Insieme - Novembre 2016

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novembre 2016 N. 10 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’APPROFONDIMENTO

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DICEMBRE 2015 NOVEMBRE 2016INSIEME Insieme / villaitalianocera

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novembre 2016 n. 10 Anno XI € 1,00

sieme menSILe DI ATTUALITà e CULTUrA DeLL’AGro

l’approfonDiMento

RAGAZZI FERITI

19. Michele Placido ad Angri 27. Al via il laboratorio di lettura per adolescenti

Storie di disagio e accoglienza Sant'alfonSo Maria fuSco: reportage Sulla canonizzazione

NOVEMBRE2016

Sommario

EDITORIALE 5 Dinanzi alla morte di Silvio Longobardi 7 LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete 8 LA CANONIZZAZIONE a cura di Salvatore D’Angelo e Salvatore Alfano

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L'APPROFONDIMENTO La mano tesa di Silvio Longobardi

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Il disagio si fa in tre di Salvatore D’Angelo

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Ragazzi feriti di Antonietta Abete

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“Hanno bisogno di qualcuno che creda in loro” di Antonietta Abete

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Un nuovo tipo di paternità di Antonietta Abete

VITA NELL'AGRO 19 Interprete di santità di Salvatore D’Angelo e Martina Nacchio

20 Con la salute non si scherza di Andrea Pellegrino SCUOLA&UNIVERSITà di Martina Nacchio 26 Questione di sicurezza 27 Riservato a giovani esploratori 28 SPECIALE GIORNATA DIOCESANA DI INSIEME di Mariarosaria Petti VITA ECCLESIALE 32 Tempi e ritmi dell’Anno Liturgico di don Carmine Cialdini 34 Il pane della domenica a cura di padre Luigi Lamberti

50 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 21 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 22 Insieme sì lo voglio di Mariarosaria Petti 59 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 60 Arte... rischi di don Natalino Gentile Appuntamenti culturali a cura di Martina Nacchio 61 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli Foto Salvatore D'Angelo

In copertina un'immagine di repertorio del fotografo Ibrahim Abed

30. Il team di Insieme della parrocchia di Bagni

37 Lievito di speranza di Salvatore D’Angelo 44 NEWS PARROCCHIE Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti 48 LA BACHECA a cura della redazione 37. Don Alessandro Cirillo ad Amatrice con il Vescovo di Rieti


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Dinanzi alla morte

“A

ccidenti, non avrei voluto, pensavo di farcela come tante altre volte, invece… ma la vita non la decidiamo noi. Io sono contenta che sia finita così, però ringrazio Dio, perché nella vita ho avuto veramente tutto, tutto quello che potevo desiderare, anche di più forse, anzi senza forse”. Letizia Leviti, giornalista e scrittrice, ha voluto salutare così i colleghi della redazione di Sky tg24, prima di lasciare questo mondo. Un messaggio pieno di vita che non ti aspetti da una persona che sta per morire. Soprattutto da una donna di 45 anni che lascia un marito e tre figli ancora adolescenti. Vi prego, amici, ascoltate queste parole struggenti. Le trovate sul web. Non è facile affrontare questo argomento. Un’altra giornalista qualche anno fa, Concita De Gregorio, aveva scelto di confrontarsi con la morte. Nel suo libro Così è la vita scrive che la scuola ci insegna “come funzionano le cose, ma non come finiscono”. Nessuno insegna come reagire all’insuccesso e alla sofferenza. Né tanto meno cosa fare e dire dinanzi alla morte. Eppure la morte è l’unica cosa certa della vita! Come possiamo vivere e dare un senso pieno ai nostri giorni se non diamo un significato alla morte? Nessuno può negarla, ma la poniamo tra parentesi e viviamo come se non dovessimo mai morire. È una prospettiva irragionevole e ingannevole. Nel film La forza del campione (2006) il giovane protagonista dice: “Il viaggio rende felici, non la destinazione”.

Belle parole in apparenza. È la new age che s’impone. Eh no, è molto importante sapere la destinazione. Non è la stessa cosa affermare che la morte è la fine di tutto oppure che è solo un passaggio che conduce verso un oltre. Concita De Gregorio si domanda come mai ci troviamo in questa situazione culturale, “in questo luogo del non senso” che ha relegato la morte e la sofferenza nello sgabuzzino della vita. Ma poi non risponde a questa domanda, anzi non tenta neppure di rispondere. Si limita a raccontare la realtà attraverso alcune esperienze personali. La conclusione è segnata da un amaro realismo: rassegniamoci, amici, si muore. Parla con una certezza dogmatica che non lascia spazio ad altre ipotesi. E così chiude le porte al Mistero che discretamente avvolge la vita umana. La sua è un’etica stoica che soffoca ogni speranza.

Letizia Leviti

Come convincere qualcuno che la vita è vita anche se termina a dieci anni? Cosa dire a chi ha perso una mamma quand’era ancora troppo piccolo per comprendere? (E siamo sempre troppo piccoli). Se Dio non c’è, non puoi più prendertela con Lui, non puoi accusarlo di essere ingiusto. In questo caso, però, è la vita ad essere ingiusta. A che serve allora impegnarsi per renderla più bella? Com’è diverso il realismo cristiano che guarda alla morte senza paura perché sa bene che si tratta solo di un passaggio, doloroso ma beato. Amici, teniamoci stretta questa fede che veste di speranza e di dignità il nostro vivere. NOVEMBRE 2016 Insieme

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete

Gli angeli esistono, ecco la prova Cari amici, mi chiamo Salvatore Bianca, ho 72 anni e faccio parte della comunità parrocchiale S. Matteo Apostolo di Nocera Inferiore, affidata alla cura di don Raffaele Ferrentino. Con molta umiltà desidero raccontare una testimonianza di fede cristiana, che ha lasciato un segno molto forte nel profondo del mio cuore. Il giorno 4 luglio del 2016, alle ore 8.30, con l’auto, insieme a mia moglie, percorrevo l’autostrada Salerno ReggioCalabria, ero diretto al mio paese natio, Avola, in provincia di Siracusa. All’altezza di Lagonegro, dentro la galleria si è bloccato il motore. Mi sono reso immediatamente conto della gravità della situazione, ho messo il cambio a folle, pensando di riuscire ad uscire dalla galleria con la velocità della macchina. Quando invece ho visto che l’auto perdeva velocità, senza perdermi di coraggio, ho invocato Dio e il mio angelo custode: «Signore aiutami, qui succede una catastrofe». In quello stesso istante ho sentito vicino a me un alito di vento, come se qualcuno stesse spingendo la macchina: ho capito che il buon Dio era venuto in mio aiuto inviando il mio Angelo custode. Sono uscito dalla galleria, mi sono fermato nella piazzola per la sosta di emergenza, ho guardato intorno ma… non ho visto nessuno! Ho ringraziato Dio per lo scampato pericolo e ho capito

che in momenti forti il Signore, i Santi e gli Angeli sono al nostro fianco. Desidero, con questa testimonianza, ringraziare la Provvidenza che interviene sempre in nostro aiuto e invitare tutti a pregare, perché gli Angeli esistono veramente. Salvatore Bianca Carissimo Salvatore, grazie per la sua testimonianza che ha aperto uno squarcio luminoso nei miei ricordi di bambina: la sera, prima di abbandonarmi al sonno, la mamma recitava insieme a me questa preghiera: «Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen». La consapevolezza dell’esistenza di un angelo custode, posto da Dio al fianco di ogni essere umano, affonda le sue radici nella notte dei tempi. Nel libro dell’Esodo leggiamo: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato» (Es 23,20). Dal 1670, per volontà di papa Clemente X la memoria dei Santi Angeli, citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica come Angeli Custodi, si celebra il 2 ottobre. Rivolgiamoci con fiducia all’angelo a cui il Signore ci ha affidato quando siamo venuti al mondo e, con la semplicità dei piccoli, chiediamogli di custodire la nostra vita e difenderci da ogni male. NOVEMBRE 2016 Insieme

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LA CANONIZZAZIONE

Foto Salvatore Alfano

di Salvatore D'Angelo e Salvatore Alfano

Evviva

Sant’Alfonso Maria

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l fiume di gente che ha accompagnato la processione dalla Collegiata di San Giovanni Battista alla chiesa della Santissima Annunziata è una delle scene che resteranno nella memoria di quanti hanno vissuto i giorni della canonizzazione di sant’Alfonso Maria Fusco. L’urna con le spoglie mortali del sacerdote fondatore delle suore di San Giovanni Battista ha attraversato la sua Angri tra due ali di folla, seguita da migliaia di persone e dalle sue figlie spirituali arrivate da tutto il mondo per rendergli omaggio. C’erano le bandiere dei vari Paesi che accolgono le case delle religiose battistine. Anche tanti laici sono arrivati da quegli stessi angoli del mondo.

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Tratti somatici e lingue diverse, presenze che hanno trasformato la città dell’A gro in una città del mondo. È stato bello ed emozionante sentire gli “evviva” e gli applausi che hanno accompagnato i diversi tratti della processione, vedere l’emozione nei volti di chi sentiva parte di sé quell’uomo di Dio proclamato santo da papa Francesco. La festa di domenica 23 ottobre, con la Messa di chiusura presieduta dal vescovo diocesano, mons. Giuseppe Giudice, è stata l’epilogo di otto giorni di grazie abbondanti per la Chiesa nocerino-sarnese, la Congregazione delle suore di San Giovanni Battista e la comunità civile dell’A gro.

Reportage sulla Canonizzazione e la festa. Otto giorni, dal 16 al 23 ottobre, per conoscere il sacerdote angrese, fondatore della Congregazione delle suore di San Giovanni Battista, e affidarsi alla sua intercessione


La canonizzazione La festa angrese è stata il prologo della straordinaria Messa di Canonizzazione presieduta da papa Francesco in piazza San Pietro. «Decernimus», lo ordiniamo. Così il Santo Padre ha chiuso la formula che ha elevato agli onori degli altari Alfonso Maria Fusco. Insieme a lui, sono stati canonizzati altri sei testimoni del Vangelo incarnato: un italiano, due francesi, un argentino, uno spagnolo e un messicano. Pochi minuti prima, il Santo Padre aveva letto l’orazione ufficiale: «Ad onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo e definiamo santi i beati: Salomone Leclerq, Giuseppe Sancez del Rio, Manuel Gonzalez Garcia, Lodovico Pavoni, Alfonso Maria Fusco, Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero e Elisabetta della Santissima Trinità Catez e li iscriviamo nell’Albo dei Santi».

L'uscita dalla Collegiata dell'urna con le spoglie mortali del Santo

Parole che hanno emozionato le centinaia di suore, figlie spirituali di Fusco, e i pellegrini arrivati da tutti i luoghi dove opera ed è presente il carisma battistino. Trenta gli autobus giunti solo dall’Agro, che hanno condotto circa 1500 persone in piazza San Pietro. Tra i vescovi concelebranti, monsignor Giuseppe Giudice. Accanto al Pontefice durante la consacrazione, ha offerto la sua preghiera per la terra dell’Agro. Tra gli altri concelebranti il vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano, e trenta sacerdoti della diocesi. Tre seminaristi hanno anche prestato servizio liturgico: Francesco Amarante, Fabio Senatore e Mattia D’Antuono.

Santità che passa Uno stralcio dell’omelia di mons. Giudice alla celebrazione di chiusura della festa. Il Vescovo, il giorno della Canonizzazione, ha anche scritto una lettera al Santo «La santità di Alfonso Maria Fusco non è chiusa, ma da stasera, di mano in mano, di cuore in cuore, deve passare ad ognuno di noi. Mi piace immaginarlo nella cappella del cielo. Oggi prega per il popolo, per la Chiesa, per Angri, per ognuno di noi. Continuiamo a chiedergli tante cose. Egli può intercedere. Lo farà in silenzio. Lo farà ancora con quella sua passione educativa. Forse sorriderà di tante nostre piccole guerre, tante nostre piccole battaglie, tanti nostri ritardi. Ma egli è il padre buono, egli è il padre santo, che ama i piccoli, ama i poveri. Impariamo da lui a metterci da parte, a pregare. Chiediamo a lui quello che il cuore ci chiede, innanzitutto la santità. Siamo certi che Alfonso Maria Fusco busserà al cuore del Signore e il Signore lo ascolterà».

Il saluto della Madre generale «Il nostro fondatore diceva “siete tenuti a formare una famiglia di santi”. La Chiesa è una famiglia e noi in questi giorni lo abbiamo sperimentato. Lo abbiamo vissuto. Il mio augurio è che possiamo continuare a fare quest’esperienza, per guadagnare tutti il traguardo che egli ha raggiunto».

La Madre generale suor Rosaria Iorio

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Foto Salvatore Alfano (2) In attesa della messa di Canonizzazione, la gioia di due suore Battistine

«Hanno raggiunto la meta – ha ricordato il Papa nell’omelia – hanno avuto un cuore generoso e fedele, grazie alla preghiera: hanno pregato con tutte le forze, hanno lottato e hanno vinto». «I santi – ha continuato Francesco – sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino al limite, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince con loro». Riferendosi ad Alfonso Maria Fusco e agli altri sei santi, il pontefice ha aggiunto: «Per il loro esempio e la loro intercessione, Dio conceda anche a noi di essere uomini e donne di preghiera; di gridare giorno e notte a Dio, senza stancarci». «Alfonso Maria Fusco ha realizzato il suo sogno – ha sottolineato il vescovo Giuseppe –. Oggi è santo e chiama ognuno di noi a vivere, straordinariamente bene, la nostra ordinarietà. In modo appassionato, vero, divenendo educatori». Un esempio che tutti dovrebbero seguire: «Penso alle famiglie, parrocchie, oratori, associazioni, nei luoghi dove si è. Tutti siamo chiamati ad educare, ma secondo il progetto che viene dal Signore, non da noi». Al momento della formula, introdotti dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, tra i postulatori c’era Paolo Villotta, che ha seguito la causa di Fusco. A portare le reliquie sull’altare papale è stata suor Maria Dulcis Miniello, la religiosa guarita grazie all’intercessione del suo fondatore. All’offertorio, invece, a portare i doni sono state la madre generale delle battistine, suor Rosaria Di Iorio, e suor Prisca

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Suor Maria Dulcis ripone il reliquiario durante la celebrazione


Foto Salvatore Alfano (3) La messa presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe

«Sant’Alfonso Maria Fusco – ha detto mons. Illiano – è stato un umile sacerdote che si è fatto Santo per le vie di Angri e da Angri è arrivato al mondo per fare del bene. Ringrazio le suore Battistine per il grande lavoro che svolgono in 16 nazioni prendendosi cura dei bambini e della loro educazione. Che

Dio le benedica». La seconda celebrazione del triduo è stata presieduta da mons. Francesco Alfano, arcivescovo della diocesi di Sorrento – Castellammare. A guidare il terzo giorno di preghiera, nella Collegiata vestita a festa grazie all’abnegazione del parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, è stato l’arcivescovo della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, mons. Luigi Moretti. Sabato 22 c’è stata la Messa di ringraziamento presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. L’umiltà di sant’Alfonso Maria Fusco è stata tra i tratti che il porporato ha evidenziato: «La sua preghiera saliva da un cuore umile e buono. L’umiltà era la sua perla preziosa». Il cardinale Amato, rivolgendosi alle figlie spirituali di Fusco, ha detto: «Sant’Alfonso Maria è vivo e presente. Dal cielo protegge e incoraggia ognuna di voi per il sacrificio della consacrazione e della missione. Siate araldi di Gesù Cristo e antesignani nel mondo dell’immensa bontà e misericordia di Dio trinità e del Santo fondatore». Domenica 23, al mattino, è stato il cardinale Crescenzio Sepe a presiedere la celebrazione eucaristica nella Collegiata di San Giovanni Battista. La processione pomeridiana ha riportato le spoglie del Santo nella chiesa della SS. Annunziata. L’arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana ha definito Fusco un «nostro concittadino che ha espresso, con la testimonianza vera della sua umiltà e carità, il bello e buono di questa terra». «Nella certezza della fede – ha aggiunto il cardinale Sepe – il Santo chiedeva a Dio, che

La messa di ringraziamento presieduta dal cardinale Angelo Amato

Il vescovo Giudice in preghiera davanti all'urna del Santo

Mulenga. In piazza pure le delegazioni ufficiali del comune di Angri, rappresentata dal sindaco Cosimo Ferraioli, e del Consiglio regionale, rappresentato dal consigliere Alberico Gambino che ha commentato: «Alfonso Maria Fusco è un dono di Dio alla nostra terra». Il giorno successivo, nella Basilica di San Pietro, c’è stata la Messa di ringraziamento presieduto da mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana.

La festa ad Angri Cinque giorni intensi e ricchi di emozioni quelli vissuti ad Angri, dal 19 al 23 ottobre. Ad aprire il triduo è stato mons. Gioacchino Illiano. Il vescovo emerito ha accolto l’urna con le reliquie del Santo trasportata dalla Casa Madre di via Maddalena Caputo alla Collegiata di San Giovanni Battista. Alla processione, presieduta da don Antonio Mancuso, hanno preso parte decine di suore, guidate da suor Lina Pantano, Superiora della Provincia Italiana che comprende le case in Italia, quelle in Polonia, Madagascar, Moldavia e Romania.

