Insieme - Aprile 2016

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APRILE 2016 N. 4 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’APPROFONDIMENTO

TERRA MIA

Dove va l'agricoltura? IN ESCLUSIVA La ricetta dello chef stellato Mancino

L'INTERVISTA A colloquio con i sacerdoti africani della Diocesi


Diocesi Nocera Inferiore - Sarno

P.U.A.C.S. Opera Diocesana Pellegrinaggi

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DICEMBRE 2015 INSIEME APRILE 2016 Insieme / villaitalianocera

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Foto di copertina Salvatore Alfano

APRILE 2016 N. 4 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’APPROFONDIMENTO

TERRA MIA

Dove va l'agricoltura? IN ESCLUSIVA La ricetta dello chef stellato Mancino

L'INTERVISTA A colloquio con i sacerdoti africani della Diocesi

In copertina una foto scattata nella campagna di Lavorate di Sarno

aprile2016

21. Il Pi Greco Day al Liceo “B. Mangino”

27. Gemellaggio tra Sarno e Pompei

Sommario

EDITORIALE 5 Un Papa amato e contestato di Silvio Longobardi CRESCIAMO INSIEME 6 La bellezza del Creato di Donatella Salvati

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25. La Biblioteca donata all’ospedale “A. Tortora” di Pagani

L'APPROFONDIMENTO Valle del Sarno, una vocazione smarrita a cura della Redazione

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Dove va l’agricoltura di Salvatore D’Angelo

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Un giorno al Mercato ortofrutticolo Pagani-Nocera di Mariarosaria Petti

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Ricetta esclusiva per Insieme a cura della redazione

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Dalla terra alla tavola di Donatella Salvati

SCUOLA&UNIVERSITà 20 Dalla scuola al mondo del lavoro? È possibile di Martina Nacchio

RUBRICHE 60 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno

VITA NELL'AGRO 22 nonAZZARDIamoci di Salvatore D’Angelo

61 Le parole della crisi di Peppe Iannicelli

28 LA BACHECA a cura della redazione

CARISSIMI 62 Un uomo buono e giusto di mons. Giuseppe Giudice

VITA ECCLESIALE 30 Un po’ di Africa in diocesi di Salvatore D’Angelo 34 Le Opere di Misericordia di Mariarosaria Petti 36 Le parole della fede di Silvio Longobardi 38 Il pane della domenica a cura di p. Luigi Lamberti NEWS PARROCCHIE 46 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti IN PARROCCHIA 50 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

33. Nasce l’equipe provinciale del Progetto Policoro


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Un Papa amato e contestato

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apa è un nome confidenziale, deriva dal greco e significa papà. Un titolo che appartiene per natura ad ogni vescovo, chiamato ad essere icona della paternità di Dio, ma che di fatto viene usato esclusivamente in relazione al vescovo di Roma. Il Papa ha molti altri titoli: Successore di Pietro, Vicario di Cristo, Romano Pontefice. Ciascuno di essi dice qualcosa della sua identità e della sua missione. Ma quello più semplice, e che la gente usa di più, è appunto quello di Papa. Sulla cattedra di Pietro oggi siede Papa Francesco. È stato eletto dal collegio dei cardinali che, non dimentichiamolo, in quella particolare circostanza, godono di una speciale assistenza dello Spirito Santo. La fede ci permette di vedere il Papa, quale che sia la sua personalità, come il “dolce Cristo in terra”, come amava dire santa Caterina da Siena. Quando è stato eletto ho scritto su questa rivista che non spetta a noi misurare le parole e i gesti del Papa. Al contrario, siamo noi che dobbiamo lasciarci misurare, interpellare e coinvolgere dal Papa, con la certezza che Dio stesso parla attraverso Colui che ha scelto. Non mancano i contestatori di Papa Francesco, quelli che accolgono con fastidio le parole, specie quelle che dice a braccio nelle interviste e finiscono per avere un’eco mediatica che spesso offusca discorsi ben più importanti. Non mi pare che Paolo VI o Giovanni Paolo II fossero privi di contestatori, dentro e fuori la comunità ecclesiale. Non dobbiamo però dimenticare che Francesco è amato e stimato da tanti che pur non si rico-

noscono credenti. Il Papa non deve e non può piacere a tutti. Ha ricevuto da Dio un mandato e a Lui deve rendere conto. Certo, egli porta con sé la sua storia e la sua sensibilità. Ma proprio per questo Dio lo ha scelto: per aprire altri orizzonti che non contrastano con il passato ma lo integrano in vista di una nuova e più grande unità. I passaggi della storia sono sempre faticosi e richiedono tempo. Amare il Papa e riconoscere la sua autorità significa aprire il cuore e non chiudere la bocca. Possiamo e dobbiamo far arrivare al Papa la nostra voce. L’insistenza di santa Caterina ha riportato il Papa a Roma. Se lui ha il compito di orientare i passi della Chiesa – ed è una responsabilità che fa tremare i polsi – noi abbiamo il dovere, proprio perché riconosciamo la sua suprema autorità, di consegnargli le attese e le preoccupazioni. Lo faremo con carità e non con arroganza. E soprattutto con quella interiore libertà che nasce dalla fede. Il Papa non ha bisogno di cortigiani interessati ma di figli devoti. Negli scritti di Teresa di Lisieux, che questo Papa ama molto, troviamo un accenno alle parole che Gesù rivolge a Pietro: “E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32). La Santa commenta così: “Persuadili con la tua propria esperienza riguardo alla debolezza delle forze umane”. Il Papa non ha paura di dire di sentirsi debole, egli sa che questa è la condizione di ogni credente, quale che sia il suo ministero. Per questo la sera dell’elezione chinò il capo e chiese al popolo di pregare per lui. Lo chiede anche oggi. Non vogliamo fargli mancare l’affetto e la preghiera.

Foto Salvatore Alfano

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CRESCIAMO INSIEME La rubrica dedicata ai ragazzi continua a dare la parola agli adolescenti per scrutarne i sogni e le attese, le speranze e la fatica di diventare grandi. Se vuoi raccontarci la tua esperienza, manda una mail a insieme@diocesinocerasarno.it

Anna Chiara

Anna Chiara Provenza ha 16 anni e vive ad Angri. Frequenta il terzo anno di Liceo Scientifico ed ha una grande passione: lo scoutismo

La bellezza del Creato

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i sono strade che sembrano già scritte. Cammini che si imboccano con uno zaino in spalla pieno di aspettative ed entusiasmo. E poi ci sono dei capelli rossi, una pelle di porcellana e un fazzolettone azzurro. Il suo nome è Anna Chiara Provenza e il viso rispecchia la serenità dei 16 anni. Frequenta il terzo anno di Liceo Scientifico e vive ad Angri. La sua famiglia è stata la fucina della sua più grande passione: gli Scout. I suoi genitori e il nonno le hanno trasmesso fin da bambina la passione per il “Grande Gioco”, così come lo definiva Robert Baden Powell. Il Grande Gioco insegna le regole del vivere bene, dell’impegno, del rispetto della parola data, dell’essere felici quando grazie a noi gli altri lo sono altrettanto. Invita a sforzarsi per rendere il mondo migliore, almeno un po’ di più di come lo abbiamo trovato. La giovane angrese aveva solo 8 anni quando indossò i panni di lupetto del Branco Fiore Rosso del gruppo Scout Angri 2. Da allora ha rinnovato la sua pro-

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Insieme aprile 2016

messa ogni anno, restando fedele ai desideri del suo cuore. Non riesce a raccontare l’esperienza scout. Le parole, infatti, non basterebbero ad esprimere tutto ciò che trattiene dentro di sé. Così affida i suoi pensieri ad una sola e semplice frase: «Giocare, saltare, cantare, immergersi nella natura per recuperare la gioia di vivere, scoprire il Creato e ritrovare in esso l’impronta di Dio: questo è lo Scoutismo». Come darle torto? Il movimento, diffuso a livello mondiale, conta circa quaranta milioni di iscritti, tra ragazzi e giovani di tutte le età. Anna Chiara ha ormai completato il suo sentiero di guida ed ora che è al noviziato si accinge ad intraprendere un nuovo percorso, fondato sulla comunità, la strada ed il servizio. Non si spinge oltre nel racconto di questa nuova esperienza: molto umilmente crede che sarà in grado di parlarne solo tra qualche anno, quando l’avrà vissuta sulla propria pelle. Ed io, che vedo nei suoi occhi la gioia del cammino e percepisco la passione che nutre per questo grande amore, non posso che augurarle buona strada! Donatella Salvati


L'ANGOLO PSICOLOGICO di Carolina Rossi

La timidezza In adolescenza, mentre il corpo e la mente cambiano, insorge una strana forma di timidezza. Consigli per i genitori

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n adolescenza spesso il cambiamento della forma corporea, ma anche dell’assetto psicologico e mentale, si accompagna all’insorgenza di una strana forma di timidezza che tanto preoccupa i genitori. Genitori non temete! In questa fase, la timidezza rappresenta una modalità per potersi conoscere, per pensare, riflettere, ascoltarsi. La timidezza può giungere inattesa, tante volte non è collegabile ad un evento scatenante. In realtà si tratta di una fase durante la quale l’adolescente si sta preparando ad una tappa successiva di maggiore apertura e contatto col mondo esterno. Occorre preoccuparsi ed intervenire solo se notiamo che la chiusura si protrae lungamente nel tempo e il ragazzo perde contatti relazionali, passioni e interessi. Dunque, come comportarsi? Assumiamo un atteggiamento di comprensione e apertura. Non facciamo l’errore di omologare questo stato emotivo a quello dello stato depressivo dell’adulto, piuttosto proviamo a guardare a questa fase come a quella di un bruco che sta per diventare una farfalla: ha bisogno di tempo e deve fortificare le ali prima di riuscire a rompere il bozzolo. Evitiamo di criticare l’atteggiamento dell’adolescente, perché non si amplifichino le insicurezze già proprie di questa fase. Criticando si rischia di alimentare una maggiore sfiducia del ragazzo nei confronti di se stesso, stimolando una maggiore chiusura. Per migliorare la nostra capacità di sintonizzazione proviamo a torLa strada che mi porta a te nare con la nostra mente inDI Moriah McStay dietro nel tempo, quando De Agostini, 2015 anche noi vivevamo e sentivamo questa come una ragazza. Due storie. Timida, riservata e con pochi amici. Fiona Doyle ha na fase dalle difficolmetà volto sfigurato a causa di un incidente.
Riempie montagne di taccuini con tà insormontabili. i testi delle canzoni che inventa e in cui riversa tutti i suoi sogni, le sue frustrazioni e il suo amore impossibile per Trent, il golden boy della scuola. Vorrebbe trovare il coraggio di esibirsi in pubblico, ma farlo significherebbe mettersi alla mercé degli altri e lasciarsi giudicare solo per le maledette cicatrici che porta sul viso. Qualcosa, però, sta per cambiare… e presto Fiona scoprirà che lei è molto di più di quello che gli altri vedono. E se l’incidente non fosse mai accaduto? Brillante, sicura di sé e con un unico obiettivo: diventare una stella dello sport.
Fi Doyle non ha tempo per le storie d’amore, specialmente se a provarci è il suo migliore amico, Trent. Ma quando la fortuna le volta le spalle, costringendola a interrompere la carriera sportiva, Fi si ritrova per la prima volta a fare i conti con se stessa.
E con una domanda che potrebbe cambiare il corso della sua vita per sempre: Fi può essere più di ciò che tutti vedono?

ILMIO

LIBRO

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L'APPROFONDIMENTO

Foto Salvatore Alfano

a cura della redazione

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Valle del Sarno,

una vocazione smarrita

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l professore tiene pure delle terre a Nocera...però Inferiore. Ma ‘e stì tiemp o prufessor mica va là e dice “contadini, stì terr so ‘e mie?”. E allora al massimo riesce a scippare un paio di chili di pummarole all’anno». È il “vice sostituto portiere” Salvatore di Così parlò Bellavista – film del 1984 di Luciano De Crescenzo – a spiegare al direttore milanese Cazzaniga che i possedimenti del protagonista napoletano della pellicola si trovano nella Valle del Sarno. E così nel tempo si è cristallizzata l’idea che l’Agro sia terra di coltivazioni, in particolare di pomodori, come il San Marzano, prodotto DOP. Come è cambiata nel tempo la vocazione all’a gricoltura dell’Agro nocerino-sarnese? Sono 16.901 le imprese agricole registrate nel 2015 in provincia di Salerno, di cui 16.508 attive. Il dato è della Camera di Commercio. Rispetto al 2014 si evidenzia un ca-

lo di circa 250 unità. L’Agro nocerino sarnese rappresenta il 16,17% delle imprese registrate nel 2015 nel settore delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali. In soldoni si tratta di 2.733 aziende registrate e 2.645 attive (16,02%). Nel dossier che vi presentiamo abbiamo fotografato la situazione attuale, con un’attenzione alle realtà dei Mercati ortofrutticoli – in particolare quello di Pagani-Nocera, in cui lavorano 2500 persone – e del ridimensionamento di una delle attività che in passato rappresentava la principale fonte economica del territorio. Senza dimenticare l’importanza dei prodotti ortofrutticoli per una corretta alimentazione. Insieme ha acceso i riflettori su un’antica tradizione, che oggi più che mai ha bisogno di essere valorizzata e promossa, in Italia e all’estero. La redazione APRILE 2016 Insieme

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Foto Salvatore Alfano

L'APPROFONDIMENTO

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gro nocerino sarnese e agricoltura, stessa radice ma strade differenti. Tra invecchiamento, speculazione edilizia e inquinamento, la coltivazione agricola che dalla notte dei tempi ha caratterizzato il territorio a sud del Vesuvio sta andando in frantumi. Tranne qualche interessante realtà che riesce ad emergere, seppur con fatica, per il resto si è ancorati a retaggi del passato. La cultura dell’imprenditoria agricola, che in altri luoghi sta dando belle soddisfazioni, qui non sembra attecchire. Ad analizzare la realtà ci hanno pensato i rappresentanti di Confagricoltura. Il presidente campano della confederazione, Rosario Rago, presenta l’attuale periodo storico come una fase di transizione: «L’agricoltura campana viene da momenti difficili dal punto di vista economico, ma non deve scoraggiarsi. È necessario guardare avanti e a una ripresa possibile, che passa da una maggiore competitività a livello internazionale». Bisogna puntare sui grandi mercati, anche per le produzioni di nicchia: «È necessaria una rete di imprese produttive. Occorre una massa di prodotto tale che consenta di rifornire un certo numero di punti vendita». Potrebbero rappresentare una svolta le opportunità offerte dai piani di sviluppo rurale (PSR), strumenti che potrebbero fare da motore della ri-

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Dove va l’agricoltura? L’analisi degli esperti sul futuro del comparto. Le potenzialità ci sono, occorrono sinergie per valorizzare i prodotti, conquistare mercati esteri e intercettare i finanziamenti per lo sviluppo rurale. L’Agro offre natura di prima mano, bisognerebbe non lasciarla marcire nei campi


presa. Sono però auspicabili sempre in una visione sinergica: «È necessaria un’ottica di insieme – ha continuato Rago –. Le imprese che mantengono e crescono sono quelle che fanno esportazione. Il nostro riferimento non deve essere solo l’Italia».

Rosario Rago, presidente Confagricoltura Campania

I piani di sviluppo rurale potrebbero anche favorire uno svecchiamento della categoria. A metterlo in luce è Mimmo Oliva, responsabile Confagricoltura Nocera Inferiore e storico esponente del sindacato agricolo: «Una delle questioni più importanti, se non forse la più importante, relativamente all’agricoltura dell’A gro è senz’altro la necessità di un ricambio generazionale. L’età media è molto alta e, senza incentivi per i giovani, l’agricoltura è destinata a diventare sempre più marginale. Un’ottima occasione per cercare di invertire la tendenza è rappresentata dai pros-

simi bandi del PSR». In questo frangente si inseriscono le organizzazioni di categoria che vanno incontro a chi non ha gli strumenti per tentare di intercettare i finanziamenti: «La Confagricoltura Salerno ha un’ottima squadra di tecnici e professionisti in grado di supportare le aziende già esistenti e i giovani che si vogliono approcciare a questo mondo». L’unione fa la forza non solo tra i produttori, ma anche tra i rivenditori. Rago ha ragionato sulla presenza di tanti mercati, per lo più piccoli. Nell’A gro, oltre a Pagani, ci sono quelli di Sant’Egidio, di Sarno e di San Marzano. Hanno funzioni diverse, ma forse oggi sarebbe auspicabile una loro razionalizzazione. «Tanti mercati – ha detto il presidente campano di Confagricoltura – potrebbero essere non più giustificabili. Si moltiplicano i costi e non sempre si raggiungono alti standard di

La proposta Mimmo Oliva chiama a raccolta comuni, associazioni di categoria e produttori per un ragionamento serio e costruttivo sull’agricoltura

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agricoltura richiede di sporcarsi le mani nel terreno e fatica fisica, non la si può fare da dietro una scrivania. Ne è consapevole Mimmo Oliva, responsabile di Confagricoltura a Nocera Inferiore. Negli anni ha sentito parlare spesso del tema, ma è ben consapevole che il più delle volte sono state chiacchiere al vento. «Solite commissioni consultive», le chiama Oliva, che non hanno dato i risultati sperati. È l’ora di cambiare rotta, senza personalismi. Ne “approfitta” di Insieme per lanciare una proposta: «Costituiamo un orga-

nismo con obbiettivi prefissati e tempi certi per la realizzazione. Un coordinamento tra i comuni dell’Agro, con la presenza delle organizzazioni professionali, per rimettere al centro della discussione, anche politica, l’agricoltura. Un luogo dove discutere delle produzioni di qualità, della loro difesa, della valorizzazione dei prodotti che hanno avuto riconoscimenti comunitari (DOP-IGP) e che stentano a decollare, del ruolo dei mercati presenti sul territorio. Noi di Confagricoltura siamo pronti a dare il nostro contributo».

