Insieme - Maggio 2016

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MAGGIO 2016 N. 5 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

AMORIS LAETITIA La famiglia secondo Francesco

L’APPROFONDIMENTO

IL PASSO

DELLA MISERICORDIA Foto e testimonianze del pellegrinaggio diocesano a Roma



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DICEMBRE 2015 INSIEME MAGGIO 2016 Insieme / villaitalianocera

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Foto di copertina Salvatore Alfano

MAGGIO 2016 N. 5 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

AMORIS LAETITIA La famiglia secondo Francesco

L’APPROFONDIMENTO

IL PASSO

DELLA MISERICORDIA Foto e testimonianze del pellegrinaggio diocesano a Roma

16. Io scrivo, corso di

comunicazione e giornalismo promosso da Insieme

In copertina un'immagine del Papa sul sagrato di piazza San Pietro

maggio2016

CRESCIAMO INSIEME 6 Calcutta nel cuore di Donatella Salvati

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L'APPROFONDIMENTO “Andarono nella casa di Simone” mons. Giuseppe Giudice Come figli sulle orme di Pietro di Mariarosaria Petti Lo sguardo di Francesco di Salvatore D’Angelo SCUOLA&UNIVERSITà di Martina Nacchio

14 I fantastici quattro della robotica 15 L’adulto che ci manca

26. Giovanni Iovino, il nuovo diacono di Santa Maria dei Bagni

Sommario

EDITORIALE 5 Tra color che sono sospesi di Silvio Longobardi

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24. I delegati parrocchiali a confronto per la stesura di statuto e regolamento del Consiglio parrocchiale

VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo 17 Un’oasi dai terreni confiscati 18 Pagine che aiutano a viaggiare

RUBRICHE 53 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno

21 LA BACHECA a cura della redazione VITA ECCLESIALE 22 Le parole della fede di Silvio Longobardi 24 L’espressione di tutti 28 Il Pane della domenica a cura della famiglia Gambardella 32 Comunità redentorista in festa NEWS PARROCCHIE 37 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti IN PARROCCHIA 41 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

36. Il sussidio estivo dell’Anspi


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Tra color che sono sospesi

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n viaggio brevissimo, quello che il 16 aprile ha condotto Papa Francesco a Lesbo, “tra color che son sospesi”, così Dante chiama quelli che si trovano nel limbo. Padre Lombardi ha voluto sottolineare la dimensione pastorale del viaggio. Un termine quanto mai adatto, Francesco è andato per comunicare lo sguardo compassionevole di Gesù, il buon Pastore. È lo sguardo con cui la Chiesa, se vuole restare fedele al suo Fondatore, deve imparare a leggere le vicende della storia, uno sguardo che non si ferma ai numeri ma vede le persone. Uno sguardo che sa andare oltre le apparenze e vede la vita anche quando è ancora nascosta nel grembo materno; e riconosce la ricchezza di ogni uomo, anche quando il suo corpo o la sua psiche sono segnati dalla sofferenza. È stato anzitutto un viaggio umanitario, un segno di condivisione con le famiglie che fuggono dalla guerra o da condizioni di vita divenute insostenibili e si trovano dinanzi ad un muro. Non hanno alcuna possibilità di tornare indietro ma non possono più avanzare. La Chiesa non è sorda a questo grido di aiuto, non da oggi impegna mezzi e persone per accogliere e sostenere la legittima speranza di quest’umanità che chiede solo di vivere dignitosamente. Ma ha anche il dovere di parlare per ricordare a tutti che non possiamo chiudere gli occhi e il cuore, a meno di non cancellare quella regola non scritta che ha fatto dell’Europa una famiglia di popoli e civiltà. Il viaggio del Papa non poteva non avere un sapore politico, non poteva

non lanciare un appello a chi ha la responsabilità di governare. La tempestività del viaggio si spiega proprio con la necessità di offrire un chiaro messaggio ai governi europei, prendendo le distanze dall’eccessiva prudenza di una politica condizionata dalla paura e dalle oggettive difficoltà economiche. Non possiamo far finta di nulla, quella gente è lì e attende un segnale di speranza. Ma non possiamo neppure chiudere gli occhi sulla difficile congiuntura politica che attraversa l’Europa. Molti Paesi devono fare i conti con una disoccupazione che colpisce soprattutto le nuove generazioni. I governi arrancano, le risposte tardano ad arrivare. C’è una rabbia sommersa che alimenta la chiusura. Come intrecciare il dovere umanitario con la responsabilità sociale? Come fare in modo che l’accoglienza diventi un’opportunità e non un peso? Come fare della condivisione l’architrave della vita sociale? Non è facile, meglio dirlo subito. Non si accoglie se non siamo disposti a fare spazio e, quindi, a rinunciare a qualcosa. Ma questa via, che ora appare faticosa, potrebbe rivelarsi salutare perché aiuta a scoprire altri valori che stiamo rischiando di perdere per inseguire un benessere che riempie la vita di cose e impoverisce il cuore. Il Papa indica la strada. E lo ha fatto con un gesto che vale più di tanti documenti: portando a casa tre famiglie. Dodici persone. La parola passa ora alla politica che deve saper individuare mezzi e modalità. Una cosa è limitare i flussi annuali e precisare le strategie. Altra cosa è innalzare i muri e alimentare paure. Che a vincere sia la speranza.

Lesbo, il Papa con le famiglie di profughi portate in Italia a bordo dell'aereo papale

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CRESCIAMO INSIEME La rubrica dedicata ai ragazzi continua a dare la parola agli adolescenti per scrutarne i sogni e le attese, le speranze e la fatica di diventare grandi. Se vuoi raccontarci la tua esperienza, manda una mail a insieme@diocesinocerasarno.it

Silvio Carleo

Silvio ha 16 anni e vive a San Valentino Torio. Ministrante presso la comunità parrocchiale San Giacomo Maggiore, porta nel cuore il sogno di calpestare la terra di madre Teresa di Calcutta

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a casella della posta in arrivo segna un nuovo messaggio. Silvio Carleo, 16 anni, contatta la redazione per essere il protagonista di Cresciamo Insieme. Con gioia ed entusiasmo mi racconta della sua vita e di quanto sia legato a questa rubrica dedicata agli adolescenti. Frequenta il terzo anno dell’Istituto Tecnico Commerciale e la sua seconda casa è la parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo, a San Valentino Torio, affidata a don Alessandro Cirillo, dove vive il suo servizio come ministrante e impara a tessere relazioni con i suoi coetanei. L’amicizia è il sentimento più importante per Silvio. Ma non per tutte le valide ragioni che manifesterebbe un qualsiasi sedicenne; per lui l’amicizia è amore e l’amore è carità. La sua vita si ispira alla Parola e le sue azioni sono rivolte tutte alla cura del prossimo. Vive, infatti, questa sua vocazione fin da bambino, osservando l’esempio dei suoi genitori, le persone più importanti per lui, che lo hanno guidato nel coltivare il suo sogno più grande: visitare Calcutta. La terra baciata da madre Teresa è co-

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me un balsamo per il giovane di San Valentino Torio. Vorrebbe poter attraversare quei luoghi santi per provare a ricongiungersi con se stesso e vivere la consapevolezza di essere in un posto meraviglioso perché pieno di storia, vita e diversità. Poter aiutare il prossimo è per lui un importante obiettivo e, mentre attende di diventare un uomo, si impegna oggi nel suo piccolo a mettere insieme i tasselli che comporranno il suo futuro. Nel tempo libero esce con gli amici, naviga in internet, legge libri e si dedica al teatro, vivendolo come tempo di formazione e stimolo per la ricerca di nuove idee. Silvio è un ragazzo molto riflessivo. Si ferma spesso a pensare alla sua vita e ai suoi affetti, cercando di dare la giusta collocazione ad ognuno. Dio è però al primo posto e lui è deciso a testimoniare questa presenza viva nella sua vita. Il suo augurio ai giovani, in questo anno della Misericordia, è infatti quello di custodire Gesù nel proprio cuore come si fa con un amico. Donatella Salvati

Calcutta nel cuore


L'ANGOLO PSICOLOGICO di Carolina Rossi

il conformismo In adolescenza, vestire come gli amici aiuta i ragazzi a sentirsi sicuri. Proibizioni e imposizioni non servono. Consigli per i genitori

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ome mai osservando gruppi di adolescenti ci sembra di non riuscire a distinguerli? Perché sembrano vestiti tutti alla stessa maniera? Che significato assume per loro il conformismo? La verità è che molti adolescenti hanno bisogno del conformismo esteriore per sentirsi sicuri e protetti. In realtà, il desiderio, così come il bisogno di affermare se stessi e la propria individualità, passa anche attraverso l’individuazione e la possibilità di scegliere uno stile personale, distante da quello genitoriale ed inizialmente molto vicino a quello dei coetanei. Tutto, dall’abbigliamento, alle scarpe, al trucco, sembra concorrere per una sfida verso i genitori, gli adulti, la scuola. Spesso diventa un deliberato tentativo di provocare gli adulti, simboli di autorità. Ai genitori è chiesto di comprendere e accogliere il comportamento dei figli, rintracciando insieme con loro il senso che assume ogni loro manifestazione. Solo così, facendo loro da specchio, senza giudizio, possomo aiutarli a comprendersi. Le proibizioni e le imposizioni non rappresentano la scelta ideale in questi casi. Premia invece la possibilità del confronto e del dialogo sulle motivazioni che non convincono il genitore rispetto a determinate scelte. Incuriosirsi e rintracciare il senso delle scelte del giovane “in metamorfosi”, rispettandone i tempi e il valore assegnato ad ogni cosa, è la via maestra per vedere la farfalla Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson che, pian piano, fuoriesce Selma Lagerlöf, 1906 dal bozzolo.

ILMIO

LIBRO

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ils è un ragazzino tutt’altro che esemplare, sempre pronto a prendersi gioco degli altri. Ed è proprio la sua impertinenza a metterlo nei guai, quando si fa beffe della minuscola statura di un potentissimo gnomo: detto fatto, la piccola creatura gli getta un incantesimo che lo fa diventare non più grande di un topo! Ma non tutto il male viene per nuocere, perché adesso Nils vivrà avventure che la “gente grande” può soltanto sognare, sorvolerà tutta la Svezia sul dorso di un’oca selvatica e imparerà anche il valore dell’amicizia, della compassione e della solidarietà, virtù che forse, un giorno, gli restituiranno le sue vere dimensioni.

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

“andarono nella casa di Simone”

Foto Salvatore Alfano

(Mc 1, 29)

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ell’omelia alla Cattedra di Pietro, il 9 aprile, mi è piaciuto sintetizzare il pellegrinaggio diocesano a Roma con l’espressione: Una giornata con Pietro, nella sua casa. Ascoltando le impressioni dei presbiteri e dei fedeli, ho percepito di aver colto proprio nel segno, perché a Roma veramente abbiamo vissuto una giornata familiare nella casa del Papa. Felice coincidenza anche la pubblicazione dell’esortazione pastorale Amoris Laetitia, che il Santo Padre ha donato a tutta la Chiesa e che noi abbiamo accolto come un proposta pastorale per evangelizzare l’amore familiare, tanto bistrattato da tutte le parti. Il cammino verso Roma, partendo nella notte dalla nostra terra, ci ha fatto ricomprendere la bellezza e il disagio del pellegrinaggio, che è uno dei segni giubilari. Pellegrini verso Roma, la città eterna, la capitale spirituale del cattolicesimo, dove Pietro e Paolo e gli altri martiri hanno versato il sangue per


il Signore. E da quel sangue è nata la Chiesa e noi siamo nati con la Chiesa, nostra madre. A Roma, abbracciati dal colonnato del Bernini, in quella piazza che è stata bagnata anche dal sangue di san Giovanni Paolo II, abbiamo atteso Pietro e quando è apparso, un grido di gioia si è levato, quasi eco di quel grido di Giovanni sulla riva del lago: È il Signore! A Roma, abbiamo visto Pietro e lo abbiamo ascoltato; nella catechesi ci ha ricordato che l’elemosina è segno di misericordia e Dio ama chi dona con gioia. In piazza S. Pietro, accarezzati dalla tenerezza di Francesco, si sente in profondità l’universalità della Chiesa. Sì, la Chiesa… una, santa, cattolica, apostolica! A Roma, con Pietro e in comunione con Pietro, il dolce Cristo in terra, per poter essere Chiesa in comunione e in missione. All’altare della cattedra, l’eucaristia presieduta dal Vescovo ci ha fatto gustare il senso della Chiesa diocesana, fram-

mento eucaristico, parte della grande Chiesa. E nella casa di Pietro, non poteva mancare Maria, la Madre della misericordia, sempre attenta al disagio dei suoi figli, sempre pronta a segnalare al Figlio ciò che manca sulle tavole della nostra vita. In San Pietro, scrigno di arte, bellezza e fede, abbiamo potuto coniugare insieme la dimensione petrina e mariana della Chiesa. Fermezza di Pietro e tenerezza di Maria. Attraversando la Porta Santa, nel fiume di genti e di popoli, abbiamo risentito le parole di Gesù: Io sono la Porta e nella bellezza, uniti dalla fede, abbiamo trovato il nostro pascolo. Verso Roma, a Roma, e poi da Roma, toccati dalla grazia ed invitati ad uno sguardo di misericordia, di nuovo verso la nostra realtà, la nostra terra, le nostre case per essere segni concreti della misericordia del Padre. È il nostro giubilo e il nostro giubileo! Giuseppe, vescovo

Un particolare delle sculture presenti sul colonnato di Bernini in Piazza San Pietro

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L'APPROFONDIMENTO Foto Salvatore Alfano (2)

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o zaino in casa è pronto da una settimana, ogni giorno si riempie di qualcosa. Un ombrello, in caso di pioggia. Un golfino, per il freddo della notte. Un panino in più, per chi dimentica il pranzo a sacco. Gli abiti adagiati sulla poltrona, le scarpe più comode pronte ad essere indossate, la sveglia che tra qualche minuto suonerà: è arrivato il giorno della partenza. Nel cuore della notte, da ogni angolo della diocesi, oltre duemila pellegrini si sono messi in viaggio con il vescovo Giuseppe per incontrare Papa Bergoglio e varcare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. «Le fatiche per la levataccia sono state ricompensate dalla gioia dell’incontro con Francesco – commenta Rosanna Pastinesi, partita con il marito e la madre dalla parrocchia San Giovanni Battista di Nocera Inferiore, tra le comunità con la più ampia delegazione – e dalla possibilità di sederci ad un passo dal sagrato di San Pietro. Non ho potuto stringere le mani del Papa, ma ho incrociato il suo sguardo. I suoi occhi si sono fissati nei miei, questo ricordo ancora oggi mi scalda il cuore». «Non è stata la prima volta che sono andata in pellegrinaggio da Papa Francesco. Ma questa volta è stata un’emozione unica. Non ci sono parole» racconta Dina Grimaldi, giovane della parrocchia Sant’Antonio di Padova di Orta Loreto, giunta nella capitale con 200 fedeli della comunità. «Quando il Papa ci è passato accanto – prosegue la referente di Insieme – visto che eravamo tra le prime file, mi è venuta la pelle d’oca e ho visto nel suo volto

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Come figli sulle orme di Pietro Oltre duemila i pellegrini partiti da ogni angolo della diocesi nel cuore della notte, lo scorso 9 aprile. Raccontiamo alcune testimonianze


La folla in Piazza San Pietro attende l’arrivo del Papa

un senso di familiarità e gioia, come se ci conoscesse uno per uno». Al termine dell’udienza con il Pontefice, la delegazione della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno è pronta per vivere un’altra tappa fondamentale del pellegrinaggio: «Nel momento in cui abbiamo attraversato la Porta Santa – è ancora Dina a ricordare – ho espresso tutte le ansie di questo periodo della mia vita e ho pensato alle persone care che ho lasciato a ca-

Il gruppo di sacerdoti e dei seminaristi che ha partecipato al pellegrinaggio diocesano a Roma, insieme al vescovo Giuseppe, nella basilica di San Pietro

sa. Sono stata davvero felice e poiché non mi emoziono quasi mai mi è sembrato strano che questa volta sia successo. Forse perché davvero nell’aria ho avvertito misericordia». Con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice e concelebrata dal clero diocesano presente, i pellegrini si sono riuniti intorno alla Cattedra di San Pietro per condividere l’eucarestia. «Dopo

la Santa Messa – rammenta Rosanna – mi sono accorta delle tante persone dell’Agro che hanno partecipato all’evento. Ho incontrato amiche della palestra, pazienti, conoscenti di altre parrocchie». La bellezza di vivere un’esperienza di fede non da soli, ma come figli della famiglia diocesana, che cammina insieme al suo Pastore. Mariarosaria Petti

I pellegrini della parrocchia S. Antonio di Padova in Orta Loreto

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L'APPROFONDIMENTO Da sinistra: don Domenico Cinque, don Piercatello Liccardi, don Antonio Adinolfi, don Andrea Annunziata, don Giuseppe Ferraioli, Salvatore D’Angelo, don Enzo Di Nardi, Angelo Santitoro, don Gerardo Coppola

Lo sguardo di francesco Il 9 aprile papa Francesco ha incontrato, a margine dell’Udienza speciale, nove persone della delegazione diocesana accompagnate dal vescovo Giuseppe. Il racconto di chi ha guardato negli occhi il successore di Pietro

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Piercatello Liccardi, don Antonio Adinolfi, don Andrea Annunziata, don Vincenzo Di Nardi, don Giuseppe Ferraioli, don Gerardo Coppola e Angelo Santitoro. È stato il vescovo Giuseppe a presentarci al Papa.

