Insieme - Novembre 2017

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NOVEMBRE 2017 N. 10 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

50 ore al mese storie di padri separati




sieme

in punta di matita... di Venoki e Martina Nacchio

Sommario

NOVEMBRE 2017 N. 10 ANNO XII € 1,00 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

50 ore al mese STORIE DI pADRI SEpARATI

Dopo i mesi estivi, l’appuntamento con i lettori ritorna alla sua uscita tradizionale, la prima domenica di ogni mese. E a novembre Insieme si presenta con un numero ricco di novità. Il primo piano è dedicato ai padri separati, il sesso debole. Perché quando si tratta di regolare gli affari di famiglia, in caso di separazione o divorzio, il peso economico ricade quasi esclusivamente su di loro. Vita nell’Agro, le pagine dedicate al territorio, fanno il punto sulla battaglia sull’inquinamento del fiume Sarno portata avanti da Rete Difesa del Territorio che unisce associazioni, comitati e singoli cittadini. Una prima risposta arriva dal comune di Nocera Inferiore, città penalizzata dal malsano incontro dei torrenti Cavaiola e Solofrana prima di defluire nel Sarno. Partono questo mese due nuove rubriche al servizio dei lettori: Fisco e tributi, curata dall’ordine dei commercialisti e revisori contabili di Nocera Inferiore e Sale in zucca, che offre consigli e riflessioni per prendersi cura di sé e del proprio benessere psicologico. Le pagine culturali si arricchiscono di una nuova rubrica sui film in programmazione, più spazio anche alle recensioni di libri. In Vita ecclesiale, presentiamo un’interessante mappa degli appuntamenti per meditare il Vangelo offerti delle comunità parrocchiali della nostra Diocesi. L’ultima, il nostro editoriale di chiusura, è firmato da Marco Iasevoli, giornalista di Avvenire, che fa il punto sulla commistione tra banche, politica ed economia reale, un problema che soffoca crescita ed idee.

COMMENTI 5 La vita continua di Silvio Longobardi 62 L’ultima di Marco Iasevoli POSTA@INSIEME.IT 7 Grazie direttore L’APPROFONDIMENTO 8 Il sesso debole 10 Finché legge non ci separi 12 50 ore al mese 14 Nella gioia e nel dolore 16 Papà a tempo pieno VITA NELL’AGRO 18 Il "Pentagono della morte" di Sofia Russo 20 Una memoria da non dimenticare di Giuseppe Palmisciano 21 Servizio Civile di Emanuela Califano SCUOLA&UNIVERSITà 26 Quindici giorni ed è amore

VITA ECCLESIALE 34 “Provo gratitudine per il Signore” 35 Il cardinale Comastri ai carismatici 36 Incontri con la Parola 38 Camminare insieme NEWS PARROCCHIE 46 Notizie dalle parrocchie IN PARROCCHIA 49 Pagine parrocchiali

24. SALE IN ZUCCA Riflessioni per prendersi cura di sé

RUBRICHE 23 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 40 Le parole della fede di Silvio Longobardi 44 Verso il Sinodo CULTURA 30 L’angolo delle recensioni 31 Appuntamenti culturali In sala 32 Arte… rischi Oggi al Museo 33 In versi di mons. Giudice

31. IN SALA L’informazione cinematografica

BACHECA 29 Gli auguri della redazione

62. L’ULTIMA Politica, banche e imprese


EDITORIALE di Silvio Longobardi

La vita continua

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a morte delle persone care e degli amici è un evento doloroso che spezza i legami affettivi, crea un divario incolmabile con persone con le quali abbiamo condiviso i momenti della gioia e quelli della tristezza. Un’esperienza come questa non si limita a ferire il cuore, lasciandolo vuoto e desolato, ma contiene anche riflessioni e ammonimenti. “La vita continua”, si dice, come per scrollare di dosso un pensiero che infastidisce. Sì, la vita continua ma poveri noi se tutto resta come prima, se lo scorrere placido dei pensieri non viene scombinato da interrogativi più seri, se non sentiamo il bisogno di cambiare marcia. La morte non può passare inosservata, è un evento che scuote la coscienza e invita a vedere il mondo in modo nuovo. Se tutto finisce, se tutto può finire da un momento all’altro, come posso vivere senza percepire il dramma insito nell’esistenza, come posso rimandare le scelte più impegnative? La morte è come la campana che ricorda agli atleti che inizia l’ultimo giro, è il momento di giocare il tutto per tutto. Ognuno di noi scrive una pagina di quell’immenso libro bianco che si chiama storia. Vi sono tanti che la imbrattano d’inchiostro; e altri che s’impegnano a scrivere pagine luminose di carità. Quando a morire è un bambino o un giovane, lo dico per esperienza personale, lo sgomento è palpabile, in questo caso l’evento appare intollerabile e suscita un’istintiva ribellione. Siamo troppo attaccati alla vita per accettare la morte e crediamo che, pri-

ma di lasciare l’esistenza, una persona abbia almeno il diritto di gustarla. Attese comprensibili e anche condivisibili, desideri legittimi che di fatto si scontrano con una realtà che s’impone con prepotenza. Rimaniamo sconcertati e disarmati. A coloro che non credono in Dio, e che misurano tutto e solo con la ragione, la morte appare come un oscuro e tragico destino oppure come la conclusione inevitabile della vita. Ai loro occhi non c’è alcuna spiegazione da cercare, arrendersi all’evidenza è l’unica risposta dignitosa che l’uomo possa dare. I credenti invece sanno che il cammino della vita sfocia nell’abbraccio di Dio. Anche la morte dunque rappresenta una misteriosa chiamata. Questa certezza illumina e dà un senso pieno alle cose ma non elimina il dolore e non estingue la sorgente delle lacrime. La fede dona ai credenti il coraggio di guardare oltre e di scorgere una luce che la ragione non può vedere. E tutto viene trasfigurato, anche la sofferenza. I giorni dell’uomo sono come l’erba. Ad uno sguardo disincantato l’esistenza appare poca cosa. E sarebbe davvero così se Dio non l’avesse vestita a festa, se non avesse posto in essa il seme dell’eternità. Tutto ciò che esiste è segnato dalla parola “fine”, solo Dio vive per sempre. Quanto più scopriamo la finitudine, tanto più cerchiamo Colui che può dare quella pienezza che il cuore cerca, nonostante tutto. Sì, la vita continua perché Qualcuno ci prende per mano e ci fa entrare nel mondo della luce senza tramonto. NOVEMBRE 2017 Insieme

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posta@insieme.it a cura di Antonietta Abete

Grazie direttore Carissimo don Silvio, sono assente da Insieme da alcuni anni per vari motivi; ma adesso sento il dovere di comunicarVi che ho letto con molto piacere ed interesse il vostro editoriale Pubblica confessione (n. 9, ott. 2017), scritto con coraggio e sapienza. Per questo ringrazio Voi e nostro Signore, la cui grazia non Vi venga mai meno. Viviamo tempi difficili, anche per la fede in Gesù Cristo, e il vostro “non tacere” è raro. Grazie di cuore. Salvatore prof. D’Angelo - Sarno Caro prof. D’Angelo, la ringrazio per queste parole che esprimono pubblicamente quel disorientamento che avvolge tanti battezzati. La vita della Chiesa oggi è attraversata da un confronto acceso su alcuni temi essenziali che fa emergere posizioni non facilmente compatibili. Il confronto purtroppo non stimola l’incontro e non diventa dialogo. Al contrario ciascuno si irrigidisce sulle proprie posizioni. Un tale contesto alimenta la confusione dottrinale, non è più facile dire con chiarezza quali sono i valori strutturali e quali i criteri essenziali. Tutto è più indefinito e sfumato. Non pochi cattolici preferiscono una Chiesa più movimentista e accettano di conseguenza anche la confusione, per contrastare coloro che, in nome della Tradizione, sono incapaci di entrare in dialogo con il mondo e fanno della Chiesa una cittadella fortificata. Questa posizione rischia di cadere nella trappola del buonismo che non sa più vedere il male. Agli inizi del secondo secolo il santo vescovo Ignazio di Antiochia metteva in guardia i cristiani da quella cultura che inoculava veleno mescolandolo con il vino dolce. Oggi invece pare che possiamo e dobbiamo abbracciare senza paura le novità della modernità. La confusione è il terreno in cui nascono i dubbi e la menzogna e, cosa ancora più grave, nutre quella cultura che riduce la verità ad opinione. Oggi si confrontano due diverse strategie: da una parte chi ritiene che senza una chiara identità la Chiesa non indica con chiarezza la strada; e dall’altra chi, in nome di una Chiesa più inclusiva, invita ad assumere un atteggiamento più dialogico e/o chiede espressamente di modificare alcuni giudizi morali, ritenuti eccessivamente rigidi. La seconda posizione è quella che sembra riscuotere maggiori consensi nel mondo mediatico. A dire il vero, una tale sintonia con il Potere culturale dovrebbe suscitare non poche preoccupazioni perché rischia di annacquare la radicale novità del cristianesimo. Come vede, caro professore, questi sono temi di grande spessore. E tuttavia, le legittime preoccupazione non tolgono il sonno perché ci fidiamo di Colui che ha promesso di restare con noi tutti i giorni. Anche in quelli più grigi. Con viva cordialità. Don Silvio Longobardi

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IMPRONTE Diciottomila pioppi per risanare i terreni inquinati. Esperimento di fitorisanamento a Marcianise. Il futuro passa da qui. Dagli alberi. La melma opprime la speranza. Soffoca. Con il contributo di tutti potremmo rivedere la chioma. (Foto Salvatore Alfano)

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

Il sesso debole

C’

era una volta la teoria del sesso debole, lo si identificava con quello femminile. Una teoria confermata dalla violenza che gli uomini hanno sempre esercitato sulle donne. Poi venne il divorzio e la musica cambiò. Questa volta a subire sono (quasi sempre) gli uomini. Intendiamoci, i mariti hanno le loro colpe ma anche le mogli non scherzano... Eppure quando si tratta di regolare gli affari di famiglia, il peso ricade quasi esclusivamente sugli uomini che si ritrovano così senza una moglie, sono costretti a vedere i figli secondo l’a genda decisa dal Giudice e dagli umori della loro ex. Non raramente sono costretti a cercare un’altra casa perché quella dove prima abitavano viene affidata a moglie e figli. E così, oltre al contributo mensile da versare alla famiglia, devono pagare anche le spese relative alla nuova abitazione. Non c’è allora da stupirsi se due terzi dei separati chiedono aiuto alla Caritas; e se tra coloro che affollano le mense dei poveri un buon venti per cento è costituito da separati. Una situazione paradossale e tutto sommato ancora poco conosciuta. I problemi economici diventano sempre più rilevanti nel contesto odierno ma sono poca cosa dinanzi alla crescente solitudine, alle battaglie giuridiche che occorre affrontare per poter custodire una relazione con i figli. I padri separati sembrano i paria del mondo occidentale. Complice una legge che tutti criticano e un’applicazione ancora più discutibile. Ma in pratica nessuno fa niente per ristabilire criteri di equità e contenere le pretese delle donne che, forti dell’appoggio legislativo, non hanno timore di calcare la mano, fino a creare condizioni di vera e propria povertà. In un contesto come questo non sorprende che molti uomini preferiscono la convivenza al matrimonio. La crescente conflittualità coniugale ha un’oggettiva e pesante ricaduta sulla vita sociale. È già traumatico per i figli assistere allo sfascio della famiglia, perché gettare altra benzina sul fuoco? Perché costringerli a parteggiare per l’uno o l’altro dei genitori? Se questo è il frutto della libertà, dobbiamo avere il coraggio di dire che la radice dell’albero è inquinata. Silvio Longobardi

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Immagine di repertorio

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L'APPROFONDIMENTO

Finché legge non ci separi Secondo gli ultimi dati Istat, le separazioni di coppie con figli minori sono il 53,6 per cento. La durata media dei matrimoni è di 17 anni. Raddoppiata invece negli ultimi 20 anni la percentuale di separazione nei matrimoni di lunga durata

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e c’è un mestiere che dura per l’eternità è quello del genitore. Anche quando sopraggiunge una separazione, mamma e papà continuano ad avere un ruolo insostituibile nella vita dei figli e dovrebbero preoccuparsi di preservare la loro serenità. Invece spesso l’amore logorato trascina i suoi brandelli nel rapporto genitoriale. I dati. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, che fanno riferimento al 2015, le separazioni di coppie con figli minori sono il 53,6%. La durata media dei matrimoni al momento di una separazione è di 17 anni. Negli ultimi vent’anni è raddoppiata la quota delle separazioni nei matrimoni di lunga durata. Più che dimezzate, invece, le separazioni entro i primi cinque anni. Quando un matrimonio finisce, bisogna anche fare i conti. Non solo con il dolore. Tutto deve essere diviso, la casa, le spese, i figli. Ognuno perderà qualcosa, ma a subire di più spesso sono i padri. La casa coniugale è assegnata nel 60% dei casi alla madre. Quota che arriva al 69% nelle coppie con almeno un figlio minorenne. Si tratta di percentuali in crescita, nonostante le leggi degli ultimi anni tendono a livellare sempre più la situazione di madre e padre dopo la fine del matrimonio. Lo stesso vale per gli assegni di mantenimento, corrisposti dal padre nel 94% dei casi. Nel 33,9% delle separazioni sono so-

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lo i figli a riceverlo, nel 10,5%, invece, è assegnato a figli e coniuge ritenuto economicamente più debole. Percentuale che raddoppia nel caso siano presenti figli minorenni. Mutuo della casa coniugale, affitto di un nuovo tetto sotto cui andare a vivere, assegni familiari. Sulle spalle del padre ricadono spesso gran parte dei costi della separazione. Il tutto in un’età delicata dal punto di vista lavorativo, in media intorno ai 48 anni. Gli ultimi dati sulle separazioni dimostrano che prevale sempre più l’affido condiviso dei minori (89% dei casi contro 8,9% di affido solo alla madre). Ma il diritto alla bigenitorialità garantito dalla legge non restituisce certo la quotidianità dei rapporti. Molto spesso sono anche le difficoltà economiche a ripercuotersi nel rapporto tra padri e figli. A sottolinearlo è Tiziana Franchi, presidente dell’associazione nazionale Padri Separati, in una recente intervista a Il Sole 24 ore. Secondo la specialista, ad esempio, andare a vivere in una casa troppo piccola, per risparmiare sul fitto, comporta poi il rischio di non ottenere il permesso di pernottamento per i figli. Far fronte ad una separazione economicamente troppo impegnativa comporta, inoltre, il rischio di non riuscire a tener testa a tutte le spese, dando il via a conseguenze disastrose, quali pignoramenti e debiti. Martina Nacchio


Boom dei divorzi N Forte aumento dei divorzi nel 2015, grazie alle nuove norme di semplificazione delle procedure di separazione e di divorzio

el 2015 le separazioni hanno subito una crescita moderata, in linea con l’andamento degli scorsi anni (+2,7%). Non si può dire lo stesso dei divorzi, per i quali si è registrato un boom (+57%). Dati da leggere nell’ottica di due nuove normative che hanno raccolto i loro frutti proprio nel 2015. La prima è la legge 132/2014, che si pone l’obiettivo di semplificare le procedure di separazione e divorzio consensuali prevedendo la stipula di un accordo extragiudiziale (seguendo la quale lo scorso anno è stato definito il 19,3% delle separazioni). La seconda normativa, entrata in vigore a metà 2015, è la legge sul “divorzio breve”, che ha ridotto drasticamente il periodo che deve intercorrere tra il provvedimento di separazione e quello di divorzio, il che giustifica l’incremento dei divorzi. Gran parte delle separazioni sono consensuali (circa 58mila su 92mila separazioni totali registrate nel 2015 in Italia), ma tutti gli accordi tra moglie e marito anche sull’affidamento dei figli, non restituiscono la pienezza del rapporto con il minore. «L’avvocato consiglia di trovare sempre un accordo e non penalizzare i bambini. Con l’affido congiunto entrambi i genitori hanno un rapporto diretto con i figli, ma sicuramente il genitore che vive sotto il loro stesso tetto è privilegiato – dice Maria Rosaria Esposito, avvocato civilista del Tribunale di Nocera Inferiore –. È proprio questa la paura peggiore per i padri, perdere la possibilità di vivere a pieno i propri figli». Poi, a proposito delle nuove sentenze della Cassazione, aggiunge: «Oggi i padri vengono tutelati più che in passato, ma dal punto di vista economico continuano ad essere svantaggiati». M. N.

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Marco Iasevoli, Antonella Malafronte, Federica Pepe, Sabrina Perrino, Livia Rossi, Eliodoro Nappi, Angela Mirello, don Natalino Gentile, don Ciro Zarra, Sofia Russo, Marina Massa, Mariarosaria Faiella, Alessia Bove, Anna Petrosino, padre Paolo Saturno, Donato D’Elia, Raffaella Marciano, Sofia Vergati, Emanuela Califano, Giuseppe Palmisciano, don Carmine Cialdini, Dina Grimaldi, Danilo Sorrentino, prof Salvatore D’Angelo, Salvatore Guercio Nuzio, Andrea Perrino, Marina Massa, Andrea Pellegrino, Ersilia Fiore, Lucio Annunziata, Matteo Borrelli Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 25 ottobre 2017

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L'APPROFONDIMENTO Una delle opere della mostra sui padri realizzate dagli studenti dell’Istituto Galizia di Nocera Inferiore

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i si separa dalla moglie, non dai figli». È questa l’espressione che utilizza Michele Buscè, tra i soci fondatori di Nuove Prospettive, associazione di volontariato nata a Roccapiemonte il 18 ottobre 2016 con un’attenzione per il disagio e, dunque, anche per i padri separati. Il giovane 34enne originario di Angri è padre di una bambina di quattro anni, alle spalle un matrimonio naufragato quando la piccola ne aveva appena due. A partire dalla sua esperienza personale, ha deciso di sostenere chi si trova a vivere lo stesso percorso. «In Italia la giurisprudenza tende a favorire le mamme, perché si pensa che siano più capaci di prendersi cura dei figli», sostiene. I riflettori non si accendono quasi mai sui disagi che vive un papà quando finisce un matrimonio. Il primo dolore con cui un padre separato deve fare i conti è la drastica riduzione del tempo che può passare con i figli. In genere due pomeriggi a settimana, per tre ore, e due fine settimana al mese, dalle 14.00 del sabato alle 18.00 della domenica. Poco più di 50 ore in un mese. «Se tutto va bene – sottolinea Michele –, perché il bambino può avere un’influenza o la mamma può decidere di non mandarlo un pomeriggio perché deve fare i compiti». Il secondo grande nodo riguarda l’aspetto economico. «Nel caso di una separazione consensuale, gli accordi sono stilati da un avvocato. In genere viene chiesto un assegno di mantenimento sia per i figli che per la mamma. In quella sede, il papà potrebbe far presente che non è in grado di sostenere anche il mantenimento della moglie ma, per ti-

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È questo il tempo che, in media, un papà separato passa con i figli nell’arco di un mese. La battaglia dell’associazione “Nuove Prospettive” di Roccapiemonte

08118858292 Se sei un papà separato e hai bisogno di parlare con qualcuno, chiama a questo numero. Ti risponderà un operatore, di sera o di notte puoi lasciare un messaggio in segreteria e sarai richiamato.


