Insieme - Settembre 2016

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SETTEMBRE 2016 N. 8 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

RIFORMA COSTITUZIONALE Cosa e come cambia

L’APPROFONDIMENTO

HA PERSO UN FIGLIO La battaglia di Marzia, padre Maurizio Patriciello e gli attivisti della Terra dei fuochi



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DICEMBRE 2015 SETTEMBRE 2016INSIEME Insieme / villaitalianocera

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Foto di copertina Salvatore Alfano

SETTEMBRE 2016 N. 8 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

RIFORMA COSTITUZIONALE Cosa e come cambia

L’APPROFONDIMENTO

HA PERSO UN FIGLIO

22. Un anno di Priscus

La battaglia di Marzia, padre Maurizio Patriciello e gli attivisti della Terra dei fuochi

In copertina Marzia Caccioppoli all'ingresso della chiesa di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano. Di spalle, padre Maurizio Patriciello.

settembre2016

28. Speciale GMG

Sommario

EDITORIALE 5 Dio o niente di Silvio Longobardi 6 LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete

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26. Scuola

L'APPROFONDIMENTO La terra fuma veleni di Pino Ciociola

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Cosa deve fare un parroco? di Mariarosaria Petti

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Madre di tutti di Mariarosaria Petti

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Inibire la resistenza dei tumori di Salvatore D’Angelo

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Non lasciamoli soli di Mariarosaria Petti

17 LA BACHECA a cura della redazione SPECIALE REFERENDUM 18 La riforma della Costituzione di Michele D’Avino

VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo 22 Un anno di Priscus 23 Vitalica SCUOLA&UNIVERSITà di Martina Nacchio 26 Pronti, ai posti e via 27 News dalle scuole VITA ECCLESIALE 28 A Cracovia per incontrare Francesco di Antonietta Abete

NEWS PARROCCHIE 45 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti IN PARROCCHIA 49 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 61 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 62 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli

32 A scuola di gioia e di unità di Antonietta Abete 36 Nell’attesa della Domenica senza tramonto di Salvatore D’Angelo 38 “Consolare gli afflitti” di Mariarosaria Petti 39 Il pane della domenica a cura di p. Luigi Lamberti

62. Miseria e nobiltà


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Dio o niente

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on usa mezze parole il cardinale Robert Sarah, attuale Prefetto della Congregazione per la liturgia, nel librointervista in cui racconta la sua vita e il suo pensiero. La sua è un’analisi lucida e originale. Non minimizza le zone di ombra, presenti tanto nella vita ecclesiale come in quella sociale, ma non alimenta una visione conflittuale né lascia spazio al disfattismo. Al contrario offre uno sguardo carico di speranza. A suo parere la radice della crisi, che attanaglia la nostra epoca, è l’assenza di Dio, cioè il tentativo prometeico di tenere Dio lontano dalla vita sociale, come se fosse un estraneo o addirittura un nemico. Per questo, “la prima preoccupazione della Chiesa è quella di ridare a Dio il primato nel cuore degli uomini e della società”. Dio o niente, come dice il titolo del libro. La cultura contemporanea, che si riflette nei media, passa in rassegna l’economia e la politica, s’interessa dei cambiamenti climatici e delle esplorazioni spaziali, si preoccupa di rendere più piacevole la vita… ma dimentica, trascura o svaluta la dimensione religiosa, la considera un sovrappiù, un elemento soggettivo che nulla aggiunge all’architettura della vita sociale. Noi sappiamo, invece, che è Dio l’architrave di quella casa comune che tutti vogliono a parole. “Senza Dio, ha scritto Benedetto XVI, l’uomo non sa dove andare e non arriva a comprendere se stesso”. A settembre ogni comunità parroc-

chiale si ritrova per programmare l’anno pastorale. Un’attività che si disperde in mille rivoli e, non raramente, al di là delle buone intenzioni, rischia di smarrire l’essenziale. Il Concilio Vaticano II ricorda che la Chiesa è solo un riflesso di quella luce che risplende pienamente in Gesù Cristo. È Lui che deve occupare la scena, è sua la Parola che deve risuonare, è Lui che deve parlare al cuore dell’uomo. Riconoscere la centralità di Dio significa fare della liturgia il cuore di tutta la vita pastorale; e ridare alla preghiera, personale e comunitaria, uno spazio sempre più significativo. La comunità ecclesiale non deve stupire con effetti speciali ma ricordare che Dio appartiene al nucleo essenziale della vita. Agli inizi del Novecento, nel contesto di una cultura che considerava il cristianesimo come una zavorra del passato, e annunciava trionfante la vittoria della ragione sull’oscurantismo religioso, Charles Péguy ritrovava la fede perduta in gioventù e scriveva: “noi crediamo che ogni rivoluzione sociale sarà vana se non comporta il lavorio ed il profondo rovesciamento delle coscienze”. A distanza di un secolo, e in una condizione culturale non troppo diversa, questo giudizio appare ancora valido. Se vogliamo diventare attori del cambiamento dobbiamo imparare a seminare, stando nell’ombra, quel Vangelo che forma l’uomo ad immagine di Dio e lo rende seme e lievito di una storia nuova, profumata di carità e di speranza.

Il cardinale Robert Sarah

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete Ernesto Benvenuto

La fede granitica di Ernesto Cari amici della redazione, vi scrivo per affidare al buon Dio e alle preghiere di tutti Ernesto, ritornato in Cielo lo scorso 22 luglio. Signore, custodisci la sua anima nel tuo Amore Misericordioso. Dona a lui la Luce del Tuo volto poiché ha vissuto per renderti lode. Ti ringrazio per avercelo donato. Possa lui essere il nostro faro sulla Terra. Ora sei il nostro Angelo che ci testimonia l’Amore di Dio. Caro fratello in Cristo, sono ormai trascorsi trenta giorni dalla tua ascesa in cielo, ed io ripenso al tempo vissuto al tuo fianco. In te non solo ho ritrovato gli insegnamenti che mio padre mi aveva lasciato, ma anche l’affetto di un padre che credevo ormai perduto. Sei stato il mio Angelo custode, mi hai confortato nei momenti di “sofferenza” che nulla era confrontata alla tua. Un male subdolo, cattivo, ti ha consumato poco a poco, ma non è riuscito a spegnere il tuo splendido sorriso. Quello stesso sorriso che hai elargito a tutti coloro che venivano a trovarti trasmettendogli gioia e serenità. Caro Ernesto, quante cose mi hai insegnato, prima fra tutte ad essere buona ed amorevole con tutti e a pregare per gli ammalati, in particolare per i bambini per i quali offrivi a Dio le tue sofferenze. La tua dipartita l’hai preparata bene, in te traspariva la gioia e la serenità di una persona che sta per incontrare “un vecchio amico”. Eri solito dirmi di non avvicinarmi all’Eucarestia a cuore leggero,

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poiché Essa è un grande dono, ma spesso viene sottovalutata. Rammento quando hai voluto farmi dono del libretto della carismatica Catilina. Per mio tramite volevi far comprendere l’importanza della Santa Messa a chi ancora non comprendeva il sacrificio fatto da Gesù sulla croce. È trascorso quasi un lustro da quel giorno ed in me s’è radicata la consapevolezza che Gesù si è immolato per mondarci dai nostri peccati. Questa certezza è diventata fonte di Luce e forza nei momenti bui. Con l’aiuto del Signore porterò avanti la tua testimonianza d’amore a tutti ed in particolare a coloro che patiscono sofferenze. Il nostro incontro è stato voluto dal Signore. A presto mio caro amico in Cristo! Rossella Carissima Rossella, abbiamo pubblicato la luminosa testimonianza di Ernesto Benvenuto sul numero marzo della nostra rivista. Era Pasqua, volevamo raccontare storie di resurrezione ed Ernesto, mentre combatteva contro un male terribile e viveva con tenacia il suo servizio presso la comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine in Angri, lasciava già intravedere, con il suo sorriso, un pezzo di Paradiso. Lo affidiamo all’eterna misericordia del Padre al quale chiediamo di asciugare le lacrime di sua moglie Angela, dei suoi tre figli e di quanti lo hanno conosciuto e amato. Dal Cielo, Ernesto continua a sorridere e a pregare per noi e insieme a noi.


Mi chiamo Antonio, abito ad Agrate Brianza da 8 anni, ma sono originario di Sarno. Il 22 maggio ho ricevuto la Prima Comunione. Il giorno prima, all’idea di dover ricevere il sacramento ero ansioso e pensavo a cosa sarebbe accaduto dopo, a come mi sarei sentito. Il pomeriggio ho fatto le prove in chiesa, è andato tutto bene, quindi sapevo già che sarebbe stata una bella celebrazione. Il mattino del 22 maggio mi sono svegliato all’alba, finalmente era arrivato il grande giorno. Mi sono preparato a festa, mi sono recato in chiesa con la mia famiglia, i miei nonni e gli zii che sono venuti da Sarno per vivere con me questo importante momento della mia vita. Ero super emozionato all’idea di dover vivere l’incontro con Gesù ed ho vissuto la celebrazione intensamente, ho pregato con il mio parroco, i miei compagni e le catechiste e, giunto il mio turno, il cuore mi batteva a mille. Dopo quel bellissimo momento avevo un’incredibile felicità, da quel momento in poi io e Gesù eravamo legati, eravamo amici per sempre. Antonio

La gioia dell’incontro con Gesù Antonio Stellato

Carissimo Antonio, grazie per averci raccontato le emozioni del tuo primo incontro con Gesù. Ti auguriamo di conservare la “maturità” con cui ti sei preparato a questo momento anche quando diventerai più grande e sarai preso da mille impegni che potrebbero sembrarti più importanti. Resta fedele all’appuntamento domenicale con Gesù, coinvolgi anche i tuoi genitori, perché Egli è il nostro amico più prezioso, quello a cui possiamo raccontare tutto: gioie e dolori, conquiste e sconfitte. Ci sosterrà sempre. Auguri.

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato Pino Ciociola, Rosella D’Antonio, Antonio Stellato, Michele D’Avino, Chiara Bruno, Susy De Prisco, Francesco Zanotti, padre Gigi Lamberti, Antonella Malafronte, Giovanni Nacchio, don Enzo Di Nardi, padre Paolo Saturno, Peppe Iannicelli, Maria Carmela Petrosino, Maria Petrozzi, Nunzia Del Sorbo, Raffaele Pepe, Chiara Panella, Aniello Donnarumma, Anna Barile, Angela Morrone, Antonio Padovano Sorrentino, Galante Teo Oliva, Armando Federico Ascolese, Pasquale Maria D’Ambrosio, Francesco Coppola, Giuseppe Villani Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 25 agosto

Abbonamenti € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

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SETTEMBRE 2016 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

Immagine di repertorio

a cura della redazione

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Insieme SETTEMBRE 2016


La terra fuma veleni di Pino Ciociola*

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anno negato per anni. Nonostante i morti, i roghi tossici, gli scavi e ogni veleno che salta (e salterà) fuori da quella terra. “Dei fuochi”, la chiamiamo. E con un nome così sembra un posto affascinante. Invece i rifiuti industriali seppelliti negli ultimi trent’anni l’hanno martoriata: dagli scarti dell’Acna di Cengio, ai fanghi tossici di Porto Marghera, da quanto producevano le concerie gestite finanche dalla Loggia P2 alle lavorazioni della Montedison. Una terra martoriata che va dalla parte sud della provincia casertana a quella nord della provincia di Napoli. Dove cioè vivono, più o meno, due milioni di persone. Abbiamo ribattezzato questo terribile giochetto di uccidere terreni e falde acquifere come la conseguenza delle “ecomafie”, ma abbiamo sbagliato termine anche stavolta. “Le mafie e la politica sono servi”, spiega da tempo la Procura nazionale antimafia: “Chi gestisce tutto sono le grandi centrali economico-finanziarie”. Già, perché se si produce, si producono anche scarti. E se - ad esempio - si produce in nero, bisogna che anche degli scarti non sia lasciata traccia. A proposito, nel nostro Paese ogni anno si producono circa trenta milioni di tonnellate di rifiuti urbani e circa centotrentasette milioni di tonnellate di rifiuti speciali e industriali. Il quadruplo, insomma. La cui destina-

zione ancora troppo spesso non si conosce. Hanno negato per decenni che la Terra dei fuochi esistesse e vi si morisse d’inquinamento. Finché non è stato più possibile fingere che non ci fossero troppe certezze giudiziarie e troppi riscontri a ogni scavo della Forestale o del Noe dei Carabinieri. Finché alla fine anche l’Istituto superiore di Sanità ha dovuto riconoscerlo: “Lì, proprio per quelle cause, muoiono più bambini che altrove”. Già. Perché sono i più piccoli, ovviamente, fisiologicamente, a pagare il prezzo più alto. Non solo con le morti, ma anche con certe patologie (come quelle respiratorie) e le malformazioni. E per gli adulti ci sono le sterilità maschili o le enormi incidenze oncologiche. Don Maurizio Patriciello è parroco al “Parco Verde” di Caivano, un posto che a definirlo di frontiera gli si fa un complimento. Un giorno di qualche anno fa eravamo alla discarica ex-Resit, dove la terra fuma senza bruciare, dove sappiamo esser state sversate migliaia di tonnellate di rifiuti tossici. Camminavamo fra fumi maleodoranti, con le mascherine, naso, occhi e gola già arrossati. Si fermò. Scosse la testa e disse: “Ecco cos’abbiamo fatto alla nostra terra. Ecco. E non possiamo tacere. Forse non cambieremo nulla, ma almeno i nostri figli non ci malediranno”. *Inviato speciale di Avvenire

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L'APPROFONDIMENTO Padre Maurizio Patriciello

Foto Salvatore Alfano

Il Parco Verde di Caivano Il Parco Verde di Caivano è un quartiere nato dopo il sisma del 1980, presto diventato focolaio di tante povertà e fragilità sociali. Qui si contano 13 piazze di spaccio, per un commercio che frutta 100 milioni di euro all’anno. Nel 2014, all’edificio dell’isolato tre – rinominato poi “palazzo dell’orrore” – perde la vita la piccola Fortuna Loffredo, precipitando dall’ottavo piano. Il tragico evento condurrà a serrate indagini: in quel palazzo, un anno prima, è volato da un ballatoio anche Antonio, di 3 anni. Abusi sui minori e pedofilia sono il filo conduttore di una vicenda che si somma alle ferite di un territorio abbandonato.

Cosa deve fare un parroco?

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ra le mani, un rosario. Lo stesso che sgrana in molte interviste di cui è protagonista in televisione, negli ultimi anni. Quattro per la precisione. È il tempo in cui padre Maurizio Patriciello ha maturato «la vocazione nella vocazione», come la definisce lui. Dal 2012, il parroco di Caivano ha riposto in libreria i trattati di teologia per iniziare a divorare saggi su Terra dei fuochi, ecomafie e monnezza, fino a diventare simbolo della lotta per la resistenza. Le ragioni della battaglia. I funerali nella chiesa di San Paolo Apostolo si moltiplicano. Tumori e leucemie mietono vittime, soprattutto tra i bambini. Dalia è morta a 12 anni, Luca a 19. Luciano di anni ne aveva 16, Tina 28. Marta solo 4. E si potrebbe continuare. «Cosa deve fare un parroco quando vede che il suo popolo

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è umiliato e martoriato?» chiede il sacerdote a se stesso. Decide così di scendere in campo e comprendere le ragioni di una catastrofe inspiegabile. «Non pensavo di andarmi a ficcare in un problema di queste dimensioni – ammette –, credevo si trattasse di inciviltà. Avevo commesso il grande errore di imputare ogni colpa all’immondizia urbana. Un grande inganno. Ho sperimentato sulla mia pelle che la vera piaga per queste terre sono stati i rifiuti industriali». Aziende disoneste, criminalità organizzata, politici corrotti e povertà sono i fattori che dagli anni ’80 hanno dilaniato parte della Campania. «Ho conosciuto tanti gruppi impegnati al fronte – prosegue Patriciello – ciascuno restava nel suo piccolo recinto». “Fare rete” è stata l’intuizione vincente del sacerdote diventato prete in età adulta – a 34 anni – che per oltre 10

In prima linea per denunciare: a Caivano si muore per l’aria che si respira e l’acqua che si beve. Padre Maurizio Patriciello e la sua lotta per una terra libera e pulita


Caivano, Parco Verde

è stato impiegato come caporeparto in ospedale. L’incontro con un francescano accende in lui il desiderio di Dio fino a decidere di lasciare il lavoro e prendere i voti. Da quel giorno è parroco a Caivano, cerniera tra il napoletano e il casertano, e in mezzo alla sua gente prova ad immaginare un finale diverso per le loro storie.

