Lettera Visita Pastorale 2018-2020

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"Oggi devo fermarmi a casa tua" Mons. Giuseppe Giudice



Lettera del Vescovo per l’indizione della Visita Pastorale alla Santa Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno 6 gennaio 2018



«La chiesa è una casa di famiglia, una casa paterna, e c’è sempre un po’ di disordine in queste case, le sedie hanno talvolta un piede in meno, le tavole sono macchiate d’inchiostro, i barattoli di marmellata si svuotano da soli negli armadi, io conosco queste cose, ne ho l’esperienza…» Georges Bernanos

Carissimi,

nel giorno in cui celebriamo la solennità dell’Epifania del Signore, voglio annunciare alla Diocesi l’indizione della Visita Pastorale, rendendo esplicito ciò che, già comunicato al Consiglio Presbiterale, era nell’aria da tempo, adeguandomi in santa obbedienza a tutto quello che la Madre Chiesa ha indicato nel Codice di Diritto Canonico ai canoni 396-398. La Visita che il Vescovo è invitato a compiere alla Diocesi non è semplicemente un gesto di cortesia, ma è un atto di governo voluto dalla Chiesa, alla quale rispondiamo sempre con generosa e responsabile libertà, coscienti di dover rendere conto al Signore. 5


Avvolti ancora nella luce del Natale, mi piace imitare l’esperienza dei Santi Magi: ripartire da Betlemme e, dopo aver provato una grandissima gioia nel vedere la stella, dopo essere entrati nella casa per vedere il Bambino con sua madre, dinanzi al quale prostrarsi in adorazione e offrire i doni, per un’altra strada fare ritorno al proprio paese (cfr. Mt 2,1-12). Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese: i Magi cambiano strada perché in sogno sono stati avvertiti di non tornare da Erode, ma anche per dirci che tutte le volte che incontriamo veramente il Signore, tutte le volte che i nostri occhi incrociano quelli del Nato di Betlemme, bisogna cambiare strada, bisogna cambiare vita. Con Lui è urgente convertirsi per poter vivere il mistero dell’incarnazione, nel quale Dio in Gesù di Nazareth ha visitato il suo popolo, per condurlo dalla schiavitù del peccato alla libertà della grazia. Ecco, Sorelle e Fratelli, da dove partiamo per raggiungere tutti coloro che attendono la visita del Signore, per ridare un senso alle opere e ai giorni e sentire aria nuova nella Chiesa, nelle chiese domestiche e nel mondo. ICONA BIBLICA Come icona biblica per la Santa Visita, ho scelto l’episodio di Zaccheo, narrato da Luca nel capitolo 19, 1-10. Questo episodio ci dice subito che i destinatari della Visita sono gli uomini e le donne che vivono nelle città e nelle case. Uomini e donne peccatori, cioè tutti, il primo dei quali sono io (cfr 1Tm 1,15). Destinatario dell’annuncio del Vangelo è ogni uomo – umanità – e tutto l’uomo, non solo una parte di esso, quasi che l’essere umano fosse dimezzato o a più dimensioni. La scelta dell’immagine biblica è avvenuta per tanti motivi; ve ne presento alcuni, mentre altri li potrete scoprire leggendo il testo da soli, in famiglia, o con una Lectio in parrocchia, nelle comunità, nelle associazioni in preparazione alla Visita del Vescovo. Innanzitutto Gesù entra in una città, Gerico, che è come le nostre città, il groviglio di tante situazioni, positive e negative. Ogni città 6