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sa ascoltare, e ha aperto il suo cuore a tutti coloro che bussavano alla sua porta. Si è calato nella realtà del suo tempo è stato un missionario rurale, ha reso concreta la bellezza del Vangelo». Interessante, inoltre, l’aspetto di educatore evidenziato dall’arcivescovo di Napoli: «È stato un profeta perché nella realtà dove viveva, formava i giovani perché potessero essere protagonisti di un riscatto e inserirsi nella società». Giorni pieni, densi di appuntamenti ed emozioni non passeggere. Sepe ha detto che «sant’Alfonso Maria Fusco mette in comunione tutta la Chiesa campana», possa questa considerazione diventare certezza per dare a questa terra e a questa comunità ecclesiale un futuro di unità sulle orme del Santo educatore. Salvatore D’Angelo

In piazza San Pietro anche per san Lodovico Tra le ottantamila persone presenti domenica 16 ottobre, così come censito dalla Prefettura vaticana, stretta nell’abbraccio del Bernini c’era anche una folta delegazione proveniente da Sarno. Erano lì non solo per Fusco, ma anche per l’altro santo italiano: Lodovico Pavoni. Il sacerdote bresciano è venerato nella parrocchia di Sant’Alfredo, che fino allo scorso settembre è stata retta, per venti anni, dai religiosi della congregazione Figli di Maria Immacolata.

I due miracolati, suor Maria Dulcis e Gershom

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Mensile Insieme


L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

La mano tesa

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l battesimo, ha detto una volta Papa Benedetto, è la mano tesa di Dio. L’uomo è in pericolo, come una barca in mezzo alla tempesta. A volte se ne rende conto e grida aiuto. Altre volte non intuisce neppure la minaccia. A tutti Dio tende la mano e offre all’uomo la possibilità di salvarsi, lo restituisce alla vita, anzi gli dona una vita nuova, più grande e bella di quella che prima sperava di avere. Quella mano tesa di Dio è la Chiesa. Siamo noi. Tendere la mano vuol dire legarsi a qualcuno, impedirgli di cadere o aiutarlo a rialzarsi. Vuol dire camminare con lui per un buon tratto di strada, fino a quando non ha ritrovato l’orientamento e non ha ripreso forze per affrontare il viaggio della vita. Tendere la mano è l’immagine di una società che non abbandona nessuno sul ciglio della strada, nemmeno chi ha sbagliato. Una società che non condanna perché sa che spesso colui che ferisce a sua volta è stato ferito, colui che fa il male ha subito il male. Se non riusciamo a spezzare questa catena, sarà sempre il male a dettare legge. E noi, ogni volta saremo costretti a fare la conta dei danni.

Tutto questo vale per tutti ma in modo particolare si applica a coloro che si affacciano sulla porta della vita, pronti a spiccare il volo, desiderosi di essere protagonisti ma feriti dal male subìto e compiuto. Quei ragazzi che hanno trovato una famiglia a San Valentino Torio sono solo un frammento di un disagio sociale ben più diffuso. E i volontari che li accolgono sono solo una goccia di carità in un contesto che avrebbe bisogno di tanti altri sostegni. Permettetemi di dire loro un grazie sincero. Il loro impegno riscatta la nostra paura. È sempre poco quello che facciamo in rapporto alle necessità ma quel poco è doveroso, non solo perché è segno che non siamo rassegnati ma anche perché diventa una feconda provocazione. Ci sono quelli a cui piace puntare il dito per indicare le malefatte altrui, noi siamo quelli a cui piace tendere la mano per ricordare che il bene non può attendere e che tutti hanno diritto a raggiungere la meta. Silvio Longobardi

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L'APPROFONDIMENTO

Il disagio si fa in tre

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l disagio sentimentale e sessuale guida la lista dei malesseri dei giovani della provincia di Salerno. Secondo i dati in possesso del Servizio adolescenti dell’Asl Salerno, diretto da Rosa Zampetti, è questo il problema maggiormente riscontrato tra gli under 18 del nostro territorio. Incontrando migliaia di ragazzi ogni anno, oltre sei mila solo nel 2015, gli esperti hanno stilato una classifica che vede al secondo posto il disagio da bullismo e al terzo le dipendenze. «Viviamo molto i contesti scolastici – ha dichiarato la dottoressa Zampetti – e, quindi, abbiamo modo di tastare il polso dei ragazzi. Rileviamo vari tipi di disagio. Sono tutti figli di un’assenza di vita sociale. Per molti giovani, la loro esistenza si riduce al bar e alle sale giochi». Uno spaccato impietoso, a cui nulla sembra contrapporsi: «Prima si puntava sui centri di aggregazione giovanile, ora sembrano essere scomparsi». In effetti, molte di queste strutture, dove si faceva vita sociale e aggregativa, sono state chiuse per mancanza di fondi o hanno convertito la loro mission. Ritorna, poi, così come viene denunciato spesso a più livelli, l’assenza di testimoni: «I ragazzi – ha aggiunto la responsabile del Servizio adolescenti – cercano confronti profondi con persone preparate, ma anche adulti di riferimento». Esempi di maturità difficili da individuare, considerato che oggi gli adulti sono i primi a perdersi dietro allo smartphone all’ultima moda o ai commenti social. Una sagra del futile che poco entusiasma. Atteggiamenti di isolamento e prevaricazione che si ripercuotono sulle dinamiche di classe, dove spesso vige la legge del più forte. «Lavoriamo molto sul bullismo – ha detto la dirigente Asl – e ci rendiamo conto di quanto sia diffuso. Il primo lavoro va fatto in famiglia e deve far venire fuori vittime e carnefici, per agire poi sul clima della classe». Ma come si supera? «Agendo sui sostenitori. Se si sfalda la “corte”, il leader perderà la forza di prevaricare e capirà che i suoi comportamenti creano malessere». Rispetto al tema, a fine novembre il Servizio adolescenti diffonderà i dati di una ricerca compiuta negli istituti scolastici. La dirigente non ha anticipato i risultati, ma ha ribadito che «il bullismo esiste, bisogna riconoscerlo», dando alcuni indizi su quanto sarà illustrato: «Il fenomeno è diffuso tra tutte le fasce sociali. È un falso mito quello della prevaricazione da parte di ragazzi svantaggiati». Salvatore D’Angelo

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Problemi sentimentali, bullismo e dipendenze sono i malesseri riscontrati degli esperti del Servizio adolescenti dell’Asl. Nel 2015 hanno incontrato più di sei mila ragazzi

Rosa Zampetti

Dove chiedere aiuto Lo Spazio adolescenti è rivolto a ragazzi tra gli 11 e i 20 anni, è presente in ogni Distretto sanitario territoriale. Gli sportelli sono aperti di pomeriggio. Ci si può rivolgere in modo gratuito, liberamente e senza appuntamento. Nell’Agro i ragazzi possono andare di giovedì a Nocera Inferiore, in via Giordano, mentre il martedì sono aperti gli ambulatori di Pagani, in via Olivella, Sarno, in via San Valentino, e a Scafati, in via Passanti. Per informazioni: 0819212159.


Ragazzi feriti Nella piccola San Valentino Torio, nel maggio del 2015, ha mosso i primi passi la comunità alloggio “Al centro del Mondo”, nei locali della parrocchia Santa Maria delle Grazie

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rima esperienza in Campania, promossa dalla cooperativa sociale “L’Onda”, la struttura che ospita minori che fanno i conti con disagi psicologici e sociali, cinque affidati dal Tribunale per i minorenni attraverso un provvedimento amministrativo e tre con provvedimento penale. In quest’ultimo caso, il giudice sceglie una misura alternativa al carcere e affida il minore alla comunità che si impegna ad offrire attività formative, ricreative e ad elaborare progetti educativi e di reinserimento sociale individualizzato.

I minori accolti. Hanno occhi che parlano e raccontano il dolore che hanno alle spalle, la ferita di vivere lontano da mamma, papà, dai fratelli. Così giovani hanno già sperimentato che la vita può far male. È un lunedì pomeriggio, hanno appena finito il pranzo. Lisa (i nomi sono di fantasia) ha gli occhi color del cielo. È l’unica ragazza. Al mattino va a scuola, frequenta l’Istituto tecnico industriale a Sarno. Poi ci sono i maschietti. Luca ha i capelli rossi del nonno, Omar è stato adottato ma vive in Italia da molti anni. Antonio, seduto a pochi passi da me, mi scruta in silenzio. Il mio taccuino li spaventa. Vorrei accarezzare loro la testa, con una mano eliminare quel velo di tristezza che leggo nello sguardo. Hanno tutti meno di 18 anni, così mi limito a fare domande che non possano in alcun modo lambire quel cumulo di dolore con cui fanno i conti.

Parliamo della loro giornata. Dopo la colazione Lisa ed Omar vanno a scuola, Luca rimane a casa, sistema la sua stanza, dà una mano agli operatori per le altre faccende domestiche. Antonio, in certi giorni, lavora nei campi. Questi ragazzi hanno già sperimentato il lutto, la separazione, l’abbandono, la morte. Scontano disagi e fallimenti familiari. Sentono la mancanza dei genitori, faticano a vivere in un posto isolato, sono consapevoli di aver commesso errori da non ripetere. Scherziamo sulla qualità del cibo, sulla bravura in cucina di alcuni operatori mentre altri lasciano un po’ a desiderare. Parliamo di sport. Lisa tifa per la Roma e gioca in una squadra di calcio femminile. Solo quando chiedo loro dei progetti che hanno per il futuro gli occhi si accendono e la voce vibra di entusiasmo. Il primo a rispondere è Omar. Vuole aprire un bar, “perché non servono diplomi né lauree”. Non gli piace studiare. Luca vorrebbe aprire un bar-ristornate. Ha un attestato come barman, è bravo a far i cocktail, anche se in comunità gira solo l’acqua effervescente, racconta ridendo. Antonio vuole fare il cuoco. Ha studiato, poi ha interrotto per lavorare in un ristorante. Lisa invece spera di lavorare per una società informatica. Potrebbero mettere su un’attività insieme. Omar ride, gli piace l’idea. «Lisa potrebbe aiutarci in sala», aggiunge. Sono ancora capaci di sognare. Mi torna in mente un passaggio di un romanzo di Gramellini: Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più. Antonietta Abete NOVEMBRE 2016 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

Otto giovani vite da restituire alle famiglie e alla società civile. A colloquio con la psicologa Alessandra Noia, coordinatrice della comunità alloggio “Al Centro del mondo”

“Hanno bisogno di qualcuno che creda in loro”

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ulla parete del corridoio, un cartellone giallo sintetizza gli appuntamenti della giornata: dalla sveglia, al pranzo, alle attività. Vi sono indicazioni per le uscite e per l’utilizzo del telefono. Regole fondamentali per aiutare i minori accolti a ritrovare un proprio equilibrio personale e familiare. Grande è l’attenzione e il lavoro con le famiglie di origine. Così come impegnativa è la sfida di tenere insieme due frammenti, ragazzi affidati con provvedimenti amministrativi ed altri che provengono dal circuito penale. Metterli insieme serve a verificare le implicazioni e l’impatto della comunità sul loro reinserimento sociale. Alessandra Noia, psicologa e coordinatrice della comunità, spiega che la struttura non ospita ragazzi con problemi di tossicodipendenza mentre i minori con disagio psicologico, anche se sottoposti a trattamento farmacologico, non richiedono la presenza di personale sanitario. Insieme a lei, due educatrici, entrambe psicologhe, e cinque operatori sanitari seguono i ragazzi giorno e notte.

ma istanza la misura cautelare; è principalmente improntata in un’ottica di tipo rieducativo, riabilitativo e riparativo attraverso un progetto di messa alla prova». Il collocamento in comunità avviene attraverso un provvedimento amministrativo e il minore è tenuto a svolgere tutta una serie di attività in un’ottica di riparazione. «Deve riparare il danno attraverso azioni a favore del contesto sociale». In questo caso i ragazzi devono essere necessariamente impegnati in attività di volontariato, scolastiche o lavorative.

I minori sono allontanati dalle famiglie per motivi diversi. «A volte c’è una difficoltà da parte delle figure genitoriali ad occuparsi dei propri figli. Perché si tratta di un nucleo composto da un solo genitore. In altri casi il minore è autore di reati e la giustizia minorile prevede solo in ulti-

Il rapporto con la famiglia. I ragazzi non accettano serenamente di vivere lontano dalla famiglia, anche quando sono consapevoli di aver messo in atto condotte devianti per le quali è previsto l’allontanamento dal contesto familiare. «Da un lato considerano una fortuna vivere in comu-

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«Abbiamo tre minori del circuito penale che sono qui in misura cautelare, in questi casi, molto spesso, la messa in atto di un comportamento deviante è conseguenza di una difficoltà di natura psichica, il più delle volte non trattata precedentemente. La misura cautelare diventa l’occasione per fare un approfondimento diagnostico più mirato e individuare delle possibilità terapeutiche riabilitative».


Alessandra Noia

nità e non in un istituto penale minorile, ma hanno la nostalgia del contesto domestico. Ecco perché abbiamo un atteggiamento flessibile rispetto agli incontri con i genitori. Solitamente vedono i familiari due volte alla settimana e li sentono al telefono tutti i giorni, sempre monitorati. Le famiglie non sono una figura sullo sfondo, sono presenti anche se non fisicamente». Otto giovani vite davanti. È possibile per loro un rientro in famiglia? «Non in tutti i casi. Ecco perché fare un programma individualizzato ci aiuta a fare un esame di realtà. Prendendo in considerazione quelle che sono le effettive risorse del minore, sappiamo quali obiettivi ci possiamo prefissare. Vi sono casi in cui il recupero è totale. Questo si verifica quando ragazzi e famiglie si affidano completamente. Altri in cui le possibilità di recupero sono molto marginali, ad esempio perché i minori rientrano in un contesto che è a sua volta deviante. Il nostro obiettivo, in questi casi specifici, è quello di gettare un seme e sperare che in un futuro possa germogliare». Le attività giornaliere sono cucite sui ragazzi. Vi sono minori che vanno a scuola e sono impegnati in attività di volontariato e sportive. «Quando il comportamento del ragazzo è eccessivamente esuberante evitiamo di fargli fare attività all’esterno per non sottoporre né lui né le persone ad episodi di frustrazione costante». I punti di riferimento. Sono i ragazzi a scegliere, all’interno della comunità, le figure di riferimento. Una selezione naturale, in base alle attitudini caratteriali e alla propria sensibilità. «In genere, hanno me o don Gaetano Ferraioli come figura autorevole di riferimento. Quando bisogna fare richieste particolari chiedono di parlare con me. L’autorità più normativa sono io, anche se per carattere prediligo il dialogo. I ragazzi sanno che la mia riposta non è mai un sì o un no. C’è sempre un confronto, anche un compromesso, un concetto che a questa età sfugge. Gli adolescenti sono per il bianco o per il nero. Riproducono gli stessi processi che si sviluppano all’interno dei loro contesti di appartenenza. All’equipe educativa muovono gli stessi attacchi che farebbero ai genitori. Vogliono testare la nostra capacità di tenere, verificare quanto il rapporto regge nonostante uno scontro. Noi siamo chiamati a fornire loro un modello alternativo, altrimenti falliremmo in partenza».

La dottoressa Noia passa molto tempo con i ragazzi: «È un lavoro arricchente, emotivamente, professionalmente e umanamente. Impagabile. Una professione che non ti scrolli di dosso quando varchi la soglia, perché rifletti, mediti. I ragazzi esistono fisicamente ma hanno uno spazio mentale in ognuno di noi. Questo per loro è fondamentale, hanno bisogno di sapere che qualcuno crede in loro. Una fiducia che deve essere reale, non fittizia. Devono sentire che prima di loro vediamo potenzialità, limiti e risorse e siamo pronti a sporcarci le mani insieme a loro. Si lasciano guidare nella misura in cui sentono che c’è qualcuno disposto a rimboccarsi le mani insieme a loro nei momenti difficili». Della stessa opinione anche le due educatrici. Erminia è di Palma Campania e segue i ragazzi da un anno. «È un’esperienza arricchente, i ragazzi danno tanto. Il primo scoglio da superare è creare una relazione perché non hanno più fiducia nell’altro». Imma è di San Valentino ed è arrivata da una settimana: «È un lavoro bello e impegnativo che non finisce quando vai a casa. Ma io amo le cose complicate, altrimenti mi annoio». La perseveranza è ciò che rende l’impossibile possibile, il possibile probabile, e il probabile certo. (Robert Half ). Antonietta Abete NOVEMBRE 2016 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

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Il legame di don Gaetano Ferraioli con i minori accolti e il rapporto con la comunità di San Valentino Torio

Un nuovo tipo di paternità

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lasse 1967, don Gaetano Ferraioli in ventitré anni di sacerdozio ha incontrato tanti giovani: quelli della comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie a San Valentino Torio, i ragazzi dei movimenti che animano e arricchiscono la vita della Diocesi Nocera Inferiore - Sarno, i giovani della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, associazione fondata da Alfonso Russo, nella quale è maturata la sua vocazione e di cui oggi è direttore. Da più di un anno si è imbarcato in una nuova avventura che definisce straordinaria. «Un’esperienza che richiede molti sacrifici che io e gli operatori coinvolti nel progetto cerchiamo di affrontare con serenità. Il Vangelo ci ricorda che il pastore lascia le 99 pecore per andare a cercare quella smarrita, poi ritorna pieno di gioia. Quando sono con i ragazzi accolti nella comunità alloggio “al Centro del Mondo” custodisco nel cuore questo passo: se anche uno solo riuscirà a riprendere in mano la sua vita, ne sarà valsa la pena». Gli adolescenti accolti hanno problemi specifici e fanno fatica ad inserirsi in un cammino di recupero. «L’importante è scorgere in loro la volontà di compiere dei passi». Una paternità che si tinge di colori e sfumature diverse. «Di azzurro» racconta don Gaetano. La sfida è riportare la gioia e la serenità nella loro vita. Ma le difficoltà non mancano. «Spesso siamo chiamati a fare i conti con lo scoraggiamento: per mesi va tutto bene, sembra che abbiamo capito, compreso delle cose, poi, all’improvviso, arrivano le