Foto Salvatore Alfano

Un nuovo futuro possibile. Una pagina nuova è stata scritta con la legge sulla Terra dei fuochi, la numero 6 del 2014: «In ogni società, ad un certo punto, s’impongono i negazionisti. C’è chi ancora oggi nega la Shoah, lo sterminio degli armeni, le foibe – spiega don Maurizio – il merito del testo normativo, seppure carente in tanti aspetti, è rivestire di ufficialità un fenomeno evidente. Ripeto spesso che se c’è una legge sulla Terra dei fuochi è perché esiste un problema Terra dei fuochi». Tra le falle principali della norma, l’assenza di un meccanismo di condanna per punire i reati: «I magistrati ci avvertivano che era inutile combattere senza una disciplina in materia di ecoreati, come andare in guerra senza armi» spiega il parroco, che nel 2012 aveva pubblicamente chiesto al prefetto di Napoli De Martino le ragioni del fetore notturno di Caivano, ri-

Prime condanne per gli autori del disastro ambientale

cevendo come risposta la sola stizza dell’istituzione per il mancato rispetto della sua carica. Bisognerà aspettare il 22 maggio 2015 per salutare le “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente”. «Tra prescrizioni e leggi che non c’erano siamo stati avvelenati in un modo incredibile. La legge sugli ecoreati era già in Parlamento – precisa – però rimbalzava tra Camera e Senato, grazie a Dio lo scorso anno è stata approvata. Si poteva fare meglio, ma almeno abbiamo qualcosa». Chi è responsabile di questo territorio? «La gente è scoraggiata, me ne rendo sempre più conto. Io sono un prete e ho il compito di dare speranza ma a volte è dura avere fiducia» conclude padre Maurizio. Passerelle e promesse di politici sono adagiate accanto ai veleni sversati senza pietà. «Cosa chiedete» pronuncio a filo di voce. «I nostri signori politici dovrebbero ricordarsi che prima di occupare questo o quel posto, questa o quella poltrona, sono dei cittadini. Soprattutto coloro che sono l’espressione di questo territorio hanno ricevuto mandato da questa popolazione, che ha queste piaghe. Non possono dimenticarlo». Mariarosaria Petti

Un primo punto fermo nella vicenda giudiziaria che riguarda la Terra dei fuochi è stato posto lo scorso 15 luglio, quando si è concluso il processo di primo grado per la gestione della discarica Resit di Giugliano. Imputato principale, l’avvocato e imprenditore Cipriano Chianese, responsabile della gestione della discarica, considerato il “re delle ecomafie”, condannato a 20 anni. Il processo è durato 6 anni, 180 le udienze, 15 le condanne. Un risultato significativo nato dalla dettagliata informativa di Roberto Mancini, poliziotto morto nel 2014 per linfoma non-Hodgkin contratto dopo essere stato a contatto con rifiuti tossici e radioattivi. Le ricerche – consegnate alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e rimaste chiuse in un cassetto per dieci anni – hanno denunciato il giro di affari legato al traffico dei rifiuti e al coinvolgimento del clan camorristico dei Casalesi.

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L'APPROFONDIMENTO

Marzia Caccioppoli

I numeri della Terra dei fuochi 1980. È l’anno in cui comincia lo sversamento dei rifiuti nella Resit, invaso di proprietà di Cipriano Chianese, fino ad allora cava per l’estrazione di tufo e pozzolana.

Foto Salvatore Alfano

1 milione in metri cubi è il quantitativo di rifiuti sversati nella Resit in circa 35 anni di attività. 2064 è la data in cui le tonnellate di percolato della Resit arriveranno a una profondità tale nel sottosuolo da contaminare la falda acquifera, se non saranno posti in essere gli interventi di messa in sicurezza.

Madre di tutti U

n dondolio alla gamba sospetto. La mano destra intorpidita. Sono questi i primi segnali che hanno destato l’attenzione di Marzia Caccioppoli, mamma di Antonio, vittima innocente della Terra dei fuochi scomparso il 2 giugno 2013. La malattia. «Eravamo in vacanza a Brindisi perché il pediatra mi aveva consigliato di far riposare Antonio, ma i sintomi non scomparivano» racconta. Segue la corsa al Pronto Soccorso pugliese, poi il ritorno a Napoli. «Al Santobono abbiamo ri-

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cevuto la prima diagnosi. Antonio aveva un tumore, ma non sapevamo quale». La famiglia parte per Genova, si rivolgono al Gaslini: «Dopo una biopsia a cielo aperto, è arrivata la diagnosi definitiva. Glioblastoma multiforme. L’oncologa non riusciva a crederci» prosegue Marzia. Si tratta di una neoplasia al cervello che solitamente colpisce persone dai 60 anni in su, fortemente a contatto con fabbriche o impianti produttivi. Antonio ha 8 anni e mezzo. È la malattia che anni addietro aveva seminato morte e terrore nel Giappone in via di svi-

Marzia Caccioppoli ha perso il suo unico figlio Antonio, stroncato da un glioblastoma multiforme. Con il suo impegno nella battaglia per la Terra dei fuochi è diventata la mamma di tutti


Vincenzo Tosti

Gli attivisti e il loro impegno Due i fronti di impegno della Rete di cittadinanza e comunità: elaborare dati certi sulla situazione di inquinamento attuale – grazie ad un pool di esperti volontari – e continuare la capillare sensibilizzazione sul tema nelle scuole e nelle piazze. «Non ci fidiamo più dei report dello Stato» commenta Vincenzo Tosti – attivista che ha scoperto di essere affetto da leucemia sottoponendosi agli screening consigliati dai medici coinvolti nell’indagine – spiegando le ragioni del faticoso lavoro che porterà alla divulgazione di ricerche scientifiche dettagliate sulla Terra dei fuochi, territorio che comprende ufficialmente 50 Comuni ma che in realtà interessa circa 80 centri cittadini.

luppo industriale. Ai genitori dei piccolo i conti non tornano: «Ci siamo trasferiti a Casalnuovo di Napoli per spostarci dalla città e offrire a nostro figlio un’aria più salubre in un contesto di campagna». Marzia non poteva sapere di aver affondato le radici della sua famiglia nel veleno dei rifiuti altamente tossici interrati senza scrupoli da anni e anni. Grazie al lavoro del papà di Antonio – impiegato in prefettura – è possibile un trasferimento a Genova: «Qui è cominciata una seconda e breve vita accanto a mio figlio in ospedale» racconta la donna. Il resto della famiglia – il nonno di Antonio vive a Nocera Inferiore – resta in Campania. I medici pronunciano la frase che nessun genitore vorrebbe mai sentire: «La diagnosi è infausta». In un adulto, con un’operazione si può migliorare la qualità della vita da 0 a 4 anni. «Per infondere speranza, ci spiegarono che il progredire della malattia in un bambino poteva essere più lento». Dopo soltanto un anno Antonio ha smesso di soffrire, nel giorno del Corpus Domini. Il ritorno a Napoli in due. «Navigando in rete, una volta tornata a Napoli, ho letto un post di padre Maurizio Patriciello che ricordava la scomparsa del mio bambino, figlio unico e preda della Terra dei fuochi» continua Caccioppoli. Fino a quel momento, la mamma orfana non aveva mai sentito parlare di quel fenomeno. Cominciano le ricerche, i casi simili sono messi in connessione. Marzia vuole conoscere padre Maurizio e un’imminente marcia per liberare dai rifiuti la Campania è l’occasione giusta. «Quando mi sono presentata e l’ho interrogato senza sosta, mi ha fermato: Figliola, mi fai tante domande, cerchiamo insieme le risposte».

“Noi genitori di tutti”. Dopo l’incontro con padre Maurizio, nasce l’associazione delle mamme della Terra dei fuochi: «Ho perso mio figlio, ma sono diventata la mamma di tutti i bambini di questo territorio» spiega con orgoglio. Le attività dell’associazione – a cui papa Francesco ha dedicato una stazione della Via Crucis e che è stata accolta dal presidente Napolitano – consiste nella formazione ed informazione dei più piccoli, «i futuri amministratori delle nostre città». Non solo. Chi ha perso un figlio può dare coraggio e consolazione a coloro che attraversano quel calvario: «Assistiamo le famiglie oncologiche, aiutiamo chi è in difficoltà economica con i pacchi alimentari oppure sostenendo i viaggi della speranza per le cure». L’ultimo gesto di amore è arrivato con una colletta di 6500 euro per spedire in America il referto di una bambina gravemente ammalata a cui i medici italiani non hanno dato nessuna speranza. Il miracolo. «A Genova ero circondata da bambini sofferenti e madri angosciate. Non ho avuto il coraggio di chiedere al Signore un miracolo per Antonio. Quando vedi tanto dolore, non ti senti migliore delle altre mamme per poter chiedere una grazia così grande solo per te». Marzia ha nel cuore una preghiera: «Ho implorato Dio di non inasprirmi il cuore portandomi via il mio unico figlio, altrimenti mi avrebbe condannato alla morte sulla terra». Il cuore di mamma Marzia è tutt’altro che un arido deserto. Dalla sua ferita zampilla forza d’animo e tenacia. Continua la battaglia per tutti i figli che non ha generato nella carne ma che ha posto sul suo petto di madre. Mariarosaria Petti SETTEMBRE 2016 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Il dottor Mario Scarpa

L’Ohio State University

Scoperta la funzione di una proteina nei laboratori dell’Ohio State University. Nel team di ricercatori il biologo nocerino Mario Scarpa

Inibire la resistenza dei tumori

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i chiama RanBP9 (Ran Binding protein 9, ndr) ed è la proteina coinvolta nella riparazione delle cellule tumorali, rendendo non sempre tempestive ed efficaci le cure. Una sua inibizione potrebbe favorire la morte delle cellule malate e, quindi, donare maggiori speranze di guarigione dal cancro. L’azione di questa proteina è stata approfondita nei laboratori dell’Ohio State University di Columbus da un team di ricercatori internazionali, tra cui il biologo di Nocera Inferiore Mario Scarpa. Il gruppo, coordinato dal professor Vincenzo Coppola e di cui fa parte il genetista di fama mondiale Carlo Maria Croce, è composto da studiosi del Dipartimento di medicina genetica, immunologia e virologia molecolare del College di medicina di Columbus e del Cancer Center, programma tumori solidi, dell’Ohio State University. Un lavoro pubblicato nei mesi scorsi su importanti riviste scientifiche. La sperimentazione di farmaci che vertono sulla RanBP9

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consentirebbe di rendere più efficace e meno dannose le cure attuali come la chemioterapia e la radioterapia. Sono questi, infatti, i trattamenti previsti per i tumori solidi, come il cancro al polmone, colon, seno, utero e pelle. Entrambi provocano la rottura del doppio filamento del DNA. La cellula normale o tumorale risponde a questi insulti esterni attraverso vari meccanismi di combinazione del DNA che sfociano nel DNA Damage Response (DDR, ndr), blocca il ciclo cellulare e permette di considerare il danno e, in funzione dell’entità di tale insulto biologico, decidere di riparare e proseguire con il proprio decorso o innescare il cosiddetto pathway di morte programmata. Nel caso della cellula tumorale però il DDR è alterato e la cellula neoplastica lo sfrutta per riparare il danno al DNA, resistendo dunque alle terapie. «Il nostro gruppo – ha spiegato il biologo Mario Scarpa – ha scoperto

il ruolo della proteina RanBP9 che è coinvolta nel meccanismo del DDR modulando e regolando l’efficienza e la tempistica del riparo del DNA nella cellula tumorale». Insomma, favorendo l’assenza o la riduzione di questa proteina renderebbe la cellula malata più vulnerabile e sensibile alle cure in quanto non riuscirebbe a innescare pienamente il meccanismo di riparo. Un fenomeno che è stato sperimentato in laboratorio su cellule di tumore ai polmoni. Un primo passo verso sperimentazioni su altre tipologie di neoplasie. «L’auspicio sarebbe quello di confermare il meccanismo comune tra i diversi tumori – ha aggiunto il ricercatore nocerino – e poter testare successivamente farmaci o altri meccanismi di target nei suoi confronti per avere una diagnosi precoce, e quindi una prognosi più felice o quantomeno un trattamento da abbinare alle già esistenti terapie, dalla chemioterapia all’eradicazione chirurgica della massa neoplastica». Salvatore D’Angelo


Non lasciamoli

soli

I Padre Maurizio Patriciello con due attiviste del comitato "Noi genitori di tutti", durante gli scavi in una discarica abusiva a Casal di Principe

n pieno stile italiano, dopo le due leggi – l’una sulla Terra dei fuochi, l’altra sugli ecoreati – ci siamo assopiti e abbiamo dimenticato il male inghiottito dal terreno che calpestiamo quotidianamente. Quello da cui si alzano i fumi tossici. Quello in cui diamo sepoltura ai tanti morti di tumori e leucemie. Il 47 per cento in più che nel resto d’Italia. I numeri del Santobono Pausilipon, l’ospedale pediatrico napoletano, raccontano uno spaventoso aumento dal 2010 ad oggi dell’incidenza di tumori solidi e leucemie: in sei anni, dal primo gennaio 2010 e fino al 21 marzo del 2016, il tasso di ricoveri di bimbi nel primo anno di vita è cresciuto del 50% per la provincia di Napoli e del 68% per cento per quella casertana. Anche nell’Agro nocerino-sarnese la situazione non è rosea: ogni anno 1800 persone si rivolgono al Polo oncologico dell’ospedale Andrea Tortora di Pagani per la cura di malattie oncologiche ed ematologiche. Un numero troppo elevato per una realtà di provincia. E se le altre regioni dello stivale hanno già depennato dalle emergenze di questo Paese la bonifica di un’area che comprende oltre 1 milioni di abitanti, la Valle del Sarno – fratelli di dialetto e tradizioni, distanti appena 50 chilometri – non può restare in silenzio. È nostro dovere sostenere la battaglia di Caivano, Acerra, Giugliano e degli altri Comuni teatro di barbarie eco-ambientali. È nostro compito informarci per comprendere quale sia la situazione attuale. È nostro interesse essere pungolo costante per le istituzioni e le autorità. Perché non arrivano le bonifiche? Perché non è controllata la produzione (illecita) industriale? Perché è più facile scoprire che un anziano cittadino non ha pagato il canone Rai piuttosto che arginare l’evasione fiscale dei colossi industriali? A Caivano abbiamo incontrato un popolo che lotta. Non lasciamoli soli. Mariarosaria Petti SETTEMBRE 2016 Insieme

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Gaetano FABBRICATORE

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f Gaetano Fabbricatore


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Diocesi in festa

Compleanno speciale per mons. Giuseppe Giudice: il 10 settembre il nostro Pastore festeggia 60 anni. Tutta la diocesi è in festa per il dono della vita e del ministero del vescovo Giuseppe, a cui rivolgiamo i più cari e affettuosi auguri.

Auguri di buon compleanno

Don Giovanni Padovano compie 83 anni, il 12 settembre; don Giancarlo Faletti festeggia 76 anni il 14 settembre; don Alfonso Giordano spegne 28 candeline, il 17 settembre; don Vincenzo Di Nardi compie 45 anni, il 18 settembre; don Gerardo Guastaferro festeggia 60 anni, il 24 settembre; don Gerardo Coppola compie 38 anni il 26 settembre. Vi auguriamo di fare festa dinanzi al Signore per il dono di una vita piena e gioiosa. Auguri!

Auguri speciali

Il 9 luglio è nata Anna Antonia D’Angelo. Al papà Salvatore, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi, e alla mamma Agnese, presidente della Cooperativa Priscus, gli auguri più cari per l’arrivo della primogenita. Siate sempre piccola Chiesa domestica. Auguri! Fiori d’arancio per due cari amici di redazione: Michele Lanzetta (referente della parrocchia San Teodoro di Sarno) e Maria Chiara Esposito hanno pronunciato il loro “sì” il 27 luglio, Adamo Desiderio (responsabile del Servizio per gli insegnanti di religione cattolica) e Nadia Smaldone hanno celebrato il sacramento del matrimonio il 29 luglio. Le vostre nuove famiglie siano segno dell’amore di Dio. Auguri! Adamo e Nadia

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

Don Gerardo Coppola, don Raffaele Corrado, don Carmine Vitolo, il 14 settembre; don Salvatore Fiocco, il 15 settembre; p. Michele Floriano, il 19 settembre; don Rosario Ingenito, il 28 settembre. Auguri di buon anniversario di ordinazione diaconale a Edoardo Tafuto, il 18 settembre. Il vostro ministero sia esempio tangibile della gioia del Vangelo. Auguri!

Buon compleanno

La signora Ernestina Vicinanza, della parrocchia Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore, compie gli anni il 5 settembre. La redazione di Insieme la ringrazia per il servizio reso in questi anni. Auguri!

Michele e Maria Chiara

Il nostro cordoglio

Il 16 agosto è tornato alla Casa del Padre padre Gerardo Cardaropoli, dell’Ordine dei Frati Minori. Nativo di Bracigliano, il frate francescano è stato Rettore del Pontificio Ateneo Antoniano di Roma, poi professore di Teologia pastorale alla Pontificia facoltà teologica di Napoli. È stato ministro provinciale della provincia salernitano-lucana. La redazione si stringe all’avv. Armando Lanzione, legale della Curia, per la perdita della cara mamma, ritornata in Cielo lo scorso 23 agosto, assicurando pregheria e vicinanza.

