La Settimana n. 28 del 24 luglio 2011

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

24 luglio 2011

Imparare mangiando

di monsignor Ezio Morosi

Nelle tue mani Signore affido il mio spirito

(SALMO 30,6)

ono le parole di Gesù pronunciate al momento della sua morte. Le paSsione role con cui riconsegna al Padre la sua umanità e offre a Lui la sua pasper la redenzione del mondo. E sono allo stesso tempo le parole con cui Gesù si pone accanto alla passione di ogni uomo per indicargli come affrontare i momenti drammatici della sua esistenza. La Chiesa ci fa ripetere ogni sera queste parole nella preghiera di Compieta. Dopo essere stati durante il giorno “nelle mani” degli uomini alla sera sentiamo il bisogno di affidarci a Dio, che ci prende per mano e ci infonde serenità.

Parrocchia MADRE SETON

Il progetto: Costruire una cucina ed una cisterna per l’acqua per il villaggio di Dekamharè La parrocchia di Madre Seton gemellata con le missioni delle Figlie di Carità in Eritrea orse neppure riusciamo a immaginare cosa voglia dire alzarsi la mattina, uscire di casa senza fare colazione (noi che siamo abituati a farne anche due di colazioni!), e magari non avere nemmeno cenato la sera precedente, e percorrere chilometri e chilometri per raggiungere la scuola. Forse non riusciamo ad immaginare neanche quanto possa essere grande la voglia di imparare a leggere e scrivere per un bambino dell’Africa e quanto possa essere importante per il suo futuro. Ma se anche non possiamo immaginarlo, possiamo credere alle Figlie di S. Vincenzo de’ Paoli, che giorno dopo giorno nella scuola di Dekamharè in Eritrea, accolgono questi piccoli, a volte talmente debilitati da addormentarsi sul banco durante la lezione, figli di famiglie in estrema povertà, ma capaci di credere nelle opportunità di una vita migliore che la scuola offre ai propri bambini. È dal 1972 che esiste la scuola della S. Vincenzo, a 40 km a sud di Asmara. Sono 1600 gli alunni che la frequentano in classi di scuola materna, elementare e media, suddivisi in due turni di 4 ore ciascuno. Le suore provvedono all’istruzione, al materiale didattico, ma anche al cibo e al vestiario e per compiere meglio questo loro

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compito chiedono aiuto. La parrocchia di Madre Seton di Livorno, sensibile al carisma vincenziano, secondo la vocazione della sua santa patrona e l’impegno del parroco don Gino Franchi (nella foto in alto insieme ai bambini della scuola), da tempo è gemellata con l’opera delle Figlie di Carità in Eritrea. Dal 2005 sono stati concretizzati diversi progetti grazie alla generosità dei fedeli della parrocchia: un

pozzo, una piccola scuola, container di materiale di prima necessità durante l’emergenza fame e adesso «Imparare mangiando», ovvero la realizzazione di una cucina e di una cisterna per la raccolta dell’acqua, per aiutare le suore a garantire ai bambini che frequentano la scuola un pasto quotidiano, per molti, l’unico della giornata. Saranno necessari 8.000 Euro per la costruzione della cucina e 30.000

Euro per la cisterna. Il progetto sarà coordinato a livello locale dalla Congregazione Eritrea delle Figlie di Carità, mentre periodicamente da Livorno, come già è accaduto negli anni scorsi, partiranno giovani e adulti per incontrare gli operatori di Dekamharè ed i bambini della scuola, vivendo esperienze indimenticabili di amicizia e solidarietà, come raccontano anche le foto in questa pagina. c.d.

L’Eritrea: un piccolo paese con problemi grandi Eritrea è un paese di antica civiltà del corno d’Africa, che si affaccia sul Lalcune ’Mar Rosso: 3.700.000 abitanti che occupano un vasto altopiano e pianure costiere, territori dal clima mite e favorevoli all’insediamento umano. Pur essendo piccola l’Eritrea è sempre stata teatro di migrazioni ed è stata contesa da popoli sia africani che europei. Da 30 anni il paese lotta quasi ininterrottamente per l’indipendenza dall’Etiopia; poiché non è ancora stata fatta una precisa demarcazione dei confini la situazione va sempre peggiorando e tutti gli uomini e i ragazzi sono in servizio militare permanente. L’economia eritrea è un’economia estremamente povera: si basa principalmente sulla pastorizia e sull’agricoltura, ma vi è mancanza di manodopera, anche a causa delle forze sottratte ai campi per la guerra, a questo poi si aggiunge la terribile siccità. L’Eritrea ha una popolazione di origine Afro-Asiatica suddivisa in nove gruppi etnici con diverse origini linguistiche. Le principali religioni praticate in Eritrea sono quella Islamico-Sunnita musulmana, quella Cristiano-Ortodossa copta, quella Cattolica e quella Protestante, in aggiunta a una piccola minoranza Animista. L’Eritrea è molto devota a Giustino de Jacobis, il grande apostolo del popolo d’Abissinia (oggi Eritrea ed Etiopia). Fu il fondatore della Congregazione della Missione, Vincenzo de Paoli in Africa, aveva una grande comprensione della cultura del paese e delle sue tradizioni. Apprese la lingua, visse con le persone, e lavorò a migliorare le relazioni a livello locale. Era un uomo in anticipo sul suo tempo per ciò che riguarda l’inculturazione: per annunciare il Vangelo, utilizzava le tradizioni e la cultura della gente dell’Eritrea, fu anche precursore del dialogo ecumenico tra Cattolici e copti.


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24 luglio 2011

RICORDIAMO i nostri preti di Maria Luisa Fogolari

Don Renato Lanini ato a Figline Valdarno (FI) il 15 N novembre del /1915. Completò nel Seminario di Livorno gli studi per la preparazione al sacerdozio. Ordinato Sacerdote nel Santuario di Montenero insieme a don Vitaliano Borrelli il 24 ottobre del 1948. Fu imediatamente nominato vicario cooperatore Parrocchia di San Jacopo, dove rimase fino al 1961. Cappellano corale della cattedrale dal 1948. Nominato parroco di Santi Pietro e Paolo in Colognole nel medesimo anno, lì rimase fino al Dicembre 1986. Chiese di essere sollevato dal servizio pastorale di Parroco di Colognole per motivi di salute e si mise a disposizione delle comunità parrocchiali di Livorno come coadiutore prima dei Santi Pietro e Paolo, poi di San Matteo. Offrì diligente servizio, per lungo tempo, alle comunità delle Suore di Sant’Anna e di Santa Caterina da Siena. Fu insegnante di religione nella scuola statale. Morì il 7 Dicembre del 1991.