In quell’abbraccio con il pontefice c’erano tutti. Nessuno è stato escluso. Nessuno si senta escluso. Eravamo in nove. Insieme a me c’erano monsignor Domenico Cinque, don

La condivisione della gioia. Don Mimmo Cinque, in qualità di delegato diocesano per il Giubileo, ha seguito l’organizzazione del pellegrinaggio alla tomba di Pietro. Ha raccontato della «tensione» che lo pervadeva: «Desideravo che tutti vivessero una serena giornata di preghiera». Così è stato per lui e per le migliaia di pellegrini partiti da ogni angolo della diocesi. «Abbiamo vissuto una giornata meravigliosa. Il saluto del Papa mi ha dato tanta gioia. Avrei voluto dirgli tante cose, ma sono rimasto fermo ad ascoltarlo. Gli ho chiesto solo una benedizione per la mia comunità parrocchiale e per quella diocesana». Ha aggiunto: «Guardarlo negli occhi mi ha fatto sentire amato. È come se attraverso gli occhi mi avesse detto: ti raccomando coloro che ti sono stati affidati, abbi cura di loro».

o sempre visto da lontano il Santo Padre: alla finestra del Palazzo Apostolico, passare in papamobile o, al massimo, camminare a pochi metri di distanza da me. Non gli ho mai potuto sfiorare la mano o rivolgergli la parola. Probabilmente, anche gli altri amici che il 9 aprile hanno incontrato papa Francesco si sono trovati nella stessa condizione. Ritrovarsi sul sagrato della basilica vaticana ha lasciato tutti senza fiato. Eravamo a casa di Pietro, parafrasando l’omelia del vescovo Giuseppe, e potevamo incontrarlo personalmente per affidargli le speranze e le preghiere personali e collettive, i pensieri di chi era con noi in piazza San Pietro e di chi era rimasto a casa per pigrizia, disinteresse o perché sofferente nella carne e impossibilitato a viaggiare.

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Don Antonio Adinolfi è rimasto senza parole: «Il Papa avrà notato che mi sentivo perso e mi ha stretto più forte la mano, quasi per darmi coraggio. Ho sentito un brivido e d’istinto gli ho baciato la mano». Don Antonio immaginava quel momento come una routine per Francesco, ma si è dovuto ricredere: «Il Papa dà un’attenzione tale che in quel momento sembra di essere da soli. Non sono riuscito a dire nulla, solo un profondo grazie». «Quando ho saputo che avrei incontrato il Papa, ho cominciato a pensare a cosa avrei potuto dirgli» ha raccontato don Andrea Annunziata, riprendendo un sentimento che ha accomunato tutti in quelle ore. «Mi ero preparato delle cose, ma in realtà l’emozione e i tempi stretti mi hanno fatto perdere alcune parole per strada. È stato un incontro indimenticabile, un’esperienza unica – ha aggiunto – anche perché l’abbiamo vissuta insieme come diocesi, tra amici, in un clima quasi familiare. Un bel momento di unità». Don Vincenzo Di Nardi gli ha chiesto di benedirlo per vivere il ministero sacerdotale alla luce dei suoi documenti, non ultimo Amoris Laetitia: «Il Papa mi ha preso la mano e stretto il braccio, come per incoraggiarmi. Poi mi ha raccontato la risposta ad un suo collaboratore rispetto all’esortazione post sinodale: “Io ho messo la palla a terra, adesso sta a voi sacerdoti giocare la partita”. Un incoraggiamento e una responsabilità di cui mi ha investito». «Una giornata bella, che ci ha fatto crescere come fratelli e ci ha rafforzati nella fede, grazie alle parole del Papa e del Vescovo», ha detto don Giuseppe Ferraioli. Lui pensava che i suoi parrocchiani si fossero stancati, ma «appena rientrato mi hanno chiesto: quando si rifarà?». Una grande gioia che si è sommata a quella per l’incontro con il Santo Padre: «Avrei voluto affidargli tanti propositi, ma nel corso dell’Udienza le cose sono cambiate. Era a pochi metri

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Carolina Rossi, Cristina De Luca, Aniello Lettieri, Juliana Paola Contursi, Sabrina Perrino, don Natalino Gentile, Federica Pepe, Giusy Cesarano, Maria Ermelinda Di Lieto, Chiara Panella, Dina Grimaldi, Vittoria Barbato, don Domenico Cinque, Marilena De Angelis, Carmelina Pace, Valeria Fedele, Francesco Coppola, Maria Rosaria Spiezo, Consiglia Amarante, Giovanni Giordano, Lavinia Bassano, Anna Petrosino, padre Paolo Saturno Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

da me, mi colpiva la sua semplicità, la passione nel salutare i pellegrini. Non si è risparmiato con nessuno. Quando si è avvicinato la tensione era a mille, a quel punto ho lasciato perdere tutto quello che avevo in mente e gli ho stretto la mano dicendogli quanto sia preziosa la sua testimonianza». Il sacerdote ricorda a memoria le poche parole che è riuscito a dire al Pontefice: «Santo Padre, il suo esempio e le sue parole mi danno tanta forza, la mia comunità è fatta di gente buona che prega per lei e le vuole bene. Le vogliamo bene! Mentre parlavo - ha aggiunto - il Papa mi guardava negli occhi e avvicinando la sua mano sinistra al mio volto mi ha sorriso. Quasi sembrava volesse incoraggiarmi a continuare così». Don Gerardo Coppola al Papa ha portato un crocifisso: «Santità lo benedica, lo conserverò nella mia comunità». Francesco lo ha fatto con grande disponibilità e con soprannaturale profondità, un gesto che ha emozionato don Gerardo che ora custodisce quella croce nella sua parrocchia. Angelo Santitoro ricorda l’attesa e la preghiera. «Cosa gli dirò?, ho pensato. Poi gli ho chiesto una preghiera per i miei genitori e una benedizione particolare per me. Poche e semplici parole “premiate” da una mano, la sua mano, sul mio capo». Nella confusione più totale per l’emozione e la gioia di incontrare il Papa insieme ai compagni di viaggio nel servizio diocesano, ho cercato di mantenere la lucidità. Nel cuore e nella mente c’era un unico pensiero: chiedere una preghiera per la mia famiglia. Nelle orecchie ancora riecheggia la sua voce mentre mi benedice e ripete il nome di mia moglie e di mia figlia che, a Dio piacendo, verrà alla luce tra qualche mese. Salvatore D’Angelo Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 21 aprile

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SCUOLA & UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio Gli ideatori di Ugo con il prof. Amato al RomeCupe2016

I fantastici quattro della robotica

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a due occhi rossi e un gran cappello in testa. È di piccole dimensioni, ma piuttosto agile. Il suo cervello è una scheda elettronica di nome Arduino, che segue uno specifico linguaggio di programmazione. Al secolo “IGM robot”, per gli amici Ugo. «Perché altrimenti chiamarlo diventava troppo complicato». È la creazione nata dall’ingegno di quattro studenti delle classi seconde dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Marconi” di Nocera Inferiore, che ha conquistato il terzo posto al RomeCupe2016 – competizione di robotica nazionale – per la categoria Explorer Junior. Pio Francesco Armenante, Pasquale Nocera, Daniele Viscardi e Giuseppina Longobardo: la squadra di studenti nocerini è ricca e ben assortita. Due con la passione per l’informatica, gli altri due con quella per l’elettrotecnica, grazie alla guida del professor Giuseppe Amato, loro insegnante di matematica, in pochissime settimane hanno realizzato un robot in grado di rilevare, tramite sensori ad infrarossi, fasci di luce e ostacoli sul suo cammino. Un podio conquistato tra 56 scuole di diverso ordine e grado partecipanti per la categoria Junior. Ugo è un robot completamente autonomo, che si sposta seguendo la logica del perimetro. È costruito artigianalmente in

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ogni sua componente, grazie all’ingegno dei suoi artefici. «Il cablaggio e la programmazione di Ugo sono stati una lotta contro il tempo – raccontano entusiasti gli studenti –. Fino all’ultima settimana abbiamo avuto paura di non farcela a farlo funzionare». E invece ce l’hanno fatta. Una vittoria frutto delle competenze acquisite, oltre che tramite gli studi curriculari, in modo autonomo. «Il mio compito è quello di incanalare a livello didattico conoscenze che i ragazzi volenterosi acquisiscono anche da soli», il professore Amato minimizza il suo ruolo in questa vittoria collettiva. Ma i ragazzi raccontano di pomeriggi passati a scuola al suo fianco, di dritte e rassicurazioni. Su questo podio insieme a Pio, Daniele, Pasquale e Giuseppina, ha meritato di salirci anche lui. Insieme al dirigente scolastico Alessandro Ferraiuolo, che ha creduto nel progetto, e tutti i docenti e i compagni del "Marconi" che hanno dato man forte ai fantastici quattro. «Questo è solo l’inizio» i ragazzi sono euforici. A pochi giorni dalla competizione sono già proiettati al RomeCup2017. Nuovi sensori e perfezionamenti: Ugo si rifarà il look e avrà un nuovo compagno robot altamente tecnologico. Chissà, forse il prossimo anno sarà lui l’intervistato. Martina Nacchio

L’I.I.S. “G. Marconi” è salito sul podio del RomeCupe2016 per aver totalizzato il terzo punteggio migliore della competizione Explorer Junior, grazie ad Ugo, il robot costruito con le loro mani

Gli studenti dell’I.I.S. “G. Marconi” con il prof. Amato


Da sinistra: don Armando Matteo, mons. Giuseppe Giudice, Filippo Toriello, Mariarosaria Petti

L’adulto che ci manca Il 14 aprile il Servizio di pastorale scolastica diocesano ha incontrato i dirigenti scolastici dell’Agro. Un convegno su un tema delicato: l’alleanza educativa, oggi logorata dalla mancanza di adultità

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ssere adulti significa essere in grado di dimenticarsi di se stessi, per fare spazio ad un progetto di vita, ad una vocazione». Abbandonare il proprio ego non sembra essere attitudine del nostro tempo, secondo don Armando Matteo, relatore al convegno intitolato “L’adulto che ci manca. La crisi dell’alleanza educativa tra famiglia e scuola”, che si è svolto lo scorso 14 aprile presso l’Aula Magna della Curia vescovile di Nocera Inferiore. «Secondo i dati europei, oggi si smette di essere giovani a 34 anni, ma sempre più spesso si confonde la vitalità con la giovinezza. Il progresso di medicina e tecnologia agiscono sulla percezione di vitalità degli individui, spostando a data da destinarsi l’età in cui dichiararsi finalmente adulti» ha proseguito il docente dell’Università Urbaniana di Roma. L’incontro ha chiamato a raccolta tutti i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado dell’A gro ed è frutto del lavoro del Servizio di pastorale scolastica della diocesi, diretto dal prof. Filippo Toriello, che nell’intervento introduttivo ha auspicato il consolidamento di momenti deputati alla condivisione tra coloro che guidano le scuole del territorio. «A partire dalle generazioni del ‘4664 gli individui vedono nell’adultità un

La platea dei dirigenti scolastici dell’Agro nocerino-sarnese

ruolo da cui fuggire – le parole di don Armando colpiscono e coinvolgono la platea di età matura –. Oggi viviamo in un mondo senza adulti. Così è cambiato lo sguardo sui propri figli, è incrinata l’asimmetria nelle relazioni familiari. È stravolto persino il modo in cui gli adulti vedono le nuove generazioni: non più come persone da educare, ma come “adulti in download” da lasciar crescere più o meno allo sbaraglio». In questa situazione socio-antropologica può la scuola assolvere il compito di ovviare alle carenze educative dei propri studenti? No. La risposta, maturata durante il dibattito, è emersa chiaramente dal tono e contenuto concitato degli interventi dei dirigenti scolastici. Da troppo tempo sulle istituzioni scolastiche si riversano responsabilità improprie, appesantendo una realtà già da più versi sacrificata. Come ha sottolineato mons. Giuseppe Giudice: «È ora di restaurare un’alleanza nuova tra famiglia e scuola, un patto educativo in cui ognuno viva responsabilmente il proprio ruolo. Guardiamoci negli occhi e riscopriamo l’entusiasmo del bambino che c’è in noi senza perdere di vista la nostra coscienza di adulti». Un compito difficile, a cui siamo chiamati con urgenza.

Martina Nacchio

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Io scrivo Corso di comunicazione e giornalismo promosso dal mensile Insieme

Panico da foglio bianco o sindrome da scrittura compulsiva? Niente paura. Ai nastri di partenza il corso “Io scrivo” promosso dal mensile diocesano Insieme: dal 19 maggio cinque lezioni per imparare a conoscere il talento grezzo racchiuso dentro ognuno di noi, scoprendo il proprio posto nel complesso e variegato mondo dell’editoria.

>programma

Giovedì 19 maggio Gli attrezzi del mestiere: le regole per scrivere un buon articolo, dall’attacco alla conclusione. L’intervista diretta e indiretta, come raccontare un incontro. Martedì 24 maggio Lavoro di cucina: editing e correzione di bozze, rielaborare un testo per i lettori.

Martedì 7 giugno Comunicare un evento: l’ufficio stampa, dal comunicato alla conferenza, come gestire la promozione di un’iniziativa. Giovedì 9 giugno Web writing: giornali online, blog e regole SEO. Guida pratica per salvarsi nella giungla virtuale. Martedì 14 giugno Raccontare in uno scatto. Il fotogiornalismo: immagini, titolo e testo e il dono della combinazione perfetta.

Per info, contattare la segreteria tel 081 5170466 Facebook “Mensile Insieme”

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo L’orto botanico didattico

Un’oasi dai terreni confiscati

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a città di Sarno si riappropria di uno spazio che per anni è stato preda del malaffare. È nato in via Sarno Palma un orto botanico didattico. Gli studenti delle scuole cittadine e non solo, in località La Marmora, potranno trovare una vera e propria oasi per studiare la natura e trascorrere qualche ora all’aria aperta. Il progetto nasce su iniziativa dell’associazione Porta Aperta Onlus e del Comune di Sarno, firmatari di un protocollo di intesa per il riutilizzo a uso sociale di beni confiscati alla criminalità organizzata. Il bene è stato rivitalizzato grazie al “Progetto Oasi”, finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile Naziona-

le. Ad attendere i visitatori e gli studiosi saranno un percorso naturalistico, un laghetto artificiale, due serre didattiche e coltivazioni di prodotti tipici dell’A gro nocerino sarnese. «Riaffermare la presenza dello Stato e delle sue articolazioni periferiche è il principale obiettivo del progetto che si propone di valorizzare il ruolo del volontariato come motore dello sviluppo culturale, sociale e di risveglio delle coscienze civiche. Lo scopo è, quindi, far crescere nei giovani la cultura della legalità attraverso la conoscenza delle proprie tradizioni e delle proprie radici», hanno spiegato da Porta Aperta Onlus. L’orto accoglierà gratuitamente su prenotazione scuole di ogni ordine e grado, gruppi di cittadini, associazioni e famiglie.

È stato inaugurato a Sarno l'orto botanico realizzato su un terreno confiscato alla camorra

Apparecchio salvavita Le amiche dell’Inner Wheel hanno donato un defibrillatore semiautomatico alla Misericordia di Nocera Inferiore. Al momento della consegna sono intervenute alcune rappresentanti del Club, accompagnate dalla presidente Franca Tramice, il governatore della Misericordia, Antonio D’Angelo, e il correttore spirituale, don Andrea Annunziata.

