Insieme - Giugno 2018

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GIUGNO 2018 N. 6 ANNO XIII € 1,20

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

la buona comunicazione TUTTI I PROTAGONISTI DELLA XI EDIZIONE DEL PREMIO EUANGHELION




in punta di matita... di Venoki e Martina Nacchio

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la buona comunicazione TUTTI I PROTAGONISTI DELLA XI EDIZIONE DEL PREMIO EUANGHELION

Il primo piano del numero di Insieme di giugno è dedicato all’XI edizione del Premio Euanghelion che si è aperto, il pomeriggio del 10 maggio, con la premiazione dei bambini che hanno partecipato al concorso “Le fake news nel Vangelo”. L’11 maggio, all’oratorio San Domenico Savio di Nocera Inferiore, sono stati premiati Bruno Mastroianni e Vera Gheno. Il giorno seguente è toccato all’inserto Buone Notizie del Corriere della Sera e a Francesco Ognibene, giornalista di Avvenire. L’apertura di Vita nell’Agro è dedicata ai 25 anni di Progetto Famiglia e al suo impegno al servizio della famiglia che travalica i confini nazionali. Abbiamo intervistato il senatore Antonio Iannone che ci ha raccontato del suo desiderio di servire l’Agro. Nella rubrica Qui Regione, parliamo di rifiuti e dell’emergenza che potrebbe ritornare ad affliggere i nostri comuni. Le pagine della scuola sono dedicate ad un convegno sulla figura di don Milani, organizzato dal Servizio di Pastorale scolastica diocesana e rivolto ai dirigenti scolastici dell’Agro. Nelle pagine culturali, tanti spunti per leggere, andare al cinema e scoprire il nostro territorio. In Vita ecclesiale la Visita Pastorale del vescovo Giuseppe alle comunità Sant’Alfredo e Santa Maria della Foce di Sarno. L’intervista a don Rosario Mormone e a don Vincenzo Spinelli che il prossimo 28 giugno saranno ordinati sacerdoti. Da due futuri sacerdoti ad un prete che sta per festeggiare il Giubileo sacerdotale: abbiamo incontrato padre Bruno Montanaro, stimmatino, per ascoltare la sua storia vocazionale. L’ultima è firmata da Francesco Zanotti, ex presidente della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici che affronta il tema della follia del male.

Foto di copertina Salvatore Alfano

Sommario

GIUGNO 2018 N. 6 ANNO XIII € 1,20 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

COMMENTI 5 Informazione a km zero di Silvio Longobardi 62 La follia del male di Francesco Zanotti POSTA@INSIEME.IT 6 Insieme, come fratelli L’APPROFONDIMENTO 8 Angeli di pace 10 Il sorriso dei bambini 12 Dall’odio online alla disputa felice 13 “Siamo le parole che scegliamo di usare” 14 Il Premio Euanghelion entra nelle scuole 15 Comunicare ciò che si è SCUOLA&UNIVERSITà 19 Don Milani, il coraggio della parresia 20 Al via il Premio “Maurizio Della Sala” VITA NELL’AGRO 22 Progetto Famiglia compie 25 anni di Ida Giangrande 24 Da Nocera a Roma di Salvatore D'Angelo 25 Rilanciare il territorio attraverso la cultura di Sofia Russo

VITA ECCLESIALE 34 Un’esperienza di grazia 35 Accogliere la novità dello spirito 36 Doppia gioia per la Chiesa BACHECA 45 Gli auguri della redazione NEWS PARROCCHIE 46 Notizie dalle parrocchie

36. LE ORDINAZIONI SACERDOTALI

IN PARROCCHIA 51 Pagine parrocchiali RUBRICHE 27 Qui Regione di Andrea Pellegrino 28 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 29 Sale in zucca di Raffaella Marciano CULTURA 30 L’angolo delle recensioni 31 Appuntamenti culturali In sala 32 Arte… rischi Oggi al Museo 33 In versi di mons. Giudice

40. OLIO CAMPANO PER SAN FRANCESCO D'ASSISI

62. La tragedia di Francavilla al Mare


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Informazione a km zero

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arà stata la sensibilità ecologica, che impone di usare l’auto il meno possibile per non accrescere l’inquinamento ambientale. O forse la crisi economica che investe anche il settore dei media e chiede di ridurre i costi. Sta di fatto che i giornalisti si muovono sempre meno, restano incollati alla sedia. Se ne vantano come una conquista, la loro è un’informazione a km zero. E così, invece di raccontare la realtà, si limitano a commentare quello che appare sul loro schermo. Potrebbero almeno fare una telefonata per comprendere quel che accade ma questo esercizio richiede una certa dose di umiltà perché suppone la coscienza di non sapere. E molti di loro pensano di sapere già tutto quel che serve. Ci mettono poco a imbastire un pistolotto mediatico come se fosse uno scoop. E invece si tratta solo di una minestra riscaldata con parole che ormai sanno di stantio. È bastato leggere sui social che ad Angri era previsto un incontro dal titolo volutamente provocatorio: “Perché non mi definisco gay”. Ed è scattata subito la caccia all’untore. Manzoni docet. Non importa chi organizzava l’incontro, non importa neppure di chi o di cosa si parlava, una semplice locandina bastava per accendere il fuoco dell’intelligenza e suscitare una rabbiosa reazione contro quegli oscurantisti che si permettevano di entrare nel sacro tempio del Pensiero Unico per diffondere le loro idee. “La parte peggiore dell’Agro”, ha titolato qualcuno. Ma vi assicuro che c’era di peggio.

Alcuni anni fa, quando Povia ebbe il coraggio di portare al festival di Sanremo una canzone dal titolo Luca era gay, scattò subito la caccia alle streghe. In nome della Tolleranza Zero i guardiani della rivoluzione sessuale, chiamarono a raccolta tutti coloro che rivendicano la libertà di essere diversi, per lottare contro chi aveva un’idea diversa dalla loro. Alle associazioni LGBT non basta più avere ottenuto tutti i riconoscimenti sociali e giuridici, non basta più avere il più ampio consenso mediatico, si propone di zittire qualunque forma di dissenso. Ad oggi non c’è ancora un ombrello legale per silenziare l’altrui pensiero – il DDL Scalfarotto è rimasto nei cassetti dei parlamentari – e allora si ricorre all’ingiuria e agli attacchi gratuiti, una tempesta di parole che hanno il dichiarato obiettivo di creare una pressione psicologica che a volte assume la forma di una vera e propria intimidazione: “Siete circondati, arrendetevi senza condizioni”. Non c’è voglia di confronto, non c’è ombra di dibattito né rispetto dell’altro e delle ragioni che egli porta. C’è solo il dogma innalzato come una bandiera, anzi come un Totem dinanzi al quale possiamo solo inchinarci. In un contesto come questo mi piacerebbe vedere un’informazione davvero libera dai pregiudizi e perciò capace di raccontare la realtà nei suoi diversi e complementari frammenti. L’informazione a km zero riduce i tempi e i costi della comunicazione ma forse riduce anche la possibilità di capire quel che accade.

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posta@insieme.it a cura di Antonietta Abete La serata finale con i fratelli del Sud Africa e dell’America Latina

Insieme, come fratelli Lo scorso 5 maggio, 100mila membri del cammino Neocatecumenale si sono ritrovati a Tor Vergata, insieme a papa Francesco e al fondatore del movimento KiKo Arguello, per ringraziare il Signore per i 50 anni di missione nella Chiesa. Prima di giungere a Roma, alcune famiglie e seminaristi provenienti dal Sud Africa e dall’America meridionale sono stati accolti a Striano, dai fratelli che vivono il cammino nella parrocchia San Giovanni Battista affidata a don Michele Fusco. Pubblichiamo la loro testimonianza di gioia e condivisione che ha superato ogni differenza linguistica. Cari amici di Insieme, ad inizio di maggio le comunità neocatecumenali della parrocchia di Striano hanno accolto 8 seminaristi e uno svariato numero di pellegrini provenienti dal Sud Africa e dall’America meridionale, in Italia per recarsi a Roma per il 50° anniversario del Cammino Neocatecumenale.

Il Coro Severiniano con i seminaristi della nostra diocesi

I fratelli della parrocchia, insieme alla grande famiglia del coro parrocchiale Severiniano, si sono adoperati affinché ognuno si sentisse a casa propria. In un clima disteso, dove a parlare era il cuore, sono state superate le barriere linguistiche e, sicuramente, la presenza dello Spirito Santo ha aperto il cuore di tutti alla gioia. La serata finale poi è stata il culmine di tanta grazia. Nella casa canonica dove i giovani seminaristi erano stati ospitati dal parroco, padre Michele Fusco, mercoledì 2 maggio abbiamo cenato insieme e abbiamo potuto ascoltare le reciproche esperienze di questi giovani che si sono donati a Cristo e delle famiglie ospitate dalle nostre comunità. Con l’aiuto del coro abbiamo omaggiato la nostra terra con le canzoni classiche napoletane e poi abbiamo lodato il Signore con canti e balli del cammino che anche i fratelli di colore, seppur in un’altra lingua, conoscevano. Chiunque fosse entrato in canonica avrebbe respirato un clima di unità e condivisione unico. La loro visita non è stata un caso, al contrario è divenuta la ciliegina sulla torta di un bellissimo momento di preghiera e fratellanza vocazionale che si è aperto con la visita dei seminaristi della nostra diocesi, lo scorso mese di aprile. Queste esperienze rimarranno impresse nel cuore della comunità e porteranno molto frutto. Possa il cuore di qualche nostro fratello ascoltare una chiamata particolare del Signore e rispondere con il suo sì a Dio. Rosalia Storelli

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IMPRONTE Conducono campagne elettorali aggressive e costose per essere eletti sindaci delle nostre città . Indossano fasce tricolori e dispensano sorrisi, ma non sopportano di sentirsi dire che spetta a loro risolvere i problemi e trovare soluzioni. Altrimenti non si capisce qual è la loro funzione. GIUGNO 2018 Insieme

(Foto Salvatore Alfano)

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

Angeli di pace N

ella società civile ci sono persone e gruppi che soffiano sul fuoco per alimentare la rabbia sociale. Spero che non lo facciano per convinzione. Sarebbe ancora più tragico. Forse lo fanno con la speranza di averne un guadagno in termini di immagine o forse perché vogliono suscitare quella reazione apparentemente giusta che si chiama indignazione. E invece rischiano di alimentare la rabbia sociale, una specie di dea bendata che acceca l’uomo e gli impone di parteggiare per l’una o l’altra fazione. Ad occhi chiusi. La mentalità da stadio si trasferisce alla vita sociale. I media sono parte viva della società, sono espressione di segmenti sociali ben definiti. Eppure mi ostino a pensare che il ruolo pubblico dei media dovrebbe renderli in qualche modo super partes, cioè capaci di favorire un clima di ragionevolezza e di reciproco rispetto. Se invece anche i media – anzi, loro in prima fila – assumono il ruolo di pubblici fustigatori e denunciano complotti, finiscono per far emergere la più bassa istintività.

Foto Salvatore Alfano

Se vogliamo costruire la pace dobbiamo dare più spazio alle buone notizie. Ce ne sono! E sono statisticamente più numerose di quelle cattive ma… non bucano lo schermo, non entrano in pagina. Le buone notizie sono date con il contagocce, in determinati orari, somigliano alle specie animali in estinzione. È buona notizia anche raccontare con testi-

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monianze concrete che il male può essere vinto. Con l’abituale arguzia, Chesterton diceva: “Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi”. In un clima in cui il male appare dominante, non è poca cosa dire che non dobbiamo arrenderci. A fine campionato, mi sorprende sempre il tasso di speranza dei tifosi. Anche dopo la più cocente delusione, sono pronti a scommettere che l’anno prossimo andrà diversamente. È questa laicissima speranza che vorrei ricevere dai media. Nella notte di Betlemme gli angeli annunciano la pace ma ricordano che questa è possibile solo dove l’uomo riconosce a Dio solo la gloria. Una pace senza Dio è un’utopia. L’ostinata battaglia contro il cristianesimo, che da due secoli accompagna la storia del mondo occidentale, è un vero suicidio spirituale ed etico. Quel Dio che accetta di farsi uomo non può generare una fede che calpesta la dignità dell’uomo. Giornalismo di pace non significa genericamente tifare per la pace ma sottolineare in tutti i modi possibili che la dignità dell’uomo è solo un riflesso di quella luce divina nascosta in Lui. Un compito non facile, lo riconosco, ma solo chi sa sognare grandi imprese può avere la pretesa di scrivere pagine nuove. Silvio Longobardi


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L'APPROFONDIMENTO Parrocchia San Teodoro Martire - Sarno. Ringraziamo il parroco don Antonio Agovino e le catechiste Milena, Giovanna, Giusy Bello e Giusy Cascella

IL CONCORSO

Il sorriso dei bambini

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l sorriso dei bambini ha aperto l’XI edizione del Premio Euanghelion, lo scorso 10 maggio, presso l’Oratorio San Domenico Savio a Nocera Inferiore. I piccoli del penultimo anno di catechismo, accompagnati dalle catechiste e da molte mamme, hanno invaso il campetto dell’oratorio per vivere un pomeriggio di festa organizzato su misura per loro. A partire dal messaggio che il Papa ha scritto per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dal titolo «La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace», la rivista Insieme, l’Ufficio per le Comunicazioni sociali e l’Ufficio per la Pastorale dei Fanciulli e dei Ragazzi della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno hanno promosso il concorso “Le fake news nel Vangelo” aperto ai bambini del penultimo anno di catechismo. L’obiettivo del concorso. La Sacra Scrittura è piena di pagine in cui le bugie cercano di offuscare la verità. Ricercare e rileggere insieme ai bambini uno di questi episodi è un esercizio utile per comprendere quanto le bugie imbruttiscano la vita facendoci smarrire la bellezza dell’amicizia. I piccoli, guidati dai sacerdoti e dalle catechiste, si sono messi subito all’opera. Tra i lavori presentati, la redazione di Insieme ne ha scelti sette, quattro hanno ricevuto un attestato di merito, tre sono saliti sul podio. Tutti insieme hanno passato un pomeriggio spensierato nella bella cornice dell’oratorio San Domenico Savio, accolti dagli animatori della ludoteca Mulan che li hanno coinvolti in divertentissimi giochi di

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L’XI edizione del Premio Euanghelion è stata aperta dai bambini del catechismo che hanno preso parte al concorso “Le fake news nel Vangelo”

Parrocchie Centro Sarno (Maria SS. delle Tre Corone - San Francesco - San Matteo). Ringraziamo il parroco don Roberto Farruggio e le catechiste Giulia Annunziata, Anna, Elisa Crescenzo, Angela Casalino, Elisabetta De Crescenzi, Franca Ruggiero, Concetta Corrado


gruppo. Seduti a terra hanno poi ricevuto una visita speciale, quella di mons. Giuseppe Giudice che si è fermato a parlare con loro di bugie e dello stile che deve avere la comunicazione. «Quando scrivete - ha detto loro il Vescovo – intingete la penna nel miele e non nel fiele». La premiazione. Dopo il divertimento, è arrivato il momento della premiazione. La prima menzione di merito è stata assegnata alle parrocchie Centro Sarno (Maria SS. delle Tre Corone - San Francesco - San Matteo). I bambini, guidati sapientemente dalle catechiste, hanno individuato tra le pagine della Parola diverse false notizie e proposto una riflessione sulle bugie. La seconda menzione è andata alla parrocchia Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore. I bambini hanno rappresentato con un cartellone tre fake news del Vangelo di Matteo. La parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani si è aggiudicata la terza menzione rappresentando la bugia che i capi dei sacerdoti raccontano per nascondere la Resurrezione di Gesù. La quarta menzione di merito è stata assegnata alla parrocchia San Giovanni Battista di Roccapiemonte per i disegni sulla disputa tra Geremia e il falso profeta Anania (Ger 28, 1-17), anche se i bambini, per impegni personali, non hanno preso parte al pomeriggio di festa. Il podio. Al terzo posto si è classificata la parrocchia San Bartolomeo Apostolo, di Nocera Inferiore, con una filastrocca sull’inganno del serpente ad Adamo ed Eva. La parrocchia Maria SS. ma Addolorata di San Potito di Roccapiemonte si è aggiudicata il secondo posto con un bellissimo lavoro: i bambini hanno individuato e rappresentato con un bellissimo cartellone ben cinque fake news, dall’Antico al Nuovo Testamento. Il primo posto è andato alla parrocchia San Teodoro Martire di Sarno per il lavoro la “La gazzetta delle verità” che fa chiarezza sulle accuse mosse ingiustamente a Giuseppe dalla moglie di Potifàr (Gen 39, 1-20). I piccoli vincitori del concorso, che hanno già un guizzo spiccato per la comunicazione, accompagnati da una guida, visiteranno il Parco archeologico-fluviale Longola, nel comune di Poggiomarino, definito dagli studiosi la “Venezia della protostoria”. Prima di andare via, i bambini hanno fatto merenda grazie alla Centrale del latte e hanno ricevuto un bellissimo regalo offerto dalla libreria Corinto, insieme a zucchero filato e palloncini. «Vi siete divertiti?», abbiamo chiesto prima dei saluti. La risposta unanime di grandi e piccini è stata sì. Occhi lucidi e sorrisi sinceri ci ripagano dei mesi di lavoro e ci ricordano quanto sia importante seminare nel cuore dei più piccoli. Antonietta Abete

Parrocchia Santa Maria Maggiore - Nocera Superiore. Ringraziamo il parroco don Antonio Adinolfi e le catechiste Marilena Pannullo, Annamaria Bevilacqua e Carmela Sabbatino

Parrocchia Santa Maria del Carmine - Pagani. Ringraziamo il parroco don Enzo Di Nardi e le catechiste: Mariarosaria Petrosino, Silvia Marotta e Consiglia Civale

Parrocchia San Bartolomeo Apostolo - Nocera Inferiore. Ringraziamo il parroco don Marco Limodio e i catechisti: Maria Felicia Capaldo, Luca Della Porta, Filomena Vicidomini, Annaluisa Fortezza, Giovanna Celentano

Parrocchia Maria SS. ma Addolorata - San Potito di Roccapiemonte. Ringraziamo il parroco don Natalino Gentile e le catechiste Carmela Salvati e Alessandra Dibello

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L'APPROFONDIMENTO Agnese Senatore, presidente della Cooperativa Priscus consegna il Premio a Bruno Mastrianni

Foto Salvatore Alfano (2)

Sul palco dell’undicesima edizione del Premio Euanghelion, Bruno Mastroianni, autore di un’agile pubblicazione in cui spiega come dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico

Dall’odio online alla disputa felice

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onnessi, sempre e con chiunque. È la realtà di chi ha uno smartphone in tasca ed ogni giorno ha la possibilità di confrontarsi con la diversità, senza mediazioni, con il rischio di cadere nella trappola dell’odio online. È stato questo il tema al centro della relazione di Bruno Mastroianni, social media manager de La Grande Storia (Rai3), docente all’Università Telematica Internazionale Uninettuno e autore de La disputa felice. Rintanarsi in torri d’avorio. L’incontro-scontro con la complessità del mondo era una condizione che i nostri padri vivevano per scelta e in contesti bene precisi: al bar, con i colleghi a lavoro, in fila alla posta. «Oggi la diversità entra quotidianamente nei commenti e nelle discussioni dei nostri spazi online. Siamo tutti in qualche modo esposti costantemente al dibattito pubblico. Dovremmo “metterci in tasca” anche alcune competenze di comunicazione per gestire il confronto costante – ha chiarito Mastroianni – perché l’alternativa è trincerarsi con i propri simili, chiudendosi in bolle o torri d’avorio e polarizzarsi contro tutti quelli che la pensano diversamente».

