Insieme - Febbraio 2017

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FEBBRAIO 2017 N. 2 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

DICIOTT’ANNI E POI? NEOMAGGIORENNI FUORI FAMIGLIA NON TUTELATI DALLO STATO

SACERDOZIO Don Aniello Nappo sarà ordinato dal Papa


Corso Vittorio Emanuele, 166-168 ~ 84014 Nocera Inferiore (Sa) Tel. 081 5177945 www.ateliergigliodoro.it ~ Giglio D’Oro



Foto di copertina associazione Agevolando

FEBBRAIO 2017 N. 2 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

DICIOTT’ANNI E POI? NEOMAGGIORENNI FUORI FAMIGLIA NON TUTELATI DALLO STATO

SACERDOZIO Don Aniello Nappo sarà ordinato dal Papa

febbraio2017

19. La serata di solidarietà al Diana

6 LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete L’APPROFONDIMENTO

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Diciott’anni e poi? di Silvio Longobardi Chi sono i care leavers? di Mariarosaria Petti “Vi spiego come aiutare i neo maggiorenni fuori famiglia” di Silvia Sanchini

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Una famiglia salvagente di Antonietta Abete

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“Volevo solo una mamma ed un papà” di Mariarosaria Petti

18 LO SPECIALE Una serata di In canto

59. La nuova rubrica che coniuga poesia e immagini

Sommario

EDITORIALE 5 Partiamo dalla libertà di Silvio Longobardi

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36. Le apparizioni di Lourdes

VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

36 Le parole della fede di Silvio Longobardi

22 Non basterebbe un romanzo di Salvatore D’Angelo

48 LA BACHECA a cura della redazione

24 Qui Regione di Andrea Pellegrino

NEWS PARROCCHIE 43 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

25 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 28 Scusate il ritardo di Donatella Salvati SCUOLA&UNIVERSITÀ di Martina Nacchio 30 Iscrizione al liceo, un passo verso la maturità 32 L’Agro interpreta l’antichità VITA ECCLESIALE 33 “Don Aniello Nappo sarà ordinato da papa Francesco” di Antonietta Abete

IN PARROCCHIA 49 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 58 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 59 In versi di mons. Giuseppe Giudice 60 Cultura 62 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli

34 La Chiesa e i giovani di Salvatore D’Angelo 35 Sentieri liturgici di don Carmine Cialdini 61. I tesori del Museo diocesano


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Partiamo dalla libertà

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o conosciuto Véronique qualche mese fa, viene dal Marocco, ha 35 anni, è approdata in Francia perché aveva “scoperto” il Vangelo e ha deciso di abbracciare la fede cattolica. Ha ricevuto il Battesimo lo scorso anno. Non poteva farlo nel suo Paese. L’islam è religione di Stato e la legge punisce con tre anni di carcere “chiunque fornisca incitamenti atti a scuotere la fede di un musulmano o di convertirlo a un’altra religione”. Non c’è solo l’impedimento legale, c’è anche e soprattutto una fortissima resistenza sociale. Per il musulmano pensare di cambiare casacca religiosa è totalmente inammissibile, anzi è una pura follia. E come sappiamo, è del tutto naturale, anzi assolutamente doveroso, fermare i matti con le buone o con le cattive. Un musulmano che decide di abbracciare la fede cristiana viene ripudiato dalla sua famiglia, perde il saluto degli amici, viene emarginato socialmente e guardato come una bestia rara. E se tutto questo non basta, rischia anche conseguenze gravi per la propria incolumità. Lo sanno bene tutti coloro che hanno abbracciato il cristianesimo e sono costretti a vivere in clandestinità. Vi sono belle testimonianze a riguardo. Le chiese cristiane, cattoliche e protestanti, hanno l’obbligo di non esporsi per evitare minacce e attacchi da parte di quelli che vengono qualificati come fanatici ma che in realtà esprimono coerentemente la coscienza religiosa di un intero popolo. I vescovi si comportano con molta prudenza e quando incontrano qual-

cuno che appare davvero convinto, gli chiedono di andare all’estero per vivere la fede in un contesto di maggiore libertà. E così la nostra Véronique è partita. È una ragazza che ha avuto l’opportunità di studiare ed ha conosciuto il cristianesimo attraverso il web, non aveva una Bibbia né poteva procurarsela. A chi chiederla senza destare sospetti? Non era facile neppure frequentare ambienti cristiani. E tuttavia, malgrado tutto questo, lo Spirito Santo sa trovare le vie per seminare la luce. Questa vicenda avviene nel terzo millennio in un Paese che politicamente si distingue per la sua grande moderazione. Qui i cristiani possono vivere in pace a condizione però di restare nel proprio recinto. Possono riunirsi per pregare ma non possono annunciare il Vangelo, almeno non a parole. Come mai il mondo islamico, non solo quello marocchino ma anche quello europeo, così attento a rivendicare i propri diritti, non percepisce questa stridente contraddizione e non la denuncia come un’oggettiva limitazione della libertà? Véronique è un nome di fantasia ma la storia è vera ed è l’icona di un’esperienza diffusa in tutti i Paesi a maggioranza musulmana. Nessuno escluso. Prima di parlare del terrorismo di matrice islamica, conviene aprire il capitolo della libertà religiosa, necessaria premessa per un dialogo autentico e fecondo che ha come fine la convivenza di popoli e religioni. Un bene di cui il mondo ha urgentemente bisogno.

Una sura presente nella prima edizione del Corano comparsa in Italia, a Venezia nel 1537

FEBBRAIO 2017 INSIEME

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete

NEL CUORE DELLA NOTTE Gentile redazione, volevo farvi partecipe di una grande emozione che dopo tanti anni, circa 50, ho provato con la stessa intensità, come se il tempo non fosse trascorso. Ho rivisto quella piccola bimba con un foulard di lana sulla testa, l’ombrello che gocciolava sul pedale del banco, la chiesa profumata d’incenso e le voci che intonavano i canti tradizionali dedicati all’Immacolata. Dopo molto tempo, quest’anno mi sono svegliata nel cuore della notte per andare alle 4.30 alla Messa dell’Immacolata, nella parrocchia del SS. Corpo di Cristo a Pagani. La chiesa era già piena a metà e il rosario in dialetto era cominciato. Quando già non c’erano più posti, le persone di ogni età occupavano gli altari laterali e la banda musicale entra in chiesa dopo aver percorso tutte le strade del paese già dalle 3.00 di notte. Il cuore si riempie di commozione: è la prima festività natalizia che trascorro senza mio marito e penso alle difficoltà di Maria che, forte della sua fede, affronta tutto e tutti, allora prego con forza anch’io. Poi in chiesa entra il nostro vescovo Giuseppe e sul volto di tutti nasce un sorriso, perché anche Sua Eccellenza vuole condividere la nostra tradizione. Io non mi sarei mai aspettata che ai giorni nostri ci fossero tanti ragazzi e tanti bambini tra i banchi e sull’altare, a vivere con trasporto e devo-

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INSIEME FEBBRAIO 2017

zione questa usanza del popolo paganese. C’erano tante persone, ma i canti e le preghiere erano una sola voce che saliva al cielo, verso la nostra Mamma Celeste. È toccante vedere che le nostre tradizioni non svaniscono con il passare del tempo, anzi sembra che rimangano e crescano nel cuore dei devoti e che i nostri sacerdoti ci aiutano e ci guidano nella fede, che si rafforza con la presenza viva e partecipe del nostro pastore e vescovo Giuseppe. Grazie per aver condiviso la mia riflessione, vi auguro un buon anno di proficuo lavoro. Raffaela Violante

Grazie per la sua testimonianza. Nel cuore della notte una mamma che ha perso da poco il compagno di vita si reca spedita in Chiesa. Di notte, anziani, giovani e bambini si ritrovano nella casa di Dio per pregare la Vergine e partecipare a Messa. È il vescovo Giuseppe a presiedere la celebrazione, alle prime luci dell’alba, per condividere con la popolazione di Pagani l’amore per la Madonna. È una bella immagine di Chiesa, radicata nella tradizione e accompagnata dalla Madre a cui affidiamo i suoi primi passi in questo tempo nuovo e delicato della sua esistenza. Le assicuriamo la nostra preghiera, perché un’alba nuova rischiari la sua vita.


Ringraziamo il signor Bianca per aver condiviso con la nostra redazione il saluto letto ai colleghi di lavoro durante una rimpatriata organizzata il 7 ottobre del 2016. Con l’augurio che questa serata possa ripetersi, perché l’amicizia è un giardino da coltivare con premura.

STARE INSIEME È UNA GRAZIA

Cari colleghi e amici, questo incontro conviviale è stato desiderato e organizzato per condividere le memorie custodite nella cassaforte dei ricordi del 2° Battaglione ex Scuola Militare Commissariato e Amministrazione. Il tempo corre veloce, ecco perché serate come questa, che ci premettono di rivederci e stare insieme, sono una grazia di Dio. (…). A rendere ancora più bello questo nostro incontro c’è padre Raffaele del Convento di Santa Maria degli Angeli, di Nocera Superiore. La sua presenza dona a questo momento conviviale la benedizione del Signore a cui tutti siamo infinitamente grati per ciò che ci ha donato: la vita, la salute, la famiglia. Tutto consegniamo nelle Sue mani, per lodarlo, ringraziarlo e farci benedire. Il vostro collega e amico di lavoro Salvatore Bianca

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Andrea Pellegrino, Marina Longobardi, Sofia Russo, Raffaela Violante, Salvatore Bianca, Mariano Rotondo, Caterina Mansi, Marina Massa, Annamaria Pecoraro, Teresa Pecoraro, Anna Apicella, Giovanni Giordano, padre Paolo Saturno, Salvatore Guercio Nuzio, Lucia Squitieri, Federica Pepe, Lucia e Gerardo Spinelli, Erasmo Capriglione, Livia Rossi, Maria Bonfiglio, Dina Grimaldi, Mariarosaria Pallavicino, Maria Scalogna, Maria Bonfiglio, Ludovica Amodio, Carla e Giuseppe Sessa, don Natalino Gentile, Silvia Sanchini, Letizia Esposito, Salvatore Alfano, don Alessandro Cirillo, don Carmine Cialdini Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Tiratura: 3.350 copie

Abbonamenti € 5,00 digitale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 25 gennaio 2017

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Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66 FEBBRAIO 2017 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO

Foto associazione Agevolando

a cura della redazione

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INSIEME INSIEMEFEBBRAIO MAGGIO 2016 2017


Diciott’anni e poi? M

aggiorenne: quella parolina magica che i teenager attendono con comprensibile impazienza, per loro invece è come un muro oltre il quale c’è l’ignoto, un deserto senza strade da attraversare da soli. Loro sono tutti quei ragazzi che non hanno avuto la chance di crescere nel normale contesto di una famiglia e che hanno trovato temporaneo rifugio in una comunità educativa. L’ente pubblico si prende cura dei minori, un dovere sancito da leggi quanto mai opportune. Ma quando scocca l’ora x, quando le lancette del tempo toccano la data fatidica, proprio quando ne avrebbero più bisogno, lo Stato scompare, si tira indietro, pensa di aver fatto abbastanza. Poco importa se quella è un’età in cui i ragazzi non hanno nemmeno completato le Superiori. Poco importa se non hanno ancora raggiunto una sufficiente autonomia, se non hanno un lavoro e nemmeno una casa. Sono maggiorenni! Possono farcela da soli, devono farcela da soli. Una volta c’erano le botteghe o le scuole professionali dove era possibile imparare un mestiere e con quella competen-

za, acquisita sul campo, inserirsi nel mondo del lavoro. Ma oggi? I giovani non sanno a quale porta bussare e quali santi invocare. Si trovano sperduti in un mondo in cui pochi hanno il tempo di fermarsi. Questo dossier si occupa di questi giovani, costretti a diventare grandi prima del tempo. Tra di loro vi sono senza dubbio quelli che, per carattere e per storia personale, sono in grado di prendere il largo. Ma tanti altri si trovano in difficoltà e rischiano di arrancare o di fare scelte sbagliate, vanificando così quell’opera di protezione sociale che fino a quel momento li ha custoditi. Ma dove lo Stato viene meno, arrivano le associazioni con progetti innovativi e una carità che non obbedisce alle leggi del tempo ma a quelle del cuore. È il caso di Agevolando e di altre realtà associative che s’impegnano ad accompagnare quei giovani che hanno bisogno di trovare la strada della vita. Non possono cancellare le ferite ma possono comunicare quella passione che dà il coraggio di rimettersi in cammino e di fare della vita una bella avventura. Silvio Longobardi FEBBRAIO 2017 INSIEME

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Foto associazione Agevolando

L'APPROFONDIMENTO

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oloro che hanno perso gli affetti familiari”. È la traduzione letterale di “care leavers”, definizione adoperata dalla letteratura scientifica internazionale per inquadrare i neomaggiorenni, che hanno vissuto parte della loro infanzia o adolescenza in un contesto etero familiare. In affidamento o in una comunità. Parliamo di ragazzi allontanati dai genitori o che non hanno mai conosciuto una madre o un padre ma anche di adolescenti con esperienze di affidamento fallite. Per questi giovani – circa 3 mila ogni anno in tutta Italia – spegnere le 18 candeline è tutt’altro che un abito da sogno, una festa e una torta a più piani. È entrare nella giungla che si chiama mondo e cavarsela da soli. Allo Stato stanno a cuore i care leavers? Facciamo un passo indietro. Per indagare il fenomeno dei neomaggiorenni fuori famiglia è opportuno consultare i dati. Quali, ci chiediamo. Infatti, non esistono fonti ufficiali: primo sintomo dello scarso interesse nutrito dallo Stato per i care leavers. Spulciamo allora le statistiche che riguardano i minori in affido, per capire cosa accada a chi sta per compiere la maggiore età fuori famiglia. L’ultimo rapporto è a cura del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza e risale al 2012. In cinque anni, le Regioni non hanno più trasmesso gli aggiornamenti dei dati in materia, con la grave conseguenza di avere una fotografia vecchia sulla quale ragionare in termini di nuove misure da adottare. Soprattutto se consideriamo il massiccio aumento degli ultimi anni degli ingressi di minori stranieri non accompagnati.

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INSIEME FEBBRAIO 2017

Chi sono i care leavers? Ogni anno, in Italia, circa 3 mila giovani neomaggiorenni con esperienze fuori famiglia alle spalle sono costretti a diventare adulti in fretta. Lo Stato sospende ogni forma d’aiuto e impone loro di cavarsela da soli


IN CAMPANIA, NEL 2012, SOLTANTO 20 NEOMAGGIORENNI “FUORI FAMIGLIA” HANNO BENEFICIATO DEL “PROSEGUO AMMINISTRATIVO” CONCESSO DAL TRIBUNALE DEI MINORI, RIMANENDO A CARICO DELLO STATO.

Immagine di repertorio

I dati. Nel 2012, in Campania sono 937 i bambini e adolescenti in affidamento familiare e 1087, invece, accolti in servizi residenziali. Scopriamo che i 18-21enni che hanno continuato a vivere in strutture di accoglienza sono soltanto 20, di cui 5 stranieri. Si tratta dei pochi fortunati beneficianti del cosiddetto “proseguo amministrativo”, un salvagente concesso da un Regio Decreto del 1934. Un provvedimento con il quale il Tribunale dei Minori dispone il protrarsi della permanenza in comunità educativa di un neomaggiorenne “abbandonato”, che non abbia ancora raggiunto un sufficiente grado di autonomia. Ad oggi, come attestano i numeri, i casi si contano sulle dita di una mano, perché siamo immersi nell’epoca dei tagli alla spesa e a rimetterci è sempre la voce di bilancio deputata al welfare. Per gli altri, al compimento della maggiore età, è prevista la sospensione degli aiuti dello Stato. Il quadro non è ancora completo. Alcune sentenze della Cassazione hanno imposto ad alcuni genitori il mantenimento dei loro figli ritenuti non sufficientemente in grado di provvedere a loro stessi. Un ghigno ci compare sul viso quando apprendiamo che i piccoli di casa in questione avevano 44 anni. Secondo l’Istat si è giovani fino ai 35 anni. Una regola non valida per tutti: ai care leavers è chiesto di diventare adulti in fretta e senza il supporto di una famiglia.

I rischi. Esclusione sociale, marginalizzazione, devianze, tendenza alla delinquenza. Sono questi alcuni dei pericoli a cui sono più esposti i care leavers. Questi ragazzi rientrano nel 44% dei giovani disoccupati ma non hanno il cuscinetto dei genitori a difesa. In più hanno bisogno di trovare un’autonomia abitativa e si aggirano nell’universo degli affitti proibitivi. L’Università rappresenta una chimera. Una grave ingiustizia. E se dagli aspetti più pragmatici scivoliamo nel profilo umano e psicologico, come non ricordare le situazioni di vulnerabilità e fragilità da cui provengono? Condizioni che meriterebbero di essere seguite da specialisti anche dopo il compimento della maggiore età. Alcune strade possibili. “18 anni è bello ma complicato” ha scritto un care leaver. Come garantire un futuro stabile e sereno ai neomaggiorenni che concludono un percorso di accoglienza in affido, comunità o casa famiglia, al pari dei loro coetanei sostenuti dai genitori? Basterebbe poco. Un fondo nazionale a cui attingere dedicato a interventi e progetti per l’inserimento lavorativo; agevolazioni per una collocazione abitativa; percorsi con figure di riferimento significative e un sostegno per completare gli studi. Siamo in presenza di un vuoto enorme: culturale, politico e legislativo. Abbiamo un dovere verso questi ragazzi. Sono stati traditi già una volta, quando il cuore di bambino è più tenero e indifeso. Non possiamo voltare loro le spalle di nuovo, mentre spengono la diciottesima candelina.

