferenza del Patrimonio Mondiale, “Quanzhou: World Marine Trade Center of Song and Yuan Dynasties” è stata ufficialmente inclusa nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, guadagnando così lo status di nuovo patrimonio culturale mondiale. Con questa aggiunta, la Cina conta ora un totale di 56 siti annoverati nella lista dell’UNESCO.
Il “Quanzhou: World Marine Trade Center of Song and Yuan Dynasties” è costituito da 22 siti, ciascuno con caratteristiche uniche legate al commercio marittimo e ai legami tra le civiltà orientali e occidentali. Questi antichi siti riflettono la ricca eredità dell’era delle dinastie Song e Yuan a Quanzhou, con il suo distintivo sistema di commercio d’oltremare e una struttura sociale aperta e inclusiva. Gli edifici storici, come le torri est e ovest del Tempio Kaiyuan, il ponte Luoyang e il ponte Anping, mostrano la magnificenza delle loro strutture e la ricchezza di dettagli, riflettendo una splendente civiltà di un’epoca passata. I manufatti antichi, come la nave della dinastia Song, il molo Jiangkou, la torre Liusheng e le iscrizioni di Zheng He relative ai suoi viaggi in Occidente, testimoniano inoltre la prosperità degli scambi economici, commerciali e culturali con l’estero che Quanzhou aveva un tempo.
L’aspetto sociale vivace, colorato e vibrante di Quanzhou riflette quello di una città nata dalla tradizione del mare, con tratti innati legati all’apertura e all’integrazione. Ogni sera, gli anziani si siedono davanti alle case da tè, ascoltando esecuzioni di opere classiche di Nanyin: una musica semplice, ma dall’intrigante profondità. La musica di Nanyin si basa principalmente sul dialetto Minnan (la parte meridionale della provincia del Fujian) ed è nota come il “fossile vivente nella storia della musica cinese”. Durante le dinastie Song e Yuan, grazie alla prosperità della Via della Seta Marittima, Nanyin si diffuse anche nel sud-est asiatico attraverso le tracce degli emigranti cinesi d’oltremare. Nel 2009, la musica di Nanyin è stata inclusa nella Lista Rappresentativa UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Mille anni fa, Quanzhou si presentò al mondo come il “porto più grande d’Oriente”, mostrando un sistema commerciale marittimo avanzato, un livello economico sviluppato e un atteggiamento culturale aperto e inclusivo proprio della Cina di quei tempi. Mentre si cammina per Quanzhou, le testimonianze storiche dell’apprendimento e dell’integrazione tra culture straniere e locali sono ancora presenti nei profondi vicoli della città, visibili ovunque. Visitando il molo Jiangkou nell’antico porto, sembra quasi che le competizioni delle navi a vela delle dinastie Song e Yuan e l’afflusso di mercanti siano ancora vivi davanti ai nostri occhi. Osservando da lontano le torri est e ovest del Tempio Kaiyuan, si percepisce un suono rilassato ed elegante, l’antico suono di Nanyin, che sembra trasportarci indietro di mille anni nella città di “Zayton”. Oggi, Quanzhou rimane un importante hub per l’interconnessione e la costruzione della Via della Seta Marittima, una piattaforma all’avanguardia per la cooperazione economica e commerciale, oltre che un importante punto di scambio culturale. E continua a scrivere un nuovo capitolo sulla Via della Seta Marittima nel XXI secolo.