Sarò sempre tuo padre Nel 2011, la miniserie in due puntate della Rai “Sarò sempre tuo padre” abbatte il muro di silenzio sul fenomeno dei padri separati. Ad interpretare Antonio, il protagonista, un eccellente Beppe Fiorello, insieme ad Ana Caterina Morariu, che veste i panni della moglie Diana, e il piccolo Dario Fiorica, Andrea nella fiction. Il film-tv, per la regia di Lodovico Gasparini, mette in luce il dramma dell’uomo dopo la separazione. Le distrazioni continue a lavoro gli costano il posto e Antonio è sul lastrico, incapace di provvedere a sé e al mantenimento familiare. Uno spaccato della realtà di tanti genitori finiti in miseria e umiliati nell’orgoglio di essere padre. M.P.

more che in una separazione giudiziale, il giudice possa essere ancora più severo, accetta condizioni che poi fatica a rispettare». La casa coniugale è assegnata quasi sempre alla mamma. E se c’è un muto da pagare o l’immobile è in affitto, il papà deve continuare a sostenere queste spese, nel frattempo deve corrispondere il mantenimento, trovare un’altra casa per lui oppure, dov’è possibile, ritornare a vivere in famiglia. «Se aggiungiamo che spesso gli avvocati sono scorretti e consigliano alle mogli di lavorare in nero e di arrivare in giudizio con un reddito zero – ovviamente non faccio riferimento a tutte le mogli, ma questi casi non sono poi così rari – si finisce per vivere sotto la soglia della povertà. Si va a mangiare alla Caritas o nelle mense per i poveri». Il lavoro dell’associazione. Lo scorso maggio Nuove Prospettive ha organizzato una mostra sui padri separati dai figli; opere realizzate sul tema dagli studenti dell’Istituto Galizia di Nocera Inferiore sono state esposte presso il Centro Sociale di Roccapiemonte. «È stata un’occasione preziosa per intercettare i primi papà». In un anno di attività, sono 80 i padri separati che l’associazione ha incontrato nell’Agro e nella Valle dell’Irno. Ad essi ha offerto una prima assistenza legale, cibo, vestiti. «A volte hanno semplicemente bisogno di qualcuno che di sera li ascolti e li calmi, per evitare che possano commettere sciocchezze. In alcuni momenti i livelli di stress e tensione possono essere davvero alti e la rete sociale di supporto non funziona». Per questo è stato istituito uno sportello di ascolto telefonico (telefono 08118858292), che è attivo alcune ore

della giornata ed ha sempre una segreteria telefonica per lasciare un messaggio. Le battaglie. L’associazione è attiva anche sul versante legislativo. «Ci stiamo battendo per ottenere la doppia residenza del minore a casa di entrambi i genitori, doppio codice fiscale perché capita che il papà si trovi ad affrontare spese mediche che poi non può scaricare fiscalmente. Chiediamo inoltre l’applicazione dell’affido condiviso. La legge è buona ma l’equità è il 50%. Il bambino dovrebbe passare lo stesso tempo con la mamma e con il papà, e questo purtroppo non accade. Ci battiamo anche per l’istituzione del registro della bigenitorialità che consente al genitore separato di ricevere presso il suo domicilio comunicazioni pubbliche che riguardano il figlio, come quelle scolastiche. Io, ad esempio, non so nulla sull’andamento scolastico di mia figlia». Mentre al Nord il registro è presente in quasi tutti i comuni, al Sud stenta a decollare. Si teme che la sua istituzione possa generare un aumento della conflittualità tra i coniugi. «Facciamo l’esempio di un vaccino, se io non sono d’accordo, devo fare ricorso al giudice». L’associazione ha inviato raccomandata a tutti i Comuni della Campania, ma non ottenuto nessuna risposta. «Adesso stiamo organizzando un incontro in Regione». Si tratta di battaglie condotte nell’interesse del minore che spesso, nella guerra tra mamma e papà, finisce per pagare il prezzo più alto. Antonietta Abete NOVEMBRE 2017 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Immagine di repertorio

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Nella gioia e nel dolore

ontrolla il telefono di tua moglie». È questo il consiglio che Luca riceve da un sacerdote del consultorio quando chiama per fissare un nuovo appuntamento. Il centro è stato fondato per accompagnare le coppie in difficoltà. «Io il cellulare non l’ho toccato – racconta – ma ho aperto gli occhi e ho notato in mia moglie un atteggiamento diverso». Da quel momento lui e Chiara si sono allontanati sempre più. Dopo un fidanzamento durato appena un anno e mezzo, Luca e Chiara si sono sposati nel 1995. Il primo figlio è arrivato solo cinque anni dopo. Nel mezzo, un aborto spontaneo al terzo mese di gravidanza e il suggerimento dei medici di aspettare un anno e mezzo prima di provare ad avere un altro bambino. Forse la crisi è iniziata così. Luca racconta che in quei lunghi mesi è calata l’intimità ed è cresciuta di pari passo la freddezza. Quando nasce il primo figlio, scorge in Chiara un’altra persona, una mamma che cerca di imporre la sua volontà e vede nel marito un semplice esecutore. «Io volevo un rapporto più dialogico, cercavo il confronto – afferma –. Con il tempo ho capito

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Dopo alcuni anni di separazione in casa, a settembre del 2010 Luca e Chiara si sono separati legalmente. Chiara ha un nuovo compagno, Luca invece ha scelto di rimanere fedele al Sacramento del matrimonio che questo tratto caratteriale era sempre stato presente, infatti Chiara lo adotta ancora oggi con i genitori». Tre anni dopo l’arrivo del primo bambino, nel 2003, la mamma di Luca si ammala e muore. Il primo dolore davvero importante, un dolore che annebbia la ragione e si trasforma in rabbia. Le discussioni aumentano. «Io soffrivo perché Chiara non riusciva a starmi accanto come io avrei desiderato» racconta mentre la moglie, al contrario, si sente esclusa, tagliata fuori, quasi gelosa di quel dolore da cui è preso il marito. Un mese dopo, Chiara scopre di aspettare il secondo figlio. Una gravidanza dal sapore completamente diverso. La prima, tanto attesa, aveva unito i due sposi e coinvolto parenti e amici. Luca adesso è diviso a metà, la gioia per l’arrivo di una nuova vita è costretta a fare i conti con il dolore per la perdita della madre. «Come si fa ad essere felici e a soffrire nello stesso tempo?», si domanda. «Quando porterò a termine questa gravidanza le cose cambieranno» dice spesso Chiara. Sono le prime avvisa-


glie della rottura. «Abbiamo seguito alcuni percorsi per tentare di ricucire il legame – prosegue Luca –. Il primo presso il Centro familiare, il secondo con un terapeuta sistemico-familiare, fino a giungere ad una mediazione familiare che ci ha condotto agli accordi per la separazione». C’era in Chiara una reale volontà di riannodare i fili? «All’inizio, per sua stessa ammissione, ha accettato solo per non sentirsi dire che si era tirata indietro. Poi ha continuato, non per ricucire il nostro rapporto, ma come sostegno alla genitorialità». Il cammino di fede. «Sapessi quanta sofferenza mi provoca l’etichetta di separato e tra un po’ anche di divorziato», confessa mentre socchiude gli occhi chiari. Ha respirato la fede in famiglia fin da bambino. Il papà medico cattolico impegnato nel sociale, la mamma terziaria francescana e un fratello sacerdote gli hanno insegnato il valore del servizio e della gratuità evangelica. Aspetti che ha ulteriormente approfondito con la sua formazione: dopo aver conseguito il Baccalaureato in Teologia, si è laureato in Psicologia. Durante gli anni di fidanzamento Chiara mostra una grande apertura verso la fede e gli impegni in parrocchia del fidanzato, dopo il matrimonio invece le cose cambiano. «Sei così credente e poi lasci tua moglie da sola a casa per gli impegni parrocchiali?» è l’accusa più frequente. Luca rivede la sua agenda in base ai tempi della famiglia, impegnandosi senza sottrarre tempo alla relazione di coppia. Ma i risultati sperati non arrivano. La separazione. Per alcuni anni vivono da separati in casa. «Ci siamo organizzati in modo da vederci il meno possibile. I bambini passavano alcuni giorni della settimana con la mamma e altri con me». Un criterio che adottano anche ora che la separazione è diventata ufficiale, nel settembre del 2010. Luca ha trovato un appartamento vicino a dove vive Chiara. In questo modo i figli passano lo stesso tempo con entrambi i genitori. «Durante gli accordi per la separazione ho insistito molto affinché i figli vives-

sero il loro tempo equamente diviso tra padre e madre; ero sempre stato un papà presente e non volevo diventare una meteora». Luca corrisponde un assegno mensile di mantenimento per i figli e per la moglie. Un nuovo compagno. Col trascorrere del tempo Chiara conosce un nuovo compagno. «Spesso i bambini mi dicevano che un amico della mamma si era fermato a cena. Così ho capito». La nuova vita di Luca. «Sono stati anni duri. Durante gli anni di separazione in casa avevo un po’ digerito il fatto di non avere più una persona accanto, ma ho sofferto molto quando il tempo che potevo passare con i miei figli si è dimezzato. Mi sono rimodulato, le ore che non posso trascorrere con i ragazzi sono dedicate al servizio». Un pomeriggio cura un centro di ascolto parrocchiale, un altro è dedicato all’insegnamento universitario, il terzo frequenta una scuola di evangelizzazione. Di mattina insegna religione in un istituto superiore statale: «Vivo così il mio essere cooperatore salesiano, incontrando circa 450 ragazzi a settimana». Luca è uno sposo separato che ha scelto di rimanere fedele al Sacramento del matrimonio. «Siamo chiamati a testimoniare la fede nella nostra storia personale, che è sempre diversa da quella degli altri e influenzata da scelte e decisioni non solo nostre». “Perché non ti rifai una vita?” è la domanda più frequente a cui deve rispondere. «Questa espressione non la capisco. Cosa significa rifarmi una vita? Io la vita ce l’ho. È quella con i miei figli, il mio lavoro, il servizio che svolgo. In realtà, le persone fanno riferimento ad una nuova vita affettiva, di coppia. Questo lo capisco. Ma non sono stato io a scegliere, non c’era in me la volontà di rompere questo legame. Il matrimonio è stato celebrato, Chiara è mia moglie anche se ha scelto altro, io, davanti a Dio, sono suo marito per sempre». Prega per me è l’ultima cosa che dice. Antonietta Abete NOVEMBRE 2017 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Immagine di repertorio

Papà a tempo pieno Andrea è il nome di fantasia di un papà separato: i figli dopo il divorzio hanno deciso di restare con lui. La sua storia fuori dal comune

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iamo come un tavolo con tre piedi soltanto». La racconta così la sua famiglia Andrea, nome di fantasia di un padre separato, che all’indomani della fine della sua storia coniugale è rimasto in casa con i suoi due figli, provvedendo alla loro crescita e al loro mantenimento. «Continuamente in bilico – prosegue il papà – nella perenne ricerca di un equilibrio, che consenta a tutti di vivere serenamente».

Una fine e un nuovo inizio. Il matrimonio di Andrea naufraga quattordici anni fa. Quattordici è anche l’età del suo primogenito al momento della separazione. Al giudice, il ragazzino chiede di restare a vivere con suo padre. Una decisione che àncora la sorella più piccola agli uomini di casa. «All’improvviso devi imparare a cucinare o a fare una lavatrice» commenta l’uomo, anche se sottolinea come siano altri gli aspetti più complessi: «Di colpo, non hai più una moglie a cui chiedere consiglio, con cui confrontarti. In molte occasioni, i miei figli avrebbero avuto bisogno del

linguaggio e dell’approccio educativo femminile per superare i nodi critici dell’adolescenza». I ragazzi continuano a vedere la madre, che nel frattempo si è ricostruita una vita. I rapporti sono sereni, anche se la donna sceglie di non esserci nelle occasioni più importanti: le 18 candeline, le sedute di laurea. «In questi anni, mi sono completamente dedicato a loro. Avrei potuto investire più tempo ed energie per una mia crescita professionale o per cercare un’altra donna. Ho anteposto il bene dei miei figli». Una ferita per sempre. Nonostante le rinunce e tutto il bene seminato, Andrea sa che i suoi ragazzi convivono con uno squarcio nel cuore: «Gli mancherà sempre qualcosa – spiega con un filo di voce – pensi, a 18 anni mio figlio aveva iniziato una storia (poi terminata) con una donna molto più grande di lui. Cosa significa?». Anche nelle più civili delle separazioni, il dolore dei figli è inestimabile. Mariarosaria Petti

La battaglia di Tiberio «La mamma è sempre buona, mentre il padre è colpevole a prescindere». A dichiararlo alla stampa Tiberio Timperi, volto noto della tv, che nel privato ha dovuto affrontare un divorzio e anni di lotte legali per essere un padre presente nella vita di suo figlio. Il conduttore ha denunciato il fatto che la figura paterna venga contemplata solo a livello finanziario ed esclusa spesso dalle decisione dei giudici nel delineare le regole educative. «Ogni mese un figlio trascorre 23 giorni con la madre e 8 col padre: che possibilità c’è per un uomo di stabilire un rapporto profondo con il figlio?» ha affermato il giornalista. Dalla sua esperienza è nato anche il libro Nei tuoi occhi di bambino, edito da Longanesi.

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Il “Pentagono della morte” Si abbassano le temperature ma non i miasmi. Neanche le piogge servono a diluire gli acri odori degli agenti tossici che scorrono lungo tutto il bacino. Chi diceva fosse una protesta “estiva” e con l’abbassarsi delle temperature sarebbe calato anche il disagio e con esso la mobilitazione, deve ricredersi. La Rete Difesa del Territorio non intende fermarsi e chiede provvedimenti immediati alle istituzioni per salvare il bacino del fiume Sarno che sta pian piano morendo. Una prima risposta arriva dal comune di Nocera Inferiore, città penalizzata dal malsano incontro dei torrenti Cavaiola e Solofrana prima di defluire nel Sarno. Il primo intervento chiesto all’amministrazione è il completamento della rete fognaria, pressoché assente. «Esiste già un progetto per il collettamento fognario» annuncia ai comitati l’architetto Federico Piccolo, assessore all’ambiente di Nocera Inferiore, intervenuto al di-

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battito “L’ultima goccia” del Festival H2rOck, lo scorso primo ottobre al parco giochi “Rea” di Nocera Inferiore. «Sono anche già stati stanziati i fondi per la realizzazione del progetto e l’ente preposto a svolgere il lavoro è la GORI». La società che gestisce le risorse idriche del nostro bacino, però, non sembra avere in calendario il completamento della rete fognaria, quanto piuttosto la riscossione delle cartelle pregresse, mentre i cittadini continuano a pagare servizi, quali depurazione, collettamento e impianto fognario, che di fatto non esistono. Oltre a dare la sveglia alla GORI, i comitati chiedono all’amministrazione anche di trovare un palliativo al disagio ambientale in attesa che parta il collettamento. La proposta. L’assessore Piccolo avanza una proposta: «Si tratta di un anello che viene posizionato lungo le pareti perimetrali dell’attraversa-

Da Roccapiemonte a Poggiomarino, tutti i paesi della nostra Diocesi sono attraversati dai torrenti killer, una situazione che sfiora l’emergenza sanitaria


mento del fiume. Nebulizza particelle microscopiche di acqua che fermano i cattivi odori senza creare impedimenti o barriere ai liquidi e alle acque che defluiscono. Evita solamente che il cattivo odore dei tratti tombati (ndr i tratti in cui il letto del fiume è stato coperto) esca fuori». L’intervento suggerito da Piccolo, però, al momento resta solo una proposta: «Ne voglio parlare con il dirigente dei lavori pubblici e prendere ancora più informazioni, per vedere se ha avuto riscontro in altre situazioni e valutarne i risultati. In ogni caso non è molto dispendioso, si tratta di circa 10mila euro per ogni impianto. Se dovesse funzionare bene potrebbe essere una valida soluzione, quanto meno per i cattivi odori e i miasmi dei tratti tombati. Alla fine dell’anno, dopo la riunione con sindaco e giunta, vedremo

se è il caso e se ci sono le disponibilità per poter fare anche questo». Gli agenti tossici. Più che i cattivi odori, però, ciò che preoccupa i residenti delle abitazioni che costeggiano i torrenti è la presenza degli agenti tossici, quali cromo e tetracloroetilene che, insieme all’acqua nebulizzata nell’aria, possono raggiungere facilmente le vie respiratorie o arrivare alle falde acquifere inquinando i pozzi destinati all’agricoltura. Situazione che risulta ancora più allarmante alla luce dello studio effettuato dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Salerno, “Environmental Pollution Effects on Reproductive Health, Clinical, Epidemiological Study in Southern Italy” (2012), volto a verificare la correlazione tra inquinamento e tumori. È emerso che vi è un collegamento epidemiologico tra l’inquinamento ambientale e

la salute riproduttiva nella zona di Salerno. Nel nostro comprensorio, negli ultimi anni, la mortalità per cancro è fortemente aumentata, raggiungendo livelli molto più alti rispetto alla media italiana e colpendo soprattutto donne incinte e bambini. Scenari così preoccupanti che gli studiosi hanno rinominato il territorio del bacino come il “Pentagono della morte”. Scarichi illegali, mancanza di collettori, città senza collegamenti fognari e indifferenza degli amministratori: sono queste le accuse dei comitati organizzati in rete per la grande marcia a difesa del fiume Sarno, sorti nelle 23 città attraversate dal bacino fluviale. Da Roccapiemonte a Poggiomarino, tutti i paesi della nostra Diocesi sono attraversati dai torrenti killer, una situazione che sfiora l’emergenza sanitaria. Sofia Russo

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VITA NELL'AGRO La presentazione del volume alla libreria Mondadori

Una memoria da non dimenticare Presentato a Nocera Inferiore il libro Democristiani a Salerno. L’opera di Vittorio Salemme raccoglie testimonianze e documenti della Dc

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na storia già dimenticata, testimonianza di almeno due generazioni che si sono impegnate nello sforzo di proiettare la cultura e gli ideali cristiani nella dimensione politica. Questo il tema del libro di Vittorio Salemme, Democristiani a Salerno, edito da Gaia e presentato il 29 settembre alla Mondadori Bookstore di Nocera Inferiore. I testimoni diretti di questa storia, Carlo Chirico e Antonio Guerritore, hanno ricordato con passione e non senza qualche nota di emozione, le fasi salienti del percorso politico all’interno del partito a Salerno, fino alle rispettive tappe parlamentari. L’autore, da storico-testimone e raccoglitore delle fonti, ha ricordato nel suo intervento il dovere di non lasciare nell’oblio della memoria questo periodo fondamentale della storia politica salernitana; il suo intento era quello di dimostrare che questa storia, con i suoi vizi e le sue virtù, pur tanto vituperata, ma comunque non conosciuta, andava ricostruita, conosciuta e divulgata. Dal-

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lo sbarco degli alleati a Salerno alla crisi della prima Repubblica, il testo ricostruisce con un uso attento delle fonti e un linguaggio essenziale e divulgativo, l’intera vicenda del partito a Salerno, fino alla sua scomparsa. Dal centrismo al centro-sinistra, da Carlo Petrone a Carmine De Martino, passando per la vicenda del mancato insediamento della Fiat nella Piane del Sele, emerge la seconda generazione dei democristiani salernitani: D’Arezzo, Scarlato, Valiante, Russo. La fine del compromesso storico e lo scoppio della questione morale hanno avuto effetti devastanti anche sulla DC di Salerno. Un inizio glorioso e una fine ingloriosa. Questo libro rappresenta un monito per chi crede che la storia del cattolicesimo italiano abbia ancora un senso per interpretare il presente. La vicenda salernitana della DC è l’ennesima conferma che la memoria passata non merita di essere dimenticata. Il libro di Salemme lo conferma. Giuseppe Palmisciano

L’appuntamento Un convegno sulla riforma degli enti del terzo settore, ad organizzarlo è l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Nocera Inferiore. L’appuntamento è per il 28 novembre, dalle 15.00 alle 19.00, presso la sede dell’ODCEC in via Matteotti. Dopo i saluti del presidente Giovanni D’Antonio, relazioneranno Antonio Sanchez e Andrea Perrino.