AD ANCONA E DINTORNI

IL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE i svolgerà ad Ancona e nelle città della (Osimo, Jesi, Loreto, FabriaSnometropolia e Senigallia) dal 3 all’11 Settembre, il XXV Congresso Eucaristico Nazionale. «Otto giorni di celebrazioni, incontri, approfondimenti, nel segno di una cultura nella quale l’Eucaristia ha a che fare con la vita quotidiana, quindi con gli affetti, il lavoro e la festa, la fragilità, la tradizione e la cittadinanza» come è scritto nel programma dell’evento. Presentando il calendario definitivo dell’appuntamento (3-11 settembre 2011),monsignor Menichelli aggiunge: «Attorno all’Eucaristia noi elaboriamo un progetto caratterizzato da 3 C: le Celebrazioni, che si terranno sul territorio della Metropolia; la Carità, che nasce dall’Eucaristia e che ci impegna a vivere la fraternità, si tradurrà in due opere-segno; la Cultura, a partire dalla mostra che inaugureremo sabato 3 settembre presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, con circa ottanta produzioni artistiche sul tema dell’Eucaristia, provenienti anche dai Musei Vaticani; e domenica 4, a sera, sarà invece la volta del concerto del «nostro» Maestro Allev.» Per tutte le informazioni sullo svolgimento del Congresso Eucaristico rimandiamo al sito ufficiale www.congressoeucaristico.it Dal sito www.congressoeucaristico.it IL 6 SETTEMBRE ALLE 18.30 NELLA CATTEDRALE DI FABRIANO MONSIGNOR GIUSTI CELEBRERÀ LA S. MESSA NELL’AMBITO DEL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

Preghiera del Congresso Signore Gesù, di fronte a Te, Parola di verità e Amore che si dona, come Pietro ti diciamo: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Signore Gesù, noi ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amore si è fatta corpo donato sulla Croce, ed è viva per noi nel sacramento della Santa Eucaristia. Fa’ che l’incontro con Te nel Mistero silenzioso della Tua presenza, entri nella profondità dei nostri cuori e brilli nei nostri occhi perché siano trasparenza della Tua carità. Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia continui ad ardere nella nostra vita e diventi per noi santità, onestà, generosità, attenzione premurosa ai più deboli. Rendici amabili con tutti, capaci di amicizia vera e sincera perché molti siano attratti a camminare verso di Te. Venga il Tuo Regno, e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente. Amen.

La parola alla... CARITAS DIOCESANA

Omar, Hassen, Arada e Usman Cuore aperto a quattro giovani del Ciad inalmente anche la nostra Chiesa livornese riesce a rispondere positivamente al grande esodo dei nostri fratelli profughi.

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Il giorno 13 Luglio, entra nel porto di Livorno un’altra nave che trasporta profughi dal Centro di Accoglienza di Manduria. Quattro di questi ragazzi, provenienti dal Ciad, vengono accolti dalla Fondazione Caritas di Livorno presso la «Casa Incontro», abitualmente dimora per altre tipo di persone in difficoltà. Gli altri ragazzi, compagni di questo viaggio della speranza, montano sui pullman e vengono trasportati in altre zone della regione. Omar, Hassen, Arada e Usman sono un po’ disorientati. si addormentano, Questo è solo Sono arrivati a mentre fuori Lampedusa il 22 vengono firmate l’inizio di un percorso Giugno, sopra una scartoffie e presi che pian piano si aprirà barcone appuntamenti tra attivando delle risorse sovraffollato Caritas, Provincia, proveniente dalla Protezione Civile, creative a favore Libia e in questo Questura e ASL. dei nostri amici mese sono passati Hanno tra i 18 e i da un centro 20 anni e, appena all’altro, da attendesse, ma certi che rimaniamo soli in un’identificazione era l’unico tentativo da struttura, la prima all’altra, senza riuscire a fare per provare a vivere domanda che ci fanno capire cosa stesse una vita migliore. è: «quando inizieremo accadendo e quale fosse Soltanto Omar parla a studiare l’italiano?». il loro destino. francese, gli altri tre Il progetto prevede Come molti altri, sono solo arabo. proprio corsi di partiti dalla loro terra Appena arrivati si formazione, nell’attesa senza ben sapere cosa li sistemano in camera e che abbiano una

risposta alla loro richiesta di asilo politico. I corsi si concentreranno principalmente sulla lingua italiana, ma anche sulla cultura e sulla geografia, in modo che successivamente siano in grado di avere un buon inserimento socio-lavorativo nel nostro tessuto sociale. Questo è solo l’inizio di un percorso che pian piano si aprirà attivando delle risorse creative a favore dei

nostri amici. È importante sottolineare la collaborazione positiva che si è instaurata con gli Assessori della Provincia e con la Protezione civile. Ci auguriamo che questo gesto di apertura verso questi nostri fratelli coinvolga altri volontari per far sentire loro che sono i benvenuti in terra di Livorno. Suor Raffaella Spiezio presidente Fondazione Caritas di Livorno

I COOPERATORI PAOLINI IN TERRA SANTA

«Scoprire» la fede nei luoghi di Gesù Luglio i Cooperatori Paolini A si sono recati in pellegrinaggio in Terra Santa. Accompagnati da don Olinto Crespi ex Direttore Nazionale dei Cooperatori e attualmente responsabile dell’Istituto Santa Famiglia (uno dei 10 rami della Famiglia Paolina), hanno visitato i luoghi santi legati alle memorie scritturistiche, apostoliche, ai grandi avvenimenti e ai grandi testimoni della fede cristiana, con al centro Cristo, non per fare del sentimentalismo, ma ritrovare lo spessore storico e reale di quanto credono e celebrano nella liturgia. La fede del cristiano infatti non è ideologia o un insieme di norme di vita, ma adesione alla persona di Gesù, è lo «scoprire Dio» che si rivela nella storia e nei fatti che hanno segnato le tappe della salvezza e l’origine della Chiesa. Come pellegrini hanno quindi ripercorso le strade e visitato i luoghi in cui gli avvenimenti salvifici avvennero per «riconoscere» quanto nel loro cuore hanno accolto nella fede per rinsaldarla e rinnovarla in tutta la sua realtà e storicità. È stata una esperienza intensa e commovente. La guida era un biblista armeno residente a Gerusalemme, conosceva otto lingue e con la sua lunghissima esperienza ha guidato per i luoghi santi, facendo vivere lo spirito del Salmo che dice:

«Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore. E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte o Gerusalemme». Chi è stato in quei luoghi comprende benissimo i sentimenti e gli stati d’animo che la visita a quei luoghi suscita. Una pellegrina dopo aver sostato a lungo sul Calvario ha scritto questa preghiera che ha voluto condividere e che riportiamo. Mo.C.

PREGHIERA SUL CALVARIO O Signore, il mio viso è sulla fessura dove era issata la tua croce. Fa’ che una goccia del tuo sangue mi sfiori. Una sola goccia tra le migliaia che tu hai sparso per la salvezza di noi tutti. Tu in questo sacro luogo hai assunto la pienezza di questa nostra umile e fragile umanità. Se solo una goccia ci sfiorerà, una scintilla della tua divinità brillerà, e potrai dire come al ladrone: oggi sarete con me in Paradiso. amen


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24 luglio 2011

Giovedì nel chiostro

CATECHESI in biblioteca

Il creato è un dono riservato all’uomo

L’iniziazione cristiana tra libri e dvd iamo o non siamo nel 2011? Siamo o non siamo nell’era digitale? E allora perché non utilizzare questi nuovi mezzi anche per la catechesi? Dvd, giochi interattivi, audiovisivi, collegamenti Internet con siti dedicati, ma anche testi a fumetti, divertenti, da leggere in gruppo: la biblioteca diocesana (situata all’interno del vescovado), in collaborazione con l’ufficio di catechesi della diocesi, ha acquistato e mette a disposizione delle parrocchie tutti questi strumenti. «Catechismo in

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biblioteca» così si chiamerà il percorso che sarà attivo dal prossimo anno pastorale (ottobre 2011). I catechisti potranno portare i ragazzi in biblioteca ed avvalersi sia degli strumenti, che dei locali: il salone, dotato di videoproiettore, e le sale della biblioteca, con i computer in rete. I ragazzi potranno così continuare il loro itinerario di fede, magari uscendo dai locali della parrocchia ed esplorando altri ambienti, facendo un’esperienza diversa e coinvolgente. Naturalmente occorrerà prenotarsi per organizzare meglio il

servizio, che è a disposizione di tutte le parrocchie della Diocesi. Presso l’ufficio catechistico (in vescovado) funzionerà un registro di prenotazione ed anche un registro di prestito; i catechisti infatti potranno comunque richiedere il materiale in prestito, per poterlo utilizzare anche nelle loro comunità parrocchiali. Le domande di prenotazione potranno pervenire anche per email a: biblioteca@livorno.chiesa cattolica.it, oppure a: catechesi@livorno.chiesa cattolica.it c.d.

