Insieme - Dicembre 2015

Page 1

dicembre 2015 N. 11 ANNO X € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’APPROFONDIMENTO

#FIRENZE2015 Una nuova pagina per la Chiesa Italiana

Le parole del Natale

Mons. Giuseppe Giudice

L'INSERTO Lettera di Natale di mons. Giuseppe Giudice



Diventa protagonista dei tuoi momenti più belli e rendili indimenticabili! Villa Italia è l’elegante location che realizza i tuoi desideri, dando vita ad eventi originali e personalizzati. Matrimoni, comunioni, compleanni, feste di laurea, meeting ed eventi culturali. I tuoi sogni diventano realtà.

Via M. Riccio, 82 – Borgo Vescovado – Nocera Inferiore (Sa) tel/fax: 081 92 40 73 - 348 41 67 901

www.villa-italia.it – info@villa-italia.it

dicembre 2015 Insieme / villaitalianocera

3


sieme

L’APPROFONDIMENTO

#FIRENZE2015 Una nuova pagina per la Chiesa Italiana

Le parole del Natale

Foto di copertina Andrea Annunziata

dicembre 2015 N. 11 ANNO X € 1,00 meNSiLe di ATTUALiTà e cULTUrA deLL’AGrO

26. Gli eventi natalizi

Mons. Giuseppe Giudice

L'INSERTO Lettera di Natale di mons. Giuseppe Giudice

In copertina la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze

dicembre2015

6 CRESCIAMO INSIEME “L’Azione Cattolica mi ha cambiato” di Donatella Salvati L'APPROFONDIMENTO a cura di Salvatore D’Angelo e Mariarosaria Petti Firenze, una pagina nuova per la storia della Chiesa di mons. Giuseppe Giudice

SCUOLA&UNIVERSITà 24 Il Vescovo di nuovo studente di Mariarosaria Petti

NEWS PARROCCHIE 49 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

VITA NELL'AGRO 27 A scuola di pace di Sofia Russo

52 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

29 Banca Etica non finanzia l’industria delle armi di Pino D'Ammora

RUBRICHE 60 Diario dal Concilio di Silvio Longobardi

31 LA BACHECA a cura della redazione

61 Le suore francescane di sant’Antonio di p. Paolo Saturno

10

"La valigia piena di volti"

VITA ECCLESIALE 32 Tempo di attesa e di speranza di mons. Giuseppe Giudice

14

Una chiesa umile e disinteressata

33 L’attesa è finita di Danilo Sorrentino

16

Francesco scende in campo

18

Alleanze e resilienza

34 Le Opere di Misericordia di Martina Nacchio

20

I tavoli di lavoro: in dialogo laici, presbiteri e religiosi

22

60. Ultimo appuntamento con Diario del Concilio

Sommario

EDITORIALE 5 L’offensiva della misericordia di Silvio Longobardi

8

34. Le date del Giubileo della Misericordia

Lo stile e la concretezza

38 Con le scarpette di gomma dura di Antonietta Abete 40 Il Pane della Domenica di padre Luigi Lamberti

38. Don Enrico, il sogno del campo sportivo diventa realtà


EDITORIALE di Silvio Longobardi

L’offensiva della misericordia

I

l massacro di Parigi, ahimè, è solo la punta di un’offensiva terroristica che diventa sempre più aggressiva. Ha avuto maggiore eco perché è avvenuto nel cuore dell’Europa ma l’elenco degli attentati è lungo e tale da incutere non solo sgomento ma anche paura. Una legittima paura. Nei giorni immediatamente successivi ai fatti drammatici, sapendo che mi trovo in Francia, una mamma mi ha scritto che i suoi figli, otto e nove anni, erano preoccupati per me. Dopo aver visto le immagini del Tg, il più grande aveva paura di andare a dormire… Cosa dire a questa mamma e a tutti quei genitori che si domandano cosa riserva il futuro ai loro figli? Come dobbiamo guardare questi fatti? E come dobbiamo reagire? “Non avrete il mio odio”, ha scritto un uomo che ha perso la moglie ed è rimasto solo con un bambino di 17 mesi. Ci vuole molto coraggio per scrivere queste parole. Ma ancora più coraggio a riprendere la vita, senza lasciarsi paralizzare dalla paura, con la certezza che il male non ha, non può avere, l’ultima parola. Sophie era là quella sera, lei lavora al Bataclan, ormai tristemente famoso. Quando ha sentito i primi spari si è rifugiata in una stanza, la prima che ha trovato. È ancora stordita. Ma non approva quelli che ritornano ad affollare bar e bistrot e alzano il dito medio per dire che se ne fregano, che la vita continua… No, non è così semplice! Fatti come questi non possono essere messi nel cassetto e neppure gettati nella spazzatura.

Sbaglia chi invita a separare questo terrorismo dall’islam. È ovvio che la stragrande maggioranza dei musulmani non sostiene il terrorismo. Ma è altrettanto ovvio che l’islam non può dichiararsi fuori e deve attuare una radicale riforma se vuole evitare o contenere le derive terroristiche. “Arrestate le idee e non solo i kamikaze”, ha intitolato un quotidiano nazionale. Un titolo intelligente e provocatorio. Non basta dire no alle stragi, occorre contrastare l’intolleranza sempre più diffusa nei Paesi dove i musulmani sono in maggioranza. È questa la radice nascosta della violenza. Gli eventi drammatici di questi giorni disegnano un orizzonte cupo e alimentano una legittima paura. Ma non dobbiamo smarrire la speranza. In una recente intervista, il cardinale Parolin, Segretario di Stato, ha detto: «Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l’offensiva della misericordia. Si può capire che dopo gli attentati ci sono sentimenti di vendetta ma bisogna davvero combatterli. Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio. Ci uniamo alla preghiera di Papa Francesco, carica di tristezza per tutto il male che è nel mondo. Ci sentiamo impegnati a seminare il bene, tutto il bene possibile, ancora più e meglio di prima. Ma non ci facciamo illusioni, non sarà facile estirpare questo terrorismo che può vantare risorse economiche rilevanti e profonde radici religiose. Mai come oggi la Croce di Gesù risplende nella storia e ricorda qual è la misura dell’amore.

L'omaggio dei parigini alle vittime degli attentati

dicembre 2015 Insieme

5


CRESCIAMO INSIEME Cambia look la nostra rubrica dedicata ai ragazzi che quest'anno dà la parola agli adolescenti per scrutarne i sogni e le attese, le speranze e la fatica di diventare grandi. Se vuoi raccontarci la tua esperienza, manda una mail a insieme@diocesinocerasarno.it

Antonio Ruggiero

I sogni, le speranze e le attese di Antonio Ruggiero, 14 anni, della comunità parrocchiale San Giovanni Battista di Pucciano

«C

redo che a contraddistinguere Antonio sia la passione». Una voce fuori campo interrompe la nostra chiacchierata evidenziando quello che il quattordicenne della parrocchia San Giovanni Battista di Pucciano, frazione di Nocera Superiore, umilmente tace. Il sorriso timido fa a pugni con l’atteggiamento da duro, tipico di quell’età. Con delicatezza cerco di farmi spazio tra le pareti della sua riservatezza, alternando sorrisi e domande. Entrambi condividiamo un pezzo di storia, tutte e due abbiamo nelle vene il sangue dell’Azione Cattolica, il fil rouge che sostiene la nostra conversazione. Antonio Ruggiero, classe 2001, da sei anni è membro attivo dell’Azione Cattolica e vive questa scelta con lo stesso amore che nutre per i familiari e gli amici. Gli occhi scuri si illuminano quando racconta quanto questa associazione gli sia entrata nel cuore, quasi come una seconda pelle. «L’Ac mi ha insegnato molto. Ora sono diverso e non è solo merito mio». È questa la confessione più accorata del giovane nocerino che si mette a nudo e mi racconta di quanto sia cambiato in questi anni. Tutto merito dell’associazione? Non solo. A forgiarlo sono state le esperienze passate, grazie alle quali ha imparato a guardare nel profondo di sé e a credere di poter realizzare tutti i sogni che custodisce nel giovane cuore. Ama i suoi educatori, li ha sempre amati, anche quando l’irruenza dei suoi anni si faceva sentire tra i banchi dell’oratorio. Non è un ti-

6

Insieme dicembre 2015

po tranquillo Antonio, prende la vita a morsi, assaporando ogni singolo giorno. «Il mio gruppo di Azione Cattolica è più di una comitiva di amici. Sono per me gioia e affetto, mi aiutano a sentirmi felice». Il vivace puccianese incontra i suoi compagni anche al di fuori delle mura della parrocchia. Con loro condivide la passione del calcetto e lo spirito di servizio nel gruppo ministranti. Antonio, infatti, da otto anni indossa con amore la veste bianca e non ha mai pensato – nemmeno ora che è nel pieno della sua adolescenza – di riporla nell’armadio. «Io sono così. Determinato. Se prendo una decisone, vado fino in fondo. Cerco sempre di raggiungere la meta che mi sono prefissato». Non esiste un termine adatto a descrivere il carattere sopra le righe del quattordicenne, ma di certo tutto ciò lo fa profumare di sicurezza. Sa sempre dove vuole andare e si impegna a ritornare sui suoi passi quando inciampa nelle difficoltà. Antonio è innamorato della vita e dei suoi cari ed ha già le idee chiare sul suo futuro: continuare il lavoro del padre, commerciante di bestiame, aiutandolo nel suo piccolo a portare avanti la tradizione di famiglia. Passione, tenacia e spensieratezza sono i colori che compongono l’astuccio della sua vita. Con la freschezza di chi sta vivendo gli anni più belli, invita i suoi coetanei a conoscere l’Azione Cattolica “perché l’Azione Cattolica è bella, l’Azione Cattolica è vita!”. Donatella Salvati

“L’Azione Cattolica mi ha cambiato”


L'ANGOLO PSICOLOGICO di Carolina Rossi

Va bene così come sei Per insegnare ai figli a coltivare la stima, i genitori devono incuriosirsi del loro mondo e della bellezza di cui sono portatori

T

roppe volte ai nostri ragazzi facciamo la richiesta di essere diversi da come sono. In realtà ciascuno di noi è speciale, unico ed irripetibile... e va bene così! Per aiutare i nostri figli ad appropriarsi della propria identità e a stimarsi dobbiamo poterci concedere, come genitori “responsabili”, di incuriosirci del loro mondo e delle proprie ricchezze. Incontrare gli adolescenti significa scorgere il tesoro che è in loro, vederlo noi per primi, vederlo col cuore, fare spazio alle meraviglie di cui sono portatori e fare spazio dentro di noi al loro esistere, con le loro fragilità e le loro risorse. È importante aiutarli a vivere con apertura mentale e di cuore, insegnare loro a “non negare” la sofferenza dell’errore o dell’esperienza negativa, perché da tutto questo nascono consapevolezze più mature ed evolute per affrontare la vita. Buona genitorialità a tutti noi!

ILMIO

LIBRO

La stanza delle meraviglie di Selznick Brian Editore Mondadori (collana I Grandi) Anno di pubblicazione 2012

B

en e Rose hanno un sogno in comune: avere una vita completamente diversa da quella che si ritrovano. Ben vorrebbe riunirsi al padre che non ha mai incontrato. Rose colleziona articoli di giornale e foto di una misteriosa attrice che sogna di conoscere. Quando entrambi trovano un pezzettino di puzzle che potrebbe aiutarli a ricostruire il quadro delle loro vite, partono alla ricerca di quello che hanno perso. Due storie lontane cinquant’anni, una raccontata in parole, l’altra in immagini, procedono parallele per poi incontrarsi in maniera inaspettata, in un gioco di simmetrie.

dicembre 2015 Insieme

7


L'APPROFONDIMENTO di Salvatore D'Angelo e Mariarosaria Petti

Il Papa volge lo sguardo verso l'affresco della cupola

Firenze,

una pagina nuova per la storia della Chiesa

L’

icona che porto con me dal V Convegno Ecclesiale di Firenze è l’immagine del Papa che, prima di iniziare il suo magistrale e stupendo discorso, alza il capo verso la “Copula” di Santa Maria del Fiore per leggere l’iscrizione Ecce Homo, dipinta nel cartiglio sorretto da un angelo. È già una bella indicazione da raccogliere, che cioè bisogna guardare in alto, nei colori della bellezza, per comprendere cos’è il nuovo umanesimo in Gesù Cristo. Ecce Homo: sintesi stupenda in Gesù di Nazareth del divino e dell’umano.

8

Insieme dicembre 2015

Per noi, in dialogo con le culture e le religioni, tutti gli umanesimi convergono e fanno sintesi armonica in Lui, il più bello tra i figli dell’uomo. L’umanesimo cristiano, insanguinato nella notte di Parigi e nei tasselli delle tante piccole e grandi guerre, è concentrato nel mistero di Gesù e, sempre, ri-assume lo spessore della Croce, unica radice di resurrezione. A Firenze, culla dell’umanesimo nuovo, la Chiesa Italiana, formata dalla ricchezza delle Chiese che sono in Italia, ha scritto un’altra pagina della sua storia; pagina antica, ma sempre

nuova, alla quale è saggezza attingere per non rimanere impantanati nelle secche del tutto già visto e sperimentato. Lo stile sinodale, cioè il pensare, progettare, camminare insieme, che tante Chiese anche se con fatica già sperimentano, a Firenze si è espresso in una nuova coralità, aiutando tutti i Delegati ai tavoli a dire e ad ascoltare contemporaneamente per convertirsi ad un umanesimo concreto, che abita i nostri quartieri, fatto di lacrime, sangue e sorriso. A Firenze la forma è stata anche so-


stanza e il metodo anche contenuto, con la consapevolezza che nell’uomo di Nazareth, Figlio di Dio, è sempre possibile per ogni uomo e per ogni donna un nuovo inizio. A Firenze, presi per mano e condotti dall’accoglienza, dalla bellezza e dal discernimento comunitario, siamo stati invitati a fare ancora un pezzo di strada insieme (sinodo), ben sapendo Chi cammina con noi e dove ci conduce il suo Spirito. Uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare, voce del Verbo, sono stati declinati in tutti i modi e in tutti i tempi, senza nascondere le ombre che ci abitano ma dando più credito alla luce che sempre viene e avanza. La Chiesa, soggetto ed oggetto dell’evangelizzazione, si è riscoperta sempre più esodale, in uscita da vecchi schemi e sgangherati recinti; madre a cui è stata annunciata la notizia e, gio-

iosa, si mette in cammino sulle alture per raggiungere le case delle tante Elisabette; sorella che abita ogni luogo, non solo geografico, e mentre si lascia educare già educa, con uno stile povero e sobrio in modo da trasfigurare, nel silenzio orante e a partire dall’altare, tutti gli uomini e tutto l’uomo. Non c’è contrapposizione tra Chiesa in uscita e Chiesa tra le mura; c’è la Chiesa che sempre creativamente mette insieme le parole del suo Maestro: Venite-Andate! Firenze ci restituisce, alla scuola del fecondo magistero petrino, una Chiesa umile, disinteressata, beata, non malata di pelagianesimo e gnosticismo, capace di sedersi ai tavoli del dialogo, anche quando è sofferto e sembra infruttuoso, tra vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, e fedeli laici per ricomporre in unità il Corpo di Cristo, che si fa Eucaristia,

cioè dono, offerta, rendimento di grazie, missione per le strade. Tornati a casa, con la ricchezza dentro ma coscienti ed umili, ci attende un compito, affidatoci dal Santo Padre: leggere e tradurre nelle nostre Chiese la ricchezza dell’Evangelii Gaudium, che non può essere archiviata e posta tra i testi polverosi delle nostre biblioteche, se vogliamo veramente convertirci alla missione. E siamo certi che Maria, Mater Misericordiae, non solo ci accompagnerà, ma ci indicherà la strada, che è suo Figlio, al quale con le parole dell’Inno del Convegno, ancora ci rivolgiamo: Cristo, Maestro di umanità, / splendida icona di Dio e dell’uomo, / noi ti acclamiamo, Signore Gesù, / Tu sei la grazia e la verità… Noi, pellegrini di cieli infiniti, / verso il Padre con Te camminiamo: /nel Suo regno è l’eternità † Giuseppe, Vescovo dicembre 2015 Insieme

9


L'APPROFONDIMENTO

La delegazione diocesana all'ingresso della Fortezza da Basso

Q

uando il 9 novembre siamo partiti per Firenze avevamo grandi aspettative. Sono state tutte confermate. Il Convegno Ecclesiale Nazionale a cui ho partecipato insieme al Vescovo, don Andrea Annunziata, don Giuseppe Pironti, Carmela Tortora, Antonio Francese e Angelo Santitoro, ha rappresentato un momento di crescita personale e comunitaria che difficilmente dimenticheremo. Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata. È stata una cinque giorni dove si è lavorato intensamente e da dove è emersa una Chiesa in cammino, viva e consapevole delle proprie potenzialità e responsabilità, non impaurita dalle fatiche e dalle incrostazioni che a volte emergono. Il sole che alla partenza da Salerno riscaldava e illuminava la delegazione diocesana si è confermato di buon auspicio. Gli “stati generali della Chiesa italiana”, così come qualche giornale li definiva, non sono stati momento puramente istituzionale, ma soprattutto luogo di confronto e dialogo fraterno come tutti, in cuor proprio, auspicavano. Infatti, come ogni convenire ecclesiale, a Firenze sono stati tenuti in considerazione i desideri, i progetti, soprattutto le preghiere dei cattolici italiani, rinvigoriti dall’azione pastorale e riformatrice di papa Francesco. Risalendo verso nord, per andare nel cuore dell’Italia, dal finestrino del treno si vedevano gli scorci del Bel Paese. Comunità con grandi potenzialità, che riponevano

10

Insieme dicembre 2015

“La valigia piena di volti” Sei delegati diocesani hanno accompagnato il vescovo Giuseppe al Convegno Ecclesiale Nazionale. Nel capoluogo toscano hanno incontrato il volto bello della Chiesa e sperimentato la bellezza dello stile sinodale


grandi attese nel Convegno e che ora confidano nel post Firenze. Il Convegno Ecclesiale Nazionale ha infatti rappresentato solo l’inizio di una più ampia lettura antropologica. Bisognerà non dimenticare che è Lui l’Uomo. Volgendogli lo sguardo si riuscirà a coniugare e dare seguito al tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

