Insieme - Maggio 2017

Page 1

MAGGIO 2017 N. 5 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

L’APPUNTAMENTO X edizione del Premio Euanghelion

MAMME

SEMPRE IN PRIMA FILA PRONTE AD AMARE E DONARE UN SORRISO


IL DENTISTA CON LA MUTUA L’EQUIPE EUDENTAL SI PRENDE CURA DEL TUO SORRISO CON PROFESSIONALITÀ. BASTA SOLO LA RICETTA MEDICA

Via Cangiani, 234/B – Boscoreale (Na) Tel/Fax 081 859 31 94 - www.eudentalsrl.it - eudental@alice.it


MAGGIO 2017 INSIEME

3


MAGGIO 2017 N. 5 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

L’APPUNTAMENTO X edizione del Premio Euanghelion

MAMME

SEMPRE IN PRIMA FILA PRONTE AD AMARE E DONARE UN SORRISO

MAGGIO2017

5

EDITORIALE La carità nascosta di Silvio Longobardi

6

LETTERE IN REDAZIONE “Ho invocato l’aiuto di Dio” L’APPROFONDIMENTO

8

10

13

14

16

Anche solo un sorriso di Silvio Longobardi Il coraggio di una mamma di Antonietta Abete L’ADAAP di Antonietta Abete “Quello che le donne non dicono” di Mariarosaria Petti

SPECIALE PREMIO EUANGHELION di Salvatore D’Angelo Il giornalismo: un umile servizio alla comunità

17

Al servizio della Chiesa

18

Simona Ercolani, da un’esperienza personale un successo tv

16. Intervista a Vincenzo Morgante, direttore della Testata Giornalistica Regionale della Rai

17. Padre Gianni Epifani, vice direttore dell’Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali

18. Simona Ercolani racconta come nasce I ragazzi del Bambino Gesù

Sommario VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

20 Nocera al voto di Salvatore D’Angelo 21 Meeteng the art, il talento in Erasmus di Martina Nacchio 26 Qui Regione di Andrea Pellegrino

IN PARROCCHIA 47 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 58 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno

59 In versi di mons. Giuseppe Giudice 60 Cultura

SCUOLA&UNIVERSITÀ di Martina Nacchio

62 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli

28 Eroi dell’informatica 29 Medaglia d’oro contro il bullismo 30 Il dolce della solidarietà VITA ECCLESIALE 32 “Abbiamo perso la sacralità della domenca” di Salvatore D’Angelo 34 “Come una famiglia” di Antonietta Abete 39 Sentieri liturgici di don Carmine Cialdini NEWS PARROCCHIE 43 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

34. Anna Aprea, presidente diocesana di Azione Cattolica


EDITORIALE di Silvio Longobardi

LA CARITÀ NASCOSTA

P

ortano nella loro carne i segni della passione di Cristo. Sono bambini sofferenti, più deboli degli altri e quindi più bisognosi di amore. Sono proprio questi bambini che misurano il grado della nostra civiltà. È facile aprire le porte ai bambini sani e belli, ai quali i genitori possono consegnare le loro speranze. Dinanzi a questi bambini, invece, si alza una cortina di silenzio. A volte per pudore e discrezione, altre volte per imbarazzo e per la paura di provocare disagio. A me non interessa sapere se sono disabili o diversamente abili, come oggi si usa dire. Mi basta sapere che sono figli. Cambiare le parole serve a poco se non cambia il cuore. “Non c’era posto per loro”, scrive l’evangelista Luca quando racconta la nascita di Gesù. Accade così anche a molti di questi bambini. Non c’è posto perché non abbiamo abbastanza amore per loro.

Anni fa arrivò nelle nostre case famiglia una bambina appena nata, aveva uno sguardo dolcissimo ma un corpo fragile. Affetta da spina bifida. La sentenza non lasciava scampo e metteva paura. Chi avrebbe adottato una bambina così? Le coppie che chiedono di adottare figli sono tante ma pochissime sono disposte ad accogliere un bambino già malato. Decisi allora di bussare alla porta e al cuore di una coppia di amici. Avevano già una figlia ma desideravano avere altri bambini. Accettarono la sfida con l’ingenuità di una fede che non calcola le inevitabili fatiche da affrontare perché si fida di Dio. I figli straordinari richiedono un amore straordinario. Lo sanno bene i miei amici. Quel-

la bambina non aveva solo bisogno di cure mediche e di terapie efficaci ma anche e soprattutto di sentirsi amata, cioè desiderata e accolta. Non è facile. Non tutti i genitori sono capaci di rispondere con un amore straordinario e fedele. Le ferite della disabilità sono brucianti, generano inquietudini, assorbono ogni energia, tante volte riducono lo spazio della speranza. Non sono pochi i genitori che si fermano lungo la strada, delusi e scoraggiati. E soprattutto preoccupati pensando al futuro perché loro sanno che quel figlio non sarà mai del tutto autonomo. È un dolore nascosto. Papa Francesco manifesta “grande ammirazione per le famiglie che accettano con amore la difficile prova di un figlio disabile” perché “danno alla Chiesa e alla società una testimonianza preziosa di fedeltà al dono della vita” (Amoris Laetitia, 47). Quanto bene viene seminato attraverso una carità eroica che nessuno vede! La comunità ecclesiale non può restare indifferente dinanzi a questa sofferenza né può limitarsi a chiedere agli enti pubblici maggiore attenzione e più ingenti risorse economiche. Non basta neppure dare parole di umana consolazione. Occorre diventare più attenti, aprire gli occhi e il cuore, accogliere il grido silenzioso di quanti rischiano di cadere sotto il peso di una croce che non sono capaci di portare da soli. Non si tratta solo di manifestare una doverosa solidarietà ma di comunicare la compassione di Gesù. Un impegno che riguarda tutti.

MAGGIO 2017 INSIEME

5


LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete

“Ho invocato l’aiuto di Dio” Gentile redazione, mi chiamo Pasquale Del Regno, ho 78 anni e vorrei condividere con i vostri lettori un’esperienza di cui sono stato protagonista. Durante il periodo della raccolta delle arance nel lontano 1970-1971, anno in cui ci fu un’eccezionale abbondanza di agrumi, mi preoccupai di fare un carico di arance per andare a scaricarle presso il centro di raccolta AIMA di Maddaloni (CE) con il mio camioncino, alquanto vecchiotto. Durante l’attesa, incolonnato dietro altri camion, appoggiato sullo sterzo, mi addormentai quasi. Sentii bussare alla portiera del camioncino. Era un frate francescano, mi chiese se potevo andare a scaricare gli agrumi presso il suo convento che si trovava nella zona di Arienzo. Dopo aver fatto i dovuti controlli, il dirigente dell’AIMA mi autorizzò. Non avendo nessun mezzo, il frate salì sul mio camioncino e indicandomi la strada, partimmo. Dopo circa 5 km, mi disse di girare a destra, ma aimè la strada era in salita. Il mio camioncino non ingranava la prima marcia, quindi, camminavo partendo sempre con la seconda marcia. Più salivamo e più l’automezzo rallentava la corsa al punto tale che si fermò; mi resi subito conto della gravità della situazione, la preoccupazione dentro di me era tanta e la paura ancora di più. Senza farmi prendere del panico e dallo sconforto, a voce abbastanza sostenuta, invocai Dio e il mio angelo custode. Dissi: «San Francesco, aiutami tu, fa che possa mettere la prima marcia, altrimenti qui finisce male. Non solo non posso andare a scaricare le arance, ma non posso nemmeno girare l’automezzo».

6

INSIEME MAGGIO 2017

Cari lettori, a questa mia invocazione, come per miracolo ingranò la prima marcia, il camioncino si mise a camminare e piano piano arrivammo finalmente al convento. Provate ad immaginare il sudore che mi scendeva dalla fronte, sul piazzale del convento dovetti fare comunque alcune manovre per piazzarmi davanti al portone. Finalmente, dopo circa un’ora, terminammo di scaricare con l’aiuto di altri frati. Al momento di salutare tutti, chiesi dov’era il frate che mi aveva accompagnato. Increduli mi risposero che nessun frate era uscito dal convento. Solo in quell’istante capii che il buon Dio, san Francesco e il mio Angelo custode mi erano venuti incontro. Salito in cabina, misi in moto, azionai il cambio per inserire la prima, ma non ci fu niente da fare, inserii la seconda e piano piano feci la discesa. Mi arrestai nel punto esatto in cui si era fermato il camioncino, guardai in giro ma non c’era nessuno. A bassa voce, esclamai: «Signore, per intercessione di san Francesco, ti ringrazio perché stamattina ho fatto una buona azione». Pasquale Del Regno Carissimo Pasquale, grazie per la sua bella testimonianza. Mi ha fatto ripensare al salmo 90: “Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi”. Dovremmo imparare ad affidare a Dio le nostre piccole e grandi preoccupazioni con la semplicità dei piccoli, certi che il Signore non ci farà mai mancare il suo sostegno.


MAGGIO 2017 INSIEME

7


L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

ANCHE SOLO UN SORRISO

S

crivo nei giorni in cui sentiamo ancora il profumo della Pasqua: “Vita e morte si sono affrontate in un prodigioso duello”, cantiamo nella veglia che annuncia la resurrezione di Gesù. Amore e dolore s’intrecciano continuamente nella storia quotidiana. A volte abbiamo l’impressione e la paura di non farcela, come chi si trova dinanzi ad un monte da scalare e si accorge di non avere le risorse necessarie per affrontare il peso della vita. È questa l’amara sensazione che provano tanti genitori quando scoprono che il figlio porta nel proprio corpo ferite indelebili o manifesti limiti che rendono più difficile il suo inserimento nella vita familiare e sociale. Nessuno se lo aspetta, nessuno lo ha messo in conto, nessuno è preparato ad affrontare una tempesta come questa. Tanti genitori sono come bloccati, altri si danno da fare, altri ancora affrontano con un coraggio davvero straordinario. Le mamme sono sempre in prima fila. Alla donna Dio ha dato il potere dell’amore. Ed è un potere immensamente più importante per custodire l’umana società. La donna ha ricevuto la capacità di accogliere l’altro da sé fino al punto di fare del suo grembo la prima dimora della nuova vita. Ha ricevuto la forza di prendersi cura dei figli, anche e soprattutto di quelli che sono più deboli e sofferenti. Quando una mamma si accorge che il figlio presenta problemi, lo circonda di un amore ancora più grande, è pronta ad ogni sacrificio pur di accendere sul volto del bambino un sorriso, anche solo un sorriso. La donna che ama non fugge dinanzi al dolore anzi lo affronta a viso aperto, resta accanto a chi soffre con una pazienza che solo l’amore può dare. Se questo amore venisse a mancare o se diventasse più debole, non solo la famiglia ma tutta la società sarebbe immensamente più povera.

Foto Salvatore Alfano

A queste mamme coraggiose dedichiamo il nostro dossier. Raccontiamo una sola esperienza ma sullo sfondo ce ne sono tante altre. Tante mamme pronte a lottare per annunciare che l’unico modo per custodire la vita è quello di rivestirla di amore. Silvio Longobardi

8

INSIEME MAGGIO 2017


MAGGIO 2017 INSIEME

9


L'APPROFONDIMENTO UN OMAGGIO PER TUTTE LE MAMME Questo mese, per celebrare la festa della mamma, Insieme regala a tutti i lettori e agli abbonati dei semi di girasole, offerti da Luigi Nelli Tagliaferro e confezionati dai ragazzi dell’ADAAP (Associazione Diversamente Abili e Amici di Poggiomarino). A Luigi, a sua mamma Carolina, ai volontari e ai soci dell’Adaap i nostri più sentiti auguri e ringraziamenti.

Rossella insieme al figlio Francesco

Il coraggio

di una mamma «D

a bambino gli infilavo una sola manica del maglioncino, poi aspettavo che imparasse a cavarsela da solo». Rosella, 53 anni, e suo figlio Francesco, classe 1995, vivono a San Giuseppe Vesuviano e sono soci dell’ADAAP, associazione disabili di Poggiomarino. «Non mi sento più sola – racconta –, ho trovato una famiglia». È diventata mamma a 29 anni, dopo due anni è arrivato Francesco e, dopo altri due, una bambina. Conduce la vita ordinaria di una mamma con tre figli piccoli, un lavoro da insegnante di lingue in una scuola media che le piace molto, piccoli e grandi sacrifici per tenere insieme i diversi tasselli della vita familiare. Le tappe motorie di Francesco sono perfette, eppure Rossella intuisce che qualcosa non va. Il bambino ad un anno e mezzo non parla, è questo il primo segnale. In famiglia pensano che non senta, ma lei li rassicura: «Francesco non è sordo». Mette le carte delle caramelle in tasca e le strofina per capire se il bambino sente il rumore. Quando Francesco è in un’altra stanza, inserisce la videocassetta nel registrato-

10

INSIEME MAGGIO 2017

Francesco ha 22 anni ed è affetto da autismo. È uno dei tanti ragazzi dell’associazione diversamente abili di Poggiomarino. La mamma Rosella Campaniello ci ha raccontato la sua storia


re e il piccolo immediatamente compare davanti al televisore. Tuttavia, c’è qualcosa che non va. «Anche il mio primo figlio aveva parlato tardi, ma ad un anno e mezzo gli davo già delle consegne – ricorda –. Gli dicevo: “vai a prendere le ciabatte di papà” e il piccolino ascoltava. Francesco invece no. Inoltre era ipercinetico, si muoveva in continuazione». Inizia così la stagione delle indagini. «Mio marito diceva: “vedrai, adesso inizia a parlare e passa tutto”. Io, invece, avevo intuito che non c’era nulla da fare, ma sentivo che bisognava lottare e fare tutto il possibile per migliorare la situazione». La diagnosi di autismo è arrivata solo al compimento dei 18 anni. «Ma io sono stata caparbia e ho fatto a casa le terapie, prima di una certa età, l’Asl non le passa. C’è una speculazione che fa paura, è una babele e bisogna stare molto attenti. Se non hai piedi per terra ti distruggono, se non hai i soldi è un massacro». «In che modo hai accompagnato Francesco in questi anni?», domando. La voce di Rossella si incrina. «Gli altri due figli hanno sofferto molto, questo è il mio dolore più grande. Non hanno potuto vivere in maniera spensierata e questo mi dispiace molto. Non mi importa dei miei sacrifici, quando hai dei figli metti tutto in conto, è un’altra fase della vita. Per quanto cerchi di prenderti cura di loro, Francesco ha la priorità. Il mio primo figlio, quattro anni fa, è andato a studiare a Torino e Francesco ha avuto dei disturbi comportamentali importanti. Picchiava me e mia mamma. Ho dovuto portare mia madre in una casa di riposo. Un altro dolore grande. A me ha rotto il naso e un occhio. Ora è tranquillo, sta bene, ma la sorella ha avuto un crollo e le conseguenze sono pesanti». Francesco ha bisogno di più cure. «Non puoi sbagliare, non puoi dire una cosa al posto di un’altra, non puoi anticipare eventi, altrimenti va in ansia. Se dobbiamo fare una gita, non può saperlo molto tempo prima, altrimenti ci mette il pensiero. Basta un niente perché cambi umore. La prima volta che ha perso un dente ed è uscito del sangue, è stato un dramma. Stavamo per uscire, non sapevamo che fare. Alla fine siamo usciti lo stesso ed è andato tutto bene. Ma può capitare che esce, perde un bottone e succede la fine del mondo».

IL LAVORO EDUCATIVO

Francesco ha iniziato a parlare a 11 anni, ripetendo tutte le cose che la mamma aveva provato ad insegnargli negli anni. «All’inizio il linguaggio era in presenza: il bicchiere doveva stare davanti a lui, adesso è diventato più articolato e se gli chiedo di andare a prendere una cosa nell’altra stanza, lui capisce benissimo. È comparsa anche l’ironia. La mattina non si vuole svegliare. Allora gli dico: “Francesco è cattivo,

invece Albertino è proprio bravo. Tu come ti chiami?”. “Albertino!”, risponde». Il lavoro fatto con Francesco è enorme e con il tempo ha dato i suoi frutti. «Abbiamo lavorato molto sulle frustrazioni: Francesco, ad esempio, non voleva comprare scarpe nuove. Invece di assecondarlo, gli compravo sempre più scarpe. Adesso sa che ci sono le scarpe per uscire, quelle per il giardino o per andare in campagna. Bisogna sempre rompere gli schemi. La prima volta che non ho parcheggiato sotto casa, è diventato una furia, poi ha ripetuto l’esperienza e non si è più arrabbiato». Tantissime le esperienze che i genitori hanno condiviso con lui per aiutarlo nel suo percorso di autonomia. «Insieme abbiamo preso i mezzi di trasporto, ricordo il primo viaggio in treno da San Giuseppe ad Ottaviano, il primo viaggio in barca quando c’era il metrò del mare, da Castellammare a Sorrento. L’unica cosa che non abbiamo fatto è prendere l’aereo, ho paura che si butti per terra e lo buchi! Abbiamo visitato musei e mostre, mangiato in ristoranti raffinati. Oggi Francesco è ordinato, preciso, prepara la borsa per la piscina che

IL PROGETTO

REALIZZARE UNA FATTORIA SOCIALE «La nostra è la società delle etichette: ricchi, poveri, disabili. Dimentichiamo che siamo tutti esseri umani e da anziani diventeremo tutti disabili». Per Rossella una società più solidale è un bene per tutti. «Insieme ad altri genitori stiamo cercando di costruire una fattoria sociale per “il dopo di noi”. In Campania questa esperienza non esiste, bisogna avere genitori in gamba e Regioni illuminate. Siamo alla ricerca di uno spazio verde per fare l’orto, un giardino con alberi da frutto e uno spazio comune da adibire a cucina e sala da pranzo. Abbiamo cercato di ottenere un bene confiscato alla camorra, ma finora non ci siamo riusciti. Questo progetto potrebbe restituire dignità ai nostri figli che non si sentirebbero più parcheggiati. Avrebbero un ruolo e una precisa identità».

MAGGIO 2017 INSIEME

11


L'APPROFONDIMENTO Francesco in barca con il papà

Chiedo a Rosella se Francesco ha limitato la vita sociale della sua famiglia. Sorride. «Sono gli altri che si allontanano. Perdi gli amici, i parenti. Abbiamo degli amici perché io sono una persona molto socievole, però rimane lo zoccolo duro. Ho perso un’amicizia ventennale. La mia amica ha avuto una bambina in età adulta e aveva paura di Francesco. Ho pianto per un anno. Certo, ho persone su cui fare affidamento, ma pensa se un familiare mi donasse, ad esempio, un’ora al mese».