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dove l’uomo vive è abitata da luci ed ombre. E Gesù attraversa quella città ed ogni città e la visita con la sua presenza salvifica. In quella città, Gerico, come in tutte le nostre città c’è sempre un uomo, l’umanità, che cerca di vedere Gesù, come i Greci saliti a Gerusalemme per la festa che chiedono a Filippo: Vogliamo vedere Gesù (cfr. Gv 12,21). È bello questo desiderio, che è il desiderio di ogni uomo: cercare di vedere Gesù, facendosi spazio tra le folle e le moltitudini che cercano di smorzare il desiderio. Zaccheo, piccolo di statura e a causa della folla, non riesce a vedere Gesù. C’è sempre una bassezza umana, morale, ecclesiale e una folla che ci impediscono di vedere Gesù. Ci rendiamo conto che non sempre siamo all’altezza della situazione, e abbiamo bisogno di un altro e dell’Altro per raggiungere l’altezza del sogno che ognuno si porta dentro. Oggi possiamo dire che c’è una cultura, una nebbia, un pensiero debole che non ci permettono di vedere Gesù, che pure attraversa le nostre città e manca un pensiero a lunga gittata. Qualcosa, oggi più di ieri, ci impedisce di incontrarci con Lui, mentre una pseudo cultura moltiplica surrogati che non sono il Signore, che annebbiano e intossicano la nostra vita. L’uomo contemporaneo gioca nel circo, compie eleganti esercizi acrobatici sul trapezio sospeso nel vuoto, ma senza avere più le reti di protezione di una volta: famiglia, chiesa, scuola. Sono i luoghi, oggi divenuti non-luoghi, da edificare di nuovo con entusiasmo, coraggio e profezia, con rinnovata coscienza sociale e politica. L’uomo dei nostri giorni, vestito a festa ma incapace di fare festa, tante volte distratto, indifferente, annoiato e spaesato, sembra ripetere le parole di Eugenio Montale: “Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro, per vedere il Signore semmai passi. Ahimè, non sono un rampicante, ed anche stando in punta di piedi, non l’ho visto”. Questo avviene perché, avendo smarrito lo sguardo della fede, l’uomo non riesce più a riconoscere le tante visite feconde del Signore. Ma Zaccheo, nonostante gli impedimenti, non si scoraggia, corre 7


avanti e sale sul sicomoro, perché è mosso da un desiderio sincero di cambiamento ed emendamento. Gesù mi dice: se mi vuoi vedere, corri avanti, sali su un sicomoro perché io devo passare di là, cioè devo fare Pasqua con te. Per questo motivo attraverso le città: per fare Pasqua con te e dirti e darti il senso della vita e della morte. La Santa Visita Pastorale può essere uno dei sicomori che ci fa vedere Gesù che passa e, in Lui, ci fa passare dalla tristezza alla gioia, dall’io al noi, dalla solitudine alla comunione, dal peccato alla grazia, da popolo a Chiesa del Signore e della Pasqua. Zaccheo cerca di vedere Gesù; ma è Gesù che, alzando lo sguardo, lo vede e lo invita a scendere; c’è in questa ricerca come il desiderio di due sguardi che da tempo cercano l’incontro. Lo dica chi ama: ogni amato è cercato! Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua! Ecco la Visita, ecco la Santa Visita: nel Vescovo viene Gesù che ci invita a scendere perché deve fermarsi a casa nostra, nelle nostre comunità, rendendole ricche con la sua presenza. Zaccheo scende subito e lo accoglie con gioia, mentre gli altri, come accade spesso, mormorano e non scendono dai loro pregiudizi e dai loro peccati. Zaccheo, in piedi dinanzi a Gesù, si confessa, si converte, dona e restituisce ciò che ha rubato. Gesù fa comprendere che la salvezza oggi è entrata in quella casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; e ci aiuta a capire che la sua visita ha lo scopo di cercare e salvare ciò che era perduto. E chi, in un momento, non si è sentito perduto? E chi non ama essere cercato e salvato? Ecco la bellezza della Visita Pastorale che la Chiesa ci dona: nel Vescovo viene Gesù, si ferma a casa nostra e ci ricorda che la salvezza ha preso la strada di casa e così Egli cerca e salva ciò che era, o sembrava, perduto perché per Lui nessuno è lontano o periferico. E la storia, la nostra storia con Gesù, ricomincia perché il Vescovo viene per consegnare una sola parola: la gioia di essere di Gesù e della Chiesa e a ricordarci che Gesù e la Chiesa vanno sempre tenuti 8