Dentro Firenze

Così come emerso dalle relazioni dei laboratori, anche tra i delegati è affiorata forte l’esperienza di sinodalità. I tavoli di lavoro sono stati una novità, seppur ampiamente annunciata. In fondo in fondo, forse, non si credeva che ci sarebbe stato realmente un confronto schietto e sincero tra le varie componenti della Chiesa italiana. Ritrovarsi di fronte cardi-

La Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Il cuore orante nell’ex polveriera All’interno della Fortezza da Basso, sede del convegno, è stata realizzata una cappella dove religiosi e laici si sono alternati per accompagnare con la preghiera i lavori dei delegati

D

a fabbrica per la guerra a cuore orante. È questa l’opera realizzata da Paolo Zermani, docente all’Università di Firenze e Mendrisio, che ha trasformato l’ex polveriera della Fortezza da Basso in una cappella dove laici e religiosi si sono alternati in un’incessante preghiera per accompagnare i lavori del V Convegno ecclesiale di Firenze. All’interno, in posizione centrale e appena rialzato si erge l’altare, ai suoi due lati l’ambone con il Vangelo e la Custodia eucaristica. Tutto è essen-

ziale, lineare. Appena lo sguardo si alza incontra la bellezza del crocifisso di Baccio da Montelupo. All’ingresso dell’antico alloggio delle truppe dei Medici, l’architetto ha posto invece una nuda croce, composta da due poverissime travi in ferro bianco. Enorme e reclinata, ha accolto i delegati provenienti da ogni angolo della penisola: chiunque entrando o uscendo è passato per il suo braccio, un richiamo al senso del vivere come transitus. Mar. Pet.

dicembre 2015 Insieme

11


L'APPROFONDIMENTO

Foto archivio Insieme

La plenaria del Convegno

nali, vescovi, responsabili di movimenti e delegati diocesani che discutevano sulle criticità e sul bello che la comunità ecclesiale offre è stato quel di più che si auspicava, ma che non era scontato trovare. «I lavori di gruppo sono l’esperienza più forte che porto a casa – ha commentato Carmela Tortora –, il poter raccontare la propria esperienza diocesana e proporre dei suggerimenti per l’esperienza della Chiesa Universale, nell’area educazione, non capita tutti i giorni. È l’esperienza di una comunione sinodale possibile». «Mi resta un’esperienza di Chiesa, il confronto con realtà diverse che aprono la mente e il cuore», ha proseguito don Giuseppe Pironti. Come lui, pure don Andrea Annunziata ha sottolineato «la bellezza del camminare insieme e del voler continuare su questa strada, con decisione». Antonio Francese ha forse trovato una frase per definire il clima di dialogo: «L’ascolto delle parole condivise». Sì, c’è stata una continua accoglienza delle visioni altrui. «Si è reso ognuno membro di una comunità e non di una folla», ha ribattuto don Giuseppe. Un confronto inedito e positivo, così come ha precisato la presidente diocesana di Azione Cattolica: «Mi restano nel cuore i sorrisi di chi finalmente ascoltava ciò che da anni si sussurrava solamente. La mia valigia al rientro era carica di volti, del volto bello della Chiesa». Si è lavorato bene, tutti, insieme, perché sicuramen-

12

Insieme dicembre 2015

te c’era affiatamento. Nella loro diversità, le delegazioni sono state quasi tutte unite nel seguire le indicazioni date dall’organizzazione, altro punto forte del Convegno insieme alla straordinaria bellezza del capoluogo toscano. Lo ha evidenziato Angelo Santitoro: «Un elogio va alle delegazioni. É stata un’esperienza magnifica che ci ha permesso di confrontarci e conoscerci meglio per lavorare ancora di più per il bene della nostra Diocesi». Un clima fraterno, «la fraternità», appunto, è stata l’altra caratteristica indicata da don Pironti.

Da Firenze in poi

L’entusiasmo fiorentino ora non va sciupato. La fiamma va alimentata, affinché sparga la sua luce tra chi non ha vissuto i giorni del quinto Convegno Ecclesiale Nazionale. È l’obiettivo dei delegati italiani e, in particolare, di noi delegati della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. La gratitudine per aver rappresentato questa Chiesa particolare diventa responsabilità, quella di donare a tutti la gioia e la grazia sperimentata a Firenze, «per ricostruire l’umano nella bellezza e nella carità». Come farlo? Ritornando a casa tutti ce lo siamo chiesti. In particolare abbiamo riflettuto su quale giovamento la Chiesa italiana e le Diocesi avranno da Firenze. «Il più grande giovamento non nascerà dai documenti che ne


I tavoli di discussione dei gruppi di lavoro

verranno o dalle indicazioni che saranno date – ha detto don Giuseppe Pironti –, quanto dall’esperienza che chi ha vissuto Firenze porterà nella propria Chiesa. Un cambiamento che nasce dall’interno». «Dopo Firenze – ha riflettuto don Andrea Annunziata – dobbiamo ripartire da noi, dai compagni di viaggio, dalle nostre comunità per poi uscire, trasfigurare, educare, annunciare e abitare, cogliendo anche i suggerimenti pratici e organizzativi di un Convegno non facile da gestire». Pure Angelo Santitoro ha auspicato che di Firenze si esporti la metodologia: «I laboratori sono da ripetere. Sono state un’occasione di condivisione e confronto». «La nostra Chiesa particolare – ha analizzato Antonio Francese – potrà trovare giovamento da tale esperienza se saprà cogliere dal Convegno metodi e slanci, pensieri e riflessioni, positività e suggestioni. La Chiesa italiana, invece, se saprà volgersi con amore al Crocifisso ricordando che ci sono cinque vie ma una sola direzione per la santità: quella della verità nella povertà». «La Chiesa a tutti i livelli avrà beneficiato del V Convegno solo se saprà fare di Firenze, esperimento riuscito della comunione sinodale, il modus operandi del suo stare nel mondo. Se sapremo raccoglierci attorno alle riflessioni di Firenze e alle provocazioni di papa Francesco, allora sì che la Chiesa sarà sempre più il volto “umano” di Cristo», ha concluso Carmela Tortora. Firenze ora è qui, nelle nostre realtà diocesane, parrocchiali e associative. Il lavoro di sinodalità e intraprendenza pastorale che già molte volte abbiamo sperimentato, grazie alle intuizioni del Vescovo Giuseppe, va ora rafforzato e animato di una felicità coinvolgente. Dobbiamo crederci ed esserci tutti. Salvatore D’Angelo

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Insieme Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato Carolina Rossi, Soffia Russo, Pino D’Ammora, mons. Giuseppe Giudice, Danilo Sorrentino, padre Luigi Lamberti, suor Caterina Halota, don Alfonso Giordano, Livia Rossi, Anna Civale, Stefania Di Lieto, Elisa Califano, Maria Sessa, Giovanni Giordano, Francesco Coppola, suor Maria padre Paolo Saturno, suor Maria Distratis Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466 Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Concessionario Priscus Società Cooperativa

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 26 novembre 2015

Contributo annuale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

BANCA PROSSIMA IBAN: IT21E0335901600100000070110 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Conto corrente postale n. 11278843 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale Aggiungere l’indirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66

dicembre 2015 Insieme

13


L'APPROFONDIMENTO

14

Insieme dicembre 2015

Una chiesa umile e disinteressata Non solo sferzate nel discorso ai delegati di Papa Bergolio, ma anche numerose indicazioni pastorali

L'ingresso di Papa Francesco nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Foto archivio Insieme

U

n Papa commosso per le esperienze ascoltate, affascinato dalla bellezza delle opere artistiche, entusiasta della vivacità della Chiesa italiana. È stato questo Francesco nella Cattedrale di Firenze, lo scorso 10 novembre. Dal Pontefice non sono arrivate solo le “sferzate”, così come la stampa laica le ha definite, a vescovi, preti e fedeli cattolici. Il Papa, da buon pastore qual è, ha “ripreso” per poi accompagnare. Prima però ha ascoltato tre speciali testimonianze: una coppia risposata, una donna che ha scelto il battesimo da adulta, il prete ex immigrato. Pieno di questa grazia ha parlato ai presenti. Il discorso rivolto ai delegati riuniti sotto la splendida cupola del Brunelleschi ha fatto tremare le vene ai polsi di qualcuno, è vero, ma per la totalità dei presenti quelle parole sono state balsamo lenitivo. Tre i tratti presentati ai delegati: umiltà, disinteresse, beatitudine. Primo: l’ossessione di preservare «la propria gloria, la propria “dignità”, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti». Secondo: «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» come chiede san Paolo. L’umanità del cristiano è sempre in uscita. «Non è narcisistica, autoreferenziale». Terzo: «Per i grandi santi la beatitudine ha a che fare con umiliazione e povertà». Poi Francesco ha indicato le due tentazioni da sconfiggere. La prima è quella pelagiana. Quella che «spinge la Chiesa a non essere umile, disinteressata e beata. E lo fa con l’apparenza di un bene». Per il Papa davanti ai mali o ai problemi della Chiesa non si deve cadere nell’eresia pelagiana cercando «soluzioni in conservatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere significative». Perché «la dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: si chiama Gesù Cristo». La seconda tentazione è quella dello gnosticismo. Questa porta «a confidare nel ragionamento logico e chiaro, il quale però perde la tenerezza della carne del fratello». Quella dello gnostico è «una fede rinchiusa nel soggettivismo», disincarnata e lontana dalla realtà e dal prossimo. Ai Vescovi, Francesco ha poi chiesto di essere pastori: «Sia questa la vostra gioia. Sarà la gente, il vostro gregge a sostenervi. Oltre la preghiera, quello che fa stare in piedi un vescovo, è la sua gente». Pastori che però non siano «predicatori di complesse dottrine, ma annunciatori di Cristo». Infine due raccomandazioni: l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio; la capacità di incontro e di dialogo per favorire l’amicizia sociale, cercando il bene comune. Infine i compiti a casa, forse una tiratina d’orecchie, perché papa Francesco ha chiesto di avviare in modo sinodale un approfondimento dell’Evangelii Gaudium, per trarne criteri pratici e per attuarne le disposizioni. Salvatore D’Angelo


Il commento Marco Tarquinio e Firenze 2015

Marco Tarquinio, direttore di Avvenire

La sala stampa

Che cosa rimarrà di questo Convegno? Rimangono delle vie aperte che non sono vie per modo di dire, ma un modo di camminare insieme. Rimane l’idea forte che c’è un grande tesoro nella Chiesa italiana che va speso, adesso. Rimane, come ha ricordato il cardinale Bagnasco, il grande stigma della Chiesa italiana che è la gratuità e l’idea che non siamo a zero. Rimane l’idea della sinodalità: pastori e popolo insieme, popoli e pastori insieme.

Sinodalità, resilienza. Parole che sono ritornate spesso negli interventi. Si corre il rischio di fare slogan? Non credo. Dobbiamo essere capaci di avere uno sguardo sereno perché abbiamo l’opportunità di essere davvero contagiosi rispetto alle nostre comunità cristiane e alle nostre comunità civili. È questo il compito dei cristiani oggi. In molti interventi è stata chiesta una maggiore impronta dei media cattolici. Come direttore di Avvenire, questo tema le sta molto a cuore? È un compito, una sfida che sentiamo molto forte. Credo sia evidente che in una fase di uscita si abbia bisogno di questi amplificatori. Non avviene ancora, come svoltare? Bisogna giocare meglio la carta delle sinergie tra di noi. Capire che siamo una grande forza e che lo siamo ancora di più insieme, creando quelle reti di cui si è parlato tanto nei giorni del Convegno. Reti che collegano, in parte siamo già collegati, e che sappiano interpretare meglio e nel modo giusto questo tempo che è di difficoltà e di prospettive avverse. Sa. D’An.

dicembre 2015 Insieme

15


L'APPROFONDIMENTO

Francesco scende in campo In 52.000 allo Stadio “Artemio Franchi” per la celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco. Il V Convegno ecclesiale si apre alla città, intorno alla mensa eucaristica Firenze gioisce con Bergoglio

U

n ospite speciale allo stadio della capolista. È martedì 10 novembre, l’Artemio Franchi di Firenze è stracolmo: 52.000 fedeli tra curve, tribune e prato sventolano fazzoletti bianchi, gialli e rossi. Francesco è arrivato. Anche dal vicino stadio di atletica leggera Ridolfi – dove il Santo Padre è atterrato qualche ora prima – altre 5.000 persone partecipano alla Messa in collegamento con i maxischermo. Un evento eccezionale che chiama a raccolta la città e l’intera Toscana. Ventinove anni dopo Giovanni Paolo II, un Pontefice torna nel capoluogo toscano ed è subito festa. L’inizio della celebrazione eucaristica è previsto per le 15.30, ma già dalle 12.00 fioccano i primi arrivi. C’è chi ha preso un giorno di ferie, anziani trasportati su carrozzine di fortuna, trasporti locali potenziati per favorire la partecipazione di tutti. Tante le presenze dei fratelli immigrati. Si intravede la papamobile e lo stadio esulta di gioia. «Francesco!» si ripete in coro, mentre Bergoglio fa il giro del campo. Le parole di Papa Francesco. «A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa» esordisce Papa Francesco nell’omelia. «Mantenere un sano contatto con la realtà, con ciò che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie, è l’unico modo di poterla aiutare, di poterla formare e comunicare. È l’unico modo per parlare ai cuori delle persone toccando la loro esperienza quotidiana: il lavoro, la famiglia, i problemi di salute, il traffico, la

16

Insieme dicembre 2015

scuola, i servizi sanitari e così via... È l’unico modo per aprire il loro cuore all’ascolto di Dio» prosegue il Vescovo di Roma. L’omelia è breve, Papa Leone Magno – ben conosciuto dai toscani – è il testimone scelto per proseguire la riflessione: «Aveva quest’ansia apostolica che tutti potessero conoscere Gesù per quello che è veramente» spiega il Santo Padre. Una liturgia sobria e veloce, vissuta intorno all’altare realizzato dai detenuti del carcere di Sollicciano e all’ambone costruito da una casa di accoglienza per ragazzi in situazioni di disagio. La gioia di Marco. «La visita del Santo Padre ha rappresentato un grande dono per tutta la città» racconta Marco Tellini, delegato al V Convegno ecclesiale per la diocesi di Firenze. Il giovane è stato scelto per la presentazione dei doni durante la celebrazione eucaristica. «In un solo giorno Papa Francesco ha cercato di raggiungere quanti più possibile: egli vive ciò che insegna, ci mostra con quale creatività dare concretezza alla prossimità evangelica – prosegue lo studente di Medicina e Chirurgia – e questo dà credibilità alla sua testimonianza. Poter stare alla sua presenza ha rappresentato una fonte di gioia e di ispirazione, un invito ad andare avanti con cuore lieto e fiducioso nel Signore». Il sole che ha incorniciato la giornata è tramontato. Il suo calore, come l’abbraccio di Francesco, continua a scaldare i cuori di chi ha incontrato Gesù negli occhi e nei gesti di quel Pastore venuto “quasi dalla fine del mondo”. Mariarosaria Petti


Francesco tra i poveri e gli ammalati Visitare una città per il Papa significa fermarsi prima con gli ultimi: gli ammalati e i poveri. Le tappe di Bergoglio alla Santissima Annunziata e alla mensa della Caritas

U

na visita alla città di Firenze in pieno stile Francesco: prima dell’arrivo allo Stadio Franchi, Bergoglio ha recitato l’Angelus con gli ammalati riuniti nella chiesa della Santissima Annunziata, salutando uno per uno i circa 50 presenti, tra cui anche Giuseppe Giangrande, il maresciallo dei carabinieri ferito in una sparatoria davanti a Palazzo Chigi nel giorno dell’insediamento del governo Letta. Alle 12.15, il Pontefice ha raggiunto la Mensa di San Francesco Poverino, da oltre 10 anni gestita dalla Caritas diocesana. Nessuna deroga alle abitudini della storica mensa fiorentina: «Il Papa ha partecipato al secondo turno, utilizzando le solite stoviglie di carta usa e getta e all’ingresso gli è stata consegnata la tesserina che offriamo ai nostri avventori quotidiani. Ha cucinato il nostro cuoco – spiega Alessandro Martini, direttore della Caritas di Firenze – e anche per il servizio abbiamo rispettato il consueto calendario, confermando la presenza dei volontari del martedì. Il Papa ha per la prima volta mangiato la ribollita, tipico piatto toscano, poi uno spezzatino con purè e una macedonia». Alessandro, papà di Sara, Irene e Chiara sorride a aggiunge: «È pur sempre una festa, quindi abbiamo offerto un po’ di vino, prodotto e donato dai detenuti dell’isola di Gorgona (LI) e un dolce». L’insegnante di religione ricorda uno dei particolari che più lo ha sorpreso: «All’ingresso, una delle nostre volontarie gli ha chiesto di benedire le fedi di suo figlio, che si sposerà tra qualche mese. Papa Francesco ha preso il cuscino e dopo la benedizione, con gioia palpabile, gli ha augurato ogni bene». Mar. Pet.

dicembre 2015 Insieme

17


L'APPROFONDIMENTO

Alleanze e resilienza Le relazioni principali del Convegno di Firenze sono state affidate ad un sociologo e ad un teologo. Il professor Mauro Magatti ha parlato della “deriva di astrazione” che vive la società. Mons. Giuseppe Lorizio ha sollecitato la riscoperta delle alleanze

