Guida turistica breve di Aversa

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Guide

GUIDA TURISTICA BREVE

1. Guida a dizionario. Dintorni di Aversa 2. Campania, schegge 3. Aversa

Collana

IlTempodiOggi

A cura di Antonio Santi

Associazione Gaetano Parente



Presentazione

La “Guida turistica breve” relativa all’immobile, offerto in locazione ad uso di turismo culturale, sito in Aversa, Via Gaetano Parente n.2 si caratterizza per due aspetti Tali aspetti sono i seguenti: 1. semplicità, schematicità, praticità; 2. modificabilità sotto il profilo dell’arricchimento, dell’ampliamento, dell’approfondimento. Il primo aspetto appare evidente. Si vuole dare all’utente-conduttore un modo per farsi una rapida idea delle cose più importanti da vedere. Il secondo aspetto appare chiaro se si considera che la presente guida appare su internet e che internet dovrebbe essere la sede più immediata e semplice per eseguire, apportare aggiornamenti. Proprio perché siamo su internet e non abbiamo i “limiti” del già pubblicato su carta, questa guida si evolverà in senso, si spera, migliorativo sulla base di nuovi inserimenti, nuove aggiunte. Il desiderio di fare Cultura ci muove. Perché la Cultura è l’anima di un mondo migliore. Solo la Cultura può farci vedere “oltre”, al di la. Antonio Santi

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I Pisani la vinsero e saccheggiarono nel 1135 e 1137; poi decadde Le sue leggi marittime furono raccolte nelle “Tavole Amalfitane” Tali norme costituirono codice di commercio sino al 1570 1) Monumento a Flavio Gioia 1926 2) Municipio Conserva le “Tavole Amalfitane” 3) Antico Convento dei Minori Resta il Chiostro 4) Arsenale della Repubblica Resti: 2 grandi navate a sesto acuto 5) Fontana di S. Andrea 1760 6) Duomo Sec IX 1203, rifacimento 1701-31, rifacimento in forme barocche 1875-1894: ricostruzione della Facciata Facciata. Timpano: “Cristo in Trono”, mosaico, disegno di D. Morelli Atrio a 2 navate Atrio. Portale chiuso da una porta di bronzo fusa a Costantinopoli Atrio. Affreschi, P. Vetri Interno, rifatto Interno, forme barocche Interno, a 3 navate Altare, marmoreo, 500’ Cripta, 1253 Cripta. 1719, rinnovamento Cripta. Altare, D. Fontana Cripta, Statue di S. Andrea, M. Naccherino Cripta, statue dei SS Stefano e Lorenzo, P. Bernini Sotto altare, Reliquie di S. Andrea Presbiterio, 2 colonne antiche Presbiterio, 2 candelabri

1. GUIDA A DIZIONARIO. DINTORNI DI AVERSA A Acerra Antica città Osca 216 aC, distruzione ad opera di Annibale 1) Duomo 1874, ricostruzione Rilievo, Giovanni da Nola 2) Castello dei Cardenas Sec XVIII, trasformazioni 3) Bosco di Acerra Scavi della antica Suessola, distrutta nel sec IX Agnano Terme Stazione termale con grande stabilimento Le Acque scaturiscono da un cratere che verso l’anno 1000 si trasformò in lago 1) Terme romane Resti; erano a 6 piani 2) Grotta del cane Presenta emanazione di acido carbonico Airola 1) Castello Resti Medievale Amalfi Trovasi all’angusto sbocco della Valle dei Mulini, su un tratto di costa ripida Posizione eccezionalmente pittoresca Fu Repubblica Marinara, la più antica Nel sec XI, in virtù dei traffici con l’Oriente, raggiunse il massimo splendore

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Altare maggiore. 2 amboni, con mosaici, sec XII-XIII Vasca battesimale, porfido rosso egiziano Cappella del crocifisso. Resti della chiesa dugentesca 7) Chiostro del Paradiso 200’, seconda metà Colonne binate reggenti archi acuti intrecciati Anticamente, Cimitero dei Cittadini Illustri 2 sarcofagi romani Affreschi, resti 8) Alb Cappuccini Già Convento dei Frati Cappuccini Chiostro, 1212 Eccezionale vista mare 9) Grotta di Amalfi detta anche di smeraldo 1932: scoperta Trattasi di apertura naturale nella roccia Aspetti calcarei interessantissimi Colorazione verde dell’acqua

Sorge sul Caudium?

Arpaia luogo

dell’antica

Arpaia | Stretta di Arpaia Passaggio che molti identificano con le famose “Forche Caudine”; sotto tali forche i Sanniti fecero passare un esercito romano dopo averlo disarmato (321 aC) Atrani Sviluppatasi ad anfiteatro allo sbocco della Valle del Dragone 1) Chiesa di S. Maria Maddalena Sec XIII Campanile “Incredulità di San Tommaso”, Andrea da Salerno 2) Chiesa di S. Salvatore de Bireto Sec X 1810, trasformazioni Porta di bronzo, fusa a Costantinopoli, 1807 Transenna, sec XII Campana, 1298

Ariano Irpino Domina un panorama amplissimo sull’Irpinia alta e sulla Valle dell’Ufita 1) Cattedrale Vasca battesimale, 1070 Battistero, 600’ Pulpito, 600’ Pulpito, “Vita di cristo”, bassorilievi 2) Castello Normanno Vari rifacimenti

Avellino Trovasi in una cerchia di montagne dominata, a nord ovest, dal M. Vergine Fondata da Silla 82 aC, fondazione Fondata dove ora sorge Atripalda Sec IX, trasferimento nei luoghi attuali 1) Monumento a Carlo II d’Asburgo Di C. Fanzago 2) Palazzo della Dogana Sec XVII Sorge sui resti di costruzione medievale Decorato di busti e statue di personaggi greci e romani

Arienzo 1) Chiese Intagli lignei 2) Rocca Origine longobarda

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Soggiorno prediletto all’epoca romana; oggi si caratterizza per le rovine di antiche terme 1) Tempio di Diana Fu grande sala termale Ottogonale all’esterno Circolare all’interno 2) Terme Baiane Complesso di edifici di epoca imperiale, I-IV sec, collegati da portici e terrazze Terme di Mercurio; al centro il Tempio di Mercurio Terme di Sosandra Terme di Venere; con Tempio di Venere, ottogonale all’esterno, circolare all’interno “Le molte testimonianze degli antichi sulla bellezza, il lusso, la mondanità della vita balneare di Baia non debbono farci dimenticare la ragione essenziale della sua fortuna, le virtù cioè medicamentose delle sue acque e dei vapori caldi, che si sprigionavano dalle colline baiane. Fonte principale è Plinio il Vecchio… Una così miracolosa ricchezza di acque e di vapori è scomparsa inesorabilmente in seguito al fenomeno del bradisismo… Eppure sovrastano ancora sulle case e sui vigneti le cupole … delle sale termali, mentre affiorano ovunque portici, esedre, nonfei, solari e terrazze di belvedere, che facevano delle Terme Baiane palazzo e villa, vero luogo di cura del corpo e dello spirito” (A. Maiuri) 3) Castello di Baia Sec XVI Costruito per la difesa da Corsari

3) Duomo Sec XII 1868, rifacimento Interno a croce latina, a 3 navate “Epifania”, ignoto, 500’ Coro, 500’ Altare laterale destro, bassorilievo, Giovanni da Nola 4) Chiesetta dei Sette Dolori X sec Alcune colonne antiche 5) Palazzo di Giustizia 700’ B Bacoli Località nota per i bagni di mare 1) Odeon di una villa marittima romana Ritenuto sepolcro di Agrippina, madre di Nerone 2) Cento Camerelle Edificio a due piani: A) piano superiore; B) piano inferiore Sub A): serbatoio d’acqua Sub B): cunicoli che sembrerebbero riguardare una villa precedente 3) Piscina Mirabile Grande riserva d’acqua costruita dai Romani Trovasi al termine dell’acquedotto del Serino Doveva rifornire di acqua la flotta stazionata a Miseno Lunga 71 m, larga m 25, divisa in 5 navate da 48 pilastri Bagnoli Stazione balneare Stazione idrominerale Centro industriale

Baia, Sella di Profondo intaglio nel tufo

Baia

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8) Chiesa della Madonna delle Grazie Costruzione a cupola Sec XIX Restauri Altare maggiore, statua lignea, sec VI, oggetto di venerazione 9) Palazzo Municipale 500’ Restaurato 10) Obelisco Egiziano Di granito 11) Arco di Traiano Romano Il più insigne monumento dell’architettura e della scultura di età traianea Uno degli archi trionfali romani meglio conservati Del 114 Altezza: m 15,60 Elegantissimo Rilievi, episodi della vita di Traiano 12) Chiesa di S. Bartolomeo 700’ 1943, danneggiamenti Restauri 13) Teatro Vittorio Emanuele II 1862 14) Fontana in Piazza Matteotti 1808 15) Campanile della Chiesa di S. Sofia Isolato 1703, rifacimento 16) Chiesa di S. Sofia 760, consacrazione Rimaneggiamenti nel tempo Portale, 200’ Interno: conserva, in parte, la struttura originaria di carattere bizantino A pianta poligona Volta, 600’

Bellavista Villa vanvitelliana La villa da il nome alla città Benevento Circondata da cerchia di monti selvosi Città ricca di monumenti Fiorente all’epoca romana 571, diventa capitale del ducato Longobardo 1033, fine del Ducato Longobardo Ingenti danni causati dai bombardamenti della II guerra mondiale 3 ottobre 1943: la città venne sgomberata dalle truppe tedesche e occupata dagli anglo-americani 1) Cattedrale Sec VII Seconda metà del sec XII, ricostruzione Preesistente costruzione longobarda Facciata, sec XIII “Cattedra di San Barbato”, sec XI, ferro battuto Arcivescovado 2) Arco del Sacramento Resti romani 3) Teatro Romano I sec dC Restauro voluto da Commodo Intatto il pianterreno 4) Port’Arsa Nella cinta muraria medievale 5) Torre della Catena Resti Origine longobarda 6) Ponte Leprosa Romano 7) Statua del bue Apis In Piazza S. Lorenzo Proviene dal Tempio d’Iside

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Chiostro, sec XII, influssi musulmani 17) Museo del Sannio Raccolta d’iscrizioni, cippi, sarcofagi, statue e marmi romani; ceramiche locali; avanzi architettonici medievali; incisioni, acquarelli. Se segnalano, in particolare, le sculture provenienti dal Tempio d’Iside, eretto a Benevento da Domiziano nell’anno 89 dC 18) Archivio Storico 19) Rocca dei Rettori 1321 Sorge su resti di fortilizio longobardo

Diruto Sec IX 2) Cattedrale Sec XII Manomessa nel 1744 Tre absidi Ambone mutilato, sec XII Cattedra episcopale, sec XII Sepolcro, 400’ Cripta su colonne antiche 3) dintorni, Rovine di Cales 4) Grotte dei Santi e delle Formelle Breve escursione Affreschi votivi, sec IX e XI Campi Flegrei Area collinosa tra Napoli e le spiagge di Miseno e di Cuma Zona vulcanica formata da crateri poco elevati

Boscoreale Due ville romane Boscotrecase Quasi seppellito dalle ceneri dell’eruzione del 1631 In parte distrutto dalla lave del 1906

Cancello 1) Castello Origine longobarda Cancello | San Felice a Cancello 1) Chiesa ed Eremo di S. Angelo a Palombara Sec XI

Bovino Romana Sorge su un contrafforte tra la Valle del Cervaro e la Val Biletra 1) Cattedrale Sec XI, ricostruzione Facciata, 3 portali ogivali Interno a 3 navate Capitelli 2 sepolcri vescovili 2) Acquedotto romano Resti 3) Castello e Museo

Capri, Isola di Di roccia calcarea Superficie, 10,36 Kmq Geologicamente è una continuazione della Penisola Sorrentina; Bocca Piccola divide la Penisola dall’isola Presenta grotte e scogli Così divisa la parte orientale: A) costa nord, insenatura di Marina Grande; B) Capri città; C) costa sud, insenatura di Marina Piccola; D) A ovest di Capri città, altopiano dove è situata Anacapri Culmina nel Monte Solaro, m. 589

C Calvi Risorta Antica Cales 1) Castello

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Abitata nell’era paleolitica Greca, poi romana L’imperatore Tiberio vi dimorò dal 27 al 37 dC Flora: 850 specie; 133 varietà

3) Villa romana Resti Capri, Isola di | Capri / Certosa di S. Giacomo 1371-1374 Opera di Giacomo Arcucci, segretario di stato di Giovanna I d’Angiò Andata in distruzione varie volte, poi restaurata Presenta caratteri originali dell’architettura trecentesca Portale marmoreo Lunetta del portale, affresco fine 300’ Interno a una navata Affreschi, resti, 600’ e 700’ Convento, Chiostro piccolo. Torre dell’Orologio, barocca Convento, Chiostro grande. Fine 500’ Panorama

Capri, Isola di | Marina Grande Principale approdo dell’isola 1) Palazzo a Mare Ruderi di una, forse, villa augustea 2) Chiesa di S. Costanzo Bizantina Sec XI Pianta centrale Ampliamenti, 300’ Interno, colonne antiche Capri, Isola di | Capri Punto principale dell’isola Composta da strette vie tortuose che si svolgono fra case antiche 1) Piazza Umberto I Centro Approdo della funicolare che sale da Marina Grande 2) Chiesa di S. Stefano 1697, rifacimenti Pavimenti di marmi antichi 3) Palazzo Cerio Sec XIV 4) Chiesa di S. Anna 200’, inizio Interno a 3 navate Pavimento maiolicato Un antico affresco Capitelli antichi

Capri, Isola di | Capri / Belvedere di Tragara - Porto di Tragara - Punta Tragara Belvedere di Tragara Panorama sui Faraglioni e sulla costa verso la Marina Piccola Porto di Tragara Un sentiero permette di scendere dal Belvedere al Porto di Tragara Punta Tragara Promontorio a sud-est dell’Isola Capri, Isola di | Capri / Arco Naturale Apertura nella roccia Parte superstite di una grande caverna

Capri, Isola di | Capri / Al Castiglione 1) Castello Sec IX Sec XII, ricostruzione 2) Grotta del Castiglione Immensa apertura nella roccia Luogo di rifugio degli abitanti durante le incursioni dei Saraceni

Capri, Isola di | Capri / Grotta di Matromània Forma semicircolare Due aperture

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Dedicata al culto di Mitra?

Castello Barbarossa Ruderi Prima del 1000 Devastato nel 1534

Capri, Isola di | Capri / Villa Iovis di Tiberio Su area di 7000 mq Costruzione singolare tra le ville imperiali romane Composizione: quartiere del bagno – quartiere d’alloggio – cucina – servizi – 4 grandiose cisterne – quartiere di ricevimento – corridoio in discesa – loggia di passeggio e di belvedere – triclinio – stanze di riposo

Capri, Isola di | Anacapri / Torre della Guardia Avente lo scopo di difesa dai Saraceni 300’, modificazioni Capri, Isola di | Anacapri / Torre Materita 300’ Voluta dai monaci della certosa per difendersi dai Saraceni

Capri, Isola di | Capri / Marina Piccola Posta nell’insenatura della costa sud dell’isola, fra i dirupi del Monte Solaro ad ovest e le rocce del Castiglione ad est Scoglio delle Sirene ed Arco delle Sirene

Capri, Isola di | Anacapri / Torre di Damecuta Sec XII Sui resti di una villa imperiale Voluta per difendersi dai Corsari Capri, Isola di | Anacapri / Monte Solaro 1) Fortino Resti 1806, ma fondazioni medievali 2) Panorama

Capri, Isola di | Anacapri Sorge su un verdeggiante altopiano Trovasi sotto il pendio del Monte Solaro 1) Chiesa di S. Michele 1719 Opera di D. A. Vaccaro Interno a pianta ottogonale e a croce greca Decorazione di stucchi Pavimento a mattonelle maiolicate, 1719, disegno di F. Solimena Tele, P. De Matteis

Capri, Isola di | Anacapri / Grotta Azzurra Visita effettuabile solo tramite barca, via mare (da Marina Grande o da Marina Piccola) Caverna riempita per metà dall’acqua del mare Apertura: m 1,30 sopra il livello dell’acqua Interno: lungo m 54 Interno: largo m 30 Interno: h m.15 Altezza acqua: 16 m. La luce del giorno penetra nella grotta per rifrazione dagli strati

Capri, Isola di | Anacapri / Villa S. Michele Interessante architettura, arredamento, giardino Capri, Isola di | Anacapri /

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d’acqua e riempie l’interno di un colore azzurro

Interno a 3 navate 2 sarcofagi, fine del 300’ e fine del 400’ “Madonna e Santi”, Antoniazzo Romano, 1489 Tomba rinascimentale 4) Palazzo Antignano Quattrocentesco 5) Museo Campano Espone importante materiale archeologico e medievale Si segnala, tra l’altro, quanto segue: > Frammenti Anfiteatro > Iscrizione dell’Anfiteatro completata dal Mazzocchi > Frammenti della porta turrita di Federico II > Raccolta di statue muliebri in tufo recanti bambini in fasce > Figurine di terracotta > Pitture murali, IV-III sec aC 6) Chiesa di S. Marcello Maggiore Portale, sec XII 7) Palazzo Fieramosca Sec XIV Appartenuto a Rinaldo, padre di Ettore, il primo dei 13 campioni italiani della disfida di Barletta Portale ogivale Elementi decorativi siculomusulmani 7) Chiesa dell’Annunziata Fine del 200’ 1531-74: rifacimenti Danneggiata dalle bombe del 1943 (II guerra mondiale) Interno a una navata Interno barocco Cupola, Domenico Fontana 8) Palazzo dei Principi Normanni o Castello delle Pietre Seconda metà del sec XI, poi rimaneggiato Torre merlata a bifore

Capua Situata in un’ansa del fiume Volturno Prende nome dall’antica Capua preromana; occupa, però, il posto di Casilinium, porto e oppidum della città antica 1) Palazzo Comunale 1561 Facciata: vi sono incastrate 7 protomi di Divinità, già chiavi di volta di archi dell’Anfiteatro Campano 2) Chiesa di S. Eligio Rifatta nel 700’ “Deposizione”, Bernini “Addolorata”, busto, Canova 2.1) Arco 200’ Incorporato in una casa Al di sotto venivano eseguite le sentenze, emanate dall’Alta Corte della Bagliva, una volta lette e pubblicate nella Loggetta di cui appresso 2.2) Loggetta Da questa venivano lette e pubblicate le sentenze emanate dall’Alta Corte della Bagliva 300 o 400’ Bifore a 3 colonne 3) Duomo Sec XI Quasi del tutto distrutto dai bombardamenti aerei dell’ultima guerra Campanile longobardo, VII sec Atrio coevo al campanile Atrio, sfigurato nel 1719 Atri, danneggiato dai bombardamenti II guerra mondiale Atrio con colonne antiche dai bellissimi capitelli corinzi

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Si venerano: A) una immagime di Vergine; B) un Crocifisso ritenuto miracoloso

9) Porta Napoli Portale scolpito, sec XV Bastioni: sec XVI, completati nel sec XVIII 10) Villa Comunale 11) 2 Torri dell’Imperatore Federico II

Castellammare di Stabia | Quisisana 1) Villa Quisisana Soggiorno preferito da Angioini, Aragonesi, Borboni Parco 2) Panorama

Carinola 1) Edifici Quattrocenteschi Stile gotico catalano 2) Chiese Stile durazzesco-catalano

Castellammare di Stabia | Monte Faito M. 1103 Panorama: la vista spazia sui golfi di Napoli e di Salerno

Castelgrande 1) Castello Resti Angioino

Castellammare di Stabia | Punta Orlando Panorama sul golfo di Napoli, Vesuvio, penisola sorrentina