Mimmo Oliva, responsabile Confagricoltura Nocera Inferiore

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Foto Salvatore Alfano

L'APPROFONDIMENTO

gine dei prodotti campani. Ne è consapevole il presidente Rago, che però va oltre: «In un’ottica internazionale la Campania rappresenta l’Italia. Il tema Terra dei fuochi ha fatto patire alle aziende delle difficoltà, ma ora penso si tratti di storia. Oggi i problemi li abbiamo fuori dalle nostre tenute, che sono pulite e ben curate, dove troviamo spesso rifiuti e altri materiali. Bisognerebbe concentrarsi a mantenere bene la parte pubblica». Insomma, responsabilità da condividere.

produttività. Il mercato generale sta subendo l’irrompere della grande distribuzione, la loro ripresa potrebbe passare solo da una concentrazione dell’offerta e da nuovi servizi al cliente, come la consegna a domicilio». Sembra, comunque, mancare una riflessione politica sull’agricoltura. Ci si fa una bandiera delle eccellenze, ma come è possibile implementarne la coltivazione se non si blocca il consumo dei suoli? Gli amministra-

tori non sempre lo tengono a mente. «Da tempo – ha analizzato Oliva – stiamo sostenendo la tesi che occorre porre un freno alla cementificazione selvaggia. Siamo convinti che con il tempo la natura ci farà pagare gli errori e ci ritroveremo senza aree dove coltivare i nostri prodotti». Tutela dei suoli e dell’ambiente sono temi che vanno a braccetto. L’inquinamento del Sarno o il fenomeno Terra dei fuochi hanno offuscato l’imma-

Il futuro dell’agricoltura locale e, più in generale, campana passa dalle sinergie e dall’unità. Da soli non si va da nessuna parte. Gli agricoltori e le loro associazioni sembrano averlo chiaro in mente, occorre che lo comprenda la classe dirigente. Il tema non dovrebbe solo essere uno dei tanti punti di un programma elettorale. Parafrasando una nota pubblicità di prodotti ortofrutticoli, la nostra terra offre «natura di prima mano», bisognerebbe valorizzarla e non lasciarla marcire nelle campagne. Salvatore D’Angelo

Insieme anche al bar in queste caffetterie Insieme + caffé ad 1 euro Dolci tentazioni

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Via F. Turati, 520 Poggiomarino (Na)

Via Nuova San Marzano Poggiomarino (Na)

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Foto Salvatore Alfano

Un giorno al Mercato ortofrutticolo Pagani-Nocera Negli anni 50, i commercianti si organizzavano nello spazio dove oggi sorge il Centro Sociale di Pagani. Solo nel 1982 è stata inaugurata la nuova struttura: a colloquio con due veterani del commercio ortofrutticolo

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e prime luci del mattino, l’odore intenso di frutta e verdura appena raccolta. Mele, pere, arance, insalata. E poi quei prodotti che appena conosciamo: avocado, ribes, ravanelli. È la festa dei frutti della terra, allineati e disposti, pronti a partire verso altre mete. Siamo al Mercato ortofrutticolo Pagani-Nocera: sono le 7.30, ma qui il ritmo frenetico degli scambi è già terminato. «Arriviamo alle 3.00 di notte, tutti i giorni. Dalle 5.00 alle 7.00 si lavora senza sosta. Poi alle 11.30 andiamo a casa» racconta Francesco Pepe. Da circa tre anni e mezzo affianca il suocero, Salvatore Campitelli, nell’attività di concessionario di uno dei 60 stand presenti all’interno del Mercato, il B.B.C. s.r.l. (numero 40). Corrispondente sportivo per Il Mattino, laureato in Giurisprudenza, Francesco si è appassionato ad un lavoro duro

La cultura ortofrutticola arriva a scuola

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iffondere la cultura di frutta e verdura tra i banchi di scuola: è questo l’intento del progetto promosso dal C.O.G.M.O. (Consorzio Operatori Grossisti Mercato Ortofrutticolo) e rivolto agli studenti dell’Agro, dalle materne alle superiori. Gli alunni avranno la possibilità di visitare gli stand del Mercato ortofrutticolo, seguendo un particolare percorso volto alla conoscenza delle proprietà degli alimenti e delle loro caratteristiche organolettiche. I ragazzi potranno apprendere il ciclo di vita dei prodotti ortofrutticoli e la filiera che dalle coltivazioni li porta in tavola. Ottima modalità per far scoprire ai più giovani le eccellenze ortofrutticole del territorio, imparare ad apprezzarne le bontà e migliorare le abitudini alimentari.

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L'APPROFONDIMENTO

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al 2000 lavora al Mercato, oggi rivestendone la carica di presidente del C.O.G.M.O. (Consorzio Operatori Grossisti Mercato Ortofrutticolo): Domenico Rosario Tortora racconta le potenzialità di un ente che fattura 250 milioni di euro all’anno. Una realtà commerciale che offre lavoro a migliaia di persone, dai facchini ai concessionari. «A grandi possibilità si accompagnano anche forti criticità: dalla concorrenza della Grande Distribuzione Organizzata (supermercati) alla crisi economica degli ultimi anni, avvertita soprattutto al Sud» afferma Tortora. Attualmente, è evidente il degrado strutturale: «Abbiamo stimato una spesa di 5 milioni di euro per i lavori di ristrutturazione – prosegue il presidente del C.O.G.M.O –. Siamo in attesa poi del passaggio di proprietà della struttura dalla Regione Campania ai Comuni di Pagani e Nocera Inferiore. Una svolta cruciale per dare seguito al business plan ideato». Tra le misure principali, la fusione con altri mercati rionali (San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio del Monte Albino e San Valentino Torio) e la valorizzazione dei nostri prodotti tipici, dal pomodoro corbarino al cipollotto nocerino. Tortora conclude: «Il presidente De Luca ci ha chiesto un progetto di ampio respiro, in cui siano previste partnership con istituzioni ed enti di rilievo, come la Camera di Commercio e il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche)». L’attesa continua, nella speranza che la questione non venga accantonata, nella frenesia delle alternanze politiche. M. P.

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Allo stand opposto, al numero 16, si trova un altro veterano del Mercato ortofrutticolo: Domenico Nacchia, già presidente del C.O.G.M.O. Sorriso aperto e gioviale, l’uomo è una delle colonne portanti della struttura. Da 120 anni l’attività è gestita dalla famiglia Nacchia. Domenico ha iniziato a lavorare quando di anni ne aveva 8: «Prima ci Foto Salvatore Alfano

L’identikit del Mercato ortofrutticolo per il presidente del C.O.G.M.O.

ma affascinante: «I miei cognati sono farmacisti e hanno scelto un’altra strada, io non sono tagliato per fare l’avvocato. Questa professione richiede enormi sacrifici, ma bisogna avere grande intuito e capacità di negoziare in poco tempo». Salvatore è impegnato con gli ultimi accordi, appena la discussione termina, ci raggiunge. È un uomo schivo, 54 anni di attività alle spalle, ha negli occhi la soddisfazione di poter lasciare quanto ha costruito a suo genero. Gli chiedo da dove arrivino tutte le primizie che colorano il Mercato: «Abbiamo merce che arriva dalla Sicilia, dalla Spagna e anche dall’America Latina. Vengono a comprare da tutte le Regioni: Calabria, Puglia, Basilicata, Molise». Anche qui gli affari subiscono gli andamenti altalenanti del mercato: «Dopo le feste di Natale – è ancora Salvatore a spiegare – abbiamo registrato un calo. Come avviene su piccola scala anche durante la settimana. Il lunedì, giovedì e venerdì sono i giorni clou per le vendite».

Domenico Nacchia

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voleva il triplo del tempo che impieghiamo oggi: scaricavamo la merce a mano, senza l’ausilio di macchine. Si pesava tutto con la stadera. Adesso operiamo molto più velocemente». Negli anni ’50 l’attuale Mercato ortofrutticolo si svolgeva nell’area dove oggi a Pagani insiste il Centro Sociale: «Nel 1960 la nuova struttura era pronta, ma per beghe politiche è stata inutilizzata fino a quando con il terremoto dell’80 non è crollata la vecchia costruzione». Per i primi tempi, l’ampio spazio è servito per accogliere i terremotati. Soltanto il 6 dicembre 1982 sono stati inaugurati i 180 mila metri quadri di spazio dedicato al nuovo Mercato ortofrutticolo. Prima di congedarci, domando a Domenico quali siano i prodotti migliori: «Le nostre mele annurche, ma anche le ciliegie e le albicocche. Poi, senza dubbio, i kiwi dell’azienda Verardi di Policoro e le pesche coltivate a Battipaglia, in zona Serroni». Con orgoglio, racconta che le ispezioni dei NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma) non hanno mai rilevato irregolarità. «Cosa serve allora per spiccare il volo?» pungolo. «Meno politica e più investimenti in termini di promozione e pubblicità, in Italia e all’estero». Domenico Nacchia ha le idee chiare. Mariarosaria Petti

Salvatore Campitelli

Foto Salvatore Alfano

“Quale futuro per il Mercato ortofrutticolo?” La parola a Vincenzo Paolillo

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residente del Mercato ortofrutticolo Pagani-Nocera dal 2014, è Vincenzo Paolillo alla guida della struttura di via Mangioni: «È necessario un distinguo tra la mia attività politica e quella di amministratore – precisa l’esponente del Nuovo Centro Destra –, dall’insediamento ad oggi mi sono occupato senza sosta del recupero dei crediti dell’ente e della rivalutazione della struttura. Un compito difficile, ma l’ordine e il rispetto delle regole sono le mie priorità». Con il presidente Paolillo scopria-

mo che il nostro Mercato ortofrutticolo è secondo in Italia e terzo in Europa per grandezza ed importanza, «grazia alla tenacia dei concessionari» ammette il vertice. «Il Mercato ortofrutticolo è un terminale, ma dobbiamo imparare a sostenere tutta la filiera, incoraggiando gli agricoltori della zona. La Toscana, ad esempio, ha imposto la commercializzazione per almeno il 30% di prodotti locali». In questa direzione si colloca il progetto della creazione di un grande polo agro-alimentare: «Accanto al com-

parto ortofrutticolo, immaginiamo di poter accostare il mercato ittico e della carne, al centro le specialità locali» spiega Paolillo, avvertendo della pericolosità di una globalizzazione che annienta le eccellenze del territorio. Il prossimo e più importante traguardo riguarda la cessione della proprietà del Mercato ortofrutticolo dalla Regione Campania ai Comuni di Pagani e Nocera Inferiore: «Credo che per la fine dell’anno sarà ufficializzato anche questo delicato passaggio». M. P.

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L'APPROFONDIMENTO I ravioli di acqua e farina

Ricetta in esclusiva per Insieme Lo chef stellato Giuseppe Mancino svela i suoi segreti per la realizzazione di un piatto unico con uno dei nostri migliori prodotti: il pomodoro San Marzano

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ue stelle Michelin, due forchette Gambero Rosso e un cappello L’Espresso: sono questi i riconoscimenti tributati a “Il Piccolo Principe”, il ristorante del Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio. Il segreto del successo? Il suo chef, Giuseppe Mancino, classe 1981, originario di Sarno. Dopo aver studiato alla Scuola Alberghiera di Salerno e aver lavorato in diversi e prestigiosi alberghi e ristoranti, approda in Versilia, dove ha inizio la sua scalata professionale. Giuseppe ama la cucina creativa, ma al tempo stesso classica, che non alteri i sapori dei prodotti. Lo chef Mancino regala ai nostri lettori una ricetta in esclusiva, che ha come ingrediente principale uno dei nostri prodotti d’eccellenza: il pomodoro San Marzano.

Lo chef Giuseppe Mancino

Il ristorante “Il Piccolo Principe” di Viareggio

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Ravioli di acqua e farina, pomodoro San Marzano, mozzarella di bufala e basilico

Ingredienti Per la pasta Acqua 180/200 cl Farina 00 biologica 500 gr Per la farcia Mozzarella di bufala 200 gr Ricotta di bufala 150 gr Maggiorana fresca tritata q.b. Sale q.b. Per la salsa al pomodoro Conserva Pomodoro San Marzano 1 barattolo da 500gr Olio a piacere Basilico fresco 1 Scalogno Aglio 1 spicchio Sale q.b. Preparazione Per la pasta: impastare a mano o in un’impastatrice tutti gli ingredienti insieme fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare l’impasto per circa un’ora, coperto con un velo di pellicola. Per la farcia: tritare la mozzarella, aggiungere la ricotta di bufala setacciata, completare con il sale e la maggiorana a proprio piacimento, depositare il contenuto in un sac à poche. Per la salsa al pomodoro: in un tegame medio aggiungere olio extra vergine, scalogno tagliuzzato, aglio a spicchi leggermente schiacciato. Fare soffriggere, continuare con il pomodoro San Marzano e finire il tutto con basilico e sale.

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato don Giuseppe Pironti, Rosario D’aniello, Alberto Limodio, Chiara Panella, Dina Grimaldi, Carmelina Pace, Federica Pepe, Francesco Coppola, Giovanni Giordano, Elisa Califano, Barbara Senatore, Felicita Senatore, Marina Massa, Mariano Rotondo, Agostino Orefice, Anna Petrosino, Michele Raiola, p. Paolo Saturno, Peppe Iannicelli, mons. Giuseppe Giudice Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 23 marzo

Abbonamenti € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

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L'APPROFONDIMENTO

Dalla terra alla tavola

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ariare l’alimentazione, combinare correttamente i cibi, cucinare le verdure nel modo giusto per non disperdere le sostanze nutritive. A colloquio con Rita Miraglia, nutrizionista, per conoscere al meglio le proprietà benefiche dei prodotti ortofrutticoli e imparare ad inserirli adeguatamente nella nostra dieta quotidiana. Quale apporto danno frutta e verdura?

«Gli alimenti vegetali sono i pilastri della nostra alimentazione: forniscono acqua, sono una buona fonte di vitamine e sali minerali. Insieme ad altri componenti svolgono un’azione protettiva di tipo antiossidante, contrastano l’azione dei radicali liberi opponendosi così all’invecchiamento precoce e ad una serie di reazioni che sono all’origine di diverse forme tumorali. È opportuno che ortaggi e frutta fresca siano sempre presenti in abbondanza sulla nostra tavola, a cominciare dalla prima colazione». Quali sono le caratteristiche di alcuni dei nostri prodotti tipici d’eccellenza, come il pomodoro San Marzano, il Corbarino o il cipollotto nocerino?

«Il pomodoro San Marzano, a cui è stata riconosciuta la Denominazione di origine protetta (DOP), ed il Corbarino sono due varietà di pomodoro dalle caratteristiche morfologiche ed organolettiche uniche. I pomodori, in generale, sono ortaggi poveri di calorie (ideali per chi segue un regime ipocalorico), hanno azione rinfre-

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scante, astringente, diuretica e digestiva. Anche il cipollotto nocerino è un prodotto DOP. Si tratta di una cipolla non ancora maturata del tutto che, per la sua tenerezza e dolcezza, può essere consumata cruda, conservando meglio tutte le sue numerose proprietà benefiche». A quali altri alimenti associare correttamente frutta e verdura per un’equilibrata alimentazione?

«La dieta mediterranea rimanda alla tradizione frugale contadina, la cui peculiarità è la varietà di scelte alimentari semplici. Frutta e verdura sono i principali costituenti dello stile mediterraneo, ma ad essi vanno associati carboidrati complessi come il pane (meglio se integrale) e la pasta (non solo di grano duro ma di cereali vari), legumi, poca carne (meglio se bianca) e pesce». Come cucinare le verdure per non disperdere i loro principi nutritivi?

«È sempre bene scegliere verdure fresche e ricordarsi che già con la mondatura degli ortaggi possiamo perdere vitamine e sali minerali, contenuti in prevalenza nelle zone periferiche. È preferibile iniziare la cottura in acqua calda e limitarla a tempi brevi: l’azione prolungata del calore distrugge le vitamine. L’acqua di cottura può essere ad esempio riutilizzata per le minestre, recuperando così tutte le sostanze nutritive. Ottima la cottura a vapore o al forno con la tecnica del “cartoccio”: due soluzioni che azzerano quasi del tutto la dispersione dei nutrienti». Donatella Salvati

La nutrizionista Rita Miraglia

Quanto è importante mangiare frutta e verdura? A colloquio con la nutrizionista Rita Miraglia


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SCUOLA & UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio

Al liceo “A. Galizia” di Nocera Inferiore uno sportello di ascolto e orientamento al lavoro curato dall’associazione Mad.Ora Famiglie e Minori Onlus

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ra i banchi di scuola, ogni ragazzo porta la sua storia. Tra i tanti, alcuni studenti non aspettano altro che un adulto dica loro: “Sono qui per te… ti ascolto”. È questo il nome del progetto che ha preso il via lo scorso anno scolastico al liceo statale “A. Galizia” di Nocera Inferiore: uno sportello innovativo, che offre agli studenti uno spazio di ascolto e di orientamento al lavoro, frutto di un protocollo d’intesa tra la dirigente scolastica Maria Giuseppa Vigorito e l’associazione Mad.Ora Famiglia e Minori, realtà senza fini di lucro nata nel 2014, al fianco di famiglie, donne e minori. Orientamento al lavoro. Il progetto crea una simbiosi scuola-lavoro: «Durante l’anno scolastico – spiega Michela Pepe, avvocato e presidente dell’associazione – abbiamo incontrato gli studenti delle quinte, singolarmente o a piccoli gruppi, assistendoli nella redazione del curriculum, simulando colloqui e guidandoli nell’iscrizione telematica al centro per l’impiego».