è uno spettacolo. Ha una grande manualità, sa usare giraviti e forbici. È venuto a casa un tecnico con il trapano elettrico, subito lo ha preso e ha messo la vite. Dal macellaio ha tagliato una bistecca». Certo, con Francesco bisogna stare sempre attenti. «Se fai la lavatrice e perdi un calzino è una tragedia. Conviene nascondere anche l’altro. Adesso che è maturato, accetta di più la frustrazione e posso dire: l’ho buttato, getta pure questo. Riesco a trovare una soluzione, prima invece era molto rigido. La settimana scorsa si è rotto un cardine della finestra, l’ha smontata tutta e stava rompendo anche l’ornia di marmo, perché una cosa o si aggiusta subito o si rompe. Non ci si può distrarre».

LA GIORNATA DI FRANCESCO

Francesco ha 22 anni e somiglia tanto alla sua mamma. Al mattino frequenta un centro diurno a Palma Campania, mentre Rossella va a scuola. «Mi piace molto il lavoro che faccio. Ci sono giornate in cui la stanchezza è davvero tanta, ma quando vado a scuola “resetto tutto”, mi piace stare con i ragazzi, scherzare con loro. Credo che affrontare l’autismo senza avere interessi propri sia peggio». Alle 15.00 un altro pulmino porta il ragazzo al Castello di Palma. Torna a casa alle 18.00. Due volte a settimana va in piscina e il venerdì sera partecipa agli incontri dell’ADAAP (associazione disabili Poggiomarino). «Nell’ADAAP ho trovato una famiglia, non mi sento sola. Mi hanno aiutato molto, Francesco è l’unico ragazzo autistico, è migliorato molto nel comportamento. La prima volta che è andato in gita con loro è tornato a casa contento, perché si è sentito autonomo. Capisce subito chi è più debole e chi è più forte, chi comanda. Con lui bisogna essere autorevoli, altrimenti ti frega». Il problema, per questa famiglia come per le altre che si confrontano con la disabilità dei figli, è rappresentato dal sabato e dalla domenica. Tanto tempo libero e ragazzi non impegnati che diventano nervosi.

12

INSIEME MAGGIO 2017

Gli occhi di Rossella raccontano più delle parole. «Hai mai pensato che la tua vita poteva essere diversa?» le dico. «Io ho accettato il problema di Francesco, perché fa parte del gioco della vita. L’ho accettato, metabolizzato, affrontato. In questi anni mi hanno fatto più male la cattiveria degli altri e il ritardo delle istituzioni che fanno mille storie per erogare servizi a cui si ha diritto. Sono queste le mortificazioni che mi hanno ferito di più». Antonietta Abete

I LETTORI CI SCRIVONO Ringraziamo Ciro Grimaldi per questa bella poesia dedicata alla mamma Alla cara mamma Non c’è parola più bella che brilli come una stella, non c’è musica più soave che culli come una nave, non c’è persona al mondo che guardi così nel profondo, non c’è amico più caro che ti parli in modo chiaro. Mamma, ecco, sì l’ho detto perché da te sono protetto, e dal tuo grande e immenso cuore si sprigiona un gran calore, che fa nascere l’amore profumato come un fiore, che mi accompagna in vita, tu insegni che va gioita, mamma, ora di più ti sento come la folata del vento, e anche se non ci fossi più mi basta il tuo sorriso e niente più.


I soci e i volontari dell’ADAAP durante una gita

L’

Associazione Diversamente Abili e Amici di Poggiomarino (ADAAP) è nata il 26 novembre del 2012 e segue in parte le attività portate avanti per molti anni dall’Associazione genitori volontari handicappati (AGVH). Fondata da un gruppo di 10 persone, tra vecchi soci dell’AGVH e nuovi volontari, organizza attività ludico-ricreative, eventi, manifestazioni, recite, gite. La presidente, Virna Raiola, è una giovane mamma, con due figli e il terzo in arrivo. «Ho iniziato a fare volontariato nella vecchia AGVH e quando è nata la nuova associazione ho continuato», racconta. Dopo cinque anni di attività, vi sono 28 soci volontari e 32 disabili, tutti di Poggiomarino, tranne Francesco, il figlio di Rossella che è di San Giuseppe Vesuviano, e Giovanni che è di Torre del Greco. «Ci incontriamo una volta a settima – aggiunge Virna –, dalla prossima iniziamo a vederci due volte perché vi sono le prove per lo spettacolo di fine anno associativo, “Diversamente insieme”, giunto alla quinta edizione, che porteremo in scena il 27 maggio». È la giornata che conclude un lavoro che

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

dura tutto l’anno e che ha come obiettivo l’integrazione tra diversamente abili e normodotati. «Lavoriamo in sinergia con diverse associazioni. Ad esempio, i ragazzi disabili insieme a quelli dell’oratorio organizzano una giornata di giochi. Stiamo preparando un musical, le persone vedranno solo lo spettacolo finale che è frutto di un lavoro durato un intero anno durante il quale si realizza a pieno l’integrazione». L’esperienza associativa è coinvolgente: «Si parte con l’idea di aiutare qualcuno e alla fine ci si ritrova arricchiti. Penso che noi normodotati siamo portatori di una grande disabilità, amiamo chi ci ama, chi ci stima, chi ci vuole bene; invece questi ragazzi non hanno malizia, il loro amore è puro, gratuito e disinteressato».

L’ADAAP 28 SOCI VOLONTARI E 32 DISABILI: VIRNA RAIOLA CI RACCONTA IL LAVORO DELL’ASSOCIAZIONE DIVERSAMENTE ABILI E AMICI DI POGGIOMARINO

Grande è il sostegno che l’ADAAP offre alle famiglie: «Durante le due ore del nostro incontro settimanale o quando organizziamo gite di un giorno hanno del tempo libero per se stessi e per tutto quello che non riescono a fare quando sono quotidianamente impegnati a seguire i figli». Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Pasquale Del Regno, Salvatore Guercio Nuzio, Andrea Pellegrino, Lucia Squitieri, Carolina Ferraro, Dina Grimaldi, Livia Rossi, Alberto Limodio, Nello Caliendo, don Alessandro Cirillo, fra Michele Floriano, don Carmine Cialdini, Federica Pepe, Mariano Rotondo, Elisa Califano, Antonio Padovano Sorrentino, Marina Massa, Giovanni Giordano, Anna Petrosino, Antonella Malafronte, padre Paolo Saturno, don Natalino Gentile, Salvatore Alfano Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 26 aprile 2017

Abbonamenti € 5,00 digitale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

€ 35,00 rivista + messalino UNICREDIT BANCA IBAN: IT 88 B 02008 76271 000103952691 Intestato a: PRISCUS SOCIETÀ COOPERATIVA Causale: Contributo annuale INSIEME Aggiungere l’indirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it Tiratura: 3.000 copie

Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66

MAGGIO 2017 INSIEME

13


L'APPROFONDIMENTO La sociologa Anna Spinelli con il marito e i figli

Da figlie a spose, da madri a nonne. Sorelle e nuore. Come incarnare al meglio i ruoli che ogni donna vive. A colloquio con la sociologa Anna Spinelli

“QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO”

“S

iamo così, dolcemente complicate” cantava nel 1987 Fiorella Mannoia. Un inciso che restituisce l’immagine di quell’universo femminile all’interno del quale ogni donna costruisce la propria identità, unica e frammentata allo stesso tempo. Fragilità e fierezza, dolcezza e fermezza, i poli opposti attorno ai quali gravita l’esistenza di ciascuna di noi. Figlie, sorelle, spose, nuore, madri, nonne. Ad ogni stagione di vita e per ogni scelta, cambiamenti da accogliere e una nuova pelle da indossare come il vestito migliore. Come vivere al meglio il passaggio da una dimensione all’altra? Ne abbiamo parlato con Anna Spinelli, sociologa e volontaria in un Centro di aiuto alla vita. Soprattutto, moglie e mamma di due figli.

Facciamo un passo indietro. Tra l’essere figlia e il diventare madre, abbiamo dimenticato cosa voglia dire essere sposa. «Prima di ricoprire qualsiasi ruolo, ricordiamoci di essere donne. Se perdiamo la nostra dimensione femminile, non potremmo essere né buone mogli né brave madri. In coppia (19 anni di matrimonio e 10 di fidanzamento per Anna e suo marito Massimo, ndr) è necessario imparare a custodirsi. Le spose devono imparare a perdere la dimensione di creatrici e a riscoprire quella filiale, per prendersi cura dell’altro e lasciare che l’altro si prenda cura di noi».

Cosa significa essere figlia? «È il tempo dell’individualismo, dell’io che prevale su tutto. Una tendenza che si manifesta in modo più marcato nei figli maschi. Le figlie sono più pronte a prendersi in carico l’intero nucleo familiare. È la fase in cui si sperimenta la provvisorietà del legame, in cui si pensa che i genitori non avranno mai bisogno di noi».

Qual è il segreto per conciliare lavoro, casa e famiglia? «A differenza di due o tre generazioni passate, oggi le donne guardano al lavoro come un campo dove realizzarsi. Lavorare non è soltanto un’esigenza economica. Quando ho avuto la mia prima figlia, mi ero appena laureata e davanti a me avevo grandi sogni e progetti. Con il tempo abbiamo smarrito anche le buone prassi, come quelle del vicinato. Affidare un figlio ad una vicina di casa oggi è impensabile».

Cosa cambia quando si diventa madre? «Un figlio ti chiede e ti prende tutto. Attenzione, pazienza, tempo. Tutto. Io non pensavo di essere nata per diventare madre, eppure è stata un’esperienza meravigliosa».

Quindi si arriva a scegliere. O il lavoro o la famiglia? «Bisogna imparare a perdonarsi se si esce di casa senza averla rassettata o con i capelli spettinati e senza trucco. Senza covare sensi di colpa».

14

INSIEME MAGGIO 2017


Voltiamo pagina, una donna che abortisce resta madre? «È curioso come i testi di legge sull’interruzione volontaria di gravidanza non definiscano mai come madre la donna e mai come figlio il “frutto del concepimento”. Un figlio è tale dal momento del suo concepimento. E da quel momento non si smette, per il resto della vita, di essere madre». E una donna che non riesce a generare nella carne può sperimentare il senso di maternità? «La maternità è un dono, non una capacità. Alcune donne riescono a generare e altre no. È qui che si gioca lo stupore della vita. Mai confondere la fecondità con la sterilità. Secondo alcuni valori culturali, una donna che non riusciva a rimanere incinta era vista con sospetto. Ciò che realizza una famiglia non è un figlio, ma un uomo e una donna che si amano. Io non parlerei del diritto ad avere un figlio, piuttosto di un diritto di un bambino ad avere una madre e un padre». Quanto il proprio compagno ci aiuta a costruire la nostra identità di madre? «Non esiste maternità senza paternità. L’una accompagna l’altra. La vita generata non appartiene alla madre o al padre. Il frutto del proprio amore è un figlio della vita. È come scoccare una freccia verso il futuro ed essere pronti a recidere il cordone al momento giusto. Il dolore del parto è lo stesso che prova una madre quando riconosce che è arrivato il momento di lasciare andare il proprio figlio».

LE EDICOLE PARTNER IN CUI È POSSIBILE TROVARE INSIEME

E quando l’argento ci colora la chioma, cosa cambia? «Mia madre è diventata bisnonna e ho potuto constatare come i rapporti tra una nonna e un nipote diventino più sereni e distesi. È passato il tempo della responsabilità e affiora quello della raccolta di quanto seminato con pazienza. Per una nonna arriva finalmente il momento di godersi i suoi piccoli!». Una donna è anche nuora… Non è sempre facile gestire i rapporti con le suocere. Hai una formula magica? «Sono fermamente convinta che la responsabilità della cura dei legami familiari spetti in buona parte alle donne. Il nuovo nido deve essere altro dalle famiglie di origine. Bisognerebbe ricordarsi che se ci siamo innamorate di quell’uomo o di quella donna è perché sono cresciuti in una determinata famiglia, con valori, principi e sentimenti ben delineati. Impariamo a dire “grazie”, ai suoceri per averci donato la nostra metà della mela; ai nostri mariti, che ci scelgono ogni giorno come spose e ci aiutano ad essere madri. Valorizziamo la diversità nella coppia, non affanniamoci ad appiattirla. Il bene spiazza sempre». “Ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro sì”. Perché, grandi come l’eccomi di Maria, i sì delle donne sono braccia capienti dove dentro ci passa il mare. Mariarosaria Petti

Edicola Amato Giornali Via dei Goti 11 Angri Cartolibreria Edicola Nasta Via Giudici 46 Angri Cartolibreria Corinto Via Fucilari 68 Nocera Inferiore Edicola Civale Teresa Via G.B. Vico 3 Nocera Inferiore Centro Edicola Via San Clemente Nocera Superiore Edicola Mercurio Antonio C.so Ettore Padovano 43 Pagani Sardo Art Via Cesarano Pagani Edicola D’Andria Giuseppe Via Gramsci S. Marzano sul Sarno Edicola Il Giornale Via Tortora 79 Sarno Cartofantasy Via Turati 280 Poggiomarino Cartolibreria Archimede di Vincenzo Palmieri, Via Dante Alighieri 37 Poggiomarino Edicola Laperuta Amerigo, Via Roma, Poggiomarino

INSIEME In queste caffetterie Insieme + caffè ad 1 euro ANCHE AL BAR DOLCI TENTAZIONI WHITE CHALET Via F. Turati, 520 Poggiomarino (Na)

081 517 04 66

Via Nuova San Marzano Poggiomarino (Na)

segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

MAGGIO 2017 INSIEME

15

Mensile Insieme


SPECIALE PREMIO EUANGHELION a cura di Salvatore D’Angelo

IL PREMIO EUANGHELION DAL 10 AL 12 MAGGIO, NEL CORTILE DELLA CURIA VESCOVILE, SPAZIO ALLA BUONA NOTIZIA CON LE GIORNATE DELLA COMUNICAZIONE DIOCESANA. PROTAGONISTI DELLA DECIMA EDIZIONE L’UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI, LA TESTATA REGIONALE DELLA RAI E LA TRASMISSIONE I RAGAZZI DEL BAMBINO GESÙ

L

a buona notizia è il “pane fragrante” fatto con la farina che i giornalisti “macinano” ogni giorno. Papa Francesco definisce così il lavoro degli operatori della comunicazione nel Messaggio per la Giornata mondiale della Comunicazioni Sociali 2017, che ha come tema “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”. Il Premio Euanghelion, giunto alla decima edizione, vuole riconoscere il lavoro di queste macine che consentono alla buona e bella notizia di non essere soffocata. Un lavoro che è quasi sempre frutto di sinergie. Persone che hanno già risposto all’invito del Papa: «Offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della “buona notizia”». Esempi concreti di questo stile suggerito dal Pontefice saranno insigniti del Premio Euanghelion. Si tratta dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali, della Testata Giornalistica Regionale della Rai e della trasmissione I ragazzi del Bambino Gesù. Realtà che ben coniugano il tema della giornate diocesane della comunicazione: «Dal centro alla periferia: quando comunicare è una Buona Notizia».

16

INSIEME MAGGIO 2017

Vincenzo Morgante

L’INTERVISTA

IL GIORNALISMO: «Un umile servizio alla comunità»

V

incenzo Morgante, dal 2013 direttore responsabile della Testata Giornalistica Regionale della Rai, è un giornalista di razza. Dirige il secondo telegiornale d’Italia per ascolti dopo il TG1, rendendo tangibile il mandato di servizio publico che è chiamato a svolgere la Rai. Quando ha capito che nel suo futuro c’era il giornalismo? Durante gli studi universitari. Per la verità avevo sempre manifestato uno spiccato interesse per il mondo dell’informazione in genere e per i telegiornali in particolare. Ciò che mi attraeva era soprattutto la possibilità di incontrare persone e di poter raccontare le loro storie. Cos’è per lei lavorare in Rai e com’è farlo dirigendo la TGR? È l'onore di svolgere il mio mestiere

dentro una grande e straordinaria azienda dove operano professionalità di altissimo livello, dove prevalgono competenza, passione e senso del dovere. Avere avuto poi l'opportunità di arrivare al vertice della Testata Regionale della Rai è un privilegio che mi rende molto orgoglioso. Si tratta della più grande struttura giornalistica del servizio pubblico e di una delle più grandi in Europa. Ce la racconta? È una Testata articolata in ben 24 redazioni comprese quelle di lingua tedesca, slovena e ladina. Garantisce l’informazione di prossimità, più vicina ai cittadini, quella che ci consente di illuminare le periferie urbane ed esistenziali dei nostri territori, quella che contribuisce a salvaguardare e consolidare l’identità delle nostre comunità locali.


Ha mosso i primi passi nella Sicilia delle stragi. Non è stato mai preso dallo sconforto? Sinceramente mai. Anzi, al dolore per la perdita di figli illustri della mia terra, alcuni dei quali ho conosciuto personalmente (penso a Paolo Borsellino che frequentava la mia stessa parrocchia e con il quale condivisi la scelta di alcune materie del mio piano di studi per l’università) si univa la voglia di lottare per cambiare le cose e per riaffermare i principi di legalità. Una stagione segnata dal sangue, dallo smarrimento, ma anche dell’impegno e dalla mobilitazione.

Cosa pensa della mafia? Una realtà, nonostante le vittorie dello Stato, ancora viva e operante sia pure sotto forme più sofisticate rispetto al passato. Una realtà fatta di violenza, prepotenza, arroganza e corruzione. Una realtà che alimenta una cultura, la cultura mafiosa, come aveva capito don Pino Puglisi, molto pericolosa soprattutto per le giovani generazioni. A proposito di don Puglisi, è stato l’unico a intervistarlo per la Rai. Cosa le ha lasciato? Era un sacerdote che non cercava riflettori. Mite, coraggioso, profondamente innamorato della sua chiesa.

Compresi solo quando fu ucciso l’importanza del lavoro che aveva condotto. Per me una grande lezione di umiltà, valore fondamentale per svolgere bene il mestiere di giornalista. Cosa dice a chi vuole fare il giornalista? Chi mostra interesse e passione si lanci con la consapevolezza che si tratta di un mestiere che richiede grande spirito di sacrificio, aggiornamento continuo e notevole capacità di adattamento. Una strada dove purtroppo il precariato è sempre più diffuso. Una strada che però può darti la soddisfazione di rendere con umiltà un servizio alla comunità.