Castellamamre di Stabia Sorge nell’angolo sud-est del Golfo di Napoli e alle falde dei Monti Lattari Sorge presso l’antica Stabia (distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dC) 1) Duomo 1587; poi rimaneggiato 2) Chiesa del Gesù 1615 Affresco, V. Galloppi 3) Terme Stabiane Utilizzano le acque di 17 sorgenti termali di varia mineralizzazione 4) Cantieri navali Fondati nel 1784 Voluti da Ferdinando IV 5) Castello Angioino Con torrioni cilindrici

Caserta Deve la fama alla Reggia e Parco, l’una e l’altro del 700’, opere dei Borboni Piccola guida della Reggia di Caserta MONGIELLO Giovanni Caserta – Tipografia Orfanotrofio Maschile S. Antonio – 1952 Caserta / Caserta Vecchia Fondata dai Longobardi Sorge sul pendio del Monte Virgo, m. 620 1) Cattedrale 1153, consacrata Presenta una fusione tra i caratteri dell’architettura musulmana di Sicilia ed i caratteri romanicopugliesi e benedettini Campanile, 1234 Interno a 3 navate

Castellammare di Stabia | S. Maria di Pozzano Santuario e convento fondati da S. Francesco di Paola

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Presenta transetto e abside Pergamo, sec XIII, decorazione musiva “Madonna”, affresco, 300’ 2 tombe, 300’ 2) Chiesa dell’Annunziata Gotica Fine 200’ 3) Case medievali 4) Castello Sec XIII

Sec XII Cripta, colonne e pilastri provenienti da edificio romano, sec III Cappella di S. Germano, 1280 Cappella di S, Germano, affreschi, 300’ Cappella di S. Germano, affreschi, Andrea da Salerno Pinacoteca Tavole, Andrea da Salerno Tele napoletane, 700’ Museo

Catacombe della Badia di S. Maria Olearia Sec IX-XI

Cuma, Antichità di Una delle più antiche colonie greche d’Italia Fu importantissimo centro di cultura e civiltà Fondata, secondo Eusebio, nel 1050 aC dalla eolica Kyme; fondata, per altri, dai Calcidesi di Eubea Fondò Napoli, Neapolis Fu sottomessa dai Romani nel 334 aC; distrutta dai Saraceni, IX sec; distrutta, infine, nel 1207 dagli abitanti di Napoli e di Aversa 1) Antro della Sibilla Cumana Scoperto nel 1932 Galleria rettilinea lunga m 131, larga m 2,40, alta 5 m che finisce in una camera ove la Sibilla pronunciava i suoi oracoli (esempio: vaticinio ad Enea) 2) Cripta o Galleria Romana Lunga 180 m Attraversa il Monte di Cuma 3) Acropoli Resti della cinta murale greca, V sec aC Prima parte: platea di fondazione del Tempio di Apollo, di età greca, con resti di età augustea e postaugustea. Nel VI-VII sec dC il

Cava dei Tirreni 1) Corso Umberto I Presenta portici 2) Abbazia della Cava o della SS Trinità Fondata da S. Alferio, 1011 Facciata barocca Interno a 3 navate Cupola affrescata Ambone cosmatesco, sec XII Grotta in cui visse S. Alferio Portale marmoreo, 400’ Monastero Sala Capitolare, stalli intagliati e intarsiati, 500’ Sala Capitolare, affreschi, 1632 Chiostrino Sec XI Colonne in parte binate Capitelli romanici Sarcofaghi romani Sculture medievali Resti di mosaici romani “S. Ludovico di Tolosa”, affresco, 300’ “S. Stefano d’Ungheria”, affresco, 300’ Cappella del Crocifisso Cappella della Natività Cimitero Longobardo

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tempio fu trasformato in basilica cristiana Seconda parte: Tempio di Giove, resti. Costruzione greca; nel V o VI sec fu trasformato in basilica a 5 navate Tempio dei Giganti Avanzo di un tempio romano Tomba Periodo sannitico Imitazione delle costruzioni funerarie di Micene 4) Necropoli Abbraccia materiali che vanno dai sepolcreti preellenici del sec IXVIII aC ai colombari imperiali 5) Arco Felice Alto m 20, largo m 6 Innalzato in età domizianea Serviva a una più diretta comunicazione tra Cuma, Pozzuoli e Napoli

La città contava 5 cardines e 3 decumani Le case di Ercolano presentano, rispetto alle case di Pompei, maggiore varietà di stili Ercolano | Scavi di Si segnala, tra l’altro, quanto appresso: 1) Cardine III Casa d’Argo V’era un dipinto Giardino con portico su tre lati Casa dell’Albergo Prima abitazione, poi casa utilitaria 2) Cardine IV Casa dell’atrio a mosaico Atrio, decorazione musiva a scacchiera Tablino a 3 navate Giardino 4 cubicoli Una exedra Casa a graticcio Di tipo economico e popolare Casa del tramezzo di legno Portale originario Atrio con pareti decorate Mensa marmorea in un cubicolo Casa sannitica Conserva le strutture di un’abitazione di età preromana Atrio, colonnine ioniche Pianterreno, pitture Casa del mobilio carbonizzato Arredamento conservatosi Casa del mosaico di Nettuno e Anfitrite Due piani Anfore vinarie Ninfeo, rivestimento musivo 3) Cardine V Casa dell’atrio corintio Presenta atrio polistilo a 6 colonne Casa del sacello in legno

E Ercolano Ai piedi del Vesuvio Soggiorno ricercato dai Romani L’attuale Resina si estende su buona parte della vecchia Ercolano Fondata, secondo la leggenda, da Ercole Fu Osca; poi greca; quindi sannita; infine Romana (89 aC) Terremoto del 63 dC: danneggiò la città Eruzione del 79: seppellì definitivamente la città che restò solo la testimonianza letteraria Il primo a scavare la zona fu Emanuele di Lorena principe d’Elboeuf (1719) Carlo III proseguì gli scavi L’area della città era pari alla metà dell’area di Pompei

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Presenta, piano superiore, emblema cristiano della Croce (età paleocristiana)

Palestra Colonnato su tre lati Ambiente centrale absidato e tracce di antica pavimentazione marmorea Casa dei Cervi Atrio senza impluvio Triclinio con ricco pavimento marmoreao Stanza a fondo rosso con statuetta di “Satiro con l’otre” Tre sale Loggia Pergola Casa della Gemma Pavimento a mosaico Casa del rilievo di Telefo Decorazioni, epoca flavia Pavimento marmoreo , decorazione policroma Un “Rilievo di Telefo”, arte neoattica 4) Decumano Inferiore Bottega di un lanarius Terme Due sezioni: A) Maschile; B) Femminile Sub A) Palestra Apoditerio Sedili e stalli Frigidario Tepidario Calidario Sub B) Ambienti più piccoli Assenza del frigidario Casa del Gran Portale 5) Decumano Superiore Abitazioni e botteghe Casa del bicentenario Presenta tablino con pareti decorate e con pavimento formato da tarsie marmoree policrome

Ercolano | Teatro Fu costruito dall’architetto Numisio Poteva contenere sino a 2000 spettatori F Furore 1) Chiesa di S. Elia Tavola, 1478 G Gragnano Industrie delle paste alimentari Produzione di vino I Isole Flegree Sono: Procida; isolotto di Vivara; Ischia Possono considerarsi come una continuazione dei Campi Flegrei Ischia Più grande isola della Campania Natura vulcanica: crateri e colate laviche, collegamento genetico con i Campi Flegrei Punto culminante, il Monte Epomeo (m. 789) la cui ultima eruzione risale al 1302 Per i Greci Pithecussae, per i Romani Aenaria Sorgenti termo-minerali Ischia | Porto d’Ischia Costituisce il centro più importante dell’isola; è situato intorno al porto

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Il porto è un antico lago craterico messo in comunicazione con il mare nel 1854 mediante realizzazione di un canale 1) Terme 2) Museo Materiali derivanti dal luogo

2) Torrione Torre di vedetta Ischia | Monterone 1) Terme Castaldi Ischia | Marina dei Maronti Pullula di sorgenti termali e funarole Vi si celebra una danza folcloristica detta la “Ndrezzata” che è tra le più colorite danze guerriere del Mediterraneo

Ischia | Ischia Ponte Ponte aragonese, 1438 Ischia | Castello d’Ischia Sorge su un isolotto 1) Cattedrale antica Rovine Vi furono celebrate, nel 1509, le nozze tra Vittoria Colonna, celebre poetessa, e Ferrabte d’Avalos Cripta, affreschi, 300’ 2) Chiesetta di San Pietro Esagonale Resti Ischia | Casamicciola Stazione termo-minerale. rinomata l’acqua detta Gurgitello

Ischia | Citara Spiaggia Ischia | Punta Imperatore Promontorio Ivi sorga l’acqua di Agnone Ischia | Barano d’Ischia Bellissima posizione

E’ del

L Lago d’Averno Lago-cratere di forma ellittica; circonferenza di 3 km, profondità, m 35 Gli antichi posero qui il paese dei Cimmeri, sul quale non splendeva mai il sole, e l’entrata degli Inferi o dell’Inferno Agrippa unì, mediante canale, questo lago al Lago Lucrino e trasformò il lago in un porto militare sicurissimo (Portus Iulius). Fu abbandonato a causa dei bradisismi Lungo il margine sud, presenza di grotte e gallerie 1) Grotta della Sibilla Descritta da Virgilio nell’Eneide 2) Grotta ai Cocceio o Pace

Ischia | Lacco Ameno Acque termali 1) Chiesetta di Santa Restituta La chiesetta è intitolata alla Patrona dell’isola E’ formata da due chiese: una restaurata nel sec XX, l’altra, del sec XI, restaurata nel sec XVIII Acquasantiera, costituita da un’urna cineraria romana 2) Scavi di Monte Vico Ischia | Forio Sopra un promontorio Produzione e commercio di vino 1) Chiesa del Soccorso Piccolo santuario Magnifico panorama

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Galleria che mette in comunicazione il lago con Cuma, opera dell’architetto Cocceio per Agrippa 3) Tempio d’Apollo Edificio termale, resti Resti, anche, di ville, templi, sepolcri

Organo 2) Antico Castello Torre longobarda Maiori Stazione balneare Sullo sbocco della V. di Tremonti Mare Morto Antico cratere divenuto una laguna costiera Per gli antichi, Palude Stigia Secondo la tradizione, v’era Caronte ad accogliere le anime dei morti

Lago Fusaro La Palus Acherusia degli antichi Laguna costiera 1) Casino Reale Sorge su un isolotto, sponda est Vanvitelli, 172 Lago Lucrino Laguna costiera formatasi sul fondo di un cratere, è della medesima epoca del lago d’Averno. Una striscia di terra divide il lago dal mare, su tale striscia passava la via Herculanea Da questo sorse, in seguito a eruzione, il Monte Nuovo, m 140 1) 2 piscine romane Acqua a 60° proveniente da sorgenti sotterranee 2) Cumanum Villa di Cicerone 3) Stufe di Tritoli o di Nerone Antiche terme; utilizzavano il calore delle fumarole 4) Punta dell’Epitaffio Ruderi di ville

Massalubrense Origine longobarda? 1) Ex Cattedrale 1512; rifacimento, sec XVIII Pavimento di mattonelle maiolicate, 700’ “Madonna”, Andrea da Salerno 2) Chiesa di S. Maria della Lobra Sec XVI Soffitto a lacunari, 700’ 3) Annunziata Antica Cattedrale Rifatta, fine 600’ Altare maggiore di marmi policromi, 700’ Mercato San Severino Luogo di mercati 1) Chiesa di S. Antonio Sepolcro di Tommaso Sanseverino, scultore tosco-napoletano 2 pietre tombali, sec XVI 2) Palazzo Municipale Di L. Vanvitelli 3) Castello Normanno Resti

M Maddaloni Trovasi ai piedi del M. San Michele Sorge sulle rovine della romana Galatia 1) Chiesa dell’Annunziata Soffitto, sec XVIII Quadri, G. Balducci

Meta

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1) Chiesa della Madonna del Lauro Facciata neoclassica

1) Acquamorta Seno di mare con vista su Procida ed Ischia

Minori Importante arsenale per Repubblica Amalfitana 1) Villa Romana Resti I sec dC Complesso di vasti ambienti

Monte Faito 1103 m Funivia Castellammare-Faito andara e ritorno Panorama: golfi di Napoli e di Salerno

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Montesarchio 1) Castello Già prigione din Stato

Miseno 1) Porto di Miseno Cratere trasformato in porto militare da Agrippa Vi stazionava la Classis Praetoria Misenensis con funzione di presidiare il Mar Tirreno Rinvenuti sepolcri e ipogei di militi della flotta 2) Villaggio di Miseno Resti del teatro, presso punta Scarparella Resti delle terme, presso la Chiesa 3) Monte di Miseno M 167 Avanzo di un cratere Forma di tumulo La leggenda dice che è tomba di Miseno, trombettiere d’Enea Gli antichi identificavano il luogo con i Campi Elisi, sede delle anime dei virtuosi 4) Faro di Capo Miseno 5) Villa di Lucullo Sulla Punta della Pennata Appartenne a Caio Mario 6) Grotta Dragonara

Muro Lucano Case affollate su uno sperone roccioso dominante una paurosa gola 1) Cattedrale 1728, rifacimenti 1888, restauri “Madonna e alcuni personaggi”, quadro, 500’ 2) Castello In questo luogo sarebbe stata strangolata la regina Giovanna 3) Chiesa di S. Maria di Capodigiano Romanica Opera di Maestro Sarolo XII o XIII sec N Napoli “Quel chiasso, quello strepito, quella turba di veicoli e di pedoni, che si affollano per le vie, ti sembra, a prima vista, che debba essere così transitoria, un fatto fuori dell’ordinario, una sommossa, una dimostrazione o che so io… Il frastuono, le grida, gli scoppi di frusta ti assordano; i tuoi polmoni si allargano; ti senti

Montecalvo Irpino 1) Collegiata Fine 500’ 2) Convento Monte di Procida

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portato a prender parte alla entusiastica dimostrazione, ad applaudire, a gridare “evviva”, ma a chi?... La scena che si svolge davanti ai tuoi occhi non ha nulla di eccezionale, nulla di straordinario; è la vita di Napoli nella sua perfetta normalità e nulla più” (Renato Fucini) I itinerario Corso Umberto I detto il Rettifilo Palazzi grandiosi Chiesa di San Pietro ad Aram Chiesa di S. Maria Egiziaca Piazza Nicola Amore 4 palazzi uguali ornati di statue Palazzo dell’Università Edificio, sec XX Federico II fondò, nel 1224, lo Studio Generale; da ciò, poi, derivò l’odierna Università Edificio preceduto da solenne scalone Piazza Giovanni Bovio. Fontana del Nettuno Sec XVII-XIX Il dio marino drizza alto il suo tridente Via Sanfelice Via Monteoliveto Via Santa Maria la Nova. Chiesa di S. Maria la Nova 1279, inizio Secoli successivi, rimaneggiamenti Sec XVI, terminazione Interno, soffitto dorato Via Monteoliveto. Palazzo delle Poste e Telegrafi Chiostro di Monteoliveto Rinascimento Elegante loggiato Grandioso porticato Spazioso cortile Via Monteoliveto. Palazzo Gravina Ricorda i palazzi toscani del 500’

Pianterreno a forte bugnato Un primo piano di finestre tra lesene Costruzione: 1513-49 Piazza Monteoliveto. Fontana Vi troneggia Carlo II di Spagna Piazza Monteoliveto. S. Anna dei Lombardi o di Monteoliveto Sec XV; poi molti restauri Organo “Pietà”, ottto statue in terracotta Sculture del rinascimento Tomba di Maria d’Aragona Via Medina Chiese: S. Giorgio dei Genovesi; S. Maria Incoronata; Incoronatella o pietà dei Turchini Piazza del Municipio Palazzo del Municipio Sec XIX Comprende anche la basilica di S. Giacomo Dinanzi, 4 fontane Monumento a Vittorio Emanuele II con la statua di Partenope Castel Nuovo o Maschio Angioino Sec XIII Voluto da Carlo I d’Angiò Ampliato da Alfonso I d’Aragona Modificato da Ferdinando IV di Borbone Bastioni possenti Torri merlate Si segnala: Sala dei Baroni; Cappella Palatina; Porta di Bronzo Porto Teatro San Carlo Costruzione: da marzo ad ottobre 1737 Opera di Angelo Carasale In tre ore, la sera dell’inaugurazione, fu aperto e realizzato un cammino che dalla Reggia portava direttamente al Teatro

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“Non v’è nulla in tutta Europa che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala è come un colpo di Stato. Essa garantisce al Re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare” Stendhal, cfr V. Viviani Galleria Umberto Sec XIX Altezza: 30 m. Statue e colonne Piazza del Plebiscito Vasta e monumentale Forma di rettangolo Basilica di S. Francesco di Paola Sec XIX Restauri Cupola e pronao Palazzo Reale Sec XVII-XIX Otto statue collocate nelle nicchie della facciata: sono i re più importanti (Ruggero il Normanno; Federico II; Carlo I d’Angiò; Alfonso I d’Aragona; Carlo V; Carlo III di Borbone; Gioacchino Murat; Vittorio Emanuele II) Negli appartamenti storici, dipinti, arazzi, arredi Porticciolo di S. Lucia Castel dell’Ovo Sorge dove un tempo sorgeva la villa di Lucio Licinio Lucullo Ampliato dai Normanni Talora carcere, talora reggia Il nome deriva, forse, dalla sua forma ovoidale Fontana dell’Immacolatella Sec XVIII Statue del Bernini II itinerario Via Partenope Signorili palazzi, a destra Porto di Santa Lucia, a sinistra Porto di S. Lucia

“Del popolo e per il popolo è il mare di Santa Lucia. E’ un mare azzurro-cupo, calmo e sicuro. Una numerosa e brulicante colonia di popolani vive su quella riva… E’ un paesaggio acceso e vivace… Il sole ardente spacca le pietre. Si sente un profumo misto di alga, di zolfo e di spezierie soffritte… Sonatori ambulanti di violino, di chitarra, di flauto improvvisano concerti; cantori affiochiti si lamentano; accattoni mormorano senza fine la loro preghiera; le donne strillano la loro merce… Fiammeggiano lealbe riflesse sul mare; fiammeggiano i meriggi lenti e voluttuosi. Riflessi sul mare; s’incendiano i tramonti sanguigni…” Matilde Serao Piazza della Vittoria Monumento agli eroi del mare Via Caracciolo Villa Comunale Riviera di Chiaia Acquario Nell’edificio della Stazione Zoologica Museo della Villa Pignatelli Chiesa di S. Maria di Piedigrotta Sec XIV Rinnovazioni e restauri Facciata, sec XIX Campanile, sec XX Tabernacolo con la statua della Madonna Parco Virgiliano Tomba di Giacomo Leopardi Tomba di Virgilio Mergellina Piccolo porto “Per il napoletano buongustaio non esiste che il pesce di Mergellina, pescato sui fondali d’alghe di Posillipo, fra le secche di Marechiaro, della Gajola e di

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Trentaremi; il pesce odoroso di scogli a picco, che ancora brilla nelle sue scaglie e che porta riflessa nel grande occhio l’ultima acqua della marea notturna… Mergellina è per quelli che assistono al lavoro dei pescatori di rete, che dalla banchina tirano a riva, con tanta appassionata fatica, un pugno di guizzanti alici” M. Stefanile Via Posillipo Palazzi, a destra Vista del golfo, a sinistra “Il mare dove finisce il dolore è il mare di Posillipo, il glauco mare, che prende tutte le tinte, che si adorna di tutte le bellezze. Quanto può ideare cervello umano per figurarsi il paradiso, esso lo realizza. E’ l’armonia del cielo, delle stelle, della luce, dei colori, l’armonia del firmamento con la natura, mare e terra. Si sfogliano i fiori sulla sponda, canta l’acqua penetrando nelle grotte, l’orizzonte è tutto un sorriso. Posillipo è tutta la vita, tutto quello che si può desiderare, tutto quello che si può volere. Posillipo è l’immagine della felicità piena, completa, per tutti i sensi, per tutte le facoltà. E’ la vita brillante, fremente, nervosa e lenta, placida ed attiva. E’ il punto massimo di ogni sogno, di ogni poesia. Il mare di Posillipo è quello che Dio ha fatto per i poeti, per i sognatori” Matilde Serao Palazzo di Donn’Anna Domina il mare Austera mole Sec XVII Innalzato per volere di Donna Anna Carafa, moglie del vicerè spagnolo Filippo Ramiro Guzman Parco della Rimembramza