Mad.Ora opera, infatti, anche come agenzia per il lavoro, autorizzata dal Ministero del Lavoro e accreditata dalla Regione Campania. «A settembre i ragazzi diplomati si troveranno ad avere già tutti i requisiti per risultare appetibili per le aziende». Il 30 marzo si è concluso il percorso con le quinte, ora l’orientamento al lavoro partirà anche per le terze. «Gli sportelli sono aperti a tutti coloro che vogliano rivolgersi a noi. Previa autorizzazione dei genitori, gli studenti possono prenotarsi per un colloquio in modo del tutto anonimo, sia per confrontarsi con la psicologa dell’associazione, Valentina Bosco, sia per porre quesiti sul mondo del lavoro a me, in qualità di avvocato o al nostro consulente del lavoro, Italo D’Apuzzo. Quest’esperienza ci sta insegnando tanto. Non sempre è facile rispondere agli adolescenti o confrontarsi con le loro storie, spesso dolorose». Solo la loro gratitudine dà un senso speciale a questo lavoro. Martina Nacchio

FOTONOTIZIA L’associazione Mad.Ora Famiglie e Minori Onlus è presente anche in altre scuole, come ad esempio all’Istituto Comprensivo di Castel San Giorgio, dove lo scorso 11 febbraio è stato promosso – in sinergia con l’associazione Thule – un incontro sul tema della genitorialità consapevole. È intervenuto il docente universitario Giuseppe Battagliese, presentando il suo libro intitolato “Percorsi verso l’autonomia”. In foto, i promotori dell’incontro: Concetta Caputo (Thule); la dirigente scolastica Rosalba De Ponte, Michela Pepe (Mad.Ora) e il professore Battagliese.

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Dalla scuola al mondo del lavoro? È possibile


NEWSDALLESCUOLE a cura di Martina Nacchio

Liceo statale “Don Carlo La Mura” Angri

Officina scuola: l’innovazione digitale parte da Angri

I Liceo statale “B. Mangino” Pagani

Pi Greco Day

A

l liceo scientifico “B. Mangino” si è giocato con la matematica in onore del Pi Greco Day, prima edizione di un evento dedicato a tutte le scienze, proprio nel giorno la cui data coincide con il valore 3.14 della costante: il 14 marzo. Una giornata all’insegna della cultura scientifica, ma anche della musica e della poesia che ha visto coinvolte numerose scuole di primo e secondo grado di Pagani.

nnovazione. Sperimentazione. Interattività. Un laboratorio in cui condividere competenze, formare coscienze, insegnare con metodi anche non convenzionali. È questa l’idea di scuola che è alla base di “Officina Scuola”, una due giorni di formazione per docenti, educatori e studenti di tutte le età, tenutasi il 21 e 22 marzo presso il liceo “Don Carlo La Mura” di Angri. Ideatore dell’evento – che ha lo scopo di diffondere una nuova concezione di insegnamento scolastico, intriso di nuove metodologie didattiche, laboratori interattivi, pratiche innovative, sperimentazioni tecnologiche – è Alfonso D’Ambrosio, insegnante angrese di matematica e fisica, trasferitosi a Padova da circa nove anni, premiato nel 2015 come miglior docente innovatore italiano. «Il termine

“officina” indica un cantiere sempre aperto, un luogo di formazione permanente per i professionisti e i cittadini di domani. L’innovazione didattica è un requisito essenziale per la formazione delle nuove generazioni» spiega il professor D’Ambrosio. In questo senso l’evento, primo nel suo genere a livello nazionale, è fortemente radicato con il territorio. «Far partire questo progetto dal Sud ha senso perché l’industrializzazione digitale, che non risente di carenze infrastrutturali, potrebbe essere concretamente il volano della nostra economia». Le giornate di formazione hanno visto coinvolti 27 relatori provenienti da Regioni del Sud Italia, professionisti dell’innovazione in diversi campi della formazione che in 30 diversi workshop hanno diffuso il loro sapere a circa 2000 partecipanti.

FOTONOTIZIA In occasione dell’8 marzo, la dirigente scolastica Emma Tortora ha promosso una giornata di riflessione per gli alunni e i genitori dell’Istituto comprensivo “Giovanni Paolo II-Anna Frank” di San Marzano sul Sarno. Sono intervenute Eleonora Rimolo, dottoressa di ricerca all’Università degli Studi di Salerno, e Lina Piccolo, direttore tecnico della Sider srl.

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VITA NELL'AGRO

Foto di repertorio

a cura di Salvatore D’Angelo

nonAZZARDiamoci

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a “bolletta” per scommettere sulla partita di campionato, ma anche sul match europeo e sui campionati esteri, il “gratta e vinci” da consumare al bar insieme al cornetto, le slot sfavillanti che rimandano a casinò irraggiungibili per collocazione geografica e status sociale. Le sirene del gioco d’azzardo si nascondono ovunque. Anzi, non si nascondono affatto, sono onnipresenti. Ci sono le sale scommesse specializzate, le sale slot, i bar, le ricevitorie. Anche qualche cartoleria e salumeria si è dotata di questi marchingegni. Un’invasione contro cui si dice molto, ma si fa poco, troppo poco. In tanti ci lucrano, senza considerare che alla fine a rimetterci è tutto il sistema Paese. In Italia, oggi, ci sono oltre due milioni di giocatori a rischio di dipendenza e circa 800mila giocatori patologici. I dati più recenti testimoniano che il fenomeno è in costante diffusione e colpisce non solo adulti, ma anche ragazzi, con una particolare incidenza tra quelli di età compresa tra i 15 ed i 18 anni. Anche nell’Agro il tema è molto sentito. Si sfasciano famiglie e in qualche caso si dice addio alla vita. La cronaca è ricca di questi episodi, conseguenza di forti indebitamenti. Il Piano di zona S1 scende in campo con il progetto nonAZZARDiamoci. L’iniziativa non vuole curare, ma pre-

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venire il fenomeno, puntando a divulgare soprattutto tra i giovani «la cultura del “gioco sano” nella convinzione che giocare significa condividere e stare insieme, in contrapposizione al gioco d’azzardo patologico che separa, isola e distrugge», spiegano i promotori. Nell’ambito di nonAZZARDiamoci è stato istituito uno sportello di ascolto con sede presso l’istituzione Scafati solidale, in via Enrico Fermi a Scafati: «Psicologi e operatori sociali formati e specializzati – ha spiegato la dirigente del Piano, Maddalena Di Somma – garantiranno un aiuto a chi lo richiederà, attivandosi per la presa in carico di eventuali casi che saranno seguiti, in un percorso di recupero, in stretta collaborazione con gli operatori dei servizi territoriali». Lo sportello sarà aperto al pubblico il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 15.00 alle 18.00. Contestualmente è stato pure attivato un numero verde attivo 24 ore su 24, basterà contattare il 377 2075599 per richieste di aiuto o segnalazioni urgenti. In una fase successiva del progetto sono previsti una serie di incontri nelle parrocchie, per un approccio più immediato tra gli operatori del gruppo di esperti e gli utenti, in particolare docenti e genitori che sono a contatto con i minori, tra le categorie più a rischio ludopatia. Salvatore D’Angelo

Il Piano di zona ha attivato uno sportello e un numero verde per combattere e prevenire il gioco d’azzardo patologico. In Italia ci sono oltre due milioni di giocatori a rischio dipendenza


Trivelle sì, trivelle no Il 17 aprile c’è il Referendum abrogativo che chiede agli italiani di pronunciarsi rispetto alle concessioni per le trivellazioni in mare alla ricerca di petrolio o metano

È

un quesito tecnico, che potrebbe dare quasi noia. Il referendum del 17 aprile interroga però tutti: chi ha a cuore l’ambiente e chi teme ripercussioni sulla bolletta energetica. Nessuno può sentirsi escluso dal tema. Pure i vescovi italiani sono intervenuti sull’argomento, al termine del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Genova dal 14 al 16 marzo. «L’attenzione all’aspetto sociale – ha commentato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI – ha portato i vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle, ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni, concordando circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco». I vescovi italiani, utilizzando sempre le parole di monsignor Galantino, non esprimono un sì o un no, ma sottolineano che «il tema è interessante e occorre porvi molta attenzione». «Gli slogan non funzionano – ha aggiunto il Segretario generale della CEI –. Bisogna piuttosto coinvolgere la gente a interessarsi alla questione. Il punto, quindi, non è dichiararsi pro o contro alle trivelle, ma l’invito a creare spazi di incontro, di confronto». Essere, dunque, massa critica che si confronta, si interroga e ragiona sull’attualità, in quanto «non si tratta del solo

problema delle trivelle, domani ci sarà quello del nucleare, poi altri ancora». Per monsignor Galantino «manca l’approccio culturale, il ragionare sulle cose, perché manca un sufficiente coinvolgimento delle persone». Il quesito referendario chiama in causa la partita degli interessi locali e quella ancor più ampia della visione generale di sviluppo che l’Italia vuole coltivare. Certamente si focalizzano sui primi le nove regioni che si sono alleate per chiedere la consultazione (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto), per le associazioni ambientaliste la partita riguarda un possibile futuro energetico alternativo agli idrocarburi. Punta sulla conservazione della situazione chi invece si esprime per il no, pensando soprattutto alle ripercussioni sulla bolletta energetica. Agli italiani la parola decisiva. I seggi resteranno aperti dalle 7.00 alle 23.00 di domenica 17 aprile.

I dati Attualmente le risorse italiane verificate ammontano a 84,8 milioni di tonnellate di petrolio e 53.713 milioni di metri cubi di gas naturale. I pozzi in attività sono 886: la loro produzione contribuisce per 4,5 miliardi alla riduzione della bolletta energetica nazionale e garantisce circa 13 mila posti di lavoro.

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I relatori e i promotori del seminario

Aiuto ai professionisti

U

n credito bloccato rischia di portare al tracollo un’azienda, soprattutto quando si trova esposta su più fronti. Esistono le soluzioni. Metodi che consentono di recuperare il dovuto o, al massimo, aiutano a marginalizzare la perdita. Si tratta di recupero stragiudiziale e cessione del credito. Temi ostici ai più perché molto tecnici, ma le nuove frontiere in materia potrebbero rappresentare una soluzione importante per imprese e società in crisi. Se ne è parlato lo scorso 16 marzo a Nocera Superiore, durante un incontro di formazione promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Nocera Inferiore. All’iniziativa, patrocinata da Confindustria Salerno e sostenuta da Alfa Recupero

Crediti, con la consulenza della cooperativa Priscus, sono intervenuti i massimi esperti del tema, espressione del management di società esperte, che operano da anni nel settore. «Per le aziende – ha spiegato Luca Falcone di Alfa Recupero Crediti – è fondamentale recuperare i fondi incagliati. I commercialisti sono i primi interlocutori delle aziende, per questo abbiamo voluto sostenere questo seminario rivolto a loro. Se c’è consapevolezza delle soluzioni, i consulenti fiscali con la loro esperienza possono aiutare i clienti intenzionati a recuperare i crediti e ridare loro fiducia». In linea il pensiero di Rosario D’Angelo, presidente dell’Ordine nocerino: «Molte aziende soffrono della impossibilità

Durante un seminario tenutosi a Nocera Superiore si è parlato di recupero stragiudiziale e cessione del credito, soluzioni importanti e veloci per le imprese con crediti incagliati

di ottemperare ai loro adempimenti finanziari perché si ritrovano con crediti incagliati. La gestione del credito, la facilità che abbiamo nell’ambito della cessione, agevolano le aziende affinché possano dare maggiore veridicità e validità ai loro bilanci». All’incontro è intervenuto anche Gioacchino Alfano, Sottosegretario alla Difesa. L’esponente del Governo ha parlato ai professionisti rassicurandoli sul futuro: «Dobbiamo mantenere fermo il limite di competenza. C’è questa incursione delle attività non professionali che si incamminano verso legittime aspettative, ma che non possono essere duplicazioni delle professioni ordinistiche. Il Governo sa bene che quel limite va mantenuto».

Un’università vincente

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umeri importanti per l’Università di Salerno. È tra i pochi atenei a registrare numeri positivi in quanto a immatricolazioni. Secondo i dati diffusi dal MIUR ed elaborati da Il Sole 24 Ore, l’università italiana registra nel

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suo complesso un meno 3,4% di immatricolati tra gli anni accademici 2011/12 e il 2015/16. Poche le eccezioni, tra cui il più 4,8% fatto registrare dall’Università degli Studi di Salerno che, con 5.569 immatricolati, per percentuale di incre-

mento è ventiduesima su 62 atenei statali. Di questi risultati è soddisfatto il rettore Tommasetti: «L’incremento degli immatricolati conferma l’efficacia delle nostre politiche: la funzionalità dei nostri campus, l’ammodernamento delle strut-

ture dedicate alla didattica e alla ricerca, un’offerta didattica ampliata e sempre più specializzata, tasse e contributi tra i più bassi d’Italia, a sostegno del merito e delle fasce più deboli, con il rimborso totale agli studenti in regola con gli esami».


Aperta la biblioteca al “Tortora”

«U

na carezza del vescovo», così monsignor Giuseppe Giudice ha definito la piccola biblioteca inaugurata all’interno del polo oncologico dell’ospedale “Andrea Tortora” di Pagani. L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali, grazie alla collaborazione dei giornalisti del territorio, la rivista diocesana Insieme e alcune case editrici, tra cui la Mondandori. Un segno di misericordia culturale, frutto del Giubileo della comunicazione, intitolato alla memoria di mons. Mario Vassalluzzo, già vicario generale, scrittore e decano del giornalismo dell’Agro nocerino-sarnese. «Ci inseriamo nei contesti dove c’è bisogno di recuperare l’interiorità – ha aggiunto il vescovo –. Tra le prime opere di misericordia c’è questo rimanere accanto a coloro che soffrono, quando tutti se ne vanno c’è silenzio e una mano ha bisogno di essere stretta». La piccola biblioteca

Una nuova scuola per Poggiomarino

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iprendono i lavori per la scuola media di via Giugliano, Poggiomarino si prepara ad avere un nuovo istituto secondario di primo grado. L’opera era stata interrotta nel 2014, ma ora dovrebbe essere completata in pochi mesi. Potrebbe essere già pronta per il prossimo anno scolastico, se i novanta giorni prospettati fossero confermati. Ad affollare le aule saranno i ragazzi che frequentano il plesso Eduardo De Filippo. Un nuovo edificio efficiente dal punto di vista logistico, strutturale ed energetico.

La squadra e i dirigenti con la Coppa Italia di A2

Basket iridato

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esta a Scafati per la Coppa Italia conquistata dalla Givova Scafati Basket. Dopo dieci anni, gli atleti dell’Agro hanno riconquistato il trofeo iridato “IG Basket Cup 2016”, ovvero la Coppa Italia di serie A2. La vittoria è arrivata il 6 marzo, in occasione delle “Final eight” tenutesi a Rimini Fiera. Nell’ordine, con tutte prestazioni di elevato profilo tecnico e mentale, sono state superate De’ Longhi Treviso, Novipiù Casale Monferrato e Dinamica Generale Mantova. Uno dei parcheggi premaman

Parcheggi premaman

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ono comparse delle strane strisce rosa nel centro di Angri. L’amministrazione comunale ha deciso di dedicare dei parcheggi riservati alle donne in attesa di un figlio. Un’iniziativa già attuata in alcuni comuni italiani e che si spera possa diffondersi in tutto l’Agro, non solo nei pressi di negozi e supermercati, ma anche vicino ai distretti sanitari e ai consultori. APRILE 2016 Insieme

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redazionale a cura dellA CASA Albergo per anziani Santa Rita

Via Isonzo, 22 – Sarno (SA) Tel. 0815136548 info@albergosantarita.it www.albergosantarita.it

“Senior chef: cucina di tradizione e innovazione”

Gli incontri culturali e di intrattenimento

Nuova stagione di progetti all’Albergo per Anziani Santa Rita

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erate culturali, meeting, incontri multi generazionali. Ed ancora sfide a colpi di profumi e sapori con i piatti della tradizione. Inaugura così una nuova stagione di progetti l’Albergo per Anziani Santa Rita e lo fa su un filone culturale ed antropologico che si mescola perfettamente ad attività sociali, ricreative e di integrazione. Una programmazione ricca, già avviata da qualche mese che sta crescendo tra la grande curiosità e l’attiva partecipazione. Appuntamenti di dibattito e confronto a cadenza mensile, nella struttura di via Isonzo a Sarno, su diverse tematiche di interesse sociale. Una alternanza continua e stimolante di medici, docenti universitari, giovani studenti, scrittori, musicisti, artisti, storici, giornalisti e vari esperti e cultori dei settori più disparati. Grande successo anche per “Senior Chef: cucina di tradizione ed innovazione”. Una gara che vede in tavola i piatti tipici, anche rivisitati. L’intento è duplice: ripercorre la tradizione in cucina, quella tutta campana, con l’utilizzo e la valorizzazione di prodotti a kilometro 0, creare momenti ricreativi e di inserimento. L’obiettivo dell’Albergo per Anziani Santa Rita è quello di portare avanti un concetto nuovo di terza età fatto di inclusione, socializzazione attraverso attività sempre nuove. Si va così confermando sempre di più, in un percorso continuo di crescita, innovazione e dinamismo un fiore all’occhiello dell’assistenza alla terza età in Campania che ha la fattezze di un campus in continua evoluzione.