Alla comunità di San Sebastiano laboratori e giochi insieme per trascorrere il tempo libero delle vacanze estive

E... state in parrocchia! rande partecipazione dei più giovani all’iniziativa «giovedì all’oratorio», il laboratorio delle idee organizzato dalle mamme, nonne e catechisti della parrocchia di San Sebastiano. Dal 16 giugno al 21 luglio bambini e bambine dai cinque ai quindici anni si sono cimentati in numerose attività ludiche e didattiche per oltre tre ore di puro divertimento. Ogni giovedì mattina è stato presentato un tema sul quale sviluppare delle attività. Durante la prima giornata carta, pennelli e colori alla mano, i giovani artisti hanno decorato il salone dell’oratorio, trasformato per l’occasione in galleria d’arte. Il giovedì successivo è stato dedicato alla pasticceria con la produzione di fragranti biscotti. E poi ancora un combattutissimo torneo di giochi da tavolo, un mini-corso di pittura su stoffa, la fabbrica di bracciali e collanine. Infine il torneo di giochi in palestra. «Mi sono veramente divertita a creare gioielli di perle multicolori» – afferma Giorgia, tredici anni. «A me invece mi è piaciuto di più realizzare una borsetta decorata con l’immagine di una farfalla rossa e gialla piena di brillantini» – chiosa Alessia di sette anni e mezzo. «Siamo soddisfatte – afferma Chiara, una delle organizzatrici – abbiamo assolto a un duplice obiettivo: riportare i nostri bambini in parrocchia anche durante la pausa estiva e farli divertire da matti tenendoli impegnati in attività educative. Durante la giornata

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dedicata ai biscotti – aggiunge – tutte le generazioni erano presenti: dai giovanissimi alle nonne, chiamate in forza della loro proverbiale esperienza in materia».

«I bambini hanno risposto con trasporto e gioia a tutte le attività proposte, sia quelle tipicamente giocose, sia quelle più impegnative – non manca di osservare Fernanda, una delle nonne – segno che la cosa più importante per essi era lo stare insieme». «Visto il grande successo di questa prima edizione – aggiunge Caterina – ci piacerebbe ripetere l’esperienza anche l’anno prossimo, confortate dall’entusiasmo e la disponibilità dimostrate dal parroco, padre Giovanni Battista Damioli». Gaetano Mastrorilli

unto fondamentale per l’Azione Panche Cattolica, la formazione del laico è indispensabile per vivere in una società puntando al bene comune. Per tenere sempre viva l’attenzione su temi importanti che la riguardano, anche quest’anno l’A.C. con i «Giovedì nel chiostro» propone un momento di confronto su dinamiche sociali attuali. Nel primo appuntamento, Antonio Martella, presidente diocesano A.C., ha introdotto il tema dell’ecologia alla luce della “Caritas in veritate”. Lasciando poi la parola a Don Bruno Bignami, docente di teologia morale all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Crema, si è presentato un panorama sul rapporto uomo-natura-Dio che va dalla Genesi a oggi. Tra decisioni sul nucleare, energie rinnovabili e guerre per il petrolio, sembra giusto riflettere sul valore del creato e provare a tornare a farsi meravigliare dalla natura e lodarne il creatore. Un po’ come più di 800 anni fa qualcuno aveva fatto, trasformando il suo ringraziamento in una preghiera e che oggi definiremmo forse un “ecologista”: San Francesco d’Assisi. “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa”: «Riconoscere che il creato è un dono riservato all’uomo – spiega Don Bruno- è anche farsi carico della responsabilità di conservarlo nel miglior modo possibile». Per tutti. Conservare non vuol dire lasciarlo incontaminato, ma capire con discernimento fino a che punto sia giusto agire su di esso. “Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature”: «Questo- ha continuato- nella visione di quello che diciamo quando recitiamo il “Padre nostro”: “il nostro pane quotidiano”, cioè un bisogno che accomuna tutta l’umanità». Dovere dell’uomo è perciò “soggiogare”(Gn 1,28) la terra, cioè agire come farebbe un pastore che sceglie i pascoli migliori per garantire la vita al gregge intero, ricercando così il bene di tutti per costruire un progetto, come auspica il papa, di comunione e fraternità. “Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta”: All’uomo è data la capacità di farlo. Se è vero infatti che il rapporto con la natura deriva dalla cultura di ogni popolo, l’intelligenza umana deve saper trasformare il creato per metterlo al servizio della vita non del singolo, ma dell’umanità «Garantendo quel desiderio di vita insito in ogni uomo» conclude il sacerdote. “Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande Cosa fare in humilitate”: concreto?Essere i primi a proporre nuovi stili di vita, famiglie e gruppi che siano modelli «Che andando contro la mentalità del guadagno che predilige l’uomo alla comunità, si facciano portatori di valori che rimettano al centro la bellezza del creato, che lodino e ringrazino per questo regalo, cercando di garantire un futuro, che forse per il singolo sarà sconveniente economicamente parlando, ma sicuramente permetterà all’uomo di ritrovare il senso delle relazioni fondanti e del valore delle cose». Giulia Sarti


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Agenda del VESCOVO

Diocesi informa

VENERDÌ 22 LUGLIO Nella mattina, in vescovado udienze laici 18.30 il Vescovo incontra la redazione de «La Settimana» DOMENICA 24 LUGLIO 12.00 Messa con alcune donne toscane consacrate nell’Ordo Virginum 16.00 il Vescovo celebra un matrimonio a San Miniato LUNEDÌ 25 LUGLIO 19.00 S.Messa e processione in occasione della festa patronale a San Jacopo MARTEDÌ 26 LUGLIO 9.30 in vescovado, incontro con i direttori dei centri pastorali e vicari episcopali 19.00 alla Rotonda di Ardenza, insediamento del nuovo magistrato della Misericordia 21.00 S. Messa e processione in occasione della festa patronale a Sant’Anna a Quercianella MERCOLEDÌ 27 LUGLIO 9.30 Riunione amministrativa in vescovado 19.00 Incontro con i coordinatori delle commissioni del Progetto Culturale in vescovado GIOVEDÌ 28 LUGLIO 21.00 incontro con il gruppo dell’oratorio della SS. Trinità Da Sabato 30 Luglio a Lunedì 1 Agosto il Vescovo è in visita pastorale alla parrocchia del Sacro cuore e San Nicola Vescovo all’isola di Capraia

BREVI DALLA DIOCESI

Giovedì nel chiostro di AC GIOVEDÌ 21 e 28 LUGLIO ALLE 21.15 Nel chiostro del Vescovado (vedi programma Locandina pag. 8)

Festa di San Jacopo LUNEDÌ 25 LUGLIO 19.00 Santa Messa presieduta dal Vescovo 21.15 Concerto di Musica Sacra delle tre corali della parrocchia 22.30 Processione in mare con l’omaggio floreale alla statua del Santo patrono

Libri da LEGGERE

di M.C.

