La Settimana n. 26 del 8 luglio 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Ezio Morosi

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

8 luglio 2012

n giorno è risuonato per la prima volta nel mondo il nostro nome, quelU lo che rappresenterà la nostra persona: è iniziata la nostra storia. Dio e i nostri genitori ci hanno chiamati ad esistere. È stato un loro atto d’amore che ci accompagnerà in ogni tempo. Il nostro nome è poi risuonato sulla bocca di parenti e amici, tra le labbra di coloro che ci vogliono bene; quando una persona ci chiama per nome la consideriamo amica, parte della nostra vita. Il reciproco nome lo pronunciano anche con amore i fidanzati e, con particolare emozione, gli sposi iniziando la formula del loro matrimonio. Essi si sono “chiamati” virtualmente per tanto tempo in un misterioso desiderio di avvicinamento, pur senza conoscersi, guidati dalla Divina Provvidenza, che poi finalmente li ha fatti incontrare, e così il nome dell’uno ha riempito la vita dell’altro, vicendevolmente.

Anche gli uomini del XXI secolo, dotati di computer e di Internet, scelgono di partire per compiere un cammino: per raccogliere esperienze e vivere la fede sulle orme dei santi

I pellegrinaggi: un modo speciale per vivere la fede

Gli impieghi dell’8 per mille

Una firma per la Chiesa Cattolica estate tutto rallenta, gli impegni diminuiscono, c’è tempo per riposarsi, per rinfrancare il corpo, ma anche l’anima. L’estate infatti può diventare il periodo ideale per guardarsi dentro, per verificare le condizioni del nostro cuore, se esso vive nella speranza, nella serenità. L’estate può diventare il momento giusto per "ritrovare" Cristo, conoscerlo, amarlo, sapere quanto ha fatto per noi, e attraverso questo rinnovato attaccamento alla fede, per ritrovare tutte quelle energie che servono per affrontare la vita di tutti i giorni. Per intraprendere questo cammino di approfondimento può essere molto utile partecipare ad un pellegrinaggio, un viaggio della fede, magari insieme ad una comunità parrocchiale o ad un gruppo ecclesiale, meglio se accompagnato da un sacerdote, oppure dal Vescovo, con la possibilità di partecipare all’eucaristia quotidiana e di confessarsi.

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«Ogni essere umano è, in fondo, un pellegrino in ricerca della verità e del bene» e così «nella misura in cui il pellegrinaggio della verità è vissuto autenticamente, esso apre al dialogo con l’altro, non esclude nessuno e impegna tutti ad essere costruttori di fraternità e di pace». Le parole di Papa Benedetto XVI rappresentano un grande stimolo alla ricerca personale della verità e allo stesso tempo invitano ogni cristiano a farsi «pellegrino», cioè cercatore di questo bene grande. Ma nelle parole «pellegrino», «pellegrinaggio», è insita la necessità che l’uomo affronti un viaggio, un cammino, perché questa ricerca porti i suoi frutti, perché la meta possa essere raggiunta. Un viaggio che spesso è spirituale, realizzato nel quotidiano, nell’apprendimento e nella maturazione personale, ma ancor più spesso è compiuto con un vero e proprio itinerario, con una partenza, un tragitto, un arrivo.

Perché è in questo iter che è contenuta la possibilità di un incontro con il divino, un’esperienza viva, sperimentata con i sensi, che apre il cuore alla fede. Da tempo immemorabile gli uomini si sono messi in viaggio per raggiungere una meta, per devozione, per chiedere una grazia, per ringraziare il Signore, ma anche per conoscere, per verificare la storia, per vedere con i

propri occhi i segnali di santità disseminati in ogni terra conosciuta. Ma anche oggi il pellegrinare non ha perso il suo significato: anche gli uomini del XXI secolo, dotati di computer e di Internet, scelgono di partire per compiere un cammino. Per raccogliere esperienze, per vivere la fede sulle orme di uomini e donne santi che ci hanno preceduti e per farlo magari insieme ad altre persone

L’AGENZIA DELLA DIOCESI

Le proposte di Pharus viaggi

TERRA SANTA Dal 22 al 28 LUGLIO con il vescovo GIUSTI Dal 14 al 21 settembre pellegrinaggio interdiocesano Livorno-Firenze (8 giorni/ 7 notti Con volo Alitalia da Pisa) Oppure dal 03 al 10 agosto; dal 3 al 10 settembre; dal 6 al 13 settembre; dal 24 al 31 Ottobre nell’itinerario classico di 8 giorni in aereo.

MEDJUGORJE dal 13 al 17 settembre (con partenza in aero da Pisa) pellegrinaggio accompagnato dal vescovo Giusti Per chi volesse, lo stesso pellegrinaggio può avvenire anche in pullman e traghetto con partenza un giorno prima (il 12 settembre) e rientro sempre il 17 settembre, accompagnati dal parroco di Montenero, don Luca Giustarini. Una volta in Terra Santa i pellegrini del pullman si ricongiungeranno con il gruppo guidato dal Vescovo

LOURDES Dal 4 al 7 Settembre pellegrinaggio interdiocesano (con volo in partenza da Pisa)

FATIMA E SANTIAGO DE COMPOSTELA Dal 27 agosto al 1 settembre pellegrinaggio con la parrocchia S. Jacopo Dal 25 al 29 ottobre.

perché la condivisione di un’esperienza ne accresce la valenza e la profondità. Anche quando la meta non è espressamente religiosa il cristiano può trovare in essa motivo di crescita, di approfondimento, anche spirituale, perché il mondo è intriso di cristianità. Sono certo che ogni viaggio possa rappresentare un evento unico nella vita di ogni persona. + Simone, Vescovo

Tra settembre e ottobre saranno realizzati anche brevi pellegrinaggi di due o tre giorni verso santuari e luoghi della fede in Italia. Si ricorda che tutti i proventi dell’agenzia diocesana Pharus viaggi vanno ad incrementare il fondo di solidarietà a favore delle parrocchie in difficoltà.

tempo di dichiarazioni dei redditi e molti in questi giorni sono chiamati a firmare per la destinazione dell’8 per mille. Non firmare significa lasciare il contributo nelle casse dello Stato, ma firmare e firmare per la Chiesa Cattolica, significa contribuire a tanti progetti di pastorale e di solidarietà che essa mette in campo attraverso le sue strutture, i suoi ministri e tanti uomini e donne di buona volontà. Chi volesse avere un’idea dell’impiego dei fondi a livello nazionale e internazionale può consultare il sito http://www.chiediloaloro.it/ nel quale attraverso tante testimonianze si mette in luce le opere di sostegno della Chiesa Cattolica.

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Grazie alle firme di tanti italiani, alla diocesi di Livorno lo scorso anno, dal fondo nazionale dell’8 per mille, sono giunti quasi 800.000 euro. Circa 420.000 euro sono stati destinati alla carità ed in particolar modo alla Fondazione Caritas per gli interventi concreti (mensa, gestione guardaroba e docce, commissioni carcere, handicap, tossicodipendenze, ecc) e la progettazione dei prossimi aiuti a favore dei più poveri. Gli altri 373.000 euro sono stati impiegati per esigenze di culto e pastorale, ovvero per gli interventi di restauro alle chiese (in particolare a S. Giuseppe, S. Maria in Torretta, Sacro Cuore e San Nicola in Capraia), per la gestione dei servizi di curia, per la formazione del clero, per i seminaristi e le parrocchie in straordinaria necessità. Il rendiconto delle assegnazioni dell’8 per mille alla diocesi di Livorno, approvato dal Consiglio Affari Economici diocesano e dal Collegio dei Consultori, dal direttore della Caritas e dal responsabile della diffusione dell’8 per mille, è pubblicato sull’ultimo numero del 2011 del Bollettino Diocesano.