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insieme e non divisi, o messi in opposizione; per insegnarci a stare contemporaneamente con Gesù e con Pietro. Sì, tutto ricomincia o può ricominciare, anche dopo momenti difficili, paure, lutti, disastri, e anni di allontanamento da Lui e dalla Chiesa. Scendi subito, oggi, adesso, Io sono qui e voglio fermarmi da te e, così, con la mia presenza, riprofumare la tua vita e la tua casa. TEMPI La Visita, che avrà inizio in tutte le comunità con il Mercoledì delle Ceneri, non va fatta in fretta. Bisogna evitare due estremi: la corsa e il tempo prolungato. La Visita Pastorale si svolgerà dal 2018 al 2020, perché il Vescovo deve avere il tempo sufficiente per ascoltare, vedere, annunciare, celebrare, governare e ritornare con saggezza su qualche situazione, aprendo le comunità, dopo il dono della Pentecoste, a trascrivere gli Atti degli Apostoli e della Chiesa nel nostro tempo. Devo fermarmi a casa tua, dice Gesù a Zaccheo. È un invito a non correre, a non andare di fretta, a superare la cultura del tutto e subito; a stare, dimorare, perdere tempo per Colui che, nell’incarnazione, ha avuto tempo e ha perso tempo per noi. Bisogna permettere al sale di sciogliersi, al lievito di fermentare e al seme di marcire per dare la vita. Bisogna riscoprire lo stupore dei nove mesi per nascere e rinascere, imparando nuovamente dalla saggezza dei nostri contadini. Così, il Vescovo, aiutato dai suoi collaboratori, potrà avere il tempo congruo non solo per guardare, ma per vedere in profondità, per discernere e suggerire i tempi e i modi per la conversione pastorale, tanto invocata e attesa. Maria rimase con lei circa tre mesi (Lc 1,56): così è detto della visita di Maria a sant’Elisabetta, per indicare un tempo sufficiente, adatto per servire chi è nel bisogno e per avere il tempo di visitare e ri-visitare tutte le situazioni e ridare così credibilità alla presenza ecclesiale, non poche volte offuscata. Tre mesi è il tempo che l’Arca, prima di raggiungere Gerusalemme, 9


rimase nella casa di Obed-Edom e il Signore benedisse quella casa e tutti i suoi abitanti (cfr 2Sam 6,11). Con la Santa Visita, per un tempo suggerito dallo Spirito, tutta la Chiesa diocesana deve entrare in stato di Visita e di Missione per permettere al Vescovo di essere Padre, Maestro, Catecheta, Liturgo, Servo e Pastore della gioia di ogni uomo e dare tempo allo Spirito Santo, agente della Visita, di tracciare solchi profondi nel cuore dei fedeli, delle comunità, dei religiosi e delle religiose, dei diaconi, dei seminaristi, dei pastori e, in primis, nel cuore stesso del Vescovo. Siamo coscienti di visitare un tempo confuso; ma sappiamo anche, per un dono di fede, che là dove il Vangelo arriva le ombre si diradano e il nuovo rinasce e mette in moto energie sopite e sorprendenti. STILE Certamente lo stile della Visita non sarà formale, celebrativo, fiscale. Inglobando e armonizzando i diversi aspetti, anche quelli economici e di attenzione alle strutture, daremo alla nostra Visita uno stile prettamente pastorale, familiare ed amicale, dettato cioè dal Concilio Vaticano II e da tutto il Magistero dei Papi, dei Vescovi, dei Sinodi, ormai ricchezza della Tradizione a partire dal Concilio. Avremo come colonna sonora, da leggere e attuare l’Evangelii Gaudium di papa Francesco, sulla scia della Evangelii Nuntiandi che, con freschezza sempre nuova, ripete: “Sì, questo messaggio è necessario. È unico. È insostituibile. Non sopporta né indifferenza, né sincretismi, né accomodamenti. È in causa la salvezza degli uomini. Esso rappresenta la bellezza della rivelazione. Comporta una saggezza che non è di questo mondo. È capace di suscitare, per se stesso, la fede, una fede che poggia sulla potenza di Dio. Esso è la Verità. Merita che l’Apostolo vi consacri tutto il suo tempo, tutte le sue energie, e vi sacrifichi, se necessario, la propria vita” (EN, 5). Per non confondere la Visita Pastorale, con le tante altre visite che il Vescovo ha fatto e fa, prenderemo come regola la parola che san Paolo rivolge al discepolo Timoteo in 2Tm 4,1-5: «Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare 10