Viaggiando attraverso la storia ed esplorando una prosperità millenaria
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a città di Fuzhou, in Cina, uno dei punti di partenza più importanti della Via della Seta marittima nell’antica Cina e anche il punto di partenza dei sette viaggi di Zheng He verso l’Occidente, ospitava centinaia di banchine di varie dimensioni. Porcellana, tè e oggetti laccati trasportati in tutto il mondo. Oggi, le persone pos-
sono intravedere la prosperità del commercio marittimo del passato grazie al gran numero di squisite porcellane recuperate dal relitto della nave “Wanjiao No. 1”, che affondò circa 300 anni fa. Il centro storico composto dalle tre corsie e dai sette vicoli di questa città è stato anche testimone della prosperità della Via della Seta Marittima, che fonde tempi antichi e moderni, ed è conosciuta come “il fossile vivente del sistema Lifang (un antico sistema di pianificazione urbana per l’area residenziale, ndr)”. Il Mawei Shi-
Scopri le reliquie storiche della “Via della seta marittima” di Fuzhou Essendo un porto importante della “Via della seta marittima” , Fuzhou fonde tempi antichi e moderni ed è senza tempo. Nell’antica Cina, la porcellana, il tè e oggetti laccati sono stati portati da qui in tutte le parti del mondo. È un luogo che testimonia lo sviluppo e la prosperità degli scambi culturali tra Oriente ed Occidente.
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穿越历史风尘 探访千年繁华 —— 打卡福州海丝史迹遗存
pbuilding Cultural Site Group a Fuzhou è stato testimone delle moderne tecnologie cinesi, della produzione industriale e del rapporto tra Oriente e Occidente. Con lo sviluppo degli scambi culturali e con l’aiuto di una ricca cultura marittima, manufatti, lingue, religioni e stili di vita di vari paesi si sono fusi e si sono influenzati reciprocamente, dando vita a conquiste culturali straordinarie. Min’an, situata nella città di Tingjiang, nel distretto di Mawei, è un famoso e antico borgo millenario sulla costa sud-orientale, vanta oltre 300 cimeli culturali e siti storici. Un tempo fu il fulcro politico, militare, culturale ed economico dell’estuario del Minjiang, conosciuto come “la porta n. 1 del Fujian”, nonché un importante nodo della Via della seta marittima della Cina. In questo luogo, sorgevano numerose banchine grandi e piccole, dalle quali le antiche navi mercantili cine-
si solcavano gli oceani, trasportando seta, porcellana, tè e manufatti laccati verso ogni angolo del mondo. Il Molo Dongqi costituisce una parte dell’antico corso d’acqua di Xinggang a Min’an. Fu inizialmente costruito durante la dinastia Tang e mantenne la sua importanza durante le dinastie successive. In riferimento alla Via della Seta Marittima, il Molo Dongqi svolgeva un ruolo fondamentale che non può essere trascurato. Attualmente, i gradini sul molo sono ancora chiaramente visibili. Le tracce dell’antichità e le testimonianze dell’usura del tempo, insieme alle incisioni rupestri ancora sopravvissute, narrano l’origine di Fuzhou e della Via della Seta Marittima alle future generazioni. Nel porto di Mawei, alla confluenza dei tre cor-
di Xu Dandan · 倁 駠╫╫
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si d’acqua nella parte inferiore del fiume Minjiang, si trova il monte Luoxing. Sulla montagna si trova la famosa Torre Luoxing, originariamente concepita come faro marittimo per il porto antico. Era riconosciuta a livello internazionale come uno dei punti di riferimento marittimi più importanti ed era nota anche come la “Torre Cinese”. Circa un secolo o due fa, quando le navi straniere si avvicinavano alle acque al largo di Mawei, a Fuzhou, la Torre Luoxing era visibile da lontano. A quei tempi, le lettere spedite a Mawei da ogni parte del mondo potevano essere consegnate semplicemente indicando il nome del luogo postale della Torre Luoxing, noto come “Pagoda Anchorage”. Anche l’antico molo di Jieguandao, situato sulla riva del fiume Wulong nel villaggio di Huai’an, nel distretto di Cangshan, rappresenta un’importante testimonianza della prosperità della Via della Seta Marittima. Il sito della fornace di Huai’an, che si trova non lontano dal molo, fu la culla della produzione di porcellana destinata all’esportazione a Fuzhou durante il IX e X secolo. Dopo più di duecento anni di prosperità, questo sito fu testimone dello splendore della “Via della Porcellana Marittima” di Fuzhou. L’area esistente copre circa 80.000 metri quadrati e ha restituito più di 15.000 reperti di porcellana. Questi manufatti prodotti nella fornace di Huai’an venivano caricati sulle imbarcazioni nel porto