Ara votiva peri Caduti per la Patria Sec XIX-XX Marechiaro Borgata di pescatori Resa celebre dalla canzone di Salvatore di Giacomo Ruderi del Palazzo degli Spiriti Grotta dei Tuoni Villa romana Pausilypon III itinerario Vomero Villa Floridiana Sec XIX Vasto parco Belvedere, visione immensa del golfo di Napoli e delle isole Museo Nazionale della Ceramica Nella Villa Lucia Piazza Vanvitelli Elegante centro del rione Vomero Certosa di San Martino Panorama di Napoli Castel S. Elmo Museo Nazionale di San Martino Si segnala,tra l’altro: > Sezione navale > Ricordi storici del Regno di Napoli > Caicco turco > Berlina reale > Abiti del 700’ > Mobili intarsiati > Raccolta delle Armi e costumi militari del Regno delle 2 Sicilie > Grandioso presepe “La vita e la storia della città vi sono documentate” (Corrado Alvaro) Chiostro Grande Museo Archeologico Nazionale “E’ uno dei maggiori del mondo per la vastità e la ricchezza delle raccolte. Fondato da Carlo III di Borbone con le collezioni ereditate dalla madre Elisabetta Farnese e

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via via allargato con gli oggetti provenienti dagli scavi, ordinato … in moso esemplare da Amedeo Majuri, il Museo … costituirà sempre una delle maggiori attrattive per il visitatore” (Corrado Alvaro) Si segnala, in particolare: > “Raccolta dei marmi” che occupa l’intero pianoterreno (ad es.: stele funeraria del V sec aC; Armodio e Aristogitone; Testa di Artemide; Athena; Hermes tra Orfeo ed Euridice; Doriforo; Toro Farnese) > Raccolta in bronzo (ad es.: testa di cavallo; Augusto) > Pitture parietali e mosaici, arte pittorica romana dal I sec aC al I sec dC > Prodotti dell’arte ceramica greca IV itinerario Piazza Garibaldi Via Garibaldi Porta Capuana Sec XV Due torri cilindriche, Onore e Virtù Le due torri sono unite da un Arco di Trionfo Chiesa di S. Caterina a Formiello Sec XVI Portale, sec XVII Castel Capuano Via Tribunali Duomo Dedicato a San Gennaro Gloria di guglie, rosoni, statue Solenne e armoniosa facciata Innalzato tra sec XIII-XIV Trovasi vicino alla Basilica di Santa Restituta Ha subiti vari restauri Tre portali

Portale mediano, scolpito, statue, stipiti sorretti da 2 leoni stilofori Interno, soffitto dorato e dipinto; colonne e archi; statue; vasca battesimale; organi; trono episcopale Cappella Carafa, statua del cardinal Carafa Cappella di San Gennaro:”Costituisce come una chiesa nella chiesa e rappresenta una delle maggiori espressioni del 600’ napoletano… S. gennaro, vescovo di Benevento, che subì il martirio a Pozzuoli, è fra i tanti patroni di Napoli il più autorevole e venerato. Le reliquie, formate da 2 ampolle, contenenti il suo sangue, e di un busto, nel quale si trova il suo teschio, vengono esposte all’omaggio dei fedeli due volte all’anno, in maggio e in settembre, e si verifica in quelle date il miracolo della liquefazione del sangue” (P. Monelli) Cappella di S. Restituta IV sec Sorse come basilica di Napoli Poi annessa al Duomo Divenne una cappella del Duomo Battistero del Duomo Via dei Tribunale Chiesa dei Gerolomini Chiesa di S. Lorenzo Maggiore Chiesa di S. Paolo Maggiore Cappella Pontano Via S. Pietro a Maiella Chiesa di S. Pietro a Maiella Chiesa di S. Chiara Sec XV Una bomba del 43 la danneggiò Portale in marmo rosso e giallo Interno, tomba di Roberto I d’Angiò Solitario chiostro decorato con piastrelle di maiolica

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Uno dei più insigni monumenti medievali della città Fu la chiesa della regalità e della nobiltà napoletana Chiesa del Gesù Nuovo o della Trinità Sec XVI-XVII Facciata a bugne a punte di diamante Ricca di sculture, affreschi, marmi Reliquiari in legno dorato Guglia dell’Immacolata Tutta statue e sculture In cima la statua dorata della Madonna Via Benedetto Croce Palazzo di Benedetto Croce “La casa in cui Croce viveva testimonia di un uomo affondato nei suoi pensieri… La grande casa è tutta una biblioteca; camere e camere di libri, non in scansie moderne, ma in armadi all’antica. …maggior biblioteca privata raccolta da uno studioso italiano… è un’immensa accumulazione del lavoro dei secoli… Croce viaggiava nella sua biblioteca, spesso portava il suo studio da una stanza all’altra” (P. Monelli) Piazzetta detta Largo Corpo di Napoli Statua del Nilo giacente Piazza S. Domenico Basilica di S. Domenico Voluta da Carlo II d’Angiò Sec XIII-XIV Candelabro pasquale Quadri del Caravaggio Quadri di Tiziano Crocifisso, 200’ Presepio Cappella dei Sansevero Fine 500’ Decorazioni, metà 700’ Volta, affreschi

“Il Cristo velato”, statua “Pudicizia”, statua V itinerario Basilica di S. Maria del Carmine Sec XII-XIII-XIV Modificata nel corso dei secoli Campanile con cuspide di mattonelle maiolicate Uno dei centri prediletti dalla religiosità popolare che in occasione delle feste in onore della veneratissima immagine della Bruna – appunto la Madonna del Carmine – si manifesta in forme di vivacissimo fervore Chiesa di S. Giovanni a Carbonara Sec XIV-XV-XVI Danneggiata dai bombardamenti Sculture Affreschi Monumento di re Ladislao Sepolcro di ser Gianni Caracciolo Monumento dei Miroballo Chiesa di S. Maria Donnaregina trecentesca Sepolcro di Maria d’Ungheria Coro Affreschi, 300’ Museo Civico Filangieri Sistemato nel Palazzo Cuomo Distrutto nel 1943 Armi, porcellane, merletti Museo e Gallerie di Capodimonte Reggia in mezzo ad un immenso parco Si segnala, tra l’altro: > Appartamento storico > Collezioni di porcellane e ceramiche > Armeria > Galleria Nazionale Basilica della Madonna del Buon Consiglio Ad imitazione di San Pietro

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1861, incendio; dopo ricostruzione Cripta, rilievi dell’XI sec Cripta, affreschi, sec XII Cripta, sculture, sec XII Cripta, resti di S. Felice Campanile antichissimo 3) Chiesa di S. Chiara 300’ Affreschi, 300’ 4) Palazzo Covoni Inizio 500’ Nel basamento, frammenti romani 5) Monumento a Giordano Bruno 1867 6) Chiesa della Misericordia Portale romanico Abside ogivale Passaggio alla sagrestia: sepolcro, 300’ Sagrestia: tomba Albertini, Giovanni da Nola 7) Palazzo Orsini 1461 Incorpora materiali dell’anfiteatro romano 8) Chiesa del Collegio delle Lateranensi Soffitto intagliato, sec XVII Tavole, scuola napoletana, sec XVI “Annunciazione”, 500’ Attiguo Monastero Monastero: affresco, 300’ Chiostro 9) Seminario Vescovile 1749 Disegno di Vanvitelli Raccolta epigrafica In particolare, “cippus abellanus”, II sec, iscrizione in lingua osca

Nocera Inferiore Antica Nuceria Alfaterna, fu incendiata da Annibale; successivamente, più volte distrutta e risorta E’ dominata dal colle della Torre del Parco, m 173 Chiesa di S. Antonio “Sposalizio di S. Caterina da Siena”, Andrea da Salerno, 1519 Nocera Inferiore | S. Maria di Monte Albino Santuario Ingrandito nel 1530 Bel panorama Nocera Superiore Comune suddiviso in più frazioni 1) Chiesa di S. Maria Maggiore o della Rotonda Forse antico Battistero V sec? Rimaneggiamenti nel 1856; restauri successivamente Cupola crollata a seguito eruzione del Vesuvio del 1944; poi ricostruita Interno, doppio colonnato e una cupola Affreschi, sec XIV-XV Vasca circolare per battesimo ad immersione Nola Osca 14 dC: morte, quivi, di Augusto San Paolino, vescovo, in questo luogo avrebbe inventato le campane Noto l’evento della “Processione dei Gigli” 1) Statua di Augusto Bronzea 2) Duomo Sec XV

P Pagani Basilica di S. Alfonso 700’

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Cappella contenente il corpo di S. Alfonso de’ Liguori Abside, tele, Luca Giordano

Nei lati nord, est, sud cerchio di mura. Vi erano torri Arterie principali: di Nola, dell’Abbondanza, di Stabia. La città presenta marciapiedi altissimi, tra i due marciapiedi correva acqua piovana; non v’erano fogne Strade di larghezza variabile Pavimentazione a blocchi irregolari di lava; tra un marciapiedi e l’altro blocchi per l’attraversamento, separati tra loro in modo da consentire il passaggio dei carri La città presenta un numero rilevante di botteghe / tabernae; erano munite di porta di legno; molte avevano un retrobottega e un mezzanino per abitazione La città presenta in particolare: alberghi / hospitia; stalle / stabula; osterie / cauponae; bar / termopolia Il Foro è il centro della città; intorno al Foro si trovano gli edifici pubblici più importanti Le case presentavano, nella maggior parte dei casi, due piani e una uscita secondaria Il tipo di casa originario – attribuito, da taluni, agli Etruschi – prevedeva: a) una corte interna o atrium; b) tablinum, ambiente dove si riuniva la famiglia, si desinava, si ricevevano gli ospiti; c) cubicola, camere da letto; d) cellae, per diversi usi. Successivamente fu introdotto il perystilium della casa ellenica; allora l’ambiente dove si riuniva la famiglia, si desinava, si ricevevano gli ospiti fu costituito da una delle stanze del perystilium, il triclinium.

Pescopagano 1) Chiesa di S. Lorenzo in Tufara Sec XIII? Sec XV, rimaneggiamenti Pesco Sannitica 1) Castello Resti Feudale Pompei Sorta intorno al celebre Santuario, basilica pontificia Meta di pellegrinaggi 1) Santuario della Madonna del Rosario 1876 Opera di Bartolo Longo Ingrandimenti, 1933-38 Facciata a portico, 1901 Campanile, 1912-25 Interno, transetto ed abside arretrati “Madonna di Pompei”, tela, restaurata; è adorna di gemme e presenta cornice di bronzo Decorazioni a fresco Decorazioni a mosaico Pompei, Scavi di Fu seppellita (come pure Ercolano e Stabia) dall’eruzione del Vesuvio del 79 dC Presenta un quadro pressoché integro della topografia e della vita di una città antica Fu fondata dagli Osci Nell’89 fu assediata da Silla e nell’80 assunse il nome di Colonia Veneria Cornelia Pompeii Gli scavi della città antica furono iniziati nel 1748

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Importanti sono le decorazioni a colori dei muri; predomina il rosso e il giallo. In merito alle decorazioni si suole operare una distinzione in quattro periodi: a) epoca sannitica. Si imita il rivestimento marmoreo delle case ellenistiche; b) I sec aC. Introduzione della prospettiva spaziale. Si apre il campo alle composizioni figurate; c) Stile miniaturistico ed ornamentale. Introduzione del quadro figurato al centro della parete; d) Ritorno alla composizione architettonica 1) Scavi Antiquarium Distrutto durante l’ultima Guerra, ricostruito, ampliato, riordinato Segnaliamo, tra l’altro, i seguenti materiali: Pompei presannitica; Pompei sannitica (250-90 aC); Pompei romana Tempio di Venere Pompeiana Era la protettrice della città Basilica Destinato all’amministrazione della giustizia e centro della vita economica II sec Influenza ellenistica Divisa in tre navate Tribunale Era coperto Tempio di Apollo Età sannitica Ricostruito in parte Portico, 48 colonne Statue di divinità Gradinata di accesso al tempio Mensa ponderaria E’ in uno spazio ricavato nel muro perimetrale del Tempio di Apollo Funzione di controllo dei pesi e delle misure Piazza del Foro

Centro della vita cittadina Ingrandito e sistemato nel II sec aC Divieto di accesso ai carri Presentava statue Foro Ingrandito nel II sec aC Presentava un porticato che sosteneva un loggiato Horreum Latrina pubblica Tempio di Giove Italico Capitolium della città Una gradinata conduce al pronao Pronao, presenta 10 colonne corinzie Cella presenta colonne ioniche Macellum Mercato coperto dei commestibili Presenza di tabernae dei cambiavalute Cortile interno presentava un portico con decorazioni pittoriche Nel centro del cortile restano basi di colonne di un padiglione Sacrario dei Lari pubblici Tempio del Genio d’Augusto o di Vespasiano Rifacimento senza terminazione dopo il terremoto del 63 Area scoperta, altare con scene di sacrificio Edificio di Eumachia Dedicato alla Concordia Augustea e alla Pietà Portale con cornice marmorea Divisione: a) vestibolo; b) corridoio coperto; c) cortile interno con abside Nel fondo del cortile abside Comitium Serviva per l’elezione dei magistrati Fontana con busto

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Il busto rappresenta la Concordia Augustea; erroneamente si è inteso rappresentasse l’Abbondanza Via dei Teatri Foro Triangolare All’intorno edifici pubblici Edifici pubblici riconducibili al periodo ellenistico Alla piazza si giunge tramite un vestibolo con colonne ioniche La piazza presenta all’intorno un portico dorico Tempio dorico, avanzi, VI sec aC Palestra sannitica Serbatoio di acqua Teatro grande Teatro grande o scoperto Forse III sec Conteneva 5000 spettatori Tipologia, teatro greco; poi, sotto Augusto, teatro romano L’area riservata agli spettatori era divisa in 3 ordini: a) summa cavea; b) media cavea (15 gradini di marmo, 5 settori); c) ima cavea; conteneva sedie (4 gradini) Caserma dei Gladiatori Portico di 74 colonne Sotto al portico, celle dei gladiatori Teatro piccolo o coperto Poco dopo anno 80 aC Conteneva 1500 spettatori Ordine inferiore: 4 gradini Ordine superiore: 17 gradini Via Stabiana Porta Stabiana Piccolo Tempio di Giove Meilichios Ara in tufo Tempio di Iside Ricostruito dopo il terremoto del 63 Piccolo edificio dove si conservava l’acqua lustrale

Pronao del tempio sostenuto da 6 colonne corinzie Portico e sala riunioni: decorazioni Palestra sannitica Portico dorico Casa del Citarista 2 atri, 3 peristili Via dei Diadumeni Casa di Epidio Rufo dei Diadumeni Officina di Verecundis Per la produzione di stoffe, lana, oggetti di feltro 4 pitture (in particolare, “Mercurio” e “Venere Pompeiana”) Casa del Larario Larario decorato a stucco con scene dall’Iliade Cubico dipinto a fondo rosso Pavimento musivo Bottega del fabbro Verus Casa del Criptoportico Volta a stucco, decorazione pittorica Sala triclinare con archi di stucco bianco Vicolo Meridionale Casa di Lucio Ceio Secondo Facciata a stucco a bugne Casa del Menandro Da un ritratto di poeta dipinto Atrio, exedra con 3 quadretti, soggetto epico Peristilio ampio Al di sotto del peristilio, 2 oeci e grande triclinio Serie di exedrae absidate Bagno decorato Casa di P. Paquius Proculos Vestibolo, atrio, tablino mosaici figurati Casa del Sacerdote Amandus Decorazione pittorica Casa di Cornelius Tages

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Decorazione pittorica e musiva Bottega di un fruttivendolo Casa di Caio Giulio Polibio Facciata a bugne Casa di Trebio Valente Salone a fondo nero Collegium Juventutis Pompeianae Sede di corporazione militare Casa di Pinarius Cerialis Cubicolo con pitture Casa di Loreius Tiburtinus Sacerdote d’Iside Importante decorazione scultorea e pittorica Giardino Sacello Isiaco, ricostruito il soffitto a cassettoni Salone, due zone: inferiore e superiore. Parte inferiore: episodi dell’Iliade. Parte superiore: leggenda di Ercole nella reggia di Laomedonte Pitture: “Narciso” e “Piramo e Tisbe” Sculture decorative e statuette di marmo Casa di Messius Ampliatus Anfiteatro Intorno all’80 aC Più antica costruzione del genere finora nota Poteva contenere fino a 10-12.000 spettatori Arena priva di sotterranei Grande Palestra Dovette sostituire la piccola Palestra Sannitica Area quadrilatera All’interno, colonnato; al centro, vasca natatoria Terme Stabiane Dal tempo sannitico Modificazioni in seguito Casa di Cornelio Rufo Casa di Olconio Rufo Vicolo del Lupanare

Casa di Siriaco Triclinio decorato Via degli Augustali Taberna di Nonio Campano Panetteria di Modesto Casa di Marco Lucrezio Casa del sacerdote di Marte e decurione di Pompei Atrio, edicola per gli dei protettori Dietro il tablino, pitture Terme Centrali Nel 79 ancora in costruzione Stanza circolare con volta a cupola, sudatorio Via di Nola Vicolo di Mercurio Casa delle nozze d’argento Scavata in occasione del XVIII centenario del seppellimento di Pompei Un atrio decorato Giardino, piscina Ninfeo Cortiletto con dipinti Gruppo di stanze, pitture Casa di Marco Lucrezio Frontone Tablino e stanze, decorazioniù Casa dei Gladiatori Casa di Obellio Firmo Due ingressi Due atri Porta di Nola Epoca sannitica Sepolcro di Asquillia Polla Ad esedra Casa di Orfeo o di Vesonio Primo Grande dipinto del peristilio Casa di Lucio Cecilio Giocondo Casa di banchiere Ritovati tavolette cerate, archivio Casa dei Viettii Riccamente dipinta Offre una visione completa dell’interno di una casa pompeiana Casa degli Amorini dorati

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Porta del Vesuvio Vicolo del Labirinto Via della Fortuna Casa del Fauno Epoca sannitica Molto grande Sulla soglia, il saluto “Have” Atrio, grande Primo peristilio, 28 colonne ioniche Casa del Labirinto Età sannitica Torre XI Tempio della Fortuna Augusta Pronao corinzio Via delle Terme Terme del Foro Risale ai primi tempi della colonia romana Casa del poeta tragico Triclinio, dipinti di soggetto mitologico Casa di Pansa Via Consolare Casa di Sallustio Epoca sannitica Casa del Chirurgo Casa italica (IV sec aC) Senza peristilio Porta Ercolanense Strada dei Sepolcri Villa di Diomede A 3 piani Atrio, forma di peristilio Giardino circondato da quadriportico Fontana Pergolato su 6 colonne Piano più basso, criptoportico Villa dei Misteri Famosa per le pitture che decorano una sala Edificio quadrato Prima metà II sec aC Subì ampliamenti e mutamenti

Portici 1) Chiesa di S. Ciro Rifacimento, 1633 “Sacra Famiglia”, Luca Giordano 2) Chiesa di S. Antonio Opere, 400’ 3) Palazzo Reale 1738 Voluto da Carlo III Disegno, A. Canevari Luogo di villeggiatura del Re di Napoli Oggi sede della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli Presenta: A) Parco Superiore; B) Parco Inferiore Positano Sorge su un ripido pendio Posizione eccezionalmente pittoresca Negozi che vendono la “moda di Positano” (esempio: infradito; vestiti) Marina di Positano, spiaggia Pozzuoli L’antica Dicearchia; la romana Puteoli; fu, nell’antichità, il più importante porto d’Italia; oggi conserva monumenti romani e presenta fenomeni bradisismici 1) Villa Comunale 2) Porto romano Uno degli esempi più grandiosi dell’ingegneria portuale degli antichi 3) Tempio di Serapide Era il Macellum o mercato pubblico dei commestibili dell’antica città Puteoli (il nome trae origine dal fatto che il luogo presentava gran numero di sorgenti termali)