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L’obiettivo dell’Albergo per Anziani Santa Rita è quello di portare avanti un concetto nuovo di terza età, fatto di inclusione e socializzazione attraverso serate culturali, meeting e incontri multi generazionali


Ti ascolto A Nocera Inferiore il confronto si fa nei quartieri

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tto incontri nei quartieri, promossi dall'assessore alle politiche sociali Saverio D'Alessio, per capire cosa si potrà fare di più e meglio a Nocera Inferiore. È partita il 31 marzo dal liceo scientifico “Nicola Sensale”, con i residenti di via Napoli, via Rea e rispettive traverse, la campagna “Ti ascolto” organizzata dall’amministrazione comunale. Si continua il 7 aprile: appuntamento all’ITC “Pucci” per i residenti del Vescovado, rione Calenda e via Nazionale. Il 14 aprile alla scuola media di via Cafiero si incontreranno i residenti di Piedimonte e Pietraccetta. Il 21 aprile nella scuola elementare di Cicalesi saranno ascoltati i residenti del quartiere, quelli di San Mauro, Fosso Imperatore, Fiano e Villanova. Il 28 aprile spazio ai residenti dei Casali e del corso vecchio, più via Bruni Grimaldi. Il centro d’ascolto sarà al plesso Santa Chiara del terzo circolo. Il 5 maggio al centro di quartiere di via Loria appuntamento per i residenti dell’Arenula e del Borgo, il 12 maggio al liceo classico con i residenti del centro cittadino. Si chiude il 19 maggio alla scuola “Marrazzo” di Casolla. Un’occasione per relazionarsi con la base e provare a dare risposte fattive alla città. Un’iniziativa su cui punta molto il sindaco Manlio Torquato. Sa. D’An.

FOTONOTIZIA

I sindaci Canfora e Uliano

Gemellaggio tra Sarno e Pompei Sinergie a partire dalla cultura. I sindaci di Sarno e Pompei, Giuseppe Canfora e Ferdinando Uliano, si sono incontrati per avviare un percorso che possa portare alla sottoscrizione di un Patto d’Amicizia che consenta di realizzare un progetto di promozione culturale del proprio patrimonio archeologico e storico.

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Don Gaetano Ferraioli ha compiuto 49 anni, il primo aprile; don Salvatore Agovino festeggia 38 anni, il 3 aprile; padre Aldo D’Andria compie 64 anni, l’8 aprile; don Luigi La Mura festeggia 73 anni, il 9 aprile; don Antonio Cuomo compie 47 anni, l’11 aprile; don Antonio Agovino spegne 47 candeline, il 15 aprile; don Carmine Vitolo festeggia 39 anni, il 17 aprile. Ringraziamo il Signore per il dono della vostra vita e della vocazione al sacerdozio. Auguri di cuore dalla redazione di Insieme!

Auguri speciali:

Don Franco Ferraioli (diacono permanente) spegne 65 candeline, il 4 aprile; mons. Vincenzo Leopoldo compie 75 anni, l’11 aprile; don Natale Gentile festeggia 75 anni, il 16 aprile; padre Raffaele Bufano spegne 45 candeline, il 17 aprile. Auguri!

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

don Roberto Farruggio il 5 aprile; don Alfonso Giordano e don Giuseppe Pironti il 18 aprile; don Massimo Staiano il 30 aprile. Lo stesso giorno, don Ivan Cerino festeggia l’anniversario di ordinazione diaconale. Un augurio particolare a padre Natalino Rauti, che il 21 aprile festeggia il 25esimo anniversario di ordinazione presbiterale.

Redazione in festa

Donatella Salvati, collaboratrice di redazione, festeggia 24 anni, il 15 aprile. Il 18 aprile don Andrea Annunziata, direttore responsabile di Insieme, compie 39 anni. Ogni mese la vostra passione e il vostro impegno contribuiscono a realizzare il mensile diocesano. A voi l’augurio più caro dai vostri compagni di viaggio.

Buon compleanno ai referenti

Luigi Somma (S. Giovanni Battista, Angri) ha compiuto 64 anni, il 2 aprile; Renata Ciannella (S. Lorenzo Martire, S. Egidio del M. Albino) festeggia il compleanno il 14 aprile; Aniello Donnarumma (S. Maria dei Bagni, Scafati) compie 43 anni, il 16 aprile; Mariangela Bisogno (Maria SS.ma di Costantinopoli, Nocera Superiore) spegne le candeline il 19 aprile; Francesco Coppola (S. Giovanni Battista, Nocera Inf.) compie 23 anni, il 28 aprile. Tra i tanti impegni che affollano le vostre giornate, avete deciso di rendere un servizio bello ed impegnativo a favore della diffusione della Buona Notizia. Siete i nostri porta-Parola. A voi i migliori auguri dal team della redazione.

Il nostro cordoglio

«Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore». Rm 14,8-9 Il 10 marzo scorso è scomparso improvvisamente Giuseppe Russo, papà della nostra collega Sofia. A lei, alla mamma Raffaela e alla sorella Maria Rosaria il cordoglio della redazione di Insieme per la grave perdita. Uniti nella preghiera accompagniamo il nostro fratello Giuseppe, perché possa gustare in eterno il volto bello e misericordioso del Padre. La redazione di Insieme esprime le più sentite condoglianze a Francesco Belsito, presidente dell’Osservatorio Politiche Giovanili di Nocera Inferiore, ed alla sua famiglia per la perdita della cara madre, Carmela Stellato, tornata in Cielo il 16 marzo scorso.

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Aniello Donnarumma

Francesco Coppola


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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Don Eugenio e don Stefane con il vescovo, mons. Giuseppe Giudice

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loro cognomi significano esaltiamo l’amore e il rispetto del fuoco, si tratta di don Eugenio Dushimurukundo e don Stefane Guy Adjitin. I due sacerdoti africani da qualche anno sono in Italia per motivi di studio. Oltre al continente di provenienza, hanno in comune pure la stessa specializzazione universitaria. Entrambi stanno frequentando il corso di diritto canonico alla Pontificia Università Urbaniana di Roma. Nel frattempo vivono un’esperienza pastorale in diocesi, aiutando nelle foranie e nelle parrocchie. Don Eugenio è il veterano, è arrivato in Italia dal Ruanda nel 2010. La sua esperienza vocazionale e formativa è stata turbata da un conflitto civile fortissimo. Per un periodo ha frequentato una sorta di seminario clandestino, chiusi quelli ufficiali. Ordinato sacerdote nel 2002 nella diocesi di Gikongoro, che è pure la sua città di origine, è stato inviato in Italia per specializ-

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Un po’ di Africa in diocesi Don Eugenio e don Stefane raccontano la loro esperienza di sacerdoti africani arrivati qualche anno fa in Italia per studiare. Abbinano alla formazione in diritto canonico, l’esperienza pastorale nelle parrocchie dell’Agro nocerino-sarnese. Due figure sacerdotali molto speciali e che vale la pena approfondire


La carta d’identità Don Eugenio Dushimurukundo, il cui cognome significa esaltiamo l’amore, ha 43 anni è in Italia dal giugno 2010. Arriva dal Ruanda, dalla diocesi di Gikongoro, fondata nel 1992. Un territorio molto vasto, quello diocesano, che conta 40 sacerdoti e due comunità religiose: una Pallottina e una dei padri Mariani. È stato ordinato nel 2002. Studia diritto canonico alla Pontificia Università Urbaniana di Roma.

Don Stefane Guy Adjitin, il cui cognome significa il rispetto del fuoco, ha 38 anni ed è in Italia da quattro anni. Arriva dalla Costa d’Avorio, dall’arcidiocesi di Abidjan, fondata più di cento anni fa, conta oltre due milioni di abitanti, ha circa 400 sacerdoti e numerose comunità religiose. È stato ordinato nel 2006. Studia diritto canonico alla Pontificia Università Urbaniana di Roma.

zarsi e portare un contributo accademico al suo ritorno in Africa. Uguale il motivo che ha portato don Stefane nel Belpaese. In Costa d’Avorio, di cui è originario, svolgeva il servizio di vicario generale della diocesi di Abidjan. Il suo vescovo, dopo averlo ordinato nel 2006, ha intravisto in lui un grande carisma e per questo ha voluto che venisse a perfezionare le sue conoscenze in materia giuridica. Don Eugenio opera nella parrocchia Santa Maria del Presepe a Nocera Inferiore, molto integrato con l’Azione Cattolica. Don Stefane è ormai un volto noto della forania di Pagani, pronto a sostituire i parroci in caso di necessità. Ha stretto un rapporto con i volontari della PUACS, che lo ospitano nel monastero della Purità e con i quali, di tanto in tanto, si concede una partita di calcetto e una serata al cinema. «Conoscevo l’Europa – ha raccontato don Eugenio – ma non ero mai stato in Italia. Roma è una città molto ospitale, così come la comunità di Nocera Inferiore che mi ha accolto straordinariamente». Don Stefane «si sente bene in Italia, ho trovato una vera famiglia. Sono tutti molto accoglienti e solidali». Il sacerdote ivoriano non è nuovo a esperienze fuori diocesi, il suo vescovo lo ha pure mandato nel nord della Costa d’Avorio: «Sono stato in Korogo, una realtà molto diversa da Abdjan, dove si sperimenta una grande povertà». Due esperienze vocazionali simili. «Ho capito che volevo dire sì a Dio in famiglia, che mi ha sostenuto e incoraggiato. Vivevamo molto vicino alla parrocchia – ha detto don Eugenio – e la presenza di molti sacerdoti mi è stata di esempio. Mi ha aiutato anche fare il chierichetto». Pure don Stefane è nato in una famiglia molto devota: «Ho scoperto la mia vocazione grazie al primo sacerdote del mio villaggio. Gli ho chiesto come facevo a diventare come lui. Mi ha risposto di parlare con i miei genitori. Ho esposto a mio

padre il mio desiderio e lui, poiché mio fratello aveva fatto la stessa scelta e poi lasciato, mi ha detto di parlare con mia madre. Insieme mi hanno incoraggiato a seguire la mia vocazione». Cammini non sempre facili. Qualche difficoltà don Stefane l’ha trovata durante il periodo di formazione, a pesare il rapporto con i formatori. Problemi di stabilità politica, invece, si sono intromessi sul cammino di don Eugenio: «Con la crisi politica ho dovuto sospendere il seminario, era anche pericoloso dire messa. Il Vescovo ci ha però accompagnato e accolto. Umanamente parlando è stata una prova. Ho pensato che se potevo affrontare quelle difficoltà era perché avevo ricevuto il dono della fede». La situazione sociale ivoriana è molto più semplice rispetto al Ruanda. La Costa d’Avorio è tra i pochi paesi africani a maggioranza cristiana. Fino agli attentati del 13 marzo scorso, la situazione è sempre stata sotto controllo, anche se nel nord la povertà e l’integralismo pressa. «C’è grande riconoscenza nei confronti della Chiesa per quanto fa, ma anche collaborazione con il Governo e con le realtà tradizionali». Il loro futuro è in Africa, dove ritorneranno tra qualche anno. Il primo a partire sarà don Eugenio: «Terminerò gli studi in Italia e poi ritornerò in Africa portando i frutti di questa esperienza. Sicuramente sarò chiamato a svolgere la funzione di formatore». Don Stefane per descrivere il suo futuro ha utilizzato una frase del suo vescovo: «Come mi diceva il cardinale Bernard Agrè “non aspettarti nulla, vai dove sarai chiamato”. Metto, dunque, tutto nelle mani del mio vescovo che mi ha solo raccomandato di “studiare bene”». Duc in altum don Stefane e don Eugenio! Due belle figure sacerdotali che potranno solo fare del bene alle loro Chiese d’origine. Salvatore D’Angelo APRILE 2016 Insieme

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VITA ECCLESIALE

Un'esperienza di partecipazione Il 12 e 13 aprile riscriviamo insieme statuto e regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale

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na discussione sinodale sulla scia di quanto sperimentato al Convegno ecclesiale di Firenze. Sarà questo lo stile della due giorni di incontro, riflessione e azione diocesana in programma il 12 e 13 aprile ad Angri, nella parrocchia Santa Maria delle Grazie, dalle 20.00 alle 22.00. Parroci, religiose e religiosi, i laici indicati dalle varie comunità, si ritroveranno per analizzare la bozza del nuovo statuto e del nuovo regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale. La comunità diocesana sarà chiamata a revisionare, se necessario, e a portare suggerimenti sui testi che saranno alla base dei nuovi organismi consultivi parrocchiali. Il primo giorno si farà un salto indietro nel tempo, a novembre 2015, con alcuni estratti del Convegno fiorentino, poi il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, illustrerà la traccia su cui dalla stessa sera i delegati delle parrocchie si confronteranno. I lavori del secondo giorno riprenderanno nelle aule, per poi concludersi in plenaria dopo aver ascoltato una prima parziale sintesi. I risultati della due giorni saranno poi presentati durante la Sosta ecclesiale di giugno, per dare consequenzialità alle riflessioni raccolte. Tutti potranno parlare perché, come sperimentato alla Fortezza da Basso, anche nel complesso parrocchiale angrese saranno realizzati tavoli da dieci persone moderati da alcuni facilitatori. Ognuno, dunque, laico o consacrato che sia, potrà confrontarsi su ciò che dovrà e potrà essere il nuovo Consiglio pastorale parrocchiale. Sa. D’An.

Il beato Tommaso Maria Fusco

Trasformami per amore Le suore del beato Tommaso Maria Fusco e l’Agro, un legame lungo 150 anni

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peciale compleanno per le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. Lo scorso 24 febbraio, festa liturgica del beato fondatore Tommaso Maria Fusco, le suore hanno celebrato i 150 anni dall’approvazione diocesana della congregazione e il quindicesimo anniversario della beatificazione del sacerdote paganese. Nella chiesa del Santissimo Corpo di Cristo di Pagani, il vescovo ha presieduto una solenne liturgia eucaristica. Ai fedeli e in particolare alle suore, figlie del beato Tommaso, monsignor Giuseppe Giudice ha ricordato: «È beato perché ha bevuto al calice, non ha avuto paura e nell’ora della passione è andato sotto la Croce, raccogliendo il sangue prezioso di Cristo. Quel sangue deve alimentare la vostra spiritualità, la vostra vita, che scorre nei bambini, nei poveri, nei sofferenti». Al termine della celebrazione è stato anche presentato l’ultimo volume sul beato. Si tratta di Trasformami per amore scritto da padre Fortunato Siciliano e padre Pietro Schiavone. Un libro che contiene una bella e attenta rilettura del carisma del beato, della sua attualità.

FOTONOTIZIA Ministero del Lettorato

I quattro seminaristi durante la preghiera di conferimento inginocchiati davanti al Vescovo

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Ministero del Lettorato per quattro seminaristi della Diocesi. Il 28 febbraio, nella Cattedrale di San Prisco, il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, ha presieduto la solenne liturgia di conferimento a Giuseppe Tamigi, Vincenzo Spinelli, Aniello Cipriani e a Rosario Mormone.


L’equipe provinciale del Progetto Policoro

Progetto Policoro Nasce l’equipe provinciale con ex e attuali animatori di comunità

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nsieme, si sa, si può andare più lontano. Ed è proprio insieme che vogliono camminare gli animatori di comunità del Progetto Policoro della provincia di Salerno. Una vera e propria equipe si è formata per lavorare sinergicamente sul territorio e poter interagire con le filiere, così da far risuonare ancora più forte la propria voce. Il primo incontro è avvenuto il 27 febbraio nella parrocchia Santa Maria della Consolazione a Salerno, in quella sede, dopo un breve momento di preghiera, gli animatori delle varie diocesi della provincia si sono interrogati sui problemi che mettono in ginocchio il proprio territorio, confrontandosi e consigliandosi. L’incontro si è concluso con l’auspicio di continuare a lavorare insieme per fare della “risorsa Policoro” uno strumento sempre più concreto ed operante.

Novità per l’insegnamento della religione cattolica Potranno essere presentate entro l’11 aprile le domande per partecipare alle prove di accertamento dell’abilità pedagogica ai fini del riconoscimento dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, statale e paritarie. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito: www.ireca.it.

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LE OPERE DI MISERICORDIA

VITA ECCLESIALE

a cura dI Mariarosaria Petti

“Seppellire i morti”

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o lo seppellirò. E poi sarà bello morire». Con queste parole Antigone – al centro di una delle più belle tragedie di Sofocle – decide di rischiare la vita, contravvenendo alle disposizione del re Creonte, per dare sepoltura al fratello Polinice, morto combattendo contro Tebe. Il libro di Tobia. Esempi di pietà verso i morti non giungono soltanto dalla Grecia del V secolo a.C. Dalla Bibbia emerge la figura del vecchio Tobi, un deportato che ha sperimentato l’amarezza del primo esilio patito dal popolo di Israele. Racconta nel suo diario: «Facevo spesso l’elemosina a quelli della mia gente; donavo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo» (Tb 1, 16-17). Il verbo “seppellire” ritornerà ben 17 volte nel libro, costituendone così uno dei temi guida. Ma come Antigone, anche Tobi sarà perseguitato dal re dell’epoca. L’anziano è un uomo “curvo sulla legge”: può sembrare un gesto di fedeltà eccessiva dare sepoltura ai defunti, soprattutto quelli abbandonati da tutti. È un espediente che il narratore utilizza – come spiega il teologo Luca Mazzinghi – per «presentarci una comunità disgregata, incapace persino di seppellire i propri morti» Le fosse comuni. Viene da chiedersi se è davvero seppellendo i morti che il

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passato è fatto salvo. «Rendere onore ai morti è onorare la loro vita, riconoscere il debito per il bene che ci hanno fatto, per i valori che ci lasciano in eredità e di cui diventiamo responsabili» scriveva don Severino Dianich. Tutta la storia dell’umanità ha conosciuto però aberranti meccanismi per eliminare i corpi di moltitudini di morti ammazzati. Le fosse comuni sono state un mezzo di sepoltura di massa per tentare di occultare genocidi e altri crimini di guerra. Come non ricordare l’orrore del regime franchista in Spagna e la grotta scavata nella roccia di Valle de Los Caídos contenente i resti di 33.833 vittime? Poi c’è il massacro di Srebrenica, 1800 musulmani bosniaci uccisi nel 1995 da parte delle truppe guidate dal generale Ratko Mladić, deposti in decine di fosse, scoperte dopo molti anni. E soltanto nel 2015, Amnesty International ha denunciato la presenza di 5 fosse comuni vicino alla capitale del Burundi, per omicidi di massa. Vi sarebbero tante altre simili pagine della storia da raccontare. Senza dimenticare l’ultima e più drammatica: il nostro Mediterraneo non è forse la “fossa comune” più recente a cui non sappiamo porre fine? “Seppellire i morti” può sembrare – tra tutte – l’Opera di Misericordia più lontana dalla nostra società. Invece, è una lezione che non abbiamo ancora imparato. Mariarosaria Petti

Il libro di Tobia: l’a nziano “curvo sulla legge”, le fosse comuni e una lezione mai imparata

Tobia cura la cecità di suo padre di Antonio de Pereda - 1652


Celebrare la misericordia: Un’importanza rilevante assumono, nel contesto del Giubileo, i luoghi della celebrazione, in particolare quello dell’altare

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altare, la porta, il fonte battesimale, la penitenzieria sono i luoghi della celebrazione, che nell’Anno Santo si rivestono di un significato speciale. «Come apprendiamo dalla storia – si legge in Celebrare la Misericordia, pubblicazione a cura del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – la loro dimensione mistagogica ha assunto un’importanza rilevante soprattutto presso il popolo in mezzo al quale, più di ogni altra catechesi verbale, l’immagine e l’iconografia hanno giocato un ruolo fondamentale nell’iniziare i cristiani, e gli stessi catecumeni, ai misteri della fede cristiana». L’altare acquista una luce tutta nuova in questo tem-

po di grazia: «Diventa il centro di convergenza non solo della sacramentalità della Chiesa, ma dell’infinita misericordia del Padre che si manifesta in molteplici aspetti», si apprende ancora dalla pubblicazione edita dalle Paoline. Infine, alcune raccomandazioni: «Si faccia in modo perciò che, nel suo sobrio ornamento ( fiori, tovaglia, ceri), manifesti il grande mistero che in esso si celebra e a cui rimanda anche il crocifisso, unico, posto in prossimità e in rapporto con l’altare stesso […]. Non sia perciò, il luogo “perennemente abitato” dalla presenza di presbiteri e degli altri ministri». I movimenti processionali da un luogo all’altro non sono casuali, ma conducono il popolo di Dio con segni visibili.