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Rompere le bolle. Una strada possibile per dialogare pacificamente con l’altro – online e offline – è quella della disputa felice, teorizzata dal giornalista romano nella sua pubblicazione edita da Franco Cesati Editore e spiegata in quattro mosse, con esempi pratici. «La prima è interpretare se stessi, cioè affrontare i confronti dal proprio punto di vista, con le proprie competenze reali e sugli argomenti che veramente conosciamo. La seconda è rompere le bolle, cercare cioè di uscire dalla zona di sicurezza delle proprie certezze e prendere per buoni gli argomenti dell’altro, rispondendo ad essi con il ragionamento e non per reazione. La terza è sovvertire: cercare sia di rielaborare le proprie tesi in modi nuovi e più comprensibili, sia essere distaccati e autoironici, riconoscendo i limiti delle proprie argomentazioni. Infine la quarta: scendere dai pulpiti. In una discussione, soprattutto online, non conta il ruolo, non contano gli studi, non contano gli anni di esperienza: bisogna argomentare con semplicità sul campo, accettando la sfida del dibattito disintermediato in cui si è tutti, in qualche modo, alla pari» ha concluso il premiato dell’undicesima edizione del Premio Euanghelion. Una lezione che tutti dobbiamo imparare a mettere in pratica. Mariarosaria Petti


Giuseppe Palmisciano, docente alla Pontificia Università dell'Italia Meridionale e Vera Gheno, sociolinguista

“Siamo le parole che scegliamo di usare” Vera Gheno ha ricevuto il Premio Euanghelion per l’impegno profuso a considerare la lingua come il più potente dei mezzi per relazionarsi, con se stessi e con il mondo

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e parole possono essere fiori o pallottole». Lo aveva preannunciato Vera Gheno nel video di presentazione inviato ai partecipanti dell’undicesima edizione del Premio Euanghelion e diffuso sui canali sociale del mensile Insieme. Gheno – sociolinguista, docente all’Università di Firenze e twitter manager dell’Accademia della Crusca – è stata molto chiara con la platea di studenti e giornalisti, lo scorso 11 maggio: «Siamo le parole che scegliamo di usare». Lo strumento principale di cui si serve quotidianamente l’uomo è proprio la parola, che secondo l’insegnante toscana può servire per «descrivere la realtà, accarezzare, ferire, creare altri mondi, compiere azioni, giurare, maledire, incantare, comunicare». Riprendiamoci il potere della parola. «La competenza comunicativa che tutti possiamo avere è conoscere bene la nostra lingua madre – ha affermato Gheno – e invece usiamo le parole a caso, con superficialità, siamo irrigiditi su posizioni linguistiche antistoriche». Riappropriarci della ricchezza del linguaggio è possibile, seguendo alcune piste di lavoro: «Diamoci il tempo di pensare, cerchiamo la parola giusta, se incontriamo un termine sconosciuto consultiamo il vocabolario, mettiamo in dubbio le nostre competenze, parliamo solo di cose che conosciamo bene, pensiamo al contesto in cui ci troviamo, mettiamo al centro l’interlocutore, percorriamo la vita del silenzio» ha incoraggiato la relatrice. “Contadini della lingua”. E se ci risulta ancora difficile questo esercizio, teniamo a mente un’immagine, suggerita dalla sociolinguista: siamo tutti “contadini della lingua”, ed è necessario coltivare per tutta la vita il dubbio fecondo. Mariarosaria Petti

Le vittime dell’odio Cosa succede quando le bufale prendono di mira le categorie più fragili della società? Del rapporto tra disinformazione e pregiudizio ne ha parlato il professore Gennaro Avallone, docente all’Università di Salerno. «Il mondo del giornalismo in Italia è plurale, con esempi importanti di lavoro di inchiesta, ma una parte ampia, spesso in connessione con il mondo della politica, tende ad assecondare pregiudizi e discriminazione contro la popolazione immigrata. C’è bisogno, allora, di discutere e capire come fermare questa deriva» ha tuonato Avallone. Un impoverimento culturale da combattere con il lavoro di giornalisti, che non si accontentano di descrivere l’attualità restando chiusi nelle redazioni ma accettano il rischio di guardare in faccia la realtà. Su una nave di una Ong del Mediterraneo, a Lesbo, in Libia. Lì dove l’umanità è ferita. M.P.

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L'APPROFONDIMENTO Le studentesse del Liceo Mangino di Pagani premiate da Vera Gheno

Il Premio Euanghelion entra nelle scuole

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ltre cento gli studenti dell’Agro nocerino-sarnese che hanno partecipato all’undicesima edizione del Premio Euanghelion. Un importante momento formativo per comprendere come orientarsi nel mondo delle fake news e dell’odio in rete, imparando ad informarsi correttamente. «Sono giovani attenti e sensibili alle nuove forme del comunicare – ha raccontato il professor Giuseppe Palmisciano, docente alla Pontifica Università dell’Italia Meridionale e insegnante di religione al Liceo Rescigno di Roccapiemonte –. La settimana successiva al convegno abbiamo organizzato un di-

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi

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Vicedirettore Antonietta Abete

battito in classe sul tema del Premio Euanghelion e ho costatato il vivo interesse dei ragazzi». Anche gli alunni del Liceo Galizia di Nocera Inferiore hanno colto l’opportunità di ascoltare le relazioni degli esperti, insieme ad una scolaresca del Liceo Mangino di Pagani. Durante l’incontro dell’11 maggio è stato proiettato il video realizzato da Maria Luisa Paolillo, Chiara Ceglia e Francesca Ceglia, studentesse dell’istituto paganese, primo classificato al concorso indetto per le scuole da Parole O_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole. M. P.

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Rosalia Storelli, Ida Giangrande, Andrea Pellegrino, Andrea Perrino, Salvatore Guercio Nuzio, Raffaella Marciano, Donato D’Elia, don Natalino Gentile, Salvatore Mosca, padre Luigi Lamberti, Livia Rossi, Valentina Strianese, Chiara Grimaldi, Giulia Sostegno, suor M. Agnese Pignataro, Luciano Califano, Maria Felicia Capaldo, Alfonso Dolgetta, Mafalda Rega, Salvatore Corrado, Donatella Ferrara, Ersilia Fiore, Marina Longobardi, Rosaria Faiella, Alessia Bove, Francesco Coppola, Federica Sciumbarruto, Anna Petrosino, Antonella Malafronte, Mariano Rotondo, Sabrina Perrino, padre Paolo Saturno, Francesco Zanotti, Maria Sessa

Amministrazione Via Vescovado, 4 Insieme GIUGNO 2018 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione 24 maggio 2018

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I relatori del 12 maggio

Comunicare ciò che si è

Foto Salvatore Alfano

Qual è il ruolo, il compito dell’informazione, di quella cattolica nello specifico? Se ne è parlato il 12 maggio, durante il secondo seminario del Premio Euanghelion, con Francesco Ognibene, Enzo d’Errico e Francesco Gravetti

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ome affrontare la disinformazione? Parlando di “Giornalismo di pace 4.0”, gli ospiti del secondo seminario dell’undicesima edizione del Premio Euanghelion hanno dato la loro visione e portato la loro esperienza. Francesco Ognibene, Francesco Gravetti, Enzo d’Errico, percorsi e carriere diverse, tutti orientati alla difesa della verità e alla corretta informazione, sono stati i protagonisti della mattinata. Francesco Ognibene, caporedattore di Avvenire e responsabile della pagina dei Portaparola, insignito del Premio, ha detto che la disinformazione si affronta «dando una

Testimonianza «Lasciatevi interrogare da quello che accade. Ascoltate, approfondite, confrontatevi. State lontani dai vicoli ciechi in cui si dibatte chi presume di aver già capito tutto. Contribuite a superare le contrapposizioni sterili e dannose. Con la testimonianza del vostro lavoro fatevi compagni di strada di chiunque si spende per la giustizia e la pace». Papa Francesco – Discorso ai dirigenti e al personale di Avvenire, 1 maggio 2018

precisa descrizione dei fatti». «Poiché la realtà è molto complessa, noi cerchiamo di semplificarla. Si realizza una sorta di giornalismo collettivo: pensiero medio che non urta e disturba, adattabile a tutto. In questo modo anche noi faremmo fake news. Si dice – ha spiegato Ognibene – che il massimo che possiamo fare è essere obiettivi. Non è così. Sembrerò un ingenuo, ma io credo che la verità esiste. Ci sono dei fatti, da quelli elementari a quelli più complessi, che noi dobbiamo cercare e raccontare. La verità è la realtà che va restituita così com’è. Così si combatte la disinformazione». Ognibene si è soffermato sullo spirito che anima l’informazione di Avvenire, in particolare dei Portaparola, la pagina dedicata agli animatori della cultura e della comunicazione. Un modo per restituire all’Italia una realtà locale non sempre conosciuta. «Il Portaparola – ha detto Ognibene – è la pupilla dei miei occhi, nasce nel 2002 con il direttore Dino Boffo per documentare che nelle diocesi c’è un impegno a comunicare in modo sano i segni di speranza che ci sono. Mostriamo come le parrocchie si sforzano di comunicare». In che modo? «Comunicando ciò che è. Il Portaparola è questo: raccontare, settimana dopo settimana, l’esserci e il farsi conoscere». Ognibene ha riflettuto sulle potenzialità dei media cattolici: «Portaparola, Avvenire, Insieme: sono strumenti utili e non possono essere GIUGNO 2018 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Antonietta Abete, vice direttore di Insieme, consegna il Premio al direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo d'Errico, per Buone Notizie

Don Roberto Farruggio, direttore della biblioteca diocesana, consegna il Premio a Francesco Ognibene, caporedattore di Avvenire

Lentezza «Il falegname di Nazareth ci richiama all’urgenza di ritrovare un senso di sana lentezza, di calma e pazienza. Con il suo silenzio ci ricorda che tutto ha inizio dall’ascolto, dal trascendere sé stessi per aprirsi alla parola e alla storia dell’altro. Una Chiesa che vive della contemplazione del volto di Cristo non fatica a riconoscerlo nel volto dell’uomo. E da questo volto sa lasciarsi interpellare, superando miopie, deformazioni e discriminazioni». Papa Francesco – Discorso ai dirigenti e al personale di Avvenire, 1 maggio 2018

snobbati. Sono strumenti per dire ciò che siamo e cosa ci sta a cuore. Far vedere chi siamo per non star chiusi e autoreferenziali. Le comunità diocesane, le parrocchie vedano in questi giornali strumenti per conoscere meglio e giudicare il mondo. C’è una vivacità nella comunicazione cattolica che spesso non passa. Grazie al Portaparola, i contributi degli amici delle diocesi ci ricordano che esiste un’altra Italia. Bella, positiva e produttiva. È maggioritaria ed è fuori da quanto i giornali nazionali raccontano». Sforzi editoriali che la comunità laicale dovrebbe apprezzare e sostenere perché consentono di tenere viva un’identità: «Rispetto ai fatti che accadono, che mi interpellano come credente, come mi pongo? Che giudizio do? Possono bastare i

Ascolto «Giuseppe è l’uomo del silenzio. A prima vista, potrebbe perfino sembrare l’antitesi del comunicatore. In realtà, solo spegnendo il rumore del mondo e le nostre stesse chiacchiere è possibile l’ascolto, che rimane la condizione prima di ogni comunicazione. Giuseppe è, quindi, l’uomo giusto, capace di affidarsi al sogno di Dio portandone avanti le promesse. È il custode discreto e premuroso, che sa farsi carico delle persone e delle situazioni che la vita ha affidato alla sua responsabilità. È l’educatore che – senza pretendere nulla per sé – diventa padre grazie al suo esserci, alla sua capacità di accompagnare, di far crescere la vita e trasmettere un lavoro». Papa Francesco – Discorso ai dirigenti e al personale di Avvenire, 1 maggio 2018

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dieci minuti dell’omelia domenicale per sollecitare a usare il mio giudizio critico? Non sempre. Per questo devo cercare di trovare un percorso fondato, da credente, riconoscibile, consapevole che Dio agisce nella storia. È fondamentale, insomma, uno strumento che aiuti. Avvenire, Portaparola, la comunicazione cattolica fa questo». Enzo d’Errico, direttore del Corriere del Mezzogiorno, è intervenuto a nome di Elisabetta Soglio, caporedattrice di Buone Notizie, inserto del Corriere della Sera a cui è stato assegnato il Premio. «Buone Notizie è una delle iniziative volute più fortemente dall’editore e dalla redazione. Un’iniziativa che ha un’impronta campana – ha detto –, perché qui è nato il Corriere sociale, inserto del Corriere del Mezzogiorno inserito nel Corriere della Sera. Abbiamo sperimentato questa intuizione con successo e oggi è diventata Buone Notizie». Rispetto alla disinformazione, il direttore del Corriere ha usato una metafora pregnante: «Non siamo mai stati disinformati come oggi, anche se ci sembra di avere tante informazioni. Siamo come a mare: se non sappiamo nuotare andiamo giù; l’informazione, l’essere informati è saper nuotare, saper rimanere a galla e saper destreggiarsi in questo mare dove non si tocca per le troppe informazioni». Essere informati, ha aggiunto, aiuta ad «essere buoni cittadini. Ascoltare, leggere, significa avere gli strumenti per affrontare e orientarsi in un mondo molto difficile e complicato, spesso segnato dalla violenza. Informazione significa essere cittadini e avere gli strumenti per affrontare al meglio la propria vita». Rispetto ai giornali, Enzo d’Errico ha usato una seconda immagine: «I vinili sembravano scomparsi perché oggi la musica si consuma digitale. Il suono del disco di vinile è però impagabile, è un suono completo. I giornali credo rappresentino il vinile dell’informazione, possono tornare ad avere un ruo-


I PARTNERS DEL PREMIO EUANGHELION lo nella vita a due condizioni: far entrare aria, giovani, idee e proposte nelle redazioni; essere elemento del panorama visivo dei ragazzi, con cura e veste grafica, da trovare nei bar, nei cinema e nei ristoranti». «Conoscere e raccontare il brutto, il male – ha detto Francesco Gravetti di Comunicare il sociale – non deve impedirci di raccontare il bello. Bisogna cominciare a dire che non esistono soltanto le cattive notizie. Quando cominci a dire che vuoi raccontare il positivo che vedi nel mondo, spesso rispondono che lo fai perché non vuoi vedere le cose brutte. Invece non è così». Gravetti si è soffermato anche sull’importanza del giornalismo locale: «Il termine “locale” non è da connotare negativamente, è qualcosa di glorioso perché ha consentito di raccontare ciò che gli altri non riuscivano a vedere, a conoscere. I giornali locali hanno dato un grandissimo contributo alla crescita del territorio. Un ruolo valido tutt’ora. Dentro il territorio, da un punto di vista della narrazione sociale, c’è una prateria, nuove frontiere da esplorare. La comunicazione dovrebbe scoprirle e raccontarle». Salvatore D’Angelo

Enzo d'Errico e Francesco Ognibene insieme a Salvatore Campitiello, presidente di Assostampa Valle del Sarno che ha collaborato all'iniziativa

Custodia «Possiate anche voi esprimere una Chiesa che non guarda la realtà né da fuori né da sopra, ma si cala dentro, si mescola, la abita e – in forza del servizio che offre – suscita e dilata la speranza di tutti. Vi incoraggio a custodire lo spessore del presente; a rifuggire l’informazione di facile consumo, che non impegna; a ricostruire i contesti e spiegare le cause; ad avvicinare sempre le persone con grande rispetto; a scommettere sui legami che costituiscono e rafforzano la comunità». Papa Francesco – Discorso ai dirigenti e al personale di Avvenire, 1 maggio 2018

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SCUOLA & UNIVERSITà di Martina Nacchio Il tavolo di presidenza, da sinistra: Filippo Toriello, direttore del Servizio di Pastorale Scolastica; il Vescovo, mons. Giuseppe Giudice; il professore Sergio Tanzarella; Salvatore D’Angelo, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali

La platea dei partecipanti

Don Milani, il coraggio della parresia

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n don Lorenzo Milani come raramente lo si ascolta, lontano dai luoghi comuni che circondano il suo ricordo e dalle citazioni imprecise e distorte dal contesto, che a volte gli vengono attribuite. È stato il ritratto nitido e appassionato di uno dei più grandi intellettuali della Chiesa Italiana quello tracciato dal professor Sergio Tanzarella lo scorso 26 aprile durante il convegno annuale promosso dal Servizio di Pastorale scolastica diocesana. Anche quest’anno la diocesi ha voluto rinnovare il suo confronto con le istituzioni scolastiche del territorio, ospitando nel salone curiale l’incontro rivolto a dirigenti e professori delegati provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado dell’Agro nocerino sarnese. Un momento di riflessione sulla direzione intrapresa dalla scuola italiana, che punta sempre più sull’individualismo e sulla competizione, animato dagli intervenuti, ognuno argomentando secondo il proprio punto di vista. «Stiamo attenti a non passare dalla Buona Scuola alla scuola alla buona – ha detto il pastore diocesano –. In questo periodo di crisi c’è bisogno di non perdere di vista il ruolo educativo e di discernimento fondamentale dell’istituzione scolastica». La forza

straordinaria dell’esperienza di don Milani è stata al centro dell’intervento del relatore, il professore Sergio Tanzarella, docente ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica dell’Italia Meridionale e curatore dell’epistolario del sacerdote fiorentino. Titolo della sua relazione “Il coraggio della parresia”, lo stile che ha caratterizzato l’operato del grande intellettuale della Chiesa, parroco e insegnante della scuola di Barbiana, sempre fedele alla verità e mai venuto meno all’audacia di assumersi le conseguenze del suo pensiero. L’importanza dello studio trasmessa ai suoi studenti; la precisione del linguaggio, che i suoi parrocchiani non sempre erano in grado di comprendere; il possibile riscatto sociale per i suoi ragazzi, da raggiungere con l’istruzione, sono i concetti emersi dalle parole che anche negli anni di malattia e sofferenza don Milani non ha mai smesso di imprimere su carta. All’incontro, moderato dal giornalista Salvatore D’Angelo, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali diocesano, sono intervenuti il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, e il direttore del Servizio di Pastorale scolastica, il professor Filippo Toriello. Martina Nacchio

Lo scorso 26 aprile i dirigenti scolastici dell’Agro nocerino sarnese hanno preso parte al convegno annuale promosso dal Servizio di Pastorale scolastica diocesana

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SCUOLA & UNIVERSITà I partecipanti al premio “Della Sala”

Al via il Premio “Maurizio Della Sala”

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ssere medico è una missione, ancor prima che una professione. Lo sa bene chi vive tra le corsie, a contatto ogni giorno con la sofferenza, e deve averlo chiaro chi desidera intraprendere questa professione. Guidata da questo intento l’AMCI – Associazione Medici Cattolici Italiani, presieduta dalla dottoressa Pina Gargano – ha dato il via quest’anno al Premio borsa di studio “Maurizio Della Sala”. Medico nello spirito, oltre che nella professionalità, il dottor Della Sala, morto nel 2003 all’età di 38 anni, ha rappresentato agli occhi

di chi lo ha conosciuto – prima come studente e poi come radiologo – un esempio di umanità e professionalità medica. Uomo garbato e intelligente, studente e medico brillante, la testimonianza di vocazione autentica che Maurizio ha rappresentato con la sua vita è stata trasmessa agli alunni del Liceo scientifico Mangino, che lui ha frequentato. Nell’iniziativa sono stati coinvolti diciannove ragazzi, aspiranti studenti di Medicina, prossimi all’esame di maturità. Individuati attraverso i test psicoattitudinali, hanno svolto un saggio breve sul tema

del rapporto medico-paziente. A risultare vincitrice della borsa di studio per l’elaborato presentato Ylenia Fattorusso, studentessa della VB. La cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 17 maggio all’ospedale A. Tortora di Pagani. «Un evento durante il quale è stata delineata la figura di Maurizio non con un intento commemorativo - ha specificato la dottoressa Gargano - ma al fine di trasmettere un esempio di fulgida testimonianza e un modo per l’AMCI di evangelizzare». M. N.