AL SERVIZIO DELLA CHIESA IL RUOLO DELL’UFFICIO NAZIONALE COMUNICAZIONI SOCIALI E L’ATTIVITÀ NEL CAMPO DEGLI AUDIOVISIVI

«L’

Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana è diretta espressione dell’azione pastorale della Chiesa italiana in questo settore. L’attività dell’Ufficio può essere divisa in due blocchi fondamentali: i servizi e i rapporti all’interno del mondo ecclesiale e i servizi e i rapporti all’esterno». Questo l’incipit della presentazione dell’Ufficio presente sul sito della CEI. A dirigere la struttura è don Ivan Maffeis. Tra le tante attività seguite c’è la messa in diretta la domenica su Rai 1 e il programma A Sua Immagine. A coordinare queste attività è padre Gianni Epifani,

vice direttore dell’Ufficio che sarà ospite al Premio Euanghelion. Padre Gianni, originario di Taranto e religioso Rogazionista, è un esperto del settore audiovisivo. Conosce e utilizza al meglio i nuovi linguaggi, per parlare a un pubblico sempre più grande, che vada oltre quello cattolico. «Quando costruiamo la puntata di A Sua Immagine – ha spiegato – cerchiamo di usare un linguaggio che attiri l’attenzione anche di un pubblico non interessato. Un linguaggio capace di arrivare a tutti». Lo si evince dagli argomenti trattati: «Sottolineiamo – ha detto padre Gianni – l’impegno della Chiesa nel sociale, stimolati da papa

Francesco che ci ha detto si essere Chiesa incarnata nella storia». L’Ufficio veicola anche le tante iniziative promosse nelle diocesi: «Nei territori la Chiesa fa tantissimo, ma non c’è una cassa di risonanza. Il nostro sforzo è scovare questa bellezza e portarla alla conoscenza di un pubblico molto più vasto». Uno stile che rende speciale la Messa domenicale, dove si sperimenta una duplice forza: «Andiamo in tutte le comunità d’Italia e lì, insieme a loro, costruiamo quella che è la liturgia della domenica. Inoltre mostriamo le bellezze artistiche e culturali del territorio, raggiungendo un pubblico che va oltre quello tradizionale».

Purtroppo non ci sono solo cose belle. La Chiesa ha dovuto fare i conti anche con degli scandali. Su questo argomento ha detto: «La cosa importante è comunicare la verità. Essere oggettivi e dirsi lo stato delle cose, con franchezza e lealtà. Nella comunità di oggi non dire la verità peggiora la situazione. Se si è sbagliato bisogna dirlo e farlo capire».

Padre Gianni Epifani

MAGGIO 2017 INSIEME

17


L’INTERVISTA

I RAGAZZI DEL BAMBINO GESÙ STORIE DI EROI CONTEMPORANEI, CHE RACCONTANO LA QUOTIDIANITÀ DELLA MALATTIA

D

ieci storie, dieci famiglie, dieci mondi raccontati nell’unico grande contesto dell’ospedale pediatrico più importante d’Europa: il Bambino Gesù di Roma. Sono questi i presupposti alla base del successo di Rai 3, ideato da Simona Ercolani e prodotto da Stand By Me, I ragazzi del Bambino Gesù. Roberto, Klizia, Annachiara, Flavio, Giulia, Caterina, Simone, Sabrina, Sara e Alessia hanno raccontato del loro improvviso incontro con la sofferenza. Loro, insieme alle famiglie e all’equipe medica, hanno mostrato che si può vivere con la quotidianità della malattia, caratterizzata da momenti di paura, decisioni importanti, periodi di solitudine e la gioia della guarigione. In dieci puntate si è comunicata la speranza e la fiducia nel nostro tempo, come chiede papa Francesco: «Offrire narrazioni contrassegnate dalla logica della buona notizia non significa ignorare la realtà della sofferenza – ha affermato Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù –, ma raccontarla sapendo suscitare “cuori capaci di commuoversi, volti capaci di non abbattersi, mani pronte a costruire”. Speriamo e crediamo di esserci riusciti».

18

INSIEME MAGGIO 2017

Simona Ercolani

Da un’esperienza personale un successo tv Simona Ercolani, CEO e produttore creativo di Stand By Me, racconta come nasce e come si sviluppa I ragazzi del Bambino Gesù

A

l suo attivo ci sono tantissimi successi. Simona Ercolani è un portento. La sua firma è alla base di tanti importanti progetti televisivi. Ha firmato alcune edizioni del Festival di Sanremo e la trasmissione Sfide. Per gli addetti ai lavori è un vulcano di idee. Tra i programmi più riusciti c’è sicuramente I ragazzi del Bambino Gesù. Alla base di questa idea un’esperienza personale: «Tutto nasce da una conoscenza diretta dell’ospedale che ho avuto modo di fare da mamma parecchi anni fa. Entrando in contatto con questa realtà – ha risposto Ercolani – ho sempre pensato che sarebbe stato bello raccontarla. Ci abbiamo lavorato per mesi, insieme al gruppo creativo della Stand by me, per far sì che si potesse raccontare al meglio ciò che io stessa ho visto. Faticosamente siamo riusciti a convincerli. La diffidenza iniziale dell’ospedale Bambino Gesù è stata l’ulteriore conferma della loro massima serietà, temevano disturbassimo il lavoro in ospedale e la degenza dei pazienti».


Qual è stata la reazione dei protagonisti davanti alla proposta di partecipare a un programma televisivo?

La peculiarità di questo programma è che non abbiamo fatto nessun casting. È stata proposta una collaborazione a medici e pazienti (e alle loro famiglie) e poi abbiamo raccontato chi ha accettato. L’ospedale ha voluto che i ragazzi e le famiglie assistessero alla puntata con neuropsichiatri e psicologi. Una ragazza ci ha detto: «Grazie perché mi avete dato la certezza del vissuto, me lo state restituendo, stare in ospedale fa perdere il senso del tempo». Hanno trovato difficoltà a raccontarsi?

All’inizio sicuramente c’è stata un po’ di timidezza, ma poi i ragazzi sono stati molto generosi nel raccontarsi. Dopo qualche giorno, si è creato un ottimo equilibrio tra noi e loro ed è nato un tale rapporto di fiducia e presenza quotidiana, che le cose venivano semplicemente fatte insieme. Eravamo insieme in ogni momento. Con le interviste poi abbiamo aggiunto solo un altro spazio totalmente a disposizione dei loro pensieri. Un tema controverso. Si rischiava di fare “tv delle lacrime e del dolore”, come lo avete evitato?

Abbiamo voluto raccontare l’autenticità della malattia, entrare in punta di piedi con le telecamere dentro una realtà fatta di sofferenza ma anche di grande speranza. Una speranza costruita sulla cura e sulla professionalità. Abbiamo lavorato in concerto con l’ospedale cercando di es-

sere il meno invasivi possibile, seguendo e fotografando ciò che davvero accade nel percorso di cura. Uno straordinario lavoro di ascolto e un gioco di squadra unico. Avete mostrato il volto di una sanità umana. L’apporto dei medici è stato importante. Come trasferire il loro esempio e la loro passione?

Se entri al Bambino Gesù, tu non sei la tua malattia, tu sei una persona che ha una malattia, che ha un passato, una vita, dei sogni e un futuro. Quello che noi abbiamo provato a restituire non è solo il cordone che si stringe intorno al bambino malato da parte della sua famiglia e dei suoi parenti, ma proprio la solidarietà umana che scatta tra medici, infermieri, personale volontario e famiglie. Quando si sta male si pensa di essere soli, al Bambino Gesù questo è ribaltato. Non si è rifiutati, si è inclusi. Cosa vi ha emozionato di più?

La cosa che più ci ha commosso è questa solidarietà fra pazienti. Una solidarietà straordinaria che abbiamo provato a trasferire al pubblico. A coronamento di tutto c’è stato l’incontro con papa Francesco.

Una grandissima emozione per tutti noi, abbiamo potuto raccontargli ciò che abbiamo fatto e lo abbiamo fatto insieme ai ragazzi. Salvatore D’Angelo

MAGGIO 2017 INSIEME

19


VITA NELL'AGRO

Nocera AL VOTO di Salvatore D’Angelo

TRA PROGRAMMI DA PERFEZIONARE E LA NECESSITÀ DI GUARDARE OLTRE I CONFINI CITTADINI, AI NASTRI DI PARTENZA UNA FOLTA SCHIERA DI CANDIDATI

D

i cosa ha bisogno Nocera Inferiore? Probabilmente anche degli otto o nove candidati a sindaco, così come si profila lo scenario politico mentre scrivo. Le elezioni sono un esercizio di democrazia. Tanti pretendenti alla poltrona di primo cittadino dovrebbero implicitamente far sperare in una sua festa. L’11 giugno sarà così? Il gufo che è in me fa immaginare tutt’altro. Nelle prossime settimane si consumerà una corsa snervante, sfibrante, asfissiante. Famiglie intere strette ai fianchi da moltitudini di aspiranti consiglieri. Figli, cugini, nuore e cognate, padri e madri. Un fiorire di nomi agevolato dalla doppia preferenza di genere. Si dirà sì a tutti, poi nel segreto dell’urna parlerà la coscienza. Quale sarà il risultato? Un’incognita. Rischiando di sembrare saccente, non veggente, il voto non sarà sempre frutto di un ragionamento ponderato sui programmi e sulle proposte. La responsabilità, tuttavia, non è esclusivo appannaggio degli elettori. Il problema è tra coloro che si propongono. Tutti parlano di programmi, ma stando alle prime battute ed esclusa qualche mosca bianca, nessuno sembra andare oltre proposte spot. Purtroppo è lo scotto dell’improvvisazione che si registra ovunque, anche nelle realtà più consolidate. L’obiettivo non è cosa propongo al mio concittadino, ma come faccio ad accaparrarmi il suo voto. Molto farà anche l’offesa personale e la partigianeria che, alla fine, prenderà comunque il sopravvento. Una considerazione sbrigativa e generalizzante? Forse. Mi

20

INSIEME MAGGIO 2017

si dimostri che nel proprio gruppo dirigente non ci sia mai stato nessuno a pensarla in questo modo. Ma cosa si attendono i nocerini dal futuro? Anzitutto una città più vivibile, a partire dalla mobilità. È vero che non si possono realizzare nuove strade, ma un modo per evitare di passare ore in macchina ci dovrà pure essere. Lasciarla nel garage e camminare a piedi è l’unica alternativa? Va bene, ma si lavori per potenziare il trasporto pubblico. Lo chiede specialmente chi vive in periferia. È impellente la questione abitativa. Leggasi Montevescovado. La soluzione dovrebbe passare da un censimento dei bisogni reali, uscendo dall’assistenzialismo che da 37 anni tiene ostaggio delle promesse tanti terremotati che non ce l’hanno fatta a riscattarsi autonomamente. C’è poi la questione lavorativa. Non se ne parla molto. Si rischierebbe di essere ancor meno credibili. Qualcosa si è mosso nelle aree industriali, dopo anni di oblio. Ora servono investitori. Non si può pensare che da un’area depressa economicamente e imprenditorialmente venga fuori il nuovo Agnelli. Si attivino strategie per attrarre industriali seri, non i “prenditori” del passato, che hanno sedotto e abbandonato un territorio già alla canna del gas. Serve lungimiranza. Le risposte potrebbero arrivare prima se solo si ragionasse a livello comprensoriale. Potrebbe essere questo il primo, importante, passo che la prossima amministrazione potrebbe fare?


La dirigente Maria Giuseppa Vigorito con la professoressa Elisa Cafaro e Martina Nacchio

I lavori

Meeting the art, il talento in Erasmus

L’

Europa si è ritrovata a Nocera per “Meeting the art”. Giovani da Spagna, Francia, Lettonia e Polonia sono stati ospiti degli studenti italiani del liceo “Galizia” per un percorso all’insegna dell’arte e la scoperta del territorio. L’occasione ha confermato che l’istituto di piazza Maestri del lavoro è un vortice di colori, iniziative ed energia. Girando per le aule ci si sente in una fucina di talenti. Dalla pittura all’oggettistica, dalla musica alla danza, l’ampia offerta formativa nel campo delle arti rende questa scuola un modello. Arricchimento dovuto anche alle tante attività extrascolastiche a cui gli alunni prendono parte, anche attraverso l’alternanza scuola-lavoro disposta dal Ministero dell’Istruzione, che la docenza ha saputo ben organizzare. Passeggiando per l’istituto i quadri parlano attraverso i pennelli di mani giovani e sapienti, che

senza alcuna difficoltà si cimentano nelle creazioni più complicate e affascinanti. Suggestioni che hanno sicuramento provato i quaranta studenti stranieri che sono stati ospiti del “Galizia” dal 3 all’8 aprile scorso. Motore dello scambio culturale un progetto Erasmus che ha avuto il nome di “Meeting the art”, iniziato lo scorso anno. Lo stesso logo dell’iniziativa è stato realizzato dagli studenti dell’indirizzo artistico del liceo nocerino. Il programma di mobilità studentesca ha visto le scuole di cinque nazioni – Spagna, Francia, Lettonia, Polonia e appunto Italia – coinvolte in un percorso fatto di viaggi e interazioni continue alla scoperta di realtà scolastiche diverse, ma unite da un unico scopo: arricchirsi reciprocamente. Proprio per quest’accoglienza il liceo nocerino si è vestito a festa, arricchendo ancora di più le decorazioni che sono la pelle della struttura.

A Nocera Inferiore quaranta studenti provenienti da quattro nazioni per una settimana all’insegna dell’arte e del territorio, a ospitarli il liceo “Galizia”

MAGGIO 2017 INSIEME

21


VITA NELL'AGRO

La settimana Erasmus. I quaranta alunni, accompagnati dai loro docenti, hanno trascorso una settimana all’insegna dell’arte e della cultura. All’accoglienza musicale, di cui l’orchestra scolastica è stata protagonista eseguendo l’inno italiano ed europeo, sono seguiti workshop, visite guidate, esibizioni dal vivo e tanto altro. Un programma ricchissimo di visite. I musei dell’Agro, ma anche Pompei, Vietri, Amalfi, Ravello, Napoli sono state oltre che mete di visite culturali, anche siti di lezioni incentrate sulle ricchezze artistiche che proprio in queste città si producono. Dal museo della carta di Ravello alle ceramiche vietresi. Protagonista pure il battistero S. Maria Maggiore di Nocera Superiore. E poi spazio alle danze e ai con-

certi sia all’interno dell’auditorium del liceo “Galizia” che al teatro Diana di Nocera. Sei giorni di arte e cultura, di scambio e arricchimento. Sei giorni per dimostrare quanta passione serve per rinforzare le fondamenta di una scuola e renderla protagonista nel territorio. Martina Nacchio

Scegli l’ABBONAMENTO “VERDE” la novità di quest’anno! Insieme + Messalino quotidiano + foglietti della Domenica LA PAROLA TUTTI I GIORNI A SOLO € 35,00 (offerta valida con il ritiro in parrocchia) All’interno della rivista troverete, tutti i mesi, in regalo i foglietti della Domenica e dei giorni festivi del mese in corso. In più, grazie alla collaborazione con Edizioni ART, è possibile avere l’abbonamento a Messa Meditazione, il messalino quotidiano, ad un prezzo straordinario, così da poter seguire la Parola tutti i giorni.

COME ABBONARSI

Effettua una sottoscrizione tramite il parroco o il referente di Insieme oppure con bollettino postale intestato a DIOCESI NOCERA INFERIORE – SARNO – Numero c/c postale 11278843 Causale: Contributo annuale INSIEME, specificando la parrocchia di appartenenza. Puoi sottoscrivere un abbonamento anche con bonifico bancario intestato a PRISCUS SOCIETÀ COOPERATIVA – IBAN: IT 88 B 02008 76271 000103952691 (UNICREDIT BANCA) Causale: Contributo annuale INSIEME.

22

INSIEME MAGGIO 2017


IL DOTTORE DEI BAMBINI di Salvatore Guercio Nuzio

M

I DISTURBI DEL SONNO

I PRIMI olte coppie si trovano spesso a dover affrontare i risvegli frequenti e le difficoltà ad addormentarsi del proprio bambino nei primi 3 anni di vita. TRE ANNI I più “a rischio” sono i bambini primogeniti o figli unici, allattati al seno e che dormono nel letDI VITA DEL tone. Nell’80 per cento dei casi l’insonnia dipende da fattori psico-fisiologici, principalmente legati BAMBINO SONO all’organizzazione della giornata (genitori impegnati al lavoro per molte ore), alla molteplicità di CARATTERIZZATI stimoli tecnologici e alle abitudini date dai genitori. Esistono anche delle cause organiche: reDA FREQUENTI flusso gastro-esofageo, disturbi dell’orecchio, asma, dermatite atopica. È fondamentale che RISVEGLI NOTTURNI il bambino impari il prima possibile (dai 6 mesi di vita) a dormire nel proprio letto, svilupE DIFFICOLTÀ A pando progressivamente l’autonomia e la capacità di addormentarsi da solo anche in RIADDORMENTARSI. caso di risveglio notturno. È bene non far addormentare il piccolo in braccio, nel letCOSA FARE O NON FARE tone, nel passeggino, in auto o in qualunque posto che non sia il suo letto; abiPRIMA DELLA NANNA: tuarlo a un contatto con la madre durante l’addormentamento (ad esempio la I CONSIGLI PER I GENITORI mano); dare il biberon o allattarlo mentre prende sonno; farlo stancare perché dorma di più. Oltre a creare un vero e proprio “rituale serale”, il genitore deve stare col bambino finché è tranquillo, magari dire sempre la stessa frase (ad esempio «Fai dei bei sogni») e poi lasciare la sua stanza, spiegando al bambino dove va e perché. Se il bambino piange si può aspettare qualche secondo prima di tornare a tranquillizzarlo, sempre lasciandolo nel suo letto. Le qualità richieste ai genitori in questo processo sono: sicurezza, tranquillità, disponibilità a insegnare, ripetitività dei gesti. Va detconsiglio, to che esistono anche teorie favorevoli al dormire tutti insieme nel lettone (co-sleeping), una pratica che favorirebbe il rapporto madre-figlio. Secondo altri, però, il co-sleeping potrebbe ostacolare il raggiungimento dell’autonomia del bambino nel gestire il proprio sonno, oltre che ovviamente ridurre l’intimità tra i genitori.