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Costruzione quadrata con edificio circolare al centro. Sul cortile si apriva una lunga serie di botteghe. Le colonne di una cella presentano perforazioni ad opera di molluschi detti litodomi. Anche questo fatto comprova che l’edificio nel passato sprofondò e fu sommerso dal mare; poi si risollevò (eruzione del 1538). Attualmente è in fase di abbassamento. 4) Duomo Sec XI Costruito sopra un tempio romano, dedicato ad Augusto, di cui si vedono tracce (fianco destro: 6 colonne corinzie e architrave) Quadri, 600’ Tomba del musicista G. B. Pergolesi (Iesi 1710 – Pozzuoli 1736)) 5) Anfiteatro Flavio I sec dC Costruito al tempo di Vespasiano Conteneva 40.000 spettatori E’ il terzo degli anfiteatri romani (1°, Colosseo; 2°, Santa Maria Capua Vetere) Cavea: conserva parte delle prerecinzioni originarie Sotterranei, forse posteriori: comunicano con l’arena mediante 60 aperture quadrangolari; sono percorsi da tre corridoi Una conduttura d’acqua, dell’Acquedotto Campano, consentiva l’inondazione dell’arena Si narra che in quest’arena S. Gennaro fu invano esposto alle fiere 6) Solfatara Breve escursione Cratere di un vulcano semispento (diametro maggiore, m 770)

Suolo caldo; sensazione di vuoto al percuotere, con un piede, il suolo Fenomeni: a) fumarole: potenti getti di vapore ad alta temperatura e carichi di anidride solforosa b) mofete: sorgenti di anidride carbonica e acque minerali c) vulcanetti di fango: getti di fango caldo d) condensazione del vapore acqueo che, per ionizzazione, si determina in fiamma. Luogo dove ciò avviene, Bocca Grande 7) vicino alla Solfatara, Chiesa di S. Gennaro 1574 Sorge dove, nel 305, fu decapitato il Santo; 1877, rifacimenti Antico busto del Santo Pietra macchiata del sangue del Santo Praiano Articolato sui fianchi della montagna 1) Chiesa di S. Lucia Interno ricco 2) Marina di Praia Pittoresche case di pescatori Procida, Isola di La Prochyta degli antichi Fu celebrata dal poeta francese Alfonso di Lamartine nel suo romanzo “Graziella” Territorio piatto Massima altezza: m.91 Presenta 4 centri eruttivi “Procida è l’isola a cui si vuol bene. Il mare la visita e l’accarezza appena; essa lo guarda da un’altezza massima

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d’un centinaio di metri… Vigneti, oliveti, agrumeti…” (G. Marotta)

Ambone, con mosaici, Nicolò da Foggia, 1272 Busto di Sigilgaida Altro ambone, tipo bizantino, XII Presbiterio, 2 colonne antiche Presbiterio, cattedra Vescovile con mosaici Cappella di S. Pantaleone: 1643; 1782, rifacimento Sagrestia. “Madonna”, bizantina, tavola Sagrestia. “S. Maddalena e S. Sebastiano”, Andrea da Salerno 3) Palazzo Rufolo Sec XIII Restaurato poi Sorge su una rupe Domina il golfo Insieme di costruzioni di stile arabo-siculo Giardino con piante esotiche Terrazza 4) Chiesa di San giovanni del toro 1069, consacrazione Sec XVIII, restauri Interno a 3 navate Colonne antiche Ambone, sec XII, adorno di mosaici e affreschi Cripta a 3 absidi Cripta. Pitture, 300’ 5) Fontana detta moresca Sec XII 6) Chiesa di S. Martino Cimiteriale Campanile arabo-siculo 7) Chiesa di S. Antonio o di S. Francesco Chiostrino romanico 8) Chiesa di S. Chiara Annesso cpnvento del 1333 9) Villa Cimbrone Due torri Cortile costruito con frammenti antichi

Procida, Isola di / Procida Lungo abitato dalla Marina grande alla rada della Chiaionella 1) Castello Panorama 2) Marine di Cottimo, Pioppeto, Pizzaco, Solchiaro Panorami 3) Marina di Chiaiolella Porticciolo 4) Santa Margherita Vecchia Monastero benedettino, resti 5) Isolotto di Vivara Un tempo unito certamente all’isola R Ravello Sorge sul contrafforte tra la V. del Dragone e la V. Regina Uno dei luoghi più celebri dell’Italia, incantevole e suggestivo Dominata da Amalfi Splendore tra XI-XII sec In virtù dei rapporti commerciali intrattenuti con la Sicilia, introduzione dello stile arabosiculo 1) Chiesetta di S. Maria a Gradillo Sec XII A tre navate Campanile arabo-siculo 2) Ex Cattedrale 1086 1786, rimaneggiamenti Portale mediano: porta di bronzo, Barisano da Trani, 1179 Campanile, sec XIII Interno, a tre navate

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Giardino. In fondo, Belvedere Cimbrone

Ambienti appartenuti alla Scuola Medica Salernitana Portale mediano, porta di bronzo fusa a Costantinopoli, 1099 Lunetta, “Cristo benedicente”, affresco, scuola di Miontecassino, sec XI Interno a 3 navate Tre absidi Lunetta di un portale, “S. Matteo benedicente”, mosaico, fine sec XI Ambone, ricchissima decorazione musiva, sec XII Candelabro pasquale, sec XII Altro ambone, 1181 “San Gennaro”, F. Solimena Sarcofago romano Resti della prima costruzione Resti prima costruzione Transetto destro. Forme primitive Transetto destro. Pavimento a mosaico Transetto destro. Tetto a capriate Transetto destro. Sarcofagi antichi Abside destro o Cappella delle Crociate o di Gregorio VII. Sepolcro del famoso Papa Abside destro. Mosaici bizantineggianti, Giovanni da Procida, sec XIII Presbiterio, pavimento a mosaico a decorazione musiva, sec XII Altare maggiore. Invertito e ampliato nel 700’ Altare maggiore. Recinto marmoreo con decorazione musiva, sec XII Coro ligneo, sec XVI Mosaici, resti, sec XI Abside sinistro. “Battesimo di Gesù”, mosaico, sec XI Abside sinistro. Affresco Abside sinistro. “Deposizione”, Andrea da Salerno Affreschi, A. Solimena

S Salerno Composta da: A) Parte medievale; elemento caratterizzante il Castello di Arechi; B) Parte moderna E’ importante il porto Origine greco-etrusca Colonia romana nel 194 aC Presa dai Longobardi nel 644 Presa dai Normanni nel 1076 Importante la Scuola Medica Salernitana che ebbe grande splendore nel periodo sec X- sec XII Nel corso dell’ultima Guerra Mondiale, gli americani, con la V Armata, sbarcarono a Salerno. I rinforzi della VIII Armata Brrittanica furono risolutivi per sbloccare in senso positivo la situazione Bombardamenti causaromo gravi danni alla Città e al porto 1) Chiesa del Crocifisso Sec IX o X Rimaneggiata nel sec XVII Restaurata nel 1929 Interno a tre navate 2) Duomo 1080-1084 Sorge su area dell’antica cattedrale Rifacimento, prima metà 700’ Restauri, recentemente Facciata interna, rimaneggiata nel 1722 Atrio. Portale romanico, sec XI, detto Porta dei Leoni Quadriportico, loggiato superiore romanico-amalfitano Sarcofagi

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Transetto sinistro. Sarcofago dell’arciv. D’Apramo Transetto sinistro. “Assunta”, Luca Giordano Cappella del Tesoro Museo del Duomo-Excultet, pergamena miniata, sec XIII Museo del Duomo. Paliotto eburneo, artisti locali, sec XII, tavolette del Nuovo e Vecchio Testamento Museo del Duomo. Presepe d’avorio, 700’ Museo del Duomo. Dipinti; artisti: Spagnoletto, Caravaggio, Barocci, L. Giordano, A. Vaccaro Navata sinistra. Monumento della Regina Margherita di Durazzo, di A. Baboccio Navata sinistra. Resti antica costruzione Cripta. Rivestita di marmi nel 600’ su progetto di A. Fontana Cripta. Affreschi, B. Corenzio Crpta. “San Matteo”, statue di bronzo, M. Naccherino 3) Campanile Romanico Sec XII 4) Episcopio 5) Chiesa del Monte dei Monti Ottagonale Inizi, 600’ 6) Acquedotto Medievale Costruito dai Longobardi Rimaneggiamento, Normanni 7) Orto agrario 8) Chiesa di S. Giorgio Parte interna, restauri nel 1674 Stucchi Pitture, Andrea da Salerno Cupola, affreschi, F. Solimena 9) Chiesa di S. Agostino Rifatta nel sec XIX Restauri, 1931

“Madonna”, Andrea da Salerno 10) Arco Arechi Resti di costruzioni del sec VIII 11) Palazzo Genovesi Del Sanfelice 12) Chiesa dell’Annunziata Campanile barocco Campanile di F. Sanfelice 13) Teatro Verdi 1872 Sipario, di D. Morelli “Statua di Pergolesi morente”, di G. B. Amendola 14) Villa Comunale 15) Palazzo del Municipio 16) Museo Contiene: collezioni topografiche; antichità dell’agro Picentino, corredi di necropoli arcaiche e di una necropoli opico-etrusca; antichità dell’Agro Lucano, tombe italiche dal VII al III sec aC; un trittico, 400’; un polittico, Andrea da Salerno, 1512 17) Monumento ai Martiri salernitani Di G. Chiaromonte 1911 18) Resti del Castello di Arechi Fondato dai Romani Ampliato dai Longobardi San Bartolomeo in Galdo Origine longobarda Panorama vastissimo San Lazzaro 1) Punta a picco sul Capo Conca Eccezionale panorama fino all’isola di Capri e alla lontana piana di Pesto Santa Maria Capua Vetere Conserva i resti dell’antica Capua e di questa occupa il posto

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Dopo la battaglia di Canne (216 aC) aprì le porte ad Annibale (“ozi di Capua”) 1) Duomo Costruito su catacombe cristiane; completamente trasformato 5 navate su colonne antiche 2) Teatro Comunale Di A. Curri 3) Anfiteatro Campano Eretto dalla Colonna Italia nel I sec dC Restaurato da Adriano e da Antonino Pio L’uso del velario s’iniziò in questo anfiteatro Arena: m 76 x 46 Poco lontano doveva trovarsi una scuola per gladiatori; da tale scuola, nel 73 aC, ebbe inizio la sollevazione degli schiavi capitanati da Spartaco Largo m.140 Esternamente, 4 piani, h. 46 m. Piano inferiore: 80 arcate 2° e 3° piano: arcate decorate da statue Arena: m.76 X 46 4) Arco di Adriano Resti di un arco a 3 fornici

Sant’Angelo in Formis Ai piedi del M. Tifata Basilica di S. Angelo in Formis Sec XI, ricostruzione Campanile a bifore Portico ad archi acuti, tipo moresco Portale di marmo bianco Portale. Sormontato da due affreschi – “Madonna” e “S. Michele”, sec XI Portico. Affreschi – Storie degli eremiti –, pittore bizantineggiante, sec XIII Interno basilicale, 3 navate, 3 absidi Soffitto ligneo, 1927 Affreschi, sec XI (“Giudizio Universale”, “Storie del Redentore, con Profeti e Sibille”, “Storie del V. Testamento”, “Cristo benedicente”) Sant’Egidio del Monte Albino Frazione di Angri 1) Chiesa di S. Maria Maddalena 1506 Polittico, Andrea da Salerno Quadri, F. Solimena Quadri, Luca Giordano Oratorio, tavola bizantina Sagrestia, affreschi, sec X e XI

Sant’Agata de’ Goti Sorge sul luogo della sannitica Saticula V sec, insediamento di una colonia di Goti 1) Duomo Sec XII, rifacimento Interno, rimaneggiamenti nel 1734 Presbiterio, avanzi di un pavimento musivo 2) Chiesa di San Francesco 700’, rifacimento Tomba di Ludovico Artus, 300’ 3) Chiesa dell’Annunziata Portale, 500’

Santuario di Monte Vergine Poco al di sotto della vetta del Monte Vergine Meta di festose gite Costruzioni fondate da Guglielmo di Vercelli Costruzioni, 1119 Costruzioni, attualmente, presentano aspetti caratterizzanti del 600’ a seguito di rifacimenti 1) Chiesa Portale gotico

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Sorge in una verde conca dominata da alte montagne 1) Chiesa di S. Michele Sec XVI Facciata barocca Campanile, 1564 Abside, statua lignea di S. Michele Abside, grande tavola, G. B. Lama, 1598 Soffitto del transetto, “Storie del Nuovo Testamento”, F. Guarino 2) Palazzo Ducale Tardo 500’

Interno a 3 navate Interno rifatto da G. G. Conforti Cappella della Madonna, altare, “Madonna col Bambino”, testa bizantina, resto del 300’, oggetto di venerazione Sedia abbaziale, lignea, intagliata, sec XIII Baldacchino con mosaici, sec XIV Sarcofago romano “Crocifisso”, 200’ 2) Monastero Sala capitolare, stile 700’ “Madonna delle Grazie”, 200’

Sorrento Nota per il culto delle Sirene Apprezzata dai Romani Sorge su una terrazza di tufo, a picco sul mare E’ la località principale della Penisola Sorrentina 1) Statua di S. Antonino 2) Monumento a Torquato Tasso 1870 Sorrento è il luogo di nascita di T, Tasso 3) Campanile del Duomo Aperto inferiormente 4) Duomo Rifacimento, sec XV Facciata, 1924 Portale (fianco destro), 1479 Interno a tre navate Bassorilievi marmorei, sec XIV o XV Trono arcivescovile, 1573 Pulpito, marmoreo, 500’ Coro, esempio di tarsia sorrentina “Presepio”, tavola, 400’ 5) Arco romano Dietro al Duomo 6) Sedile Dominova Sec XV Quello rimasto di due seggi della nobiltà fiorentina 7) Chiesa di S. Antonino

Seiano Punta Scuotolo, panorama Sessa Aurunca L’antica Suessa, capitale degli Aurunci Situata sul pendio meridionale del vulcano spento di Roccamonfina 1)Resti romani Teatro, criptoportico, terme 2) Resti medievali Castello 3) Chiese barocche 4) Duomo Rifatto all’inizio del sec XII con materiali di edifici romani Facciata con pronao del 200’ a 3 arcate, adorne di bassorilievi Interno basilicale a 3 navate Navata mediana: pavimento musivo, sec XII Pergamo con decorazione musiva di Pellegrino, sec XIII Candelabro pasquale, Pellegrino Cantoria: mosaici a fondo d’oro, Taddeo da Sessa, sec XII 5) Ponte degli Aurunci Romano 21 arcate Solofra

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Portale, sec X Interno, colonne antiche rimaneggiate Cripta, rifatta nel 700’ Cripta, antico affresco 8) Chiesa di S. Francesco Chiostrino con archi arabeggianti che si intrecciano su pilastri, sec XIV 9) Villa Comunale Panorama, da Procida al Vesuvio 10) Museo Correale di Terranova Palazzo settecentesco Riguarda la storia delle arti minori a Napoli nei sec XVII e XVIII Si segnalano, tra gli altri, i seguenti materiali: > Avanzi marmorei classici > Resti marmorei medievali > Pitture > Pitture scuola napoletana del XVII sec > Opere di G. Gigante > Porcellane di Capodimonte > Porcellane di altre fabbriche > Mobili “Annunciazione”, maestro Colantonio, sec XV 11) Passeggiata al Deserto Panorama sui due Golfi e su Capri

Di fronte, Capri Sorrento | Al deserto Antico ospizio Panorama sui due golfi e su Capri Sorrento | S. Agata Chiesa di S. Maria delle Grazie Altare maggiore con incrostazioni di pietre dure, lavoro d’arte fiorentina, 500’ T Teano Sulle propaggini orientali del gruppo vulcanico di Roccamonfina E’ l’antica Theanum Sidicinum, capitale dei Sidicini Nota per l’incontro, in data 26 ottobre 1860, tra Vittorio Emanuele II, diretto a Napoli, e Garibaldi, conquistatore delle Due Sicilie 1) La Cavallerizza Costruzione romanica 300’ 2) Arx Preromana 3) Chiesa di S. Francesco Edificata dai francescani Sec XIV Sec XVII, rimaneggiamenti Soffitto ligneo 4) Duomo Sec IV Eretto presso la tomba di San Paride 5) Chiesa di San Paride Sec IV 6) Chiesa di S. Antonio Abbate Affreschi, 300’ 7) Chiesa di S. Maria la Nova Sec XIII

Sorrento, Capo di Villa di Pollio Felice o Bagno della Regina Giovanna Resti Cantata da Stazio Sorrento, Piano di Chiesa di S. Michele Balaustrata dell’altare maggiore adorna di 4 angeli, scuola del Bernini “Ecce Homo”, scultura lignea Sorrento | Punta della Campanella Estremità della penisola sorrentina

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8) Chiesa di S. Benedetto Fondata dai Benedettini Sec VIII Colonne, capitelli e basi monumenti romani 9) Anfiteatro romano Resti

Due grandi colonne porfiriche 2) Chiesa di S. Basilio Sec XI A tre navate di tipo pisano Coperture a botte, influssi lombardi

di

V Torre Annunziata Nota per la fabbricazione di paste alimentari Scoglio di Revigliano Sormontato da un torrione Era la Petra Herculis di Plinio

Valico di Chiunzi 1) Castello Sec XV Torre, resti Ventaroli Antico Forum Claudii 1) Basilica

Torre del Greco Famosa per la lavorazione del corallo, del cammeo, della tartaruga Museo del Corallo

Vesuvio Tra i vulcani attivi della terra è il più celebre ed il più studiato Si compone di due coni: A) Monte Somma, cono tronco. Culmina con la Punta del Nasone, m.1132 B) Vesuvio propriamente detto, cono più piccolo Tra il cono vesuviano e il Somma trovasi una valle. Tale valle a nord prende il nome di Atrio del Cavallo e ad est di Valle dell’Inferno Nell’antichità esisteva un cono unico, il Monte Somma, con altezza di m 2300 Evidentemente una formidabile eruzione, di cui non si conosce la data, sconquassò il monte Episodi di attività rilevanti: >63 dC, terremoto distrugge in parte Pompei, Ercolano e Napoli > 79, eruzione: seppellisce Pompei, Ercolano e Stabia > 200, eruzione > 472, eruzione > 512, eruzione

Torregaveta Gruppo di case ai piedi di un’altura; su questa sorgeva la Villa di Servilio Vatia Troia Sec XI Sorge sulle rovine di Aecae, città dei Dauni 1) Cattedrale 1093-1125 Romanica, influssi pisani Facciata. Parte inferiore, 7 arcate cieche Facciata. Parte superiore, ampia arcata, sec XIII Portale. Porta bronzea, Oderisio da Benevento, 1119, fregi orientali e rilievi classici Fianco destro. Porta bronzea, Oderisio da Benevento, 1127 Abside semicircolare Interno a tre navate Pergamo rettangolare, due ordini sovrapposti di colonne

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> 685, eruzione > 993, eruzione > 1036, eruzione > 1139, eruzione > 1306, eruzione > 1500, eruzione > 16 dicembre 1631: distruzione di quasi tutte le località situate alla base del vulcano; la lava raggiunse il mare > 1794, eruzione: distrugge Torre del Greco > 1871-1872, eruzioni > 1906, eruzione > 18-29 marzo 1944