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SCUOLA & UNIVERSITà - news Un momento di “Parole e colori”

Lilly Pagano, un premio per le eccellenze

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giunto alla quarta edizione il premio “Lilly Pagano”. L’iniziativa svoltasi presso il Liceo G. B. Vico di Nocera Inferiore è indirizzata a tutti gli studenti eccellenti, così come lo è stata in vita Carla Pagano. Alunna emerita del liceo nocerino, scomparsa nel 2000 ad appena 31 anni, Lilly si laureò con lode in lettere classiche presso l’Università Federico II di Napoli. Appassionata di lingue, insegnò all’Università di Corfù e collaborò con il Dipartimento di lingue straniere. Il premio in suo ricordo è stato assegnato attraverso la valutazione di un tema sulla Rivoluzione napoletana del 1799. A riceverlo ad ex aequo due alunni del liceo Vico, diretto da Teresa Di Caprio: Claudia Ferrara e Simone Ambrosio, destinatari di una borsa di studio messa a disposizione dalla famiglia di Lilly. M.N.

Arte e poesia per la mamma

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n momento di poesia e arte in onore della festa della mamma e in ricordo della maestra Vittoria Laudisio, venuta a mancare poche settimane fa. Si è svolto lo scorso 13 maggio l’evento “Parole e colori” promosso dall’associazione “Floriano Pepe. Maestro pittore”. All’iniziativa conclusasi con la serata all’interno del caffè letterario di Pagani hanno preso parte alcune classi delle scuole elementari Manzoni e Rodari e della scuola media Criscuolo. I picco-

li studenti hanno prodotto dei lavori esprimendo attraverso il disegno, la poesia o il racconto l’importanza della mamma nella loro vita. Sono stati assegnati premi per ciascuna categoria e anche per il lavoro di gruppo. Durante la serata sono stati letti brani e poesie dalle autrici Maria Pina Abate e Rita Santitoro. Gli alunni della maestra scomparsa improvvisamente hanno donato ai suoi familiari presenti i loro lavori. M.N.

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Progetto Famiglia

compie 25 anni

26 aprile 1998: inaugurazione della prima casa di accoglienza, Oasi Maria Madre della Vita, con don Oreste Benzi, don Silvio Longobardi e mons. Gioacchino Illiano

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a carovana è costretta a fermarsi e a ripercorrere ogni pezzo di strada fatta, ogni persona incontrata, ed è la storia che parla prima ancora dei testimoni. Un caleidoscopio di suoni e colori. Ogni voce racconta di frecce raccolte dal selciato sabbioso e scoccate verso l’orizzonte di un mondo migliore che risorge come il sole ogni giorno, attraverso il vagito di ogni bambino scampato all’aborto. I numeri. 1486 colloqui effettuati, 423 bambini nati, 800 tra bambini e donne accolte tra affidi e accoglienze, 8 oasi di carità (case di accoglienza) operative, 3 ai nastri di partenza, 500 utenti dei metodi naturali. Un’attività che non teme di superare i confini geografici della nostra bella Italia e che

affonda le radici anche in Africa dove nella regione del Burkina Faso sono stati costruiti 41 pozzi per l’acqua potabile, 2 scuole primarie, 1 poliambulatorio, 1 strada di collegamento lunga 11 km. 161 giovani studenti sostenuti “a distanza”, oltre 600 giovani studenti fruitori dei servizi del Centro Jean Paul II, 77 bambini iscritti al nido, 38 studentesse ospiti della residenza e centinaia di famiglie sostenute (tra sostegno a distanza e supporto in loco). E poi il desiderio di coniugare carità e cultura che muove ogni ambito e si manifesta nella sua piena espressione con la rivista nazionale Punto Famiglia e l’omonima casa editrice nata nel 2013. Si rispolverano i ricordi, si stilano delle stime spesso approssimative, ma nel cuore ciascun

Gli inizi All’inizio degli anni ’90 tra Angri e Sant’Egidio, in provincia di Salerno, un gruppo di giovani e di sposi – impegnati nel cammino di fede che poi prenderà il nome di Fraternità di Emmaus, guidato da don Silvio Longobardi – danno vita ad alcune attività di sensibilizzazione e di sostegno alla vita nascente. Nel 1993 l’attività si amplia e prende il nome di Progetto Famiglia. L’anno successivo, il 21 marzo 1994, l’Associazione si costituisce formalmente con atto notarile e sede legale in Sant’Egidio del Monte Albino (SA).

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Lo scorso 13 maggio la federazione Progetto Famiglia ha celebrato con un convegno 25 anni di attività. I numeri di un impegno a favore della famiglia che travalica i confini nazionali numero, ciascun nome è un’esperienza umana che ha il sapore di Dio. Gli auguri. «Nelle vostre case ho visto verso gli accolti la stessa tenerezza di una madre verso il proprio figlio», ha scritto il cardinale Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, nei suoi auguri. Don Paolo Gentili, direttore nazionale dell’Ufficio Famiglia della Cei ha aggiunto: «Sono le nozze d’argento. Auguriamo al Progetto Famiglia di essere come il vino, ogni anno che passa diventa più buono. Continuate a diffondere sempre il profumo di famiglia nel mondo». «Se non ci fosse Progetto Famiglia, il Forum sarebbe molto più povero» ha detto Gigi del Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. Una collana di perle preziose, le voci amiche che abbiamo incontrato negli anni, con cui abbiamo fatto e facciamo rete intorno alla famiglia. Il convegno. Domenica 13 maggio al congegno hanno preso parte nomi importanti del panorama culturale e associazionistico del mondo cattolico. A partire da Marina Casini, neo-eletto presidente del Movimento per la Vita nazionale. «Facciamo parte tutti del-


lo stesso popolo – ha sottolineato all’inizio della sua relazione – possiamo dare un contributo straordinario affinché la cultura della vita possa affermarsi in tutta la sua grandezza e bellezza». E poi Marco Mazzi, presidente dell’Associazione Famiglie numerose e Gianni Mussini, insegnante, poeta e scrittore, a cui quest’anno è stato conferito il VI Premio Ambasciatore della famiglia. Ed è lì negli occhi delle persone che sono state aiutate, di quelle che invece hanno aiutato noi a camminare lungo le strade spesso tortuose del mondo associazionistico, che scopriamo tutto il bene seminato. Risultati sorprendenti che lasciano senza fiato prima di tutto loro, gli iniziatori. Un manipolo di ingenui giovanotti forse un po’ sconsiderati, forse semplicemente uomini di buona volontà, che hanno concepito la propria esistenza come un bene non per se stessi, ma per gli altri. Perché nessuna vita appartiene a qualcun altro, nessuna vita ci lascia indifferenti. «I numeri ci permettono di vedere tutto il bene fatto in questi anni – ha detto don Silvio Longobardi, fondatore di Progetto Famiglia nella sua conclusione – ma se avessimo consegnato il bene della vita anche ad una sola persona, il nostro impegno non sarebbe stato vano. Grazie a quanti sentendosi parte di una storia più grande, accettano la sfida della testimonianza pagando di persona in termini di tempo, soldi e salute». Ida Giangrande

Il direttivo di Progetto Famiglia insieme agli ospiti del convegno del 13 maggio

10 aprile 2003: Alberto e Lucia Boccia, primi volontari della vita, vengono ricevuti da Giovanni Paolo II

*P R *P IMO R1I P 5M. R 15 0O00P EM .00 R€E IO 0 € MI O

SARà SARà UN UN SUCCESSO SUCCESSO PER PER TUTTI. TUTTI.

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Da Nocera a Roma

Antonio Iannone

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un giovane politico, a settembre compirà 43 anni, ma ha una militanza dalle robuste e grosse radici nell’area di centrodestra. Un percorso che lo ha portato ad essere presidente della Provincia di Salerno poco più che trentenne, presidente regionale di Fratelli d’Italia e oggi senatore della Repubblica. Stiamo parlando di Antonio Iannone, imprenditore di Nocera Inferiore inviato a Palazzo Madama dagli elettori campani perché rappresenti un territorio dalle grandi potenzialità, nonostante i molteplici problemi che l’affliggono. Il suo obiettivo è entrare a far parte della commissione parlamentare ricerca e istruzione: «Voglio servire il Paese e la mia regione, il mio Agro, cercando di proporre attività che valorizzino e incrementino i finanziamenti per questo settore». Tra le priorità, Iannone ha a cuore il tema del turismo: «Abbiamo delle grandi potenzialità culturali, artistiche e archeologiche. È incredibile che non riusciamo a intercettare i flussi turistici che attraversano la nostra regione, eppure siamo a metà strada tra Pompei e Paestum». Il problema è «la frammentazione dell’offerta», mentre la soluzione sarebbe la «creazione di un parco turistico intercomunale che metta in rete i Comuni dell’Agro nocerino-sarnese». Come farlo? «Creando strumenti snelli e compartecipati come le fondazioni. I Comuni dovrebbero farsene promotori perché la Provincia è stata smobilitata e la regione dovrebbe essere un ente di programmazione e non di gestione». Il senatore di Fratelli d’Italia cita spesso gli

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enti locali, con loro vuole avere un rapporto diretto: «Non guardo al colore politico delle istituzioni territoriali. Per inclinazione ed esperienza politico e amministrativa, io sono per la collaborazione concreta con tutti. Tra istituzioni bisogna riconoscersi e collaborare. Le istituzioni sono dei cittadini, i partiti della politica». Iannone parla anche di industria e attività produttive in generale: «Siamo stati una terra di grandi realtà e lo siamo ancora. Il nostro grosso problema è l’urbanizzazione e la viabilità; fare impresa senza infrastrutture è difficile. Occorre lavorare in tal senso». Alcune idee, su cui ha lavorato già quando era presidente della Provincia, sono la «variante alla statale 18, completata fino a Nocera Superiore, e una pedemontana». La riflessione sul lavoro continua: «Abbiamo realtà industriali importanti, in particolare nell’a groalimentare. È vero che rispetto al passato sono di meno, ma è opportuno tenere presente che il lavoro e l’impresa sono cambiati». La svolta? «Ci sono imprenditori che possono fare scuola, ascoltiamoli! Poi abbiamo le agro tipicità che sono una grande chances». Su questo fronte Iannone è pronto a dare battaglia in aula: «Nell’ambito dell’attività legislativa cercherò di sfruttare ogni strumento per tutelare e valorizzare il made in Italy e le tipicità locali». A ciò va aggiunta la «diminuzione delle tasse e la sburocratizzazione, così si crea sviluppo e si fa politica per l’Italia reale». In questo solco si inserisce il rapporto con l’Europa: «Va riscritto, per una tutela maggiore dei cittadini e degli imprenditori italiani. Non è voler rompere, ma trovare ascolto». Salvatore D’Angelo

Turismo, sviluppo industriale, Europa. Il senatore Antonio Iannone si racconta


Risultati in campo e fuori

Atletico Vitalica No alla violenza «Violenza sulle donne e violenza assistita tra giudizio e pregiudizio» è il titolo della giornata di studio promossa per l’8 giugno a Nocera Inferiore da Sportello donna e associazione Metamorfosi nell’ambito del progetto Loba. Sede delle iniziative è il Palazzo di Città. Dalle ore 15.00 un seminario formativo rivolto principalmente ai professionisti che hanno a che fare con questa tematica, dalle 20.30 nel cortile un momento artistico aperto alla cittadinanza.

Peppe

La squadra dell’Atletico Vitalica

eppe è un ragazzo “speciale”. È un ragazzo che dispensa grinta e gioia. Ha un sogno: diventare allenatore di calcio. L’Atletico Vitalica, squadra di calcio a 5 che milita in serie D, quest’anno ha provato a realizzare il suo desiderio. È stato lui ad affiancare mister Mario Marra in panchina per l’intera stagione sportiva. Dispensa consigli prima della gara con la sua presenza costante negli spogliatoi e a partita iniziata. Ad ogni gol esulta con una gioia contagiosa. Questo è lo spirito della squadra del presidente Aniello Gaito, di dirigenza, staff tecnico e calciatori. Lo spirito di chi mette emozioni, sogni e calcio sano prima di ogni cosa. I ragazzi del Vitalica quest’anno l’hanno dimostrato a pieno, riuscendo a

gestire con calma e dignità episodi che con il calcio hanno poco a che vedere. «Lo sport aiuta a superare qualsiasi tipo di disagio, stare insieme e fare squadra aiuta ad affrontare le sfide della vita», il commento di Gaito. La compagine vede uniti giovani di tutto l’Agro ed ha come fulcro centrale il Vitalica di Sarno, struttura sorta come segno di rinascita dopo la frana del ‘98. Due anni fa, l’inizio dell’avventura calcistica con mister Marra, sulla scia degli insegnamenti da lui acquisiti dallo storico mister/educatore Mattucci, e il preparatore dei portieri Antonio Francese. Sono giunti risultati eccellenti dal punto di vista comportamentale, ma anche calcistico con il secondo posto in campionato.

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VITA NELL'AGRO

Sentinelle attive contro il melanoMa

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egli ultimi 10 anni, in Italia, l’incidenza del melanoma cutaneo è raddoppiata. Secondo una stima dell’AIRTUM, Associazione Italiana registro tumori, ogni anno ci sono 3.150 nuovi casi tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Il dato preoccupante è l’abbassamento continuo dell’età media, con pazienti sempre più giovani. La diagnosi precoce resta la migliore cura e la prevenzione la più efficace. Queste le linee guida dell’AILMAG, l’A ssociazione Italiana Lotta al Melanoma Amici di Gabriella Pomposelli, che il prossimo 15 giugno festeggia il suo primo anno di vita e ha all’attivo già importanti iniziative. «Abbiamo organizzato 3 giornate di screening gratuito, un’iniziativa con l’Istituto alberghiero di Nocera, donato sei cuffie ipotermiche al Ruggi e lo scorso 15 maggio abbiamo consegnato dei fondi per un progetto di ricerca sull’incidenza del melanoma nel salernitano». A tirare le somme è Mimmo Oliva, papà di Alessandra, 19 anni, e di Lidia Francesca, la 22enne presidente dell’AILMAG. Conoscono bene, loro, il dolore che si cela dietro la scoperta di un male che ti corrode da dentro. Era il settembre 2014 quando Gabriella scopre di avere un melanoma. Asportazione d’urgenza, svuotamento ascellare, linfonodo sentinella. L’esame istologico è positivo e i controlli continuano anche dopo l’intervento. Tutto è nella norma, fino al novembre 2016. Una caduta, la corsa in ospeda-

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le e la scoperta: metastasi cerebrali, il melanoma ha lasciato il segno. Gabriella lotta ma non ce la fa, lascia il marito Mimmo e le figlie Alessandra e Lidia Francesca il primo aprile 2017. «Dopo la scomparsa di Gabriella – continua Mimmo – abbiamo sentito l’impeto di agire». La risposta di amici e conoscenti non si è fatta attendere: in poco più di un mese nasce l’AILMAG, con 40 soci fondatori. «Adesso siamo oltre 130 soci e le risposte alle giornate di screening gratuito sono sempre tantissime, centinaia». Per essere “sentinella attiva contro il melanoma”, come ricorda lo slogan dell’associazione, l’AILMAG ha già in cantiere altre iniziative. «Il 20 giugno, presso il lungomare di Salerno, faremo una campagna informativa in collaborazione con l’ASL Salerno, mentre a settembre, con i medici di base e i pediatri del distretto 60, faremo partire un progetto informativo, con la nostra mascotte in cartonato e dépliant illustrativi per diffondere i criteri della prevenzione e dell’autoesame dei nei». L’estate che si avvicina rende necessaria un’ultima raccomandazione: «La pelle non dimentica le lesioni subite, attenti alle scottature e agli orari di esposizione al sole, soprattutto per i bambini». Riecheggiano nella mente le antiche raccomandazioni, quando le nonne già sapevano, senza saperlo, come proteggerti dai mali della vita. Sofia Russo

Festeggia un anno di vita, il prossimo15 giugno, l’Associazione Italiana lotta al Melanoma Amici di Gabriella Pomposelli, nata in memoria della donna scomparsa il primo aprile del 2017. Numerose le iniziative messe in campo

Per info e contatti: www.ailmag.it info@ailmag.it FB Ailmag Associazione Italiana Lotta al Melanoma

Le date per donare il sangue a Sarno

Grazie all’impegno ventennale dell’Avis, a Sarno sarà possibile donare domenica 10 e sabato 28 giugno, in via Sarno/Striano presso i locali del Cavaliere. Non fate mancare il vostro gesto d’amore.


di Andrea Pellegrino

In molti comuni della provincia di Salerno alcune immagini non lasciano troppo spazio alla fantasia: una nuova emergenza rifiuti potrebbe essere dietro l’angolo

Gestione rifiuti

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rima o poi era destinata a riscoppiare. Ad oggi tutti gli indizi fanno presagire il peggio, ossia che una emergenza rifiuti potrebbe essere dietro l’angolo. I cumuli di sacchetti posizionati fino ai primi piani delle abitazioni sono un ricordo lontano - o almeno si augura che sia così - ma comunque c’è da stare in allerta. Non fosse altro che da settimane, ormai, in molti comuni della provincia di Salerno alcune immagini già non lasciano troppo spazio alla fantasia. Lo Stir di Battipaglia lavora con lentezza e non sempre riesce a garantire tutti i conferimenti. Salerno ha ampliato il sito di Ostaglio, soluzione già collaudata durante i tempi bui dell’emergenza rifiuti. Per il resto vige l’arte dell’arrangiarsi. Almeno fino

a quando il problema non sarà preso in seria considerazione. Basti pensare che nella città di Vincenzo De Luca da troppo tempo è chiuso il sito di compostaggio, finito sotto la lente d’ingrandimento di Procura e di Anac. Dell’apertura, nonostante l’affidamento a Salerno Pulita, ancora non se ne parla. Forse in estate, salvo imprevisti. La società provinciale Ecoambiente, invece, cade a pezzi sotto i debiti e l’impossibilità di garantire i servizi. Così lo Stir, già stracolmo, non può svuotarsi per mancanza di soldi. Non va meglio ad Acerra e negli altri impianti della Regione Campania. Dall’altra parte l’auspicata creazione di siti di compostaggio trova quasi sempre lo stop delle amministrazioni locali e quindi dei cittadini. Insomma,

un problema grave per il governo di Palazzo Santa Lucia che, nonostante i fondi regionali e nazionali, ha accantonato - o meglio rallentato - anche lo smaltimento delle ecoballe, fino a ieri trofeo dell’era De Luca, oggi piano chiuso in un cassetto. I primi campanelli d’allarme si sono palesati già all’atto dell’approvazione del piano dei rifiuti, che fu inizialmente bocciato dallo stesso Ministero. Allora l’ex assessore regionale Giovanni Romano fu facile profeta: «Da qui a breve l’emergenza si riproporrà». Per il momento è solo sfiorata. Non resta che incrociare le dita, considerato anche l’approssimarsi della stagione estiva. Sarebbe l’ennesimo colpo di grazia nei confronti di questi territori, molti dei quali vivono di turismo.