Il beato Bartolo Longo fra i suoi ragazzi

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

La fede si esprime attraverso le parole. Alcune sono cadute in disuso, altre sono coperte di polvere, altre sono ormai incomprensibili. La rubrica si propone di rileggere il patrimonio della fede attraverso alcune parole essenziali

“Pasci le mie pecorelle”: il ministero di Pietro Il compito del successore di Pietro è tenere fisso lo sguardo su Cristo. Il pellegrinaggio che la diocesi si appresta a vivere a Roma, il prossimo 9 aprile, ci offre lo spunto per precisare il ruolo che la Provvidenza affida al Papa e le sue radici bibliche

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amore che nutriamo per il Papa appartiene alla fede dei semplici e non dipende da colui che ha ricevuto questo ministero. Il pellegrinaggio che la diocesi si appresta a vivere offre l’occasione per precisare qual è il ruolo che la Provvidenza affida al Papa e quali sono le sue radici bibliche. Nei Vangeli la figura dell’apostolo Pietro appare in tutta la sua umana fragilità: ha saputo accogliere la chiamata ed ha risposto con generosità; ma sperimenta anche la sua debolezza, l’incapacità di lasciarsi guidare dalla fede, la presunzione che gli impedisce di arrendersi alla grazia. La testimonianza di Pietro è intessuta di

umanità: l’immediatezza dei suoi interventi rivela l’ingenuità e la semplicità ma anche l’affetto e la disponibilità. Nonostante tutto egli rimane la persona che Dio ha scelto. Egli appare come il primo degli apostoli, non tanto per i meriti acquisiti sul campo quanto per la grazia che in modo inesplicabile lo ha rivestito di una speciale autorità. Nella comunità di Gerusalemme Pietro appare come l’indiscusso capo e l’infaticabile apostolo. A lui viene dedicata tutta la prima parte del Libro degli Atti, dal primo annuncio dopo la Pentecoste alla conversione di Cornelio. Nei diversi e faticosi pas-

“Il collegio o corpo episcopale non ha però autorità, se non lo si concepisce insieme con il romano pontefice, successore di Pietro, quale suo capo, che conserva integralmente il suo potere primaziale su tutti, pastori e fedeli. Infatti il romano pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente” (Lumen gentium, 22)

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saggi storici è sempre Pietro che prende la parola, egli appare perciò come un sicuro punto di riferimento. “A te darò le chiavi del regno dei cieli”, dice Gesù a Pietro (Mt 16,19). A lui viene dato quello che in realtà è affidato a tutti. Queste chiavi, commenta s. Agostino, “le ha ricevute non un uomo solo ma l’intera Chiesa […] egli è la personificazione dell’universalità e dell’unità della Chiesa” (Discorsi, 295, 4). Il fatto che Cristo si rivolga a lui, il primo degli apostoli, indica piuttosto l’unità che lui vuole nella sua Chiesa. Il riferimento all’autorità affidata a Pietro, non deve però far dimenticare che il timone della Chiesa resta nelle mani di Gesù, è Lui il soggetto, come appare chiaramente nel versetto che precede: “tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18).

L’unità

La Costituzione dogmatica Lumen gentium del Concilio Vaticano II sottolinea ampiamente la collegialità dell’episcopato come premessa e anima di quella comunionale che deve vestire tutta la vita ecclesiale. Lo stesso documento, però, afferma con altrettanta chiarezza il ruolo primaziale del Papa: “affinché l’episcopato fosse uno e indiviso […] prepose agli altri apostoli il beato Pietro e in lui stabilì il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione”. I Padri conciliari non vanno per il sottile e scrivono: “questa dottrina della istituzione, della perpetuità, della forza e del carattere del sacro primato del romano pontefice e del suo infallibile magistero […] perché sia fermamente creduta” (Lumen gentium, 18). Non poche volte lungo i secoli tanti falsi maestri, vestiti da agnelli, hanno seminato dubbi ed hanno lacerato il Corpo di Cristo. Di fatto, la tunica della comunione è stata più volte strappata. Tutto questo fa emergere con maggiore chiarezza il ruolo di Pietro che, lungo i secoli, ha il compito di difendere la verità della fede e la comunione dei cristiani. Sulle orme dei suoi predecessori, Papa Francesco tante volte

ha ricordato che l’unità non si costruisce alzando muri ma costruendo ponti. È per questo che egli è chiamato anche pontefice, colui che fa da ponte e aiuta la Chiesa ad essere sacramento di unità.

Una Chiesa in movimento

Nella liturgia che segna l’inizio del ministero del Papa, successore di Pietro, viene consegnato al Pontefice l’anello del pescatore. Spiegando questo segno liturgico Papa Benedetto, nell’omelia della Messa inaugurale del ministero petrino (24 aprile 2005), fa riferimento al brano della pesca narrato da Giovanni. Una pesca infruttuosa. Ma Gesù comanda di gettare nuovamente la rete. Accogliendo con docilità questo invito, quella rete, prima desolatamente vuota, diviene così piena di pesci da portarla a terra con grande fatica. Ricevendo questo anello il Papa s’impegna a gettare la rete, sempre e comunque: “Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti, per conquistare gli uomini al Vangelo, a Dio, a Cristo, alla vera vita”. Questo segno, dunque, ricorda che il ministero affidato al Papa è di natura missionaria. Egli ha il compito di mettere la Chiesa in movimento. Un impegno che accompagna tutti i secoli della storia.

Solo Gesù

Il compito del successore di Pietro è quello di tenere fisso lo sguardo su Cristo e invitare gli altri a fare altrettanto. Papa Francesco lo ha ricordato all’inizio del suo ministero, alla gente che lo acclamava disse con semplicità: “Adesso, vorrei fare un piccolo rimprovero, ma fraternamente, tra noi. Tutti voi avete gridato nella piazza “Francesco, Francesco, Papa Francesco”. Ma, Gesù dov’era? Io avrei voluto che voi gridaste: “Gesù, Gesù è il Signore, ed è proprio in mezzo a noi!”. Da qui in avanti, niente “Francesco”, ma “Gesù”! (18 maggio 2013). Al Papa non dobbiamo chiedere altro che questo: la sua vita e le sue parole siano per noi la memoria viva di Cristo, segno della sua presenza e della sua divina potestà. APRILE 2016 Insieme

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ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura di padre Luigi Lamberti, eremita diocesano

Sussidio liturgico dalla III alla VI domenica del Tempo di Pasqua (Anno C)

Signore, quando… Signore nostro Dio! Quando la paura ci prende, non lasciarci disperare! Quando siamo delusi, non lasciarci diventare amari! Quando siamo caduti, non lasciarci a terra!

Quando non comprendiamo più niente e siamo allo stremo delle forze, non lasciarci perire! No, facci sentire la tua presenza e il tuo amore. Karl Barth

Karl Barth, teologo e pastore svizzero

10 III domenica APRILE del Tempo DI PASQUA 2016 (Anno C) Giovanni Bellini (o Giambellino) visse tra il 1430 e il 1516. Fu uno dei massimi pittori del Rinascimento veneto. La cronologia delle sue numerose opere specie per quel che riguarda il periodo giovanile è molto incerta. Il Bellini, che si è formato nella bottega paterna, fu particolarmente ispirato dalle opere di Andrea Mantegna. Autoritratto, di Giovanni Bellini

Le letture: “È il Signore!” Prima lettura: At 5, 27-32. 40-41 Salmo: Sal 29 Seconda lettura: Ap 5, 11-14 Vangelo: Gv 21, 1-19 Il Vangelo: Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. (Cfr Gv 21, 3-5) Colore liturgico: BIANCO

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Cristiani in uscita

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o vado a pescare»: Gesù lo aveva chiamato proprio mentre stava pescando ed ora lui se ne torna a pescare. È come se si volesse chiudere una parentesi: giriamo pagina. Ma Gesù può essere una parentesi? «Non presero nulla», manca qualcosa. Forse è più esatto dire che manca Qualcuno. Vanno a pescare senza di Lui. Eppure Egli desidera essere con noi là dove “fatichiamo”. Il Risorto si presenta ai pescatori “sul loro posto di lavoro”: Egli sa dove trovarci e non pretende che cambiamo mestiere, ci chiede solo di accettare la Sua presenza, di viverla e questo ci rende capaci di essere “diversamente presenti”. È la fede, la relazione con Lui, che fa la differenza. La nostra vita è cristiana quando fa riferimento costante a Lui. Usciamo dalla chiesa partendo dall’altare, andiamo a pescare ma non senza il Pescatore.


17 IV domenica APRILE del Tempo DI PASQUA 2016 (Anno C) Le letture: “Una cosa sola”

24 V domenica APRILE del Tempo DI PASQUA 2016 (Anno C) Le letture: “Come io ho amato voi”

Prima lettura: At 13, 14. 43-52 Salmo: Sal 99 Seconda lettura: Ap 7, 9. 14-17 Vangelo: Gv 10, 27-30

Prima lettura: At 14, 21-27 Salmo: Sal 144 Seconda lettura: Ap 21, 1-5 Vangelo: Gv 13, 31-33. 34-35

Il Vangelo: In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre». (Cfr Gv 10, 27-30)

Il Vangelo: «Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. […] Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». (Cfr Gv 13, 33. 34-35)

Colore liturgico: BIANCO

Colore liturgico: BIANCO

Beata docilità

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ggi Madre Chiesa ci convoca per farci sperimentare la dolcezza di essere accompagnati, conosciuti, guidati e custoditi da Gesù, il Pastore bello. Non amiamo essere scrutati, accompagnati, facciamo difficoltà ad accogliere una guida. Gesù ci vede e questa percezione di essere visti, che sulle prime ci scomoda o addirittura ci innervosisce, man mano che andiamo avanti, diventa un’esperienza dolcissima, perché noi abbiamo bisogno di una guida. Abbiamo bisogno di chi ci conosca ma che scommetta anche su di noi. Gesù lo fa ancora, anche quando siamo reduci da mille fallimenti. Gesù ci conosce e «sa distinguere la nostra voce fra mille», ma noi fra “mille voci” che ci raggiungono sappiamo distinguere la sua? Tante cose le capiamo, ci sembrano giuste ma non le facciamo perché non siamo docili. Signore guariscici perché possiamo fidarci della tua Parola.

Pietà, di Giovanni Bellini 1465

Pala Barbarigo, di Giovanni Bellini - 1488

Non un ordine ma un comandamento

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on c’è nulla di più rischioso che parlare dell’amore perché di amore si parla tanto e sempre. «Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri»: non è l’amore “emotivo” degli adolescenti. Si tratta di un’altra caratura d’amore e lo scopriamo nei frangenti del discorso di Gesù. Questo suo “comandamento” è inserito nel “discorso di addio”. È nuovo perché inedito; è nuovo perché non è un ordine. È un comandamento ed Egli è nascosto in questa azione. Ogni volta che scegliamo di amare “come Lui” cioè senza scoraggiarci, sperimentiamo la sua presenza consolante. Non ci manda ad amare ma viene con noi quando amiamo. E questo amore fa nuove tutte le cose, non fa cose nuove. È un amore che rinnova chi ama ma anche chi è amato, seppure col tempo, ha la capacità di trasformare le pietre in comunione. Signore donaci la fede. APRILE 2016 Insieme

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IL PANE DELLA DOMENICA

PRIMO VI domenica MAGGIO del Tempo DI PASQUA 2016 (Anno C)

“Come” fare

Le letture: “Lui vi insegnerà ogni cosa” Prima lettura: At 15, 1-2. 22-29 Salmo: Sal 65 Seconda lettura: Ap 21, 10-14. 22-23 Vangelo: Gv 14, 23-29 Il Vangelo: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato» (Cfr Gv 14, 23-24) Pala di San Zaccaria, di Giovanni Bellini

Colore liturgico: BIANCO

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on quanta premura Madre Chiesa prepara la mensa della Parola per noi, ogni giorno. Di pane si può anche morire, di Parola si può solo vivere! La prima lettura di oggi è di capitale importanza per noi cristiani. Cosa c’è dietro questo racconto? Gesù è partito ed ha lasciato delle indicazioni alla sua famiglia, alla Chiesa e queste indicazioni sono nel Vangelo. Ma la famiglia cresce ed affronta anche situazioni che Gesù non ha previsto. Egli ha risposto ai “problemi” del suo tempo e per gli “altri tempi” ha dato dei criteri per risolvere le difficoltà. Bisogna fare un’azione che si chiama “discernimento”: l’arte di leggere i sentimenti, da dove partono e dove portano. Non dà risposte a priori ma valuta le situazioni concrete, alla luce della parola del Signore per scegliere come agire. Vieni Santo Spirito.

IL VANGELO CHE SI INCARNA Bayane, luce di speranza nata nel fango

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essuna ostetrica ha accolto la sua venuta al mondo, non un medico e niente ospedali. Neanche un letto per sua madre, né una culla per lui. È arrivato nel fango di Idomeni, una tendopoli che conta più di 16 mila profughi bloccati alla frontiera tra Grecia e Macedonia. È Bayane, il bambino nato il 17 febbraio scorso. Non è il solo. Qui in media partoriscono 4 donne a settimana, i neonati sono più di 6 mila. È il nuovo volto dell’esodo: per la prima volta dall’inizio della crisi migratoria, la maggioranza dei migranti è costituita da donne e bambini. In molti casi, i mariti hanno già raggiunto Italia, Germania o gli altri Paesi del Nord Europa. A queste madri basterebbe chiedere il ricongiungimento familiare, ma la tensione politica ha inasprito la procedura in quasi tutti gli Stati dell’UE.

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Insieme aprile 2016

Solo a settembre, la foto del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo di 3 anni siriano ritrovato senza vita sulla spiaggia di Budrum, in Turchia, aveva fatto il giro del mondo, indignando l’opinione pubblica. Insieme a lui, anche il fratellino Galip di 5 anni non ce l’aveva fatta. Una strage silenziosa che conta un numero altissimo di vittime fra i più indifesi, i bambini. 700 soltanto nel 2015. La nascita di Bayane è una luce di speranza. È per lui, per la sua vita, che dovremmo scomodarci tutti dalle nostre poltrone, scendere in piazza e chiedere aiuto. È per tutti i neonati che non hanno scelto di nascere nella polvere e nella melma della nostra indifferenza. Mariarosaria Petti


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI LE CRESIME Durante il mese di aprile il Vescovo presiederà diverse Celebrazioni per il sacramento della Confermazione. Ecco le date: 4, ore 19.00, parrocchia Maria SS.ma di Costantinopoli di Nocera Superiore; 8, ore 19.00, parrocchia Santa Maria delle Grazie a Lavorate di Sarno; 10, ore 19.00, parrocchia San Matteo di Nocera Inferiore; 14, ore 19.00, parrocchia Sant’Alfredo di Sarno; 15, ore 19.00, parrocchia Maria Santissima delle Tre Corone di Sarno; 17, ore 11.00, parrocchia Maria Immacolata a Nocera Inferiore, e ore 19.00 parrocchia San Sisto II di Pagani; 19, ore 19.00, parrocchia Santissima Annun-

ziata di Angri; 20, ore 19.00, parrocchia San Bartolomeo di Corbara; 21, ore 19.00, parrocchia San Biagio a San Marzano sul Sarno; 22, ore 19.30, parrocchia Gesù Risorto di Pagani; 24, ore 19.00, parrocchia Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore; 26, ore 19.00, parrocchia Sant’Alfonso di Sarno; 28, ore 19.00, parrocchia Sant’Antonio di Poggiomarino; 29, ore 19.00, parrocchia San Giovanni Battista di Striano.

In memoria Il 6 aprile, alle 17.00, il Vescovo presiederà la Santa Messa in suffragio di monsignor Pompeo La Barca nella parrocchia San Giovanni

Battista di Roccapiemonte, poi benedirà la piazzetta dedicata al sacerdote.