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ricadute. Ci vuole davvero una pazienza robusta per ricominciare ogni volta da capo». E l’azzurro si tinge di sfumature di grigio, come il cielo d’autunno. «Grazie a Dio, dopo la tempesta spunta di nuovo il sole». I ragazzi hanno alle spalle famiglie in difficoltà, genitori che hanno abdicato al loro ruolo. Hanno già fatto i conti con il male. In comunità vi sono regole da rispettare e impegni da portare a termine. Qualcuno alla fatica della ricostruzione preferisce la fuga. Un compito rieducativo faticoso ed impegnativo le cui mille sfaccettature non sempre hanno trovato apertura e disponibilità nella comunità, un territorio a cui la parrocchia, negli anni, ha dato tantissimo. «Non penso che la comunità non abbia accolto il progetto, pensato insieme e condiviso – chiarisce il presbitero –. Faccio un esempio semplice che può aiutarci a capire. Penso ad una coppia di fidanzati. Il tempo del fidanzamento è meraviglioso. Con il matrimonio tutto è ancora più bello. Quando, con la grazia di Dio, arriva un bambino, gli equilibri e le abitudini cambiano. Traslo questa esperienza dagli sposi alla comunità. Nello spirito della comunità c’è l’attenzione verso le fasce deboli e bisognose e quel sì è stato detto con il cuore. Ma oggi quella disponibilità è chiamata a fare i conti con la fatica e qualche difficoltà». La lode arriva solo dopo che la fatica le ha aperto la strada. Antonietta Abete


VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

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oraggio la provvidenza provvederà e provvederà prima che sorga il sole». Ci crede profondamente la città di Angri, ha fede nel suo santo. Una devozione che ha investito anche Michele Placido, attore, regista e sceneggiatore italiano, che la città ha accolto in piazza Annunziata, a conclusione delle celebrazioni per la Canonizzazione di sant’Alfonso Maria Fusco. Accompagnato dall’orchestra Alfaterna diretta da padre Paolo Saturno, il drammaturgo ha portato in scena “Anche la mia ombra”, spettacolo dedicato al sacerdote e fondatore delle suore Battistine. Una rappresentazione particolarmente emozionante. Una prestazione frutto della preparazione teatrale di Placido, che da giovane ha studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, ma anche dei suoi studi religiosi. «Intrattenere il pubblico fa parte della mia natura. Io nasco come attore di teatro. Dopo gli studi che ho affrontato in accademia, in cui ci hanno fatto imparare a memoria Alighieri, Pascoli, Leopardi, colloquiare con il pubblico negli anni è diventato sempre più naturale. E poi – continua – ho una grande conoscenza dal punto di vista religioso». Michele Placido ha studiato dai nove ai tredici anni in un collegio di padri redentoristi, per volontà di un caro zio: «So tutto di sant’Alfonso Maria de Liguori, anche “Tu scendi dalle stelle”. Vuole che la canti?» scherza. La devozione per il patrono di Pagani e

la profonda conoscenza delle sue opere lo hanno spinto ad approfondire anche altre figure di santità. Nel 2000 l’interpretazione di padre Pio, oggi nelle vesti di Fusco: «Ho accettato perché so che dietro tutto questo c’è la grande ombra di sant’Alfonso Maria de Liguori». L’Agro è una terra speciale per l’artista pugliese. Molti i musicisti con cui collabora, tra cui Gianluigi Esposito: «Torno sempre volentieri. Ho tanti amici qui, con cui da anni giriamo l’Italia. Se non hai amici non vai da nessuna parte». Un legame forte anche con Napoli: «È la capitale del sud. Non è Bari o Lecce. Napoli è riferimento culturale, anche attraverso la lingua, di tutti noi meridionali». Un simbolo del riscatto del Sud? «Il riscatto del Mezzogiorno riguarda tutta l’Italia. Abbiamo una votazione importante che ci attende. Nel mio ultimo film abbiamo anticipato i tempi. C’è una grande votazione, undici donne intorno a un tavolo, dovranno dire “Sì o no”». Il suo è un thriller psicologico, non solo un film impegnato e sociale, che parla pure di lavoro. Le operaie di Placido, tra cui Fiorella Mannoia, Ambra Angiolini e Maria Nazionale, devono decidere se decurtarsi sette minuti dalla pausa pranzo. Un sì o un no che potrà cambiare sostanzialmente il loro lavoro: «Bisogna sempre fare i conti. Quello che individualmente sembra poco, diventa moltissimo quando riguarda tanta gente». Salvatore D’Angelo Martina Nacchio

Interprete di santità Michele Placido porta in scena “Anche la mia ombra”, rappresentazione teatrale su sant’A lfonso Maria Fusco. Intervista all’attore e regista pugliese

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QUI REGIONE La nuova rubrica «Qui Regione» getta uno sguardo sulle scelte e le azioni della Regione Campania. In questo primo appuntamento presentiamo il punto sulla sanità campana

Con la salute non si scherza L’ obiettivo è uscire dal commissariamento. E Vincenzo De Luca sta giocando tutte le carte possibili, anche con il governo nazionale, per guadagnarsi la gestione totale e completa della sanità in Campania. Per ora ha superato tranquillamente l’ostacolo delle nomine dei manager delle strutture della Regione, evitando anche l’impugnativa della sua legge regionale che – di fatto – contrasta con le direttive nazionali. Dunque, piazzati i suoi uomini, ora non resta che togliere il commissario Joseph Polimeni e con lui l’intera struttura commissariale. Più volte ha annunciato che sarà lui stesso a guidare l’assessorato. Ma dietro l’angolo si nasconde (poi non tanto) Raffaele Calabrò, politico esperto del settore che, con molta probabilità, potrebbe avere un ruolo di primo piano nell’ambito del settore, mentre è in uscita completamente il consulente (politico) Enrico Coscioni. Ma la partita è difficile e con la salute non si scherza. Soprattutto non valgono – o non dovrebbero valere – le logiche politiche utilizzate nel ventennio scorso. Gli ultimi atti aziendali di Asl e Azienda ospedaliero-universitaria non vanno certamente nella direzione di un reale cambiamento. L’A sl, a quanto si legge, manterrà in piedi tutti gli ospedali, al costo anche di ridurli in alcune zone a venti posti letto. Rischiano di servire solo a pagare luce, spese e quant’altro. Il noso-

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comio di Scafati non dovrebbe chiudere definitivamente i battenti, mentre resta punto di riferimento l’Umberto I di Nocera Inferiore che cede, però, sui posti letto nell’unità coronarica e in medicina e chirurgia. Qui, la vera battaglia è salvaguardare la terapia intensiva neonatale, ritenuta vera e propria eccellenza del Mezzogiorno. L’Andrea Tortora di Pagani sogna ancora il polo oncologico, ma al momento può contare su venti posti letto assegnati al reparto di oncologia. Al Ruggi di Salerno poca roba, se non fosse per l’eccezionale torre cardiologica sottratta, fortunatamente, dalla ghigliottina che avrebbe voluto sdoppiare la cardiologia. A via San Leonardo mancherebbe sostanzialmente un apporto serio e deciso da parte dell’Università di Salerno. Aurelio Tommasetti, rispetto al suo predecessore Raimondo Pasquino, pare abbia abdicato completamente al potere politico sanitario. L’azienda controlla gli ospedali di Cava de’ Tirreni, il Da Procida di Salerno, il Fucito di Mercato San Severino e il presidio di Castiglione di Ravello. Anche in questo caso pare che non si sia puntato sull’eccellenza. Al punto che a Curteri hanno soppresso la litotrissia, riferimento per tutta la Campania. Quanto alla Costiera Amalfitana, il tira e molla su Castiglione è ormai fastidioso. Eppure dovrebbe essere scontato che l’ospedale in Costa d’Amalfi è indispensabile.

di Andrea Pellegrino

Il commissario Joseph Polimeni

Il pronto soccorso dell'Umberto I


IL DOTTORE DEI BAMBINI di Salvatore Guercio Nuzio

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L’allattamento al seno materno

allattamento al seno materno fortifica il legame della mamma col proprio bambino e garantisce una solida barriera immunitaria attraverso un alimento completo. È importante garantire entro 2 ore dalla nascita - salvo impedimenti clinici - il contatto naturale fra il neonato e il seno materno per stimolare subito il riempimento dei dotti galattofori mammari atPrimo traverso la suzione neonatale. appuntamento La produzione del tipico latte materno (montata lattea), ricco di grassi e calorie, si verificon la nuova ca entro 4-7 giorni dalla nascita in caso di parto naturale, più tardivamente dopo taglio rubrica curata cesareo. Nei primi giorni di vita il colostro, ricco di carboidrati e microelementi nutridal dottor tivi, soddisfa a pieno il fabbisogno nutrizionale del neonato. Il calo fisiologico del Salvatore Guercio peso neonatale (-10/12% rispetto al peso della nascita), non è dunque provocaNuzio, nato a Sarno, to da una carenza di latte o, peggio, da un latte qualitativamente scadente. sposato e padre di due Giunta la montata lattea, la mamma si dimentichi dell’orologio e segua le bambini. Specializzato richieste e i ritmi del bebè. Un neonato succhia almeno 8 volte nelle 24 in Pediatria presso ore ma può tranquillamente arrivare a 15-20 poppate, variabili in dul’Università del Piemonte rata e intensità. Se il peso aumenta in media 150 grammi a settimaOrientale di Novara, lavora na, se la sua cute non diventa itterica (giallastra), se le feci si colopresso l’Unità Operativa rano di giallo e se almeno 5-6 pannolini al dì si bagnano di pipì, di Pediatria dell’ospedale l’allattamento al seno è efficace e può proseguire, evitando di Battipaglia situazioni stressanti (che hanno effetto inibitorio) e alcune credenze popolari (mai acqua o camomilla, non sempre Se desideri sottoporre una domanda il “ruttino” dopo la poppata). La mamma beva fino a al dr Nuzio o chiedere un consiglio, 2 litri d’acqua al dì e segua un’alimentazione comscrivi a insieme@diocesinocerasarno.it pleta (sì verdure e legumi, no spezie). E il papà? Oltre a industriarsi nella cura quotidiana del neonato, può contribuire al benessere della famiglia apprendendo le tecniche di massaggio ossitocinico per la mamma (figura1) e il massaggio neonatale (anti colica e non solo!) (figura2), per figura1 figura2 favorire un allattamento efficace e duraturo (fino ai 2 anni di vita del bimbo, come raccomanda l’OMS).


insieme SI lo voglio

Gli sposi alla soglia del sì

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a mamma accompagna lo sposo all’altare. La sposa fa il suo ingresso con il papà. È questa la formula classica con cui gli sposi s’introducono in Chiesa per celebrare le nozze. Eppure esiste una forma rituale poco usata ma molto simbolica. Il Rito del Matrimonio prevede che lo sposo possa attendere la sposa sulla soglia della Chiesa e «all’ora stabilita, il sacerdote, indossati il camice, la stola e la casula del colore adatto alla Messa che viene celebrata, si reca con i ministranti alla porta della chiesa, accoglie gli sposi, li saluta cordialmente, manifestando la partecipazione della Chiesa alla loro gioia» (RdM, 45). Il corteo. L’Evangelario portato in alto dice che è la Parola ad indicare la strada; segue il presbitero, testimone di una Chiesa che accompagna con tenerezza gli innamorati; chiudono il corteo gli sposi, che non si guardano negli occhi, ma fissano insieme nella stessa direzione. Tutti camminano dietro colui che porta la Croce.

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La storia di Alfonso e Antonietta. Il 2 ottobre 2014 Antonietta e Alfonso hanno pronunciato il loro sì davanti a Cristo. Hanno varcato la soglia dello splendido duomo di Ravello tenendosi per mano. «Ho perso mio padre quando ero solo una ragazza e nessuno ha mai preso più il suo posto. Non avrebbe potuto accompagnarmi nessun altro all’altare», spiega il vice direttore di Insieme. Scegliere questa forma del rito è stata una decisione condivisa, perché entrambi sentivano di dover fare il loro ingresso come famiglia, piccola Chiesa domestica che da quel momento si costituiva. In quell’incedere, Antonietta e Alfonso hanno ripercorso idealmente tutta la loro storia. Il momento in cui si sono conosciuti, il fidanzamento, gli inciampi e le risalite. Fino al ricordo più bello, quando nei loro cuori è maturata la scelta di diventare “una sola carne”. Mariarosaria Petti

La liturgia del matrimonio è ricca di segni e simboli che raccontano la storia dei nubendi, a partire dall’ingresso in chiesa Il sacerdote accoglie gli sposi sulla soglia del duomo di Ravello

La tradizione

Una tradizione tipicamente campana, diffusa anche in buona parte della Sardegna, vuole che la mamma della sposa all’uscita di casa della figlia, nel giorno delle nozze, rompa un piatto colmo di fiori, riso, monete e confetti. Tutti elementi che simboleggiano un futuro prospero. Se il piatto non si rompe è un cattivo segno. Forza mamme, rompete il piatto con tutta l’energia che avete!


Da sinistra: don Alessandro Cirillo, padre Natalino Rauti, mons. Giuseppe Giudice e padre Maurizio Patriciello

«Hanno trasformato il Sarno in una fogna» La denuncia di padre Maurizio Patriciello al primo “Caffè Insieme”, organizzato per presentare il libro “Madre terra. Fratello fuoco”

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utti sanno che da Solofra arriva chissà che. Lo sa tutto il mondo. Ce lo dicono dall’America. Ma nel momento che si sa tutto, è possibile che non si possa far nulla per evitarlo? È possibile che questo fiume Sarno da fiume sia diventato fogna a cielo aperto? Sì, è possibile. Se diciamo no, vuol dire che non siamo più cristiani»: parole di una verità disarmante quelle pronunciate da padre Maurizio Patriciello. Il parroco di Caivano è intervenuto alla Caffettiera blues, su invito di Insieme, per presentare “Madre terra. Fratello fuoco”, libro scritto insieme alle mamme della Terra dei fuochi. L’incontro – a cui hanno partecipato anche il vescovo monsignor Giu-

seppe Giudice e Marzia Caccioppoli, mamma di Antonio, morto a nove anni e mezzo per un tumore cerebrale – è servito a evidenziare i mali ambientali della terra campana. «Care mamme – ha detto Patriciello – hai voglia a insistere con tuo figlio nel dirgli che non deve buttare la carta a terra, quando stanotte un’autobotte sverserà veleno nelle nostre campagne!». Il prete della Terra dei fuochi ha ricordato che si è di fronte a una realtà complessa, «che riguarda tutti» e che vede al centro «interessi e intrecci tra camorra, industria disonesta, politica distratta». Gli ha fatto eco il direttore della Caritas diocesana, don Alessandro Cirillo: «In provincia di Salerno forse siamo la

zona più interessata dalla presenza di malattie tumorali. Abbiamo avuto famiglie malavitose che hanno ucciso questa terra». Nessuno può tirarsi indietro: «Abbiamo bisogno di più voci che insieme formano una comunità – ha detto padre Natalino Rauti – per diventare coscienza critica sul territorio». E il vescovo ha fatto un parallelo tra immondizia e coscienza: «Sappiamo come molti si sono arricchiti sul sangue dei poveri, dei bambini, e continuano a farlo. Come credenti, come Chiesa, non ci dobbiamo fermare. Prima di tutto dobbiamo rimuovere l’immondizia che abbiamo nella coscienza. Se è lì, è anche nelle strade». Sa. D’An.

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Per info e contatti: tel. 0815136548-3281679976, info@albergosantarita.it Per essere sempre aggiornati sulle attività visitate il sito www.albergosantarita.it redazionale a cura dellA CASA Albergo per anziani Santa Rita

Vivere una nuova età

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a migliore qualità di vita… giorno dopo giorno, è l’obiettivo costante dell’Albergo per Anziani Santa Rita. Dopo il grande successo del “Campus estivo per Anziani”, i prossimi mesi saranno caratterizzati da numerose e divertenti attività grazie al progetto “Vivere una nuova età”. L’iniziativa sarà strumento di incontro, aggregazione ed integrazione, grazie alla possibilità di usufruire delle attività anche solo nelle ore diurne, dalle ore 9.00 alle ore 19.00, con colazione, pranzo e cena. L’Albergo per Anziani Santa Rita si propone quale punto di riferimento per una terza età serena e piacevole, attraverso la proposta di momenti pieni e ricchi di attività, spazi per interagire e

confrontarsi, attimi di socializzazione e benessere psico-fisico. L’Albergo per Anziani Santa Rita offre una gamma di servizi capace di soddisfare le esigenze di tutti, secondo predisposizioni e attitudini, ponendo al centro dell’attenzione l’anziano ospite e la famiglia. Il tutto per stare insieme, per stare in compagnia, impegnare il proprio tempo e non sentirsi mai soli! Un benessere a 360 gradi che si raggiunge tramite l’impegno di corpo e mente, la stretta relazione tra un costante allenamento cognitivo e fisico, una serie di iniziative progettuali: attività ricreative, culturali e sociali sia all’interno che all’esterno della struttura.