collegato alla strada principale, prendevano il largo dal fiume Minjiang e venivano spediti in Giappone, nell’Asia sud-orientale e in altre parti del mondo. Più di 300 anni fa, durante il regno Kangxi della dinastia Qing, la nave denominata “Wanjiao n. 1”, carica di porcellana cinese, salpò ma colpì una roccia, affondando nelle acque della contea di Pingtan, Fuzhou. Nel giugno 2005, il relitto fu scoperto e recuperato, restituendo più di 17.000 pezzi di porcellana di straordinaria bellezza. Queste ceramiche recuperate presentano colori vivaci e chiari, con un’enfasi particolare sulla maestria artistica delle porcellane destinate all’arredamento. La porcellana di Jingdezhen contenuta comprende la “porcellana Batavia”, piatti in porcellana decorati con motivi a margherite, porcellane in miniatura, tazze alte e altri manufatti da esportazione con ricche influenze occidentali. Attraverso di esse, possiamo intravedere lo splendore della Via della Seta Marittima durante la dinastia Qing. Oggi, nel Museo Municipale di Fuzhou, possiamo chiaramente percepire la prosperità e le sfide del commercio marittimo lungo la Via della Seta di centinaia di anni fa. Sanfang Qixiang, letteralmente “Tre corsie e sette vicoli”, è sempre stato uno dei luoghi più frequentati di Fuzhou ed è conosciuto come una delle tre “famose strade storiche e culturali della Cina”. Questo
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quartiere è una miscela di antico e moderno e conserva in gran parte la struttura delle vie e vicoli delle dinastie Tang e Song. Qui, sono preservati 159 edifici antichi risalenti alle dinastie Ming e Qing. Sanfang Qixiang è noto come “il fossile vivente del sistema Lifang”, oltre a essere una testimonianza della prosperità della Via della Seta Marittima. Fuzhou è stata un importante centro per la costruzione navale nell’area meridionale della Cina, e i “Fuchuan” (le navi di Fuzhou) hanno goduto di buona fama all’estero fin dai tempi dei Tre Regni. Dopo il periodo Tang, il commercio estero fiorì e Fuzhou divenne un importante nodo della Via della Seta Marittima. Durante le dinastie Song e Yuan, la città continuò a mantenere rapporti commerciali con il Giappone e il Goguryeo. Durante la dinastia Ming, Zheng He compì sette viaggi verso ovest e le sue flotte erano ormeggiate nel porto di Taiping a Changle, nella città di Fuzhou, in attesa di condizioni meteorologiche favorevoli prima di salpare. Durante le dinastie Ming e Qing, Fuzhou era l’unico porto legale per il commercio tra la Cina e il Ryukyu. Oggi, la storia di questi eventi passati può essere appresa nella residenza di Youshi a Wenrufang nel quartiere “Tre corsie e Sette vicoli”. Questa sala espositiva sulla Via della Seta Marittima è anche chiamata Museo Culturale di Fuchuan di Fuzhou. “Bobuyanglan” mostra che gli antichi si aspettavano che il percorso della Via della Seta Marittima fosse sempre sicuro e agevole. Il modello dell’antica Fuchuan nel cortile è una ricostruzione in scala 1:0,7 del tipo di nave più rappresenta-
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tivo dell’epoca: la barca a fune con ancora. Questa nave di dimensioni imponenti, ben strutturata e in grado di trasportare una vasta gamma di merci, rappresentava il livello più avanzato della tecnologia navale dell’epoca. Si dice che il Fuchuan fosse il ponte della Via della Seta Marittima. Un porto millenario, un’amministrazione marittima centenaria. Essendo il luogo di origine della cultura della navigazione, il Mawei Shipbuilding Cultural Site Group nel distretto di Mawei, Fuzhou, circondato da montagne e fiumi, ospita molti siti legati al patrimonio marittimo, tra cui il Museo della cultura della costruzione navale cinese, la filiale del consolato britannico, l’officina motori e l’Accademia di pittura. Questi luoghi testimoniano i notevoli progressi ottenuti dalla Cina moderna nel campo della scienza, della tecnologia, della produzione industriale e degli scambi culturali tra Oriente e Occidente. Come ponte della Via della Seta Marittima, in questo luogo si è anche visto la crescita della famosa produzione di “Fuchuan”. Il miglioramento della tecnologia navale portò a quel tempo maggiori opportunità al commercio marittimo, contribuendo all’espansione economica e alla prosperità culturale. In questo contesto, la Via della Seta marittima stimolò la fioritura di molte città lungo il suo percorso, come Fuzhou. Questo commercio facilitò lo scambio di manufatti, lingue, religioni, stili di vita e filosofie tra diverse nazioni, creando risultati culturali straordinari e arricchenti.