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VITA NELL'AGRO

Pagine che aiutano a viaggiare

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tutti sarà capitato di identificarsi nel protagonista di un libro. Questo è ciò che accade leggendo il romanzo di Giovanni Contursi, Wonderful Nordkapp. L’autore racconta il viaggio di un gruppo di amici dall’Italia a Capo Nord, attraverso sette Stati europei e cinque capitali. In ogni capitolo si descrivono in modo sintetico ma completo città dalla bellezza infinita. Numerosi aneddoti incorniciano il viaggio, raccontato come fosse un diario, ricco di esperienze e difficoltà. Come nella poesia di Kavafis, Itaca, in cui il viaggio è più importante della meta, la trama si focalizza principalmente sul percorso. Un itinerario caratterizzato da una serie di episodi in cui i personaggi incontrano se stessi ed approfondiscono le pro-

prie conoscenze, come avveniva nel Grand Tour di fine ‘600. Non è un caso che l’autore scelga dei protagonisti con interessi variegati; lo scopo è fare in modo che il viaggio possa incontrare le aspettative di tutti i lettori. L’amicizia è il fil rouge dell’intero viaggio e le sue 17 regole descritte qualche anno fa dai due psicologi Argyle e Hendersen trovano riscontro in ogni episodio. Vi è l’aiuto reciproco in caso di bisogno, lo scherzo, la condivisione del divertimento e, perfino, l‘approvazione incondizionata. Un appassionato di viaggi troverà in questo libro un romanzo per i suoi sogni. Un sognatore farà un viaggio virtuale in una natura che tocca le corde dell’anima facendole vibrare di gioia e stupore. Juliana Paola Contursi

In piazza per i diritti

Presentato Wonderful Nordkapp, ultimo romanzo dello scrittore nocerino Giovanni Contursi

I bambini in piazza a Nola

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ltre cinquemila studenti, in rappresentanza delle 30 scuole coinvolte, hanno partecipato alla marcia dei diritti dei ragazzi che si è tenuta a Nola, a conclusione della quarta edizione del Festival dei diritti dei ragazzi. Con convegni, spettacoli, momenti ludici e occasioni di riflessione, il Festival dei diritti dei ragazzi si è confermato un appuntamento importante per le scuole e le associazioni dell’area nolana e vesuviana: uno spazio/tempo annuale di confronto e, soprattutto, di incontro sui diritti dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, affinché cresca l’attenzione alla tutela dei loro diritti e al loro protagonismo nella comunità.

Insieme anche al bar

in queste caffetterie Insieme + caffé ad 1 euro Dolci tentazioni

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Via F. Turati, 520 Poggiomarino (Na)

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redazionale a cura dellA CASA Albergo per anziani Santa Rita

Via Isonzo, 22 – Sarno (SA) Tel. 0815136548 info@albergosantarita.it www.albergosantarita.it

Gli ospiti dell’Albergo durante la lezione di ginnastica dolce

Anziani impegnati nelle attività di riabilitazione motoria

Mente sana in corpo sano

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ente sana in corpo sano” con la campagna per il benessere all’Albergo per Anziani Santa Rita di Sarno. Una terza età serena e piacevole per vivere bene, mantenersi in buona salute e in forma, prendersi cura di sé a 360 gradi. Un benessere psicofisico e sociale che è un circuito, nel quale sono inseriti gli ospiti della struttura per la più alta qualità della vita. Una alternanza continua e vivace tra impegno, divertimento e relax che contribuisce a dare una immagine positiva della “terza generazione”. Grande attenzione è dedicata alla possibilità di svolgere l’adeguata attività fisica e alla prevenzione, raccogliendo tutti gli elementi positivi esistenti e andando ad aiutare e a migliorare. Con l’avanzare dell’età il nostro organismo richiede maggiori cure e con attività appropriate e mirate si ottiene il beneficio di ritardare gli effetti del processo di invecchiamento sui muscoli e sulle ossa, ed un livello più alto di vigore psicologico.

All’albergo Santa Rita il benessere è di casa con la ginnastica dolce e i massaggi

È un percorso che fa l’Albergo per Anziani Santa Rita con la ginnastica dolce, attraverso sollecitazioni sensoriali utili nel mantenere le abilità residue. Un ottimo aiuto per migliorare le funzionalità del proprio corpo e avere consapevolezza di esso e delle sue potenzialità; con la ginnastica in palestra di gruppo, un momento che riesce ad avere un ulteriore beneficio nella socialità; con massaggi relax per un angolo di riposo, rilassamento e calma interiore. Con luci soffuse abbinate a musicoterapia per ritrovarsi e avere un contatto con il proprio mondo interiore. MAGGIO 2016 Insieme

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VITA NELL'AGRO

È tornato ifeelCUD

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er vincere, questa volta, scendi in piazza. È questo lo slogan che promuove il concorso ifeelCUD, giunto alla sua sesta edizione, che si è rinnovato diventando sempre più coinvolgente per le comunità locali. Ogni parrocchia potrà partecipare iscrivendosi su www.ifeelcud.it, creando un gruppo di lavoro, organizzando un evento locale per promuovere l’8xmille alla Chiesa cattolica e ideando un progetto di solidarietà per la propria comunità. Concorrerà così alla vincita di un contributo economico per la realizzazione dell’idea proposta. In palio 8 premi, da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro, ai quali si aggiunge, per le parrocchie che realizzeranno un filmato, il premio della Giuria per il miglior video del valore di 1.000 euro.

Al servizio della ricerca I bersaglieri dell’Agro nocerino sarnese, insieme alle altre associazioni combattentistiche e d’arma operanti sul territorio, hanno organizzato due banchetti in piazza Diaz a Nocera Inferiore per reperire fondi per la ricerca scientifica, aderendo alle iniziative promosse dalle associazioni ANT e AISM.

Lo psicologo in farmacia

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e farmacie offrono sempre più servizi complementari ai cittadini. Quella comunale di Scafati ha attivato uno sportello di psicologia. Andare da questo specialista «non necessariamente implica di avere problemi psichici, bensì spesso serve per affrontare la gestione di determinati momenti difficili e critici», spiegano i promotori. Per accedere al punto di ascolto è necessario prenotare gli incontri in farmacia. È possibile effettuare un massimo di tre incontri per la durata di 30 minuti ciascuno. A svolgere il servizio di consulenza saranno le psicologhe e psicoterapeute Simona Pappacena e Raffaella Fusco. Per informazioni: Farmacia comunale Scafati, 081 8501473.

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Mons. Carmine Citarella festeggia 56 anni, il 14 maggio; mons. Domenico Cinque spegne 49 candeline, il 19 maggio; don Domenico D’Ambrosi compie 63 anni, il 20 maggio; don Antonio Palumbo festeggia 75 anni, il 28 maggio. La famiglia diocesana gioisce con voi per il dono delle vostre vite. Auguri!

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

mons. Carmine Citarella, il 3 maggio; don Romualdo Calcìde, il 14 maggio; don Antonio Adinolfi, il 27 maggio. Come il giorno dell’ordinazione presbiterale, risuoni con gioia il vostro sì a Cristo.

Diocesi in festa

Auguri speciali:

Antonio Marra (S. M. delle Grazie, Angri) ha conseguito la laurea presso la Facoltà di Agraria della Federico II, sede di Portici, lo scorso 31 marzo. La redazione di Insieme esprime i più cari auguri per l’importante traguardo: ad maiora! Il 28 maggio Silvana Del Balzo compie 65 anni. Ad una nostra lettrice della prima ora, discreta ed umile nel servizio alla parrocchia S. Antonio di Padova in Poggiomarino, gli auguri affettuosi della sua comunità e della redazione di Insieme. Il 17 maggio compie gli anni Rosaria Ruggiero: «La fortuna più grande di questo mondo per me è senza dubbio avere una sorella speciale come te. Auguri di buon compleanno Rosaria, dalla tua sorellina». Serena

Il 13 maggio ricorre il quinto anniversario di ordinazione episcopale di mons. Giuseppe Giudice. Al nostro Pastore l’augurio di poter vivere il ministero episcopale con la gioia del Vangelo, circondato dall’affetto e dalla vicinanza spirituale del suo gregge.

Buon compleanno ai referenti

Salvatore Scalogna

Rosa Confessore (S. Teodoro, Sarno) festeggia il compleanno il 4 maggio; Salvatore Scalogna (S. M. dei Bagni, Scafati) compie gli anni il 21 maggio. A voi preziosi testimoni della Buona Notizia, auguri di cuore dalla redazione di Insieme!

Redazione in festa

Il 5 maggio Salvatore Alfano e Maria Luisa Franco festeggiano il compleanno: auguri cari e preziosi compagni di viaggio!

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

La fede si esprime attraverso le parole. Alcune sono cadute in disuso, altre sono coperte di polvere, altre sono ormai incomprensibili. La rubrica si propone di rileggere il patrimonio della fede attraverso alcune parole essenziali

La famiglia secondo Papa Francesco Amoris laetitia non raccoglie solo il confronto sinodale ma anche la preziosa eredità del magistero precedente. Queste pagine, che pure hanno l’ambizione di tracciare le vie del futuro, sono ben radicate nella più solida tradizione della Chiesa

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ull’a ereo che lo riportava a casa, dopo il commovente incontro con la “comunità degli esclusi”, bloccati sull’isola di Lesbo, insieme ai ricordi e alle lacrime, il Papa ha portato con sé tre famiglie: papà, mamme e figli. Non solo dodici persone ma tre famiglie! Una piccola icona non solo di quel desiderio di dare a tutti una degna accoglienza, ma anche di quel ministero che la Chiesa svolge da secoli a servizio della famiglia. Il Papa ha mostrato il volto di una Chiesa che si prende cura della famiglia. È questo forse il punto di partenza per una lettura dell’Esortazione Amoris Laetitia.

Calma e gesso

Calma e gesso, si diceva una volta. Le letture frettolose non servono, non serve neppure l’entusiasmo francamente eccessivo di quelli che vedono nel documento una rivoluzione attesa da 1700 anni! È lo stesso Papa Francesco che chiede una lettura paziente e un discernimento attento (n. 7). Una raccomandazione che non ha trovato accoglienza nei più fervorosi che, avendo fatto da tempo il loro discernimento, hanno potuto dire al mondo che avevano ragione. Amoris Laetitia non raccoglie solo il confronto sinodale ma anche la pre-

“Il Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo amore con uno speciale dono di grazia e carità. Un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di se stessi, provato da sentimenti e gesti di tenerezza, e pervade tutta quanta la vita dei coniugi. […] È ben superiore, perciò, alla pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 49)

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“Quando io convocai il primo sinodo, la grande preoccupazione della maggioranza dei media era: Potranno fare la comunione i divorziati risposati? E siccome io non sono santo, questo mi ha dato un po’ di fastidio, e anche un po’ di tristezza. Perché io penso: Ma chi dice questo non si accorge che quello non è il problema importante? Non si accorge che la famiglia, in tutto il mondo, è in crisi? E la famiglia è la base della società! Non si accorge che i giovani non vogliono sposarsi? Non si accorge che il calo di natalità in Europa è da piangere? Non si accorge che la mancanza di lavoro e le possibilità di lavoro fanno sì che il papà e la mamma prendano due lavori e i bambini crescano da soli e non imparino a crescere in dialogo con il papà e la mamma? Questi sono i grandi problemi!” (Papa Francesco, 16 aprile 2016)

ziosa eredità del magistero precedente e, in particolare, di Giovanni Paolo II che ha dato un fondamentale e innovativo contributo alla teologia della coppia e uno straordinario impulso alla pastorale familiare. Non è corretto isolare un singolo documento dal patrimonio dottrinale della Chiesa. Oltre al richiamo del magistero conciliare, nell’Esortazione troviamo innumerevoli ed espliciti riferimenti a Giovanni Paolo II, la conferma dell’Humane vitae di Paolo VI, non poche citazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica e, udite udite, numerose menzioni di san Tommaso d’A quino. Come a voler sottolineare che queste pagine, che pure hanno l’ambizione di tracciare le vie del futuro, sono ben radicate nella più solida tradizione della Chiesa. E devono perciò essere lette in una logica di continuità e non di rottura.

Tutta la famiglia

L’ampiezza del documento la dice lunga. Il Papa non si è limitato a dare qualche suggerimento ma ha offerto un’articolata lettura che affronta la problematica della famiglia in tutta la sua complessità. Li-

mitarsi a leggere il capitolo ottavo (quello in cui si parla dell’integrazione degli sposi divorziati) e/o fare l’esegesi di una singola frase o di un aggettivo, come alcuni hanno fatto, è francamente falsificante, oltre che riduttiva. L’Esortazione invita la comunità ecclesiale a farsi carico della famiglia, riconoscendo il valore ecclesiale del matrimonio e della famiglia ma anche la fragilità dell’uomo che non sempre è capace di custodire l’amore coniugale nella sua intrinseca bellezza. È questo l’obiettivo del documento: “Spero che ognuno, attraverso la lettura, si senta chiamato a prendersi cura con amore della vita delle famiglie” (n. 7). Il Papa chiede alla Chiesa una maggiore concretezza: “Chi si occupa oggi di sostenere i coniugi, di aiutarli a superare i rischi che li minacciano, di accompagnarli nel loro ruolo educativo, di stimolare la stabilità dell’unione coniugale?” (n. 52). Questa domanda assomiglia ad un grido, tanto più drammatico se pensiamo che “ai ministri ordinati manca spesso una formazione adeguata per trattare i complessi problemi attuali delle fa-

miglie” (n. 202). Parola di Papa Francesco. E allora? Solo nel contesto di una nuova e sempre più convinta azione pastorale, che accoglie e accompagna ogni famiglia, trova senso l’impegno a favore dei divorziati. Il documento non dà il permesso di dare la Comunione, come alcuni hanno scritto e altri fanno da tempo senza neppure attendere il Papa. La forza dell’ideale evangelico e l’estrema diversità delle situazioni concrete non permette di offrire “una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi”. “È possibile soltanto – aggiunge il Papa – un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari” (n. 300). Il discernimento è un’arte che s’impara ma richiede almeno tre cose: la grazia dello Spirito, la purezza d’intenzione, le lacrime della penitenza. Ogni passaggio nella vita ecclesiale è fatto di luci e di ombre. Siamo tutti chiamati a collaborare per far risplendere l’amore coniugale. È un bene che riguarda tutti. Res nostra agitur. MAGGIO 2016 Insieme

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione Il Vescovo durante la sua relazione nell’aula liturgia di Santa Maria delle Grazie

Il parroco don Ciro Galisi

L’espressione di tutti

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na «parrocchia che esprime vicinanza alla gente» passa anche da organismi consultivi snelli e funzionali, attenti alla realtà. Così dovrebbe essere il Consiglio pastorale parrocchiale di una comunità in cammino verso «una ecclesiologia eucaristica missionaria», ovvero la strada che consente di evitare la contrapposizione tra «l’ecclesiologia giuridica e quella carismatica». L’idea è stata illustrata dal Vescovo durante la due giorni di confronto e condivisione tenutasi il 12 e 13 aprile ad Angri. A Santa Maria delle Grazie i delegati parrocchiali si sono ritrovati per fare un’esperienza di sinodalità, così come sperimentato al Convegno Ecclesiale di Firenze. Tavoli da dieci persone che hanno potuto leggere e apportare suggerimenti alle bozze del nuovo statuto e del nuovo regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale, già vagliate dal Consiglio presbiterale. Uno stile, un meto-

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do che tiene presente i “frammenti” e va letto alla luce dell’esperienza dei discepoli di Emmaus: uomini abitati dalla delusione, ricostruiti dalla Parola, riconciliati dal Pane e missionari ad gentes. Monsignor Giuseppe Giudice ha indicato l’opportunità di «avere un Consiglio vero», che va al di là delle stagioni «dell’entusiasmo, dell’aspetto parlamentare, del silenzio e della carta». «La stagione del Consigli come piccoli parlamentini non c’è più – ha detto –, hanno fatto il loro tempo, che non sempre è stato positivo». La missione del Consiglio pastorale parrocchiale secondo il Vescovo è quella di essere «antenne sul territorio». Ai laici ha ricordato: «Non dovete chiederci di essere organizzatori di sagre o iniziative varie. Dovete chiederci i beni spirituali e, se non rispondiamo, aiutarci a riprendere questo nostro compito». L’organismo consultivo può essere il luogo

Il 12 e 13 aprile i delegati delle parrocchie della diocesi hanno visionato e analizzato le bozze di statuto e regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale. Grazie ai loro suggerimenti a giugno saranno consegnate le linee guida definitive


I tavoli dei delegati

dove avviene tutto questo. Lo sollecita anche il Concilio: «I laici hanno il dovere di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa». Un compito importante che occorre svolgere con «verità, fortezza, prudenza, rispetto e carità». «I rapporti tra laici e pastori – ha sottolineato monsignor Giudice – devono essere familiari, senza tensioni, senza bisticci. Ognuno dovrebbe riconoscere il proprio ruolo ed esercitarlo, a questo deve arrivare un Consiglio pastorale. Abbiamo bisogno di artigiani di pace che sanno dire la verità nella carità, non di persone “contro” a prescindere. Dobbiamo ricostruire la Chiesa come la vuole Gesù, non secondo noi». Un organismo efficiente ed efficace consente di «sgravare il sacerdote dai compiti materiali, per aiutarlo ad essere educatore nella fede». Il compito di un Consiglio, ha indicato il Vescovo, non è però «fare e organizzare», prima deve «aiutare a raggiungere una maturità cristiana nella comunità». Ma come comporlo? Come scegliere i membri? I delegati si sono interrogati anche su questo aspetto. Al termine monsignor Giudice ha dato i suoi suggerimenti: «Inseriamo un povero, affinché sia soggetto della pastorale e non solo oggetto, un debole, un giovane, una famiglia, i religiosi, un an-

ziano. Ecco, così avremo un organismo variegato». Il pastore ha fatto poi riferimento al valore consultivo: «Non è sinonimo di “non serve”. Il consiglio è tra i sette doni dello Spirito Santo. Consigliare bene, fa sbagliare meno». Insomma, avviare un «cammino nuovo» che aiuti le comunità a «diventare Chiesa e non a portare gente in chiesa». Il Vescovo ha approfittato dell’occasione per sollecitare cambiamenti proficui: «Nelle parrocchie tutti devono partecipare, non possiamo fare dei club. Spesso abbiamo un gruppetto e non arriviamo a tutti e nel tutti – ha aggiunto – c’è anche chi mi dà fastidio. Se si va da soli è come se fuggissimo da noi stessi. Si deve tornare alla comunità, andare insieme». Parole di grande intensità che la guida della comunità diocesana ha rivolto all’assemblea di laici e consacrati, persone attente e collaborative presenti in chiesa come nei gruppi per lavorare insieme al «come vivere la comunione in parrocchia». «Senza spirito ecclesiale, senza autentico spirito eucaristico – ha chiosato monsignor Giudice – non può esserci un Consiglio pastorale parrocchiale. Il Consiglio non si sostituisce a nulla, è parte della massa: lievito che fa crescere, sale che dà sapore e luce che guida». Salvatore D’Angelo

Angri chiama Firenze I delegati parrocchiali, laici e religiosi, si sono ritrovati per due sere consecutive a confrontarsi sullo statuto e sul regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale. Insieme a loro, intorno ai tavoli allestiti nelle ampie e accoglienti sale della comunità angrese guidata da don Ciro Galisi, c’erano anche i parroci. I presbiteri sono i primi protagonisti della nascita di consigli che «aiutino a ricostruire la fiducia», così come ha detto il vescovo Giuseppe. Aiutati da un facilitatore, i gruppi hanno analizzato le bozze utilizzando lo stile proposto ai delegati diocesani al Convegno di Firenze della Chiesa italiana. I verbali dei venti tavoli sono stati inviati alla Segreteria pastorale per la sintesi che porterà allo statuto e al regolamento definitivo.