La programmazione autunno\inverno dell’Albergo per Anziani Santa Rita

I servizi offerti Il ballo e il canto: i ritmi incessanti, la coordinazione, l’armonia di movenze nel legame con gli altri e nella percezione degli spazi. Momenti culturali: rassegne teatrali, serate al cinema, salotti letterari. Benessere e relax: atmosfere dolci e rilassanti per cromoterapia, massaggi, ginnastica e yoga. Pittura e disegno: spazio dedicato alla creatività ed all’allenamento psichico e cognitivo. Escursioni e visite guidate: appuntamenti durante i quali confrontarsi e dialogare sulla storia e le tradizioni. Prepariamoci per il Natale: corsi di decoupage e cake design, tombolate, tornei di burraco, visita Luci d’artista, presepi, Vigilia in festa e Cenone in allegria. Assistenza socio sanitaria, infermieristica, fisioterapica con figure professionali ed esperte. Possibilità di usufruire del servizio navetta. “Vivere una nuova età”… all’Albergo per Anziani Santa Rita ora è possibile!

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SCUOLA & UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio

Questione di sicurezza L’

imponente edificio giallo di via Garibaldi, simbolo dell’istruzione a Pagani, è ormai chiuso da settimane. In seguito a controlli strutturali effettuati su 6 plessi cittadini, i tecnici incaricati non hanno rilasciato il certificato di idoneità statica per i solai del plesso Manzoni. La conseguenza è stata la chiusura di una delle scuole principali della città e l’interruzione della regolare frequenza scolastica per gli alunni. Da qui l’inizio di un putiferio. Proteste chiassose e manifestazioni pacifiche dei genitori coinvolti, alternanza scolastica, riorganizzazione di tutti i circoli cittadini nell’attesa di un’altra struttura idonea che possa ospitare le 20 classi – 14 della primaria e 6 dell’infanzia – del I circolo didattico. A destare più indignazione l’inizio dei doppi turni presso il plesso Rodari, considerati un ritorno agli anni ’80. Il cuore della questione. Eppure, presi dalle polemiche scaturite dai disagi, dalle strumentalizzazioni che ne sono derivate, dalla rabbia per la chiusura di un plesso storico per la città, sembra sia sfuggito il vero fulcro della questione. Viene da chiedersi se il vero problema sia la chiusura del plesso o che solo adesso, ad anno scolastico iniziato, si sia scoperto che la struttura non è idonea per le normative

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attuali. Viene da chiedersi perché queste verifiche siano state effettuate dopo anni di assenza di controlli e per quanto tempo non sarebbe venuto a galla il problema se non fossero stati reperiti dei fondi nazionali destinati ad indagini strutturali sugli edifici scolastici. E ancora, quante sono le scuole su tutto il territorio dell’A gro che negli ultimi anni sono state oggetto di indagini strutturali e quante sono completamente a norma? Prevenzione, non semplice manutenzione. Durante i mesi estivi alcuni comuni hanno sottoposto gli edifici scolastici a lavori di manutenzione ordinaria, ma questo non basta. Nelle ultime settimane disagi più o meno gravi sono stati registrati anche in altre scuole dell’A gro. Infiltrazioni d’acqua nel secondo circolo didattico di Sarno, bagni non idonei nel liceo scientifico e classico “La Mura” di Angri, allagamenti nella scuola dell’infanzia del I circolo di Poggiomarino. Danni facilmente riparabili probabilmente, ma che fanno comunque riflettere sullo stato degli edifici scolastici nel nostro territorio. In un’Italia che solo qualche mese fa ha subito una coltellata nel ventre, vedendo crollare una scuola definita antisismica, la prevenzione dovrebbe assumere sempre priorità sulla riparazione dei danni. Martina Nacchio

Chiusura del plesso Manzoni: occasione per riflettere sullo stato di tutti gli edifici scolastici dell’Agro


Riservato

a giovani esploratori Al via a dicembre la prima edizione del Laboratorio di lettura e scrittura per adolescenti, promosso dalla Cooperativa Priscus Cosa c’entra il Piccolo Principe con Willy Wonka? E la gabbianella Kengah ha mai incontrato Capitan Uncino? Un pasticcio della letteratura per ragazzi, penserete. Invece, no. Si tratta del programma della prima edizione del laboratorio di lettura e scrittura creativa per giovani esploratori, indirizzato agli adolescenti, in particolar modo ai ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Un luogo privilegiato per imparare l’arte della lettura e sviluppare le capacità di critica ed introspezione, da esprimere attraverso la scrittura creativa. Non è un corso, non sono previste lezioni frontali e ciò che s’impara nasce dal contatto con i libri e dalla condivisione di gruppo. Il laboratorio si svolgerà a partire dal mese di dicembre 2016, tutti i martedì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00, si concluderà a maggio 2017, con un saggio di lettura finale, aperto alle famiglie. Per info e iscrizioni: 347 5315593 - ioscrivo.insieme@gmail.com

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SPECIALE GIORNATA DIOCESANA DI INSIEME a cura della redazione Foto di gruppo della Giornata diocesana di Insieme 2015

La festa di Insieme Nel 2010 il Vescovo Gioacchino ha istituito la Giornata diocesana del nostro mensile diocesano per ribadire l’importanza della cultura e della comunicazione nella nostra Chiesa locale

A

nno 2001. La Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno concludeva il sinodo diocesano. Un tempo fecondo durante il quale era emersa la necessità di dare alla diocesi un periodico. Sono stati necessari quattro lunghi anni di gestazione, prima di dare alla luce il nostro giornale. «L’abbiamo chiamata Insieme per marcare il suo ruolo: essere una voce comune capace di parlare a tutti e di superare gli steccati dei campanilismi» scriveva il Vescovo Gioacchino dalle colonne della rivista. E aggiungeva: «All’inizio abbiamo anche dato una precisa e impegnativa consegna al gruppo redazionale: la rivista non deve essere solo un buon foglio di collegamento tra le parrocchie, ma un mensile che s’impegna a leggere, nella luce della fede, gli eventi che accadono nella nostra terra». La nascita della GDI. Nel 2005 è dato alla stampa il primo numero e dopo cinque anni è tempo di bilanci ma anche di intuizioni da perseguire con coraggio: l’istituzione della Giornata diocesana di Insieme. «Oggi Insieme entra in tutte le parrocchie e porta in molte case la voce della Chiesa, arriva anche nelle scuole e nelle stanze di chi ha il compito di amministrare il nostro Agro. Come Vescovo e Pastore di questa diocesi non posso che rallegrarmi. Ma nello stesso tempo desidero invitare tutti – parrocchie, Istituti religiosi, gruppi e movimenti, Confraternite – a da-

re più forza a questo progetto editoriale. Per questo, d’intesa con il Direttivo pastorale, abbiamo scelto di istituire la Giornata diocesana di Insieme e di viverla ogni anno» scriveva mons. Illiano. La GDI oggi. Un volto sempre nuovo ha caratterizzato ogni edizione della GDI. Una festa nata con il preciso obiettivo di puntare i riflettori sul ruolo sociale e culturale dei mass media, che pian piano ha spostato il baricentro sulla formazione degli operatori della cultura e della comunicazione, che in tutte le parrocchie sono a servizio di Insieme. Agli incontri diocesani abbiamo alternato appuntamenti foraniali, nello sforzo continuo di contagiare ogni comunità con la forza travolgente della Buona Notizia, quella che scorgiamo nelle storie semplici degli uomini e delle donne del nostro Agro e che proviamo a raccontare ogni mese. Il 6 novembre, impegniamoci in ogni parrocchia a leggere il Messaggio del Vescovo Giuseppe per la VII Giornata diocesana di Insieme. Rinnoviamo il nostro impegno a favore della buona comunicazione, consapevoli che anche la carità culturale è dono del Signore da mettere a servizio del prossimo. Mariarosaria Petti


Insieme, eco di un’unica Parola Il messaggio del vescovo Giuseppe per la VII edizione della Giornata diocesana di Insieme

Carissimi, torna puntuale la Giornata per promuovere Insieme, rivista diocesana, e insieme dobbiamo di nuovo accoglierla per farla crescere sempre più in Diocesi e oltre. Grazie, innanzitutto, a tutti coloro che con competenza e passione vi lavorano. Grazie a chi la promuove, la diffonde, l’accoglie e la legge. E – perché no! – grazie a chi la disprezza e la ignora, pensando che l’erba del vicino è sempre migliore. Insieme vuole essere sempre di più, nel panorama ecclesiale e nelle edicole, uno strumento agile per leggere la realtà con gli occhiali cristiani, senza paure e reticenze. Insieme dona un pieno di parole, eco di un’unica Parola, per seminare nei solchi bagnati dal sudore semi di speranza e di saggezza. Parole che, come cibo solido e sostanzioso, devono nutrire e non solo gonfiare e appesantire. Bombardati da mille parole, ci è chiesta la capacità di scrivere, scegliere e leggere quelle parole buone, che dicono il bene e ci fanno bene e Insieme può essere un valido strumento. Per questo, la nostra Diocesi, con la rivista Insieme, si impegna ad offrire a tutti un pieno di parole, sensate e intrise di Vangelo, per dare senso ai giorni degli uomini e delle donne del nostro territorio. Vi benedico, + Giuseppe, Vescovo Nocera Inferiore, 24.X.2016

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato Salvatore Bianca, Andrea Pellegrino, Salvatore Guercio Nuzio, mons. Giuseppe Giudice, don Carmine Cialdini, padre Luigi Lamberti, Maria Grauso, Maria Bonfiglio, Maria Concili, Dina Grimaldi, don Natalino Gentile, Federica Pepe, Livia Rossi, Antonella Malafronte, Marina Longobardi, Maria Rosaria Spiezio, sem. Antonio Padovano Sorrentino, Martina Di Nicola, Filippo Filosa, Rosaria Caldarese, Anna Petrosino, padre Paolo Saturno Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 27 ottobre

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Annabella, Rosario e Giusy ricevono l’attestato di partecipazione al Corso “Io Scrivo” promosso dalla rivista diocesana

Squadra che vince Insieme è atteso in tante parrocchie, vi raccontiamo l’esperienza di alcune giovanissime equipe che segnano un nuovo passo nella distribuzione della rivista

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on esistono libretti d’istruzione validi in ogni circostanza. La fantasia dello Spirito arriva laddove la mente umana depone le armi. Ne sono testimonianza gli stratagemmi e le soluzioni adottate dalle comunità della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno per animare il servizio della cultura e della comunicazione attraverso la diffusione di Insieme. In ogni parrocchia – come in ogni famiglia che si rispetti – esistono dinamiche relazionali precise. E ciascuno sa come intercettare i bisogni dell’altro, come proporre una novità o far decollare un progetto. È avvenuto così anche per la distribuzione del mensile diocesano. In alcune realtà abbiamo raccolto più di quanto abbiamo seminato e in queste pagine raccontiamo alcune esperienze che profumano di Vangelo.

L’esperienza di Bagni

Rosario ha la testa piena di riccioli. La sua altezza lo fa svettare in qualsiasi gruppo ma è lo sguardo vivace a convincere della sua statura, non fisica s’intende. Annabella: un nome, una descrizione. Occhi azzurri e profondissimi, come la sensibilità che la contraddistingue. Giusy è decisa, ironica e attenta ad ogni dettaglio. Insieme formano il team che nella parrocchia di Bagni ha decretato il successo del giornale diocesano. Ad innescare i tre giovanissimi ragazzi – di 18, 17 e 16 anni – sono stati Sabrina e Aniello Donnarumma. Famiglia che ha seguito da sempre i giovani in parrocchia e che sollecitata dalla redazione ha preso a cuore Insieme. «Abbiamo capito da subito che avremmo dovuto coinvolgere leve fresche per dare manforte alla diffusione del mensile» spiega Aniello.

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La vincitrice del viaggio, Filomena D’Aniello, insieme al marito

Insieme ti premia Gli abbonati alla rivista partecipano ad una grande estrazione: in palio un posto gratuito per il pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dalla Pia Unione Cristo Ammalati Salvezza. Quest’anno ha vinto Filomena D’Aniello della parrocchia Santa Maria di Costantinopoli di Angri, che è partita insieme al marito Giacomo Ferraioli. «È stata una gioia immensa, quando la redazione mi ha contattato pensavo ad uno scherzo. Un pellegrinaggio emozionante, i volontari della P.U.A.C.S. sono degli angeli e hanno reso ancora più speciale questo viaggio».


Dopo aver seguito il corso di comunicazione e giornalismo promosso da Insieme lo scorso maggio, i ragazzi si appassionano e creano una vera e propria tabella di marcia: «Ogni mese, come antenne, captiamo quale possa essere la notizia della parrocchia da inviare al giornale e scegliamo anche la persona a cui affidare il compito della scrittura dell’articolo» racconta con tono deciso Rosario. «Appena arriva Insieme, lo leggiamo e cerchiamo di capire quali degli argomenti trattati possano interessare maggiormente la nostra parrocchia» prosegue Annabella. E per concludere, precisa Giusy: «Ad ogni Messa facciamo a staffetta per annunciare all’assemblea le novità del mese e in fondo alla chiesa distribuiamo il giornale». L’articolo di Bagni è tra i primi ad arrivare alla casella di posta elettronica della redazione e da poco meno di un anno hanno assicurato un’ottima distribuzione della rivista. Hanno trovato una formula magica. Forse è solo l’animo buono e il sorriso sincero la ricetta migliore per arrivare al cuore della gente.

cosa si è acceso in me dopo quell’incontro» racconta la donna. Don Domenico D’Ambrosi segue con generosità la nascita dell’interesse per la rivista, ne monitora lo sviluppo con pazienza. Con l’arrivo di don Ciro Zarra, la passione per la comunicazione si traduce nella costituzione di un’equipe parrocchiale. Dieci persone a servizio della comunicazione muovono i loro primi passi con entusiasmo. Dividere il carico e sentirsi coinvolti, questo il segreto del successo della comunità di San Sebastiano a Sarno. Mariarosaria Petti

Una nuova equipe per San Sebastiano

In occasione della Giornata diocesana di Insieme dello scorso anno, Antonella Crescenzo ha partecipato al Training course di giornalismo, una lezione intensiva per dare i rudimenti di base ai referenti parrocchiali per la stesura di un buon articolo. Uno strumento per permettere a ciascuno di raccontare la vita della propria comunità. «Qual-

Il gruppo di San Sebastiano

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VITA ECCLESIALE SENTIERI LITURGICI Novembre è il mese in cui si celebra la gloria dei Santi e si commemorano i fedeli defunti. Ma è anche il tempo che ci apre lo sguardo verso la gloria di Cristo, il Re dell’Universo. Primo appuntamento con la rubrica curata da don Carmine Cialdini

Tempi e ritmi dell’Anno Liturgico

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e pensiamo al mese di agosto, siamo condotti al cuore dell’estate, con i suoi profumi, i suoi colori, i suoi sapori. Se diciamo novembre, siamo esattamente nel pieno dell’autunno, che è caratterizzato dalle foglie che cadono dagli alberi, dai colori caldi dei paesaggi, dagli animali che si apprestano ad entrare in letargo, dalle rondini impegnate in un lunghissimo viaggio, attraverso il deserto, fino alla zona Sub Sahariana, dalla luce del giorno che sembra avere sempre meno spazio rispetto al buio della notte. Assistiamo alla affascinante decadenza della natura. Anche l’Anno Liturgico, quasi imitando questi ritmi, va verso il termine, verso un inverno, e la Chiesa ci conduce a considerare le realtà penultime e ultime della fede, quelle che hanno a che fare con la fine della vita: le eschata (letteralmente “le cose finali”. L’escatologia è la riflessione della Chiesa sulle realtà ultime dell’uomo e del mondo). Non a caso novembre è il mese in cui si celebra la gloria dei Santi e si commemorano i fedeli defunti. Ma è an-

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che il mese che ci apre lo sguardo verso la gloria di Cristo, il Re dell’Universo, dove la croce non è la fine di tutto ma diventa il trono da cui regna Colui che ci ha aperto il passaggio alla vita immortale. L’autunno dell’uomo non porta a un inverno eterno ma a una primavera senza fine, ad un giorno senza tramonto che non darà più alcuno spazio al buio. La liturgia, in questo periodo ci dice con forza che la morte non è il naufragio della vita ma l’incontro definitivo con il Padre. Questi è il Dio dei vivi, il Dio della Risurrezione, il Dio della eterna luce. Questo tempo serve a rafforzare la Speranza e, di conseguenza, la perseveranza dei credenti. Il cristiano ha uno sguardo veramente lungimirante: ben oltre l’inverno, scorge un’eternità che fin da ora gli chiede di non entrare nel letargo della fede, ma di restare vigilante nell’attesa del ritorno glorioso del Re Eterno che ha vinto le tenebre del mondo dall’alto della Croce, trono glorioso si salvezza. Buon cammino verso la fine! Don Carmine Cialdini

Che cos’è l’Anno Liturgico?

L’Anno Liturgico è un’espressione abbastanza nuova nella Chiesa, utilizzata per la prima volta nel diciannovesimo secolo dal benedettino dom Prosper Guèranger nell’opera “L’annèe liturgique”. Sta ad indicare la modalità con la quale la Chiesa, nel tempo, celebra il mistero di Cristo, fino alla sua venuta. L’Anno Liturgico inizia con la prima domenica di Avvento e si dipana, di domenica in domenica, fino all’Avvento successivo. Ha diverse caratteristiche e suddivisioni (colori, preghiere, letture) che approfondiremo nel corso dei prossimi appuntamenti.