18

Insieme dicembre 2015

D

ue relazioni diverse, che hanno avuto un unico comune denominatore: il nuovo umanesimo è in Gesù Cristo. Le linee guida del quinto Convegno Ecclesiale Nazionale sono state affidate a Mauro Magatti e a mons. Giuseppe Lorizio. Il primo è ordinario di sociologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il secondo è ordinario di teologia fondamentale presso la Pontificia Università Lateranense. I due interventi hanno consentito di ampliare le già esaustive provocazioni di papa Francesco. Più tecnico il discorso di Magatti, chiaramente teologico quello di monsignor Lorizio. L'intervento del sociologo ha sollecitato la platea dei partecipanti rispetto alla “deriva di astrazione” che si sta vivendo. «Non bisogna mai smettere di riflettere sul fatto che l’umanesimo è figlio della cristianità – ha detto – e che nel transumano non c’è più uomo, ma solo prodotto. Se l’universale viene appiattito sull’astratto – ha aggiunto –, la vicenda moderna dell’umanesimo rischia di virare su una strada problematica». Nel suo ragionamento ha fatto irruzione il termine resilienza: «Cominciamo a guardarci attorno – ha suggerito come via d’uscita dalla crisi –. C’è ancora tanta umanità resiliente che va ascoltata e accompagnata». Occorre muoversi in questa direzione, ha sollecitato il professor Magatti, ricordando che «il granello che può mettere in discussione la deriva di astrazione è il fatto che nell’uomo c’è il desiderio dell’altro». «L'astrazione non si batte con altra astrazione, serve un modo di stare dentro la realtà», per questo «occorre un soggetto, la Chiesa, che sa stare insieme – ritorna la sinodalità – disposto a immaginare non una legge, ma grazia e verità, cioè dinamismo originario. Solo con questo moto in uscita la Chiesa potrà accompagnare la società italiana». Un concetto forse facile da comprendere, ma difficile da attuare. Magatti ha poi suggerito alla Chie-

sa di «pensarsi più popolo, comunione di comunità: una Chiesa che si fida dei suoi figli». Monsignor Giuseppe Lorizio ha invece sottolineato il senso delle alleanze. Tante quelle da rilanciare nel segno della Nuova Alleanza. «L’alleanza non è una stretta di mano dopo il negoziato. L’alleanza comporta un sacrificio, che non è cruento, ma va inteso come dono. Il nuovo inizio di Chiesa deve, dunque, partire dallo svuotamento di cuori, menti e strutture perché possa configurarsi quale serva di Dio». E la Chiesa italiana è chiamata a «vigilare e custodire quelle alleanze che sembrano essere tradite e infrante». L’elenco è lungo. Il teologo ha parlato di «alleanza tra uomo e natura: vuol dire non diventare macchine, ma progettare un futuro sostenibile». Ma anche di alleanza tra uomo e donna, alleanza tra generazioni, alleanza tra popoli, alleanza tra religioni. Nel discorso è stata citata pure l’alleanza tra cittadino e istituzioni: «Come cittadini dobbiamo partecipare. Riguadagnare fiducia con la trasparenza nei bilanci, nell’economia, nella vita, nella sobrietà». Interessante poi il sollecito alla Misericordia: «Non deve essere solo a livello personale; c’è da convertire anche le strutture di peccato che vanno ripensate sia nella società che nella Chiesa». «L’alleanza che abbiamo più a cuore – ha chiosato monsignor Lorizio – è quella tra Cristo e la Chiesa: prende corpo nell’assemblea liturgica e va vissuta nella Chiesa stessa, con il superamento delle piaghe quali la separazione del clero dal popolo, la sudditanza al potere politico, la servitù ai beni ecclesiastici». Sarà possibile fare tutto questo con lo stile sinodale di cui ha parlato, nella prolusione, monsignor Nosiglia e che ha richiamato più volte il Papa. «La sinodalità però non si improvvisa – ha continuato monsignor Lorizio –, ci si educa, si impara facendo, facendo insieme, non solo discutendo». Salvatore D’Angelo


Numeri e volti di Firenze 2015

2.200 Mauro Magatti

Monsignor Giuseppe Lorizio

i delegati, provenienti dalle 226 diocesi di tutta Italia. La prima fascia d’età rappresentata è quella tra i 36 e i 59 anni, la terza tra i 18 e i 35. Oltre il 50% dei partecipanti è laico. Alla celebrazione eucaristica con Papa Francesco, i vescovi concelebranti erano 200. Numeri impressionanti che disegnano una Chiesa desiderosa di mettersi in discussione. «È stato incredibile e stimolante poter vedere una Chiesa disposta ad aprirsi, pronta a rinnovarsi per rilanciare la sua missione evangelizzatrice nel nostro Paese. In questo processo – dichiara Lorenzo Banducci, classe 1988, delegato della diocesi di Lucca – anche raccogliendo l’invito che ci ha rivolto Papa Francesco, noi giovani abbiamo il dovere di essere veri protagonisti. Senza attendere il “via libera” di altri». «Firenze ci ha consegnato l’impegno di percorrere le vie degli uomini, nella tenerezza del prendersi cura dell’altro, con una rinnovata capacità di dialogare e di cooperare con tutti gli uomini di buona volontà». È questo il bagaglio che porta a casa Patrizia Pastore, presidente nazionale dell’ACISJF (Associazione Cattolica Internazionale al servizio della giovane). Conclude la sposa e madre di quattro figli: «Portiamo da Firenze i volti di una Chiesa che vuole rinnovarsi nel laicato e nel clero, nella capacità di farsi prossimo così nella quotidianità dei piccoli gesti come nel coraggio di scelte profetiche»

Da sinistra Patrizia Pastore, presidente dell'ACISJF insieme ad altre delegate

dicembre 2015 Insieme

19


L'APPROFONDIMENTO

I tavoli di lavoro: in dialogo laici, presbiteri e religiosi

Un metodo di lavoro faticoso ed esigente: per ciascuna delle 5 vie sono stati scelti 5 moderatori con il compito di guidare a loro volta 10 tavoli di discussione, seguiti da facilitatori. Una struttura piramidale che ha consentito di arrivare ad una sintesi dei lavori realmente condivisa da tutti i delegati

di Mariarosaria Petti

A cura del prof. Adriano Fabris, la relazione di sintesi del gruppo di lavoro sulla via Abitare. «Quello che viene qui restituito sicuramente deluderà» ha esordito il professore di Filosofia morale, puntando soprattutto al compito di essere come lievito madre per la riflessione. Per il cattolico l’abitare è anzitutto “farsi abitare da Cristo”. «Abitare è un verbo che non indica semplicemente qualcosa che si realizza in uno spazio» ha proseguito Fabris, «si abitano anzitutto relazioni». E queste sono tutte racchiuse in altri verbi utilizzati dai tavoli di discussione: ascoltare, lasciare spazio, accogliere, accompagnare e fare alleanza. In famiglia, in parrocchia, in politica. Dai delegati della via dell’Abitare si alza il richiamo all’ascolto tra le mura domestiche, al superamento di schemi ingessati nelle comunità parrocchiali, alla responsabilità di accompagnare i decisori nei contesti pubblici.

È la voce di Flavia Marcacci a raccontare l’analisi e le proposte del gruppo di lavoro sulla via Annunciare. «Confrontarci sul Vangelo ha generato gioia» è questo il clima in cui è nato il dialogo, perché “annunciare è gioire, è aumentare la propria vita” (EG 10) e come ha scritto Benedetto XVI “la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione”. La docente di Storia del pensiero scientifico avverte: «Sempre nell’uomo c’è il rischio dell’egocentrismo e di annunciare se stesso». Dunque, da evitare autoreferenzialità, devozionismo, clericalismo e povertà formativa. «Serve piuttosto formazione, comunione, creatività e credibilità per annunciare», si legge nella relazione. Attenzione alla formazione, al rinnovamento degli itinerari e del linguaggio, consapevoli che non si può annunciare senza tenere presente la connessione con le altre vie proposte.

20

Insieme dicembre 2015


Firenze 2015 social È stato il primo Convegno ecclesiale 2.0. Virale la partecipazione attraverso i social media. Un cammino partito da lontano con il sito web www.firenze2015.it, che ha raccolto nei mesi precedenti le esperienze di umanesimo “dal basso”. Dopo un solo giorno, l’hashtag #Firenze2015 è schizzato al quinto posto dei “trending topics” italiani di Twitter, la lista degli argomenti più discussi nelle bacheche social. Anche la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha seguito in tempo reale i lavori di Firenze, con il diario di bordo UmanInsieme, sul sito della diocesi www.diocesinocerasarno.it, dove è possibile trovare altri materiali e approfondimenti sul V Convegno ecclesiale nazionale.

L’umanità in uscita «non è una realtà senza luogo». Spiega così don Duilio Albarello, referente del gruppo di lavoro sulla via Uscire. Le comunità ecclesiali sono il luogo in cui già si sperimenta una spinta verso l’esterno, attraverso cammini di conversione all’essenziale; con l’ascolto della Parola di Dio e la celebrazione eucaristica domenicale, vissuta come luogo formativo dell’uscire; grazie alle presenza dei giovani, ontologicamente “in uscita”. Tanta è la strada ancora da fare. Tra le linee di azione presentate dal docente di Teologia fondamentale, l’uscire da noi stessi, dalle comodità in cui ci impigriamo; cambiare stile, non facendo cose nuove, bensì convertendo l’agire pastorale; rendersi antenne del territorio per accorgersi dei bisogni (non solo materiali), ad esempio suscitando nuove figure educative, come gli educatori della notte o di strada.

È stato affidato ad una religiosa il compito di condividere quanto emerso dai lavori del gruppo di lavoro sulla via Educare. Suor Pina Del Core ha espresso da subito il compiacimento dei delegati per aver vissuto come esperienza educativa l’esercizio della sinodalità. Nel solco degli Orientamenti Pastorali per il decennio incentrati sul tema educativo, la preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium ha spiegato che non siamo all’anno zero «perché c’è in atto nel nostro Paese un’esperienza viva, testimoniata da innumerevoli tentativi creativi e in alcuni casi sorprendenti negli esiti». Indicati alcuni orizzonti verso cui tendere: l’alleanza educativa con l’implementazione di nuove sinergie; il ruolo degli adulti, da formare instancabilmente. Infine, la frontiera degli ambienti digitali, perché «il web non va solo studiato criticamente, ma va usato creativamente, valorizzando le culture giovanili».

«È il Signore che trasfigura, non siamo noi!» È Lui che ha fatto nuove tutte le cose. Parola di Goffredo Boselli, guida del gruppo di lavoro sulla via Trasfigurare. I delegati che hanno partecipato ai tavoli di lavoro hanno evidenziato alcuni limiti, definite “fatiche” dal monaco di Bose: un attivismo pastorale che sopprime i momenti di silenzio e preghiera; la difficoltà di «trasformare in vita i gesti della liturgia» e di tenere insieme annuncio, liturgia e carità. Occorre rilanciare la lectio divina; coinvolgere «pastori e fedeli nella preparazione e nell’intelligenza della liturgia»; dare centralità alla domenica. Infine, valorizzare i «luoghi di trasfigurazione dell’umano nell’esercizio di una carità capace di accogliere e coinvolgere tutti con umiltà, disinteresse e gioia delle beatitudini».

dicembre 2015 Insieme

21


L'APPROFONDIMENTO

Foto archivio Insieme

Il Cardinale Bagnasco ha raccolto, in una ricca relazione, i frutti dei laboratori e li ha coniugati con le sollecitazioni di papa Francesco, a partire dalle realtà in cui la Chiesa vive e opera

Lo stile e la concretezza

U

n discorso di prospettiva. Così potrebbe essere definito l’intervento del cardinale Angelo Bagnasco a conclusione del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze. Nelle parole del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana sono ritornate le parole di papa Francesco e le suggestioni provocate dal discorso del Pontefice, come i solleciti emersi dai tavoli tematici che hanno accolto il confronto tra i delegati. Tra le parole più citate, segno di una rinnovata attenzione della Chiesa, l’Arcivescovo di Genova ha utilizzato poveri, evangelizzazione, famiglia ed educazione. Tra le cose, invece, da esportare da Firenze c’è il rilancio del cammino sinodale e il riposizionamento delle cose sulla «centralità di Gesù». Bagnasco ha citato un passaggio del discorso di Francesco che invita a scoprire qui i «tratti del volto autentico dell’uomo» per «portare il nostro contributo alla piena umanizzazione della società». «La ricostruzione dell’umano, che la Chiesa avverte come suo compito primario e inscindibile dall’annuncio del Vangelo, passa – ha scandito il porporato – da un’attenta conoscenza delle dinamiche e dei bisogni del nostro mondo, quindi dall’impegno a un’inclusione sociale che ha a cuore innanzitutto i poveri. Tale impegno operoso muove da un costante riferimento alla persona di Gesù Cristo, modello e maestro di umanità, che dell’uomo è il prototipo e il compimento». L’Arcivescovo di Genova ha poi ripreso le cinque “Vie”. «Dob-

22

Insieme dicembre 2015

biamo uscire e creare condivisione e fraternità: le nostre comunità e associazioni, i gruppi e i singoli cristiani, vivano sempre con questo spirito missionario. Ben venga, quindi, l’impegno a formare all’audacia della testimonianza, come quello di promuovere il coraggio della sperimentazione, secondo quanto richiesto soprattutto dai giovani». Il passaggio successivo consiste nell’annunciare la persona e le parole del Signore, secondo le modalità più adatte perchè, «senza l’annuncio esplicito, l’incontro e la testimonianza rimangono sterili o quantomeno incompleti». La terza tappa sta nell’abitare la realtà e il territorio. Dobbiamo «essere radicati nel territorio, conoscendone le esigenze, aderendo a iniziative a favore del bene comune, mettendo in pratica la carità». Rispetto alla chiamata all’educare, il Cardinale ha ricordato come sia necessario avere «adulti che siano tali». Tutti questi passaggi e tutti questi sforzi «sono tesi a trasfigurare le persone e le relazioni», in modo che «l’umanesimo appreso da Cristo diventi concreto e vita delle persone, fino a raggiungere ogni luogo dell’umano, rendendoci compagni di viaggio e amici dei poveri e dei sofferenti». Infine, il richiamo a non dimenticare di assumere uno stile sinodale che richiede precisi atteggiamenti e un metodo «all’insegna della concretezza, del confrontarsi insieme». Salvatore D’Angelo


Gaetano

Fabbricatore makeup artist and hairstylist

Augura

Buone Feste

Via Santissimi Martiri, 55 Sant’Egidio del M. Albino cell. 338 63 91 895


SCUOLA & UNIVERSITà

Il Vescovo di nuovo studente

«M

aestra quando devo sventolare i pon-pon?» chiede una bambina in apprensione. È in fila con altri compagni di classe, lungo il corridoio esterno che introduce al III Circolo didattico di Sarno. Nell’atrio altri bimbi si preparano a cantare Laudato sii o mi Signore. Tutto è pronto per l’arrivo di mons. Giuseppe Giudice. Il colloquio con i bambini. Il Pastore della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha incontrato i piccoli alunni di Sarno lo scorso 19 novembre, presso la sede di via Sarno Palma. «Anche quest’anno – dichiara Filippo Toriello, direttore del Servizio di pastorale scolastica diocesano, che ha promosso l’iniziativa – riproponiamo un appuntamento pensato sin dall’inizio dell’attività del Servizio diocesano, nato alla fine del 2013 dal desiderio di mons. Giudice di abitare la scuola portando la buona notizia del Vangelo». «Come si svolge la tua giornata? Cosa hanno detto i tuoi genitori quando hai deciso di diventare sacerdote? Quali sono i tuoi hobby?». Sono solo alcune delle domande poste al Vescovo Giuseppe, che alla cattedra ha preferito il ruolo di studente interrogato. L’alleanza scuola, famiglia e Chiesa si respira forte nella comunità del III Circolo, che da quest’anno mette a disposizione della parrocchia San Teodoro le aule scolastiche per il catechismo. Piccoli segni concreti che restituiscono l’impegno e la dedizione che dalla dirigente scolastica si protraggono fino al corpo docente e al personale scolastico. «Eccellenza siamo una grande famiglia» ha riferito Virginia Villani, padrona di casa, e il clima di festa e ospitalità lo ha dimostrato. In dialogo con i liceali. Dal candore dei bambini agli interrogativi pressanti degli adolescenti. Dopo l’incontro con gli studenti della scuola elementare, mons. Giudice ha dialogato con i ragazzi degli istituti superiori, presso il plesso di Episcopio del Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Sarno. Gli studenti hanno posto alcune domande al prelato: dal rapporto della Chiesa con gli omosessuali al tema della trasparenza economica del Vaticano, dalla posizione dei cristiani dopo gli attentati di Parigi alla differenza tra il senso di colpa e del peccato. «Eccellenza, oggi abbiamo avuto l’occasione di vivere un confronto di grande spessore. Lei è Vescovo, ma oggi è stato uomo di cultura e intelligenza. Abbiamo risposto alla più alta richiesta della scuola, formare la libertà di pensiero», così ha concluso l’incontro Giuseppe Palmisciano, dirigente scolastico che ha accolto con favore l’iniziativa. Mariarosaria Petti

24

Insieme dicembre 2015

Il 19 novembre scorso il Servizio di pastorale scolastico ha promosso l’incontro tra mons. Giudice e gli studenti di Sarno

Virgina Villiani, mons. Giuseppe Giudice e Filippo Toriello entrano al III Circolo di Sarno, accolti dai bambini in festa

Gli studenti delle Scuole Superiori di Secondo Grado presso il plesso di Episcopio del Liceo “T.L. Caro”

Raffaele Massa rivolge il saluto a nome degli studenti a mons. Giuseppe Giudice. Da sinistra: Filippo Toriello, il vescovo Giudice, Giuseppe Palmisciano


dicembre 2015 Insieme

25


VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

È Natale. È festa Vi proponiamo una selezione di iniziative che dal week end dell’Immacolata fino all’Epifania e oltre accompagneranno le festività natalizie dei campani. Tanti gli appuntamenti in programma da nord a sud della regione. Belli e svariati i mercatini organizzati nei centri storici e nei castelli, suggestivi i presepi viventi tra i più famosi e celebrati d’Italia.

26

Insieme dicembre 2015

Mercatini a go go Comuni e Pro loco all’opera per offrire calendari di grande rilevanza

I

mpazza la moda dei mercatini natalizi. Se fino a qualche anno fa bisognava spostarsi in Trentino, in Umbria o travalicare la Alpi, toccando i borghi più belli di Austria e Svizzera, ora si possono trovare manifestazioni di livello anche in Campania. Tantissime quelle in programma. Nel napoletano dal 13 al 27 dicembre è in scena Ercolano for Christmas, dal 5 al 20 dicembre sarà il Castello Mediceo di Ottaviano ad accogliere mercatini e feste a tema, M’illumino d’inverno è invece l’iniziativa che caratterizzerà le strade di Sorrento fino al 27 gennaio 2016. A Caposele di Avellino mercatini e luminarie dall’8 dicembre al 6 gennaio, sarà possibile vedere anche l’albero di Natale più grande d’Europa. Le casette di legno con esposizione di addobbi e prodotti artigianali animeranno anche il centro di Avellino e Salerno, dove sono ritornate le Luci d’artista. Anche Nocera Inferiore avrà i suoi mercatini fino al 6 gennaio e in piazza del Corso la pista di pattinaggio sul ghiaccio. A Benevento due appuntamenti da segnalare: fino al 6 gennaio la Fortezza di Torrecuso ospiterà i mercatini e le degustazioni di prodotti tipici; dal 5 all’8 dicembre e il 13 e 14 dicembre San Marco dei Cavoti ospiterà la quindicesima edizione della gustosissima festa del torrone e del croccantino.