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VITA ECCLESIALE

L’imposizione delle mani di mons. Giuseppe Giudice sul capo di fra Giuseppe Iovino

La vestizione degli abiti diaconali di fra Giuseppe Iovino

La presentazione ed elezione di fra Giuseppe Iovino

Dalla Messa con la nonna al diaconato

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rande gioia per la parrocchia Santa Maria dei Bagni di Scafati e tutti i suoi fedeli. Il 5 aprile dello scorso mese è stato celebrato il diaconato di uno dei frati della comunità, il giovane fra Giuseppe Iovino. Il suo cammino tra le braccia di Dio inizia sin da piccolo, quando partecipa alla Messa con la nonna. Per un lungo periodo abbandona la dimensione spirituale e si impegna nella sua vita da giovane ventenne. Si diploma, lavora, si dedica alla famiglia e agli amici. Fino a quando qualcosa non cambia: «Tutto mi stava stretto», racconta. Quando inizia a partecipare alla Liturgia delle Ore con i frati di Sarno-Foce, ecco che trova quello che stava cercando: la bellezza dello stare insieme consola la sua anima. La vera vocazione arriva nell’estate del 2007 quando non partecipa all’Eucarestia per alcune domeniche consecutive. Soltanto al suo ritorno in chiesa, capisce l’importanza che il Signore, ormai, ha nella sua vita. Sono passati otto anni da quel momento ed ora fra Giuseppe si dedica allo studio ma soprattutto alla preghiera e al continuo discernimento. Al centro dei suoi desideri c’è quello di vivere come un costruttore di comunione, pace e giustizia. Alla vigilia dell’ordinazione diaconale, la

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comunità, insieme ad altri frati francescani, ha vissuto un momento di preghiera per accompagnare il futuro diacono alla casa di Dio misericordioso. La celebrazione diaconale è stata poi presieduta dal vescovo di Nocera InferioreSarno, mons. Giuseppe Giudice che durante l’omelia ha sottolineato il compito essenziale che il futuro diacono dovrà compiere: il servizio. Mai sedersi e mangiare ma alzarsi e servire, essere sempre pronti per gli altri perché è proprio qui che troviamo Dio. Nelle richieste d’aiuto, negli sguardi persi, nella sofferenza. È lì che Egli si presenta ed è dovere di un vero uomo del suo gregge pronunciare il suo “Eccomi” a gran voce. L’intera celebrazione è stata dominata da una magica atmosfera, nonostante la grande quantità di fedeli accorsi il silenzio ha fatto da padrone. Un silenzio che si è fatto portavoce di grande gioia e speranza, perché è in queste occasioni che Dio si mostra attraverso persone umili, sensibili, dal cuore raffinato e buono come quello di Giuseppe. Auguriamo al novello diacono di poter realizzare i suoi sogni ma anche di incontrare ostacoli e ripide salite, perché saranno proprio queste ad incrementare la sua fede e diventare, sempre più, un vero uomo di Dio. Cristina De Luca

Ordinato il 5 aprile scorso da mons. Giuseppe Giudice, fra Giuseppe Iovino è il nuovo giovane diacono cresciuto nella parrocchia di Santa Maria dei Bagni


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ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura della famiglia Gambardella

Sussidio liturgico dall’A scensione del Signore alla X domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Signore, il povero tu sei Il povero tu sei, tu non hai mezzi, la pietra sei che non ha luogo, il lebbroso cacciato, davanti alla città, coi campanacci. […] Povero sei come la forza di un germe nella ragazza che lo celerebbe, e i fianchi si comprime, a soffocare il primo fiato della gravidanza. Povero sei, come la pioggia felice,

che cade a primavera sui tetti di città, come la voglia che i reclusi covano in una cella eternamente vuota. […] Degli indigenti, sei però, il più arcano, il mendico dal volto nascosto; la grande rosa della povertà, l’eterna metamorfosi dell’oro nella luce del sole. Rainer Maria Rilke Il libro d’ore Rainer Maria Rilke

8 ASCENSIONE MAGGIO del Signore 2016 (Anno C) Questo mese presentiamo Artemisia Gentiléschi pittrice nata a Roma nel 1597. Allieva del padre Orazio, lavorò a Firenze, a Roma e a Venezia ed infine, dopo il 1630, a Napoli. Fu un'ottima ritrattista, dipinse anche molti quadri religiosi o di soggetto biblico, caratterizzati da una violenta espressività. Tra le opere più significative dell'ultimo periodo troviamo la Nascita di s. Giovanni Battista. Notevole fu la sua importanza nello sviluppo della scuola napoletana. A Napoli morì nel 1652. Autoritratto di Artemisia Gentileschi, 1615

Cristo non è andato via Le letture: “Di questo voi siete testimoni” Prima lettura: At 1,1-11 Salmo: Sal 46 Seconda lettura: Eb 9,2428;10,19-23 Vangelo: Lc 24,46-53 Il Vangelo: Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. (Cfr Lc 24, 50-53) Colore liturgico: BIANCO

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esù conduce i suoi discepoli «fuori verso Betania», li guida verso quell’esodo che è richiesto a ciascuno di noi per poter “adorare” il Cristo che sale al Padre. Ma questo adorare da parte dei suoi è passato attraverso il fuoco del travaglio, della fuga, della paura. Dinanzi al distacco saremmo tutti umanamente sprofondati nel dolore, nel pianto, invece il Vangelo racconta che essi rientrarono a Gerusalemme con una grande gioia. C’è qualcosa che non torna! Contenti perché se n’è andato? Ma chi se n’è andato? Il parente più stretto che la fede possa incontrare; non un bel ricordo destinato a sbiadire, ma una “memoria” che fonda la vita che verrà. La grande gioia, allora, è il segno efficace, concretissimo che il Cristo non se n’è andato ma sarà sempre vicino a loro e ai discepoli di ogni tempo e di ogni luogo. Impariamo a chiedere, come suggerisce il nostro Pontefice, “la grazia di essere gioiosi”.


15 domenica MAGGIO dI PENTECOSTE 2016 (Anno C)

22 SANTISSIMA MAGGIO TRINITà 2016 (Anno C)

Le letture: “Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa”

Le letture: “Lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà”

Prima lettura: At 2,1-11 Salmo: Sal 103 Seconda lettura: Rm 8,8-17 Vangelo: Gv 14,15-16.23-26

Prima lettura: Pr 8,22-31 Salmo: Sal 8 Seconda lettura: Rm 5,1-5 Vangelo: Gv 16,12-15

Il Vangelo: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato». (Cfr Gv 14, 23-24)

Il Vangelo: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future». (Cfr Gv 16, 12-13)

Colore liturgico: ROSSO

Colore liturgico: BIANCO

Una corda al collo, è questo l’amore?

Madonna con Bambino di Artemisia Gentileschi, 1610 circa - particolare

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esù ama ripetere spesso nel capitolo 14 di Giovanni «Se mi amate, osservate i miei comandamenti». Uno studente mi ha chiesto: «Prof ma Gesù fa i ricatti come i genitori che chiedono ai figli di fare ciò che chiedono se gli vogliono bene?». Il cuore della sua domanda stava in quel “se” che ha il sapore del ricatto da parte di chi si sente amato. I miei voleri diventano la tua misura. Ma è proprio questo ciò che chiede Gesù? Non si tratta di bei sentimenti, ma qualcosa di molto più concreto: amarmi è già ascoltarmi. Si tratta di riconoscerLo, come la Parola che rivela il Padre e che ci chiede di lasciarci amare da Lui e di amarci tra di noi. Solo il Figlio poteva stabilire questa stupefacente identità: il tuo ascoltare la mia Parola è la tua stessa realizzazione, la tua gioia completa. L’amore non è la corda al tuo collo, carissimo giovane amico!

Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi, 1615 circa - particolare

Un lavoro di tessitura

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irà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future» dice il testo di Giovanni. È vero, lo Spirito prende il materiale di vita del Gesù prepasquale e lo ricorda sempre di nuovo ai suoi discepoli nel mondo. Un lavoro di tessitura, quello dello Spirito, un lavoro di cuore, perché solo il cuore risveglia e connette la concretezza di una tomba vuota e le parole: «Il terzo giorno risusciterò». Ancora, le parole angeliche: «Oggi è nato un Salvatore», e l’uomo appeso alla croce tra due ladroni. Oltre a ricordare, lo Spirito annunzia anche le cose future e questo perché il cuore non può essere ridotto ad un archivio ma nemmeno può ridursi ad un tavolo su cui giocare coi tarocchi che avrebbero la pretesa di soddisfare la nostra curiosità. Lo Spirito ci guiderà alla verità tutta intera e in questa verità ci siamo anche noi quando connettiamo i nostri eventi quotidiani alla storia della salvezza. MAGGIO 2016 Insieme

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IL PANE DELLA DOMENICA

29 SANTISSIMO CORPO MAGGIO E SANGUE DI CRISTO 2016 (Anno C)

5 X DOMENICA GIUGNO DEL TEMPO ORDINARIO 2016 (Anno C)

Le letture: “Voi stessi date loro da mangiare”

Le letture: “Ragazzo, dico a te, alzati!”

Prima lettura: Gen 14,18-20 Salmo: Sal 109 Seconda lettura: 1Cor 11,23-26 Vangelo: Lc 9,11-17

Prima lettura: 1Re 17,17-24 Salmo: 29 Seconda lettura: Gal 1,11-19 Vangelo: Lc 7,11-17

Il Vangelo: Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. (Cfr Lc 9, 16-17)

Il Vangelo: Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara. (Cfr Lc 7, 11-13)

Colore liturgico: BIANCO

Colore liturgico: VERDE

Lasciamoci divorare dagli altri

A

d ogni miracolo di Gesù l’interpretazione magica è in agguato: beato lui che ha la sua bacchetta magica! In fondo ci piacerebbe avere una bacchetta e moltiplicare quel poco o quel molto che abbiamo. Gesù tenta sempre di sottrarsi a questa interpretazione magica non solo perché i suoi miracoli non sono mai a suo favore, ma soprattutto perché, appena può, Egli chiede sempre il nostro contributo, la nostra fede. Supereremo la mortifica tentazione del magico, quando scopriremo che Dio agisce nella storia attraverso di noi: ha scelto i nostri poveri mezzi per interagire nel mondo e non li scavalca. «Date voi stessi da mangiare». Colui che si è fatto cibo per lasciarsi mangiare da noi, non potrebbe chiedere anche a noi di lasciarci “mangiare” dai figli, dai fedeli della mia parrocchia, dai miei colleghi di lavoro, dai miei alunni e dopo essere liberi di riconoscersi servi inutili?

Nascita di san Giovanni Battista di Artemisia Gentileschi, 1635 - particolare

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Insieme MAGGIO 2016

Adorazione dei Magi di Artemisia Gentileschi, 1636 circa - particolare

Il dolore diventa vita

E

d ecco: il lutto irrompe nella nostra vita. Si tratta di un evento cui male ci adattiamo, ci sentiamo fatti per vivere sempre. Il sentimento del lutto è quel misto di dolore, prostrazione, incomprensione e rifiuto. Il grave pericolo è che esso possa diventare una tremenda casa che mummifica la vita. La donna del Vangelo si presta benissimo a spiegare questi sentimenti, perché sta portando al sepolcro la sua stessa vita. Una donna a quel tempo in Israele era praticamente nulla senza un uomo che la difendesse e la potesse sostenere dal punto di vista economico. Cosa fa Gesù a quella donna? «Fu preso da grande compassione». Non un semplice sentimento di pietà che implica sempre una distanza, ma una pura e semplice condivisione che porta il Signore a trasformare quel dolore in vita, a far uscire il figlio dal potere della morte e la madre dalla casa mummificata dal dolore.


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Sport insieme

Le Cresime

Il 2 maggio il Vescovo partecipa all’inaugurazione del campetto di calcio del centro sportivo Vitalica di Lavorate di Sarno. Alle 16.30 è prevista una partita inaugurale.

A maggio il Vescovo presiede: il 3 nella parrocchia Santa Maria Addolorata di Roccapiemonte; il 4 nella parrocchia San Giovanni Battista di Roccapiemonte; il 5 nella parrocchia Regina Pacis di Angri; il 6 nella parrocchia Corpo di Cristo a Pagani; il 7 nella parrocchia Santa Maria delle Grazie ad Angri; l’11 nella parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Nocera Superiore; il 12, alle 19.30, nella parrocchia San Francesco di Paola di Pagani; il 15 nella parrocchia San Giovanni Battista di Nocera Inferiore; il 20 nella parrocchia Santa Maria del Carmine a Pagani; il 21 nella parrocchia Santa Maria del Presepe di Nocera Inferiore; il 22 nella parrocchia San Giovanni Battista di Angri; il 23 nella

Episcopato riunito Dal 16 al 19 maggio il Vescovo partecipa all’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana che si tiene a Roma.

Visitare i carcerati Il 26 maggio il Vescovo visiterà il carcere di Fuorni a Salerno. Dopo aver incontrato alcuni carcerati, alle 10.00 presiederà la Santa Messa nella cappella del penitenziario.

È festa parrocchia San Sebastiano di Sarno; il 25 nella parrocchia San Francesco di Sarno; il 27 nella parrocchia San Giuseppe di Nocera Inferiore; il 28 nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di San Valentino Torio; il 30 nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis di Sant’Egidio del Monte Albino. A giugno presiede: l’1 nella parrocchia San Teodoro di Sarno; il 2 nella parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore; il 3 nella parrocchia San Lorenzo Martire di Sant’Egidio del Monte Albino; il 4 nella parrocchia Sant’Antonio di Sant’Egidio del Monte Albino; il 5 nella parrocchia Corpo di Cristo di Nocera Inferiore. Salvo diversa indicazione le celebrazioni inizieranno tutte alle 19.00.