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ILPANEDELLADOMENICA A cura di padre Luigi Lamberti, eremita diocesano

Sussidio liturgico dalla XXXIII domenica del Tempo Ordinario (Anno C) alla II domenica di Avvento (Anno A) Ultimo appuntamento per la rubrica IL PANE DELLA DOMENICA. La redazione ringrazia padre Gigi Lamberti e i coniugi Gambardella per aver commentato, a mesi alterni, la Parola per i nostri lettori. Non si ferma qui l’attenzione della rivista diocesana per la meditazione della Parola che trova nuova linfa nella campagna abbonamenti “Fai il pieno con Insieme”

Nutriti da Dio Se siete stati nutriti da Dio nella preghiera, dovreste essere in grado di dare l’olio della tenerezza e il vino della compassione a tutti quelli che incontrate. Catherine de Hueck Doherty Serva di Dio, mistica, fondatrice di Madonna House Apostolate

13 XXXIII domenica NOVEMBRE del Tempo Ordinario 2016 (Anno C) Piètro da Cortona fu pittore e architetto (Cortona 1596 - Roma 1669). Con Bernini e Borromini fu fra i massimi protagonisti del barocco romano. Autore di composizioni scenografiche tanto in pittura quanto in architettura creò un nuovo sontuoso stile monumentale e decorativo che si duffuse da Roma al resto della penisola ed ebbe sviluppi fino a tutto il Settecento. Autoritratto di Pietro da Cortona

Le letture: «Io vi darò parola e sapienza» Prima lettura: Ml 3,19-20 Salmo: Sal 97 Seconda lettura: 2Ts 3,7-12 Vangelo: Lc 21,5-19 Il Vangelo: «Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». (Cfr Lc 21, 16-19) Colore liturgico: VERDE

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Il libro del fine La domanda dei discepoli è presa dall’ansia di sapere ma la risposta di Gesù dà un’impostazione diversa: non dobbiamo conoscere il giorno in cui moriremo, il giorno della fine; dobbiamo invece avere idee chiare su qual è il motivo per cui viviamo, qual è il fine della nostra vita. “Chi non vuole lavorare, neppure mangi”, queste parole di Paolo sono come sempre indicazioni molto concrete – Paolo ragiona da albero – ci dicono che il discorso della fine e del fine non deve farci dimenticare che il regno di Dio si prepara nel nostro presente. Il cristiano è un costruttore: arreda l’eternità. Il Vangelo è il libro del fine non il libro della fine.


XXXIV domenica 20 del Tempo Ordinario. NOVEMBRE Nostro Signore Cristo 2016 Re dell’Universo (Anno C)

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Le letture: «Oggi con me sarai nel paradiso».

Le letture: «Vegliate»

Prima lettura: 2Sam 5,1-3 Salmo: Sal 121 Seconda lettura: Col 1,12-20 Vangelo: Lc 23,35-43

Prima lettura: Is 2,1-5 Salmo: Sal 121 Seconda lettura: Rm 13,11-14 Vangelo: Mt 24,37-44

Il Vangelo: Il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». (Cfr Lc 23, 35-37)

Il Vangelo: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Cfr Mt 24, 42-44)

Colore liturgico: BIANCO Colore liturgico: VIOLA

Rubarsi il paradiso

Gregorio è il mio nome

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esù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, queste parole del cosiddetto “buon ladrone”, l’unico canonizzato direttamente da Gesù, costituiscono la chiave di volta per interpretare la solennità che oggi Madre Chiesa ci invita a celebrare Cristo Re dell’Universo. Il compagno di patibolo di Gesù è l’uomo del riconoscimento: ha saputo riconoscere Gesù come re non nel momento del trionfo ma in quello della disfatta, mentre gli altri sono andati via. Nel buio del fallimento il ladrone dimostra di vederci molto bene. Il dialogo col “malfattore” ci fa scoprire anche una parola chiave: “oggi”. È una parola che in troppi rimandiamo e trasformiamo in “domani”. La salvezza comincia oggi se riconosciamo Gesù come nostro re.

nizia un nuovo anno liturgico e si apre nella prospettiva del giorno ultimo: vivi questa giornata “come se” fosse l’ultima. L’avvenimento decisivo è presentato nel contesto di occupazioni quotidiane e il giudizio si esprime solo all’interno di attività ordinarie. I giorni e i compiti feriali sono materia d’esame: quali delle mie azioni vengono promosse? “Come fu nei giorni di Noè”, in Genesi 6, vengono incolpati per la loro condotta malvagia e a motivo della violenza che seminano sulla terra. Sulle labbra di Gesù il rimprovero si restringe a una sola colpa: “Non si accorsero di nulla”. Lo stesso può avvenire nella nostra vita, ripetendo: “Non facciamo niente di male”. In tal modo non siamo scaltri. Non riteniamo che certe azioni abbiano valore di eternità. Il nome del credente è “Gregorio”: colui che veglia, attento alla preziosità della vita. Signore aumenta la nostra fede!

Il trionfo della Divina Provvidenza, di Pietro da Cortona - Palazzo Barberini, Roma

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INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Esercizi spirituali Vescovi e sacerdoti in preghiera e riflessione per gli Esercizi spirituali. L’appuntamento è dal 7 all’11 novembre. Ad accogliere il corso, guidato da mons. Ernesto Vecchi, già Vescovo ausiliare di Bologna, sarà la casa delle Suore Compassioniste di Castellammare di Stabia.

In memoria Trigesimo della morte di padre Gerardo Rosolia. Il sacerdote è scomparso lo scorso 5 ottobre. Il Vescovo presiede la Santa Messa in memoria sabato 5 novembre, alle 18.30, nel Santuario

di Gesù Bambino di Praga a Pagani.

Nelle comunità Il 6 novembre, alle 19.00, il Vescovo presiede la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria del Presepe di Nocera Inferiore, in occasione dell’anniversario dell’istituzione dell’adorazione eucaristica perpetua. Il 29 novembre, alle 19.30, il Vescovo presiede la celebrazione di inizio Avvento nella cappella Martin di Angri. Il 3 dicembre, in Cattedrale, alle 19.00, il Vescovo presiede la Messa in occasione del tesseramento dell’AMCI.

Approfondimento Il 23 novembre la Diocesi ospita un convegno di rilevanza nazionale sul tema “Architettura Religiosa tra Conservazione e Innovazione”. L’appuntamento è dalle 9.00 alle 13.00 nell’incantevole scenario del Battistero Paleocristiano di Nocera Superiore.

Figli in cielo

Il 13 novembre la comunità diocesana si ritrova con il Vescovo per la chiusura dell’Anno Santo straordinario della Misericordia. L’appuntamento è alle 17.00 in Cattedrale.

Il 26 novembre, alle 18.00, il Vescovo presiede la Messa per i Figli in cielo nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

4 II domenica DICEMBRE DI AVVENTO 2016 (Anno A) Le letture: «Il regno dei cieli è vicino!»

Sant'Alessio Morente di Pietro da Cortona

Prima lettura: Is 11,1-10 Salmo: Sal 71 Seconda lettura: Rm 15,4-9 Vangelo: Mt 3,1-12 Il Vangelo: «Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile» (Cfr Mt 3, 11-12) Colore liturgico: VIOLA

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Chiusura anno giubilare

Razza di… Gattopardo

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iovanni il battista è un “forte” compagno di viaggio! “Convertitevi”: parole di fuoco, parole che vogliono risvegliare la fiducia in noi stessi, che spesso cediamo alla tentazione dello scoraggiamento ritenendo che non riusciremo mai a convertirci. Giovanni viene a liberarci dalla “tentazione-gattopardo”. Il Gattopardo, legato ad un romanzo di fine ‘800 che è passato alla storia non tanto per il suo valore letterario, quanto perché ha descritto molto bene un situazione che si presenta e nella vita della politica e in quella dei singoli e qualche volta anche nella vita della Chiesa. La tentazione-gattopardo: vestire panni nuovi ma col cuore vecchio “facciamo in modo che tutto cambi e tutto resti come prima”. La conversione cristiana non è una tinteggiatura morale ma è tornare a Lui. Possiamo farlo sempre, la Sua porta è sempre aperta. Il resto lo completa la Grazia.


Lievito di speranza La Caritas diocesana ha consegnato dieci bancali di prodotti per l’igiene personale e per la casa ai terremotati di Amatrice. Trovata anche una macchina chiesta da una famiglia che ha perso tutto. Straziante il ricordo di don Benedetto Falcetti delle ore immediatamente dopo il sisma

Amatrice

Don Savino e don Alessandro

Don Alessandro Cirillo insieme a mons. Pompili e don Falcetti

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a terra dell’Agro ha risposto in massa alla richiesta d’aiuto arrivata da Amatrice, e da tutto il Centro Italia, dopo il terremoto che il 24 agosto ha distrutto vite, famiglie e case. Anche la macchina chiesta da don Savino D’Amelio, parroco della cittadina laziale, a don Alessandro Cirillo, è stata trovata. Si tratta di un’utilitaria francese donata da una concessionaria della zona. «Don Savino – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana, don Cirillo – mi aveva chiesto se riuscivamo a recuperare un’auto usata, purché in buone condizioni, da destinare a una famiglia che l’ha persa sotto le macerie. Al nostro appello hanno subito risposto dei benefattori dell’Agro». L’incontro tra il parroco di Amatrice e la delegazione della Caritas nocerinosarnese c’è stato il 5 ottobre, quando a Rieti sono stati scaricati i prodotti per l’igiene raccolti nelle parrocchie dell'Agro nell’immediato post sisma. I materiali sono stati simbolicamente lasciati al vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, a nome della Chiesa nocerino sarnese, guidata dal vescovo monsignor Giuseppe Giudice. Don Alessandro Cirillo in quella occasione ha incontrato il suo omologo, don Benedetto Falcetti. Il sacerdote rietino ha ringraziato per il sostegno e l’affetto ricevuto da ogni angolo della terra. «Nel dolore abbiamo potuto sperimentare una grande grazia e vicinanza. Dalla Polonia, per esempio, ci sono stati donati cinquanta piumini, che abbiamo subito smistato in vista del grande freddo invernale». Nei suoi occhi e nella sua mente girano ancora i ri-

cordi di quelle ore terribili di fine agosto, in particolare di quando ha dovuto occuparsi di un bambino morto per lo spavento: «È stato tragico vedere la fila di morti che venivano tirati fuori. È stato uno strazio il riconoscimento e l’accompagnamento. Il ricordo più straziante è stato chiudere gli occhi a un bambino morto subito dopo essere stato estratto dalle macerie. I vigili del fuoco hanno fatto tanto, perché il piccolo ha pianto fino all’ultimo. Poi però non gli ha retto il cuore, forse per lo spavento. I vigili del fuoco lo hanno deposto ai miei piedi, gli ho dovuto chiudere gli occhi e accompagnarlo con la preghiera. Una cosa che mi ha distrutto». Ma c’è anche la voglia di rinascere: «Sentire una signora che mi ha chiesto del lievito per tornare a fare il pane mi ha riempito di speranza, vuol dire che si può ritornare a vivere». Don Falcetti ha anche incontrato papa Francesco, che il 4 ottobre ha visitato a sorpresa i luoghi del terremoto: «La sua presenza discreta ci ha insegnato come stare vicino alle persone». Davanti alle macerie del terremoto del 24 agosto, don Alessandro ha raccontato le sensazioni della giornata trascorsa tra Rieti e Amatrice: «Siamo qui per ricordare che nella carità e nella solidarietà possiamo dare una speranza a questa gente di ricominciare, così come è stato per noi nel 1998, quando dall’Italia e dal mondo abbiamo ricevuto tanta vicinanza, solidarietà e preghiera. Il grazie per quanto vissuto nel 1998, in occasione della frana di Sarno, si fa impegno per le persone che sono nel bisogno». Salvatore D’Angelo NOVEMBRE 2016 Insieme

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VITA ECCLESIALE

“Ad resurgendum cum Christo”

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ì alla cremazione, no alla conservazione delle ceneri in casa. Questi i due passaggi di “Ad resurgendum cum Christo”, istruzioni della Congregazione per la Dottrina della fede, sulla sepoltura dei defunti, che hanno attirato l’attenzione dei media. L’indicazione più importante dell’Istruzione è dunque che «le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica». Ne consegue che non possano essere disperse nella natura o trasformate in oggetti ricordo o conservate in casa se non in casi del tutto eccezionali. E, all’obiezione che la scelta della propria abitazione sia ispirata ad un desiderio di vicinanza e pietà, mons. Angel Rodríguez Luño, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, risponde così: «Non è la

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motivazione più frequente, ma in qualche caso può essere così. C’è tuttavia il rischio che si producano dimenticanze e mancanze di rispetto, soprattutto una volta passata la prima generazione, così come si può dar luogo a elaborazioni del lutto poco sane». Il documento precisa inoltre che si debbano negare le esequie, se, per ragioni contrarie alla fede il defunto abbia “notoriamente” disposto la cremazione e la dispersione in natura della proprie ceneri.

Le istruzioni della Congregazione per la Dottrina della Fede su sepoltura e cremazione

Nuova Segreteria pastorale Si è insediata la nuova Segreteria pastorale. Il Vescovo ha rinnovato alcuni componenti. Del gruppo fanno parte il vicario generale, mons. Giovanni Iaquinandi, don Antonio Adinolfi, don Vincenzo Di Nardi, don Gerardo Coppola, don Vincenzo Buono, don Giuseppe Ferraioli, il diacono Franco Ferraioli, suor Maria Fara Filippone, i laici Mariarosaria Petti, Anna Spinelli, Salvatore D’Angelo, Carmine Giordano e Angelo Santitoro.


LE OPERE DI MISERICORDIA a cura di Mariarosaria Petti come possiamo vivere al meglio questo Anno Santo? Riscopriamo le Opere di misericordia, lasciamo che la santità di alcune figure esemplari illuminino il nostro agire, valorizziamo tempi e spazi della preghiera personale e comunitaria per rivestirci di misericordia

“Pregare per i vivi e per i morti”

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uale forma migliore dell’arte per ricordare, pregare e scoprire le figure di santità? Da questa intuizione è nata l’idea della diocesi di Bergamo – in collaborazione con il Museo Bernareggi, gli studenti del Patronato di san Vincenzo e l’Accademia della grafica – di proporre un’installazione, dal 20 ottobre fino al 20 novembre, in occasione della festa liturgica dei santi e la commemorazione dei defunti.

zo Bassi Rathgeb donato dagli eredi Rathgeb alla diocesi col preciso vincolo di ospitarvi un museo. Don Giuliano Zanchi – promotore dell’installazione insieme a Paolo Baraldi e Hebert Bussini – ne è il segretario generale. Un progetto a cura della rete dei Musei della diocesi di Bergamo, che nasce con l’ambizione di diventare un appuntamento fisso in occasione della festa liturgica dei santi e dei morti.

Peppino Impastato, Aldo Moro, Paolo Borsellino, Etty Illesum, Nelson Mandela, Giovanni Falcone, Pino Puglisi, Oskar Schindler: sono questi i volti scelti per la Stencil Iconostasis, dal titolo “Forte come la morte è l’amore”. L’opera è in esposizione nel cortile del Museo Bernareggi. La struttura ha aperto nel settembre del 2000 nel rinascimentale palaz-

Nell’Anno Santo straordinario, in questa rubrica, abbiamo ripercorso la vita dei santi che hanno incarnato nel quotidiano le Opere di misericordia. Siamo arrivati all’ultima puntata. Poche righe per raccontare come anche la musica o l’arte possano accendere nell’uomo il desiderio di Dio.