Mariarosaria Petti FEBBRAIO 2017 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO Federico Zullo al centro del tavolo di presidenza interviene ad una conferenza

“Vi spiego come aiutare i neo maggiorenni fuori famiglia”

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osa accade se un gruppo di ragazzi cresciuti “fuori famiglia” e ormai divenuti adulti decide di mettersi insieme e dare vita a un’associazione? È la storia di Federico Zullo, classe 1979, che nel 2010 ha fondato insieme ad alcuni amici l’associazione Agevolando (www.agevolando.org), la prima realtà in Italia promossa da giovani che hanno vissuto parte della loro infanzia e adolescenza “fuori famiglia” e che hanno deciso di aiutare altri ragazzi che oggi vivono la loro stessa esperienza. «Sono cresciuto all’Istituto “Don Calabria” di Verona – ci racconta Federico – perché mia mamma era sola, aveva problemi di tossicodipendenza, e non era in grado di prendersi cura di me. Io sono stato fortunato: quando ho ter-

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INSIEME FEBBRAIO 2017

Federico Zullo è stato allontanato dalla madre quando era solo un bambino e nel 2010 ha fondato l’associazione Agevolando per aiutare tutti i ragazzi che – come lui – hanno vissuto in comunità o case-famiglia


minato il mio percorso in comunità avevo una casa e una nonna che, seppure molto anziana, rappresentava una presenza importante. Ma ci sono migliaia di ragazzi che non hanno questa fortuna e si ritrovano soli e senza alternative. A diciotto anni questi ragazzi sono “grandi per legge”. Si tratta di giovani discriminati due volte: sul piano affettivo e sul piano delle opportunità di accesso al mercato del lavoro, perché troppo spesso non hanno la possibilità di portare a termine il proprio percorso scolastico. Una situazione ancora più ingiusta a fronte delle recenti evoluzioni giurisprudenziali: nel 2012 la Corte di Cassazione ha confermato che l’obbligo di mantenere e assistere i figli sussiste anche se il figlio ha superato la maggiore età ma non ha raggiunto una situazione di indipendenza economica per motivi a lui non imputabili (Cassazione, sentenze n. 1773 dell’8 febbraio 2012, n. 2171 del 15 febbraio 2012 e n. 5174 del 30 marzo 2012). Perché questo non è possibile anche per i ragazzi che crescono in affido o in comunità?». Quali sono gli obiettivi dell’associazione Agevolando per sostenere questi giovani?

«Tre sono i nostri principali obiettivi. Offrire un supporto a giovani adulti che escono dal percorso residenziale aiutandoli nella ricerca di una casa e di un lavoro; permettere la condivisione delle esperienze personali e favorire il sostegno vicendevole attraverso l’auto mutuo aiuto e la partecipazione; creare una rete di soggetti ed enti tra i portatori di interesse in questo ambito e diffondere una cultura condivisa su questo tema. In questi anni ci siamo accorti di avere intercettato un bisogno di importanza nazionale e abbiamo dato voce a tanti ragazzi, che spesso non erano abituati ad esprimere la propria opinione o semplicemente non si sentivano ascoltati».

sioni su accoglienza e autonomia che presenteranno ufficialmente a luglio a Roma nella prima conferenza nazionale dei care leavers». E cosa intendete realizzare invece con il progetto “È buono”?

«Insieme all’associazione Ancoraggio e all’A ssociazione Consulta Diocesana per le attività a favore dei minori e delle famiglie di Genova, abbiamo dato vita alla cooperativa sociale “È buono”. Obiettivo della cooperativa è quello di dare lavoro a giovani che sono cresciuti in comunità, aprendo laboratori e punti vendita del gelato in una logica di franchising sociale. Una sfida difficile ma al tempo stesso entusiasmante per rendere i ragazzi veri e propri imprenditori capaci non solo di riscattarsi ma anche di restituire, in un’ottica generativa, l’aiuto ricevuto». Agevolando si muove anche, insieme ad altre organizzazioni, su un livello politico. Qual è la principale urgenza per i care leavers in Italia?

«Serve una legge, ci stiamo provando in tutti i modi dal 2011. Il bisogno di accompagnamento di un giovane che esce da un percorso di tutela dev’essere un diritto. L’unica regione d’Italia che ha fatto una legge in questo senso è la Sardegna, ma non basta. I ragazzi che hanno bisogno d’aiuto per vedere di fronte a sé un futuro positivo sono migliaia in tutto il Paese. E nessuno li vede. Devono invece essere una nostra priorità». Silvia Sanchini

Quali sono i fronti su cui sta lavorando ora l’associazione? Foto associazione Agevolando

«Tra i nostri progetti più recenti mi piace segnalare il Care leavers network: la prima rete nazionale di giovani che vivono o hanno vissuto in comunità, affido o casa-famiglia, coinvolti in un percorso di partecipazione e cittadinanza attiva. Si tratta di un’esperienza innovativa in Italia resa possibile grazie alla collaborazione con l’Autorità Nazionale Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Università di Padova. Circa un centinaio di ragazzi in sei regioni d’Italia, inclusa la Campania, stanno elaborando le loro riflesFEBBRAIO 2017 INSIEME

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Immagine di repertorio

L'APPROFONDIMENTO

Una famiglia F SALVAGENTE Vittoria arriva in casa Ferraioli al compimento del dicottesimo anno di età, quando per la legge italiana l’affido familiare si conclude. I due sposi decidono di fare una scelta controcorrente: dopo 10 anni, la giovane vive ancora con loro

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INSIEME FEBBRAIO 2017

rancesca e Matteo Ferraioli hanno accolto tanti bambini, appena nati, di pochi mesi, di qualche anno, in salute, ammalati. In questa famiglia, che si è aperta con generosità all’esperienza di affido familiare dieci anni dopo il matrimonio, il Tribunale dei minori ha sempre trovato una porta aperta. Anche l’arrivo di Vittoria è stato preceduto da una telefonata. Era il 2007 e la ragazza era alla vigilia del suo diciottesimo compleanno. Alle spalle un passato difficile. La mamma era morta giovanissima, il papà aveva avuto problemi con la giustizia e, così, la bambina e i suoi fratellini erano stati affidati ad un istituto. Doveva essere un affido in “proseguo amministrativo”, così aveva spiegato il giudice in quella telefonata in cui chiedeva alla famiglia la disponibilità ad accoglierla. Vittoria stava per diventare maggiorenne, ma l’affido che in genere termina a 18 anni sarebbe continuato e il Tribunale avrebbe garantito alla famiglia un sostegno economico per permettere alla ragazza di conseguire il diploma, trovare un lavoro e avviare una vita indipendente. La storia invece ha preso un’altra piega. Compiuti 18 anni, l’affido si è concluso. Per lo Stato Vittoria era grande e doveva badare a se stessa da sola. Senza una famiglia, senza nessun aiuto, senza un percorso pensato e cucito su di lei.


I due sposi si guardarono negli occhi e decisero di percorrere un’altra strada: «Se le istituzioni se ne lavavano le mani, noi non potevamo fare lo stesso. Vittoria è rimasta con noi», racconta Francesca. Il giorno in cui è arrivata, la ragazza non ha pronunciato una sola parola. Troppo dolore e una profonda solitudine alle spalle. Poi, quasi come se parlasse ad alta voce, mentre scrutava il salone e la cucina, ha bisbigliato: «Mi hanno mandato in una famiglia». «È casa tua», la rassicurano Francesca e Matteo che hanno tre figli, uno dell’età di Vittoria. Francesca mette da parte il fascicolo che il Tribunale le ha consegnato. Sceglie di usare la sua sensibilità di mamma per conoscere la giovane silenziosa. Una ragazza fragile e delicata, che ha trascorso la vita osservando gli orari rigidi di un istituto e fatica a gestire la sua libertà. Vittoria non mangia la marmellata perché le ricorda il suo passato e resta frastornata quando scopre che al mattino non si fa colazione tutti insieme, perché ognuno si organizza in base alle sue necessità. Il percorso. «I primi tempi non sono stati semplici», ricorda Francesca. La fragilità di una giovane vita che ha fatto i conti con tanto dolore emerge con una forza travolgente. C’erano giorni in cui non si alzava dal letto. Francesca e Matteo all’inizio scelgono la via della comprensione, quando poi si accorgono che questo metodo non porta frutto, fanno quello che avrebbero fatto con i figli più

grandi. «Una mattina, l’ennesima, sono entrata nella sua stanza, ho buttato indietro le lenzuola e le ho ordinato di alzarsi». È l’inizio di un cammino di rinascita. Vittoria completa gli studi, trova qualche lavoro saltuario, coltiva i sogni dei giovani della sua età. Sono passati 10 anni dal suo arrivo ed oggi fa parte a pieno titolo di questa famiglia. Vittoria riceve lo stesso trattamento degli altri figli. Non ci sono sconti né privilegi. I nomi usati sono di fantasia, la storia invece è vera ed è la testimonianza di quanto la famiglia sia la risorsa più preziosa delle politiche sociali. Un cuscinetto che assorbe i colpi del fallimento di una politica che non sa prendersi cura dei sui figli più fragili. «Cosa sognate per Vittoria?», domando. «Cose semplici, le stesse che desideriamo per gli altri figli: che trovi un lavoro che la gratifichi e le consenta di essere autonoma, che si innamori di un ragazzo con cui costruire una famiglia solida e felice». Ogni tanto, quando i fantasmi del passato ritornano, Vittoria chiede: «Se non mi sposo, posso rimanere con voi?». «Certo – risponde sorridendo Matteo – sarai il bastone della mia vecchiaia». Intanto nonna Rosa ha già messo da parte il necessario per regalarle l’abito bianco, come ha fatto con le altre nipoti. Antonietta Abete

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FEBBRAIO 2017 INSIEME

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Foto associazione Agevolando

V

eniamo alla luce con un pianto. Non per tutti però la vita comincia una volta fuori dal grembo materno. Le lacrime che ne sanciscono l’inizio possono arrivare molto tempo dopo la nascita. È stato così per Alice (nome di fantasia), con quelle gocce che abbondanti hanno bagnato il suo viso di quindicenne. Una sera di agosto, nella campagna cilentana, ha deciso di fuggire da un’esistenza da incubo per iniziare, da sola, una storia tutta nuova. La vita in Romania. I genitori di Alice si separano quando lei ha solo 4 anni. Dopo aver trascorso un periodo con alcuni zii paterni, ad 8 anni torna insieme alla madre «fino ad una sera in cui mio padre è venuto a prendermi ubriaco per riportarmi da lui». Alice resta ancora con i suoi parenti ma a 15 anni desidera ritrovare sua madre. Nel frattempo il padre è venuto in Italia per cercare un lavoro. Decisione che segue anche la mamma di Alice. È l’11 luglio del 2009, l’arrivo nel nostro Paese non va nel migliore dei modi. Alice è affidata nuovamente al padre ed è ancora vittima di abusi insopportabili. Ora non è più una bambina e trova la forza di evadere. «Sono scappata senza sapere dove andare – racconta la giovane che oggi ha 23 anni – non conoscevo una sola parola d’italiano. Era tardi e l’unico posto che ho trovato aperto era un servizio di onoranze funebri». Non comprendono la sua lingua, tra le mani le mettono una moneta da 10 centesimi. Seduta sul ciglio della strada, Alice piange disperata. «All’improvviso sono arrivati i miei angeli» spiega. Due ragazzi si avvicinano, le offrono dell’acqua per calmare i singhiozzi, la tranquillizzano e chiamano i Carabinieri. Con l’aiuto di un’interprete, Alice racconta quanto ha subito. È subito affidata ad una comunità per minori di Bellizzi. Nessuna indagine sull’uomo che prima le ha dato la vita e poi l’ha graffiata irrimediabilmente.

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INSIEME FEBBRAIO 2017

“VOLEVO SOLO UNA MAMMA ED UN PAPÀ” A 15 anni, Alice è affidata ad una comunità per minori, dove è l’unica straniera. Una storia di riscatto fatta di forza, coraggio e grinta


Un nuovo inizio in Italia. «Ricordo i girasoli dipinti sull’edificio sede della comunità – Alice conserva tutti i dettagli nella sua mente – avevo una tuta viola e il mio pupazzo Castro». Comincia una nuova avventura con 6 compagne che vivono la sua stessa situazione. «Al suo arrivo, abbiamo cominciato a scandire le parole di qualsiasi oggetto per insegnarle l’italiano» afferma Monica Romei, psicologa e responsabile del progetto Care Leavers Network di Agevolando, che nel 2009 era una volontaria del Servizio Civile presso la comunità di Alice. «Non è stato facile interagire con Alice, è sempre stata forte, a tratti ribelle. Però il suo carattere è stato anche la sua salvezza» spiega l’esperta. La ragazza manifesta fin da subito alle istituzioni la sua disponibilità ad andare in affido. Una telefonata arriva soltanto alla vigilia del suo diciottesimo compleanno. Trascorre un pomeriggio insieme ad una famiglia di Scafati, che non rivedrà più, senza ricevere altre spiegazioni. Alice ha iniziato in ritardo il suo percorso di studio e anche l’apprendimento della nuova lingua, il raggiungimento della maggiore età non coincide quindi con una possibilità di autonomia lontano dalla comunità. «Mi sono presentata dagli assistenti sociali – sulla carta dovevano seguire il suo caso ma Alice non li aveva mai visti prima – e sono andata anche dal giudice. Ho preteso di restare in comunità, perché avevo bisogno di trovare un lavoro e non potevano sbattermi fuori così» prosegue con la grinta di sempre.

a tempo indeterminato. Per 12 ore al giorno è in piedi in fabbrica. Resta poco tempo per sé, per la sua relazione con Alberto – il ragazzo con cui vive, conosciuto in comunità – e il suo gattino. Le brillano gli occhi quando mostra la cucina nuova e la casa arredata con gusto, frutto di un grande sacrificio. «I colleghi quando sono troppo stanchi telefonano a casa e trovano il piatto pronto in tavola. Io non posso farlo» conclude. La sua rabbia è quella di non aver avuto una mamma ed un papà. Quello che le è stato tolto, Alice saprà costruirlo con amore, lo stesso che ha impiegato per imbandire la tavola di ogni bontà per una sconosciuta che voleva ascoltare la sua storia. Mariarosaria Petti

Autonomia fa rima con forza. Grazie ad una volontaria della comunità, Alice comincia a lavorare in un’azienda che produce insaccati. Dopo qualche contratto a tempo determinato, arriva anche il traguardo di un impiego

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giovani cresciuti in comunità tutelari e case famiglia come possono esprimere un vissuto difficile? Il Care Leavers Network Campania – progetto dell’associazione Agevolando che mette in rete i ragazzi dai 16 ai 24 anni con esperienze fuori famiglia alle spalle –

FIORI TRA L’ASFALTO ha ideato Flowers in the concrete, un laboratorio di rap guidato da Tonico 70. Il sogno per gli apprendisti rapper non finisce qui: è possibile sostenere il loro crowdfunding – un micro finanziamento dal basso – collegandosi al sito www. musicraiser.it per supportare la

registrazione del brano dei care leavers in uno studio vero! E come recita una loro rima: «Crescere fuori famiglia come fiori nell’asfalto musica e rime per andare sempre più in alto la nostra rivalsa se ci sostieni è esprimere noi stessi senza freni».

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IN CANTO di Salvatore D’Angelo, fotografie Salvatore Alfano

Il gruppo di In canto canta Adeste fideles accompagnato al pianoforte da Pietro Russo e al violino da Alfonso Dolgetta

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l teatro Diana sold out, l’entusiasmo degli spettatori all’uscita, i commenti positivi di chi ha acquistato e ascoltato il cd In Canto sono il risultato di mesi di lavoro per portare avanti un progetto a sostegno dei bambini, quelli più piccoli e indifesi, i prematuri della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Un modo nuovo di fare misericordia, ha commentato sul palco del comunale di Nocera Inferiore la presentatrice, Patrizia Sereno. Una considerazione accolta dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, che ha aggiunto: «Sì, un modo nuovo che risponde alle sollecitazioni di papa Francesco per una Chiesa che io definisco in uscita missionaria. Avere una Chiesa qui in teatro, al Diana, al centro di Nocera, è un bel segnale». Nobile l’impegno di raccogliere fondi per acquistare un macchinario salvavita per la Tin di Nocera Inferiore. Per nul-

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UNA SERATA DI IN CANTO CON LO SPETTACOLO AL DIANA E LA VENDITA DEI CD È STATO RAGGIUNTO L’OBIETTIVO DI DONARE UNA LAMPADA PER LA FOTOTERAPIA ALLA TERAPIA INTENSIVA NEONATALE DELL’UMBERTO I

Un ringraziamento particolare al vescovo Giudice, ai sacerdoti, a chi ha cantato, suonato, ballato e agli alunni della scuola media Sant’Alfonso che hanno realizzato le scenografie. Grazie alla redazione di Insieme, a Bruno Falanga e Antonio Iuliano, e a tutti coloro hanno creduto nella possibilità di fare solidarietà divertendosi.


Fra Francesco Maria Rea canta Notturno

la inutile. Concetto ribadito dal Vescovo: «A chi ritiene inutili queste iniziative, rispondo: è inutile un bambino?». L’obiettivo, grazie al sostegno di chi ha acquistato il cd, ha partecipato alla serata e di alcuni partner privati, è stato raggiunto. Nelle prossime settimane sarà acquistata e consegnata la lampada per la fototerapia a corpo. «La lampada – ha spiegato il primario della Tin, Ignazio Franzese – ci consente di non allontanare il bambino dalla mamma. La lampada si mette a contat-

to con la pelle e il bimbo viene rivestito, così la madre può farlo mangiare e accudirlo. Si evita di metterlo nudo in incubatrice, in reparto, allontanandolo dal calore materno. Un dono per il quale ringraziamo tutti». In Canto è stata davvero una bella esperienza, per chi ha partecipato alla serata ma anche per chi ha lavorato al progetto. L’entusiasmo generato dalla serata del 4 gennaio scorso potrebbe confluire in future iniziative.