Presenta 2 piani Al 2° piano, Biblioteca Vico Equense 1) Ex Cattedrale Pitture, G. Bonito Tomba di G. Filangieri (che morì a Vico nel 1788) 2) Castello Giusso Voluto da Carlo III d’Angiò Rifatti, 1604 Vietri sul Mare Famosa per le attività dedicate alla ceramica

Vesuvio | Cratere Il suo giro è pari a km.15 Vesuvio | S. Giuseppe Vesuviano Danneggiato dall’eruzione 1906

del

Vesuvio | Ottaviano Coperto dalle ceneri delle eruzioni del 1822 e del 1906 Vesuvio | Madonna dell’Arco Santuario 1593 Rimaneggiato in epoca barocca “Epifania”, Luca Giordano Vesuvio | Osservatorio Vesuviano Voluto da Ferdinando II 1841-45 Sorge sul Monte Canteroni Nell’Osservatorio si segue quotidianamente la vita del Vesuvio, si fanno osservazioni metereologi che e sismiche

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evidenziare autonome tradizioni speculative e ricostruire l'intreccio di scienza e virtù delle antiche nazioni italiche del Mezzogiomo d'Italia. Non per niente, Genovesi poté fare l'elogio del "sapere delle illustri nazioni che popolarono le contrade meridionali, famose per scuole, leggi, arte, commercio" e, nella stessa ottica, nell'Ottocento dominato dal mito dell'unità nazionale, Enrico Cenni scrisse Napoli e l'Italia. Nel clima positivistico, quando esplose la "questione meridionale", anche in polemica con le posizioni deterministiche di Cesare Lombroso, si ripropose il tema del primato meridionalistico da parte di Pasquale Turiello, secondo il quale le notevoli attitudini speculative dei meridionali esaltavano in essi il senso politico, la disposizione all'arte, alla speculazione filosofica e alla letteratura. Il meridionalismo, già anticipato da Genovesi, Filangieri, Galiani, Galanti, Cuoco e Pagano, i quali denunciarono le condizioni di arretratezza del regno e proposero interventi di trasformazione politica e sociale, trova in Pasquale Villari, Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti e Gaetano Salvemini gli autori più robusti e significativi. Nel primo Novecento, Gentile e Croce, che si sentirono continuatori della migliore tradizione meridionale, costituiscono saldi punti di riferimento per un corretto approccio al problema. Nel primo, il tema della tradizione nazionale restò sempre preminente, mentre nel secondo ebbero maggiore incisività le tradizioni

1. CAMPANIA, SCHEGGE Tutti i materiali pubblicati in questa sezione sono ripresi dal periodico il nuovo L’Eco di Aversa nonché www.ecodiaversa.com Sulle tracce di una Cultura meridionale Professore Alberto Perconte Licatese Il dibattito storiografico, sviluppatosi nel corso del nostro secolo sul problema della definizione di una cultura "filosofica" meridionale, ha il suo punto di partenza nel pensiero di Vico e Cuoco, in riferimento alle loro opere minori, De antiquissima Italorum sapientia (1710) del primo e Platone in Italia (1806) del secondo, due saggi che ebbero il merito di rivendicare antichità e continuità della tradizione culturale meridionale. A questo punto, si può comprendere meglio il motivo per cui il cosentino Tommaso Cornelio definisce incolas nostros i pitagorici, fondatori della più antica sapienza matematicofilosofica della penisola; non di meno la ratio che suggerì all'erudito pugliese G.B. Tafuri la redazione dell'Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli (1774); anche l'interpretazione del materiale antiquario (italiota, etrusco, italico) sembrava mirare ad un "modello italico", secondo la definizione di Giuseppe Giarrizzo, che si contrapponeva al centralismo romano ed al forestierismo gotico, per cui la cultura illuministica meridionale rilesse le vicende meridionali per

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regionali. Luigi Russo esaminò nella sua visuale prettamente idealistica la tradizione culturale napoletana, considerandola in contrapposizione con la cultura toscana. Tralasciando le interpretazioni di Nino Cortese, di Adolfo Omodeo e di tanti altri che hanno dibattuto il problema, tentando di dare una risposta alla domanda iniziale, ritengo che nel pensiero razionalistico Eugenio Garin, esprimendosi sull'eventualità di riconoscere una "filosofia meridionale", palesi l'agitarsi una problematica, entro la quale si intravede la possibilità di leggere la tradizione filosofica del Mezzogiorno con tratti salienti; sul versante storico, gli studi di Giuseppe Galasso, incentrandosi intorno al problema dei caratteri originali della dinamica della storia meridionale, hanno contribuito a delineare un quadro variegato dei ceti dirigenti ed intellettuali meridionali e a precisare il tema dei rapporti tra cultura e potere.

pugno, afferma, con animo fiero, "Nunc tenet Parthenope". Ma quanti hanno avuto modo di leggere questa scritta sulla tomba del "vate mantovano", tra l'altro a pochi passi da quella di Giacomo Leopardi sulla suggestiva collina che separa Mergellina da Fuorigrotta? Sicuramente non tanti quanti visitano la Costiera amalfitana o l'Antro della Sibilla Cumana. Certo, non si tratta di luoghi di minore importanza, ma il rapporto tra Storia solennizzata e Storia dimenticata lascia nell'oblio tasselli importanti del mosaico delle grandi memorie. Basti pensare alle origini normanne della città di Aversa, al patrimonio culturale in essa presente, fatto anche di testimonianze concrete di una cultura cosiddetta minore, celata tra le pieghe di una Storia tanto "movimentata" quanto straordinaria. Osci, Sanniti, Normanni, Ottomani, Bizantini sono tra i protagonisti, più o meno importanti, di una realtà che ha visto succedersi e mescolarsi, nel corso di tremila anni, popolazioni che in qualche misura hanno segnato la Storia d'Europa. Come allora non prendere in prestito dal passato qualcuna delle più stupefacenti grida di ammirazione rivolte a questa terra: impossibile non citare Goethe perchè "qui si resta sbalorditi tra eventi della Natura e della Storia" ma anche Orazio che, sotto "il cielo più sicuro" tra Miseno e l'Averno, affermava "Nessun altro luogo al mondo è più splendente del golfo di Baia...". Non è soltanto la "città sommersa" o il ventre dell'antica

§ Campania: arte, archeologia, cultura e ambiente Francesca Pandolfi Campania felix, questo l'appellativo conferito dai Romani alla nostra terra, ad una delle più belle ed affascinanti dell'intera "Magna Graecia", eppure spesso poco conosciuta o non adeguatamente valutata. Era tra le mete più ambite dei "grandi" dell'antica Roma, ospitò Enea e i suoi, accogliendo per sempre l'anima di Palinuro: lo stesso Virgilio, nell'epitaffio scritto di suo

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Puteoli o i resti della virgiliana Cuma ad accogliere il turista in cerca di miti e leggende di una grandezza antica ancora scolpiti nelle pietre e nel marmo; quella di cui oggi si sente il bisogno è una regione a misura d'uomo, di un uomo non più legato al particolarismo provinciale ma un cittadino europeo, nuovamente disposto ad affrontare lo stesso "Gran Tour" degli artisti di fine '700 (Canova, Vanvitelli, Goethe, Shelley, Piranesi), che diffusero in tutt'Europa le "vestigia" della rinomata Paestum e dell'intero Regno di Napoli. Lo stesso Carlo di Borbone chiese a Luigi Vanvitelli di costruire una reggia sul modello di quelle delle grandi capitali europee: il Palazzo Reale casertano, come del resto quello di Napoli, doveva essere una costruzione "massiccia" che sembrasse pesare sul suolo, come la regalità che ospitava gravava su quelle "contrade". La Reggia doveva essere una dimora emblematica, simbolo della magnificenza, della politica, della vita artistica e culturale del Regno: quel "Bacio di Amore e Psiche", forse scelto dal Canova in onore di Carolina Murat, conteneva in sé tutte le contraddizioni di un'epoca travagliata dalle campagne napoleoniche e dalla Restaurazione. Continua, dunque, perché in realtà mai interrotto, lo stupore antico del Grand Tour, alimentato da quel mito diffuso ovunque di una magnificenza e di una accattivante dolcezza della natura. L'amore per quell'ambiente, per quelle città un po' frenetiche e chiassose, per quello stesso

"passato glorioso" tanto ostentato dai nobili di tutt'Europa, accomunava uomini e donne d'ogni età: il tentativo, oggi, nell'era della tecnologia, è quello di offrire al turista non una semplice guida ma un modo per guardare ad ogni singolo "pezzo di Storia" come ad un documento vivente della cultura umana. Molto spesso, basta aver visitato un sito Web per vantarsi di conoscere una città, di comprenderne a fondo gli aspetti più squisitamente architettonici, storici e paesaggistici. Entrare a Pompei, Ercolano, Paestum, visitare le stanze della Reggia di Caserta o semplicemente passeggiare per i giardini di Capodimonte è tutt'altra cosa, vuol dire immergersi nelle intense attività di un tempo, sentire i profumi e i sapori di una terra che non smette mai di stupire con un fascino sempre nuovo. La Campania è, tra l'altro, la terra della Rivoluzione napoletana del 1799, della Pimentel Fonseca, degli intellettuali "martiri per disprezzo": tutto ciò che ricorda anche il minimo particolare di questa Storia non merita di essere banalizzato, per la sua semplicità, da poche righe scritte in Internet! Vorrà pur dire qualcosa il fatto che, dopo quasi duemila anni, le rovine di Pompei, Ercolano, Paestum siano ancora lì ad attendere chi le ammiri! Prima ancora di invitare turisti stranieri occorre, anzitutto, "educare" e indurre ad una maggiore attenzione chi nato tra i "pabula laeta" del Casertano e il Golfo di Napoli. Raramente capita di ricordarsi della ricchezza delle zone in cui

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viviamo: tutti severamente ne criticano gli indiscutibili aspetti negativi, ignorando, però, quanta Storia possa ancora celarsi dietro cumuli di "immondizia". E' il caso dell'area nei pressi del Lago Patria dove, sperando in una tranquillità da tempo perduta, Publio Cornelio Scipione decise di essere sepolto, facendo incidere sulla sua tomba una frase dalle tinte provocatorie: "Ingrata Patria, non avrai neppure le mie ossa!". Se ingrata fu Roma, altrettanto lo è stata l'antica "Litaernum", che nulla ha fatto per serbare memoria del vincitore di Zama. Ecco allora che l'intervento di efficienti "Proloco" disseminate sull'intero territorio regionale può risultare utile per il patrocinio di iniziative culturali volte ad una più attenta rivalutazione di svariati siti storici o archeologici. Al di là della scelta delle aree da considerare "patrimonio UNESCO" o quanto meno mete turistiche, occorre incentivare iniziative come "Campania Artecard", capaci di garantire vere e proprie vacanze a Napoli e in Campania in un percorso completo tra storia, arte e cultura. Si tratta di una sorta di "Pass par tout", un mezzo rapido, economico (da un minimo di otto ad un massimo di trenta Euro) ed efficace per visitare in tutta tranquillità un patrimonio a "misura di turista". Un'altra importante iniziativa, fondamentale per rendere l'idea "Europe calls Naples", è un progetto realizzato dal comune di Napoli e dall'Università Federico II con il duplice scopo di sviluppare nei Napoletani il senso di

appartenenza all'Unione Europea e di fungere da intermediario nel bacino del Mediterraneo, favorendo scambi culturali e sociali, nonché economici, alla luce del turismo come una delle principali risorse finanziarie. Occorre, inoltre, incrementare la percentuale di sconto per scolaresche sia italiane che straniere e rendere gratuiti gli ingressi più di quanto già non si faccia. In tal modo, sarà certamente possibile richiamare sempre più il turista attratto non soltanto dalla grande concentrazione di beni archeologici e dall'alternarsi di località geologicamente singolari ma anche dall'umanità della sua gente. A Londra c'è infatti quello di Piccadilly, a Parigi quello di Clignan Court, Roma ha Porta Portese ma Napoli in fatto di mercatini, antiquariato, genuinità di sapori locali, non ha rivali! La cultura, così, anche nelle più ampie accezioni, aprirà a tutti le sue porte; sotto il Vesuvio, simbolo indiscusso dell'intera Campania, potrà esserci una nuova Napoli: non più la città della malavita ma il volto di una realtà che, "sponte sua", offre se stessa a chi per negligenza di qualcuno troppo preso da "altro" non ha avuto modo di ammirare. Ricordo di aver letto su una parete pompeiana una frase forse tra le più significative, "Nihil potest durare tempore perpetuo": cosa c'è di più vero? Il tempo cancella ogni cosa, è nella sua natura ma l'amore per la cultura, per il bello, quello davvero non scomparirà mai!

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città della seta sulle colline di San Leucio. Nelle intenzioni di Ferdinando, Carditello avrebbe rappresentato il supporto reale ai tradizionali sistemi dell'attività agricola, mentre San Leucio una spinta verso il nuovo modello di sviluppo industriale derivato dalle idee dell'Illuminismo. L'Acquedotto, che copre una distanza di 38 km, fu realizzato nel 1769 per portare l'acqua al palazzo reale, ai giardini, a San Leucio ed alla nuova città di Caserta. Nel progetto che sto elaborando per l'UNESCO, in qualità di vincitore del Master in Management del Patrimonio dell'Umanità, si prevede di riunificare, secondo l'originaria concezione progettuale, la Reggia, San Leucio e l'Acquedotto, sia per farne comprendere ai visitatori il reale significato, sia per incrementare il turismo stanziale nella provincia. Il trend attuale infatti è legato alle visite di una giornata alla Reggia, senza il pernottamento ed alcuna interazione fra i turisti e le attività commerciali del territorio. Questo tipo di turismo non porta nessun beneficio all'area, al contrario ne incrementa le problematiche come quelle del traffico, dell'inquinamento ambientale e della produzione dei rifiuti. Il sito UNESCO di Caserta, nel mio progetto, diventerebbe l'attrattore principale di un "distretto culturale" più ampio che comprende altri capolavori architettonici provinciali, come quelli nelle città di Sant'Angelo in

§ Patrimonio dell’Umanità in provincia di Caserta Architetto Giuseppe Alessandro Ciambrone, UNESCO Castel Volturno Anche se il Sito UNESCO della provincia di Caserta è uno dei monumenti più visitati d'Italia con circa 700.000 visitatori l'anno (1) ed è il secondo sito visitato in Campania dopo gli scavi archeologici di Pompei (2), pochi sanno che esso non è costituito solo dalla Reggia, ma comprende anche il Belvedere e le Seterie di San Leucio ed i Ponti della Valle di Maddaloni. Il sito è stato inserito nell'elenco del Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997 per la perfetta integrazione progettuale fra il palazzo reale, il parco, i giardini, i casini di caccia, le seterie, l'acquedotto ed il paesaggio circostante (3). Il Re Carlo III di Borbone volle costruire una nuova capitale che rappresentasse il potere del regno indipendente delle Due Sicilie ed un palazzo reale che potesse competere con quelli di Versailles e Madrid. Nel 1752 l'architetto Luigi Vanvitelli elaborò un ambizioso progetto urbanistico nel quale la Reggia si trovava sull'asse di collegamento che connetteva Napoli, la vecchia capitale, con Caserta che sarebbe dovuta diventare la nuova capitale (4). Il progetto fu ampliato durante il regno di Ferdinando IV, il successore di Carlo, con il complesso rurale di Carditello e la

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Formis, S.M. Capua Vetere, Capua, Aversa e Sessa Aurunca. In questo contesto, il Litorale Domitio, con le numerose attività di carattere turistico-ricettive ed i circa 40 km di spiagge avrebbe una propria specifica caratteristica come località per il tempo libero e di soggiorno. Ciò contribuirebbe al conseguente sviluppo sociale ed economico del territorio. Referenze - UNESCO (2006). Periodic Report. Available on: http://whc.unesco.org/en/list/549/d ocuments/ [accessed 16 March 2008] - Regione Campania (2004). Rapporto Turismo 2004 - UNESCO (1997). Advisory body Evaluation. Available on: http://whc.unesco.org/en/list/549/d ocuments/ [accessed 16 March 2008] - MIBAC (2008). Reggia di Caserta. Available on: http://www.ambientece.arti.benicul turali.it/guida_reggia/storia/ [accessed 16 March 2008]

scolastica nel campo della tutela culturale ed ambientale e dell’altissimo livello di disoccupazione. L’immagine della regione è fortemente compromessa ed il turismo, che dovrebbe essere la maggiore fonte di introito economico, ne risente negativamente. Il progetto propone di realizzare un network fra i cinque siti UNESCO della Campania, utilizzando la rete di trasporti esistente, in modo da rappresentare la regione nel mondo attraverso la propria cultura. L’inestimabile patrimonio architettonico e naturalistico è costituito da: 1. Il Complesso monumentale di Caserta. L’unicità del complesso, creato da Carlo III di Borbone nel 1750 circa, consiste nella connessione fra il Palazzo, il giardino Reale, il paesaggio circostante e la città di San Leucio realizza per rispecchiare l’idealistico principio della meritocrazia nella lavorazione e produzione serica; 2. Il Centro storico di Napoli. La colonia greca del 470 a.C. conserva nel suo tessuto urbano e nelle sue architetture il segno culturale delle diverse dominazioni europee e mediterranee succedutesi nei secoli; 3. Il Sito Archeologico di Pompei. Le rovine, sopravvissute all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., testimoniano una vivida rappresentazione di un particolare stile di vita della società romana che non ha uguali altrove; 4. La Costiera Amalfitana. Gli eccezionali esempi di insediamenti architettonici

§ Non solo Reggia Architetto Giuseppe Alessandro Ciambrone, UNESCO Castel Volturno Il Patrimonio dell’Umanità nella regione Campania ed in particolare nella provincia di Caserta, dove vivo, è in pericolo a causa della grave crisi emergenziale nel settore dei rifiuti, delle vere e proprie guerriglie urbane fra organizzazioni malavitose, del basso profilo dell’educazione

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mediterranei si inseriscono straordinariamente negli incredibili scenari naturalistici; 5. Il Parco del Cilento e la Certosa di Padula. Oltre ad ospitare il drammatico gruppo di santuari, fra cui la Certosa, il Parco ha avuto un ruolo chiave per gli scambi commerciali, culturali e politici tra le colonie greche e le popolazioni indigene etrusche e lucane. Oltre alla presenza dei Siti UNESCO, il turismo potrebbe inoltre essere facilitato dai prezzi contenuti se comparati con quelli di altre regioni come la Toscana, il Veneto ed il Lazio. Inoltre numerosi turisti sono invogliati a visitare la Campania per le famosissime isole di Capri ed Ischia che annovero ogni anno fra i propri ospiti star del jet set internazionale e che in passato venivano visitate soprattutto da americani, tedeschi, giapponesi e svedesi che vedevano in questa terra la propria meta preferita di soggiorno. A questo straordinario patrimonio si contrappongono le recenti problematiche descritte che devono essere affrontate attraverso: politiche di risanamento ambientale (bonifiche di discariche e siti di stoccaggio di eco-balle, raccolta differenziata…); potenziamento specializzato delle forze dell’ordine per la particolare emergenza criminale; training nel settore delle attività turistiche e di educazione ambientale per studenti e disoccupati. I turisti che arrivano a Napoli non ricevono un’adeguata accoglienza per l’insufficienza di servizi come gli information points, e di personale specializzato

capace di comunicare con visitatori di diverse nazionalità. La città è anche priva di un piano di gestione commerciale: nella stagione estiva, dove si registra un aumento dei flussi turistici, molte attività, fra cui i negozi di abbigliamento, sono chiuse ed i visitatori non sono invogliati ad intrattenersi per più di pochi giorni. Le strade sporche con cumuli di rifiuti, il percepibile senso di insicurezza che si registra soprattutto nell’area del porto e nei pressi della stazione ferroviaria centrale sono sinonimo di un settore, quello turistico, che fatica a decollare. Dal confronto dei dati turistici annuali della Campania con quelli del Veneto, sebbene sui territori di entrambe le regioni insistano 5 Siti UNESCO, si deduce che il flusso turistico campano è di quattro volte inferiore rispetto a quello veneto.* Nella provincia di Caserta le problematiche sono accentuate dalla presenza di turisti che non soggiornano in città, ma visitano solo per poche ore la Reggia prima di ripartire. Ciò comporta l’aumento del traffico veicolare, dell’inquinamento atmosferico e dei rifiuti urbani. La proposta progettuale suggerisce la realizzazione di un “distretto culturale casertano” che riunisca fisicamente, utilizzando i trasporti esistenti, ed idealmente, secondo il progetto originario, il sito UNESCO costituito dalla Reggia, dall’Acquedotto del Vanvitelli e dal complesso di San Leucio. I turisti infatti reputano che solo la Reggia sia Patrimonio dell’Umanità e non visitano gli altri due capolavori architettonici.

