L'eco della pista n. 5

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L'eco della pista n. 5/2011 - rivista di informazione aeronautica

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News (foto Baldi)

rale, formatosi come allievo del mitico comandante Dino Forlani, asso della nostra aviazione militare da caccia durante la Seconda Guerra mondiale e istruttore all’Aero Club “G.Bortolotti” di Bologna.

Beppe Gallieri negli uffici della sua scuola di volo a Ozzano Emilia (BO)

C

on la nascita della nuova categoria dei velivoli denominati “VDS AVANZATO”, cosa accadrà nei prossimi anni agli aerei degli aeroclub dell’AVIAZIONE GENERALE (AG)? Il “VDS avanzato” rappresenterà un avversario per l’AG? Sarà in grado di creare problemi di sopravvivenza per quest’ultima più costosa e martoriata categoria? Il futuro degli aeroclub dell’AG sarà nell’aprire obbligatoriamente l’attività ai nuovi velivoli ultraleggeri “avanzati” e ai relativi piloti? Gli esperti parlano di una vera rivoluzione... Il 17 novembre 2010 è stato firmato il decreto del Presidente della Repubblica n. 133 del 9 luglio 2010, riguardante il nuovo regolamento di attuazione della legge 25 marzo 1985 n. 106, concernente la disciplina del volo da diporto o sportivo, che istituisce la nuova categoria de-

gli apparecchi VDS a motore, denominati “avanzato”, assimilabili in tutto e per tutto a quelli dell’aviazione generale. Per questo motivo, che potrebbe rappresentare una vera rivoluzione epocale per l’ AG, h o v oluto e saminare l’argomento con Francesco Gallieri, detto “Beppe”, personaggio rappresentativo e figura di primo piano nel settore degli aerei ultraleggeri. Francesco “Beppe” Gallieri, piglio disinvolto, ma riflessivo e ponderato quando sale su un aereo; sportivo dal fisico asciutto e aspetto da eterno giovanotto, 69 anni portati molto bene, già pilota di vetture monoposto (formula 850, Formula Italia, Formula Abarth, ndr), nonché istruttore ed esaminatore dell’Aero Club d’Italia, dal 1990 quando sono nate le scuole di volo per gli ultraleggeri, e pilota dell’aviazione gene-

«Beppe Gallieri, da quanti anni operi nel settore e quante ore di volo hai fatto? “In quasi 50 anni di attività ho effettuato circa trentamila ore di volo. Dal 1962 al 1970 ho volato con gli aerei dell’AG, dal 70 al 1981 con l’autogiro, in contemporanea a 11 anni di paracadutismo con l’AeCBologna, e dal 1980 ho iniziato a fare l’istruttore di ULM fino al 1990: all’epoca non esisteva la legge, quindi non si facevano brevetti e si insegnava a volare sui mezzi di allora, che ti raccomando. L’attuazione del regolamento relativo alla legge 106 del 1985 è entrato in vigore ufficialmente il 1° gennaio 1990; la mia scuola è nata appunto in quella data. All’epoca, per chi era già esperto nel settore, furono fatti alcuni corsi speciali che portarono alla nostra nomina a piloti, istruttori e commissari d’esame”. La tua scuola di volo VDS da molti anni ha sede presso l’aviosuperficie di Ozzano Emila, ex Aerdelta, oggi “Guglielmo Zamboni”. Di quanti aerei puoi disporre? “Sono il gestore di Ozzano e la mia scuola di volo, la numero 21, è nata appunto nel 1990. Per gestire la scuola ho tre aerei della Tecnam, due P92 - di cui uno modificato che può essere utilizzato da chi non ha l’uso delle gambe - e un Sierra “avanzato”. Che non hanno niente a che vedere con quegli ultraleggeri con cui volavo nell’80; è un altro mondo. Ora sono dei veri e propri aeroplani”. Parlaci della “rivoluzione” che ha dato vita alla nuova categoria degli apparecchi VDS “avanzato”, che potranno atterrare anche negli aeroporti non commerciali. “La ritengo effettivamente una rivoluzione copernicana. Da quando fu


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