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53"$$& %* 4$".#* 53" 03*&/5& & 0$$*%&/5& 46--" 7*" %&--" 4&5" Il concetto di “Via della seta” fu coniato dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Questa strada era come una barca su un mare sabbioso, che collegava l’Oriente e l’Occidente.
Brocca in porcellana con disegno applicato di datteri, proveniente dalla fornace di Changsha Dinastia Tang (618 d.c-907 d.c) / Museo provinciale dello Hunan 长沙窑贴花椰枣纹瓷壶 La palma da dattero è un albero da frutto molto diffuso in Asia occidentale. L’uso del motivo a forma di dattero applicato sugli oggetti da fornace di Changsha evidenziava lo stile esotico della porcellana da esportazione di tale fornace.
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Per oltre un millennio, molti mercanti, missionari e diplomatici hanno utilizzato la Via della Seta per i loro viaggi attraverso il continente eurasiatico. Le tracce di queste interazioni sono fissate su preziosi manufatti.
FOTOREPORTAGE新聞攝影
Il vaso di Marco Polo Dinastia Song (960 d.c-1279 d.c) Chiesa di San Marco, Venezia / Museo provinciale dello Hunan 马可·波罗罐 Questo vaso in ceramica fu prodotto nella fornace di Dehua, nel Fujian. Si diceva in passato che il vaso fosse stato portato a Venezia da Marco Polo, in realtà fu probabilmente riportato da Costantinopoli da alcuni veneziani durante la Terza Crociata.
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Il vaso di ceramica medicea Anno 1575 / Museo della ceramica Duca di Martina, Napoli 美第奇软瓷罐 Le decorazioni in bianco e blu della dinastia Yuan sono un tipico esempio di porcellane cinesi, che venivano portate in Europa dai mercanti che percorrevano la Via della Seta. Questo vaso di ceramica imita chiaramente la porcellana bianca e blu cinese. Sul fondo è raffigurata la cupola del Duomo di Firenze del Brunelleschi con le iniziali “F” del Granduca Francesco.
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FOTOREPORTAGE新聞攝影 Anatra romana contagocce in vetro Chiesa di San Marco, Venezia Sedici Regni / Museo di Ningxia 罗马鸭形玻璃注 Si presume che questo contagocce in vetro a forma di anatra sia stato prodotto in una zona della fascia costiera tra l’attuale Siria e il Mediterraneo durante l’Impero Romano, e che sia stata successivamente portata nel Regno Yan Settentrionale, passando attraverso il Khaganato di Rouran.
Piatto d’argento dorato con motivi raffiguranti dèi e dèe del periodo dell’Impero romano d’oriente IV-VI secolo d.C / Museo Provinciale del Gansu 东罗马神人纹鎏金银盘 Si tratta di un importante manufatto romano rinvenuto lungo la Via della Seta in Cina. Sull’anello che circonda il centro del piatto sono scolpite in rilievo le teste delle dodici divinità greche dell’Olimpo, con un animale a sinistra di ciascuna testa. Al centro del piatto si trova invece un motivo in altorilievo di una pantera appoggiata e di un dio del vino con uno scettro.