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Il “distretto culturale” deve essere realizzato come un’area vibrante e dinamica con attività ricreative e turistiche (ristoranti, caffetterie, bookstores…). La realizzazione del network regionale e provinciale deve includere un’attiva partecipazione dei cittadini, delle associazioni di settore e degli imprenditori nelle scelte di pianificazione pubblica a diversi livelli territoriali. I cittadini devono essere informati e devono offrire il proprio contributo attraverso idee e progetti, anche auto sovvenzionati, che si integrano nella proposta di recupero dei siti UNESCO. Deve inoltre essere incoraggiata una partnership pubblico-privata per la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale, sia per disporre di maggiori investimenti sia per sensibilizzare la società civile ai temi della conservazione e tutela. La politica di recupero sociale ed ambientale, la maggiore specializzazione nell’ospitalità e nella professionalità turistica e ricettiva, opportunamente pubblicizzati, comporterebbero un aumento di visitatori maggiormente distribuito sul territorio campano e casertano, con percorsi culturali legati ad i siti UNESCO ed alle attività di svago. Un management plan regionale che coordina i management plans dei cinque siti UNESCO, come un cabina di regia, consentirebbe di monitorare le problematiche inerenti l’incremento turistico e lo stato di conservazione dei Siti. Lo sviluppo sostenibile è inteso come crescita economica e sociale del territorio e come tutela del patrimonio ambientale e culturale

dei siti UNESCO campani, per la nostra e per le generazioni future. § Turismo culturale nel mondo, in Italia ed in Campania Architetto Giuseppe Alessandro Ciambrone, UNESCO Castel Volturno Il turismo è il più largo settore dell'economia mondiale con tremila miliardi di dollari l'anno. I dati dell'Organizzazione Mondiale del Turismo documentano 25 milioni di spostamenti turistici nel 1950, 528 milioni nel 1995 e prevedono un flusso turistico di un miliardo di persone per il 2010 (1). In genere il Turismo Culturale, in particolare legato ai Siti UNESCO come destinazione turistica, è in crescita ovunque: dopo che le isole Galapagos sono entrate nella lista del "Patrimonio dell'Umanità" il numero dei turisti è maturato da 9.000 nel 1978 a 40.000 nel 1996 ed a 145.000 nel 2007 (2); Petra in Giordania è passata da 359.000 visitatori nel 2006 a 578.000 nel 2007; il Parco Nazionale Los Glaciares in Argentina è passato da 28.000 visitatori nel 2002 a circa 70.000 nel 2004 (3). L'Italia resta sempre una destinazione turistica privilegiata con 336 milioni di presenze nel 2004 (4). Le visite alle città storiche sono crescite del 94% negli ultimi 15 anni con un incremento totale del turismo di settore del 24%. I turisti interessati a monumenti, esposizioni ed eventi culturali rappresentano il 30% della domanda turistica. In questo contesto la Campania registra un

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trend negativo. Sebbene vi siano 5 Siti UNESCO (1. Centro Storico di Napoli; 2. Reggia di Caserta, San Leucio e Ponti della Valle; 3. Pompei ed Ercolano; 4. Costiera Amalfitana; 5. Costiera del Cilento), la regione riceve un terzo dei visitatori del Veneto che ha lo stesso numero di Siti UNESCO, la metà dei visitatori della Toscana (6 Siti UNESCO), dell'Emilia Romagna (3 Siti UNESCO) e del Trentino che non ha località annoverate nella lista del "Patrimonio dell'Umanità". La Campania con 19 milioni di visitatori l'anno ospita 10 milioni di turisti in meno rispetto al Lazio (3 Siti UNESCO) e 6 milioni in meno della Lombardia (4 Siti UNESCO), (5). Inoltre c'è una discrepanza di distribuzione dei turisti all'interno delle province regionali: Napoli riceve il 56% dei visitatori; Salerno il 38%; Caserta il 4%; Avellino e Benevento solo l'1%. Ciò comporta una irregolare distribuzione degli introiti economici nell'ambito regionale e l'effetto del "turismo di massa" in particolari aree con la conseguente degradazione dei siti di interesse storico e naturalistico. La necessità di un piano regionale che affronti queste problematiche è l'oggetto del progetto che sto elaborando in qualità di vincitore di un master biennale alla University College di Dublino in management del "Patrimonio dell'Umanità", finanziato dall'UNESCO. Referenze 1. Von Droste, B. (2008). World Heritage and Globalization. Lecture at the International Symposium "Sharing Heritages:

New Challenges for Site Conservation and Protection for Tourism Management", Valencia, Spain, 7-10 February 2008 2. Watkins, G. & Cruz, F. (2007). Galapagos a Risk. A socioeconomic analysis. Charles Darwin Foundation 3. Vinals, M.J. (2008). WHS inscription: A threat for conservation?. Lecture at the International Symposium "Sharing Heritages: New Challenges for Site Conservation and Protection for Tourism Management", Valencia, Spain, 7-10 February 2008 4. Region of Campania (2004). Rapporto Turismo 2004 5. Region of Veneto (2008). Movimento Turistico § Carlo di Borbone Professore Alberto Perconte Licatese "Nato spagnuolo da un principe francese (Filippo V), che valeva meno di una donna, e da una principessa (Elisabetta Farnese), che valeva assai più di un uomo, era amante della moglie (Maria Amalia di Sassonia, sposata nel 1739), non meno che della caccia, del ballo e delle lettere" (M.Schipa). Spodestato senza molto sforzo l'ultimo imbelle viceré austriaco, Giulio Visconti, il 10 maggio 1734 il sovrano fece il suo trionfale ingresso a Napoli non ancora diciottenne, entrando da Porta Capuana e, dirigendosi al duomo, lasciò in dono al santo patrono un gioiello del valore di seimila ducati; quindi, puntò alla reggia tra una folla plaudente.

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Dando ascolto alla madre Elisabetta la quale, avviandolo al principato, lo ammonì che "non es so gobernar los estados, sino que es preciso gobernarlos bene", e grazie sopra tutto al suo temperamento, senza ombra di dubbio Carlo fu sovrano intelligente e lungimirante. Per una valutazione complessiva del suo regno (1734-1759) non è questa la sede, ma sottolineo l'importanza che il suo dispotismo illuminato ebbe per l'assetto urbanistico, per le istituzioni culturali ed artistiche, per l'organizzazione giudiziaria, finanziaria e politica del regno. Penso alla costruzione della reggia di Caserta e del teatro S. Carlo, alla realizzazione del complesso industriale di S. Leucio, all'esecuzione degli scavi di Pompei e di Ercolano, alla fondazione di accademie, al mecenatismo, alle riforme nel campo degli studi e della milizia, della giustizia. Nel quadro della riforma degli studi universitari, concepita da Celestino Galiani che, in verità, già due anni prima aveva proposto il progetto di riforma degli studi che presentò nel giugno 1732 al viceré conte Harrach, articolata in due relazioni, contenenti innovazioni circa le cattedre e i lettori. Su invito di Carlo, stilò un'altra relazione (1734), che contemplava un progetto nella sostanza simile ed invitò il re a nominare una giunta di esperti, sotto la presidenza di B. Tanucci, già professore dell'Università di Pisa. Nel luglio 1735, nominata la commissione, il progetto fu approvato.

Inoltre, per legato testamentario di Bartolomeo Intieri, fu istituita a Napoli la prima cattedra di Economia in Europa, affidata ad A. Genovesi. Bisognerebbe parlare anche dell'editoria, dei giornali e delle gazzette, delle tipografie e delle biblioteche, specie la reale, la più fornita e prestigiosa, diretta da M. Egizio e poi da O. Baiardi. Il maggiore vanto della monarchia borbonica fu la scoperta delle antichità pompeiane ed ercolanesi. Gli scavi ed i rinvenimenti, promossi dal conte di Elbeuf e diretti dall'arch. napoletano Giuseppe Stendardi, furono ben poca cosa rispetto a quelli che realizzò Carlo. L'addetto alle fabbriche della reggia di Portici, l'ing. spagnolo Rocco Gioacchino de Alcubierre, avuta notizia dell'erronea tradizione sul sito di Pompei, ne informò il re e da lui ricevette l'ordine di fare sondaggi in un zona più vasta e così vennero alla luce i reperti di Pompei e di Ercolano. Infine, per iniziativa di Tanucci, il sovrano decise di fondare, con rescritto emanato a Caserta il 13 dicembre 1755, la Reale Accademia Ercolanese, della quale fecero parte quindici membri, scelti tra i più dotti dell'epoca. § Domenico Cirillo Alberto Perconte Licatese "Napoli, li 29 ottobre 1799 annotò Diomede Marinelli nel Diario - vi è stata gran giustizia al mercato su di persone di gran merito. Sono stati afforcati con quest'ordine: Pagano, Cirillo, Ciaja

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e Pagliacelli, tutti e quattro bendati. La sera avanti cenarono poco o niente, dicendo che doveano sostenere una breve vita... Tutti e quattro dotti, si parlò la sera avanti tra di loro come seguisse la morte degli afforcati. Ognuno disse il suo parere e Cirillo decise... Nel mesto corteo che s'avviava al patibolo, il Cirillo seguiva il Pagano; avea un berrettino bianco in testa e giamberga lunga di color turchino: stentò molto a morire. Andiede alla morte con intrepidezza e presenza di spirito". Domenico Cirillo era nato a Grumo Nevano nel 1739 da Innocenzo, medico e botanico, e dalla nobildonna Caterina Capasso, dai quali ereditò rispettivamente l'amore per la scienza e la delicatezza dei sentimenti. Seguendo la tradizione familiare, studiò botanica e medicina presso l'Ateneo federiciano, alunno di Francesco Serao e Francesco Porzio. Conseguita la laurea poco più che ventenne nel 1759, vinse il concorso a cattedra per l'insegnamento di botanica presso quella università. Passò poi alla cattedra di patologia medica (1774), di medicina teorica (1777), di medicina pratica (1783) ed, infine, tenne l'insegnamento di ostetricia e di clinica medica presso l'Ospedale degli Incurabili (1786), non solo segnalandosi come curante della famiglia reale e degli aristocratici, ma anche rivelandosi sensibile alle sofferenze del popolo. Tra i suoi scolari ebbe Saverio Macrì, Francesco Ricca ed altri meno famosi e da lui prese il nome la famiglia delle cirillacee, piante

medicinali da lui scoperte. Notevole fu eppure l'orma che il Cirillo lasciò nel campo della medicina, tra cui l'introduzione della cura della lue col bicloruro di mercurio, studiò l'azione dei vari farmaci e scrisse in latino voluminose opere di botanica, medicina, zoologia, biologia, discipline allora connesse tra loro. Assorto nello studio e nella professione, si occupò ben poco di politica. Al pari dei dotti suoi contemporanei, si iscrisse alla Massoneria ed, animato da ideali di libertà, giustizia e solidarietà umana verso i deboli e gli oppressi, denunciò la pessima gestione della prigioni e degli ospedali del regno. Allorché nel gennaio 1799 gli intellettuali napoletani, con l'aiuto delle armi di Jean-Étienne Championnet, costituirono la Repubblica Partenopea, Cirillo fu chiamato a far parte del governo provvisorio, ma rifiutò. Solo più tardi, nella ricostituzione dell'esecutivo, operata da Joseph André Abrial, riluttante entrò nella Commissione Legislativa, di cui fu presidente. Conosciute le idee illuministiche, in occasione di viaggi in Francia ed in Inghilterra, ancora nel 1790 si dichiarò favorevole ad una riforma delle carceri e degli ospedali, ma non fu ideologo, né membro di circoli giacobini, pur essendo amico di G.Filangieri e di M.Pagano, intellettuali noti per le idee liberali. La sua adesione alla Repubblica va valutata sulla base di queste premesse. Anzi, è tanto radicata l'interpretazione "patriottica" avallata da Cuoco, Lomonaco e Botta che, in franchezza, mi

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sembra ininfluente la pubblicazione da parte di B.Croce della lettera, inviata da Cirillo alla Hamilton, nella quale egli sminuì il ruolo ricoperto nelle vicende rivoluzionarie e, ricordati i propri meriti e la devozione alla famiglia reale, chiese di intercedere presso i sovrani, per avere salva la vita. In questa famosa missiva certo si notano delle zone d'ombra, ma se fu debolezza umana a dettarla, essa fu ampiamente riscattata dalla prova di dignità data all'atto dell'accettazione della condanna. Infatti, alla caduta della Repubblica, fatto segno alla furia dei Sanfedisti, che gli bruciarono la casa, intercettato dalle navi di O.Nelson, mentre cercava di fuggire in Francia, rinchiuso nei sotterranei del Castel Nuovo e nel Castel S.Elmo, fu processato e condannato a morte. Nonostante l'intercessione della Hamilton, avendo egli compreso che la domanda di grazia al sovrano Ferdinando, subordinata ad una pubblica sconfessione, sarebbe equivalsa ad un'abiura, rifiutò un atto indegno. Lasciò voluminose e fondamentali opere scritte in latino che trattano di botanica, chimica, zoologia e patologia medica.

religiosa, in Italia portò al livello più alto la ricerca erudita e storiografica. Forte fu in lui l'attaccamento alla cultura classica e cattolica, totale la diffidenza sia verso il naturalismo transalpino, sia verso ogni forma di misticismo cristiano. Nell’opera Delle forze dell’intendimento umano (1745), mosse un violento attacco ai deisti e all'eresia luteraria, ma non tralasciò di ammonire i dogmatici ed ottusi seguaci del sapere scolastico. Il suo cattolicesimo fu ponderato, aperto alla verità e all'innovazione; fondatore della critica storica, scrisse opere monumentali di erudizione e critica storica. La sua levatura intellettuale e morale lo mise in relazione con molti dotti italiani e stranieri e l'esigenza primaria del carteggio fu per Muratori di raccogliere informazioni utili, guardando alla cultura provinciale con grande interesse. In questo contesto si pone il rapporto, in un certo senso privilegiato, che Muratori stabilì con la cultura napoletana del tempo, vale a dire con gli intellettuali del più grande stato italiano del Settecento. Innanzitutto, egli pubblicò la sua prima opera (Primi disegni della Repubblica letteraria d'italia) a Napoli nel 1703, con lo pseudonimo di Lamindo Pritanio, non a caso scegliendo uno dei maggiori centri culturali italiani dell'epoca. Egli espresse ammirazione per Napoli, definita, in una lettera a Matteo Egizio del 1723, "la metropoli che da tanti secoli fa sì gran figura in Italia", e sui dotti napoletani, in una lettera a G. Aurelio Di Gennaro del 1732,

§ Ludovico Alberto Muratori Professore Alberto Perconte Licatese Ludovico Antonio Muratori, sulla scia dei bollandisti e dei maurini, impegnato in un rinnovamento degli studi e del costume, basato sull'esame critico della tradizione

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scrisse: Neapolitana ingenia semper maxime feci, a natura videlicet ad grandia nata, quibus freno potius quam calcaribus sit opus; ancora, in una missiva a Francesco Rapolla del 1747, li disse "fatti dal Ciel vivaci e felici e dotati pur di buon gusto”. Con gli intellettuali partenopei strinse rapporti di sincera amicizia e si valse della collaborazione di molti di essi per la stesura delle sue opere. Il primo (1710) fu Niccolò Valletta, il giovane nipote di quel Giuseppe Valletta che nella sua casa ospitò i maggiori ingegni del regno, dal calabrese Francesco Galluppi al salernitano Francesco D'Andrea. Per la stesura della monumentale opera Rerum italicarum Scriptores, egli chiese la collaborazione ai fratelli Niccolò e Francesco Valletta, a Costantino Grimaldi, Alessandro Riccardi, Erasmo Gattola, Antonio Sanfelice, Matteo Egizio. Relazioni epistolari più intense ebbe con Matteo Egizio, medico, giurista ed archeologo, al quale, in una lettera del 1723, chiese manoscritti sulla vita dei vescovi napoletani anteriori al Cinquecento. Collaborarono col grande erudito personaggi di spicco della cultura napoletana, come Alessio S.Mazzocchi, Carmine Falcone, Domenico De Giorgio, Ignazio M.Como, Pietro Polidori, Gian B.Tafuri, Nicola Forlosia. Spesso Muratori fu anche coinvolto in vivaci polemiche accese a Napoli. Due oscuri poeti vicentini, Andrea Marano e Giacomo Bergamini, garbatamente censurati da Muratori per l'oscenità

di certi argomenti trattati, colmarono di contumelie il critico, per cui Nicola Amenta, indignatosi, scrisse in difesa di Muratori una lettera, contenente attestazioni di stima. Il giurista G. Aurelio Di Gennaro, nella sua Res publica Juris Consultorum elencò una serie di guasti della giurisprudenza e l’opera piacque a Muratori, che la lodò molto in una lettera indirizzata all'autore. L'erudito pubblicò a Venezia (1742) e a Napoli (1743) il trattato Dei difetti della Giurisprudenza e qui i giuristi disputarono: G.Pasquale Cirillo riconobbe il valore dell'opera del modenese, ma "non patì che egli s'intrudesse nel santuario dei professori di diritto", mentre Francesco Rapolla fece una critica più rispettosa e Carlo A.Broggia apprezzò senza riserve l'opera di Muratori. Nell'ultima opera scritta da Muratori (Trattato della pubblica felicità), nella quale ammonì i principi della terra a procurare la felicità dei popoli, dei tre scrittori italiani da lui citati due sono napoletani, A.Genovesi e C.A.Broggia. § Recensione: A. Perconte Licatese, A. S. Mazzocchi, edizioni Spartaco, S.Maria C.V. 2001, pag. 240, 36 fotografie b/n, eu. 26,00 Alessio Simmaco Mazzocchi (S. Maria di Capua I 684 - Napoli 1771), compiuti gli studi inferiori a Capua, trasferitosi a Napoli, ivi laureatosi in Teologia, nello stesso anno (1735) fu nominato canonico nella Cattedrale dal card. Spinelli e

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docente di S. Scritture nell'Università federiciana da Carlo di Borbone. Epigrafista. archeologo, agiografo e biblista insigne, scrisse monumentali opere in latino, tra le quali l'Anfiteatro campano (1727), La dedica sub ascia (1739), il Calendario mormoreo (1744-55), la Cattedrale di Napoli (1751), le Tavole di Eraclea (1754-55), gli Specilegi biblici (1762-78*), divenendo famoso in Europa per la sbalorditiva dottrina greco-latina, ebraica e cristiana, apprezzata da dotti eminenti, quali Muratori, Winckelmann e Lebeau, che lo proclamò TOTIVS EVROPAE LITTERARIAE MIRACVLUM. La fioritura del dotto canonico, che per studiare rifiutò la nomina a vescovo e cardinale, coincise nel periodo in cui il regime del re Carlo di Borbone, con la sua politica illuminata, assicurò un indiscusso primato in campo culturale-artistico, nel meriggio della civiltà meridionale settecentesca. L'opera, condotta con metodo cronologico-tematico, consente al lettore di selezionare ed approfondire, grazie alla perizia filologica, alla cultura umanistica ed alla passione di ricerca dell'autore. All'acuto senso storiografico si abbina l'attenzione per documenti, epigrafi, epistolari, fonti e per l'inserto fotografico, curato da L. Spina

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Estratto da "Palaestre", I-VI, gennaio-marzo 1967 COPPOLA DOMENICO Area "Editoria", Collana "IlTempodiOggi" Aversa - Associazione Gaetano Parente – 2010