Nato a Sarno, sposato e padre di due bambini si è specializzato in Pediatria presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, lavora presso l’Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale di Battipaglia. Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

MAGGIO 2017 INSIEME

23


24

INSIEME MAGGIO 2017


Gianni Caso con Chiara Lubich

Un giurista esemplare A Napoli si ricorderà Gianni Caso, magistrato di Roccapiemonte che ha contribuito alla nascita della rete internazionale “Comunione e Diritto”

U

n convegno per ricordare Gianni Caso, illustre giurista originario di Roccapiemonte. Scomparso lo scorso 16 marzo, sarà ricordato a Napoli durante un simposio su “I sentieri del giurista sulle tracce della fraternità”. Il tema prende spunto dal titolo di un libro curato da Adriana Cosseddu. A organizzare l’evento, che si terrà il 16 maggio dalle ore 15.30 nell’aula “Pessina” dell’Università Federico II, è la rete internazionale “Comunione e Diritto” che unisce operatori e studiosi del settore, nata nel 2001 da un’intuizione di Chiara Lubich. Interverranno Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, l’ordinario di filosofia del diritto Angelo Abignente e Adriana Cosseddu, autrice del libro e docente di diritto penale. Nato nel 1930 a Roccapiemonte, stu-

dia con grandi sacrifici. Diventato magistrato è prima a Milano e poi in Trentino Alto Adige, dove si impegna nel nascente Movimento Umanità Nuova, espressione più sociale del Movimento dei Focolari. Diventato membro della Corte d’A ssise d’Appello di Roma, si trasferisce a Rocca di Papa. Negli anni del terrorismo rosso, Gianni Caso scampa pure a un tentativo di sequestro. Negli anni Ottanta e Novanta continua a lavorare per il Movimento Umanità Nuova. Viene nominato giudice alla Corte di Cassazione e agli inizi degli anni 2000, insieme con altri, contribuisce a far nascere “Comunione e Diritto”. Ha seguito questa realtà fino al 2015. Il 18 aprile scorso la famiglia lo ha ricordato con una Messa in suffragio al santuario di Materdomini di Nocera Superiore.

MAGGIO 2017 INSIEME

25


QUI REGIONE L’ENTE IDRICO CAMPANO GESTIRÀ L’ACQUA IN REGIONE. UNA RIFORMA TENUTA SOTTO CONTROLLO DAI COMITATI CIVICI

BENVENUTO EIC? di Andrea Pellegrino

G

iunge al termine la prima fase di costituzione dell’Ente Idrico Campano con l’elezione del suo presidente. Qualche settimana fa è stato, infatti, eletto al vertice del nuovo organo Luca Mascolo, attuale sindaco di Agerola, indicato dal Comitato esecutivo composto da 20 sindaci eletti a loro volta dai Consigli di distretto e rappresentativi degli enti locali dell’intera regione. Via tutti gli Ato, dunque, a favore di un unico ente che si occuperà del ciclo delle acque, spazzando via tutta la galassia degli ambiti territoriali. Un procedimento che sta riguardando anche il settore legato al ciclo dei rifiuti in Regione Campania. «Entra in piena attività l’Ente che si occuperà della gestione del ciclo integrato delle acque in Campania. Ringrazio – ha dichiarato il presidente De Luca, all’atto dell’elezione del-

Immagine di repertorio

26

INSIEME MAGGIO 2017

la nuova guida dell’Ente Idrico – tutti i Comuni per il senso responsabilità nella costituzione degli organi, a compimento del processo democratico cui si è affiancato la Regione, e che rappresenta in concreto la volontà di gestione dell’acqua quale bene comune». Ma cosa è l’Ente Idrico Campano? Ha il compito di garantire qualità ed efficienza al servizio di gestione idrica, ha funzioni di programmazione e pianificazione su scala regionale ed ha anche il compito di garantire una gestione omogenea su tutto il territorio regionale. È suddiviso in ambiti distrettuali che corrispondono alle aree di Napoli, Sarnese-Vesuviano, Sele, Caserta, Calore-Irpino. Ognuno di essi ha eletto trenta membri, scelti soprattutto tra amministratori comunali. A loro volta gli ambiti territoriali hanno scelto venti membri per

il comitato esecutivo che ha eletto di recente il suo presidente. Sarà l’EIC ora a decidere sulla gestione dell’acqua in Campania e quindi nei rispettivi territori, bypassando, dunque, l’autonomia degli enti locali. Un processo, questo, che viene seguito con attenzione dai comitati che si battono per l’acqua pubblica.


MAGGIO 2017 INSIEME

27


SCUOLA & UNIVERSITÀ di Martina Nacchio La squadra del Marconi al Roma Cup 2017

I ragazzi dell’istituto “Marconi” di Nocera Inferiore si sono classificati secondi al Roma Cup 2017. I loro volti, oltre lo schermo

EROI dell’informatica

“I

fantastici 17” non è il nome adatto per inquadrare la squadra. Neppure “I guardiani della galassia robot”, né “Grifondoro 2.0”. Eppure questi ragazzi hanno poteri magici. Niente bacchetta, ma padronanza di elettronica e informatica. Con determinazione e soprattutto capacità l’istituto d’istruzione superiore “G. Marconi” di Nocera Inferiore si è guadagnato anche quest’anno il podio del Roma Cup 2017, svoltosi lo scorso marzo. Guidati dagli insegnanti Giuseppe Amato e Bruna Tafuri, sono arrivati secondi nella categoria “senior”, a cui hanno partecipato con Spike, un robottino in grado di rilevare luci, gas e sorgenti sonore attraverso dei sensori. Tre le squadre di lavoro, una dedicata alla programmazione del software, l’altra al reparto hardware e una terza che ha preparato 4 workshop, tenuti dagli stessi ragazzi a Roma durante i tre giorni di gare. Ma oltre al premio guadagnato, al tempo speso e alla fatica, c’è altro. L’entusiasmo delle loro azioni, la luce che brilla nei loro occhi, la positività di chi a 17 anni si sta costruendo la sua parte del mondo. Pio ha già lanciato un’app. L’ha chiamata “Remember it” e ha già superato i mille download. «È un’applicazione che permette di prendere appunti o segnare appuntamenti – spiega –. È semplice, pratica ed intuitiva. La si può utiliz-

28

INSIEME MAGGIO 2017

zare anche come sveglia, perché un appuntamento non ci sfugga mai». Pio la utilizza anche per non mancare al suo rituale con il nonno, con cui si scambia messaggi ad inizio e fine giornata. Parla con fare maturo e deciso dall’alto dei suoi 17 anni. «A scuola studio per apprendere il più possibile, anche quando torno a casa faccio altrettanto. Da solo mi cimento nella programmazione, spaziando dalle applicazioni ai siti web». I suoi compagni lo definiscono il più in gamba della scuola. «Tra poco gli faranno fare il salto direttamente in quinta» scherzano. Ma Pio non è l’unico talento in questa grande squadra. Pasquale, Giusy, Simone, Daniele e gli altri, ognuno di loro ha avuto un ruolo in questa sfida. Alessio, ad esempio, ha curato l’aspetto comunicativo. Sin dalle prime fasi ha documentato la costruzione del robot, i progressi, le difficoltà. Il suo occhio meccanico è stato il mezzo attraverso cui gli esterni hanno potuto ammirare l’intero lavoro di squadra. D’altronde la sua prima regia in una postazione di una radio è stata quando aveva solo sei anni. Oggi è un dj in gamba, con la passione per la fotografia e il montaggio video. E ha anche creato un social network su misura per fotografi. Giovani con i sogni grandi e tutti gli elementi per realizzarli. Martina Nacchio


La classe 5 D durante la premiazione a Pagani

Medaglia d’oro contro il bullismo

A

l primo posto per combattere il bullismo. Medaglia d’oro per la classe 5 D del primo circolo scolastico “Alessandro Manzoni” di Pagani nel concorso regionale “Arte e Legalità”, promosso dalla regione Campania e rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. I piccoli alunni paganesi, guidati dall’insegnante di matematica Tina Nocera, hanno realizzato un video sul tema del bullismo, ambientato nella loro città. Il progetto, svoltosi lo scorso anno scolastico, aveva come oggetto la produzione di una canzone o di un corto al fine di consolidare nei giovani una nuova

coscienza democratica proiettata alla lotta della cultura mafiosa, della illegalità e dei fenomeni territoriali di criminalità e degrado ambientale. Dalla recitazione al montaggio, i piccoli alunni si sono cimentati nella realizzazione del filmato con entusiasmo e determinazione. E il loro impegno è stato riconosciuto con il conferimento del primo posto per la sezione riservata alle scuole primarie di tutta la Campania. Lo scorso 31 marzo, poi, nell’istituto “Rodari” si è svolta anche una premiazione dei piccoli alunni. Martina Nacchio L’orchestra al termine del concerto tra le mura del Battistero

MUSICA PER LA LEGALITÀ

U

Primo posto al concorso regionale “Arte e Legalità” per la classe 5 D del primo circolo scolastico “Alessandro Manzoni” di Pagani

na giornata di musica in ricordo delle vittime di mafia. Si è svolto lo scorso 31 marzo un concerto a cura dell’orchestra del liceo “A. Galizia” di Nocera Inferiore, all’interno delle suggestive mura del Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore. All’evento, organizzato dall’Ande (Associazione nazionale donne elettrici), hanno preso parte numerose autorità civili, militari e religiose. Durante la mattinata gli alunni dell’indirizzo coreutico e musicale dell’istituto hanno allietato i presenti con brani musicali di alto spessore artistico e culturale. Punta di diamante è stata l’esecuzione dell’Ave Maria di Aldo De Chiara, già magistrato del tribunale di Salerno, presente per l’occasione.

Un momento della presentazione del progetto

FOTONOTIZIA

Si è concluso il progetto “Laudato si’: una vocazione comune” promosso dal Servizio di Pastorale scolastica della Diocesi di Nocera InferioreSarno, che ha visto l’interazione dei seminaristi con gli studenti del Liceo scientifico “La Mura” di Angri, a partire dall’enciclica di papa Francesco.

MAGGIO 2017 INSIEME

29


SCUOLA & UNIVERSITÀ

Il dolce della solidarietà Un’iniziativa benefica per Amatrice promossa dall’istituto “Suore Compassioniste Serve di Maria” di Angri

30

INSIEME MAGGIO 2017

I tavoli disposti in palestra con i dolci preparati dalle mamme

U

n dolce per suscitare aggregazione, fare festa e soprattutto creare un’occasione di solidarietà. È stato questo lo spirito che ha animato l’iniziativa “Un dolce pensiero per Amatrice”, promossa dall’istituto “Suore Compassioniste Serve di Maria” di Angri. L’istituto ha organizzato il 31 marzo scorso una mattinata di solidarietà con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere la ricostruzione della scuola primaria di Amatrice, distrutta durante il terribile terremoto dello scorso agosto. Un’opera concreta da mettere in atto nel periodo quaresimale, questo l’obiettivo da cui ha preso forma l’evento. Alle mamme dei piccoli alunni è stato chiesto di preparare dei dolci che sono stati venduti durante il giorno di festa. «È stato commovente vedere arrivare gli alunni con un dolce preparato dalla propria mamma – le parole di suor Brigida –. I tavoli disposti in palestra in pochissimo tempo sono stati rivestiti a festa. Voglio ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno collaborato a questo progetto di solidarietà, mettendo in pratica la Parola di Gesù: “Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a Me”». Martina Nacchio


VITA ECCLESIALE a cura della redazione

DISCORSO ALLA CITTÀ 2017

E GIÀ SPLENDEVANO LE LUCI DEL SABATO

C

risi demografica, l’invito a non speculare sulla sofferenza, restituendo dignità alla vita, ma anche recupero dei centri storici. Sono molteplici gli aspetti che il Vescovo ha declinato nel Discorso alla Città 2017. Monsignor Giuseppe Giudice si è soffermato sul senso del Sabato Santo, prendendo spunto da un versetto di san Luca «…e già splendevano le luci del sabato», definendolo «il giorno della storia umana». «È il tempo del silenzio, tempo di ascolto e di preparazione della festa, tempo per mettere a posto tutto ciò che è rimasto nella stanza della nostra vita. È tempo adatto alla riflessione, alla meditazione, al vaglio del pensiero».

Silenzio e attesa in un mondo che cambia

Monsignor Giudice pone delle domande interiori: «Che sarà mai? deve ritornare a essere la domanda dinanzi ad ogni vita, anche e soprattutto dinanzi alle stragi del sabato sera. Che sarà mai questo bambino? dovrebbe essere nuovamente la domanda della vecchia Europa dinanzi al mistero del bambino che nasce. Un’Europa che ha rinchiuso nelle banche il vocabolario del futuro sceglie di non avere più futuro per la vita, né per i suoi figli e né per i figli che vengono da lontano». Ma ci sono anche riferimenti fisici: «Se recuperiamo il sabato, dobbiamo forse pensare a ridare vita ai nostri centri storici, in modo da recuperare le radici e la memoria per accogliere il futuro». Fondamenta di cui sono esempio gli anziani, che hanno accolto «il dono della fede, e di una fede che si fa storia. Ne sono testimonianze i tani manufatti religiosi di cui è disseminato il nostro territorio». Suggerisce il Vescovo: «È una filiera da riprendere e valorizzare. Possono ridiventare scrigni di arte e fede, capaci di nutrire la vita, prima che ce li chiedano per aprire pizzerie». Il vescovo Giuseppe interviene sul fine vita: «Silenzio che aiuta a riflettere quando essa, la vita, è pensata solo come bella e perfetta e si invocano pellegrinaggi verso luoghi che, non avendo aiutato a vivere, aiutano solo a morire. Una città, se è vera e ben governata, deve prevedere spazi e tempi per la dignità di chi nasce e di chi muore. Essere custode vuol dire, oggi, custodire con rispetto e venerazione il grande dono della vita, dall’alba al tramonto, investendo nella sanità e nelle cure palliative». Infine il richiamo alla politica, attraversata da due realtà ambivalenti: «Il multiloquio di chi si improvvisa politico, dimenticando che la polis fa riferimento alla città, al tutto, e il silenzio imbarazzante di chi, deluso, non vuol più sentire parlare di questa politica». Un quadro che non spaventi, ma aiuti a guardare oltre perché ci si eserciti «nella speranza del silenzio, che non divenga il silenzio della speranza». Sa. D’An. MAGGIO 2017 INSIEME

31


VITA ECCLESIALE Monsignor Giancarlo Bregantini

«Abbiamo perso la sacralità della domenica»

N

egli occhi ha ancora le scritte ingiuriose contro don Luigi Ciotti, all’indomani della manifestazione nazionale di Libera tenutasi a Locri con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. «Il mio cuore è tribolato nel vedere questa recrudescenza mafiosa», ma monsignor Giancarlo Bregantini non si scoraggia perché sa che «fortunatamente la coscienza è cambiata e questo farà mutare le scelte politiche e amministrative». Il vescovo di Campobasso, per anni pastore della locride, ricorda che «noi non combattiamo per la sola legalità, ma per la legalità in quanto forma della giustizia». Eccellenza, la Chiesa come può aiutare a combattere la mentalità criminale?

Utilizzo tre parole: unitarietà, concretezza e tempestività. Bisogna stare uniti, non frantumarsi in rivoli. Non si deve essere generici, avendo davanti un obiettivo specifico, e non

32

INSIEME MAGGIO 2017

far passare mai nulla. C’è l’attacco a un negozio, un’intimidazione: la parrocchia deve intervenire subito con il consiglio pastorale, una preghiera, la benedizione del luogo, parlarne in chiesa e nelle scuole. Non dare mai nulla per scontato. Reagire con segni alternativi. La parrocchia nello specifico che può fare?

In primis la parrocchia deve fare una riflessione sul tema del male. Non bisogna solo esorcizzarlo, ma trasformarlo. Un lavorio teologico che si può fare solo lì. Poi deve aggregare le forze positive. Infine, deve porre segni eloquenti di speranza, anche grazie al progetto Policoro. Rispetto a quest’ultimo punto qualcosa è stato fatto, ma il percorso è ancora lungo.

L’antimafia deve diventare occasione

Intervista a monsignor Giancarlo Bregantini su lavoro, mafia, legalità e futuro


di lavoro. La cittadinanza lancia una sfida allo Stato: non basta fare una manifestazione, se poi la Calabria ritorna come prima. Occorre una burocrazia snella, una capacità imprenditoriale sciolta, un’esperienza di industrializzazione che non vada nella linea del privilegiare i luoghi forti e dimenticare le aree interne. È ancora necessario seminare il bene?

Direi di sì, il bene fa sempre fatica a essere seminato. Parlare del mio è naturale, parlare del nostro è elaborato. Il nostro non è immediatamente recepito, è qualcosa di costruito attraverso una lunga riflessione. Devo fare in modo che la mia spinta spirituale conduca al noi. Così seminiamo il bene.

Testimonianza e annuncio, insomma.

Il cherigma ha un contenuto ineludibilmente sociale. C’è un nesso inscindibile tra quello che si annuncia e quello che si vive nella realtà sociale. Lei è intervenuto anche sulla perdita della domenica.

Abbiamo combattuto poco e ce la siamo lasciati bruciare. Siamo stati così cretini da credere al mercato libero, all’americana. Se io potenzio e lascio crescere i mercati nei grandi snodi autostradali e tutti noi corriamo, cristiani compresi, è chiaro che non c’è più nessuna regola. Quando nel 321 Costantino impose il riposo festivo fece una legge culturale e teologica, non solo sociale. Se cade la regola del rispetto di Dio, cade la regola del

rispetto dell’uomo. Se non pongo un freno al mercato, al denaro, e non ho nessun limite al commercio, dico che i soldi valgono più di ogni cosa, a questo punto posso anche licenziare, anche inquinare. Si poteva fare di più?

Dopo Firenze mi aspettavo una grossa mobilitazione. Ritengo che di tutti i problemi, il più grande è aver perduto la sacralità della domenica come limite alla potenza del denaro. Non avendola frenata, la sua prepotenza si è estesa in tutti i campi diventando gestione del fine vita, della maternità surrogata. È una distruzione dell’etica sociale e della dignità antropologica dell’uomo e del creato a cui è sempre più urgente porre rimedio. Salvatore D’Angelo

MAGGIO 2017 INSIEME

33


VITA ECCLESIALE La presidente diocesana di Azione Cattolica con il marito Antonio Criscuolo e le figlie Valentina, Alessia e Nicoletta

Come una famiglia I

l sorriso è il suo biglietto da visita. Anna Aprea, la nuova presidente diocesana di Azione Cattolica, è nata a Napoli il 12 giugno del 1958. È l’amore a condurla nell’Agro. «Io e mio marito, dopo il matrimonio abbiamo vissuto cinque anni a Napoli – racconta –. Antonio è di Pagani e lavorava a Nocera, ci vedevamo solo di sera. Poi non ce l’abbiamo più fatta, la famiglia per noi è importante e ci siamo trasferiti». È il 1991 e Anna e Antonio hanno già due bambine: Valentina, cinque anni e mezzo, Alessia, quattro. Anna va in parrocchia – San Matteo Apostolo a Nocera Inferiore – e chiede al parroco don Aniello Attanasio di inserire le piccole. Il sacerdote, ritornato in cielo all’età di 85 anni nel 2009, le dice che sono troppo piccole per iniziare il catechismo. È l’incontro con l’Azione Cattolica. «Ho conosciuto così l’associazione, accompagnando e seguendo le mie figlie. Un po’ alla volta mi sono inserita anche io». Prima le viene proposto di tesserarsi, poi è invogliata a fare di più, dopo qualche anno è eletta presidente parrocchiale. Ricorda: «Ero un po’ inesperta, mi sono affidata al Signore, ho pregato, studiato, mi sono fatta consigliare. In quegli anni era presidente diocesana Giovanna Civale, mi ha seguito molto, mi ha dato consigli importanti». Si susseguono tre consecutivi mandati con Anna alla guida. «Nel 2009 sono arrivati don Raffaele Ferrentino e don Andrea Amato che poi è stato trasferito a Nocera Superiore. Non avevamo un ricambio, non ci avevamo pensato. Così, mi hanno chiesto di rinnovare la mia disponibilità per un altro triennio, per crescere insieme». All’impegno in parrocchia si è aggiunto in quegli anni quello in Diocesi, come vicepresidente del settore adulti.