Le ballerine di Danza Ginnastica Nocera

Pierangela Cascone, accompagnata al pianoforte da Luca Greco, canta Stay with me

Mons. Domenico Cinque canta Cercami

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Don Alfonso Giordano canta If ain’t got you

Don Alessandro Cirillo canta Questo piccolo grande amore

Fra Michele Floriano canta Uno su mille, sul palco il piccolo Gianpaolo

Il primario della Tin Ignazio Franzese, la presentatrice Patrizia Sereno, il vescovo mons. Giuseppe Giudice e il sindaco Manlio Torquato sul palco del Diana

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Alma Ciancone, accompagnata al piano da Luca Greco, canta L’amore della mia vita


Don Antonio Mancuso canta Fiore di maggio

Un momento dell’esilarante pieces cabarettistica di Ciro Giustiniani

Don Carmine Cialdini canta Mediterraneo accompagnato al piano da Francesco Stanzione

Don Giuseppe Pironti canta Scrivimi

Don Carmine Vitolo canta Mentre tutto scorre

Angelo Santitoro e Salvatore D’Angelo cantano in duetto Meraviglioso

Fiori Maria ROSARIA FEBBRAIO 2017 INSIEME

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

LA STORIA DI GINA CAPUTO, CENTO ANNI IL 28 FEBBRAIO, ORGOGLIOSA ANTESIGNANA DELLE PARRUCCHIERE NOCERINE A CAVALLO TRA DUE GUERRE

NON BASTEREBBE UN ROMANZO

«E

ntrate, accomodatevi, il tempo che finisco di recitare le preghiere del mattino e possiamo parlare». Carmela Maria Luigia Caputo, cento anni il 28 febbraio, mi accoglie così nella sua casa al rione Arenula a Nocera Inferiore. Ha scoperto di chiamarsi anche Carmela a diciotto anni, quando andò a chiedere il certificato di cresima. Fino ad allora, e ancora oggi, tutti l’avevano chiamata e conosciuta come Gina. «Per raccontare la mia storia non basterebbe un romanzo», dice. In effetti è così. Questa esile, vivace e brillante nonnina ne ha passate tante nel suo primo secolo di vita. Nata nel pieno del primo conflitto mondiale, il 28 febbraio 1917, a 17 anni, agli albori dello scoppio della grande guerra e nel cuore del ventennio fascista, comincia a lavorare come parrucchiera. Per cinquant’anni non abbandonerà mai più spazzola e phon. «Quando sono nata – racconta Gina – mio padre Leopoldo era al fronte e mia madre Giuseppina mandava avanti la famiglia». Lei è stata la quinta di sette figli, due dei qua-

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li morti per malnutrizione. Anche per Gina non c’era latte, ma fortunatamente si trovò una balia: «Si chiamava Teresa Cavallaro, le devo la vita». Non bastano i bombardamenti e la guerra. Nel 1934 muore la moglie del primo fratello di Gina e le tocca crescere i nipoti: Geppina e Leopoldo che all’epoca avevano tre anni e nove mesi. «Io sono nata vecchia», afferma, tante sono state le prove da superare. Nel frattempo Gina, non ancora maggiorenne, apprende i segreti della spazzola da Ada Grimaldi. “Ruba” il mestiere e quando la signora si trasferisce negli Stati Uniti, lascia la bottega a una giovanissima Caputo. Nel frattempo Gina si era esercitata sullo chignon della sorella maggiore, «aveva dei capelli lunghissimi e bellissimi». E aveva imparato a tagliare i capelli dal papà di Ada, che aveva un salone per uomini nell’attuale piazza Zanardelli. A poche centinaia di metri, in via Castaldo, Gina aprirà il suo negozio di coiffeur. C’è ancora oggi, rilevato negli anni Ottanta da un collega di Gina. Scoppia


Un momento del convegno (foto Rino Sellitti)

la guerra, ma il lavoro non manca. Nella zona del “mercato” a Nocera ci sono le caserme, in particolare la Tofano. Arrivavano le mogli degli ufficiali. Poi con lo sbarco degli alleati, Gina cominciò a servire le soldatesse americane: «Ce ne era una – racconta –, la chiamavo miss Margherita, che mi diceva sempre “Gina tu no buona perché molto work e no promenade”». Il lavoro e i sacrifici per la famiglia non hanno mai spaventato la signora Caputo, pur dovendo rinunciare a qualche passeggiata. Era talmente brava e ben voluta che le fu chiesto di trasferirsi in America e in Scozia. Finita la seconda guerra mondiale Gina continua il suo lavoro, gestendo la famiglia d’origine e la sua nuova famiglia. Si fidanza con Angelo Ceffarelli e lo sposa, sono stati insieme per 57 anni fino alla morte di lui avvenuta il 30 maggio 2003, all’età di 91 anni. Avranno tre figli: Annamaria, Raffaela e Giovanni. «Era un angelo di nome e di fatto – afferma con gli occhi lucidi – perché ha sposato me e la mia famiglia». Lui finanziere, lei parrucchiera affermata, hanno praticamente sostenuto i familiari, che non se la sono passata sempre bene. Nel negozio di via Castaldo passavano le mogli dei medici, degli ufficiali, quelle degli operai e pure le “donnine allegre”. C’era un giorno per ogni classe sociale: «Tutte sono state sempre accolte come regine». In tanti hanno imparato a come fare i capelli, Gina si vanta di aver portato a Nocera la “permanente”. Tra questi c’era una sua cugina, Maria Vacca, che trasferitasi oltre oceano ha vinto il pettine d’oro negli USA, o Antonio Annarumma che oggi ha un negozio a Firenze. E quando ha chiuso bottega per la pensione, nel post terremoto del 1980, alcune hanno continuato ad andare a casa sua per farsi sistemare i capelli. Importante anche il rapporto con la fede. Devotissima a sant’Antonio, fin da piccola faceva la tredicina con il papà. Sarto, Leopoldo Caputo, aveva cucito e conservava, dopo le celebrazioni ufficiali, il saio della festa che rivestiva la statua. Tuttora si comunica ogni domenica, una volta al mese ospita un gruppo di preghiera del Santo Rosario e con piacere riceve le visite del suo amato parroco, padre Damiano Antonino. La sua massima è questa: «I soldi non contano nulla, se si hanno amici e rapporti sinceri». Questo è probabilmente pure il segreto della sua longevità, insieme «al mangiare sano, senza eccessi, alla riservatezza e al tenere la mente allenata leggendo libri». Salvatore D’Angelo

DONNE E SALUTE PREVENZIONE, RITARDI E PROPOSTE CONCRETE AL CENTRO DI UN CONVEGNO SULLA SALUTE DELLE DONNE PROMOSSO DAL PUNTO LAB A NOCERA INFERIORE LO SCORSO 19 GENNAIO

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er le patologie curabili, le donne del centrosud Italia hanno una speranza di vita inferiore di 4 anni rispetto a quelle del centro-nord. È questa la conseguenza di liste d’attesa chilometriche e dell’inadeguatezza delle campagne per gli screening di prevenzione. «E non finisce qui. Scontiamo la totale mancanza di consultori – ce ne dovrebbe essere 1 ogni 1.200 abitanti – e la chiusura continua di punti nascita, come quello di Cava de’ Tirreni e di Mercato San Severino. La donna è la vittima principale di questa pessima gestione del Sistema Sanitario» denuncia Margaret Cittadino, rappresentante sindacale della CGIL presso il Ruggi D’Aragona di Salerno, il vecchio San Leonardo, intervenuta lo scorso 19 gennaio ad un incontro sulla salute delle donne, al Punto Lab di Nocera Inferiore. Era presente anche Arturo Sessa, segretario generale della CGIL Salerno, che ha lanciato, in vista dello sciopero mondiale delle donne del prossimo 8 marzo, una campagna sulla salute delle donne, con proposte concrete da presentare all’ASL e alla Regione: l’apertura di un numero di consultori adeguato alla popolazione, con figure professionali quali psicologi e mediatori culturali, l’istituzione di un osservatorio per la gestione delle liste d’attesa regionali, il coordinamento delle attività tra le varie strutture ospedaliere, il rispetto dei diritti descritti nella Carta Servizi dell’ASL. Perché senza donne non c’è rivoluzione possibile. Sofia Russo

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QUI REGIONE LA REGIONE CAMPANIA METTE IN CAMPO CINQUANTA MILIONI DI EURO PER FINANZIARE 204 PROGETTI ESECUTIVI DEI COMUNI CON FONDI EUROPEI. UNO SGUARDO SULL’AGRO

FONDI UE: FINANZIATI 200 PROGETTI

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bbiamo completato il lavoro per l’utilizzo del fondo di rotazione per i progetti esecutivi dei Comuni. Con circa 50 milioni finanziamo 204 progetti per 98 Comuni. Abbiamo avuto richieste per 1.926 progetti, con il bando ne sono state ammesse a finanziamento 1.800, per un ammontare complessivo di un miliardo e 90 milioni. Cercheremo di fare una corsa per aprire i cantieri, o almeno chiudere l’iter amministrativo per il 2017. Puntiamo a finanziare la totalità dei Comuni richiedenti che sono oltre 400. Orgogliosi di questo aiuto concreto che diamo ai Comuni per realizzare i progetti esecutivi, siamo l’unica regione che utilizza il sistema del fondo di rotazione”. Commenta così Vincenzo De Luca la graduatoria definitiva per il finanziamento dei progetti con fondo di rotazione per tutta la Regione Campania. Nella graduatoria compare l’a eroporto di Pontecagnano Costa d’Amalfi. Per Salerno circa 1 milione e 600 mila euro totali di importo di progettazione richiesto per la difesa, la riqualificazione e valorizzazione della costa, divisa in 4 ambiti. Nell’elenco dei finanziamenti approvati per la provincia di Salerno: Asis salernitana reti ed impianti, società guidata dal

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consigliere regionale Nello Fiore, per la salvaguardia delle acque di balneazione della fascia costiera tra il fiume Solofrana ed il Tusciano ed intervento litorale Eboli e Battipaglia con un importo di progettazione richiesto di circa 117 mila euro; il consorzio di bonifica Velia Parkaway Alento con interventi di tutela, valorizzazione e promozione della fruizione sostenibile del patrimonio naturale, con un importo di circa 230 mila euro, per il piano straordinario di difesa idraulica e idrogeologica nei bacini del fiume Alento e della Fiumarella di Ascea, con manutenzione per circa 40mila euro per la prima fase e 206mila euro in seconda fase; ancora dal consorzio di bonifica Velia il completamento dello schema idrico dell’Alento per 67mila euro. Per l’Aeroporto di Salerno, stanziati per la prima fase del programma degli interventi, 672mila euro e per la seconda fase circa 770mila euro L’Agro. Entrano in graduatoria il Comune di Maiori, Scafati, Amalfi e Camerata. Anche per il Patto dell’Agro con il progetto “L’Agro Nocerino Sarnese a due ruote” con importo di progettazione richiesto di circa 250mila euro. Il Comune di Baronissi, per la sistemazione idro-geologica circa

di Andrea Pellegrino

140mila euro. Cava de’ Tirreni con più progetti: Eco centro per un importo di circa 319mila euro, rifunzionalizzazione Santa Maria del Rifugio per circa 93mila euro, e per lavori di adeguamento di alcune scuole elementari per 330mila euro circa. Entrano in graduatoria anche il comune di Monteforte Cilento, Maiori, Nocera Inferiore e Superiore, Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e il Comune di San Cipriano Picentino. Per il Comune di Sarno, che entra alla posizione 127 c’è la costruzione di un edificio per asilo infantile e nido con un importo di progettazione richiesto di 366mila euro.


IL DOTTORE DEI BAMBINI di Salvatore Guercio Nuzio

L’

L’EPIDEMIA DI MENINGITE: SOLO UN CASO MEDIATICO

epidemia di meningite di cui si discute in questi mesi è solo ed esclusivamente mediatica. Le paure sono infondate e basate su un anomalo incremento negli ultimi 12 mesi dei casi da meningococco C in Toscana, concomitanti a livelli di copertura vaccinali non LA MENINGITE ideali. La meningite batterica, che si manifesta in genere con febbre, vomito, cefalea severa, BATTERICA fastidio alla luce intensa e alcuni segni neurologici come la rigidità nucale (difficoltà e doRICHIEDE UNA lore alla flessione del capo sul tronco) richiede una diagnosi e un trattamento tempestiDIAGNOSI E UN vo. La vaccinazione è lo strumento più efficace e più sicuro per la prevenzione di queTRATTAMENTO sta patologia. Esistono vaccini per ciascuna famiglia dei principali batteri responTEMPESTIVO. LA sabili. La vaccinazione contro Haemophilus influenzae B è offerta gratuitamente VACCINAZIONE È LO insieme a quella antidifterica, antitetanica, antipertosse, antipolio e anti epaSTRUMENTO PIÙ EFFICACE tite B (vaccino esavalente) al 3°, 5°, 11° mese di vita del bambino. Non sono E SICURO PER LA SUA necessari ulteriori richiami. PREVENZIONE. I CONSIGLI La vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae è offerta anch’essa DEL PEDIATRA gratuitamente e va somministrata contemporaneamente all’esavalente. Contro la Neisseria Meningitidis (Meningococco) esistono i Nato a Sarno, sposato e padre di due vaccini anti sierotipo C, B e un vaccino in grado di proteggere bambini si è specializzato in Pediatria presso da 4 diversi ceppi (A,C,Y,W 135). La vaccinazione anti Meninl’Università del Piemonte Orientale di Novara, gococco C è divenuta recentemente gratuita ed è offerta a lavora presso l’Unità Operativa di Pediatria tutti i bambini al 13° mese di vita e agli adolescenti (12dell’ospedale di Battipaglia. 18 anni). I soggetti già vaccinati contro il Meningococco C possono, in fase di richiamo, praticare il vacciSe desideri sottoporre una domanda no tetravalente, previo parere del proprio medico al dr Nuzio o chiedere un consiglio, di famiglia. Tutti gli altri soggetti (età inferiore ai scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it 12 anni e superiore ai 18) pur non rientrando nell’offerta vaccinale gratuita possono farne richiesta prenotando il servizio presso gli uffici vaccinali delle Asl di appartenenza. La vaccinazione contro il Meningococco B prevede infine un numero di dosi variabili a seconda dell’età di inizio del ciclo vaccinale anti Men B (di solito, a partire dai 3-4 mesi di vita).

Immagine di repertorio

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INSIEME SI LO VOGLIO

OMELIA: SIGILLO DI UN ATTIMO DI ETERNITÀ

«L’

omelia non si prepara come si fa per una conferenza o un discorso». Don Carmine Cialdini, parroco e liturgista, introduce con chiarezza il tema del nuovo appuntamento della rubrica “Sì lo voglio”. Dopo la proclamazione della Parola, arriva il momento dell’omelia. Come si prepara un presbitero? E come sono accolte le sue parole dagli sposi? «Innanzitutto è necessaria una conoscenza remota e unitaria della Scrittura. Lo spazio maggiore bisogna darlo allo Spirito Santo. Anche se vi sono altre scuole di pensiero – spiega don Cialdini e prosegue – poi è necessario tenere presente dinanzi a quale tipo di assemblea si dovrà stare». E il 22 settembre 2015 il giovane sacerdote ha presieduto una celebrazione eucaristica con un’assemblea che conosceva bene, in occasione del matrimonio di Annarita Strino e Nello Califano. «Don Carmine ci ha accompagnato in tutto il percorso che ci ha condotto alle nozze, ci ha preparati e illuminati su ciò che questo sacramento stava per compiere in noi», racconta Annarita, che tre mesi fa ha dato alla luce la piccola Giulia. «La fortuna di avere una guida che ti conosce personalmente si è manifestata completamente durante l’omelia. Ha parlato di noi, ai nostri cuori, ha “utilizzato” la Parola per porre dei nuo-

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vi mattoni sul cammino di sposi che si stava aprendo davanti a noi» prosegue. Molti nubendi hanno a cuore proprio questo aspetto della liturgia, sperando di ritrovare quel filo rosso che tiene unite le letture appena ascoltate, la storia del fidanzamento e il futuro da nuova famiglia che si dischiude appena. Parole che rendano chiara la Parola, che prendano per mano gli sposi con quel messaggio del Vangelo che da più di duemila anni si rivolge a tutti gli uomini e le donne. È stato così per Annarita e Nello: «L’omelia ha sigillato un attimo di eternità» conclude la neo mamma. Mariarosaria Petti

DOPO L’ASCOLTO DELLA PAROLA, È IL MOMENTO DELL’OMELIA. COME SI PREPARA UN PRESBITERO? E COME ACCOLGONO GLI SPOSI LE PAROLE DEL SACERDOTE CHE PRESIEDE LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DEL PROPRIO MATRIMONIO?