TOSCANA OGGI

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

8 luglio 2012

Le parole della Presidente ACOS

Una precisazione el ringraziare per l’articolo pubblicato su Toscana Oggi del 19.06.2012 desidero aggiungere una breve riflessione. L’ACOS (associazione cattolica operatori sanitari) costituisce un valido punto di riferimento, di sostegno, di formazione, di aggregazione di chiara impronta cattolica per gli operatori sanitari infermieri , oss e medici che si riconoscono in questi valori. Facendo riferimento all’articolo sull’ACOS apparso sulla rivista desidero precisare che il nostro anno sociale non inizia né con la Festa della Patrona degli Infermieri e neppure con l’inaugurazione dell’Anno Accademico del Corso di Laurea in Infermieristica, come erroneamente si poteva pensare leggendo l’articolo stesso. Molto semplicemente l’ACOS in occasione della S. Messa per la festa della Patrona sarà presente con i suoi iscritti per celebrare un momento di condivisione spirituale e di aggregazione. Annalisa Pistoia, Presidente Acos Livorno

Le celebrazioni a Livorno e Firenze per ricordare monsignor Pio Alberto Del Corona

Brilla potente la luce dei santi La processione nella festa della adonna del Buon Rimedio e la Messa presieduta dal cardinal Betori

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A LIVORNO IL MULINO BIANCO

I LABORATORI PER I BAMBINI

l Tour Mulino Bianco è il progetto di IBianco educazione alimentare che Mulino ha intrapreso dal 2009 per informare e sensibilizzare gli italiani verso una corretta e sana alimentazione. Ogni settimana Mulino Bianco è presente in piazza con una vera e propria struttura itinerante, molto accogliente e aperta a tutti i visitatori, che propone un’interessante visita alla scoperta delle origini della nostra tradizione alimentare e contenuti informativi che sottolineano l’importanza dell’equilibrio nutrizionale complessivo, con particolare attenzione alla prima colazione all’italiana e alla buona merenda. Durante ogni tappa, all’interno della struttura del Mulino, è possibile scoprire qual è la propria tipologia di risveglio - grazie a un simpatico e veloce test e gustare la colazione più vicina al proprio modo di iniziare la giornata. Il Tour di Mulino Bianco sarà a Livorno in Piazza della Repubblica da Sabato 7 a Martedì 10 luglio. All’interno della struttura itinerante del Tour, vengono proposte molte attività educative dedicate ai bimbi dai 4 anni in su, studiate per far scoprire, divertendosi, le virtù dei cibi che ogni giorno trovano sulla loro tavola: si tratta di laboratori didattici e attività (Teatro scoperta, Mani in pasta, CIBO=ENERGIA e, per i più piccoli Orto) gestite da un gruppo di animatori che spiegano ai bambini presenti, intrattenendoli in maniera giocosa, le caratteristiche di alcuni ingredienti e cibi, valorizzando il ruolo della natura. E’ possibile organizzare laboratori didattici per gruppi di bambini di varie età nei seguenti orari: Sabato, Lunedì e Martedì: orari 9.00 12.30; 14.30 - 19.00. È possibile scegliere una qualsiasi di queste date e l’orario più comodo. Tuttavia, nel caso ci fosse interesse ad aderire Mulino Bianco è disponibile modificare l’orario stabilito. PER LE PRENOTAZIONI DEI LABORATORI: TEL. 02.624119.22

Livorno Mercoledì 20 giugno Livorno, città natale di Monsignor Pio Alberto del Corona ha voluto ricordare nel centenario della sua morte, questa grandissima figura di vescovo in occasione della processione della Madonna del Buon Rimedio nello storico quartiere della Venezia che gli dette i natali nel lontano 1837. Nacque infatti in un palazzo davanti alla chiesa di San Ferdinando, un palazzo che ora è stato sostituito da un altro, perché, come tanti altri edifici livornesi, è stato distrutto dalle bombe nell’ultima guerra e che conserva la lapide che ne ricorda la sua nascita. La Venezia, “un quartiere umile, dove tra gente semplice nascono i santi”, come ha ricordato mons. Paolo Razzauti nel presentare questo vescovo prossimo alla beatificazione, torna ad essere al centro dell’attenzione per ricordare che i santi apprendono la fede dove vi è la semplicità e una quotidianità fatta di piccole cose, ma che guarda al Signore come al Padre provvidente e a Maria, la Mamma che pone tutti sotto il suo celeste manto. Pio Alberto nella sua vita mantenne sempre questa sua umiltà e devozione a Maria e in occasione di questa processione essa ha sostato nelle vie più significative per poi essere messa sul gozzo del Venezia che partecipa al Palio Marinaro, e portata via mare fino alla Capitaneria del Porto, percorso questo che Pio Alberto spesse volte ha fatto, mentre maturava la sua vocazione sacerdotale. Durante le soste i fedeli hanno pregato Maria con le sue profonde e dolcissime parole che a Lei spesso rivolgeva e che sono raccolte nel libretto “Le rose di Maria”. In questo libretto spiega che cosa sia il Rosario ed invita a ripetere per ogni mistero “dieci volte Ave Maria perché in questo canto vi è tutto l’amore dell’universo. Il mistero è come a dire, l’intonazione, data la quale, l’anima contemplante tocca le dieci corde del suo Salterio, e tutte le dieci corde le rendono un medesimo soave suono, Ave Maria”. Mentre la statua della Madonna sostava alla Capitaneria di Porto, il vescovo Simone Giusti osservando il brulicare delle stelle

che illuminavano la notte profonda ha ricordato come la luce dei beati e dei santi come Pio Alberto, Toniolo, Elia della Costa, don Divo Barsotti illumini e riscaldi l’animo di ciascuno di noi: “Del Corona cammina con noi più di prima e non ci sentiamo più soli e non abbiamo più paura della notte”.

Firenze Giovedì 21 giugno il Cardinale Betori ha presieduto la Messa solenne presso lacappella del convento delle Suore Domenicane dello Spirito Santo, la congregazione religiosa fondata da Mons. Del Corona. In questo Istituto si è spento il giorno dell’Assunta il 15 agosto 1912 e nella cripta sono devotamente conservate le sue reliquie con la sua salma. Alla concelebrazione hanno preso parte i Vescovi Fausto Tardelli e Mario Meini delle Diocesi di Fiesole e San Miniato; in rappresentanza della Diocesi di Livorno, mons. Pietro Basci; il Superiore dei Domenicani; diversi sacerdoti e religiosi della Diocesi di Firenze e la superiora generale delle Suore Domenicane dello Spirito Santo, madre Ambrosina Tesi. La liturgia è stata accompagnata dai canti del coro gregoriano di Livorno che porta il nome stesso del Servo di Dio e che è diretta dal monaco vallombrosano padre Roberto Lucidi. All’ingresso è stato cantato il “Adesto Sancta Trinitas”, un