34

INSIEME MAGGIO 2017

Camminare insieme come una famiglia, è questo lo stile che Anna Aprea, la nuova presidente diocesana dell’Azione Cattolica, immagina per il futuro dell’associazione che conta più di 2000 iscritti

L’APPUNTAMENTO IL PERCORSO “ARTE E FEDE” Anche quest’anno gli adulti di Azione Cattolica propongono il percorso “Arte e Fede” per meditare sulle virtù teologali attraverso l’arte. Il calendario degli incontri: - La fede: 15 maggio, alle ore 20.00, presso il Battistero di Nocera Superiore; - La carità: 22 maggio, alle ore 20.00, presso la chiesa SS.mo Corpo di Cristo di Pagani; - La speranza: 29 maggio alle ore 20.00 presso la chiesa S. Giacomo Apostolo di San Valentino Torio. Gli incontri sono aperti a tutti.


In famiglia la fede non può essere vissuta come un fatto personale, va condivisa. E quella di Anna è tutta impegnata in Azione Cattolica. La primogenita, Valentina, è sposata e vive a Sarno, Alessia e Nicoletta, entrambe studentesse universitarie, condividono l’impegno in parrocchia con la mamma. Anche il marito Antonio, che ha una buona manualità e doti tecnologiche, dà una mano. «Questo mi ha aiutato ad essere più aperta e disponibile, anche quando c’era bisogno di passare più tempo fuori casa per qualche incontro. E ad affrontare anche questa nuova responsabilità». Sedute al tavolo della redazione di Insieme, chiedo ad Anna se si aspettava questo nuovo incarico. «In realtà, al termine del triennio precedente ero un po’ stanca e avevo detto un mezzo no. Ma sono stata votata. I vari consigli parrocchiali si riuniscono nell’assemblea diocesana. È possibile proporre delle candidature ma tutti i membri, nei rispettivi settori, sono votabili. Si può infatti esprimere una doppia preferenza. Ho vissuto un discernimento, ho pregato, mi sono confrontata con il mio parroco e ho detto il mio sì all’impegno diocesano». All’interno del consiglio si elegge una terna che viene consegnata al Vescovo a cui spetta la scelta finale. C’era anche il suo nome. «Quando mons. Giudice mi ha telefonato, pensavo fosse uno scherzo dei miei amici. Ha dovuto insistere: sono proprio io, mi ha dato il suo numero don Raffaele. Ho pregato, se lei è ancora disponibile…». Anna è frastornata, riesce a dire poche parole. «Il mattino dopo gli ho mandato un sms e gli ho chiesto di pregare per me. Ho pensato a Maria, al suo sì, così grande e pronunciato con grande disponibilità. Non potevo lasciarmi impressionare da un sì così piccolo! Ho pensato: questo è quello che il Signore mi chiede in questo momento». Il futuro dell’associazione. L’Azione Cattolica conta più di 2000 iscritti e coinvolge bambini, giovani e adulti. Come immagina il cammino dell’associazione la nuova presidente diocesana? «C’è bisogno di fare poche cose, di accompagnare le parrocchie, di curare la loro spiritualità

e la nostra. Nella Chiesa vi sono tanti movimenti, è necessario collaborare con tutti senza perdere la propria identità. Immagino un cammino insieme, oserei dire quasi alla pari. Bisogna pensare alla formazione e vivere maggiormente radicati nel cammino diocesano». Anna ha le idee chiare. «Non bisogna affannarsi in tanti incontri, né moltiplicare le proposte. Bisogna approfittare anche di quello che la Diocesi propone. Faccio un esempio, gli esercizi spirituali tenuti dal vescovo Giuseppe sono un appuntamento importante a cui l’Azione Cattolica, unita, partecipa. Questo ci permette di liberare tempo per lavorare su altre proposte». Il testimone arriva da Carmela Tortora, giovane presidente che si prepara al matrimonio. «Sono idee condivise con Carmela, ci eravamo incontrare anche prima della nomina, per un passaggio di consegne». L’impegno nel mondo del lavoro. Anna lavora nel mondo della scuola, prima come assistente, adesso è direttore amministrativo. «Nonostante il lavoro in segreteria, sono sempre stata vicina agli alunni. Ho lavorato per tanti anni all’istituto alberghiero di Nocera, ci sono studenti che ancora si ricordano di me e mi vogliono bene». Si è trasferita da un anno a Cava de’ Tirreni. «Nella nuova scuola c’è un bell’ambiente, la dirigente mi ha presentato il parroco della comunità vicina all’istituto. Insieme cerchiamo di realizzare diverse iniziative, di mettere loro a disposizione il campetto della scuola, di realizzare un progetto per l’inserimento dei disabili. In realtà, abbiamo già fatto qualcosa: abbiamo coinvolto come aiuto portiere della scuola un ex alunno con la sindrome di Down». Mentre ci salutiamo, Anna mi dice che è in partenza per Lourdes insieme alla figlia con l’Unitalsi. Si occupano dell’animazione liturgica per i bambini malati. Un’esperienza che condividono da 11 anni. L’occasione per affidare alla Vergine questo nuovo impegno. Antonietta Abete

MAGGIO 2017 INSIEME

35


VITA ECCLESIALE

Un momento della Giornata diocesana dei giovani del 2014

INSIEME ai giovani Foto Salvatore Alfano

AVVIATO IL CAMMINO VERSO LA SOSTA ECCLESIALE. LA RIFLESSIONE SARÀ INCENTRATA SUL TEMA DEL SINODO DEI VESCOVI «I GIOVANI, LA FEDE E IL DISCERNIMENTO VOCAZIONALE»

U

na Sosta scaglionata nel tempo, per ascoltare la voce delle comunità, dei giovani in particolare, e individuare le strade da percorrere come comunità diocesana. Si caratterizza così, sullo stile sinodale già utilizzato lo scorso anno per la lettura del nuovo statuto e regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale, la Sosta ecclesiale 2017. Un’esperienza che nasce dal confronto tra il Vescovo, il collegio dei delegati e i vicari foranei. È stato proposto e concordato con monsignor Giudice un «vero e proprio cammino di Sosta Ecclesiale – lo definiscono i delegati e i vicari in una nota inviata alla comunità – in cui tutti abbiano la possibilità di interrogarsi, di riflettere e di dare il proprio apporto». Il percorso si articolerà in cinque tappe. Il 28 aprile scorso, durante un’assemblea straordinaria del clero, è stato presentato il Documento preparatorio e il questionario allegato. Nel mese di maggio le comunità parrocchiali avranno la possibilità di approfondire i testi nei consigli pastorali. La Sosta si svolgerà, poi, nel mese di giugno. Il 19, nella Concattedrale di Sarno, il Vescovo terrà una Lectio biblica per i Consigli pastorali e gli operatori pastorali; tra il 20 e il 24 giugno i parroci e i consigli pastorali si incontreranno per un confronto foraniale; il 26 giugno, in Cattedrale a Nocera Inferiore, ci sarà una plenaria per le sintesi da parte dei vicari foranei degli incontri avuti precedentemente e per l’indirizzo di programmazione del Vescovo. Un cammino importante e molto intenso, che sarà tanto ricco per la comunità quanto sarà partecipato e innestato con il contributo di tutti. Sa. D’An.

36

INSIEME MAGGIO 2017

GIOVANI IN FESTA Ritorna la Giornata diocesana dei giovani. Il 27 maggio, dal tardo pomeriggio, il parco archeologico di Nocera Superiore accoglierà la festa promossa dal Servizio diocesano di pastorale giovanile. Un momento di condivisione e gioiosa fraternità, dove tutti potranno mettere a frutto i propri talenti. Uno spazio importante sarà riservato anche alla riflessione e alla preghiera. È, infatti, prevista la Veglia presieduta dal Vescovo. A coordinare le attività don Giuseppe Pironti e l’equipe diocesana di PG. Un’occasione importante per vivere a pieno e valorizzare l’entusiasmo e l’inventiva giovanile. Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti sul programma segui il sito diocesano e la pagina Facebook Pastorale Giovanile Nocera-Sarno.


TERZA TAPPA VERSO IL SINODO

I

l terzo capitolo del documento preparatorio al Sinodo 2018 su giovani e vocazione mette a fuoco che cosa comporta la sfida della cura pastorale e del discernimento vocazionale, tenendo in considerazione quali sono i soggetti, i luoghi e gli strumenti a disposizione. «Accompagnare i giovani richiede di uscire dai propri schemi preconfezionati, incontrandoli lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi e ai loro ritmi; significa anche prenderli sul serio nella loro fatica a decifrare la realtà in cui vivono. Occorre valorizzare la creatività di ogni comunità per costruire proposte capaci di intercettare l’originalità di ciascuno e assecondarne lo sviluppo». Il documento propone tre verbi: uscire, vedere, chiamare. «Uscire è segno anche di libertà interiore da attività e preoccupazioni abituali, così da permettere ai giovani di essere protagonisti. Vedere nella profondità del cuore senza risultare invadente o minaccioso. Chiamare vuol dire porre domande a cui non ci sono risposte preconfezionate». Una realtà, quella giovanile, che non esclude nessuno. È questa la raccomandazione contenuta nel documento: «Per la pastorale i giovani sono soggetti e non oggetti. Spesso nei fatti essi sono trattati dalla società come una presenza inutile o scomoda: la Chiesa non può riprodurre questo atteggiamento». Ciascuna comunità è poi chiamata ad avere attenzione soprattutto ai giovani poveri, emarginati ed esclusi e a renderli protagonisti. La Chiesa stessa, poi, è chiamata ad imparare dai giovani e a sentirsi, come comunità cristiana, responsabile del compito di educare le nuove generazioni anche coinvolgendoli «negli organismi di partecipazio-

ne, accogliendo le loro idee anche quando appaiono provocatorie». In questo contesto appaiono essenziali i testimoni: «Servono credenti autorevoli, con una chiara identità umana, una solida appartenenza ecclesiale, una visibile qualità spirituale, una vigorosa passione educativa e una profonda capacità di discernimento. Perché ci siano figure credibili, occorre formarle e sostenerle, fornendo loro anche maggiori competenze pedagogiche». In ogni comunità va altresì riconosciuto «l’insostituibile ruolo educativo svolto dai genitori e dagli altri familiari», «l’incontro con figure ministeriali, capaci di mettersi autenticamente in gioco» e in generale l’esempio di tutti coloro che rispondono con generosità alla propria vocazione perché «è il primo modo di fare pastorale vocazionale». Rispetto ai luoghi della pastorale, la sfida «è di procedere sempre di più nella logica della costruzione di una rete integrata di proposte». Tra gli strumenti da utilizzare una menzione speciale va allo sport, «risorsa educativa dalle grandi opportunità». Icona perfetta dello «stile dell’ascolto, il coraggio della fede, la profondità del discernimento e la dedizione al servizio» è la Vergine Maria. «Nella sua “piccolezza” sperimenta la debolezza e la fatica di comprendere la misteriosa volontà di Dio (cfr. Lc 1,34). Anche Lei è chiamata a vivere l’esodo da se stessa e dai suoi progetti, imparando ad affidarsi e a confidare. Nei suoi occhi ogni giovane può riscoprire la bellezza del discernimento, nel suo cuore può sperimentare la tenerezza dell’intimità e il coraggio della testimonianza e della missione». Sa. D’An.

COSA SIGNIFICA AIUTARE AD ACCOGLIERE LA CHIAMATA ALLA GIOIA DEL VANGELO: L’AZIONE PASTORALE

MAGGIO 2017 INSIEME

37


VITA ECCLESIALE

Prima volta da santi È partita il 18 aprile la peregrinatio in Italia delle reliquie dei santi Luigi e Zelia Martin. Tante le diocesi toccate. Sosta anche ad Angri, Battipaglia, Bellizzi e Pompei

H

I santi Luigi e Zelia

38

INSIEME MAGGIO 2017

a toccato e toccherà varie diocesi italiane la peregrinatio delle reliquie dei santi Luigi e Zelia Martin, partita lo scorso 18 aprile dal santuario di Lisieux. L’iniziativa è stata pensata per portare ovunque il profumo dell’amore coniugale e familiare e far conoscere l’esperienza luminosa della famiglia Martin che ha tante cose da dire agli sposi e ai genitori del nostro tempo. «Luigi e Zelia, genitori santi di santa Teresa del Gesù Bambino del Volto Santo – ha dichiarato don Silvio Longobardi, in qualità di responsabile della peregrinatio italiana – sono vissuti in un’epoca assai diversa dalla nostra, ma la loro fede ha un linguaggio eloquente che abbatte le barriere del tempo e della cultura. Attraverso il loro esempio vogliamo

scrutare quella fede che ha permesso di fare della loro casa una piccola chiesa e di diventare come quella città posta sul monte di cui parla il Vangelo». Dopo Rimini, Assisi e Roma, a inizio maggio l’urna ha fatto sosta alla Cittadella della Carità ad Angri, dove c’è la prima cappella in Italia dedicata ai due santi. Un santuario permanente dove si vive e si riflette sulla bellezza della famiglia. Dopo una settimana in Basilicata, la peregrinatio il 14 maggio ritorna in Campania, per la precisione a Battipaglia e Bellizzi. Dal 16 al 18 maggio l’urna sarà a Torre del Greco, nella parrocchia di Santa Maria del Carmine. Prima del rientro in Francia, le reliquie dei due santi sosteranno anche ad Amatrice, Imola e Lodi.


VITA ECCLESIALE

SENTIERI LITURGICI Resurrezione, Piero della Francesca

I VANGELI QUASI BALBETTANO PER LA MERAVIGLIA CHE SONO CHIAMATI A RACCONTARE: GESÙ, STRAPPATO ALLA VITA CON UNA MORTE VIOLENTA, ORA ERA VIVO. ED È VIVO PER SEMPRE

LO SPIRITO DEL RISORTO

“L

a morte è stata inghiottita nella vittoria” (I Cor 15,54). I Vangeli non riescono a narrare l’istante in cui Cristo è risorto, non dispongono di “testimoni oculari” per poterci raccontare l’esatta dinamica di come Gesù di Nazareth sia stato risuscitato dal Padre. I Vangeli indicano alla comunità credente come incontrare il Risorto, annunciando la Buona Notizia che la morte è stata vinta. Sì, proprio la morte, quel muro nero che con l’ultimo battito del cuore segnava inesorabilmente la fine delle gioie, speranze, pensieri, sogni, meraviglie e desideri di ogni uomo. I Vangeli quasi balbettano per la meraviglia di ciò che sono chiamati a narrare: quel Gesù che era stato strappato alla vita con una morte violenta, ora era vivo, e vivo per sempre. Ma non vivo come ogni altro uomo mortale. Vivo di una Vita nuova, una vita trasfigurata, una vita piena, perfetta, la Vita di Dio, la Vita in Dio. Questo dono del Padre per il suo Figlio obbediente, è intrinsecamente un dono per tutti gli uomini: il Verbo del Padre, assumendo la nostra umanità, ha reso possibile al Padre di poterla salvare, di poterla assumere nel cuore della trinità, mediante l’iniziazione cristiana, una vita battesimale che viene prolungata nell’Eucaristia, rito nel quale ogni primo (o ottavo) giorno, la comunità radunata incontra il Risorto e ne assume la divinità. In fondo, come vedremo in queste domeniche di Pasqua, è stesso il Risorto che, proprio durante la cinquantina pasquale, abitua i suoi discepoli a radunarsi ogni ottavo giorno, apparendo loro tutte le domeniche, e ogni domenica soltanto. Così la comunità sperimenta i frutti della nuova creazione avvenuta, come Dio aveva fatto con Adamo, mediante quello Spirito che Cristo stesso ha effuso col sof-

fio della sua bocca. Quel Soffio è la sua stessa Vita che si propaga e continua a infrangere per sempre la morte che ogni uomo sperimenta. Don Carmine Cialdini

“La forza dello Spirito” scritta dal Patriarca Ortodosso Atenagora di Costantinopoli “Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano,
 Cristo rimane nel passato,
 il Vangelo è lettera morta,
 la Chiesa è una semplice organizzazione, l’autorità è una dominazione, la missione una propaganda, il culto una evocazione,
 e l’a gire dell’essere umano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo:
 il cosmo è sollevato e
 geme nella gestazione del Regno,
 Cristo risorto è presente,
 il Vangelo è potenza di vita,
 la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è un servizio liberatore,
 la missione è una Pentecoste,
 la liturgia è memoriale e anticipazione, l’a gire umano è divinizzato”.

MAGGIO 2017 INSIEME

39


VITA ECCLESIALE

AUGURI don Marco La Diocesi ha un nuovo diacono, si tratta di Marco Siano. Il giovane di Sarno è stato ordinato dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, lo scorso 20 aprile, nell’ottava di Pasqua. Alla concelebrazione ha preso parte anche il vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano. Un passo importante verso il sacerdozio, che rende la vigna nocerino-sarnese ancor più feconda di operai.

Foto Salvatore Alfano

PELLEGRINI A FATIMA Ai piedi di Maria, seguendo l’esempio dei tre pastorelli. In questo modo i fedeli di Nocera Inferiore-Sarno si prepareranno a vivere il pellegrinaggio diocesano a Fatima guidato dal Vescovo. L’appuntamento è dal 25 al 29 settembre, è promosso in occasione del centesimo anniversario dell’apparizione della Vergine. Il viaggio, 5 giorni e 4 notti, sarà in aereo da Roma. La quota di partecipazione è di 650,00 euro. Ci si potrà prenotare entro il prossimo 15 giugno. Per informazioni è possibile scrivere all’indirizzo email pellegrinaggi@diocesinocerasarno.it o chiamare al numero 3408120738.

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI EVVIVA SAN PRISCO Il 9 maggio, festa di san Prisco, patrono della Diocesi e della Città di Nocera Inferiore, il Vescovo presiede il Pontificale delle 11.00 in Cattedrale. Alle 19.30 presiede la processione solenne dalla parrocchia San Matteo Apostolo fino alla Cattedrale.

chia San Francesco di Paola. Il 21, alle 11.00, presiede per la forania di Nocera Superiore-Roccapiemonte nella parrocchia San Giovanni Battista di Roccapiemonte. Il 28, alle 11.30, presiede per la forania di San Valentino nella parrocchia San Biagio di San Marzano sul Sarno.