Annarita e Nello con don Carmine Cialdini


IL TUO POST PER SAN VALENTINO “L’amore è più nelle opere che nelle parole” ha ricordato papa Francesco. E indossa l’abito del dialogo e della comunione: i messaggi dei nostri lettori che affidiamo alla protezione del Santo dell’Amore Per Raffaele Per ogni giorno passato e per quelli che verranno, per i sorrisi e le lacrime, le salite e le discese, le nostre mani sempre intrecciate, i nostri cuori all’unisono gli occhi accesi e i pensieri felici, per la famiglia che abbiamo creato, per ogni cosa che ancora arriverà e ci vedrà sempre così... insieme... ti amo Anna

Per Francesco Buon San Valentino a te che sei al mio fianco in ogni scelta e passo. Con piccoli gesti, mille attenzioni e sguardo profondo mi rendi felice e mi fai stare bene. Per noi, San Valentino è ogni volta che stiamo insieme. Grazie per tutto. Dina

Per Graziano Anche se le tue gambe non funzionano più non importa, perché sarà il nostro amore a portarci lontano. Maria Rosaria

Per Lorenzo All’unico uomo che il Signore mi ha posto accanto. Al mio fidanzato, ancora per poco, e futuro marito. Perché presto possa perdermi nei tuoi occhi e dirti che “con la Grazia di Cristo – la roccia della nostra vita – prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti ed onorarti per tutti i giorni della mia vita”. Ti amo oltre l’infinito! Livia

Insieme per la vita Insieme abbiamo capito che l’amore è fatto di tante sfaccettature, lo abbiamo compreso tra gioie, dolori, alti, bassi… condivisi in più di 10 anni passati insieme. E insieme vogliamo continuare il cammino dell’amore, nell’unione delle nostre anime davanti al Signore. Insieme per la vita. Emilia e Gaetano

Per Sonia Sapere che ci sei, per ascoltarmi ed amarmi, ridere insieme e prenderti cura di me, rende ogni nuovo giorno meraviglioso ed ogni momento passato insieme un ricordo prezioso. Ti amo ogni giorno di più! Buon San Valentino amore. Giacomo

Alla mia Mary Buon San Valentino dolce amore mio. Ti amo Frank D’Auria

Insieme per amore Dopo cinquant’anni di matrimonio, con l’aiuto del Signore, la voglia di stare insieme è sempre più forte. Uniti per la vita, uniti per amore. Nino e Angela Di Sarno FEBBRAIO 2017 INSIEME

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“Scusate il ritardo”

«S Presentato nel corso di un convegno al Castello Doria di Angri, lo scorso 12 gennaio, il restauro di un gruppo marmoreo della Collegiata di San Giovanni Battista. Le statue, del XVI secolo, erano state danneggiate durante il conflitto mondiale

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cusate il ritardo». Comincia così il suo discorso introduttivo Antonio Braca, funzionario storico dell’arte, membro della Soprintendenza ABAP di Salerno e autore della relazione La Collegiata, i portali, le statue, il restauro. È il 12 gennaio e le sale regali del castello Doria di Angri si aprono ad un evento culturale, nel quale vengono presentati i lavori di restauro delle statue di un trittico risalente al 1540 ed appartenente alla Collegiata di San Giovanni Battista. «Scusate il ritardo, perdonate l’attesa». Più precisamente sono 74 gli anni di attesa, e sono vestiti di quella lentezza che fa del tempo un blocco di piombo fermo sulla storia. Era il 1943 e i cannoni della guerra facevano risuonare l’eco dei loro colpi, scheggiando non solo gli animi umani ma anche i monumenti. La Collegiata di San Giovanni Battista in Angri, infatti, oltre ai danni subiti al tetto e alla facciata, vide la caduta di tre statue di marmo risalenti al 1540, decoranti il lunettone del portone principale: San Giovanni Evangelista, la Madonna col Bambino e San Giovanni Battista. Un trittico di altissimo livello artistico – commentano gli esperti nel corso della serata di presentazione del restauro – del quale pur-

troppo manca la statua dell’evangelista, completamente perduta sotto i bombardamenti, mentre le altre due, danneggiate ma non distrutte, furono relegate in un cortile esterno, subendo gli ulteriori danni degli agenti atmosferici. Ha preso parte all’evento anche il parroco della Collegiata, mons. Vincenzo Leopoldo, grato a quanti hanno preso a cuore questo progetto, mentre il sindaco di Angri, Cosimo Ferraioli, ha sottolineato la sinergia di intenti tra le varie parti, entusiasta della risposta positiva del popolo angrese ad eventi culturali che valorizzano il territorio e le sue eccellenze. Ad interessarsi personalmente alla storia del trittico è stata l’associazione culturale Panacea, mentre il restauro, completamente gratuito, è stato curato dalla ditta Atramentum. A quel «scusate il ritardo» qualcuno potrebbe rispondere «ogni cosa a suo tempo». Questo è il tempo di rimanere estasiati davanti al candore di due statue di marmo poste in fondo ad un corridoio, protagoniste di un evento che punta i riflettori sulla storia angrese. Questo è il tempo in cui si impara a fare rete, operando sul territorio e ascoltando i bisogni della comunità. Donatella Salvati


Per info e contatti: tel. 0815136548-3281679976, info@albergosantarita.it Per essere sempre aggiornati sulle attività visitate il sito www.albergosantarita.it REDAZIONALE A CURA DELLA CASA ALBERGO PER ANZIANI SANTA RITA

SFIDA A COLPI DI MESTOLO

È

partita la seconda edizione di “Senior Chef”, una vera e propria sfida a colpi di mestolo nata dalla creatività dello staff dell’Albergo per Anziani Santa Rita di Sarno. Il 2017 non deluderà le aspettative. Tanti coloro che sono pronti a dar sfogo alla fantasia dietro ai fornelli. Trenta i partecipanti alla competizione, tutti impegnati a preparare piatti tipici da sottoporre ai degustatori. Le coppie si sfidano in testa a testa ad eliminazione diretta. Unico giudice: il palato sopraffino degli ospiti. Se la gara si presenta un momento avvincente, in primo piano emerge anche la volontà sociale. A mettere in evidenza questo aspetto è la cuoca provetta Rosetta Cerbone: «Si tratta di un’attività bellissima,

soprattutto perché abbiamo la possibilità di trascorrere momenti dediti al divertimento, in ottima compagnia. Non mi sbilancio con i pronostici, i partecipanti sono tutti eccellenti». La gara è già cominciata e i menù finora proposti sono vari e gustosi: «Nelle prime due giornate abbiamo cucinato pennette all’arrabbiata, orecchiette ai broccoletti, parmigiana di melanzane, agnello con patate, ma anche specialità nostrane quali i “seccamenti” – conclude Rosetta –. Sono davvero contenta di questa iniziativa». Il premio in palio per il “Senior Chef” sarà una cena per due in uno dei tanti rinomati ristoranti della provincia. Insomma un appuntamento da non perdere, soprattutto per le “buone forchette”.

RITORNA “SENIOR CHEF” ALL’ALBERGO PER ANZIANI SANTA RITA

Il brindisi alla fine della degustazione

Alcuni momenti della gara

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SCUOLA & UNIVERSITÀ di Martina Nacchio Eleonora e Lucrezia

Gli studenti di tutta Italia hanno appena effettuato le iscrizioni scolastiche. A colloquio con Eleonora e Lucrezia, future studentesse liceali piene di sogni e di speranze

Iscrizione al liceo, un passo verso la maturità

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anno i jeans stretti e i capelli sciolti le matricole del liceo al giorno d’oggi. Occhi truccati e labbra lucide in gran parte. Gli adolescenti sono così cambiati nel corso degli ultimi anni che anche i più giovani arrancano nel voler capire il come e il perché. Lucrezia ed Eleonora invece no. La faccia è ancora candida, e gli occhi belli non sono affaticati dai cosmetici. Sono alle prese, come altri 500mila studenti italiani, con le iscrizioni all’istituto di istruzione di secondo grado. Tutto online ormai. “Scuola in chiaro” la definisce il Ministero dell’Istruzione. Tredici anni, cugine e amiche, ma completamente diverse Ele e Lucri. Una mora, occhi chiari. L’altra bionda, occhi castani. Una amante della letteratura, l’altra della matematica. Una ha appena effettuato l’iscrizione al Liceo classico “G.B. Vico” di Nocera Inferiore, l’altra al Liceo scientifico “B. Mangino” di Pagani. È Eleonora la più decisa delle due. «Ho scelto il liceo classico perché credo sia più congeniale alle mie attitudini – dice sicura – amo le materie umanistiche, quindi non potevo che fare questa scelta». La passione per i numeri guida invece Lucre-

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zia: «La mia materia preferita è matematica. Sono contenta di andare in una scuola in cui ci siano molte materie scientifiche. Certo dovrò studiare anche tutte le altre materie. Sarà dura, ma mi impegnerò». La nostalgia non è per giovani. Se c’è una cosa di cui Eleonora e Lucrezia sono sicure è che non mancherà loro la scuola media. Voglia di crescere, curiosità di incontrare nuovi compagni, di affrontare un’altra avventura, prendono il sopravvento su tutto il resto. Lucrezia spera, però, di andare in classe con un’amica. Affrontare una nuova esperienza in due è molto meglio. Mentre parliamo, nei loro occhi cerco un po’ di timore, quello che sono sicura di aver provato io mentre affrontavo l’iscrizione al liceo, attanagliata dal dubbio che non fosse la scelta giusta, ma non lo trovo. Sono sicure della loro scelta, o forse sono consapevoli già che nonostante tutto la scuola che a settembre cominceranno a frequentare non condizionerà in modo radicale il loro percorso di studi post-diploma. Eleonora definisce “allettante” l’esperienza che si accinge a


ROCCAPIEMONTE:

Cananzi parla di buona politica agli studenti compiere. Ne è entusiasta, anche perché ha scelto un indirizzo fatto su misura per lei. Beni culturali, per la precisione. Spera che la classe si formerà, altrimenti andrà nella sezione tradizionale. Di lingue solo inglese, italiano, greco e latino, per lei. Indirizzo tradizionale assicurato per Lucrezia, tra le sue passioni non figurano le lingue. Lei è appassionata di musica. Ha studiato violoncello alle scuole medie e spera di poter continuare. Per raccontare la nuova esperienza scolastica sceglie la parola “impegnativa”.

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n incontro sul difficile rapporto tra i giovani e la politica con un relatore di alto profilo: Raffaele Cananzi, esponente di spicco del movimento cattolico italiano – presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana dal 1986 al 1992 – e politico italiano, che ha dato una straordinaria testimonianza della buona politica al servizio delle persone e del bene comune. Si è svolto il 24 gennaio scorso l’appuntamento di approfondimento con gli studenti del Liceo scientifico “B. Rescigno” di Roccapiemonte.

Sogni fuori dal cassetto. Nonostante la voglia di pensare al presente tipica degli adolescenti, il futuro fa già capolinea nei loro pensieri. Lucrezia vuole diventare un medico. Per Eleonora, invece, studiare Medicina all’università è la terza opzione. Il suo sogno sarebbe diventare un’archeologa. «Anche studiare storia, però, non sarebbe male». Ma non c’è fretta di scegliere. Devono ancora trascorrere cinque anni, i più difficili ed emozionanti della loro giovane vita.

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SCUOLA & UNIVERSITÀ Liceo “Don Carlo La Mura”, Angri

L’Agro interpreta l’antichità

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i è svolta venerdì 13 gennaio in contemporanea in tutti i licei classici aderenti all’iniziativa la “Notte Nazionale del liceo classico 2017”. Una serata per rivivere la bellezza della classicità tra mito, storia e cultura. Anche i tre licei dell’Agro nocerino-sarnese – “G. B. Vico” di Nocera Inferiore, “Tito Lucrezio Caro” di Sarno e “Don Carlo La Mura” di Angri – si sono catapultati nell’antichità, mettendosi in gioco con performance teatrali, musicali e artistiche.

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Don Aniello Nappo

sarà ordinato da papa Francesco

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a Cattedrale di San Prisco è gremita all’inverosimile. È il 5 gennaio e tantissime persone partecipano all’ordinazione diaconale di Francesco Amarante. Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, il vescovo Giuseppe a sorpresa annuncia un dono grande per tutta la diocesi: don Aniello Nappo sarà ordinato sacerdote da papa Francesco, nella Basilica di San Pietro, il prossimo 7 maggio. Il giovane scoppia in lacrime. Facciamo un passo indietro. Agosto 2016, il treno corre veloce e riporta a casa gli ammalati e i volontari che hanno partecipato al pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e guidato dal vescovo Giuseppe. Nel suo scompartimento, il pastore diocesano confida ad Aniello che vorrebbe chiedere al Papa di ordinarlo sacerdote. Un’attenzione, un gesto di premura per il giovane la cui vita è stata attraversata da grandi dolori. Una notte, mentre era al secondo anno di Seminario, la sua mamma è tornata improvvisamente in Cielo. «Mettiamo tutto nelle mani di Dio», è la sua risposta fiduciosa. Il 5 gennaio, mentre erano in corso i preparativi per l’inizio della celebrazione, il vescovo gli dice: «Aniello, da Roma nessuna novità. Forse non se ne fa nulla». Proprio quella mattina, invece, era arrivato il placet della Santa Sede. «Desideravo fargli una sorpresa», racconta mons. Giudice. Ancora una volta, il giovane non perde la calma. «Eccellenza, vuol dire che mi ordinerete voi» risponde.

Quell’annuncio a sorpresa lo spiazza e gli riempi il cuore di gioia: «Mi sono venute in mente tante cose – racconta –. In chiesa c’erano il rettore del Seminario e il mio padre spirituale. Ho ripensato alla mia vocazione, al percorso di formazione, alle gioie che lo hanno accompagnato, alle prove che lo hanno purificato». Mancano pochi mesi e don Aniello ha intensificato la preghiera. 7 maggio 2017, questa data racchiude in sé molti segni e significati. «È la giornata del Buon Pastore, si prega per le vocazioni. Ma è anche la prima domenica di maggio, la festa della mamma» sottolinea don Aniello e i suoi occhi buoni si riempiono di lacrime. Tratteniamo a fatica la commozione. È proprio vero che le mamme non perdono mai di vista i propri figli. Neppure quando vivono già nella gloria. E le coincidenze non sono finite. «Sono stato ordinato diacono il 28 giugno del 2016, nei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Adesso sarà Pietro stesso, il Vicario di Cristo ad ordinarmi sacerdote!». Poi c’è quella Parola che ha accompagnato il suo cammino di formazione, il dialogo tra Gesù e Pietro sul lago di Tiberiade che ha portato negli anni Aniello, come Pietro, a dire: Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo. Un amore che riceverà il suggello definitivo dalle mani del Pontefice. La diocesi intera potrà gioire insieme a lui durante la celebrazione della prima messa che avrà un sapore speciale. Antonietta Abete

Il diacono don Aniello Nappo

L’annuncio a sorpresa del vescovo Giuseppe: il 7 maggio il giovane diacono sarà ordinato sacerdote da papa Francesco, nella Basilica di San Pietro

I ringraziamenti di don Aniello «Desidero ringraziare il Vescovo per questo dono che si riversa su tutta la diocesi, i sacerdoti che in questi anni mi hanno accompagnato, le comunità in cui mi sono formato. Un grazie speciale a don Raffaele Corrado (parroco di Santa Maria delle Grazie e San Francesco di Paola a Pagani) che mi ha accolto come un confratello, per l’esperienza pastorale che sto facendo e le responsabilità che mi ha affidato. Grazie alla mia famiglia e a quanti stanno pregando e gioendo insieme a me».

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VITA ECCLESIALE Il Papa con i giovani

LA CHIESA

e i giovani Il documento preparatorio del prossimo Sinodo dei Vescovi. In programma anche una consultazione online per tutti i giovani del mondo. Ogni mese scopriremo un capitolo del testo pubblicato per prepararsi alla XV assemblea generale

«I

giovani, la fede e il discernimento vocazionale» è il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi. La Chiesa si preparerà alla quindicesima assemblea generale ordinaria meditando e approfondendo il documento preparatorio. Composto da un’introduzione, tre capitoli di approfondimento (I giovani nel mondo di oggi; Fede, discernimento, vocazione; L’azione pastorale) e da un questionario, il testo aiuterà le diocesi, e in particolare i soggetti impegnati nella pastorale giovanile e vocazionale, all’importante convocazione sinodale. Un’assemblea, quella in programma nel 2018, che si inserisce nel solco delle precedenti, durante le quali ci si è confrontati sulla famiglia. «In continuità con questo cammino – si legge nel documento –, la Chiesa ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi». Si intende ascoltare le aspirazioni delle nuove generazioni, per poter «intravedere il mondo di domani». Nel testo si fa riferimento alla «vocazione all’amore» che assume per ciascuno una forma concreta nella vita quotidiana attraverso una serie di scelte: matrimonio, ministero ordinato, vita consacrata, professione, modalità di impegno sociale e politico, stile di vita, gestione del tempo e dei soldi. «Assunte o subite, consapevoli o inconsapevoli, si tratta di scelte da cui nessuno può esimersi. Lo scopo del discernimento vocazionale è scoprire come trasformarle, alla luce della fede, in passi verso la pienezza della gioia a cui tutti siamo chiamati». Con il documento preparatorio, si dà avvio alla fase della consul-

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tazione di tutto il Popolo di Dio che sfocerà anche in una consultazione di tutti i giovani attraverso un sito internet, con un questionario sulle loro aspettative e la loro vita. Le risposte al questionario inviato alle Chiese particolari e quelle alle domande online «costituiranno la base per la redazione del Documento di lavoro o Instrumentum laboris, che sarà il punto di riferimento per la discussione dei Padri sinodali». Il documento preparatorio propone una riflessione articolata in tre passi, che saranno approfonditi mensilmente. Si comincia delineando sommariamente alcune dinamiche sociali e culturali del mondo in cui i giovani crescono e prendono le loro decisioni, per proporne una lettura di fede. Si ripercorrono poi i passaggi fondamentali del processo di discernimento, che è lo strumento principale che la Chiesa sente di offrire ai giovani per scoprire, alla luce della fede, la propria vocazione. Infine si mettono a tema gli snodi fondamentali di una pastorale giovanile vocazionale. Si tratta quindi non di un documento compiuto, ma di una sorta di mappa che intende favorire una ricerca i cui frutti saranno disponibili solo al termine del cammino sinodale. A guidare questo cammino sarà l’icona evangelica dell’apostolo Giovanni, «il discepolo che Gesù amava» (Gv 13,23; 19,26; 21,7). «La figura di Giovanni ci può aiutare a cogliere l’esperienza vocazionale come un processo progressivo di discernimento interiore e di maturazione della fede, che conduce a scoprire la gioia dell’amore e la vita in pienezza nel dono di sé e nella partecipazione all’annuncio della Buona Notizia». Salvatore D’Angelo