La diocesi di Bergamo ha proposto un’installazione nel cortile del Museo Bernareggi dal titolo "Forte come la morte è l'amore"

Mariarosaria Petti

La Stencil Iconostasis a cura di don Giuliano Zanchi, Paolo Beraldi e Hebert Bussini

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

Amalia sorridente nel giorno del suo compleanno

Il Monastero Santa Maria della Purità, al centro di Pagani, accoglie anziani soli ma può ospitare anche studenti e nuclei familiari in vacanza

Un momento di festa e condivisione con gli anziani ospiti della struttura

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Una casa che accoglie

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iao Amalia, come stai?». «Bene signorina, facciamo la volontà del Signore!». «Dimmi un po’, quanti anni compi oggi?». «91, però non lo dite a nessuno!». Amalia è una piccola nonnina che da un po’ di anni vive nel nostro Monastero Santa Maria della Purità, la cui ala sinistra è da sempre adibita a “Centro accoglienza per anziani”. E non solo. Una fase delicatissima la sua, in cui alterna momenti di delirio a momenti di tranquillità e lucidità durante i quali riesce a descrivere dettagliatamente quella che è stata la sua vita, gli affetti, la sua simpatica storia d’amore. Non è semplice accettare di invecchiare, se poi si vive in una casa per anziani, spesso senza il suppor-

to dei propri familiari, diventa ancora più difficile. Come guardare a quella fetta di futuro che resta e, soprattutto, come far fronte alla solitudine, uno degli scogli più grandi da superare durante questa particolare età? Eppure gli anziani sono una risorsa preziosa che la società dovrebbe proteggere e ascoltare. Piuttosto che allontanarli, quasi come fossero fastidiosi, dovremmo imparare dalla loro semplicità, che ricorda tanto quella dei bambini, e fare tesoro delle loro esperienze di vita che valgono più di mille enciclopedie messe insieme. Papa Francesco ha ricordato che il numero degli anziani si è moltiplicato ma la nostra società non è organizzata per accoglierli con il giusto rispetto, prendendosi cura delle loro fragilità senza mortificarne la dignità. Giuseppe, Anna, Vincenzo, Franco, Giovanni, Giuseppa e la piccola Amalia sono nonnine e nonnini bisognosi di affetto che hanno scelto di venire ad abitare da noi. Insieme a loro si impara che per donarsi non bisogna fare grandi cose, semplicemente basta dare quella parte di calore umano che nella vita viene spesso confina-

to in un angolino del cuore. Si creano legami unici che vanno a confortare la solitudine in aumento, si comprende cosa conta realmente nella vita. Insieme a loro dovrebbero esserci i familiari, per accudirli e renderli felici, invece vivono con noi e sono felici comunque perché hanno trovato un’altra grande famiglia: questa è la nostra grande casa! La sua posizione centrale la rende un punto di riferimento unico per varie tipologie di ospiti: anziani, ma anche giovani studenti fuori sede che hanno bisogno di alloggio o persone in comitiva e nuclei familiari in vacanza. È un posto semplice, ma ricco di storia. Un luogo accogliente e familiare; gli interni sono confortevoli e permettono agli ospiti di usufruire di tutti i servizi essenziali. Abbiamo presentato in maniera essenziale un altro aspetto della nostra vita associativa che realizza in pienezza quanto il Signore ci ha detto: “E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Mt 10,42). Maria Grauso


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Un momento del convegno

Si è svolta a Perugia, lo scorso 6 ottobre, l’Assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio preventivo 2017, cui ha fatto seguito, il giorno dopo, la relazione del Presidente nazionale Anspi, don Vito Campanelli, e un aggiornamento sul progetto “NeetNet Generation”, approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

“Le parrocchie vive hanno un buon oratorio” Le parole pronunciate dal cardinale Gualtiero Bassetti durante il convegno “Oratorio: intreccio di prossimità” svoltosi a Perugia lo scorso 7 ottobre

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rappresentanti dei vari comitati, provenienti da tutta Italia e ospitati presso l’Hotel “La Meridiana”, il giorno successivo hanno partecipato, nella Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni – Sede legislativa della Regione Umbria, ad un Convegno dal tema “Oratorio: intreccio di prossimità”. In questa occasione sono stati presentati due testi: “Educazione alla prossimità: l’oratorio come ambiente di crescita integrale” e “Progettazione, Gestione e Coordinamento dell’Oratorio” editi dalla Casa editrice Franco Angeli e frutto delle attività del Corso di perfezionamento in progettazione gestione e coordinamento dell’oratorio organizzato dall’Università degli Studi di Perugia. Il corso. È doveroso sottolineare alcuni degli obiettivi che il Corso si prefigge: perfezionare le competenze di base nella realizzazione, gestione e coordinamento di un progetto

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d’Oratorio; migliorare le competenze psico-pedagogiche in merito alla relazione educatore-ragazzo. Valido strumento per la crescita e lo sviluppo dell’oratorio, questa esperienza ha colto e farà emergere le caratteristiche esclusive di questo contesto educativo di cui le comunità ecclesiali italiane sono attente promotrici e sostenitrici. Gli interventi. Davvero notevoli gli interventi dei tanti relatori presenti. Il prof. Sergio Angori dell’Università di Siena ha approfondito il tema dei contesti inter-generazionali dell’oratorio, definendolo “luogo che permette di ampliare l’orizzonte”; mentre il prof. Pierpaolo Triani dell’Università Cattolica di Milano e Piacenza, affrontando il tema “I contesti nei quali opera l’Oratorio”, ha definito lo stesso “luogo per abitare il mondo”. Il convegno è proseguito con gli interventi dei professori Falcinelli e Moschini

dell’Università di Perugia, entrambi hanno illustrato il loro lavoro utilizzando gli abstract delle tesi dei corsisti delle tre edizioni precedenti del Corso di perfezionamento. Incoraggianti e toccanti le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, che ha esortato tutti a credere, sperare e andare avanti anche nelle difficoltà che a volte si incontrano all’interno delle comunità. “Una parrocchia viva la si riconosce dalla presenza di un buon oratorio”, ha concluso. Al temine delle relazioni, dopo un breve coffee break, i numerosi partecipanti si sono suddivisi in vari gruppi, a seconda dell’ambito di interesse, per la partecipazione ai work-shop: Aspetti pedagogici-metodologici del fare educazione in oratorio; L’intervento educativo nei contesti a cui si rivolge l’oratorio; Persona e fede: l’identità a cui si rivolge l’Oratorio.


Sposa, naturalmente bella

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

S. S. Simone e Giuda Nocera Inferiore

Dieci anni di sacerdozio

I

l 17 settembre la comunità parrocchiale con affetto ed emozione si è stretta intorno al parroco, don Carmine Vitolo, per festeggiare i suoi dieci anni di ordinazione presbiterale. In tanti hanno voluto partecipare al gioioso evento, condividendo intensi momenti di spiritualità, che hanno contraddistinto la celebrazione delle Messa vespertina. Durante l’omelia, don Carmine ha ringraziato il Signore per il dono del sacerdozio ma soprattutto per essere stato chiamato a seguirlo in maniera diretta e completa, sottolineando la ricorrenza della festa dell’esaltazione della Santa Croce. «Ogni giorno – ha spiegato don Carmine – dobbiamo sentirci chiamati, traducendo la Parola di Dio in gesti concreti d’amore». Al termine della Santa Messa, la comunità ha festeggiato don Carmine con un momento di convivialità, ringraziandolo della sua umanità, nutrita dal messaggio cristiano, della sua forte carica di carità e della sua quotidiana disponibilità offerta nella più assoluta riservatezza all’intera comunità. Maria Bonfiglio

Don Carmine Vitolo alla festa per il decimo anniversario di ordinazione presbiterale

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La statua di san Francesco portata in processione

Santa Maria dei Bagni Scafati

Per le strade con Francesco

A

nche quest’anno come gli anni passati la comunità di Bagni per la festa di san Francesco si è impegnata a portare un po’ del Santo nelle vite degli scafatesi. Il tutto è iniziato il 25 settembre con il novenario in preparazione alla festa: il parroco si è recato nelle varie contrade per la celebrazione eucaristica. Il lunedì successivo è stata celebrata la liturgia del transito di san Francesco, ovvero un momento di preghiera teso a ricordare la morte del Serafico Padre. Il giorno seguente una processione ha accompagnato con musica e preghiera il Santo per le strade della parrocchia. La festa si è conclusa domenica in piazza, dopo il rientro della statua in santuario, durante la quale la Gi.Fra. e l’Ofs si sono impegnati nella vendita della pizza. Con l’aiuto della comunità e della famiglia francescana è stata una festa sentita da tutti e sicuramente ricca di spiritualità. Maria Concili


Santa Maria Addolorata San Potito di Roccapiemonte

Una giornata al Convegno nazionale

N

on è stata una gita. Quel piccolo bus che s’inerpica per le stradine tortuose, sulla costa sorrentina, raggiunge Pacognano, “depositando” presso l’Hotel Soggiorno Salesiano il piccolo gruppo della Fraternità di San Potito. Ogni anno l’Ordine dei Servi di Maria organizza un Convegno nazionale, aperto a frati, suore, laici e quanti zelano il carisma dei Servi. Ed i nostri non sono mancati all’appuntamento, almeno per l’intera giornata del 3 settembre 2016. Una riflessione corale sulla preghiera “Signore, insegnaci a pregare”, come recita il tema. Con la partecipazione di relatori importanti, come Gennaro Matino di Napoli e lo stesso arcivescovo Franco Alfano che ha dato anche il tocco di familiarità all’incontro, perché conosciuto benissimo dai nostri. «Saper pregare vuol dire dialogare con Gesù, rapportarmi con Lui nella maniera più semplice e soprattutto operare, anche nel sociale, dove serve» come ha commentato Alessandra, membro della nostra comunità, presente a Vico Equense. Don Natalino Gentile

Mons. Franco Alfano alla celebrazione eucaristica

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

Segni di una Chiesa in uscita

«G

ratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date», questa è la frase, tratta dal vangelo di Matteo, che è stata scritta sulle bisacce che don Giuseppe Perano ha voluto donare agli operatori pastorali domenica 9 ottobre durante la celebrazione del mandato per il servizio svolto nella comunità parrocchiale di san Michele Arcangelo. La bisaccia, segno del cammino di cui tutti gli operatori devono essere testimoni nel mondo, l’agenda pastorale parrocchiale, poi, segno di comunione: questi i simboli consegnati alla fine della Santa Messa ai fedeli operatori. La nuova squadra “San Michele”. Nata recentemente la nuova squadra calcistica "San Michele" composta da adulti della parrocchia nocerina. Tale aggregazione è parte del C.S.I. cavese affiliato ad Avvenire. Una realtà associativa importante che è simbolo di comunità cristiana, che attesta la necessità di vivere e riscoprire la fede attraverso una passione comune. Grazie alla disponibilità di don Giuseppe Perano i fedeli hanno la possibilità di allenarsi nel campetto della parrocchia in vista del torneo al quale prenderanno parte. Federica Pepe

La squadra “San Michele”

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NEWS DALLE PARROCCHIE Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

San Sebastiano Martire Sarno

Un nuovo anno sulle orme di Gesù

Tre volte grazie

È

L’

iniziata la scuola, è arrivato l’autunno e dopo la pausa estiva è tempo di riprendere le attività parrocchiali. Lo scorso 8 ottobre nel centro parrocchiale “Maria Madre del perpetuo Soccorso” i bambini del catechismo e del dopo comunione, a seguito di un momento di preghiera, hanno inaugurato il nuovo anno parrocchiale con giochi, musica e zucchero filato. I piccoli con delle riflessioni hanno affidato tutto nelle mani del Signore: le azioni, le parole, i loro pensieri e la loro volontà. Hanno chiesto espressamente di camminare insieme alle catechiste e ai compagni per accostarsi al sacramento dell’Eucaristia e nel loro piccolo hanno volontà di apprendere e imparare dalle testimonianze di Gesù. Il nostro parroco don Gerardo Coppola ricorda loro di essere presenti a Messa e al catechismo con gioia e perseveranza e sottolinea ai genitori di non trascurare l’amore di Dio. «Trasmettere la fede ai figli, con l’aiuto di altre persone e istituzioni come la parrocchia, la scuola o le associazioni cattoliche, è una responsabilità che i genitori non possono dimenticare, trascurare o delegare totalmente». Con queste parole di papa Francesco, don Gerardo ha concluso spiegando che il suo compito, insieme a quello delle catechiste, è quello di far crescere i bambini nella fede, quella stessa fede che i genitori hanno trasmesso loro nel giorno del battesimo. Dina Grimaldi

I bambini che quest’anno intraprenderanno il cammino del dopo Comunione

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ingresso, nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire in Sarno, sita al Corso Umberto I, di don Ciro Zarra è stato preparato dal parroco uscente don Domenico D’Ambrosi. Questo giovanissimo parroco non era sconosciuto alla comunità. In attesa della nomina ufficiale, i fedeli già avvertivano la sua venuta. A pochi giorni dal suo arrivo, possiamo dire che don Ciro è uno di noi. Dedica il suo tempo a tutti, accoglie tutti e va da tutti. Il suo modo di muoversi con determinazione e pacatezza fa sentire nell’aria un profumo di serenità. Nel momento stesso in cui pensa, agisce. Non sta a guardare, cammina insieme a noi e ci sprona a dare il meglio. Dobbiamo dire grazie al nostro vescovo Giuseppe Giudice per avercelo inviato, grazie a don Domenico per il tempo, seppur breve, dedicato a tutti noi con amore e familiarità, e grazie al nostro don Ciro che con la sua innata umiltà ci sta insegnando che le persone più importanti sono i bambini, che non si preoccupano di essere superiori agli altri. In lui traspare il comportamento di Gesù. La comunità parrocchiale

L’ingresso di don Ciro Zarra


Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

La gioia per la canonizzazione

“V

orrei che anche la mia ombra potesse far del bene”. È la frase più volte ripetuta da sant’Alfonso Maria Fusco, che decorava il foulard bianco e blu, segno distintivo per riconoscere i fedeli della parrocchia – e non solo – tra i quali non poteva mancare suor Maria Fara, figlia della Congregazione delle Suore Battistine, tra gli ottantamila accorsi alla Messa di canonizzazione del sacerdote angrese insieme ad altri sei novelli santi, presieduta da papa Francesco, in piazza San Pietro il 16 ottobre scorso. Il giro dell’intera piazza a bordo della papamobile a fine celebrazione, ha reso stupefacente il ricordo di fotografare e filmare, a pochi metri, il 266º successore di Pietro. Altro momento particolare per i fedeli è stato l’aver attraversato tutti insieme la Porta Santa della maestosa Basilica pontificia, ottenendo così il dono dell’Indulgenza plenaria nello straordinario anno giubilare della Misericordia. Infine, consumato il pranzo a sacco in piazza, il viaggio di ritorno dei fedeli è stato accompagnato da canti e preghiere di ringraziamento al Signore. Livia Rossi

Don Massimo Staiano, suor Maria Fara ed i fedeli in piazza San Pietro

FOTONOTIZIA Il 2 ottobre don Carmine Cialdini ha benedetto il nuovo giardino della parrocchia Sant’Alfonso di Sarno.


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Mons. Pietro Milite spegne 46 candeline, il 16 novembre; don Romualdo Calcìde festeggia 44 anni, il 17 novembre; diac. Salvatore Verdoliva compie 51 anni, il 20 novembre; don Giuseppe Pironti spegne 33 candeline, il 21 novembre; don Flaviano Calenda festeggia 68 anni, il 23 novembre; don Giovanni Orlando compie 76 anni, il 25 novembre; nello stesso giorno don Alfonso Santoriello spegne 51 candeline. Affinché il Signore continui ad illuminare il vostro cammino e vi doni la forza di guidare il vostro gregge ancora a lungo. Auguri!

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

Auguri speciali

Auguri di buon compleanno a Nunzio Desiderio (responsabile dell’Ufficio per le Confraternite), che festeggia il compleanno, il 28 novembre. Auguri a Dina Coppola e a Ornella D’Auria, dipendenti della Cooperativa Priscus, per i loro compleanni, il 9 e il 19 novembre. Gli auguri più sinceri dalla famiglia della Curia diocesana.

Maria Carmela e Espedito

Giuseppe Seccia (S.S. Apostoli Simone e Giuda, Nocera Inferiore) compie 74 anni, il 7 novembre; Maria Ermelinda Di Lieto (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) festeggia il compleanno il 9 novembre; Laura Della Casa (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) compie gli anni l’11 novembre; il prof. Raiola (San Sisto II) compie 70 anni, il 22 novembre; Andrea Pappacena (S. Alfredo, Sarno) spegne 65 candeline, il 25 novembre; Livia Rossi (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) compie 24 anni, il 30 novembre. Alle nostre preziose sentinelle, auguri di ogni bene: che i vostri sogni possano realizzarsi.

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È nato il 3 ottobre Alfonso Maria: auguri a mamma Anna Chiara, papà Gennaro e al fratellino Giovanni. Fiocco rosa in casa Giordano: è nata il 14 ottobre Anna, auguri a papà Carmine, mamma Tiziana e al fratellino Salvatore.

Alfonso Maria

Anna

Silvana Sirica

La comunità parrocchiale di San Sebastiano (Sarno) formula i migliori auguri a: Gabriella e Andrea, che hanno festeggiato 25 anni di matrimonio lo scorso 30 settembre; agli sposi Laura Sorrentino e Mario Testa; alla piccola Silvana Sirica, che ha ricevuto il sacramento del battesimo il 16 ottobre scorso.

padre Damiano Antonino, il 29 novembre. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Auguri a Maria Carmela Petrosino ed Espedito Esposito: il 7 ottobre hanno pronunciato il loro “sì” davanti a Cristo. Siate sempre piccola Chiesa domestica.

Cordoglio È scomparso lo scorso 5 ottobre, don Gerardo Rosolia, cappellano della Chiesa del Santo Bambino di Praga, a Pagani. Si è spento lo scorso 9 ottobre, ad Angri, il dott. Pino D’Ammora, che per Insieme ha curato una rubrica dedicata all’economia etica. Un persona perbene che ha lasciato molti semi nel suo passaggio sulla terra. Nella preghiera assicuriamo la vicinanza spirituale alle famiglie, affidandoli al Padre buono e mirericordioso.