LE CRESIME Il 14 maggio, alle 11.30, nella parrocchia Santa Maria di Foce a Sarno il Vescovo presiede la Celebrazione del sacramento della Confermazione per la forania di Sarno. Il 20, alle 18.30, presiede per la forania di Pagani nella parroc-

A SCUOLA Il 18 maggio, alle 18.00, il Vescovo partecipa al convegno sul tema “Biotestamento: una scelta discutibile” organizzato all’ISIS “G. Fortunato” di Angri.

40

INSIEME MAGGIO 2017

NELLE COMUNITÀ Il 28 maggio, alle 19.30, il Ve-

scovo presiede la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria delle Grazie a Lavorate di Sarno. Il 31, alle 20.00, presiede la Celebrazione nella parrocchia Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore. CON I VESCOVI Dal 22 al 27 maggio il Vescovo partecipa all’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. I DONI DELLO SPIRITO Il 3 giugno, a Poggiomarino, il Vescovo presiede la Veglia di Pentecoste con le aggregazioni laicali e l’intera comunità diocesana.

DOMENICA DEL BUON PASTORE Il 7 maggio, nella Basilica Vaticana, il diacono don Aniello Nappo riceve l’Ordinazione sacerdotale da papa Francesco. La Celebrazione, a cui il vescovo Giuseppe partecipa a nome dell’intera comunità diocesana, è in programma alle 9.15.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it


REDAZIONALE A CURA DELLA PIA UNIONE AMMALATI CRISTO SALVEZZA E DEI PICCOLI DISCEPOLI DELLA CROCE

Alcuni momenti della giornata di ritiro

Lo scorso 26 marzo, gli amici della P.U.A.C.S. hanno vissuto una giornata di ritiro e preghiera, insieme agli ammalati, presso la comunità parrocchiale Sant’Antonio di Padova ad Orta Loreto

L

Santificare la domenica

a domenica, panacea di tutte le fatiche settimanali, profuma di santità. È il giorno benedetto in cui il Signore ci invita a riposare insieme a Lui: “venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e… troverete ristoro per le vostre anime” (Matteo 11, 28-29). E quale modo migliore per riposare se non passare del tempo con Gesù? Domenica 26 marzo, don Gerardo Coppola ci ha invitati a trascorrere una giornata insieme ai nostri cari amici ammalati presso la comunità di Sant’Antonio di Padova, ad Orta Loreto di S. Egidio del Monte Albino. Il Signore ha voluto che ci allontanassimo dalle nostre solite occupazioni: “venite in disparte e riposatevi un po’ ” (Marco 6, 31). Oggi non è facile fermarsi, rallentare la corsa verso il vortice di questa vita frenetica, neanche di domenica. Eppure, per coltivare il rapporto con Dio occorre l’amore e “il frutto dell’amore è il servizio” (madre Teresa di Calcutta). Noi sorelle e fratelli del-

la P.U.A.C.S. abbiamo accolto l’invito e ci siamo ritrovati presso l’oratorio della parrocchia. La giornata era illuminata, oltre che dai colori primaverili, dalla felicità che vestiva gli occhi dei nostri amici ammalati. È proprio vero che i “piccoli” conoscono i misteri di Dio, lo dimostra il fatto che Gennaro, appena giunto, ha voluto scrivere un messaggio di ringraziamento per il parroco. Grande dono divino quello del ringraziamento! Lode semplice, ma profonda, al Signore. Il ritiro è iniziato partecipando alla mensa eucaristica, con la parola di Dio che ci ha invitati a non fermarci alle apparenze, ma a guardare gli altri da cuore a cuore. La Luce del mondo ha “rinfrancato le nostre anime facendoci riposare sui pascoli erbosi” delle Sue parole di vita (cfr Salmo 22). Al termine della celebrazione, siamo ritornati presso l’oratorio dove ci attendevano per il pranzo alcuni collaboratori di don Gerardo che avevano preparato tutto con grande cura. Sui tavoli, la condivisione di

gioie, confidenze, solitudini, preoccupazioni, battute e tanti sorrisi. Era come essere a casa, come essere una grande famiglia. Il clima spensierato ci ha accompagnato nel giardino dell’oratorio dove, tra canti e balli, abbiamo continuato a sorridere. Dopo questi momenti di ilarità, ci siamo raccolti per meditare insieme la Via Crucis, deponendo ai piedi della Mater dolorosa le nostre croci, perché “la croce può sostituire tutto, ma nulla può sostituire la croce” (S. Bernadette Soubirous). Il sorriso ha fatto spazio al silenzio, quel silenzio che si riempie della voce di Dio. Infine, di nuovo la lode e il ringraziamento. Gennaro, infatti, ha letto il messaggio scritto la mattina, commuovendo il cuore di don Gerardo e quello di tutti noi. Il Maestro ci ha impartito, anche stavolta, una grande lezione: come santificare la domenica facendo del bene al prossimo. Lucia Squitieri MAGGIO 2017 INSIEME

41


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

AUGURI DI BUON COMPLEANNO

Mons. Carmine Citarella festeggia 57 anni, il 14 maggio; don Domenico D’Ambrosi compie 64 anni, il 20 maggio; don Antonio Palumbo festeggia 76 anni, il 28 maggio. Le vostre vite siano sempre testimonianza della luce di Cristo. Auguri!

AUGURI SPECIALI:

Mons. Domenico Cinque (S. Prisco, Nocera Inferiore) compie 50 anni il 19 maggio. L’entusiasmo e la fede che hanno caratterizzato questo primo mezzo secolo di vita continuino ad ardere per tutti i numerosi anni che verranno. Cari auguri dalla redazione di Insieme! Auguri al signor Salvatore Giardina, sostenitore della prima ora di Insieme. Tutta la famiglia diocesana, nell’augurarle buon compleanno, la ringrazia per la passione profusa nella diffusione della Buona Parola nella città di Poggiomarino.

Anna Paola Notari

Congratulazioni ad Anna Paola Notari, già impegnata lo scorso anno nel Servizio Civile presso la Caritas diocesana, per aver raggiunto il traguardo della laurea il 19 aprile 2017. L’entusiasmo e il desiderio di aiutare il prossimo, quando è più solo e indifeso, continuino ad orientare i tuoi passi.

BUON ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE PRESBITERALE A:

mons. Carmine Citarella, il 3 maggio; don Romualdo Calcìde, il 14 maggio; don Antonio Adinolfi, il 27 maggio. Il vostro ministero è un dono per la nostra comunità ecclesiale. Auguri!

42

INSIEME MAGGIO 2017

DIOCESI IN FESTA

Il 13 maggio ricorre il sesto anniversario di ordinazione episcopale di mons. Giuseppe Giudice. Chiamato nella vigna del Signore, il “sì” del nostro Pastore risplenda sempre della gioia del Vangelo.

BUON COMPLEANNO AI REFERENTI

Rosa Confessore (S. Teodoro, Sarno) festeggia il compleanno il 4 maggio; Salvatore Scalogna (S. M. dei Bagni, Scafati) compie gli anni il 21 maggio. A voi testimoni della Buona Notizia gli auguri più calorosi dalla redazione di Insieme.

REDAZIONE IN FESTA

Il 5 maggio Salvatore Alfano e Maria Luisa Franco festeggiano il compleanno: alle nostre colonne portanti, che con passione e competenza ci aiutano a crescere nel servizio di informazione e comunicazione, auguri di vero cuore dalla famiglia di Insieme!

IL CORDOGLIO

“Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Il vangelo di Luca nell’ottava di Pasqua non è solo coincidenza, come la chiamata al Cielo improvvisa e dolorosa del maestro Simone Sorrentino, nella notte della Resurrezione. Il carattere mite, la tenerezza familiare e la dolcezza con i bambini, l’hanno reso messaggero di pace nell’ambiente lavorativo. La sua esistenza luminosa continuerà a vivere nel ricordo di chi ha avuto la grazia di camminare con lui.


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti La processione della Domenica delle Palme

Santa Maria dei Bagni Scafati

PREGARE PER LE VOCAZIONI

I

l 25 febbraio scorso, la nostra parrocchia ha accolto i frati del Convento di Santa Maria di Foce a Sarno in occasione della Veglia di preghiera per le vocazioni. Lo scopo è stato quello di promuovere la testimonianza vocazionale dei frati così da stimolare, soprattutto nei giovani, domande sul loro percorso di fede e su ciò che Dio ha in serbo per loro. La Gi.Fra e l’Ordine francescano secolare hanno vissuto questa serata insieme: prima riflettendo su ciò che maggiormente li ostacola nel loro cammino e, poi, su invito dei frati, scrivendo su un foglietto ciò che nel concreto li allontana dalla fede. Quest’esperienza ha aiutato tutti a riflettere su ciò che è, per noi, maggiormente importante: il nostro cammino e la direzione in cui ci muoviamo, assecondando il disegno che Dio ha suo ognuno di noi senza nessun timore. E per meglio riflettere anche una volta tornati a casa, i frati ci hanno donato il Messaggio scritto dal Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale per le Vocazioni, invitandoci a leggerlo e a farne tesoro. Carolina Ferraro Veglia di preghiera per le vocazioni

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

IN CAMMINO VERSO LA PASQUA

L

a nostra comunità parrocchiale ha vissuto il cammino di Quaresima insieme a Giovanna Abbagnara, che ha meditato per noi e con noi la Parola delle cinque settimane. La vita di oggi richiede ritmi pesanti che lasciano poco spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola, specie in famiglia, ed è proprio per questo che gli incontri hanno avuto un’impronta familiare. Abbiamo sostato con Gesù nel deserto; siamo stati sul monte Tabor. Assetati d’amore, come la samaritana, abbiamo incontrato il Signore al pozzo di Sicar e Lui ci ha offerto l’acqua della salvezza. Abbiamo assistito al miracolo del cieco nato, che grazie alla fede ha potuto vedere. Abbiamo gioito per il ritorno alla vita di Lazzaro. Poi, siamo arrivati alla settimana santa, e abbiamo concluso gli incontri con un momento di preghiera e meditazione sulle sette parole pronunciate da Gesù, che rappresentano le sue ore di agonia. Quest’anno, per ricalcare il tema delle Domenica delle Palme, il nostro parroco ha proposto di rivivere l’entrata a Gerusalemme di Gesù. Dalla cappella dell’Immacolata, in processione, siamo arrivati in piazza per la celebrazione eucaristica. Entrando poi nella settimana santa, il tema che ci ha accompagnati nell’Altare della Reposizione è stato “Io sono la vite, voi i tralci”; di venerdì invece si è svolta la consueta Via Crucis di Gesù morto con l’Addolorata, in attesa della grande Veglia Pasquale. Dina Grimaldi

MAGGIO 2017 INSIEME

43


NEWS DALLE PARROCCHIE P. Massimo Staiano ed i fedeli presso l’Altare della Reposizione

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

HO SETE: “DAMMI DA BERE!”

I

l solenne triduo pasquale nel novantesimo anno di vita di papa Benedetto XVI è iniziato con la S. Messa In Coena Domini seguita dalla veglia notturna di preghiera dinanzi all’Altare della Reposizione. Ad ispirare gli instancabili fedeli, che si sono adoperati per la realizzazione della scena del pozzo, è stato il desiderio di rievocare la sete di amore che il Maestro Gesù vuol trasmettere ad ognuno. Nel giorno del silenzio, poi, in tanti hanno par-

tecipato all’Adorazione pomeridiana della Croce culminata al tardare della sera nella Via Crucis meditata in Abbazia. Ogni stazione è stata occasione per calarsi in un personaggio tipico e per pregare insieme per le fragilità dell’uomo che solo il Signore rafforza. Infine, nella “madre di tutte le veglie”, lo sguardo dalla croce è stato rivolto al Cielo dove ci attende la Gerusalemme eterna. Livia Rossi

FOTONOTIZIA

Torna a casa dopo 35 anni il pulpito storico appartenente alla chiesa del SS. Corpo di Cristo di Pagani. L’ambone da cui celebrarono sant’Alfonso Maria de Liguori e il beato Tommaso Maria Fusco era stato sottratto alla chiesa madre negli anni ‘80 del ‘900. Insieme ad esso altre 5 tele furono dislocate in altre strutture, tra cui il Chiostro della Certosa di Padula. Ristrutturato, il pulpito potrà essere riutilizzato entro la fine di maggio.

44

INSIEME MAGGIO 2017


San Giovanni Battista Angri

IN CAMMINO CON MARIA

S

Mons. Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei; mons. Vincenzo Leopoldo, parroco della Collegiata di Angri e gli altri confratelli

abato 18 marzo, presso l’insigne collegiata di San Giovanni Battista in Angri, Sua Eccellenza mons. Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei, accettando l’invito del nostro parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica, per un momento mariano nel cammino quaresimale di questa comunità. L’animazione liturgica è stata curata dalla Schola Cantorum della collegiata, diretta dal maestro Vincenzo Di Sieno, che ha aiutato la preghiera dei numerosissimi fedeli con brani scritti e musicati da sant’Alfonso Maria de Liguori. A conclusione della celebrazione, il parroco ha espresso vivi ringraziamenti a mons. Tommaso Caputo ed ai confratelli pompeiani, che hanno fatto dono alla collegiata di una tela raffigurante la Beata Vergine del Rosario di Pompei. Alberto Limodio

MAGGIO 2017 INSIEME

45


NEWS DALLE PARROCCHIE

Santa Maria Maggiore Nocera Superiore

IL CENACOLO: CUORE DELLA DOMENICA L’Altare della Reposizione

È nel cenacolo che Gesù si china sui piedi dei discepoli con grembiule, brocca e catino per servire e per arrivare direttamente al loro cuore.

I

l fulcro della vita di un discepolo è la domenica. Il suo cuore è il cenacolo. Luogo della passione, del servizio, della Pasqua, della testimonianza degli apostoli. In sintonia con gli Orientamenti Pastorali del Vescovo Giuseppe, la parrocchia quest’anno ha scelto l’immagine del cenacolo per realizzare l’Altare della Reposizione. Occasione preziosa di incontro per

46

INSIEME MAGGIO 2017

tutte le famiglie della comunità: i lavori sono stati eseguiti sotto lo sguardo attento della dottoressa Maria Rosaria Ruggiero, artista e restauratrice, e del parroco, don Antonio Adinolfi. È nel cenacolo che Gesù offre se stesso, spezzandosi e facendosi pane per l’umanità affamata di valori veri e di verità, che non si lascia scoraggiare da nessun tradimento.

È nel cenacolo che Gesù Risorto, la sera di Pasqua, appare ai suoi discepoli, rinchiusi dentro per paura e dona loro lo Spirito Santo, dando il mandato di continuare la sua opera nel mondo perché questo possa tornare a Dio Padre. Ogni domenica il cristiano è chiamato a ritornare al cenacolo per lasciarsi accogliere, servire, nutrire e fortificare da Cristo Risorto per ripartire nella sua vita andando verso gli altri e portando la gioia, la freschezza e il profumo della vita nuova che nasce dal Vangelo. Nello Caliendo


IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIACOMO MAGGIORE - SAN VALENTINO TORIO I ragazzi insieme al parroco don Alessandro Cirillo

“D

esiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.” (1 Cor 12,31). Non si può rinunciare, né tanto meno ridurre il fascino di una proposta “alta” come quella evangelica per la vita di un giovane. Il desiderio della Chiesa è di annunciare il suo Maestro, senza sconti e senza vie di fuga. Ed è quello che ho sperimentato insieme ai giovani della mia comunità. Il sacramento della Confermazione è una tappa fondamentale nella vita di un giovane, segna la riscoperta della fede non più come bagaglio infantile, piuttosto come uno zaino “esistenziale” necessario per la sopravvivenza in questo tempo di fragilità affettive, di frammentarietà di relazioni e di liquidità di certezze. Quanti giovani sono passati nelle diverse comunità parrocchiali, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione, ma per tanti di essi è stato solo la “conferma” di un abbandono della vita comunitaria,

UN CAMMINO LUNGO UNA VITA per altri “una pratica di accesso” al ruolo di padrino o madrina. Occorre fare scelte coraggiose, puntare a svincolare la Cresima dal ruolo di padrino, per ridare a questo sacramento la libertà di una proposta che ha il profumo di un cammino per la vita. Non nascondo le difficoltà, ma da anni propongo in parrocchia il cammino delle dieci Parole, ideato e proposto dal presbitero romano don Fabio Rosini. Il risultato è evangelico: “molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. Ma gli eletti rimangono, si innamorano della Chiesa, della loro comunità e non se ne allontanano più. Il giorno di Pentecoste venticinque giovani riceveranno il sacramento della Confermazione. Sanno che il loro cammino, partito il 29 novembre 2015, non finirà più, perché tutta la vita è un cammino. Noi siamo nati già in cammino, noi siamo da sempre in cammino. Don Alessandro Cirillo

IL PROSSIMO 4 GIUGNO, 25 GIOVANI DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIACOMO MAGGIORE, CHE NEL 2015 HANNO INIZIATO IL CAMMINO DELLE DIECI PAROLE, RICEVERANNO IL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

IL CAMMINO DELLE DIECI PAROLE CHE COS’È

Il percorso delle Dieci Parole fu «inventato» una ventina d’anni fa a Roma da don Fabio Rosini, sacerdote responsabile della pastorale vocazionale. Pensato con l’intento di introdurre i giovani al discernimento della volontà di Dio sulla loro vita, nel tempo è diventato una proposta anche per gli adulti desiderosi di riannodare i fili con il proprio cammino di fede. Si tratta di un percorso costruito intorno ai dieci comandamenti, riletti nell’ottica del dono.

MAGGIO 2017 INSIEME

47


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEI BAGNI - SCAFATI Da sinistra: Elio De Vivo, Enrico Apuzzo, don Saverio D’Amico, parroco di Amatrice, Giovanni Ferraro e fra Michele Floriano

AL SERVIZIO DEL PROSSIMO FONDATA NEL 2009 NELLA PARROCCHIA SANTA MARIA DEI BAGNI, L’ASSOCIAZIONE “CONTRO-CORRENTE” OFFRE NUMEROSI SERVIZI IN CAMPO CAMPO CULTURALE E SUL VERSANTE DELLA SOLIDARIETÀ

N

el settembre del 2009, alcune persone della comunità parrocchiale Santa Maria dei Bagni, affidata in quel periodo alla mia cura pastorale, hanno costituito l’associazione onlus “Contro-Corrente”, senza scopo di lucro e con finalità di solidarietà sociale, umana, civile e culturale. La parola chiave è stata “Insieme è possibile”. Forse, insieme, con umiltà e piccoli progetti anche la povertà si può vincere e alcuni problemi risolvere. Forse, insieme, è possibile fare piccoli passi avanti. Lo scopo ultimo dell’associazione è restituire la dignità a persone dimenticate dalla società per la loro condizione economica, per la salute fisica, mentale e psicologica.