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IL PEDIATRA RISPONDE

FISCO E TRIBUTI di Andrea Perrino*

Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del Tribunale di Nocera Inferiore

Affitti universitari, cambiano le detrazioni

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a manovra di bilancio 2018 ha previsto che per gli anni 2017 e 2018 il bonus affitto spetta anche agli studenti che risiedono nella stessa provincia dove ha sede l’ateneo, fermo restando il rispetto del requisito della distanza (100 km ridotti a 50 km per chi vive in zone montane disagiate).

Canone RAI, sale la soglia di reddito per l’esenzione

Per l’anno 2018, il limite di reddito per l’esenzione dal pagamento del canone di abbonamento TV si innalza passando da 6.713,98 a 8mila euro. Il requisito dell’età non cambia, resta fermo a 75 anni o più.

Patrocinio gratuito, ridotta la soglia di reddito

Si è ridotta (per effetto della variazione in diminuzione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, che è stata pari allo 0,3%) il limite di reddito per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato nel 2018. L’importo passa da 11.528,41 euro a 11.493,82 euro.

Atleti, franchigia più alta

La legge di bilancio 2018 ha previsto che dall’1 gennaio 2018 aumenta la franchigia fiscale per atleti, allenatori e collaboratori dello sport non professionistico. La quota di indennità, rimborsi forfettari, compensi e premi esente da Irpef passerà dagli attuali 7.500 a 10.000 euro annui. Non cambia lo scaglione Irpef “speciale” per gli importi compresi tra 10mila e 28mila 158 euro, che sconteranno un prelievo del 23%, mentre sopra i 28mila euro le somme percepite continueranno a cumularsi al reddito complessivo del contribuente, per essere tassate secondo le regole ordinarie. * dottore commercialista in Angri

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Insieme GIUGNO 2018

di Salvatore Guercio Nuzio*

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

Dermatite atopica,

sintomi, decorso e terapie Alberto, 6 mesi, è un bambino con dermatite atopica. Quali sono le cause? E come posso curarla? Roberta

L

a dermatite atopica (DA) o eczema atopico è una patologia a decorso cronico e recidivante che colpisce fino al 30% dei bambini. I sintomi sono molto variabili. Si passa da una cute secca con prurito lieve e intermittente a fasi di riacutizzazione nelle quali la cute si arrossa, il prurito diviene molto più intenso e continuo (soprattutto la notte) e può comparire dell’essudato. I primi sintomi compaiono entro il primo anno di vita nel 60% dei pazienti e si manifestano al capo, collo, glutei e lato estensore degli arti. Circa la metà dei casi presenta una riduzione dell’intensità della dermatite atopica entro i primi 2 anni di vita. In età scolare le zone del corpo più colpite sono il viso (palpebre, area intorno alla bocca), pieghe delle grandi articolazioni (polso, ginocchia), mani e piedi. Nell’adolescente il numero di riacutizzazioni tende a ridursi anche se, soprattutto in caso di familiarità, la dermatite atopica può persistere fino all’età adulta. La cute di questi pazienti ha l’aspetto di un terreno desertico: secca, fragile, screpolata. Essa non riesce a trattenere l’acqua (che tende ad essere eliminata) e perde il normale strato lipidico normalmente presente sulla sua superficie. In assenza di questi elementi, e in presenza di specifiche alterazioni della flora batterica cutanea, allergeni ambientali (pollini, polvere) o alimentari (latte, uovo, soia, grano, pesce e arachide) possono facilmente penetrare attraverso la cute e provocare una reazione infiammatoria la cui conseguenza è la comparsa dell’eczema. L’allergia alimentare che può derivare da questa reazione (e mai esserne la causa!) va sospettata solo in bambini con eczema moderato/grave specie se associato ad arresto di crescita o disturbi gastrointestinali. La chiave della terapia della dermatite atopica è l’idratazione quotidiana della cute con detergenti oleosi e creme emollienti, specie quelli a base di ceramide che riducono il consumo di cortisonici topici, utili solo nelle fasi più gravi. * Pediatra


SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

Sale in zucca è uno spazio dedicato alla persona e offre consigli e riflessioni per prendersi cura di sé. Al termine del viaggio nel mondo delle emozioni, una riflessione sull’intelligenza emotiva, l’abilità che ci permette di percepire, individuare e regolare le emozioni proprie e quelle degli altri

L’intelligenza emotiva

È

stato un onore condividere con voi questo lungo e piacevole viaggio tra le nostre emozioni. Abbiamo imparato insieme cosa significa provare tristezza, rabbia o paura. Abbiamo conosciuto il valore della gioia e riflettuto sul disgusto. Ogni tappa ha avuto l’obiettivo di farci riscoprire parte della nostra umanità, troppo spesso subordinata alle regole della società, improntate sul fare e non all’essere. Ricapitolando, perché non fa mai male, le emozioni ci permettono di riconoscere l’altro e di riconoscerci nell’altro. Esse ci consentono di identificare i nostri bisogni reali e di perseguirli, divenendo generatrici di cambiamento.

Le emozioni giocano un ruolo essenziale nella strutturazione della nostra personalità e saperle comprendere vuol dire avere una buona intelligenza emotiva, ovvero l’abilità umana di percepire, individuare e regolare le emozioni proprie e quelle degli altri (Mayer, 1990). Quest’abilità risulta essere essenziale per una vita sana, perché sviluppa la capacità di vivere il momento presente in modo consapevole e non giudicante; di vivere le relazioni in modo sano; di essere coscienti di chi siamo e di cosa desideriamo; di conoscere e allo stesso tempo riconoscersi nell’altro. Ogni tappa è servita a sottolineare che non esiste un’emozione giusta o sbagliata, ma che esse vanno accettate e vissute in modo sano. *psicologa psicoterapeuta

Per info, scrivete alla mail dottoressa.marciano@gmail.com

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CULTURA a cura della redazione

L'ANGOLO DELLE RECENSIONI

di Mariarosaria Petti

Scene da un matrimonio Autore: John Updike Editore: Edizioni Clichy Prezzo: € 17,00 Dopo 62 anni, tornano ad essere protagonisti di un romanzo di John Updike. Sono i coniugi Maple e l’autore americano non li ha mai persi di vista. Dopo la sua scomparsa nel 2009, sono state raccolte diciotto storie, pubblicate negli Stati Uniti come singoli racconti, per dare corpo e fiato ad un’unica narrazione: le peripezie tragi-comiche di una coppia disposta a giocarsi giorno per giorno il sogno della felicità.

Il contrario di mio Autore: Marco Pozza Editore: Edizioni San Paolo Prezzo: € 15,00 Un’intensa rilettura della preghiera del Padre Nostro, “l’unica firmata da Cristo”, come scrive Mazzolari. La riflessione è di don Marco Pozza, il sacerdote cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova, conduttore della trasmissione “Padre Nostro” su Tv2000. Fanno da sfondo al testo alcune pennellate del Vangelo, perché dopo aver pregato il Pater, il contrario di mio non sarà più tuo.

Chiodi Autore: Agota Kristof Editore: Casagrande Prezzo: € 16,00 Lo smarrimento, la perdita, l’esilio, il ricordo dell’amore, l’attesa, il desiderio sono i temi al centro delle poesie di Agota Kristof, autrice ungherese costretta a scappare in Svizzera per l’invasione sovietica del 1956. Chiodi è una raccolta di testi smarriti e poi riscritti, attingendo all’archivio della memoria. Il libro è tradotto dall’ungherese da Fabio Pusterla e Vera Gheno.

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Disegnare il sacro Autore: Marco Sammicheli Editore: Rubbettino Prezzo: € 24,00

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o sviluppo culturale e la continua evoluzione dei linguaggi si riflettono anche nelle produzioni artistiche e architettoniche che arricchiscono gli skyline delle nostre città, sempre più volte alla ricerca della modernità e dell’efficienza. L’impegno a ridisegnare lo spazio per un nuovo spirito liturgico, in seguito alle indicazioni del Concilio Vaticano II (1962-1965), si è “coscientemente sposato con il cammino dei nuovi linguaggi architettonici e artistici”, dando vita a nuovi schemi di progettazione. Il manuale riunisce e condivide le produzioni per il sacro a partire dalla metà del secolo scorso, non una classifica di bellezza ma una “casistica di pratiche valorose”, per dare spunti e riflessioni ai professionisti che operano nel settore. Dalle arcate di Renzo Piano al taglio di design di Calvin Klein per l’abito talare, un manuale a tutto tondo per chi vuole coniugare nuovi linguaggi a nuove pratiche di evangelizzazione. Sofia Russo


APPUNTAMENTI CULTURALI

a cura di Martina Nacchio

Festival della Solidarietà. Musica e progetti umanitari protagonisti del Festival della Solidarietà che si terrà dall’8 al 10 giugno ai giardini di Villa Doria ad Angri. La settima edizione della kermesse promossa dall’associazione Braccia Aperte Onlus vedrà la partecipazione di artisti importanti del panorama della musica indipendente italiana. Ad alternarsi sul palco Foja, Almamegretta e Raiz, Nicolò Carnesi, O’ Zulù, Gnut, Epo e tanti altri ospiti per una tre giorni che ha il sapore dell’Africa. Campania Eco Festival. Sarà Willie Pyote a chiudere l’ottava edizione del Campania Eco Festival, la prima manifestazione musicale a svolgersi in un’isola ecologica. Il concerto si terrà a Fosso Imperatore il prossimo 10 giugno. Tema musicale dell’iniziativa che diffonde il rispetto dell’ambiente e la divulgazione della green economy sarà quest’anno l’hip hop. Sagra a Salerno. Si terrà dal 29 giugno al 3 luglio la sagra delle Pennette all’Ogliarese, promossa dalla Pro Loco di Ogliara. La manifestazione culinaria della frazione collinare di Salerno avrà come ingrediente speciale dei piatti i fiori di zucca, accompagnati da tante specialità. Festival di Ravello. Giunge alla 66esima edizione il Festival di Ravello in programma dal 30 giugno al 25 agosto. Ventisei gli appuntamenti in cartellone, che vedranno la partecipazione di artisti di fama internazionale del mondo della musica e della danza. Sullo sfondo i valori, prima ancora che i talenti, e in particolare le speranze e i temi ancora aperti del Novecento. Primo appuntamento sabato 30 giugno a Villa Rufolo con la Philharmoia Orchestra.

IN SALA

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di Donato D’Elia

iamo a giugno, ed è sempre più difficile trovare sale aperte in provincia, così si diradano le uscite per tutta l’estate, ad eccezione dei grandi “blockbuster” americani, che non hanno certo bisogno di questo spazio per vedere ancora più ampliata la loro cassa di risonanza. Appena tornati dal Festival di Cannes 2018, e in attesa di vedere come e se saranno piazzati come numero di copie (dato fondamentale per accorgersi se un film fuoriuscirà dalle grandi piazze) e diffusi in sala i film visti in quest’edizione sulla Croisette, a cominciare dalla Palma d’Oro “Shoplifters” del giapponese Hirokazu Kore-eda, vi parliamo questo mese dell’unico grande film del Concorso cannense del 2017 ancora inedito. Arriva finalmente in sala, il 14 giugno, “La stanza delle meraviglie” di Todd Haynes (“Lontano dal paradiso”, l’allucinata biografia di Bob Dylan “Io non sono qui”, “Carol”, tra le grandi opere precedenti di un’ottima carriera), dal romanzo omonimo di Brian Selznick, e con un cast d’eccezione capitanato dalle star Julianne Moore e Michelle Williams. La trama: in due epoche diverse, due bambini sognano una vita diversa. Nel 1927 Rose fugge per trovare il suo idolo, l’attrice Lillian Mayhew. Nel 1977 Ben si mette alla ricerca del padre, dopo la morte della madre. Nonostante i cinquant’anni che li separano, sono misteriosamente collegati tra loro. La città di New York è la vera protagonista della prima parte dell’opera, New York del ’27 e del ’77, New York in bianco e nero e muta, non la città quindi ma la sua rappresentazione nell’immaginario collettivo. Vi racconto solo un piccolo segmento: una bambina fugge di casa per andare al cinema, va a vedere “Daughter of the Storm”, film muto con protagonista la sua attrice preferita, all’uscita i cartelli strombazzano con scritte giganti l’imminente avvento del sonoro, la bambina è sorda, la magia del cinema si sta allontanando da lei, come ha fatto sua madre anni prima. Tempo, cinema e commozione: straconsigliato.

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CULTURA ARTE... RISCHI

di don Natalino Gentile

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

Fra le varie sculture presenti nella collezione del Museo vi è la statua in legno policromo (dipinto a più colori) di santa Caterina d'Alessandria, in una prima ipotesi denominata come santa Lucia. La scultura, proveniente dalla Congrega di Santa Lucia in San Matteo a Nocera Inferiore, è collocabile con buona probabilità nel XVII secolo. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

Ecce homo, scultura in legno di fine '700

Ecco homo…

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Foto Salvatore Alfano

I

latinisti si preoccupano se si dice Ecce homo oppure Ecce hominem. Ma per noi non è una questione di casi (nominativo o accusativo) ma più sostanzialmente di furti. Infatti una delle statue più richieste, soprattutto se di piccole dimensioni, è proprio quella dell’Ecce homo: Gesù, durante il processo di Pilato, viene beffeggiato dai soldati romani che gli mettono in testa la corona di spine, lo vestono di una tunica rossa, con una canna tra le mani e così, re di burla, viene presentato alla folla: Ecco l’uomo! Fortunatamente se ne trovano ancora diversi nelle nostre chiese, ma non sempre sono debitamente custoditi. Una teca con un vetro facilmente apribile non è certamente sufficiente. Ne conosco alcuni che hanno bisogno di immediato restauro, ma a volte è più comodo depositarli in soffitta che metterli in esposizione. Qualche sacerdote prudente ha pensato di farlo custodire al nostro Museo diocesano. Ed è stata davvero una bella idea, per lui, per la parrocchia e per l’arte!


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

MARTIRIO Rosso mare di papaveri nel sole di giugno e spighe turgide e gonfie sapore di pane e vino carne e sangue umano e divino Corpus Domini Corpus Christi Corpus Ecclesiae vive memorie di innocenti prime comunioni passa Gesù ed è ancora e sempre il martirio della Chiesa della tua Chiesa Signore irrorata permanentemente dal sangue di Pietro e Paolo rivolo del tuo prezioso e da tanti, tanti cruenti ed incruenti testimoni di un amore che più grande non c’è: il Tuo e solo il Tuo oggi riflesso nei nostri.