Le suggestioni del presepe

L

a tradizione del presepe vivente è diffusissima non solo in Campania, ma in tutta Italia. Diverse le iniziative che vengono promosse nei vari angoli della regione. Tra le più famose e rinomate ci sono quelle promosse nel Sannio e in Irpinia, tant’è che in alcuni casi c’è bisogno di prenotare e armarsi di tanta pazienza. Tra quelli da segnalare ce ne sono tre in particolare: il presepe vivente di Pietrelcina, allestito nei luoghi che hanno visto nascere e crescere san Pio, il 27, 28 e 29 dicembre (www.presepeviventepietrelcina.it); il presepe vivente di Gesualdo il 27 e 28 dicembre (www.prolocogesualdo.jimdo.com); il “Presepe nel presepe” allestito a Morcone il 3 e 4 gennaio 2016 (www.presepenelpresepe.org). Più vicino all’Agro, invece, il presepe vivente di Costa a Mercato San Severino. Sei le serate in programma per la quarta edizione: 20, 26, 27 dicembre e 2, 3, 6 e 10 gennaio. Da non perdere l’esposizione dei presepi alla PUACS di Pagani, fino al 2 febbraio 2016.

Alcuni componenti dell’associazione "Il parco dell’amicizia"

Scafati: Natale al Parco dell’amicizia

L’

associazione Onlus “Il Parco dell’Amicizia” di Scafati ancora in campo con una serie di manifestazioni natalizie. Dopo il successo riscontrato lo scorso anno con la kermesse “Natale 2014, insieme per i bambini”, che ha permesso al reparto di pediatria oncologica dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore di ricevere una sedia per la chemioterapia e 4 pompe da infusione, il gruppo guidato da Pietro Marsico propone anche quest’anno un ricco programma festivo. Il Parco Anna si illuminerà per tutto il mese di dicembre. Tutte le domeniche e nei giorni festivi ci sarà il villaggio di Babbo Natale con i mercatini. Saranno previsti, ogni sera, spettacoli di musica e teatro, ma anche momenti di animazione per i più piccoli. La kermesse si chiuderà con la rappresentazione del presepe vivente, in programma il 2 e 3 gennaio.

A Nocera la casa di Babbo Natale Dal 10 al 20 dicembre aprirà le sue porte la Casa di Babbo Natale. Negli spazi della Vecchia Prateria di via Cupa del Serio sarà possibile visitare un pezzo di Lapponia in quel di Nocera Inferiore. La Casa è aperta al pubblico il venerdì e il sabato dalle 17.00 alle 21.00, la domenica invece sarà aperta dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 21.00. Tra le attività in programma ci sono il percorso per come diventare un vero Elfo e i mercatini natalizi.

Tutti insieme per Clorinda Settima edizione per l’iniziativa benefica promossa da Agro…polis per ricordare Clorinda Guerritore, prematuramente scomparsa la mattina di Natale di 14 anni fa. Il 19 dicembre, alle 20.00, al teatro Diana di Nocera Inferiore andrà in scena “Tutti Insieme Per Clorinda”. La serata è finalizzata a raccogliere fondi per sostenere le attività della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Umberto I”. Lo spettacolo avrà come protagonisti attori, ballerini e musicisti dell’Associazione Culturale Artestudio, dell’Associazione Teatro Grimaldello e del Gruppo Musicale S-Made With L’Ov. Info: 391 397 28 42

Tombolata di beneficenza I parrucchieri delle due Nocera si sono uniti per una tombolata di beneficenza. L’evento è in programma l’11 dicembre, dalle 20.30, nelle sale del ristorante Giovanni jr di Nocera Inferiore. Un’ottima pizza e tanto divertimento faranno da contorno all’estrazione di numerosi premi. Info: 339 293 15 45 dicembre 2015 Insieme

27


VITA NELL'AGRO Il primo incontro della Scuola di pace tenutosi al liceo “Sensale” di Nocera Inferiore

Al via il progetto promosso dalle associazioni La Fucina e Arci ragazzi PUNTO LAB rivolto agli studenti di Nocera e Pagani. Protagonista dell’incontro in calendario a gennaio è padre Alex Zanotelli

A Scuola di pace

È

partito a Nocera Inferiore il progetto portato avanti dalle associazioni La Fucina e Arci ragazzi PUNTO LAB rivolto agli studenti degli istituti superiori di Nocera Inferiore e Pagani. “Exodus: a piedi scalzi, in fuga per la vita” è il tema proposto e ha la finalità di far maturare nei giovani uno spirito di apertura, accoglienza e dialogo nei confronti dei migranti, alla luce del principio universale della difesa e del rispetto della dignità umana. Il percorso educativo si articola in sei incontri, uno al mese, e si realizza attraverso il perseguimento di tre obiettivi specifici: aiutare i giovani a prendere coscienza che il fenomeno ha una portata epocale; condurli ad analizzare e conoscere le cause strutturali alla base del fenomeno, guardando anche alle colpe dell’Occidente; guidare i ragazzi ad acquisire la consapevolezza della necessità e del dovere dell’Europa – e di ciascuno di noi – di mettere in atto politiche di accoglienza umana e solidale all’altezza della sfida epocale che il fenomeno pone. I prossimi appuntamenti. Al progetto hanno aderito 148 ragazzi. Il prossimo appuntamento in calendario è all’IPSSEOA “Rea” di Nocera, il 15 dicembre, alle 9.00. Verranno ospitati ed ascoltati i migranti ospiti del centro accoglienza di Capaccio. Da non perdere l’appuntamento del 16 gennaio prossimo, stesso luogo e stessa ora: padre Alex Zanotelli discuterà con i ragazzi sulle cause economiche, politiche e religiose dell’esodo. Sofia Russo

28

Insieme dicembre 2015

A Corbara il Distretto Amico del Cittadino È nato a Corbara un centro poli-ambulatoriale per fornire servizi medici e di assistenza e prestazioni sanitarie. Il Comune ha aperto il primo sportello del progetto “Distretto Amico del Cittadino”, insieme all’Asl Salerno e al Piano di Zona, nell’ex sede comunale di piazza Diaz. La struttura fornirà servizi medici specialistici sulla base di un preciso calendario. Nella stessa sede si potranno ottenere servizi relativi alle pratiche ticket, alle prenotazioni di visite specialistiche e alla scelta del medico di base.

La musica a sostegno dell’arte Si è tenuto a Nocera Superiore, lo scorso 22 novembre, un concerto per sostenere la nascita de “Il parco dell’arte”. La raccolta fondi servirà a sistemare l’area antistante la scuola media “Fresa-Pascoli” dove saranno installate opere d’arte contemporanea di artisti prestigiosi, tra cui Dalisi. Il progetto è seguito dal professor Giovanni Cuofano.


Pillole di finanza etica di Pino D’Ammora*

Casa D’Amalfi

Un dolce pensiero per augurare buon Natale

R

accontare il profumo inebriante e pieno che si respira nel laboratorio di Aniello D’Ambrosio servirebbe a poco, bisogna entrarci per capire quanto è intenso e coinvolgente. Ma è gustando l’Amalficello che si viene definitivamente conquistati dalle prelibatezze di Casa D’Amalfi. Questo è il periodo migliore per farlo, approfittando anche del Natale per regalare una delle splendide confezioni personalizzabili con i liquori e i propri prodotti del cuore. La scelta è ampia perché accanto ai liquori e alle creme Casa D’Amalfi è possibile aggiungere dei deliziosi cioccolatini al limone, il gustoso torrone alle mandorle, i torroncini o la confettura sempre rigorosamente al limone, la pasta di produzione nostrana, ma anche tante altre piccole prelibatezze. Allestire la propria confezione regalo dal vivo, recandosi al negozio Casa D’Amalfi, sarà un’esperienza entusiasmante. Se, tuttavia, si ha voglia di far arrivare direttamente a casa delle persone care il regalo firmato Casa D’Amalfi lo si può fare senza problemi, basta accedere e registrarsi allo shop online sul sito www.casadamalfi.it/shop.html.

Banca Etica non finanzia l’industria delle armi

A

bbiamo il portafogli pieno di banconote (speriamo!). Abbiamo donato il sangue ad un parente che ha avuto un incidente e siamo felici perché grazie a questo gesto si è salvato la vita. Custodiamo gelosamente un gioiello. Tutte queste cose sono dei beni e hanno un valore. Ma quale? Esistono almeno tre tipi di valore. C’è un valore “di esperienza”. È quello di un bene che non può essere scambiato e che dà gioia. Esiste, poi, un valore “d’uso”, che serve per soddisfare un bisogno: mangiare, vestirsi… C’è un valore “di scambio”: un bene che posso solo scambiare per ottenerne un altro. Uno dei principali scopi della finanza etica è far riflettere sul valore dei beni, che non è solo il valore

di scambio. Una conseguenza pratica di queste riflessioni è che quando Banca Etica fa un mutuo o un prestito opera una valutazione non solo finanziaria, come fa ogni altra banca, ma anche una valutazione definita “sociale”, grazie ad una specifica procedura. Eroga il finanziamento solo se l’attività per cui esso è chiesto produce anche un valore di esperienza: benessere sociale, pace, uguaglianza, tutela dell’ambiente, e non solo denaro. Ecco perché Banca Etica non finanzia l’industria delle armi, le fonti energetiche inquinanti o la speculazione. Per chi vuole saperne di più: www.nonconimieisoldi.org *Coordinatore dei soci di Banca etica in Provincia di Salerno

Lo staff di Casa D’Amalfi è sempre disponibile a fornire ogni tipo di informazione sulla produzione e la consegna dei loro eccellenti prodotti allo 081 513 88 72.

Casa D’Amalfi dicembre 2015 Insieme

29


30

Insieme dicembre 2015


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Don Rosario Villani (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) ha compiuto 65 anni il primo dicembre; don Michele Fusco (S. Giovanni Battista, Striano) festeggia 67 anni, il 18 dicembre; don Carmine Cialdini (S. Alfonso, Sarno) spegne 33 candeline, il 29 dicembre. La vostra vita continui a seguire le orme del Maestro. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Carmine Giordano (SS.ma Annunziata, Angri) festeggia 34 anni, il 22 dicembre; Fernando Faiella (S. Giovanni BattiCarmine sta, Nocera SuperioGiordano re) ne compie 34, il 28 dicembre. A voi che portate nelle case dei lettori il profumo della rivista diocesana, auguri di vero cuore dalla redazione di Insieme.

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

don Domenico D’Ambrosi (San Sebastiano e S. Alfredo, Sarno) e don Vincenzo Di Nardi (S. Maria del Carmine, Pagani), il 7 dicembre; padre Aldo D’Andria (S. Antonio di Padova, Poggiomarino), l’8 dicembre; don Giovanni Orlando (canonico della cattedrale), il 17 dicembre; don Enrico Ascolese (San Giacomo Maggiore Apostolo, S. Valentino Torio), il 27 dicembre. Buon anniversario di ordinazione diaconale a: don Ivan Cerino, don Salvatore Di PriDon Ivan Cerino sco, don Franco Ferraioli, don Gerardo Guastaferro, don Luigi Loreto e don Vincenzo Vergati, il 26 dicembre. I vostri ministeri cantino sempre la grandezza del Signore. Don Salvatore Di Prisco Auguri!

Redazione in festa

Il direttore editoriale di Insieme, don Silvio Longobardi, compie 55 anni il 3 dicembre. Il Signore riempia di vita i tuoi anni, ricolmi di gioia i tuoi passi. Auguri di cuore.

Don Silvio Longobardi

Auguri speciali

Anna Alfano, lettrice della prima ora di Insieme con la mamma Lidia, festeggia il compleanno il 6 dicembre; Maria Bonfiglio, sostenitrice delAnna Alfano la rivista diocesana, compie gli anni il 6 dicembre; Maria Francesca Savastano, responsabile del cerimoniale per gli eventi diocesani, spegne le candeline, il 7 dicembre. L’augurio più affettuoso dalla famiglia di Insieme.

Fernando Faiella Don Vincenzo Vergati

Don Luigi Loreto

Maria Francesca Savastano

Maria Bonfiglio

Insieme anche al bar in queste caffetterie Insieme + caffé ad 1 euro Dolci tentazioni

WHITE CHALET

Via F. Turati, 520 Poggiomarino (Na)

Via Nuova San Marzano Poggiomarino (Na) dicembre 2015 Insieme

31


VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Tempo di SOBRIETà e di speranza Numerose sono le declinazione per definire l’Avvento, occasione preziosa per preparare il cuore alla nascita di Gesù. Il messaggio di mons. Giuseppe Giudice

Venite di notte Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione col fratello se prima non lo è con te, Signore. Noi siamo tutti lontani, smarriti, né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo: vieni, Signore. Vieni sempre, Signore. (David Maria Turoldo)

32

Insieme dicembre 2015

Sorelle e fratelli,

un nuovo Anno Liturgico da percorrere insieme è un dono che accogliamo con gioia dalle mani del Donatore. Ad ognuno è bello ripetere sulla soglia della porta: Buon Anno, Buon Anno Liturgico! E sappiamo che sarà un Anno straordinario perché Dio spalancherà di più per ognuno la Porta della Misericordia. Siamo chiamati ad attraversare la Porta Santa, non come un atto magico e scontato, non in modo distratto, ma con lucida coscienza che la Porta è segno di Gesù, vera Porta, e che solo attraversando la sua vita e la sua morte, ci è dato di entrare nella sala della festa, della gioia, e partecipare con tutti al banchetto della vita. L’Avvento è tempo di attesa, di speranza, di doppia venuta del Signore e per questo sempre ripetiamo: Vieni, Signore Gesù! L’Avvento è tempo di sobrietà, di semplicità, di tagli necessari per poter passare oltre, attraversare ed avanzare. L’Avvento è tempo spirituale, di ascolto, preghiera, silenzio, meditazione per preparare il terreno nel quale accogliere Gesù, il Veniente, il Venuto, Colui che sempre viene. L’Avvento è tempo di carità, tempo per esercitare le opere di misericordia, per attendere e ospitare Gesù nei tanti poveri che sono in mezzo a noi e che dobbiamo mettere sempre di più al centro delle nostre attenzioni pastorali. L’Avvento è, infine, tempo mariano per camminare verso Betlemme e verso Gerusalemme, dove le braccia di Maria sempre lo accolgono e continuamente lo donano ad ognuno di noi per poi restituirlo nei tanti gesti di misericordia. Buon cammino! Vi benedico. † Giuseppe, Vescovo


Da sinistra: Mons. Francesco Alfano, Mons. Giuseppe Giudice, don Piercatello Liccardo e don Antonio Guarracino

L’attesa è finita

N

ell’aria c’è ancora quell’aria magica e di festa che ha portato, lo scorso 22 ottobre, circa un migliaio di persone a riunirsi in questa nuova “casa”. Ancora oggi, varcando le porte di questo nuovo tempio del Signore, sembra che si senta l’odore dell’olio, col quale sono stati ricoperti altare e croci, e dell’incenso. La consacrazione della nuova Chiesa di Gesù Risorto, presieduta da S.E. Mons. Giudice, è avvenuta più di un mese fa, dopo quasi un decennio di attesa, eppure la gioia che ha contaminato la piccola comunità della periferia di Pagani è ancora palpabile. Negli occhi dei fedeli e del parroco, don Antonio Guarracino, è vivo il momento di grazia ricevuto dopo tanto peregrinare. Una gioia ed una festa vissute insieme all’intera città di Pagani, ma soprattutto con la Chiesa diocesana tutta. Il fine settimana successivo alla consacrazione, infatti, si è tenuto il Convegno dei consigli diocesani di Azione Cattolica proprio all’interno dei nuovi locali. E non solo, visto che le testimonianze di affetto sono arrivate anche da altre diocesi della Regione, come dimostra la presenza di altri Vescovi campani nella settimana successiva, i quali hanno tenuto delle riflessioni sui momenti chiave del rito di consacrazione. Un momento particolare e storico per questa fetta di territorio che da anni attendeva la nuova “casa”, per un’idea nata nel lontano 2001 ed avviata nel 2008 con l’abbattimento della vecchia Chiesa. Un nuovo complesso parrocchiale che va ad innestarsi come punto di

riferimento, non solo per la vita spirituale, per tanti che con enormi sacrifici hanno contribuito alla realizzazione di questo grande progetto. «Dopo tanto tempo, finalmente abbiamo festeggiato la consacrazione della nuova Chiesa. Quando nacque l’idea di costruire un nuovo complesso parrocchiale, mi accorsi che questa mia volontà era un’esigenza di tutta la comunità che necessitava di spazi maggiori. Ora bisogna continuare a lavorare per completare l’opera», ha detto don Antonio, il quale da circa trent’anni guida la parrocchia Gesù Risorto. L’opera alla quale si riferisce non è solo la Chiesa di mattoni – alcuni locali devono ancora essere arredati –, ma anche la Chiesa di persone, vero pilastro di una comunità. «Per questo motivo - ha concluso - nel corso delle adorazioni eucaristiche che abbiamo ogni giovedì, stiamo pregando per le vocazioni religiose, affinché lo Spirito Santo possa farne dono anche a questa comunità, che finora non ne ha ancora avute». Danilo Sorrentino

È stata consacrata, lo scorso 22 ottobre, la nuova Chiesa di Gesù Risorto. Gioia grande per il parroco don Antonio Guarracino, per la comunità diocesana e la famiglia parrocchiale

Un momento della consacrazione del nuovo altare

dicembre 2015 Insieme

33


LE OPERE DI MISERICORDIA L’inizio del Giubileo della misericordia è alle porte, come possiamo vivere al meglio questo Anno Santo? Riscopriamo le Opere di misericordia, lasciamo che la santità di alcune figure esemplari illuminino il nostro agire, valorizziamo tempi e spazi della preghiera personale e comunitaria per rivestirci di misericordia

“Vestire gli ignudi” S

ervire i poveri tra i poveri, coloro che non hanno né da mangiare e da bere, né vestiti con cui coprirsi. Gli ultimi tra gli ultimi, gli emarginati dalla società, coloro a cui l’umanità nella sua frenesia è così lontana e Dio così vicino. È questo il popolo di madre Teresa di Calcutta, la famiglia di cui ha avuto cura per tutta la sua vita.