Nel tempo, l’associazione si è impegnata nell’area sociale con uno Sportello di informazione per far conoscere i servizi presenti sul territorio e l’iter burocratico per accedervi. Nell’area culturale con attività sportive e culturali per valorizzare il tempo libero (corso di violini per bambini, di chitarra per giovani). Nell’area della solidarietà è stato portato avanti il Progetto Brasile per la realizzazione di una scuola di formazione religiosa e tecnica, l’organizzazione e l’addestramento dei senza terra e dei senza tetto nello stato Minas Gerais in Brasile, il Progetto Con-

48

INSIEME MAGGIO 2017

go garantendo l’istruzione di bambini in una casa famiglia gestita da suore francescane e il Progetto ProCaritas che prevede assistenza materiale, socio-psicologica e medica fornita da figure qualificate. Oltre alla distribuzione di viveri e indumenti, abbiamo dato spazio al momento dell’ascolto, della condivisione e dell’incontro, approfondendo sempre più e meglio il rapporto con le persone. L’associazione è diventata così “LOCANDA DELL’ACCOGLIENZA”. Accogliere, perché nessuno si senta solo e abbandonato. Ascoltare, per conoscere le povertà. Accompagnare i fratelli verso le soluzioni possibili. Stimolare nella nostra comunità un’attenzione generosa verso gli ultimi. Coniugare i bisogni di chi non ha con le risorse di chi ha. Per raccogliere fondi il gruppo organizza spettacoli teatrali, lotterie, feste di beneficenza a Natale e a Pasqua, iniziative varie promosse dai gruppi parrocchiali, Adozione Gruppo parrocchiale “Taglio e cucito”. Chi non crede nell’amore come anima di una famiglia o di una comunità cristiana? Chi nelle tragedie altrui non avverte l’impulso a inserirsi nella catena della solidarietà? Ancora una volta l’associazione, attenta alle “esi-

genze” delle persone terremotate delle Marche e del Lazio, si è resa presente con “l’obolo della vedova” del Vangelo. Abbiamo incontrato le monache Clarisse a San Severino Marche e don Savino D’Amelio, parroco di Amatrice, e constatato il dramma e i disagi conseguenti al terremoto. Un’esperienza toccante, una duplice ricchezza. Abbiamo avuto la possibilità di rispondere alla nostra vocazione “Siamo venuti a questo mondo per rendere un servizio all’umanità”; di percepire la gioia, la bellezza e la fede anche in situazioni difficili per le persone che il Signore ci ha fatto incontrare lo scorso 16 marzo. Ringrazio il Signore per questa esperienza. Fra Michele Floriano Fra Michele insieme alle suore Clarisse di San Severino Marche


PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

MAGGIO 2017 INSIEME

49


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE I relatori

LA VIA DELLA CROCE, TRA ARTE E CULTURA

D

omenica 2 aprile, alle ore 20.00, nella sala intitolata a monsignor Mario Vassalluzzo, presso la parrocchia di San Michele Arcangelo a Nocera Superiore, si è tenuta la presentazione della Via Crucis realizzata da Antonio Salzano. La serata è stata organizzata in collaborazione con il “Centro iniziative culturali e artistiche Giorgio La Pira” (C.I.C.A.) di Nocera Superiore e la rappresentanza italiana della “Sociedad Argentina de Escritores” di cui è socio Sabato Laudato. Ha moderato l’incontro culturale Raffaele Coppola, membro del “C.I.C.A”; sono intervenuti il professore Rosario Pinto, critico d’arte, Pina Pisacane, direttore responsabile del “Nuovo Nocera”, Antonio Salzano, pittore, Sabato Laudato, scrittore nocerino, e don Giuseppe Perano. Nel saluto iniziale, il sacerdote ha ricordato che la preghiera “dà occhi e cuore nuovi». Pina Pisacane ha invece letto un brano dell’artista: «La mia pittura è un sogno fantastico di forme geometriche. La geometria è posta nella pittura per rendere le imperfezioni perfette. Il mio non è un astrattismo puro, ma sempre relativo alla realtà. Lo scopo? Allontanare la presunzione della conoscenza del mondo». L’opera. Le tele, collocate nell’Aula Magna del complesso parrocchiale San Michele Arcangelo in Nocera Superiore, offrono la possibilità come in un caleidoscopio di percorrere, in un rapido susse-

50

INSIEME MAGGIO 2017

guirsi di colori e di forme geometriche, gli ultimi avvenimenti di Gesù Cristo, morto e risorto. Colori e forme invitano a guardare con maggiore convinzione Colui che ci chiama a seguirlo lungo la stessa strada. Antonio Salzano ha raccontato che la Via Crucis, conclusa nel 1996, è frutto di una forte emozione nata dal suo cammino di fede. La meditazione di alcuni brani del Vangelo è sfociata nella realizzazione di opere non figurative. «La mia è ricerca continua dell’armonia e dell’assoluto. Quando dipingo mi sento un uomo incarnato nel paese in cui vivo» ha concluso. Il professore Pinto ha aiutato i presenti a penetrare le tele dell’artista, attraverso un viaggio tra arte e valore del sacro: «Antonio Salzano – ha detto – si assume una forte responsabilità, rompe lo schema della figurazione, anzi non concede nulla alla suggestione figurativa». Tutto questo a favore di una dimensione più vicina a noi: il sacro nell’arte. Il fruitore ottiene la piena disponibilità da parte dell’artista. Le opere sono solo in parte create dal pittore: ogni stazione non contiene un suggerimento puntuale corrispondente. Questa raffigurazione della Via Crucis è come uno specchio che riflette chi vi si pone davanti. È un’opportunità di riscoperta individuale. Federica Pepe

È STATA PRESENTATA LO SCORSO 2 APRILE LA VIA CRUCIS REALIZZATA DA ANTONIO SALZANO, COLLOCATA NELL’AULA MAGNA DEL COMPLESSO PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO IN NOCERA SUPERIORE


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA L’Altare della Reposizione

I

l Triduo pasquale, come dice la parola stessa, è un tempo composto da tre giorni che celebrano la Pasqua: il venerdì, il sabato e la domenica. Questi giorni devono essere considerati con il computo antico della giornata in base al quale essa va da vespro a vespro. Ecco perché ne fa pienamente parte anche la serata del giovedì. Il Giovedì Santo, di per sé, è ancora Quaresima, infatti si chiama “Giovedì della Settimana Santa”, ma la sera, se assumiamo questo modo di contare, è già venerdì. Questo permette la celebrazione della prima Messa festiva il sabato sera o la vigilia della festa. Una Messa che non è “prefestiva”, come se fosse una cortesia per chi non ha tempo (o voglia) di andarvi la domenica, essa è a pieno titolo una celebrazione domenicale. Certamente ha un carattere vigiliare e, anzi, sarebbe molto utile recuperare questo aspetto

L’accensione del cero

Tre giorni, un’unica celebrazione per fare ogni settimana memoria della celebrazione centrale di tutto l’anno liturgico, la Veglia pasquale. In senso stretto, invece, il Triduo pasquale è una ed unica solenne celebrazione che si attua in tre momenti diversi: la cena del Signore, l’azione liturgica della morte del Signore e la grande Veglia pasquale. Non è la preparazione alla Pasqua, come se si trattasse di un triduo in onore di una festa della Madonna o di un Santo. I tre momenti hanno la stessa solennità, anche se il venerdì essa si manifesta in modo del tutto particolare (con l’assenza totale di solennità). Tuttavia, proprio l’unicità rituale di questo giorno lo rende, a modo suo, solenne. Vedendo la chiesa completamente spoglia come non accade mai, si percepisce che vi deve essere qualcosa di straordinario. Francesco Coppola

Il significato del Triduo pasquale, vissuto intensamente dalla comunità parrocchiale San Giovanni Battista in Cicalesi Domenica delle Palme, benedizione dei rami

Giovedì Santo, la lavanda dei piedi

RUNNERING Domenica 26 marzo, Francesco e Massimo hanno rappresentato la parrocchia alla 26° rassegna nazionale di corsa campestre “Corri con il sorriso 2017”, evento organizzato dall’ANSPI a San Giovanni Rotondo. Si sono classificati terzi in ex-aequo nella categoria “assoluti senior”.

Francesco e Massimo

MAGGIO 2017 INSIEME

51


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

Alcune immagini della Via Crucis

VOLGI LO SGUARDO A COLUI CHE PER AMOR TUO È STATO TRAFITTO

“C

risto Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce”. Partendo da queste parole, la Domenica delle Palme, il nostro parroco don Roberto Farruggio ha annunciato a tutti i fedeli l’inizio della Settimana Santa. Una settimana definita “Santa” perché ci dà la possibilità di riflettere sull’Amore più grande e bello che possa esistere, quello di un Padre che ci ha amati fino al punto di dare in riscatto il proprio Figlio per salvarci. Il dono di Cristo sulla croce è un gesto dirompente soprattutto nell’attuale società pervasa dall’egoismo, nella quale prevale la famosa locuzione latina “mors tua vita mea”: il successo personale è raggiunto anche a costo di rovinare gli altri. Gesù sulla croce ci insegna qualcosa di

52

INSIEME MAGGIO 2017

totalmente opposto: “il mio successo viene dalla tua gioia, dal tuo successo”. È questo il cambiamento radicale che dovrebbe avvenire in ciascuno di noi volgendo lo sguardo a Colui che hanno trafitto. Con il Giovedì Santo si conclude l’itinerario quaresimale che don Tonino Bello ha definito “un cammino dalla testa ai piedi”, dalle Ceneri in testa del Mercoledì delle Ceneri fino alla lavanda dei piedi del Giovedì Santo. Un cammino che parte dalla testa, perché lì deve nascere la consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre mancanze e arrivare ai piedi, cioè agli altri, al dono di se stessi che allarga la vita e la fa diventare luminosa. Penitenza e servizio sono le parole chiavi di questa grande settimana, ha ricordato don Roberto. Penitenza, per riconoscere i propri limiti e riconoscerci peccatori desiderosi di una vita nuova; servizio, perché la vera gioia è nel servire gli altri. Siamo entrati così nei giorni più bui ma anche più luminosi della sto-

LA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA SANTISSIMA DI COSTANTINOPOLI DI NOCERA SUPERIORE HA VISSUTO CON INTENSA PARTECIPAZIONE LA SETTIMANA SANTA


Don Roberto Farruggio

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Il dono del sacerdozio Grande gioia per il ventesimo anniversario di sacerdozio di don Roberto Farruggio A vent’anni dall’ordinazione sacerdotale di don Roberto Farruggio, la comunità parrocchiale ha voluto esprimere la sua gioia e gratitudine per quel “Sì” rinnovato con fede ogni giorno, nonostante le difficoltà del cammino. Don Roberto, infatti, ha sempre vissuto la sua paternità facendo sentire a tutti la sua amorosa presenza. Al termine della Santa Messa della Domenica delle Palme, la comunità ha donato al sacerdote un piccolo regalo, segno di filiale riconoscenza per l’impegno e l’amore profuso nel suo ministero sacerdotale. Sem. Antonio Padovano Sorrentino

ria, perché Gesù entra nella morte per darci la Risurrezione alla vita nuova. È il triduo Pasquale che anche quest’anno la nostra comunità ha vissuto intensamente, a partire dal Giovedì Santo con la Messa in Coena Domini e con l’azione Liturgica così suggestiva del Venerdì Santo, caratterizzata dall’adorazione della Croce e dalla Via Crucis per le strade della parrocchia a cui ha preso parte una moltitudine di fedeli. E infine il Sabato Santo, giorno di silenzio, che esplode nella gioia della Risurrezione con la Veglia Pasquale. In questa celebrazione tutto è nuovo, dal fuoco all’acqua, tutto il cammino attraverso la Parola di Dio, ascoltata nelle diverse letture, ha permesso a ciascun fedele di fare un viaggio dalla tristezza alla gioia di un Dio che non si è mai dimenticato di lui ma che gli è sempre venuto incontro scegliendosi un popolo, inviandogli dei profeti, promettendo una vita piena ed esaudendo totalmente le Sue promesse in Gesù, nella Sua morte e Risurrezione. Elisa Califano

Il 29 marzo, nel salone parrocchiale, è stato presentato il libro “C’era una volta… la festa” di Patrizia Sereno, edito da Polis Sa. Insieme all’autrice, al tavolo dei relatori sedevano don Roberto Farrugio, Galante Teo Oliva, collaboratore parrocchiale e Davide Speranza, giornalista del quotidiano La Città di Salerno. Il libro su sant’Alfonso Maria de Liguori e sulla sua festa prova ad analizzare le radici del culto nella città di Pagani e illustra le possibilità di sviluppo che questa solennità, tornando agli antichi “fasti”, potrebbe portare in termini culturali, religiosi e anche economici.

LA FORMAZIONE DEI MINISTRANTI Lo scorso 6 aprile, durante la Quaresima, la nostra parrocchia ha ospitato l’incontro diocesano dei ministranti. Tante attività, preghiera, testimonianza e condivisione. Dopo un’attività ludica, i ragazzi hanno ascoltato la catechesi tenuta da don Andrea Amato su un momento importante della Santa Messa, la presentazione dei doni. A seguire, suor Caterina della Congregazione di San Giovanni Battista ha raccontato la vita di sant’Alfonso Maria Fusco da cui prendere esempio. Tutti insieme abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo, mons. Giuseppe Giudice. La serata si è conclusa con una cena offerta dalla parrocchia. Un incontro ricco di spiritualità e gioia. Marina Massa

LA SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE Il 19 marzo la Chiesa celebra la solennità di san Giuseppe. Quest’anno, nel pieno della Quaresima, la novena è stata l’occasione per approfondire maggiormente la vita del santo e la sua fede forte e granitica. La celebrazione, slittata a lunedì 20 marzo, ha visto una ricca partecipazione di fedeli. Occasione preziosa per ricordare che la fede ci aiuta a fare scelte coraggiose. Cosa avremmo fatto noi al suo posto? Vivere una vita senza fede è come fare il bucato senza sapone: le macchie non andranno mai via. Giovanni Giordano MAGGIO 2017 INSIEME

53


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI COORDINATORE REDAZIONE PARROCCHIALE: MICHELE RAIOLA Don Giuseppe Pironti

LETTERA AGLI OPERATORI PASTORALI Don Giuseppe Pironti ha scritto ai responsabili dei gruppi della comunità San Sisto II in Pagani per invitarli a riscoprire la dimensione comunitaria. Lo abbiamo intervistato

P

rima di Pasqua è stata consegnata ai responsabili dei Gruppi che svolgono svariate attività in parrocchia una lettera con la quale si invitano gli operatori pastorali a “fare” comunità, dopo aver operato un profondo e proficuo discernimento. Abbiamo voluto chiedere a don Giuseppe ulteriori chiarimenti in merito a questa sua decisione.

Maria perché non venga lapidata; la ripudia, è vero, ma in segreto. E qui tiriamo in ballo il comandamento dell’amore che non viene meno neanche di fronte ai nemici. Come sarebbe bello per me, parroco, ricevere file di fedeli pieni di gioia e sentirmi dire quanta grazia il Signore ci dona nei fratelli».

Com’è nata l’idea di questa lettera?

In questo discernimento quale posto occupa la preghiera?

«Direi dalla necessità di esaltare la dimensione comunitaria e non solitaria di questa meravigliosa parrocchia. Da parroco, aiutato da quella che è definita “grazia di stato”, conosco, molto bene tutte le situazioni della parrocchia: umilmente, posso dire che so chi è contento e chi meno, chi sta per farsi avanti e chi per fare un passo indietro, chi mette pace e chi mette scompiglio. Ho bisogno, insomma, di una verifica che non renda conto a me, ma faccia rendere conto a tutti come e cosa migliorare».

«Stavo giusto per dirlo: ho chiesto loro se pregano ogni giorno, e non mi riferisco alla preghierina con la quale ci mettiamo in pace la coscienza, ma della contemplazione profonda che avviene nella Messa e in tutti i Sacramenti, nella meditazione e nello studio della Parola; parlo di un dialogo con il Signore dal quale si trae forza e sostegno, nel quale si affidano pesi e sofferenze, nel quale si ringrazia continuamente, nel quale si ritorna alla fonte e si giunge al culmine».

Passiamo all’atto pratico: come dovrebbe avvenire questa verifica?

Per concludere, c’è stato qualche passo biblico che è stato fonte di ispirazione per questa lettera?

«C’è bisogno innanzitutto che ognuno faccia discernimento, prima personalmente e poi con il proprio Gruppo di impegno pastorale. Nel mese di maggio ho intenzione di incontrare tutti i Gruppi in diverse date, dedicando un tempo anche alla recita del Rosario insieme, per affidare tutto alla Madre».

«Senz’altro! Si tratta di un passo preso dalla Prima Lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi (1 Cor 1,1-31), dove, tra l’altro, si dice: “Rendo grazie continuamente al mio Dio, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. […] Vi esorto pertanto, fratelli […] a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. […]”. Un parroco non potrebbe desiderare di più!».

Come dovrà essere fatto questo discernimento?

«Ho indicato l’esempio di Giuseppe, spiegando che ognuno dovrebbe chiedersi quanto è giusto quando viene offeso e umiliato, quando viene esposto alla vergogna, quando è deluso e arrabbiato. Giuseppe si preoccupa di difendere

54

INSIEME MAGGIO 2017

La Redazione


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

Con la celebrazione del Giovedì Santo, la comunità Santa Maria del Carmine di Pagani si è immersa nel mistero della morte e Resurrezione di Gesù, per vivere in pienezza l’evento più importante della storia della salvezza

L’Altare della Reposizione

LA GIOIA DELLA RESURREZIONE

C

on la celebrazione del Giovedì Santo, nella quale si fa memoria dell’Istituzione dell’Eucaristia, ha inizio il solenne Triduo Pasquale nel quale celebriamo uno dei due misteri più importanti della storia della salvezza: la passione, morte e Resurrezione di Gesù. Nella nostra parrocchia, abbiamo vissuto in maniera molto intensa e speciale questi momenti così importanti e ricchi di emozioni. Quest’anno, infatti, per il rito della lavanda dei piedi sono stati coinvolti i più piccoli. Durante la Santa messa in Coena Domini, infatti, don Enzo ha lavato i piedi a dodici fanciulli che si stanno preparando a ricevere la prima Comunione. Con il rito della lavanda dei piedi, Gesù ha istituito il comandamento dell’amore. Nell’umiltà di questo gesto, Egli ha voluto donare ai discepoli e a tutti noi un esempio, ricordandoci che non è venuto nel mondo per essere servito, ma per servire. Inoltre Gesù esorta tut-

ti noi, affinché, sul Suo esempio, siamo capaci di amare i fratelli come ha fatto Lui. “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,15). Dopo la celebrazione abbiamo sostato, per un momento di Adorazione comunitaria, dinanzi all’A ltare della Reposizione, ispirato quest’anno ad un passo del Vangelo di Giovanni nel quale Gesù afferma: “Io sono la porta delle pecore” (Gv. 10,7 ). Esso raffigura una porta che si apre e, sullo sfondo, compare una scala che conduce al Paradiso, dove Gesù ci attende per donarci la vita senza fine. Dinanzi a Lui abbiamo sostato e meditato, offrendogli il nostro cuore. A conclusione del momento di Adorazione, ognuno di noi ha potuto prendere come ricordo una piccola chiave, con una preghiera di papa Francesco. La chiave è un segno, per ricordare che tutti noi abbiamo a disposizione una chiave che apre il cuore di Dio: la preghiera.