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i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero». Sarà questo ministero di esortazione e di incoraggiamento, guardando di più a quello che unisce piuttosto che a ciò che divide, che mi accompagnerà nel venire in mezzo a voi, nei luoghi della vostra vita, della gioia e della sofferenza, nelle strade e nei vicoli del vostro esistere, nei cortili e nelle scuole, nelle piazze e nei luoghi pubblici, perché si risenta, come all’alba del cristianesimo, la bella parola della fede: Viene il Vescovo, viene il Signore!

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Sorelle e fratelli,

chiamati a rievangelizzare nuovamente la Terra dell’Agro, perché le situazioni e le persone sono sempre nuove e diverse, mentre il Vangelo non cambia, strada facendo (Mt 10,7) e fermandomi nelle case dove gli uomini vivono, nel visitarVi mi farò accompagnare dalla Vergine Santa, tanto venerata nella nostra Diocesi, e dai Santi che hanno fatto la nostra storia, edificando le città nella fede, speranza e carità. Saranno essi, Maria e i Santi, che mi insegneranno come si procede, come si bussa, come si entra, come si ci ferma per ascoltare e consolare. Come, apprezzando i doni elargiti da Dio, si condividono ancora i tanti talenti che Dio ha posto nelle nostre povere mani, imparando soprattutto il silenzio contemplativo, che dice molto più di tante parole e si fa stupore dinanzi alla sofferenza e alle croci. Ecco: sto alla porta e busso (Ap 3,20). Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua (Lc 19,5). Nel frattempo in preparazione alla Visita, Vi invito a pregare con i testi che ho preparato per l’occasione. Siamo invitati a riprendere ancora le parole dell’Evangelii Nuntiandi, n.15: “…Evangelizzatrice, la Chiesa comincia con l’evangelizzare se stessa. Comunità di credenti, comunità di speranza vissuta e partecipata, comunità d’amore fraterno, essa ha bisogno di ascoltare di continuo ciò che deve credere, le ragioni della sua speranza, il comandamento nuovo dell’amore. Popolo di Dio immerso nel mondo, e spesso tentato dagli idoli, essa ha sempre bisogno di sentir proclamare «le grandi opere di Dio», che l’hanno convertita al Signore, e d’essere nuovamente convocata e riunita da lui. Ciò vuol dire, in una parola, che essa ha sempre bisogno d’essere evangelizzata, se vuol conservare freschezza, slancio e forza per annunziare il Vangelo… per evangelizzare il mondo con credibilità…”. Siamo invitati a pregare da soli e comunitariamente e a intravedere, quasi in filigrana, le finalità che vogliamo dare alla Santa Visita: ▪ per risentire il brio e la bellezza della vita come vocazione; ▪ per una sollecita riscoperta della Domenica; 12