La nascita e i primi anni. Nata il 26 agosto 1910 a Skopje, la sua vita da sposa di Dio ha inizio nel 1928 quando lascia la sua casa per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria e tra le suore di Loreto. L’India, tra le mete delle azioni missionarie dell’Ordine, fa capolinea nella sua vita nel dicembre dello stesso anno. Dopo la professione dei voti temporanei nel maggio 1931, suor Maria Teresa consacra eternamente la sua esistenza a Dio nel maggio1937. “Piccola matita nelle mani di Dio”, insegna presso la comunità di Loreto a Entally nella scuola per ragazze “St. Mary” dal momento del suo arrivo in India, diventando direttrice dell’istituto nel 1944. Ma la sua vocazione non è compiuta nella sola preghiera, molto più ambizioso è il disegno delineato per lei. “Vieni, sii la mia luce”. La vera missione di madre Teresa ha inizio nel 1946, quando durante il viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, riceve la sua chiamata nella chiamata. La misericordia di Dio irradia il suo cuore grande e le comunica che ha bisogno di lei per compiere la sua opera. È in quel momento che madre Teresa comprende l’essenza della sua

34

Insieme dicembre 2015

vocazione: servire Dio dedicando la propria vita ai poveri, agli ammalati, ai dimenticati. È il 1948 quando attraversa il cancello del convento di Loreto per andare a vivere tra gli ultimi. La Congregazione delle Missionarie della Carità vede la luce nel 1950, con il riconoscimento ufficiale dell’Arcidiocesi di Calcutta. La forte determinazione di madre Teresa e il suo profondo amore verso Dio e il prossimo fanno sì che la missione si espanda a macchia d’olio. Le consorelle con il sari bianco a strisce azzurre, incoraggiate anche da Papa Paolo VI, creano case in sempre più Paesi, diffondendo le loro missioni in Venezuela, Italia, Tanzania e nel blocco sovietico. Alla fondazione della prima congregazione ne seguono altre, in nome di quel sentimento di carità che unisce religiosi e laici, persone di diversa nazionalità e professioni di fede, unite dalla preghiera, dallo spirito di sacrificio e dall’umiltà. Nel 1979 a madre Teresa viene assegnato il Nobel per la pace. Alla sera della vita. Si spegne il 5 settembre 1997, dopo anni di malattia e dolore, che pure non riescono a fermare la sua opera. A meno di due anni dalla sua morte Papa Giovanni Paolo II la proclama beata, il 19 ottobre 2003. È recente la notizia della prossima canonizzazione della suora minuta nel corpo ma salda nella fede: nel cuore del Giubileo sarà innalzata agli onori degli altari, probabilmente il 4 settembre del prossimo anno, come icona che ha saputo incarnare in vita la misericordia di Dio. Martina Nacchio

La terza Opera di misericordia ha per protagonisti i più poveri tra i poveri, coloro che non hanno neppure di che vestirsi. E chi se non madre Teresa di Calcutta ha donato più attenzione e amore nella sua vita agli ultimi e ai dimenticati?


Celebrare la misericordia: APERTURA DELLA PORTA SANTA L’8 dicembre inizia il Giubileo, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano. La domenica successiva, invece, sarà aperta la Porta della Misericordia in ogni Chiesa particolare: ecco i dettagli della celebrazione diocesana

È Madre Teresa con Giovanni Paolo II

nella solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria che ha inizio il Giubileo, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano. La domenica successiva, il 13 dicembre, (terza d’Avvento) «in ogni Chiesa particolare, nella cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella concattedrale o una chiesa di speciale significato» si aprirà «per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia» si legge nella Bolla Misercordiae Vultus di Papa Francesco. Alcune caratteristiche precise contraddistinguono il rito: la statio in una chiesa o in un altro luogo appropriato; il cammino processionale; l’apertura della Porta della Misericordia e l’ingresso in cattedrale; la memoria del Battesimo; la celebrazione dell’eucarestia.

Ricognizione della Porta Santa della Basilica di San Pietro

L’appuntamento. I fedeli della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno sono invitati a partecipare all’apertura della Porta della Misericordia, domenica 13 dicembre, alle ore 15.00, presso la parrocchia di San Giuseppe a Nocera Inferiore, statio dove saranno celebrati i Riti introduttivi e punto di partenza per la processione verso la cattedrale di San Prisco, «segno peculiare dell’Anno Santo, perché icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza» (MV 14). All’apertura della Porta Santa diocesana e alla memoria del Battesimo seguirà la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice. Mar. Pet.

dicembre 2015 Insieme

35


In cammino verso il Santo Natale Parrocchia San Teodoro Martire in Sarno

GLI APPUNTAMENTI Tutti i giovedì di Avvento 2015 Ore 21.00: Adorazione Eucaristica e Catechesi tenuta da don Antonio Agovino Tutte le Domeniche di Avvento 2015 Pesca di Beneficenza Martedì 8 dicembre 2015 Ore 18.30: Santa Messa e tesseramento Azione Cattolica Domenica 13 dicembre 2015 Ore 15.30: Apertura della Porta Santa nella Cattedrale San Prisco in Nocera Inferiore Sabato 19 dicembre 2015 Ore 20.00: Cena di fraternità Giovedì 24 dicembre 2015 VIGILIA DI NATALE ore 23.30: ritrovo in Piazzetta Abignente. Canto della Kalenda e Solenne Processione verso la Parrocchia con la rappresentazione del Mistero ore 24.00: Santa Messa in Chiesa Venerdì 25 dicembre 2015 SANTO NATALE Sante Messe alle ore 8.30, 11.00 e 18.30 Giovedì 31 dicembre 2015 Santa Messa con il canto del Te Deum Venerdì 1 gennaio 2016 Sante Messe alle ore 8.30, 11.00 e 18.30 Mercoledì 6 gennaio 2016 EPIFANIA Sante Messe alle ore 8.30, 11.00 e 18.30 con il bacio del Bambino

36

Insieme dicembre 2015

PER INFO E CONTATTI Parrocchia San Teodoro, via Abignente 113 - 84013 Sarno (Sa) www.parrocchiasanteodoro.it info@parrocchiasanteodoro.it Fb: Parrocchia San Teodoro Sarno


Gli studenti dell’Istituto Statale “A. Galizia” con la dirigente Maria Giuseppa Vigorito, le docenti Elisabetta Cafaro e Concetta Caputo insieme a mons. Giuseppe Giudice

Si è svolta lo scorso 14 novembre la VI edizione della Giornata diocesana di Insieme, dal titolo “La fede passa anche tra le righe”. Ad accogliere i corrispondenti e referenti di Insieme è stata la parrocchia di San Giovanni Battista a Cicalesi

La forza delle parole

C

osa c’entra un giornale con la fede e la vita della Chiesa? Per rispondere a questa domanda è nata, nel 2010, la Giornata diocesana di Insieme, un momento in cui la famiglia di Insieme si riunisce per confrontarsi, formarsi e fare festa. La VI edizione si è svolta lo scorso 14 novembre nel complesso parrocchiale San Giovanni Battista a Nocera Inferiore. La formazione. Ai giovani corrispondenti della rivista si sono aggiunti gli studenti dell’Istituto statale A. Galizia – che già si sono sperimentati nella realizzazione di un giornale scolastico –, accompagnati dalla dirigente Maria Giuseppa Vigorito, dalle professoresse Elisabetta Cafaro e Concetta Caputo. Divisi in due gruppi di lavoro, coordinati da Antonietta Abete e Mariarosaria Petti, hanno preso confidenza con gli elementi base per scrivere un articolo di giornale e valutare la qualità di un’immagine. Un piccolo assaggio che dovrebbe sfociare, da gennaio, in un percorso formativo più intenso, con appuntamenti mensili. La celebrazione. A seguire, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice a cui hanno partecipato le mani e i volti che ogni mese, con passione, diffondono la rivista nelle comunità della diocesi. «Insieme: già il nome è tutto un programma», afferma mentre con forza

si appoggia al pastorale, come Cristo alla Chiesa. La notte precedente c’erano stati gli attentati di Parigi. «Chissà quante volte – ha aggiunto – ­ mentre scriviamo o distribuiamo la rivista, pensiamo: è inverno, fa freddo, chi me lo fa fare. Le parole che scriviamo con il Signore non passano! Delineano la nostra vita. Andate a rileggere il giornale delle famiglie, pagine di sangue e di amore. Non passano! Come non passa Cristo». Nelle parole dell’uomo nascondiamo quelle di Dio, ricorda il Pastore diocesano prima di dare un’indicazione di metodo: «Cosa resta dopo aver letto una pagina? Un gusto amaro o una speranza?». La fede passa anche tra le righe, perché vi sono parole per fare la guerra e parole per costruire la pace. «Quando scrivete, intingete la penna nel sangue di Cristo e nelle ferite degli uomini. Perché il sangue di Cristo viene a guarire le ferite degli uomini». La festa. Al termine della celebrazione, chiusura in dolcezza nel salone parrocchiale, con la distribuzione del kit del referente e il taglio della torta preparata da Rosaria Milito e Rosaria Fortino. Tutto accompagnato dalla buona musica del maestro Pietro Sellitto e dell’accademia musicale nocerina. Donatella Salvati

dicembre 2015 Insieme

37


DON ENRICO SMALDONE Il prete che amava i bambini di Antonietta Abete

Con le scarpette di gomma dura D

opo molto lavoro e con l’aiuto di esperti che offrono gratuitamente la loro competenza, il 2 dicembre del 1963 la Città dei Ragazzi presenta richiesta di contributo industriale alla Cassa del Mezzogiorno, ente di diritto pubblico creato dal Governo De Gasperi nel 1950 per finanziare iniziative industriali tese allo sviluppo economico del Meridione d’Italia. L’obiettivo era colmare il divario con l’Italia settentrionale. La Città è iscritta alla Camera di Commercio ed ha una posizione assicurativa presso l’Inps: don Enrico nutre fondate speranze di ottenere i fondi. Il 3 aprile del 1964 l’ingegnere De Natale esegue il sopralluogo della struttura, visita gli impianti, si ferma a pranzo e prima di andare via confida che la sua relazione sarà positiva. Gli vengono mostrati nuovi macchinari non riportati nell’elenco allegato alla domanda. A giugno la Casmez invita la Città a presentare la documentazione necessaria. In quello stesso anno vi è un altro evento che si sviluppa e a più riprese si intreccia con la richiesta di finanziamento. A dicembre, voci sempre più

38

Insieme dicembre 2015

insistenti sostengono che i proprietari di un fondo attiguo alla Città hanno deciso di vendere il bene. Anno 1965. Nel gennaio 1965 La proposta di vendita prende forma e don Enrico è invitato a casa dei proprietari da due mediatori – Aniello Coppola e il signor Fiumara – per stilare un compromesso. Le condizioni di pagamento proposte appaiono buone: due o tre anni di tempo per versare il saldo. Il cuore del sacerdote è invaso di gioia, alla Città servono nuovi spazi. La fantasia inizia a galoppare ed egli vede già i suoi ragazzi tirare calci al pallone. L’aranceto del fondo sarà utilizzato per i bisogni della Città insieme all’orto che gli verrà affiancato, con ampi viali verdeggianti. Viene versato un acconto di 500.000 lire. Il 10 marzo dello stesso anno la Cassa per il Mezzogiorno concede un contributo pari a 8.518.000 lire, l’importo sarà versato alla Città dopo il collaudo effettuato da un ingegnere dell’ente. Nel mese di giugno si preparano i computi metrici, le planimetrie e tutta la documentazione necessaria per superare con esito positivo il controllo. Il lavoro è

Il contributo industriale della Cassa del Mezzogiorno e l’acquisto dell’ex fondo Tramontano, attiguo alla Città, per realizzare un campo di pallone, sono i due eventi che assorbono le energie di don Enrico negli anni 1964 e 1965


I ragazzi della Città insieme al sacerdote Smaldone

estenuante. In quello stesso mese, il notaio Adinolfi trascrive su carta da bollo il compromesso per l’acquisto della casa. Le trattative proseguono fino a notte inoltrata, i venditori alzano il tiro. «Abbiamo dovuto chinare il capo e accettare – è riportato nei diari della Città – Il fondo è per noi indispensabile, senza rimarremo soffocati». «Viene versato un acconto di 2.500.000 di Lire che la ditta Buscetto ci anticipa sui lavori». È lo stile di don Enrico e la sua sconfinata fiducia nella Provvidenza. «Il prezzo è stabilito in 13 milioni. 7 milioni e mezzo alla stipula dell’atto da redigersi entro l’anno, 1 milione per il colono affinché lasci libero il terreno, 1 milione alla presa di possesso della casa colonica. 1 milione a garanzia dell’ipoteca iscritta sul fondo». A questo punto, diventa ancora più urgente che il contributo della Casmez arrivi in tempo. Il 17 luglio 1965 la documentazione è pronta, il plico è spedito prima di mezzogiorno. L’estate ormai è inoltrata, molti sono in vacanza a godersi il meritato riposo. Il 2 agosto arriva una telefonata dalla Cassa del Mezzogiorno: mancano delle cam-

biali da allegare ad una fattura che non è stata quietanzata (manca la quietanza di pagamento, nda). «Non era stato possibile far quietanzare la fattura a causa del sopraggiunto fallimento della ditta», è riportato nei diari. E ancora: «Le trovammo dopo una ricerca di un’ora». Un’ora in cui il tempo si dilata e l’ansia abbraccia la preoccupazione: la pratica potrebbe bloccarsi, arenarsi, mentre don Enrico è ad un soffio dall’acquisto dell’ex fondo Tramontano. Parte frettolosamente per Napoli e riesce ad arrivare prima delle 14, orario di chiusura degli uffici. Il funzionario ha fretta di spedire la pratica a Roma, il giorno seguente iniziano le sue ferie. Il 13 settembre è finalmente eseguito il collaudo e l’ingegnere nominato dalla Casmez redige il verbale. I due eventi continuano ad intrecciarsi. Ad ottobre i proprietari del fondo chiedono un ulteriore acconto sul prezzo. Nello stesso mese, attraverso il Banco di Napoli, arriva finalmente il contributo per aziende industriali pari a 8.346.640 Lire. «Possiamo dire che il terreno confinante, da tanti anni sognato, è nostro». Alle ripetute richieste di ulteriore acconto, è possibile ri-

spondere di essere pronti alla stipula dell’atto in qualunque momento. Il 3 novembre 1965, dinanzi al notaio Adinolfi è redatto l’atto di acquisto. Una nota del diario specifica l’estensione del terreno e le modalità di pagamento: «Fondo a sud della Città dei Ragazzi, estensione di circa moggio 1 e 23 passi da locale misura agraria. Vengono pagati: 7 milioni alla stipula, 1 milione con cambiali al 15 dicembre. 1 milione al colono per il possesso del fondo. 1 milione al possesso della casa (entro i primi di gennaio). Il resto sarà trattenuto per cambiali ipotecarie che graveranno su di noi». Spunta all’orizzonte l’alba di un nuovo anno. È il 1966, don Enrico ha 52 anni e il cuore pieno di sogni e obiettivi da realizzare. Nessuno immagina che quello sarà il suo ultimo anno di vita. Il 7 gennaio i proprietari del fondo Tramontano lasciano Angri, la casa entra nella disponibilità della Città. Subito la pala meccanica spala il terreno per la realizzazione del campo di calcio. A metà gennaio i bambini spensierati tirano i primi calci al pallone. dicembre 2015 Insieme

39


ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura di padre Luigi Lamberti, eremita diocesano

Sussidio liturgico dalla Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria alla II domenica del Tempo di Natale (Anno C) Con il numero di novembre 2015 le sorelle clarisse hanno concluso i commenti al Vangelo della domenica. La famiglia di Insieme ringrazia di cuore le religiose per aver accompagnato tanti lettori nella meditazione della Parola. Dalle grate del Monastero di Santa Chiara di Nocera Inferiore la staffetta passa alla quiete dell’Eremo di Sant'Erasmo di Corbara e alla vivacità della casa di una coppia di sposi. Si alterneranno alla guida della lettura del Vangelo della domenica, padre Luigi Lamberti, eremita diocesano, e Mena e Luciano Gambardella, coniugi a cui è affidata l’Oasi San Paolo della Fraternità di Emmaus.

8 Immacolata Concezione dicembre della Beata Vergine Maria 2015 (Anno C) Masaccio, soprannome del pittore Tommaso di Ser Giovanni Cassai (S. Giovanni Valdarno 1401 - Roma 1428) fu accostato a Filippo Brunelleschi e a Donatello, anche se molto più giovane, quale iniziatore della "nuova arte" della pittura rinascimentale. A Napoli, nel museo di Capodimonte è esposta una delle sue opere più belle, "La Crocefissione", punto di svolta dell'arte italiana.

Le letture: “Ecco la serva del Signore” Prima lettura: Gen 3,9-15.20 Salmo: Sal 97 Seconda lettura: Ef 1,3-6.11-12 Vangelo: Lc 1,26-38

Autoritratto

Il Vangelo: L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». (Cfr Lc 1, 30-33) Colore liturgico: BIANCO

40

Insieme dicembre 2015

A Betlemme Andiamo fino a Betlemme per vedere in un Bambino frugolo di Dio tutto l’amore per l’uomo frugolo di Gesù. A Betlemme, Maria in silenzio, Giuseppe in silenzio. Tutto è silenzio e solo Tu, Parola unica, unica Parola, nella notte più silenziosa del mondo. Mons. Giuseppe Giudice In attesa di un angelo

Fidarsi del “Sole”

N

el linguaggio comune il vocabolo “dogma” viene sentito come un peso. In realtà è l’autenticazione di pietre preziose da parte di Madre Chiesa che ci dice: l’Immacolata Concezione di Maria è un vero rubino e va ben custodito. Il Vangelo di oggi ci racconta l’incontro tra l’angelo e Maria, la prima lettura ci racconta la prima caduta, quella che noi indichiamo come “peccato originale”, una malattia che è entrata nelle vene dell’umanità e semina morte. Nella luce di questa solennità ci viene detto di guardare a Maria e di ripetere a noi stessi: io un giorno sarò come Lei. Maria è aurora di una nostra luminosità: ciò che contempliamo in Lei avviene misteriosamente in noi quando aderiamo alla Grazia. Se il sole ha inondato la cima che è l’Immacolata Concezione di Maria, pian piano prenderà possesso anche della valle, degli abissi.