Crippa L. Onnis M. - La contessa di Porta Pia.Ed San Paolo, pp.164, € 16,00 Sullo sfondo l’unità d’Italia e i suoi orotagonisti; in primo piano una storia che si dipana dal 4 ottobre 1870, alle porte di Roma, giorno in cui si svolge un colloquio teso e pungente tra la contessa Matilde Orsini ed Egidio Ferrari, del Ministero dei Lavori Pubblici del Regno d’Italia da poco costituitosi. Assisitiamo allo scontro tra due mondi: quello papalino e quello italiano; ma è anche l’incontro tra una donna ed un uomo che ormai sono e continueranno ad essere italiani pur con le loro virtù e con iloro difetti. Uno splendodo affresco storico degli anni in cui nasce la nostra Nazione e si incrocia con la storia di una passione all’italiana.

Il viaggio a LOURDES

Il racconto dei pellegrini in visita alla grotta dove apparve la Vergine

Un luogo di fede che si fa preghiera D

opo aver passato Arles e S.Marie de la Mer e aver visto i cavalli e i fenicotteri della Camargue, un gruppo di circa cinquanta pellegrini,della parrocchia del Sacro Cuore è giunto a Lourdes, il luogo di apparizione della Madonna, “la bella Signora”, a Bernardette Soubirous. Dopo alcuni giorni dal loro rientro a Livorno il gruppo, guidato da don Gino Berto a da don Gianni Sassano, si è riunito nella cripta della chiesa per rendere partecipe tutta la comunità delle loro emozioni. «Abbiamo voluto condividere con tutti questa esperienza -ha detto don Gino- perché una tale ricchezza non possiamo tenerla solo per noi.» La proiezione di alcune diapositive ha reso capibile questa esperienza anche a coloro che per svariati motivi non avevano potuto partecipare al pellegrinaggio. «Siamo partiti -ha aggiunto don Gino- con delle aspettative che sono state raggiunte perché Lourdes “ti coinvolge e ti sconvolge”, abbiamo potuto vedere, sperimentare, ed essere toccati interiormente. Ho visto -ha continuato don GinoLourdes per la prima volta, è un

paese collocato alle pendici dei Pirenei, è un posto piovoso e noi lo abbiamo sperimentato ampiamente! Ero un po’ prevenuto dal miscuglio del sacro con il profano, dalle numerose bancarelle, ma mi sono dovuto ricredere, perché Lourdes è un luogo di grande ricettività che accoglie cinque milioni di pellegrini ogni anno ed è salvaguardato da una immensa area verde che ci fa subito entrare in contatto con una esperienza di spiritualità che si concretizza in questo spazio di preghiera, di incontro, di meditazione. La differenza più consistente tra Lourdes e Medjugorie è che a Medjugorie si va per chiedere la guarigione del cuore, mentre a Lourdes, oltre a questo, vanno i malati del corpo, infatti i malati hanno la precedenza su tutto e su tutti, coadiuvati dalla presenza preziosa di tanti volontari. Cos’è Lourdes? Possiamo dire che risponde alle aspettative con le quali si parte, ti dà delle risposte, ti dà la pace del cuore, una gioia palpa-

bile, basta lasciarsi guidare dal clima che si respira, quello che colpisce è il silenzio quasi a farci capire che Maria si incontra nel silenzio, Lourdes è la Madonna che si è servita di Bernardette, una persona povera, umile, poco significativa, per arrivare a ciascuno di noi e farci così tornare con un cuore purificato.» Alle parole di don Gino hanno fatto seguito le testimonianze dei partecipanti: la parola più frequente è stata “commozione”, poi di “aver sentito il cuore pieno di felicità”, di aver apprezzato le cerimonie religiose e in particolare la processione eu-

caristica. Ci sono infatti 22 chiese dislocate in 52 ettari, è stato detto ancora: “la grotta è una calamita”, ci si sente “accomunati” con persone che non si è mai visto prima e di lingua diversa, lì c’è il modo di “ascoltare la bellezza” in sintonia con la Madonna. Lourdes è dunque una finestra che si è aperta improvvisamente sul cielo e che ti insegna ad amare la terra. «Lourdes -ha concluso don Gino- ti fa capire ciò che è essenziale, è un richiamo alla conversione del cuore, è una esperienza forte dello Spirito, un luogo della speranza perché ti dà una carica interiore, un luogo di fede che si fa preghiera, ti dà una fede obbediente come quella di Bernardette che ti spinge a perdere la faccia di fronte agli altri, ma comunque le parole che noi possiamo pronunciare sono sempre inadeguate.» Cosa è emerso da parte di tutti? Il desiderio di tornare, di rifare questa esperienza che ci apre il cuore alla misericordia di Dio. Gi. Gi.


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L’ora di religione a scuola non è il catechismo A CURA DI

ENRICA TALÀ

erita perlustrare quale elemento che appartiene alla collettività sociale ma che è proprio della comunità ecclesiale, la realtà che riguarda l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado. Troppo spesso confuso come un percorso di catechesi che si intreccia con contenuti e metodiche scolastiche, ha un quadro istituzionale di riferimento ben preciso. Seppur diverso e distinto dalla catechesi è ad essa tuttavia complementare. Oggi più che mai la distinzione e la complementarietà fra le due attività è funzionale alla crescita della persona e richiede maggiori «complicità» educative che rimandino l’una all’altra evitando accavallamenti e doppioni di contenuti, attività, obiettivi di apprendimento.

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Il quadro istituzionale dell’IRC L’Irc ha una specifica identità disciplinare che gli deriva dalla legislazione concordataria. Esso

Troppo spesso viene confuso l’insegnamento della religione cattolica a scuola con la catechesi proposta nelle parrocchie: a cura dell’ufficio scuola della Diocesi proponiamo alcune considerazioni su questo aspetto ed i dati di Livorno è: a) un insegnamento, dotato di programmi, insegnanti e libri di testo, b) inserito nel quadro delle finalità della scuola, c) assicurato dalla scuola, pur nella facoltatività di avvalersene da parte dell’utenza, d) conforme alla dottrina della Chiesa.

avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica per un ragazzo non significa dichiararsi cattolico, ma piuttosto scegliere una disciplina scolastica che si ritiene abbia un valore per la crescita della persona e la comprensione della realtà in cui siamo inseriti.