Il 9 maggio, solennità di san Prisco, patrono della Diocesi e della città di Nocera Inferiore, alle 10.30 il Vescovo presiede la Santa Messa. Il 14, alle 20.30, il Vescovo presiede la solenne Veglia di Pentecoste all’interno del Battistero di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore. Il 29, nella parrocchia di Santa Maria Maggiore, alle 19.00, presiede la celebrazione del Corpus Domini. Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

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VITA ECCLESIALE

Comunità redentorista in festa Sabato 16 Aprile, nella Basilica di Sant’A lfonso a Pagani, il diacono Mario Ceneri è stato ordinato sacerdote da monsignor Giuseppe Giudice

Padre Mario Ceneri

U

n nuovo presbitero entra a far parte della famiglia alfonsiana. Il 16 aprile il diacono Mario Ceneri è stato ordinato sacerdote. La celebrazione è stata preceduta, il venerdì sera, da un profondissimo momento di spiritualità: un’adorazione eucaristica in cui Mario è stato accompagnato dai giovani della comunità redentorista e da quanti gli vogliono bene nel passaggio da ministro della Parola, dell’altare e della carità alla pienezza dell’uomo in persona Christi. Nella sua testimonianza, che ha commosso tutti, ha ribadito con fortezza e radicalità evangelica l’importanza di donare l’amore di Dio. La celebrazione del sabato presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, ha visto nella prostra-

zione del novello padre Mario, nell’unzione delle mani col crisma, asciugategli premurosamente dall’anziana madre, e nell’intenso abbraccio col fratello Alberto, già sacerdote redentorista, i momenti più toccanti. Padre Mario, dopo nove anni passati nell’ordine dei frati minori, è tornato al suo primo amore: Alfonso de Liguori. L’aderenza alla spiritualità del Dottore della Chiesa ha visto germogliare nella sua famiglia quattro vocazioni di speciale consacrazione: due sacerdoti e due suore redentoriste, di cui una prematuramente scomparsa. La disarmante semplicità di padre Mario sarà il cuore della sua missione sacerdotale. Antonio Francese

Raduno dei ministranti

S I ministranti in ascolto di don Roberto Farruggio

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ono arrivati da tutte le parrocchie per vivere un momento di formazione, preghiera e festa, si tratta dei ministranti della diocesi che il 16 aprile si sono dati appuntamento ad Angri per il loro raduno. Nell’Istituto delle Suo-

re Compassioniste c’è stato il saluto del Vescovo e la catechesi di don Roberto Farruggio, insieme alle testimonianze dei chierichetti. Poi c’è stata la celebrazione nella Collegiata di San Giovanni Battista presieduta da don Andre-

a Annunziata, responsabile diocesano del Servizio ministranti, e concelebrata dal parroco, mons. Vincenzo Leopoldo. Al termine della Santa Messa c’è stato un momento di festa negli spazi dell’istituto religioso compassionista.


Il Vescovo con i seminaristi al termine della Celebrazione

È

stata una festa di Chiesa, lo scorso 7 aprile, al seminario metropolitano “Giovanni Paolo II" di Salerno. Undici seminaristi hanno ricevuto i Ministeri del lettorato e dell’accolitato, a conferirli il vescovo Giuseppe. Il lettorato consiste nel proclamare la Parola di Dio nell’assemblea liturgica e istruire i fedeli a ricevere degnamente i Sacramenti, l’accolitato abilita a coadiuvare il diacono o il sacerdote nelle celebrazioni e a distribuire l’Eucarestia ai fedeli. Il conferimento di questi Ministeri si inserisce nell’ordinario percorso di formazione verso il sacerdozio. Quattro sono i nuovi lettori e sette gli accoliti, tra cui i seminaristi diocesani Marco Siano e Francesco Amarante. Monsignor Giuseppe Giudice ha riassunto in tre parole, “tre P”, la San-

In cammino verso il sacerdozio ta Celebrazione: Parola di Dio, Pane eucaristico, Poveri. Circa il primo punto, il Vescovo ha affermato che «è necessario diventare alunni alla scuola della Parola, non delle parole». Rispetto all’Eucaristia ha detto: «Occorre coltivare sentimenti di accoglienza, perché non siamo noi i padroni dell’Eucaristia, ma i servi. Guai se, consegnando il Pane, che è Gesù, diventiamo giudici degli altri». Rispetto al povero ha detto: «Chi è il povero? Il povero è innanzitutto Gesù. Egli si è fatto povero e servo. Non diventiamo sacerdoti per essere serviti, per metterci in una nicchia, perché abbiamo paura del mondo». L’augurio di monsignor Giudice è stato: «Cari giovani dobbiamo diventare parola per gli altri, pane spezzato, farci poveri per essere arricchiti dalla ricchezza di Dio».

Il Vescovo ha conferito i Ministeri del lettorato e dell’a ccolitato a undici seminaristi, tra cui Marco Siano e Francesco Amarante

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VITA ECCLESIALE

La storia, maestra di vita Lo scorso 10 aprile, i giovani della nostra Diocesi si sono incontrati presso la parrocchia San Sito II a Pagani per vedere il film Jacob il bugiardo

L’

idea di inserire all’interno del cammino in preparazione alla GMG un cineforum su Auschwitz nasce dalla convinzione che è necessario conoscere la storia, maestra di vita, per imparare da essa. Immergersi nella fede e cultura del Paese in cui si recheranno i giovani è necessario per accogliere tutta la ricchezza di questa esperienza. Per non parlare, poi, dei tanti giovani che per diversi motivi non andranno alla GMG: anche per loro, il prima e il dopo diventa un momento estremamente importante. Un appuntamento speciale quello vissuto per entrare pienamente nella sofferenza del popolo polacco, che ha saputo rinascere dalle sue ceneri come la fenice. Un momento per comprendere la tragedia di Auschwitz, il campo di sterminio che visiteranno a luglio. Il depliant. Ai giovani è stato donato un pieghevole con le riflessioni del professor Raffaele Mantegazza, dal titolo Uno zaino per la memoria. Abbiamo voluto mostrare ai giovani la concretezza e l’attualità di Auschwitz: «Si pensi al pudore che i ragazzi provano nel solo farsi le docce in uno spogliatoio: questa esperienza può far intuire loro (nonostante resti lontana anni luce) quello che vissero le vittime dei nazisti. Insomma ciò che vanno a vedere nei campi va riportato nel quotidiano» spiega Mantegazza ad Avvenire. L’esperienza non si ferma alla visita che i giovani faranno a luglio, essa prosegue con

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le riflessioni che faranno una volta tornati a casa; considerazioni che li faranno crescere aiutandoli a superare «i pregiudizi senza moralismi, ad affrontare il lato oscuro che è dentro di noi». (Mantegazza ad Avvenire). Celebreranno la sconfitta del nazismo e la vittoria della vita. Terminata la visione del film, alcuni giovani hanno partecipato all’Eucaristia delle 20.00. Non si sono fermati subito a discutere, hanno preferito dare tempo alle immagini di sedimentare nel cuore ed approfondire successivamente l’esperienza dei campi di concentramento e di sterminio.

Chiara Bruno, una giovane della nostra Diocesi che vive il suo cammino di fede nella GIFRA, parteciperà alla prossima GMG come volontaria. Una notizia che ci riempie il cuore di orgoglio e gioia.

CHEK-IN SI VA IN SCENA Il 23 maggio c’è un nuovo appuntamento della rassegna teatrale per la raccolta fondi a favore dei giovani che parteciperanno alla Gmg di Cracovia. Si va in scena con lo spettacolo “Storie di cuore… tra i denti” della compagnia teatrale San Sisto II e San Giovanni Battista, presso l’Auditorium S. Alfonso a Pagani. Il costo del biglietto è di 5 euro.

PER MAGGIORI INFO

visitate la pagina facebook PGNOCERASARNO, l’app PG NOCERA SARNO, oppure contattate i numeri: 344 2720169 e 347 6962168.


Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce Volontari e fratelli ammalati in piazza San Pietro in attesa dell’arrivo del Papa

Verso la Porta Santa Anche la Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza ha partecipato al pellegrinaggio diocesano a Roma lo scorso 9 aprile. Un’esperienza ricca di gioia e di grazia

«E

lemosina: non apparenza, ma gesto di amore e misericordia».
Queste le parole del Santo Padre che ci hanno accompagnati e guidati durante tutto il pellegrinaggio giubilare della Diocesi di Nocera-Sarno. 
È mezzanotte.
I pellegrini avevano il cuore in fermento e aspettavano con ansia che il loro nome venisse pronunciato dal sacerdote per poter partire alla volta della Porta Santa della Basilica di San Pietro a Roma. Attendevo anch’io, insieme ai miei fratelli e alle sorelle della P.U.A.C.S..
Appena arrivati, l’orologio della Basilica vaticana segnava le 4 e 10 del mattino. Avevamo sulle spalle molta

stanchezza e una nottata insonne, ma il desiderio di vedere il Papa ha vinto. La lunga attesa è esplosa in un boato di felicità quando Papa Francesco è arrivato in piazza sulla sua papamobile. VederLo a pochi centimetri da me ha suscitato un’emozione immensa. Una gioia indescrivibile ha inondato il mio animo. Soltanto pochi attimi, ma ricchi di commozione: Papa Francesco era accanto a me!
Durante l’udienza, il Pontefice ha sollecitato i genitori ad insegnare l’importanza dell’elemosina ai propri figli, ricordando che è un gesto pieno di contenuto e misericordia.
 “Si è più beati nel dare che nel ricevere”, dice Papa Francesco, “Lodare Dio nel sa-

crificio è lodare Dio nell’elemosina” aggiunge.
 Numerose volte le parole del Vescovo di Roma sono state interrotte dagli applausi dei fedeli radunati in piazza.
Alla fine dell’udienza, tutti noi, pellegrini della Diocesi di Nocera-Sarno, ammalati e personale della P.U.A.C.S., ci siamo messi in fila per il passaggio alla Porta Santa. C’erano centinaia di persone in coda la cui fede aveva sconfitto il caldo e la stanchezza fisica.
Il passaggio alla Porta Santa è stato, sicuramente, per tutti, il momento più bello, il fulcro di tutta la giornata. Lo ha anche ribadito il vescovo, mons. Giuseppe Giudice, nell’omelia durante la Celebrazione eucaristica del pomeriggio: «Un giorno di gioia, di giubilo, per aver varcato la Porta Santa, per aver incontrato il successore di Pietro, Papa Francesco, per aver vissuto un momento di fraternità e di vita diocesana molto intenso. Abbiamo visto e ascoltato Pietro, celebrato l’Eucarestia proprio nel luogo dove egli ha versato il sangue per il Signore. Insieme a Pietro facciamo sì che la nostra diocesi possa sempre rialzarsi e annunciare il Signore».
 Sabrina Perrino MAGGIO 2016 Insieme

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È possibile richiedere gratuitamente il sussidio al Comitato diocesano Anspi ai seguenti indirizzi mail: nocerasarno@anspi.it; anspinocerasarnocomunica@email.it; Contatti telefonici cellulare: 3471056738 Whatsapp: 3892476401

E

cco arrivato, anche quest’anno, il sussidio estivo Anspi che accompagnerà i giorni di vacanza dei nostri ragazzi e guiderà gli animatori di ogni oratorio nella preparazione ed organizzazione del Grest (Gruppo Estivo). “Hobbit. In te c’è di più!” Questo sussidio è per te, Animatore. Il viaggio che stai per intraprendere è unico. Lasciati conquistare da questa avventura estiva e cogli le opportunità che essa ti offre. Accetta la sfida di lasciare le tue comode sicurezze per lanciarti in un’impresa sconosciuta, anche se non sai ancora quali fatiche e difficoltà dovrai affrontare. Speriamo che come te tanti giovani animatori, decisi ad attraversare la Terra di Mezzo, abbiano l’occasione di tirare fuori ciò che di unico c’è in loro, e riescano a farlo con quella gratuità che da sempre li contraddistingue. É grazie a tutti voi se da anni migliaia di bambini vivono un’esperienza di attività estiva unica ed irripetibile. La disponibilità verso i più piccoli, rinnovata ogni anno da parte di tantissimi giovani animatori, ha del miracoloso. Anche se in fondo, come dice Gandalf alla fine della nostra storia, “siamo solo piccole creature in un mondo molto vasto”. É tempo di Hobbit perché quest’anno siamo chiamati a vivere il Giubileo della Misericordia e a farci piccoli come Bilbo per intraprendere un pellegrinaggio dentro noi stessi che pos-

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sa realmente trasformarci e renderci migliori. È tempo di Hobbit perché i canti e le leggende intorno ai quali si dipana l’avventura sono preziosi per aiutarci a non dimenticare l’importanza della nostra tradizione e ci aiutano a capire la necessità di conservare la nostra identità culturale per far nascere il rispetto verso quella altrui. É tempo di Hobbit perché è il momento di risvegliare in noi la capacità di saper guardare all’essenziale, al vero tesoro, a ciò che rende preziosa la nostra vita. Solo così riusciremo a fare dei progetti di vita che puntino in alto e proseguano determinati, come i nani nella loro ricerca. É tempo di Hobbit perché abbiamo bisogno di proporre ai bambini e ai ragazzi la bellezza di condividere concretamente delle avventure in gruppo, abbandonando il comodo isolamento che il mondo virtuale sempre più propone loro. É tempo di Hobbit perché è opportuno allenarsi a comprendere nuovi codici e linguaggi capaci di generare apertura rispetto alle Porte Segrete del cuore di chi giunge nei nostri oratori. É anche tempo del logo di questo incredibile viaggio con Bilbo Baggins, Gandalf e Thorin Scudodiquercia, racchiusi nell’Unico Anello dell’amicizia.

Hobbit. In te c’è di più! È pronto il sussidio estivo dell’Anspi, strumento prezioso per la preparazione del Grest. L’opuscolo può essere richiesto gratuitamente contattando il comitato zonale dell’associazione


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria Addolorata San Potito di Roccapiemonte

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

“Adotta un bene comune”

“A

dotta un bene comune”: è lo slogan scelto dal Comune di Roccapiemonte, coinvolgendo l’interesse e la passione dei cittadini, dando loro la possibilità di interessarsi personalmente di un pezzo del territorio, da un’aiuola ad un fabbricato, da un giardinetto ad un marciapiedi. Dobbiamo constatare che proprio quando manca questa coscienza del proprium, assistiamo a scempi ambientali, distruzioni, deturpazioni varie su oggetti e cose che pensiamo non ci appartengano. La Biblioteca comunale, posta a San Potito, nel cuore del territorio tra Casali e Rocca, è stata affidata alla Protezione Civile. I volontari, guidati dal dinamico Nicola Pagano, ex militare, hanno davvero fatto piazza pulita, nel senso che hanno liberato l’ambiente dalle erbacce, impiantato ulivi, ridipinto pareti e sistemato interni. Così, domenica 28 febbraio, si è potuto inaugurare la struttura. Presenti, tra gli altri, il sindaco Andrea Pascarelli, l’assessore all’urbanistica Guerrino Terrone, il consigliere Gaetano Fimiani ed il parroco d. Natale Gentile. Non ci resta che… leggere! d. Natalino Gentile Il tavolo di presidenza per l’inaugurazione della Biblioteca comunale

Radio Maria: nuova esperienza per i fedeli

E

ntusiasmo e gioia per quest’occasione che ha visto i parrocchiani di San Michele Arcangelo in Nocera Superiore impegnati a prepararsi all’evento. Domenica 10 aprile, infatti, hanno avuto il piacere di accogliere la troupe di Radio Maria, che ha trasmesso la Santa Messa presieduta da don Giuseppe Perano eccezionalmente alle ore 10.30. Una nuova esperienza – programmata già da mesi – che ha creato gioia ed emozione in quanti ne hanno preso parte. Un ringraziamento speciale al parroco, sempre propenso a creare nuove occasioni per ricercare i segni tangibili della presenza del Padre. Federica Pepe

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NEWS DALLE PARROCCHIE Santa Maria dei Bagni Scafati

Ministranti, grandi e piccoli

“S

ignore fa di me uno strumento della tua pace”: è questo che i ministranti della parrocchia di Santa Maria dei Bagni hanno chiesto al Signore. Il 6 marzo scorso, nella quarta domenica di Quaresima, quella della gioia, 20 ministranti, piccoli e grandi, hanno celebrato la loro prima vestizione. Hanno detto il loro “eccomi” al Signore per diventare servitori di Dio, impegnandosi a partecipare agli incontri di formazione, alla Messa domenicale e ad essere costanti nella preghiera. Con grande gioia tutta la comunità li ha accolti e li accompagnerà nel loro percorso. Ci auguriamo che questo possa essere solo l’inizio di un lungo cammino, che passo dopo passo, porti i nostri ministranti molto lontano.

Giusy Cesarano

I ministranti della parrocchia con padre Michele Floriano

Tutto il sapore del mare da gustare In Villa!