I ragazzi del Servizio Civile

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ieci ottobre 2016, otto ragazzi che non si conoscono stanno insieme per la prima volta per l’anno di Servizio Civile, a guidarli è Valeria Fedele. La sede è stata la Caritas diocesana, coordinata dal direttore, don Alessandro Cirillo, e dal vice-direttore, don Gaetano Ferraioli. «Il Servizio Civile Nazionale opera nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’utilità sociale», questa una delle prime nozioni apprese. Solo vivendo l’esperienza, ne capisci il significato. Le parole e la teoria sono facili. All’inizio le domande che ti affollano la mente sono tante. Qualche risposta l’abbiamo trovata attraverso la formazione generale e specifica. Incontri anche fuori sede che allenano alle dinamiche di gruppo, aprono la mente e ti danno la carica per tutto l’anno. Momenti di convivialità, ma anche di confronto con le altre realtà diocesane, in cui si comprende come rappor-

Un Monastero vivo Una serie di laboratori di arte, cultura e cucina vedranno protagonisti bambini e ragazzi

tarsi ai bisogni, quanto è importante prestare aiuto nel modo giusto. Nell’Agro nocerino–sarnese le persone bisognose di aiuto sono tante e le difficoltà nel soddisfare le loro esigenze altrettanto. Affiancando il direttore e il vice direttore durante i colloqui, ma anche il valido collaboratore d’ufficio, Luigi Giangiacomo, ci siamo trovati di fronte a situazioni che ti stringevano il cuore, nelle quali avresti voluto fare molto di più che un semplice pagamento della bolletta. Tra gli insegnamenti più belli figura sicuramente la voglia di molti utenti di ricominciare, il coraggio trovato per chiedere aiuto, la forza di trasmettere speranza. Perché in fondo è proprio questo il motivo per cui ogni giovane dovrebbe scegliere di fare l’esperienza del Servizio Civile: una spinta in più che ti aiuti nelle difficoltà e ti consenta di donare sempre un sorriso. Emanuela Califano

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partito al Monastero di Sant’Anna di Nocera Inferiore il progetto “Diamo un senso al futuro”. È questo il titolo dell’iniziativa promossa dall’associazione di volontariato “Monastero Sant’Anna”, in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Salerno Sodalis CSVS. Si tratta di tre percorsi laboratoriali rivolti a bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni: arte e legalità; teatro; cucina. Le attività, condotte da esperti di settore, hanno preso il via lo scorso mese di ottobre riscuotendo un boom di iscrizioni. I piccoli allievi saranno im-

Servizio Civile, un anno di testimonianza

pegnati fino a marzo prossimo in questi percorsi artistici finalizzati all’aggregazione, alla socializzazione, alla voglia di stare insieme divertendosi ed imparando cose nuove. Grande l’entusiasmo dei partecipanti alle prese con creazioni di tipo artigianale, con la sperimentazione dei meccanismi della finzione scenica nonché dell’ars gastronomica. Plasmare, rielaborare, dare prova delle proprie abilità, sono gli ingredienti principali di questo progetto che ha visto, tra l’altro, particolarmente coinvolte le suore domenicane che si sono aperte alla comunità in maniera fattiva. NOVEMBRE 2017 Insieme

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VITA NELL'AGRO Shabby in scena a largo Tringale

Salvatore Campitiello

Giornalisti al voto Eletto il nuovo Consiglio. Campitiello più votato a Salerno

Motore del territorio A San Valentino Torio l’attivismo di L.E.A. Hub

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l terzo settore è un mondo dinamico e multiforme che consente di muoversi in diversi ambiti. In questo universo variegato opera l’associazione di promozione sociale L.E.A. hub di San Valentino Torio. L’organizzazione è nata su impulso di alcuni amici provenienti da realtà differenti. Il motore del gruppo è la presidente Maria Laura Squitieri, che coinvolge i soci e le decine di associazioni partners: una fruttuosa rete di collaborazioni a vantaggio dell’Agro. L.E.A. è l’acronimo inglese di Learn, energize, act, ossia Apprendi, mettici energia e realizza. Hub indica un fulcro, un punto di snodo delle comunicazioni ma anche un connettore tra più elementi. In pochi

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mesi di attività L.E.A. hub ha messo in campo e preso parte a diverse iniziative: Be Creative, Red Art, Vintage Party e, da ultimo, Shabby in Scena. L’associazione ha dedicato ampio spazio anche al tema del benessere psicofisico e della qualità della vita in occasione del Quality Day 2017. L’evento ha previsto un convegno multidisciplinare con esperti di vari ambiti, un momento di spettacolo con danza e discipline olistiche e uno show cooking con degustazione di prodotti di alta qualità. Tante ancora le iniziative in cantiere. Tutti gli aggiornamenti sui canali social dell’associazione e sul sito internet. Sofia Vergati vicepresidente L.E.A. hub

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l più votato della provincia di Salerno, Salvatore Campitiello conferma la sua forza di rappresentanza giornalistica. Il presidente dell’Assostampa Valle del Sarno, consigliere uscente dell’Ordine nazionale, lo scorso primo ottobre è stato eletto nel consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Campania. L’assemblea si è riunita per la prima volta il 12 ottobre. Confermato presidente Ottavio Lucarelli, vicepresidente Mimmo Falco, segretario Titti Improta con delega alle pari opportunità e ai rapporti con le tv, tesoriere Paolo Mainiero. Ai consiglieri Salvatore Campitiello e Vincenzo Esposito, rispettivamente, le deleghe per le Scuole di giornalismo dell’Università di Salerno e del “Suor Orsola Benincasa”. A Enzo Colimoro i rapporti con Fnsi, Inpgi e Casagit, A Massimiliano Musto i rapporti istituzionali e la delega per il Cup, il Comitato delle professioni. A Pino De Martino il coordinamento organizzativo. Si è insediato anche il Collegio dei Revisori dei conti. Presidente confermato Francesco Marolda, vice presidente Francesco Ferraro, segretario Concita De Luca.


FISCO E TRIBUTI

IL PEDIATRA RISPONDE

a cura dell’Ordine dei commercialisti e revisori contabili di Nocera Inferiore

di Salvatore Guercio Nuzio*

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

L’IPERGLICEMIA: COME RICONOSCERLA E COME AFFRONTARLA Mio figlio, in evidente sovrappeso, presenta una glicemia a digiuno di 105 mg/dl. È un valore normale? Marina

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cadenza il 30 novembre per i contribuenti non titolari di partita IVA, tenuti a effettuare i versamenti che risultano dalle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2016, che hanno scelto il pagamento rateale. Chi ha effettuato il primo versamento entro il 30 giugno 2017 pagherà la sesta rata dell’Irpef, a titolo di saldo per l’anno 2016 e di primo acconto per l’anno 2017, con l’applicazione degli interessi nella misura dello 1,65 per cento. I contribuenti che hanno effettuato il primo versamento entro il 31 luglio versano la sesta rata, con l’intero importo da rateizzare maggiorato preventivamente dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo, con applicazione degli interessi nella misura dello 1,32 per cento. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida “Le spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi” contenente tutte le informazioni necessarie per ottenere le detrazioni previste dal fisco sulle spese sanitarie. Il vademecum è reperibile nella sezione “prodotti editoriali - guide fiscali” all’interno del sito dell’amministrazione tributaria.

Andrea Perrino dottore commercialista in Angri

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perglicemia è un termine che descrive la presenza di zuccheri in eccesso nel sangue ed è una condizione che può interessare anche i bambini apparentemente in buona salute. Sono normali le glicemie che non superano i 100 mg/dl dopo almeno 8 ore di digiuno (per esempio, al risveglio mattutino). Il limite della tollerabilità sale invece a 140 mg/dl a distanza di 2 ore dal pasto. Le glicemie da approfondire sono invece quelle che vanno da 100 a 125 mg/dl sempre a digiuno e quelle che superano i 140 mg/dl 2 ore dopo i pasti principali. Questi valori possono rappresentare un primo importante segno di una condizione sempre più frequente fra gli adolescenti in sovrappeso o obesi, il cosiddetto pre-diabete. Diversamente, possono anche essere un campanello di allarme per forme di diabete definite monogeniche (MODY), alquanto rare ma diffuse nelle famiglie in cui c’è già una storia di diabete mellito tipo 2, una volta definito “alimentare”. In età pediatrica, comunque, il diabete mellito che esordisce con più frequenza e che va escluso in prima battuta è il diabete mellito tipo 1, di origine autoimmune e non associato all’obesità. L’iperglicemia spiccata (ben oltre i 200 mg/dl), più tipica del tipo 1, porta i bambini ad incrementare la produzione di pipì (poliuria) con conseguente aumento della sete (polidipsia). Inoltre, è frequente uno stato di stanchezza complessivo, cefalea e “paradossalmente” perdita di peso a causa della carenza di insulina, la proteina che serve a immagazzinare gli zuccheri presenti nel sangue. Se un bambino presenta una glicemia a digiuno compresa fra 100 e 125 mg/dl, in assenza di sintomi, il consiglio è quello di ripetere il prelievo (possibilmente venoso e non capillare) per escludere innanzitutto condizioni non correlate alla malattia diabete (forte stress psicofisico, infezioni, assunzione di cortisonici, etc) e approfondire con uno specialista diabetologo pediatra. * Nato a Sarno, sposato e padre di due bambini si è specializzato in Pediatria presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, lavora presso l’Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale di Battipaglia. NOVEMBRE 2017 Insieme

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SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

5 regole per prendersi cura di sé SALE IN ZUCCA è uno spazio dedicato alla persona, nella sua complessità, che offre consigli e riflessioni per prendersi cura di sé e del proprio benessere psicofisico

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Cari lettori, prendersi cura di sé significa tendere ad un sano equilibrio psicofisico. Non è sicuramente un percorso facile ma “Insieme” potremo riuscirci con poche regole. Di’ no! Quante volte avremmo voluto dirlo, ma non ci siamo riusciti? La paura di deludere l’altro è forte, ma prendersi cura di sé implica la capacità di saper dire no nel rispetto dell’altro e dei nostri bisogni. Non puoi controllare tutto. Quante volte proviamo a controllare l’incontrollabile? Accettare i propri limiti è liberatorio. Fai solo ciò che vuoi fare. Riuscire ad avere una propria opinione è difficile, è più facile adeguarsi a quella degli altri. Quindi fate, agite, sbagliate, provate e riprovate, perché la consapevo-

lezza di sé passa attraverso un viaggio colmo di prove ed errori, anche attraverso la messa in discussione di se stessi, se ciò serve a vivere meglio e ad essere più sereni. Sii compassionevole verso te stesso. Dare il giusto valore a noi stessi, nella nostra totalità, accettando e accogliendo amorevolmente ogni nostro aspetto, ci permette di non essere troppo critici. Amati. Perché l’amore per l’altro dona vita, ma l’amore per sé è vita! Prendersi cura di sé passa attraverso queste poche regole. È un viaggio che implica l’aver cura di quello che si pensa, si prova, si fa e di ciò che siamo nella nostra totalità! Questa è la prima pillola di Psico Felicità che Sale in zucca ha voluto donarvi. *psicologa psicoterapeuta dottoressa.marciano@gmail.com


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SCUOLA & UNIVERSITà di Martina Nacchio Marianna Fogliasecca davanti alla Basilica di San Marco a Venezia

Quindici giorni ed è amore

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volte un’esperienza può cambiare la direzione di una vita intera. Anni di studio, di progetti, di sogni, che poi assumono sfumature diverse, mai contemplate. Così è accaduto a Marianna Fogliasecca, dottoressa paganese di 27 anni. Quando una voce al telefono le ha annunciato che c’era una scuola che chiedeva di lei a 800 chilometri di distanza non sapeva davvero cosa l’aspettava. Aveva fatto domanda per l’inserimento in terza fascia qualche mese prima, certo. Ma passare dalla teoria alla pratica non è semplice. Per quindici giorni sarebbe stata l’insegnante di tre classi di una scuola media di Chioggia, in provincia di Venezia. «Accetta?» Un solletico allo stomaco, di quelli dati dall’ansia e dall’adrenalina. «Sì». Il minuto precedente la sua prima ora di lezione non era sicura di voler essere un’insegnante. Lo ha scoperto subito dopo, nello sguardo vivo dei suoi alunni, nelle loro domande curiose, nei loro sorrisi spassionati. Corsa al Nord. Marianna fa parte della categoria di giovani laureati alla ricerca di una realizzazione professionale. Domande, colloqui, il concorso per un posto di dottorato, nel frattempo deve adeguarsi ad altri lavori momentanei, per avere un minimo di indipendenza economica. «Il mio sogno è sempre stato lavorare nella ricerca – confessa – ma è una strada lunga e tortuosa. Non avevo mai pensato

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Marianna è una giovane laureata in scienze biologiche che lo scorso settembre ha svolto la sua prima supplenza. Di quest’esperienza ci racconta gioie e insegnamenti


di poter diventare un’insegnante. Ma ora, dopo questa prima entusiasmante esperienza, credo possa essere il lavoro della mia vita». Tutto è partito dalla domanda di iscrizione alle graduatorie docenti. Tantissimi giovani della Campania sono stati indirizzati dai sindacati verso le province del Nord, da Venezia a Padova, da Bologna a Trieste. Seguendo un ciclo continuo che porta ormai da decenni gli insegnanti a dover migrare per ottenere una cattedra e li trascina in anni di supplenze, più o meno lunghe. In questa fase la corsa al Nord per i novelli è dipesa per lo più dalla Mobilità 2017, che ha visto un gran numero di insegnanti meridionali tornare al Sud. Tantissime cattedre sono rimaste scoperte, in particolare nelle scuole medie per gli insegnamenti di matematica e scienze.

classe avevo una sensazione strana. Timore di sbagliare o che loro non capissero le mie spiegazioni. Invece è andata bene. Sono stata fortunata. Ho trovato ad accogliermi tre belle classi e dei colleghi gentili e disponibili». Soprattutto la sua giovane età ha entusiasmato i ragazzi. Ma non solo il suo battesimo professionale, quest’esperienza è stata anche un’opportunità di crescita personale. «È stato il mio primo viaggio da sola, la prima volta che ho dovuto badare davvero a me stessa». Dalla fine della supplenza è stata raggiunta via sms da tante altre convocazioni nella provincia veneta, poi senza esito. Alcune proposte di supplenze ha dovuto rifiutarle, troppo poche le ore previste per poter sostenere le spese anche solo di vitto e alloggio.

Buona la prima. Marianna aveva sperimentato di saper trasmettere bene le proprie conoscenze ad un altro grazie alla pigrizia nelle materie scientifiche di sua sorella, a cui per anni aveva dato ripetizioni di matematica. Inoltre aveva imparato a rapportarsi con i bambini per via del suo lavoro come animatrice. Esperienze di aiuto, certo, ma che smettevano di darle forza al pensiero di trovarsi di fronte 70 ragazzi delle scuole medie. «Stare con gli adolescenti mi faceva un po’ paura – ammette –. Prima di entrare in

L’insegnante è uno di quei lavori che non si può apprendere solo sui libri. La formazione necessaria, la didattica, la programmazione, non potranno mai prescindere dall’empatia, dalla gentilezza e dallo spirito di generosità che caratterizza i docenti migliori. Che poi, se sei un buon maestro, neanche lo sai, sono gli altri che te lo fanno notare. E nell’affetto dei ragazzi Marianna ha di certo trovato la conferma che la strada è quella giusta. Martina Nacchio

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news dalle scuole

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Studenti in sciopero per l’alternanza scuola-lavoro

un’alternanza dignitosa quella che chiedono gli studenti di tutt’Italia, che rispecchi il percorso di studi scelto e che non punti allo sfruttamento di forza lavoro a costo zero. L’appello lanciato lo scorso 29 settembre dall’Uds, l’Unione degli studenti, è stato raccolto dai ragazzi del Bel paese, che hanno scioperato lo scorso 13 ottobre per chiedere un’applicazione diversa, utile e gratuita dell’alternanza scuola/lavoro. «L’alternanza scuola lavoro – si legge nell’appello – è una metodologia didattica che lega il Sapere al saper fare, l’intelligenza teorica all’intelligenza pratica, che fa davvero da ponte tra ciò che studiamo a scuola e ciò che andremo a praticare nei luoghi di lavoro. […] La vera alternanza scuola lavoro non è asservita alle logiche e agli interessi del mercato del lavoro e non si vende ai privati né tantomeno alle multinazionali: dopo l’accordo stipulato dal Miur con i “grandi campioni d’alternanza” siamo andati a friggere patatine al Mc Donald’s, a sistemare indumenti a Zara, a fare fotocopie alla Banca d’Italia». Anche gli studenti dell’Agro hanno risposto all’appello. A Nocera Inferiore il corteo organizzato si è arricchito anche della partecipazione degli studenti del liceo “Mangino” di Pagani e dell’ISIS “Fortunato” di Angri. Non in tutte le realtà scolastiche dell’Agro, però, si respira il malcontento: segno che a fare la buona scuola, spesso e volentieri, sono i buoni professori. S. R.