(Foto Salvatore Alfano)

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VISITA PASTORALE a cura della redazione L’accoglienza riservata al Vescovo il 29 aprile

Il Vescovo con i bambini

Un’esperienza di grazia

«I

l Signore è arrivato oggi a casa mia»: è la frase con cui un’anziana donna ha accolto nella sua casa il vescovo Giuseppe Giudice in Visita Pastorale alla parrocchia di Sant’Alfredo, a Sarno, dal 29 aprile al 5 maggio scorso. Dopo la festosa accoglienza e la Santa Messa di inizio, nei giorni successivi il vescovo è stato accompagnato dal parroco, don Domenico D’Ambrosi, e dalla commissione nelle case di tutti quei parrocchiani colpiti da grandi sofferenze nel corpo e nello spirito. Lì si è toccato con mano “il corpo Mistico di Gesù Cristo” e forti di conforto e speranza sono state le parole che monsignor Giudice ha riservato a quanti ha incontrato. La Visita Pastorale è poi proseguita alla volta delle aziende agricole e non solo. Il vescovo Giuseppe ha salutato operai e imprenditori, si è interessato alle varie attività ricordando l’importanza della pace e dell’integrazione nei luoghi di lavoro. È entrato nelle serre dei vivaisti, rimanendo affascinato dall’attenzione di coloro che lavorano nel settore, attenzione all’ambiente e al rispetto dei tempi della natura. Il 3 maggio la comunità si è presentata. Tutti i gruppi hanno avuto modo di illustrare al Vescovo le attività e le realtà presenti in parrocchia. Monsignor Giudice si è mostrato entusiasta, congratulandosi per quanto si fa, e durante la catechesi ha esortato tutti a essere «cristiani veri»; ha spiegato che Dio non vuole chiese piene di persone che mormorano alle spalle, ma

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gente capace di far respirare e vivere il vero amore fraterno. Hanno avuto una grandissima rilevanza le visite alle scuole primarie e ai bambini. Gli alunni delle scuole di Serrazzeta e San Francesco Saverio hanno espresso la loro gioia riservando al Vescovo una calorosa e festosa accoglienza. Di grande spessore le domande poste dai ragazzi a monsignor Giudice su tematiche importanti come bullismo, fratellanza e amore per il prossimo. Il venerdì pomeriggio c’è stata la Messa per gli ammalati e gli anziani, con il sacramento dell’Unzione degli infermi. La mattinata di sabato 5 maggio ha visto l’incontro al mercato ortofrutticolo con tutti i contadini, che in quel luogo, quotidianamente, portano i frutti della terra e del loro lavoro. Nel pomeriggio l’appuntamento con i bambini del catechismo e i loro genitori, a loro il Vescovo ha ricordato che «Gesù ci ama così come siamo, senza giudicarci!». Sentimenti di riconoscenza e di gratitudine pervadono i nostri cuori, la Visita Pastorale è stata un gesto di estremo affetto e attenzione. Attendiamo con gioia i consigli per tutti gli operatori pastorali, per continuare a svolgere al meglio il nostro servizio per il bene della nostra comunità. Un ringraziamento speciale va a don Domenico, che ha preparato e accompagnato la comunità in questa bellissima esperienza di grazia. La commissione

La commissione per la Visita Pastorale della parrocchia di Sant’Alfredo racconta i giorni passati dal Vescovo nella comunità sarnese

Il Vescovo al mercato ortofrutticolo


La festa conclusiva della Visita, il Vescovo con il parroco

Il Vescovo al Parco “Cinque sensi”

A

lle ore 19.15 di martedì 15 maggio la fraternità francescana dei frati Minori di Sarno e la comunità parrocchiale di Santa Maria della Foce hanno accolto monsignor Giuseppe Giudice. Con la Celebrazione Eucaristica si è subito respirata la bellezza della presenza di Cristo Maestro e Pastore che si è manifestata nel breve ma intenso discorso che il Vescovo ha rivolto ai presenti. La Visita Pastorale ha toccato le realtà del territorio iniziando dalla scuola elementare (III Circolo di Foce). Domande semplici e belle sono state rivolte al Pastore: «Eccellenza, vi piacerebbe andare sulla Luna?», «Da bambino eravate studioso?». Tra il serio e il faceto, il Vescovo ha prontamente risposto portando l’attenzione di tutti verso il tema così delicato della formazione, che dovrebbe tornare a coinvolgere in maniera ancora più intensa la famiglia, la scuola, la parrocchia. Importante è stata la visita ad alcuni dei fratelli e sorelle ammalati. Monsi-

Il Vescovo in visita alla parrocchia di Santa Maria della Foce dal 15 al 20 maggio

Accogliere la novità dello Spirito

Il Vescovo in visita a La Doria

Il Vescovo con il personale dell’acquedotto

gnor Giudice ha fatto sentire la sua vicinanza con delicatezza e grande paternità e questo ha suscitato un grande senso di pace in chi l’ha accolto. «Grazie Eccellenza, la vostra visita mi ha donato speranza nella mia sofferenza», ha detto un’ammalata. Il Vescovo ha incontrato tutta la fraternità dei frati, anche quelli in formazione, richiamando l’importanza di un discernimento fatto nella verità, con la Parola di Dio, l’Eucarestia e con la Chiesa per essere nella storia di ogni tempo, testimoni credibili del Suo Amore. Un momento molto bello è stato quello della visita al territorio, con particolare attenzione alla realtà del lavoro: “La Doria”, industria conserviera; l’acquedotto; il parco “Cinque sensi”. «Sora Acqua è e resta un bene prezioso per l’umanità – ha detto il Vescovo al direttore responsabile e ai dipendenti – e gestirla con cura e attenzione è segno di un servizio offerto a tutto il territorio servito dall’acquedotto».

Non sono mancati momenti di spiritualità: il Santo Rosario con tutta la Comunità parrocchiale, al termine del quale monsignor Giudice ha accolto alcune sollecitazioni riassunte dal parroco, fra Francesco Maria Rea, in tre domande a cui ha risposto parlando dell’essere Chiesa in uscita e missionaria. La conclusione c’è stata con la Santa Messa di Pentecoste e il conferimento del sacramento della Confermazione: «Come gli apostoli – ha ricordato il Vescovo nell’omelia – siamo chiamati ad accogliere la novità che sempre lo Spirito Santo porta nella mente e nel cuore dei suoi fedeli. Basta solo un raggio della Sua luce a illuminare l’umanità e tutto può sempre rinnovarsi». Ora tocca alla comunità di Foce continuare il cammino di vita e di fede che la Visita Pastorale ha voluto consegnarle nella persona del Vescovo. La comunità di Santa Maria della Foce GIUGNO 2018 Insieme

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione Don Rosario Mormone

Don Vincenzo Spinelli

Il 28 giugno la diocesi di Nocera-Sarno avrà due nuovi sacerdoti: don Rosario Mormone e don Vincenzo Spinelli. Li abbiamo incontrati per farci raccontare il tempo dell’attesa

Doppia gioia per la nostra Chiesa

D

ue giovani alla vigilia dell’ordinazione sacerdotale, alle spalle un cammino lungo, di scoperta e accettazione della vocazione, di studio e formazione. Dopo aver ricevuto l’ordinazione diaconale il 18 ottobre 2017, Rosario Mormone e Vincenzo Spinelli, il prossimo 28 giugno, saranno ordinati sacerdoti dal vescovo Giuseppe, nella Cattedrale di San Prisco.

Dopo l’ordinazione diaconale don Rosario ha chiesto al Vescovo di rimanere in parrocchia per continuare l’esperienza pastorale. «Gli ultimi mesi sono stati di transizione – racconta –, sono passato dal Seminario alla vita diocesana. Prima tornavo solo il sabato e la domenica, in questo tempo invece ho avuto la possibilità di inserirmi nel clero diocesano. In Curia, sono stato più a contatto con il Vescovo e a volte ho scorto la fatica del suo ministero. Ho passato gli ultimi mesi nelle Parrocchie del Centro di Sarno, affidate a don Roberto Farruggio. A dicembre ho concluso gli studi, conseguendo il baccalaureato in Teologia». Tra gli impegni più importanti c’è quello di segretario della Commissione per la Visita Pastorale condiviso con don Aniello Nappo: «Un’esperienza bella e ricca, vissuta a stretto contatto con gli altri membri della commissione. Qualche volta ho accompagnato il Vescovo e ho avuto la possibilità di incontrare alcune realtà ecclesiali».

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Dinanzi alla data della propria ordinazione sacerdotale, come cambia l’atteggiamento interiore? Che ritmo assumono le giornate? «Cambia molto – racconta don Rosario –, pensi che celebrerai la Messa, che confesserai. Non si tratta della gioia per il raggiungimento di un traguardo ma il sapere che sarai, in eterno, tutto per il Signore. Quando si entra in Seminario, si avverte un senso di indegnità. Ci si sente indegni dinanzi a quella chiamata. È un sentimento che non passa, ma con il tempo è sostituito dal senso di responsabilità. Non agirai più a nome tuo, ma a nome di Cristo, a nome della Chiesa. Si avverte la responsabilità di curare una porzione del popolo di Dio. Sei un suo strumento e la sfida non è cercare di dare il meglio di sé quanto rimanere legati a lui. Perché se si rimane legati a Lui, sarà il Signore ad operare attraverso di te. È questo lo sforzo ed è un cammino che non finisce certo con l’ordinazione».

Il percorso di Vincenzo Spinelli

«L’ordinazione diaconale è uno dei tanti passi che la Chiesa ci fa compiere per arrivare al cuore del sacerdozio: celebrare l’Eucaristia», racconta. Classe 1991, dopo aver conseguito la Licenza in Teologia a Napoli, don Vincenzo sta studiando per la Licenza in Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana in attesa di proseguire, il prossimo anno, gli studi in Psicologia. «Mi sono ritrovato in un ambiente nuovo, in una grande


città come Roma». Nel collegio vive con sacerdoti stranieri, coreani e del Sud America, in costante contatto con culture e lingue diverse. In facoltà, ad alcuni corsi è l’unico italiano: «Ho il mondo a portata di mano». Vincenzo ama lo studio. In questi mesi sta approfondendo temi già affrontati nel suo percorso di studi a Napoli, inseriti nella cornice della spiritualità ignaziana. «Questo mi aiuta molto nel discernimento personale e mi tornerà utile quando, da sacerdote, sarò chiamato a guidare e ad accompagnare le persone nel loro cammino di fede». Concluderà questo percorso il prossimo anno, con una tesi sul discernimento vocazionale in rapporto con la psicologia. Potrà così iniziare gli studi in Psicologia – ha già superato brillantemente i test di ingresso – perché “desidera imparare a cogliere le richieste mute di aiuto delle persone”. La data dell’ordinazione. Vincenzo sarà ordinato sacerdote insieme a don Rosario Mormore, il 28 giugno, nei Primi Vespri della Solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo. «È una bella data – commenta – che va letta nel disegno di Dio per la nostra vita. Cosa possono insegnare questi due grandi santi a me e Rosario?».

Anche i suoi genitori stanno vivendo con gioia questo tempo di attesa: «Mi ha commosso in particolare mio fratello, che è il più emozionato di tutti». Trepidazione anche per la comunità di San Prisco nella quale Vincenzo ha mosso i primi passi nella fede e dove è ritornato per il diaconato. L’augurio. Il 7 ottobre 2017, parlando alla Congregazione per il clero, papa Francesco ha ricordato che se un sacerdote non si lascia formare ogni giorno dal Signore diventa un prete spento, che si trascina nel ministero per inerzia, senza entusiasmo per il Vangelo né passione per il Popolo di Dio. «Invece – ha continuato il papa – il prete che giorno per giorno si affida alle mani sapienti del Vasaio con la ‘V’ maiuscola, conserva nel tempo l’entusiasmo del cuore, accoglie con gioia la freschezza del Vangelo, parla con parole capaci di toccare la vita della gente; e le sue mani, unte dal Vescovo nel giorno dell’Ordinazione, sono capaci di ungere a loro volta le ferite, le attese e le speranze del Popolo di Dio». È questo il nostro augurio per Vincenzo e Rosario. Antonietta Abete

l'ordinazione di don marco siano Lo scorso 24 aprile, nella gremitissima Concattedrale San Michele Arcangelo di Sarno, il vescovo Giuseppe ha ordinato sacerdote don Marco Siano. Il Signore ha portato a compimento la sua opera, tra la gioia e la commozione della famiglia, degli amici e di tutte le comunità nelle quali don Marco ha prestato servizio negli anni di formazione. Al novello sacerdote auguriamo di rimanere in Cristo per portare molto frutto. GIUGNO 2018 Insieme

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VITA ECCLESIALE Padre Bruno Montanaro

L’unità nella diversità È questo il motto di padre Bruno Montanaro, sacerdote stimmatino, che il prossimo 29 giugno festeggia 50 anni di sacerdozio. La sua storia vocazionale

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onfessione settimanale e fedeltà alla Liturgia delle Ore: è questo il suggerimento di padre Bruno Montanaro per rimanere attaccati a Cristo. Classe 1940, il sacerdote stimmatino nato a Castelletto di Soave, in provincia di Verona, poggiomarinese d’adozione, si prepara a festeggiare 50 anni di sacerdozio il prossimo 29 giugno. La vocazione. A 13 anni passa l’estate in montagna, in una colonia estiva gestita dalle Sorelle della Misericordia, istituto fondato dal beato don Carlo Steeb e da madre Vincenza Maria Poloni. Una religiosa al mattino gli pettina i capelli e chiede: «cosa vuoi fare da grande?». È la stessa domanda che il suo parroco gli aveva fatto un paio di anni prima, durante una Confessione, al termine della quinta elementare. Il bambino aveva deciso di imparare il mestiere di barbiere ma in quei mesi passati sui monti nel veronese rimane profondamente affascinato dai gesti di un sacerdote salesiano e nel suo cuore matura un’altra risposta. Dinanzi a quel piccolo germe vocazionale i genitori gli lasciano la libertà di fare la sua scelta. Erano altri tempi, e le famiglie custodivano nel cuore valori solidi. «Il parroco è venuto a casa a parlare con mamma e papà – ricorda –, insieme ad un sacerdote stimmatino, don Attilio, che lo aiutava in parrocchia». Una maestra lo prepara per gli esami di ammissione alla scuola media e nel settembre del 1955 entra nel seminario minore degli stimmatini, la congregazione fondata da san Gaspare Luigi Bertoni. Il 29 giugno del 1968 è ordinato sacerdote a Verona. Tra le tante emozioni di quel giorno, ce n’è una che dopo 50 anni ancora lo commuove: sua mamma Alice, con un panno di lino bianco, gli tampona le mani che ancora profumano di olio benedetto e poi le avvolge nel candido panno.

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Il sacerdote insieme ai ministranti


Festeggiando il vescovo Giuseppe in bici 400 biciclette hanno attraversato l’Agro nocerino-sarnese per arrivare insieme al Santuario di Pompei, lo scorso 13 maggio. Anche quest’anno il Servizio di Pastorale Giovanile ha promosso il pellegrinaggio in bici dei giovani delle comunità parrocchiali, con un’occasione speciale da festeggiare: il settimo anniversario di ordinazione episcopale del vescovo Giuseppe. Riuniti intorno alla Mensa Eucaristica, i giovani hanno pregato e gioito con il loro Pastore. E come ogni festa che si rispetti, non poteva mancare un regalo: una lampada a forma di mitra, con un’incisione del pastorale, dello stemma vescovile e di una bicicletta! «Abbiate a cuore le vostre città, impegnatevi per il bene comune, siate attenti alla politica» ha esortato mons. Giuseppe Giudice durante l’omelia. Nonostante qualche fuori programma – catene spezzate e ruote bucate – i pellegrini sono risaliti in sella, stanchi ma felici per aver imparato a stare “al passo” con gli altri. M. P.

Il Cammino Neocatecumenale. La sua missione sacerdotale inizia a Catania, in una parrocchia di periferia. «Dopo un po’ di rodaggio, mi sono adattato a quella realtà – dice –. È stato un tempo di apprendistato, un conto è studiare in seminario, altra cosa è esercitare il ministero. Mi sono buttato e il Signore ha fatto». In Sicilia il Signore gli fa incontrare la realtà del Cammino Neocatecumenale. È la Pasqua del 1972 e padre Bruno visita le famiglie. In casa Cavarrà conosce la signorina Silvana che gli parla per la prima volta del cammino. Qualche mese dopo ascolta l’esperienza di due sacerdoti che vivono quel percorso di fede. «Mi sono brillati gli occhi, da tempo meditavo sulle prime comunità cristiane degli Atti degli Apostoli e dei primi secoli della Chiesa». Prepara il terreno affinché quel percorso possa essere avviato anche nella sua comunità. Nella Quaresima del 1973 iniziano le catechesi da cui nasce, nel mese di marzo, la prima comunità. Il Cammino Neocatecumenale ha arricchito molto il suo sacerdozio. Racconta: «Mi ha fatto scoprire la ricchezza del Battesimo ed ha suscito in me uno stato di permanente conversione. Avevo un atteggiamento critico, uno pensa sempre che è colpa dell’altro se le cose vanno male. Invece, l’ascolto della Parola mi ha molto illuminato, ho capito che il problema non era fuori, ma dentro. Era il mio cuore che doveva cambiare». Arriva a Poggiomarino a fine novembre del 1980, all’indomani del terribile terremoto che colpì la Campania. «Il cammino pastorale era già avviato, così il primo anno è stato di conoscenza – ricorda –. In quegli anni nella parrocchia Sant’Antonio di Padova c’erano l’Azione Cattolica, il terz’ordine francescano, il gruppo dei cristiani impegnati, il gruppo di preghiera di Padre Pio e il gruppo degli amici dei lebbrosi, divenuto successivamente gruppo degli Amici del Presepe». L’anno

dopo il sacerdote propone di iniziare il Cammino Neocatecumenale, già presente ad Angri e a Nocera. Dopo le prime catechesi, nell’autunno del 1981 nasce la prima comunità. «Oggi le comunità sono 10. Tante persone fanno un cammino di fede serio. Il Signore mi ha fatto intuire che nella parrocchia devono convivere diverse realtà, perché è nella diversità, accettata e accolta, che si intravede la comunità cristiana come miracolo morale». L’unità nella diversità. Il suo desiderio è di essere ricordato come il sacerdote dei movimenti. E, in realtà, la sua azione pastorale si è intrecciata con la nascita di un altro movimento nella nostra Diocesi: la Fraternità di Emmaus. Nel 1986 padre Bruno propone ad alcune coppie della parrocchia di fare un cammino come famiglie. Il primo anno è don Domenico D’Ambrosi a seguirle. L’anno successivo, il 3 ottobre mons. Gioacchino Illiano fa il suo solenne ingresso in diocesi. È proprio il Vescovo a suggerire a padre Bruno di contattare il giovane don Silvio Longobardi, a cui ha da poco affidato la pastorale familiare della diocesi, per accompagnare quel gruppo di sposi da cui, qualche anno dopo, nasce la prima comunità del movimento. Padre Bruno è stato parroco a Poggiomarino fino al 1990, poi è ritornato per altri 3 anni nel 2007 e, definitivamente, nel 2012. «Dedicherò gli anni che il Signore mi darà da vivere al suo servizio e per prepararmi all’ultimo trasferimento, quello nella casa del Padre». Intanto, ogni settimana va a Pompei o a Foce a confessarsi, perché “siamo tutti peccatori bisognosi della Misericordia del Padre”. È questa la lezione di padre Bruno. Antonietta Abete GIUGNO 2018 Insieme

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VITA ECCLESIALE Un momento della conferenza stampa

Campania di Pace

Il 3 e 4 ottobre pellegrinaggio regionale ad Assisi per offrire l’olio per la lampada di san Francesco. A coordinare l’organizzazione diocesana sarà mons. Domenico Cinque

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intera regione Campania si ritroverà ai piedi della tomba del Patrono d’Italia per offrire l’olio che arde perennemente dinanzi il sepolcro di san Francesco. Il prossimo 3 e 4 ottobre migliaia di persone partiranno dalla nostra regione per stringersi in un’unica preghiera, affidando le gioie e le sofferenze campane, le attese e gli auspici dell’Italia. Il tema del pellegrinaggio è «In letizia, nonostante tutto». Il pellegrinaggio regionale è stato presentato lo scorso 21 aprile durante una conferenza stampa che si è tenuta a Napoli, nella basilica di Santa Restituta, alla presenza del cardinale Crescenzio Sepe, presidente della Conferenza episcopale campana, dell’arcivescovo di Benevento e delegato dei vescovi per l’evento, monsignor Felice Accrocca, e del direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato. È la quinta volta che la regione Campania dona l’olio per la lampada perenne. È avvenuto nel 1944, 1961, 1979 e nel 1998. «Il Santo di Assisi ci è dato come mo-

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dello perché ciascuno di noi possa meglio seguire, e con gioia, le orme di Cristo (1Pt 2,21). San Francesco – hanno scritto i vescovi campani nella lettera alle diocesi – mostra infatti come solo assumendo in pienezza la logica della croce, che tante volte cerchiamo di evitare, possiamo trovare la perfetta letizia e quella segreta dolcezza che Dio rivela ai suoi amici». «Ci rechiamo ad Assisi – continuano i presuli –, per trarre un nuovo entusiasmo nel vivere la fede. Il pellegrinaggio delle nostre diocesi nei giorni 3-4 ottobre, sarà perciò un vero momento di festa. Invitiamo tutti, parrocchie, realtà ecclesiali, associazioni, movimenti e gruppi, singoli fedeli, soprattutto i giovani, ai quali sarà dedicato un apposito Sinodo, a unirsi a noi; chi invece non potrà accompagnarci fisicamente, lo faccia con la preghiera». In questi giorni si sta avviando la macchina organizzativa, per la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno il vescovo l’ha affidata a monsignor Domenico Cinque.