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Brocca in argento dorato 569 d.c/Museo Guyuan di Ningxia 鎏金银壶 La brocca in argento dorato era originariamente un recipiente per bere della dinastia persiana. Questo vaso d’argento proveniva dall’Impero romano ed entrò in Cina lungo la Via della Seta all’inizio del IV secolo d.C. Storicamente, Guyuan era l’intersezione tra la cultura agricola delle pianure centrali e la cultura nomade del nord, ed era anche la porta d’accesso dal Guanzhong alle regioni occidentali dell’Occidente. Dagli anni ‘80, una serie di scavi archeologici relativi alle dinastie del Nord e alle dinastie Sui e Tang, ha portato alla luce un gran numero di reperti culturali che riflettono la Via della Seta, registrando questa storia preziosa.
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FOTOREPORTAGE新聞攝影 Coppa in agata con testa di animale Dinastia Tang (618 d.c - 907 d.c) / Museo dello Shaanxi 兽首玛瑙杯 Questa coppa fu un dono di un qualche paese dell’Asia centrale o occidentale durante la dinastia Tang, ed è l’unica opera in giada della Dinastia Tang intagliata in accordo con la sua colorazione naturale. La sua squisita fattura stupisce chiunque la veda, ed è anche un’importante testimonianza degli scambi culturali tra la dinastia Tang e i Paesi delle regioni occidentali del mondo.
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Moneta d’argento di Venezia / Museo di Guangzhou 威尼斯银币 È stata riportata alla luce nel 1964 dalla tomba dell’eunuco Wei Juan della Dinastia Ming. Si tratta di un “Grosso” d’argento emesso dalla Repubblica di Venezia nel XV secolo e coniato dal Doge della Repubblica di Venezia, Pasquale Malipier. I “Grossi” d’argento coniati in tale periodo sono molto rari. Si dice che ne siano rimasti solo due, uno in Cina e l’altro a Venezia.
nella pagina a fianco: Santo Stefano 1320-1325 / Giotto di Bondone/ Museo Horne, Firenze 圣史蒂芬 Fa parte di un polittico di Giotto. Santo Stefano indossa un paramento a pannelli con una decorazione quadrata sul petto, simile alle “toppe” indicanti il rango che si trovano sugli antichi abiti cinesi, forse influenzata dalle mode orientali.
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La via della seta: Una nuova storia del mondo Peter Frankopan
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a Via della Seta, simbolo culturale nella storia degli scambi fra l’antica Cina e il resto del mondo, è al tempo stesso il punto di arrivo dell’esperienza storica e quello di partenza per immaginare il futuro. Il libro dello studioso britannico Peter Frankopan mette in risalto la pluralità della storica Via della Seta: non si riferisce soltanto alla Via dove venivano vendute pellicce, oro e grano, ma anche quella della Fede e della Riforma... Il libro ha rivelato così, nella più ampia prospettiva della storia mondiale, questa rete stradale di scambio sino-occidentale in oltre più di 20 aspetti diversi. Questa Via della Seta e delle merci
cinesi, verso l’Asia centrale, l’Europa e persino verso l’Africa, non è mai stata intesa come un concetto unico e immutabile, bensì come una rete di strade dove circolavano merci diverse e in costante evoluzione nel corso dei secoli. Per comprendere la storia di ciascun continente, bisogna innanzitutto vedere che dietro si cela una grande narrazione. Molti dei fattori condivisi dalle civiltà asiatiche, africane ed europee hanno messo le loro radici negli scambi lungo la Via della Seta. Anche il tipo di relazioni sinergiche complesse che consideriamo caratteristiche delle società moderne non erano affatto nuove in quel periodo, come i sistemi di scambio e commercio transnazionali e i meccanismi di interazione con le informazioni. Sfogliando le pagine di questo libro, scoprirete che la storia della Via della Seta è un compendio della storia del mondo e che tale rete stradale è il più grandioso palcoscenico della civiltà umana. Non solo ha plasmato il passato dell’umanità, ma farà anche parte del futuro del mondo. վ嶯┪╆缴▇鴤տ 羻䖎ꓧ䉤u册㗠⩴
La Via della Seta marittima Roderich Ptak
