lettera No Inc ai sindaci di bacino

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Mittente: Associazione Culturale Contro le Nocività. Presidente pro-tempore: Paolo Cappabianca. Presso, Viale della Repubblica n. 86, 00040, Santa Maria delle Mole, Marino (Roma)

Per: Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini Presso: Piazza della Costituente n. 1, 00041, Albano Laziale (Roma) Via fax: 06-9321201.

E, p.c.: Comune di Ardea, Luca di Fiori, fax: 06-933800260 E, p.c.: Comune di Ariccia, Emilio Cianfanelli, fax: 06- 93485358. E, p.c.: Comune di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi, fax: 06-935918211. E, p.c.: Comune di Genzano di Roma, fax: 06-93711285. E, p.c.: Comune di Lanuvio, Luigi Galieti, fax: 06-93789229. E, p.c.: Comune di Nemi, Alberto Bertucci, fax: 06-9368071. E, p.c.: Comune di Pomezia, Fabio Fucci, fax: 06-91146529. E, p.c.: Rocca di Papa, Pasquale Boccia, fax: 06-9499164. E, p.c.: Comune di Marino, vice-sindaco pro-tempore Fabrizio De Santis, fax: 06-93

Oggetto: richiesta di convocazione urgente di una conferenza dei dieci sindaci di bacino per sottoscrivere, pubblicamente, una lettera in cui si richieda esplicitamente, al Ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato, di non concedere al consorzio Co.E.Ma. - in piena continuità con le sentenze del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, e in sintonia con le normative europee e nazionali - i fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione della centrale elettrica alimentata dalla combustione di CDR, meglio nota come inceneritore di Albano. Ma che, viceversa, tali fondi vengano destinati verso processi industriali di raccolta differenziata porta a porta, di riduzione, riciclo e riuso dei rifiuti urbani.

Io sottoscritto Paolo Cappabianca, presidente pro-tempore dell’Associazione scrivente, meglio nota come comitato No Inc, propongo, con la presente, alla Vostra cortese attenzione, una proposta/bozza di lettera “aperta” da inviare, entro e non oltre giovedì 11 luglio 2013 - ovvero il giorno precedente al SIT-IN in programma sotto la sede del Ministero per lo Sviluppo Economico - al Ministro pro-tempore, in carica, Flavio Zanonato.


Proposta/bozza di lettera: Premesso che: -

tra il Gestore dei Servizi Energetici, GSE, ed il Consorzio Co.E.Ma. (Consorzio ecologico Massimetta, Pontina Ambiente srl del monopolista dei rifiuti Manlio Cerroni, Acea ed Ama) è stata stipulata, nel giugno del 2009, una “convenzione preliminare” avente come presupposto una cantierizzazione d’un lotto di terreno, interno alla discarica intercomunale per rifiuti indifferenziati di Roncigliano (Cecchina di Albano Laziale), per la costruzione d’una centrale elettrica alimentata dalla combustione di CDR, meglio nota come gassificatore/Inceneritore dei Castelli Romani;

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tale “cantierizzazione”, come certificato dalla Polizia Municipale di Abano Laziale in data 21 aprile 2009, è consistita nella “sola delimitazione, con paletti in ferro e rete metallica, dell’area destinata alla costruzione della centrale di energia mediante gassificazione …” e non anche nelle prescritte attività di escavazione;

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tale “cantierizzazione”, in ogni caso, è avvenuta sulla base d’una ordinanza regionale rilasciata dal Dott. Marrazzo, allora Presidente della Regione Lazio (provvedimento n. Z-0003 del 22.10.2008), annullata, senza appello, con decisione passata in giudicato, sia dal Tar del Lazio e sia dal Consiglio di Stato (sentenza n. 36740 del 15.12.2010 del Tar del Lazio e n. 1640 del 22 marzo 2012 del Consiglio di Stato);

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la “cantierizzazione” dell’area interessata alla costruzione della centrala elettrica, non solo non ha avuto inizio entro il limite del 31 dicembre 2008 ma, di fatto, non ha ancora avuto luogo come dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, sia i due verbali della Polizia Municipale della Città di Albano Laziale (aprile 2009 e ottobre 2010) sia, ancor di più, lo stato attuale del sito interessato: una enorme distesa intonsa di erba verde.

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l’ultimazione dei lavori per la costruzione della centrale di gassificazione/Incenerimento e la messa in esercizio/collaudo, secondo la stessa “convenzione preliminare Coema-GSE” del giugno 2009, avrebbe inoltre dovuto aver luogo entro e non oltre il mese di febbraio 2011, fatto salvo il beneficio della proroga di 12 mesi previsto dall’art. 4 della convenzione medesima. La prima sentenza del Tar Lazio che interrompeva la facoltà di cantierizzazione per il consorzio Co.E.Ma., interveniva, come noto, solo il 15 dicembre 2010 (sentenza n. 36740 del Tar del Lazio). L’avvio del cantiere era stato autorizzato, viceversa, in data 13 agosto 2009, giusta A.I.A. n. B-3694 della Regione Lazio. Per un totale di ben 15 mesi trascorsi invano.

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Come se non bastasse, dalla data del 22.03.2012, giorno della pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, ad oggi, sono trascorsi, ancora invano, altri 16 mesi. Per un totale generale di ben 31 mesi di ritardo ingiustificato ed ingiustificabile.

Considerato che: -

ancora non si conosce l’entità esatta dei contributi che sarebbero erogati a favore del consorzio Co.E.Ma. attraverso i fondi pubblici chiamati CIP-6/92, per la realizzazione del gassificatore/Inceneritore di Albano;


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ancora non si conosce l’ammontare del sovrapprezzo per la produzione di energia che il Co.E.Ma. percepirà immettendo per i prossimi anni, nel circuito nazionale, energia elettrica da fonte “assimilata”;

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ancora non si conosce con esattezza la quota parte che i cittadini dei Castelli Romani sarebbero costretti a sborsare dalle proprie tasche con il relativo sovra-prezzo sulla bolletta elettrica.

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in ragione dei prevedibili costi complessivi dell’operazione “inceneritore dei Castelli Romani”, risulterebbe più conveniente, in ogni caso, a nostro avviso, evitare una dispersione di risorse economiche pubbliche per bruciare materie prime quali sono: plastica, carta, legno e derivati, che potrebbero e dovrebbero, viceversa, essere recuperate con processi industriali a freddo, con impatto minore sulla salute umana e sull’ambiente.

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in ragione dei suddetti costi, non ritenga l’Ill. mo Ministro Flavio Zanonato, più conveniente investire le risorse economiche suddette nella predisposizione di mezzi e strutture da destinare alla raccolta differenziata porta a porta e della filiera della riduzione, riciclo e riuso.

Chiediamo, con la presente: -

che il Ministro pro-tempore per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato, non dia disposizione ai dirigenti del Gestore dei Servizi Energetici, GSE, di rinnovare la “convenzione preliminare” CoemaGSE di giugno 2009, relativa in modo particolare ai fondi pubblici chiamati CIP-6/92 destinati alla centrale di incenerimento di Albano, dando così, di fatto, il via-libera alla costruzione di un impianto di incenerimento assolutamente inutile – perché brucerebbe solo materie prime riciclabili a freddo - costoso - con l’uso di fondi pubblici - e dannoso per la salute umana e l’ambiente.

In attesa d’un Vostro sollecito riscontro, vi porgo cordiali saluti a nome e per conto dell’Associazione da me presieduta. Albano Laziale, 2 luglio 2013.


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