L’Insegnamento della Religione Cattolica è una disciplina scolastica a tutti gli effetti. Non è mossa da finalità catechistiche, ma si qualifica come proposta culturale offerta a tutti, credenti e non. In tal senso, pur essendo indirizzata in particolare ai credenti, si propone come insegnamento che va oltre le personali scelte di fede, essendo prioritaria la sua vocazione culturale: decidere di

La presenza, nel contesto scolastico, dell’Insegnamento della Religione Cattolica è legata dunque, in base al nuovo Concordato, a motivazioni culturali e pedagogiche. Proprio per questo, lo Stato attribuisce all’Insegnamento della Religione Cattolica, svolto «nel quadro delle finalità della scuola», una dignità formativa e culturale pari a quella delle altre discipline. Questo si fonda su un triplice riconoscimento:

a) il fatto religioso ha una notevole rilevanza culturale per comprendere la nostra storia; b) i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano; c) l’Insegnamento della Religione Cattolica contribuisce a dare una risposta specifica al bisogno di significato che ciascuno ha in sé. L’Insegnamento della Religione Cattolica viene svolto in conformità alla dottrina della Chiesa e accetta, al tempo stesso, di assumere le finalità della scuola, proponendosi non come realtà anomala nell’ambiente scolastico, ma come attività integrata nel complesso dell’esperienza didattica. Con esso, come per ogni disciplina, ci si propone l’acquisizione di conoscenze specifiche, la trasmissione di informazioni corrette e pertinenti, nel rispetto dello spirito critico e della libertà dello studente. Nel caso specifico di questa disciplina i contenuti sono legati al fatto religioso (cristiano in particolare) in rapporto agli interrogativi fondamentali che ciascun uomo si pone.

L’ufficio scuola della Diocesi di Livorno CHE COS’È IL SERVIZIO PER L’I.R.C. Il Servizio IRC si prende cura dell’Insegnamento della religione cattolica presso le scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, presenti nel territorio diocesano, collegandosi e coordinandosi con l’Ufficio nazionale della C.E.I.. Attualmente l’ Ufficio diocesano è diretto da Enrica Talà (docente e formatore), con il supporto di Luciano Pannocchia (direttore didattico in quiescenza), Giovanni Stellati (docente di RC), Luca Paolini (docente di RC, webmaster; esperto in didattica web 2.0) e altri collaboratori che si occupano di archivio cartaceo e raccolta dati, organizzazione di eventi formativi, relazioni con agenzie educative del territorio e nazionali. Finalità Il Servizio IRC si propone di assicurare nelle scuole, statali e paritarie, di ogni ordine e grado, un servizio qualificato in ordine all’insegnamento della religione cattolica. Compiti Il Servizio IRC: * promuove lo sviluppo culturale e pedagogico dell’insegnamento della religione cattolica in conformità alle disposizioni concordatarie * cura la formazione e l’aggiornamento permanente dei docenti di religione cattolica mediante la metodica dell’ attivazione di laboratori di ricercaazione monotematici in cui possano esprimersi le varie personalità e professionalità dei docenti; struttura percorsi formativi (teologico/didattici) per docenti di classe della scuola primaria statale e paritaria che siano in possesso dell’ idoneità per insegnare la religione cattolica * supporta la professionalità dei docenti in forma didattico/organizzativa e ecclesiale/ pastorale * effettua continuo monitoraggio dei crediti formativi conseguiti dagli insegnanti di ruolo a tempo indeterminato e quello degli aspiranti supplenti o dei supplenti che siano iscritti agli ISSR o alle Facoltà Teologiche Italiane * mantiene e sviluppa i rapporti con le autorità scolastiche per una corretta attuazione della normativa concordataria e delle successive disposizione esecutive * promuove la collaborazione dei do-

centi di religione cattolica con l’Ufficio di Pastorale della Scuola e Caritas diocesana o con le associazioni che lavorano nel campo dell’educazione e della scuola * orienta e sostiene l’inserimento attivo dell’insegnante di religione cattolica nella parrocchia di appartenenza e nella diocesi A LIVORNO

Gli insegnanti Uno sguardo veloce a coloro che sono stati individuati ad insegnare la disciplina della Religione Cattolica nelle scuole della nostra città e che con concorso abilitante, nel 2005/06, sono stati inseriti in ruolo a tempo indeterminato con il riconoscimento di uno stato giuridico( organico di 61 insegnanti). Nella scuola dell’Infanzia 5 docenti con i titoli richiesti dall’Intesa. Nella scuola Primaria 22 docenti con i titoli richiesti dall’ Intesa e titoli ecclesiali (Magistero in Scienze Religiose o

Diploma di Specializzazione in didattica della religione cattolica); 6 sono anche laureati. Nella scuola Secondaria di Primo grado 11 docenti con i titoli richiesti dall’ Intesa e titoli ecclesiali (Magistero in Scienze Religiose o Diploma di Specializzazione in didattica della religione cattolica); 6 sono anche laureati. Nella scuola Secondaria di Secondo grado 23 docenti con i titoli richiesti dall’ Intesa e titoli ecclesiali (Magistero in Scienze Religiose o Diploma di Specializzazione in didattica della religione cattolica; Licenza in Teologia); 18 sono laureati.

Gli alunni

I dati relativi agli alunni avvalentesi dell’insegnamento della Religione Cattolica sono in conformità con la media nazionale: fino al 98% nelle scuole dell’Infanzia e della Primaria; fino al 78% nelle scuole secondarie di primo e secondo grado con punte di eccellenza in alcuni Istituti della città.

Sfida EDUCATIVA

UN APPROFONDIMENTO SULL’IRC.........


VI

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

24 luglio 2011

Parliamo di FAMIGLIA MONSIGNOR RAZZAUTI: «EDUCARE A CUORE APERTO» onsignor Paolo Razzauti, incaricato dal Vescovo di guidare l’ufficio famiglia della Diocesi risponde a due questioni scottanti sul tema della famiglia.