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SPECIALE REFERENDUM Firma della Costituzione, 2 giugno 1946

La riforma della Costituzione D

opo l’approvazione da parte del Parlamento della riforma costituzionale proposta dal Governo, il prossimo autunno gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul nuovo testo con un referendum confermativo. La riforma riguarda oltre 40 articoli della carta fondamentale sulla quale si regge la Repubblica. Il nuovo testo affronta questioni complesse e tecniche, correlate al funzionamento dell’architettura istituzionale repubblicana. Ma le questioni che la riforma pone non possono essere lasciate agli addetti ai lavori. Occorre accostarsi all’appuntamento referendario consapevoli della necessità di dover esprimere un voto informato e responsabile. D’altra parte è bene tralasciare, in questa sede, le polemiche connesse alle questioni di metodo che hanno accompagnato il dibattito politico lungo tutto l’excursus parlamentare di approvazione della nuova legge costituzionale. Così come non ci si può soffermare sulla scelta operata dal Presidente del Consiglio Renzi di legare all’approvazione referendaria il suo futuro politico. Il voto referendario, infatti, attiene alle modifiche da apportare al sistema costituzionale repubblicano, alla forma di Governo e, più in generale, alle concrete modalità di estrinsecazione della democrazia nel nostro Paese. Scelte di rilevante portata che non possono ridursi alla mera permanenza o meno a Palazzo Chigi del Governo in carica.

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Il prossimo autunno gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul testo di riforma costituzionale con referendum confermativo. Michele D’Avino, direttore dell’Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” ci aiuta a capire cosa e come cambia, per esprimere un voto consapevole


Il nuovo articolo 55 della Carta prevede che la Camera sia “titolare del rapporto di fiducia con il Governo”. Quello che invece è imprescindibile è una seria ed attenta valutazione del contenuto della riforma, cosicché ciascuno possa sviluppare una propria coscienza critica in vista del voto. Si tratta di un metodo di discernimento proposto dalla Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica e rilanciato dal suo Centro Studi attraverso numerose occasioni di riflessione che hanno visto la partecipazione di alcune tra le più autorevoli voci dell’attuale dibattito sulla riforma. A loro abbiamo chiesto di illustrare i punti salienti della novella costituzionale.

Il nuovo assetto del Parlamento

Il nuovo articolo 55 della Carta prevede che la Camera sia “titolare del rapporto di fiducia con il Governo” e che svolga “la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell’operato del Governo”. Il Senato invece diventa la Camera delle autonomie, composta da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica, ai quali si aggiungono gli ex Presidenti della Repubblica. Si passa dunque dagli attuali 315 senatori a circa 100 e si sancisce il superamento del bicameralismo perfetto. Per Gian Candido De Martin, professore emerito di istituzioni di diritto pubblico alla LUISS e Presidente dell’I-

stituto Vittorio Bachelet, «non si può non convenire sulla distinzione tra una Camera politica, cui vengono affidate le decisioni legislative e la fiducia al Governo, e un Senato rappresentativo delle autonomie, con una posizione di massima subordinata nel procedimento legislativo, anche se è assai barocca la previsione di ben nove varianti nell’iter legis». Per Marco Olivetti, ordinario di diritto costituzionale alla LUMSA e tra i firmatari del manifesto per il “sì” al referendum, «questa riforma è necessaria per sbloccare il sistema parlamentare italiano e superare la sua contraddizione non risolta del bicameralismo paritario che non possiamo più permetterci. Tuttavia vi sono una serie di incognite: si può scommettere sulle regioni per rinnovare la rappresentanza politica? Il Senato sarà una Camera inutile o un “veto player” non domabile? I procedimenti legislativi si aggroviglieranno l’uno sull’altro?». Incertezze rimarcate da Ugo De Siervo, tra i firmatari di un manifesto per il “no” al referendum, presidente emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo: «Assai incerta appare la composizione del nuovo Senato. Non è assolutamente chiaro come i Consigli regionali potranno eleggere i senatori rispettando sia i

Il Governo guidato da Renzi

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SPECIALE REFERENDUM Il Senato della Repubblica

risultati elettorali che la composizione dei Consigli stessi. Inoltre, quanto alle funzioni legislative che restano al Senato non sono ricomprese, paradossalmente, proprio quelle relative alla specificazione del confini fra le diverse materie statali e regionali».

Il nuovo Titolo V

La riforma opera un’inversione di rotta nei rapporti tra Stato, Regioni ed Enti locali rispetto alla riforma costituzionale del 2001, dove si delineava un sistema policentrico di autonomie di pari dignità costituzionale. Quale effetto produce la nuova disciplina sull’assetto delle istituzioni territoriali? Per De Martin, «appare evidente l’obiettivo complessivo di una nuova centralizzazione del sistema, in contraddizione tra l’altro con il fondamentale principio autonomistico sancito nell’articolo 5 della Costituzione, in base al quale si dovrebbero il più possibile rafforzare Regioni ed

La riforma opera un’inversione di rotta nei rapporti tra Stato, Regioni ed Enti locali, con una forte spinta accentratrice.

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autonomie locali, attuando in concreto anche il principio di sussidiarietà». Se nel manifesto dei giuristi a favore del “si” è scritto che «per la prima volta, non si assiste ad un aumento dei poteri del sistema regionale e locale, bensì ad una loro razionalizzazione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del paese», Olivetti precisa che «il movimento accentratore che pervade la riforma non si è tuttavia spinto oltre il riparto di competenze legislative e non si è esteso all’amministrazione, atteso che l’art. 118 della Costituzione è rimasto quasi del tutto immutato». Per De Siervo, invece, «vengono drasticamente eliminate le materie legislative di tipo concorrente tra Stato e Regioni. Ma non convince la tesi secondo cui tale eliminazione sarebbe dovuta alle continue liti fra Stato e Regioni, dovute invece alla pessima redazione del Titolo V ed alla difficile convivenza delle materie esclusive statali con le competenze regionali. Al tempo stesso viene paradossalmente mantenuto uno dei fondamentali difetti dell’attuale Titolo V: infatti una disposizione del testo continua


Il Senato diventa la Camera delle autonomie: si passa dagli attuali 315 senatori a 100, sancendo il superamento del bicameralismo perfetto. ad affermare che spetta alla Regione la potestà legislativa nelle materie non espressamente attribuite allo Stato. Ma l’elencazione delle competenze statali, malgrado sia vastissima, è tutt’altro che esaustiva in ambiti molto importanti. Ne consegue che una dimenticanza avrebbe l’effetto di continuare a produrre innumerevoli conflittualità». Inoltre, precisa De Siervo, «l’accentramento non dovrebbe riguardare tutte le Regioni perché ne sarebbero esenti le cinque Regioni a Statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta) e le due Province autonome di Trento e Bolzano. Con evidente difficoltà di far funzionare un sistema normativo nel quale le norme relative a quindici Regioni divengono inapplicabili in circa un quarto del territorio nazionale, con tutti i problemi conseguenti».

Un giudizio complessivo tra luci ed ombre

Emerge, da un primo esame delle diverse posizioni, come tutti i commentatori abbiano rilevato l’esistenza di limiti evidenti nella formulazione delle nuove disposizioni costituzionali. È possibile esprimere un giudizio complessivo sul nuovo testo? Per De Martin, «accanto all’apprezzamento per talune scelte potenzialmente utili per il funzionamento del sistema istituzionale e politico repubblicano, resta il rammarico per un risultato con molte ombre o incognite, che non agevoleranno oltretutto il compito degli elettori nel referendum, tanto più che non si potrà esprimere un sì o un no distinto per le singole parti, ma solo sulla riforma nel suo complesso». Più critico appare De Siervo, per il quale «pur riconoscendo l’opportunità di alcuni aggiornamenti delle disposizio-

Michele D’Avino

ni organizzative della nostra Costituzione democratica, al fine di modernizzarla e migliorarne la funzionalità, non si può accettare ogni innovazione, perché le revisioni costituzionali possono anche, se gravemente sbagliate, confuse o disorganiche, addirittura peggiorare il funzionamento delle istituzioni. Il buon funzionamento istituzionale è un grande valore democratico, ma presuppone necessariamente l’esistenza di discipline costituzionali chiare e coerenti. In gioco – aggiunge il giudice costituzionale – non c’è soltanto il funzionamento della democrazia, ma anche tutta una serie di diritti sociali che potrebbero risultarne compromessi. Si pensi, ad esempio, a quanto lo svuotamento delle autonomie locali possa peggiorare la qualità dei servizi alle persone e degli interventi sul territorio». Olivetti invece, dopo aver ribadito la necessità del processo riformatore, sottolinea come la riforma costituzionale «avrà bisogno di un percorso attuativo, pertanto il giudizio su di essa è sospeso, saranno decisive le norme attuative che potranno renderla funzionale o paralizzarla». È, dunque, un interessante caleidoscopio di posizioni quello che anima il dibattito sulla nuova riforma costituzionale, dove gli argomenti “a favore” e “contro” sfuggono ad inquadramenti semplicistici e preconcetti. Anzi ne risulta rafforzata la necessità di un discernimento continuo, libero e responsabile, da parte di ogni cittadino su questioni cruciali per la vita del Paese. La Costituzione è il patto comune sul quale si fonda il nostro vivere insieme. Esprimere un voto consapevole in occasione della prossima consultazione referendaria non è mero esercizio di un dovere civico ma, soprattutto, un gesto concreto di cura del bene comune. Michele D’Avino

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo La foto di gruppo dopo la firma dell’atto costitutivo

Le attività in Curia

La giovane Cooperativa ha saputo farsi conoscere all’interno e all’esterno della Diocesi con servizi puntuali e di qualità

Un anno di Priscus

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a compiuto un anno il 3 agosto scorso. L’atto costitutivo fu firmato nella Sala degli Stemmi del Palazzo vescovile, alla presenza del vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, e del notaio Francesco Coppa. Se la si paragona all’età di una persona, Priscus sarebbe una bambina. Lo è sicuramente nello spirito e nelle forze, giovani e volenterose. La Cooperativa nei suoi primi 365 giorni ha però percorso tanta strada. È cresciuta in fretta occupandosi dei servizi diocesani per cui è nata, ma anche di altre iniziative che l’hanno fatta conoscere meglio all’interno della Diocesi e apprezzare all’esterno. «Il primo anno di Priscus è stato davvero soddisfacente – ha dichiarato il legale rappresentante e presidente del Consiglio d’amministrazione, Agnese Senatore – perché ci ha consentito di metterci meglio al servizio della Diocesi, sperimentando al massimo le professionalità che rendono speciale la nostra Cooperativa. Ringrazio il Vescovo, anche a nome di tutti i soci, che ha dato fiducia a un gruppo giovane e propositivo che ce la mette tutta per offrire servizi puntuali e di qualità». Ad affiancare l’avvocato Senatore nel

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CdA sono don Ciro Galisi e i soci Salvatore Alfano, Mariarosaria Petti e Piera Angela Cascone mentre Salvatore D’Amato e Daniele Parlato si occupano, rispettivamente, di consulenza fiscale e lavorativa. Ma cosa fa Priscus? Attraverso i soci lavoratori assicura l’apertura e la chiusura della Curia di Nocera Inferiore e degli uffici di Sarno, l’accoglienza, i servizi in Biblioteca, Archivio e Museo diocesano, la segreteria Caritas, coadiuva l’amministrazione. Servizi a cui si aggiunge il protocollo e cerimoniale, la realizzazione del giornale diocesano e di altre pubblicazioni su indicazioni del Vescovo e degli uffici diocesani. In quest’anno Priscus è anche uscita all’esterno, proponendo il corso di giornalismo “Io scrivo”, che ha raccolto l’attenzione di cinquanta persone, impegnate in cinque lezioni sul giornalismo, l’editing e la correzione di bozze, la fotografia e l’ufficio stampa. Anche i privati si sono rivolti alla Cooperativa, che per conto di Alfa Recupero Crediti ha organizzato il corso di formazione rivolto ai commercialisti iscritti all’ODCEC di Nocera Inferiore sul recupero stragiudiziale e la cessione del credito, iniziativa tenutasi il 16 marzo a Nocera Superiore.

Un momento del seminario per commercialisti del 16 marzo

La consegna degli attestati del corso di giornalismo “Io scrivo”

Vita di redazione


Vitalica L’eccellenza si fa sport. Nella struttura di Lavorate a Sarno si può praticare dal calcio al nuoto, passando per il fitness e la ginnastica riabilitativa

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due anni dalla sua inaugurazione, l’impianto polisportivo Vitalica è diventato un punto di riferimento per lo sport, sia agonistico che amatoriale, dell’Agro nocerino sarnese. La struttura di via Nuova Lavorate a Sarno accoglie una piscina semi olimpionica, un’ampia sala pesi e due luminose sale fitness open space. Il successo di Vitalica non deriva solo dall’avere a disposizione una delle migliori strutture sportive della Campania, affiliata alle maggiori federazioni sportive nazionali, tra cui la Federazione Italiana Nuoto, ma soprattutto dai valori, dalla passione e dall’impegno dimostrati dagli sportivi che la frequentano, dagli istruttori e dall’amministrazione che gestisce l’impianto. Sono ormai numerose le medaglie e le coppe vinte dagli atleti che rappresentano Vitalica nelle competizioni locali e nazionali, tra le più recenti ci sono i campionati italiani giovanili di salvamento e il campionato regionale di nuoto in acque libere. È stata una bella esperienza il campus didattico estivo ospitato, nei mesi di giugno e luglio, negli spazi dell’impianto: bambini e ragazzi che hanno vissuto una nuova e sana dimensione del gioco attraverso il nuoto, la danza e il calcio. Lo sport rappresenta per i bambini e i ragazzi un elemento fondamentale per la propria crescita, emotiva, intellettiva e fisica, senza dimenticare che è più salutare adottare uno stile di vita dinamico invece che sedentario. «Il progetto Vitalica – ha dichiarato

l’amministratore Nello Gaito – oltre a garantire l’insegnamento delle diverse discipline sportive, persegue anche l’obiettivo di offrire ai giovani dell’Agro un luogo di incontro in cui possano imparare e mettere in pratica i valori morali e sociali propri della vita cristiana. Attraverso lo sport, infatti, fin da bambini, si apprende il valore del rispetto reciproco, soprattutto nella competizione, il senso di responsabilità, l’importanza dell’impegno, e si sviluppa lo spirito di squadra e la consapevolezza che i migliori risultati si ottengono con sacrificio, costanza e determinazione». All’alba del nuovo anno sportivo 2016-2017, Vitalica amplia ulteriormente la sua offerta sportiva con la scuola calcio. L’offerta è molto ampia, grazie alla presenza di istruttori professionali e qualificati: nuoto per ogni fascia di età e livello di allenamento; acquantalgica, un metodo di lavoro per la prevenzione e cura delle patologie della colonna vertebrale; acquagym; zumba; pilates; ginnastica dolce; ginnastica riabilitativa-compensativa e posturale; pesistica; mixed martial art; ginnastica a corpo libero; functional training; body building. «Il progetto Vitalica – ha aggiunto Gaito – fin dalla sua nascita è inteso anche in chiave sociale: dapprima ha permesso il recupero dell’impianto sportivo di Sarno, abbandonato e vandalizzato per lunghi anni, e poi lo ha messo a disposizione della collettività, realizzando un luogo di incontro sociale e di sviluppo personale, attraverso lo sport, a beneficio del territorio dell’Agro». SETTEMBRE 2016 Insieme

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redazionale a cura dellA CASA Albergo per anziani Santa Rita

Via isonzo, 22 - Sarno (SA) Tel. 081 513 65 48 info@albergosantarita.it - www.albergosantarita.it

L’

estate all’Albergo per anziani Santa Rita è stata davvero bollente. Piena di attività e momenti di allegria. Il Campus estivo è stato l’ultimo progetto promosso dall’Albergo per anziani Santa Rita. Tanti i partecipanti, provenienti da tutta la Campania, che hanno trascorso questi mesi estivi in compagnia e riscoprendosi pieni di vita e voglia di fare. Le attività a cui hanno preso parte sono state davvero tante, dalle giornate in piscina alle serate al teatro. Non sono mancate le feste che contraddistinguono da sempre la struttura. Musica e balli per la “Cena in bianco” sul suggestivo terrazzo, divertimento a go go per la gara di canto durante la serata Corrida, fiori e tanta allegria per il Flower Party e per finire la festa anni ’50 che a suon di twist ha fatto riscoprire tutti più giovani.

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ESTATE AL TOP

Non sono mancate le uscite sul territorio, dagli scavi al Santuario di Pompei, dal centro commerciale a Borgo San Matteo e per finire passeggiata in Costiera Amalfitana. Tutte le attività si sono svolte con la continua assistenza socio sanitaria, infermieristica e fisioterapica grazie a figure professionali ed esperte, impegnate a tutto campo.

All’Albergo per anziani Santa Rita è assicurata la migliore qualità della vita, attraverso un’ampia offerta di servizi capace di soddisfare le esigenze di tutti secondo predisposizioni e attitudini. L’Albergo, inoltre, pone al centro dell’attenzione l’anziano ospite e la famiglia, per stare insieme, per stare in compagnia, impegnare il proprio tempo e non sentirsi mai soli!