Con i bambini e i malati Il 23 aprile il Vescovo incontrerà i bambini che riceveranno la Prima Comunione. Appuntamento dalle 16.00 alle 18.00 in Cattedrale a Nocera Inferiore. Lo stesso giorno, alle 19.00, in Cattedrale giungerà il pellegrinaggio giubilare dei Neocatecumeni. Il 25 aprile, invece, il Vescovo sarà al Santuario di San Gerardo Maiella per la Giornata Regionale del Malato. Il 30 aprile è in programma il Discorso alla Città in Cattedrale.

Sulla tomba di Pietro Il 9 aprile è in programma il pellegrinaggio diocesano a Roma, sulla tomba di Pietro, per attraversare la Porta Santa. Si partirà autonomamente dalle parrocchie, il ritrovo è alle 5.30 di sabato per il ritiro pass. Dopo l’udienza con papa Francesco e il pranzo al sacco, alle 15.00 il Vescovo presiederà la Santa Messa all’altare della Cattedra.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

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Foto Salvatore Alfano

Ai tuoi piedi, Maria domenica 3 aprile

PROGRAMMA RELIGIOSO Venerdì primo aprile 18.00: cerimonia di apertura. Canto del Magnificat 18.30: S. Rosario e Santa Messa

Sabato 2 aprile 9.30: Santa Messa 18.30: S. Rosario e Santa Messa

Domenica 3 aprile 8.00: celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, mons. Giuseppe Giudice, insieme al clero della forania di Pagani 11.00; 19.00: Sante Messe 9.00: processione della Madonna per le principali strade cittadine.

In accordo con il Clero paganese e in obbedienza al dettato vescovile la processione attraverserà le strade cittadine, evitando parchi, luoghi privati e vicoli ciechi, secondo il seguente itinerario: da via Matteotti, via Campitelli, via Viale Trieste, via Criscuolo, via Tortora, via Califano, via S. Francesco, via Fusco, piazza Cirio, via Barbazzano, via Filettine, via Romana, via Madonna di Fatima, via Sorrentino, via Coralli, via S. Rocco, piazza S.Anna, Via Mangioni, Ospedale, via Tortora, via Caduti di Superga, via Salerno, via Carmine, via N. Pagano, via Striano, vicoletto Striano, via Carlo Tramontano, via Marrazzo, via Perone, via Torre, via Mazzini, via Aufiero, via Zito, via Roma, via Garibaldi, via Malet, via Matteotti, via Amendola, via Astarita, via Torre, via Roma, via Mangino, via De Rosa, via Ammaturo, via Cesarano, via San Domenico, via Guerritore, via Guido Tramontano, via Cesarano, Basilica di S. Alfonso (scambio dei doni)

20.00: processione solenne da piazza S. Alfonso al Santuario

Lunedì 4 aprile 6.00: deposizione delle tammorre e momento di preghiera 8.00; 9.30; 11.30; 19.00: Sante Messe Da lunedì 4 a domenica 10 aprile, si svolgerà la settimana di predicazione 18.30: S. Rosario e Santa Messa con riflessioni guidate da padre Paolo Saturno

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

Nelle immagini, gli ammalati con i volontari della P.U.A.C.S

“E uscirono a seminare…”

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dicembre dello scorso anno ho ricevuto il dono e, allo stesso tempo, l’arduo compito e la grande responsabilità di educare e di insegnare ai ragazzi. Anche a scuola, Lourdes si è rivelata la fonte più preziosa cui attingere forza, la mia ispirazione, scuola di vita e di spiritualità. e cosi, tra una lezione e un’altra, diventa naturale per me raccontare e descrivere la mia esperienza associativa alla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza (P.U.A.C.S.) e soprattutto il mio cammino accanto ai fratelli ammalati. Vorrei con la mia testimonianza, trasmettere ai ragazzi la gioia e la gratitudine che provo nell’essere stata “chiamata” nel lontano agosto 2006 a vivere il mio “miracolo”. Vorrei trasmettere il mio entusiasmo e incuriosirli per cercare di avvicinarli ad un mondo bellissimo, fatto di condivisione e tanto amore. Vorrei renderli partecipi della contentezza che si prova nell’aiutare l’altro, tendere la mano a chi è stato meno fortunato ma che più di noi conosce il significato della vita, ne apprezza la bellezza e l’importanza. Vorrei che leggessero nei loro occhi la speranza, la felicità, la fede forte nonostante la sofferenza. Occhi nei quali mi sono rispecchiata perché il loro sguardo è diventato anche il mio. Vorrei, vorrei… Ed ecco, il desiderio diventa realtà concreta quando, tra le iniziative scolastiche cui siamo chiamati a partecipare docenti e alunni, vi è quella di presentare un progetto il cui tema è “Lavorare per un cittadino consapevole”. C’è la possibilità di realizzare un progetto che sviluppi nei ragazzi il senso di solidarietà, che abbia come spunto la riflessione sull’importanza delle attività in supporto delle persone in stato di difficoltà, che preveda l’organizzazione di incontri con associazioni e persone che vivono la disabilità per vivere comunitariamente un’esperienza di solidarietà e amore. Insomma un progetto educativo e di sensibilizzazione. “E uscirono a seminare…” perché non si può tenere nelle stanze chiuse del nostro “io” ciò che merita di essere condiviso. I. D. P.

Immacolata De Prisco, insegnante, porta la P.U.A.C.S. a scuola, attraverso il progetto “Lavorare per un cittadino consapevole”. La sua testimonianza

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Scelgo, quindi animo Corso di formazione promosso dall’Anspi

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uesto corso di formazione, per animatore di oratorio, è aperto a tutti i giovani che vogliono intraprendere l’esperienza di organizzare attività e giochi per bambini, in particolare durante il periodo estivo, e offrire ai ragazzi un’occasione per stare assieme in modo sereno e positivo. Ė un corso per: - gruppi di giovani che vogliono vivere incontri formativi di conoscenza e di approfondimento sulle tematiche sociali e di valorizzazione della persona;

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- giovani già coinvolti in esperienze associative, come strumento utile a sviluppare e consolidare le motivazioni, le teorie e le tecniche del fare animazione e dell’essere animatore; - giovani interessati all’animazione come strumento di conoscenza dei bambini e dei ragazzi, come stile educativo nella conduzione di gruppi, come modalità per creare e sostenere relazioni sociali. Proprio perché si occupano dei più piccoli è importante offrire agli animatori la possibilità di intraprendere

un itinerario formativo che accresca le loro competenze sia tecniche che relazionali. Il corso prevede la presentazione di: - spunti teorici sul significato di animazione; - tecniche di animazione; - giochi; - attività e laboratori. Partendo dalle esperienze e dai “saperi” di ciascuno il corso si propone di costruire un sapere del fare animazione condiviso da tutti i partecipanti.


Foto ricordo all’esterno della Cattedrale di San Prisco

“Oggi sarai con me in Paradiso” Lo scorso 16 marzo, tanti giovani si sono incamminati dal Battistero Paleocristiano verso la Cattedrale di San Prisco per vivere il Giubileo dei giovani. Un percorso ricco di segni e preghiera per un’autentica rinascita interiore

Prossimi appuntamenti Continuano le attività del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile. Il 10 aprile è in programma un cineforum su Auschwitz, il 24 un’iniziativa di raccolta fondi.

PER MAGGIORI INFO

visitate la pagina facebook PGNOCERASARNO, l’app PG NOCERA SARNO, oppure contattate i numeri: 344 2720169 e 347 6962168.

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ercoledì 16 marzo, i giovani della nostra Diocesi si sono radunati presso il Battistero Paleocristiano di Nocera Superiore per vivere il loro Giubileo. Accolti dall’inno della GMG di Cracovia 2016, entrando nel Battistero hanno trovato una scritta sopra la porta che ha ricordato loro il senso di tutto ciò: essere “misericordiosi come il Padre”. Chissà quante attese aveva nel cuore ciascuno di loro, ognuno con una giornata diversa alle spalle, con gioie differenti nel cuore e angosce personali ad appesantire l’animo. Un cioccolatino donato loro all’arrivo ha voluto simboleggiare un punto in comune dal quale ripartire: lo stesso sapore in bocca, un sapore dolce e buono. Dopo aver visto alcuni minuti del film La Passione di Cristo, in particolare l’episodio del malfattore al quale Gesù dice “Oggi sarai con me nel Paradiso”, una breve catechesi li ha introdotti nel vivo del Giubileo. Grati per il dono della salvezza che per tutti avviene oggi, i giovani hanno rinnovato le loro promesse battesimali attraversando quello che una volta era l’ingresso del Battistero, rivolti a oriente dove il sole nasce per lasciarsi alle spalle l’occidente dove tramonta, segno della ferma decisione di chi vuole abbandonare la vecchia vita. In cammino verso la Cattedrale, con una fiaccolata animata da canti e dalla lettura del messaggio di Papa Francesco per la GMG 2016, per arrivare davanti la Porta Santa dove li attendeva il Vescovo. Silenzio. Per tre volte il suono del corno annuncia l’anno di grazia del Signore e i giovani compiono il gesto di lavarsi il volto per liberarsi dallo sporco del peccato e far trasparire l’immagine di Cristo, attraversano la porta santa. Ad attenderli c’è Gesù eucaristia. La preghiera continua, presieduta dal Vescovo che parla ai suoi giovani e li incoraggia a vivere da santi. Dopo la benedizione eucaristica i giovani si riversano fuori la Cattedrale. Il Padre misericordioso ha perdonato e accolto i suoi figli, bisogna far festa. In che modo? Come fanno i giovani per festeggiare tutti i loro momenti importanti. Hanno stappato dello spumante e hanno brindato alla vita di Grazia. Per concludere, una foto ricordo, perché i momenti importanti si immortalano così. Tutti in posa, con uno striscione in prima fila che annuncia loro: “In verità io ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso”. Don Giuseppe Pironti APRILE 2016 Insieme

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti L’attività realizzata dal gruppo “Giovani e Giovanissimi”

Santa Maria dei Bagni Scafati

Sulla strada per Cracovia

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uest’anno la Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Cracovia. Avere la possibilità di partecipare ad un evento di tale importanza è, per noi giovani, un’occasione più unica che rara da non sprecare giungendovi impreparati. È con questo spirito che la nostra parrocchia ha accolto, lo scorso 12 febbraio, i tanti giovani della diocesi che si recheranno il prossimo luglio in Polonia. La serata ha avuto il suo fulcro nel momento di preghiera: una lettura del Vangelo di Marco, seguita da una breve riflessione personale. La bellezza di queste serate è nell’incontro con persone mai viste prima che faranno, poi, parte di uno dei giorni più belli della tua vita. La serata si è conclusa con un piccolo rinfresco per acquietare la fame: bisogna sempre avere fame… di Dio.

Rosario D’Aniello

Fra Michele Floriano con i giovani che parteciperanno alla GMG di Cracovia

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S. Maria Maddalena in Armillis S. Egidio del M. Albino

I “petali” della misericordia

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el tempo di Quaresima, l’Anno Santo della Misericordia ha ispirato il gruppo dei giovani della comunità parrocchiale ad una nuova esperienza di catechesi, rivolta soprattutto ai bambini più piccoli. Ogni giovedì – dall’11 febbraio fino al 17 marzo – i ragazzi del gruppo “Giovani e Giovanissimi”, sostenuto dalle loro educatrici, si sono sperimentati nel ruolo di catechisti dei bambini dei vari corsi parrocchiali. Il tema delle catechesi è stata proprio la misericordia e come simbolo è stato scelto un fiore, composto da sei petali, su ognuno dei quali è stata scritta una parola-chiave per spiegare in cosa consistono le Opere di Misericordia e come si possono attuare nella vita di tutti i giorni. Un’esperienza molto impegnativa dal punto di vista organizzativo, ma gratificante per l’entusiasmo con cui piccoli e grandi hanno partecipato ad ogni incontro ed alle liturgie domenicali. Nei “petali” della misericordia il Signore ha riflesso la luce della Parola e l’amore fraterno del cammino cristiano. Gruppo parrocchiale “Giovani e Giovanissimi”


San Giovanni Battista Angri

Ricordando padre Giuseppe Maria Leone

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omenica 17 gennaio, la comunità parrocchiale si è raccolta in preghiera in memoria del Servo di Dio padre Giuseppe Maria Leone, che per lunghi anni ha esercitato il suo ministero sacerdotale nella casa dei redentoristi, presenti presso questa parrocchia fino ai primi del ‘900. La Santa Messa, preceduta da un’ora di adorazione eucaristica, è stata presieduta dal nostro vescovo, mons. Giuseppe Giudice; concelebrata da don Stefano Sarcina, vice postulatore della causa di beatificazione di padre Leone, e dal parroco don Enzo Leopoldo. Erano presenti numerosi fedeli giunti da Trinitapoli (BT) città natale del Servo di Dio. La liturgia eucaristica è stata animata dalla corale della collegiata diretta dal maestro Vincenzo Di Siena. Per l’occasione è stata allestita presso la collegiata una mostra sulla vita e le opere di padre Leone. Alberto Limodio

Un momento della celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice

Don Domenico D’Ambrosi con la statua del Bambinello

San Sebastiano Sarno

Una ventata di gioia

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e strade di Sarno, che avevano accolto con entusiasmo don Domenico D’Ambrosi ad ottobre, l’8 dicembre scorso lo hanno visto partecipare alla processione dell’Immacolata, durante la quale molti dei suoi concittadini lo hanno incontrato e salutato con familiarità. In molti, prima del suo arrivo a San Sebastiano, avevano accennato al grande dono che sarebbe stato per l’intera comunità. Don Domenico è stato veramente un regalo. Sotto la sua guida le tante attività parrocchiali sono state svolte con serenità, gioia e desiderio di volersi bene rimanendo uniti, con l’obiettivo principale di portare Gesù al prossimo. Tra le tante attività ricordiamo: la recita dei bambini del catechismo e il loro piccolo “presepe vivente”, la fiaccolata nella Notte Santa di Natale, il bacio del Bambinello. Noi collaboratori vogliamo ringraziare don Domenico che, con la sua affabilità e umiltà, ha saputo trasmettere a tutti il suo entusiasmo. Con questo spirito ha permesso a tutta la comunità di vivere all’insegna della gioia. I collaboratori della parrocchia S. Sebastiano

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NEWS DALLE PARROCCHIE

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

Una nuova esperienza per Vincenzo

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anni e tanta voglia di incontrare Gesù, durante la notte di Pasqua, nel sacramento del Battesimo. Tanta la gioia che illumina il volto del piccolo Vincenzo durante questa esperienza che dura già da un po’ di settimane. Vincenzo ha ricevuto infatti il Battesimo durante la Veglia Pasquale. Per lui è il periodo quaresimale è stato speciale, poiché ha celebrato le tappe del catecumenato. In questo cammino è stato indispensabile e lo è tuttora l’aiuto e il sostegno del parroco, don Giuseppe Perano, delle catechiste, dei genitori e in ultimo – non per ultimo – Dio, che siamo sicuri gli sia accanto in modo ineguagliabile. Un caloroso augurio dalla comunità tutta. Federica Pepe Don Giuseppe Perano con Vincenzo ed i suoi genitori

L’adorazione eucaristica notturna per le Sacre Quarantore

Regina Pacis Angri

La “Notte delle luci”

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n’atmosfera suggestiva ha avvolto la parrocchia nella notte tra il 5 e il 6 marzo. In occasione delle Sacre Quarantore, infatti, si è ripetuta, per il terzo anno consecutivo, la “Notte della luci”: un’adorazione notturna dedicata principalmente ai giovani, ma aperta a tutti coloro che sentono il bisogno di levare alta verso Dio la propria preghiera. Durante la celebrazione eucaristica serale, i giovani della parrocchia hanno ricevuto il mandato missionario, sono andati per le strade dell’Agro ad invitare i propri coetanei ad accendere una luce in quella notte particolare. Dopo aver adorato il Signore, infatti, i giovani si sono lasciati accompagnare all’altare, dove hanno consegnato la propria preghiera a Dio ed hanno riposto ai suoi piedi la propria luce, fiammella ardente che rischiara l’oscurità. Donatella Salvati

Sant’Alfonso Pagani

Un canto per la fede

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trumento per la partecipazione, aiuto per la preghiera, sostegno per la riflessione: il coro è di fondamentale importanza per la liturgia eucaristica. Il Concilio Vaticano II ci ricorda quanto la Chiesa apprezzi il ruolo di coloro che, con il canto, contribuiscono alla bellezza della lode di Dio. I bambini grazie al canto interagiscono vivamente, comprendendo il significato della liturgia. Una missione importante quella dei cori, che aiutano il popolo di Dio a fare esperienza di comunione. La basilica di S. Alfonso può contare sulla disponibilità di più cori: da una formazione composta da studenti liceali e universitari ad una corale di adulti. Tutti però sono accomunati dal desiderio di cantare per il Signore Chiara Panella

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Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Don Ciro Galisi e i ragazzi che hanno partecipato ad uno dei due weekend di preparazione alla Pasqua

Una Quaresima di misericordia

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a nostra parrocchia si è preparata alla Pasqua approfondendo il tema della misericordia, proposto da papa Francesco in questo Anno Santo. Tutti i martedì di Quaresima, il diacono don Eduardo Tafuto ha tenuto una catechesi alla comunità sulle Opere di misericordia, spronandoci ad essere misericordes sicut Pater per aiutare le persone che hanno bisogno. Di venerdì, i bambini del catechismo insieme alle loro catechiste hanno animato la Via Crucis in chiesa, soffermandosi su alcuni pensieri rivolti alle famiglie. Un’altra bella esperienza è stata la IX edizione della Via Crucis vivente, che si è svolta il 20 marzo. È stata inscenata la passione, la morte e la resurrezione di Gesù in un contesto realizzato con cura da alcuni fedeli della comunità. Chi ha partecipato ha vissuto di nuovo l’angoscia e il dolore, proprio come Maria, Veronica e le pie donne che hanno cercato di consolare Gesù lungo il suo calvario. Dina Grimaldi Un momento della Via Crucis