La lampada perenne

La tradizione della lampada: le origini In occasione del VII centenario della morte di san Francesco (1926), il Consiglio di presidenza della “Fides Romana” lanciò un appello a gli italiani perché esprimessero la loro unità spirituale attraverso il simbolo di una Lampada votiva che ardesse perennemente presso la tomba di san Francesco. Per felice coincidenza, la realizzazione della lampada avvenne in concomitanza con la proclamazione di san Francesco Patrono Primario d’Italia voluta da papa Pio XII nel 1939. Nella vita primigenia dell’ordine, il dono dell’olio, che le regioni offrono al Serafico Padre è segno di gratitudine e stima, ma è anche il riconoscimento del significato delle proposte francescane; la fiamma rappresenta invece l’amore per Cristo crocifisso.


I seminaristi in bicicletta

Sorelle giubilari

O Un viaggio alla scoperta del seminario La diocesi di Nocera Inferiore - Sarno ha nove seminaristi che si formano nel seminario arcivescovile “A. Ascalesi” di Capodimonte, a Napoli

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os’è il seminario? Cosa si fa in seminario? Molti si pongono queste domande. È il luogo dedicato alla formazione di giovani che hanno risposto con gioia alla chiamata del Signore. Qui si riceve la preparazione culturale ( filosofica e teologica), spirituale, umana e pastorale, ci si prepara a essere sacerdoti. La giornata tipo è divisa in tre parti. Mattina: preghiera delle lodi, Santa Messa e corsi universitari. Pomeriggio: tempo di riposo e di studio. Sera: tempo libero e preghiera della compieta. Non mancano, nel corso della giornata, momenti di condivisione e di ritrovo nelle sale comuni, nel bar del seminario, nelle sale TV, così co-

me tempi di svago e di sport. Un’occasione per instaurare un rapporto familiare e imparare ad accettarsi perché nessuno si senta solo, ma parte di una grande famiglia. Importante nella vita dei seminaristi è la figura del padre spirituale con il quale si instaura un rapporto di fiducia, divenendo non solo una guida ma un vero e proprio compagno di viaggio. Lo stesso vale per l’animatore, uno per ogni anno o classe, e per il rettore, che guida la formazione dei seminaristi. Il seminario non è un luogo, ma un tempo durante il quale tanti giovani si preparano a dire il loro sì definitivo a Gesù che ripete con gioia ed entusiasmo: seguimi. Sem. Salvatore Mosca

gni volta che si parla di “animazione vocazionale” o “testimonianza vocazionale” si cerca sempre di ingaggiare il religioso o la religiosa “giovane”, ma questa è la mentalità del marketing, la mentalità della mondanità che uccide l’umanità. Il 14 aprile scorso nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Lavorate, a Sarno, durante la Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Giuseppe che era in Visita Pastorale, un gruppo di religiose presenti in Diocesi ha rinnovato “coram populo” il proprio ringraziamento allo Sposo per la Sua fedeltà. Le “sorelle giubilari”, con la loro presenza, non da “marketing” con chitarra e scarpette da ginnastica che fanno pubblicità alla fugace emotività, ma da “consumate nel sì”, hanno fatto pubblicità a Lui.

Il loro volto sereno e il loro incedere lento ma solenne hanno fatto intuire che Lui dà senso alla vita, sempre. L’omelia del Vescovo ha ricamato la storia degli anni delle religiose attorno alla fedeltà dello Sposo e ha augurato alle Spose di continuare a essere cantastorie. La preghiera di benedizione delle mani ha contribuito a far scoprire quanto aiuto danno le mani nel ricamare la risposta a Lui, dalle mani che consultano grammatiche e vocabolari per imparare la lingua degli altri a mani accoglienti e pacifiche che tessono il linguaggio dell’amore e traducono la Sua misericordia per tutti. Continuare a cantare Lui! Questo dà vitalità alla vita! Più che contare gli anni, continuare a contare su di Lui. Il resto lo completa la Grazia. p. Gigi, fratello eremita Assistente Spirituale delle Religiose

Le sorelle giubilari con il Vescovo

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

Il genio femminile secondo Wojtyla La Lettera Mulieris dignitatem è uno dei testi più belli e originali del pontificato di Giovanni Paolo II che sottolinea la ricchezza che deriva dalla reciprocità tra l’uomo e la donna. Un documento che vale la pena rileggere

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a Chiesa viene spesso accusata di aver contribuito all’emarginazione della donna. Certo, se guardiamo alla lunga e complessa storia ecclesiale troviamo parecchie ombre. E tuttavia, ad un’attenta valutazione, priva di pregiudizi ideologici, possiamo e dobbiamo affermare che il cristianesimo, prima e più che ogni altra cultura ed esperienza religiosa, ha proposto una cultura che esalta la radicale uguaglianza del genere umano e pone perciò le premesse per riconoscere la dignità della donna e il contributo che ella può esercitare per umanizzare la vita sociale.

A partire dalla Vergine Maria

Nel 1987, in preparazione al grande Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II invitò la Chiesa a vivere un anno mariano. A conclusione di quell’esperienza il Papa volle donare a tutti un documento interamente dedicato alla vita e alla missione della donna: la Lettera apostolica Mulieris dignitatem. Non è un trattato sociologico sulla condizione della donna ma un’argomentata riflessione teologica che pone l’accento sulla dualità sessuale e sulla necessaria complementarietà tra l’uomo e la donna. L’essere immagine di Dio è una qualità che

«Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. È per questo che, in un momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l’umanità a non decadere» (Concilio Vaticano II, Messaggio alle donne)

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appartiene all’uomo come alla donna. È questo l’immutabile fondamento che impegna la Chiesa a promuovere la dignità della donna. La Scrittura, però, non guarda ai singoli come individui isolati ma come soggetti in relazione. Per questo Giovanni Paolo II richiama con insistenza il valore antropologico della comunione tra l’uomo e la donna. È questo il punto di partenza e, al tempo stesso, il criterio che misura e orienta il pensiero cattolico. La Lettera parte da Maria, la donna che si trova nel cuore della storia dell’umanità: se il vertice dell’uomo è l’incontro con Dio, “Maria raggiunge un’unione con Dio tale da superare tutte le attese dello spirito umano” (MD 3). Nella trama salvifica una donna realizza in pienezza quella vocazione che Dio ha affidato ad ogni creatura umana. Questo fatto riscatta una storia in cui la donna è sostanzialmente emarginata ed apre un orizzonte radicalmente nuovo in cui la donna diventa attivamente protagonista della storia. Maria è “il nuovo principio della dignità e vocazione della donna, di tutte le donne e di ciascuna”, ella infatti racchiude “tut-


“La dignità della donna viene misurata dall’ordine dell’amore, che è essenzialmente ordine di giustizia e di carità” (Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, n. 29)

ta la ricchezza e tutta la risorsa della femminilità” (MD 11).

Un albero ricco di frutti

Chi legge la storia della Chiesa non fatica a trovare un elenco lunghissimo di donne che hanno rischiarato il cammino dell’umanità! A questo proposito Giovanni Paolo II scrive: “La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del «genio» femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e Nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità: ringrazia per tutti i frutti di santità femminile" (MD 31). Questo albero carico di frutti è cresciuto nel terreno irrigato dal cristianesimo. Non c’è ambito dell’umana società in cui le donne non abbiano lasciato un’impronta. Se pensiamo alla carità, la lista è lunghissima e abbraccia ogni categoria e ogni aspetto del vasto disagio sociale: i minori, i poveri,

gli ammalati, gli emigranti. Se pensiamo all’educazione, l’elenco non è meno lungo: quante congregazioni sono nate per dare istruzione ai figli delle famiglie più povere o per offrire un ambiente educativo ai bambini privi di famiglia, per dare la possibilità di apprendere un lavoro alle ragazze sole. Vi sono sante come Caterina di Siena (1347-1380) che hanno partecipato attivamente alla vita sociale e politica del proprio tempo, promuovendo la riconciliazione tra le fazioni. Come dimenticare santa Francesca Cabrini (1850-1917) che a cavallo tra l’Otto e il Novecento, con intuito davvero materno, fonda una congregazione religiosa per accompagnare gli emigranti. Altre sante hanno consumato la vita nella preghiera scrivendo pagine di spiritualità che hanno illuminato il cammino dei credenti. Tra queste emerge come un faro luminoso la testimonianza di Teresa di Lisieux. Per restare al ventesimo secolo, chi può negare l’influenza spirituale esercitata da donne come madre Te-

resa di Calcutta e Chiara Lubich. La prima ha dato una straordinaria testimonianza nel campo della carità; l’altra, anticipando i tempi, ha fondato una comunità, composta di laici, consacrati e presbiteri, tutta impegnata a promuovere l’unità ad ogni livello della vita sociale ed ecclesiale. Queste due donne, insieme a tante altre, sono la conferma che la santità apre sentieri inediti e quindi arricchisce il patrimonio di fede della Chiesa.

Buona lettura

La Lettera Mulieris dignitatem è uno dei testi più belli e originali del pontificato di Giovanni Paolo II. Forse anche uno dei documenti più profetici perché vi troviamo una riflessione antropologica che possiamo considerare come la premessa e la cornice di una cultura che sottolinea tanto la singolarità sessuale quanto la ricchezza che deriva dalla reciprocità uomo-donna. Sono passati trent’anni ma il documento di papa Wojtyla non ha perso la sua attualità. Vale la pena leggerlo. GIUGNO 2018 Insieme

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INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Nelle comunità

Il 3 giugno il Vescovo presiede la Celebrazione del Corpus Domini nella città di Angri. Il 13 giugno, alle ore 19.30, presiede la Celebrazione Eucaristica nella parrocchia di Sant’Antonio ad Orta Loreto di Sant’Egidio del Monte Albino. Il 24 giugno, alle ore 6.00, presiede la Santa Messa che precede la processione di san Giovanni Battista ad Angri.

Con i Vescovi

Il 4 e 5 giugno il Vescovo partecipa alla riunione della Conferenza episcopale campana che si tiene a Mugnano del Cardinale.

Visita Pastorale

Il 6 giugno, alle ore 20.00, il Vescovo incontra la Commissione diocesana. Il 15 e il 18 giugno, alle ore 20.30, appuntamento con la Sosta Ecclesiale sul tema della Visita Pastorale. La prima serata è dedicata alla riflessione con la Lectio Divina dell’arcivescovo, monsignor Pasquale Cascio, nella Collegiata di San Giovanni Battista di Angri. Il secondo giorno, nella parrocchia della Santissima Annunziata di Angri, spazio alle esperienze di chi ha già ricevuto la Visita.

Sacerdoti in festa

Il 19 giugno, alle ore 19.30, nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani, il Vescovo presiede la Santa Messa per il 25° anniversario di sacerdozio di monsignor Domenico Cinque e don Gaetano Ferraioli. Il 28 giugno, alle ore 19.30, nella Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore, il Vescovo presiede le ordinazioni sacerdotali dei diaconi don Rosario Mormone e don Vincenzo Spinelli.

Tempo di predicazione

Dal 7 al 14 luglio il Vescovo predica gli Esercizi spirituali alle Suore Maestre Pie Filippini di Roma.

Il Delegato ad omnia Il Vescovo ha nominato monsignor Vincenzo Leopoldo, parroco della Collegiata di San Giovanni Battista di Angri, presidente del Capitolo dei Canonici della Cattedrale e direttore dell’ufficio Beni ecclesiastici e Arte sacra, suo Delegato ad omnia. La nomina è stata annunciata il 9 maggio, al termine della Santa Messa per la Solennità di san Prisco, patrono della Diocesi e della Città di Nocera Inferiore. Monsignor Giuseppe Giudice ha ringraziato il Vicario generale, monsignor Giovanni Iaquinandi, per il servizio svolto al suo fianco in questi anni.

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Diocesi in festa

Il 4 giugno, festeggiamo il settimo anniversario dell’inizio del ministero episcopale di mons. Giuseppe Giudice nella nostra diocesi. Al nostro Pastore della Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore-Sarno, auguriamo di guidarci sempre con amore paterno e di pregare affinché la nostra comunità diocesana cresca nella fede. Auguri eccellenza!

Auguri di buon compleanno

Mons. Alfonso Desiderio festeggia 85 anni, il 4 giugno; don Eugene Dushimurukundo festeggia 45 anni, il 7 giugno; don Raffaele Corrado compie 43 anni, il 17 giugno; don Vincenzo Ruggiero festeggia 77 anni, il 21 giugno; don Luigi Loreto (diacono permanente) compie 71 anni e festeggia l’onomastico, il 21 giugno; don Gianfranco Marotta spegne 59 candeline, il 23 giugno. Ogni nuovo giorno è un dono del Signore, sia sempre speso per annunciare il Vangelo. Auguri.

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

don Rosario Villani, il 4 giugno; mons. Domenico Cinque e don Gaetano Ferraioli, il 19 giugno; don Carmine Cialdini, il 21 giugno; don Luigi Lamberti (eremita diocesano) e don Darryl D’Souza, il 24 giugno; don Pietro Califano, il 25 giugno; don Alfonso Santoriello, 27 giugno; mons. Antonio Calabrese, mons. Mario Ceneri, mons. Giovanni Iaquinandi, don Natale Gentile, don Salvatore Agovino, il 28 giugno; don Flaviano Calenda, il 29 giugno; don Piercatello Liccardo, il 30 giugno. Il vostro ministero sia sempre illuminato dall’amore misericordioso del Signore. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Raffaele Massa (S. Giovanni Battista, Striano) compie 21 anni, il 7 giugno; Antonio Marra (S. M. delle Grazie, Angri) festeggia 33 anni, 18 giugno; Aniello Lettieri (S. Antonio di Padova, Poggiomarino) spegne 46 candeline, il 22 giugno. Siate sempre sentinelle attente sul territorio diocesano. Auguri!

Auguri speciali

Redazione in festa

Pierangela Cascone, socia della Cooperativa Priscus, compie 32 anni, il 5 giugno. Auguri della redazione di Insieme!

il nostro cordoglio

Auguri a Franco Senatore e Antonietta Spinelli, che lo scorso 10 maggio hanno celebrato 25 anni di matrimonio circondati dall’amore delle figlie Annamaria, Chiara e Francesca, dall’affetto dei familiari e dei tanti amici che li hanno festeggiati nella Basilica di Materdomini a Nocera Superiore.

Giugno è un mese di festa per Insieme: don Andrea Annunziata, direttore responsabile, e don Silvio Longobardi, direttore editoriale, festeggiano l’anniversario di ordinazione presbiterale, rispettivamente il primo e il 5 giugno. Auguri dalla redazione del mensile diocesano!

La redazione si stringe alla cara Pina Esposito e alla sua famiglia per la perdita del caro papà Gennaro. Il Signore accolga l'anima dei giusti.

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Sant’Alfredo Sarno

Un nuovo oratorio parrocchiale

È Il gruppo che ha ricevuto il sacramento della Confermazione

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

La Grazia dello Spirito Santo

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i è concluso sabato 12 maggio, dopo circa sei mesi, il bellissimo percorso dei 22 cresimati, che hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo, accompagnati dalla signora Alba Albanese, catechista ormai storica alla guida dei giovani, affiancata per la prima volta dalla signora Maria Maddalena Desiderio. “Dio è amore”: questo il fulcro del corso improntato sulla centralità dell’Eucarestia, nutrimento della Chiesa. Infatti, confermando il Battesimo, in una emozionatissima Messa vespertina dell’A scensione del Signore Gesù, altre 22 pietre vive sono diventate più consapevoli che tutto parte dalla frazione del Pane e dall’ascolto attento della Parola di Dio. Come le catechiste hanno infine ricordato: non importa quanto si faccia, ma quanto amore si metta nelle opere, realizzando tutti i canoni della carità. Livia Rossi

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stata una grande festa quella che, sabato 28 aprile, ha visto protagonisti i parrocchiani, e non solo, di Sant’Alfredo, a Sarno. Il parroco, don Domenico D’Ambrosi, insieme al tanto amato padre Pietro Lombardi e ad altri pavoniani venuti per l’occasione da Milano, ed insieme alla comunità tutta, hanno avuto l’onore e la gioia di inaugurare i nuovi locali adiacenti alla chiesa. Oltre ai lavori di riorganizzazione dei locali interni, sono state realizzate quattro stanze, per lo svolgimento di tutte le attività proposte dalla parrocchia, in particolare il catechismo e l’oratorio. La completa realizzazione di queste nuove opere è stata possibile in parte grazie ad un bando regionale e in parte grazie soprattutto alla generosità di alcune famiglie della parrocchia che, con immensa gioia e disponibilità, hanno elargito donazioni per il completamento e l’arredamento di queste nuove strutture. Il nuovo oratorio è stato intitolato, con enorme emozione, al santo Lodovico Pavoni, in onore e in ricordo dei pavoniani, che hanno accompagnato la comunità di Sant’Alfredo per ben vent’anni e a cui i parrocchiani, don Domenico, e la città stessa di Sarno sono infinitamente grati per il grande servizio svolto sul nostro territorio. Valentina Strianese

Don Domenico D’Ambrosi, padre Pietro Lombardi e il Sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, hanno partecipato alla benedizione dei nuovi locali della parrocchia

Padre Pietro Lombardi benedice il nuovo oratorio parrocchiale


Gioventù Francescana

Raffaele e Gaetano, vittime dell’incidente stradale del 14 aprile scorso a Nocera Superiore

Il Villaggio Francescano

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artedì primo maggio Piazza a Mare (Largo S. Paolo) a Pozzuoli è stata invasa dai francescani di tutta la Campania per una festa-testimonianza dei valori evangelici. Il tema è stato “Passare dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo”: annunciare che è possibile vivere il Vangelo di Gesù sulle orme di Francesco nella quotidianità. La S. Messa presieduta da mons. Pascarella, Vescovo di Pozzuoli, ha aperto la giornata. Il presule ha sottolineato l’importanza di essere “usciti dalle sacrestie” per annunciare l’amore di Dio là dove l’uomo vive. Nel pomeriggio, in appositi gazebo, è stata presentata la mensa della carità di Pozzuoli, l’esperienza del Binario di Scafati-Bagni per i disagiati della stazione centrale di Napoli, l’impegno della fraternità di Nocera–S.Antonio per l’acqua pubblica e tanto altro ancora. Una giornata di gioia chiusa dai calabresi dei Kantiere Kaidos. O.F.S. Nocera Sant’Antonio

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Due stelle in Cielo

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ubblichiamo la lettera di una giovane della parrocchia, che saluta gli amici Raffaele e Gaetano, tragicamente scomparsi a seguito dell’incidente stradale dello scorso 14 aprile, a Nocera Superiore.