13 III domenica DICEmbre D'AVVENTO 2015 (Anno C)

20 IV domenica DICEmbre D'AVVENTO 2015 (Anno C)

Le letture: “Giovanni evangelizzava il popolo”

Le letture: “Il bambino sussultò nel suo grembo”

Prima lettura: Sof 3,14-18 Salmo: Is 12 Seconda lettura: Fil 4,4-7 Vangelo: Lc 3,10-18

Prima lettura: Mi 5,1-4 Salmo: Sal 79 Seconda lettura: Eb 10,5-10 Vangelo: Lc 1,39-45

Il Vangelo: In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». (Cfr Lc 3, 10-12)

Il Vangelo: Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo». (Cfr Lc 1, 42-44)

Colore liturgico: VIOLA O ROSACEO

Colore liturgico: VIOLA

La gioia cristiana

L’

invito alla gioia attraversa la liturgia di oggi, ci è detto da Sofonia “rallegrati”, da Paolo “siate lieti”. La gioia non è l’assenza dei problemi, Paolo scrive queste parole mentre è in prigione e non mancano motivi per essere angosciato: prigioniero, deluso, malato. In questa situazione di grave disagio nasce la lettera ai Filippesi: “Ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!”. La gioia cristiana non è un fatto “umorale” ma è connessa alla relazione con Gesù Cristo. “Il Signore è vicino!” questo è il motivo della gioia e non il non avere problemi. Se il motivo della gioia fosse l’assenza di problemi staremmo bene solo da morti! Il motivo della gioia risiede in una vita visitata dal Signore, in una vita in cui Gesù è il Signore.

Trittico di San Giovenale - 1422

Adorazione dei Magi - particolare

Raccontare la fede

L

a liturgia di oggi ci consegna un Vangelo che segue di poche ore l’evento dell’Annunciazione. Questa donna incinta esce di casa e si mette in viaggio, è un paradosso! La sapienza umana ci dice che non è consigliabile per una donna incinta affannarsi. Maria invece avverte l’impulso di mettersi in viaggio: la fede ti mette in moto e ti aiuta a compiere il pellegrinaggio più lungo, quello verso chi ti è accanto. Maria si è messa in cammino e si è raccontata ad Elisabetta. La Grazia va raccontata e condivisa tra credenti. Nella misura in cui ci connettiamo al tessuto della Chiesa e partecipiamo all’Eucaristia confrontiamo la nostra esperienza di fede con quella degli altri, siamo al sicuro. dicembre 2015 Insieme

41


IL PANE DELLA DOMENICA

25 NATALE DEL SIGNORE dicembre MESSA DELLA NOTTE 2015 (Anno C)

27 SANTA FAMIGLIA dicembre DI GESù 2015 (Anno C)

Le letture: “Oggi è nato per voi il Salvatore”

Le letture: “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio”

Prima lettura: Is 9,1-6 Salmo: Sal 95 Seconda lettura: Tt 2,11-14 Vangelo: Lc 2,1-14

Prima lettura: 1Sam 1,20-22.24-28 Salmo: Sal 83 Seconda lettura: 1Gv 3,1-2.21-24 Vangelo: Lc 2,41-52

Il Vangelo: [Anche Giuseppe] Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Cfr Lc 2, 4-7)

Il Vangelo: Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. (Cfr Lc 2, 48-49)

Colore liturgico: BIANCO

Colore liturgico: BIANCO

Maria e il “Natalino”

L

a Vergine Maria ci mostra il Bambino. È protesa verso ciascuno di noi per presentarci ed offrirci il Bambino. Anche le braccia del bambino sono protese in cerca di altre braccia che lo accolgano. Maria “ha messo al mondo” il Figlio e lo dona al mondo, a noi – legittimi destinatari – e ci dice: “Questo è il mio figlio che è per te! Cosa ne fai?”. La tua presenza è disponibilità ad accogliere o altro? Non temere! Non ti è chiesta la capacità, ma la disponibilità. È “Natalino” chi decide di far entrare Gesù nella propria vita, chi ha nel Natale di Gesù la precisa data di nascita al cammino di fede. Beato chi è Natalino dal Natale 2015.

Cristo tra gli apostoli, dettaglio del Tributo - 1425

Non è un presepe

G Madonna con Bambino e Sant'Anna - 1424 particolare

42

Insieme dicembre 2015

iuseppe, Maria e Gesù in pellegrinaggio verso Gerusalemme ci fanno vedere e ci esortano a confrontarci con la dinamicità della vita e della famiglia: la famiglia non è un presepe dove ci sono le statuine che non si muovono. L’incidente di cui ci parla il Vangelo, prima di essere teologico è umano, mette a dura prova la pazienza, la tenuta della coppia di Maria e Giuseppe, che non stanno lì a palleggiarsi la responsabilità ma insieme si mettono a cercare. L’esortazione forte che ci viene dal Vangelo di oggi è che bisogna cercarsi, non solo i genitori verso i figli e viceversa, ma anche il marito verso la moglie e viceversa. Una famiglia che “si cerca” è una famiglia feconda, gode di buona salute.


1 MARIA SANTISSIMA GENNAIO MADRE DI DIO 2016 (Anno C)

3 II domenica GENNAIO dEL TEMPO DI NATALE 2016 (Anno C)

Le letture: “Maria custodiva tutte queste cose”

Le letture: “In lui era la vita”

Prima lettura: Nm 6,22-27 Salmo: Sal 66 Seconda lettura: Gal 4,4-7 Vangelo: Lc 2,16-21

Prima lettura: Sir 24, 1-4. 8-12 Salmo: Sal 147 Seconda lettura: Ef 1, 3-6. 15-18 Vangelo: Gv 1, 1-18

Il Vangelo: In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. (Cfr Lc 2, 16-17)

Il Vangelo: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. (Cfr Gv 1, 1-3)

Colore liturgico: BIANCO

Colore liturgico: BIANCO

Anno del Signore 2016

N

on basta aggiungere anni alla vita, bisogna aggiungere vita agli anni. Per noi la Vita è Gesù Cristo. “Non perdetelo il tempo ragazzi, non è poi tanto quanto pensate”, così cantava Branduardi qualche anno fa. Questo tempo che nasce è un neonato, il nome comune è “2016”, e il nome proprio? Beati noi se lo chiamiamo “Gesù”! Non basta vivere, occorre precisare per chi e per cosa si vive per dare un significato ai giorni, alle ore, per non rendere “i giorni uguali ai giorni”, come ripete un altro cantautore. Ogni giorno che viviamo è un dono ma è anche “segno” della speranza di Dio Padre nei nostri confronti. Il tempo è fatto di “volte”, beati noi se diventano “volte” per fare edificare nel tempo il tempio di Dio: per umanizzare la nostra umanità guardando a Lui, “il più bello dei figli dell’uomo sulle cui labbra è diffusa la Grazia”.

Madonna col Bambino Londra - 1426

Polittico di Pisa - Crocefissione Napoli 1426

Repetita iuvant

M

adre Chiesa ci riconsegna il Vangelo che abbiamo ascoltato il giorno di Natale. Natale è giorno che non si conclude e noi siamo i beneficiari di questo giorno, di questa Grazia. Passa il Natale liturgico ma rimane la Grazia del Natale. Beati noi se non la archiviamo insieme all’albero e alle statuine che rimettiamo negli scatoli! Natale è il giorno eterno che da sempre è nel cuore di Dio e per sempre è nella volontà di Dio. Quella del Natale non è solo una Grazia da invocare ma anche una Grazia nella quale “entrare” e la porta è il prologo del Vangelo di Giovanni. “La vita era la luce degli uomini”, dalla relazione con Gesù Cristo che è la Vita, scaturisce una luce nuova su ogni cosa, cambia il nostro modo di vedere. dicembre 2015 Insieme

43


IL PANE DELLA DOMENICA

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Insieme alle comunità Il Vescovo presiederà le Celebrazioni d’Avvento e la Messa di Mezzanotte in alcune parrocchie della Diocesi. La seconda domenica d’Avvento, il 6 dicembre alle 11.00, sarà nella parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani. Il 13, terza domenica d’Avvento, aprirà la Porta Santa della Cattedrale alle 15.30. Il 20, quarta domenica d’Avvento, sarà nella parrocchia Regina Pacis di Angri. L’8 dicembre, alle 6.00, presiederà la Messa dell’Immacolata nella parrocchia Corpo di Cristo di Pagani. Presiederà, invece, la Messa di Mezzanotte del 24 dicembre nella parrocchia

44

Insieme dicembre 2015

Santa Maria Maddalena in Armillis di Sant’Egidio del Monte Albino. In Cattedrale, invece, presiederà il Pontificale di Natale, alle ore 10.30 e la Santa Messa e il Te Deum di ringraziamento il 31 dicembre, alle 17.30. La Messa dell’Epifania, il 6 gennaio, nella Concattedrale di Sarno. Insieme alle realtà diocesane Il 6 dicembre il Vescovo inaugurerà l’artistico presepe allestito nel complesso di Santa Maria della Purità a Pagani. Il 19, alle 18.30, presiederà la Messa con i ministranti nella parrocchia San

Giovanni Battista di Nocera Inferiore.

CONCILIO GIOVANE

Auguri natalizi Il 17 dicembre, alle 11.00, in Cattedrale, il Vescovo presiederà il Precetto Natalizio della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. Il 18, alle 11.00, sempre in Cattedrale ci sarà un momento di preghiera con lo scambio degli auguri con il clero e i curiali. Il 19, alle 10.00, il Vescovo presiederà la Messa all’ospedale di Nocera Inferiore organizzata dal reparto di Terapia intensiva neonatale. Il 21, alle 11.00, ci sarà il tradizionale incontro con la stampa locale.

Il 7 dicembre, alle 20.00, il Vescovo presiederà la Celebrazione di chiusura del Concilio Giovane. L’appuntamento è per le 20.00 nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it


Don Alessandro Cirillo

Una casa per chi non ce l’ha

D

odici mini alloggi che consentiranno di dare temporaneamente un tetto a chi, per motivi estremi e improvvisi, ha perso la casa. Partirà il prossimo 16 dicembre il progetto “Casa: cuore di famiglie” promosso dalla Caritas diocesana e seguito dalla cooperativa L’Onda, finanziato con i fondi dell’8xmille. L’inaugurazione delle casette realizzate a Lavorate di Sarno dalla Fondazione San Michele Arcangelo, che ha concesso le strutture in comodato d’uso gratuito alla Caritas, si terrà il 16 dicembre alle 11.30. A tenere a battesimo il progetto sarà il vescovo dioce-

sano, monsignor Giuseppe Giudice, insieme al direttore Caritas don Alessandro Cirillo e al vice direttore don Gaetano Ferraioli. Alla cerimonia saranno presenti anche Marcello Pietrobon, referente dell’Ufficio 8xmille di Caritas italiana, e don Andrea La Regina, responsabile dell’Ufficio Macroprogetti di Caritas Italiana. «Il progetto – ha spiegato don Alessandro – nasce dalla consapevolezza che oggi le famiglie possono trovarsi improvvisamente senza casa e noi li aiuteremo ad affrontare questa emergenza». Salvatore D’Angelo

Il 16 dicembre al via il progetto della Caritas “Casa: cuore di famiglie”

La ricchezza della vocazione religiosa femminile

N

ell’anno dedicato alla Vita Consacrata, le Religiose della Diocesi si sono incontrate la seconda domenica di ogni mese, presso la Casa Madre delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue a Pagani, coordinate da padre Gigi Lamberti e suor Maria Fara Filippone, della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, delegata U.S.M.I. (Unione Superiore Maggiori d’Italia). A guidare gli incontri si sono alternati diversi religiosi diocesani, innescando una ricca esperienza di condivisione della Parola e della propria esperienza vocazionale e apostolica. Frutto di questo percorso sono stati gli Esercizi spirituali diocesani, celebrati dal 27 al 31 luglio presso la Casa Madre delle Suore Serve di Maria Addolorata, a Portaromana. “Donne dal cuore di Dio”, il tema trattato da padre Gigi Lamberti che a partire dal libro della Genesi si è poi soffermato su alcune donne bibliche: Ester, Giuditta, Marta e Maria ed, infine, la Vergine Maria. Un percorso che ci ha permesso di gustare la bellezza della vita religiosa e della nostra vocazione femminile nella Chiesa. Diversi carismi, abiti, provenienze per formare un unico corpo nella Chiesa, al servizio dei fratelli. Suor Caterina Halota

Foto di gruppo degli esercizi spirituali guidati da padre Gigi Lamberti

dicembre 2015 Insieme

45


VITA ECCLESIALE La preghiera iniziale prima della partita

In campo

Un salvadanaio per ogni parrocchia

A

Seconda edizione della partita del sorriso, un momento per stare insieme e scoprire la bellezza dello sport

P

artita speciale al “Nino Cesarano” di Pagani. Lo scorso 14 novembre, sul sintetico di via Romana, si è tenuto un match d’eccezione. Ospitati nel campetto dell’oratorio “San Giovanni Bosco” della parrocchia Santa Maria del Carmine, si sono confrontati a suon di pallonate, parate e rigori i laici e i sacerdoti della diocesi. Nell’insolita veste di calciatori, i preti in magliettina e calzoncini gialli hanno tentato fino all’ultimo di aggiudicarsi la vittoria, senza però riuscirci. La partita è infatti terminata otto a tre per i laici. Sono scesi in campo padre Davide Perdonò, unico marcatore consacrato e autore del-

FOTONOTIZIA Foto di gruppo scattata al termine degli Esercizi spirituali che si sono tenuti dal 3 al 7 novembre a Castellammare di Stabia, presso la casa delle suore Compassioniste. A predicarli è stato mons. Armando Dini, Vescovo emerito della diocesi di Campobasso-Baiano (Foto di don Natalino Gentile)

46

Insieme dicembre 2015

la tripletta, don Flaviano Calenda, che ha dimostrato grande slancio e tenacia, don Enzo Di Nardi, padrone di casa col ruolo di difensore, don Stefano Adjitin, centrocampista di valore e tra i pali l’architetto della Curia, Massimo Imbriaco. I laici: in campo Angelo Santitoro, capocannoniere autore di quattro reti, una rete a testa poi per Daniele Parlato, Armando Lanzione, Carmine Giordano e dal portiere volante Claudio Tortora. Hanno arbitrato Giulio Volante e Antonio De Vivo. Il calcio d’inizio, come da tradizione, è stato dato dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice. Sa. D'An.

lla rassegna teatrale, messa in piedi dal Servizio di Pastorale Giovanile, si è aggiunta nel mese di novembre una seconda iniziativa. È stato inviato in tutte le parrocchie un salvadanaio per raccogliere fondi e sostenere i giovani che andranno alla Giornata mondiale della Gioventù a Cracovia. L’etichetta riporta come promemoria gli appuntamenti della rassegna. Ai parroci è stato suggerito di mettere il salvadanaio in un luogo visibile, invitare i fedeli e le realtà parrocchiali a fare una raccolta in un giorno preciso del mese, donare una parte della raccolta domenicale, una volta al mese. Piccole indicazioni che ogni sacerdote, conoscendo la sua comunità, potrà arricchire e modulare con la sua fantasia pastorale.


Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce Un momento della giornata di approfondimento

Volevo dirti che ti amo Lo scorso 25 ottobre, l’associazione Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza ha vissuto un’intensa giornata di preparazione al Giubileo della Misericordia

Gli ammalati protagonisti di un momento di festa

«G

esù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi». Sono queste le prime battute della Bolla di indizione del Giubileo straordinario, lettera che Papa Francesco ha inviato a tutti gli uomini di buona volontà per annunciare l’Anno Santo che si aprirà il prossimo 8 dicembre. In preparazione all’anno giubilare, lo scorso 25 ottobre, nel tepore di un autunno ancora mite, protetti da un sole raggiante, i fratelli e le sorelle della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza insieme agli ammalati si sono radunati tra le mura del monastero della Purità di Pagani per riflettere sul tema della misericordia. L’accoglienza degli ammalati, fatta di abbracci e labbra sussurranti ricordi del pellegrinaggio estivo a Lourdes, ha dato avvio alla giornata. Dopo un breve momento di preghiera, il cuore dei partecipanti ha incontrato la Parola di Dio. Tutti sono stati chiamati a tuffarsi nelle pagine vive di un episodio evangelico: la parabola del Padre Misericordioso (Lc 15, 11-32). Un incontro spirituale con un padre e due figli, maggiore e minore. Un padre disponibile, dal volto attento

Un giovane in carrozzina riceve l’Eucaristia

e delicato, con braccia premurose, capace di attendere e di “correre” verso i propri figli per gridare il suo “ti amo”. Dopo aver compreso le dinamiche della misericordia di Dio, è giunto il momento di sentire sulla propria pelle le mani calde d’amore del Padre nel sacramento della Riconciliazione per prepararsi a ricevere Cristo nell’Eucarestia celebrata al termine della mattinata. Con animo riconciliato e saziato da Gesù, arriva la gioia che si traduce nella condivisione del pasto e, successivamente, in un momento di festa. Festa di misericordia perché il figlio è tornato alla casa paterna. Nell’auditorium il clima è cambiato: il sole raggiante ha trafitto le pareti, riflesso negli occhi sereni degli ammalati. I fratelli e le sorelle hanno aiutato gli ammalati a cantare, giocare e ballare. Le loro carrozzelle si sono

trasformate in scarpe danzanti, la forza della misericordia li ha resi “abili”, capaci di sentirsi simili agli altri. Al termine di questo momento di gioiosa condivisione spuntano sui volti rughe di malinconia: manca davvero poco per tornare alle proprie dimore, ma il sole pomeridiano splende ancora per tessere la parola grazie. Un grazie che muta in preghiera nell’adorazione eucaristica. La luce eucaristica risplende su tutti per manifestare la presenza di un Dio che si fa carne, che nella storia della salvezza ha scritto la sua lettera d’amore per i suoi figli. È sera ormai, il tramonto apre le porte ai saluti. Si va a casa alleggeriti dai pesi che la vita cicatrizza col peccato, ci si ritrova abbracciati dal candore della grazia, consapevoli di essere amati. Don Alfonso Giordano dicembre 2015 Insieme

47


VITA ECCLESIALE

S

e Papa Francesco ci invita a vivere un anno tutto speciale, dedicato alla misericordia, non possiamo esimerci dall’andare a riscoprire, alle radici del nostro cristianesimo, il senso vero e profondo di questa espressione. Il termine misericordia è legato alla compassione, intesa nel senso di “con-patire”, “con-passione”. Significa dunque partecipare alle altrui sofferenze, patire insieme, mettersi nei panni dell'altro, entrare in empatia con il prossimo. Subito questa definizione ci apre gli occhi su una dimensione: esiste una dualità inevitabile nella nostra opera di misericordia che l’egoismo non può offuscare. Per riconoscere il prossimo occorre guardare Gesù e la sua vita: tante volte ci ha indicato il prossimo con gesti misericordiosi. Certo, ognuno potrebbe rispondere che per Lui era normale e naturale “guarire un lebbroso o accogliere in casa un forestiero” perché, in fondo, era Gesù! Ma Cristo e il Padre condividono con noi il “mistero” che spinge un uomo a compiere gesti di misericordia e ci indicano, così, un cammino possibile da percorrere per ogni uomo: la via dell’amore!