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Visite pasquali e pastorali

I

l mese di maggio è da sempre amato ed atteso per vari motivi. La primavera si colora di fantasiose fioriture ed il clima è favorevole a passeggiate e contemplazioni naturalistiche. Per la liturgia, maggio appartiene ancora al Tempo di Pasqua, il tempo dell’alleluia. Ma è anche il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti si ispira la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria, il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la “rosa” apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Infatti, è con Maria, umile e discreta, che si muovono i primi passi della comunità cristiana. Per proseguire i passi dell’apostolato di Maria, la comunità parrocchiale, sostenuta da p. Massimo Staiano, partecipa con fervore alle visite di benedizione delle case con l’acqua Santa della notte di Pasqua ed alle celebrazioni mariane con la recita del Rosario nei diversi “cortili” di preghiera del centro storico di Sant’Egidio del Monte Albino. In molti hanno condiviso le preziose parole di Papa Francesco: «Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non guardate con tristezza al futuro; mantenete viva la speranza: c’è sempre una luce all’orizzonte». Maria Ermelinda Di Lieto

Lunetta artistica sulla porta laterale sinistra dell’Abbazia raffigurante la Madonna con il Bambino

Dal 1° maggio si aprono le porte del ristorante In Villa, con le freschezze del buon pescato di mare. Scegli di cenare nella raffinata sala interna o farti baciare dalla luna a bordo piscina, in un’estate dalle mille emozioni targate In Villa! Prenotazione Obbligatoria

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Sant’Alfonso Pagani

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Madonna del Perpetuo Soccorso: un’icona d’amore

Il viaggio verso la misericordia continua

Q

uasi per caso, nel 1896, il beato Charles de Foucauld, di passaggio a Roma, scorse l’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso. La tenerezza degli occhi di Maria guidarono tutta la sua vita. Custodita nella chiesa romana dei Redentoristi, in origine l’icona si trovava a Creta, ma ben presto attiL’icona della Madonna rò l’attenzione di un merdel Perpetuo Soccorso cante, che la trafugò. Dopo un burrascoso viaggio in nave, il ladro del dipinto attribuì alla Santa Madonna il miracolo della loro sopravvivenza, decidendo di destinare l’icona alla pubblica venerazione. La Madonna del Perpetuo Soccorso incrociò finalmente il cammino dei Redentoristi: il 19 gennaio del 1866, infatti, i religiosi ebbero l’incarico di portare l’icona all’interno della loro Casa madre, e il 26 aprile dello stesso anno, il quadro mariano venne intronizzato nella chiesa di Sant’Alfonso all’Esquilino. I Redentoristi promossero in ogni parte del mondo il culto della Madonna, tanto da diventare un modello spirituale per ogni nazione. Dopo 150 anni, i Redentoristi celebrano l’Anno Giubilare di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso, ricorrenza mariana inserita nell’Anno della Misericordia. Il Giubileo, aperto il 27 giugno 2015 nella chiesa romana di Sant’Alfonso, si concluderà il 27 giugno 2016. In quest’ultima data, comincerà un’altra tappa della storia provvidenziale della Madonna del Perpetuo Soccorso, icona della nuova evangelizzazione. Chiara Panella

D

opo aver celebrato la Pasqua giubilare in modo intenso, la comunità di Orta Loreto, con don Gerardo ha accettato l’invito del vescovo Giuseppe e il 9 aprile, insieme alla diocesi, si è messa in cammino verso la Porta Santa. Più di 200 persone nel cuore della notte si sono messe in viaggio. Nonostante la faticosa giornata è stata un’esperienza emozionante perché attraverso il messaggio di Papa Francesco e il suo saluto siamo stati toccati tutti nel profondo del cuore. Per ricordare sempre di più il tema di questo Giubileo straordinario, il nostro parroco ha pensato di far dipingere le Opere di misericordia corporali e spirituali sulla sede dell’altare. Al momento della benedizione don Gerardo ha sottolineato che deve essere un segno per far capire che «chi vive la carità non solo la dona a Cristo ma fa sì che Cristo continui la sua opera di salvezza». Dina Grimaldi La sede dell’altare con le Opere di misericordia dipinte

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NEWS DALLE PARROCCHIE La compagnia “Gli Ambrosido”

San Bartolomeo Apostolo Corbara

I ministranti al raduno diocesano

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e tuniche a volte fuori misura, grandi sorrisi, volti entusiasti per l’uscita fuori porta. L’occasione è di quelle speciali: l’incontro diocesano ministranti – il primo e tanto atteso per alcuni dei nostri più piccini –, ancora nel cuore l’invito paterno del vescovo Giuseppe a servire Cristo con passione, ancora negli occhi i sorrisi dei ragazzi incontrati, le parole scambiate, gli inni urlati a squarciagola. Riguardo le foto del pomeriggio trascorso, prima quella di gruppo, studiata, voluta e pensata, poi i tanti scatti a sorpresa. Il cortile stracolmo di ragazzi, tutti con la stessa vocazione al servizio, con la stessa fede in Cristo Salvatore. Il volto a tratti emozionato, carico di orgoglio e d’amore del nostro caro don Vincenzo, poi – il momento che da sempre prediligo – la vestizione, che ogni volta emoziona. Cambia qualcosa nei nostri ragazzi quando indossano quella tunica: risplendono di una dolce fierezza, forse per la consapevolezza di essere chiamati ad una missione speciale. Ripartiamo da qui come gruppo, da questo momento di grande comunione, con più slancio, ripetendo come Isaia, «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Vittoria Barbato Il gruppo dei ministranti

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Santa Maria delle Grazie Angri

Gli Ambrosido in scena

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orte aperte quelle del teatro parrocchiale, che insieme alla Congrega di S. Caterina e alla comunità di S. Maria di Costantinopoli, ha ospitato una delle tappe della rassegna “Angri e teatro”, promossa dal Centro Iniziative Culturali e dalla compagnia Anziteatro. La kermesse, giunta alla V edizione, ha proposto, lo scorso 8 aprile, la rappresentazione della compagnia di casa “Gli Ambrosido”, che dopo il lusinghiero successo riscosso nella prima trasferta a Cava de’ Tirreni (dove si è esibita per l’associazione “La Nostra Famiglia”) ha messo in scena una commedia ribattezzata col titolo “L’anello di mammà”. Dopo l’estate, lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro comunale di Cariati, nell’ambito del gemellaggio con la locale associazione “Nella Ciccopiedi”, che lo scorso 6 febbraio è stata ospite al teatro “Mons. G. Illiano” con “Miseria e nobiltà”. La commedia è stata scritta da Mario Avosso e diretta da Antonio D’Andretta. La vicenda è ambientata in una piccola pensione di Genova, gestita da una simpatica famiglia napoletana che anima la scena intrecciando in un crescendo comico il vissuto di personaggi di varia umanità. Sullo sfondo campeggiano il pregiudizio e un’inconsapevole – quanto marcata – forma di razzismo: elementi che risulteranno ridimensionati nella graduale costruzione di un finale divertente sorprendente. Gruppo web & comunicazione


IN PARROCCHIA

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN PRISCO - NOCERA INFERIORE

a cura di Antonietta Abete Il Sarcofago che accoglie le spoglie di san Prisco

San Prisco, esempio di misericordia

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ella storia della Chiesa vi sono esempi luminosi di misericordia tra i quali spicca la figura di un santo che ha messo in pratica tutte le opere di misericordia spirituali e corporali: San Prisco. Il suo grande impegno di evangelizzazione dell’Agro nocerino-sarnese ha generato la conversione di questa terra. Egli ha consigliato, insegnato, ammonito i peccatori, consolato gli afflitti, perdonato, sopportando e pregando Dio. Ha accolto, aiutato e si è prodigato per i bisognosi. In tutto ciò fu il Priscus, il Primo, l’Antico Cristiano dell’Agro. Araldo della fede nell’iniziale e difficile periodo della cristianità, a distanza di secoli tutti possono attingere da lui coraggio e forza nelle avversità, rifugio e aiuto per superarle. La Cattedrale, ai piedi del Monte Albino, è un’oasi di pace e di silenzio. Qui san Prisco ci prende per mano e, aiutandoci ad elevare lo spirito, ci fa sperimentare l’amore e la misericordia del Padre. Già da alcuni anni, in Cattedrale, è cominciata la pratica della memoria di san Prisco, il giorno 9 di ogni mese. Si accoglie una parrocchia che viene in pellegrinaggio e, dopo la Messa vespertina, si recitano le litanie al Santo mentre l’assemblea si reca pellegrina davanti al sarcofago che accoglie il suo corpo mortale e qui si recita la Supplica. La celebrazione termina con il bacio della reliquia del Santo. In quest’occasione i fedeli chiedono grazie e benedizioni.

L’anno scorso la statua del Santo si recò in peregrinatio nelle varie parrocchie di Nocera per ridare segno di unità alla città nel culto di questo grande Santo la cui devozione, per il passato assopita, si è risvegliata e rinvigorita. Gli appuntamenti. I giorni della “festa” del Santo Patrono, dal 7 al 10 maggio, vantano un ricco programma religioso e civile. Il Solenne Novenario comincia il 30 aprile con il Giubileo delle autorità civili e militari dell’Agro e il discorso alla Città dell’Agro del Vescovo e continua con il tradizionale pellegrinaggio delle parrocchie per vivere il loro Giubileo, attraversando la Porta Santa della Cattedrale. Il 9 maggio c’è la Santa Messa Pontificale e la Solenne processione per le strade nocerine, con la presenza di Sua Eccellenza, il vescovo Giuseppe Giudice, di tutto il clero, delle Confraternite e delle Autorità Civili e Militari. Sono questi i momenti religiosi più forti con una ricca partecipazione della cittadinanza. Riscoprire la devozione in san Prisco significa recuperare le nostre origini cristiane. Recarsi pellegrini in Cattedrale e fermarsi a pregare davanti al sarcofago che accoglie il Suo corpo, in attesa della risurrezione, ci aiuta a ritrovare la pace del cuore e ad accogliere quella Luce che il Risorto ha donato a tutta l’umanità. Domenico Cinque Marilena De Angelis

Ricco programma religioso e civile per la festa del Santo Patrono, dal 7 al 9 maggio. Il Solenne Novenario comincia il 30 aprile con il Discorso alla Città dell’Agro di Mons. Giudice

La tela del primo Vescovo di Nocera

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

La visita Museo della Bibbia a Castellammare di Stabia

Lo scorso 5 aprile, il gruppo che si riunisce una volta al mese per lo studio della Bibbia, accompagnato da don Antonio Mancuso, ha visitato il Museo della Bibbia a Castellammare di Stabia, presso l’Istituto delle Suore Compassioniste Serve di Maria

La Bibbia, scuola di formazione

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ella nostra parrocchia, lettori, catechisti, Suore Battistine e Compassioniste si incontrano una volta al mese, sotto l’attenta guida di don Antonio Mancuso e suor Maria Distratis, per svolgere il servizio di Lettore e Catechista con più consapevolezza. Il gruppo è pronto ad accogliere quanti desiderano impegnarsi in questo servizio ecclesiale. Grazie a questo appuntamento abbiamo capito che la Bibbia non si studia, ma si prega. Lo studio dei testi biblici proclamati nella liturgia va fatto prima, come preparazione, o dopo, come approfondimento, perché la preghiera e la celebrazione liturgica siano più consapevoli e ricche. Il testo deve essere letto più volte, per comprenderlo, familiarizzare con il suo contenuto e i suoi protagonisti. Dio si è rivelato attraverso la parola proclamata da uomini scelti da Lui e attraverso la parola scritta, perché possa risuonare in ogni tempo come fosse la prima volta. Il cristiano, alla mensa della vita, si nutre della parola e del corpo di Cristo, per entrare nella Bibbia, abitarvi, meditarla, pregarla. Una giornata speciale. Il 5 aprile, in occasione del nostro incontro mensile,

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don Antonio Mancuso ci ha fatto visitare il Museo della Bibbia a Castellammare di Stabia, presso l’Istituto delle Suore Compassioniste Serve di Maria. La guida ci ha spiegato che «il Padre incontra i suoi figli non per dare notizie sul passato, ma per annunciare qualcosa che li riguarda». Abbiamo potuto ammirare edizioni rare e pregiate, su alcuni testi abbiamo contemplato le incisioni dei grandi maestri che hanno illustrato molte edizioni della Bibbia. Quando leggiamo o ascoltiamo la lettura dei libri sacri, stiamo ascoltando la Parola del Dio vivente. Se non prestiamo attenzione a questo aspetto, rischiamo di perderci nello studio, collezionando conoscenze senza tuttavia alimentare la nostra fede. La Parola non ci abbellisce, ma ci spoglia impietosamente. Non possiamo servirci della Parola per camuffarci; essa, al contrario, ha il compito di esporci. Abbiamo poi visitato l’Istituto delle Suore Compassioniste. Ci hanno accompagnato in una piccola cappella dove sono custoditi gli effetti personali della Beata Maria Maddalena Starace, fondatrice della Congregazione. Il racconto della sua vita, dei suoi sacrifici e della sua innata bontà verso i più deboli ci ha fatto sentire desiderosi di fare e

dare di più. Un momento speciale è stato quando le Suore Compassioniste e le Suore Battistine hanno incrociato i racconti della vita dei due fondatori, uniti dallo stesso amore per i bambini… una cosa che ci riguardava. Nella bellissima Chiesa del Sacro Cuore, dov’è conservata l’urna contenente le ossa della Beata, abbiamo concluso la visita con una preghiera e il cuore grato. Carmelina Pace Alcuni dei testi sacri conservati


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE

I giovani durante il concerto

La bellissima torta

Il taglio della torta con don Giuseppe Perano

10 anni di fede e sacrifici

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o scorso 3 aprile la comunità ha celebrato il decimo anniversario della dedicazione della parrocchia di San Michele Arcangelo. La comunità ha scelto di festeggiare nella semplicità, portando nel cuore l’emozione per aver ereditato una simile ricchezza. In serata, dopo la celebrazione eucaristica, un concerto organizzato dai giovani ha creato un armonioso connubio tra canto e preghiera. «Non è possibile fare a meno di ringraziare tutti coloro che mi hanno preceduto e che hanno lavorato duramente per la realizzazione di quest’importante progetto – ha ricordato don Giuseppe Perano –. Senza il loro impegno, oggi non potremmo usufruire di questo dono». Un germoglio prezioso di cui essere grati a Dio. Federica Pepe

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risaputo: il giorno successivo alla Pasqua si trascorre in allegria e in compagnia degli amici. Allora, quale luogo migliore della propria seconda casa? I ragazzi di San Michele si sono riuniti in parrocchia e hanno passato la giornata in compagnia di don Giuseppe Perano. Neppure il tempo incerto e il sole che non ha mai fatto capolino hanno smorzato la gioia e il divertimento. La condivisione del pranzo, una partita di pallone tra una portata e l’altra, sorrisi e racconti, mentre gli

La comunità ha celebrato nel solco della semplicità e del ringraziamento il decimo anniversario della dedicazione della Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in Nocera Superiore

ultimi timidi arrivati si fanno spazio tra gli altri: impossibile rinunciare al piacere di stare insieme. «È bello sapere di poter contare sugli altri e di aver sempre un luogo nel quale rifugiarsi. Un particolare ringraziamento a don Giuseppe che non ci impedisce mai di organizzare questi incontri», raccontano i ragazzi. Tanta, dunque, la riconoscenza nei confronti di chi si adopera affinché i fedeli a lui affidati possano vivere insieme nella fede, in maniera costruttiva e gioiosa. F. P.