«La Venezia, “un quartiere umile, dove tra gente semplice nascono i santi”, che torna ad essere al centro dell’attenzione per ricordare che i santi, apprendono la fede dove vi è la semplicità e una quotidianità fatta di piccole cose, ma che guarda al Signore come al Padre provvidente e a Maria, la Mamma che pone tutti sotto il suo celeste manto» inno molto caro a Del Corona che dopo molte ricerche è stato ritrovato in un Antiphonarium del 1862 e padre Lucidi lo ha trascritto

secondo la grafia attuale. Il Cardinale Betori nel ricordare la santità di vita di Pio Alberto, ha voluto sottolineare come la sua consacrazione a Dio sia stata scelta per venire incontro ai bisogni delle persone; i pastori infatti devono saper dare risposte ai bisogni del tempo ed essere fedeli alla Diocesi di cui hanno cura. La loro vita deve essere sempre accompagnata dalla preghiera del Padre Nostro che ci insegna ad agire e ad amare secondo la volontà di Dio; Del Corona è prossimo infatti alla beatificazione, proprio perché durante tutta la sua vita ha cercato sempre la volontà di Dio. Bellissimo ed emblematico questo suo pensiero: “Impara da Gesù a nasconderti e a non metter in mostra i tuoi tesori. Il pericolo ti sovrasta nella luce; nell’ombra sei più sicuro. Né il mondo ti vegga, né il privato amore si accorga del bene che operi. Niuno dei doni santi traluca troppo fuori di te; la tua intenzione sia un sacro segreto”. Monica Cuzzocrea


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8 luglio 2012

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All’Istituto Mascagni

CONOSCIAMO Padre Emanuele Zippo

LA FESTA DELLA MUSICA

La forza dei gruppi Carismatici Cappellano a S. Agostino e confessore alla parrocchia dei Sette Santi, padre Emanuele sta preparando un evento in città ra gli ultimi sacerdoti venuti a prestare la loro opera nella nostra diocesi c’è anche Padre Emanuele Zippo, molti fedeli lo hanno già potuto conoscere perché, insieme alle Aggregazioni laicali, è stato l’organizzatore della Messa di Pentecoste che si è tenuta nella parrocchia di S. Lucia ad Antignano. Ha l’incarico di Cappellano nella parrocchia di S. Agostino e dimora nella struttura della parrocchia dei Sette Santi dove confessa i fedeli, compito che svolge con grande impegno dato che ritiene l’ascolto delle persone fondamentale nella vita della Chiesa. Per farlo conoscere meglio ai nostri lettori lo abbiamo incontrato.

«Credo molto nel potere aggregante della musica e dei concerti, io stesso sono musicista e cantautore, ho prodotto già due CD e un terzo uscirà ad ottobre in concomitanza con il Congresso nazionale dei carismatici»

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DA DOVE VIENE PADRE EMANUELE? «Sono della provincia di Caserta e precisamente di Cancello ed Arnone, un piccolo centro dove da secoli si fa l’allevamento dei bufali. L’industria casearia è molto sviluppata ed è uno dei paesi più rinomati per la produzione della mozzarella di bufala. In questo paese sono stato consacrato sacerdote il 4 ottobre 2007 da monsignor Bruno Schettino, attuale Vescovo di Capua, sono stato il primo sacerdote di Capua, una delle diocesi più antiche d’Italia». A QUALE CONGREGAZIONE APPARTIENE E COSA HA FATTO PRECEDENTEMENTE? «Appartengo alla Congregazione dei Passionisti, la Congregazione di cui ha fatto parte Santa Gemma Galgani, che monsignor Giusti cita molto spesso nelle sue omelie e che a Livorno è venerata da un buon numero

di fedeli che periodicamente si riuniscono nel suo ricordo. Fin dall’inizio la mia attività è stata indirizzata alla predicazione e alle missioni popolari, durante le missioni ho privilegiato il coinvolgimento dei giovani per l’annuncio del Vangelo. Ho operato nelle zone della Campania e del basso Lazio, specialmente nel Frusinate, dove ho svolto l’incarico di vice-direttore per la formazione dei giovani in preparazione della loro vita religiosa. Ho avuto modo di accostarmi al mondo delle Aggregazioni laicali specialmente dei Focolarini e ora dei Carismatici dove ricopro l’incarico di Assistente Spirituale sia a livello nazionale che internazionale.

Con i Carismatici è in atto una “Iniziativa di Comunione”, in fase di riconoscimento dalla Santa Sede, che si propone di mantenere un dialogo con tutte le realtà carismatiche d’Italia». DA QUANDO È A LIVORNO? «La mia presenza a Livorno è datata gennaio 2012; dal Vescovo ho avuto l’incarico di creare una esperienza di evangelizzazione incentrata sul Rinnovamento Carismatico cattolico, sono dunque il responsabile dei Gruppi Carismatici e come punto di aggregazione teniamo un incontro mensile nella Chiesa di San Martino a Salviano». QUALI SONO I PROGETTI PER IL FUTURO?

«Stiamo organizzando una serie di eventi, uno è quello della “Pentecoste Toscana” che partendo da Livorno vuole includere anche Massa Carrara e Empoli. Naturalmente i primi ad essere coinvolti saranno i giovani. Credo molto nel potere aggregante della musica e dei concerti, io stesso sono musicista e cantautore, ho prodotto già due CD e un terzo uscirà ad ottobre in concomitanza con il Congresso Nazionale dei carismatici. Ma uno degli eventi più significativi sarà proprio qui a Livorno il prossimo 21 luglio, giovani e meno giovani confluiranno sul lungomare per un’opera di evangelizzazione “on the road” sulle orme dell’Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI. L’evento è stato approvato dal Vescovo e dal Vicario episcopale per la città. Si vuole dare un messaggio di gioia, di speranza, di fraternità per tutti e si concluderà con un concerto al Gazebo della Terrazza Mascagni. Saranno suonati brani di musica cristiana moderna, al jazz e al rock si alterneranno brani più riflessivi e meditativi in un incontro virtuoso tra stili diversi». QUAL È IL MESSAGGIO CHE SI VUOLE TRASMETTERE? «La fede è un dono di Dio per tutti che si può testimoniare nella gioia. Attraverso il linguaggio della musica si può arrivare al cuore di tutte le persone portando un segno di speranza. Una speranza nuova, che ci fa vedere cieli e terre nuovi, perciò tutti possiamo essere o divenire degli “infuocati di Dio”». Gianni Giovangiacomo

A MONTENERO

L’Ordine dei Cavalieri di Malta l 16 giugno è stata ufficialmente inaugurata la sede della Sezione di Livorno della Delegazione di Pisa dell’Ordine di San Giovanni Battista di Gerusalemme, detto di Malta, ubicata in alcuni locali gentilmente messi a disposizione presso il Santuario di Montenero dal Priore, don A. Paradisi, e dalla Comunità Vallombrosana del Santuario. Per l’inaugurazione è stato scelto il giorno del Pellegrinaggio mensile Diocesano. Dopo essersi radunati nei locali della sacrestia, i cavalieri si sono recati ai posti riservati per la Santa Messa in processione, preceduti dalle bandiere dell’Ordine e della Lingua d’Italia. L’omelia di Mons. Vescovo, partendo dal brano del Vangelo del ritrovamento di Gesù fra i Dottori nel Tempio, è stata incentrata sulle figure di Maria e

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Giuseppe nel loro rapporto con l’adolescente Gesù, alla scoperta, giorno per giorno, della sua divinità e soprattutto del loro rapporto di Amore, che ogni cristiano deve perseguire nei confronti del prossimo, ma particolarmente nei confronti di Gesù nell’Eucaristia, il cui cuore e il nostro "debbono battere all’unisono". Al termine della Celebrazione Eucaristica il vescovo Simone ha benedetto alcune coppie di fidanzati, poi sempre processionalmente l’arrivo nella sede della Sezione per la benedizione ai locali, a tutti i presenti e a quanti vi opereranno.

