La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

17 febbraio 2013

VII

Per i bambini indiani e le missioni LE PICCOLE FIGLIE di San Giovanni Gualberto

Festa di beneficienza a Villa Mayer

Un «castello» per la carità Poco prima di arrivare in Piazza delle Carrozze troviamo Villa Von Berger, meglio conosciuta come “Villa Castello”, attualmente gestita dalla Congregazione delle Piccole Figlie di S. Giovanni Gualberto. Alcuni cenni storici sul complesso e sull’attività delle suore

DI FABIO FIGARA

ompletamente immersa nel verde si può scorgere questa struttura ricca di torrioni, di merli ghibellini e di monofore, abbellita da decorazioni in pietra serena, da arcatelle gotiche e da portali vetrati: non manca niente a questa maestosa villa, che il cavaliere Alessandro Von Berger, nel 1870, volle costruire rendendola simile ad un piccolo castello medievale sul terreno un tempo noto come il “Campo al Lupo”. Purtroppo informazioni precise sulla famiglia Von Berger sono difficili da reperire, anche se esiste un carteggio - poche lettere - dello stesso Alessandro nel Fondo “Pietro Vigo” conservato nella Biblioteca Labronica che meriterebbe un approfondimento. Oggi, intorno alla singolare residenza sita in via delle Carmelitane, possiamo ancora trovare importanti appezzamenti di terreno da coltivare e un ampio oliveto, e varie strutture ormai in disuso da anni, probabilmente le case dei fattori alle dipendenze della famiglia. Dopo i Von Berger, la residenza ed il parco passarono alle Monache Benedettine Vallombrosane di Santa Umiltà di Faenza, le quali utilizzarono la villa per le loro attività scolastiche e di apostolato, trasformandola infine in un collegio femminile. Nella seconda metà degli anni ‘80 l’intera struttura fu poi donata alla Congregazione religiosa femminile delle Piccole Figlie di S. Giovanni Gualberto. «In questa struttura ci occupiamo soprattutto di assistenza agli anziani, accogliendoli nell’edificio laterale costruito in epoca successiva alla creazione della villa.» A parlare è suor Giulia Panarareyil, Madre Generale della Congregazione con venticinque anni di apostolato tra l’India e l’Italia. «Nella struttura più moderna abbiamo i dormitori, con punti di ritrovo e una piccola cappella per la S. Messa, mentre la mensa si trova

C

nel grande corridoio che collega i dormitori con la villa, dove viviamo noi. L’assistenza alle persone anziane qui ospitate occupa la maggior parte del nostro tempo anche se, nonostante tutto, riusciamo ad impegnarci anche in altre attività.» E infatti le suore di Villa Castello si occupano anche dell’ausilio alle ragazze portatrici di handicap segnalate dal Santuario, grazie all’aiuto di suore diplomate OSA

provenienti da Villa Mayer, assistono il Vescovo e i sacerdoti in cerimonie ufficiali e si occupano del catechismo con i monaci vallombrosani «Qui, a parte la Madre Superiora, siamo

rimaste solo in sette, tutte provenienti dall’India, su un totale di 46 suore che risiedono attualmente in Italia nelle altre Case: in Toscana abbiamo delle strutture anche a Pescia e a Sorano. Ogni tre anni, secondo dei turni prestabiliti, ognuna di noi può tornare qualche tempo nel proprio paese di origine, permettendo così ad altre sorelle di raggiungere l’Italia». Purtroppo, a causa dei continui impegni, le Suore non riescono ad occuparsi come vorrebbero per il mantenimento di tutta la struttura, che necessiterebbe di una serie di interventi di ristrutturazione e di recupero di alcune parti architettoniche e anche delle ampie zone coltivabili: queste ultime, in particolare, richiederebbero un lavoro costante da parte di agricoltori esperti. «Vorremmo dedicarci maggiormente alla cura della villa - continua suor Giulia – alcune sorelle si occupano di giardinaggio e di curare alcune parti dei campi, ma gli impegni aumentano e noi siamo sempre di meno. Tuttavia non ci arrendiamo, e cerchiamo di affrontare tutto con spirito positivo e di venire incontro alle varie esigenze che si presentano. Quest’anno, da settembre, i monaci vallombrosani hanno progettato l’apertura di un asilo: noi siamo già pronte a fornire loro un aiuto per l’insegnamento e la gestione delle attività». Nelle foto: alcune immagini del castello e le suore Piccole Figlie di San Giovanni Gualberto

Domenica 10 febbraio, nei locali della “Villa del Governatore”a Montenero, si è tenuta la nuova edizione della rassegna “Gusto e Cultura” na manifestazione organizzata U dall’Associazione "La Funicolare" insieme con le suore della Congregazione delle Piccole Figlie di S. Giovanni Gualberto, che anche quest’anno ha visto un nutrito gruppo di partecipanti. Per l’occasione è stata organizzata una sfilata con abiti indiani: Francesco Lamacchia, presidente dell’associazione organizzatrice, ha illustrato e indossato un kurta (conosciuto anche come panjabi), tipico abito maschile indiano, mentre alcune ragazze hanno vestito i tradizionali abiti femminili indiani (Sari), composti da larghe fasce di stoffa lunga tra i quattro e i nove metri, avvolta intorno al corpo dell’indossatrice con vari metodi e spesso stretta in vita o con un capo che avvolge una spalla. Contemporaneamente l’artista Beatrice De Laurentiis della scuola "Keramiké" di Collesalvetti ha allestito una piccola mostra con alcune delle sue ultime opere, mentre le suore indiane hanno organizzato il pranzo di beneficienza, per raccogliere fondi da inviare alle missioni, tutto a base di tipici piatti indiani. A fine manifestazione, mostra di fotografie sulla vita dei bambini indiani nelle missioni della Congregazione. F.F. Nelle foto: un momento del pranzo; una ragazza che indossa il Sari, l’opera della scultrice De Laurentiis "le nuove prigioni".


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