SENTIERI LITURGICI

LA MENSA DELLA PAROLA È L’EVENTO SALVIFICO NEL QUALE DIO PARLA E PONE I FEDELI DINANZI AL MISTERO DELLA SALVEZZA

LA PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA

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a vita liturgica della Chiesa ha la capacità e il merito di ripresentare la nostra fede agli eventi salvifici della storia della salvezza che trovano il loro culmine nella morte e risurrezione del Signore. La nostra fede si fonda proprio su questo essere continuamente presentati dinanzi e all’interno del mistero della salvezza. A questo modello contribuisce non poco l’ascolto della Parola di Dio che dà espressività, ritmi, accenti peculiari ad ogni celebrazione liturgica e riempie il quotidiano susseguirsi del tempo con la continua e benevolente assistenza di Dio. Un duplice movimento. Durante la liturgia della Parola, come in tutta la liturgia, avviene un duplice movimento sotto forma di dialogo: Dio va incontro alla sua Chiesa e l’uomo risponde e si intrattiene col suo Dio. La mensa della Parola non è la semplice lettura di passi della Bibbia ma diviene evento salvifico, nel quale Dio parla e ci rende presenti a quegli eventi narrati dalla Scrittura. A tal proposito, ba-

sta ricordare che un conto è leggere una partitura musicale, altra cosa è ascoltare il brano suonato da un’orchestra. Questa è la differenza tra le parole scritte nella Bibbia e la proclamazione della Parola di Dio nella Liturgia. Il cristianesimo non è la “religione del libro” ma un popolo di discepoli di un Maestro che, oggi come ieri, comunica la sua stessa vita a coloro che lo seguono e credono in lui. Da qui si comprende l’enorme dignità del momento celebrativo nel quale avviene la proclamazione delle Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento, il canto dei salmi e dell’Alleluja, l’ascolto del Vangelo, la professione della fede, la preghiera dei fedeli. È un fatto non soltanto informativo ma ha la capacità di essere, per l’azione dello Spirito Santo, evento performativo. Da qui nasce tutta la cura che un lettore, ad esempio, dovrà avere nel prepararsi a proclamare la lettura affidatagli. La Parola proclamata. La Chiesa, consapevole di tutto questo, nel riformare la liturgia, asserì: «Affinché la mensa della parola di Dio sia

preparata ai fedeli con maggiore abbondanza, vengano aperti più largamente i tesori della Bibbia in modo che, in un determinato numero di anni, si legga al popolo la parte più importante della sacra Scrittura” (Sacrosanctum Concilium, 51). Così durante un triennio, di domenica in domenica (Anno A, B e C), e in un biennio, nei giorni feriali (Anno pari e dispari), l’assemblea liturgica vede proclamata quasi interamente tutta la Scrittura. Quest’anno, ad esempio, siamo nell’Anno A, caratterizzato soprattutto dall’ascolto del Vangelo secondo Matteo, per le domeniche, che è considerato anno dispari – siamo appunto nel 2017 – per il ciclo delle letture nei giorni feriali. Una piccola annotazione. Mi permetto, in questa sede, di tralasciare un argomento delicato: i motivi e le conseguenze della scelta di papa Paolo VI in seguito alla quale alcuni passi della Scrittura non sono rientrati nel ciclo domenicale triennale né nel biennio feriale. Don Carmine Cialdini

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

LA FEDE SI ESPRIME ATTRAVERSO LE PAROLE. ALCUNE SONO CADUTE IN DISUSO, ALTRE SONO COPERTE DI POLVERE, ALTRE SONO ORMAI INCOMPRENSIBILI. LA RUBRICA SI PROPONE DI RILEGGERE IL PATRIMONIO DELLA FEDE ATTRAVERSO ALCUNE PAROLE ESSENZIALI

LOURDES, UN RAGGIO DI LUCE OGNI ANNO 5 MILIONI DI PELLEGRINI SI RECANO A LOURDES. IL GIORNO DELLA PRIMA APPARIZIONE, L’11 FEBBRAIO 1858, BERNADETTE SOUBIROUS È NEL BOSCO A RACCOGLIERE LEGNA MENTRE DALLA PARROCCHIA GIUNGE IL SUONO MELODIOSO DELLE CAMPANE CHE ANNUNCIANO L’A NGELUS

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ra l’11 febbraio 1858, un giorno qualunque. E, infatti, come fa notare con ironia Vittorio Messori, nella grandiosa Cronologia Universale, pubblicata dall’antica casa editrice torinese UTET, non c’è alcun riferimento a quello che avvenne quel giorno a Lourdes, un piccolo villaggio dei Pirenei. Ci sono tanti altri fatti accaduti nell’anno, dall’opera di uno scrittore armeno al saggio pubblicato da Francesco De Sanctis. Ma niente su Lourdes. La laicità impone di tacere. Eppure quel che avvenne l’11 febbraio di quell’anno non può essere affatto considerato insi-

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gnificante per la storia della Chiesa e dell’umanità. Quel giorno Bernadette Soubirous, assieme alla sorella più piccola e ad un’altra amica, si reca nel bosco per raccogliere legna. Non attendono nulla, non cercano altro. Era la Madonna che attendeva… Tutto inizia con un colpo di vento. Un dettaglio insignificante per molti. Ma i credenti non possono non pensare alla Pentecoste. Tutto inizia nel momento in cui dalla parrocchia giungeva il suono delle campane che annunciavano l’Angelus e la gente si fermava per fa-

re memoria di quel mistero che attraversa i secoli. Un giorno qualunque che segna l’inizio di una grave avventura che, a distanza di 150 anni, porta a Lourdes ogni anno 5 milioni di pellegrini.

Uno schiaffo alla cultura

Le apparizioni di Lourdes sono uno schiaffo alla cultura che esaltava la Ragione e la Scienza, da scrivere rigorosamente con la lettere maiuscola. Quel che accade a Lourdes non si può spiegare. Bernadette è una fanciulla poverissima, viveva con la sua famiglia in una stanza, prima usata come cella del carcere ma poi abbandonata proprio perché ritenuta malsana per gli stessi delinquenti. Bernadette era così ignorante da non aver fatto ancora la Prima Comunione perché il parroco non la riteneva ancora pronta. La Bella Signora, invece, la scelse come sua messaggera. È proprio vero che Dio sceglie ciò che nel mondo è stolto per confondere coloro che si credono sapienti (1Cor 1,27). Come può una fanciulla ignorante convincere tanti e più illustri personaggi? Lourdes è stata una spina nel


Bernadette Soubirous

fianco per la cultura razionalista francese. Hanno cercato in tutti i modi di soffocare questa voce, prima con la forza della legge e poi con la derisione e la sistematica demolizione dei fatti. Emile Zola, emblema del potere culturale dell’epoca, disse che Bernadette era solo una povera isterica. Ma quella povera ignorante continua a parlare ed è, a giudizio di molti, lo specchio più fedele di quella Bella Signora che ha avuto la gioia di vedere e di ascoltare.

Il nome

Fin dalla terza apparizione (18 febbraio) Bernadette chiede alla Signora di svelare il suo Nome. Lo fa con un gesto molto ingenuo: tende verso la Madonna un foglio di quaderno e una matita e Le chiede di scrivere il suo nome. Ma la Signora replica: “non è necessario mettere per iscritto ciò che devo dirvi”. Non è ancora il tempo di svelare il nome, sembra dire la Vergine. Più tardi, quando, su richiesta del parroco, la fanciulla chiede nuovamente alla Signora di dire il suo nome, la Vergine risponde con un sorriso. Era il 4 marzo, l’ultima apparizione della quindicina. Il suo silenzio poteva suscitare una grande delusione. In fondo, stando alla promessa, era l’ultima volta che si faceva vedere. Passarono ventuno giorni, tre settimane, 43 giorni dopo la prima visita, prima che la Signora si decida a rivelare il suo nome. È la Vergine che sceglie il giorno, si tratta di un giorno speciale per la liturgia della Chiesa: il 25 marzo. René Laurentin, classe 1917, può essere considerato lo storico più famoso delle apparizioni di Lourdes. Racconta così il dialogo che avvenne il 25 marzo 1858. Bernadette chiede: “Signorina, volete avere la bontà di dirmi chi siete per piacere?”. La Madonna sorride ma

non risponde. Commenta Laurentin: “Ma la nostra montanara è decisa. Niente la fermerà più. Lo ripeterà dieci volte, se sarà necessario…”. Non sarà necessario fare dieci volte la stessa domanda. Alla quarta, la bella Signora accoglie la richiesta: “Ha appena posato il rosario al braccio destro, le mani giunte si allontanano, si protendono verso la terra. Ricongiunge le mani all’altezza del petto, alza gli occhi al cielo e dice: Que soy era Immaculada Concepcion (Io sono l’Immacolata Concezione)”. La Vergine usa il dialetto locale per svelare il suo nome. Sono queste le ultime parole che la Madonna dice a Lourdes. Apparirà ancora, il 7 aprile e il 16 luglio, ma questa volta a parlare sarà soltanto il suo volto luminoso. Bernadette si rialza tutta contenta e subito corre dal parroco. Non ha capito il significato di quelle parole ma

le ricorda bene, una ad una. Mentre corre verso la canonica, per non dimenticare e non sbagliare, ripete continuamente le parole. Quando si trova dinanzi al parroco, fino a quel momento nient’affatto convinto delle apparizioni, la fanciulla dice tutto d’un fiato quello che le ha riferito Aquerò (Quella là, così Bernadette chiamava la Signora). Secondo lo storico, l’abbè Peyramale la guarda diffidente e vorrebbe reagire in malo modo. Ma poi passa in rassegna le sue conoscenze teologiche e chiede a Bernadette: “Tu ti sbagli! Sai cosa vuol dire ciò?”. La fanciulla scuote la testa. “Allora come puoi dirlo, se non hai capito?”. “L’ho ripetuto lungo tutta la strada”, risponde con sincerità. Il parroco allora capisce e inizia a piangere, come un bambino (R. Laurentin, Bernadette vi parla, pp. 101-102). Il mistero si nasconde nella semplicità di una ragazza che obbedisce senza comprendere. FEBBRAIO 2017 INSIEME

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VITA ECCLESIALE

Una luce di misericordia

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Il cero realizzato dai detenuti, con il logo dell’Anno pastorale e lo stemma della Diocesi, che sarà distribuito nelle parrocchie

n occasione del Giubileo dei carcerati, il Papa ha ricordato che «tutti abbiamo la possibilità di sbagliare. Tutti, in una maniera o nell’altra, abbiamo sbagliato». Le parole del Santo Padre, pronunciate lo scorso 6 novembre, arrivano diritte al cuore. Tutti, e nessuno, possono sentirsi giusti davanti a Dio, tutti nella vita abbiamo sbagliato, ma non sempre a tutti viene data la possibilità di riabilitarsi. Entrare in un carcere è vivere sempre questa silente e nascosta speranza del cuore: che quei fratelli e quelle sorelle possano avere una nuova vita, possano sentirsi nuovamente accolti e amati dalla società. Solo coniugando misericordia e perdono, che si riaccendono nel cuore di tanti, pur avendo sbagliato molti possono ritrovare una luce. Una luce in fondo al tunnel della disperazione, della sopraffazione, dell’illegalità. Solo così si rinasce! Solo così è possibile ridare vita e luce. Da qui è nato il progetto «Misericordia e luce di perdono» portato avanti dai de-

tenuti nella casa circondariale di Salerno. L’iniziativa ha previsto la realizzazione e la decorazione artistica di ceri pasquali per le comunità parrocchiali e per i monasteri della Diocesi. La proposta del cappellano del carcere, don Rosario Petrone, accolta dal vescovo, mons. Giuseppe Giudice, si è tramutata in un segno di grande attenzione a quanti vivono quella speranza che, una volta ritornati ai loro affetti, non si sentiranno per sempre emarginati, esclusi e condannati. Anche il cuore di chi ha sbagliato può essere vinto dall’amore che sconfigge ogni forma di male. La luce di Cristo brilli nelle nostre comunità nella notte di tutte le notti, la luce del Risorto brilli nei cuori di quanti desiderano luce e perdono. Il 2 febbraio, nella festa della presentazione di Gesù al tempio, il Vescovo ha consegnato i ceri durante la Celebrazione della Candelora in Cattedrale ai rappresentanti delle comunità parrocchiali della Diocesi. Don Alessandro Cirillo

I detenuti nel carcere di Salerno, tanti dell’Agro nocerino-sarnese, hanno realizzato i ceri pasquali per le parrocchie della Diocesi. L’iniziativa del cappellano don Rosario Petrone, coordinata dalla Caritas diocesana, è stata accolta dal vescovo Giuseppe

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n nuovo diacono per la diocesi. Il 5 gennaio, nella Cattedrale di San Prisco, il vescovo ha ordinato il seminarista Francesco Amarante. Trentuno anni, ha ricevuto la “chiamata” nel 2010, quando gli mancava un solo esame alla laurea in economia aziendale. Originario di Sant’Egidio del Monte Albino, in questi anni di preparazione e avvici-

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namento al sacerdozio, di cui il diaconato è il gradino immediatamente precedente, ha girato diverse parrocchie dell’Agro nocerino-sarnese, in particolare a Nocera Superiore, Sarno e Sant’Egidio.

Un momento dell’ordinazione di don Francesco

Foto Salvatore Alfano

Ordinato diacono Francesco Amarante


Prima festa liturgica di sant’Alfonso Maria Fusco Dal 3 al 7 febbraio, ad Angri si ricorda il sacerdote fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista

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utto pronto per i solenni festeggiamenti in onore di sant’Alfonso Maria Fusco che hanno preso il via il 3 febbraio con la seconda edizione di “Una notte con i giovani sui luoghi del Santo” nella Casa Madre di via Maddalena Caputo. Testimonianze, preghiera e momenti di festa vedranno protagonisti i giovani accompagnati dai parroci della forania di Angri. Sabato 4 febbraio dedicato ai bambini, in mattinata con la festa dei bambini della scuola e nel pomeriggio con gli aderenti di Azione Cattolica, Scout e catechismo. Alle 18.00, nella

chiesa della Santissima Annunziata, prende il via il triduo di preghiera. Lunedì 6 febbraio, alle 16.00, nel teatro della Casa Madre c’è il convegno “Turismo e territorio in onore di sant’Alfonso Maria Fusco”. Il 7 febbraio, giorno della festa, il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, presiede la messa delle 11.00 all’Annunziata, mentre alle 18.00 celebra il parroco, don Antonio Mancuso. Alle 20.00, nel teatro della Casa Madre, è in programma “Don Alfonso, un santo tra noi”, presentato dall’associazione “Gli amici di Elisa Sessa”.

Un momento della celebrazione nella basilica alfonsiana di Pagani

Esercizi spirituali, una grazia per i laici Dal 20 al 24 febbraio ritorna l’appuntamento coordinato dalla Consulta delle aggregazioni laicali

Il cardinale Tobin sulla tomba di sant’Alfonso

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isita a Pagani del cardinale Josep William Tobin. Il porporato è stato accolto dalla comunità di sant’Alfonso domenica 22 gennaio. Per il prelato statunitense, arcivescovo di Newark, New Jersey, si è trattato di un ritorno a casa in quanto è stato superiore generale della Congregazione dei Missionari redentoristi. Tobin è stato insignito della berretta rossa lo scorso 19 novembre, in occasione del concistoro convocato da papa Francesco per la creazione di 17 nuovi cardinali. L’arcivescovo della capitale dell’Indiana ha pregato sulla tomba di sant’Alfonso e poi celebrato la messa insieme a decine di sacerdoti, tra cui il superiore di Pagani, padre Luciano Panella, il parroco della basilica, padre Natalino Rauti, e quattro vescovi: monsignor Giuseppe Giudice, monsignor Antonio De Luca, monsignor Antonio Napoletano e monsignor Antonio Scopelliti.

È

divenuto un appuntamento fisso nel calendario diocesano quello degli Esercizi spirituali per i laici. Dal 20 al 24 febbraio il Vescovo terrà le meditazioni nella Cattedrale di San Prisco, a cui seguirà l’adorazione eucaristica. «Quella tunica era senza cuciture» (Gv 19, 23) è il passo che dà il titolo alla cinque giorni durante i quali monsignor Giuseppe Giudice offrirà meditazioni sul tema «Giuseppe: una storia di fraternità» (Cfr. Gn 37-50). Ogni serata sarà animata da un’associazione o movimento operante in diocesi. Si comincerà alle 20.00 con la preghiera, poi seguirà la riflessione del Vescovo e si chiuderà con l’Adorazione Eucaristica. Gli incontri potranno servire anche da preparazione per la Quaresima, che comincerà la settimana successiva. «La bella presenza riscontrata ogni anno – ha detto don Vincenzo Di Nardi, coordinatore della Consulta – è un importante segno di unità da parte delle aggregazioni laicali con il Vescovo». Il consiglio per coloro che vorranno partecipare agli Esercizi spirituali è di rileggere i capitoli della Genesi che saranno oggetto delle riflessioni. FEBBRAIO 2017 INSIEME

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VITA ECCLESIALE

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI NELLE COMUNITÀ

Il Vescovo presiede la Santa Messa il 6 febbraio, alle 18.30, nella parrocchia di San Teodoro a Sarno, il 7 febbraio alle 11.00 nella parrocchia della SS. Annunziata di Angri per la festa di sant’Alfonso Maria Fusco. Il 14 febbraio a San Valentino Torio monsignor Giudice presiede la Celebrazione eucaristica delle 18.30 nella parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo per la festa di san Valentino. Il 24 presiede la Santa Messa delle 17.00 nella parrocchia di Santa Maria del Carmine a Pagani per la memoria del beato Tommaso Maria Fu-

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sco. Il 26, alle 11.30, chiude la missione parrocchiale vissuta dalle parrocchie di Gesù Risorto e di Madonna di Fatima a Pagani.

AI PIEDI DI MARIA

Dal 9 al 12 febbraio il Vescovo partecipa al pellegrinaggio a Lourdes in occasione dell’Anniversario della prima apparizione dell’Immacolata concezione.

CON GLI AMMALATI

Il 22 febbraio presiede la Santa Messa in occasione della Giornata Diocesana del Malato. Appuntamento alle 16.00 all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.

CON I SEMINARISTI

Il 27 febbraio il Vescovo presiede la Celebrazione eucaristica delle 18.00 nella cappella del Seminario di Capodimonte a Napoli.

LE CENERI

Mercoledì 1 marzo il Vescovo presiede la liturgia delle Sacre Ceneri nella parrocchia di Santa Maria a Foce di Sarno.