Un nutrito gruppo di membri e volontari della Delegazione di Pisa, guidati dal Delegato Mar.se dott. A. Mazzarosa Devincenzi Prini Aulla e una rappresentanza della sezione C.I.S.O.M. di Livorno hanno partecipato alla solenne cerimonia, stringendosi intorno al Responsabile della neonata Sezione, C.nte dott. C. Forni Niccolai Gamba.

n occasione della festa europea Imanifestazione della musica, una grande popolare gratuita che si tiene ogni 21 giugno per celebrare il solstizio d’estate, l’istituto musicale Pietro Mascagni ha organizzato una serie di eventi per festeggiare la musica universale, intesa come forma di gioia condivisibile da tutti. All’interno dell’auditorium della scuola si è tenuto un concerto di musica da camera con opere tratte dalle arie sacre di J.S. Bach: i ragazzi della classe di musica del maestro Angelo Bartoletti si sono cimentati in “Erwage” e“Ich folge dir…” tratte da Passione secondo Giovanni e in “Quondam tu solus sanctus” da Messa in Si minore. A seguire si è esibito il Coro Evergreen del maestro

Cristiano Grasso, un coro di adulti che ben incarna lo spirito ludico e giocoso della festa, che ha proposto un repertorio di musiche popolari italiane, da “Azzurro” a “ Bellezza in bicicletta.” La manifestazione si è conclusa con un concerto in Cattedrale eseguito da solisti, coro e Ensemble strumentale, con musiche di Antonio Vivaldi. L’istituto oltre a garantire la formazione professionale degli allievi con corsi universitari e di triennio, si impegna nella diffusione della musica di ogni genere e a ogni livello. Vi sono corsi pre accademici per i ragazzi in età della scuola dell’obbligo, corsi di specializzazione per tutti gli strumenti e per il jazz e corsi propedeutici per bambini dai sei ai dieci anni. Inoltre da poco tempo è stato introdotto un corso di violino per piccolissimi, in modo tale da fornire naturalezza e attitudine allo strumento sin dai tre anni di età. Gli strumenti più gettonati sono la chitarra e il pianoforte, ma l’Istituto cerca di promuovere lo studio anche di strumenti meno popolari, come l’oboe, il fagotto e la viola, spesso non scelti dagli allievi in prima battuta, ma che risultano poi molto apprezzati. La laurea in questo settore dà accesso all’insegnamento negli istituti specifici e nelle scuole di musica civiche. Altri sbocchi vi possono essere nella produzione musicale dei teatri e nelle orchestre. Alice Carpentiere


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

8 luglio 2012

Palio MARINARO

IV

Domenica 8 luglio sarà disputato il Palio Marinaro 2012.

LA VOCE DEL BENCI CENTRO

Un grave lutto uesto per noi è un anno «Marco Qdifficile – racconta Sergio del rione Benci Centro,

Abbiamo pensato di offrire in queste pagine una carrellata su alcuni rioni della città per conoscere come si preparano alla gara remiera più importante della stagione.

chiamato anche “ovo sodo” per i suoi colori bianco e giallo proprio prima della coppa Risi’atori abbiamo perso uno dei nostri ragazzi, in un incidente in moto: Alessandro Bellandi. La tristezza e la rabbia di questo lutto hanno coinvolto tutti, al punto che i compagni volevano mollare tutto e non vogare più. Poi invece hanno deciso di gareggiare e di farlo proprio per lui, in suo onore, perché lui avrebbe sicuramente voluto così ed il 4° posto è stato un ottimo piazzamento, visto lo spirito con cui sono scesi in barca». Ma le difficoltà per l’Ovosodo sono state anche altre: durante l’anno hanno avuto problemi con la sede, per la quale avevano ricevuto lo sfratto, poi l’intervento del Comune ha permesso al circolo di restare fino alla fine dell’anno, ma il problema si ripresenterà l’anno prossimo. «La mancanza di fondi – rivela Marconi è cronica, manca uno sponsor, ma soprattutto manca il sostegno del rione, non c’è senso di appartenenza, siamo rimasti noi, vecchi e appassionati, che spesso mettono mano anche al portafoglio se c’è da spendere qualcosa,

Le cantine ed i circoli, luoghi che si rifanno alla tradizione popolare livornese, rappresentano un punto di aggregazione per molti giovani, che nel mondo del remo trovano amicizie, passione per lo sport, spirito di competizione ed anche un po’ di amore per la loro città. Purtroppo invece sembra perdersi l’attaccamento ai propri rioni da parte dei livornesi e di conseguenza il sostegno ai «loro» vogatori nonché la partecipazione alle competizioni della tradizione. PAROLA DI ALLENATORE.

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però non possiamo continuare così». I ragazzi che vogano però sono un bel gruppo e si preparano con entusiasmo: «La nostra– continua Sergio– è una preparazione “a lunga scadenza”, diciamo noi; noi ci alleniamo tutto l’anno soprattutto per il Palio, più che per le altre gare remiere; non abbiamo una strategia particolare, ma dalla nostra abbiamo la costanza e l’impegno con i quali ci siamo preparati nei mesi passati, speriamo che questo ci premi!». c.d.

L’intervista a Roberto Mancini, allenatore del Fabbricotti -Torretta

La passione per la voga DI FABIO FIGARA

na passione nata in giovane età, e proseguita negli anni con spirito di sacrificio e impegno: questa è la storia sportiva di Roberto Mancini, allenatore dell’equipaggio del Fabbricotti - Torretta e presidente del circolo "Il Gozzo dei Pirati".

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COME HAI INIZIATO QUESTA AVVENTURA? «Frequentavo i canottieri livornesi insieme a mio fratello, vogatore nel Pontino. Vedendo la sua passione ed i suoi sacrifici per questo sport meraviglioso, ho voluto seguire le sue orme, e non ho mai smesso. Decisi poi di continuare come allenatore, perché la voga, così come era stato per me, poteva dare tanto a molti ragazzi.» CHE COSA SIGNIFICA "VOGARE"? «Anzitutto passione e sacrificio: questi due elementi non possono prescindere l’uno dall’altro. Non basta essere appassionati di uno sport senza lavorare duramente. E la voga è un’attività che necessita di molte energie, sotto ogni punto di vista. Inoltre bisogna approcciarsi a tale attività con convinzione: il Palio livornese rappresenta, nel panorama italiano remiero, un veri fiore all’occhiello, e quindi è necessario affrontarlo seriamente.» PARLACI DEGLI ALLENAMENTI… «Gli allenamenti iniziano a settembre, e sono mirati a seconda dell’individuo, soprattutto per i principianti, che devono irrobustire la massa muscolare anzitutto, ed in un secondo momento imparare a vogare. E’ possibile allenarsi tutti i giorni ma, soprattutto all’inizio, sono consigliabili