Ricche di attività e momenti di spensieratezza le vacanze organizzate dall’Albergo per anziani Santa Rita Alcuni momenti vissuti dagli ospiti dell’albergo


Un itinerario e un documentario sulle bellezze di Angri

L’

amore per la propria città, la passione per la cultura e per l’arte, la voglia di far conoscere agli altri le bellezze che la città di Angri può regalare. Tutto questo è stato condensato in un documentario realizzato dall’associazione culturale DoriaArt in Progress, presieduta da Fabio Russo. Un video ma anche un interessante itinerario turistico che dall’inizio dell’anno è diventato una serie di visite gratuite. Dai giardini al castello Doria, dove per due secoli ha vissuto una delle famiglie nobili più importanti d’Italia, dalla collegiata di San Giovanni Battista alla congrega di Santa Margherita, passando per il centro storico, la chiesetta dei Sette Santi Dormienti di Efeso fino ai luoghi del beato Alfonso Maria Fusco, santo il prossimo 16 ottobre. DoriArt ha realizzato un docufilm “Angri, la più bella storia” che ripercorre le tappe principali del percorso proposto ai visitatori. Il documentario è stato girato dal videomaker JeanFranck Parlati ed Enrico Silvestri, condotto e scritto da Luigi Novi, in collaborazione con Giuseppe Afeltra e Luigi D’Antuono. «Abbiamo compreso che questa città ha una storia che può essere raccontata – ha dichiarato Fabio Russo – Continueremo a lavorare con passione, dedizione e tanta umiltà. Abbiamo tante idee, tanti progetti da realizzare».

La Curia ha una nuova cappella

… e insegnava alle folle dalla barca” è il passo del Vangelo di Luca che ha ispirato il progetto redatto dall’architetto Angelo Santitoro per la nuova cappella della Curia vescovile. Il piccolo luogo di preghiera, voluto per accogliere sempre meglio quanti vengono dal Vescovo e presso gli Uffici diocesani, ma soprattutto per rafforzare, con la presenza di Gesù, coloro che vi lavorano stabilmente, è stato inaugurato il 22 luglio. Monsignor Giuseppe Giudice ha presieduto la messa per la benedizione della cappella e poi nel cortile della Curia c’è stato un momento culturale che ha abbinato prosa e musica.

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SCUOLA & UNIVERSITà

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Pronti, ai posti e via

ompiti delle vacanze da ultimare, sveglia da sincronizzare, libri, quaderni e penne nuovi di zecca da ordinare nella cartella. Manca ormai pochissimo al suono della prima campanella dell’anno. Il 15 settembre, salvo eccezioni, più di 900mila studenti torneranno tra i banchi di scuola in Campania. Basta sonnellini pomeridiani, giornate spese in riva al mare e settimane trascorse in piena spensieratezza. Da adesso si torna a far sul serio. Ogni anno di istruzione è una nuova sfida per gli studenti. Scaricare lo stress accumulato durante l’anno scolastico non è certo l’unico beneficio di questi mesi di relax. L’estate è anche un momento di preparazione. La nuova esperienza formativa da affrontare apre sempre le porte a grandi cambiamenti, soprattutto se si affronteranno nuovi ordini di istruzione. Il passaggio dalla scuola dell’infanzia a quella elementare, ma an-

cora di più l’arrivo alle scuole superiori segna l’inizio di una fase di crescita della vita di ognuno. Nuovi compagni, nuovi insegnanti, sfide sempre più impegnative da affrontare, il tutto intriso di quell’entusiasmo misto a timore che accompagna tutte le novità della vita. La pausa estiva è poi fondamentale anche per chi gravita attorno al mondo dell’istruzione. Lo stop delle lezioni è il momento che la scuola utilizza per riformularsi. E se per gli studenti queste vacanze non hanno avuto particolari sfumature, le settimane appena trascorse sono state infuocate per i docenti. Il mondo della scuola è in una fase di evoluzione. Che se ne voglia dire bene o male, la rivoluzione innescata dalla “Buona Scuola” riguarda sia la formazione in senso stretto che il reclutamento degli insegnanti. E l’anno scolastico che si profila ha tutta l’aria di dover lasciare il segno. Martina Nacchio

Le vacanze estive sono ormai agli sgoccioli. Entro il 15 settembre si torna tra i banchi di scuola

I dati della mobilità

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aranno 32.419 le nuove immissioni nel mondo dell’insegnamento italiano. Una grande occasione per i docenti che da anni attendono l’assunzione, ma anche una questione spinosa a causa del fattore “mobilità”. I posti disponibili sono soprattutto al Nord, con la

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conseguenza che saranno in gran parte insegnanti del Sud ad essere interessati dai trasferimenti. Del totale dei docenti meridionali che ha presentato domanda di mobilità – che si aggira intorno alle 53mila unità – il 53,6% dovrà prendere servizio a settembre in un’altra

regione. La Campania con il 52% dei docenti emigrati è la regione che a livello numerico occuperà il maggior numero di posti vacanti al Nord. Numeri che sono storie, sacrifici di famiglie divise, ma anche soldi reali, lavoro e quindi dignità. M.N.


NEWS DALLE SCUOLE a cura di Martina Nacchio

La Genovesi-Alpi intitolata a Massimo Li Pira

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arà intitolata all’indimenticato preside Massimo Li Pira la scuola media Genovesi-Alpi di Nocera Inferiore. Dopo la volontà espressa dal Consiglio di istituto nel 2005, è arrivata lo scorso agosto la delibera di giunta dell’amministrazione del sindaco Manlio Torquato, che ne sancisce l’intitolazione. Denominato “preside innovatore”, dedicò tutta la vita ad un modello di scuola avanzato e inclusivo, incidendo la sua orma indelebile sull’istituto nocerino. A lui si deve la costruzione dell’edificio scolastico inaugurato negli anni ’90, così come la fama di scuola di riferimento che l’istituto ha saputo conquistarsi negli anni.

Il preside Massimo Li Pira

Scuola viva

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llargare l’offerta formativa, incrementare l’inclusione sociale e combattere la dispersione scolastica, questi gli obiettivi di “Scuola viva”, il programma triennale della Regione Campania per le scuole. Entro lo scorso luglio gli istituti scolastici hanno presentato il proprio progetto, formulato con la partnership di un’associazione affine, cercando di intercettare i fondi a disposizione per un massimo di 55mila euro. Laboratori tecnici e tematici, attività culturali e azioni di sostegno, le attività che avranno inizio per le scuole vincitrici non si rivolgeranno ai soli alunni, ma a tutti i giovani fino ai 25 anni.

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SPECIALE GMG a cura di Antonietta Abete

A Cracovia per incontrare

Francesco

Cinquanta giovani della nostra diocesi accompagnati da due sacerdoti sono partiti per Cracovia alle 8.00 del mattino dello scorso 19 luglio insieme ai coetanei della diocesi di Teggiano-Policastro. Un viaggio lungo, con una tappa il primo giorno al confine con l’Austria. Il giorno seguente l’arrivo ad Olkusz, qui i ragazzi sono stati ospitati da alcune famiglie della parrocchia di San Massimiliano Maria Kolbe, nella diocesi di Sosnowiec. Il 27 luglio si sono spostati a Proszowice, un paesino non molto distante da Cracovia. Lì hanno alloggiato in una palestra fino alla conclusione della GMG. «Il gemellaggio nelle famiglie – racconta don Giuseppe Pironti, responsabile della Pastorale giovanile diocesana – è stato il tratto più bello di questa GMG. I polacchi sono molto accoglienti. È stato un meraviglioso incontro di Chiesa».

Siate sognatori

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na chioma rossa, folta e riccia che non passa inosservata. Annapaola Notari ha 28 anni e studia Scienze del servizio sociale. Il 12 settembre del 2015 ha iniziato il Servizio civile presso la Caritas diocesana. Un’esperienza che si concluderà il prossimo 13 settembre. Alla sua prima GMG, l’abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza.

Credi in Dio?

Credo di sì. Che tipo di rapporto avevi con Lui prima di partecipare alla GMG? Annapaola indossa la maglia dell’associazione “Braccia aperte”

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Era una cosa a cui pensavo raramente. Però, quest’anno, grazie all’esperienza del Servizio civile sono riuscita ad avvicinarmi a Lui in modo molto più profondo e maturo.

L’esperienza di Annapaola, giovane 28enne angrese

venienti da tutte le parti del mondo e il desiderio di incontrare di nuovo il mio adorato papa Francesco.
 L’incontro che ti ha colpito di più.

La cerimonia di accoglienza del Santo Padre nel parco di Blonia. L’esperienza che più ti ha toccato.

L’aver conosciuto la mia seconda famiglia durante il gemellaggio ad Olkusz.

Cosa ti ha spinto ad andare a Cracovia?

La parola del Papa che ti si è appiccicata al cuore.

La voglia di conoscere persone pro-

Accoglienza.


Fuori dalle sacrestie

P Annapaola con il suo “papà” polacco

Una frase che sintetizzi la tua esperienza.

Cito una frase di papa Francesco: «Potranno giudicarvi dei sognatori perché credete in una nuova umanità, che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti, ma non scoraggiatevi. Col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana». Alla fine Lo hai incontrato? Dio intendo.

Ho incontrato persone fantastiche e, forse, tra queste c’era anche Lui.
 “Braccia aperte” è un'a ssociazione che realizza progetti a favore dei minori in diversi Paesi africani. Annapaola è tra i membri più attivi. A Cracovia, nelle parole di papa Francesco ha trovato una conferma al suo grande impegno nel mondo del sociale.

erdersi, ritrovarsi e perdersi di nuovo, superare limiti, fare incontri speciali, sentirsi Chiesa. Questo è stato per me la Giornata Mondiale della Gioventù vissuta a Cracovia. Prima di partire non sapevo cosa mi aspettava, ero impaurita. Tutti sentimenti effimeri. È bastato affidarmi e tutto è venuto da sé. Mi sono accorta che la sensazione di sentirmi persa la provo più ora che sono rientrata. La GMG mi ha fatto ritrovare, mettendo al proprio posto ogni pezzettino del mio essere cristiana, cattolica, francescana. Non mi sono persa per poi ritrovarmi, mi sono ritrovata per poi perdermi.

L’esperienza di Chiara Bruno, volontaria della nostra diocesi a Cracovia: «Mi aspettavo di lavorare sotto il sole, invece ero nel team dei social media»

Chiara con un gruppo di volontari e pellegrini

IL BLOG

Due giovani seminaristi, Antonio Padovano Sorrentino – della parrocchia di Maria SS. di Costantinopoli – e Giovanni Monteforte, della diocesi di Teggiano-Policastro hanno trovato un modo originale per fermare la bellezza della GMG. Il blog www.diario.diunagmg, segnalato anche dai profili Twitter #GMG e #Kracow2016 è un diario dettagliato delle singole giornate polacche e si intreccia sapientemente con foto, video, testimonianze e link per rileggere tutti gli interventi del Papa. Se avete perso qualcosa, o desiderate assaporare la bellezza di quei giorni, siete inciampati nello strumento che fa per voi.

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SPECIALE GMG

Chiara e Maria Libera

Il servizio nel team italiano dei social media. Per me la GMG è stata superare i limiti. Durante la mia permanenza a Cracovia ho fatto tutto ciò che non avrei mai pensato di fare prima. Così, ho riscoperto una “Chiara” tecnologica: ero nel team che si occupava delle comunicazioni sociali, in particolare mi occupavo dei social media che fino ad allora sottovalutavo. Mi aspettavo di dover lavorare sotto il sole, invece mi sono ritrovata davanti ad un pc. Proprio io che di tecnologia ne capisco poco. I social, se usati bene, sono un mezzo attraverso il quale si riesce a testimoniare Cristo in modo superlativo. La mia esperienza nel team italiano dei social media è stata incredibile!

ci conoscevamo prima, eppure quel pellegrinaggio è stato così intimo: ci siamo raccontate, abbiamo riso un sacco e poi pianto, insieme. Davanti a Gesù Eucarestia. Lì in quella spianata c’era tutto il mondo ma durante l’adorazione guidata dal Papa si respirava un silenzio divino. E poi le lunghe chiacchierate con Agnese e Maria Libera, con le quali ho visitato la maggior parte dei posti di Cracovia. Noi tre alla prima esperienza da volontarie, non ci occupavamo dello stesso servizio quindi avevamo orari diversi ma abbiamo sempre trovato il modo per stare insieme. Infine, la mia Chiara, che mi ha raccontato la sua vita alla ricerca del Signore, donandomi la sua interiorità.

L’esperienza più intima. La GMG non può non essere anche “incontri speciali”. I ricordi più belli di quest’esperienza? Il viaggio insieme a Maria, una volontaria tarantina del mio team, verso “Campus Misericordiae” dove si sarebbe svolta la veglia. Non

Il bagaglio da portare a casa. Per concludere #Krakow2016 è stata una forte esperienza di Chiesa. Mi sono sentita parte di un’immensità: è questo che mi ha messo in crisi. Io vivo la mia fede da giovane francescana attraverso la fraternità: mi sono resa

conto di non essere abbastanza aperta alla Chiesa, alla mia Chiesa. C’è un mondo ancora tutto da scoprire e che io non conosco. Il tanto ripetuto invito del Papa di uscire fuori dalle sacrestie pensavo di averlo messo in pratica, invece no. Ho combinato poco fin ora. Questo rompe i miei equilibri. Il Papa, nel discorso ai volontari ci ha consegnato tre parole “memoria per il passato, coraggio per il presente, speranza per il futuro”. Io voglio essere coraggiosa. Davvero. Chiara Bruno

Le impressioni di Susy, alla terza GMG

E

ro nel posto giusto, nel momento giusto. Questa GMG è stata un turbine di emozioni. Dalla calorosa accoglienza ricevuta ad Oxsloh alle lectio con tutti i giovani italiani fino alle lunghe e stancanti “passeggiate”. È stata la terza GMG a cui ho partecipato e come ogni volta è stata un’esperienza che ti forma, ponendoti dinanzi ai tuoi limiti per poi farne il punto di forza. “Chi ti perdona veramente ti fa nascere di nuovo” è la frase che ha primeggiato sulle pagine del mio diario quotidiano. Una rinascita che solo il Padre può donarci se siamo in comunione con Lui e con gli altri. Susy De Prisco

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Un selfie di Susy De Prisco con i ragazzi di Santa Maria del Presepe


La fede ha bisogno dell’arte

«S Suor Cristina, vincitrice nel 2014 del talent show di Rai 2, The voice of Italy, alla Veglia con il Papa: «Annuncio Gesù con la musica»

ono alla mia prima Gmg», dice suor Cristina Scuccia, siciliana, 28 anni, della Congregazione delle orsoline della Sacra Famiglia, diventata famosa come cantante rock e blues per la vittoria al talent show di Rai 2, The voice of Italy edizione 2014.

mande dei giovani. Mi sento addosso una grande responsabilità. Ma come dice papa Francesco, non bisogna avere paura. Si deve uscire. La vita religiosa non è cupa. Nella missione di ogni cristiano c’è l’obiettivo di salvare almeno un’anima. Anch’io me lo do: almeno un’anima».

Sabato sera suor Cristina ha cantato a Cracovia nella Veglia guidata da papa Francesco. «Sono qui con gli occhi stupiti, guardo i giovani che camminano tutto il giorno sotto il sole e la pioggia, che pregano, urlano, cantano, dicono “Viva Cristo!” e inneggiano alla loro nazione. È uno spettacolo indescrivibile, paragonabile solo all’emozione vissuta quando ho incontrato papa Francesco. Un evento davvero indimenticabile», racconta al quotidiano Avvenire.

Come si difende dalle luci della ribalta?

Come si possono conciliare fede e musica?

«La fede ha bisogno dell’arte. L’arte tocca il cuore e può mostrare l’aspetto più bello della fede. Non c’è arte senza amore». Palco e vita consacrata come possono stare insieme?

«Per me la musica è un mezzo per annunciare. È la mia risposta alle do-

«Con la preghiera. Chi segue Gesù non deve temere nulla. Solo il Signore può fare cose così grandi. Mi emoziono ancora oggi, sempre. È una missione, che assume la forma particolare della musica». Mi scusi suor Cristina, ma come la mettiamo con i soldi dei diritti?

«Se ci sono guadagni, li dirottiamo in progetti di solidarietà. Non sono comunque io a gestire i fondi della nostra comunità, le orsoline della Sacra Famiglia. Per questo c’è una suora delegata. In Brasile abbiamo progetti sociali ed educativi per i bambini. Poi seguiamo anche attività in Italia, perché anche qui ci sono povertà. Niente è nostro, a partire dalla vita». In bocca al lupo, allora.

«Diciamo: in braccio a Gesù». Francesco Zanotti

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione Foto di gruppo: il vescovo Giuseppe con le suore, i seminaristi, padre Gigi Lamberti, Aniello Nappo e i volontari del convento di Sant’Antonio

Si è svolto dal 4 all’8 luglio il primo corso di esercizi spirituali per religiose, guidato da mons. Giudice, a cui hanno partecipato anche i seminaristi della diocesi

A scuola di gioia e di unità

«L

a gioia cristiana nasce dalla Resurrezione ed è di colore rosso, perché intinta nel sangue di Cristo». Lo ha spiegato mons. Giuseppe Giudice durante il corso di esercizi spirituali per religiose, dal 4 all’8 luglio, nella cornice del Convento di Sant’Antonio di Nocera Inferiore. 15 suore di 6 Congregazioni religiose presenti in diocesi, 11 seminaristi, in veste di coadiutori, il diacono Aniello Nappo e padre Gigi Lamberti, eremita diocesano e assistente spirituale per la Vita consacrata, hanno preso parte alla “prima edizione” di un’esperienza che ha lasciato il segno. Sono stati giorni ricchi di grazia, durante i quali il Vescovo, attingendo a piene mani nella Sacra Scrittura, ha sviscerato il tema “Nessuno potrà togliervi la vostra gioia (Gv, 16)”. Marco Siano, di Sarno, che a settembre inizia il sesto anno di Seminario, racconta: «Quando il responsabile dei seminaristi,

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don Raffaele Ferrentino, ci comunicò che il Vescovo desiderava che facessimo gli esercizi spirituali insieme alle suore, rimanemmo sorpresi. Arrivati qui, invece, siamo subito entrati in un clima di fraternità, comunione e servizio. Passare del tempo con il Vescovo è una grande ricchezza: quando parla è sempre molto incisivo, vi sono frasi che si stampano nel cuore e nella mente. Come quelle che porto a casa dopo questa esperienza: Quella del cristiano è una gioia rossa. L’antidoto del dubbio è il Magnificat. Il cristiano deve avere l’alleluia sulle labbra e la croce nel cuore. L’altro arricchimento pratico che ci portiamo a casa è la conoscenza di tutti gli istituti di vita consacrata». Racconta suor Agnese Pignataro, madre superiore delle Serve di Maria Addolorata: «In questi giorni sono cadute delle barriere. A volte viviamo coltivando il nostro orticello, invece dobbiamo imparare ad essere vasi comunicanti. La bellezza dei no-

Le Congregazioni presenti Suore di San Giovanni Battista, Suore Vocazioniste, Suore Serve di Maria Addolorata, Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, Serve di Maria Compassioniste, Suore di Nostra Signora di Fatima.