M

L’ambito familiare è un «settore» diciamo «complesso» che riguarda la vita di tutti e che negli ultimi tempi è stato «minato» da tante problematiche: carenza di lavoro, crisi economica, difficoltà negli affetti, famiglie allargate... come può la Chiesa sostenere queste situazioni più disparate e allo stesso tempo così bisognose di «cure»? «Parlare di famiglia oggi è, si problematico ma anche bello, perché si possono sviscerare tutti quegli aspetti negativi e positivi che il mondo odierno ha voluto e vuole e dedicare al termine “famiglia”. È evidente che la famiglia in modo particolare è colpita, e quasi affondata, dalle restrizioni delle quali ogni giorno si sente parlare. Restrizioni che hanno portato le famiglie a rivedere i loro orizzonti e, spesso, a faticare per poter assolvere a tutti gli impegni previsti e presi. Certamente la crisi finanziaria ed economica oggi si sta abbattendo su coloro che sono la base del sistema e che sono “obbligati” a pagare tutto e subito. A questo si deve aggiungere, per la nostra città il problema della perdita di notevoli posti di lavoro, che hanno portato ad un ulteriore impoverimento. Spesso anche la casa diviene un problema per poter pagare e gestire. Tutte queste difficoltà, il più delle volte, si immettono nel clima familiare e, se questo non è solido lo rende ancora più fragile ed a rischio. Oltre a questi problemi economici, ci sono poi tutte le problematiche inerenti i valori morali ed affettivi. Le statistiche odierne dicono che stanno aumentando sempre più i divorzi dei sessantenni (uomini) che si lasciano affascinare e circuire da donne più giovani, illusi, forse, di vivere una nuova gioventù, e, senza pensare, che dopo essere stati “usati”, magari saranno”gettati” come cosa vecchia. Accanto a questo ci sono le famiglie allargate dove, ormai, non c’è molta differenza tra babbo, mamma, fidanzato della mamma, o fidanzata del babbo; con la conseguenza che i ragazzi e i giovani crescono in un mondo “virtuale” che non dona loro né certezze, né progetti. Ci sono poi le convivenze, che sono ormai, sperimentate anche dai nostri bravi giovani e ragazze credenti e frequentanti le nostre parrocchie. Convivenze che il più delle volte non danno le certezze che si cercano, né la stabilità per formare una famiglia valida ed accettabile. Dinanzi a questo stato di cose, certamente non positivo, quale il compito della chiesa? Non certamente soltanto quello di giudicare e condannare, ma di accompagnare e soprattutto di predicare il Vangelo, senza paura e senza tanti artifici di contorno. Come preti e come laici non ci dobbiamo vergognare di annunciare il Vangelo e di far conoscere la grandezza dell’amore misericordioso di Dio. “Solo l’amore salva” è il titolo di un libro del nostro Vescovo Simone: in questo io credo fermamente, perché soltanto con un cuore aperto potremo aiutare anche gli altri ad avere un cuore aperto, soltanto con gesti di amore potremo educare gli altri ad amare». La famiglia intesa nel senso più vero del termine: un padre, una madre, i figli...può esistere ancora? Può di nuovo essere il luogo della formazione ideale di un ragazzo? «Con ciò che ho detto nella risposta precedente, non nego che esistono anche un grande numero di famiglie regolari, cristiane, di famiglie che vivono i valori della fede e della Verità cristiana anche talvolta con sacrificio e sofferenza. Ancora una volta mi permetto di affermare che l’unica famiglia è quella tra un uomo e una donna, ma altrettanto mi sento di dire che non mi fanno paura i diversi stili di unioni, che oggi si manifestano. Non mi fanno paura perché rispetto ciascuno nella sua identità, perché anche lui o lei, sono figli di Dio e creati dall’unico Creatore. Anzi sono certo che se noi predicheremo il Vangelo nella Verità, queste forme aiuteranno a fare delle scelte più profonde e di vera fede da parte di coloro che decidono di celebrare il matrimonio cristiano. La famiglia resta un punto di riferimento fondamentale per la società e non può essere eliminata, ma anzi deve essere aiutata e sostenuta nel suo cammino quotidiano. Ritengo che tutti noi dovremmo saper esprimere meglio la nostra fede, ed allora permettetemi di concludere con ciò che mi ha scritto una persona che, in questi anni sto seguendo nel suo cammino di avvicinamento a Dio e di conversione e che ora sta vivendo un momento di grande sofferenza che per me è di grande esempio e testimonianza: Immerso di veleni taumaturgici. Con la mente tra la speranza e il niente. Non avrei mai pensato che si potesse avere febbre e volontà. E ringraziare il Dio di Giobbe. E raccontare il mio modesto calvario alla Madre di Dio. La fede è, forse, solo incontro. Con la sofferenza, con la misura, con il perdono, con il corpo di Cristo, con un amico, con la poesia del Bene». c.d.

L’intervista a... ANTONIO E RITA DOMENICI

In un clima «familiare» I responsabili dell’ufficio diocesano fanno il bilancio dell’anno membri della consulta. Anche se è doveroso riconoscere che i referenti delle parrocchie sono spesso i più “bersagliati” da un punto di vista pastorale per cui a volte per loro non è semplice garantire la partecipazione a tutte le iniziative, soprattutto quelle più “esterne” alla propria comunità. A questo riguardo sarà forse importante un confronto con i rispettivi parroci per capire insieme come poter fare meglio».

i sono appena conclusi gli incontri di formazione organizzati dall’ufficio diocesano di Pastorale familiare, abbiamo intervistato il diacono Antonio Domenici, che insieme a sua moglie Rita, affianca monsignor Razzauti nella guida di questo settore della pastorale.

S

Si conclude l’anno di formazione anche per l’ufficio famiglia, si può fare un bilancio delle iniziative? «Abbiamo avuto recentemente l’ultimo incontro del corso per operatori di pastorale familiare nel quale abbiamo dedicato la seconda parte del pomeriggio proprio ad uno scambio di impressioni sul cammino fatto ed a raccogliere contributi per il prossimo anno. I presenti hanno tutti concordato che gli incontri proposti hanno dato dei buoni spunti di riflessione e sono stati di aiuto soprattutto per coloro che muovono i primi passi come formatori. Certamente qualcosa è da rivedere, come ad esempio, dopo la riflessione del relatore, cercare di dedicare più tempo allo condivisione magari lavorando in gruppi più piccoli, ma in generale possiamo dire che i riscontri sono stati positivi. Ci sembra che aver ideato e definito, perfino nei titoli degli incontri, questo corso insieme con la consulta abbia aiutato ad indirizzare le riflessioni verso quella che era la vera domanda delle persone evitando così di calare dall’alto qualcosa che non era in sintonia con la base». Qual è secondo voi l’aspetto più bello emerso in questo anno e la cosa invece su cui è ancora necessario «lavorare»? «Senza dubbio, l’aspetto più bello è stato il clima che, incontro dopo incontro, si è creato fra quelli che sono stati presenti più assiduamente e che ha coinvolto anche i “frequentatori occasionali” (abbiamo avuto precisi riscontri proprio da quest’ultimi). Senza dubbio anche i vari diaconi che si sono susseguiti con le loro relazioni hanno contribuito a favorire questo clima di “famiglia” che si è sempre respirato e che ha aiutato ad andare più a fondo nelle varie tematiche. La dimostrazione di tutto questo è stato l’entusiasmo con il quale, da parte di tutti i presenti all’ultimo incontro, è stato accolta l’idea di una cena di condivisione. Siamo sicuri che questo clima unitamente alla formazione sarà portatore di frutti, magari favorendo la

La famiglia è certamente una grazia di Dio, che lascia trasparire ciò che Egli stesso è: Amore. Un amore pienamente gratuito, che sostiene la fedeltà senza limiti, persino nei momenti di difficoltà o di abbattimento. Queste qualità si riscontrano in modo eminente nella Santa Famiglia, nella quale Gesù è venuto al mondo ed è cresciuto ricolmo di sapienza, con le cure premurose di Maria e la custodia fedele di san Giuseppe. Care famiglie, non lasciate che l’amore, l’apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono il vostro focolare si indeboliscano. Domandatelo costantemente al Signore, pregate uniti, affinché i vostri propositi siano illuminati dalla fede e corroborati dalla grazia divina sulla via verso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell’amore, darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia per la persona umana e per la società. BENEDETTO XVI - Angelus del 1.1.2009 nascita od il rafforzamento dei gruppi famiglia, in linea con quanto il Vescovo ci aveva raccomandato all’inizio del nostro mandato.

Forse un aspetto da migliorare riguarda la partecipazione. Pur arrivando a metà anno a mettere insieme circa una cinquantina di persone, che non è male

vista la “crisi di presenza” che sembra caratterizzare certe iniziative diocesane, ci aspettavamo un maggiore impegno soprattutto proprio dai

A cena insieme per concludere l’anno stato nei locali della parrocchia di S.Luca Evangelista di Stagno che si è svolta la cena di condivisione per la conclusione dell’anno della consulta della Pastorale per la famiglia. Pur con qualche defezione dovuta ai campeggi già iniziati in qualche parrocchia, ci siamo trovati con il direttore dell’ufficio monsignor Paolo Razzauti e con circa 12 coppie e relativi figli per vivere un momento di famiglia e di maggiore conoscenza. Con l’aiuto dell’accoglienza speciale dei «padroni di casa» Mariella e Paolo Mura, si è subito creata tra tutti un’atmosfera molto bella. La condivisione di alcuni piatti particolari ha messo in risalto anche uno tra i punti più interessanti della pastorale familiare e cioè la cucina! È stata una sera dove possiamo dire di aver realizzato uno spaccato di quella che dovrebbe essere ogni comunità parrocchiale: una famiglia di famiglie. Al termine monsignor Razzauti ha ringraziato ciascuno per il lavoro svolto ed ha presentato quello che sarà il programma del prossimo anno. A.D.