Qui San Marco Pontino

«La soddisfazione più grande è vedere dei ragazzi uscire da situazioni di disagio e diventare degli atleti veri! Ecco, l’aver fatto del bene tramite la voga è la mia più grande vittoria» almeno tre allenamenti alla settimana. In questo modo è possibile, a dicembre, poter vedere già il livello d’impegno degli atleti e valutare le loro possibili prestazioni in vista dei Palii futuri, siano essi organizzati da privati, come la Risi’atori, che dal Comune. D’altra parte, quando comincia il periodo delle gare, lo stress fisico è alto, e a livello muscolare si rischia di consumarsi "come candele". Ma è proprio a questo punto che inizia a formarsi il gruppo, e si entra nel bello di questo sport. Comunque tutte le strutture e gli attrezzi sono offerti dalla cantina tramite i fondi comunali: non c’è pagamento del mensile e, per i vogatori agonisti, il costo del certificato medico è totalmente a carico della cantina. In questo modo, in tutto il circuito livornese, abbiamo più di duecento atleti, tra ragazzi e ragazze, che si sono avvicinati nell’ultimo anno al mondo della voga.» HAI MAI AVUTO MOMENTI DI SCONFORTO, SOPRATTUTTO NELLA TUA ATTIVITÀ DI ALLENATORE? «La difficoltà di un allenatore è di poter essere di sostegno a tutti. Il mio compito è quello di essere un po’ insegnante - nella vita e nello sport - un po’ psicologo e in parte padre: io ci tengo particolarmente a creare un ottimo rapporto con i miei allievi, proprio perché si sentano sicuri di far parte di una grande “famiglia”» DALLO SCONFORTO AL TRIONFO. CHE GUSTO HA LA VITTORIA? «Vincere è sempre bellissimo, anche se la partecipazione finale al Palio, al di là del risultato in gara, è la parte finale di un percorso durato tutto un anno, proprio in virtù di quello spirito di amicizia di cui ho parlato prima. Personalmente ho avuto modo di allenare una generazione di ragazzi, prima con il Torretta (prima della fusione), poi nel Colline, nel Quercianella e, prima del Fabbricotti, con il S. Jacopo. In particolare, con il S. Jacopo, nel giro di tre anni, tra il 2003 ed il 2005, su trenta gare disputate siamo saliti ventisette volte sul podio! Ma la soddisfazione più grande è vedere dei ragazzi uscire da situazioni di disagio e diventare degli atleti veri! Ecco, l’aver fatto del bene tramite la voga è la mia più grande vittoria.» ESISTE VERAMENTE LA RIVALITÀ TRA CANTINE? «Esiste una giusta rivalità agonistica, ma la rivalità rionale, con gli attuali mutamenti sociali, non c’è più, e non ne avrebbe motivo. Forse è ancora appannaggio, in senso piuttosto bonario, degli anziani che ancora sono a contatto con il mondo remiero».

Qui accanto l’allenatore Mancini davanti al suo locale «Il gozzo dei Pirati»

LA PAROLA A MAURIZIO BENDINELLI

Con l’associazione “Il gozzo dei pirati” affiliata A.C.S.I., Mancini partecipa anche ai campionati italiani di canottaggio a sedile fisso indetti dal C.O.N.I. ogni anno. Si prospetta un’estate ricca di sfide: in bocca al lupo per tutto!

Come hai iniziato questa avventura? «Sono nato e vivo tuttora nel Rione, e da quando sono piccolo respiro l’aria del Palio marinaro. Quando, circa tre anni fa, ci furono problemi all’interno della cantina, decisi di farmi avanti e di occuparmi della gestione.» Che cosa significa “vogare”? «Vogare è una grande passione, e per un livornese amante della voga il palio significa orgoglio, un momento di unione di tutto un Rione. Anche se oggi viviamo una realtà locale multietnica, possiamo insegnare anche a questi “nuovi”livornesi ad apprezzare la nostra cultura, e possiamo riscoprirla noi stessi, sempre che ci sia una continuità a tali manifestazioni. Anzi, auspico che l’organizzazione possa sempre migliorare, aumentando il coinvolgimento di tutta la cittadinanza, magari con cortei e parate in centro città per festeggiare il vincitore, come avviene in parte per S. Giulia e come avviene spesso in molti palii in altre zone della Toscana». Come è andata la preparazione? Come state affrontando questa attesa? «Quest’anno gli allenamenti sono stati perfetti, sia nelle modalità che nei tempi di preparazione. Forse l’unica cosa che paghiamo l’inesperienza, perché abbiamo molti vogatori giovani al primo anno di Palio, ma sicuramente lottiamo per il podio!» Dallo sconforto al trionfo. Che gusto ha la vittoria? «La vittoria della barca è quella dell’intero Rione, e il mio interesse è quello di poter partecipare e vincere per coinvolgere tutti gli abitanti, per far sì che si sentano uniti in un momento sportivo e culturale così importante. Una bellissima vittoria che posso vantare durante la mia gestione è quella dello scorso anno per il Palio dell’Antenna, competizione a cui sono particolarmente affezionato perché ritengo che sia il vero palio storico livornese e, nel 2002, fui uno dei promotori della sua riapertura. È una gara bellissima perché è incerta fino all’ultimo momento». Per far riscoprire i valori del Palio, quest’anno il Pontino, insieme ad altri Rioni come il Venezia, il Borgo e l’Ovosodo, saranno probabilmente presenti ad “Effetto Venezia” con uno stand espositivo. F.F.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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La tradizione e la passione remiera raccontata attraverso gli occhi di un vogatore esperto che da anni lotta con il suo equipaggio per essere il migliore

BRUNO MENGHERI, PRESIDENTE DELL’ANTIGNANO

A SUD DELLA CITTÀ

PAROLA DI VOGATORE.........

In acqua «tutti contro tutti» DI

MARTINA BONGINI

a pochi giorni sono terminati i campionati europeri di calcio, tra poco meno di un mese si alzerà il sipario sulle Olimpiadi di Londra; milioni sono i telespettatori che seguono i loro beniamini in tv, incollati davanti allo schermo a fare il tifo per giovani ragazzi a centinaia di chilometri di distanza. In questo stesso periodo però altri ragazzi sono protagonisti di appassionanti sfide sportive a pochi chilometri, se non metri, dalle nostre case: ogni estate infatti più di un centinaio di giovani della nostra città si sfidano nelle acque del nostro mare, i vogatori. Per entrare in questo piccolo mondo, pieno di tradizione, di sacrifici e impegno, siamo andati ad incontrare uno di questi protagonisti, Gianni Voliani, veterano dell’equipaggio del Venezia, per farci raccontare la sua esperienza.

ha voglia di spaccare il mondo, si subisce quasi tutto mentre con il passare degli anni si cresce ed anche queste occasioni, almeno per quanto mi riguarda, riesco a viverle in maniera diversa, forse più matura. La sconfitta si cura con l’esperienza ed il tempo; oggi riconosco la bravura altrui, se perdo, se perdiamo, vado dai vincitori e mi complimento con loro perché hanno dimostrato di essere i migliori: la sportività ed il rispetto ho capito che sono fondamentali nello sport.»

D

Gianni, come hai iniziato questa avventura? «Ho iniziato ad affacciarmi al mondo remiero nel 1999; giocavo a calcio ma ebbi una discussione piuttosto accesa con la mia società e allo stesso tempo la voglia di giocare andava esaurendosi. Conoscevo l’allora presidente del Venezia e parlando con lui mi disse "perche non provi a vogare?" e da allora non ho più smesso. Oggi sono sempre meno i ragazzi che si affacciano nelle cantine; nel Venezia negli ultimi anni siamo stati fortunati ed abbiamo accolto diversi giovani, rinnovando così l’equipaggio ma la tradizione remiera ultimamente purtroppo manca di spirito e di partecipazione ». Che cosa significa "vogare"? «Vogare soprattutto è passione! Senza passione non è possibile far niente, come in ogni altro sport sicuramente, ma il bello e allo stesso tempo il brutto di questo sport ,è che ti giochi l’impegno di tutto l’anno in tre gare: la Coppa Risi’atori, la Coppa Barontini e il Palio Marinaro che si svolgono tra i mesi di Giugno e Luglio. Negli altri sport, puoi calibrare in qualche modo il tuo lavoro a seconda dei risultati ottenuti, mentre qui devi attendere l’estate per metterti alla prova».