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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

Foto di gruppo del campo estivo a Cetraro, presso la Colonia San Benedetto gestita dalle suore Battistine

La sfida educativa

È

sempre più difficile annunciare il Vangelo ai giovanissimi in questa nostra società permeata dai mass media e dai social network. Strumenti che se utilizzati bene hanno i loro vantaggi, ad esempio ricordare ai ragazzi gli appuntamenti settimanali in parrocchia. Vivo a contatto con i ragazzi da dieci anni e posso dire che è la testimonianza di vita che mi permette di annunciare la Sua Parola. I ragazzi si fidano e si affidano alla mia persona perché sono un testimone credibile. Il cammino condiviso in Azione Cattolica, per maturare insieme, ci permette di rafforzare le nostre qualità e fa venire fuori la bellezza che nascondiamo dentro. Accade a volte che i ragazzi siano feriti negli ambienti che fanno parte del loro quotidiano. Hanno tuttavia la certezza che noi educatori siamo lì, pronti ad accoglierli per risollevarli, con la mano protesa per aiutarli a rialzarsi. Certo, dire di sì comporta impegno e anche tanto sacrificio, ma i frutti nel tempo si vedono: sono tante le esperienze vissute insieme, come i campi estivi, l’ultimo in particolare ha avuto luogo a Cetraro, presso la Colonia San Benedetto gestita dal-

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le suore Battistine. Un’esperienza vissuta con entusiasmo ed energia da più di trenta ragazzi. Quello che mi ha stupito e reso felice è la scelta di vivere con gioia momenti di “deserto”, di silenzio e riflessione personale. I momenti vissuti durante il campo permettono ai ragazzi di rafforzare il loro rapporto di amicizia, di fare nuove conoscenze e sperimentare la bellezza di vivere con il Signore. I giovanissimi sono parte attiva della vita parrocchiale, anche grazie al legame con il parroco don Antonio Mancuso, il quale ci coinvolge in numerose attività. Ad esempio, ha chiesto ai ragazzi di partecipare alla preparazione dei pacchi per i terremotati di Amatrice. In questo periodo di fermento per la canonizzazione di don Alfonso Maria Fusco, abbiamo distribuito a tutte le famiglie del nostro quartiere volantini e coriandoli da lanciare durante la processione solenne. La Chiesa ha un ruolo di primo piano nella formazione delle nuove generazioni, che passa per le comunità parrocchiali e si serve della nostra disponibilità. Nessuno può tirarsi indietro. Antonella Malafronte

L’esperienza di Antonella, sposa e mamma, educatrice di Azione Cattolica nella comunità SS. Annunziata e Santa Maria del Carmina di Angri I giovanissimi con gli educatori, suor Monica Spadaro e don Antonio Mancuso

Insieme al parroco per la canonizzazione di sant’Alfonso Maria Fusco


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE

I balli proposti ad apertura del nuovo anno oratoriano

I giovanissimi insieme al parroco don Giuseppe Perano

Trova il tempo Prende il via dal sussidio invernale targato ANSPI il cammino della comunità parrocchiale San Michele Arcangelo a Nocera Superiore

P

er l’anno 2016-2017, l’ANSPI ha proposto la rilettura della vita di madre Teresa di Calcutta per vivere a pieno il Giubileo della misericordia, proposto dal Santo Padre. Canonizzata lo scorso 4 settembre, questa donna coraggiosa e disinteressata ha insegnato al mondo l’amore per i poveri e il valore del tempo. È importante riuscire a fare spazio nella propria vita per chi ha bisogno, per quanti non hanno ancora ricevuto il dono della fede, per condividere con gli altri gioie e dolori, felicità e preoccupazioni. Il cammino della parrocchia San Michele Arcangelo sarà cucito su quest’interessante sussidio. Sabato 8 ottobre si è tenuto l’appuntamento di inizio anno oratoriano, arricchito da tanti piacevoli incontri: piccoli e grandi in un unico connubio fatto di gioia ed entusiasmo. Alcuni ragazzi, chiamati a vivere l’ultimo anno nel gruppo 12-15, hanno iniziato un cammino per formare nuovi educatori e testimoni di fede. Durante questo primo incontro si sono esibiti in balli che avevano come tema la vita di madre Teresa. Le diverse esperienze. Alla vigilia di una nuova avventura educativa, abbiamo chiesto loro cosa si prova nell’essere investiti da tale responsabilità. «Un cammino intrapreso con felicità e sicurezza ci fa essere fieri di

ciò che siamo diventati» affermano Martina e Federica con gioia. «Un’esperienza che ci farà crescere e maturare, non è facile, ma è stupendo conoscere piccoli e grandi volti, spero tanto di continuare al meglio» sostiene Adriana. «Le responsabilità sono tante, ma è di una felicità assurda veder sorridere tutti quei bambini durante le bellissime attività che vengono loro proposte» afferma Annamaria entusiasta. «Sono fiducioso, spero di diventare un bravo educatore, i bambini trasmettono serenità» commenta Valerio. «Un’emozione unica, non vorremmo mai tradire la fiducia di chi ha creduto e crede tanto in noi», queste le parole di Giorgia. «Stare a contatto con i bambini non è affatto semplice, ma tutto può essere semplificato lavorando insieme con amore» dichiara Clara. «Questa è l’esperienza più bella in assoluto. Grazie a chi ci ha supportato finora, seppur tra alti e bassi, stiamo diventando persone migliori» sostiene Vincenzo. In ogni cammino vi sono paure e ostacoli, ma la gioia di servire il Signore e diventare suo strumento supera anche gli scogli più grandi. Federica Pepe NOVEMBRE 2016 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola

Alcune immagini della vestizione

Dono per gli altri A partire dallo scorso 2 ottobre, gli operatori parrocchiali della comunità San Sisto II in Pagani hanno rinnovato il loro mandato. Abbiamo intervistato don Giuseppe Pironti per comprendere meglio il valore di questo servizio Qual è l’essenza dell’operatore pastorale?

«San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi (12, 4-6), afferma che “Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito. Vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore. Vi sono diversità di attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti” (1 Cor 12,4-6). È condensata qui l’essenza dell’operatore pastorale, invitato dal parroco a svolgere un servizio nella comunità e per la comunità parrocchiale, senza mai dimenticare tuttavia che è Cristo a scegliere gli operatori come suoi discepoli, donando loro i suoi doni e carismi». Qual è il fine dell’attività di un operatore pastorale?

«Pur svolgendo la propria attività in diversi ambiti, tutti gli operatori dovranno tendere, con il dono di sé agli altri, a far conoscere Dio che opera tutto in tutti». Con quale criterio un sacerdote sceglie i suoi collaboratori?

«Far conoscere Dio. È con questo spirito che all’inizio di ogni anno pastorale il parroco rinnova il mandato a chi condivide insieme a lui la responsabilità dell’annuncio ed invita altri a mettere a disposizione il proprio tempo e i talenti ricevuti in dono».

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Il servizio incarnato Le esperienze di Michelangelo, Francesca ed Elena

«Q

uando ero bambino – afferma il “novizio” Michelangelo – guardavo con fierezza e ammirazione i miei educacuori e speravo che un giorno sarei potuto essere uno di loro. Alla chiamata di don Giuseppe ho risposto con gioia, perché era ciò che il mio cuore desiderava. Sono solo all’inizio di un cammino che sicuramente non sarà semplice, perché richiederà tempo, impegno, costanza e rinunce, ma la bellezza di trasmettere ai bambini ciò che io ho ricevuto ripagherà i miei sacrifici». Racconta Francesca: «Essere “animacuore” significa farsi dono, lasciarsi coinvolgere, spendersi, armati della speranza di scommettere su quello che non si vede. Quando sono con i ragazzi, le loro parole, le domande, i dubbi, le loro opposizioni fortificano la mia fede ricordandomi Chi c’è alla base di tutto. È un impegno importante al quale non si possono dedicare piccoli ritagli del nostro tempo, ma ne vale davvero la pena!». Elena, catechista, confida: «Quando senti il tuo nome pronunciato dal parroco, avverti una forte emozione, ma anche la paura di non essere all’altezza. Poi, ti pare di sentire Dio Padre che ti dice: Sì, Elena, ho bisogno di te per indirizzare i bambini che ti affido sulla strada della vera conoscenza. Allora ti dai da fare per conquistare la loro fiducia e, quando ci riesci, ti senti gratificata dalla loro curiosità di sapere ancora di più sulla Persona che cerchi di far conoscere». La Redazione


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO 29 giugno 2002: riapertura antica chiesa parrocchiale

10 ottobre 2003: apertura anno Mariano Straordinario parrocchiale per il 150esimo della statua della Madonna Addolorata

S

ono trascorsi ventidue anni da quando don Gaetano Ferraioli ha fatto il suo ingresso nella nostra comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie a Casatori: era il 15 ottobre 1994. Ventidue anni di grazia: quando in una parrocchia c’è un parroco che guida, accompagna, sostiene e fa propri i pesi della comunità e dei singoli, si può davvero affermare di aver vissuto un tempo di grazia. Ventidue anni non sono pochi, eppure sono volati in un battito di ciglia. Se ci fermiamo a fare memoria grata di tutto quello che abbiamo vissuto insieme, ci accorgiamo che è davvero trascorso tanto tempo: anni, mesi e giorni spesi bene. Ripercorrendo a ritroso il cammino, ci si ritrova più giovani, forse con più entusiasmo, ma meno saggi. Ed è proprio grazie a questa maggiore consapevolezza che ora apprezziamo e comprendiamo molte scelte ed esperienze vissute insieme. Gettare uno sguardo sul passato non significa rimpiangerlo, al contrario, desideriamo rendere lode a Dio per quanto ha seminato attraverso le nostre mani: le attività con i ragazzi

17 aprile 2003: lavanda dei piedi al seminarista Salvatore Mosca

Ottobre 2004: soggiorno climatico anziani a Misano Adriatico Superiora suor Elvira Fiumarella

dell’A.C.R., i campi scuola, i ritiri, la pastorale per gli ammalati e gli anziani, i momenti di preghiera, le veglie, le feste parrocchiali, le celebrazioni liturgiche, il centro di accoglienza per gli alluvionati del 1998, la riapertura dell’antica chiesa e tanti altri eventi. Impossibile riassumerli tutti. Così, lo scorso 15 ottobre, la comunità si è ritrovata per la Celebrazione eucaristica e l’offerta del cero alla Vergine Addolorata, donato, questo mese, dal gruppo adulti di Azione Cattolica. È stato bello riscoprirci famiglia, nonostante le difficoltà, i confronti, gli scontri e le scelte personali. Perché l’unica cosa che conta e rimane per sempre è l’amore per la propria comunità, quel legame che fa di noi una famiglia e di don Gaetano un padre, un fratello maggiore, una guida spirituale, un ministro del Signore sempre pronto a rinnovare il suo sì, a rimettersi in gioco, a rimanere accanto. Ringraziamo il Signore per questo tempo di grazia e per quanto vorrà ancora donarci. Auguri di cuore a don Gaetano. Marina Longobardi

“Festa del ciao” - ACR 2015

27 ottobre 2012: inaugurazione campetti polifunzionali parrocchiali

Tempo di grazia Il 15 ottobre del 1994, la parrocchia Santa Maria delle Grazie a Casatori fu affidata alla cura pastorale di don Gaetano Ferraioli. La comunità ha ringraziato il Signore per questi ventidue anni di grazia con una Celebrazione eucaristica

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

La delegazione indiana delle Suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue in visita alla nostra parrocchia

«C

arissimo Padre Roberto Farruggio, come state voi e come stanno i bambini di parrocchia e di scuola elementare che sono amici di bambini di Vijavada, scuola elementare in India? Suore tutte quante e bambini della scuola in India vi salutano a nome di Gesù Bambino». Così comincia la lettera consegnata lo scorso luglio dalle Suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue che vivono nella lontana (eppur vicina) India, venute con le consorelle di Pagani in visita alla parrocchia di Maria SS. di Costantinopoli. Laddove la forma manca, si presenta forte lo spirito di chi scrive e diventa chiaramente visibile il filo che unisce un quartiere di Nocera Superiore e quel villaggio indiano. Tutto è nato lo scorso Natale quando parte dei fondi, raccolti dal Comitato genitori del II Circolo di Nocera Superiore col Mercatino della Solidarietà, viene devoluto alla parrocchia Maria SS. di Costantinopoli per contribuire alle missioni indiane che la comunità sostiene da anni. Anche don Giuseppe Perano della parrocchia di San Michele Arcangelo appoggia l’iniziativa e la cifra è devoluta per la missione di

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QUEL FILO CHE CI AVVICINA ALL’INDIA Vijavada, in Andhra Pradesh. Quella lettera ha aperto le giornate del 4 e 5 ottobre. Ad ascoltare c’erano gli stessi bambini e i rappresentanti di classi e sezioni che a Natale avevano mostrato tutta la loro generosità. Portavoce del saluto indiano, don Roberto ha ricevuto la calorosa accoglienza della Dirigente scolastica, dott.ssa Luisa Diana Motti e la totale attenzione del giovanissimo pubblico che, coinvolto nella presentazione di foto scattate nel villaggio e dal racconto del sacerdote, ha fatto esperienza concreta dei frutti portati dalla loro donazione. La cifra versata, infatti, ha permesso la ripresa dei lavori di costruzione di una scuola e ha ridato ai piccoli indiani aule in cui poter sviluppare nuove competenze da utilizzare nella costruzione di un futuro migliore. «È bello che questi bambini si interessino di questi “fratelli lontani” – ha commentato don Roberto con le insegnanti – poiché quando un giorno vivranno l’incontro con “lo straniero” che arriva anche nel nostro Paese, i loro occhi vedranno solo un altro fratello». Maria Rosaria Spiezio

I ringraziamenti delle Suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue per i bambini dei II circolo di Nocera Superiore. A Natale erano stati raccolti fondi inviati alla missione in India che la comunità Maria SS. di Costantinopoli sostiene


Presenti

Il seminarista Fabio Senatore (nella foto a destra) durante la Messa di canonizzazione del 16 ottobre, presieduta da papa Francesco. Insieme a lui hanno svolto il servizio liturgico Francesco Amarante (Sant’Antonio di Padova, Orta Loreto) e Mattia D’Antuono (San Giovanni Battista, Angri)

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l 16 ottobre 2016 è stato iscritto nell’albo dei Santi il Beato Alfonso Maria Fusco, sacerdote diocesano di Angri vissuto poco più di un secolo fa. La nostra parrocchia era presente in Piazza San Pietro con un gruppo di 40 persone. Sant’Alfonso Maria si distinse per lo zelo e la diligenza nell’amministrare i sacramenti, in particolar modo la riconciliazione nella quale mostrava tutta la sua paternità. Si dedicava all’evangelizzazione del popolo con una predicazione semplice ed incisiva. Aveva un sogno nel cuore: durante gli anni di seminario, una notte, sognò Ge-

sù Nazareno che gli chiese di fondare, appena ordinato sacerdote, un istituto di suore e un orfanotrofio maschile e femminile. Il 25 settembre 1878 fondò ad Angri la Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista che accoglie, ancora oggi, in 17 Paesi del mondo, bambini e giovani di ogni ceto sociale con il solo scopo di “vivere la relazione sponsale con Gesù di Nazareth al servizio dei piccoli e dei poveri e, come San Giovanni Battista, preparare le sue vie”. Doppia gioia quel giorno. Fabio Senatore, seminarista figlio della nostra comunità che svolge il suo a-

postolato nella parrocchia della Santissima Annunziata ad Angri, ha svolto il servizio liturgico durante la celebrazione presieduta dal Santo Padre. La nostra parrocchia ha partecipato anche alla santa Messa del 22 ottobre, presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e alla processione con le spoglie del santo per le strade di Angri domenica 23 ottobre. La santità di Alfonso Maria Fusco possa affascinare i giovani e suscitare numerose vocazioni sacerdotali. Sem. Antonio Padovano Sorrentino

40 persone della comunità hanno partecipato alla canonizzazione di Alfonso Maria Fusco mentre Fabio Senatore, seminarista, ha svolto il servizio liturgico

«A volte basta solo un po’ di buona volontà» L’esperienza di alcune ragazze della comunità

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Foto Salvatore Alfano

uando don Roberto ci ha parlato della canonizzazione di Alfonso Maria Fusco, sacerdote di Angri che ha speso la sua vita nel servizio dei poveri e degli orfani, pur provando una grande gioia, abbiamo risposto che non saremmo potuti andare a Roma perché il prezzo del viaggio era troppo alto per noi. Nel cuore c’era il desiderio di prendere parte a questo giorno indimenticabile per la nostra Chiesa locale, così don Roberto ci ha proposto di organizzare una pesca di beneficenza per autofinanziarci. Abbiamo seguito il suo consiglio. Oltre alla pesca, abbiamo preparato dolci che abbiamo distribuito tutti i giorni dopo la Messa. Non ci credevamo molto, non pensavamo di riuscire a centrare l’obiettivo ma la comunità è stata il nostro supporto e la nostra forza mentre don Roberto ci ripeteva che non dovevamo arrenderci. Sabato 15 ottobre siamo partite per Roma e abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile che ha rinsaldato il legame tra noi e con la comunità parrocchiale. Questa nostra esperienza è la dimostrazione che nulla è impossibile. Martina Di Nicola

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

“Mission Possible”

Una toccante immagine di padre Aldo

Verona: ECCOCI La comunità di Poggiomarino ha partecipato all’incontro mondiale dei laici Stimmatini, nel bicentenario della fondazione della congregazione fondata da san Gaspare Bertone

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na delegazione di Poggiomarino ha partecipato al meeting internazionale dei Laici Stimmatini in occasione del bicentenario della fondazione della congregazione fondata da san Gaspare Bertone. Presenza fortemente voluta da padre Aldo D’Andria, con l’assistenza materiale e spirituale di don Bruno Montanaro. L’internazionalità era ben rappresentata: c’era l’America del Nord con un gruppo di Statunitensi, quella del Sud, più corposa, col gruppo dei Brasiliani e quello dei Cileni, le Filippine, il Sud Africa, il Botswana e, infine, Poggiomarino, in verità unici rappresentanti delle due Province italiane. È stato bello sentir pregare in lingue diverse l’unico Padre Nostro, Cristo Gesù e la Vergine Santissima. Prezioso il lavoro di traduzione di padre Taddeu e padre Claudio. Poggiomarino si è unita al gruppo la sera del 12 settembre, a Sezano, in provincia di Verona. Abbiamo vissuto due giorni di testimonianze e riflessioni davvero ricche. Don Gianni Piccolboni, provinciale degli Stimmatini del Nord, ha detto: «Vogliamo riscoprire la presenza laicale non solo come forma di collaborazione, molto positiva e importante, ma come compartecipazione al carisma e alla spiritualità del Bertoni». Carisma che può essere sintetizzato in tre raccomandazioni: il laico stimmatino pone Cristo Crocifisso e Risorto (le Stimmate) al centro della sua vita, coltiva una spiritualità sponsale con il Signore e si sente chiamato ad essere collaboratore di Dio per la salvezza del mondo, sull’esempio dei Santi Sposi. Filippo Filosa

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Padre Roger Evangelista Rodrigues, 29 anni festeggiati a Poggiomarino, è l’ultimo in ordine cronologico dei 150 sacerdoti stimmatini brasiliani, Paese in cui arrivarono i primi missionari italiani 110 anni fa. Di lui ricorderemo la concretezza. Padre Donato Lovito, “cuore lucano”. Dalla Basilicata alle Filippine dove ha collaborato con l’indimenticabile don Danilo, fino alla nuova frontiera missionaria Stimmatina: l’Indonesia. Sull’isola di Flores sorge un seminario che accoglie 1000 ragazzi. Padre Vincenzo Sirignano è il nuovo parroco di Santa Maria della Speranza a Battipaglia. La prima (fondata 75 anni fa) e più importante parrocchia della Provincia del Sud. Insieme a lui, un altro poggiomarinese, padre Antonio Maria Finelli. Suor Giusy Allia, contemplativa e allegra allo stesso tempo. Viene dalla missione thailandese, la terra del sorriso, lo stesso che ha donato a chiunque l’ha conosciuta, in particolare ai ragazzi delle “palazzine”. Ritorna in Calabria ma lascia qui un pezzo di cuore. Suor Olimpia Rotondi, 86 anni di gioia e amore, ritorna a Poggiomarino dopo il saluto di suor Giusy Allia. Un “sì” salutato da tutti i fedeli con un grande affetto.