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ll’inizio del XV secolo, le navi cinesi navigarono nel sud-est asiatico e nell’Oceano Indiano, arrivando fino a Hormuz, al Golfo di Aden e alle
coste dell’Africa orientale. Quando Zheng He, navigatore, ammiraglio e diplomatico cinese, intraprese il suo primo viaggio nel 1405, il Portogallo non aveva ancora iniziato a esplorare nuove rotte verso l’Asia, né l’Europa occidentale si era avventurata nell’Oceano Indiano. Per secoli prima del XV secolo, le rotte tra l’Asia orientale e occidentale erano in mano all’Asia e questo libro rivela la storia delle rotte e delle civiltà lungo quella che divenne nota come la Via della Seta marittima. Per molto tempo, tale rete navigabile, che attraversa il sud-est asiatico e l’Oceano Indiano, è stata messa in ombra dalle rotte mediterranee e atlantiche, dominate dall’Occidente. La Via della Seta marittima, con la sua lunga storia, ha ricoperto un ruolo fondamentale nello scambio e nello sviluppo delle civiltà lungo le coste dell’Oceano Indiano e Pacifico. Dall’antichità a oggi, i navi-
读书 gatori dall’Africa orientale all’Asia orientale hanno seguito i venti monsonici dell’Oceano Indiano, attraversando vaste distanze per interagire tra loro e per scambiare beni e servizi, mettendo in contatto le civiltà a livello economico, politico e culturale. Concentrandosi sulla storia dell’Oceano Indiano e Pacifico dall’antichità all’epoca coloniale portoghese, questo libro analizza i fattori che hanno influenzato l’evoluzione delle antiche rotte marittime, le ragioni dell’ascesa e del declino delle civiltà lungo la Via della Seta marittima e i legami tra di esse. Inoltre, l’autore presenta in dettaglio le antiche tecnologie marittime delle civiltà negli Oceani Indiano e Pacifico, nonché le merci commerciali che circolavano lungo le rotte commerciali. վ屧悤┱넔咈난朮㐃╆缴▇鴤 ┪溸鱎徏տ 羻⛒杅u/ 偅㶅呬Ⳗ┩┿
Frutti dalle sabbie: L’origine del cibo della Via della Seta Robert N. Spengler III
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ereali, frutta, noci, tè... Molti degli alimenti che consumiamo oggi hanno un passato profondo e sorprendente, che risale alla preistoria dell’Asia centrale, e fanno parte delle cucine di tutto il mondo lungo la Via della Seta. Lo scambio di merci, idee, culture e geni lungo la
Via della Seta risale a cinquemila anni fa, con un commercio organizzato che risale almeno alla dinastia Han nel secondo secolo a.C.
Questo libro racconta l’affascinante storia di come gli antichi produttori agricoli abbiano coltivato gli alimenti che oggi apprezziamo e di come si siano diffusi nel mondo. Utilizzando resti vegetali ben conservati e rinvenuti nei siti archeologici, l’autore identifica le aree in cui il raccolto delle colture erano più sviluppate e i percorsi seguiti dalle persone per trasportarlo in tutto il mondo. Attraverso questi esempi, si esplora come il cibo abbia plasmato il processo della storia umana e trasformato l’alimentazione globale. վ┞╗☭溸╆缴▇鴤տ ◱⸉㻘䖎羻u司䖎羻 詇䶢䔕
Impressioni dalla Via della Seta Alessandro Codello
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on l’interesse e l’amore per la cultura cinese, Alessandro Codello, giovane scienziato italiano, partì da Venezia con il libro di Marco Polo e Rustichello da Pisa “Il Milione” e viaggiò lungo la Via della Seta, attraversando l’Occidente, il passato e il futuro, per esplorare quella che pareva ai suoi occhi la misteriosa civiltà orientale. Portando con sé soltanto un piccolo bagaglio, l’autore ha scritto un taccuino di viaggio quasi 130 storie che documentano la natura selvaggia, l’incontro con sconosciuti e l’esperienza di nuove culture. Tutte le immagini sono fotografie scattate personalmente dall’autore durante il suo itinerario attraverso varie Nazioni fino alla Cina, che narrano il suo viaggio, i ritratti, il contatto con la natura e un diverso stile di vita. Il testo include descrizioni delle usanze locali dei luoghi visitati, oltre all’ammirazione e al rispetto nei confronti di civiltà diverse.