IL RIONE DEL BORGO CAPPUCCINI

«SPERIAMO IN UNA BELLA GARA» i eravamo preparati a fondo per la Risi’atori e invece è andata «Massimo Cmale…ma poi ci siamo rifatti con la Barontini!» Risponde contento Donati, tra i dirigenti del Borgo Cappuccini, quando gli chiediamo l’andamento della stagione. E continua: «Non vorrei fare pronostici, ma per il Palio partiamo con lo spirito giusto, i ragazzi sono elettrizzati, penso e spero che sia davvero una bella gara». Il rione del Borgo è uno dei più popolari e più seguiti, le sue radici forti che affondano tra le strade più antiche della città, hanno permesso che negli anni ci fosse sempre un ricambio generazionale, anche se negli ultimi anni è stato più difficile: «Indubbiamente un po’ di calo lo abbiamo sentito – rivela Donati - e per un problema con l’allenatore quest’anno non possiamo disputare il minipalio, però le persone continuano a seguirci, il tifo lo sentiamo e questo è importante. Abbiamo un bel gruppo: ci sono i ragazzi della barca a 10 remi, 8 ragazze che vogano e poi altri che si occupano dell’organizzazione e tutto il resto. Vogliamo comunque coinvolgere la gente del rione: dopo il Palio, comunque vada, organizzeremo una festa, un momento per stare insieme, in modo da ringraziare tutti del sostegno». c.d.

Quanto tempo dedicate agli allenamenti? «L’impegno, anche se non sembra, è enorme e spesso ti mette di fronte a molte rinunce. Diciamo che da settembre a febbraio ci alleniamo "a terra" , in palestra, 4-5 volte a settimana; a Marzo quando arriva la barca da gara, gli allenamenti si intensificano, si inizia ad uscire in mare tutti i giorni o quasi. Se si è fortunati, in alcuni casi le cantine hanno delle barche di loro proprietà e gli allenamenti in acqua possono iniziare prima, per i più

però è necessario aspettare che il Comune consegni la barca assegnata. Non tutti forse infatti sanno che le barche da gara sono di proprietà del Comune e che ogni 3 anni vengono riassegnate tramite sorteggio ai diversi equipaggi; questo per non favorire o sfavorire nessuno». Hai mai avuto momenti di sconforto? «Come no! Momenti di abbattimento e di sfiducia ci sono stati e continuano ad esserci ma è il modo di fronteggiarli che è cambiato. Quando si è ventenni si

Dallo sconforto al trionfo. Che gusto ha la vittoria? «La vittoria è bella! Quando vinci hai la sensazione di essere il più forte e soprattutto hai il riscontro di aver fatto bene quello che dovevi fare. A questo poi si aggiunge la soddisfazione di chi tifa per te; ritornare in cantina ed essere accolto da tante persone che hanno creduto in te, nell’equipaggio, che battono le mani, che cantano e a volte si commuovono, hanno un sapore veramente unico. È lì che si sente il calore della gente. La cantina non è il semplice deposito della barca, è un mondo tutto particolare; non è vissuta soltanto da noi che voghiamo ma da un sacco di altre persone a partire dai dirigenti, dai familiari, dai soci ma soprattutto dai tifosi. È un luogo di ritrovo dove si organizzano cene, si chiacchiera, ma soprattutto un punto di riferimento». Esiste veramente la rivalità tra cantine? «Credo che una frase giusta che possa riassumere la vita di un vogatore e di chi frequenta le cantine sia: "fuori dall’acqua tutti amici, in acqua tutti contro tutti". La rivalità, è una rivalità sportiva, che qualche volta non nego, è sfociata magari in qualche discussione, dettata per lo più dalla stanchezza, dalla frustrazione di aver perso. Chi vince è matematico: è il più antipatico!...e il tuo diretto rivale è quello che potrebbe far sfumare la tua vittoria con un colpo di remo». La scaramanzia nelle cantine è all’ordine del giorno per cui…..non ci rimane che stare a guardare, tifare e vedere che cosa succederà nel prossimo Palio Marinaro!

Come hai iniziato questa avventura? «Ho iniziato molto piccolo seguendo mio zio, che vogava nel Venezia, e mi portava con sé durante gli allenamenti. Poi a diciassette anni cominciai con l’Ovosodo, e da quarantotto anni sono Presidente della Sezione Nautica di Antignano». Che cosa significa “vogare”? «Per quanto mi riguarda la voga identifica i livornesi veri: non ci si può sentire livornesi senza interessarsi a questo mondo meraviglioso. Poi il Palio significa identità di quartiere: in tutto questo tempo ho visto un piccolo Rione di appena ottocento abitanti crescere ed arrivare fino a cinquemila persone, l’Antignano di oggi. Proprio per questo motivo soffro se penso al problema degli accorpamenti tra Cantine, perché si perdono queste identità dei nostri quartieri. E l’insieme delle varie entità rionali, in occasione del Palio, crea la nostra “livornesità”, un’identità nell’Identità, imprescindibili l’una dall’altra». Come è andata la preparazione? Come state affrontando questa attesa? «La nostra è l’unica Cantina con diciotto ragazzi. Purtroppo, per vari motivi, quest’anno i vogatori hanno dovuto fare molto allenamento a terra, e solo in aprile, al momento della consegna della barca, sono potuti uscire in mare.Tuttavia, essendo un gruppo molto unito, siamo molto fiduciosi di fare una buona gara. Certo, per le strutture paghiamo un po’ la crisi economica: anche se abbiamo avuto degli aiuti da parte dei privati, a volte, a causa della mancanza dei fondi, gli stessi atleti contribuiscono alle piccole spese» . Dallo sconforto al trionfo. Che gusto ha la vittoria? «Bellissima, perché vince una squadra ed un intero quartiere. Abbiamo avuto belle soddisfazioni, soprattutto nelle più recenti gare a quattro remi, ma aver creato un gruppo di persone serie e motivate è la più grande soddisfazione». F.F.