CON LE AGGREGAZIONI LAICALI Il Vescovo partecipa all’assemblea dell’Azione Cattolica diocesana in programma domenica 5 febbraio alle 17.30 a Santa Maria delle Grazie ad Angri. Dal 20 al 24 predica gli Esercizi Spirituali per i laici in Cattedrale, a partire dalle 20.00.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it


REDAZIONALE A CURA DELLA PIA UNIONE AMMALATI CRISTO SALVEZZA E DEI PICCOLI DISCEPOLI DELLA CROCE

Rinunciare a se stessi per accogliere l’altro Il sì di Lucia, pronunciato il 13 febbraio del 2016, e il cammino che l’ha condotta a diventare sorella della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza

Alcuni momenti del pellegrinaggio

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pesso mi sono interrogata sul significato del termine sorella. La risposta più bella è quella di Gesù: “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre” (Matteo 12,50). Con queste parole impresse nel cuore è iniziato il mio servizio nella Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, prima come aspirante e dal 2016 come sorella. Un passaggio non automatico né obbligatorio ma, come ama fare Dio, una proposta a cui è seguita una scelta libera e secondo coscienza. Nel mezzo, un mare agitato da timori e desiderio di fuga. Ebbene sì, al sospirato desiderio di continuare a servire gli ammalati faceva da contraltare la paura di non esserne all’altezza. Tanto semplice sognare di fare cose più grandi quanto difficile mettersi in gioco totalmente! Prima di scegliere, continuavo a propinare a Dio le mie rimostranze, a dire che non era il momento giusto, con la mia mania di procrastinare le cose. Il Signore però non abbozza un progetto per poi rinunciarvi. Ed “eccomi” con un abito nuovo, una scelta più forte e decisa, un cambiamento di forma e di sostanza. Una promessa, il 13 febbraio 2016, che na-

sceva dal cuore, un cuore in lotta ma che si lasciava guidare, anche se non capiva. Mi sentivo come il figlio di cui si narra nel Vangelo che, invitato dal padre ad andare a lavorare nella vigna, non voleva, “ma poi, pentitosi, vi andò” (Matteo 21,30). Lourdes. La prova più dura e più bella l’ho affrontata durante il pellegrinaggio a Lourdes. Ho capito che prima di me, ora c’era l’altro, l’ammalato. Dovevo rinunciare a me per accogliere l’altro in pienezza. Non ero abituata, non così totalmente. È stato forte il senso di inadeguatezza. E così all’egoismo si è aggiunto l’orgoglio di chi confida solo nelle sue forze. Prima di vestirmi, prima di mangiare, prima di bere, prima di fare qualsiasi altra cosa, c’era un altro, non più io. Come Pietro sono affondata nella paura di non farcela, ma Dio mi ha afferrato prontamente con la Sua tenerezza: “perché hai dubitato?” (Matteo 14,31). Una consapevolezza nuova. Ho compreso che avevo avuto un’occasione straordinaria di vivere tutte le opere di misericordia, di avere Gesù con me 24 ore su 24. “Mi avete dato da mangiare, mi avete dato da bere, mi avete vestito” (Matteo 25,35). All’amarezza per non averlo

capito subito è subentrata la gioia per la meravigliosa esperienza vissuta. Cosa significa per me essere sorella P.U.A.C.S.? È mettermi in cammino con Maria, verso il prossimo, lasciando lungo la strada me stessa, per riempirmi di Dio, sicura che “Colui che ha cominciato in me un’opera buona, la condurrà a compimento” (cfr Filippesi 1,6). Da sospirata sorella mi riscopro “aspirante”, col desiderio di imparare a fidarmi più della volontà di Dio che delle mie miserie. Lucia Squitieri Lucia a Lourdes insieme ad un’ammalata

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

San Prisco Nocera Inferiore

UN INCONTRO SPECIALE

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gennaio 1991: il nostro sì a Dio per formare una famiglia. 10 gennaio 2016, venticinque anni vissuti insieme; 11 novembre 2016 papa Francesco benedice la nostra famiglia. Un evento di grazia è stato l’incontro con il Papa alla messa mattutina alla Domus Sanctae Marthae. In una grigia mattina di ottobre arriva, come al solito, il postino a casa, ma questa volta ha per noi, Luisa e Gerardo, una lettera speciale: il Santo Padre ci aspetta per ringraziare il Signore per i primi 25 anni di matrimonio. Gioia e trepidazione ci invadono da subito e presto intuiamo che a scrivere al pontefice era stato nostro figlio Vincenzo, che è in cammino verso il sacerdozio. Amoris laetitia è il nostro matrimonio, amoris laetitia è la nostra famiglia e amoris laetitia è stata la celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco. Durante l’o-

Papa Francesco benedice Luisa e Gerardo Spinelli

melia ha ricordato a tutti i presenti che «l’amore del cristiano è concreto, non è l’amore soft di una telenovela». Queste parole venivano a noi come un monito per continuare a vivere dell’amore, che ha caratterizzato il nostro matrimonio e che cerchiamo di trasmettere ogni giorno anche ai nostri figli, Vincenzo e Luca. Durante la celebrazione abbiamo pregato anche per tutte le famiglie della nostra comunità parrocchiale di San Prisco, soprattutto quelle in difficoltà e quelle in crisi. In seguito, abbiamo incontrato personalmente il Papa, che ha incoraggiato il nostro cammino matrimoniale benedicendo la nostra famiglia. Il Signore ha voluto farci visita ancora una volta, dopo il dono della vocazione di nostro figlio e di tanti altri doni, che sempre non fa mancare nella nostra vita matrimoniale. Luisa e Gerardo Spinelli

Il presepe vivente

San Bartolomeo Apostolo Corbara

PRESEPE VIVENTE NEL BORGO

A

nche quest’anno Corbara ha potuto vantare il suo presepe vivente: la seconda edizione è andata in scena il 26 dicembre scorso ed è stato un successo. Una location d’eccezione, le scene dell’Annunciazione, il sogno di Giuseppe e la Natività hanno avuto come cornice lo splendido Borgo Sala, negli angoli più suggestivi e caratteristici del centro storico. Un effetto scenico straordinario, che ha conquistato le centinaia di fedeli e curiosi che hanno avuto l’occasione di visitarlo. Ricostruite le scene di vita quotidiana dell’epoca, le ricamatrici, le lanare, il fabbro, l’osteria, il cestaio. La scena della grotta è stata rappresentata da una intera famiglia corbarese, con un bimbo di appena 9 mesi. Erasmo Capriglione FEBBRAIO 2017 INSIEME

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

IL NOSTRO FRANCESCO, SACERDOTE PER SEMPRE

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stato un momento di forte spiritualità quello vissuto dall’intera comunità di Orta Loreto, lo scorso 5 gennaio 2017, in occasione dell’ordinazione diaconale del seminarista Francesco Amarante. La celebrazione si è tenuta nella Cattedrale di San Prisco, che era gremita di gente: dai bambini del catechismo agli anziani della parrocchia. Un’emozione nuova ed unica nel vedere un fratello, un amico, un catechista che si dona a Dio. Noi giovani siamo stati coinvolti in modo particolare perché don Francesco è sempre stato per noi un compagno disponibile e solare. La consapevolezza e l’entusiasmo di questo passo così importante era evidente nei suoi occhi: sguardi luminosi e colmi di gioia nella sua risposta pronta e decisa alla domanda del Vescovo, nell’indossare vesti nuove, nel suo completo abbandono nelle mani di Dio e della Chiesa prostrandosi a terra. Gli occhi di noi giovani erano riflessi nei suoi ed eravamo commossi quasi quanto lui. È stata una grande festa di cuori e di mani che hanno abbracciato e affiancato il cammino di questo nostro giovane nelle diverse realtà in cui ha vissuto gli anni della formazione, infatti alla celebrazione erano presenti le diverse parrocchie in cui ha svolto l’apostolato. A conclusione della celebrazione c’è stato un momento di festa per i saluti e gli auguri, in particolare noi giovani lo abbiamo accolto con un video che racchiudeva tutti i suoi momenti più belli trascorsi con noi. L’augurio che la comunità di Orta Loreto insieme al parroco don Gerardo porge a don Francesco è quello di raggiungere la santità nelle braccia di Dio. Dina Grimaldi e Mariarosaria Pallavicino Don Francesco Amarante con la comunità di Orta Loreto

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INSIEME FEBBRAIO 2017

La famiglia francescana di Scafati

Santa Maria dei Bagni Scafati

IL NOSTRO “ECCOMI”

Q

uesto mese abbiamo celebrato uno dei momenti più importanti del cammino francescano: la promessa. Partendo dai più piccoli, il 20 novembre scorso, insieme a tutti gli araldini d’Italia, 33 araldini hanno promesso di impegnarsi ad essere piccoli messaggeri di Gesù in famiglia, a scuola, nella Chiesa, in fraternità e di appartenere alla grande famiglia francescana. Poi, è stato il momento della Gi.Fra.: 48 ragazzi hanno preso l’impegno di vivere con il Vangelo come guida, l’Eucarestia come centro, la Chiesa come madre e gli ultimi e i poveri come fratelli. Infine, i membri dell’Ordine francescano secolare nel giorno di santa Elisabetta, patrona dell’Ordine e “Regina del servizio”, hanno promesso di osservare la forma di vita espressa nella regola francescana. Questi momenti forti fanno capire quanto sia ancora viva la testimonianza di san Francesco dopo 800 anni. Maria Scalogna


San Michele Arcangelo Nocera Superiore

SAN MICHELE TRA POESIA E MUSICA

L’8

gennaio si è tenuto l’evento per la presentazione della raccolta di poesie “Questo mio tempo” di Sabato Laudato presso la parrocchia di San Michele Arcangelo. La serata ha visto l’intervento di Antonio Salzano, presidente del Centro Iniziative Culturali Artistiche “G. La Pira”, di Barbara Laudato, scrittrice di romanzi, e del professore Antonio Pecoraro. L’autore ha voluto affidare la lettura di alcuni suoi scritti ai componenti della compagnia teatrale “San Michele Arcangelo”. Ad arricchire la serata con un tocco prezioso, il coro formato dai bambini di primo e secondo anno del catechismo. L’autore ha offerto una copia gratuita del suo lavoro a tutti i presenti e si è mostrato grato soprattutto al parroco, don Giuseppe Perano, per la possibilità che gli è stata data. Federica Pepe

Santa Maria delle Grazie Lavorate di Sarno

IL NUOVO ORATORIO DEDICATO A DON DOMENICO LA GUARDIA

I

l 30 ottobre la parrocchia di Lavorate ha vissuto un momento molto significativo. Sono stati inaugurati i nuovi locali dell’Oratorio dedicato a don Domenico La Guardia, ex parroco di venerata memoria. La cerimonia si è svolta in una cornice suggestiva ed emozionante anche per la presenza del Vescovo, mons. Giuseppe Giudice. Al momento del taglio del nastro da parte del Pastore della Diocesi, il pensiero e gli applausi dei numerosi presenti sono stati rivolti – oltre che al nuovo parroco, don Salvatore Agovino – a don Domenico, ideatore del progetto. Durante la celebrazione eucaristica, che ha preceduto l’inaugurazione, il Vescovo in sintonia con il brano del Vangelo ha paragonato l’Oratorio all’albero di sicomoro su cui salì Zaccheo per vedere Gesù. L’Oratorio è il luogo che deve consentire a ragazzi, giovani ed adulti la giusta formazione per una crescita umana, sociale e spirituale. L’intera comunità di Lavorate è grata e riconoscente a don Salvatore Agovino, che in così breve tempo – appena due anni – è riuscito con passione, tenacia e coraggio a realizzare l’opera, da considerarsi una perla per la frazione di Lavorate. La serata, allietata dagli educatori, si è conclusa con un momento di fraternità e di condivisione. Eva Mons. Giuseppe Giudice e don Salvatore Agovino al taglio del nastro del nuovo Oratorio

La presentazione della pubblicazione di Sabato Laudato

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Maria Immacolata Nocera Inferiore

PORTE APERTE AI GENITORI

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n occasione delle festività natalizie, il 28 dicembre, nel salone della comunità parrocchiale “Insieme si sta bene” presso l’ex dopolavoro ferroviario, è stato organizzato un incontro con tanti bambini che frequentano ogni sabato il centro, per mostrare ai genitori le attività che svolgono, guidati dalla presenza vigile di don Rosario Villani e dell’energia creativa delle due organizzatrici, Maria e Concetta, coadiuvate da un bel gruppo di esperti volontari. I bambini hanno dato un saggio di quanto finora imparato. Su uno stand sono stati esposti in bella mostra manufatti natalizi di découpage e di riciclo creativo; su alcuni tavoli coppie di bambini giocavano a scacchi, mostrando le “mosse” apprese; altri piccoli hanno animato scenette natalizie, anche in inglese, dispensando auguri e sorrisi, un bel coro ha intonato canti di Natale. Non sono mancate partite di calcio Balilla e ping pong e coppie di bambini che si

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sono esibiti in numeri di danza sportiva. Un profondo sentimento di solidarietà ha motivato questo bel pomeriggio, i volontari hanno fatto vivere a tutti i presenti (davvero tanti) momenti felici all’insegna della fratellanza, del dialogo e dell’amore verso il prossimo. Maria Bonfiglio

Il pomeriggio trascorso insieme dai bambini della parrocchia e i loro genitori


Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

L’UNZIONE DEGLI INFERMI: UN DONO DELLO SPIRITO SANTO

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alla Costituzione apostolica Sacrosanctum Concilium del 1963 si legge che «come tutti i sacramenti, l’Unzione degli infermi è una celebrazione liturgica e comunitaria». Le tre azioni liturgiche del silenzio, della preghiera e dell’unzione con l’olio, benedetto possibilmente dal Vescovo, indicano quale grazia tale sacramento conferisce ai malati. In particolare: conforto, pace e coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. Grazia che «è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno e l’ansietà della morte». Anche quest’anno domenica 12 febbraio durante la celebrazione eucaristica delle ore 11.00 anziani, ammalati e chiunque senta il desiderio di incontrare il Signore riceveranno ancora una volta tale Grazia. Livia Rossi

Un particolare della liturgia

Don Carmine Vitolo

Santi Simone e Giuda Nocera Inferiore

“SONO VENUTO AD ASCIUGARE LE TUE LACRIME”

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ei momenti di sconforto e di affanno, provocato dalla sofferenza quotidiana e dalla fragilità della nostra natura umana, capita di invocare il Signore e di chiedergli un segno della sua vicinanza. D’altra parte, anche Gesù sulla croce invocò il Padre suo! Il 31 dicembre sopraffatta dalla tristezza, dalla sofferenza e dalla solitudine, piangendo ho invocato con forza il Signore. Inaspettatamente ho sentito bussare alla porta: era il mio parroco, don Carmine Vitolo, che abbracciandomi mi ha detto: «Sono venuto ad asciugare le tue lacrime, Maria. Non sono un segno debolezza ma di speranza. In questo momento tu vedi in me il Signore che viene a ricordarti che non sei sola. Lui cammina vicino te! Io vedo in te, nella tua sofferenza, il Signore sulla Croce». Confusa e felice ho ringraziato il Signore sentendo più forte la mia fede e più salda la mia speranza. Possa questa mia testimonianza essere d’aiuto a tutti i malati della mia parrocchia, affinché sappiano che don Carmine non è solo il sacerdote che ci attende in Chiesa, ma il parroco ricco di tenerezza e di misericordia, che viene a bussare alle nostre case per farci visita, per conoscerci e per… asciugare le nostre lacrime. Maria Bonfiglio

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

AUGURI DI BUON COMPLEANNO

Padre Giuseppe Ferraioli (S. Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte, Roccapiemonte) festeggia 42 anni, il 2 febbraio; don Ciro Scarpetta (cappellano del cimitero di Nocera Inferiore) spegne 75 candeline, il 5 febbraio; mons. Antonio Calabrese (San Michele Arcangelo, Episcopio di Sarno) compirà 71 anni, il 16 febbraio; padre Natalino Rauti (Sant’Alfonso, Pagani), festeggia 54 anni, il 19 febbraio; don Vincenzo Califano (vicario parrocchiale di S. Matteo Apostolo in Nocera Inferiore) compie 60 anni, il 28 febbraio. La luce di Dio illumini sempre il vostro percorso, rendendo meno tortuoso possibile il vostro cammino pastorale. Auguri!

Padre Giuseppe Ferraioli

Padre Natalino Rauti

Don Ciro Scarpetta

Mons. Antonio Calabrese

Enrico Annunziata (San Sebastiano, Sarno) spegne 42 candeline, il 18 febbraio. Sabrina Giordano, (Santa Maria dei Bagni) compie gli anni, il 16 febbraio. A voi, preziosi messaggeri del Vangelo, giungano i più cari auguri del team di Insieme! Sabrina Giordano

IL NOSTRO CORDOGLIO

Il 7 gennaio è tornata alla Casa del padre la professoressa Rosanna Giudice, sorella del nostro Vescovo Giuseppe. L’intera diocesi si stringe intorno al suo Pastore e alla sua famiglia, assicurando la preghiera e la vicinanza spirituale. L’11 gennaio, Matteo Trezza è nato in Cielo. Alla figlia Luisa, assessore del Comune di Roccapiemonte, e alla sua famiglia, le condoglianze della redazione di Insieme e una preghiera sincera per il suo caro papà. Il 18 gennaio, si è spento Alfonso Desiderio, fratello di Nunzio, membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici. Ci uniamo al dolore della famiglia Desiderio e dei nipoti per la perdita, pregando affinché il caro zio partecipi al banchetto dei Santi.