3. AVERSA Breve storia di Aversa La fondazione. La Città di Rainulfo (1030-1135) La Città di Ruggero II (1135-1156) La Città Normanna (1198-1266) La Città Angioina (1266-1442) La Città Aragonese (1442-1501) Il Viceregno Spagnolo (15011734) La Città consolidata NASELLI STEVENS MARIA CHIARA Aversa – Associazione Gaetano Parente – 2010

Il Can. Gaetano Maria De Fulgore VITALE ROBERTO Area "Biblioteca" dell'Ass.ne G. Parente Editore: Tip. Fratelli Noviello, Aversa Sulla inondazione avvenuta in Aversa al dì 26 settembre 1852 Narrazione storica

Aversa, dalla piazza alla Storia. Quattro itinerari per scoprire la Città Introduzione - Salvatore Palladino Presentazione - Enzo Maiorca 1° itinerario - Stefania Abate e Dinella Milano 2° itinerario - Emilia Bianca di Lucca e Anna Tessitore 3° itinerario - Antonietta Boccagna e Edvige Turco 4° itinerario - Angela Di Foggia e Maria Galluccio ACCADEMIA ITALIANA DOMENICO CIMAROSA Aversa – Associazione Gaetano Parente – 2007

PARENTE GAETANO Aversa - Stamperia del Reale Morotrofio – 1852 Aversa - Associazione Gaetano Parente – 2010 Aversa e il suo territorio Alberto Perconte Licatese Secondo Amato di Montecassino Sergio donò a Rainulfo una ricchissima parte di Terra di Lavoro e molti casali. E Alfonso Gallo (Aversa normanna p.6) commentando il passo, precisa che questa parte di Terra di Lavoro corrisponderebbe alla Liburia. Sulla origine di questo toponimo molte sono state le discussioni sostenute da storici antichi, ma io mi attengo alla definizione di Plinio: “La Liburia era il territorio che si estendeva fra Capua e Cuma, dall’uno e dall’altro lato della via Consolare”. Questo territorio era collegato da una fitta rete stradale, che in gran parte era frutto della centuriazione (Legnazzi, Del catasto romano e di alcuni strumenti di geodesia, Verona 1887, pag. 45, 208 segg.),

Aversa Estratto da "Guida di Napoli e dintorni", Napoli, 1876 DALBONO CARLO TITO Area "Editoria", Collana "PassatoPresente" Aversa - Associazione Gaetano Parente – 2010 Alfonso Gallo

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quindi un po’ più a sud si stendeva il piccolo casale di Friano, Villa Degazani e Polvica. A sud-est di Savignano vi era la villa Cese con la silva Dominica e la silva Tuberola e, sullo stesso versante, Gricignano, Torano, Carinaro, Casignano. Dalla parte ovest Giugliano Degazano, Cirigliano Casacugnana (fra Giugliano e il lago di Patria). Dalla parte nord Casandrino, Campolungo, Clausura domini Marini, Turone, Spacio e la Paratine; dietro a questi Fratta, Grumo Nevano, Pascarola, Crispano, Nullito, Orta, Pomigliano, Sant’Elpidio Caucilione, Bugnano, Casapuzzano, San Donato; a nordest Teverola Aprano, Bivano, Casaluce, Pupone, Villa Piro; altre borgate come Cauciano, Loriano Pilluni, Pilione o Piliuni; a nordovest San Marcellino, Isola Le Peticasu, Pastorano, Post rivium, Cuzzuli, Cesa Otrano, Aiola, Casoria, Selice, Terone; ad ovest Lusciano, Ducenta, Trentola, Cerbano o Cervano, Casacellare, Centora, Ventignano, Arbustolo, Parete, a nord Briana, Quadrapane, Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna, Calitto, Cupuli, Frignano piccolo e Frignano maggiore”. Di tutti questi villaggi alcuni sono scomparsi, altri vivono una vita rigogliosa.

che fu effettuata prima dagli Etruschi e poi dai Romani, quando, come ci tramandano gli storici, tra i quali Tito Livio e Velleio Patercolo, mandavano nelle città soggiogate o tolte ai nemici, oltre i veterani, la plebe insubordinata della stessa Roma e i soldati. Secondo Igino e Frontino Siculo, Giulio Cesare, nel primo consolato, ridusse Capua in colonia e vi mandò 20 uomini per la distribuzione delle terre capuane a ventimila veterani. In seguito Cesare Augusto ridusse in colonia anche Atella e Literno distribuendo, per ben due volte, la terra ai veterani. Il Padre Andrea Costa, nella sua “Rammemorazione storica”, enumera 43 villaggi che facevano parte di questo territorio: “Eccetto Atella, città osca e Literno, troppo noti, gli altri deperirono forse per la invasione vandalica sotto Genserico, forse per tremuoti o per vetustà cadenti e diserti al tutto nella feudale oppressione od assorbiti dall’azione di concentramento che li conglomerava in Aversa; fors’anco per devastazione di guerre distrutti o per inclemenza di cielo e di fato. Di essi parecchi ebbero una chiesa parrocchiale e numerazione di fuochi; crebbero alcuni altri di qualche casupola o d’una chiesetta rurale, quanto bastò a potersi iscrivere sulle loro mura le cifre d’un barone, d’un marchese, d’un abate”. Per precisare quanto il Padre Costa asseriva, possiamo affermare che l’intero paesaggio si svolgeva nel seguente modo: la parte più lontana era rappresentata da Pantano con le ville di Isola, Garillano, San Sossio; quindi veniva il Gualdo, cioè la selva che si estendeva dal mare fino alle mura di Aversa fuori Porta san Nicola e il lebbrosario di Santa Maria Maddalena. Presso il Mercato di Sabato era Savignano,

I Vescovi di Aversa Ernesto Rascato e Gerardo Sangiovanni Dopo il primo vescovo normanno Azzolino (1053), capolista della cronotassi /_ = ordinamento cronologico _/ dei vescovi aversani ed iniziatore della fabbrica del Duomo, meritano di essere menzionati alcuni, distinti per cultura e sapienza di governo, che hanno segnato la quasi millenaria vita della diocesi

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normanna. Per l’impegno dei primi vescovi la diocesi divenne un importante centro religioso, politico e intellettuale. Particolarmente noto fu il dotto Goffredo (1059-1080), che nel 1071 partecipò insieme al principe Riccardo alla consacrazione della Basilica desideriana di Montecassino. Eminente per ingegno intellettuale e per virtù, che diede un forte impulso alla cultura filosofica e letteraria dello Scriptorium della civitas aversana – la scuola episcopale di Aversa – retoricamente salutata dal vescovopoeta Alfano di Salerno come superiore ad ogni altra e capace di gareggiare con la scuola filosofica di Atene: “Aversum studiis philosophos tuis / in tantum reliquos vincit ut optimum dispur non sit Athenis” (ALFANO DI SALERNO, Ad Gosfrit episcopum Aversanum, Cod. 280 f. 102v, Archivio Montecassino). Tra i primi vescovi spicca il grande teologo Guitmondo (1088-1094), contemporaneo di papa Gregorio VII: un monaco benedettino formato in Normandia, dove nella celebre abbazia di Bec fu allievo del grande maestro Lanfranco, futuro arcivescovo di Canterbury; in dialogo con gli intellettuali del suo tempo, confutando gli errori teologici di Berengario di Tours, Guitmondo, mediante alcuni suoi famosi trattati (come il De Corporis et sanguinis Christi veritate in Eucaristia libri tres), affermò con forza la “presenza reale” di Gesù Cristo nel Sacramento dell’Eucaristia e nel corpo mistico della Chiesa: pastore sollecito e maestro illuminato per

la storia della teologia eucaristica. In età medievale alcuni presuli svolsero importanti uffici pubblici presso la Santa Sede e presso la corte di Napoli. Giovanni IV Lamberto (1229-1234), amico personale di San Francesco d’Assisi e dei suoi Frati: nel 1230 li chiama ad Aversa, per la chiesa di Sant’Antonio al Seggio, successivamente impianta nel centro cittadino anche l’Ordine delle Clarisse e, nel 1234, concede all’ordine dei Frati Minori Conventuali la Chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli, appartenente alla Mensa vescovile di Aversa. Giovanni Paolo Vassallo (1473-1501), legato agli umanisti del tempo, ha lasciato maggiore impronta: rinnovò la vita liturgica della diocesi riformando l’Ufficio Divino e pubblicando a stampa il Breviario diocesano “secundum consuetudinem Maioris Ecclesiae Aversanae”, raro incunabolo del 1499, conservato nel locale Museo Diocesano: a lui si deve anche la costruzione del maestoso campanile del Duomo, il nuovo trono vescovile ed il sacello per l’Eucaristia. Dopo il Concilio di Trento diversi vescovi s’impegnarono ad applicarne i principi riformatori. Il medico Balduino de Balduinis (15541582), già archiatra /_ = medico principale, specialmente nella corte pontificia _/ pontificio di Giulio III, nel 1566 fondò il primo Seminario; Pietro Ursino (15911598) ampliò il Seminario, celebrò il primo Sinodo diocesano, fondò il Collegio dei Beneficiati Ebdomadari; Bernardino Morra (1598-1605), già vicario generale

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di San Carlo Borromeo, riorganizzò il Capitolo Cattedrale e fondò la Congregazione dei Sacerdoti Oblati, associazione sacerdotale dei Preti della Missione Aversana, ed ebbe cura della formazione del clero. Nel seicento la cattedra aversana fu occupata da quattro vescovi della famiglia Carafa che promossero ed alimentarono la spiritualità mariana. Tra loro si distinse Carlo I Carafa (1616-1644), che celebrò il secondo Sinodo, e arricchì la Cattedrale con la monumentale riproduzione della Santa Casa di Loreto – nel 1630, su progetto dell’ingegnere aversano Giuseppe De Maio – verso cui nutriva profonda devozione (la Madonna di Loreto fu dichiarata patrona di Aversa il 19 dicembre 1637). Il luminoso episcopato del cardinale Innico Caracciolo (1697-1730), uomo di grande responsabilità e carità, dal cuore profondamente pastorale, contribuì a rinnovare la vita religiosa e sociale della Diocesi, ricostruttore del Duomo normanno, in avanzato stato di decadenza strutturale, e patrocinatore dell’attuale monumentale Seminario, costruito su progetto dell’architetto romano Carlo Buratti. Agli inizi dell’Ottocento la diocesi risentì delle incerte vicende storiche del regno, di cui fu vittima l’autoritario vescovo Agostino Tommasi (1818-1821), ucciso nel corso di un attentato, nei pressi del sedile di Sant’Antonio. Il successore, già abate celestino, Francesco Saverio Durini (18231844), con la proverbiale pazienza monastica riportò serenità tra clero

e fedeli. Il tenace Antonino de Luca (1855-1885) nei suoi nove anni di governo episcopale ha contribuito alla riforma degli studi ecclesiastici, alla creazione del Convitto vescovile e alla rinascita degli Istituti di carità, lasciando tracce indelebili negli atti della sua Visita Pastorale. L’impegno profuso da Domenico Zelo (18551885), pastore di grande pietà ed amante della bellezza per la Casa di Dio, promosse l’attività liturgica e catechistica e dedicò grandi cure alla cattedrale, per la quale commissionò gli affreschi dell’abside e della volta del presbiterio al pittore napoletano Camillo Guerra. Nel Novecento il vescovo Settimio Caracciolo si è impegnato nella ricostruzione morale post-bellica ed ha ripreso la celebrazione del Sinodo diocesano (1922), mentre l’arcivescovo Carmine Cesarano (1931-1935), missionario redentorista, si è distinto per la grande paternità pastorale, per la carità verso i poveri e per lo zelo verso la cattedrale. I Normanni e la nascita della Diocesi Ernesto Rascato e Gerardo Sangiovanni Sulla prima comparsa di avventurieri normanni nel Mezzogiorno le fonti sono poco esaurienti. Sembra che essi fossero raffigurati in due bande. Queste avevano a capo Gilbert Buatere e Osmond Drengot, due fratelli che avevano abbandonato la Normandia per aver ucciso Guillaume Repostel, il quale aveva accusato uno di loro di avere

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disonorato la figlia. Fu, forse, nel Santuario di S. Michele al Gargano che questi furono assoldati da Melo da Bari (nobile di origine longobarda che nel 1009 si era posto alla testa di una ribellione delle popolazioni pugliesi contro il dominio bizantino). Un’altra tradizione, invece, tramandata da Amato di Montecassino, racconta che fu il principe Guaimario di Salerno a chiedere l’intervento di un gruppo di normanni per proteggere la sua città assediata dai Saraceni. Fatto stà che l’arrivo di questi primi contingenti non fu fortuito. La diaspora dei guerrieri della Normandia non fu solo la migrazione di un popolo spinto da necessità di ordine demografico, ma l’espressione di un gruppo sociale che cercava di realizzare i propri bisogni e di esprimere il proprio valore. Spirito d’iniziativa e d’avventura, esistenza irrequieta, volontà di conquista caratterizzavano l’animo dei cavalieri normanni. I quali “vagabondi erravano di qua e di là, cambiando senza posa dimora”: uno spirito che si sintetizzava nell’espressione “faire Chevaleire” (Guglielmo di Puglia, Gesta Roberti Wiscardi, in Monum. Germ. Hist. IX, I, 171173). I normanni trovarono nel sud un clima politico particolarmente confuso. Gli antichi domini politici erano, oramai, soggetti ad una lenta e progressiva erosione a favore di vecchie e nuove aristocrazie locali, di singoli ceppi familiari e di enti ecclesiastici prestigiosi. Il ducato di Benevento, il principato di Capua con quello di Salerno erano gli ultimi residui

della potente erosione longobarda in Campania e componevano la cd. “Longobardia minor”. Il quadro era completato da alcune grandi signorie monastiche (S. Benedetto di Montecassino, S. Vincenzo al Volturno e S. Sofia di Benevento), che godevano di completa autonomia da ogni potere laico. Ciò grazie a speciali privilegi concessi da imperatori, re e Pontefici. Nelle terre longobarde e nei ducati campani i contatti intrapresi con l’elemento normanno nascevano in funzione dei contrasti tra i potenti. Fu proprio dallo scontro tra il principe di Capua, il longobardo Pandolfo e il duca di Napoli Sergio IV che nacquero per i Normanni nuove e insperabili possibilità. Sembra, infatti, che Sergio IV, per cacciare Pandolfo che si era insediato nella città di Napoli, si servisse dell’aiuto di un gruppo di Normanni guidati da Rainulfo Drengot. E, come narra Amato, tra 1029 e 1030, “perché non gli potesse far danno la malizia di Pandolfo”, il duca di Napoli investì il normanno della Contea di Aversa e di un tratto “feracissimo della Liburia” – cioè parte della vasta pianura che si estendeva a nord di Napoli – “sparso di molti casali”. Aversa, un piccolo villaggio attorno ad una chiesa dedicata a “Sanctu Paulu at Averze” come attesta un diploma di Pandolfo III, principe di Capua, del 1022 (cfr. BARTOLOMEO CAPASSO, Monumenta ad Neapoltitanum ducatus historiam pertinentia, vol. II, Napoli, 1892, 10). Una chiesa che, verso la fine del secolo XI, per la sua ricchezza

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di fede e di governo viene denominata “Santa Madre Chiesa di San Paolo di Aversa”: come è attestata in un atto di donazione fatto da parte di Roberto conte di S. Agata al Capitolo dei Canonici della Cattedrale. Il conte Roberto, nel 1097, dona alla “Sancte matri ecclesiae Beati Pauli Adversani” governata dal Vescovo Giovanni, le chiese di S. Maria di Casapesenna, S. Lorenzo di Friano, S. Alpigiano di Forano, tutte costruite nei confini aversani (cfr. ALFONSO GALLO, Codice diplomatico normanno di Aversa, Napoli, 1927, 15). Il Monastero benedettino di S. Lorenzo, già esisteva quando si pensò di fondare la Chiesa Cattedrale di San Paolo, la cui costruzione fu certamente iniziata non prima del 1054 e non oltre il 1078, cioè nell’età di Riccardo I (1050-1078), e fu conclusa non oltre il 1090, che è la data di morte del figlio Giordano. Invece, diversamente da S. Lorenzo, è accertata fin dal 1043 l’esistenza, nella chiesa di San Biagio, di un Monastero Benedettino femminile, costruito presso le mura di Aversa e governato dalle badesse Riccarda e Asa (cfr. ALFONSO GALLO, ibidem, 384 e ss.). Fondatore della prima contea normanna nel Mezzogiorno d’Italia fu Rainulfo Drengot. Questo governò Aversa dal 1030 al 1045. Nel 1038 la Contea riceveva l’approvazione imperiale con il riconoscimento di Corrado II, che “con una lancia pubblica e uno stendardo sul quale stava l’orma imperiale, confermò la contea di Aversa e il suo territorio a Rainulfo” (AMATO di

MONTECASSINO, Storia dei Normanni, II, 6; LEONE OSTIENSE, Cronica Monasterii Casinensis, II, 63). Per dirla con le parole di Alfonso GALLO: “Aversa nacque con una sua propria fisionomia, inconfondibile, e la conservò in tutto il crescere ed il tramontare della sua potenza, che ebbe rapide e fugaci fortune. La piccola contea, istituita da un avventuriero fra territori bizantini e longobardi, fu la prima cellula di un nuovo ordinamento feudale che creò un secolo dopo la più antica monarchia italiana” (ALFONSO GALLO, Aversa Normanna, Napoli, 1938, IX). La nuova città, ombelico della Liburia, già dall’inizio della sua storia “si sviluppava, secondo uno schema urbano – raro in Italia – a pianta anulare, attorno alla chiesa di San Paolo nella cui piazza andavano a convergere le varie strade. E nel cui tessuto si erano presto inserite, attorno a un mercato, colonie amalfitane ed ebrei” (S. TRAMONTANA, La monarchia normanna e sveva, Torino, 1987). E’ l’epoca delle forti e contrastanti relazioni tra potere politico e sacra potestas, tra potere terreno e realtà trascendente, epopea normanna e regno sacrale; ma è anche l’epoca della genesi della Diocesi aversana, degli anni in cui si delineò e si costituì la Chiesa particolare di Aversa, del tempo in cui i vescovi e i conti edificarono la loro magnifica cattedrale. Papa Leone IX e Aversa Ernesto Rascato e Gerardo Sangiovanni

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Napoli e a sud del Principato longobardo di Capua. Nella nuova circoscrizione ecclesiastica confluirono le antiche sedi episcopali di Atella e di Liternum, più tardi vi furono aggregati anche alcuni territori di Cuma e di Misenum; e grazie alla fede cristiana, i Normanni unificarono le popolazioni che trovavano riparo in questa prima Contea in Italia: amalfitani, ebrei rifugiati, musulmani convertiti, fuoriusciti atellani. I normanni di Aversa ebbero sempre grande attenzione sia verso i monasteri locali (S. Lorenzo e S. Biagio) come anche nei confronti della sede episcopale. Alla guida della Diocesi normanna, si sono succeduti fino ad oggi settantasette vescovi tra cui quindici cardinali, due promossi patriarchi e diversi arcivescovi. La cattedra aversana è stata illustrata da molti pastori di vita santa e dalle grandi vedute decisamente riformatrici. Una chiesa particolare, ricca di toria, di fede, di tradizione, di arti e di grandi pastori e fedeli, dai normanni ai nostri giorni. In ogni insediamento della nuova circoscrizione ecclesiastica e soprattutto nella maestosa Cattedrale protonormanna, dedicata all’apostolo San Paolo, avvertiamo orme indelebili di fede, di sacrificio, di impegno religioso e culturale di chi li ha prodotti: principi e conti, vescovi e canonici, fedeli e benefattori. I principi fondatori, i Vescovi normanni e quelli successivi, il Capitolo Cattedrale ed il clero secolare e regolare hanno scritto pagine bellissime nella storia della Chiesa ed hanno lasciato tracce del loro amore verso Cristo e la Sua sposa: nelle istituzioni formative, come il Seminario Vescovile, e nelle Opere di carità e di assistenza, come il magnifico Duomo, e nelle opere

Nella storia della Chiesa il papato riformatore si fa cominciare con l’elezione di S. Leone IX (pontificato: 1048 – 54), l’alsaziano Brunone, Vescovo di Toul. Questo pontefice riprendeva i contatti con i problemi del Mezzogiorno d’Italia e fece una scelta antinormanna, che fu seguita anche dai successori Vittore II e Stefano IX: di allontanare dal Sud i Normanni. Leone IX aveva intrapreso viaggi nel Sud per promuovere la riforma del clero e per ottenere di concludere alleanze con potentati locali. “Con la premessa di tali accordi Leone IX si incamminò nel 1053 a capo di un esercito verso il Mezzogiorno. Ma il debole contingente tedesco, prima di poter ricongiungersi con le truppe bizantine, venne intercettato dai Normanni. A Civitate, nel nord della Puglia, in località attraversata dal fiume Fortore, e posta tra le attuali S. Paolo di Civitate, distante un dieci chilometri da S. Severo, e Serracapriola, il 18 giugno 1053 fu una mossa rapida del conte Riccardo I di Aversa, il quale occupava l’ala destra dello schieramento, a determinare la sconfitta dell’esercito del Papa, il quale dovette subire l’umiliazione di essere tradotto prigioniero a Benevento” (L. ORABONA, I Normanni, la Chiesa e la protocontea di Aversa, Napoli, 1994, pag. 43). Verso la fine del 1053, dopo la vittoriosa battaglia, su richiesta dei Normanni Papa Leone IX istituì la Diocesi di Aversa. Il primo vescovo fu Azzolino, un normanno nominato e consacrato dallo stesso Leone IX. Subito dopo, certamente non prima del 1054, da parte normanna si procedeva a iniziare la costruzione della Chiesa cattedrale. Riconoscendo così di fatto la nuova Contea, che si estendeva a nord del Ducato bizantino di

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d’arte sacra sparse nel territorio della diocesi.

