GENTE DEL MUGELLO di Wilma Tognarelli

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WILMA Sono nata in una famiglia contadina, a Pulianella, nel Mugello. I miei genitori, sposati oramai da diversi anni, avevano desiderato a lungo un figlio. La mia mamma, Zaira, mi ha accolta con gioia, il babbo un po' meno, desiderava un maschio, per avere un aiuto nel podere; aveva scelto anche il nome, Vasco. Invece sono stata chiamata Wilma, un nome che la mamma aveva sentito casualmente sulla bocca di una donna che chiamava la sua bambina e le era piaciuto subito. Sono arrivata in una notte buia e piovosa (pioveva da un mese), a lume di candela, alle una e mezza del 26 novembre 1941, in tempo di guerra. La mamma racconta che la levatrice disse, quando mi vide: “Una bella bambina, sana e cicciottella!â€? Pesavo tre chili e trecentocinquanta grammi. Per l'occasione hanno ammazzato una gallina, per fare il brodo. Le fasce, il corredino, erano sempre gli stessi, se li passavano fra sorelle e cognate. La zia Ida, la sorella del babbo, aveva portato un lenzuolo vecchio per fare le pezze, morbide, che non irritassero la pelle delicata di un neonato. Nei primi tempi dopo la mia nascita, mi racconta la mamma, piangevo tutta la notte, non facevo dormire nessuno; ho pianto per un mese intero, poi hanno scoperto che non mi piaceva il buio. Allora l'unico rimedio era tenere una candela sempre accesa. La mamma incaricava il marito di andare in paese a comprare le candele a pacchi; il babbo andava, moccolando, un'ora e mezza di cammino a piedi. Bisogna ricordare che era inverno, c'era sicuramente la neve. A quattro mesi avevo giĂ due denti. Ero coccolata dalla 5


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