Scuole amiche per i DSA

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n occasione del World Dyslexia Awareness Day è stata inaugurata la piattaforma Dislessia 2.0 con la mappa delle 148 scuole “amiche” della provincia di Salerno – certificate dall’Associazione Italiana Dislessia (AID) – che offriranno i primi strumenti per lo screening precoce dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Il progetto digitale è varato da Fondazione TIM in

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collaborazione con AID, Istituto Superiore di Sanità, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con l’appoggio del Ministero dell’Istruzio-

ne, dell’Università e della Ricerca. Le famiglie potranno collegarsi al portale www.dislessia.fondazionetim.it e

individuare le scuole polo dove è attivo il processo di individuazione di tali disturbi. Nella provincia salernitana, un’attenzione rinnovata alla questione: lo scorso anno con Dislessia Amica sono state realizzate sessioni di e-learning per i docenti, basate su un protocollo elaborato con il MIUR, che hanno coinvolto oltre 140.000 insegnanti per più di quattro milioni di ore di studio. M.P.


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Mons. Pietro Milite spegne 47 candeline, il 16 novembre; don Romualdo Calcìde festeggia 45 anni, il 17 novembre; diac. Salvatore Verdoliva compie 52 anni, il 20 novembre; don Giuseppe Pironti spegne 34 candeline, il 21 novembre; don Flaviano Calenda festeggia 69 anni, il 23 novembre; don Giovanni Orlando compie 77 anni, il 25 novembre; nello stesso giorno don Alfonso Santoriello spegne 52 candeline. Il dono della vostra vita e del vostro ministero sia un seme fecondo per la nostra Chiesa locale. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Maria Ermelinda Di Lieto (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) festeggia il compleanno il 9 novembre; Laura Della Casa (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) compie gli anni l’11 novembre; il prof. Raiola (San Sisto II) compie 71 anni, il 22 novembre; Andrea Pappacena (S. Alfredo, Sarno) spegne 66 candeline, il 25 novembre; Livia Rossi (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) compie 25 anni, il 30 novembre. Ai nostri messaggeri della speranza, auguri di vero cuore!

Auguri speciali

Auguri di buon compleanno a Nunzio Desiderio (responsabile dell’Ufficio per le Confraternite), che festeggia il compleanno, il 28 novembre. Auguri a Dina Coppola e a Ornella D’Auria, socie della Cooperativa Priscus, per i loro compleanni, il 9 e il 19 novembre. Il 24 novembre, Agnese Senatore, presidente della Cooperativa Priscus, compie gli anni. Affinché l’impegno e la dedizione per la nostra Chiesa locale sia sempre fervido. Auguri!

Nunzio Desiderio

Dina Coppola

Ornella D'Auria

Agnese Senatore

Il reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Nocera Inferiore si è ritrovata come “famiglia” per festeggiare Mariarosaria e Vincenzo De Tollis, per i loro 50 anni e il loro grande cuore. Auguri per le 102 candeline del cuore giovane di Poggiomarino. Auguri a Giovanni Nappo: due secoli di saggezza, che non conclude mai senza il suo “ringraziamo Dio”!

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CULTURA

L'ANGOLO DELLE RECENSIONI di Mariarosaria Petti

La tristezza ha il sonno leggero Autore: Lorenzo Marone Editore: Longanesi Prezzo: € 16,90 Per essere felici è necessario liberarsi del passato. Ce lo spiega la storia di Erri, protagonista del libro, che alla soglia dei quarant’anni dovrà fare i conti con i fantasmi della sua sgangherata famiglia. Profondo e intenso il nuovo lavoro dell’autore de La tentazione di essere felici, a cui è liberamente ispirato il film La tenerezza.

Il mare dove non si tocca Autore: Fabio Genovesi Editore: Mondadori Prezzo: € 19,00 Grande ritorno per il vincitore dell’edizione 2015 del Premio Strega Giovani con il romanzo Chi manda le onde, entrato poi nella cinquina dei finalisti dell’ambita gara letteraria. Questa volta, lo scrittore toscano racconta la storia di Fabio, un bambino di sei anni con due genitori, una decina di nonni e un’infanzia fuori dal comune.

Lincoln nel Bardo Autore: George Saunders Editore: Feltrinelli Prezzo: € 18,50 Primo romanzo per l’autore statunitense, che ha abituato il suo pubblico a raccolte di racconti. Abraham Lincoln è il protagonista della trama, sullo sfondo l’imminente guerra civile del 1862. Ad occupare il centro della narrazione, una vicenda personale del presidente degli Stati Uniti: la morte del figlio undicenne Willie.

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In coppia con Dio Autore: Paolo Curtaz Editore: San Paolo Edizioni Prezzo: € 12,00

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amore è eterno finché dura. È possibile sfuggire al popolare adagio? A proporre la soluzione Paolo Curtaz, brillante teologo, scrittore ed evangelizzatore. La ricetta è semplice: se l’amore l’ha inventato Dio, basterà tornare alla sorgente per capire le dinamiche di coppia. È quanto ha spiegato con tono dinamico e vivace a San Valentino Torio, presso la parrocchia San Giacomo Apostolo, invitato dal parroco don Alessandro Cirillo, il 13 ottobre scorso. I temi più importanti – dall’intimità alla convivenza – sono affrontati a partire dalle Scritture e dalle storie delle coppie nella Bibbia. All’indomani della pubblicazione di Amoris Laetitia, l’autore analizza i cambiamenti avvenuti negli ultimi tempi e i modelli di famiglia del presente e del passato, per rinvenire i nodi critici che oggi causano separazioni e divorzi. Identificare l’amore con un’emozione o con la sola fase dell’innamoramento, ricercare nell’altro la fonte della felicità: sono questi alcuni tranelli in cui è facile cadere. Aprirsi all’amore come un viaggio da fare in due, guardando nella stessa direzione; custodire la crescita della propria anima per far fiorire la coppia; rispettare la sete d’infinito, senza pretendere che sia l’altro a colmarla. Alcune delle indicazioni preziose da seguire in coppia.


APPUNTAMENTI CULTURALI a cura di Martina Nacchio

Gustando i prodotti dell’autunno, alcune imperdibili occasioni di svago e divertimento Sagra della castagna e vino. In programma da venerdì 10 a domenica 12 novembre una sagra tutta autunnale. Vino e castagne in scena nel borgo di Sorbo Serpico, in provincia di Avellino. La sagra alla trentacinquesima edizione ha l’obiettivo di promuovere i prodotti tipici locali, che sarà possibile degustare. Natale al castello. Si terrà dal 10 novembre al 10 dicembre l’ottava edizione del “Cadeaux del Castello”, all’interno delle mura del castello di Limatola, in provincia di Benevento. Dalle 10.00 alle 23.00 sarà possibile visitare i mercatini di Natale in mostra. Il costo del biglietto è 5,00 euro dal lunedì al venerdì e di 10,00 euro nel fine settimana e l’8 dicembre. Cinema in Biblioteca. L’attività cinematografica come espressione di cultura, è questo il concetto alla base di “Cinema in Biblioteca”, il cineforum organizzato dall’associazione Arci Uisp “Antonello Simeon” in collaborazione con la cooperativa sociale “Giovanile” e il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore. Le date previste sono venerdì 17 novembre con “Il racconto dei racconti”, giovedì 30 novembre con il film “Che vuoi che sia” e giovedì 14 dicembre con “Il cittadino illustre”. Rassegna musicale. È stata inaugurata sabato 4 novembre al Circolo Unione di Pagani la IX stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica Campana. Altre sei le date in calendario fino al prossimo 27 maggio. “Prospettive” è il filo conduttore del programma artistico e musicale in cui il complesso orchestrale si esibirà con la direzione del maestro Giulio Marazia.

IN SALA

di Donato D’Elia

Inauguriamo da questo mese un appuntamento fisso con l’informazione cinematografica, piccoli cenni di critica volti alla comprensione ottimale dei film di volta in volta consigliati, preferibilmente in programmazione nelle sale della provincia perché la Settima Arte, se possibile, va esperita nel luogo tradizionalmente deputato alla sua fruizione. Ci siamo appena messi alle spalle un mese ricco di uscite campane e, in particolare, napoletane, che hanno permesso alla nostra regione di essere la più finzionalmente rappresentata (e con ottimi risultati) all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Ce n’è (ce n’ERA, a meno che qualche esercente volenteroso non abbia prolungato la tenitura) per tutti i gusti: dal musical citazionista “Ammore e malavita” dei Manetti Bros all’animazione futuristica di gusto nipponico di “Gatta Cenerentola”, fino ad arrivare a “L’equilibrio” di Vincenzo Marra, storia di un coraggioso sacerdote che lotta contro le infiltrazioni mafiose che infestano la sua terra e i suoi superiori.

Per questo mese, voglio consigliarvi del grande cinema europeo in arrivo dal Concorso Ufficiale dell’ultimo Festival di Cannes, di due autori diversissimi per età, stile e influenze. Il 9 novembre arriva finalmente anche in Italia l’ultima Palma d’Oro “The Square”, del giovane cineasta svedese Ruben Ostlund, una satira corrosiva sul mondo dell’arte contemporanea e insieme una riflessione sulla mancanza di solidarietà delle società urbane moderne e della classe borghese che le attraversa, con una performance “scimmiesca” di body-art che ricorderete per sempre. Sempre di borghesia, decadente e insieme immortale, parla invece l’austriaco Michael Haneke nel suo ultimo “Happy End”, in uscita il 16 novembre, con un cast all-star transalpino, su tutti Isabelle Huppert e il vecchio Jean-Louis Trintignant. L’auspicabile abbattimento dei confini per l’abbandono dei nazionalismi e il consolidamento di un’identità “europea” (utopia che non è mai apparsa così lontana) passa anche dalla conoscenza delle eccellenze artistiche di terre che non sono la nostra. NOVEMBRE 2017 Insieme

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CULTURA ARTE... RISCHI di don Natalino Gentile

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

L’albarello

Paestum, città delle rose

L’

albarello è un recipiente in maiolica, spesso decorato con ricche miniature, usato nelle antiche farmacie per contenere spezie, prodotti di erboristeria ed altri preparati medicinali. Originariamente era chiuso con pergamena fermata con lo spago, poi con coperchio in ceramica. Qualche studioso fa risalire la sua origine al latino “albaris” nell’accezione di “bianchiccio” (da albus = bianco).

L'Ostensorio in foto, proveniente dalla Cattedrale di San Prisco, fa senza dubbio parte di quella schiera di oggetti liturgici sui quali al meglio si sono espressi gli argentieri di ambito napoletano. Questo prodotto del 1771, in argento parzialmente dorato, lavorato a sbalzo e cesello, presenta un fusto particolarmente interessante, costituito da una figura femminile simboleggiante la Fede che sorregge la croce e stringe a sé una cornucopia. Due fasci di grano e un cuore stanno alla base di una raggiera riccamente decorata. Il tutto in quadro stilistico di chiaro gusto settecentesco. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

Si può immaginare la bellezza di quei fiori, il loro profumo e l’uso che gli antichi ne facevano in cucina, per l’estetica degli ambienti e per le preparazione dei cosmetici. Tanto che Marziale poteva regalarci questo verso: “Paestanis rubeant aemula labra rosis” (le tue labbra sono rosse come le rose di Paestum). Questa rosa, inutile dirlo, ha il fascino della sua storia di circa 40 milioni di anni. Il nostro albarello, con quello che era il suo contenuto, non ha questa vetustà ma ci affascina ugualmente quella data: 1672! Erano vescovi Gabrielli a Nocera e Pironti a Sarno.

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Foto Salvatore Alfano

Ne abbiamo trovato uno, per caso, gettato in un angolo, fortunatamente con tutti i suoi pezzi da restaurare. Interessante il contenuto “Bifera magna”. Qui dobbiamo scomodare Virgilio: «Se già non fossi al termine del mio lavoro canterei quale arte della coltivazione adorna i fertili giardini ed i rosai di Paestum che fioriscono due volte all’anno» (Georgiche IV, 116-124). La rosa di Paestum era chiamata dai Romani damascena bifera; damascena perché proveniente da Damasco e bifera perché portava una seconda fioritura in autunno, dopo quella primaverile. Ce lo ricorda il vescovo Ennodio, (474 – 521): «L’attività operosa dei pestani fece sì che i cespugli spinosi generassero rose, le quali mediante il lavoro germogliano dagli spini come stelle dalla terra».


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

MANE NOBISCUM Da quando sei sparito dalla nostra vista in quella locanda di Emmaus una strana tristezza ci prende ogni sera e abita le nostre notti chiudendoci a chiave in quella paura che quasi non fa più partorire l’aurora per nuovi mattini. Forse è per questo, Pellegrino di Emmaus, che noi ci affidiamo a quella prima preghiera sbocciata dopo la Pasqua e, pellegrini come quei pellegrini, ti ripetiamo: Mane nobiscum, Domine! Rimani con noi, Signore! Rimani con noi perché scende la sera.

Sì, senza di Te, si fa sera e le nostre sere diventano più lunghe senza coloro che amiamo quando il dubbio, sempre in agguato, sembra mordere anche il nostro esistere. Ed è allora che, nelle tante ferite del cuore, Tu ritorni come Parola, Pane e Poveri e ci inviti a ricordare, a fare memoria abbondante di te, memoriale perenne, a ricordare che Tu sei sempre qui e sempre ci conduci altrove, là dove la fede si fa visione, la speranza si realizza e la carità diventa cibo che rimane in eterno.

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(Foto Salvatore Alfano)


VITA ECCLESIALE a cura della redazione Monsignor Gioacchino Illiano

“Provo gratitudine per il Signore” A colloquio con mons. Gioacchino Illiano, pochi giorni dopo il suo 30esimo anniversario di ordinazione episcopale

A

nniversari che si intrecciano e voci che si uniscono nella lode a Dio. È accaduto lo scorso 3 ottobre, ad Angri, nella parrocchia Santa Maria delle Grazie. Mons. Gioacchino Illiano, vescovo emerito della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, ha ringraziato il Signore per i trent’anni di ordinazione episcopale insieme a don Vincenzo Buono, don Raffaele Ferrentino e don Marco Limodio che festeggiavano dieci anni di ordinazione sacerdotale. Ha presieduto la Celebrazione Eucaristica mons. Giuseppe Giudice. Eccellenza, che cosa ha provato nel ringraziare Dio per i suoi 30 anni di ordinazione episcopale?

«Gratitudine per il Signore e per la gente che in questi anni mi ha sopportato e amato. A Dio non si può dire no, perché Gesù non ha detto di no. Al contrario, ha risposto: “Sì, Padre”. Non sempre io so fare come Gesù. A volte mi distraggo, mi impensierisco e faccio fatica ad accettare la volontà di Dio. Poi, davanti al Signore, mi calmo e dico il mio sì». Un sì meditato e sofferto è più autentico.

«Le cose a 83 anni si vedono con più chiarezza. Il Signore mi fa comprendere cosa vuole da me, ma io a volte dico no e soffro più di quando dico sì. Il sì è l’abbandono in Dio, il no è un’altra cosa, è diabolico. E tra il sì e il no vivo la mia vita. Ho detto al Signore che vorrei vivere ancora perché desidero fare altre cose. Ma sia fatta la sua volontà». Ha condiviso la celebrazione con tre giovani sacerdoti che lei stesso ha ordinato. Qual è l’augurio che fa alla loro vita?

«Festeggiavano 10 anni di vita donata a Dio. Li trovo sem-

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pre sereni. Il mio augurio è che possano vivere il loro ministero con questa serenità che li contraddistingue». Com’è la vita con don Ciro Galisi?

«Io accolgo ogni sacerdote che viene o resta qui. Sono Vescovo e il mio compito è accogliere a nome della Chiesa. Da quando sono in pensione sono sereno, gli impegni non sono più quelli di prima. Anche i sacerdoti impegnati a vivere il loro ministero devono vivere serenamente. È questa la testimonianza che mi sforzo di dare». Cosa chiede più spesso al Signore?

«Chiedo di morire in pace. In pace con il mondo, con la Chiesa e con me stesso. A quest’età, vorrei essere in pace con gli uomini e con Dio». In questo tempo, in cui lo sguardo è più rivolto al Cielo che alla terra, le capita di pensare a Chiara Lubich?

«Io seguo il cammino del movimento dei Focolari, per quanto è possibile. E seguo anche Chiara, che mi ha rivelato il Cielo con il suo desiderio di diventare santa. Di essere santa. A volte, mi guardo indietro e penso: sto perdendo quota. Bisogna dirlo, per alzare poi gli occhi al Cielo e contemplare la santità. Della Chiesa e di quanti sono in pace con Dio». Un saluto e un augurio per Insieme.

«Comunicare è stata sempre una mia fissazione. Comunicare con la parola, lo scritto, l’esempio. Il Signore non ha fatto altro, per questo ha istituito la Chiesa, per annunciare al mondo e agli uomini Gesù Cristo. Il mio augurio per Insieme è di conservare un linguaggio semplice, per arrivare sempre al cuore della gente». Antonietta Abete


L’icona della Vergine del Rosario portata in processione prima della recita della Supplica

Il cardinale Comastri dai carismatici

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n vero cristiano è anche mariano»: questa frase è risuonata dirompente tra le migliaia di aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo giunti a Pagani, lo scorso primo ottobre, da tutta la Campania. A parlare ai cuori degli 8mila presenti alla 40esima convocazione regionale è stato il cardinale Angelo Comastri. Il vicario generale del Papa per la Città del Vaticano ha caratterizzato diversi momenti della giornata organizzata al mercato ortofrutticolo. Un appuntamento svolto alla presenza del vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice, e dei vertici nazionali del movimento, c’era il presidente Salvatore Martinez, e regionali, con il coordinatore Giuseppe Contaldo. Preghiera e riflessione hanno scandito i momenti dell’intensa domenica di festa e incontro. Il cardinale Comastri si è soffermato sul tema “…grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente…”. Nel giorno della supplica alla Vergine del Rosario, il porporato ha parlato della centralità della figura di Maria: «La devozione a Maria – ha detto – nasce con il cristianesimo e non per un’infatuazione dei cattolici. L’angelo Gabriele è il primo devoto di Maria. Non possiamo negarlo. La devozione verso Maria è registrata nel Vangelo ed è nata con il Vangelo».