Un gioioso Lunedì in albis I giovani hanno trascorso la Pasquetta tutti insieme nel salone parrocchiale, accolti con disponibilità dal parroco

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

GustacontRAda Giunge alla settima edizione il percorso enogastronomico che coinvolge le sei contrade presenti sul territorio parrocchiale. L’appuntamento è per il prossimo 7 e 8 maggio

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uastacontrada è un percorso gastronomico di arte del gusto, tradizione e genuinità. È un appuntamento che ci permette di “stare insieme”, un evento nel quale le potenzialità dei singoli e delle rispettive contrade sono valorizzate e messe al servizio. È questa l’oc-

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casione nella quale tutti siamo chiamati a scendere in campo per sentirci utili e realizzare i progetti della nostra comunità, primo fra tutti testimoniare la nostra “unione e coesione”. L’unità che emerge negli eventi di fede e in quelli formativi, che crea meraviglia negli occhi di chi ci osserva,

sia un incentivo a vivere ogni impegno con lo stile della famiglia. E proprio come una grande famiglia, invitiamo tutti i lettori di Insieme a visitarci per gustare le diverse pietanze, preparate dalle sei contrade presenti sul nostro territorio: pasta e fagioli, polpette di melan-

zane, mescete (broccoli saltati in padella con pane raffermo), frittelle salate, graffe e caponata. Un’occasione preziosa per trascorrere qualche ora spensierata. Vi aspettiamo, sabato 7 e domenica 8 maggio, presso la nostra parrocchia. Valeria Fedele


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA

Gioisca la terra

Un momento del Rito del Battesimo durante la Veglia pasquale

Intensi e numerosi gli appuntamenti che hanno aiutato la comunità a vivere la Settimana Santa. Fotocronaca dei momenti più belli

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ioisca la terra inondata da così grande splendore”, così si canta nel Preconio la notte di Pasqua, per ricordarci che Gesù Risorto è la luce da seguire. Quest’anno le celebrazioni pasquali sono state numerose ed intense. Tutto è iniziato la Domenica delle Palme, come i pellegrini di Gerusalemme anche noi ci siamo messi in cammino dalla chiesa vecchia fino alla chiesa nuova, poi la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo con il gesto della Lavanda dei piedi e l’apertura dell’Altare della Reposizione preparato anche quest’anno dai nostri giovani. Senza dimenticare la Liturgia del Venerdì Santo con il bacio della Croce per poi arrivare alla madre di tutte le celebrazioni: La Veglia Pasquale, Messa in cui vengono benedetti il fuoco e l’acqua con la quale sono stati celebrati quattro Battesimi, per immersione, come per i primi cristiani. Francesco Coppola I giovani che hanno preparato l’altare della Reposizione insieme a don Andrea Annunziata

L’altare della Reposizione

L’accensione del cero pasquale

La benedizione delle palme

Un momento della Lavanda dei piedi

Il salmo cantato

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO La celebrazione del precetto pasquale al Secondo Circolo di Nocera Superiore

Celebrato il 22 e 23 marzo il precetto pasquale al Secondo Circolo di Nocera Superiore e con il plesso Marco Polo

Il profumo della Resurrezione arriva a scuola

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tornato il tempo della Pasqua, dell’annuncio, della gioia, del perdono, della misericordia del Padre. È martedì 22 marzo, nell’aria è esplosa la primavera e l’annuncio entra nelle scuole. Al Secondo Circolo di Nocera Superiore, nei plessi San Giovanni Bosco e Marco Polo, si rinnova la consuetudine del precetto pasquale, celebrato dal parroco don Roberto Farruggio. Per trasformare la scuola in casa di Cristo ci si organizza come si può, con quel che si ha… E, pare, non manchi nulla se c’è l’attesa dei bambini e un altare servito da un sacerdote che sa parlare al loro cuore. La preghiera sale e incontra l’offerta dei cesti ricchi di viveri che parlano del desiderio di fratellanza concretizzato dai bambini e dalle famiglie che, con generosità, dividono idealmente il pane con chi non ne ha. I canti si mescolano al profumo dei fiori di giardino raccolti e portati a scuola da qualche mamma volenterosa. Al plesso Marco Polo trionfa la semplicità della Croce realizzata con due rami legati tra loro dalle mani amorevoli di Gennaro, il collaboratore. Non manca nulla, neppure l’armonia delle note della chitarra del maestro Francesco che si alterna tra i due plessi in supporto alla lode. Anche la scuola media Fresa Pascoli il 23 marzo ha organizzato il precetto pasquale recandosi loro in parrocchia dove hanno vissuto la celebrazione della Santa Messa. Misericordia: questo il filo conduttore dell’omelia. Misericordia per vivere l’annuncio e per donarlo. Misericordia per perdonare le offese, per ritornare fratelli uniti in un sol coro, come oggi, per dare lode a Gesù e al suo amore che non conosce tempo e continua a innamorare piccoli e grandi. Buona Pasqua da noi tutti… che sia per tutto l’anno. Maria Rosaria Spiezo

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La prima Confessione I bambini che si preparano a ricevere la Prima Eucaristia hanno ricevuto, lo scorso 9 aprile, il sacramento della Riconciliazione nella splendida cornice del convento di Sant’Antonio

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i sono accostati per la prima volta al confessionale in una giornata pensata su misura per loro. L’attività proposta dai catechisti e dagli educatori di Azione Cattolica è stata rivolta anche ai genitori, che inaspettatamente hanno partecipato vivendola come una giornata di silenzio e meditazione. A tutti è stata letta una storia e da questa è iniziato il vero e proprio esame di coscienza. Ognuno ha messo nelle proprie scarpe tre sassolini, ad indicare il peso ed il disagio del peccato. Le piccole pietre sono state tolte durante la Confessione. Dopo la Celebrazione eucaristica, i bambini, insieme ai genitori, hanno preso un sasso dal cestello di una piccola mongolfiera che è volata come vola la nostra anima pura dopo la Riconciliazione con Dio. Solo dopo che sono stati tolti tutti i sassi, la mongolfiera ha avuto la possibilità di volare, perché anche un piccolo peccato impedisce l’incontro con Lui che ci ama ed è sempre pronto a perdonare. La giornata si è conclusa con la condivisione del pranzo. Consiglia Amarante


Don Roberto lava i piedi ad una guardia ambientale

Rinati dall’alto La comunità ha vissuto in silenzio e raccoglimento gli appuntamenti del triduo pasquale

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giorni del Triduo Pasquale sono stati vissuti con una particolare attenzione alla preghiera. Tutto è iniziato con la celebrazione della Messa in Coena Domini e la lavanda dei piedi. In ricordo di quella sera di Passione, nell’Anno della Misericordia, don Roberto ha lavato i piedi a dodici persone che vivono le opere di misericordia. C’erano le Guardie Ambientali, la Croce Rossa Italiana, i volontari di una Casa Famiglia per bambini… Alla fine della celebrazione, Gesù Eucaristia è stato posto nell’Altare della Reposizione. Il tabernacolo era posizionato al centro del logo del Giubileo della Misericordia.

L’altare della reposizione e la rappresentazione delle opere di misericordia corporali e spirituali

Davanti ad una distesa di grano erano rappresentate, in un percorso centrale alla sala, le sette opere di misericordia corporali e le sette opere di misericordia spirituali. Il clima di silenziosa adorazione è stato animato dai gruppi di Azione Cattolica, dal Movimento Giovanile Costruire e dal Coro parrocchiale che ha accompagnato la serata con un lieve sottofondo musicale e canti di adorazione. La mattina seguente l’adorazione è stata arricchita dalla recita dell’Ora Media e, nel pomeriggio, la Solenne Azione Liturgica, il momento più intenso del Triduo con un’intensa partecipazione di fedeli.

Il pranzo condiviso con i genitori e i bambini Il volo della mongolfiera

“Da mezzogiorno alle tre si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura della Bibbia. Per me è una delle più luminose. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota! Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. È la frase utilizzata da don Tonino Bello per spiegare che “la Croce è una collocazione provvisoria” ed è stata ripresa dal parroco durante l’omelia. Per ripercorrere la via verso il Calvario si è svolta la tradizionale Rappresentazione della Via Crucis per le strade della parrocchia. Il terzo giorno, abbiamo celebrato la Pasqua di Resurrezione con la grande veglia e la gioia immensa della Domenica. Al termine dell’intensa settimana santa abbiamo compreso che eravamo come pecore smarrite, ognuno sviato dal suo sentiero, ma il Signore ha fatto cadere in Lui i peccati di tutti. Attraverso le sue piaghe siamo stati guariti e possiamo rinascere. Giovanni Giordano MAGGIO 2016 Insieme

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Le panchine per accogliere le mamme dei ragazzi che frequentano il catechismo e l’oratorio

Il tabernacolo

La nuova collocazione delle statue dei santi

La cura della Casa di Dio «La parrocchia è la casa dei fedeli. Bisogna curarne la bellezza e preoccuparsi della praticità degli ambienti». A colloquio con don Giuseppe Pironti che ci illustra i cambiamenti che hanno investito il complesso parrocchiale San Sisto II

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ra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, don Giuseppe Pironti ha iniziato ad apportare delle modifiche all’interno e all’esterno del complesso parrocchiale San Sisto II. Lo abbiamo intervistato per capire come cambierà il volto della parrocchia e quali sono i motivi che hanno reso necessari questi interventi.

Don Giuseppe, cominciamo con l’interno della Chiesa che ha visto le più vistose trasformazioni.

«Ogni casa, e la parrocchia è la casa dei fedeli, ha bisogno di essere curata nella bellezza e nella praticità, oltre al fatto che l’aula liturgica di una chiesa deve sempre rispondere alle esigenze del mistero che in essa viene celebrato. In questo tempo trascorso dal mio arrivo in parrocchia, ho maturato la necessità di rendere la nostra parrocchia sempre più accogliente. Tengo molto all’idea di accoglienza, Gesù è sempre accogliente e una parrocchia ha l’obbligo di esserlo tanto quanto lui, nelle cose piccole e in quelle grandi, nelle disposizioni interiori e nelle manifestazioni esteriori. Non che fino ad ora la parrocchia non lo fosse stato, anzi. Mi piace sempre ribadire che ogni passo che si fa in meglio è quello successivo al passo fatto da chi c’era prima, e quindi è un passo fatto insieme».

Quali cambiamenti sono stati apportati?

«Abbiamo sistemato innanzitutto il presbiterio e il tabernacolo, centro dell’aula liturgica, dove è posta l’attenzione dei fedeli. Il presbiterio è ora più libero, senza l’a ggiunta di cose non necessarie, così da non distogliere l’attenzione dal mistero, mentre il tabernacolo ha trovato la sua collocazione in quella che ormai è la cappellina del Santissimo, riservata e accogliente ma bene in vista per tutti. Abbiamo, poi, restaurato l’antico confessionale della parrocchia, che riporta lo stemma di san Sisto II e che è posto all’ingresso della chiesa, quasi a dire che si arriva al mistero dell’Eucaristia solo dopo essersi incontrati con Dio nella confessione. Di fronte al confessionale, c’è il fonte battesimale, porta dei sacramenti, anch’esso quindi all’ingresso della chiesa. Il decoro è fondamentale: i ministranti sedevano sulle sedie, e mi sembrava fossero sempre aggiunti per l’occasione, non parte integrante e pensata della celebrazione. Ora hanno delle panche che dicono sempre la loro importanza nella celebrazione. Certo, può capitare che si debba aggiungere qualche sedia nelle grandi celebrazioni, ma facciamo i conti con gli spazi che abbiamo». Novità anche per i banchi.

«Sì, stiamo restaurando i banchi con grande partecipazio-

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola L’antico confessionale

I banchi restaurati

ne dei fedeli: la necessità si è ravvisata sia per la sicurezza, perché i banchi ormai vecchiotti sono instabili, sia per la bellezza di un ambiente curato nel tempo». Quali altre modifiche sono state apportate?

La struttura in ferro, che rappresenta il mondo, posta all’esterno della chiesa

«Una buona collocazione è stata data alle statue dei santi, disposte in maniera pensata e ordinata, per consentire ai fedeli la giusta e sana devozione senza mai perdere il centro che è Gesù. Ancora, abbiamo rinnovato l’impianto microfonico: a cosa servirebbe annunciare la Parola se, poi, non si riesce a sentirla bene? Infine, abbiamo finalmente una sacrestia. La forma della chiesa non consente un luogo adeguato in cui indossare i paramenti sacri, prepararsi alla celebrazione e svestirsi, ma con piccoli accorgimenti siamo riusciti a ricavarlo e ora questo luogo c’è». Anche all’esterno sono state apportate variazioni?

«Sì. Abbiamo spostato la struttura in ferro che rappresenta il mondo sovrastato dalla croce. Prima era all’ingresso dell’oratorio, poco visibile ai passanti, ora è accanto all’ingresso della chiesa come testimonianza per tutti. Nello spazio che prima era occupato da questa struttura, abbiamo posizionato della panchine e un lampione, e i motivi sono fondamentalmente due: dare un luogo comodo e accogliente alle persone che attendono, in particolare alle mamme dei bimbi e ragazzi che frequentano catechismo e oratorio e, poi, per sostare con i fedeli e

vivere la comunione non solo nell’aula liturgica o nelle sale dell’oratorio». Infine il salone dell’Oratorio.

«Appena si entra in oratorio, le persone sono accolte da una vetrata che rappresenta i santi che hanno dato la vita per i ragazzi – don Bosco, san Filippo Neri, i nostri Beati diocesani – e alcune frasi celebri degli stessi. Abbiamo anche reso sicuro l’oratorio che aveva il solaio pericolante, mettendo insieme sicurezza e bellezza come sempre. Le stanze dove i bambini e i ragazzi svolgono le attività, hanno colori diversi, perché sostando in questi luoghi si possa avere, anche con gli occhi, la sensazione della gioia propria dei colori utilizzati. Anche i bagni sono stati sistemati, perché si possa trovare sempre igiene e intimità». Insomma, tanti lavori per rendere più accogliente e funzionale la nostra bella parrocchia.

«Sì, perché tutti si sentano accolti e curati e perché non manchi mai il necessario per svolgere tutte le attività. Piccole cose fatte insieme a tutta la comunità che ha sempre mostrato volontà di costruire e generosità nel contribuire. Per concludere, ci tengo a dire ancora che tutto quello che si fa è sempre nella continuità, che tutto è possibile sempre perché chi c’è stato prima ha fatto la sua bella e importante parte, che i cambiamenti non devono e non vogliono mai essere l’eliminazione del passato, ma il miglioramento dello stesso». MAGGIO 2016 Insieme

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a cura della comunità parrocchiale S.S. Apostoli Simone e Giuda Taddeo - Casolla di Nocera Inferiore

Presentazione contrade e alzata del quadro durante i festeggiamenti dello scorso anno

Cascata delle rose di via Siciliano, anno 2014

La bellezza della tradizione: Tra fede e storia

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reservare le tradizioni è da sempre e ancora di più oggi, in un mondo omologato e globalizzato, un’inestimabile risorsa. Lo sanno bene gli abitanti del quartiere Casolla, dove, alla periferia della città ma al centro del cuore di molti, c’è una piccola parrocchia, casa tra le case, dove esiste, resiste e si tramanda il culto di santa Rita. Infatti, quando dici Casolla dici santa Rita: non ce l’abbiano a male gli apostoli Simone e Giuda Taddeo, cui la chiesa è intitolata, ma qui la santa di Roccaporena è troppo popolare.

Grandi e piccini fanno memoria della meravigliosa esistenza di questa donna attraverso il pellegrinaggio annuale a Cascia, le celebrazioni, la spettacolare processione in cui le strade del quartiere si sfidano in una pacifica e coloratissima battaglia a suon di petali; ancora serate canore e degustazioni di prodotti tipici, consentono ai parrocchiani, ma anche ai tanti “pellegrini” che vengono ad omaggiare la Santa dei casi impossibili, di fare festa insieme per condividere la mensa e diventare ancora più famiglia. È per questo che alla fine di maggio e

Rita: la storia di una donna, la vita di una santa

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Dietro le quinte della festa di Maria Santissima delle Grazie e santa Rita, attesa con fervore dalla comunità S.S. Apostoli Simone e Giuda Taddeo a Casolla di Nocera Inferiore

al termine dell’intenso anno pastorale, questa comunità attende la festa in onore di santa Rita da Cascia e Maria Santissima delle Grazie. Una festa, quest’anno, ancora più speciale nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco, con la preghiera ancora fonte di gioia per i bambini e sorgente di speranza per i grandi, che calcando le orme di queste donne straordinarie, modelli dell’amore e del perdono del Padre, trovino il coraggio di dire Sì a qualunque vocazione il Signore li chiama. Lavinia Bassano

ell’Umbria degli ultimi decenni del XIV secolo nacque Margherita. La straordinarietà della sua vita consiste nell’aver incarnato santamente le vocazioni di sposa, madre, vedova e religiosa e per questo di essere modello di autentica femminilità per tante donne. Sposata a un uomo violento, che ella riuscì a riconciliare con Dio, dopo la morte dei suoi figli, da lei invocata perché non si macchiassero della vendetta dell’assassinio del padre, fu accolta nel monastero agostiniano di Cascia, dove trascorse gli ultimi quindici anni della sua vita portando sulla fronte il segno della sua unione con Gesù crocifisso. Morta il 22 maggio 1457, il suo corpo si venera nel monastero di Cascia e la sua intercessione è invocata in modo speciale per i casi disperati. L. B.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

Le guardie svizzere

Il Papa, insieme al vescovo Giuseppe, va a salutare la delegazione diocesana

Grazie Francesco La comunità parrocchiale, insieme ad altre parrocchie, ha partecipato lo scorso 9 aprile al pellegrinaggio diocesano a Roma. Un’occasione di grazia speciale