Don Vincenzo Califano

LE EDICOLE PARTNER IN CUI È POSSIBILE TROVARE INSIEME

BUON COMPLEANNO AI REFERENTI

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Mensile Insieme


IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

La recita di Natale

Con lo sguardo dei piccoli

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a magia del Natale avvolge i cuori di grandi e piccini e aiuta a mettere da parte ansie e preoccupazioni quotidiane. Così anche quest’anno i bambini dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Pagani, insieme ai loro educatori, hanno trasmesso lo spirito del Natale con uno spettacolo musicale che ha reso orgogliosi i genitori e il parroco della comunità Santa Maria del Carmine, don Enzo Di Nardi. I primi ad esibirsi sono stati gli educatori ed animatori con il brano “So this is Christmas” di John Lennon, interpretato da tantissimi artisti nel mondo. Come l’autore del brano anche i ragazzi dell’oratorio hanno un sogno: ascoltare al telegiornale “THE WAR IS OVER”, la guerra è finita, sconfitta per sempre; scoprire che il mondo continua a girare non più avvinto dal potere, ma grazie alla forza dell’amore. Dopo quest’esibizione, è iniziato lo show: bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni hanno deliziato genitori e parenti con canzoncine, poesie e filastrocche ispirate al Natale. I più piccini, che frequentano il terzo anno di asilo, la prima e la seconda elementare, hanno recitato due filastrocche sulla nascita di Gesù e cantato, in diverse lingue, due canzoni per augurare a tutti buon Natale, creando un’atmosfera divertente ed emozionante. I bambini di terza e quarta elementare alle poesie e canzoni hanno affiancato un momento di danza, mostrando ai genitori che si può esprimere la gioia del Natale attraverso

qualsiasi forma di arte. Hanno rappresentato questo giorno come “una festa per una vita che nasce, come sete di pace e come un Natale che vuol dire amore aperto a tutti e che tutti abbraccia”. Dulcis in fundo, il gruppo dei bambini e ragazzi di quinta elementare, prima e seconda media: si sa che a questa età c’è sempre un po’ più di timidezza, ma questi piccoli grandi artisti hanno saputo metterla da parte per esprimere cos’è per loro il Natale, attraverso canti e poesie molto suggestive. Questo gruppo ha guardato il Natale con gli occhi di un maghetto sognante che addobba alberi di cioccolato, aeroplanini e cappotti, accontentando grandi e piccini. Con i bambini è tutto più bello, soprattutto il Natale, perché è la festa che più li rappresenta. Gesù, nascendo Bambino, lo conferma ogni anno. Ludovica Amodio

A PAGANI, I BAMBINI DELL’ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO HANNO MESSO IN SCENA UNO SPETTACOLO MUSICALE PER RISCOPRIRE LA GIOIA DEL NATALE

Gli educatori insieme al parroco don Enzo Di Nardi

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

UN DONO DI DIO DODICI MINISTRI STRAORDINARI DELLA SANTA COMUNIONE, OGNI SETTIMANA, VISITANO GLI AMMALATI DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE E SANTISSIMA ANNUNZIATA DI ANGRI. UNA RISORSA PREZIOSA PER LA NUMEROSA COMUNITÀ

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iamo un piccolo gruppo di dodici fedeli della comunità parrocchiale della Santissima Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri. Collaboriamo con il nostro parroco, don Antonio Mancuso, per dare risposta alle esigenze e necessità delle due parrocchie. Il nostro impegno è quello di recarci ogni settimana a casa di chi, desideroso di ricevere il Corpo di Cristo, e non solo, è impossibilitato a recarsi in chiesa per motivi di salute. Svolgiamo questo servizio con grande gioia perché testimoniamo loro l’amore di Gesù e li incoraggiamo ad avere fiducia in Lui che mai ci abbandona. Don Antonio si preoccupa della nostra formazione, infatti, ogni mese dopo la santa Messa serale, suor Raffaella della Congregazione delle Suore Battistine ci accompagna in questo delicato servizio che deve essere vissuto con responsabilità e amore. L’esperienza. Io e mio marito Giuseppe

facciamo parte del gruppo dei ministri straordinari della santa Comunione. La motivazione che ci ha spinti a dire il nostro sì è l’Amore che nutriamo per Gesù Eucaristia e il desiderio di servirlo nei nostri fratelli. Ogni volta che ci rechiamo da loro, preghiamo lo Spirito Santo che faccia veicolare attraverso le nostre parole e i nostri gesti l’Amore che Lui nutre per ogni Sua creatura. L’affidarci a Dio ci consente il più delle volte di notare la gioia sul loro volto e questa è per noi il dono più grande. La preghiera. Rendersi disponibili è aprirsi alla Grazia che opera sempre. Nella chiesa Santa Maria del Carmine, ogni giovedì si svolge la Giornata Eucaristica che inizia alle ore 9.00 e termina alle ore 17.00. Segue la S. Messa serale e si conclude con l’A dorazione comunitaria guidata dal nostro parroco. Sono questi i momenti più belli perché la comunità tutta vive la Grazia della presenza di Dio. Carla e Giuseppe


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI - ANGRI Da sinistra: Maria Claudia Caputo, Gianluca Attianese, Edoardo Tito, Rosaria Russo, Francesco D’Aniello

Da sinistra: Letizia Esposito, Davide D’Apice, Giorgia Milo, Ines Paolillo, Claudia Maria Vitalio, Annachiara Amendola, Giorgia La Mura, Maria Luce Bella cosa, don Luigi La Mura

Maria Claudia Caputo e Gianluca Attianese

LA LUCE ENTRA A BETLEMME

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n percorso costruito intorno alla chiesa che ha coniugato immaginazione e storia: questo l’itinerario pensato dagli organizzatori per trasportare il visitatore in un viaggio nel tempo, facendo rivivere mestieri e personaggi. L’Annuncio dell’angelo a Maria apriva la terza edizione del presepe vivente che i tre interpreti – Giovanni Longobardi, Cristian Barbella e Sabino D’Aniello – hanno reso più frizzante mettendo in scena l’Annunciazione de “La Smorfia”, il trio comico con Massimo Troisi, Enzo De Caro e Lello Arena. I tre giovani hanno curato scenografia, luci e costumi. Il visitatore, subito dopo, era accolto nella città di Betlemme da due soldati romani, interpretati da Daniele D’Antuono ed Emanuele Nocera e, poi, da un “angelo guida” che lo accompagnava in tutto il percorso, interpretato da Sara Ferraiolo, Daniela Farina e Irene Ferraioli. La tappa successiva aveva come protagonista il mercato. Qui, immersi tra gli odori e i sapori delle botteghe, si potevano udire i dialoghi tra il falegname, il panettiere e il fruttivendolo. Il percorso continuava nella città di Betlemme: in una taverna l’ospite poteva gustare spuntini preparati al momento. Vicino ad un corso d’acqua le lavandaie discutevano della venuta di un nuovo re. Dopo aver visitato la bottega delle sarte, l’ange-

lo guida conduceva i visitatori prima dal profeta che annuncia la venuta di Cristo, poi nel teatro parrocchiale dove era stata ricostruita la sala del trono del palazzo di Re Erode, scena che a detta di molti era la più affascinante: l’ingresso dei magi, accompagnati dalla danza delle odalische e dalla penombra, aveva un effetto suggestivo. L’ultima tappa. Dopo aver assistito al dialogo tra Re Erode e Re Magi, i visitatori erano condotti prima dal pescatore (una coppia intenta a pescare raccontava di aver visto dei Re in viaggio che chiedevano dove potevano trovare Gesù), poi, attirati dal suono di un flauto, in un campo di pastori che li guidavano nell’ultima tappa. Al termine di un corridoio illuminato da candele si apriva la scena della natività accuratamente ricostruita la cui visione era accompagnata da un coro di angeli. I pastori deponevano doni ai piedi della mangiatoia, i Re Magi portavano oro, incenso e mirra a Gesù. Con l’augurio di portare la luce nelle proprie famiglie, accompagnato dall’esecuzione di “Titanium” eseguita da Davide D’Apice, si concludeva la vista alla terza edizione del presepe vivente che ha saputo coniugare i verbi dell’accoglienza e della condivisone. Unendo le forze si cresce insieme. Letizia Esposito

Foto di gruppo dei protagonisti

LO SCORSO MESE DI DICEMBRE, LA PARROCCHIA SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI DI ANGRI HA ORGANIZZATO LA TERZA EDIZIONE DEL PRESEPE VIVENTE

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI COORDINATORE REDAZIONE PARROCCHIALE: MICHELE RAIOLA

RASSEGNAti, si va a teatro

«I

eri sera abbiamo portano in scena il primo spettacolo della nostra rassegna teatrale 2017. Un vero successo! Meravigliosi gli attori della nostra Compagnia Teatrale I Gioiosi. Grazie di cuore». È il commento pubblicato a caldo da don Giuseppe Pironti sulla pagina facebook della parrocchia, dopo la serata a teatro del 13 gennaio. In scena la commedia Storie di cuore, ideata e realizzata da Michele Raiola, Michele Maiorino e Renato Rescigno, questi ultimi magistrali registi che hanno migliorato ed elevato la caratura, già di per sé ben strutturata, dei venti attori che si sono splendidamente cimentati nell’impresa.

GRANDE SUCCESSO PER “I GIOIOSI”, PRIMO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA TEATRALE ORGANIZZATA DALLA PARROCCHIA SAN SISTO II DI PAGANI PER FINANZIARE IL CAMPO ESTIVO AD ASSISI

La commedia. Una vera e propria sarabanda di personaggi reali e surreali che si sono avvicendati in uno studio medico trasformato, per un improvviso incidente, in un’a genzia per cuori solitari… Tutta da ridere, a detta dei 400 spettatori che hanno assistito alla divertente performance, terminata con un lungo applauso. I ringraziamenti. Continua don Giuseppe: «Grazie anche a chi ci ha aiutato offrendo la propria disponibilità per la realizzazione, il trasporto e il montaggio delle scene (l’architetto Romolo Pisciotta e il tecnico scene Ernesto Battaglia, la ditta Esposito Legnami e il Centro Ferri); a chi si è impegnato per i costumi, trucco e parrucco (Toscano Barber Shop); grazie al service audio della ditta Civale che ci ha fatto ascoltare ogni singola parola; grazie alla gestione dell’Auditorium di Pagani per la disponibilità e la cortesia; grazie all’Amministrazione comunale che ci agevola sempre per consentirci di realizzare i nostri progetti. E grazie a tutti coloro che hanno preso parte allo spettacolo; il divertimento che vi abbiamo regalato è solo la minima parte del nostro ringraziamento a voi!». Il prossimo appuntamento. Ci vediamo il prossimo 5 febbraio alle ore 21.00 all’Auditorium S. Alfonso di Pagani per il secondo spettacolo. Il divertimento continua. Affrettatevi a prendere i biglietti. Ci piace rendere conto della carità che ci viene fatta. Sul sito, troverete gli aggiornamenti sugli spettacoli e le altre iniziative come i salvadanai e l’estrazione di Ippo, il nostro pupazzo gigante. Infine, vi aggiorneremo di volta in volta sulla somma raccolta al netto di tutte le spese, finalizzata alla raccolta fondi per il campo estivo ad Assisi del prossimo mese di agosto. La Redazione

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GLI ALTRI SPETTACOLI IN CARTELLONE


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

IN PRIMA LINEA PER I PICCOLI

Alcuni momenti dello spettacolo

Talenti in scena La sera dell’Epifania, ragazzi e giovanissimi di Azione Cattolica si sono cimentati in uno spettacolo divertente e ricco di contenuti

LA COMUNITÀ SANTA MARIA DELLE GRAZIE DI CASATORI HA ORGANIZZATO UNA TOMBOLATA PER SOSTENERE LE ADOZIONI A DISTANZA IN UNA MISSIONE DEI REDENTORISTI IN MADAGASCAR

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atale, per la comunità Santa Maria delle Grazie di Casatori, è anche sinonimo di solidarietà, perché è il momento per essere più vicini agli ultimi. Se durante l’anno ad agire e operare è la Caritas parrocchiale, nel tempo in cui Gesù viene al mondo la comunità tutta è chiamata a compiere un gesto concreto. Per questo motivo, durante queste festività natalizie, sono state organizzate serate di solidarietà e una tombolata per raccogliere fondi da destinare alle adozioni a distanza. Da quando padre Antonino, redentorista originario di San Valentino Torio, presentò alla comunità l’opera della congregazione in Madagascar, abbiamo assunto l’impegno di adottare bambini a distanza. Un aiuto concreto per aiutare i piccoli nella loro terra d’origine. I figli di sant’Alfonso in Madagascar, grazie all’impegno di volontari, medici ed educatori, garantiscono ai piccoli istruzione e diritti, sostengono le famiglie e le ragazze madri. Quest’anno la tombolata è stata vissuta con più consapevolezza da parte di giovani e adulti di Azione Cattolica, alla luce del cammino che stiamo vivendo alla riscoperta delle beatitudini evangeliche. Il discorso della montagna non è solo uno stile di vita da imitare, è la vita stessa incarnata da Cristo, il cuore della Trinità. Vivere in modo sobrio, senza ostentare quel che sia ha, distaccandosi dai beni materiali, conservando un cuore umile ed aperto agli altri: sono questi i sentieri per incarnare nella propria vita le beatitudini. M. L.

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n’interessante avventura è stata vissuta nel periodo natalizio dai ragazzi dell’Azione Cattolica Ragazzi e dai Giovanissimi, che insieme, sotto la supervisione di alcuni giovani, si sono incontrati quasi ogni giorno per preparare lo spettacolo in programma per l’Epifania. Se all’inizio poteva sembrare arduo, il cammino si è rivelato tutto in discesa grazie alla complicità e all’entusiasmo dei partecipanti. L’integrazione e l’intesa hanno reso possibile mettere in scena uno spet-

tacolo ricco di contenuti e valori edificanti, ma anche molto divertente. Dalla recitazione al canto, dal ballo ai tecnici luce e suono, dai costumisti agli scenografi, ognuno ha potuto esprimere la propria creatività, tanti i talenti in scena, ma soprattutto tante potenzialità dietro le quinte che troppo spesso restano inespresse. L’impegno è che questo anno appena iniziato possa dare maggiore slancio e fiducia ai ragazzi che sono la parte più bella della comunità. Marina Longobardi

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

Un momento dell’Adorazione Eucaristica

L’

Avvento è il periodo più magico dell’anno, quello in cui tutto sembra possibile, quello in cui tante speranze riaffiorano nel nostro cuore e nella nostra vita. Mettiamo a tacere tutte le parole inutili per prepararci all’attesa di qualcosa o, meglio, di qualcuno più grande. Per prepararci al meglio alla Sua venuta, per rendere il nostro cuore, un posto accogliente in cui Lui possa abitare, nella nostra parrocchia abbiamo organizzato e partecipato alla novena di Natale, finita con la celebrazione Eucaristica delle 11.00 il 24 dicembre. Questi giorni che precedono il Natale ci hanno visto uniti nella preghiera e attivi nel servizio che ognuno offre all’intera comunità. La celebrazione della notte di Natale ha visto la partecipazione di molte persone, nel silenzio iniziale abbiamo atteso il suono delle campane e il canto del coro che

“È stato un anno di grazia” annunciava la grande gioia: “Oggi per noi è nato il Salvatore”. Il bacio del Bambinello, accompagnato dal suono degli zampognari che intonavano il dolce canto “Tu scendi dalla Stelle”, ha coinvolto l’intera assemblea. Per concludere l’anno, il 31 dicembre, la comunità ha vissuto l’Adorazione Eucaristica, cantato l’inno liturgico del Te Deum e partecipato alla Santa Messa di ringraziamento. Per tutti noi quello appena conclusosi è stato un anno di grazia, anche grazie al dono del Giubileo della misericordia che ci ha ricordato, ancora una volta, che il Signore è misericordioso e ci ama di un amore incondizionato e indissolubile nel quale possiamo trovare sempre rifugio. Che questa gioia accompagni la nostra vita affinché sia ogni giorno Natale. Caterina Mansi

La comunità parrocchiale ha vissuto con grande partecipazione il tempo di Avvento e il Natale, a conclusione di un anno speciale segnato dalla grazia del Giubileo della misericordia

LA SECONDA EDIZIONE DEL “NATALE RAGAZZI”

UN ECCELLENTE ARTIGIANO

I BAMBINI DELL’ORATORIO HANNO RISCOPERTO LA FIGURA DEI MAGI

DON ROBERTO FARRUGGIO HA REALIZZATO IL PRESEPE PARROCCHIALE

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nche quest’anno, nell’oratorio Canonico Antonio Fiorillo, si è tenuta la seconda edizione del “Natale Ragazzi”. Una bella iniziativa organizzata da alcuni ragazzi per i bambini della parrocchia. Tre giorni in cui, attraverso giochi, musica e divertimento, i bambini hanno riscoperto le figure dei Magi, le difficolta che hanno incontrato ma soprattutto la gioia che hanno provato nel loro incontro con Gesù. Marina Massa La condivisione del pasto

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a nostra fortuna è evidente agli occhi di tutti; sì perché abbiamo un parroco che non solo ha idee, ma non si scandalizza mai nel rimboccarsi le maniche e lavorare addirittura con chiodi, vernici e farina. Infatti quest’anno, con l’aiuto di qualche giovanissimo, inesperto ma volenteroso, ha realizzato il presepe parrocchiale. Giorni di fatica e sacrifici sono stati però ben ricompensati dalle emozioni suscitate in coloro che si sono recati nel salone adiacente alla Chiesa. Insomma, don Roberto oltre ad essere un ottimo parroco si è rivelato anche un’eccellente “artigiano”. Annamaria Pecoraro Il risultato finale

INSIEME FEBBRAIO 2017


LA NOSTRA TOMBOLATA Alcuni momenti dei festeggiamenti

Il nostro Christmas Village Successo per i festeggiamenti in onore di santa Lucia e sant’Agnello a cui la comunità affianca l’atteso Christmas Village

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nche quest’anno, nella parrocchia Maria SS. di Costantinopoli in Pecorari, si sono svolti i solenni festeggiamenti in onore di santa Lucia e sant’Agnello ai quali si è affiancato l’ormai famoso e atteso evento del Christmas Village che, negli ultimi anni, ha attirato la presenza di tanti visitatori. Le serate sono state allietate da vari stand organizzati dalla parrocchia, ciascuno con diverse specialità. È stata inoltre allestita la casa di Babbo Natale per il divertimento dei più piccoli e poi tanta musica e cabaret. Teresa Pecoraro

UNA SERATA SPECIALE PER BAMBINI E ANZIANI

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osa sono le feste natalizie senza il gioco della tombola? Così i giovanissimi dell’Azione Cattolica hanno dedicato tre serate ad una grande tombolata in piazza, fatta poi in Chiesa a causa maltempo. Hanno partecipato persone di tutte l’età, da i più piccoli ai più grandi in un clima di serenità e di famiglia. I premi sono stati offerti dai commercianti della zona e i soldi ricavati hanno aiutato i ragazzi a pagare la tessera del nuovo anno associativo. Tante sono state le risate e gli sfottò con la smorfia della tombola napoletana che hanno donato una serata speciale ad anziani e bambini che spesso non hanno qualcuno con cui giocare. Le tradizioni riescono ad unire sempre tutti e l’atteggiamento di fraternità dà sempre quel tocco in più capace di donare a tutto un sapore diverso. Anna Apicella