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▪ per gustare di nuovo il profumo del pane eucaristico, che deve ritornare al centro della pastorale; ▪ per la santificazione delle famiglie; ▪ per riascoltare il canto dei giovani, scoprire il sorriso dei bimbi e apprezzare la saggezza degli anziani; ▪ per tornare al senso della festa con la Parola, il Pane e i Poveri; ▪ per sentirci ancora pellegrini verso il Regno, compagni di strada dei soli e dei sofferenti, frammenti di Cristo posti sul nostro cammino; ▪ e per farci amare nuovamente la Chiesa, la nostra Chiesa, senza macchia e senza rughe; la Chiesa, nostra madre, senza la quale non possiamo cantare e camminare per raggiungere il Cielo. Nell’attesa di visitarVi, tutti benedico e abbraccio nel Signore. Dalla Cattedrale di San Prisco Nocera Inferiore, 6 Gennaio 2018 Epifania del Signore

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Giuseppe, Vescovo


Prima preghiera per la Visita Pastorale

Preghiamo (cfr Lc 1, 67-79; Lc 19, 1-10) Signore, Dio d’Israele, nostro Padre, sii benedetto perché hai visitato e redento il tuo popolo; ci hai concesso misericordia e ti sei ricordato della tua santa alleanza, dei nostri padri e del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre nella fede. Sii benedetto perché grazie alla tua tenerezza e misericordia è venuto a visitarci un sole che sorge dall’alto, Gesù Cristo, che risplende su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte per dirigere i nostri passi sulla via della Pace. Sii benedetto, Spirito Santo, memoria della Chiesa, perché nel ministero del Vescovo vieni ancora a visitare le nostre persone e le comunità per farle uscire verso il Dono che sempre viene dall’alto.

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Da Te, Trinità Santissima, sia benedetta e sostenuta la Visita Pastorale affinché ognuno, ricondotto alla sorgente eucaristica, ritrovi il gusto, lo spessore e l’entusiasmo della missione; si senta figlio di Abramo, cercato, amato e salvato ed ogni casa ritrovi la salvezza perché il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Benedetta la Santa Trinità, di cui la Chiesa è icona, perché nell’unità molteplice ci faccia riscoprire di essere oggi e qui la Chiesa santa, una nei carismi e nei ministeri, che, in fretta e piena di gioia, come Maria in visita ad Elisabetta e in compagnia dei Santi, è mandata alla Città, che sempre attende di essere attraversata dal suo Signore per condividere i doni di natura e di grazia e restituire ad ogni uomo e a tutto l’uomo la dignità di figlio di Dio, perché l’uomo vivente è la gloria di Dio. Amen.

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Seconda preghiera Preghiamo Signore guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna (cfr Salmo 80,15). Ricordati di me, Signore, per amore del tuo popolo, visitami con la tua salvezza (cfr Salmo 106,4). Con le parole dell’orante biblico, scritte da sempre nel cuore della Chiesa, Signore, noi ti invochiamo in questo tempo di grazia della Visita Pastorale. Vieni a visitarci come Parola per illuminare il cammino della nostra vita. Vieni a visitarci come Pane per nutrire, con l’eucaristia, la nostra fame e sostenere il nostro pellegrinaggio verso il Regno. Vieni a vistarci come Povero, per ricordarci che i poveri sono sempre con noi e per aiutarci ad accogliere tutte le povertà e guarire le tante ferite. Vieni a visitarci come Pastore, che nel Vescovo guida la nostra Chiesa e accompagnala verso pascoli ubertosi ed acque tranquille.

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Lettera per la Visita Pastorale 2018-2020

Vieni a visitarci come Signore della nostra vita, nelle case e nelle piazze e fa’ che, riuniti sotto il manto di Maria e in compagnia dei nostri Santi, impariamo ad essere per tutti compassione e tenerezza, mano che rialza e sguardo che incoraggia, sorriso, gioia e canto fino al giorno del tuo ritorno glorioso. Amen.

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Il logo per la Visita Pastorale è stato realizzato dall'architetto Angelo Santitoro Editing Antonietta Abete Progetto grafico Salvatore Alfano

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