Nel pomeriggio del Venerdì Santo, ci siamo ritrovati tutti sotto la croce, insieme a Maria e Giovanni, per adorare il nostro Salvatore che, morendo, ha offerto se stesso per la nostra salvezza. La tristezza e l’angoscia, per la morte di Gesù, hanno ceduto il posto alla gioia per la sua Resurrezione, culminata nel canto dell’Exultet, intonato durante la Solenne Veglia Pasquale. Molto suggestiva anche la liturgia battesimale, durante la quale hanno ricevuto il battesimo quattro piccoli neonati, che sono stati completamente immersi nel fonte battesimale. Sono stati momenti molto intensi e particolarmente emozionanti, per la nostra comunità parrocchiale, che ci hanno permesso di immergerci completamente nel mistero della morte e Resurrezione di Gesù e di vivere in maniera piena l’evento più importante della storia della salvezza. Anna Petrosino MAGGIO 2017 INSIEME

55


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

UNA CAREZZA DI DIO

L LO SCORSO 11 FEBBRAIO LA CHIESA HA CELEBRATO LA XXV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO. DURANTE LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA, TANTI AMMALATI HANNO RICEVUTO L’UNZIONE DEGLI INFERMI, UNA CAREZZA DI DIO CHE SI FA VICINO AD OGNI FIGLIO SOFFERENTE

o scorso 11 febbraio, in concomitanza con la festa della Beata Vergine di Lourdes, la Chiesa ha celebrato la XXV Giornata Mondiale del Malato sul tema “Stupore per quando Dio compie: Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49). Celebrata per la prima volta proprio a Lourdes l’11 febbraio 1993, la Giornata costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti. Nello stesso tempo invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati. Anche nella comunità parrocchiale della SS. Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri, durante la Santa Messa, è stato amministrato il Sacramento dell’Unzione degli infermi. Nei giorni precedenti, il nostro parroco, don Antonio Mancuso, ha spiegato che questo sacramento non è riservato solo a chi si trova in punto di morte. L’Unzione per gli infermi, ha sottolineato, “è un Sacramento di vita e non di morte, perché è Dio che si fa vicino a ciascun figlio sofferente”. Una ricca partecipazione. Molti hanno accolto l’invito e la chiesa si è riempita di fedeli tra i quali c’erano anziani e ammalati, molti dei quali sulla sedia a rotelle o con i deambulatori. Sono andati silenziosamente incontro al Signore, gettando ai Suoi piedi il peso della loro sofferenza, fidandosi di Gesù, nutrendo ancora la speranza di una guarigione, di un sollievo e di un conforto. Gesù, presente nel Sacramento, è vicino al cuore di ogni ammalato, lo visita nell’intimo, confortandolo e dandogli vigore. L’olio santo dell’Unzione è una carezza di Dio, segnata dalla mano del sacerdote per anelare alla guarigione fisica e dello spirito. Vivere questa manifestazione dell’amore di Dio insieme alla comunità e al nostro parroco, ha instillato nel cuore di chi soffre e nei loro familiari la certezza di non essere soli, è servito a capire che si è parte di un unico corpo con Gesù e che nel camminare insieme ci si sostiene con la preghiera e il calore fraterno. Antonella Malafronte

56

INSIEME MAGGIO 2017


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

UNA COMUNITÀ IN CAMMINO VERSO LA SPERANZA

Un momento della lavanda dei piedi

D

a due anni, nei locali della parrocchia Santa Maria delle Grazie c’è una comunità di minori. Il progetto è gestito dalla Cooperativa Sociale L’Onda, i ragazzi accolti in questo periodo sono 6 ed hanno un’età compresa tra i 15 e i 18 anni. Con l’aiuto di operatori ed educatori specializzati cercano di superare le difficoltà e i disagi vissuti nel contesto familiare, per imparare a guardare al mondo con speranza. Quest’anno, il parroco e la comunità hanno deciso di rendere queste giovani vite protagoniste del Giovedì Santo, a partire dal tema scelto per l’Altare della Reposizione: è stata infatti rappresentata la scena del ricco Epulone e Lazzaro il povero, un richiamo forte all’attenzione per gli ultimi.

L’ESPERIENZA DEI RAGAZZI RILETTA DAI LORO EDUCATORI “Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque Io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto Io, facciate anche voi” (Gv 13,12-15).

L’Altare della Reposizione

Le parole del Vangelo risuonano con forza nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a pronunciarle è don Gaetano Ferraioli che coinvolge l’intera comunità riunita nella celebrazione della messa vespertina in Coena Domini, con un’omelia dai toni decisi e appassionati, in cui elementi esplicativi si sono intrecciati con la narrazione di eventi di vita vissuta, a cui ha fatto da sfondo e collante l’invito all’umiltà e all’accoglienza, intese come possibilità di incontrare l’altro in modo autentico, senza giudizio alcuno.

I RAGAZZI DELLA “COMUNITÀ AL CENTRO DEL MONDO” SONO STATI I PROTAGONISTI DELLA MESSA IN COENA DOMINI DEL GIOVEDÌ SANTO

L’uditorio raccolto in silenzio, in virtù di una partecipazione accorata, è stato pervaso da sentimenti di commozione intensa quando sull’altare hanno fatto ingresso i ragazzi della “Comunità al Centro del Mondo”, accompagnati dai loro educatori, tutti visibilmente emozionati, a cui è stato offerto il privilegio di riproporre l’episodio dell’Ultima Cena, in un’ottica di integrazione e condivisione reale, esplicativa della volontà di veicolare un messaggio di speranza, in un momento storico-culturale, pervaso da disgregazione ed isolamento rispetto alle quali risposte concrete, frutto di impegno condiviso, risultano essere l’antidoto più potente all’emarginazione sociale. MAGGIO 2017 INSIEME

57


LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

IL GOVERNO DI MADRE RITA FIORE Le decisioni assunte nei consigli generali del primo novembre e del 30 dicembre 1952

D

urante il consiglio generale del 30 agosto 1952, di cui abbiamo già parlato nello scorso numero, avvengono anche i seguenti cambiamenti per l’asilo di Quisisana: madre Veronica Esposito (già Consigliera Generale) sarà la nuova Superiora; madre Colomba Perilli - già delegata della Madre Generale - continuerà ad essere solo la Direttrice dell’asilo; madre Egidia Cacciapuoti, trasferita dall’asilo nido di Pagani, sarà l’assistente; suor Elisabetta Varchetta e suor M. Vittoria Rega saranno trasferite da Quisisana rispettivamente all’asilo nido e all’asilo Criscuolo di Pagani. Suor Maria Aurora Paolillo invece è confermata maestra di laboratorio e suor Franceschina D’Aniello è trasferita dal Carminello di Pagani a Quisisana. Infine il Consiglio delibera che le delegate della Madre Generale, le consigliere madre Teresa Continielli e madre Tarcisia Vernavà, si rechino a Papanice per definire la cessione di uno stabile alle suore da parte del vescovo di Crotone, mons. Raimonti, e del parroco, don Pasquale Senatore. Primo novembre 1952. La quindicesima seduta del consiglio generalizio di madre Rita Fiore si tiene il primo novembre 1952 e delibera di affidare alla Superiora Generale il compito di stilare, appena possibile, l’atto per la cessione alle suore dello stabile che ospita l’asilo infantile fatto costruire in Papanice dal parroco don Pasquale Senatore, nel quale, di fatto, le religiose già operano. Anche il vescovo di Catanzaro, mons. Raimonti, ha dato il suo benevole consenso.

58

INSIEME MAGGIO 2017

Si stabilisce, inoltre, di trascrivere integralmente in calce al verbale, il testo della convenzione tra il Governo francescano della Provincia Sannitico-Irpina, rappresentato dal ministro provinciale padre Marciano Ciccarelli, e il governo generale dell’Istituto delle Suore per la cessione in perpetuo dei locali avuti dalla signorina Elvira Clemente, in San Martino Valle Caudina (BN), per essere utilizzati come “Asilo Infantile dell’Immacolata”. È nominata superiora madre Nazzarena Pietralito, cuciniera suor Giuseppina Mele, maestra di lavoro suor Immacolata Di Gennaro trasferita da Larino dove, a sua volta, sarà sostituita da madre Gerardina Melfi. È infine deliberato il trasferimento, per motivi di salute, di suor Arcangela Tecla dal seminario di Bitonto a Napoli. Al suo posto andrà suor Genoveffa Serpico dal Carminello di Pagani, sostituita a sua volta da suor Teodora Fabozzi. 30 dicembre 1952. La sedicesima seduta del governo generale di madre Rita Fiore ha luogo il 30 dicembre 1952. Si delibera la nomina di madre Ilda Di Silvestro come Maestra delle novizie, si sollecita la ditta Di Somma di Castellammare di Stabia a presentare il computo metrico per i lavori effettuati a Quisisana; si nomina madre Gesuina Ruggiero superiora dell’asilo nido di Pagani, si decide di accettare le aspiranti Teresa De Rosa, di Quarto di Marano, e Felicetta Renna, di Bitonto, per il postulandato, che inizierà nel febbraio 1953.


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

SOGNO E SEGNO Aggrappati ai fili della vita sempre sognante sempre risorgente io vi ho visti – tutti – e non era un sogno.

Perché sogno fugace è questa vita: l’altro l’oltre l’unico l’eterno è solo il Signore. E in Lui il sogno è segno.

(Foto Salvatore Alfano)

MAGGIO 2017 INSIEME

59


CULTURA ARTE... RISCHI

APPUNTAMENTI CULTURALI

di don Natalino Gentile

a cura di Martina Nacchio Le ampolle usate durante la Messa Crismale

Tra i vasi, le ampolle

L

eggiamo nell’Ordinamento Generale del Messale Romano 327: Tra i vasi sacri consideriamo anche le Ampolle e i vasi per la custodia degli Oli Santi. Si è da poco concluso il periodo pasquale e molti fedeli hanno ancora vivo negli occhi e nel cuore il ricordo della Messa Crismale celebrata dal Vescovo diocesano il 13 aprile scorso nella Cattedrale. L’Eucarestia speciale che raduna il gregge scelto intorno al Pastore, come gli apostoli nell’ultima cena con Gesù, durante la quale sono consacrati gli Oli Santi: il Crisma, l’Olio dei Catecumeni e l’Olio degli Infermi. Poi, da quella fonte, come da una sorgente, ogni presbitero ha attinto in vasi più piccoli quegli elementi da portare in parrocchia. E ce ne sono di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, di ogni stile e materiale. Tutti preziosi, con quelle scritture allungate o accorciate sulla parte centrale: CAT. (olio dei Catecumeni per il Battesimo), CHR. (il Crisma per la Cresima), INF. (olio degli Infermi). I più antichi con l’iscrizione latina. Eppure, sembra strano, quanti di questi oggetti si ritrovano altrove, snaturati nel loro significato originale, trasformati in lampade, vasi per fiori, perfino in contenitori di olio, sale e… pepe! Quantum mutatus ab illo! direbbe il poeta. Che strana evoluzione. Quando non si è abbastanza attenti all’arredo liturgico o, in nome di una modernità, cambiamo noi e le cose.

60

INSIEME MAGGIO 2017

OMAGGIO A TOTÒ, PERCORSI DI TREKKING NELLA NATURA E UNA PROPOSTA PER SCOPRIRE LE MIGLIORI BIRRE LOCALI. TUTTI GLI EVENTI DA SEGNARE IN AGENDA O Maggio a Totò. Sarà dedicato all’indimenticato Antonio De Curtis il tradizionale “Maggio dei monumenti” di Napoli. La XXIII edizione della manifestazione del programma si svolgerà nella città partenopea dal 28 aprile al 4 giugno. Performance, visite guidate, eventi e mostre saranno dedicati all’artista, espressione del patrimonio artistico della città, di cui quest’anno cade il cinquantesimo della morte. Il sentiero degli dei. Sole, natura e bellezza. Un trinomio entusiasmante nella stagione dei fiori. Le belle giornate ci spronano a fare delle gite fuori porta. E allora perché non avventurarci nella natura, attraversando i sentieri montani che da Agerola portano a Positano? Sono tante le associazioni che durante i week end organizzano tour lungo il percorso. Una di queste è “Archeìa”, che domenica 7 maggio organizza un’escursione lungo il sentiero degli dei. Birra in B…Rocca. Si svolgerà a Salerno dal 26 al 28 maggio la kermesse dedicata alle eccellenze campane della produzione della birra. Appuntamento nella suggestiva location del castello Arechi a partire dalle 20.00.


L'ANGOLO DELLE RECENSIONI a cura di Mariarosaria Petti

Breve storia di un giovane limite e del suo eterno infinito Autore: Lucia Sada Tau Editrice Prezzo: € 10.00 Dal primo respiro ai primi passi, dalla lallazione alle prime domande. Come essere genitori all’altezza della “fase dei perché”? Ce lo spiega Lucia Sada in un breve racconto nato con il desiderio di dare risposta al piccolo Edoardo, suo figlio. Con la prefazione di don Luigi Maria Epicoco, giovane sacerdote aquilano, un dialogo serrato e sincero sul senso della vita, sul bisogno di porsi domande e di cercare con coraggio le risposte.

di Salvatore Alfano

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO Questo mese presentiamo il Busto in argento di san Prisco, realizzato da Saverio Manzone nel 1771. Il lavoro presenta parti in doratura, rame, bronzo e pietre dure intagliate. Interessante la presenza, in basso, sotto la mano sinistra del Santo di una veduta a volo d’uccello della città. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

Leggenda privata Autore: Michele Mari Giulio Einaudi editore Prezzo: € 18.50 Un’autobiografia ricchissima quella che Michele Mari – premio Selezione Campiello con il suo Roderick Duddle – propone con una rassegna di tasselli della sua esistenza. L’autore dà vita ad un romanzo di formazione ironico dove appaiano sulla scena della Milano degli anni Sessanta e Settanta comparse illustri, come Dino Buzzati, Eugenio Montale, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber.

di Salvatore Alfano

Storie della buonanotte per bambine ribelli Autore: Francesca Cavallo, Elena Favilli Mondadori Prezzo: € 19.00 Cento storie di donne coraggiose da leggere alle più piccole (e ai più piccoli, perché no!). Da Serena Williams a Malala Yousafzai, da Rita Levi Montalcini a Frida Kalo: sono alcune delle protagoniste raffigurate da 60 illustratrici provenienti da tutto il mondo. Le autrici hanno animato un’imponente campagna di crowdfunding per realizzare il progetto e hanno diviso la critica nel giudizio sulla loro proposta editoriale per valorizzare il genio femminile.

MAGGIO 2017 INSIEME

61


di Peppe Iannicelli

MISERIA E NOBILTÀ

PAURE DEL NOSTRO TEMPO OGNI EPOCA STORICA HA I PROPRI TIMORI: QUALI SONO OGGI LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ITALIANI?

O

gni popolo ed ogni epoca hanno le paure che si meritano. I Romani temevano il volo delle cornacchie verso Ponente, i Greci erano atterriti dalla ftonos, l’invidia degli dei che infierivano sugli uomini più valorosi, gelosi dei loro successi. I terribili vichinghi pregano ogni giorno che il Cielo non gli cascasse in testa. Oggi, in Italia sono tante le paure, dell’ignoto, della violenza, della crisi economica, spesso incarnate nei migranti percepiti come rischio per il nostro status sociale ed economico. Rispetto ai decenni precedenti, ispirati dalla fiducia nello sviluppo e nel miglioramento della propria condizione di vita, i figli contemporanei temono che la loro condizione economica e sociale sarà peggiore di quella dei padri. Un timore devastante che investe la biosfera personale e relazionale stravolgendo la qualità di vita. Sono state infatti esaminate le paure degli studenti napoletani. Al vertice della piramide il timore di essere coinvolti in una rissa, di finire vittime di rapine o di fenomeni di bullismo telematico. Le donne te-

62

INSIEME MAGGIO 2017

mono le molestie e le aggressioni. La paura più grande dei genitori è di vedere i figli coinvolti in incidenti stradali. Secondo gli esperti, dai dati emerge una vera e propria traumatizzazione metropolitana: la paura della rissa, dell’aggressione fisica, della stigmatizzazione sociale è così forte da determinare uno stato di difesa che condiziona tutte le esperienze generando solitudini esistenziali, anoressia o bulimia, aggressività, ricerca di paradisi alcolici o chimici. Tra le paure emergenti, quella di mangiare cibo avariato o artefatto con il desiderio di ritrovare i genuini sapori biologici di un tempo. Una paura che spiega parzialmente anche la vera e propria esplosione della moda-mania del veganesimo. È proprio vero, ogni epoca ha le paure che si merita. Ma come ogni tempo queste paure esigono risposte educative, civili, spirituali. La paura può esser persino positiva se genera adrenalina sociale in un contesto di relazioni complesse ma mature. Se però diventa patologica l’epilogo è inevitabilmente tragico specialmente per i soggetti più deboli ed a rischio.


X EDIZIONE PREMIO

EUANGHELION 10-12 maggio Curia vescovile - Nocera Inferiore

DAL CENTRO ALLA PERIFERIA: QUANDO COMUNICARE È UNA BUONA NOTIZIA Mercoledì 10 maggio ore 10.00 - FESTA CON I BAMBINI della scuola primaria che hanno partecipato al concorso "Io Comunico" Giovedì 11 maggio ore 19.00 - CONSEGNA DEL PREMIO EUANGHELION

Intervengono Mons. Giuseppe Giudice Vescovo Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Padre Gianni Epifani Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali Vincenzo Morgante Direttore Testata Giornalistica Regionale Rai Venerdì 12 maggio ore 19.00 - CONSEGNA DEL PREMIO EUANGHELION "I ragazzi del Bambino Gesù"

Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali

Mensile di attualità e cultura dell’Agro

Priscus Società Cooperativa



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.