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n gesto di amore che si rivolge a quanti incontriamo; un gesto di attenzione sincera verso chi si avvicina a noi e chiede il nostro aiuto”. È così che Papa Francesco ha definito l’elemosina, tema centrale dell’udienza giubilare tenuta lo scorso nove aprile, in Piazza San Pietro, alla quale, con grande emozione, anche la nostra Diocesi ha partecipato, accompagnata dal Vescovo Giuseppe. Ogni anno infatti mons. Giuseppe Giudice offre a noi fedeli la gioia di presiedere un pellegrinaggio diocesano verso luoghi speciali di fede, condividendo insieme a noi la fatica del viaggio e la gioia del cammino. Nell’anno giubilare della misericordia la meta prescelta non poteva che essere Roma: luogo nel quale l’apostolo Pietro ha versato il suo sangue per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Anche la nostra comunità parrocchiale ha vissuto questa speciale oc-

casione di grazia, partecipando, con un folto gruppo di pellegrini a questo intenso momento di comunione e di fede. Guidati dal nostro parroco don Enzo, siamo partiti nella notte verso la Porta Santa e, arrivati all’alba, una volta varcato il colonnato, ci siamo ritrovati, insieme a tutti i pellegrini giunti dalle altre parrocchie dell’Agro, tra le braccia accoglienti di Piazza San Pietro, per incontrare Francesco, per ascoltarlo e ricevere la sua benedizione. Un’emozione fortissima ha pervaso i nostri cuori, il cui ricordo rimarrà sempre inciso dentro di noi. In quell’abbraccio, infatti, ognuno di noi ha potuto sentire posare su di sé lo sguardo intenso e amorevole del Pontefice, che, a bordo della sua papamobile, ha attraversato i corridoi della Piazza, per salutare e benedire i pellegrini provenienti da ogni parte d’I-

talia e del mondo. L’emozione è stata grandissima anche per il nostro amato don Enzo, che ha avuto la grazia speciale di salutare personalmente Papa Francesco e ricevere la Sua benedizione a conclusione dell’udienza. La Porta Santa. Nel primo pomeriggio abbiamo varcato la Porta Santa della misericordia, per poi recarci all’interno della Basilica di San Pietro, dove il nostro Vescovo, insieme a tutti i sacerdoti presenti, ha celebrato la Santa Messa presso l’altare della Cattedra. Confermati nella fede e rinvigoriti dalla grazia speciale che l’incontro con il successore di Pietro ci ha donato, siamo ritornati nelle nostre case, ringraziando il Signore per l’intensa esperienza vissuta. Un’esperienza che custodiremo sempre dentro di noi come una perla preziosa che arricchisce il nostro cammino spirituale. Anna Petrosino MAGGIO 2016 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Una magnifica giornata Poggiomarino, una comunità in festa per l’udienza del Papa

S Padre Aldo insieme ai pellegrini in piazza San Pietro

iamo arrivati a Roma mentre i fedeli lasciati a Poggiomarino dormivano ancora. È questo il primo ricordo di una magnifica giornata di fede e di amicizia vissuta con i 1.500 pellegrini della diocesi. Volti sorridenti, gioia contagiosa, foto e video condivisi sulla pagina Facebook della parrocchia per sentirsi tutti vicini in una giornata speciale. Piazza San Pietro gremita come nelle grandi occasioni, cielo appena coperto. Il Papa che ci ha sfiorato con lo sguardo quando è passato a pochi metri, che ha parlato al nostro cuore in una sintonia di battiti pur parlando da lontano. La catechesi pronunciata riguardava l’elemosina che in greco significa proprio Misericordia. L’elemosina non è qualcosa in

La visita del padre provinciale

Una visita a Poggiomarino, per celebrare un funerale molto sentito dalla comunità cittadina. Don Fulvio Procino, superiore provinciale delegato della comunità stimmatina Santa Maria della Speranza, ha fatto tappa nella città vesuviana e nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova. La sua presenza è sempre motivo di gioia per i fedeli.

più ma è l’essenziale, deve costare del sacrificio, si deve condividere il pasto e non dare solo “un pacco caritatevole” lontano dallo sguardo e dall’amore. Francesco come sempre ha spiazzato le nostre aspettative, parlando con parole semplici ma dritte al cuore, quelle che non vorresti ascoltare perché fanno tremare la coscienza. Dopo l’udienza ci siamo incamminati in una silenziosa preghiera verso la Porta Santa. Abbiamo quindi partecipato alla Santa Messa celebrata dal vescovo Giuseppe. A guidare la piccola carovana di Sant’Antonio, padre Aldo fresco di compleanno (il giorno prima) e che ha sentito intorno a sé l’affetto che merita come uomo e sacerdote. I poggiomarinesi capiranno. Aniello Lettieri

La bacheca parrocchiale La comunità della parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino gioisce per il ministero dell’elettorato ottenuto da don Marco Siano. La comunità stimmatina, unitamente alla parrocchia tutta di Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino, si stringe a don Peppino Auricchio per la chiamata al cielo del fratello Vincenzo. Marco Siano

La pagina della parrocchia supera i mille “like”

Don Fulvio Procino

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Fa proseliti la pagina Facebook della parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino, che nel giro di qualche mese ha superato quota mille “like” da parte dei fedeli. Oltre mille persone, restano quotidianamente aggiornate sulle attività e gli eventi della chiesa poggiomarinese.


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

L’azione di madre Chiara Gli ultimi tre verbali di madre Chiara Luciano: in quello del 15 settembre 1946 si dà mandato a madre Letizia Manganelli di preparare il Capitolo Generale, presieduto dal cardinale Alessio Ascalesi

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el 24° verbale - 18 marzo 1944 - si delibera di dimettere dall’Istituto le due suore professe di voti perpetui, Marcellina Savastano e Matilde Pratola, incorreggibili al punto da incorrere nella prima ammonizione canonica: uscite dalla Congregazione a causa dei bombardamenti non hanno dato più notizie di sé da 15 mesi. Si nomina superiora della casa di Crotone la suora infermiera m. Fedele Primiano e si confermano per un altro triennio le superiori m. Tarcisia Vernavà a Frignano, m. Rita Fiore alle due case di Pagani, m. Gesuina Ruggiero a Bonefro. Infine, si ammette alla prima professione le suore Beniamina Angelastri e Ida Montefusco e alla vestizione le postulanti Carmelina Ceraldi e Giustina Grammatica. Nel 25° verbale - 5 aprile 1946 - madre Chiara Luciano convoca tutte le Superiore, la consigliera generale m. Rita Fiore, la segretaria m. Letizia Manganelli, l’economa generale m. Agata Brandi per comunicare che S. Santità Pio XII, nell’udienza del 30 marzo, ha comunicato il riconoscimento di Diritto Pontificio

all’Istituto e che il Cardinale di Napoli, esaminate le novizie dell’anno, le ha ammesse alla professione. Nel 26° verbale - 15 settembre 1946 - madre Chiara Luciano, consultatasi con la consigliera generale m. R. Fiore e con la segretaria m. L. Manganelli, dà mandato a quest’ultima di preparare il Capitolo Generale a norma delle proprie Costituzioni; di invitare il cardinale Alessio Ascalesi a presiederlo e tutte le suore ad elevare fervide preghiere per il suo buon esito. Mancando due consigliere generali, si provvede a rimpiazzarle tramite votazioni dalle quali risultano elette, nella seduta del 14 ottobre 1946, m. Veronica Esposito e m. Alfonsina Tucci. Le undici vocali al Capitolo, dunque, sono: m. Chiara Luciano, m. Rita Fiore, m. Letizia Manganelli, m. Agata Brandi, m. Teresa Continelli, m. Elena Tucci, m. Tarcisia Vernavà, m. Gesuina Ruggiero, m. Fedele Primiano, m. Veronica Esposito, m. Alfonsiana Tucci. La relazione preliminare sullo stato della Congregazione eviden-

zia i risultati conseguiti grazie alla trasformazione dell’Istituto da vita contemplativa a vita attiva. Esso conta 110 consorelle tra professe perpetue e temporanee, novizie e postulanti. Prima della Riforma vi era la sola casa di S. Antonio; ora ve ne sono nove: Napoli, due a Pagani, Castellammare, Grumo Nevano, Frignano, Montesarchio, Bonefro, Crotone. Ci sono state 2 suore decedute, 3 dimesse; lo stato economico non è deficitario, le doti delle Suore sono al sicuro. Ci sono stati, inoltre, il riconoscimento pontificio dell’Istituto, l’approvazione delle Costituzioni e l’aggregazione all’Ordine dei Frati Minori per parteciparne ai beni spirituali. Quindi, sotto la presidenza del Cardinale, si procede all’elezione della Madre Generale. Con voti dieci su undici votanti, risulta eletta m. Chiara Luciano. Il suo Consiglio sarà formato da m. R. Fiore, m. L. Manganelli che continuerà a svolgere ancora il ruolo di segretaria, m. A. Brandi, m. V. Esposito come consiglieri, e m. Nazarena Petralito come economa.

MAGGIO 2016 Insieme

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Scendi in piazza e fai vincere la solidarietà

L’8xmille per il bene comune

COME AIUTARE AD AIUTARE

È un anno particolare quello che stiamo vivendo, che si intreccia strettamente con il cammino proposto dal Giubileo della Misericordia. Se Dio è misericordioso anche i suoi figli devono esserlo e questo non si traduce solo in un atteggiamento spirituale, ma anche in gesti concreti. Con l’8xmille, la Chiesa cattolica può offrire un maggiore numero di risposte concrete a chi è nel bisogno, fisico, materiale, spirituale. Promuovere questo strumento per il suo sostegno economico (che non è mai un fine) aiuta ad aiutare. Perché se fondamentale è la buona volontà, altrettanto lo sono le risorse economiche. Le parrocchie che hanno vinto finora hanno potuto realizzare i propri progetti grazie ad ifeelCUD. Quest’anno c’è una novità. “In questa nuova edizione - afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione Sostegno Economico della C.E.I. promotore del concorso - gli obiettivi sono 2: il primo, che si conferma prioritario, vuole continuare a sostenere progetti di utilità sociale, che spesso poi diventano valide alternative e risposte tangibili per le famiglie in difficoltà, i giovani senza lavoro e gli anziani soli. Il secondo è quello di mostrare, attraverso un evento di sensibilizzazione e di trasparenza, l’uso di questi fondi anche a livello locale e quindi la loro importanza poiché permettono di realizzare opere utili nel proprio contesto sociale”. Si può, dunque, amare e agire per il bene del prossimo con un “progetto”? Affermativo. Ma attenzione a non cadere nella tentazione di pensare “qualcun’altro ci penserà”. Si può e si deve agire insieme. E se talvolta si rinuncia a qualcosa di personale per poterlo donare, in questo caso per “dare” basta “ideare”, e farlo con la propria comunità. MARIA GRAZIA BAMBINO

Il concorso nazionale ifeelCud -promosso dal Servizio Promozione Sostegno Economico della C.E.I.- invita tutte le parrocchie a ideare un progetto di utilità sociale per la propria comunità parrocchiale e ad organizzare un evento di promozione a favore dell’8xmille alla Chiesa cattolica da documentare con un video oppure con un servizio fotografico. In palio 8 contributi economici fino a 15.000 euro. È previsto anche un Premio della Giuria per il miglior video che racconterà l’evento. A vincere sarà la solidarietà e, anche se è rimasta nel nome, non è più obbligatoria la raccolta delle schede CU* (ex CUD), che resta comunque una pratica auspicabile. Il bando si concluderà il 30 maggio.

I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE 2015

Le buone idee vincono sempre. Vincono se si sviluppano in progetti. E i buoni progetti hanno chiari gli obiettivi da raggiungere e le modalità per poterlo fare. Fondamentale è saper coinvolgere le proprie comunità parrocchiali che poi ne beneficeranno direttamente e, con loro, le realtà locali. L’esempio in queste brevi sintesi che possono essere approfondite sul sito www.ifeelcud.it. Parrocchia S. Francesco di Paola di Scafati (SA): La Casa di Francesco offre una struttura di prima accoglienza e di ascolto dove ognuno possa confidare i propri disagi, trovare conforto, sollievo e chiunque abbia bisogno possa lavarsi, vestirsi, riposarsi, nutrirsi. Parrocchia Maria SS. del Buon Rimedio (NA): Il Buon Rimedio potenzia i servizi parrocchiali esistenti, già realizzati con l’8xmille, attraverso una serie di laboratori di specializzazione (ceramica, lettura, teatrale, musicale ed informatico) per consentire ai giovani del difficile quartiere di Scampia di formarsi in vari ambiti ed individuare nuove opportunità di crescita professionale. Cattedrale di Bari: Orchestra del Borgo Antico di Bari, prendendo ad esempio il sistema “Abreu” del Venezuela, attraverso la musica e la formazione di un’orchestra cerca di recuperare alcuni ragazzi a rischio di Bari vecchia inserendoli in un percorso formativo comunitario. Cattedrale S. Lorenzo Maiorano (Manfredonia): Guarda con speranza il tuo futuro potenzia i servizi parrocchiali esistenti con lo sportello polivalente e alfabetizzazione, per promuovere l’integrazione socio lavorativa di persone immigrate e di italiani disoccupati, e un laboratorio di sartoria e realizzazione di prodotti artistici e culturali, per favorire la ricerca di un’occupazione. Parrocchia Santi Pietro e Paolo (Saronno): creazione Fondo cittadino di solidarietà, già operativo da due anni, ha la finalità di offrire un sostegno materiale e morale alle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica, che non ricevono un aiuto dai servizi sociali del Comune. Parrocchia di S. Agazio Martire di Guardavalle (CZ): Insieme abbattiamo le barriere ha l’obiettivo di migliorare la vita delle persone disabili attraverso la realizzazione di uno spazio polifunzionale con laboratorio, sala da pranzo, sala lettura con biblioteca e caffetteria che permetterà loro di incontrarsi, sviluppare le proprie abilità residue e favorire le relazioni sociali. Parrocchia S. Filippo Neri (MI): Insieme siamo un dono ha la finalità di potenziare i servizi parrocchiali esistenti con una serie di nuove attività volte ad aiutare gli anziani e le famiglie bisognose in un quartiere difficile di Milano, la Bovisasca. La creazione di “una rete di prossimità” e l’istituzione della “badante di condominio” sono due dei punti chiave del progetto.

COME FUNZIONA IFEELCUD 2016 PER CONCORRERE LE PARROCCHIE SONO CHIAMATE A: iscriversi online su www.ifeelcud.it presentare una pianificazione dettagliata del progetto che intendono realizzare organizzare nella propria parrocchia

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un evento di promozione e sensibilizzazione alla firma per l’8xmille documentare l’evento con un piccolo video o fotoreportage Vincono le 8 parrocchie che hanno realizzato i progetti considerati più meritevoli

da una Giuria secondo i criteri di valutazione pubblicati sul sito www.ifeelcud.it. Il video permette di concorrere alla vincita di un premio aggiuntivo di 1.000 euro. Proclamazione dei vincitori sul sito il 30 giugno 2016.

Tutte le info su www.ifeelcud.it

*I TITOLARI DEL SOLO MODELLO CU MAGGIO (EX CUD) SONO Insieme 2016COLORO CHE POSSIEDONO ESCLUSIVAMENTE REDDITI DI PENSIONE, DI LAVORO DIPENDENTE O ASSIMILATI, E SONO ESONERATI DALLA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI. TUTTAVIA POSSONO DESTINARE L’8XMILLE ATTRAVERSO L’APPOSITA SCHEDA ALLEGATA AL CU. IN ALTERNATIVA SI PUÒ UTILIZZARE LA SCHEDA ALLEGATA AL MODELLO UNICO (SCARICABILE DA WWW.IFEELCUD.IT).


Solenni festeggiamenti in onore di Maria Santissima delle Grazie e Santa Rita Parrocchia S.S. Apostoli Simone e Giuda Taddeo Casolla in Nocera Inferiore

19 maggio - 5 giugno 2016 PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI Da martedì 19 a giovedì 21 maggio: Triduo di preghiera in onore di S. Rita Nel mese mariano ci affidiamo alla Vergine Santa e alla Santa sposa Ore 18.00: Preghiera del S. Rosario Ore 18.30: Preghiera del Vespro Ore 19.00: S. Messa presieduta da Padre Paolo Saturno cssr

Giovedì 21 maggio: Celebrazione del Transito di S. Rita Ore 22.30: Adorazione eucaristica e veglia di preghiera nella celebrazione del transito. Ore 24.00: Benedizione eucaristica e suono delle campane

PROGRAMMA DELLE ATTIVITà Domenica 22 maggio, venerdì 3 e sabato 4 giugno: Serate di festa accompagnate dalla presenza di gruppi musicali. Nelle stesse sere sarà possibile degustare alcune specialità tipiche.

Venerdì 22 maggio: Celebriamo il giorno della festa Ore 7.00; 8.30; 10.00; 11.30; 17.00; 18.30; 20.00: celebrazione della S. Messa e offerta della propria preghiera a Maria SS.ma e S. Rita Ore 12.00: Recita della Supplica a S. Rita e bacio della reliquia

Sabato 28 maggio: Contempliamo la vita di S. Rita Ore 19.00 Sacra rappresentazione in costume d’epoca delle tappe principali della vita di S. Rita Domenica 5 giugno: In Cammino con Maria SS.ma delle Grazie e S. Rita Ore 17.00: Processione delle sacre immagini di Maria SS.ma e S. Rita Ore 23.00: Celebrazione della S. Messa sul sagrato della chiesa parrocchiale. Al termine della messa rientro delle sacre effigi nel tempio.



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