Numerosi gli esempi citati, che sono riportati nelle Scritture: l’adorazione dei pastori e dei magi, le nozze di Cana, la crocifissione. Rispetto all’ultimo momento della vita di Cristo, «l’ora della massima manifestazione di Dio-amore», il cardinale ha detto: «La crocifissione è un trapianto di cuore, un trapianto di amore. In quel momento Maria ha vissuto una nuova maternità, una maternità spirituale. Maria ripete il suo sì, fresco come nel giorno dell’annunciazione». Una testimonianza che ha suscitato e continua a suscitare grandi conversioni. Comastri ne ha indicate due su tutte: la prima ha protagonista Giosuè Carducci e la seconda di Giovanni Papini. Due poeti e letterati italiani, non credenti, oppositori della fede, che poi scoprono Dio ispirati da Maria. «La Madonna instancabilmente continua a preparare i cuori all’incontro con Gesù: il figlio di Dio diventato figlio anche di Maria e fratello nostro». Parole di grande intensità, che hanno incoraggiato i presenti a perseverare sulla strada dell’amore a Cristo e per Cristo: «Quanto è bello servire la fede – ha esclamato il cardinale Comastri –. Fatelo nelle famiglie, sul lavoro, nella vita quotidiana. Maria vi sarà di grande aiuto». Salvatore D’Angelo

Si è tenuta la 40esima convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. In 8mila hanno riempito il mercato ortofrutticolo. Presenti i responsabili nazionali del movimento

Il saluto del vescovo Giuseppe al termine della celebrazione

Il cardinale Comastri tra il coordinatore regionale Giuseppe Contaldo e il presidente del Rinnovamento Salvatore Martinez

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VITA ECCLESIALE

Le parrocchie offrono tanti momenti qualificati per meditare il Vangelo. Una ricchezza da condividere affinché ciascuno possa parteciparvi. Ecco alcuni appuntamenti già messi in calendario dalle comunità. Un elenco in via di definizione e che non ha la pretesa di essere esaustivo

INCONTRI CON LA PAROLA Forania di Angri

Forania di Sarno

Santissima Annunziata e Santa Maria del Carmine: venerdì sera, alle 20.30, catechesi guidata dal Rinnovamento nello Spirito Santo sull’origine, la struttura e la finalità dell’appartenenza al movimento. Tutti i giovedì sera, alle 20.00, interiorizzazione della Parola del Vangelo della domenica successiva, in preparazione al Sinodo dei giovani. Due volte al mese, catechesi a cura del gruppo adulti di Azione Cattolica.

La forania di Sarno s’incontra mensilmente presso il Santuario di Santa Maria della Foce per il corso biblico, dal titolo “Nella prospettiva di introduzione al cristianesimo”. Le date degli appuntamenti sono: 16 novembre, 14 dicembre, 11 gennaio, 8 febbraio, 14 marzo, 12 aprile.

Santa Maria delle Grazie: ogni giovedì, alternandosi con l’Adorazione Eucaristica, incontri di Lectio Divina, alle 19.30. Regina Pacis: catechesi per giovani e adulti, a cura dei laici del Movimento Neocatecumenale, tutti i martedì e i venerdì, dalle 20.00 alle 21.00. San Lorenzo: tutti i mesi, il primo e il terzo giovedì del mese, don Salvatore Fiore tiene una Lectio Divina; mentre il secondo e il quarto giovedì del mese i fedeli si dividono in gruppi per meditare il Vangelo della settimana precedente. Sant’Antonio di Padova, Orta Loreto: catechesi mensile aperta a tutti ma in particolare ai catechisti. Ogni 13 del mese, catechesi su sant’Antonio e a seguire il bacio alla reliquia.

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Sant’Alfredo: tutti i lunedì alle 20.00, Lectio sul Vangelo della domenica successiva. San Sebastiano: centri di ascolto quindicinali presso le famiglie, sul tema “La fede che parte dal Mistero”.


Forania di San Valentino San Giacomo Apostolo: è cominciato lunedì 23 ottobre il cammino de Le Dieci Parole, seguiranno per i prossimi tre lunedì, alle ore 20.00, le catechesi introduttive sui Comandamenti. Un itinerario della durata di un anno e mezzo, intervallato da tre ritiri all’approfondimento del quarto, sesto e decimo Comandamento. Il cammino proposto da don Alessandro Cirillo prevede anche momenti di scrutatio personale e di confronto di gruppo.

Forania di Nocera Superiore - Roccapiemonte San Michele Arcangelo: catechesi comunitaria ogni primo e terzo martedì del mese, dalle 20.00 alle 21.00. In Avvento e in Quaresima, Lectio Divina, il giovedì, dalle 19.00 alle 20.00. Santa Maria Maggiore, Nocera Superiore: catechesi per giovani e adulti, tutti i venerdì sera alle 20.00. San Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte, Roccapiemonte: tutti i venerdì sera catechesi sul Vangelo della domenica successiva a Santa Maria del Ponte, alle 21.00. Il terzo giovedì del mese, Lectio Divina a San Giovanni, dalle 17.00 alle 18.00.

San Giovanni Battista, Striano: dal 23 ottobre al 7 dicembre, ogni lunedì e giovedì, alle 19.30, catechesi per giovani e adulti guidate dal Movimento Neocatecumenale, presso l’auditorium San Giuseppe.

Forania di Nocera Inferiore San Matteo: ogni terzo venerdì del mese, catechesi parrocchiale, alle ore 20.00. Il tema dell’anno è la Chiesa. Santa Maria del Presepe: Lectio sul Vangelo di Marco aperta alla comunità, dalle 20.00 alle 20.45, il 16 e 30 novembre, il 14 dicembre. Le date per il 2018 sono da stabilire. San Giovanni Battista: Lectio comunitaria, tutti i lunedì alle ore 20.00. San Bartolomeo Apostolo: lunedì ore 19.00, catechesi giovani e adulti; ogni ultimo lunedì del mese ore 19.00, formazione biblica; martedì ore 19.00, formazione catechisti; ogni primo giovedì del mese ore 19.00, catechesi per l’apostolato della preghiera; ogni ultimo giovedì del mese ore 20.00, formazione gruppo famiglia. Maria Immacolata: formazione bambini, martedì 17.00-18.00 e mercoledì 18.00-19.00; formazioni adulti, lunedì 17.30; primo venerdì del mese ore 17.30, Adorazione Eucaristica; seconda domenica del mese ore 17.00, cenacolo di preghiera.

FORANIA DI Pagani Santissimo Corpo di Cristo: Lectio Divina l’ultimo lunedì del mese dopo la Santa Messa, dalle 19.00 alle 20.00. Madonna di Fatima e Gesù Risorto: tutti i giovedì, dalle 17.00 alle 20.00, nell’ambito dell’appuntamento con l’Adorazione Eucaristica, un momento di catechesi guidato dal parroco, don Antonio Guarracino. Santa Maria del Carmine: catechesi per giovani e adulti, tutti i giovedì sera, alle 20.00. San Sisto II: dal 13 al 17 novembre, esercizi spirituali. Catechesi mensile per la comunità: 7 dicembre, 18 gennaio, 8 febbraio, 8 marzo, 12 aprile, dalle 20.00 alle 21.00. Per consentire ai genitori di essere presenti, i bambini possono stare presso la Ludoteca Mulan.

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VITA ECCLESIALE

Frammenti di un Unico pane

Il taglio del nastro

Camminare insieme Il 19 ottobre è stata aperta la casa per le aggregazioni laicali Iuvenescit Ecclesia

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na casa comune per le aggregazioni laicali, per andare oltre gli steccati associativi e sperimentare, sotto lo stesso tetto, la sinodalità. È stata aperta a Nocera Inferiore Iuvenescit Ecclesia: la struttura accoglie diciotto realtà, tra associazioni e movimenti che operano in diocesi. La “casa” è un’opera segno del Giubileo della Misericordia. Il Vescovo ne parlò negli Orientamenti pastorali dello scorso anno pastorale. L’idea è scaturita dall’esigenza di aver un luogo per la formazione continua, sia di gruppo che comunitaria. La richiesta è emersa nel corso dell’anno giubilare voluto da papa Francesco. A distanza di qualche mese, ristrutturata la canonica della parrocchia Maria Immacolata, una struttura molto grande, con diverse stanze, un salone e un giardino, dal 19 ottobre è a disposizione di tutti la casa Iuvenescit Ecclesia. Il nome è stato preso dalla lettera della Congregazione per la Dottrina della fede che, nel maggio 2016, richiamò l’importanza di associazioni e movimenti e il contributo che danno alla comunione e alla missione della Chiesa. «Per superare lo stallo della pastorale – ha spiegato il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice – ho pensato ad una casa delle aggregazioni. Una casa dove si vive, ci si incontra, si pensa ed elabora un programma insieme. Una casa che odori di semplicità e di quotidiano dove, a volte, possiamo anche litigare, ma solo per costruire una migliore famiglia ecclesiale. Un luogo in cui la formazione sarà fatta insieme e avrà il gusto buono, fragrante e genuino delle cose fatte in casa». Tanti piccoli frammenti che formano l’unico pane, affinché tutti siano uno. Sa. D’An.

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Un esercizio di sinodalità quello che le associazioni e i movimenti della diocesi dovranno fare nella Iuvenescit Ecclesia di via Napoli. Coordinati dalla consulta delle aggregazioni laicali, diretta da don Vincenzo Di Nardi, si ritroveranno fianco a fianco a collaborare per una maggiore comunione ecclesiale, realtà frutto di esperienze e storie diverse. Iuvenescit Ecclesia accoglie: Azione Cattolica, Rinnovamento nello Spirito, Cammino neocatecumenale, Movimento dei Focolari, Fraternità di Emmaus, Progetto Famiglia, Gruppo di preghiera Padre Pio, AMCI, Comunità Rinnovamento Carismatico, Agesci, Associazione Figli in cielo, OFS, Gi.Fra., Ordine secolare domenicano, ANSPI, Confraternite, il centro servizi del Progetto Policoro e l'UNITALSI. Una famiglia che può e deve ancora crescere.

Il Vescovo impartisce la benedizione

Il salone della Iuvenescit Ecclesia


Antonio Francese (primo a sinistra) con alcuni partecipanti alle giornate di Taizé

Tre nuovi diaconi

A Taizé la Commissione europea Giustizia e pace Tra i partecipanti Antonio Francese, già animatore di comunità del Progetto Policoro in diocesi, attuale componente dell’equipe nazionale di Giustizia e Pace

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iustizia e pace sono stati i temi al centro della commissione europea che si è riunita dal 22 al 25 settembre a Taizé, in Francia. La comunità ecumenica internazionale ha accolto le delegazioni delle commissioni nazionali Giustizia e Pace per una serie di approfondimenti. Con la sua stessa esistenza, la comunità è una “parabola di comunione”, un segno concreto di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati. Il luogo ideale, insomma, dove poter approfondire queste tematiche. Tra i partecipanti agli incontri c’era Antonio Francese, giovane impegnato per anni nella nostra diocesi in diverse attività di servizio, tra cui quella di Animatore di Comunità del Progetto Policoro, oggi componente dell’equipe nazionale di Giustizia e Pace. «A Taizé ho potuto sperimentare la capacità prospettica di una Chiesa in continuo dialogo col mondo, impegnata nel ricercare punti d’incontro con “l’altro da sé” riscoprendo la

bellezza dell’essere radicati, ma mai radicali», ha commentato Antonio al rientro dall’intensa esperienza di confronto e dialogo. Il suo contributo e quello dell’intera equipe italiana hanno sollecitato l’avvio di azioni concrete anche in altri stati europei. «All’Italia – ha raccontato Antonio – è stata affidata l’organizzazione della preghiera e dell’azione simbolica in memoria dei martiri che hanno difeso l’inalienabile diritto alla giustizia, creando luoghi di pace e di confronto civile oltre ogni ideologia. A questo si aggiunge un contributo significativo sulle proposte ecologiche che porteranno a riflessioni con le classi politiche dei diversi Paesi partecipanti». Tra i ricordi più significativi ci sono i momenti di preghiera e dialogo vissuti «con fratelli di diverse confessioni cristiane: hanno rafforzato in me l’idea e il desiderio di solcare sentieri in cui il cammino condiviso è più importante di qualunque differenza». Sa. D’An.

Sono incamminati sulla strada verso il sacerdozio i tre nuovi diaconi ordinati lo scorso 18 ottobre da monsignor Giuseppe Giudice. Tantissime le persone che si sono strette intorno ad Aniello Cipriani, Rosario Mormone e Vincenzo Spinelli, gremendo la Concattedrale di San Michele Arcangelo a Sarno. «Il cammino umano è intrecciato alle storie di questi tre giovani» ha affermato il Vescovo. Nel giorno in cui la Chiesa ricordava san Luca, monsignor Giudice ha scelto l’immagine dell’evangelista della gioia per delineare i tratti che non devono mai mancare nella loro opera di evangelizzazione. Il presule ha aggiunto: «Il Signore dice: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Se sarete agnelli, vincerete».

Un momento dell’ordinazione diaconale di Aniello Cipriani, Rosario Mormone e Vincenzo Spinelli

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VITA ECCLESIALE

Il ruolo del sacerdote nell’Amoris laetitia

AMORIS LETITIA Editrice Punto famiglia pp. 79 - Prezzo € 9,00

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dedicato all’Amoris laetitia di papa Francesco l’ultimo lavoro editoriale di don Silvio Longobardi, un documento del Magistero che ha avuto un’ampia risonanza, anche oltre i confini ecclesiali e l’orizzonte strettamente pastorale. Per trovare un dibattito analogo dobbiamo tornare all’Humanae Vitae di Paolo VI. L’attenzione dei media – fa notare l’autore – non dipende tanto dal tema centrale – la famiglia intesa come risorsa ineludibile dell’umana società – quanto dal capitolo che riguarda i divorziati risposati. «Si tratta senza dubbio di un tema importante – spiega don Silvio nell’introduzione –, un’esperienza statisticamente sempre più diffusa; ma non dobbiamo dimenticare che è solo un tassello di un mosaico molto più ampio. La giusta e doverosa importanza che dobbiamo dare a questo aspetto non significa perdere la visione complessiva della problematica familiare». L’Esortazione di papa Francesco parla della famiglia e dunque parla anzitutto agli sposi. Ma non dimentichiamo che è indirizzata a tutta la comunità ecclesiale. «Pertanto, aggiunge il

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Il nuovo lavoro editoriale di don Silvio Longobardi, ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus e direttore di Insieme sacerdote, tutti sono chiamati in causa e ciascuno dovrebbe rispondere secondo la propria vocazione: anche le comunità religiose sono interpellate e ciascuna secondo il proprio carisma e la sua specifica ministerialità. Ma nessuno può negare che un ruolo importante e insostituibile è affidato ai pastori, ai vescovi e ai presbiteri, chiamati ad essere guide autorevoli del popolo di Dio». Amoris laetitiza. Una provocazione per i presbiteri nasce per offrire ai sacerdoti una lettura sintetica dell’Esortazione e cerca di dare una risposta a questa domanda: se il documento parla a tutti, cosa dice e cosa chiede ai sacerdoti? Don Longobardi rilegge il documen-

to attraverso alcune parole, una sorta di decalogo dal quale emerge l’identità sacerdotale a partire dalle attese e dalle necessità della famiglia. Qual è il ruolo dei sacerdoti? I presbiteri devono farsi compagni di viaggio come i discepoli di Emmaus, devono aiutare gli sposi a custodire l’unità coniugale, guidarli nel discernimento, annunciare loro la bellezza del Vangelo, indicare la meta della santità. La pubblicazione è arricchita da tre schede di approfondimento che, a partire da alcune frasi dell’Esortazione, cercano di tracciare un profilo dei pastori chiamati a interpretare e tradurre la proposta pastorale di papa Francesco. L’introduzione è firmata fa mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione Episcopale per la Famiglia, i Giovani e la Vita. Scrive il Vescovo: «L’agile penna e il cuore ben orientato di questo prete, in dieci capitoli, delineano una traiettoria ecclesiologica e pedagogica che aiuterà molto i seminaristi nella formazione e i presbiteri nel ministero con e della famiglia». Antonietta Abete


LA CHIESA COMUNITà IN CAMMINO di don Carmine Cialdini

Amore e attesa Dall’Alleanza tra Dio e l’uomo scaturisce l’attesa. Siamo destinatari di una promessa alla quale diamo fiducia: questo ci rende credenti

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uando si ama, ogni attesa diventa contenitore di gioia, speranza, progetti. Si comincia a pensare a come sarà l’incontro, si dà spazio all’immaginazione, al sogno, persino al calcolo delle probabilità. L’amore è capace di generare la sapienza del saper attendere. Anche un’altra dimensione è capace di raccontare il legame tra amore e attesa, dispiegato lungo la linea del tempo, ed è la vigilanza. Chi attende deve rimanere vigilante. La Bibbia trabocca di attese. Un figlio, una terra, la liberazione, la vittoria, il perdono, la giustizia. Mai un’attesa grigia, passiva, triste o svogliata. Al contrario, sempre laboriosa, capace di motivare ogni risveglio mattutino, di mettere in cammino persone e popoli, di far sorridere volti madidi di sudore, di congiungere ancora le mani in preghiera. Dall’Alleanza tra Dio e il credente scaturisce l’attesa vigilante. Ci si scopre destinatari di una promessa alla quale si dà fiducia: è questo che ci rende “credenti”. È singolare scoprire di avere connaturale alla propria fede questa dimensione del restare svegli, attenti, di preparare l’incontro e desiderarlo, perché è la vigilanza perseverante a dire la solidità di una fede: se credo, attendo. Le prime comunità cristiane sentivano forte l’attesa del ritorno glorioso del Signore. Le nostre liturgie, soprattutto verso la fine dell’anno, mettono l’accento sulla vigilanza. I nostri Sacramenti sono tutti strutturati per

celebrare una promessa realizzata o in attesa di realizzarsi, sono come l’anticipazione di una pienezza e tutti si articolano in modo da rafforzare la vigilanza. Soprattutto l’Eucaristia può essere interpretata come un popolo nell’attesa della domenica senza tramonto. Certo, c’è anche il rischio enorme di rimanere delusi nel caso in cui la promessa dovesse rivelarsi falsa. Ecco perché la fede è, in ultima battuta, una scommessa. Una scommessa ragionevole, irrobustita dalla testimonianza del creato, dei giusti, dei santi, di tutti coloro che sono cercatori di Dio. La scommessa cristiana non è nei confronti di un’idea ma di una persona, Gesù di Nazareth. Ecco perché san Paolo scrive: “So a chi ho dato la mia fiducia”. A scommettere non siamo soli e la scommessa, in fondo, vale la pena di essere accettata perché chi scommette vive, chi non scommette sopravvive. Abitare il tunnel. Un’immagine originale di vigilanza è quella del tunnel. Essere dentro a una galleria in attesa di uscire alla luce del sole è un’esperienza abbastanza frequente. Ed è possibile assumerla qui come un’analogia del cammino cristiano. In attesa di vedere cosa ci aspetta all’uscita, camminiamo. Ed è la fiducia in una promessa che ci fa camminare, l’esserci fidati di Dio. Alla fine ci sarà la luce, la vita eterna, il Regno dei Cieli. Intanto si abita la galleria, la si arreda, la si illumina, si intessono relazioni, si condividono storie, sempre in cammino, sempre vigilanti.