VI

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

8 luglio 2012

Agenda del VESCOVO

Diocesi informa DOMENICA 8 LUGLIO 8.30 il Vescovo è in visita pastorale in Gorgona 21.00 a Castell’Anselmo, concerto di inaugurazione per l’organo restaurato MARTEDÌ 10 LUGLIO Nella mattina, udienze clero in vescovado MERCOLEDÌ 11 LUGLIO 11.00 S. Messa per S. Benedetto, patrono degli architetti, al Santuario di Montenero 21.00 alla parrocchia di San Jacopo, incontro dal titolo “Quanto la fede ha inciso e incide tutt’ora nell’arte” GIOVEDÌ 12 LUGLIO 9.30 visita alle “Ceramiche Barbieri” 11.00 incontro con la comunità educante del seminario, in vescovado VENERDÌ 13 LUGLIO 9.00 Saluto al convegno nazionale sulla portualità organizzato dall’ordine degli ingegneri di Livorno 10.30 incontro con i vicari episcopali in vescovado SABATO 14 LUGLIO 15.00 S. Messa al campeggio organizzato dalla Commissione Handicap della Caritas a Rosignano DOMENICA 15 LUGLIO 10.30 S. Messa e ingresso del nuovo parroco alla chiesa di Ss. Maria Assunta e Lorenzo a Castell’Anselmo 18.00 Il vescovo a Montignoso, celebra la Messa per la Madonna peregrina di Fatima

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

De Luca V. - Siamo tutti migranti. La convivenza possibile- Ed. Paoline, pp. 192, euro 14,00 Tanti sono i volti dai diversi colori che passano ogni giorno sotto i nostri occhi. Si tratta di persone con le quali camminiamo a fianco a fianco, forse senza accorgercene. Spesso sono stranieri. Stranieri fra noi. Il pregiudizio sociale è la barriera da abbattere prima dentro di noi, per fare chiarezza sulla complessità del vivere quotidiano. Vittorio De Luca già autore televisivo e scrittore, dirigente programmista RAI ci presenta una precisa e puntuale valutazione del fenomeno dell’immigrazione, che diventa spunto di riflessione e traccia per un cammino verso la convivenza. Dopo aver fornito dati e statistiche sul fenomeno, attraverso gli ultimi rapporti e dossier Migrantes e Caritas, e aver ricordato che, in fondo, siamo tutti migranti (quanti italiani, ieri e oggi, nel mondo!), egli si sofferma a considerare quali siano le cause del razzismo, come i giovani si relazionino col fenomeno immigratorio (con atteggiamenti che oscillano tra accoglienza e disprezzo), riportando anche alcune storie particolarmente rappresentative. Nell’ultima parte ci presenta coloro che sono stati i più grandi pacifisti dei tempi moderni: Gandhi, Martin Luther King, papa Giovanni XXIII, Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela, Giorgio La Pira.

ASSOCIAZIONE Stella Maris di L.C.

Da un semplice pezzo di corda… n pezzo di corda, una sagola si direbbe, era in terra dimenticato in un angolo, uno dei volontari della Stella U Maris salendo verso la sede lo raccoglie con l’idea che poteva essere utile per qualche cosa … lo ha guardato meglio, troppo corto, non era neppure di canapa, così Tommaso lo lascia più o meno dove lo aveva trovato, ma non per terra, ma appoggiato su una delle griglie che fungono da separazione tra una zona e l’altra del porto, anche se non serviva a molto un buon pezzo di corda non si può lasciare per terra. Stava chiudendo il centro quando Tommaso incontra un marittimo Nella foto: i volontari della Stella Maris di Livorno che cercava la Stella Maris, ma era troppo tardi e doveva rientrare dalla moglie: i due parlano un po’ e si danno appuntamento per le quattro del pomeriggio. Come il solito è Michele ad aprire nel pomeriggio e dopo poco arriva anche Tommaso che non tarda a riconoscere il marittimo che era passato poco prima, si chiama Davele e viene dall’America, tra le mani aveva una croce che nel frattempo aveva fatto usando il nodo a mandorletta proprio con quel pezzo di corda che era stato abbandonato per la seconda volta. Occhi esperti hanno subito riconosciuto la bravura di chi aveva manipolato quel pezzo di corda: ogni tradizione dà nomi diversi allo stesso nodo … a mandorletta, a turbante, catenella, paglietto, eccetera. Non ha grande importanza, quello che invece è importante cosa quel pezzo di corda ha ispirato quell’uomo di mare e come gli ha permesso di raccontare con semplicità la sua abilità e la sua fede.

CISOM LIVORNO

EMERGENZA TERREMOTO estate avanza e la temperatura è Questo però non ferma Ll’incessante ’elevata. attività dei volontari del Gruppo di Livorno del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. Il CISOM è infatti presente in Emilia nei campi di San Possidonio, dove opera congiuntamente ad altre associazioni nel campo allestito dalla Regione Toscana, e nel campo di Bomporto, di cui ha la gestione completa. Il Campo di Bomporto accoglie fin dalle prime ore successive al terremoto circa 200 persone. Accanto alle tende di accoglienza, al punto medico avanzato, alla mensa, ai locali lavanderia ed alla ludoteca sono stati allestiti anche la chiesa e la moschea per i molti musulmani presenti nel campo. A ripagare lo sforzo di medici, psicologi e soccorritori costantemente presenti sul campo la popolazione ha assegnato spontaneamente alla via principale del campo il nome della nostra città. Un segnale inequivocabile dell’opera effettuata con competenza e dedizione, senza risparmio di energie. Coloro che fossero interessati a prestare la propria opera in favore dei terremotati o donare vestiario e viveri, può contattare il CISOM Livorno presso la sede di Via Fagiuoli n. 1, od inviando una email all’indirizzo: gruppo.livorno@cisom.org, o contattando il numero 388.3423514.

AMICHIAMOCI 2012 Work in progress! CHI PUO’ PARTECIPARE? Tutti i nati entro il 1999 COME ISCRIVERSI? Cercate lo staff della vostra parrocchia, se non sapete chi sia, consultate il sito www.amichiamoci.it e nella pagina “Referenti parrocchie” troverete tutti i nomi, oppure inviate una email a info@amichiamoci.it, o cercate il Signor Amichiamoci su Facebook . SCADENZA? Le iscrizioni per partecipare ai tornei scadono il 16 luglio. PREZZO? 10 euro comprensivi di maglietta e assicurazione (ti ricordiamo che andranno in beneficienza) TORNEI OVER (nati entro il ’95):pallavolo misto, calcio a 8 maschile, basket a 3 misto, calcio a 5 femminile TORNEI UNDER (nati dal ’96-‘99):calcio a 5 maschile e femminile, pallavolo misto Ti ricordiamo che puoi ricevere gli aggiornamenti iscrivendoti alla Newsletter:manda una email a info@amichiamoci.it con oggetto NEWSLETTER. E quest’anno una novità!Domenica 16 settembre Maratona in collaborazione con il CSI. Partenza dalla chiesa di San Jacopo e arrivo alle villette di Antignano, andata e ritorno, per un totale di circa 7 km.

Cosa aspetti?


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO .....