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA

I genitori di Claudio, don Andrea Annunziata e Lorenzo Selice, responsabile Caritas parrocchiale

L’abbraccio di Claudio e Sunday

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uesta è la storia di un sogno diventato realtà, di un muro abbattuto, di una stalla diventata casa, di una grande sofferenza trasformata in speranza. Questa è la storia di una comunità che si “allarga”, una comunità che tra commozione, entusiasmo e un pizzico di orgoglio, sotto il cielo stellato del 26 settembre, ha battezzato con la presenza del Vescovo e del direttore della Caritas diocesana don Alessandro Cirillo una nuova struttura che ospiterà la Caritas parrocchiale. La parrocchia sceglie di dare, così, all’area della testimonianza il volto accogliente di una casa. Attraverso piccoli e grandi sacrifici dell’intera comunità abbiamo dato nuova vita ad una vecchia abitazione che affaccia nel parcheggio della parrocchia. Diventerà la sede del Centro di Ascolto foraniale per la famiglia, che nasce dalla partecipazione della nostra parrocchia al Progetto Legami della Caritas diocesana, del centro distribuzione Caritas e del doposcuola. Questa è anche la storia di due giovani, Sunday e Claudio. Claudio è un ragazzo brillante, dalla spiccata sensibilità e bontà d’animo, giovane biologo, amico di tutti che alla soglia dei trent’anni ha lasciato questa terra, stroncato da un melanoma. La famiglia e gli amici più cari hanno avviato una raccolta fondi per realizzare, in sua memoria, opere di beneficienza.

Sunday è un ragazzo nigeriano di diciannove anni, sbarcato un anno e mezzo fa sulle coste italiane, in tasca la speranza in un futuro migliore. Dopo aver trascorso un anno in un centro per la prima accoglienza di Asti, arriva a Nocera. Inizialmente è ospitato da un amico in un’abitazione di sole due stanze insieme ad altri cinque ragazzi. Arriva al Centro di Ascolto della parrocchia su segnalazione dei servizi sociali del comune di Nocera Inferiore, ha bisogno di aiuto per ottenere documenti. Inizia a cercare un alloggio perché non poteva più stare con gli amici. Ma Sunday aveva già conquistato il nostro cuore con il suo sorriso contagioso e gli occhi che celano un po’ di malinconia. Così abbiamo deciso di ospitarlo. I lavori già avviati hanno subito qualche stravolgimento. La vecchia stalla dell’abitazione è stata trasformata, con il contributo della famiglia e degli amici di Claudio, in una piccola casa per Sunday. Nasce, così, il punto accoglienza “La casa di Claudio”, inaugurata nel giorno in cui il giovane avrebbe compiuto trent’anni, sotto gli occhi lucidi della famiglia, degli amici e della comunità intera.

Lo scorso 26 settembre, la comunità San Giovanni Battista in Cicalesi ha inaugurato la struttura che ospiterà il Centro di Ascolto foraniale per la famiglia. Al suo interno sorge il punto di accoglienza “La casa di Claudio” Sunday insieme ad Antonio Caldarese, amico di Claudio

Liturgia della benedizione: mons. Giuseppe Giudice insieme a don Andrea

Quella piccola casa è un pezzo di cielo qui sulla terra che ci parla di Claudio e di giovani come Sunday a cui verrà offerta accoglienza e ridata speranza. Rosaria Caldarese NOVEMBRE 2016 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

I bambini del catechismo

La catechesi dei fanciulli

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arrivo del mese di ottobre ha scandito, nella nostra parrocchia, l’inizio di tutte le attività parrocchiali ed anche del nuovo anno catechistico. Ancora una volta il Signore ha riposto nuova fiducia in noi, chiamandoci come operai della sua vigna, per annunciare la buona notizia del Vangelo: “Gesù è risorto”. Così, noi catechiste ci siamo ritrovate tutte insieme al nostro parroco don Enzo, pronte a ricominciare e ad accogliere, con nuovo entusiasmo e tanta buona volontà, i fanciulli che si preparano a ricevere per la prima volta il sacramento dell’Eucaristia. Come catechista, posso affermare che la catechesi dei fanciulli è una delle avventure educative più belle e stimolanti, che arricchisce soprattutto chi si impegna a svolgere questo servizio all’interno della Chiesa. Accompagnare i bambini mentre muovono i loro primi passi nel cammino di fede e guidarli affinché possano conoscere ed amare sempre più Gesù è, infatti, uno dei modi più belli di dare testimonianza della propria fede. Essere catechista vuol dire infatti offrire una testimonianza concreta dell’amore di Gesù; vuol dire sentirsi amati da Lui ed avere la necessità di trasmettere agli altri quello stesso Amore. “E, preso un bambino, lo pose in

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Accompagnare i bambini nel cammino di fede è la più bella testimonianza della propria fede. Il cammino proposto dalla parrocchia Santa Maria del Carmine a Pagani

mezzo e abbracciandolo disse loro: Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me”. (Mc 10, 36-37). Questa bella espressione, contenuta nel Vangelo di Marco, ci manifesta l’attenzione particolare che Gesù rivolge proprio ai bambini, mostrandoci di avere gesti di accoglienza che evidenziano il grande amore e la predilezione che Egli ha verso di loro. L’impegno di noi catechiste è volto, infatti, soprattutto ad accogliere i più piccoli, a farli sentire amati, facendo nostri gli atteggiamenti di accoglienza che Gesù stesso nel Vangelo ha avuto verso di loro. Il cammino. Nel susseguirsi dei vari incontri i più piccoli avranno modo di approfondire gli eventi più importanti della storia della salvezza: dalla

creazione del mondo fino alla venuta di Gesù e alla Sua Resurrezione; mentre i gruppi del secondo e terzo anno saranno impegnati ad approfondire diverse tematiche, tra cui il Padre nostro, i Dieci Comandamenti, i Sette sacramenti, il Credo. Gli incontri saranno poi arricchiti da supporti audiovisivi, che riproducono le storie della Bibbia in cartoni animati, volti a rendere più piacevole e simpatico il tempo speso insieme. Ringraziamo allora il Signore, per la fiducia riposta in noi e affidiamo alla Vergine Maria del Monte Carmelo il nostro cammino e quello dei nostri bambini. Offriamo a Lei il nostro impegno, affinché aiuti tutti noi a tenere il nostro sguardo fisso su Gesù e accompagni i nostri bambini all’incontro con Lui nell’Eucaristia. Anna Petrosino

Icona di Gesù che insegna ai discepoli


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Niente dote per le giovani povere I primi atti del governo di madre Rita Fiore: le decisioni prese dal consiglio generale nelle sedute del 3 e dell’11 agosto 1949

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a seduta del 3 agosto 1949 è la prima del nuovo Governo Generale dopo quelle del Capitolo elettivo conclusosi il 31 luglio. In quella data, per motivi di prudenza, il Consiglio delibera di richiamare a casa madre M. Sofia Simonelli. La suora svolgeva mansioni di infermiera presso la Casa di Salute del dott. De Veniera a Crotone. La decisione adottata serve a sedare le tensioni determinatesi tra la religiosa e un medico di cui non si fa il nome. Suor M. Sofia Simonelli sarà sostituita da suor Maddalena Ferri, assistita in corsia da suor M. Crocifissa Amato. Un problema simile si presenta anche nelle case di Larino e Quisisana. La superiora di Larino chiede l’assegnazione di una quinta suora e il trasferimento della giovane suor Elisabetta Varchetti che non va molto d’accordo con gli ammalati. Nello stesso tempo, la superiora di Quisisana chiede la sostituzione di suor Consolata Liberatore per motivi disciplinari. Il Governo Generale decide di inviare suor Flora Spadaccino come quinto elemento

a Larino e di fare un doppio trasferimento: l’indesiderata suor Elisabetta andrà Quisisana e la problematica suor Liberatore a Larino. Si delibera di ammettere alla professione dei voti perpetui le suore Augusta Ferrarese, Egidia Cacciapuoti e Beniamina Angelastri. Si stabilisce di non accettare la richiesta del gesuita padre Fiore che domandava quattro suore per la direzione e l’assistenza agli ammalati nella Casa di Cura “Spinelli” di Belvedere Marittima, a Cosenza. Decisione assunta per il posto in cui è posta la struttura e per la delicatezza degli ammalati affetti da tubercolosi. Si stabilisce inoltre di inviare madre Elena Tucci a Umbriatico, presso la signora Elvira Giurano. La religiosa deve valutare l’opportunità di accettare un immobile da adibire ad asilo infantile. Si delibera, infine, di accettare da parte di mons. Santaniello – che in precedenza aveva già donato alle suore l’asilo infantile “S. Rita” in Quisisana – la donazione di un ospizio in fase di realizzazione. Poiché la struttura sorge sul terreno di una parrocchia, mons. San-

taniello consiglia di comprare il suolo per evitare future complicazioni. Il Consiglio stabilisce di procedere all’acquisto del terreno con il permesso della Sacra Congregazione dei Riti. 11 agosto 1949. Il successivo Consiglio generalizio si riunisce l’11 agosto 1949. È un Consiglio essenzialmente disciplinare che richiama all’osservanza di quegli articoli delle Costituzioni relativi all’ubbidienza, al buon andamento della vita religiosa, alla partecipazione puntuale agli atti comuni, alla mortificazione, al silenzio a tavola, alla proibizione di uscire dal paese di residenza senza il permesso della Madre Generale, di ospitare parenti e amici per lunghi periodi nelle proprie case, di visitare i civili. E infine - cosa veramente nuova e positiva - si stabilisce che, a norma di quanto scritto dalla Sacra Congregazione dei Riti il 14 maggio 1949, n. 4054/49 si dispensano dall’obbligo della dote quelle “giovani che hanno la vocazione e che appartengono a famiglie meno abbienti”.

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CULTURA ARTE... RISCHI

APPUNTAMENTI CULTURALI

di don Natalino Gentile

Una stella “nova” in cattedrale

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e sorprese non mancano e, grazie alle ricerche artistiche che qualche studioso sta facendo anche sulle nostre opere, eccoci ad una nuova, interessante scoperta. Una tela del primo ‘700, attribuita ad un pittore calabrese, poco conosciuto, seguace del De Mura e del Solimena. Si chiama Stefano Liguoro (o de Liguori come lo definisce qualcuno). A lui è ora attribuito un dipinto, il Miracolo di san Vincenzo Ferrer, nella chiesa di S. Domenico, a Cosenza, come una Adorazione dei Magi del 1710, in Palazzo Arnone, alla Galleria Nazionale di Cosenza, al Polo Museale della Calabria. Perché S. Domenico è chiaro: l’Arciconfraternita è dedicata tutta all’Ordine domenicano e lo stesso Santo campeggia, in un posto privilegiato, nel Paradiso solimenesco del Cappellone. Vi sono i suoi attributi iconografici, il libro della sua scienza, la fiaccola, la bandiera, il giglio; manca il cagnolino. L’emblema del cane deriva da un’interpretazione lessicale: Domini-canes, letto come Canes Domini, cioè “Cani del Signore”, ( fedeli al Signore come i cani). Il quadro, attualmente posto nella sagrestia della cattedrale, necessita di restauro. Splenderebbe ancora più luminosa quella stella sulla fronte: non si vede, essendo posto troppo in alto; ma per tutte le cose belle, si sa, occorre alzare gli occhi, fino al cielo.

a cura di Martina Nacchio

Nuovo spazio per offrire ai nostri lettori un itinerario culturale da vivere per tutto il mese in corso La storia di Pagani tra mito e realtà. L’8 e il 22 novembre si svolgeranno gli incontri del salotto letterario “La nostra storia”, promosso dal Forum dei giovani di Pagani, presso il caffè letterario di piazza Sant’Alfonso, in cui due esperti discuteranno dell’Illuminismo e del Barocco paganese. Caffè Insieme. Secondo appuntamento promosso dal mensile diocesano, questa volta, sul tema della riforma costituzionale, mercoledì 16 novembre presso il Cibelli Cafè Bistrot (via Napoli 59, Nocera Inf.). In collaborazione con la Gifra e l’Osservatorio Politiche Giovanili di Nocera Inferiore. Cinema a 2 euro. Ha avuto inizio mercoledì 14 settembre l’iniziativa Cinema2Day: in tutti i cinema d’Italia aderenti il costo del biglietto ogni secondo mercoledì del mese sarà di soli due euro fino al prossimo febbraio. Mercoledì 9 la data di novembre. Un’occasione imperdibile per gli amanti del grande schermo!

Dipendenza e Felicità. La felicità è un valore relativo o esiste in assoluto? Su questo quesito di partenza si svilupperà il 18 novembre alle 18.00 il terzo e ultimo incontro del ciclo di seminari sulla dipendenza tenuti all’interno della biblioteca comunale “R. Pucci” di Nocera Inferiore. La tela di San Domenico

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di Peppe Iannicelli

MISERIA E NOBILTÀ

Il diritto alle etichette Le etichette sono fondamentali per comprendere la composizione del prodotto e le conseguenze della sua fruizione. Perché apporre avvisi allarmanti solo sui pacchetti di sigarette?

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vvisare i consumatori di cibi pericolosi, prodotti a rischio con messaggi choc sulle etichette. Proprio come avviene già da tempo per le sigarette. Perché allarmare sul rischio nicotina e non usare altrettanta cautela anche per il cibo spazzatura o i cosmetici? Le etichette sono importanti. Seppur scritte in caratteri minuscoli vanno lette sempre, per qualsiasi articolo. Specialmente in caso di prodotti che possano nuocere alla salute umana e alla qualità della vita. Nel caso delle sigarette, per rendere ancora più consapevoli i consumatori dei rischi che corrono fumandone una, si è deciso di stampare degli avvisi terrificanti sui pacchetti, come “Il fumo provoca il tumore” o “Fumare provoca l’impotenza e la sterilità” per dirne alcuni. Insomma l’etichetta è chiara: uomo avvisato, mezzo salvato. Ignoro quanto questi simili avvisi possano esser efficaci, ma certo leggendo sull’etichetta la scritta che minaccia l’impotenza un qualche pensiero ce lo metto prima di accendermi la sigaretta, se ho l’intenzione poi di accomodarmi tra le lenzuola. Ma mentre la nicotina è finita nel mirino di enti pubblici ed associazioni private impegnate nella tutela della salute pubblica ed individua-

le, altre sostanze continuano a farla franca e sulle etichette non debbono sopportare nessuna scritta allarmante. Penso ai prodotti alimentari. Da tempo ormai sono noti i rischi connessi al consumo di glutammato di sodio ed olio di palma, che rappresentano due straordinari stimolatori del piacere gastronomico per gli snack ed i dolciumi. Molte aziende ne camuffano la presenza con metafore tipo “esaltatore di sapidità”, ma sarebbe meglio avvisare il consumatore con scritte analoghe a quelle presenti sui pacchetti di sigarette: provoca obesità, induce il diabete, danneggia l’apparato digerente. Magari accompagnando la scritta anche con qualche immagine eloquente di ciccioni devastati dal cibo spazzatura. Ed ancora, perché non mettere sulle scatole di cosmetici testati sugli animali le immagini delle indicibili sevizie che la vanità umana procura a questi esseri viventi. Chi userebbe una crema con scritto sull’etichetta: “Per fabbricarla sono stati uccisi 10 cani”? O una lacca spray che ha contributo a distruggere l’ozono? Sigarette, cibo spazzatura, prodotti cosmetici o di bellezza possono diventare dei pericoli per l’uomo e l’ambiente. Un consumatore consapevole ha il diritto di saperlo anche con avvisi ed immagini terroristiche. NOVEMBRE 2016 Insieme

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Fai il pieno con Insieme ABBONAMENTO “VERDE”

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*Messa Meditazione domenicale è un agile foglietto pubblicato da Edizioni Art per seguire la liturgia domenicale.

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Fai il pieno con l’estrazione finale Chi sottoscrive o regala un abbonamento ad Insieme entro il 28 febbraio 2017 partecipa al grande sorteggio che assegnerà: al primo estratto, un posto gratuito al pellegrinaggio diocesano a Lourdes dell’agosto 2017 (in treno), organizzato ed offerto dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza di Pagani; al secondo estratto, due biglietti per uno spettacolo al Teatro Verdi di Salerno; al terzo estratto, un buono benzina. Il sorteggio avverrà alla presenza del Vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, in data da destinarsi. L’esito sarà tempestivamente comunicato ai vincitori.

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