“Il Presepe più bello dell’anno”

Il sacerdote durante la realizzazione del presepe

100 presepi realizzati a mano dai ragazzi di alcune scuole del territorio hanno partecipato alla mostra organizzata dall’associazione “Nova sociale”

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ltre alle numerose attività svolte nella nostra parrocchia in occasione del Santo Natale, quest’anno è stata anche allestita la Mostra dei Presepi, organizzata dalla “Nova sociale” con ben più di 100 presepi realizzati a mano da bambini e ragazzi di varie scuole che si sono dilettati nel realizzare il “Presepe più bello dell’anno”. La premiazione da parte di una giuria di esperti c’è stata lo scorso 2 febbraio. Giovanni Giordano

La mostra

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PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO Gli amici del Presepe durante la premiazione di Carmine e Irene Caso

La magia degli “Amici del Presepe”

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ppuntamento fisso a Poggiomarino, quello di fine festività con gli “Amici del Presepe”, che dopo un lavoro durato tutto l’anno, con punte enormi di impegno tra Avvento e Natale, possono finalmente premiare gli autori dei presepi più belli e delle vetrine addobbate con maggiore gusto. E come sempre, quella dei primi di gennaio, è un crescendo di emozioni in cui si mescolano le idee e i progetti di giovanissimi, adulti ed anziani, che finiscono sempre per “spartirsi” la vittoria nelle varie categorie. Ci permetterete però di ricordare gli I coniugi Marano

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rrivata alla terza edizione, ma a distanza di vent’anni dall’ultima, un successo annunciato e “certificato” dalle 5.000 presenze appuntate dall’esattore delle tasse, uno dei 70 figuranti quasi tutti alloggiati in appartamentini a vista (sì perché fino a qualche anno fa i ruderi erano realmente abitati). Tutti con il sorriso e con l’orgoglio di essere riusciti a permettere a Gesù Bambino di poter “rinascere” anche a Poggiomarino. Medici, avvocati, impiegati, pensionati e disoccupati: tutti insieme per servire Gesù perché al portone di Boccapianola è stato vero spirito presepiale. Giusto un anno fa i coniu-

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artigiani che hanno vinto il riconoscimento per la ricostruzione considerata tecnologicamente avanzata, assegnato ai coniugi Carmine e Irene Caso, non più giovanissimi, che con mesi di lavoro sono riusciti in un’impresa titanica fatta di cuore e tantissima passione. Un momento di emozione e commozione per tutti, così come quando si sono esibiti i ragazzi della danza paralimpica del maestro Gabriele Cretoso che, come sempre, hanno fatto luccicare gli occhi della platea. Intanto gli “Amici del Presepe” sono già al lavoro per la prossima edizione.

I sorrisi più́ belli del presepe di Boccapianola

gi Domenico e Mariagrazia Marano (187 anni in due) avevano espresso commossi il desiderio di far rivivere il presepe nel paese. La Masseria Izzo, posta all’interno del portone di Boccapianola, luogo di ingresso naturale della città, è divenuto negli ultimi anni porta di degrado umano. Il portone della “Speranza” si è spalancato anche agli occhi di padre Aldo D’Andria che a nome della parrocchia non è voluto mancare alla benedizione del presepe più bello che c’è: forse non sarà così ma, per una volta, consentite ai poggiomarinesi di “pavoneggiarsi”, visto che tra gli animali se ne aggirava un esemplare.

Premiati a Poggiomarino gli autori dei presepi e delle vetrine più belle

Tre pastorelle di Sant’Antonio

Una nuova luce a Masseria Izzo Organizzata, dopo 20 anni, la terza edizione del Presepe Vivente


LA VITA DELLA COMUNITÀ PER IMMAGINI Noemi, il bellissimo angelo che ha accompagnato le funzioni natalizie in parrocchia e che ha accolto e portato all’altare la Luce di Betlemme.

La Corale Laudate Dominum e le voci bianche “Le Primule” del Maestro Claudio Boccia durante l’annuale concerto di Natale: un appuntamento di arte sacra seguito da centinaia di fedeli.

La Santa Messa delle ore 10.00 dedicata ai bambini, con l’obiettivo di farli avvicinare ai sacramenti anche dopo avere ricevuto la Prima Eucaristia.

“Festa dell’adesione dei soci dell’Azione Cattolica” da quest’anno intitolata alla fondatrice dell’Ac Poggiomarino, Rosa Velardo: in 250 hanno detto sì.

Il 23 gennaio festa dei Santi Sposi, Maria e Giuseppe: più di 80 coppie hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali… fino e oltre alle nozze d’oro.

Angela, Maria e Olimpia, le suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret: da oltre 110 anni una presenza costante ed insostituibile.

La preghiera si è fatta carne, la gioia della parrocchia per l’arrivo di Angelo e Raffaele nella famiglia di Maria e Giuseppe Boccia.

Il Natale promosso dall’Adaap: l’associazione per i diversamente abili ha portato in scena una speciale ed emozionante rappresentazione del presepe napoletano.

NEWS

Padre Aldo insieme a quattro amici della parrocchia proseguono la loro esperienza nella missione filippina, dove più di 70 ragazzi hanno la possibilità di studiare (e non solo) grazie al buon cuore poggiomarinese.

Il 19 febbraio i giovani della Comunità Gesù Risorto rappresenteranno i 100 membri di Poggiomarino al convegno regionale presso il centro Don Bosco di Napoli.

Le comunità Neocatecumenali, presenti da 35 anni in parrocchia, danno inizio alle catechesi. “A Dio piacendo” la nona comunità sarà seguita da padre Ugo Marino.

Anche Poggiomarino celebrerà la “Giornata Mondiale per la Vita”. La Fraternità di Emmaus promuove una serie di iniziative sul tema “pro-life”.

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LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Il governo di madre Rita Fiore

L’ultimo consiglio generale del 1950 si svolse il 28 settembre e deliberò su cinque punti importanti. Nel 1951, si riunì di nuovo il 3 marzo e il 5 giugno

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l successivo consiglio generalizio, l’ottavo di madre Rita Fiore, si svolse il 28 settembre 1950 per deliberare su cinque punti: l’invio su richiesta del vescovo mons. Aurelio Marena di quattro suore nel seminario minore di Bitonto; la nomina della tesoriera dell’Ente Morale del Conservatorio “Carminello” di Pagani da parte della Prefettura di Salerno, l’arredamento dell’asilo di Nocera Inferiore, la proposta di far conseguire il titolo di Maestra Giardiniera a madre Cleonice Elefante. Infine, la richiesta del computo metrico dei lavori effettuati a Quisisana. Relativamente al primo punto, fu stabilito che il 10 ottobre successivo le quattro suore – Liduina Secatore (Superiora), Consiglia Fieramosca, Flora Spadaccino e Tecla Arcangela – sarebbero andate a Bitonto. Avrebbero alloggiato in un confortevole appartamento. Oltre al vitto, avrebbero percepito uno stipendio di 12.000 lire mensili. Per quanto riguarda il secondo punto, il Consiglio nominò madre Letizia Manganelli Tesoriera dell’Ente “Carminello”.

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Madre Alfonsina Tucci l’avrebbe sostituita come superiora. Relativamente al terzo punto, poiché era stato ultimato l’arredamento sia dell’asilo che della casa di Nocera, fu stabilito che le due strutture, poste sotto la titolarità della Vergine Immacolata, avrebbero iniziate le rispettive attività il 5 ottobre successivo. In riferimento al quarto punto, si stabilì di far studiare madre Cleonice nella casa del Carminello dove, peraltro, la religiosa già insegnava nella prima elementare. Relativamente al quinto punto, si invitò l’ingegnere Francesco Di Somma a presentare il computo metrico dei lavori effettuati a Quisisana per la liquidazione economica. 3 gennaio 1951. La nona riunione del consiglio generalizio si tenne il 3 gennaio 1951 e deliberò su quattro punti: si decise l’esumazione di madre Chiara Luciano e la sua collocazione nel “monumento di famiglia”; fu stabilito di stilare una scrittura privata con validità legale tra l’Istituto, rappresentato da madre Rita, e il

responsabile dell’impresa edile Francesco Di Somma per i lavori di Quisisana. Le spettanze (£. 1.818,900 residue dei lavori effettuati) sarebbero state pagate con rate di 100.000 lire mensile. Si decise inoltre di innalzare la cifra dei contributi che le case versavano al governo generale il quale, al momento, non era nelle possibilità di saldare gli oneri economici pendenti. 5 marzo 1951. Nella decima seduta del 5 marzo 1951 fu deliberato di affidare all’ingegnere Roberto Wannestraus la riparazione dei soffitti delle aule scolastiche pericolanti della Casa Madre, per evitare di avere troppi alunni nelle poche aule rimaste disponibili; si decise di dare inizio alla pratica con la Direzione Generale delle Scuole Statali e con il Ministero dei lavori Pubblici per ottenere gli aiuti previsti per la riparazione dell’edificio scolastico per i danni bellici, di accettare come postulante la signorina Ernestina Gargiulo sulla base delle “ottime informazioni” fornite da padre Gerardo O. F. M., Superiore del convento di Vatolla.


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

CIELO D’INVERNO Cammino e inciampo cercando fiori tra alberi spogli braccia tese al cielo ed è cielo d’inverno. Nuda l’anima ma sogna l’infinito. Spogli non morti dentro vive la linfa come questo sole nascosto tra nuvole. Alberi spogli anche noi senza te eppure dentro urla la vita attende ancora il sole. Ogni albero spoglio pur ferito e piagato già sa mormora la speranza che dopo ogni inverno rivestito a festa danzerà primavera.

La bruma invernale sul fiume Tarne in Francia. (Foto Salvatore Alfano)

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CULTURA ARTE... RISCHI

APPUNTAMENTI CULTURALI

di don Natalino Gentile

Liturgia… da mercato

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ra gli abiti ecclesiastici che si usano per la celebrazione della Messa, l’ultimo indumento che mette il sacerdote è la casula o la pianeta. Nella Vita di San Patrizio si attribuisce ai druidi la profezia che verrebbe uno «in sua domu capiti perforata» (nella sua casa perforato al capo), chiaro riferimento alla casula. Questo indumento deriva dalle antiche vesti greche e romane come la paenula romana. Normalmente oggi si intende per casula – piccola casa – la veste ampia che copre le braccia, mentre per pianeta, che è più antica, quella che lascia scoperte le braccia ed è molto più corta. Ne parliamo perché gli armadi delle nostre chiese erano un tempo ricche di pianete, preziose da ogni punto di vista, sia di tessuto che di disegni, vere opere d’arte. Ricordiamo i famosi parati (cioè completi per il celebrante e i due ministri a latere) laminati in oro o in argento o in coralli. Con l’introduzione delle casule moderne quanta roba è andata in soffitta o è ammuffita negli stipi o venduta ai rigattieri o esposta tra le “pezze vecchie” di un mercato o dismessa perché ritenuta vecchia. Ne sanno qualcosa i tappezzieri, i pastorari, i collezionisti di sgabelli e pouf imbottiti! E finchè un pezzo prezioso serve a vestire un re mago, transeat; ma che su un pezzo prezioso si debba appoggiare il grasso sedere di un tycoon, questo non si può accettare. Siamo in un altro pianeta. Come dire: dalle stelle alle stalle!

La pianeta, paramento liturgico usato dal presbitero per presiedere la celebrazione

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INSIEME GENNAIO 2017

a cura di Martina Nacchio

STORIA, RELIGIONE E DIVERTIMENTO NELL’AGRO PER IL MESE DI FEBBRAIO Sarno al museo. Dal 27 gennaio al 25 febbraio, a Villa Lanzara, si terrà una mostra fotografica e documentale sulla Grande Guerra. “Tutti giovani sui vent’anni” il titolo scelto per l’evento che vedrà l’esposizione di cartoline, oggetti appartenuti ai soldati, lettere e fotografie. Festeggiamenti sant’Alfonso Maria Fusco. Ricade il 7 febbraio la solennità di sant’Alfonso Maria Fusco. I festeggiamenti avranno inizio venerdì 3 dalle ore 20.00, con una serata di testimonianze sulla sua vita. Dalle 20.30 alle 24.00 sarà possibile visitare i luoghi in cui il Santo è vissuto. Previsto inoltre per il pomeriggio di lunedì 6 febbraio il convegno “Turismo e territorio in onore di Sant’Alfonso Maria Fusco”. Entrambi gli eventi si svolgeranno nella Casa Madre delle Suore Battistine. Il Carnevale dell’Agro. Il Carnevale nato dal gemellaggio tra i comuni di Nocera Inferiore e Sarno quest’anno colorerà le strade del nostro territorio ancora di più. Gli storici carri di Carnevale, in esposizione sabato 18, alle 18.30 in piazza Diaz, sfileranno domenica 19 a Nocera Inferiore a partire dalle 15.00. Sabato 25 sempre alle 15.00 toccherà a Nocera Superiore. Domenica 26, dalle 9.00 con partenza dal Consorzio di Bonifica, i carri di Nocera e Sarno sfileranno di nuovo a Nocera Inferiore. Di pomeriggio il Carnevale arriverà a Pagani. Infine, martedì 28 alle 15.00 sfilata a Sarno.


L'ANGOLO DELLE RECENSIONI a cura di Mariarosaria Petti

di Salvatore Alfano

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

Veli Autore: Maurizio J. Bruno Edizioni Solfanelli Prezzo: € 25.00

Sulla scia degli argenti napoletani, proveniente dalla Cattedrale di Nocera Inferiore, questo splendido Campanello della metà del 1800. Notiamo fasce decorate con motivi a perline, trecce e foglioline stilizzate. Nella parte centrale del corpo l’incisione di una Madonna del Rosario con Bambino. Pezzi simili si trovano in altri musei della provincia di Napoli. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

Un ingegnere impegnato nell’organizzazione della prima spedizione su Marte incontra una giovane storiografa dedita alle ricerche sulle malefatte della Santa Inquisizione del 1700. Romanzo d’azione in cui due caratteri lontani diventano protagonisti di una storia d’amore. L’autore – cresciuto a Nocera Inferiore e ora trapiantato a Rieti – è al terzo libro ed è presidente dell’associazione Danae, che si occupa della promozione di scrittori esordienti.

di Salvatore Alfano

Gli abbracci di Francesco. Quando il Papa chiama a telefono Autore: Rosario Carello Editore: San Paolo Prezzo: € 9.90 Foto Salvatore Alfano

Come faceva a Buenos Aires, anche ora da Roma, Bergoglio alza la cornetta, compone il numero e poi succede qualcosa di straordinario. A rivelarlo sono le venti storie raccolte dal giornalista Rosario Carello che raccontano la tenerezza di papa Francesco. FEBBRAIO 2017 INSIEME

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di Peppe Iannicelli

MISERIA E NOBILTÀ

NON È VERO MA CI CREDO UN PIZZICO DI SUPERSTIZIONE – SENZA ESAGERARE – INFONDE OTTIMISMO E CORAGGIO. CI FA SENTIRE PIÙ PROTETTI ANCHE SE SAPPIAMO BENE COME TUTTO DIPENDA DA NOI E DALLA GRAZIA DI DIO

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INSIEME FEBBRAIO 2017

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are gli scongiuri non è peccato. Anche papa Francesco è “superstizioso”. Il Pontefice è stato protagonista qualche settimana fa di un divertente siparietto in occasione dell’udienza settimanale concessa ai pellegrini provenienti da tutto il mondo. Eravamo alla vigilia del suo ottantesimo compleanno. E diversi gruppi di fedeli, mentre il Papa attraversava la Sala Nervi per salutarli, hanno cominciato già a fargli gli auguri. Con tanto di torta e candelina che papa Francesco ha spento con simpatia. Poi però lo stesso papa Francesco ha simpaticamente “bacchettato” i protagonisti di quegli apprezzati gesti d’affetto ricordando come al suo Paese, ma anche al nostro, fare gli auguri di compleanno in anticipo porti jella e chi fa gli auguri anticipati sia considerato uno jettatore. Papa Francesco ha dunque ritenuto lecito coltivare qualche piccola forma di superstizione e scaramanzia suscitando perplessità teologica di qualche bigotto. Papa Francesco ha evidenziato un tratto di divertente umanità che lo avvicina ancora di più alla gente. La Chiesa Cattolica naturalmente condanna maghi e fattucchiere. L’amore di Dio ed il libero arbitrio sono principi fondamentali della Dottrina rispetto ai quali non ci so-

no equivoci. Un corno puntuto, una gobba, un rituale personale quando si comincia la giornata o prima di un esame, il colore di una camicia non possono determinare, né determinano il destino personale e collettivo. Così come la manifestazione anticipata degli auguri di compleanno a papa Francesco è sincera: mille anni di vita al Pontefice. Ma in fondo anche papa Francesco è un uomo. E cosa c’è di male nel praticare il “Non è vero ma ci credo” che Peppino De Filippo consacrò nell’omonima commedia. La burlesca vicenda del protagonista ossessionato dalla superstizione dimostra l’infondatezza delle credenze ma al tempo stesso suscita solidarietà e comprensione. Anche Gesù nel Vangelo invita a guardarsi, il malocchio, da persone e comportamenti negativi. Scherza con i fanti e lascia stare i santi. Ma senza esagerare un pizzico di superstizione infonde ottimismo e coraggio. Ci fa sentire più protetti anche se sappiamo bene come tutto dipenda da noi e dalla Grazia di Dio. Magari papa Francesco, insieme al Santo Rosario, in tasca porta sempre un ferro di cavallo argentino. Non è che gli manchino i nemici e le avversità. Ed è sempre meglio esser previdenti. Viva papa Francesco e, seppur con ritardo, tanti auguri Santità.


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