Un momento della festa-testimonianza a Pozzuoli

«Raffaele: umile, dal cuore grande e con la risata contagiosa. Lo conoscevamo da quando eravamo piccoli, siamo cresciuti insieme. Sempre disponibile con tutti, non perdeva mai l’occasione per aiutare in qualsiasi momento soprattutto in parrocchia. Il sorriso di Raffaele ha sempre illuminato le nostre giornate e siamo sicuri che continuerà ad esserci proprio come quando gli scrivevamo un messaggio e subito ci rispondeva. In questo caso, il luogo comune “È un ragazzo d’oro” calza a pennello. Era troppo socievole per stare da solo in paradiso e infatti Gaetano, un altro giovane della nostra comunità, l’ha raggiunto nella schiera degli angeli. Gaetano all’apparenza sembrava un ragazzo silenzioso e timido ma tra gli amici spiccava per il suo modo di essere giocherellone e altruista. Da un po’ di giorni chiediamo al Signore spiegazioni per tutto ciò che é accaduto nella nostra parrocchia e non troviamo risposte, l’unica certezza è che abbiamo due angeli che ci guardano dall’alto. Ciao amici nostri, brillate tra le stelle più belle del paradiso». Chiara Grimaldi GIUGNO 2018 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Santa Maria dei Bagni Scafati

Alla scoperta dei sogni

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Il gruppo che ha partecipato al campo

al 6 all’8 aprile a Battipaglia, alcuni araldini della nostra fraternità hanno partecipato al campo regionale intitolato “Nel mio sogno ho scoperto ci sei anche Tu”. Il tema principale del campo era il film Coco, che narra di un ragazzo che fa di tutto per diventare musicista. Lo scopo principale dell’incontro era infatti inseguire i propri sogni. Si sono svolte varie attività: il primo giorno abbiamo cercato di capire quale fosse il nostro sogno, con la visione della prima parte del film; il secondo abbiamo invece cercato di realizzare i nostri desideri con la bottega dei sogni, in cui c’erano tante attività tra cui scegliere e ognuno aveva la possibilità di iscriversi a quella che preferiva tra calcio, moda, cucina e molte altre. L’ultimo giorno invece – dopo aver visto la terza parte del film – abbiamo salutato tutti i ragazzi di terza media che iniziano il loro cammino in Gi.Fra. Anche quest’anno l’esperienza del campo è stata intensa e indimenticabile ed ogni volta ci fa crescere personalmente e come comunità. Giulia Sostegno

Serve di Maria Addolorata Nocera Superiore

Un quartiere unito nel segno dell’Eucaristia

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ome da tradizione della nostra famiglia religiosa delle Serve di Maria Addolorata, anche quest’anno abbiamo celebrato le Solenni Quarantore dal 26 al 29 aprile nella cappella di Portaromana a Nocera Superiore. Questa volta poi, c’è stata la felice coincidenza di iniziarle proprio nella festa della Madonna del Buon Consiglio, giorno in cui ricordiamo l’onomastico della nostra Venerabile Fondatrice, madre Maria Consiglia Addatis. Questo delle Quarantore è un momento importantissimo non solo per la nostra Congregazione, ma un’occasione di festa per tutto il quartiere, quasi come una festa patronale, insieme a quella di sant’Anna (26 luglio). Tra parenti ci si scambia inviti a pranzo per poi partecipare alla processione. Questi giorni vissuti davanti a Gesù sacramentato nel silenzio, nella preghiera e nella meditazione sono una gioia per tutti, una sorta di riposo spirituale. E anche le catechesi creano un clima di riflessione per un nuovo slancio e impegno nella vita cristiana di tutti i giorni. La predicazione quest’anno è stata affidata

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a padre Luigi Petrone della comunità dei frati minori di Santa Maria degli Angeli. Il religioso ha coinvolto e catturato i fedeli con la sua chiarezza e vivacità. Non sono mancati i fuochi d’artificio e la Banda musicale che ha onorato Gesù sacramentato durante la processione e rallegrato tutti noi, nel chiostro, regalandoci musiche classiche tradizionali. Suor M. Agnese Pignataro

Le Quarantore nella cappella di Portaromana a Nocera Superiore


Movimento dei Focolari

I partecipanti a Genfest Italia 2018

Genfest Italia 2018

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ato nel 1973 da un’idea di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, il Genfest Italia ha raggiunto il culmine delle partecipazioni martedì primo maggio a Loppiano, luogo in cui si sono riuniti migliaia di giovani provenienti da tutte le regioni italiane con l’obiettivo di interrogarsi sul presente. Per creare un collegamento con l’appuntamento di Manila nelle Filippine, che ha come tema “Beyond all borders”, per il Genfest Italia si è scelto come titolo “Beyond me”, per esprimere il concetto di andare oltre i propri confini personali. La parola chiave scelta spinge infatti a conoscere se stessi, superare se stessi e andare verso gli altri: chi può sensibilizzare gli animi se non le persone che soffrono quotidianamente per qualcosa di molto più grande di loro? Molto spesso ci si sofferma solo ed esclusivamente sulle proprie difficoltà, di-

menticandosi o ignorando completamente quelli altrui. «Non lamentatevi della vostra vita perché avete una vita bella ma non la vedete, vi chiedo di pensare ai dolori degli altri prima di pensare ai vostri dolori, solo così sarete capaci di vedere quanto il vostro dolore è piccolo accanto a quello degli altri» afferma un giovane testimone dello scempio siriano. «Se avete un obiettivo nella vostra vita cercate di tenerlo chiaro in mente, perché nella vita tutto è possibile, ve lo dico io» racconta invece Simone, campione di nuoto paraolimpico. L’esperienza del Genfest Italia porta nell’animo di ogni giovane presente una nuova concezione del dolore, ridimensionato e allo stesso tempo colmo di forza di volontà, perché è soltanto toccando il fondo che ci si può rendere conto di quanto si possa risalire ancora più in alto. Luciano Califano

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NEWS DALLE PARROCCHIE

I partecipanti alla festa in oratorio

San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

Oratorio in festa

“O

ratorio in Festa”, l’iniziativa di promozione socio-culturale ricreativa, si è tenuto lo scorso 6 maggio, presso l’Oratorio San Domenico Savio, sito nel popolare quartiere Piedimonte-Pietraccetta a Nocera Inferiore. Il momento di aggregazione è stato voluto fortemente da don Marco Limodio, parroco di San Bartolomeo Apostolo. L’evento si è svolto nel giorno della festa di san Domenico Savio ed ha coinvolto 200 bambini di scuola primaria dei cinque istituti comprensivi di Nocera Inferiore: tutti insieme per testimoniare che la competizione sportiva unisce e non divide.

La giornata è iniziata con giochi a squadre ed attività ricreative e sportive. In un breve intervallo si è condivisa una genuina merenda. La manifestazione si è conclusa con la Santa Messa celebrata dal parroco, nella vicina Chiesa parrocchiale. Al termine della Celebrazione Eucaristica, sono stati assegnati tre premi estratti a sorte. Il desiderio comune è che giornate simili non siano limitate ai soli momenti di festa, ma entrino nel quotidiano. Il nostro sogno è che l’Oratorio possa sempre essere un porto sicuro per i ragazzi della parrocchia e del quartiere, un luogo dove Dio è di casa ed amico di tutti. Maria Felicia Capaldo

Il dottore visita i ragazzi dell’Oasi

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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI NOCERA SUPERIORE

Quando l’arte incontra la fede I vincitori della XX edizione del Concorso internazionale dei Madonnari a Nocera Superiore, dal 18 al 20 maggio

Un momento dei festeggiamenti

S

i è conclusa la manifestazione artistica culturale che si è tenuta a Nocera Superiore nei giorni 18, 19 e 20 maggio 2018. Sono stati realizzati, da artisti madonnari provenienti da ogni parte del mondo, 100 disegni lungo via Russo che hanno costituito un tappeto per il passaggio solenne di

Maria SS. di Costantinopoli e di San Pasquale Baylon. I lavori sono stati giudicati da esperti che hanno decretato vincitore il quadro n. 41 dal titolo “ Giovanna” realizzato da Genny Gavio di San Miniato (PI). Al secondo posto hanno scelto il dipinto n. 18, dal titolo “EN TUS MANOS ENCO-

MIENDO MI ESPIRITO’” realizzato da Santiago Hernandez Pachero proveniente dal Messico. La giuria popolare. Le opere d’arte sull’asfalto sono state votate anche dai tanti visitatori che sono affluiti a Nocera Superiore in questi giorni. I vincitori della giu-

ria popolare sono stati due, al primo posto si è classificato il n. 20, dipinto realizzato da Antonio Cristalli dal titolo “L’Amore più grande” con 1036 voti. Al secondo posto si è classificato il dipinto n. 54, “Con immenso amore e rispetto”, realizzato da Debora Cuoti e i suoi amici. Maria Sessa

Il lavoro a cui la giuria di esperti ha assegnato il primo posto

Il disegno che si è guadagnato il primo posto secondo la giuria popolare

Secondo classificato per la giuria popolare

Secondo posto assegnato dalla giuria di esperti

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A CURA DELLe #PARROCCHICENTROSARNO San Francesco d’Assisi - Santuario Maria SS. delle Tre Corone Insigne Collegiata San Matteo Apostolo ed Evangelista In redazione Donatella Ferrara, Maria Rosaria De Blasio, Anna Mancuso Un momento dell’elezione

Una festa per i piccoli

Testimoni credibili Celebrato lo scorso 23 aprile il Capitolo della fraternità francescana secolare della parrocchia San Francesco d’Assisi di Sarno, che ha portato all’elezione del nuovo consiglio

L’

ordine francescano secolare (OFS) è una fraternità ecclesiale, cioè un ordine approvato dalla Chiesa che fa parte della grande famiglia francescana con i frati francescani (primo ordine) e le sorelle clarisse (secondo ordine). Fu lo stesso Francesco d’A ssisi ad accogliere le molte persone che desideravano vivere il Vangelo di Cristo seguendo il suo esempio, ma rimanendo nel proprio stato di vita secolare. Questo impegno non procede in maniera individuale: si cerca la grazia di una crescita umana, spirituale e sociale insieme alle sorelle ed ai fratelli, con cui si cammina nella consapevolezza di essere chiamati e amati dallo stesso Padre. Il Capitolo rappresenta un’occasione preziosa di fraternità e comunione spirituale, dialogo e confronto fecondi anche sul rinnovo degli uffici di servizio. Il 23 aprile le sorelle e i fratelli della fraternità OFS di San Francesco d’A ssisi in Sarno si sono riuniti per il Capitolo spirituale elettivo. L’assemblea si è svolta al primo piano del “Centro Pastorale” alla presenza del ministro regionale Antonio Nappi, della consigliera delegata Angela di Lauro, con l’assistenza spirituale di fra Pietro Isacco. Come prevede il rituale, l’invocazione allo Spirito Santo ha aperto i lavori del Capitolo, in seguito fra Pietro ha letto e commentato un brano del Vangelo, dopodiché Antonio Nappi ha espletato alcuni compiti burocratici quali la nomina di un segretario e di due scrutatori, la conta dei presenti per determinare il numero legale e le maggioranze. L’assemblea ha proceduto con le votazioni, sono risultati eletti: Antonio Caiazza - ministro; Grazia Celentano - viceministra; Alfonso Dolgetta, Domenico Peluso e Rosaria Santaniello - consiglieri. Alla Fraternità, e in particolare ai fratelli eletti, l’augurio di saper essere testimoni credibili del Vangelo con la propria presenza nel mondo. Alfonso Dolgetta

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I

l Centro Pastorale di Sarno, guidato da don Roberto Farruggio, ha vissuto con i bambini del catechismo una bella esperienza di comunità fraterna. La rivista Insieme ha lanciato un concorso per tutti i bambini della Diocesi SarnoNocera sulle bugie nei Vangeli da ricercare e rappresentare con disegni, poesie o articoli di giornale. I piccoli, lavorando in gruppo, hanno fatto un ottimo lavoro e hanno trascorso un pomeriggio insieme agli altri bambini che hanno preso parte alla premiazione all’Oratorio San Domenico Savio, a Nocera Inferiore, ricevendo la visita del nostro vescovo Giuseppe Giudice che, intrattenendosi con loro, ha fatto una brillante catechesi sulle bugie ribadendo l’importanza della verità nella vita quotidiana. Tutti hanno ricevuto un attestato di partecipazione con la benedizione del nostro Vescovo. Mafalda Rega

“Il Signore mi donò Il Villaggio francescano allestito a Pozzuoli, dalla famiglia francescana della Campania

P

er concludere l’anno con gioia, tutta la famiglia francescana si riunisce per trascorrere insieme un giorno di festa, animazione, evangelizzazione e preghiera, con l’obiettivo di rendere grazie al Signore per quanto ci ha donato. Quest’anno il Villaggio Francescano è stato allestito il primo maggio, nel Largo San Paolo – Piazza a Mare di Pozzuoli. L’evento, organizzato dalla famiglia francescana della Campania ( frati, suore, ordine francescano secolare, gio-


Un bella vittoria Un momento dei festeggiamenti

I festeggiamenti di San Michele Arcangelo

L’

8 maggio la città di Sarno festeggia il patrono san Michele Arcangelo, festa che riunisce tutta la forania che si prepara con la novena e la recita della coroncina di san Michele Arcangelo. Molto partecipato è stato il novenario e suggestivo il momento della Veglia dell’Angelo, in Piazza Municipio, con la partecipazione del trio Canticum Cordis. Intensa la solenne processione verso il Duomo di Episcopio, con la santa Messa concelebrata da don Roberto Farruggio e don Antonio Calabrese. Al termine della Celebrazione, abbiamo fatto ritorno in processione in Piazza 5 Maggio dove c’è stato l’atto di affidamento della città da parte del sindaco Giuseppe Canfora. A presiedere la celebrazione a San Francesco è stato don Marco Siano, che ha guidato la processione fino al Santuario Maria SS. delle Tre Corone. I festeggiamenti si sono conclusi con la degustazione di pasta e fagioli e zeppole, con l’esibizione del gruppo Skenè. Salvatore Corrado e Donatella Ferrara

Domenica 22 aprile i nostri giovani e giovanissimi hanno fatto squadra con gli amici dell’AC “Rosa Velardo” di Poggiomarino e di “Sant’Alfonso M. de Liguori” di Sarno per il 3° torneo di calcetto organizzato dall’Azione Cattolica diocesana presso lo stadio “Felice Squitieri”. Due squadre affiatate, SSAC Super e SSAC Santos, che hanno vinto sia il “premio Fair play” sia il “premio AC”. Una bella esperienza di famiglia che rende più forte il legame con i tanti amici che l’Azione Cattolica ci mette a fianco!

dei fratelli” ventù francescana e araldini) aveva come tema “Il Signore mi donò dei fratelli. Dal Vangelo alla Vita e dalla Vita al Vangelo”. La mattinata ha avuto inizio con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella ed è proseguita con la presentazione della giornata e gli stand, detti “Piazzette di vita”, in cui frati e membri di alcune fraternità della Campania hanno affrontato con sguardo francescano temi attuali, dall’impegno politico, alla salvaguardia del creato, alla tutela e alla cura dei minori e della propria spiritualità. Le attività si sono concluse con un momento di festa finale in piazza, curato dal gruppo Cantiere Kairos. Ersilia Fiore

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO Un momento della manifestazione Gusta Contrade, degustazione di piatti tipici realizzati con i prodotti della terra delle sei contrade in cui si divide la comunità

Una riflessione sul tema del lavoro

S

i sono da poco conclusi i festeggiamenti in onore di san Giuseppe protettore dei Lavoratori. Nella comunità Santa Maria delle Grazie a Casatori c’è un’antica devozione nei confronti di questo Santo per la presenza di una cappella a lui dedicata. È ubicata nella parte più antica del territorio, fatta costruire dalla famiglia Capece-Minutolo, signori di San Valentino e Casatori. Non si conosce la data esatta della sua edificazione, faceva parte di un castello, castum di pianura, simile a una piccola fortificata cittadella unita di torri, mura, bastioni e fossato. La Chiesetta, successivamente divenuta di proprietà della parrocchia Santa Maria delle Grazie, fu arricchita da una statua di san Giuseppe che, in seguito, venne traslata nella chiesa parrocchiale. Da questa devozione, con il passare degli anni, la festa di san Giuseppe Lavoratore è divenuto momento forte per riflettere sulla tematica del lavoro. Lavoro che non deve essere visto solo come mezzo di sussistenza e di realizzazione personale, ma soprattutto come servizio per gli altri. In quest’ottica il lavoro dà all’uomo il meraviglioso potere di partecipare all’opera creatrice di Dio e di portarla a compimento. Ogni anno, il primo maggio, la statua viene portata in processione per le strade del pae-

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se. Un momento intenso che si conclude con la Santa Messa, preceduto dal Triduo di preparazione alla festa. Il fine settimana successivo in collaborazione con la Coldiretti c’è la consacrazione al Santo di tutti gli agricoltori. Una celebrazione in cui si pone l’attenzione sulla terra, come dono di Dio da custodire e preservare, accanto al lavoro dignitoso e faticoso, ma anche nobile dell’a gricoltore. I contadini lavorano con amore e passione la terra, ci forniscono un cibo buono e sicuro, con le loro famiglie sono testimoni di un’alleanza con la terra che rinnovano nelle pratiche produttive. Dalla terra all’uomo, dall’uomo ai frutti della terra. E con i frutti da essa prodotti, dopo un lavoro attento e laborioso delle sei contrade in cui si divide la nostra comunità, nasce e si rinnova Gusta Contrade con piatti tipici della nostra tradizione: un connubio tra l’arte del gusto e i prodotti della terra. E così, anche questa edizione della festa di san Giuseppe, tra fede e tradizioni, si è conclusa, allietata da canti e balli popolari. Ma ci lascia la consapevolezza che la nostra terra dell’Agro, colma di storia, passioni e onesti lavoratori, ha tante potenzialità che devono essere coltivate per il bene dell’intero territorio. Marina Longobardi

La festa di san Giuseppe Lavoratore è un’occasione importante per riflettere sul tema del lavoro, dono prezioso per partecipare all’opera creatrice di Dio

La statua di san Giuseppe


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI In redazione Rosaria Faiella, Alessia Bove, Francesco Coppola e Federica Sciumbarruto

Il cammino della comunità Cinquanta giovani della comunità San Giovanni Battista in Cicalesi hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione lo scorso 29 aprile. Possano sperimentare che non si è mai soli nel cammino della fede. Auguri!