La curiosità Suor Brigida fa parte della Congregazione delle Suore Compassioniste di Angri. Durante uno dei ritiri mensili organizzati da padre Gigi Lamberti, assistente spirituale per la Vita consacrata, la religiosa chiese al vescovo Giuseppe se aveva pensato di predicare gli esercizi spirituali in Diocesi. «Mi piace come parla, il Vescovo ha una vena poetica ed io rimango sempre colpita da quello che dice», racconta. Il suo desiderio ha tracciato una strada che certamente sarà ripercorsa negli anni a venire.

stri carismi e la ricchezza spirituale e umana che abbiamo deve essere condivisa». «Il vescovo ci ha parlato del sì di Maria spiegandoci che la gioia abita nel quotidiano – aggiunge suor Caterina della Congregazione di San Giovanni Battista –. Una conferma ed una scoperta. Nel nostro quotidiano, che spesso richiede impegno e sacrificio, se noi diciamo quel sì, nasce la gioia». Insieme a lei c’è suor Fara che aggiunge: «Una grande novità, dopo tanti anni di esercizi è la prima volta che li ho fatti con il Vescovo e i seminaristi che ci hanno aiutato nella preghiera e nella liturgia». Suor Monica, che 10 anni fa ha avuto la grazia di vivere a Bologna il mese ignaziano insieme ai seminaristi, racconta: «Queste esperienze ci fanno sentire Chiesa». Suor Rosetta Ferrazzano sottolinea la bellezza degli esempi usati da mons. Giudice: «Dobbiamo chiederci: siamo noce che si chiude nel guscio, riccio che punge chi si avvicina o stella che illumina il cammino degli altri? È un programma della giornata e di vita. Il mio compito e il mio sforzo è quello di essere stella». Suor Brigida, della Congregazione Suore di Fati-

ma, aggiunge: «Mi ha colpito lo sguardo di Gesù quando Pietro lo tradisce. È come una guarigione: lo sguardo di Gesù mi fa capire che posso essere un dono per gli altri». Molto ricca la condivisione con i seminaristi. «È stato bello conoscerli uno per uno. In questo modo possiamo accompagnarli nei loro bisogni spirituali e materiali» raccontano le suore. In un clima di grande gioia non potevano mancare i ringraziamenti per i frati e lo staff della cucina: «Ci hanno accolto con letizia e premura». Con semplicità, aggiungono. Come in un incontro di famiglia. Antonietta Abete

Il momento del pranzo

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

La fede si esprime attraverso le parole. Alcune sono cadute in disuso, altre sono coperte di polvere, altre sono ormai incomprensibili. La rubrica si propone di rileggere il patrimonio della fede attraverso alcune parole essenziali

L’incontro personale con il Signore Il Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Genova dal 15 al 18 settembre, è una preziosa occasione per parlare dell’adorazione eucaristica, un tema non marginale nella storia della Chiesa e nell’attuale vita pastorale

D

opo il Vaticano II, l’adorazione eucaristica è stata sbrigativamente archiviata tra le cose del passato. Non pochi teologi hanno sottolineato che si tratta di una tradizione tardiva, nata nel XII secolo, che pone problemi al dialogo ecumenico. I liturgisti, invece, manifestavano la preoccupazione che l’adorazione potesse offuscare l’assoluta centralità della celebrazione eucaristica. Gli esperti di pastorale, infine, mettevano in guardia dai rischi di una fede individualistica e poco ecclesiale. Insomma, tutti erano d’accordo nel ritenere l’adorazione una forma di preghiera ormai superata. E invece… lo Spirito soffia dove e come vuole.

In realtà, il magistero non ha mai sminuito l’importanza dell’adorazione eucaristica, anzi il Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico l’ha “vivamente raccomandata” (n. 87) ed ha chiesto di conservare l’Eucaristia in un “luogo adatto all’adorazione e alla preghiera personale, in modo che i fedeli possano con facilità e con frutto venerare, anche con culto privato, il Signore presente nel Sacramento” (n. 9). Giovanni Paolo II non ha mai fatto mistero della particolare venerazione per l’Eucaristia. Per questo fin dall’inizio del suo pontificato volle creare nella basilica di san Pietro

uno spazio di silenzio in cui i fedeli potevano contemplare e adorare Gesù Eucaristia. Papa Wojtyla ha richiamato molte volte la bellezza e la fecondità dell’adorazione che, a suo parere “è una pratica insostituibile della Chiesa” (31 ottobre 1983). “La contemplazione prolunga la comunione. […] Quando lo contempliamo presente nel Santissimo Sacramento dell’altare, Cristo si avvicina a noi e diventa intimo con noi più di quanto lo siamo noi stessi” (Lettera, 28 maggio 1996). Benedetto XVI ha voluto inserire l’adorazione eucaristica nella veglia di preghiera della GMG: “Per tutti co-

“Ricevere l’Eucaristia significa adorare Colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così diventiamo una cosa sola con Lui. Perciò, lo sviluppo dell’adorazione eucaristica, come ha preso forma nel corso del Medioevo, era la più coerente conseguenza dello stesso mistero eucaristico: soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera. E proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri”. (Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre 2005)

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loro che erano presenti rimane indimenticabile l’intenso silenzio di quel milione di giovani, un silenzio che ci univa e sollevava tutti quando il Signore nel Sacramento era posto sull’altare” (Benedetto XVI, Discorso alla Curia romana, 21 dicembre 2005). Papa Francesco ha chiesto a tutte le diocesi di inserire nel cammino di conversione quaresimale una sosta orante, 24 ore per il Signore, che prevede appunto il fecondo intreccio tra adorazione eucaristica e confessione sacramentale.

La parola autorevole del magistero è stata accompagnata, negli ultimi decenni, dall’esperienza di gruppi e movimenti che hanno dato un’importanza sempre più marcata all’adorazione. “È commovente per me – scrive Benedetto XVI – vedere come dappertutto nella Chiesa si stia risvegliando la gioia dell’adorazione eucaristica e si manifestino i suoi frutti”. Tra i frutti dello Spirito non possiamo non citare l’Adorazione eucaristica perpetua, presente in decine di parrocchie italiane, che coinvolge migliaia di battezzati. L’adorazione eucaristica non può essere intesa come una pratica devozionale, al contrario è un’espressione autentica della fede cattolica. Ed è anche un’intensa esperienza di preghiera, in cui il silenzio apre all’ascolto dell’eterna Parola. L’adorazione educa a vivere la fede come incontro personale con il Signore, quello stare faccia a faccia con Lui che tanti santi hanno sperimentato e proposto co-

me nutrimento essenziale della fede. E tra questi come non ricordare Alfonso Maria de Liguori, un santo della nostra terra, il quale diceva: “I sovrani della terra non sempre, né facilmente danno udienza; invece il Re del Cielo, nascosto sotto i veli eucaristici, è pronto a ricevere chiunque”. “Visite al Santissimo Sacramento” è uno dei libri più popolari, tradotto in oltre settanta lingue con migliaia di edizioni. Questo mese vi invito a pregare con le sue parole: “Da oggi avanti fate voi di me e delle mie cose tutto quello che vi piace; solo vi cerco e voglio il vostro santo amore, la perseveranza finale, e l’adempimento perfetto della vostra volontà. Vi raccomando ancora tutt’i poveri peccatori. Unisco in fine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti miei cogli affetti del vostro amorosissimo Cuore, e così uniti gli offerisco al vostro Eterno Padre: lo prego in nome vostro che per vostro amore gli accetti e gli esaudisca. Amen”.

In partenza per Genova

Don Carmine Cialdini

S

arà Genova a fare da cornice ai lavori del XXVI Congresso Eucaristico, dal 15 al 18 settembre, sul tema L’Eucaristia sorgente della missione: «Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro». Anche una delegazione della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, nominata dal vescovo Giuseppe Giudice, parteciperà all’importante tappa ecclesiale che s’inserisce nell’Anno giubilare con l’intento di invitare sia i singoli che le comunità ad aprirsi in modo più convinto e generoso al dono della misericordia. Don Carmine Cialdini è il delegato diocesano. Quattro i laici che parteciperanno: Giuseppe Contaldo, Angelo Santitoro, Anna Spinelli e Mariarosaria Petti. Per il clero, saranno presenti: don Enzo Di Nardi, don Gerardo Coppola, don Piercatello Liccardo, il diacono don Aniello Nappo e i seminaristi Marco Siano e Francesco Amarante.

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VITA ECCLESIALE

Nell’attesa della Domenica senza tramonto

P

iste aperte, idee guida per orientare il cammino ecclesiale e «perché nessuno si senta smarrito o ai margini della strada», il Vescovo intende così gli Orientamenti pastorali che anche quest’anno ha pubblicato prima della pausa estiva, pochi giorni dopo le sollecitazioni arrivate dalla Sosta ecclesiale. Nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, monsignor Giuseppe Giudice ha dato alla Diocesi il testo di Nell’attesa della Domenica senza tramonto. Cinque i paragrafi in cui è diviso il testo: l’orizzonte; dal Sinodo alla sinodalità; ordinare; insegnare a chi non sa; verso la vetta. Nel primo paragrafo il Vescovo indica «come meta un orizzonte non alto, ma altissimo, perfetti come il Padre (Mt 5,48), e questo non per voler bypassare la storia, ma per ricordare ad ognuno che lavoriamo per la trasfigurazione di questo mondo nell’attesa dei cieli nuovi e terra nuova (Ap 21,1). Sì, la meta è oltre, è escatologica, è di là, e noi viviamo costantemente nell’attesa della Domenica senza tramonto». «Il sogno della nostra Chiesa, radicata nei solchi del Concilio – scrive il Vescovo nel secondo paragrafo –, è quello di vivere una sinodalità permanente che è dono dello Spirito, una primavera alla quale papa Francesco continuamente ci richiama, a cominciare dai Consigli Pastorali Parrocchiali. Sì, camminare insieme, riconoscendo il dono di ciascuno, evitando ritardi, sfilacciature e frenate improvvise, arroccamenti fuori della storia, o percorsi alter-

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Gli Orientamenti pastorali 2016/2017: cinque paragrafi per riscoprire la bellezza e l’importanza dell’Anno liturgico e programmare azioni concrete per la Diocesi, come l’emporio della carità. Il testo integrale è pubblicato sul sito www.diocesinocerasarno.it


nativi senza alcun riferimento al Magistero o all’ora che la Chiesa sta vivendo». Monsignor Giuseppe Giudice come terza azione dà il verbo per il prossimo anno pastorale: «Sarà il verbo Ordinare, nel senso di mettere ordine e di avere un Ordo, cioè un rito». E seguono una serie di esempi su cosa e come mettere in ordine: «Nei cassetti della nostra vita, nei ripostigli della coscienza, nelle soffitte della memoria, negli archivi della riconoscenza e della gratitudine; mettere ordine nei meandri delle solitudini, negli anfratti delle relazioni, nei portafogli dell’economia, negli oggetti della devozione, nei percorsi della fede, negli ambienti delle parrocchie e delle comunità. Mettere ordine, cioè riordinare, nelle stanze dell’infanzia, nei luoghi dell’adolescenza, negli spigoli della giovinezza, negli appartamenti della maturità; mettere ordine nella vita, adesso, oggi, qui, ricordando l’antico adagio: conserva l’ordine e l’ordine conserverà te». «Mettere ordine – continua il vescovo Giuseppe –, vivendo con gioia i momenti della messa domenicale nei ritmi concreti della vita quotidiana. Si colloca in questo contesto, forse un po’ originale, il saper riprendere i tempi e i colori dell’Anno Liturgico, come vero cammino ordinario e ordinato di fede, speranza e carità. Tempi da vivere e colori da indossare e ammirare, senza voler anticipare o saltare, o confondere, o sopprimere, o – come vuole la cultu-

ra di oggi – tutto omologare». Nel quarto paragrafo, “Insegnare a chi non sa”, si fa riferimento a due segni che il Vescovo desidera concretizzare per la comunità diocesana: «Indico due segni che dovrebbero segnare il nostro anno della misericordia. Il primo si riferisce a un’opera di misericordia spirituale, il secondo ad un’opera di misericordia corporale. Penso alla Domus misericordiae, una casa dove si può pensare la pastorale. Il secondo segno, sul quale sto insistendo da tanto, è il far nascere l’Emporio della solidarietà, per passare, come spesso ricordato, dalla solitarietà alla solidarietà, per uscire dalla semplice distribuzione dei pacchi viveri e riconoscere più dignità ai tanti bisognosi del nostro territorio». Nel chiudere gli Orientamenti, “Verso la vetta”, consegna il mandato: «La finalità dell’Anno Liturgico è molto semplice ed è, nello stesso tempo molto impegnativa. Si vivono le stagioni dell’Anno Liturgico per cercare di diventare santi. Non abbiamo altre mete ed altre finalità, anche quando siamo chiamati ad essere samaritani della storia e le urgenze bussano alle nostre porte. Una pastorale non orientata alla santità è semplice intrattenimento ed è perdita di tempo. In questo cammino verso la vetta, ci può aiutare Alfonso Maria Fusco, santo novello della nostra terra. Siamo chiamati a leggere ed approfondire la sua vita. Sono certo che ci farà bene». Salvatore D’Angelo

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LE OPERE DI MISERICORDIA a cura dI Mariarosaria Petti come possiamo vivere al meglio questo Anno Santo? Riscopriamo le Opere di misericordia, lasciamo che la santità di alcune figure esemplari illuminino il nostro agire, valorizziamo tempi e spazi della preghiera personale e comunitaria per rivestirci di misericordia

Padre Massimiliano Maria Kolbe

“Consolare gli afflitti”

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a talare bianca sfila via per il campo di concentramento di Auschwitz Birkenau. È una visita silenziosa quella che papa Francesco ha vissuto a Cracovia a fine luglio. Dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI anche Bergoglio ha attraversato il luogo dell’orrore della follia nazista. Nessun discorso pubblico. Capo chino e occhi socchiusi, seduto in preghiera dinanzi al Blocco 11 e poi in ginocchio nella cella di Massimiliano Maria Kolbe, il santo francescano che si offrì di essere rinchiuso nella “cella della fame” al posto di un padre di famiglia. Una biografia da rileggere nell’Anno Santo della misericordia. Le origini. Nato con il nome di Raimondo, scelse quello di Massimiliano quando indossò il saio francescano a 16 anni, aggiungendone un secondo, “Maria”, per esprimere la sua devozione alla Vergine. Dopo il noviziato, studiò a Roma, laureandosi prima in filosofia all’Università Gregoriana e poi in teologia al Collegio Serafico. La “Milizia dell’Immacolata” è l’associazione religiosa per la conversione di tutti gli uomini per mezzo di Maria che il frate fonda con il permesso dei superiori. Nel 1927, a Varsavia, Kolbe inaugura Niepokalanow (città dell’Immacolata), il convento-

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città, luogo di preghiera per i francescani e centro di evangelizzazione attraverso la fervida attività di comunicazione promossa con una radio e una casa editrice. Una delle riviste, il Cavaliere dell’Immacolata, arrivò alla tiratura di 750.000 copie al mese. Un’esperienza incredibile che il santo ripeterà anche in Giappone. La seconda guerra mondiale. Quando i nazisti invasero la Polonia, Niepokalanow diventa il ricovero per molti profughi e feriti sia cristiani che ebrei. Liberato dopo un primo arresto, padre Massimiliano è di nuovo in manette nel febbraio del 1941. Stavolta il regime ordina che sia deportato ad Auschwitz. Con il numero 16670, malato di tisi e con un solo polmone, lavora come gli altri e anche di più. A causa della fuga di un compagno, dieci prigionieri furono destinati al bunker della morte, secondo la legge del lager. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno dei prescelti. In quelle terribili condizioni consolò gli uomini che uno ad uno morivano sotto i suoi occhi. Dopo 14 giorni, in quattro rimasero in vita. Le SS decisero di abbreviare i tempi, infliggendo un’iniezioni di acido fenico. Il francescano si spegnerà porgendo il braccio, sulle labbra le ultime parole: “Ave Maria”. Mariarosaria Petti

Proclamato santo nel 1982 da Giovanni Paolo II, padre Kolbe morì nel campo di concentramento di Auschwitz Birkenau, sacrificandosi al posto di un padre di famiglia. Pioniere dell’evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione

Papa Francesco in preghiera nella cella di padre Kolbe


ILPANEDELLADOMENICA a cura di padre Luigi Lamberti, eremita diocesano

Sussidio liturgico dalla XXIII alla XXVII domenica del Tempo Ordinario (Anno C) Mandami qualcuno da amare Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo, quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; […] Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati. Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia. Santa Teresa di Calcutta Canonizzata il 4 settembre 2016

4 XXIII domenica SETTEMBRE del Tempo Ordinario 2016 (Anno C) Francesco Guardi, pittore veneziano (1712 - 1793). Tra i più significativi esponenti del vedutismo, si formò sullo stile di Canaletto, differenziandosi da lui per il modo di illuminare il paesaggio. La riscoperta di Guardi è un merito della critica moderna, educata dall'impressionismo. Fu un artista versatile e molto imitato.

