Insieme - Gennaio 2015

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Il professore Jacopo Galli

Tumori dell’apparato naso gola

La Campania non è tra le regioni più colpite da questo tipo di malattia, ma di certo non è indenne. Tanti i giovani che ne soffrono a causa del fumo e non solo. Ne ha parlato il professore Jacopo Galli, docente al Policlinico “Gemelli” di Roma, esponente di una famiglia di medici nocerini specializzati in otorinolaringoiatria

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eno diffusi, ma non per questo meno invalidanti. Parliamo dei tumori dell’apparato naso-gola. Gli esperti di otorinolaringoiatria si stanno confrontando con un numero sempre crescente di casi. Malattie che colpiscono non solo gli adulti, come accadeva un tempo, ma anche numerosi giovani. Tra le cause scatenanti ci sono principalmente il fumo e l’alcool. Si è visto però che negli anni sono intervenuti anche altri fattori. A fare il punto sulla situazione è Jacopo Galli, docente di otorinolaringoiatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Originario di Nocera Inferiore, erede di una famiglia impegnata da generazioni nel settore dell’otorinolaringoiatria, il professore Galli esercita al Policlinico “Gemelli” di Roma. Numerosi i casi che vede passare sotto i suoi occhi nelle corsie dell’importante ospedale romano. «Oggi si parla di tumori sconfitti – commenta –, ma non è così. Quello che vediamo crescere di più è il cancro nei giovani. Un tempo il tumore del distretto otorinolaringoiatrico era ad appannaggio dei sessantenni e settantenni, forti fumatori e consumatori di alcool. Oggi si vede una drastica riduzione dell’età media. Nei reparti trattiamo frequentemente persone di 40 o 50 anni con malattie del cavo orale e dell’orofaringe, dove pare che anche altri fattori, tra cui la promiscuità sessuale e l’infezione da virus del papilloma, sembrano avere una grossa influenza». Il professore Galli mette l’accento sul-

le conseguenze che comportano le neoplasie otorine: «Gli interventi, sia medici e radioterapici, sia quelli chirurgici, sono fortemente mutilanti. La faccia, la lingua, la gola, la laringe sono organi di cui uno manifesta la mancanza, la perdita. Si ha difficoltà a parlare a deglutire. Sono mutilazioni ben evidenti. Un tumore dell’intestino non lascia esiti esterni. Il tumore otorinolaringoiatrico pone anche queste problematiche emotive nei pazienti». Anche per questi motivi occorrerebbe prestare maggiore attenzione e prevenzione. Dati drammatici che però sembrano solo sfiorare il territorio campano, che non è però un’oasi, in quanto ha altre malattie con cui confrontarsi. «Vedo un’incidenza di questo tipo di malattie non in netto aumento, come si può vedere nei tumori della sfera digestiva che risentono, probabilmente, dell’inquinamento ambientale. Nel nostro campo – continua Galli – il fattore di rischio prevalente ancora oggi è rappresentato dal fumo di sigaretta e dall’alcool». A poco, quindi, sembrano servire proibizioni e limitazioni, da qui l’amara considerazione del luminare: «Quello che si vede è che nonostante i divieti al fumo sono sempre di più i giovani a fumare. Sappiamo già, ma dovremmo forse tenerlo maggiormente in considerazione, che più si inizia a fumare presto, più il danno è rilevante». Sta a noi, insomma, cercare di limitare gli stili di vita pericolosi. Sa. D’An.

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