Il campo San Giorgio è l’evento annuale per ricordare e onorare il Santo Patrono degli Esploratori e delle Guide, che si festeggia il 23 aprile, secondo i programmi di zona o in gruppi gemellati. Nella foto, il reparto Stella Polare del gruppo Scout Nocera Inferiore 1 insieme al reparto Perseo del gruppo Scout Gragnano 2 in attività a Nocera Inferiore

Siamo lieti di invitarvi a partecipare alle prossime attività estive proposte dalla nostra parrocchia: dal 7 al 16 giugno, l’Estate Ragazzi per i bambini e i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Il 10 giugno il tradizionale appuntamento con Bicicalesando

Gesù con la sua Resurrezione ci ha liberato dalle catene del peccato e della paura: il gruppo giovanissimi, durante il ritiro ad Episcopio di Sarno, dal 30 aprile al primo maggio, si è assunto l’impegno di vivere da uomini veramente liberi, perché “la libertà è sacra come il pane”

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI L’Eucaristia, fonte e culmine della fede

Il quadro della Madonna del Carmine

“Rallegratevi ed esultate”

“R

allegratevi ed esultate (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati ed umiliati per causa sua”. Sono queste le prime parole della nuova Esortazione Apostolica di papa Francesco, sulla chiamata universale alla santità nel mondo contemporaneo, dal titolo “Gaudete et exsultate”, che la nostra comunità ha approfondito durante il mese di maggio. Anche quest’anno abbiamo celebrato con fede questo tempo, offertoci per onorare al meglio le virtù della nostra mamma celeste. Le riflessioni di papa Francesco sulla santità ci hanno accompagnato giorno dopo giorno, fornendoci numerosi spunti di riflessione. Ogni sera abbiamo approfondito una parte del documento, scoprendone i diversi aspetti e sfaccettature. Ad esempio, abbiamo capito che i santi non sono soltanto quelli già beatificati o canonizzati. Secondo le riflessioni di papa Francesco, infatti, è possibile ritrovare la santità nei genitori che crescono con amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano, nei malati, nelle religiose. Il Papa parla di una santità “della porta accanto”, per farci capire che anche quelli che vivono vicino a noi possono essere un riflesso della presenza di Dio.

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Il concorso. Nel mese di maggio, vi sono stati momenti che hanno visto protagonisti i più piccoli. Si è svolta la seconda edizione del Concorso fotografico "Festa della mamma" organizzato dagli educatori del nostro oratorio San Giovanni Bosco. Ogni bambino ha postato sulla pagina facebook dell’oratorio una foto con la propria mamma, ha vinto la foto che ha ricevuto più like. In queste ultime settimane, poi, sono terminate le attività di catechismo per i bambini che si stanno preparando a ricevere il sacramento dell’Eucaristia. Il percorso si è concluso anche quest’anno con un piccolo momento di festa durante il quale i bambini hanno potuto salutarsi e ringraziare il Signore per l’anno trascorso insieme. La processione e la festa. Il mese di giugno, appena cominciato, è ricco di momenti speciali per la nostra comunità parrocchiale. La Processione del Corpus Domini cittadina, quest’anno, si concluderà nella nostra parrocchia, l’Eucaristia è la strada maestra per incontrare Gesù. Verso la metà del mese il quadro della Madonna del Carmine girerà per le strade della parrocchia annunciando la festa della Regina del Monte Carmelo. A Lei affidiamo il cammino della nostra comunità parrocchiale, sicuri che ci guiderà all’incontro con suo figlio Gesù. Anna Petrosino

La comunità Santa Maria del Carmine di Pagani si è lasciata guidare, durante il mese di maggio, dall’Esortazione apostolica del Papa sulla santità


Diocesi di Nocera Inf.-Sarno

Parrocchia San Sisto II

FESTA DI

SAN VITO 9-17 GIUGNO 2018

sabato 9 giugno

| ore 17.00

Celebrazione Eucaristica e Processione per le vie della città

da martedì 12 a giovedì 14 giugno | ore 20.00 Celebrazione Eucaristica per il Triduo venerdì 15 giugno

| ore 20.00 Celebrazione Eucaristica con benedizione dei cani presso la chiesetta di Montevergine sabato 16 e domenica 17 giugno | ore 20.00 Serate gastronomiche in via Barbazzano potrete degustare la ciotola di San Vito e ascoltare musica dal vivo

Via Cesarano, 184 | 84016 Pagani (SA) | Tel/Fax 081916779 GIUGNO 2018 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI L’incontro con padre Ernesto della Corte

Un mese di grazia

“L

a Madonna è la via più facile, più breve, più perfetta e sicura”, scriveva san Luigi Maria Grignion di Monfort nel Trattato della vera devozione a Maria. Lungo questa via ci siamo incamminati, nel mese di maggio, lasciandoci guidare dalla Vergine come una tenera madre che ha cura di noi e ci porta al cuore di Gesù. Un mese impregnato di fioretti, rosari sgranati nei cortili, in parrocchia o, più semplicemente, inginocchiati davanti ad una sua immagine per affidarle una particolare intenzione di preghiera. Tanti gli appuntamenti messi in agenda dal nostro parroco, don Antonio Mancuso, insieme al consiglio pastorale, a partire dall’interessante incontro, il 5 maggio, con padre Ernesto Della Corte che ci ha presentato, con un linguaggio ricco e curato, Maria come figura rilevante e discreta della famiglia di Nazareth. La donna del “sì” al servizio di Dio, rispettata e benvoluta, esempio da imitare per ogni donna. Padre Ernesto si è anche soffermato sul rispetto di Gesù per le donne, sulla fiducia loro accordata, sul ruolo fondamentale che esse hanno all’interno della Chiesa. Il “sì” di Maria è stato ripreso durante ogni Celebrazione Eucaristica per sensibilizzare la comunità ad un autentico incontro con Gesù, attraverso la dolce

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Madre, guardando al suo totale abbandono. Una risposta silenziosa e concreta, frutto di una vita radicata profondamente nella Scrittura. L’Esortazione Apostolica. Nei giorni in cui la comunità contemplava il volto della Madre, don Antonio ha presentato ai fedeli l’Esortazione Apostolica “Gaudete et Exsultate” di papa Francesco. Segno della devozione a Maria è stata anche la novena con cui ci siamo preparati alla festa della Madonnina delle Lacrime, la cui immagine è custodita nella chiesa dell’Annunziata. C’è stata una bella partecipazione settimanale, il mercoledì sera, alle Messe celebrate in alcuni cortili e condomini del territorio parrocchiale; al percorso sul Chianiello, luogo di preghiera e meditazione, a due passi dal cielo in comunione con il creato, dove ognuno, dal più piccolo al più anziano, ha consegnato a Dio il proprio cuore. La conclusione più bella. In compagnia di don Antonio abbiamo vissuto il pellegrinaggio parrocchiale al santuario del Santo Rosario di Pompei, che ha coinvolto numerosi fedeli, e la Celebrazione Eucaristica all’Altare Maggiore. Un maggio ricco di eventi e tanta preghiera per essere pagine bianche su cui Dio scrive la nostra storia. Antonella Malafronte

La comunità Santa Maria del Carmine e della SS. Annunziata di Angri ha vissuto un intenso mese di maggio, con lo sguardo puntato sulla santità di Maria

La Madonnina delle Lacrime, custodita nella parrocchia della SS. Annunziata


PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO Le suore della Carità durante la visita all’istituto che gestivano 22 anni fa

DIO SOLO

Ricca di eventi di grazia la vita della comunità di Sant’Antonio di Padova a Poggiomarino, nel solco del motto di santa Giovanna Antida Thouret

D

io solo è il motto di santa Giovanna Antida Thouret, fondatrice della Congregazione delle suore della Carità, presente a Poggiomarino da 108 anni. Le suore hanno vissuto una mattinata di forti emozioni, visitando la scuola che fino a 22 anni fa gestivano loro. Suor Maria, con aria malinconica, aveva manifestato il desiderio di rivedere il plesso Miranda. Ogni mattina, passando accanto all’istituto, mandava un bacio a quanti erano nella scuola, ricordando intere generazioni di poggiomarinesi che dal 1909 avevano gioiosamente affollato quelle aule. La dirigente del plesso, la professoressa Ferraro che non sapeva della loro attuale presenza sul territorio, ha mostrato una spiccata sensibilità e, andando oltre il protocollo istituzionale, ha accolto su un tappeto bianco le “due regine”. Dio solo conosce l’amore che le suore danno ancora oggi in tutto quello che fanno, alla dirigente è bastato un attimo per capirlo e subito è partito un abbraccio lungo… 22 anni! Il prossimo anno, ha promesso, sarà festa grande. Poi c’è stata la lezione di suor Olimpia sulla regola del 6: se a 6 anni sei educato bene, lo sarai anche a 60, che ha ricordato a tutti l’importanza della formazione nei primi anni di vita. Dio solo anche per padre Aldo, volato per pochi giorni in India per partecipare all’ordinazione di due amici seminaristi, adesso sacerdoti in eterno. Ha raccontato che al termine dei festeggiamenti, un adolescente è corso da lui chiedendogli di voler entrare in seminario. Padre Aldo ha uno spiccato spirito missionario ed è molto amato in quelle terre dove è ancora forte la genuinità della fede. Storica, per la presenza di 180 fratelli sudafricani del Cammino neocatecumenale e di ben 8 sacerdoti più seminaristi, la Celebrazione vespertina a sant’Antonio ad inizio maggio. La foto della nostra chiesa gremita ha fatto il giro del mondo, arrivando fino a Cape Town. Infine, Dio solo anche per padre Bruno che il 29 giugno festeggia il 50esimo anniversario di sacerdozio (vedi pagg. 38-39). Il suo carisma dell’annuncio ha edificato tante anime dalla Sicilia alla Campania, passando per la Puglia. È davvero una grazia averlo qui tra noi. È padre Bruno ad aver avuto l’intuizione della tredicina di sant’Antonio. Ecco, avremmo un desiderio per sentirci ancora più comunità… aprite le porte, uscite sui balconi, rivestiteli con le coperte più belle, scendete in strada, lanciate coriandoli dai piani alti. Insomma, mostrate il vostro amore al Santo che passa.

Il Progetto Famiglia anche quest’anno ha promosso il regalo solidale. 330 volte grazie a Poggiomarino

Il pellegrinaggio Tin Pompei. La meravigliosa accoglienza della parrocchia Regina Pacis di Angri

88 è il numero dell’infinito. Auguri di buon compleanno alla “zietta” della parrocchia, la signorina Cutolo Maria Giovanna, apostola della preghiera

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

In foto, due momenti della Giornata del Malato, celebrata lo scorso 25 aprile

“Vado a farmi santo” La Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza ha vissuto, insieme ad altre associazioni del territorio, la Giornata del Malato nella città di san Gerardo Maiella, scelto come maestro per tutti i volontari

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È

divenuta ormai una consuetudine: il 25 aprile, in occasione della Giornata del Malato, i volontari e gli ammalati della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e di altre associazioni del territorio, approfittando della pausa dagli impegni lavorativi, trascorrono una giornata insieme, in pellegrinaggio verso Caposele, città di san Gerardo Maiella. In quella data la Chiesa celebra la festa di san Marco Evangelista e la giornata è cominciata con la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro vescovo, mons. Giuseppe Giudice, il quale ci ha esortato a lasciarci ispirare dall’evangelista: a partire dai suoi scritti, ciascuno impari a testimoniare Cristo non solo a parole ma con la testimonianza tangibile delle azioni. Un pezzo di paradiso. Nel 1957, data del primo pellegrinaggio, il fondatore della Puacs, il cavalier Alfonso Russo, scelse – non certamente per caso – il paesino di san Gerardo Maiella come meta per questo appuntamento annuale. Il santo è famoso per la sua particolare dedizione verso gli ammalati e l’attenzione nei confronti dei più deboli. Uno dei suoi propositi era visitare ogni giorno i sofferenti che, affascinati dalla sua fede, lo definivano “pezzo di paradiso”. Per questo motivo, abbiamo scelto san Gerardo come maestro per i nostri volontari: seguendo il suo esempio ciascuno impari a far

diventare la sofferenza un segno d’amore, eguagliandola al dolore che Gesù ha dovuto subire sulla croce per amor nostro, e a viverla nel modo giusto per scoprirne il valore reale. Un giorno la sua mamma, nella stanza da letto, trova un foglio con poche parole: “Vado a farmi santo”. Annodando le lenzuola, il giovane si era calato dalla finestra per raggiungere i missionari redentoristi. Ricordando quest’episodio, il vescovo Giuseppe ha rivolto a tutti lo stesso invito: “Andiamo a farci santi!” Sabrina Perrino


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Suor Maria Luigia

Un passaggio decisivo

I

È ripreso, lo scorso aprile, il processo di beatificazione di suor Maria Luigia del Cuore di Gesù, affidato al postulatore Alfonso Sarno

l mese di aprile 2018, nella storia dell’Istituto delle Suore Francescane di S. Antonio, sarà ricordato come un mese benedetto perché segna la ripresa del processo di beatificazione della venerabile suor Maria Luigia del Cuore di Gesù. Nell’articolo relativo alla ventinovesima seduta del governo generale di madre Rita Fiore – pubblicato su questo mensile nel dicembre 2017 – riportammo due deliberazioni riguardanti suor Maria Luigia: «la traslazione delle “sacre spoglie” della fondatrice in luogo più “vistoso”, possibilmente insieme a quelle della riformatrice, madre Chiara Luciano», e «l’incarico a padre Marino Camera, avvocato della Sacra Rota, di raccogliere informazioni presso la Sacra Congregazione dei Riti circa la positio della causa di beatificazione della fondatrice». Sappiamo che nel 1829, all’indomani della morte di suor Maria Luigia, la Curia arcivescovile di Napoli aveva già svolto il processo di Ricognizione di suor Maria Luigia cui fecero seguito altri cinque processi rispettivamente nel 1876, 1884, 1885, 1908 e 1912. Di questi processi solo una minima parte fu inviata a Roma. Pertanto tutto si ferma al 1912, l’ultimo atto è una lettera datata Roma, 11 maggio 1956 e indirizzata a madre Letizia, all’epoca superiora uscente della comunità religiosa del Carminello di Pagani e futura madre generale dell’Istituto. Ecco il testo: «Reverenda Madre Vicaria, il molto reverendo Padre Postulatore, secondo quanto aveva scritto la Madre (M. Rita Fiore), vi aspettava a Roma, e per tal ragione non aveva risposto. Lo farà presto. Alla Sacra

Congregazione dei Riti non risulta che quanto vi fu notificato da P. Marino. Nemmeno nell’archivio vaticano, dove si conservano gli atti antichi, risulta conservato il processo riguardante la vostra venerabile fondatrice. Bisognerà curare al più presto la copia del processo istruito presso la Curia Arcivescovile di Napoli, ed eventualmente degli altri atti che risultano. È norma, da osservarsi rigorosamente, che il “processo” originale custodito dalla Curia non venga affidato alla parte interessata per la trascrizione, ma questa deve essere curata dal tribunale ecclesiastico, il quale potrà servirsi di persona di sua fiducia (esclusa sempre la parte interessata). Quindi, rassegnatevi a subire la spesa. Per la traslazione della salma della Fondatrice sarebbe meglio intendersi con il Postulatore, il quale potrebbe venire ad assistere al rito. Non abbiate fretta. Religiosi ossequi a voi e alle consorelle. Il Signore vi benedica tutte». La svolta. Da questo punto, l’attuale superiora generale dell’Istituto, suor Tecla Giannubilo, ha fatto riprendere il processo dall’avv. Alfonso Sarno, nominato dal consiglio generalizio dell’Istituto postulatore. Chi scrive collabora in qualità di vicepostulatore. Il postulatore, la rev.ma Madre e il sottoscritto si sono attivati immediatamente per la ripresa del processo recandosi da don Nunzio D’Elia, direttore del tribunale per la Causa dei Santi di Napoli. L’avvocato Sarno è febbrilmente impegnato a preparare la documentazione necessaria per procedere. E, come aveva esortato, senza essere ascoltato, sessantadue anni fa padre Capobianco, si ricomincia dalla Curia Arcivescovile di Napoli.

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L'ULTIMA di Francesco Zanotti, ex presidente Federazione Italiana Settimanali Cattolici

La follia del male L

La tragedia di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, si aggiunge alla lunga lista di casi di cronaca nera che vedono protagonisti uomini che conducono, apparentemente, vite normali. Questa spirale di violenza sembra soffocarci. Come tenere il male lontano dal nostro cuore?

a tragedia di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, si aggiunge alla lunga lista di casi di cronaca nera che vedono protagonisti uomini che conducono, apparentemente, vite normali. Questa spirale di violenza sembra soffocarci. Come tenere il male lontano dal nostro cuore? Un uomo normale. Una famiglia come tante altre. Mai un litigio. Per molti, una tragedia assurda. Sembra un ritornello, quasi una cantilena, anzi, una giaculatoria, un’invocazione, quasi a voler scacciare lo spettro di qualcosa che si insidia in tutti, dietro l’angolo delle nostre esistenze. Impensabile. Inconfessabile. Eppure possibile, perché sempre più spesso accadono fatti come quello verificatosi in Abruzzo, a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, lungo la A14. Fausto Filippone, 49 anni, manager di una nota firma della moda italiana, in preda alla follia, uccide la figlia di dieci anni. Non sappiamo in che modo questo gesto folle è legato alla morte della moglie, avvenuta poche ore prima, per una caduta dal quarto piano di casa. L’uomo si avvicina a un viadotto dell’autostrada e getta giù la bambina. La vede morire. Forse pensava di farla finita subito anche lui. Poi un sussulto, un ripensamento, un sospiro che dura sette ore, prima di lanciarsi nel vuoto. “Nel suo cuore è già morto – ha commentato Marina Corradi su Avvenire –. Il pensiero di ciò

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che ha fatto è insopportabile. Eppure qualcosa all’ultimo istante lo trattiene, e le mani sudate si riavvinghiano all’ultimo sostegno. Cosa lo ferma?”. Già, che cosa lo fa tentennare? Come mai non si butta? Quale istinto lo tiene legato a una vita che è già distrutta? Forse è la fiammella di una remota speranza? O l’attaccamento a questa esistenza che fa vacillare anche i più tenaci? Cosa si scatena nel cuore perché accadano eventi così sconvolgenti? Perché un uomo, dalla vita all’apparenza normale e sano di mente, in pochi attimi, riesce a travolgere se stesso e la sua famiglia in un delirio di onnipotenza (Sono io il padrone della mia vita è il pensiero inconfessato) più forte del desiderio struggente di rimanere attaccato a questo mondo? Sono domande destinate a rimanere senza risposta. È il pensiero di chi è transitato sul luogo della tragedia o è rimasto incollato allo schermo della tv. Sono le nostre domande, le domande di padri e madri, di figli e nipoti, di nonni e zii. Di quella trama di relazioni umane di cui sono fatte le nostre case, di cui è intessuto il nostro quotidiano, le nostre abitudini, anche le nostre certezze. In questi frangenti il dubbio ci assale e incrina ogni convinzione. Ma non può e non deve sopraffarci. Non vogliamo e non possiamo farci travolgere. Restiamo attaccati alla vita e a Chi ce l’ha donata. Solo lì c’è la salvezza, più forte di ogni disperazione.




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