Paolo VI succede a Giovanni XXIII: inizia il secondo periodo L’intersessione del Concilio 1962-1963 si mostrò alquanto feconda. Da segnalare in particolare il tema sulla Chiesa mistero di salvezza. L’11 aprile 1963 venne pubblicata la Pacem in terris, l’enciclica nella quale per la prima volta un Papa si rivolgeva a tutti gli uomini di buona volontà In essa il Papa riassumeva i diritti fondamentali di tutti gli uomini, la necessità di una solidarietà fra le nazioni, ed insieme apriva a nuove prospettive: vi è accennata la libertà di coscienza; è riconosciuta la possibilità di una collaborazione tra forze cattoliche e forze di altra ispirazione. La sera del 3 giugno 1963 Papa Giovanni XXIII moriva all’età di 82 anni . Gli successe il cardinale Montini, che assunse il nome di Paolo VI, e che il 22 giugno1963 annunciò il proseguimento del Concilio e ne stabilì la riapertura per il 27 settembre. Vennero annunciate anche alcune importanti novità, tra cui la nascita di un segretariato per le religioni non cristiane Si apriva così il secondo periodo 29 settembre - 4 dicembre 1963 RIAPERTURA DEL CONCILIO Il 29 settembre 1963 Paolo VI apriva il periodo conciliare con una allocuzione, nella quale affermava che tema principale sarebbe stato quello della Chiesa, del suo rapporto con Cristo, la sua riforma, il dialogo con i fratelli separati, il dialogo col mondo intero. Questo secondo periodo è caratterizzato dall’approvazione della Costituzione sulla Liturgia, Sacrosanctum Concilium, e del decreto sulle comunicazioni sociali, l’Inter Mirifica La costituzione sulla Liturgia, ribadisce la vera natura della Liturgia, "esercizio del sacerdozio di Cristo" ed auspica la piena, attiva e consapevole partecipazione dei fedeli. Durante il secondo periodo si passò a discutere la nuova redazione dello schema sulla Chiesa, di cui fu decisa una nuova rielaborazione. Si esaminò lo schema sull’ecumenismo. In esso il capitolo sugli ebrei, fu introdotto per iniziativa del cardinal Bea, che voleva superare per sempre l’antisemitismo, incontrò la resistenza dei vescovi arabi del Medio Oriente, che temevano un’interpretazione politica di tale riavvicinamento. La questione rimase in sospeso e verrà ripresa e risolta più tardi. Molto importante fu l’intervento di mons. De Smedt, vescovo di Bruges, sulla libertà religiosa. Egli dapprima confuta le false accezioni di libertà religiosa (uguaglianza obiettiva di tutte le religioni o indifferentismo) e poi ne ricorda la vera natura: il diritto della persona umana al libero esercizio della religione secondo i principi della propria coscienza e l’immunità da ogni coazione esterna. 1963 A LIVORNO NASCE LA QUARESIMA DELLA CARITÀ. Siamo all’inizio della quaresima del 1963 mons. Guano scrive la sua lettera pastorale Nasce il “Servizio Carità e Assistenza della Diocesi di Livorno"

che, oltre ad essere il necessario tramite fra il Vescovo e le diverse Opere Assistenziali che fanno capo a Istituti, parrocchie e privati della diocesi, si occupa dell’organizzazione della Quaresima della Carità. Questa iniziativa - spiegava il Vescovo risponde a una duplice finalità: invitare tutti i fedeli ad elevare unanimi preghiere perché Dio mantenga accesi nei cuori sentimenti di solidarietà con i fratelli tribolati; alimentare, nel senso più vasto del termine, la carità fraterna ; far prendere coscienza dei gravi bisogni esistenti nella diocesi e nel mondo; stimolare la generosità dei doni e delle prestazioni; realizzare una più equa ripartizione dei fondi - mediante la consegna nelle mani del Vescovo tra le molte e oscillanti necessità”. La prima domenica di Quaresima vennero lanciate la riflessione e le intenzioni di preghiera che accompagnarono la Diocesi fino alla Pasqua. Nel corso delle celebrazioni della quarta domenica di Quaresima, in ogni parrocchia si svolse la raccolta delle offerte che dovevano essere consegnate nelle mani del Vescovo la mattina di Pasqua. Terzo periodo 14 settembre -21 novembre 1964 Dal settimanale La Vita che, come tutta la stampa cattolica e non cattolica, continuava a seguire con interesse i lavori del Concilio e pubblicava ampi resoconti, apprendiamo in data 29 settembre 1964 quali siano stati gli elementi di novità introdotti dalla Riforma della Liturgia:

VII

 Il mistero pasquale torna al centro di tutta la Liturgia. Solo immergendosi nel mistero pasquale si rinnoverà a fondo la vita cristiana.  La lettura della Sacra Scrittura sarà più abbondante e frequente nella Messa, nell’amministrazione dei Sacramenti e nell’ufficio divino che viene proposto anche ai fedeli come preghiera privilegiata  Verità ed intelligibilità dei Riti. I sacri testi saranno revisionati per una partecipazione attiva e sentita alla Liturgia e, verrà mantenuta la lingua latina, ma le conferenze episcopali possono permettere l’uso del volgare nelle letture. La lingua del popolo è uno dei punti rilevanti: essa prende posto ufficialmente nella Liturgia latina.  Si ammette un certo pluralismo nell’amministrazione dei sacramenti, nelle processioni, nella musica;  E’ semplificato il rito della Messa;  Celebrazione comune. Altro elemento interessante è il carattere collettivo, comunitario, della preghiera. Di qui l’importanza della Messa solenne e del canto. l Canti gregoriani, che per secoli hanno rivestito con splendore i sacri testi, non possono essere sostituiti con melodie banali o sciatte, si porrà speciale attenzione per redigere testi adatti.  La Comunione sotto le due Specie permetterà ai fedeli una partecipazione in forma nuova

alla Mensa del Signore. Anche se limitata a casi singoli essa costituirà per i fedeli una ricchezza nel rito liturgico.  Iniziazione liturgica: il rinnovamento liturgico richiede uno spirito nuovo e un’ educazione alla Liturgia. Per una riforma efficace non bastano solo dei cambiamenti esterni. La Costituzione chiede nuovi sforzi di comprensione . Il 15 novembre 1964 Mons. Guano scrive alla la diocesi la sua lettera per l’Avvento e tratta l’argomento del rinnovamento liturgico: “….: Questa volontà di rinnovamento è ispirata ai bisogni ed alle tendenze della Chiesa in questo momento….Di cosa si parla quando si parla di Liturgia? Pensate alle Chiese..al succedersi delle domeniche e delle altre festività.. ai Sacerdoti.. ai riti sacri Battesimo, Cresima ecc..,alle preghiere solenni della Settimana Santa…e soprattutto al Santo sacrificio della Messa a cui si partecipa con la comunione del Corpo e del Sangue di Gesù. Ebbene tutto questo insieme di cose è ciò che si chiama Liturgia…Come vedete si tratta dell’incontro con il Signore non solo dell’incontro personale,ma quello di noi tutti insieme…Voi capite che la nostra vita cristiana attinge tutto di qui e perché il Concilio e la Chiesa attribuiscono grande importanza alla Liturgia….Come viviamo queste cose?. Alcuni rimangono indifferenti, estranei…. a volte i contatti anche di quelli che hanno maggiore familiarità con i riti sacri sono marginali. isolati dalla nostra vita. Abbiamo una religiosità troppo personale senza che avvertiamo di appartenere ad una comunità di figli di Dio. La ragione del distacco sta in parte nella lingua in cui la Liturgia si esprime e che la gente non capisce…sta nelle forme non del tutto adatte. Dovrebbe realizzarsi sempre più lo spirito di famiglia nella celebrazione della Liturgia… Si tratta di impegnarci personalmente e di collaborare nella Diocesi, nelle famiglie ed Associazioni in questo anno 196465, a una particolare cura per la conoscenza ed il rinnovamento della Liturgia… dobbiamo impegnarci nella conoscenza e riflessione,nella partecipazione personale consapevole, nel rinnovamento del senso della comunità e della partecipazione comunitaria ai riti sacri …si ricordi che più che il rinnovamento dei riti importa lo spirito e l’anima di tale rinnovamento …..Scrivo questa lettera mentre si sta chiudendo la terza fase del Concilio,nel cui spirito vogliamo rinnovare la nostra vita ,la famiglia della nostra diocesi” + Emilio Vescovo

VATICANO II

LA NUOVA VISIONE DELLA CHIESA....

8 luglio 2012

50°


VIII

TOSCANA OGGI 8 luglio 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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