Santa Maria delle Grazie Angri

Un’AC “in uscita”: in cammino verso la Pasqua

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n’a genda fitta quella dell’A.C. parrocchiale. Gli educatori e la presidente Angelica Attienase hanno unito idee, cuore e umile servizio, accompagnando i propri ragazzi e giovanissimi verso la Pasqua. Due weekend, due temi e stessa dedizione. “La ricerca del proprio sogno” è stato il tema proposto nel primo fine settimana di marzo. Ai giovanissimi invece, nel secondo fine settimana di marzo, è toccato il tema della salvaguardia del Creato e, grazie alle varie attività, hanno approfondito e meditato sui diversi tipi di sfruttamento ambientale e sull’inquinamento. Come particolari “agenti segreti” hanno scoperto che l’amore vero è alla base di tutti i valori sani e positivi: la povertà nasce dall’assenza di Dio nella propria vita. Non è mancata la preghiera e l’affidamento al Signore con momenti particolari e con la celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro parroco, don Ciro Galisi, nella bella concattedrale di Episcopio di Sarno. È proprio dall’amico Gesù che tutti i partecipanti hanno compreso come il buon cristiano è colui che ama il prossimo e la natura, accettando la diversità come fonte di ricchezza, evitando gli sprechi e curando la natura senza sfruttarla. Semplicemente amando, gratuitamente. Gruppo web & comunicazione

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IN PARROCCHIA

PAGNA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE SS. ANNUNZIATA - ANGRI

a cura di Antonietta Abete

Alla scuola di Giuseppe

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entre eravamo impegnati a vivere il cammino quaresimale con tutta la Chiesa, la nostra comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata, insieme al parroco don Antonio Mancuso, ha deciso di contemplare la figura di san Giuseppe, nella Messa vespertina del 19 marzo. La scelta è nata dal desiderio di essere vicini alla famiglia, nucleo fondamentale della società civile. Senza famiglia, nessuna società esiste. Famiglia, che in questi ultimi tempi, è sottoposta a molteplici trasformazioni fatte di rovina e speranze. Rovina, perché l’individualismo prevale sull’amore che non è più vissuto come dono e rispetto reciproco, ma come elemento materiale che allontana l’unione vera e sincera, cardine fondamentale della coppia. Nel suo cammino sacerdotale, molte volte don Antonio si è trovato di fronte famiglie in cui non c’era posto per la fede, troppo prese dal farsi strada da sole in questo mondo, piuttosto che affidarsi a Dio. Altre famiglie, invece, rispondendo al matrimonio come vocazione, danno speranza. Mettono Dio al centro della loro vita, del loro nucleo familiare e diventano un esempio con la loro testimonianza di vita.

Con San Giuseppe per essere più famiglia Giuseppe, promesso sposo, esempio di disponibilità e misericordia, segue incondizionatamente gli “imprevisti” della volontà di Dio, mette da parte i suoi piani e condivide quelli di Maria. Il suo sì è la

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prima benedizione sulla Chiesa nascente. Giuseppe, sposo, mediante il sacrificio totale di sé esprime il suo generoso amore verso la Madre di Dio, facendole dono coniugale di sé. Quando avviene l’incontro tra la volontà divina e la disponibilità umana, si compiono meraviglie. Giuseppe, padre, Dio lo ha messo a capo della sua famiglia, come servo fedele e prudente, affinché custodisse come padre il suo Figlio unigenito. La sua paternità si è espressa concretamente nell’aver fatto della sua vita un servizio: dono di sé, della sua vita, del suo lavoro.

Con San Giuseppe per ricordarci della famiglia Nelle settimane precedenti, don Antonio, catechisti e A.C.R. hanno proposto ai bambini di scrivere biglietti di auguri per i loro papà da consegnare durante la Messa del 19 marzo. I piccoli hanno chiesto ai papà di partecipare alla Celebrazione e alle loro mamme di preparare delle zeppoline da gustare tutti insieme, al termine della Messa, per vivere un momento di gioiosa condivisone. I piccoli hanno accolto con generosità la proposta, è stata una gioia vederli impegnati nel mettere su carta i loro desideri, uno su tutti: condividere la Messa con la mamma e il papà, con la loro famiglia. Durante la distribuzione dei bigliettini, c’è stato un susseguirsi di baci, carezze e abbracci che hanno mostrato l’anima, il volto e il valore di essere famiglia. Carmelina Pace

Durante la celebrazione vespertina del 19 marzo, la comunità ha contemplato la figura di san Giuseppe, coinvolgendo i bambini e le loro famiglie


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO NOCERA SUPERIORE

Lo scorso 21 febbraio, i giovani della parrocchia San Michele Arcangelo hanno incontrato le suore Figlie di Maria Immacolata. Una domenica all’insegna della condivisione e della testimonianza

«Una chiesa viva genera vocazioni»

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l pranzo, sorrisi, gioia e scambio di esperienze: ogni cosa condivisa con le suore Figlie di Maria Immacolata, nella parrocchia di San Michele Arcangelo, guidata da don Giuseppe Perano. Durante il pasto nessun tipo di disagio si è scorto sui volti dei giovani che con gioia hanno deciso di trascorrere una domenica diversa dal solito ed hanno capito che stare insieme non è mai tempo sprecato, perché si ha sempre modo di imparare qualcosa. Tra una portata e l’altra, i ragazzi hanno intonato anche canti famosi che hanno suscitato molta ilarità tra le ospiti.

re suora sono affiorati in lei: un seme piantato già in tenera età, germogliato di lì a poco non senza sacrifici e sofferenze. Un padre contrariato, situazioni avverse che non hanno scoraggiato chi, già da tempo, non desiderava altro che divenire la serva del Signore. Alla domanda rivoltale da una ragazza «Come ci si rende conto che

La condivisione. Dopo un momento di gioco tenutosi nel piazzale parrocchiale, hanno avuto modo di ascoltare la testimonianza di alcune suore presenti. Prezioso, a tal proposito, il racconto della madre superiora, suor Scolastica, che ha condiviso quanto riempia il cuore seguire il volere di Dio e quanto sia nello stesso tempo doloroso. «Ne vale la pena, ragazzi, davvero, ma questo richiede sofferenza», ha detto. La vocazione è come una pianta i cui germogli sono comparsi senza che nessuno ne constatasse l’effettiva venuta, ma che in realtà sono frutto di semi innestati un po’ di tempo prima. La vocazione. Così, allo stesso modo, la madre superiora racconta il modo in cui la fede e il desiderio di diveni-

quella è la strada giusta?», successiva e fulminea la risposta: «Lo senti che Lui ti chiama, non so dirti come, ma è un sentimento forte che proviene dall’interno; poi tanti piccoli episodi concomitanti: una mia cugina in quel periodo si fece suora, poi la mia madrina… dovevo adempiere il mio desiderio!». Suor Scolastica afferma che senza i genitori non esiste vocazione e che è necessario rispettarli e rendere sempre grazie a Dio per questo dono. La domenica si è conclusa con un momento di preghiera vissuto attraverso l’adorazione e il canto. Ogni ragazzo ha potuto, a modo suo, ringraziare il Signore che trova sempre il modo per farci affrontare le giornate con forza e gratitudine, nonostante le innumerevoli zavorre della vita. Federica Pepe

Alcuni momenti della giornata che i giovani hanno trascorso con le suore Figlie di Maria Immacolata

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO Don Alfonso Giordano durante la relazione mattutina

I partecipanti alla festa della famiglia

Lo scorso 13 marzo, la comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie di Casatori si è riunita numerosa per la festa della famiglia

“Famiglia: scuola di misericordia?”

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n appuntamento fisso. Anche quest’anno la comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie si è riunita per la festa della famiglia, accompagnata dalla riflessione “Famiglia: scuola di misericordia?”, guidata da don Alfonso Giordano, giovane sacerdote della nostra diocesi. Il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, ha riportato con forza questo termine nella nostra quotidianità; una parola tanto usata ma che richiede sforzo e impegno per incarnarsi nel vissuto quotidiano. Don Alfonso, invitato dal parroco don Gaetano Ferraioli, ci ha aiutati a riscoprire i valori essenziali, ad interrogarci sul nostro modo di agire e ci ha suggerito 4 verbi con cui riempire lo zaino della misericordia da preparare ogni giorno, con la stessa attenzione dei bambini. Vedere. È fondamentale non perdere mai il contatto visivo con i nostri cari, osservarli, scrutarli, scoprire ciò è nascosto negli occhi. Non dobbiamo permettere ai nostri smartphone e tablet di catturare il nostro riflesso, dobbiamo specchiarci nelle persone, non nelle cose. Andare incontro. È la naturale conseguenza della prima azione. Dobbiamo fare un passo verso l’altro, senza avere paura, senza pensare che i pun-

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ti di vista differenti e le difficoltà siano barriere. Comunicare anche con il corpo che noi ci siamo sempre. Abbracciare e baciare. L’abitudine ci ha annichilito, vaghiamo come automi tra le mura domestiche, diamo per scontate le parole e i gesti d’affetto, gli stessi gesti che da innamorati ci scambiavamo di continuo e le stesse carezze che donavamo senza risparmiarci ai nostri genitori. Riabbracciamoci, torniamo ad essere bambini, rinnamoriamoci delle nostre mogli e dei nostri mariti. Come possiamo pensare di essere misericordiosi verso il prossimo se con tanta leggerezza non lo siamo in famiglia? Appena fuori dalla nostra porta, ecco i litigi, i lunghi silenzi con

i nostri parenti, per questioni ereditarie. Sono stati questi gli interrogativi ed input che don Alfonso, ispirandosi anche al messaggio per la Quaresima del nostro Vescovo, ci ha offerto durante la relazione mattutina. Abbiamo vissuto un forte momento di condivisione, culminato nel pomeriggio con la presentazione dei lavori dei bambini, realizzati durante i laboratori, e con “Il processo al Figliol prodigo”, messo in scena dai gruppi giovani e giovanissimi. A sera, durante la Santa Messa, tutte le coppie di sposi hanno rinnovato le promesse matrimoniali con l’impegno di far tesoro delle emozioni e degli stimoli che questo incontro ci ha donato. P. C.

La presentazione dei lavori realizzati dai bambini


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA

Il candore dei piccoli

I giovani insieme al parroco don Andrea

Quattro giovani ministranti al servizio della comunità parrocchiale

Undici nuovi chierichetti, lo scorso 28 febbraio, hanno ricevuto l’abito bianco dopo aver pronunciato il loro sì

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I bambini insieme al parroco don Andrea Annunziata

omenica 28 febbraio undici nuovi chierichetti si sono inginocchiati davanti all’altare, hanno pronunciato il loro sì a servire il Signore ed hanno ricevuto il camice bianco, come la loro anima candida. Sono i bambini la nostra speranza in un futuro migliore, intriso di valori fondamentali come il rispetto, la collaborazione, l’impegno, la lealtà, l’entusiasmo nel servire il Signore. La comunità parrocchiale augura a questi meravigliosi fanciulli di comprendere ogni giorno di più l’importanza del loro compito e la gioia che da esso scaturisce.

L’altare adorno durante l’adorazione eucaristica

Le sante Quarantore Onorare Gesù Cristo durante le quaranta ore in cui giacque nel sepolcro durante la Settimana Santa: questo è il motivo per cui ogni anno, in tutte le parrocchie, vengono celebrate le Sante Quarant’ore. Anche noi quest’anno Lo abbiamo “onorato”, dal 25 al 28 febbraio. Sono state serate di adorazione, piene di emozioni, animate a turno dai vari gruppi della parrocchia.

“Lodate e servite il Signore”

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gni ministrante dovrebbe conoscere questa frase del Cantico delle Creature di san Francesco: “Lodate e benedicete il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà”. Essa racchiude, in poche parole, l’impegno che lo scorso 21 febbraio quattro nuovi ministranti hanno assunto. È sempre bello, per la nostra comunità, vedere il sorriso sui volti di giovani che intraprendono un cammino di fede e decidono di mettersi al servizio di Dio. In un mondo in cui tanti cedono facilmente alle tentazioni, questi quattro ragazzi hanno deciso di seguire il Signore e assumersi un’importante responsabilità. Facciamo il nostro augurio a questi nuovi ministranti con le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI: “Comunicate ai vostri coetanei il dono di questa amicizia con Gesù, con gioia, con entusiasmo, senza paura”.

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

Alcune immagini della Via Crucis parrocchiale

In cammino verso la Pasqua Nel cammino di preparazione alla santa Pasqua, hanno avuto un posto di primo piano la recita della Coroncina alla Divina Misericordia e la Via Crucis

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nche quest’anno gli appuntamenti parrocchiali per vivere bene la Quaresima sono stati davvero tanti. Tra questi ricordiamo la preghiera della Coroncina della Divina Misericordia e la Via Crucis durante i Venerdì di Quaresima. Sono state alcune donne della parrocchia a promuovere la recita della Coroncina, accolta con entusiasmo dal parroco, che si ritrovano in Chiesa puntualmente alle 15.00 del mercoledì e della domenica per pregare con fervore. Gli appuntamenti per la Via Crucis hanno coinvolto persone di tutte le età, permettendo a ciascuno di pregusta-

24 ore per il Signore La comunità ha aderito all’iniziativa voluta da papa Francesco, vivendo due giorni di preghiera e riconciliazione

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re Pasqua. Prima della Settimana santa, abbiamo vissuto una Via Crucis nel quartiere di Casa Milite; un cammino in montagna per ricordare più da vicino la via dolorosa percorsa da Gesù. Quest’appuntamento ha aperto la strada alla sacra rappresentazione della Passione di nostro Signore, tenutasi per le vie della città il Venerdì Santo. Coroncina alla Divina Misericordia e Via Crucis: momenti preziosi per prepararsi alla Passione e Risurrezione di Gesù Cristo, attraverso l’adorazione della Croce. Barbara Senatore

a Quaresima è un tempo favorevole per attingere, attraverso il Sacramento della Riconciliazione, alle fonti della Misericordia divina. A tale scopo anche la nostra parrocchia ha aderito all’iniziativa “24 ore per il Signore”, voluta da papa Francesco per dare espressione alla necessità di riconciliarci con Dio e con i fratelli. Un tempo dedicato alla preghiera personale e comunitaria davanti al Santissimo Sacramento, ma soprattutto tempo dedicato al Sacramento del perdono. «Il Padre nostro che è nei cieli prepara anche a noi, come al figliuol prodigo, una

festa ogni volta che ci accostiamo al confessionale», ha ricordato don Roberto durante la Santa Messa conclusiva. Ha aggiunto: «Il Signore nostro Dio è ricco di misericordia, ci ama tutti così come siamo, anche se siamo peccatori, ma attende per la nostra felicità la nostra conversione». Durante il sabato e la giornata di domenica sono state esposte in chiesa le immagini e le reliquie di san Pio da Pietrelcina e di san Leopoldo Mandić, due grandi confessori ed esempi di vera fede. La liturgia è cominciata il giorno 4 marzo con la Via Crucis, a seguire l’adorazione eucaristica e le confessioni. Poi la Com-


Corso biblico Sette incontri alla scoperta dello Spirito Santo nella Scrittura

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nche quest’anno nella nostra comunità si rinnova l’appuntamento con il corso biblico, un momento importante di formazione personale e un’occasione di crescita comunitaria. Vi partecipano, infatti, persone di tutte le età che con domande e curiosità contribuiscono ad animare gli incontri. Il tema – “Lo Spirito Santo nella Scrittura” – nasce da una riflessione: ben si conosce il Padre Creatore, il figlio Gesù Redentore, ma poco si sa dello Spirito Santo Consolatore. È un viaggio che parte da lontano: da quello Spirito di Dio che aleggiava sulle acque nella creazione (Gn 1,2), dai profeti, fino ad arrivare a Gesù che appena battezzato vide “Lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui” (Mt 3,16) e al dono dello stesso Spirito nella Pasqua (Gv 20,19-21) e a Pentecoste (At 2, 1-11). È questo stesso Spirito, il Paraclito, che entra nella storia personale di ciascuno come nella Chiesa, attraverso i sacramenti come un grande dono d’amore che Dio riversa su di noi. Felicita Senatore

pieta e la benedizione eucaristica. Il giorno seguente, dopo le Lodi mattutine, è ricominciata l’adorazione eucaristica per tutta la giornata. Oltre al grande afflusso della comunità per pregare silenziosamente, tantissime persone si sono accostate al sacramento della Confessione. Vari gruppi parrocchiali hanno vissuto l’adorazione comunitaria. Anche i bambini che si preparano alla Prima Comunione, hanno vissuto un momento molto particolare e suggestivo di silenziosa adorazione e di completo affidamento nella preghiera. Con i loro genitori, che si sono accostati al sacramento

Una lezione del corso biblico

della riconciliazione, sono riusciti a lasciarsi guidare dal silenzio della preghiera e dallo Spirito Santo. La Santa Messa ha sugellato questa bellissima festa del perdono. Marina Massa

Alcuni momenti delle 24 ore per il Signore

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Poggiomarino esplode di gioia

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inque giorni di emozioni intense che difficilmente potranno essere cancellate dalla memoria dei poggiomarinesi. Per la prima volta, in città, sono arrivate le reliquie del patrono sant’Antonio di Padova e per Poggiomarino è stata una grande festa di fede ed una testimonianza dal sapore straordinario. In migliaia, infatti, sono accorsi per “salutare” il Santo, una devozione mostrata dagli abitanti di Poggiomarino ma anche dai residenti di tutta la Campania che non si sono fatti sfuggire l’occasione di venerare “Antonio”. I “resti” sono arrivati la sera del 9 marzo presso la parrocchia del SS. Rosario di Flocco in un gemellaggio con Poggiomarino che è sempre più saldo; poi tutti in processione verso la piazza dove il busto con il cuore del patrono è rimasto fino al 13 marzo, quando dopo la santa Messa celebrata dal vescovo Giuseppe Giudice, i fedeli hanno salutato il loro Santo. Grande attenzione per i bambini e per gli ammalati: le scolaresche sono arrivate in parrocchia mentre le reliquie hanno fatto il giro delle case degli infermi. Ed infine, forse, la soddisfazione più grande per padre Aldo D’Andria, che ha lavorato a lungo per portare le reliquie a Poggiomarino: i padri francescani hanno infatti aperto alla possibilità di lasciare stabilmente nella città vesuviana una piccola parte dei resti del Santo.