La Misericordia,

un linguaggio per tutti Quattordici puntate sulle opere di misericordia, arricchite da un impegno di preghiera, un gioco e un’attività. “all’Opera” è lo strumento proposto dall’Anspi per vivere lo speciale anno giubilare

Il sussidio. In questo contesto si inserisce “all’Opera”, un sussidio che desidera continuare il percorso intrapreso da alcuni anni dall’associazione Anspi: proporre una serie di attività, giochi, idee attraverso alcuni linguaggi dell’animazione. Lo strumento prevede, per ciascuna delle 14 puntate sulle opere di misericordia, il brano del Vangelo delle domeniche dal primo novembre al 20 marzo, una riflessione, la presentazione di una delle opere, l’impegno collegato alla preghiera, un gioco ed un’attività. Cinque puntate speciali sul Giubileo mettono al centro i temi richiamati da Papa Francesco per l’anno 2016: Educare alla misericordia, Annunciare la misericordia, Uscire nella misericordia, Abitare con la misericordia, Trasfigurare di misericordia. L’Oratorio, dunque, può essere un cantiere da cui far partire e costruire ponti di amore e di attenzione verso il prossimo. La misericordia richiede il coraggio di cambiare, di operare quella carità che anima il cuore di chi si affida senza remore a Dio. L’augurio col quale intraprendiamo insieme questo Anno Santo Giubilare è quello di vedere esaudito il desiderio di Papa Francesco: “Che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la tenerezza di Dio!”.

La copertina del sussidio

“all’Opera”: sussidio per l’animazione negli Oratori. È possibile riceverne una copia rivolgendosi all’indirizzo email: nocerasarno@anspi.it

48

Insieme dicembre 2015


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti Padre Massimo Staiano, le catechiste ed i bambini partecipanti alla festa dell’accoglienza

S. Maria Maddalena in Armillis S. Egidio del M. Albino

La festa dell’accoglienza

L’

amore e la lode verso il Signore espressi dai fedeli della comunità parrocchiale hanno assunto le più belle sfumature della gioia fraterna nelle ultime settimane. La liturgia eucaristica di domenica 25 ottobre ha racchiuso nel tema Tu&Noi, ispirato al Dossier catechista, la giornata dell’annuale accoglienza dei ragazzi dei vari gruppi parrocchiali. Il Tu racchiude l’invito del Signore rivolto ad ognuno perché, con Lui e in Lui, il Noi forma la Sua Chiesa. Infatti, dopo un’ora di giochi in piazza Ferraioli, i bambini di ogni anno catechistico hanno animato la celebrazione indossando ognuno un foulard colorato realizzato dal-

le catechiste. Successivamente, la corona del Rosario, fatta di palloncini colorati, portata all’altare da diversi bambini, ha rappresentato un altro segno di unità nel Signore Gesù. Infine, il piccolo Emanuel Vitale ha ricevuto per la prima volta il corpo e il sangue di Gesù. Nella stessa giornata, si è ringraziato il Signore anche per il quarantesimo anniversario della fondazione della Pro loco, associazione che si occupa della valorizzazione e dello sviluppo del territorio comunale, affidando l’inizio dell’anno calcistico della squadra femminile santegidiana alla protezione del Signore

Livia Rossi

FOTONOTIZIA La comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Angri invita tutti i fedeli alla celebrazione eucaristica del 13 dicembre prossimo. A seguire, la benedizione del fuoco (ceppo) e l’apertura dei mercatini di Natale a cura dei gruppi parrocchiali.

dicembre 2015 Insieme

49


NEWS DALLE PARROCCHIE

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Alcuni momenti vissuti in occasione delle Sante Quarantore

«C

aro Gesù in questi giorni si sta per concludere l’Anno liturgico e noi in parrocchia l’abbiamo voluto salutare partecipando all’Adorazione Eucaristica. Tu, Santissimo Sacramento, sei stato esposto per 40 ore e tante persone sono venute ad adorarti: bambini, adulti e anziani hanno rivolto a Te uno sguardo, una preghiera». Tempo di grazia vissuto nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Orta Loreto. Le Sante Quarantore sono state un tempo di adorazione

FOTONOTIZIA La parrocchia S. Alfonso di Sarno in pellegrinaggio a Roma con il parroco, don Carmine Cialdini.

50

Insieme dicembre 2015

comunitaria e personale, tempo in cui tutta la comunità ha potuto incontrare Gesù Eucarestia in ogni ora del giorno. Al mattino c’è stata la Santa Messa, poi l’Esposizione, alla quale ogni fedele ha scelto di fermarsi anche solo per un saluto, e poi di sera la comunità si è incontrata per pregare i Vespri e ascoltare il padre predicatore Paolo Saturno. In modo sintetico e comprensivo a tutti, padre Paolo, ci ha introdotti al Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Sabato 21 novembre c’è

Le Sante Quarantore, tempo di grazia comunitaria stato un momento di adorazione con i bambini del catechismo: tutti insieme abbiamo pregato Gesù per chiedere la pace. Questi giorni si sono conclusi con domenica 22 novembre, quando abbiamo vissuto il mandato catechistico parrocchiale, scegliendo proprio il momento delle Quarantore per confermare la nostra adesione a Cristo e al Suo Vangelo nel servizio ai fratelli. «Padre Santo tu non ci lasci mai solo ma ci guidi verso la strada del tuo regno» Le catechiste


Mons. Mario Ceneri con i fedeli della parrocchia a Napoli

San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

I preparativi natalizi nel quartiere pedemontano di Nocera Inferiore

A

Nocera Inferiore, nei pressi del tribunale, nei giorni 19 e 20 dicembre 2015 dalle 18.30, avrà luogo l’evento “I cortili di Piedimonte vestono il Natale”, una rappresentazione vivente delle scene più significative che anticipano questo importante momento religioso. Il tutto sarà accompagnato da classici mercatini e vi sarà la possibilità di degustare cibi tipici. La serata del 19 sarà allietata dal concerto dei bambini del plesso di Chivoli nella piazzetta di Piedimonte. L’evento – alla sua prima edizione – si configura come tentativo di valorizzare un quartiere ancora poco conosciuto, ma dalle tante positive potenzialità, per far comprendere che non esistono periferie, se si va oltre i pregiudizi. Inoltre, durante le festività natalizie, i membri della comunità parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore hanno intenzione di allestire nei locali della chiesa la rappresentazione vivente della Natività di Cristo. Tutti i fedeli della diocesi sono invitati a partecipare! Stefania Di Lieto

Sant’Anna Nocera Inferiore

La Giornata nazionale di ringraziamento per i frutti della terra

A

lleanza tra essere umano e ambiente: la parrocchia Sant’Anna di Fiano-Fosso Imperatore ringrazia per i frutti della terra di Nocera Inferiore. Con la visita alla “Napoli sotterranea”, sabato 21 novembre, conclusasi con la Santa Messa presso il Duomo di Napoli, e dopo le celebrazioni eucaristiche di domenica 15 a Fiano e domenica 22 a Fosso Imperatore, abbiamo vissuto la 65esima Giornata nazionale del ringraziamento. Presenti i coltivatori diretti della zona che in segno di ringraziamento hanno offerto al Signore i frutti dei loro campi. «Siamo custodi responsabili della terra che ci è stata affidata dal Signore […]. Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno», il messaggio apostolico Evangelii Gaudium risuona ancora più forte in questo momento per il nostro territorio che soffre la piaga dell’ennesima esondazione della Solofrana. La celebrazione presieduta da don Mario Ceneri è terminata con la benedizione degli attrezzi e delle macchine agricole. «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode» (Papa Francesco). Anna Civale

dicembre 2015 Insieme

51


IN PARROCCHIA Il gruppo di Azione Cattolica parrochiale

a cura di Antonietta Abete

Vocazione Caterina Mansi, presidente parrocchiale di Azione Cattolica, ci aiuta a stilare un profilo dell’associazione che aiuta piccoli e grandi a riscoprire la propria vocazione

C

aterina è la voce e il volto dell’azione Cattolica. L’associazione fa capolino in parrocchia nel 1998, con l’arrivo di don Roberto Farruggio alla guida della comunità. Il sacerdote appassiona tanti giovani e piano piano la nuova realtà mette radici. Il quadro. I gruppi presenti in parrocchia sono sette, tra i più numerosi della Diocesi. L’Azione Cattolica Ragazzi (ACR) si divide in piccolissimi: 4-5 anni, 6-

8 anni, 9-11 anni e 12-14 anni. Ci sono poi i giovanissimi (14-18 anni), i giovani (19-30 anni) e gli adulti. A ciascuno l’AC offre un itinerario di formazione con lo scopo di formare uomini e donne responsabili, testimoni autentici della Parola. Il percorso di Azione Cattolica aiuta i ragazzi a capire che è possibile trovare la felicità che tanto si rincorre solo mettendo Cristo al centro della propria vita. Questo aiuta nel

discernimento e permette a ciascuno di scoprire che ha una vocazione. Vocazione è la parola che dovremmo amare di più perché è il segno di quanto siamo importanti agli occhi di Dio, di quanto Egli ci ami, perché ha scelto proprio noi con i nostri limiti, le nostre povertà d’animo, le nostre cadute… Dio solo basta a Se Stesso, Egli però preferisce contare su di noi. Elisa Califano

Giubileo della Misericordia Pellegrini nei luoghi santi, presso il verbo e nella carità: sono questi i tre sentieri che la comunità ha scelto per vivere l’Anno Santo della Misericordia

I

nizia l’8 dicembre a Roma, e il 13 dicembre in tutte le diocesi del mondo, il Giubileo straordinario della misericordia, indetto da papa Francesco. La nostra comuni-

tà desidera vivere questo evento in pienezza, nel segno del pellegrinaggio che caratterizza l’Anno Santo, icona del

cammino che ogni persona compie nella propria esistenza e di quello del popolo di Dio verso il Regno. Ci faremo pellegrini nei luoghi santi: a Roma durante l’esposizione delle Reliquie di san Pio da Pietrelcina e san Leopoldo Mandic in febbraio; a Loreto verso Maria, Madre di Misericordia a fine aprile; nella nostra Cattedrale, cuore della comunione diocesana. Pellegrini nel Verbo. Illuminati dalla Parola di Dio e

52

Insieme dicembre 2015

dall’insegnamento della Chiesa, don Roberto Farruggio

terrà delle catechesi in sette punti del nostro territorio parrocchiale, approfondendo il tema delle opere di misericordia corporali e spirituali. Infine, saremo pellegrini nella carità: i diversi gruppi che operano in parrocchia si impegneranno a costruire un’opera di carità che tocchi le diverse realtà che ci circondano. Tutti potranno aderire alla realizzazione di una o più opere proposte in questa vera e propria mappa della carità. Una sfida per testimoniare l’amore del Padre che accarezza, consola e perdona per le strade di un mondo che rischia di smarrirne il volto. Maria Sessa


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

Halloween? No! Holyfeast Organizzata dall’Azione Cattolica Ragazzi, la Festa dei Santi ha coinvolto 50 bambini

A

volte basta una riflessione ad alta voce per invertire la rotta di marcia. «Perché festeggiare Halloween se siamo cattolici?» afferma un educatore di Azione Cattolica durante un incontro di programmazione. «Perché non proponiamo una festa che metta in risalto la santità?». Nasce così la Holyfeast, la “Festa dei Santi” che ha riscosso tanto successo. Organizzata dall’ACR parrocchiale ha coinvolto 50 bambini. I piccoli, travestiti da Santi, hanno trascorso un pomeriggio di sano divertimento nella palestra della scuola "Marco Polo". Durante la Celebrazione eucaristica del primo novembre, le reliquie di alcuni Santi esposte davanti all’altare maggiore hanno ricordato a tutti l’importanza delle piccole cose. «I Santi – ha spiegato don Roberto – sono uomini e donne che hanno scelto Cristo, modelli di fede da imitare». Giovanni Giordano

I bambini che hanno partecipato all’ Holyfeast, insieme ai ragazzi dell’ACR

dicembre 2015 Insieme

53


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

L’importanza della formazione

D

a qualche mese la nostra comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata offre un percorso di formazione per tutti i catechisti e lettori presenti. Per me, invitata a condurre questi incontri, credo sia davvero un’opportunità unica: preparare per altre persone un incontro è un incoraggiamento alla ricerca, allo studio e alla preghiera. Abbiamo iniziato questo itinerario nel marzo scorso, con incontri di lectio divina sui testi evangelici della Quaresima e della Pasqua, con l’obiettivo di avvicinare tutti al meraviglioso e appassionante mondo della Sacra Scrittura, per rivedere, come in uno specchio, il proprio cammino discepolare sulle orme dell’unico Maestro e Signore, Gesù di Nazareth. Oggetto di queste riflessioni mensili è stato appunto la Sua Persona, incarnata nella storia e inserita nel mistero della SS. Trinità. Molto bella e attiva la partecipazione delle persone. Soprattutto ho visto, stupita, quanto ci sia sete di Dio, di conoscerlo, d’incontrarlo, di vivere in amicizia con Lui, perché formazione non è indottrinamento di “lezioni teologiche”, che davvero non saprei approntare, ma esperienza viva del divino che ci abita. Il tema. Quest’anno, sulle orme del Catechismo della Chiesa Cattolica, ho

54

Insieme dicembre 2015

voluto proporre un itinerario catechetico-pastorale che abbracciasse le Tre persone della Trinità, incarnata nella nostra vicenda umana. Tutta la nostra esistenza si svolge sempre, anche nei risvolti più quotidiani e direi banali, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, a gloria del Padre, tutto come flusso che ritorna a Lui. Quest’anno i riflettori si sono accesi su Gesù, sulla sua vicenda umana, incarnata nel suo primo Avvento, tra le strade polverose della Palestina di 2000 anni fa, e su come questa Umanità attraversi anche le nostre strade, spesso contorte, ma amate da chi per primo le ha percorse. Abbiamo già vissuto insieme i primi due incontri del nuovo anno e, credo che tutti, io in prima persona, siamo usciti da ogni incontro con slancio nuovo per affrontare la stupenda avventura della vita quotidiana. Un ringraziamento. Ringrazio il Padre, dal quale proviene ogni dono, perché mentre sono chiamata a guidare, mi ritrovo a condividere, come sorella, l’unico sentiero che ci conduce alla Vita. Un grazie speciale va al nostro don Antonio che permette tutto questo, lasciando tempi e modi di espressione a tutti. sr. Maria Distratis

Suor Maria Distratis si occupa della formazione dei catechisti e lettori della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata. La sua testimonianza

Suor Maria Distratis durante gli incontri di formazione


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI I nuovi educacuori e novizi insieme al parroco, don Andrea Annunziata

“Eccomi” Al servizio dei piccoli: sei ragazzi hanno ricevuto la maglietta di educacuori, quattro quella bianca che segna l’inizio del noviziato

I

care – in italiano “ho a cuore, mi interessa” – è lo slogan che riassume il punto di incontro tra le esigenze di un ragazzo e della sua famiglia e la figura dell’educacuore e del novizio. Prendere a cuore la cura e la formazione dei più piccoli ha spinto 10 ragazzi della nostra comunità a scendere in campo per impegnarsi nel compito di accompagnarli nel delicato tempo della crescita. Sei ragazzi – Filippo Bisaccia, Alessia Bove, Felice Canzolino, Christian Comarco, Luciana Cuomo e Federica Giorgio – hanno ricevuto la maglietta rossa e sono stati nominati educacuore. Quattro ragazze – Martina Amodio, Maria Rita Canzolino, Lorenza Fasolino e Angela Gambardella – hanno iniziato invece il loro cammino con la maglietta bianca dei novizi. A questi dieci ragazzi, un grosso in bocca al lupo e il sincero ringraziamento da parte di tutta la comunità. Francesco Coppola

Il momento di festa che ha coinvolto la redazione e i referenti

La fede passa anche trA le righe L’INIZIATIVA

I mercatini di Natale Anche quest’anno siamo pronti a vivere a pieno il Santo Natale. Per questo abbiamo deciso di portare un po’ di clima del nord Europa a Cicalesi. Ogni sabato e domenica, dopo la Messa, prenderà vita il “Mercatino di Natale” nelle casette di legno preparate con cura per l’occasione. Ci auguriamo che questa iniziativa possa alimentare lo spirito del Natale, donando pace e gioia a tutti i cuori. Fra. Cop.

La casetta di legno realizzata dai ragazzi della parrocchia

La nostra comunità ha ospitato la VI edizione della Giornata diocesana di Insieme

«C

hiuderei più una parrocchia che non è viva che la redazione di Insieme». Queste sono alcune delle parole pronunciate da mons. Giuseppe Giudice durante la Celebrazione eucaristica dello scorso 14 novembre, a conclusione di una giornata dedicata ai referenti e corrispondenti della rivista diocesana. Un messaggio forte, una provocazione affinché le parrocchie diocesane siano sempre oasi accoglienti dove si respira a piene mani il profumo di Cristo. Nel pomeriggio, i membri della redazione hanno tenuto un interessante corso di formazione su come si scrive un articolo di giornale. Agli amici della redazione il ringraziamento di tutta la nostra comunità parrocchiale: siamo disponibili ad accogliervi anche in futuro! Fra. Cop.

dicembre 2015 Insieme

55


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola

Sulle orme di Rita e Francesco 90 pellegrini, lo scorso 14 novembre, sono partiti all’alba in direzione Assisi e Cascia per ripercorrere la vita di due giganti della fede: Rita, la santa dei casi impossibili – che ha vissuto con totalità di cuore la vocazione di sposa, madre, vedova e religiosa – e il poverello d’Assisi a cui Gesù chiese di “riparare la sua Chiesa”. Due giornate vissute nel solco della preghiera, della gioia e condivisione, alla scuola dei due grandi santi.