Le letture: “Chi non rinuncia a tutti i suoi averi” Prima lettura: Sap 9,13-18 Salmo: Sal 89 Seconda lettura: Fm 1,9-10.12-17 Vangelo: Lc 14,25-33 Il Vangelo: In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo». (Cfr Lc 14, 25-27) Colore liturgico: VERDE

Ritratto di Francesco Guardi di Pietro Longhi

Amare in “seconda battuta”

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a Chiesa è Madre e come tale insegna ai figli a parlare; nella colletta di oggi ci fa chiedere al Padre il dono della sapienza del suo Spirito, quella sapienza che ci porta a saper mettere in discussione gli equilibri che riteniamo stabili. Nella seconda lettura abbiamo lo sconvolgimento dei rapporti sociali: Onesimo è stato battezzato da Paolo ed ora viene rimandato dal suo padrone non più come schiavo ma come fratello. Ecco cosa fa lo Spirito: distingue senza dividere. È molto forte e chiaro quanto Gesù chiede: amare Lui più di quanto amiamo gli altri, altrimenti non possiamo essere suoi discepoli. La fede, quando è tale, entra in tutti i miei rapporti affettivi. Non siamo chiamati a non amare ma ad amare in seconda battuta, a mettere al centro Lui. SETTEMBRE 2016 Insieme

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IL PANE DELLA DOMENICA

11 XXIV domenica SETTEMBRE del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

18 XXV domenica SETTEMBRE del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

Le letture: “Per un solo peccatore che si converte”

Le letture: “Non potete servire Dio e la ricchezza”

Prima lettura: Es 32,7-11.13-14 Salmo: Sal 50 Seconda lettura: 1Tm 1,12-17 Vangelo: Lc 15,1-32

Prima lettura: Am 8,4-7 Salmo: Sal 112 Seconda lettura: 1Tm 2,1-8 Vangelo: Lc 16,1-13

Il Vangelo: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”». (Cfr Lc 15, 4-6)

Il Vangelo: «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?». (Cfr Lc 16, 10-12) Colore liturgico: VERDE

Colore liturgico: VERDE

E ti vengo a cercare

Fare bene

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ggi Madre Chiesa ci consegna le tre parabole della misericordia, che ci raccontano il cuore del Padre e hanno dei riferimenti comuni. Il primo è la perdita, l’allontanarsi, il perdersi. Ci si può perdere per svariati motivi, a volte basta un attimo di non vigilanza su noi stessi, sui nostri sentimenti e sensi e ci perdiamo. Il Vangelo è Dio Padre che non si rassegna dinanzi ai figli perduti. I nostri fallimenti non compromettono l’opera di Dio Padre! Ciò che compromette la Sua opera è il nostro scoraggiamento, la nostra rinuncia alla santità. Ecco il secondo riferimento comune, il secondo annuncio: Egli sempre ci cerca, imbastisce sempre nuove possibilità, organizza sempre nuovi appuntamenti. Si nasconde anche in quello che noi chiamiamo “caso”, raffinata trama di una ricerca, anche solo un sentimento di nostalgia o un bisogno: la fame. Ci cerca e desidera poterci dire “bravo”, non perché ti sei arenato nel peccato ma perché scegliendo di ritornare hai interrotto questa sofferenza che per me è cominciata quando sei andato via.

avanti a questa pagina di Vangelo la reazione che potrebbe nascere è: “Qui non c’è più religione, viene posto come modello un disonesto!”. Se le parole di Gesù suscitano questa reazione hanno fatto centro, hanno aperto un breccia. L’amministratore va imitato non nella disonestà quanto nella scaltrezza: egli ha pensato al suo futuro. Ciò che vuole dirci Gesù lo troviamo nella conclusione di questa strana parabola: “I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”. Le persone che fanno il male pensano più di quelle che fanno il bene. Purtroppo un gran numero di battezzati va avanti “un po’ così”: c’è l’età per la prima comunione, poi segue la cresima, tutto in modo piuttosto automatico senza però chiedersi come utilizzare al meglio quella occasione. I figli delle tenebre, chi opera malvagità riflette molto di più. Questo Vangelo ci esorta a fare un “piano di bene” così come sono organizzati fin nei dettagli i piani del male: fare bene il bene.

Abramo e gli angeli, di Francesco Guardi, 1750-1755

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Insieme SETTEMBRE 2016


25 XXVI domenica SETTEMBRE del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

2 XXVII DOMENICA OTTOBRE DEL TEMPO ORDINARIO 2016 (Anno C)

Le letture: “Ora lui è consolato”

Le letture: “Siamo servi inutili”

Prima lettura: Am 6,1.4-7 Salmo: Sal 145 Seconda lettura: 1Tm 6,11-16 Vangelo: Lc 16,19-31

Prima lettura: Ab 1,2-3; 2, 2-4 Salmo: Sal 94 Seconda lettura: 2 Tm 1,6-8.13-14 Vangelo: Lc 17, 5-10

Il Vangelo: «Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua”». (Cfr Lc 16, 22-24)

Il Vangelo: In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». (Cfr Lc 17, 5-6) Colore liturgico: VERDE

Colore liturgico: VERDE

Ponti non fosse

Il vero miracolo è la fede

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S

unico che ha un nome in questa storia è il povero, si chiama Lazzaro. Il ricco non solo non ha nome ma è negli inferi, perché non ha avuto occhi. Non gli era chiesto di rinunciare ai propri beni ma di condividerli. “Tra noi e voi c’è un grande abisso…”; “c’è un fosso”… chi l’ha scavato? Il ricco! Non certo Dio Padre né tantomeno Lazzaro. Tutti coloro che si impegnano a favore della vita – ognuno lì dov’è e ognuno come può – gettano ponti. Quelli che amano gettano ponti, quelli che non amano scavano fosse. Questa storia ci mette in guardia, ci fa scoprire se ci stiamo scavando una fossa che ci isola dagli altri. Questa parabola più che descrivere la geografia dell’aldilà, più che informarci di ciò che avviene nell’altra vita, ci ammonisce che la sorte dell’uomo si gioca oggi, qui, ora.

Santo adorante l'Eucarestia, di Francesco Guardi

ignore aumenta la nostra fede! Nessuna richiesta è necessaria quanto questa. Corriamo il rischio di ritenere la fede troppo scontata, invece è un “miracolo” se ogni giorno arriviamo a sera ancora credenti. “Più fede” per indicare una fede che scenda più in profondità, che prenda possesso di noi, dei nostri pensieri, dei nostri progetti, dei nostri sogni, del nostro tempo. La fede è relazione, è accorciare le distanze tra il soggetto credente e l’oggetto creduto. Noi siamo il soggetto credente, Gesù è l’oggetto creduto. La nostra vita si sta avvicinando a ciò che crediamo? La fede consiste nell’assomigliare sempre più a ciò che crediamo. È accorciare le distanze fra noi e Lui. Che c’entra con la fede l’episodio del padrone e dei servi? Da una fede sana nasce anche una sana fedeltà ai propri impegni. SETTEMBRE 2016 Insieme

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INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Giubileo della cultura

Domenica 25 settembre Misericordia e mondo della cultura si incontrano per il Giubileo della cultura. Appuntamento alle 10.00 nell’aula magna della Curia per una riflessione di don Roberto Farruggio su “La promozione della cultura per la dignità dell’uomo secondo la Gaudium et Spes”. Alle 11.15 c’è la processione verso la Cattedrale per il passaggio della Porta Santa e alle 12.00 la Santa Messa presieduta dal Vescovo.

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Apertura Curia

Dopo la pausa estiva, gli uffici della Curia vescovile riprendono la normale attività di apertura al pubblico il lunedì e il venerdì dalle 9.30 alle 12.30.

Nelle comunità

Il 6 settembre, alle 20.00, il Vescovo presiede la Santa Messa a San Valentino Torio per la festa della Madonna della Consolazione. L’8 alle 19.00 presiede la Santa Messa a Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore. Il 9 settembre, alle 19.30, il Vescovo presiede la messa a Cava de’ Tirreni, nella basilica della Madonna dell’Olmo per la festa patronale. L’11, alle 10.30, Celebrazione Eucaristica dei bambini nel santuario di Gesù Bambino di Praga a Pagani.

Sulla tomba di San Pio Pellegrinaggio diocesano a San Giovanni Rotondo, sulla tomba di san Pio da Pietrelcina, per i fedeli della Diocesi. L’appuntamento è per sabato 24 settembre. Un momento di vita comunitaria presieduto dal Vescovo, che alle 11.00 celebra la Santa Messa nel nuovo santuario dove sono custodite le spoglie mortali del frate con le stimmate. Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it


IL GREST

Un’esperienza che coinvolge centinaia di ragazzi e animatori in molte parrocchie della nostra diocesi. Le immagini più belle del Grest 2016

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REST sta per GRuppo ESTivo o anche per GRande ESTate. È un’esperienza estiva caratterizzata da una intensa forza educativa, basata sulla convivenza di ragazzi/e di diverse età e animatori che insieme giocano, imparano, lavorano, si divertono con lo stile proprio dell’oratorio. Si differenzia da altre proposte ricreative “laiche” per una sua particolare attenzione alla dimensione religiosa che traspare dal clima educativo, ma anche dalla proposta esplicita di Gesù Cristo nei momenti di riflessione e preghiera, ben armonizzati con il tema e la struttura organizzativa.

La strategia di base sta nel coinvolgimento, a tutti i livelli, dei ragazzi che si devono sentire protagonisti di una storia che loro stessi costruiscono giorno per giorno, con la collaborazione di animatori, adulti, genitori. Il GREST è di per sé un’esperienza unica nel suo genere che va valorizzata al massimo: abbiamo delle opportunità per incontrare ragazzi, genitori, animatori e adulti in un clima educativo del tutto favorevole. Anche nella nostra diocesi quest’esperienza si consolida di anno in anno, grazie ai tantissimi animatori che dedicano tempo al progetto educativo dell’oratorio. SETTEMBRE 2016 Insieme

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Via F. S. Caiazzo, 5-7 – 84012 Angri (Sa) 081 94 63 80 - raffaelebiosa@alice.it - seguici su FB: Biosa fiera della borsa

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

S.S. Apostoli Simone e Giuda Nocera Inferiore

Essere “famiglia di Dio”: il campo scuola parrocchiale

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ermesso grazie e scusa: queste tre parole-chiave sono parole semplici, e forse in un primo momento ci fanno sorridere. Ma quando le dimentichiamo, non c’è più niente da ridere, vero? La nostra educazione, forse, le trascura troppo. Il Signore ci aiuti a rimetterle al giusto posto, nel nostro cuore, nella nostra casa, e anche nella nostra convivenza civile». Con queste parole di papa Francesco e i suoi suggerimenti per i brani biblici, il Settore giovani di Azione Cattolica della parrocchia S.S. Simone e Giuda ha approfondito i tre pilastri per l’edificazione della “famiglia di Dio”, durante il campo scuola dal titolo “EduChiamAci”, che si è svolto a Montoro, presso l’Oasi Regina della famiglia, dal 29 al 31 luglio scorso. Giovani e giovanissimi hanno risposto alla chiamata per tirare fuori gli uni dagli altri il bello del custodirsi. Maria Carmela Petrosino e Maria Petrozzi

I partecipanti al campo scuola parrocchiale

Il gruppo del campo estivo

Gesù Risorto Pagani

Giornate estive sulle orme di Giuseppe

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uest’anno il campo scuola organizzato dalla parrocchia ha avuto come sfondo l’accogliente paesino di Acerno, in montagna, dove il seminario estivo della diocesi di Salerno ha ospitato 48 ragazzi e i loro educatori. “Andata e ritorno: il cammino di Giuseppe verso i suoi fratelli” è stato il tema di questo campo, che ha trattato la vita di Giuseppe, figlio di Giacobbe – noto come “principe dei sogni” – e del viaggio che si è trovato a dover compiere. Un itinerario che ha insegnato ai ragazzi che non esiste rassegnazione né disperazione se si è capaci di aggrapparsi alle persone giuste, che non esiste paura che non possa essere accompagnata dal coraggio, che c’è sempre una mano disposta a tirarli fuori dalle cisterne della loro vita, che i sogni non sono utopie, ma con fiducia, impegno e determinazione possono essere realizzati. Le giornate sono state scandite da diversi momenti: preghiera, attività, giochi e drammatizzazione ovvero la rappresentazione della storia di Giuseppe. Ogni giorno del campo ha avuto un suo obiettivo ed è stato accompagnato da un atteggiamento: stupore, disponibilità, responsabilità, fiducia, discernimento, gratuità, fraternità, perseveranza. Nunzia Del Sorbo

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NEWS DALLE PARROCCHIE Santa Maria delle Grazie e San Francesco di Paola Pagani

Pellegrinaggio a Lourdes

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Don Raffaele Corrado con il gruppo di pellegrini

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n luogo di massima spiritualità, in cui dolore e speranza si fondono per diventare pace e serenità, così si può definire Lourdes per i pellegrini che colmi di fede approdano nella città francese. Dal primo al 5 agosto, un gruppo delle comunità di Santa Maria delle Grazie e San Francesco di Paola di Pagani – composto da circa 20 persone dalle età più disparate e guidato dal parroco don Raffaele Corrado – hanno compiuto un pellegrinaggio speciale. Cinque giorni vissuti intensamente, costellati da celebrazioni eucaristiche nella grotta e nelle diverse chiese della cittadina, da visite guidate nei luoghi in cui Bernardette ha vissuto, ma anche da momenti di convivialità. Tra le tappe più importanti, la partecipazione alla Via Crucis, un percorso di fede profondo, reso ancora più suggestivo dal paesaggio di montagna circostante. Più di tutto, però, è stato il contatto con l’acqua sacra a segnare in maniera indelebile il pellegrinaggio. Affidare le proprie intenzioni a Maria, immergersi nella piscina e uscirne asciutti è un’esperienza di fede forte per la vita di ogni credente. Un evento che segna profondamente e rafforza chi a Maria ha affidato la propria vita. Raffaele Pepe


FOTONOTIZIA

FOTONOTIZIA

Grande gioia per la comunità parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo in Nocera Inferiore per l’arrivo del nuovo parroco, don Marco Limodio, nominato da mons. Giuseppe Giudice dopo che don Vincenzo Ruggiero ha lasciato la parrocchia, rimettendo il mandato nelle sue mani, al compimento dei 75 anni. Il giovane presbitero angrese, a servizio della comunità dai primi giorni di luglio, è stato per alcuni anni missionario in Canada.

La storia di Giuseppe al centro del campo estivo per ragazzi e giovanissimi dell’Azione Cattolica della parrocchia San Matteo Apostolo di Nocera Inferiore, che si è svolto a Episcopio di Sarno, dal 29 al 31 luglio. Dio vede più lontano di noi: questo il messaggio lanciato ai partecipanti e scelto come slogan per le magliette dipinte a mano da educatori e ragazzi.