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Dal 9 al 13 marzo, la città ha accolto le reliquie di sant'Antonio di Padova. Le immagini più belle di cinque giorni ricchi di grazie e di fede

La città ha accolto in momenti e luoghi diversi le reliquie di sant’Antonio di Padova


Un momento della Via Crucis

“L’avete fatto a me”

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n occasione dell’anno della Misericordia, monsignor Giuseppe Giudice, ha deciso di vivere la Via Crucis a livello foraniale. La Forania di San Valentino Torio, composta dalle parrocchie di Poggiomarino, Striano, San Valentino, San Marzano e Casatori, ha vissuto questo intenso momento di preghiera lo scorso 26 febbraio. Ad ospitare le 14 stazioni è stata Poggiomarino. La partenza è stata fissata all’incrocio di via Filippo Turati e via Iervolino, l’arrivo nella chiesa Sant’Antonio di Padova in piazza De Marinis. Tanti i fedeli accorsi, nonostante il tempo incerto, per vivere questo momento in preparazione alla Pasqua aiutati da un sussidio “L’avete fatto a me” scritto a più mani, con le preghiere di mons. Giudice e le immagini di Ernesto Terlizzi. Mons. Giudice ha ricordato a tutti che la Via Crucis è «il percorso che identifi-

Torna la Messa nella Cappella della Madonna Assunta

ca ciò che viviamo nella fede in Lui, segno di attenzione e invito a percorrere la vita di Gesù, amando e soffrendo, pregando e implorando sulle nostre vite la pioggia rigenerante della misericordia, dono gratuito di Dio».

Lo scorso 26 febbraio, Poggiomarino ha ospitato la Via Crucis della Forania di San Valentino, presieduta dal vescovo Giuseppe

Don Alessandro Cirillo, vicario foraneo, ha ringraziato il Vescovo per le sue parole e la sua presenza. Ha inoltre consegnato al pastore diocesano le offerte raccolte nelle diverse parrocchie per la distribuzione del sussidio preparato per la Via Crucis, destinate alla Mensa di Tommaso a Pagani e a Casa Betania, struttura di prima accoglienza per i senzatetto situata a Codola di Roccapiemonte. Un gesto che mette al centro un concetto chiave che lo stesso Vangelo esprime con tanto fervore: “Dare da mangiare agli affamati”. Agostino Orefice

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a foto non è delle migliori, ma non si tratta di un avviso come tanti. Ritorna dopo tantissimi anni la Santa Messa nella Cappella della Madonna Assunta, il più antico luogo di culto a Poggiomarino. Un’intuizione del nostro parroco padre Aldo D’Andria che ha accolto il desiderio dello storico rione “I Cangianielli” di “celebrare” la fede non solo il 15 agosto, unico giorno in cui si celebrava la Messa nella cappella. L’appuntamento è per il quarto giovedì del mese, alle ore 16.30 per la recita del Santo Rosario, alle 17.00 per la Celebrazione eucaristica.

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI Lo scambio di doni con i bambini

La tenerezza del Padre

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è un appuntamento speciale che ormai risuona come una tradizione, inserito nell’itinerario quaresimale della nostra comunità parrocchiale, al quale parroco e fedeli sono particolarmente affezionati. Un dono, una gioia speciale, che ci accompagna in questo tratto di strada che ci prepara a celebrare l’evento centrale della storia della salvezza: la Santa Pasqua. Da qualche anno, infatti, la nostra comunità vive la gioia di accogliere il vescovo Giuseppe nella quarta domenica di Quaresima: giorno in cui la liturgia si tinge di rosa invitandoci a gioire per l’avvicinarsi della Resurrezione di Gesù. Anche quest’anno il Pastore diocesano ci ha fatto dono della sua presenza amorevole, che abbraccia, accoglie, benedice e va incontro ai propri figli, come ha sottolineato il parroco nel saluto rivolto al Vescovo all’inizio della celebrazione. Il volto di Dio. Una liturgia solenne nella quale l’icona del Padre misericordioso ha irradiato tutta la sua luce. “Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”, si legge nel Vangelo di Luca (Lc, 15,20). Quanta tenerezza in questa espressione che racchiude una delle più belle pagine del Vangelo, capace di svelarci il vero volto di Dio e il suo cuore di Padre. Un Padre – ha sottolineato il Vescovo – che ama in maniera smisurata i suoi figli al punto da lasciargli anche la libertà di sbagliare, che non chiude mai la porta del cuore, neanche quando essi si incamminano su strade che li allontanano sempre più dal suo amore, come fa il figlio minore nella parabola. Un Padre che è sempre lì a scrutare l’orizzonte, nell’attesa del nostro ritorno nella sua casa, pronto ad accoglierci di nuovo e a fare festa. I doni. La celebrazione si è conclusa con un dolce scambio di doni. I piccoli hanno regalato al Vescovo un agnellino di cioccolato. Mons. Giudice, dopo aver consegnato ai bambini il lucchetto da aggiungere alla Porta santa simbolica, ricevuta già precedentemente, ha donato loro una sorpresa al cioccolato. Ringraziamo il Signore per questa gioia speciale mentre gli affidiamo il cammino della nostra comunità parrocchiale, con la speranza che in questo speciale anno di grazia ognuno possa sperimentare l’abbraccio misericordioso del Padre. Anna Petrosino

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Il vescovo Giuseppe ha visitato la comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine nella quarta domenica di Quaresima, giorno in cui la liturgia si tinge di rosa invitando a gioire per l’avvicinarsi della Resurrezione di Gesù

Un momento della Celebrazione eucaristica


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola Alcune scene tratte dallo spettacolo "Scugnizzi"

Lavora senza sosta la comunità parrocchiale San Sisto. Numerosi gli eventi in cartellone per raccogliere fondi a scopo benefico ed un nuovo progetto in cantiere

Al servizio del prossimo

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avorare per gli altri, per il bene degli altri, per suscitare negli altri emozioni, momenti di sana allegria o profonde riflessioni su quanto si è visto e sentito, lascia un senso di gratitudine indicibile nell’animo di chi ha impiegato tutte le sue forze nella buona riuscita di una iniziativa. E la gratificazione non è solo individuale, ma si estende ad una intera comunità che, nel caso nostro, è quella parrocchiale. Grazie all’entusiasmo del suo parroco, don Giuseppe Pironti, la comunità di San Sisto II si sta prodigando in una serie di iniziative che saranno finalizzate a scopi benefici. I prossimi appuntamenti. Cominciamo con il Concerto-Preghiera “Carmen Vitae”, che si svolgerà domenica 13 maggio presso l’Auditorium S. Alfonso di Pagani, in collaborazione con l’A ssociazione OASI, e che vedrà coinvolta la Corale Sistina insieme ad altri interpreti di musica e danza. Per l’occasione si proce-

derà anche all’assegnazione dei premi ai vincitori dell’omonimo concorso di poesia, ideato per suscitare nei giovani l’entusiasmo per la vita. Il concerto è finalizzato alla raccolta fondi da destinare alla Pediatria Oncoematologica dell’Ospedale Civile Umberto I di Nocera Inferiore. Dopo dieci giorni esatti, lunedì 23 maggio, presso lo stesso Auditorium, sarà in scena la Compagnia Teatrale Interparrocchiale “I GioIoSi” con lo spettacolo comico “Storie di cuori… tra i denti”, per la Rassegna “Chek in – Si va in scena”, ideata dal Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile per raccogliere fondi da destinare ai giovani che parteciperanno alla GMG di Cracovia. Un nuovo progetto. Infine, sulla scorta dello strepitoso successo del musical “Scugnizzi”, che ha visto protagonisti i giovani e i giovanissimi della comunità, lo stesso cast di giovani attori si cimenterà in una prova

ancora più ardua: mettere in scena il musical “Aggiungi un posto a Tavola”, portato al successo dall’indimenticabile Johnny Dorelli. Il perché di questa scelta ce lo spiega don Giuseppe Pironti: «È sempre stato il mio sogno, un sogno divenuto realtà alcuni anni fa con un altro gruppo di giovani. Vorrei non rimanesse solo un ricordo, ecco perché tengo alla replica di questo spettacolo, con i giovani e i giovanissimi di San Sisto questa volta. Tra l’altro, i ragazzi sono davvero tanti, solo spettacoli come questo possono tenerli tutti sul palco. Ci riusciremo, ne sono certo. E sarà un successo strepitoso. E poi… questa volta, in scena con i miei ragazzi ci sarò anche io; è un modo per stargli ancora più vicino, per realizzare davvero insieme il progetto». Si bisserà il successo di “Scugnizzi”? Ne siamo sicuri, anche perché ci sarà una partecipazione davvero straordinaria! La Redazione APRILE 2016 Insieme

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Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

L’opera di madre Chiara Continua l’excursus sui 26 verbali redatti durante il generalato di madre Chiara Luciano. Ricordiamo, in ordine cronologico, quelli scritti dal 1941 al 1943

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te, Adelina Bellavita e Rotonda Colucci e di aprire una nuova casa Asilo-Laboratorio a Montesarchio (BN) per il 4 ottobre successivo.

Nel diciottesimo verbale – 4 aprile 1941 – si stabilisce di esaminare, per poi approvarlo e stamparlo, il manuale di preghiere preparato da m. Letizia Manganelli; inoltre si delibera di ascoltare la relazione di m. Rita Fiore sulla casa di Borgo S. Lorenzo e, infine, di espellere dall’Istituto suor Gabriella Olivieri. Nel diciannovesimo verbale – 15 luglio 1941 – si stabilisce di ammettere alla vestizione religiosa Michelina Cacciapuoti, Alfonsina Elefan-

Nel ventesimo verbale – 29 ottobre 1941 – si decide che la segretaria, m. Letizia Manganelli, provveda alla revisione delle Costituzioni dell’Istituto riscontrate insufficienti dalla Congregazione dei Religiosi. Inoltre si stabilisce di accettare la richiesta del p. Guardiano del Seminario Serafico di Grumo Nevano (NA) di inviare suore per l’economato e la cucina. Nel ventunesimo verbale – 25 aprile 1942 – si delibera di richiamare a Napoli la Superiora della Casa di Salute di Crotone, m. Alessia Colameo, per abuso di amministrazione e di “ritirare le suore dalle Case dei disabili del prof. Tropeano di Frattamaggiore e Quisisana per scadenza di contratto e perché detta opera non ha dato risultati sod-

el diciassettesimo verbale – 8 gennaio 1941 – si delibera di inviare la Vicaria, m. Rita Fiore, alla casa di Borgo S. Lorenzo (Aversa) per esortare il presidente dell’A silo “S. Cuore” ad attuare tutti gli articoli del contratto concordato e firmato. Si dà l’incarico, inoltre, a m. Letizia Manganelli di compilare il Manuale di preghiere dell’Istituto, che si presenterà nel successivo Consiglio.

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disfacenti per l’apostolato dell’Istituto”. Nel ventiduesimo verbale – 28 luglio 1942 – si stabilisce di accettare la richiesta di Mons. Alfredo Santaniello, parroco di s. Matteo in Quisisana, di quattro suore per l’A silo infantile che inaugurerà il 15 settembre successivo. Inoltre si delibera di ammettere le novizie Egidia Cacciapuoti, Cleonice Elefante, Saveria Colucci e Giulia Bellavita, alla prima professione religiosa e due postulanti alla vestizione. Nel ventitreesimo verbale – 5 maggio 1943 – si decide di chiedere al Ministro Generale dell’Ordine francescano, fr. Leonardo M. Bello, di aggregare l’Istituto delle Suore a quello dei Frati Minori per beneficiare del tesoro dei suoi beni spirituali, e di presentare alla Curia Arcivescovile di Napoli il Nulla Osta al manuale di preghiere richiesto dalla Congregazione dei Religiosi.


PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli

Il miracolo di padre Pio P

adre Pio mantiene la promessa di tornare nel paese d’origine, ripetuta continuamente a tutti i compaesani che andavano a trovarlo nel convento di San Giovanni Rotondo dove visse gran parte della sua tormentata storia religiosa ed umana. Continuiamo a chiamarlo padre Pio, nonostante sia Santo dai tempi di Giovanni Paolo II, o meglio di san Giovanni Paolo II. Succede così anche per don Bosco. I santi più popolari ed amati continuano ad esser chiamati come in vita anche quando assurgono all’onore degli altari. Ma il cammino per la santità è stato irto di difficoltà. La spiritualità di padre Pio non era facile da comprendere ed accettare. E ne ha dovuto sentire e subire di tutti i colori: mistico o truffatore, angelo e demone, malfattore o benefattore? Lo stesso giudizio del Vaticano – dove è stato accolto con tutti gli onori da morto – è rimasto a lungo in bilico, a cominciare dal controverso rapporto con padre Gemelli. Non mi stupisce. Tanti santi hanno dovuto sperimentare la prova dell’emarginazione, dell’incomprensione. E non è facile certo comprendere padre Pio, la cui esistenza è stata attraversata dalla lotta interiore tra Dio ed il diavolo, il bene ed il male. Un conflitto lacerante, reso evidente dalle stimmate, che attraversa anche la vita di ciascuno di noi. Siamo chiamati ogni giorno e con dolore a comprendere l’esistenza ed a scegliere tra il bene ed il male, l’egoismo e la solidarietà, la ricchezza dell’anima e la povertà delle cose. Un conflitto decisivo per dare senso e felicità alla nostra vita, al di là di tutte le esaltazioni mistiche e folkloristiche, che pure accompagnano questa peregrinazione delle spoglie mortali di san Pio. Siamo tutti pellegrini al cospetto di padre Pio, tutti chiedono qualcosa di pratico. In passato, dicevano i monaci, le preghiere principali erano per la salute; adesso si prega per un posto di lavoro e per le famiglie ferite. Un drammatico segno dei tempi. Tutti dobbiamo comprendere che non basta emozionarsi toccando la teca che ne custodisce il corpo mortale. Egli di certo non ne sarebbe contento e ci riserverebbe una sonora sgridata di quelle che in vita indirizzava agli ipocriti ed ai farisei. Padre Pio vuole che condividiamo la sua anima e la sua testimonianza d’amore verso il prossimo sofferente nell’anima e nel corpo. Con questi sentimenti ed il cuore puro potremo ottenere, tutti a cominciare da me, qualsiasi miracolo.

Padre Pio è tornato a casa sua. Le sue spoglie mortali hanno sostato a Pietrelcina ed a Benevento dove sono state venerate da migliaia di devoti del frate delle stimmate

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CARISSIMI di mons. Giuseppe Giudice Giuseppe di Arimatea in un opera di Pietro Perugino

Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti. C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 
Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. 
 (Luca 23, 49-53)

Un uomo buono e giusto Carissimo Giuseppe di Arimatea, il Vangelo ti presenta come un membro del sinedrio, uomo buono e giusto, e ci ricorda che non avevi aderito alla decisione e all’operato degli altri. Non ti sei omologato alla cultura dominante, come facciamo noi, spesso e volentieri, e poi ci dichiariamo liberi. Mentre la folla torna a casa, battendosi il petto, dopo avere assistito all’ennesimo spettacolo della crocifissione, e i conoscenti e le donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea stanno a guardare da lontano, tu ti presenti da Pilato. Tu, che attendi il regno di Dio, vieni da Arimatea, una città della Giudea, e, mentre tutti gli altri se ne vanno, chiedi a Pilato il corpo di Gesù. Che strana richiesta! Ma che bel gesto, che continua a profumare tutto il Vangelo. Mentre le tenebre scendono sul Venerdì santo, tu sei come una piccola luce di carità e di speranza. Tu, abitante della speranza del Regno, attendi e lo deponi dalla Croce, lo avvolgi con il lenzuolo e lo metti in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Sempre, dall’inizio alla fine, tutto è nuovo per Gesù. Tu prendi Gesù, mentre nella sera della croce gli altri se ne vanno, e lo conservi in un sepolcro nuovo. Che stupenda opera di misericordia! Tu offri a Gesù, gratuitamente e senza chiedere nulla in cambio, un sepolcro nuovo. Grazie, Giuseppe di Arimatea, perché hai fatto ciò che altri avrebbero dovuto fare, ma non ne hanno avuto il coraggio, perché non liberi nel cuore. Lo hai fatto tu, uomo che attende il Regno, mentre noi, troppo abituati ai regni della terra, non regniamo più. Noi abbiamo dimenticato che regnare è servire, e ci serviamo di tutto, anche di te, o Gesù. Ora già splendono le luci del sabato… è passato il Venerdì santo e comincia, con il profumo del tuo gesto, il lungo Sabato santo della storia. Egli è Risorto, noi non ancora, perché traffichiamo con le cose di Dio. Prendici alla tua scuola, carissimo Giuseppe di Arimatea, e anche per noi, educati dal tuo gesto gratuito, splenderanno le luci del sabato e sarà finalmente Pasqua. † Giuseppe, Vescovo

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«Mentre nella sera della croce gli altri se ne vanno, Tu prendi Gesù, e lo conservi in un sepolcro nuovo. Che stupenda Opera di misericordia!». Il Vescovo scrive a Giuseppe di Arimatea




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