I piccoli in viaggio

Alla Porziuncola per il Perdono di Assisi

56

Insieme dicembre 2015

Per le strade di Assisi

In ascolto

Momenti conviviali

A Rivotorto

Pronti a ripartire


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI Marisa Cesarano che ha moderato l’incontro, Beatrice Fazi e don Enzo Di Nardi

C

i sono delle vite che hanno inizio molti anni dopo la nascita, vite che nascono dalla disperazione, come un raggio di luce accecante dopo anni di buio. Quella di Beatrice Fazi, nota attrice televisiva e teatrale, è una di queste. L’ha raccontata ad una numerosa platea, che ascoltava attonita, durante l’incontro di presentazione della sua autobiografia dal titolo “Un cuore nuovo”, lo scorso 18 novembre nella comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine in Pagani. Una vita puntellata di errori, peccati, sbagli, che ha rivelato guardando dritto negli occhi più di cento volti, senza aver paura, ma con la dignità che è propria di chi è tornato sui suoi passi e con tanta sofferenza ha scontato le sue colpe. È un racconto difficile la storia di Beatrice, un album di immagini disperate che ha inizio con la separazione dei suoi genitori. Il senso di vuoto che l’ha assalita, il sentimento di rifiuto da cui è stata invasa – lei, frutto di quel vincolo d’amore ormai rotto – sono l’inizio della sua perdizione. Durante gli anni del liceo, tra i banchi di scuola conosce il nostro parroco don Enzo Di Nardi. Subito dopo il diploma decide di partire. Roma le apre molte porte: trova un lavoro come cameriera e nel frattempo inizia a farsi strada tra i protagonisti del piccolo schermo. Ma la carriera, il successo, la stabilità economica non riescono comunque a colmare il vuoto. Beatrice passa da momenti di euforia a periodi di depressione profonda, senza mai conoscere la serenità.

Il cuore nuovo di Beatrice Fazi L’aborto. Poi incontra un uomo che ha il doppio della sua età. Rimane incinta. Un bambino che il padre rifiuta e a cui lei non darà mai la luce. Questo è il momento esatto in cui Beatrice sprofonda nel baratro. Quella maledetta decisione, che non comunicherà mai alla sua famiglia, sarà la sua più grande colpa e il suo maggior motivo di remissione. La sua lontananza forzata da Dio, quel Dio da lei considerato un giudice severo, non è destinata però a durare a lungo.

Il 18 novembre, la comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine in Pagani ha ascoltato la testimonianza di vita dell’attrice Beatrice Fazi, una storia di amore e conversione che fa riflettere ed emoziona

La rinascita. Lui la richiamerà a sé diverse volte, episodi in cui Beatrice, pur nella sua ostinazione, non riuscirà a trattenere i singhiozzi. Quelle lacrime versate creano una breccia nel muro che aveva costruito intorno al suo cuore. Nel frattempo conosce l’uomo della sua vita. Rimane di nuovo incinta. Il timore che quel Dio giudice si vendichi del precedente aborto, spinge Beatrice a mettere piede in una Chiesa dove finalmente si confessa. Eppure ancora un ostacolo la frappone all’assoluzione. Il suo compagno è ateo e separato, e lei ancora una volta nel peccato. Ma ormai il cuore di Beatrice è nelle mani di Dio: riesce a convertire il marito e lui ad ottenere l’annullamento del suo precedente matrimonio. La bambina, la prima di quattro figli, nel frattempo nasce. Simbolo di una nuova vita in Dio, per tutti. Martina Nacchio dicembre 2015 Insieme

57


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

In ricordo di Mimmo Bonagura

L’

area mercato e fieristica di Poggiomarino è stata intitolata al vigile urbano Mimmo Bonagura. Scomparso nel 2007, l’agente di polizia municipale del settore Commercio portò a termine l’ultimo suo lavoro proprio organizzando l’apertura del nuovo spazio in via XXIV maggio, operando anche nel terribile tempo della malattia. E la città di Poggiomarino ha voluto ricordare il suo dipendente dedicandogli uno spazio pubblico. Il 24 ottobre si è tenuta la cerimonia di dedicazione, con un momento di preghiera presieduto dal parroco padre Aldo D’Andria e dal padre provinciale degli Stimmatini padre Silvano Controne. «Mimmo è stato un testimone di fede e di speranza - hanno affermato i sacerdoti -, un uomo che ha evangelizzato e che è stato sempre attento ai suoi doveri sociali, civili e religiosi». Il “vigile missionario” – così reci-

ta la targa all’ingresso dell’area mercato poggiomarinese – fu infatti una delle colonne portanti dell’associazione Progetto Famiglia e della Fraternità di Emmaus, cantore instancabile e pilastro del nucleo missionario del movimento ecclesiale. «Non è un risarcimento, piuttosto un riconoscimento ad un uomo che deve essere preso d’esempio», ha riferito il sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata. Commovente il messaggio letto dal collega di “mille battaglie”, Bruno Troiano: «Era un uomo di straordinaria semplicità, rivendico per primo la proposta di intitolare al mio amico Mimmo questo spazio comunale». Ed, infine, la figlia primogenita Maria Grazia che ha ringraziato l’Amministrazione comunale, il comando dei vigili e la cittadinanza per «la vicinanza ed il sostegno espresso con l’intitolazione dello spazio fieristico».

Il comune di Poggiomarino ha intitolato l’area mercato a Mimmo Bonagura, il vigile missionario scomparso il 29 marzo del 2007 La famiglia del vigile Mimmo Bonagura insieme ai colleghi

Riflessione sull’enciclica Laudato Si' L’iniziativa, promossa dal Consiglio pastorale parrocchiale all’interno di un ciclo di appuntamenti dal titolo “Tavolo del sociale”, si è svolta presso il cinema Eliseo

S

i è svolta presso il cinema Eliseo una riflessione sull’Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco, iniziativa promossa dal Consiglio pastorale parrocchiale, all’interno di un ciclo di appuntamenti – alcuni ancora in programma – dal significativo e sintetico titolo “Tavolo del sociale” che intende testimoniare e rilanciare l’impegno civile dei cattolici poggiomarinesi. La moderatrice, Carmela Filosa, vicepresidente del Consiglio pastorale, ha introdotto i lavori e i relatori che si sono succeduti: il parroco, padre Aldo D’Andria che

58

Insieme dicembre 2015

ha illustrato i fondamenti teologici del documento, Michele Cangianiello che si è soffermato sul necessario impegno delle istituzioni e della politica, nazionale e locale, per porre un argine al degrado ambientale e sociale, Anna Grazia Giugliano che, dopo aver evidenziato il lavoro svolto dall’associazione poggiomarinese T.S.A. ha invitato ad una azione congiunta e sinergica tutto l’associazionismo locale. Infine, Filippo Filosa si è soffermato sull’ultimo capitolo dell’Enciclica: “Educazione e Spiritualità ecologica”.

Un momento della cerimonia


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

Mons. Giuseppe Giudice benedice gli attrezzi agricoli

«D

a sempre la Giornata nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra, oltre a un momento religioso, è occasione di ritrovo e confronto sui temi più attuali della nostra agricoltura». È il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio a spiegare l’importanza della ricorrenza, celebrata dalla Chiesa italiana la seconda domenica di novembre e da Coldiretti in tutta Italia dal 1951. «Nell’Agro nocerino-sarnese ci siamo ritrovati con le nostre imprese – continua Sangiorgio – protagoniste di tanti momenti di forte rappresentatività: è stato l’anno di Expo, dove siamo stati più volte protagonisti, anche con gli infioratori di Casatori che hanno avuto la possibilità di far conoscere la loro arte ad una vasta platea internazionale». Domenica 15 novembre, ospiti della parrocchia Santa Maria delle Grazie a Casatori di San Valentino Torio e accolti dal parroco don Gaetano Ferraioli, è stata celebrata l’eucarestia presieduta dal Vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice. «La scelta di celebrare la Giornata nazionale del Ringraziamento proprio a Casatori di San Valentino Torio non è stata casuale: custodire la vocazione agricola dell’Agro, prestare attenzione alle destinazioni d’uso della terra, arginare il fenomeno della cementificazione, sono obiettivi che Coldiretti si pone in questi territori» ha concluso il presidente di Coldiretti Salerno.

Custodire la vocazione agricola dell’Agro La Coldiretti Salerno ha scelto di celebrare la Giornata nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra a Casatori di San Valentino Torio, con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Giuseppe Giudice

La celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice

dicembre 2015 Insieme

59


DIARIO DAL CONCILIO di Silvio Longobardi

Ultimo appuntamento con la rubrica Diario del Concilio che ha riletto il Concilio Vaticano II a 50 anni dalla sua conclusione, ricordandone protagonisti, fatti e passaggi più significativi

Una parola antica e nuova

N

el discorso conclusivo Paolo VI – era il 7 dicembre del 1965 – riconosce che “non poche questioni rimangono in attesa di conveniente risposta”, d’altra parte, aggiunge Papa Montini, il Concilio non voleva né poteva affrontare “tutti i problemi urgenti della vita moderna”. Nei documenti del Vaticano II vi sono tante pagine che confermano l’antica dottrina e la ripropongono con un linguaggio nuovo. Ma troviamo soprattutto un metodo, uno stile, una sensibilità che Paolo VI riassume in queste parole: “la Chiesa ha sentito il bisogno di conoscere, di avvicinare, di comprendere, di penetrare, di servire, di evangelizzare la società circostante”. Ha voluto così dare un messaggio all’umanità che cerca, ha voluto aprire un dialogo con quelli che considerano arcaica e ormai superata l’istituzione ecclesiale, ha voluto anche confrontarsi con l’umanesimo laico, cioè quella cultura che esalta l’uomo fino al punto da metterlo al posto di Dio. E lo ha fatto, dice ancora il Papa, non più alzando muri e lanciando anatemi, ma comunicando ammirazione per tutto quello che l’uomo è in grado di realizzare. I Padri conciliari sanno bene che la grandezza dell’uomo s’intreccia con la sua miseria e con l’incapacità di guarire con le proprie forze dal male che lo assedia. E tuttavia, scrive il Papa, il Concilio “è stato molto e volutamente ottimista”. Certo, ha “riprovato gli errori”, in nome della carità che

60

Insieme dicembre 2015

cerca sempre il bene della persona, ma ha voluto anche tendere una mano, comunicare la fiducia, dare credito. La Chiesa del Concilio, scrive Papa Montini, null’altro desidera se non “servire l’uomo”, ella vuole essere semplicemente “ancella dell’umanità”. “L’idea di ministero ha occupato un posto centrale”. È un passaggio importante del suo discorso perché indica con chiarezza lo stile ecclesiale che la Chiesa deve assumere. Non era scontato allora e forse non lo è neppure oggi. Per evitare interpretazioni riduttive, Paolo VI ricorda che l’umanesimo che la Chiesa propone non è chiuso in se stesso ma deve custodire un esplicito orientamento teocentrico, in altre parole ponendosi a servizio dell’umanità la Chiesa, da una parte, annuncia con i fatti l’amore di Dio e, dall’altra, conduce l’uomo all’incontro con Dio. Quel Dio, chiarisce il Papa, citando sant’Agostino “dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere”. La gioia del Concilio sarà ben presto offuscata. Gli anni successivi saranno durissimi e molte speranze andarono deluse. E tuttavia, quell’evento resta una pietra miliare, come disse il cardinale Pome, arcivescovo di Bologna nel 1975: «senza il Concilio saremmo più miseri, se non lo realizziamo saremo miserabili».

Il Concilio si chiude con la consapevolezza di aver scritto una pagina nuova nella bimillenaria storia della Chiesa e con l’umana trepidazione di dover realizzare quello che lo Spirito aveva suggerito


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Le Regole monastiche della famiglia luigiana Quattro Regole monastiche e due formulazioni di regolamento interno: questo è il bilancio degli oltre 160 anni di storia dell’Istituto

N

egli appuntamenti precedenti, in particolare nei mesi di luglio-agosto, settembre e ottobre 2014, abbiamo già dimostrato che la comune affermazione, diventata quasi un topos, secondo la quale suor Maria Luigia non avesse dato una Regola monastica alle sue figlie, perché si era proposta essa stessa come modello di vita da imitare, non regge.

Per tale motivo abbiamo parlato di una Regola primitiva osservata dalla Serva di Dio e dalle sue prime compagne e abbiamo ricordato gli Statuti del 1830 stilati dai Padri Alcantarini all’indomani della morte di suor Maria Luigia. Grazie a questi Statuti, l’Istituto potette ricevere l’approvazione ecclesiastica diocesana, seguita da quella Pontificia, su richiesta della riformatrice e prima Superiora Generale, madre Chiara Luciano, quando l’Istituto cambiò status giuridico passando da Congregazione di vita contemplativa a quella di vita attiva. La nuova configurazione della famiglia religiosa luigiana, poi, richiese una nuova Regola.

Il Concilio Vaticano II volle un adeguamento di tutti gli Ordini e Congregazioni religiose alle nuove istanze del mondo contemporaneo. Ne è derivata un’ulteriore esigenza di Statuti religiosi. Dalle varie circostanze richiamate risulta che le redazioni delle Regole della famiglia religiosa di suor Maria Luigia siano state almeno quattro. Infatti, alle prime due sopra menzionate, si sono aggiunte nel tempo le Costituzioni dell’Istituto delle Suore terziarie francescane in S. Antonio ai Monti in Napoli del 1922 e l’ultima, Regola e Costituzioni delle Suore Francescane di S. Antonio, del 1985 con l’annesso Direttorio del 1986. I regolamenti interni. In realtà, negli oltre 160 anni di vita le figlie di suor Maria Luigia hanno avuto anche altre due formulazioni di regolamento interno: la prima, Regola e Costituzioni delle Suore Terziarie Francescane in S. Antonio ai Monti, redatta nel 1947 sempre durante il generalato di madre Chiara Luciano. Contro le 72 pagine del-

la precedente redazione del 1922, il nuovo ordinamento ne presenta 124. Il contenuto, sostanzialmente simile, è ulteriormente chiarito e precisato. La penultima redazione, datata 1974 e firmata dalla Superiora Generale madre Letizia Manganelli, è di carattere sperimentale. La Santa Sede, infatti, volle che prima che gli Istituti religiosi si dessero la versione definitiva delle proprie Regole, ne sperimentassero l’efficacia in rapporto alle istanze della società contemporanea. Inoltre la Sede Apostolica chiese che la versione definitiva degli ordinamenti interni degli Istituti religiosi non avvenisse prima della riforma del Codice di Diritto Canonico all’epoca in atto. La Regola vigente. Relativamente alla normativa delle figlie di suor Maria Luigia, è richiamato e chiarito nel Decreto che madre Alfonsina Tucci, Superiora Generale del tempo, firma presentando l’ultima versione della Regola e Costituzioni delle Suore Francescane di S. Antonio del 1985 che è tuttora vigente.

dicembre 2015 Insieme

61


“Le parole del Natale” Le parole del Natale

Mons. Giuseppe Giudice

In dono per tutti i lettori di Insieme la lettera di Natale del vescovo Giuseppe. Indirizzata ai bambini, ai genitori e agli educatori, è un appuntamento che si ripete dal 2011

S

e mancano le parole per spiegare ai bambini il mistero del Natale, è possibile prendere in prestito quelle usate da mons. Giuseppe Giudice per raccontare la grande storia della salvezza. «Dove trovare le parole giuste se non nel vocabolario di Dio?», confida il vescovo. Intrecciando parole di cielo, quelle che Dio ha condiviso con Giuseppe e Maria, con gli angeli e i pastori, e parole di terra, preziosi frutti generati dalle esperienze umane, dalla vita di ciascuno, il racconto del Natale prende forma. Le parole semplici che profumano di quotidiano e quelle di acqua, gentili e cortesi, tratteggiano i contorni. A chiudere il quadro, le parole di fuoco, capaci di illuminare e riscaldare. «Sono parole che portano pace ma non lasciano in pace», perché il Vangelo del Natale non è una tisana. È sale che mentre dà sapore, brucia. Immersi nel testo “Le parole del Natale” i bambini insieme ai genitori, agli educatori e agli insegnanti potranno gustare il racconto del Dio che si fa carne divertendosi a ricercare, disseminati tra le pagine, gli stickers dei personaggi della grande storia della salvezza, da staccare ed incollare per ricomporre, terminata la lettura, il proprio Presepe.

Auguri Nel cammino verso il Natale ci guidi la perseveranza nella preghiera, l’operosità nella carità, la gioia nella lode. A tutti, buon Natale La redazione di Insieme

62

Insieme dicembre 2015


Un abbraccio da Raffaele Biosa

Via F. S. Caiazzo, 5-7 – 84012 Angri (Sa) 081 94 63 80 - raffaelebiosa@alice.it - seguici su FB: Biosa fiera della borsa


HAI 10 BUONI MOTIVI PER STARE INSIEME A NOI

1 2 3 4 5 6 7 8

Nuovo formato, più maneggevole da sfogliare Nuova grafica, più accattivante e leggera Nuove rubriche, più vicine ai nostri lettori Riflessioni e approfondimenti sull’Anno della Misericordia Report esclusivi dall’Agro e dal Mondo Omaggi e vantaggi riservati solo ai nostri lettori Regalo di benvenuto ai nuovi abbonati, promuoviamo la cultura: un libro per i nuovi lettori! Premio fedeltà per chi rinnova l’abbonamento, proteggiamo l’ambiente: una coloratissima shopper per te! (Iniziativa riservata a chi si abbona entro il 31 dicembre 2015)

9 Partecipazione alla grande estrazione finale

10 Un anno insieme a SOLI 10,00 euro Per non perdere nessuno dei vantaggi riservati ai nostri lettori, effettua una sottoscrizione tramite il parroco o referente di Insieme entro il 28 febbraio 2016, oppure con bollettino postale intestato a DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO – numero c/c postale n. 11278843 - Causale: Contributo annuale INSIEME, specificando la parrocchia di appartenenza. La quota di € 10,00 si riferisce a tutte le sottoscrizioni con ritiro in parrocchia.

Puoi scegliere tra varie forme di abbonamento e godere degli stessi vantaggi: - In spedizione postale: € 15,00 - Abbonamento sostenitore: € 25,00 - Abbonamento benefattore: € 50,00

Metti Insieme sotto l’albero Sorprendi i tuoi amici e parenti con un dono speciale, regala un abbonamento alla nostra rivista. Un regalo che dura tutto l’anno.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.