NEWS DALLE PARROCCHIE Sant’Alfonso Pagani

Santa Maria dei Bagni Scafati

Festa di S. Alfonso: un ritorno alla tradizione

Un arrivederci e un benvenuto

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ome ogni anno, non può mancare l’appuntamento con la festa di sant'Alfonso, il primo agosto. Tutta la comunità paganese si è impegnata collettivamente e ha affiancato la basilica nell’organizzazione dei festeggiamenti. Una festa che con gli anni aveva perso il suo significato ma che in breve tempo è riuscita a riconquistare l’amore del popolo e il rispetto per la tradizione. I fedeli si sono impegnati per la raccolta dei fondi destinati alla preparazione della festa e della processione. Grazie al nuovo superiore, padre Luciano Panella, è stata organizzata una processione diversa dalle precedenti, sfilata per le strade principali di Pagani e seguita dal popolo in preghiera. È sembrato un ritorno al passato, ai racconti dei nostri nonni quando ci narravano di una festa pura, animata dalla preghiera che accompagnava ogni famiglia. Gran parte dei redentoristi si sono recati a Pagani per la celebrazione eucaristica, l’associazione di volontariato, “Guide alfonsiane”, è stata attiva tutta la giornata per accompagnare i tanti gruppi e famiglie interessate a scoprire sant'Alfonso attraverso il museo. Insomma, una partecipazione attiva per rendere nuovamente viva una festa ormai dimenticata. Chiara Panella

Veduta di piazza Sant'Alfonso a Pagani

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opo ogni Capitolo provinciale le parrocchie rette da frati francescani si aspettano sempre dei cambiamenti più o meno significativi nella loro fraternità, e questa volta, per noi, il cambiamento è stato con la “C” maiuscola: dopo quasi 16 anni fra Michele Floriano ha lasciato la carica di parroco per essere sostituito da fra Luigi D’Auria. Tanti sono stati gli anni trascorsi da fra Michele nella nostra fraternità e tanti sarebbero gli aneddoti da riportare, le esperienze vissute insieme da raccontare. Fra Michele mancherà a questa comunità così come questa comunità mancherà a lui, ma come tante volte ci ha detto: «Ogni cosa o è bene o serve al bene». Un grandissimo in bocca al lupo a fra Michele per il suo futuro e un calorosissimo benvenuto a fra Luigi. Aniello Donnarumma

Fra Michele a Cracovia per la GMG 2016


IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete Nelle foto alcuni momenti del campo

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola

Costruire comunione

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on è facile raccontare l’esperienza relativa ad un campo estivo. Non lo è per varie ragioni, prima delle quali è l’infinità di sensazioni ed emozioni che ti lascia, rendendo quasi impossibile focalizzarsi su una di esse senza lasciarsi trasportare nelle altre. È difficile, ci ricorda Voltaire, conoscere il mondo senza uscire di casa propria, senza mettersi in gioco così come è difficile, aggiungiamo noi, conoscere se stessi e gli altri se non mettendosi nelle mani del Signore. Proprio ciò che abbiamo fatto in questi giorni (17-20 agosto), soffermandoci in particolar modo sul concetto di comunità, aiutati dal Vangelo. Abbiamo metaforicamente costruito un edificio, passando dalle fondamenta, dai pilastri, dalle rifiniture e arrivando sino all’accoglienza e alla disponibilità. Il primo giorno ci siamo soffermati sulla parabola delle 10 vergini, ad esempio, ricordando a noi stessi che non dobbiamo sottrarre tempo a Dio. Siamo poi passati dalla lettura della parabola sul chicco di grano alla parabola del padre misericordioso, sottolineando ancora una volta l’importanza del sacrificio e del perdono. Queste sono solo alcune delle cose che abbiamo imparato

e sulle quali abbiamo meditato, delle condivisioni e dei momenti di preghiera. Il campo, però, non è stato solo questo, ma ha visto anche momenti di gioco, di attività, come la sfida su 3 prove tra giovani e adulti. Momenti, insomma, di puro e sano stare assieme, inscindibilmente legati a Lui, perché: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Momenti, attimi, millesimi di secondo che restano impressi nel cuore, riempiendolo e facendolo traboccare d’Amore, pronto per il viaggio alla ricerca di Lui e della Sua Volontà. Sono stati giorni nei quali ognuno di noi ha avuto modo di conoscere meglio – e sotto una luce diversa – gli altri, rinsaldando legami già esistenti e creandone di nuovi, rafforzando, in tal modo, lo spirito della comunità. L’ultima sera, infine, c’è stato un intenso momento di adorazione, cioè un costante dialogo con Gesù, nel quale e per il quale la comunità si è riunita e ha trascorso questi fantastici giorni, memori che Lui è l’Alpha e l’Omega delle nostre vite, il centro della nostra esistenza. Memori, insomma, del comandamento dell’Amore. Giovanni Nacchia

Dal 17 al 20 agosto, nella splendida cornice di Castellammare, 70 persone hanno vissuto il campo estivo con le famiglie riflettendo sul concetto di comunità

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT'ANNA IN FIANO E FOSSO IMPERATORE

Un compleanno speciale La comunità ha vissuto tre giorni di festa e preghiera, dal 18 al 20 giugno, per celebrare il trentesimo anniversario dell’istituzione della parrocchia di Sant’Anna in Fiano

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La Celebrazione eucaristica

a parrocchia di Sant’Anna in Fiano-Fosso Imperatore, nei giorni 18, 19 e 20 giugno, ha celebrato il trentesimo anniversario della sua istituzione. Con la Bolla del 21 giugno 1986, il vescovo mons. Iolando Nuzzi erigeva in Parrocchia la chiesa di Sant’Anna in Fiano e nominò come primo parroco il compianto don Biagio Frasci. Sabato 18 giugno, insieme ai bambini e ai ragazzi, abbiamo vissuto un pomeriggio all’insegna dell’allegria e del divertimento con giochi organizzati dagli educatori della parrocchia, nel giardino della Scuola elementare di Fiano. Domenica 19 giugno si è svolto, nella chiesa di Materdomini di Fosso Imperatore, un convegno commemorativo a cui hanno preso parte quasi tutti i sacerdoti che si sono succeduti in questi anni nella nostra parrocchia e il Vicario generale. Essi hanno raccontato la loro testimonianza alla presenza dei fedeli presenti all’evento. La Celebrazione. Lunedì 20, una solenne Celebrazione eucaristica nel giardino della Scuola elementare di Fiano, presieduta dal nostro Vescovo S. E. Mons. Giuseppe Giudice, ha posto il sigillo ai tre giorni di festa. A concelebrare insieme a mons. Giudice i tanti sacerdoti che si sono succeduti nella guida della comunità parrocchiale. A seguire, il taglio della torta e un grande buffet.

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I giochi del 18 giugno

La mostra fotografica. Durante questi giorni è stato possibile ammirare una mostra fotografica commemorativa allestita per ricordare i momenti più belli e significativi della storia della comunità di Sant’Anna. Sono stati giorni emozionanti, vissuti in un clima di festa e preghiera. Un grande “GRAZIE” va al nostro attuale parroco, mons. Mario Ceneri, che insieme ai collaboratori ha organizzato ogni cosa nei minimi dettagli. Infine vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo piccolo, ma grande evento! Anna Barile

Convegno commemorativo, 19 giugno 2016

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Il taglio della torta. Il vescovo Giuseppe insieme a mons. Mario Ceneri


Estate Ragazzi 2016

Accompagnati dal tema del “Piccolo Principe”, i ragazzi dalla prima elementare alla terza media sono stati coinvolti nella gioiosa esperienza dell’Estate Ragazzi

La serata egiziana

Visita agli scavi di Paestum

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mesi di giugno e luglio, per la nostra comunità, sono stati molto ricchi di attività ed eventi. Oltre ad aver celebrato i 30 anni dell’istituzione della parrocchia, dal 21 giugno al 22 luglio siamo stati alle prese con “L’Estate Ragazzi” aperta ai fanciulli dalla prima elementare alla terza media. Il tema scelto è stato “Il Piccolo Principe’’ di Antoine de SaintExupéry. A conclusione delle nostre attività estive, abbiamo vissuto insieme ai ragazzi che frequentano la quinta elementare e la scuola media l’esperienza del campo estivo, dal 28 al 31 luglio a Paestum, sul tema biblico di Tobia. Sono stati giorni ricchi di formazione e divertimento che hanno riempito i cuori di noi educatori e dei nostri ragazzi. Angela Morrone

Insieme è più bello

La veglia di preghiera in spiaggia Celebrazione nella Chiesa della Madonna di Loreto

I giochi in spiaggia

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

L’altare restaurato

Edificata nel 1611, la Chiesa di Santa Maria del Carmine di Angri è stata restaurata e riaperta al culto lo scorso luglio, in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Sotto il manto di Maria, uniti dall’amore di Dio

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na riapertura molto sentita quella della chiesa parrocchiale di S. Maria del Carmine e del locale adiacente la Cappella della Congrega che ha gioiosamente coinvolto tutta la comunità di S. Maria del Carmine e della SS. Annunziata. Dopo un periodo di lavori importanti per riportarla all’antico splendore, la chiesa è stata aperta nuovamente al culto, in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, iniziati con il triduo di preparazione alla festa; la santa Messa in onore alla Madonna, presieduta dal Vescovo mons. Giuseppe Giudice; la processione per le strade del paese. Nei giorni precedenti la riapertura, sono stati numerosi coloro che si sono impegnati a riordinare la chiesa; fratelli e sorelle d’ogni fascia d’età hanno partecipato con gioia e armonia alle grandi pulizie. Abbiamo sperimentato quello spirito di comunione fraterna di cui parla il salmista: “Ecco quanto è buono e soave che i fratelli vivono insieme”. Quando i fratelli sono insieme uni-

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ti da uno stesso Spirito, il Signore è lì in mezzo a loro ed ogni cosa, seppur ordinaria, diventa straordinaria. In questa unità si mettono a confronto le capacità di ognuno, si cresce, si matura, ci si confronta. Si impara che un elemento essenziale per il servizio è l’essere disponibili all’aiuto concreto e che collaborare insieme, come comunità con il parroco don Antonio Mancuso, è fare comunione, è essere “come olio profumato, fragrante”, sigillo di un momento solenne.

Sotto il manto di Maria e con lo sguardo fisso su di lei, tutto è più semplice, l’umiltà diventa l’unico mezzo per vivere uniti dall’amore di Dio. Si costruisce una bella comunità su cui Dio può contare, dove si cammina nell’amore vero nonostante le fragilità personali, che diventa missione evangelizzatrice edificando la bella chiesa su cui regna la grazia di Dio. Antonella Malafronte

I lavori


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

Giovani alla scuola della Misericordia Due immagini della GMG

La nostra parrocchia alla Giornata Mondiale della Gioventù, Giubileo dei Giovani

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arissimi giovani, Gesù misericordioso vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi! Lasciatevi raggiungere dal suo sguardo misericordioso, uno sguardo capace di cambiare la vostra vita e di guarire le ferite delle vostre anime. Venite per dirgli dal profondo dei vostri cuori: Gesù confido in Te!». Con queste parole il Santo Padre ha invitato i giovani di tutto il mondo alla GMG, in questo speciale Anno Santo della Misericordia! Tra il 18 e il 19 agosto, quindici giovani di Azione Cattolica e otto del Movimento Giovanile Costruire della nostra parrocchia, rispettivamente con il Servizio diocesano di Pastorale Giovanile e con il Movimento Giovanile Costruire d’Italia, sono partiti per Cracovia, per vivere giorni indimenticabili in cui Dio ha toccato i cuori di ciascuno e ci chiamato per nome, ci ha messo in discussione. Nei primi cinque giorni, insieme ad altri giovani della nostra Diocesi, siamo stati ospitati da alcune famiglie della parrocchia di san Massimiliano Maria Kolbe in Olkusz, Diocesi di Sosnowiec. Dal 27 agosto ci siamo spostati in un paesino chiamato Proszowice, non molto distante

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da Cracovia. Lì abbiamo alloggiato in una palestra per il resto dei giorni della nostra permanenza in Polonia. È così complicato rendere per iscritto la bellezza di cui sono stati testimoni i nostri occhi: quasi due milioni di giovani di ogni popolo e nazione, tutti lì, in un solo posto, per una Persona: Gesù Cristo! Il Papa, durante questi giorni, è più volte ritornato su un tema a lui molto caro: la Chiesa ha bisogno di giovani che cambino le cose, che decidano di “battersi” per Gesù Cristo. «Cari giovani, non siamo venuti al mondo per “vegetare”, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’impronta. Amici, Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre “oltre”. Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate» (Papa Francesco, Veglia di Preghiera con i giovani). Alla Santa Messa della domenica, ha così concluso questo memorabile e-

vento: «Oggi Gesù, che è la via, chiama te, te, te a lasciare la tua impronta nella storia. Lui, che è la vita, ti invita a lasciare un’impronta che riempia di vita la tua storia e quella di tanti altri. Lui, che è la verità, ti invita a lasciare le strade della separazione, della divisione, del non-senso. Cosa rispondono adesso le tue mani e i tuoi piedi al Signore, che è via, verità e vita? Ci stai? Il Signore benedica i vostri sogni. Grazie!» (Papa Francesco, Veglia di Preghiera con i giovani). E tu, amico o amica che stai leggendo, ci stai? Sem. Antonio Padovano Sorrentino

Galante Teo Oliva, responsabile ACR, ha pubblicato un avvincente diario del Giubileo dei Ragazzi su http://magazine.polis-sa.it/diario-dalgiubileo/ facendo ripercorrere il cammino di quei giorni di grazia. Buona lettura a tutti!


I giovani insieme a don Roberto al Giubileo dei Ragazzi

“Se nella vostra vita non c’è Gesù, è come se non avessimo campo” La nostra comunità parrocchiale al Giubileo dei Ragazzi. Il 23 e 24 aprile è toccato ai ragazzi dai 13 e i 16 anni vivere il Giubileo della Misericordia

Lo striscione parrocchiale

Il videomessaggio di Papa Francesco proiettato allo stadio Olimpico

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l 22 aprile eravamo in marcia per il pellegrinaggio alla Porta Santa in San Pietro, equipaggiati di croce decorata con il logo del giubileo e foglietti per la preghiera in cinque tappe, da Castel Sant’Angelo alla tomba di Pietro. Con la frase “Siate dunque misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” è iniziata questa meravigliosa avventura. Alle 17.00 in punto la Santa Messa con una sorpresa per i ragazzi: era in latino! Il sabato mattina, alle 8.00, siamo già in pullman: da Velletri, dove alloggiamo, ritorniamo a Roma per le Confessioni. Attraversiamo qualche “tenda della misericordia”, luoghi in cui si ascoltano diverse testimonianze, e ci dirigiamo verso Piazza San Pietro che quella mattina è un grande confessionale all’aperto. Mentre siamo in fila per la Confessione, scorgiamo qualcosa di insolito, un zucchetto bianco tra i Sacerdoti: è il Papa che scende tra i ragazzi per Confessare. Dopo lo stupore scoppia la gioia. Di sera partecipiamo all’emozionante festa allo Stadio Olimpico con 70.000 ragazzi. Non ho mai sentito un boato così forte per l’accoglienza e un silenzio così intenso per l’ascolto quando è stato proiettato il videomessaggio del Papa. Il Pontefice usa il nostro linguaggio: «Ragazzi quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici e succede che non riesco a mettermi in contatto perché non c’è campo, sono certo che capita anche a voi che i cellulari in alcuni posti non prendono. Bene, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù, è come se non ci fosse campo. Non si riesce a parlare e ci si richiude in se stessi, mettiamoci sempre dove si prende: la famiglia, la parrocchia, la scuola, perché in questo modo avremo sempre qualcosa da dire di buono e di vero!». Ritorniamo all’alloggio alle 2.00 di notte, la sveglia il giorno dopo suonerà alle 5 e mezza per la Messa con il Papa alle 11.00. L’omelia ai 100.000 ragazzi presenti in Piazza San Pietro è straordinaria, il Pontefice parla di “amore concreto”, di libertà e felicità: «non accontentatevi della mediocrità e di vivacchiare stando comodi e seduti, non fidatevi di chi vi dice che la vita è bella solo se si hanno molte cose o quando vi mascherate da forti o portate abiti all’ultima moda. La felicità non è un’app, nemmeno la versione più aggiornata». Applausi su applausi, i ragazzi hanno occhi e orecchie solo per lui. Poi l’ultimo saluto: «Cari giovani, avete celebrato il Giubileo: adesso tornate a casa con la gioia della vostra identità cristiana. In piedi, a testa alta, e con la vostra carta d’identità nelle vostre mani e nel vostro cuore!» La nostra “avventura” finisce. Probabilmente la nostra vera “avventura” inizia proprio mettendo piede sul pullman per il ritorno. Galante Teo Oliva SETTEMBRE 2016 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO Alcuni momenti dell’edizione 2016 dell’Estate Ragazzi

“Estate Ragazzi 2016”

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n’equipe di 70 ragazzi e ragazze che hanno deciso di mettere a disposizione il proprio tempo libero in estate. Circa 180 bambini da intrattenere: ecco i numeri dell’Oratorio San Gaspare Bertoni, una realtà che si è consolidata negli anni e che Grest dopo Grest continua a crescere e ad essere punto di riferimento per i tanti adolescenti che hanno deciso di trascorrere un’estate alternativa, magari giocando quando erano bambini ed ora come animatori. Un impegno che dura tre settimane ma che ha alle spalle un anno di preparazione per formare i ragazzi. L’Estate Ragazzi 2016 è partita il 27 giugno ed è terminata il 15 luglio. Tre settimane ricche di giochi, balli, laboratori, preghiere, proiezioni di cartoni animati e gite. Ma non possiamo ridurre tutto ad una sem-

plice descrizione di ciò che viene fatto, in molti si chiedono perché l’oratorio esiste: ci sono tante risposte ma due potrebbero essere le più significative: “perché san Gaspare Bertoni amava stare con i bambini ed è un modo giusto di ricordarlo”, oppure perché “l’oratorio è una delle poche realtà, se non l’unica, ad intrattenere per tre settimane in estate i bambini provenienti da ogni angolo di Poggiomarino”. Bisogna poi guardare quanto l’oratorio lascia dentro ogni cuore, dei bambini e degli animatori: un cocktail di emozioni talvolta difficili da descrivere, inedite per coloro che si avvicinano per la prima volta a questa esperienza formativa con la voglia di spendere il proprio tempo in qualcosa di costruttivo e innovativo. Che lasci un segno dentro al cuore. Armando Federico Ascolese

La carica dei 180 dell’oratorio San Gaspare Bertoni. Dal 27 giugno al 15 luglio 70 educatori hanno accolto 180 ragazzi di Poggiomarino