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

La fede si esprime attraverso le parole. Alcune sono cadute in disuso, altre sono coperte di polvere, altre sono ormai incomprensibili. La rubrica si propone di rileggere il patrimonio della fede attraverso alcune parole essenziali

Appunti per il Purgatorio Il tempo della purificazione non è una comoda scorciatoia inventata dalla Chiesa Cattolica ma una dottrina che esprime e approfondisce la paternità di Dio e il suo indefettibile amore per gli uomini

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nni fa, intervenendo al Sinodo dei Vescovi sull’Europa (1991), il card. J. Ratzinger disse che non si può parlare di Dio senza parlare anche della vita eterna. Ma aggiungeva che questo tema era caduto in disuso, fino ad essere quasi del tutto dimenticato: “Per timore dell’accusa che noi, parlando della vita eterna, alienassimo gli uomini dall’impegno del mondo, il nostro annuncio della vita eterna spesso è divenuto troppo tiepido. Ma l’uomo, privato della speranza della vita eterna, è gravemente mutilato. La certezza data all’uomo di vivere in eterno con Dio, ma anche di potersi perdere in eterno, non sminuisce il dovere dell’impegno terreno, ma dà

all’impegno il suo vero peso e la sua vera importanza”. Se la vita eterna scompare – o viene comunque nascosta al nostro sguardo – cosa rimane del cristianesimo? Non rischia di diventare una religione che insegna una saggezza tutta e solo umana? Qualcuno ha detto che per togliere la paura dell’inferno, abbiamo finito anche per perdere la speranza del paradiso. Qui siamo nel cuore della fede e dell’annuncio cristiano, trascurare questo dato vuol dire impedire alla verità di risplendere in tutta la sua pienezza. Non possiamo censurare quelle pagine evangeliche che lasciano intravedere l’eterno dolore né possiamo pro-

“Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1030).

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porre una lettura più accomodante. La morte è percepita come un dramma eppure, come insegna san Francesco, è solo una sorella che ci prende per mano. Il vero dramma è la “seconda morte” dinanzi alla quale anche il mite Poverello esclama: “Guai a quelli che morranno / ne le peccata mortali”. A sentire certe omelie esequiali abbiamo l’impressione che tutti i defunti siano già in Paradiso. Dispiace dirlo ma molti confondono lo stare dinanzi a Dio con il vivere nella gloria di Dio. Con grande chiarezza la Scrittura e la Tradizione ecclesiale ricordano che la morte è seguita dal giudizio particolare: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo” (2Cor 5,10). Ciascuno sarà chiamato a rendere conto della sua vita. La Chiesa ricorda che le prospettive sono tre: l’eterna gioia quando si aprono le porte del Cielo ed entriamo nell’eterna gioia; l’eterno dolore, quando veniamo condannati a restare eternamente lontani dall’Amore; il tempo della purificazione che precede l’ingresso nella luce e nella gioia del Paradiso. In questo breve articolo mi soffermo solo sulla terza via. Troppo poco lo spazio per un tema che richiede ben altre considerazioni.


Il tempo della purificazione

Se manca ogni riferimento al giudizio che avviene dopo la morte, manca anche l’annuncio dell’eterna destinazione. Nell’enciclica Spes salvi Benedetto XVI ne parla così: “Con la morte, la scelta di vita fatta dall’uomo diventa definitiva – questa sua vita sta davanti al Giudice. La sua scelta, che nel corso dell’intera vita ha preso forma, può avere caratteri diversi. Possono esserci persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all’amore. Persone in cui tutto è diventato menzogna; persone che hanno vissuto per l’odio e hanno calpestato in se stesse l’amore. È questa una prospettiva terribile, ma alcune figure della stessa nostra storia lasciano discernere in modo spaventoso profili di tal genere. In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola inferno. Dall’altra parte possono esserci persone purissime, che si sono lasciate interamente penetrare da Dio e di conseguenza sono totalmente aperte al prossimo – persone, delle quali la comunione con Dio orienta già fin d’ora l’intero essere e il cui andare verso Dio conduce solo a compimento ciò che ormai sono (Spes salvi, 45).

Lui stesso aggiunge subito dopo che, forse, la maggior parte degli uomini non si trovano in una di queste due possibilità: “Secondo le nostre esperienze, tuttavia, né l’uno né l’altro è il caso normale dell’esistenza umana. Nella gran parte degli uomini – così possiamo supporre – rimane presente nel più profondo della loro essenza un’ultima apertura interiore per la verità, per l’amore, per Dio. Nelle concrete scelte di vita, però, essa è ricoperta da sempre nuovi compromessi col male – molta sporcizia copre la purezza, di cui, tuttavia, è rimasta la sete e che, ciononostante, riemerge sempre di nuovo da tutta la bassezza e rimane presente nell’anima. Che cosa avviene di simili individui quando compaiono davanti al Giudice? Tutte le cose sporche che hanno accumulato nella loro vita diverranno forse di colpo irrilevanti? O che cosa d’altro accadrà?” (Spes salvi, 46). È questa riflessione, di natura sapienziale, che apre le porte ad una terza destinazione che la Chiesa chiama Purgatorio, cioè luogo della purificazione. Questo vocabolo deriva dal latino purgare e dalla radice purus: vuol dire purificare, rendere puri. “La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazio-

ne finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati” (Catechismo, 1031). Questa dottrina trova fondamento in alcuni passaggi biblici. San Gregorio Magno fa notare che Gesù dice che ci sono colpe che non saranno perdonate “né in questo mondo né in quello futuro” (Mt 12,32). A giudizio del santo Dottore, questo significa che “certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro” (Dialoghi, 4, 39). La triplice destinazione, che ha trovato tante espressioni nell’arte (dalla Divina Commedia di Dante e al grande affresco di Michelangelo che impreziosisce la cappella Sistina), appare ai nostri occhi molto più ragionevole rispetto all’alternativa secca: dentro o fuori. Il tempo della purificazione non è una comoda scorciatoia inventata dalla Chiesa Cattolica ma una dottrina che esprime e approfondisce la paternità di Dio e il suo indefettibile amore per gli uomini. Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4). Così attesta Paolo. Il Purgatorio è un gesto della misericordia di Dio che porta a compimento quello che durante il corso della vita abbiamo solo iniziato a fare. NOVEMBRE 2017 Insieme

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Anoressia e bulimia continuano a imperversare tra gli adolescenti. Quali sono le cause?

Verso il Sinodo

GRAMMI DI FELICITà

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adolescenza è un periodo di maturazione, scoperte, avventure, curiosità, esperienze e soprattutto di cambiamento, sia mentale che fisico. In questo periodo di crisi, l’adolescente inizia a interrogarsi su se stesso e sulla sua vita, attuale e futura, e i cambiamenti puberali fanno sì che non si riconosca più, generando incertezze e disagi. Il radicale cambiamento dell’immagine produce un duplice disagio: l’angoscia del vedere il proprio corpo che si modifica, e quella che deriva dall’ignoto e dall’incertezza dei mutamenti in atto. Uno dei cambiamenti che genera maggiore disagio è il fattore “fisico”. L’adolescente nel ricercare se stesso compie un confronto più allargato con i suoi coetanei, nei quali si ritrova. Se questo confronto porta l’adolescente ad un esito positivo – donandogli, quindi, amicizie e esperienze – gli garantisce il non essere solo nell’affrontare il mondo adulto. Se invece il risultato è negativo, sentirà una costante fonte di minaccia. Questi disagi portano il maggior numero delle volte a disturbi alimentari, considerati tipicamente femminili, per la grande espansione, pur tenendo conto di una piccola percentuale maschile. Questi disturbi vengono collocati ad una violenta, ma passeggera, crisi adolescenziale, e così come gli al-

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tri comportamenti problematici manifestati nell’adolescenza segnala la necessità di scaricare attraverso un’azione sbagliata ciò che non può essere detto o pensato. I dati statistici dimostrano che la società occidentale tende a cercare l’immagine del corpo ideale, e probabilmente è questa una delle cause della diffusione dell’anoressia e della bulimia. In un adolescente questi disturbi possono nascere in diverse situazioni: da una violenza, da un allontanamento, da una delusione, da un rifiuto o anche da un’instabile situazione familiare, a volte anche solo per attirare l’attenzione, non curandosi degli effetti collaterali. Un’adolescente, al tempo d’oggi, è sempre più soggetto a queste situazioni grazie anche all’influenza tecnologica. Spesso nascono per un insulto o un episodio negativo avvenuto in un luogo pubblico o comunque significativo per la vittima. Se le persone reputate amiche non intervengono in difesa, nasce un senso di sconforto e umiliazione fino a diventare causa di anoressia, bulimia o qualunque altro disturbo. Un modo per punirsi, perché convinti che tutto ciò è dovuto da un proprio comportamento sbagliato. Angela Mirello


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI

Benvenuto don Raffaele

Il 4 novembre, alle 18.30, il Vescovo presiede la Messa per l’inizio del ministero pastorale di don Raffaele Corrado nella parrocchia Maria Santissima di Costantinopoli a Nocera Superiore.

Orari Curia

Dal 6 al 10 novembre gli uffici di Curia resteranno chiusi per la concomitanza con gli esercizi spirituali per il clero.

Le edicole partner in cui è possibile trovare INSIEME MEN

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Insieme al clero

Figli in cielo

Il 25 novembre, alle 18.30, il Vescovo presiede la Santa Messa organizzata dall’associazione Figli in cielo per ricordare i giovani scomparsi prematuramente. Un momento di grande spiritualità, alla presenza di genitori e familiari dei ragazzi defunti. La celebrazione si tiene nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis, a Sant’Egidio del Monte Albino.

Con la Fraternità

Il 4 dicembre, alle 20.15, il Vescovo incontra i responsabili e gli aderenti alla Fraternità di Emmaus. L’appuntamento è presso la Concattedrale di San Michele Arcangelo ad Episcopio di Sarno.

Vescovi riuniti

Dal 6 al 10 novembre il Vescovo partecipa agli Esercizi spirituali per il clero che saranno predicati da monsignor Agostino Superbo, arcivescovo emerito di Potenza. Gli incontri di spiritualità per sacerdoti si tengono nella casa “Armida Barelli” ad Alberi di Sorrento.

Il 5 dicembre il Vescovo partecipa alla riunione mensile della Conferenza Episcopale Campana presso la sede di Pompei.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

Edicola Amato Giornali Via dei Goti 11 Angri Cartolibreria Edicola Nasta Via Giudici 46 Angri Cartolibreria Corinto Via Fucilari 68 Nocera Inferiore Edicola Civale Teresa Via G.B. Vico 3 Nocera Inferiore Edicola di Manu Via Roma 77 Nocera Inferiore Centro Edicola Via San Clemente Nocera Superiore Edicola Mercurio Antonio C.so Ettore Padovano 43 Pagani Sardo Art Via Cesarano Pagani Edicola D’Andria Giuseppe Via Gramsci S. Marzano sul Sarno Edicola Il Giornale Via Tortora 79 Sarno Cartofantasy Via Turati 280 Poggiomarino Cartolibreria Archimede di Vincenzo Palmieri, Via Dante Alighieri 37 Poggiomarino Edicola Laperuta Amerigo, Via Roma, Poggiomarino

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Mensile Insieme

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Le spoglie mortali di sant’Alfonso Maria Fusco nella parrocchia Gesù Risorto a Pagani

Start! Si ricomincia

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opo la pausa estiva, sabato 7 ottobre, con la festa dell’accoglienza, la nostra parrocchia ha ripreso le attività per grandi e piccoli. Abbiamo incontrato i nuovi bambini che si appresteranno, per il primo anno, a conoscere Gesù e accolto di nuovo quelli dello scorso anno per continuare con loro il percorso di formazione. Il tema della festa, che sarà quello che ci accompagnerà per i prossimi mesi, è stato “Seguire Gesù”. Come? In un modo molto attuale, ovvero cliccando simbolicamente “mi piace” alla sua pagina Facebook. Con un cartellone che ritraeva il format di una pagina del popolare social network, i bambini hanno attaccato il loro “mi piace” per seguire Gesù e farlo entrare nella loro vita. Per gli adulti, in particolare per i catechisti, hanno avuto inizio degli incontri settimanali, tenuti da Giovanna Abbagnara insieme al parroco, per riflettere sugli impegni e gli incarichi svolti in parrocchia alla luce del Vangelo. Dina Grimaldi

Gesù Risorto – Madonna di Fatima Pagani

Una settimana con sant’Alfonso Maria

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opo la missione vissuta lo scorso mese di febbraio, nuovo momento di grazia per le due comunità di Gesù Risorto e Madonna di Fatima. Dal 15 al 22 ottobre, hanno infatti ospitato le reliquie di sant’Alfonso Maria Fusco. Per tutta la settimana si sono susseguiti momenti di preghiera, di confronto e riflessione per permettere ai ragazzi, ai giovani e ai meno giovani di conoscere la storia ed il messaggio di questo santo della nostra diocesi. Il tutto anche grazie alle testimonianze delle suore battistine di Angri. La settimana di grazia si è chiusa con la “festa della comunità” di domenica 22, con le famiglie che dopo la celebrazione si sono trattenute nei locali parrocchiali di Gesù Risorto per la condivisione del pranzo e per un momento di riflessione il pomeriggio. L’idea del parroco don Antonio Guarracino è quella di promuovere tale iniziativa ogni ultima domenica del mese. Danilo Sorrentino

Incontri settimanali di formazione per adulti e catechisti guidati da Giovanna Abbagnara

La festa dell’accoglienza dei bambini in parrocchia

FOTONOTIZIA

Lo scorso 15 ottobre si è tenuto un White Party nella parrocchia San Teodoro di Sarno per festeggiare l’inizio di un nuovo Anno Pastorale. Promosso dal settore giovani di Azione Cattolica, l’invito è stato accolto con entusiasmo anche dalle altre realtà e movimenti presenti in parrocchia. Tutti in bianco per essere luce nel mondo.

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I catechisti e gli educatori in ritiro a S. Agata de’ Goti

Santa Maria dei Bagni Scafati

In preghiera con San Francesco Molti sono i santi che hanno segnato la storia della cristianità ma Francesco d’A ssisi, conosciuto in tutto il mondo, occupa un posto onorifico. In memoria della sua solennità, che ricorre il 4 ottobre, nella parrocchia di Bagni sono iniziati i festeggiamenti in onore del Santo, espressione della presenza dei francescani presso il Santuario. Ogni sera della novena, il parroco fra Luigi ha celebrato l’Eucarestia nei cortili della parrocchia, portando il carisma francescano nelle case di ognuno. Tanti sono stati gli eventi religiosi vissuti dalla comunità parrocchiale, che assieme agli appuntamenti civili hanno radunato i cittadini al Santuario. Grande contributo è stato dato anche dalla Gi.Fra. e dall’Ofs che con la loro presenza e collaborazione sono un esempio vivo del carisma del Santo nei laici. Eliodoro Nappi

Il parroco, fra Luigi, in processione con san Francesco

Sant’Anna Nocera Inferiore

Ripartiamo dalla gioia dei bambini Il 30 settembre i catechisti e gli educatori della parrocchia Sant’Anna in Fiano-Fosso Imperatore hanno vissuto un momento di formazione e di condivisione in provincia di Benevento, a Sant’Agata de’ Goti. Siamo stati accolti nel monastero del SS. Redentore e, accompagnati dal nostro parroco mons. Mario Ceneri e dalla madre superiora suor Annamaria Ceneri, abbiamo riflettuto sull’importanza di educare i nostri ragazzi attraverso le parole di papa Francesco dell’udienza del 20 settembre 2017. Egli ci ha esortato a non smettere mai di credere nei nostri sogni e ad “educare alla speranza”. È seguita l’Adorazione Eucaristica nella cappella adiacente al monastero. Il 7 ottobre con una festa in tema “Disney” sono iniziate tutte le attività parrocchiali. Domenica 8 ottobre invece, abbiamo celebrato una Messa di ringraziamento insieme ai bambini che quest’anno hanno ricevuto il sacramento della Prima Comunione. All’inizio di questo nuovo anno, chiediamo al Signore Gesù di donarci la grinta e l’entusiasmo necessario affinché, restando fedeli alla Sua chiamata, riusciamo ad affrontare questo nuovo anno insieme. I catechisti e gli educatori

I bambini che hanno ricevuto quest’anno la Prima Comunione con mons. Ceneri

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Santa Maria M. in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Al via le attività parrocchiali

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nsieme, una vite che porta frutto. Questo il titolo della festa dell’accoglienza che ha dato il via al nuovo anno catechistico 2017/2018 per i bambini della comunità parrocchiale. Da anni con questo momento di preghiera e di pura gioia, alla scuola del Vangelo e con i più piccini, ripartono le varie attività e percorsi di fede della parrocchia. In una soleggiata domenica autunnale, memoria liturgica di s. Teresa, i bambini, partendo dalla Chiesa di Maria SS. delle Grazie insieme alle catechiste, hanno cantato e portato il cartellone a tema su cui erano stati rappresentati i grappoli di uva della gioia, della carità, della misericordia e dell’amore. Giunti in Abbazia, p. Massimo durante l’omelia ha ricordato l’importanza di essere costanti nel rimanere nella vigna del Signore, perché solo così possiamo tutti essere tralci che portano frutto. Livia Rossi

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I bambini in processione insieme alle catechiste

FOTONOTIZIA

Alla vigilia della solennità di Cristo Re, sabato 25 novembre ci sarà, alle 18.30 presso la parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis, la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo, mons. Giuseppe Giudice, per vivere nella preghiera e all’ascolto della Parola di Dio il ricordo dei cari figli in Cielo.


IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

pagina A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE

Alcuni momenti della festa dell’oratorio

Il ruolo educativo dell’oratorio

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i è svolta sabato 7 ottobre la festa dell’oratorio presso la parrocchia San Michele Arcangelo, a Nocera Superiore, che ha dato inizio agli incontri con i ragazzi dai 4 ai 15 anni, suddivisi per fasce di età. Un evento atteso che vede, ogni anno, bambini e adolescenti entusiasti nel condividere esperienze e tante attività volte alla conoscenza di Gesù. Anche quest’anno saranno impegnati tanti giovani educatori ed animatori, pronti a vivere questo viaggio all’insegna del servizio. Abbiamo incontrato Marco D’Amico, presidente dell’oratorio per sapere qualcosa in più su questa bella realtà. Marco, cosa rappresenta per te l’oratorio e perché si investono tante energie per tenerlo vivo?

«L’oratorio ha rappresentato e rappresenta uno stile di vita che mi ha aiutato a crescere nella fede e come persona, mi ha donato nuovi stimoli in campo familiare, esistenziale e lavorativo. I bambini e i ragazzi, per crescere, hanno bisogno di spazi, tempi ed esperienze, di persone con cui misurarsi e adulti da cui prendere esempio. Hanno bisogno di qualcuno che si accorga delle loro potenzialità e le metta in risalto. Ecco perché investiamo tante energie

nell’oratorio, perché diventi un laboratorio di vita». C’è qualcuno da ringraziare?

«Il nostro parroco, don Giuseppe Perano, perché ha scelto di fare dell’oratorio il punto cardine della pastorale della nostra comunità, insieme all’attenzione per le famiglie, da sempre focolare d’educazione». Anche quest’anno moltissimi genitori ti hanno affidato i propri figli. Che sentimenti provi?

Sono riprese le attività dell’oratorio della comunità San Michele Arcangelo di Nocera Superiore. Il presidente Marco D’Amico ci racconta la bellezza di questa realtà educativa

«Mi sento investito di una grande responsabilità. Oggi essere genitore è un mestiere difficile e educare questi ragazzi rappresenta una sfida rispetto ad una società modernizzata che li distrae dai valori fondamentali della vita: stare insieme, dire grazie, avere rispetto per gli altri e per le cose. È una sfida continua perché le insidie sono tante e non si impiega molto a seguire falsi ideali, frutto di felicità illusoria. Il ruolo della parrocchia nel campo educativo è cruciale. Ho sempre dedicato il mio tempo a quest’attività per trasmettere agli altri la bellezza di vivere cristianamente». Bisogna iniziare dal basso per arrivare in alto, con umiltà e speranza, cercando di costruire spiragli di luce per i nostri giovani. Federica Pepe NOVEMBRE 2017 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN SEBASTIANO - SARNO Il gruppo parrocchiale che ha visitato la Casa Madre delle suore battistine

Una ripresa alternativa

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ome sempre il mese di ottobre è caratterizzato dalla ripresa delle varie attività parrocchiali, con il mandato ai catechisti e ai vari operatori pastorali. Questo mandato si è svolto in maniera un po’ diversa dal solito. Ciò vale anche per la festa di inizio anno catechistico. Quest’anno niente musiche, dolci o balli: ci siamo recati a ricambiare una visita speciale ricevuta lo scorso mese di maggio. Infatti, oltre a trascorrere l’intero mese nelle varie pratiche mariane, abbiamo avuto la graditissima visita di un testimone d’eccezione: il nostro s. Alfonso Maria Fusco. A maggio lui da noi, adesso noi da lui. Un tranquillo sabato pomeriggio, tutti i bambini in macchina, con la presenza anche di molte famiglie, abbiamo visitato la Casa Madre delle suore battistine e, accolti da suor Filomena, abbiamo ripercorso la biografia del santo e visitato l’intera struttura angrese. Don Ciro e la comunità parrocchiale

Per l’avvio delle attività, la comunità parrocchiale ha visitato la Casa Madre delle suore battistine, ripercorrendo la biografia di sant’Alfonso Maria Fusco

La bacheca parrocchiale degli auguri Domenica 8 ottobre si è celebrato il cinquantesimo anniversario di matrimonio di Anna Maria e Mario Corrado. La comunità di San Sebastiano augura ai coniugi, che hanno raggiunto l’importante traguardo, di essere buoni testimoni del Sacramento che hanno ricevuto. Il 28 agosto, Leonida Vitolo e Alessandra Gulotta hanno pronunciato il loro sì a Cristo. Il 5 ottobre, Anna De Filippo e Raimondo Ruggiero hanno celebrato le loro nozze. L’intera comunità augura ai suoi collaboratori Leo e Alessandra, Raimondo e Anna, una serena vita coniugale alla luce del Vangelo. Anna Maria e Mario Corrado

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Anna e Raimondo


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI IN REDAZIONE Maria Rosaria Faiella e Alessia Bove La presentazione del tema dell’anno, durante la celebrazione del primo ottobre

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u sei mio fratello”. È questo il tema che darà colore a tutto l’anno pastorale, presentato alla comunità durante la Celebrazione Eucaristica del primo ottobre. I bambini del catechismo hanno immediatamente vissuto l’aspetto più concreto di questo progetto: un salvadanaio accoglierà il frutto delle loro piccole rinunce grazie alle quali sarà possibile adottare un piccolo amico africano. Il 4 ottobre è iniziato il corso dei giovanissimi. Ripercorrendo gli elementi caratterizzanti l’incontro – preghiera, gioco e dialogo – hanno scoperto come l’Amore possa far fiorire in noi una nuova primavera ed alimentare un fuoco che riscalda la realtà che li circonda. Il 7 ottobre l’oratorio e il giardino parrocchiale sono stati invasi da tantissimi ragazzi del dopocomunione, accolti con una festa d’autunno nella quale ognuno ha sperimentato il desiderio di mettersi in gioco con tutte le proprie capacità. Doti che durante l’anno saranno messe al servizio della comunità nella Santa Messa, animandola con gesti, canti e preghiere. Dal 15 ottobre, invece, sono iniziate anche le attività del Gruppo Scout AGESCI Nocera 1. Lupetti, Reparto, Clan e Comunità Capi hanno tinto di azzurro gli spazi della parrocchia rendendola ancora più bella e gioiosa! Pian piano ci conosceremo meglio e ancora una volta scopriremo altri fratelli a cui voler bene e con i quali condividere esperienze nuove ed entusiasmanti! Maria Rosaria Faiella e Alessia Bove La festa organizzata per i ragazzi del dopo-comunione

Anche tu sei mio fratello Lo scorso primo ottobre è iniziato con una Celebrazione eucaristica il nuovo anno pastorale della comunità San Giovanni Battista in Cicalesi. Tanti gruppi hanno ripreso le attività guidati dal tema “Anche tu sei mio fratello”

Il Gruppo Scout AGESCI Nocera 1 insieme a don Andrea Annunziata

Uno dei gruppi giovanissimi della parrocchia

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A CURA DELLe #PARROCCHICENTROSARNO

#ParrocchieCentroSarno: è questo l’hashtag scelto per indicare il cammino delle parrocchie San Matteo Apostolo, Maria SS. delle Tre Corone e San Francesco d’Assisi di Sarno, affidate dallo scorso 2 settembre alla cura pastorale di don Roberto Farruggio. Nel prossimo numero, la spiegazione e il significato di questa scelta Nelle immagini, alcuni momenti del transito di san Francesco

L’attualità di Francesco

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n preparazione alla solennità del 4 ottobre, si è tenuta dal 25 settembre al 2 ottobre, la solenne novena a san Francesco vissuta con la preghiera della corona francescana, la celebrazione dei Vespri e la Santa Messa solenne. Il tempo della novena è stato espressione di una fede pura e genuina delle comunità parrocchiali del Centro di Sarno – che insieme camminiamo con il nostro parroco don Roberto Farruggio – e dei gruppi francescani O.F.S. e Gi.Fra. Durante la novena abbiamo vissuto diversi momenti forti come la benedizione dei portatori e l’imposizione del “Toson d’Oro”, massima onorificenza cattolica europea alla statua di san Francesco, domenica 1 ottobre, e l’adorazione eucaristica con la Lectio Divina tenuta dal nostro parroco lunedì 2 ottobre. Il cuore delle celebrazioni è stato martedì 3 ottobre, con la celebrazione del Beato Transito in cui si fa memoria del passaggio dal tempo all’eternità del poverello di Assisi che la sera del 3 ottobre 1226 accolse cantando Sorella morte. La celebrazione, presieduta da don Roberto e animata dai giovani della Gioventù Francescana, dagli Scout Agesci Sarno 1 e dall’Ordine Francescano Secolare della parrocchia è stata per la prima volta vissuta in modo itinerante attraverso le strade del centro della città di Sarno. Con l’aiuto di figuranti e con il canto, animato dalla Schola cantorum “San Francesco d’Assisi” sono state meditate le esperienze più forti della vita del serafico di Assisi. Dall’incontro di san Francesco con il lebbro-

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so e con il crocifisso di san Damiano alla Villa De Balzo, alla pubblica rinuncia ai beni paterni davanti alla Chiesa dell’Immacolata. Non si poteva dimenticare l’incontro con Chiara: in un’atmosfera delicata e illuminata dai raggi della luna che penetravano nella chiesetta della Porziuncola, ricreata nella cappella di San Nicola in via De Liguori, Francesco recise i lunghi capelli della giovinetta rivestendola dell’abito povero della consacrazione a Gesù. Nell’ambiente suggestivo delle rampe di Terravecchia, si rivive il mistero del Monte La Verna: Francesco riceve il dono delle Stimmate. La celebrazione si è conclusa nella chiesa di San Francesco con la memoria del transito di san Francesco, attraverso l’ascolto e la meditazione delle parole scritte dai frati testimoni dei suoi ultimi momenti. Francesco ci affida la sua eredità: “io ho fatto la mia parte; la vostra ve la insegni Cristo”. Il 4 ottobre, le Messe gremite di fedeli hanno visto la partecipazione delle scuole elementari e medie della città, dell’amministrazione comunale che ha offerto, nella persona del Sindaco, dott. Giuseppe Canfora, l’olio per la lampada votiva a san Francesco, affidando la città al santo. Alle ore 18.00 ha avuto luogo la solenne processione della statua di san Francesco e a seguire la Santa Messa e il bacio della reliquia. L’attualità di Francesco è la sua vita evangelica. Il Vangelo quando viene vissuto è pienezza di umanità. Ersilia Fiore

“Io ho fatto la mia parte; la vostra ve la insegni Cristo”. I solenni festeggiamenti in onore di san Francesco sono stati preceduti da una novena che ha coinvolto parrocchie, gruppi francescani, scout e l’amministrazione comunale di Sarno


Si ricomincia! Il gruppo scout Sarno1 ha ripreso il cammino, lo scorso 15 ottobre, con la cerimonia dei passaggi e l’apertura del nuovo anno associativo

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a giornata dell’apertura segna il vero e proprio inizio dell’anno scout. La mattina del 15 ottobre si sono svolte le importanti cerimonie dei passaggi che segnano la crescita dei ragazzi e delle ragazze attraverso le varie branche dello scoutismo: Lupetti (8-12 anni), Esploratori e Guide (12-16 anni) fino a Rover e Scolte (16-21 anni). È un momento emozionante perché si lascia un mondo in cui si sono vissute attività, esperienze e campi per tre, quattro anni e si trovano vecchi e nuovi amici per una nuova avventura (dalla giungla dei lupetti al sentiero di esploratori e guide fino alla strada del servizio per i rover e le scolte). A crescere non sono solo coloro che materialmente passano da una branca all’altra,

ma tutta l’unità in cui i più piccoli si trovano a prendere il posto dei più grandi, aspetto fondamentale nella pedagogia scout incentrata sulla responsabilizzazione di ragazzi e ragazze, dopo un percorso fatto di scoperta e acquisizione competenze per poter assolvere al meglio il proprio ruolo. Alla fine della celebrazione è stata presentata la Comunità Capi ai ragazzi e ai genitori, formata da adulti e giovani adulti, che rispondendo alla chiamata del Signore prestano il loro tempo al servizio del prossimo, e dal nostro nuovo assistente, il nuovo parroco don Roberto Farruggio. E tu? Gioca, non stare a guardare! Matteo Borrelli

I ministranti delle parrocchie San Matteo Apostolo, Maria SS. delle Tre Corone e San Francesco d’Assisi di Sarno insieme a don Roberto Farruggio

Sotto lo stesso tetto Costruire e abitare l’associazione sull’esempio della casa di Betania: è questo l’impegno dell’Azione Cattolica per il nuovo anno associativo

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hissà quante volte abbiamo letto nel Vangelo di questa famiglia, variegata nei suoi caratteri ma unita nella Fede. Così Marta diventa icona di servizio, Maria di contemplazione, Lazzaro di ascolto e amicizia. La nostra Azione Cattolica parrocchiale ha scelto di ripartire dai passi del Vangelo di Giovanni e Luca per iniziare il nuovo anno associativo, attraverso la bellezza del momento assembleare vissuto lo scorso 12 ottobre. Un momento pensato per stare insieme, per guardarsi negli occhi e costruire, giorno dopo giorno, un’AC che sappia di casa, di famiglia, di unità. Un momento che si incastra perfettamente in un periodo di rinnovamento e comunione per le nostre comunità del Centro di Sarno, affidate ora alla cura pastorale di don Roberto Farruggio. Anche il vescovo Giuseppe, nell’omelia della Celebrazione per l’ingresso del nuovo parroco, ci ha invitati a stare insieme e a fare comunione in un periodo in cui le divisioni e i muri sembrano aver preso il sopravvento. Da qui la chiamata ad essere casa che profuma di santità e di gioia, che abbraccia ed accoglie tutti... sotto lo stesso tetto! Lucio Annunziata NOVEMBRE 2017 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO La statua della Vergine

Fotonotizia 22 giovani della parrocchia, della Comunità Gesù Risorto, sono stati a Fiuggi per l’annuale corso internazionale dei giovani. Il tema era “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” tratto da Gv15,9. È stato approfondito ampiamente il tema dell’amore paterno mentre i giovani hanno vissuto una ricca esperienza di condivisione. Il motto al ritorno è #RimangoconGesù così come ha detto loro la responsabile Rossella Prisco durante il suo insegnamento.

“Madre, resta sempre con noi”

Fotonotizia Da quest’anno Poggiomarino ha una “casa unitalsiana” che ha vissuto il suo primo pellegrinaggio alla casa di Maria a Loreto. Giornate molto intense. Le Lodi alle sette, la Via Crucis, il passaggio nella santa casa con l’offerta del fiore e della candela da parte dei nostri fratelli in difficoltà, accompagnati da barellieri. La conclusione con la celebrazione della luce.

Poggiomarino accoglie la Madonna di Fatima

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n centinaia per accompagnare la Madonna di Fatima dal complesso dei Santi Sposi fino alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova dove la statua della Vergine campeggia davanti all’altare. Poggiomarino si “inchina” alla devozione per la “Maria portoghese”, una figura molto amata nella località agrovesuviana che aspetta il 13 maggio come si fa con una festa patronale. Una grande fede che i cittadini hanno dimostrato ad ottobre, quando due ali di folla hanno scortato la statua arrivata da Fatima per le arterie del paese. Una processione lunga ed intensa, molto partecipata e fatta di momenti di preghiera guidati da padre Aldo D’Andria, il parroco che ha mandato in “avanscoperta” un gruppo di fedeli sino a Fatima proprio per avere il simbolo di quelle apparizioni nella propria parrocchia. E, ironia (o mistero) della Fede, tra nuovi arrivati e rinunce dell’ultima ora, i partecipanti a quel pellegrinaggio in terra iberica sono stati proprio 13. L’arrivo in parrocchia con le carrozze candide così come i cavalli, quelle lenzuola bianche e le candele: tutto quasi come il Patrono, eventi che vengono dedicati a Poggiomarino soltanto a sant’Antonio e che sono stati ripetuti per la Madonna di Fatima. E proprio come il patrono, anche la statua della Vergine dei tre pastorelli, girerà le case e i cortili per altri momenti di densa preghiera.