È

Novità in cantiere per il prossimo anno? «La nostra velocità ci piace definirla "da famiglia". Questo vuole semplicemente dire che tutto ciò che facciamo è legato ai ritmi di vita che le famiglie si trovano a seguire. Spesso le migliori intenzioni sono infatti vanificate dai problemi che la vita di tutti i giorni ci porta a vivere. Non si può pretendere quindi dalle coppie che sono impegnate nella consulta la stessa "produzione" che magari in altre commissioni, con vincoli diversi, si riesce ad ottenere. Ciò nonostante, nell’anno trascorso, l’impegno c’è stato e la verifica che abbiamo fatto tutti insieme nell’ultimo incontro del corso di formazione ha sottolineato alcuni passi avanti e che qualcosa, riguardo soprattutto la costituzione di nuovi gruppi famiglia, comincia già a muoversi in alcune parrocchie. Per il prossimo anno sicuramente cercheremo di spingere in questa direzione cercando di colmare quei vuoti che ancora ci sono in alcune comunità della Diocesi ma accanto a questo, su suggerimento del nostro Vescovo, l’ufficio e quindi la consulta inizierà un cammino di approfondimento sulla pastorale per le famiglie separate o divorziate. L’obiettivo è quello di poter proporre dei momenti nei quali le persone che stanno vivendo la grande sofferenza della separazione possano sentirsi accolti, ritrovare una nuova motivazione nel vivere la propria fede e quindi la propria vita. E’ questa però una realtà molto delicata e difficile e non può non essere affrontata senza la dovuta preparazione. Ecco quindi che il prossimo anno sarà interamente dedicato ad una riflessione più "interna" che permetta a tutti i referenti parrocchiali di approfondire la propria conoscenza e la propria esperienza verso questo mondo che al giorno d’oggi sembra diventi preponderante rispetto alla cosiddetta "normalità"». c.d.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

24 luglio 2011

Gli 80 anni della chiesa di SANTA TERESA A ROSIGNANO SOLVAY

Un compleanno speciale per tutta la comunità i sono appena conclusi i festeggiamenti nella parrocchia di santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo a Rosignano Solvay, che per dieci giorni hanno visto ogni sera raccolte molte persone intorno agli stand allestiti dal gruppo missionario, dal Viottolo (il giornale della Parrocchia) dal Gruppo Karate, che hanno partecipato alle cene al ristorante o alle diverse iniziative promosse dalla comunità parrocchiale. Un presenza che è andata oltre ogni previsione. L’occasione per far festa, come ormai avviene tradizionalmente nel mese di luglio, è stato il ricordo della dedicazione della chiesa, che quest’anno ha rivestito un’importanza di rilievo in quanto ricorreva l’80° anniversario. Un appuntamento al quale la comunità parrocchiale si è preparata sin dall’inizio del Tempo di Avvento, con incontri e riflessioni incentrate su una frase che prende riferimento dal versetto di Gv (1,14): "La nostra chiesa la Sua dimora tra noi". Si proseguirà in questo cammino nei mesi successivi, attraverso anche una tavola rotonda in settembre per riflettere sul documento degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato Italiano per il decennio 2010-

S

2020 "Educare alla vita buona del vangelo" per concludere il 1° di ottobre, festa di Santa Teresa patrona della Parrocchia e del Paese. La solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo, con molti presbiteri e diaconi del V Vicariato, oltre ad alcuni ex parroci ed ex vicari che, negli anni, hanno svolto il loro ministero nella comunità, ha rappresentato il momento più solenne e conclusivo della festa. È stato un giorno particolare per il "compleanno della chiesa", ma insieme anche della comunità parrocchiale praticamente cresciuta insieme alle mura dell’edificio e cimentata nei diversi anni attraverso un costante impegno di collaborazione tra i fedeli e con le Istituzioni, rappresentate dalle autorità civili e militari presenti e con la Società Solvay che, all’epoca, aveva donato il terreno

per la costruzione della chiesa stessa. Il Vescovo ricordava, durante l’omelia, l’importanza di celebrare il giorno della dedicazione della chiesa, che nel territorio rappresenta segno visibile della presenza di Dio in mezzo agli uomini e luogo di incontro del popolo radunato per celebrare l’Eucaristia e i Sacramenti, ma altrettanto importante e necessario testimoniare la fede come "Chiesa

vivente, edificata con pietre vive scelte e preziose in Cristo Gesù, pietra angolare". A questo proposito, al momento offertoriale della Messa, è stata portata all’altare una riproduzione dell’edificio chiesa, interamente prodotta in zucchero e che poi ha decorato la torta preparata per la festa, perché l’edificio non debba rappresentare soltanto il luogo del ritrovarsi, ma ogni fedele, nutrito dal pane

vivo, possa essere testimone nel quotidiano della carità evangelica di Cristo La Chiesa pone le radici nella sua storia e proietta la speranza nel futuro, pieno di grazia e di gioia, come segno di una testimonianza di fede attiva nel cammino verso la patria definitiva. È l’augurio che la comunità ha voluto fare ed offrire a tutti, con l’impegno a proseguire sulla strada tracciata da chi ci ha preceduti e guidati, ed il ricordo è andato al primo parroco don Ezio Rivera i cui resti riposano all’interno della chiesa, e a don Sirio Vieri, che ha proseguito la sua opera ed ha lasciato un ricordo ancora vivo in ogni "Solvayno". Auguri di buon cammino. Luigi Diddi Per i più curiosi: sulla parrocchia e sulla festa c’è anche una pagina su facebook con tutte le foto: Parroc Sta Teresa Bg (Parrocchia Sta Teresa Bg)

La celebrazione per la festa patronale dei Vallombrosani

Montenero gemellata con S. Giovanni Bozzano l 12 luglio per i monaci IMontenero del Santuario di è sempre una festa molto sentita e partecipata in quanto essi festeggiano san Giovanni Gualberto, fondatore dei monaci benedettini vallombrosani e patrono dei Forestali d’Italia. San Giovanni Gualberto è una figura di spicco nella storia della Chiesa e della riforma gregoriana. Infatti, nato da nobile famiglia agli inizi dell’XI secolo, nei dintorni di Firenze, si fa monaco nel monastero benedettino di San Miniato. Presto però si accorge che l’abate ha comprato la carica dal vescovo. Lascia allora il monastero e, seguito da alcuni discepoli si stabilisce a Vallombrosa, sul versante toscano dell’Appennino. Qui dà vita ad una forma monastica profondamente rinnovata, ancorata alla tradizione benedettina. Caratterizza la nuova fondazione la lotta contro la corruzione ecclesiastica. Nel 1068, su disposizione di Giovanni, il monaco Pietro si sottopone alla prova del fuoco contro il vescovo di Firenze Mezzabarba, accusato di simonia. Pietro esce indenne

dalla prova ed è così dimostrata la colpevolezza del vescovo che poco dopo verrà deposto da Alessandro II. Qualche anno più tardi, su richiesta dei fedeli laici, Giovanni invierà dei monaci a Milano per garantire un’efficace assistenza religiosa. Conclude la sua vita nel 1073, nel monastero di Passignano. Gregorio VII dirà di lui: "La purezza della sua fede splendette mirabilmente