Amodio, come concordato con lo scrivente. Si conclude, così, la travagliata storia di una scuola da sempre penalizzata fra promesse non mantenute e delusioni cocenti. I docenti per anni hanno lavorato in condizioni disastrose, in una struttura impossibile, non rassegnandosi mai, anzi manifestando vitalità progettuale e grande professionalità. La mancanza di una seria programmazione e grande professionalità. La mancanza di una seria programmazione relativa alle strutture scolastiche, dovuta sia alla ‘trascuratezza’ dei politici, che alla mancanza di un autonomo coordinamento fra le scuole cittadine capace di fornire alle amministrazioni una proposta forte ed unitaria, al di sopra dei piccoli interessi di bottega, ha indubbiamente contribuito a creare negli anni una situazione insostenibile. Con il terremoto del novembre 2002, proprio all’inizio del mio mandato presso la scuola, la situazione è semplicemente precipitata. L’anno scolastico 2002/2003 va ricordato come il più difficile e tormentato: chiusura della succursale di piazza Municipio ed inizio dei doppi turni, prima presso la Scuola Media Statale Pascoli e, poi, fino alla fine dell’anno scolastico,

Istituto Comprensivo Domenico Cimarosa Dall’anno scolastico 2004/2005 la scuola media statale D. Cimarosa di Aversa non esisterà più come scuola autonoma; anche il quarto circolo didattico di via Giotto perderà la sua autonomia. Le due istituzioni si associano in una sola scuola che le comprende: l’Istituto Comprensivo Domenico Cimarosa, il primo nella nostra città, con sede nella zona ‘nuova’ in via Giotto (dove attualmente si trova il quarto circolo). Questo tipo di scuola, che unisce classi di Scuola materna, elementare e media, garantisce agli alunni una continuità di organizzazione e di intervento didattico e, quindi, una migliore e più mirata offerta educativa. Oltretutto esso avrà una forte caratterizzazione musicale, in sintonia con la grande sensibilità e passione musicale che la nostra città esprime. In tal modo in breve tempo potrà nascere nella nostra città, finalmente, una sezione di liceo ad indirizzo musicale. Per questa nuova istituzione è in costruzione un edificio ad hoc nella zona del Palazzotto dello Sport. La nuova scuola sarà diretta dall’attuale dirigente del IV circolo didattico, la dottoressa Cecilia

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presso la sede centrale di Piazza Marconi. Un vero incubop, con ovvio conseguente calo di iscrizioni di alunni. In questa situazione è nata nel mese di febbraio 2003 l’ipotesi della nascita di una nuova scuola: un Istituto Comprensivo frutto della fusione di due ordini di scuola, il IV circolo didattico di via Giotto e la Scuola Media Statale Domenico Cimarosa. L’incontro con la direttrice Amdio confermava la bontà dell’intuizione ed era il viatico per andare avanti. Il collegio docenti ed il consiglio d’istituto approvavano all’unanimità la proposta che veniva portata all’Amministrazione Comunale. L’impegno, la sensibilità ed il fiuto politico del sindaco, dell’assessore all’istruzione Felice Belluomo hanno fatto si che la proposta diventasse propria dell’amministrazione comunale di Aversa. L’assessore all’istruzione della provincia di Caserta, Sergio Di Meo, ha inserito la proposta nel piano provinciale di dimensionamento delle strutture scolastiche per l’anno scolastico 2004/2005 ed ha seguito la pratica ottenendone la definitiva approvazione. Ritengo che con questa scelta si siano raggiunti più risultati: 1) l’aver evitato una fine

immeritata ad una prestigiosa scuola della nostra città; 2) la nascita del primo Istituto Comprensivo della città, intitolata Domenico Cimarosa; 3) l’abbandono, già dal prossimo anno scolastico, dell’edificio di piazza Marconi; 4) la possibilità di riportare per intero nella nuova istituzione la esperienza e la professionalità maturata in questi anni. L'"Enchiridium" del vescovo Nicolò Spinelli Enzo D'Agostino La recente proclamazione del Giubileo Lauretano che, anche grazie alla presenza del Cardinale Sepe, ha determinato un ripristino dell'attenzione ed il ritorno di forme di culto collegate al tempietto lauretano esistente nella cattedrale aversana, ha avuto come positiva conseguenza la riscoperta del Vescovo Nicola (o Nicolò) Spinelli. Fu, infatti, su sollecitazione di questo presule che, nel 1752, il Pontefice Benedetto XIV concesse la celebrazione di un giubileo che fu detto, per l'appunto, "Lauretano". Appare figura di spicco, nel novero dei presuli passati sulla cattedra aversana, Filippo Nicola Spinelli, nominato Vescovo ad anni 32 (era nato nel 1703) da Clemente XII.

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Aveva origini nobili: il padre, Antonio, apparteneva ai principi di Scalea e la madre, Anna Beatrice, era della famiglia dei Carafa di Belvedere. L'"Appendice" del Jovinella, nella Storia di Aversa di Gaetano Parente, gli dedica ampio spazio precisando che "venne a noi con il solo nome di Nicola (fu probabilmente per cautela - forse eccessiva - mirata ad evitare confusione con un altro Filippo Spinelli, vescovo, che, ben 130 anni prima - 1605 - era stato nominato, da Clemente VIII, sulla Cattedra aversana, ove stette fino alla morte, avvenuta nel 1616). Nicolò Spinelli veniva dalla città di Ravenna (era stato anche a Fermo) dove si era guadagnato la fama di "verus religionis cultor" e si fece subito conoscere, per la sua energia e sapienza, nel controllo delle forme cultuali e nella conservazione della correttezza liturgica. Non mancò di generosità nei confronti della Chiesa aversana cui donò "un baldacchino di valore ducati seimila: un ostensorio di argento, oro e pietre di gran valore ... et altre che li pervennero con legato di sua madre." (Jovinella). Ebbe a cuore l'ortodossia di tutti gli aspetti liturgici che, per un per un complesso di motivi storici, filosofici e sociali, tendevano a forzare le pastoie del rigore e

spesso si improntavano ad un'autonomia non proprio edificante né tanto meno tollerabile. La strada di una sorta di "normalizzazione" liturgica era tracciata, a quei tempi, dal Papa Benedetto XIV (Prospero Lambertini, 1675-1758) che lasciò ben 17 volumi di opere di Diritto Canonico, Teologia e soprattutto Liturgia che, come Pontefice, tentava, per sua parte, di ricondurre nel solco della tradizione e di sottrarre a suggestioni eteroclite e modernistiche. Nel solco della sintonia con Benedetto XIV (sintonia sostanziata non solo di filiale devozione ed obbedienza, ma di identità di concepire e sentire il magistero ecclesiale) rientra la pubblicazione, da parte di Nicolò Spinelli, di un aureo "Enchiridium", risalente al 1761, ad uso del clero della diocesi aversana, concernente la celebrazione della Messa. L'opera è definita "enchiridium" da un termine greco pressocché identico, significante "che può stare in una mano", "che si può portare con sé": un "manuale" insomma, che, già per questa definizione, evidenzia la sua funzione di divulgazione e di agevole consultabilità. Scritta in latino e reperita da chi scrive per fortunati esiti di ricerca antiquariale, denota una

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fondamentale intenzione didattica ed informativa, nella totale rinuncia a toni paludati e con esclusione assoluta di qualsiasi saccenteria autoritaristica. Lo sviluppo è fondamentalmente dialogale e le questioni relative alla celebrazione della Messa sono affrontate con il sistema alquanto scolastico, ma senz'altro efficace, della proposizione ed enunciazione della regola su domanda: "A che ora si può celebrare la Messa?"; "Il Sacerdote che concelebra con il Vescovo, può accettare oboli?"; "Il Sacerdote che abbia colpe gravi, può celebrare?"; "Il sangue di Cristo è stato veramente effuso anche per i cattivi?"; "Qual'è la formula per consacrare l'Ostia?"... Vi sono questioni suscettibili di risposte impegnative, ma anche quesiti elementari concernenti nozioni di base: "Cosa significa alleluja?"; "Cosa è la Sequenza?"; "Perché il Sacerdote prega a braccia sollevate?: cose ovvie, ma di essenziale significato che restano in parte attualissime anche oggi. Sia all'un tipo di domanda che all'altro, vengono date risposte chiare, pacatamente esposte, dalle quali traspare in tutta evidenza l'intenzione di evitare qualunque tono di impositività e di proporre la regola e l'ortodossia come contenuto di interiore persuasione

da ricercare sia come sostegno alla fede che come fondo di cultura e di nutrimento dell'intelletto. L'autorità della regola è proposta non come costrizione, bensì come autorevolezza ufficiale della tradizione, come garanzia di correttezza che viene dalla Storia e dall'esempio di grandi nomi (Padri della Chiesa, Papi, teologi, agiografi ...) che avviarono un costume di sensata conformità e lo consacrarono con la loro adesione, rendendolo per ciò stesso esemplare e non modificabile. L"Enchiridium" spinelliano appare come non equivocabile documento di una "Ecclesia" che riflette su se stessa e sul suo modo di proporsi, con una costante attenzione alla necessità di una reale percezione dei simboli della fede ed una critica accettazione dei misteri da parte di tutti i credenti. In certi passi, l'Opera ha l'eccezionalità delle cose elementarissime, l'immediatezza e la linearità della predicazione di Cristo. A chi non avesse dimenticato del tutto il latino - laici e non laici - una letturina non necessariamente fugace potrebbe tornare utile. Struffoli Barbara Magione e Maria Rosaria Iommelli Ingredienti per 10 persone:

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400g di farina: 4 uova intere; 50gr di burro; 100 gr di zucchero; 1 bicchierino d’anice; 1 pizzico di sale; Abbondante olio per friggere; 500 gr di miele; 100 gr. di scorza d’arancio candita; 100 gr. di confettini multicolori piccoli “diavolilli”; 50gr. di “cannellini “ . Procedimento: Impastare la farina con i 100gr di zucchero, il burro, le uova e il sale fino ad ottenere un impasto omogeneo. Aggiungere il bicchierino d’anice e impastare ancora per bene; Riporre l’impasto in un angolo del tavolo di lavoro e staccare dei pezzetti che dovete ridurre alla forma di un grissino; Tagliare i grissini a pezzetti lunghi all’incirca 1 cm; Versare l’olio nella pentola alta accendete il fornello e scaldate a temperatura frittura; Dorare gli struffoli; Disporre gli struffoli in un contenitore con della carta assorbente; Sciogliete 3 cucchiai di zucchero in una pentola grande, versatevi il miele e mettete tutto sul fornello a fuoco moderato;

Girate bene il miele con il mestolo fino a quando non è completamente liquefatto e ben caldo; Versatevi dentro tutti gli struffoli e girateli a fuoco basso fino a quando non sono impregnati di miele. In un piatto disporre gli struffoli decorati con i “diavolilli”, i “cannellini” ed i canditi.

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Capri, Isola di | Capri / Grotta di MatromĂ nia Capri, Isola di | Capri / Villa Iovis di Tiberio Capri, Isola di | Capri / Marina Piccola Capri, Isola di | Anacapri Capri, Isola di | Anacapri / Villa S. Michele Capri, Isola di | Anacapri / Castello Barbarossa Capri, Isola di | Anacapri / Torre della Guardia Capri, Isola di | Anacapri / Torre Materita Capri, Isola di | Anacapri / Torre di Damecuta Capri, Isola di | Anacapri / Monte Solaro Capri, Isola di | Anacapri / Grotta Azzurra Capua Carinola Castelgrande Castellamamre di Stabia Castellammare di Stabia | S. Maria di Pozzano Castellammare di Stabia | Quisisana Castellammare di Stabia | Monte Faito Castellammare di Stabia | Punta Orlando Caserta Caserta / Caserta Vecchia Catacombe della Badia di S. Maria Olearia Cava dei Tirreni Cuma, AntichitĂ di E Ercolano Ercolano | Scavi di Ercolano | Teatro F Furore

I ND I C E

1. GUIDA A DIZIONARIO. DINTORNI DI AVERSA A Acerra Agnano Terme Airola Amalfi Ariano Irpino Arienzo Arpaia Arpaia | Stretta di Arpaia Atrani Avellino B Bacoli Bagnoli Baia Baia, Sella di Bellavista Benevento Boscoreale Boscotrecase Bovino C Calvi Risorta Campi Flegrei Cancello Cancello | San Felice a Cancello Capri, Isola di Capri, Isola di | Marina Grande Capri, Isola di | Capri Capri, Isola di | Capri / Al Castiglione Capri, Isola di | Capri / Certosa di S. Giacomo Capri, Isola di | Capri / Belvedere di Tragara - Porto di Tragara - Punta Tragara Capri, Isola di | Capri / Arco Naturale

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P

G

Pagani Pescopagano Pesco Sannitica Pompei Pompei, Scavi di Portici Positano Pozzuoli Praiano Procida, Isola di Procida, Isola di / Procida

Gragnano I Isole Flegree Ischia Ischia | Porto d’Ischia Ischia | Ischia Ponte Ischia | Castello d’Ischia Ischia | Casamicciola Ischia | Lacco Ameno Ischia | Forio Ischia | Monterone Ischia | Marina dei Maronti Ischia | Citara Ischia | Punta Imperatore Ischia | Barano d’Ischia

R Ravello S Salerno San Bartolomeo in Galdo San Lazzaro Santa Maria Capua Vetere Sant’Agata de’ Goti Sant’Angelo in Formis Sant’Egidio del Monte Albino Santuario di Monte Vergine Sessa Aurunca Solofra Sorrento, Capo di Sorrento, Piano di Sorrento | Punta della Campanella Sorrento | Al deserto Sorrento | S. Agata

L Lago d’Averno Lago Fusaro Lago Lucrino M Maddaloni Maiori Mare Morto Massalubrense Mercato San Severino Meta Minori Miseno Montecalvo Irpino Monte di Procida Monte Faito Montesarchio Muro Lucano

T Teano Torre Annunziata Torre del Greco Torregaveta

N Napoli I itinerario II itinerario III itinerario IV itinerario V itinerario Nocera Inferiore Nocera Inferiore | S. Maria di Monte Albino Nocera Superiore Nola

V Valico di Chiunzi Ventaroli Vesuvio Vesuvio | Cratere Vesuvio | S. Giuseppe Vesuviano Vesuvio | Ottaviano Vesuvio | Madonna dell’Arco Vesuvio | Osservatorio Vesuviano

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Vico Equense Vietri sul Mare

Ludovico Alberto Muratori Professore Alberto Perconte Licatese §

§§§ 2. CAMPANIA, SCHEGGE

Recensione: A. Perconte Licatese, A. S. Mazzocchi, edizioni Spartaco, S.Maria C.V. 2001, pag. 240, 36 fotografie b/n, eu. 26,00

Tutti i materiali pubblicati in questa sezione sono ripresi dal periodico il nuovo L’Eco di Aversa nonché www.ecodiaversa.com

§§§ Sulle tracce di una Cultura meridionale Professore Alberto Perconte Licatese § Campania: arte, archeologia, cultura e ambiente Francesca Pandolfi § Patrimonio dell’Umanità in provincia di Caserta Architetto Giuseppe Alessandro Ciambrone, UNESCO Castel Volturno § Non solo Reggia Architetto Giuseppe Alessandro Ciambrone, UNESCO Castel Volturno § Turismo culturale nel mondo, in Italia ed in Campania Architetto Giuseppe Alessandro Ciambrone, UNESCO Castel Volturno § Carlo di Borbone Professore Alberto Perconte Licatese § Domenico Cirillo Alberto Perconte Licatese §

3. AVERSA Breve storia di Aversa La fondazione. La Città di Rainulfo (1030-1135) La Città di Ruggero II (1135-1156) La Città Normanna (1198-1266) La Città Angioina (1266-1442) La Città Aragonese (1442-1501) Il Viceregno Spagnolo (15011734) La Città consolidata NASELLI STEVENS MARIA CHIARA Aversa – Associazione Gaetano Parente – 2010 § Aversa, dalla piazza alla Storia. Quattro itinerari per scoprire la Città Introduzione - Salvatore Palladino Presentazione - Enzo Maiorca 1° itinerario - Stefania Abate e Dinella Milano 2° itinerario - Emilia Bianca di Lucca e Anna Tessitore 3° itinerario - Antonietta Boccagna e Edvige Turco 4° itinerario - Angela Di Foggia e Maria Galluccio ACCADEMIA ITALIANA DOMENICO CIMAROSA

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Aversa – Associazione Gaetano Parente – 2007 § Aversa Estratto da "Guida di Napoli e dintorni", Napoli, 1876 DALBONO CARLO TITO Area "Editoria", Collana "PassatoPresente" Aversa - Associazione Gaetano Parente – 2010 § Alfonso Gallo Estratto da "Palaestre", I-VI, gennaio-marzo 1967 COPPOLA DOMENICO Area "Editoria", Collana "IlTempodiOggi" Aversa - Associazione Gaetano Parente – 2010 § Il Can. Gaetano Maria De Fulgore VITALE ROBERTO Area “Biblioteca” dell’Ass.ne G. Parente Editore: Tip. Fratelli Noviello, Aversa § Sulla inondazione avvenuta in Aversa al dì 26 settembre 1852 Narrazione storica

I Normanni e la nascita della Diocesi Ernesto Rascato e Gerardo Sangiovanni § Papa Leone IX e Aversa Ernesto Rascato e Gerardo Sangiovanni § Istituto Comprensivo Domenico Cimarosa § L'"Enchiridium" del vescovo Nicolò Spinelli Enzo D'Agostino § Struffoli Barbara Magione e Maria Rosaria Iommelli

PARENTE GAETANO Aversa - Stamperia del Reale Morotrofio – 1852 Aversa - Associazione Gaetano Parente – 2010 § Aversa e il suo territorio Alberto Perconte Licatese § I Vescovi di Aversa Ernesto Rascato e Gerardo Sangiovanni §

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Associazione Gaetano Parente Via Gaetano Parente, 2 81031 - Aversa (CE)


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