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Fotonotizia

Insieme ai piccoli... 8 anni ma già veterana nel servizio all’altare che ha iniziato a 5 anni. La piccola Nunzia ha una caratteristica: oltre al sorriso, mani sempre giunte, dall’inizio alla fine della celebrazione


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO Alcuni dei ragazzi che hanno partecipato alla festa

Pronti a scattare! Raccontare attraverso le foto è l’iniziativa che accompagnerà i Ragazzi di Azione Cattolica nel corso del nuovo anno associativo. Cammino che la parrocchia Maria SS. di Costantinopoli, a Nocera Superiore, ha iniziato lo scorso 8 ottobre con la Festa del Ciao

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er il nuovo anno associativo, i ragazzi dell’Azione Cattolica della parrocchia Maria Santissima di Costantinopoli sono “pronti a scattare”. È questo, infatti, lo slogan dell’iniziativa annuale 2017-2018 che, attraverso la fotografia, accompagna il cammino di fede dei bambini e dei ragazzi dell’Acr. Le immagini sono un’opportunità per raccontarsi, per fissare e custodire la memoria di un evento bello e significativo, per rappresentare, attraverso lo sguardo di chi scatta, ciò che la realtà da sola non può comunicare. Per iniziare l’anno associativo gli educatori della parrocchia hanno organizzato la Festa del Ciao, domenica 8 ottobre. Più di 50 bambini hanno trascorso una giornata all’insegna del divertimento e della condivisione con i propri amici. I fanciulli hanno ascoltato la santa Messa in parrocchia e, successivamente, si sono recati all’oratorio "Canonico Fio-

rillo" dove hanno pranzato tutti insieme, le mamme hanno preparato tante cose buone che i bambini hanno poi condiviso. Nel pomeriggio, dopo i balli di gruppo, in squadre hanno preso parte a quattro giochi grazie ai quali hanno analizzato le diverse funzioni delle parti della macchina fotografica: la messa a fuoco, il tastino del ritocco, il flash. Dopo la condivisione finale, la giornata non poteva terminare senza la preghiera presieduta da don Vincenzo Di Nardi. Abbiamo letto il Vangelo dell’anno, il brano in cui l’evangelista Marco parla di una povera vedova che offre “tutto quanto aveva per vivere”. Durante il pomeriggio i ragazzi e gli educatori hanno ricevuto la visita di sostegno e incoraggiamento dei rappresentati dell’equipe diocesana dell’Azione Cattolica per Ragazzi. Una grande famiglia nella quale ci si diverte e si cresce insieme. Nessuno escluso. Marina Massa

FOTONOTIZIA “Voglio andare incontro a tutti e insieme alla gente cercare Dio. Confido nella preghiera di tutti”. Con queste parole don Raffaele Corrado ha iniziato, lo scorso 21 ottobre, il suo ministero presso la comunità Maria SS. di Costantinopoli, accolto da un paese in festa. Nella foto, l’abbraccio con don Roberto Farruggio che ha guidato la comunità per 19 anni. Il sacerdote adesso è parroco a Sarno. Auguri don Raffaele da parte della redazione di Insieme, ti assicuriamo la nostra preghiera. La preghiera presieduta da don Enzo Di Nardi

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

Le nozze di diamante di Antonio e Giuseppina

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i sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni ma uno solo è il Dio, che opera tutto in tutti”. (1 Cor. 12, 4-6). Queste parole della prima Lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi ci aiutano a comprendere che nella Chiesa esistono diverse vocazioni, diverse missioni, diversi carismi che lo Spirito Santo riversa nel cuore di ogni uomo. Ad alcuni, infatti, il Signore chiede di unirsi più intimamente a sé, consacrando la loro vita nel sacerdozio o in una professione religiosa mentre ad altri chiede di scegliere un compagno di vita e di incarnare, nel Sacramento del matrimonio, quell’unione sponsale tra Cristo e la Sua Chiesa. Ciò che è certo è che ogni chiamata, ogni vocazione, è sempre frutto dell’Amore e della Grazia di Dio e concorre a realizzare il Suo disegno d’amore, per il bene dell’umanità. In questo mese di ottobre, appena trascorso, la nostra parrocchia ha ascoltato diverse testimonianze vocazionali. In particolare, due anniversari speciali hanno arricchito e colorato le nostre celebrazioni domenicali. Due esempi di vita vissuta nella fedeltà e nel servizio. Due testimonianze speciali, che ci fanno riflettere e sperare. Domenica 8 ottobre, infatti, suor Graziella Citarella ha offerto al Signore il suo sessantesimo anniversario di professione religiosa. Dinanzi al parroco, don Enzo, e all’intera comunità dei

Un momento dell’ordinazione diaconale di Vincenzo Spinelli

fedeli, suor Graziella ha rinnovato il suo “Eccomi”, confermando il suo “Sì” a Dio che, sessanta anni fa, l’ha chiamata ad unirsi più intimamente a Sé. Domenica 15 ottobre invece è stata la volta dei coniugi Aniello e Giuseppina, che hanno celebrato il loro sessantesimo anniversario di matrimonio, ringraziando il Signore per il dono della famiglia e di una vita vissuta insieme nella fedeltà e nel rispetto reciproco. Così, mentre assistiamo a matrimoni distrutti e a coppie che hanno paura di compiere questo passo così importante, la testimonianza di Aniello e Giuseppina risplende come un faro sul cammino per tutte le giovani coppie che si accingono a celebrare questo sacramento. Queste belle testimonianze si sono intrecciate con la storia di un altro “Eccomi”, di un’altra chiamata, di un’altra vocazione, ancora giovane ma già solida e fedele. È quella del nostro Vincenzo Spinelli, seminarista della diocesi che ha prestato per tre anni il suo servizio all’interno della nostra comunità parrocchiale e che, mercoledì 18 ottobre, è stato ordinato diacono da mons. Giuseppe Giudice, compiendo così un altro passo nel suo cammino verso il sacerdozio. Oggi, che sembra così difficile ascoltare la voce del Signore e rispondere alla Sua chiamata, l’augurio che rivolgiamo al nostro don Vincenzo è di svolgere il Ministero affidatogli secondo il cuore di Dio, all’insegna dell’umiltà e della fedeltà. Anna Petrosino

“Eccomi” 60 anni di professione religiosa per suor Graziella Citarella e 60 di matrimonio per Aniello e Giuseppina: una gioia grande per la comunità Santa Maria del Carmine a Pagani a cui si è sommata la commozione per l’ordinazione diaconale di Vincenzo Spinelli

Suor Graziella Citarella mentre rinnova il suo sì

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI Alcune immagini dell’ultimo viaggio missionario di don Antonio Mancuso, in Corea del Sud

La missione: pienezza di vita

«Q In Corea del Sud, un percorso di fede e carità attraverso gli occhi di don Antonio Mancuso

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uando cominci a credere in un amore più grande, tu stesso diventi amore». Un buongiorno di gioia direttamente dall’ultimo viaggio missionario in Corea del Sud di don Antonio Mancuso, che da qualche anno ormai vive nelle periferie del mondo lasciandosi guidare dallo spirito missionario. Quest’anno la sfida è stata grande, a causa delle instabilità politiche dei paesi limitrofi, ma don Antonio si è fidato di Dio e ha messo nelle Sue mani il desiderio di continuare ad essere portavoce del Suo amore tra le popolazioni meno abbienti. Accolto calorosamente da fratelli e sorelle coreani, dalla comunità religiosa dei Concezionisti e dalle suore Battistine di sant’Alfonso M. Fusco, che si occupano di una scuola materna e gestiscono una casa-famiglia per bambini figli di rifugiati della Corea del Nord, si è messo a disposizione sin da subito, prendendosi cura dei ragazzi diversamente abili. Un’esperienza unica quella di respirare l’innocenza e la voglia di contatto umano, che ha toccato profondamente don Antonio. D’altronde, l’esperienza missionaria è scuola di vita: un insegnamento che il sacerdote ha condiviso con l’intera comunità di fedeli, attraverso l’utilizzo dei social network. Il tema dominante di questo viaggio è stato quello di imparare. Imparare a conoscere le altre religioni perché ognuna insegna a vivere nella pace e nell’amore. Imparare a tendere la mano perché ognuno di noi in qualche modo ha sbagliato. Imparare a pregare l’uno per l’altro. Imparare a rispettare la nostra terra con tutte le sue creature. Imparare dai bambini, veri maestri per conservarci puri nel cuore. Imparare a star vicino ai giovani con il coraggio di proporgli ideali e valori con il buon esempio. Imparare ad essere premurosi con i nostri anziani, sentendoci nei loro confronti solo allievi. Pregando in comunione per la Corea del Sud, don Antonio ha fatto rientro portando con sé una valigia carica di emozioni, che ha aperto ad Angri il 13 ottobre in occasione del triduo in onore di s. Gerardo e in prossimità della Giornata Missionaria Mondiale del 22 ottobre. Insieme alla sua comunità parrocchiale, presso la chiesa di S. M. del Carmine, ha condiviso il diario del suo viaggio. Una ricchezza immensa il sapersi donare. L’auspicio è quello di poter essere tutti missionari nel mondo ma – come ha testimoniato il parroco – ognuno può esserlo ovunque: nelle realtà in cui viviamo, nelle periferie sociali, che sfuggono alla nostra attenzione ma che sono il cuore della nostra missione. Impariamo, quindi, a «fare il bene e a camminare la vita degli altri» con rispetto e amore. Antonella Malafronte


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO Gli educatori insieme a don Gaetano Ferraioli e agli amici dell’equipe diocesana di Azione Cattolica

“Tutto quanto aveva per vivere”

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ronti a “scattare” con il nuovo anno associativo dell’A zione Cattolica dei Ragazzi? L’equipe educatori della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori ha già ripreso a pieno ritmo le attività. Vi sono state, infatti, dal 10 al 12 ottobre, tre intense serate di formazione e programmazione durante le quali gli educatori hanno avuto l’opportunità di scoprire e discutere del nuovo tema e del Vangelo che li accompagnerà in questo anno. L’equipe ha lavorato alla programmazione degli incontri e alla festa per l’accoglienza di tutti i bambini che si è svolta lo scorso 22 ottobre. Nel corso di una delle tre serate, hanno accolto i consigli di alcuni ragazzi dell’equipe diocesana di Azione Cattolica: Antonella Salvati, Giuseppe Speranza, Aldo Torre e Gianni Esposito, i quali, avendo alle spalle più esperienza, hanno fatto luce su eventuali dubbi e perplessità degli educatori e condiviso alcune tecniche educative. Guide sui tavoli e quadernini di tutti i colori facevano da cornice agli educatori che con entusiasmo e testa china si accingevano a riempire le pagine bianche con le date degli incontri più importanti, appunti e liste di materiali che occorrono per realizzare le varie attività. Il tema “Pronti a scattare!” è da intendere sia in senso letterale che figurato: i bambini infatti non sono solo invita-

ti ad osservare con altri occhi il mondo che li circonda, mettendolo a fuoco tramite l’obiettivo del cellulare o di una fotocamera, per raccontare in questo modo se stessi e le proprie vite attraverso la fotografia, ma devono anche imparare a “schizzare”, a rispondere immediatamente alla chiamata di Dio. “Tutto quanto aveva per vivere”, tema dei settori ACR, giovanissimi, giovani, giovani-adulti e adulti, prende spunto dal Vangelo di Marco (Mc 12, 38-44) che ci fa da guida: quest’ultimo ci condurrà a compiere lo stesso gesto dell’anziana vedova, offrire e donare al Signore tutto ciò che abbiamo. La testimonianza. Questo sarà il primo anno da educatrice e non vedo l’ora di cominciare! Stringere tra le mani quella guida colorata, leggere l’elenco dei bambini della mia classe, studiare vari modi per rendere l’incontro più piacevole e riuscire a coinvolgerli in questo cammino di fede, pensare a quando li accompagnerò a ricevere il Sacramento della confessione… mi ha colmato il cuore di gioia. So che ho una grande responsabilità, ma sono pronta a cimentarmi in questa fantastica avventura e a dedicare tutta me stessa a questo nuovo incarico, lasciandomi guidare e ispirare dalla Sua Parola. Insomma, sono pronta a scattare insieme a tutti gli accierrini! Sabrina Perrino

Dal 10 al 12 ottobre, l’equipe degli educatori di Azione Cattolica della comunità Santa Maria delle Grazie di Casatori ha vissuto tre serate di formazione e programmazione

Un momento delle tre serate

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

Due volontarie insieme a Gennaro, un fratello ammalato

“Dio parla agli uomini come ad amici” Ottobre è il mese dei nuovi inizi. Guidati da don Mimmo Cinque, i volontari della P.U.A.C.S. hanno ripreso l’annuale corso di formazione, ogni giovedì sera presso il monastero della Purità a Pagani

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o sempre pensato ad ottobre come al mese dei nuovi inizi: gli studenti, dopo il rientro a scuola, sono alle prese con le prime interrogazioni e i compiti in classe, gli universitari riprendono il normale corso di studi, nelle parrocchie bambini ed educatori cominciano l’anno associativo alla scoperta degli insegnamenti di Cristo, gli impiegati sono ormai calati nel frenetico ritmo lavorativo, in TV comincia persino la nuova stagione televisiva. Allo stesso modo, anche noi volontari della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, questo mese, abbiamo ripreso il nostro consueto corso di formazione, ogni giovedì, nella sede del monastero della Purità in Pagani, tenuto don Domenico Cinque. Il sacerdote, incontro dopo incontro, ci sprona a calarci sempre di più nella Parola di Dio

e, in questo modo, ci aiuta a comprendere meglio il messaggio che il Padre ci invia attraverso le Sacre Scritture. Una guida. Don Mimmo è per ciascuno una vera e propria guida spirituale: ci prende per mano, è sempre al nostro fianco e ci accompagna durante questo percorso annuale. Grazie alle sue riflessioni riusciamo a cogliere a pieno quella che è la vera essenza della Parola, l’importanza della preghiera, e ci impegniamo a cercare la vera gioia, che è soltanto accanto a Gesù. La preghiera è un elemento essenziale nella nostra vita, così com’è ribadito anche nello statuto della P.U.A.C.S. che prevede l’impegno di tutti i soci a leggere un passo del Vangelo e a recitare il Rosario ogni giorno e partecipare alla Santa Messa almeno ogni domenica.

Come è scritto nella Dei Verbum, la costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, “nel suo grande amore Dio parla agli uomini come ad amici”. Infatti, pensandoci bene, possiamo renderci conto che costantemente, ogni ora, ogni momento, ogni minuto, la voce di Dio è presente nelle nostre vite, è la colonna sonora che scandisce il ritmo delle nostre giornate. La testimonianza. A volte mi è capitato di pensare e riflettere proprio a questo proposito: se mia madre non avesse ascoltato Dio e non avesse trascinato anche me in questo fantastico mondo del volontariato, la mia vita ora sarebbe totalmente diversa. Attraverso la testimonianza di mia madre, il Signore mi parlava, mi chiamava a gran voce, mi invitava a svolgere questo servizio al fianco dei nostri fratelli e sorelle ammalati. Sabrina Perrino


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Il governo di madre Rita Fiore Le decisioni assunte dal consiglio nelle sedure del 25 giugno e del 13 agosto del 1955

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l 25 giugno 1955, il governo generale di madre Rita Fiore si riunisce in venticinquesima seduta, per discutere i seguenti cinque punti all’ordine del giorno. Bisogna deliberare sulla donazione all’Istituto di un appezzamento di terreno a Roma-Ostia da parte del dott. Pietro Vincelli, fratello di due suore terziarie francescane di S. Antonio ai Monti, madre Geltrude e madre Celina Vincelli; sulla donazione di un terreno e di un fabbricato a Francavilla a Mare (CH) da parte della signora Eleonora Palma; sulla costruzione a Quisisana di Castellammare di Stabia (NA); sulla celebrazione del Capitolo Generale ed, infine, sulla costruzione a Frignano Maggiore. Le decisioni. Il consiglio delibera che l’Istituto è lieto di accettare la donazione del dott. Pietro Vincelli; ringrazia Eleonora Palma di Larino (CB) per la donazione e attende la data per la stipula dell’atto. Per quanto riguarda il terzo punto, si stabilisce che nell’approssimarsi della scadenza del sessennio di generalato dell’attuale superiora generale, madre Rita Fiore, a norma dell’art. 266 delle Costituzioni dell’Istituto, si dovrà tenere un nuovo Capitolo Generale, di cui si fissa già la data per la Pentecoste del 1956 come normalmente si fa; per il quarto punto si stabilisce di invitare l’architetto Luigi Della Sala, di Castellammare di Stabia, per il progetto dei nuovi locali nei quali sarà allocato l’A silo infantile “S. Rita”. Infine, per quel che ri-

guarda il quinto punto all’ordine del giorno, si delibera di autorizzare madre Tarcisia Vernavà ad iniziare i lavori necessari per la casa di Frignano Maggiore (CE). 13 agosto 1955. Nella ventiseiesima seduta, del 13 agosto 1955, si deliberano altri cinque punti all’ordine del giorno: l’ammissione alla vestizione religiosa per il 22 ottobre, previa comunicazione al cardinale Mimmi, delle 6 postulanti Fabio Angelina, Tortora Amalia, Mansi Giuseppina, Izzo Assuntina, Marchese Maria e Massimo Orsola; stampa della traduzione dal latino in italiano del Rituale Romano Serafico delle cerimonie previste nelle costituzioni dell’Istituto; conferimento all’ing. Mucciariello dell’incarico di presentare un progetto di risanamento per la casa di Bonefro (CB), rovinata dall’umidità a causa di infiltrazioni d’acqua. Occorre anche mettere in sicurezza il vespaio e sterrare il terrapieno che circonda il seminterrato dello stabile; il passaggio dell’amministrazione e della direzione dell’asilo infantile “Emilia Miozzi” di Bonefro dall’avvocato Nicola Agostinelli – che ha dimostrato grande disinteresse per il suo incarico – alla superiora della casa, previa comunicazione alla signora Anna Pece, proprietaria dello stabile che ospita l’Istituzione; ammissione di suor Modestina Barbato, residente nella casa di Larino, alla professione dei voti perpetui, previo esame canonico da parte dell’Ordinario del luogo.

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L'ULTIMA di Marco Iasevoli, giornalista di Avvenire Ignazio Visco

Politica, banche e imprese L

e recenti polemiche sulla nomina del nuovo governatore di Banca d’Italia fanno riemergere un nervo scoperto del sistema-Paese: il rapporto a dir poco provinciale tra politica, banche e imprese. I fatti, prima di tutto. L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, attraverso una mozione presentata dal gruppo del Pd alla Camera, ha chiesto all’attuale premier Paolo Gentiloni di sostituire il governatore in carica Ignazio Visco con un nome che dia “nuova fiducia” alla massima istituzione finanziaria del Paese. Il mandato di Visco scade il 31 ottobre, la mossa del Pd ha sorpreso Gentiloni. Questo è solo il tratto superficiale di un problema molto più profondo. In Italia la commistione tra banche, politica ed economia reale è un problema ultradecennale che soffoca crescita e idee. La malsana abitudine della politica di mettere le mani sulle banche, e delle banche di proteggersi all’ombra della politica, non può ormai più reggere in un sistema di rigide regole europee che mettono efficienza e solidità dell’azione bancaria dinanzi a qualsiasi “ragion di Stato”. A fron-

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te di queste regole sono cadute, come un castello di carta, colossi come Monte dei Paschi di Siena e istituti a vocazione locale come Etruria o le Venete. Con un enorme esborso di soldi pubblici e con i contribuenti che si vedono beffati tre volte: come risparmiatori che perdono soldi, come clienti che non accedono a mutui e prestiti e come cittadini che pagano le tasse. In una matura economia di mercato le banche fanno le banche, la politica la politica e gli imprenditori fanno impresa. Così non è, in Italia, da molteplici anni. E anche Renzi ha dimostrato che la patologia non è superata: Visco ai suoi occhi è colpevole della cattiva gestione di crisi bancarie come quella di Etruria che hanno nociuto alla popolarità del governo. Ma non è colpa di Bankitalia, obiettivamente, se fatti e nomi hanno consentito ai cittadini di collegare in un filo rosso l’area di governo con un istituto di credito. Questa vicenda ci insegna che è ancora da venire il tempo di una politica meno invasiva e pervasiva. Di una politica, per dirla con Aldo Moro, consapevole di essere “relativa”.



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