Il 15 agosto via Sambuci veste a festa tutta Poggiomarino

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rocessione, Santa Messa, spettacoli e tanta devozione. A Poggiomarino l’appuntamento annuale con l’Assunzione della Beata Vergine Maria è diventato molto atteso da fedeli e cittadini. Un piccolo rione, molto popoloso, come quello dei Cangianielli di via Sambuci, riesce a calamitare l’attenzione di tutta Poggiomarino. Una lotta durata decenni quella degli abitanti dell’agglomerato urba-

no cittadino che, dopo tanti sforzi, vedono finalmente universalmente riconosciuta la loro festa che cade proprio a Ferragosto. Al centro quella piccola cappella all’inizio del vicoletto in cui da qualche tempo si è ritornato a celebrare Messa una volta a settimana. E spazio, oltre alla fede, anche per la musica con l’esibizione, tra gli altri, di Nick Luciani, ex voce dei Cugini di Campagna. La Celebrazione eucaristica all’aperto

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Insieme SETTEMBRE 2016


Alla corte di Francesco e Giovanni Paolo II Alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia c’erano Antonio Peluso, Pasquale Maria D’Ambrosio e Benedetta Peluso del Cammino Neocatecumenale di Poggiomarino

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iamo partiti il 28 luglio in pullman e dopo due estenuanti giorni di viaggio, siamo arrivati a Cracovia il giorno della veglia con papa Francesco. Abbiamo passato momenti indimenticabili, conosciuto tanti ragazzi non solo italiani, ma anche di altre nazionalità, ci siamo divertiti davvero tanto e come da tradizione abbiamo dormito in sacco a pelo per le prime quattro notti. Per noi questa è stata la prima GMG e non avevamo alcuna idea di quello che ci aspettasse. Abbiamo camminato per chilometri e chilometri, specialmente per andare

alla veglia con il Santo Padre al Campus Misericordiae, sotto il sole all’andata e al ritorno, dopo la Santa Messa, con la pioggia, ma ne è valsa la pena. I polacchi ci hanno fatto sentire a casa: mentre camminavamo molte famiglie ci offrivano acqua e ci bagnavano con le pompe. La veglia con il Papa è stata una delle giornate più emozionanti specialmente per la bellissima catechesi del Santo Padre. Siamo rimasti a Cracovia anche per l’incontro vocazionale con Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale. Successivamente abbiamo visitato vari luoghi tra i quali la miniera del sale di Wie-

liczka, l’ex campo di concentramento di Auschwitz e i luoghi natali di papa Giovanni Paolo II a Wadowice. È stata un’esperienza forte e toccante e siamo tutti pronti per la GMG di Panama 2019! Pasquale Maria D’Ambrosio

Alcuni momenti della GMG

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A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA

La statua di san Giovanni Battista portata in processione

Grande successo per i festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista: una festa “di famiglie tra famiglie” che ha lo scopo di evangelizzare attraverso l’incontro, la gioia, la condivisione

“Oggi devo fermarmi a casa tua”

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anta l’attesa, la preparazione e la cura con cui gli operatori pastorali hanno allestito la festa in onore del Santo patrono. Con mesi di anticipo, ogni gruppo con dedizione e amore prepara il necessario nei minimi dettagli; anche quest’anno tra i cortili di via Cicalesi si è respirato quell’aria di familiarità, accoglienza e felicità. Il tema di quest’anno era “Oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5), lo scopo della nostra festa è quello di fare evangelizzazione di strada, così ciascun gruppo si adopera per trasmettere ai visitatori un messaggio. Apprezzata l’attività teatrale dei giovanissimi che si sono cimentati nella realizzazione delle scene della vita

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di san Giovanni Battista; ottimo giudizio anche per il cortile dei giovani che attraverso la loro fantasia hanno cercato di trasmettere emozioni e spirito di servizio. Oltre la festa, particolare attenzione è stata rivolta agli ammalati che attraverso i ministri straordinari dell’Eucarestia hanno potuto vedere un filmato dei festeggiamenti: quanto entusiasmo e commozione nei loro occhi! Insomma, anche quest’anno, la nostra festa di famiglie tra famiglie, nonostante i problemi e le difficoltà, ha cercato di portare a ciascun visitatore una buona dose di felicità, mettendo in tutto quello che è stato preparato il cuore. Francesco Coppola

Gli stand preparati per la festa

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La gioia dei campi estivi

Foto di gruppo dei campi estivi

Dal 28 luglio al 2 agosto, ragazzi, giovani e giovanissimi hanno potuto riflettere, guidati dai loro animatori, su emozioni E RELAZIONI nello splendido scenario di Ascea

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uelle tra il 28 luglio e il 2 agosto son state giornate piene di impegni e cariche di entusiasmo, prima per i ragazzi e giovanissimi e, poi, anche per i giovani. Quest’anno la nostra parrocchia ha riproposto e vissuto con entusiasmo, e non poca fatica, l’atteso campo estivo. Svoltosi nella greca Ascea, il campo estivo dei ragazzi ha avuto come tema principale le emozioni. Non è stata una passeggiata per l’equipe di educacuori affrontare insieme ai ragazzi e ai giovanissimi questa tematica. Quanto è difficile conoscere e gestire le nostre emozioni, specialmente in un’età tanto esuberante e in continua maturazione. “Un baratro è l’uomo, il suo cuore un

abisso” ci ricorda il Salmo 64. È impossibile inoltrarci in questo abisso senza Dio. Questa è stata la vera scommessa: vivere al meglio le nostre emozioni significa imparare a viverle assieme a Gesù, al Dio incarnato che, come abbiamo ricordato in quei giorni, ha pianto come noi, ha avuto paura come noi, si è addirittura arrabbiato come noi. I personaggi del cartone animato “Inside out” ci hanno permesso di far comprendere come sia non solo impossibile, ma anche brutto, vivere soltanto con Gioia, emarginando Rabbia, limitando Disgusto, escludendo Tristezza e Paura. Tutti sono importanti per “vivere a colori”. Le attività estive non finiscono il 31 luglio col campo dei ragazzi! Un pul-

lman che parte ed uno che arriva; un’esperienza che finisce ed una che inizia: il campo giovani ‘‘E SE FOSSI COME…’’. I giovani, ricchi di aspettative e di entusiasmo si sono messi in gioco dando il meglio di sé insieme al parroco e alla responsabile del gruppo giovani. Con ottime intuizioni, hanno saputo armonizzare momenti di spiritualità, formazione e relax che quest’anno ha avuto anche un tocco sportivo. A partecipare al campo, infatti, è stata anche la squadra di calcio parrocchiale con il loro mister. Sole, mare, stare insieme e giocare hanno permesso di fare esperienza di Chiesa, esperienza di Gesù Cristo. All’anno prossimo! Sem. Giuseppe Villani SETTEMBRE 2016 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

Un momento dei Giochi Olimpici Rio 2016

L’inizio del nuovo anno pastorale è paragonabile ad un’olimpiade: ciascuno è chiamato a dare il meglio in uno specifico settore per contribuire all’annuncio del Vangelo

Ai nastri di partenza

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e Olimpiadi di Rio de Janeiro si sono da poco concluse, una varietà di discipline e atleti che si sono confrontati nei vari campi di gara e hanno regalato emozioni, sogni, gioie, delusioni, amarezze, vittorie, sconfitte, primi posti, piazzamenti e semplici apparizioni. Per tutti questi atleti l’importante era essere presenti ad un appuntamento così importante. Ecco, l’inizio del nuovo anno pastorale può essere paragonato ad una olimpiade, in cui ognuno nel proprio campo specifico è chiamato a dare il proprio contributo per cercare di conquistare il maggior numero di persone alla fede nel Signore risorto. I campi di regata sono tanti, a partire dalla catechesi, la liturgia, la carità, per passare attraverso l’oratorio, la musica, il calcetto, la pallavolo, gli eventi importanti della vita parrocchiale, aiutati dall’azione dei sacramenti che sono le nostre armi più importanti per combattere la buona battaglia della fede. Uno dei più grandi pensatori del cristianesimo, san Paolo, ci ricorda che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno so-

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lo conquista il premio: Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato (1 Cor 9, 24-27). Siamo di nuovo ai nastri di partenza, il Signore ci ha donato nuovamente fiducia per lavorare nella sua vigna. Il tempo è un dono dal valore inestimabile, al punto tale che uno dei più grandi dottori della Chiesa, sant'A lfonso M. de Liguori, afferma che “vale quanto Dio”. Sì, perché il chronos si può trasformare in kairos e quest’ultimo ci permette di ricevere una sovrabbondante grazia di benedizioni celesti. Il tempo è la porta dell’eternità, attraverso di esso possiamo conquistarla e l’unica chiave che ci permette di aprire questa porta è la croce di Cristo. È vero, l’a-

Don Enzo Di Nardi

postolo Paolo ci ricorda che ancora non abbiamo raggiunto la meta, non siamo arrivati alla perfezione, per questo è necessario fare nostre le sue parole e i suoi sentimenti: mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3, 12-14). Buon anno pastorale! Don Enzo Di Nardi


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Porta la data del 12 marzo l’ultimo atto di madre Chiara Luciano, ritornata al Padre appena 19 giorni dopo, il 31 marzo del 1949

L’ultimo verbale

L’

ultimo verbale redatto durante la vita terrena di madre Chiara Luciano è del 12 marzo 1949. Nella premessa è scritto che il Consiglio è presieduto dalla Rev.ma Madre Generale, ma tra i firmatari del documento mancano sia la firma di madre Chiara che quella della sua Vicaria, madre Rita Fiore. La Madre Generale era ritornata alla casa del Padre appena diciannove giorni dopo - il 31 marzo ed essendo stato redatto in bella il testo del verbale, va da sé che non c’è stato il tempo per farle apporre anche la sua firma. Per l’altra, si sarà trattato di distrazione. Pertanto nel documento si riferisce che madre Chiara dà comunicazione del riconoscimento della personalità giuridica dell’Istituto avvenuta il 2 novembre 1948 e pubblicato il 7 gennaio 1949 sulla Gazzetta Ufficiale con n.1502. In forza di tale riconoscimento, la donazione della proprietà del dott. Giovanni Giuseppe Magliulo, in Frignano Maggiore, del 21 febbraio 1938 per un asilo infantile, fatta al vesco-

vo pro tempore di Aversa in attesa del riconoscimento della personalità giuridica dell’Istituto, passa dal Vescovo alle Suore. Il dott. Magliulo intende donare all’Istituto anche un giardino annesso all’asilo. Per tale atto, madre Chiara, essendo impossibilitata dalla malattia, delega la Vicaria, madre Rita Fiore, ut alter ego a rappresentarla presso il Vescovo di Aversa e il dott. Magliulo. Quello che negli atti ufficiali del generalato di madre Chiara Luciano è riportato come XII verbale, non datato, racconta della morte di madre Chiara e offre un brevissimo resoconto della sua vita. Segue immediatamente - datato primo aprile 1949 - la redazione del XIII verbale in cui si legge: «per la morte della Rev.ma madre Chiara Luciano della Croce, Superiora Generale di questa Congregazione, la Rev. Madre Vicaria Generale, Madre Rita Fiore, entra con pieno diritto ed autorità nel governo e nell’amministrazione della Congregazione (art. 329 delle C. C.) fi-

no al nuovo Capitolo Generale, che si terrà non oltre 6 mesi (art. 266) dal decesso della compianta Rev. ma Madre Chiara della Croce Luciano». La nomina di madre Rita Fiore. L’ultimo verbale - il XIV datato 10 aprile 1949 - tratta della nomina a rappresentante legale dell’Istituto di madre Rita Fiore. Il testo recita: «Nella casa Madre, riunito il Consiglio generalizio, si esamina la necessità di nominare la rappresentante legale dell’Istituto per costituirsi negli atti legali in corso e da stipularsi dalla Congregazione, in sostituzione della nostra beneamata defunta Madre Generale Madre Chiara Luciano». La seconda consigliera, ricordando agli altri membri come la Compianta e Rev.ma Madre Generale aveva nominata sua procuratrice e mandataria generale la Rev. Madre Rita Fiore Vicaria Generale, propone di nominare la medesima nel delicato ufficio per le sue doti di religiosa prudente, esemplare ed osservante.

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MISERIA E NOBILTÀ

Basta con il cibo nella spazzatura

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rimo via libera della Camera dei Deputati alla legge contro lo spreco alimentare. Montecitorio ha varato un provvedimento, che adesso passa all’esame del Senato, per evitare lo spreco alimentare che in Italia produce un danno economico complessivo di dodici miliardi. Un vero e proprio schiaffo alla miseria, specialmente in un momento economico e sociale così drammatico. Le statistiche relative allo spreco alimentare sono impietose. Ogni anno l’Italia sopporta un’eccedenza alimentare di 5,6 milioni di tonnellate. Soltanto 500mila sono recuperate grazie alle associazioni di carità e volontariato che garantiscono viveri per i poveri. Il resto finisce tristemente nella spazzatura. Expo Milano 2015 ha lanciato l’ambizioso programma FameZero entro il 2030. Un obiettivo importante specialmente in Italia dove lo spreco alimentare è devastante dal punto di vista etico ed economico. Le nuove norme intervengono su ogni fase della filiera: produzione, confezionamento, distribuzione, vendita. Sarà più semplice donare cibo agli indigenti ed allungare il ciclo di vita di un prodotto alimentare mantenendolo comunque idoneo al consumo umano. Uno degli attori principali di que-

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di Peppe Iannicelli

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sta svolta dovrà esser certamente la grande distribuzione organizzata con meccanismi premiali e/o sanzionatori a seconda dei comportamenti assunti. Ma il potere principale è certamente nelle mani delle famiglie. Tocca ai consumatori assumere piena consapevolezza della propria responsabilità quando si compila la lista della spesa e si riempie il carrello del supermercato. Ciascuno ha il dovere di fare la sua parte con parsimonia e buon senso. Magari anche aiutandoci con un decalogo preparato dall’Unione Consumatori: preparare in anticipo la lista della spesa, pianificare i pasti della settimana acquistando solo le materie prime utili per la loro preparazione, fare attenzione al 3×2 per evitare che la tentazione di fare l’affarone riempia la dispensa di cibo che non sarà mai consumato, accorta sistemazione dei prodotti nel frigo e nel congelatore evitando di dover gettar via i cibi occultati, occhio alle scadenze. Un terzo del cibo acquistato dagli italiani finisce nella pattumiera. Lo spreco alimentare è un delitto intollerabile per l’economia domestica, per chi non ha risorse per acquistare cibo, per l’ambiente stressato da produzioni sempre più intensive ed inutili. Voltare pagina tutti e tutti quanti insieme assicurerà dei benefici al bilancio familiare, alla salute, alla qualità ambientale delle nostre vite.

L’eredità più importante di Expo 2015? La legge contro lo spreco alimentare, che in Italia è passata all’esame del Senato


ICORDIA 2 01 SER MI

LA EL D

Diocesi di Nocera Inferiore - Sarno

ocesi n Di

ra inferio ce re o -sa rn o

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AN N O

Alfonso Maria Fusco

è santo!

16 ottobre Roma Piazza San Pietro Celebrazione per la canonizzazione del Beato, presieduta dal Santo Padre Francesco

22 ottobre Angri

Celebrazione Eucaristica di ringraziamento presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

Sorelle e fratelli, Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore - Sarno, con gioia vi annuncio la riconosciuta santità da parte della Chiesa di Alfonso Maria Fusco. Il canto della Provvidenza, di cui fu operaio, e i passi della sua vita di sacerdote santo risuonino ancora nelle case delle sue Figlie, le Suore del Nazareno, le Battistine, sparse per il mondo; nei cortili e nelle abitazioni della sua Angri, che oggi lo riaccoglie come Santo; per le strade e i vicoli della sua Diocesi per indicare a tutti la santità quale misura alta della vita cristiana. Maria, la Madre Addolorata, del cui amore il Santo si sentì sempre prigioniero, ci aiuti ad accogliere con gratitudine il dono che riceviamo e a magnificare Colui che sempre guarda l’umiltà dei suoi servi. Nell’attesa di vivere insieme questi momenti di grazia, tutti saluti e benedico. † Giuseppe Giudice, vescovo


Un giornale senza edicola è come un pesce fuor d’acqua INSIEME DI NUOVO IN EDICOLA L'11 settembre tutti in piazza

Vi aspettiamo numerosi a Nocera Inferiore in piazza Petrosini, a Sarno in piazza Marconi, ad Angri in piazza Doria, a Pagani in corso E. Padovano a partire dalle ore 10.00

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Edicola Ruocco Bruna, Piazza Doria Angri Cartolibreria Nasta, Via Giudici 46 Angri Cartolibreria Corinto, Via Loria 31 Nocera Inferiore Edicola Attianese Vincenzo Via Petrosini 17 Nocera Inferiore Centro Edicola, Via Russo Nocera Superiore Edicola Mercurio Antonio, C.so Ettore Padovano 43 Pagani Edicola D’Andria Giuseppe, via Gramsci S. Marzano S/Sarno Edicola Il Giornale, Via Tortora 79 Sarno Cartofantasy, Via Turati 280 Poggiomarino Archimede di Vincenzo Palmieri, Via Dante Alighieri 37 Poggiomarino

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