in Toscana". Il Vescovo ausiliare della Diocesi dell’Aquila, mons. Giovanni D’Ercole, ha presieduto le celebrazioni, alla presenza delle autorità religiose, militari e civili della città labronica e durante l’omelia ha posto l’attenzione alla figura di san Giovanni Gualberto che nella sua vita aveva sperimentato il dolore per una Chiesa inficiata dallo spirito del Maligno e oggi ci insegna che solo prodigandosi per la pace ed il perdono è possibile allontanare la corruzione e si può rinnovare lo spirito di umiltà e di preghiera a Dio. Purtroppo la giornata è stata funestata dalla terribile notizia dell’uccisione di Roberto Mancini, caporale della Folgore che proprio nell’ultimo giorno della sua missione in Afghanistan è morto per l’esplosione della mina che stava disinnescando. Monsignor D’ercole ha voluto affidare alla Madonna delle Grazie l’anima di questo giovane, quarantesima vittima della missione di pace italiana in quella terra e che il 21 luglio avrebbe compiuto 28 anni. Monsignor D’ercole era la

prima volta che veniva pellegrino a Montenero ed ha espresso parole di meraviglia e di gratitudine per l’opportunità avuta di presiedere le celebrazioni di questa speciale ricorrenza. Infatti la giornata non prevedeva solamente il ricordo del santo fondatore, ma anche il gemellaggio fra le Parrocchie di Montenero e di San Giovanni Bozzano di Onna, frazione dell’Aquila. L’ultimo disastroso terremoto aveva visto l’accorrere della Misericordia di Montenero, insieme ad alcuni parrocchiani guidati dal parroco don Luca Giustarini, per prestare i primi soccorsi alle popolazioni gravemente colpite e gli aiuti sono continuati anche nei mesi successivi al disastro. La Misericordia di Montenero ha quindi consegnato nelle mani del Vescovo ausiliare, una congrua somma da portare alla Parrocchia di san Giovanni Bozzano, segno della costante partecipazione ai bisogni della comunità. A conclusione della cerimonia è stata letta dall’ufficiale delle Guardie Forestali la Preghiera di protezione a san Giovanni perché le fatiche della cura e della difesa del creato siano in armonia con il dovere divino. Monica Cuzzocrea

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IL PREMIO MIGLIOR SITO WEB CATTOLICO DEL 2011 n’occasione da non perdere: Siti parrocchiali, U diocesani e associativi, personali e dedicati alla GMG. Nessuno è escluso. E in più, oltre ai premi di 1.000 euro ciascuno, la visibilità del sito per un anno come vincitore su testimoni digitali.it e weca.it. Sono ammessi: Siti web a carattere ecclesiale – informativo. In particolare: siti istituzionali e associativi (Diocesi, enti, associazioni, aggregazioni e comunità), siti personali, siti parrocchiali e siti con contenuti o servizi riguardanti la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid (anche se rappresentano una parte limitata rispetto ai contenuti generali del sito). Il Comitato organizzatore assegnerà in tutto quattro premi e sceglierà un unico sito web vincitore per ciascuna delle seguenti categorie: I) Siti istituzionali e associativi (Diocesi, enti, associazioni, aggregazioni e comunità); II) Siti personali; III) Siti parrocchiali. A queste tre categorie si aggiunge un cosiddetto ‘Premio speciale GMG’ dedicato ai siti con contenuti o servizi riguardanti la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid (anche se rappresentano una parte limitata rispetto ai contenuti generali del sito). Un sito può iscriversi ad una delle prime tre categorie e, contemporaneamente, partecipare anche al ‘Premio speciale GMG’. L’iscrizione a WeCa è gratuita e consente di partecipare a tutte le iniziative dell’associazione, comprese quelle promosse nel campo della formazione e dei seminari web. Ogni sito associato a WeCa ha diritto alle convenzioni stipulate a favore dei webmaster. Ma iscriversi a WeCa ha anche un altro significato: sostenere il mondo web cattolico, con la propria testimonianza e in un’ottica di condivisione. Sono destinatari del Concorso tutti i ‘siti cattolici’ associati a WeCa, l’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani. Per chi non fosse già associato a WeCa ma vuole partecipare al concorso potrà farlo agevolmente. Basta semplicemente iscriversi contestualmente, all’associazione e al premio, sul sito www.webcattolici.it. Le iscrizioni si chiuderanno il giorno 1 ottobre 2011. I siti internet iscritti al concorso verranno valutati dalla Giuria dal 2 ottobre 2011 al 30 ottobre 2011. A scegliere il miglior sito web cattolico è impegnata una Giuria di esperti impegnati nel mondo del giornalismo (Rainet, Avvenire, Il Sole 24 ore, Sir,TV2000) e della galassia dei nuovi media e del mondo web cattolico di diverse Diocesi italiane (Diocesi di Roma, Milano e Padova, Cathopedia, Qumran). L’elenco ufficiale è pubblicato nel regolamento del Premio. I criteri di giudizio saranno: • Comunicazione: aderenza dell’home page agli obiettivi del sito, coerenza grafica e funzionale delle pagine interne, grafica del sito. Informazioni che possano contribuire a sviluppare la crescita e la maturazione della fede. • Architettura: stabilità della struttura del sito anche cambiando browser, risoluzione del monitor e dimensione dei caratteri, chiarezza e funzionalità della navigazione, separazione efficace tra contenuto e presentazione, adeguatezza degli strumenti di orientamento e di navigazione, eventuale utilizzo di software open source. • Funzionalità: facilità d’uso dei servizi messi a disposizione degli utenti, correttezza di funzionamento dei servizi, coerenza con gli obiettivi del sito, gestione efficace dell’interazione con gli utenti. • Stile dei testi: adeguatezza della struttura, dello stile e dell’organizzazione dei testi, pertinenza, affidabilità e frequenza di aggiornamento dell’informazione. • Gestione: velocità di caricamento del sito, reperibilità del sito, gestione adeguata delle relazioni con gli utenti. • Contenuto: originalità dei contenuti e adeguatezza agli obiettivi di un sito ecclesiale di qualità. • Accessibilità e Usabilità del sito • Coinvolgimento attivo della comunità. • Socialità: possibilità di ripubblicare il contenuto sui social network. • Fruizione in mobilità (con dispositivi mobili). • Per la categoria ‘Siti parrocchiali’, in particolare, saranno considerate caratteristiche positive la possibilità offerta dai siti web di iscriversi a forum e newsletter e l’attenzione al trattamento dei dati personali a tutela della privacy. Per il ‘Premio Speciale GMG’ - a cui partecipano i siti con contenuti o servizi dedicati (anche non esclusivamente) alla Gmg di Madrid - saranno preferiti, in particolare, i siti che si siano proposti di favorire la partecipazione attiva e prolunghino nel tempo l’esperienza della GMG. Per la categoria ‘Siti personali’, saranno considerate caratteristiche positive il collegamento con una comunità e la rilevanza ecclesiale dei contenuti. Per qualsiasi altra informazione: http://www.webcattolici.it/news_ed_eventi/pre mio_miglior_sito_web_cattolico_2011/000004 91_Premio_WeCa_2011___II_edizione.html


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TOSCANA OGGI 24 luglio 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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