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Questa è una poesia di confine che, come tutte quelle di questo genere, sono basate sulla vita militare e civile e sugli scenari naturali delle zone di frontiera. Generalmente si ritiene che questo tipo di poesie ebbe inizio nel periodo dei Tre regni, delle dinastie Jin occidentale e orientale e delle dinastie del Nord e del Sud, cominciando a fiorire durante la dinastia Sui, ed entrando nell’età d’oro del suo sviluppo ai tempi di quella Tang. Secondo le statistiche, fino all’avvento della dinastia Tang esistevano meno di 200 componimenti di questo tipo, mentre quelle incluse nella raccolta “Tutti i poemi Tang” ammontano a più di duemila. Alcune di esse non sono solo preziosi tesori della letteratura cinese, ma hanno anche un grande significato storico.
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L’autore, Wang Changling (698-757), è stato un poeta di epoca Tang, originario dell’attuale Xi’an, nello Shaanxi. Le sue poesie sono traboccanti di passione, e quelle che descrivono la vita delle truppe di frontiera sono particolarmente commoventi. Egli eccelleva nella composizione di strofe di sette caratteri. Diversamente da molte poesie simili focalizzate sull’asprezza della battaglia, questa si concentra sul disprezzo dell’avversario e sulla fedeltà verso lo Stato, esprimendo un tipo di eroismo coraggioso e senza paura. I primi due versi parlano della luna luminosa e del maestoso passo della città, evocando il ricordo delle innumerevoli guerre di aggressione avvenute nella storia e fungono da testimoni storici dello spargimento di sangue dei generali e dei soldati dell’epoca. Negli ultimi due versi, Li Guang, famoso generale Han, viene usato come metafora degli eroici generali e soldati della dinastia Tang che combattono per difendere i confini, in elogio del loro spirito indomito nello sterminare il nemico e sacrificare la propria vita per lo Stato. La poesia è impregnata di un forte spirito patriottico e di un eroismo indomabile.
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L’antica “Via della Seta” si riferisce al percorso terrestre che iniziava a Chang’an o Luoyang nell’antica Cina, attraversava il Gansu e il Xinjiang, terminando in Asia centrale e occidentale collegandosi ai paesi del Mediterraneo. Durante la dinastia Han occidentale, Chang’an (l’odierna Xi’an) ne era il punto di partenza; durante la dinastia Han orientale, fu Luoyang il punto di partenza e la Via della Seta si estese per la prima volta fino a raggiungere l’Europa. Nel periodo dei Tre regni, delle Dinastie Jin occidentale e orientale e di quelle del Nord e del Sud i punti di partenza furono diversi, come Luoyang, Chang’an, Pingcheng, Yecheng, e una volta anche Jiankang; durante le dinastie Sui e Tang essi furono il mercato occidentale di Chang’an, la porta Kaiyuan e la città di Luoyang; durante la dinastia Song settentrionale, invece, il punto di partenza fu Kaifeng. Il ruolo originale della via della seta fu quello di trasportare verso occidente la seta prodotta nell’antica Cina.
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L’isola Weizhou a Beihai, Guangxi ⵌ嶯己嵌㼲
Castellammare del Golfo, Sicilia 锟锟ꓧ㼲䧣㸸琀嶯㖄