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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXIII - N. 3 - marzo 2017 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani

PASQUA: UN AMORE CHE SORPRENDE, TURBA, CONVERTE E FA VIVERE U

n pensiero per l’approssimarsi della Pasqua: più si avanza nell’età più si accumulano opportunità – ahimè! – archiviate troppo in fretta. Quando “accadrà” la sospirata conversione? Quando il momento della svolta decisiva per la nostra vita? Mi sovviene la figura geometrica della spirale che ritorna continuamente avvitandosi su se stessa, ma con un movimento in progressione. Immagino così il nostro cammino: ritorni successivi, ma sempre in salita. Me lo auguro e lo auguro ai lettori. «Ecco ora il momento favorevole»: all’appello si deve rispondere subito. Teresa di Lisieux annotava: «Tu lo sai, o mio Dio, che per amarti non ho che oggi». Hanno preso il via quaranta giorni speciali. Come i quaranta anni di esodo del popolo di Dio, come i quaranta giorni di Mosè sul monte, come i quaranta giorni di cammino di Elia verso l’Oreb, come i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto… Tutta la Chiesa si è messa sulle sue orme e avanza. La meta? Per i catecumeni: il Battesimo; per i fedeli: la rinnovazione delle promesse battesimali nella Veglia pasquale. Per tutti l’unica cosa necessaria: rinnovare la scelta del Signore, accogliendo, con sempre maggiore consapevolezza la gioia del Vangelo. Durante la Quaresima si cammina e si sta! Si sta seduti ai piedi di Gesù, per prolungare l’ascolto della sua Parola; si cammina fuori da se stessi e dal proprio peccato. I quaranta giorni della Quaresima sono come un cono di grazia e di luce che ci avvolge.

È un tempo nel quale si fa una forte esperienza ecclesiale. Tutti i discepoli di Gesù sono entrati insieme in penitenza nel giorno delle Ceneri per non procedere da soli ma in cordata. Le preghiere, le penitenze, la vita santa di ogni fratello, l’intercessione della Madonna e dei santi, unite alla grazia di Cristo vanno nel tesoro di grazia a cui tutti attingiamo. «Credo nella comunione dei santi»: così preghiamo nel Credo! Questa che stiamo vivendo è la prima Quaresima dopo il Giubileo della Misericordia. La lezione che ci ha offerto la Chiesa è stata importante per tutti: essere persuasi e credere alla Misericordia di Dio, amore che sorprende, converte, abbraccia, perdona e fa vivere. Da questa fede scaturisce impetuosa e irresistibile la carità come pratica della misericordia. Il Papa, nel suo messaggio per la Quaresima, ci ha proposto la meditazione della celebre parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro (cfr. Lc 16,19-31), è una pagina che torniamo a fare nostra; ci offre la chiave per comprendere come agire per raggiungere la vera felicità e per aprirci ad una vera conversione. «Il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro – scrive il Papa – ma un appello a convertirsi e a cambiare vita». L’invito è ad aprire la porta del cuore, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino, sia il povero sconosciuto. La parabola è impietosa nell’evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco. «In lui – continua il messaggio del Papa – si intravede drammati-

LA REDAZIONE DEL «MONTEFELTRO» AUGURA A TUTTI I SUOI LETTORI

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Buona Pasqua


MONTEFELTRO Continua dalla prima pagina

camente la corruzione del peccato che si realizza in tre momenti successivi: l’amore per il denaro, la vanità e la superbia». La ricchezza acceca: «Invece di essere strumento per compiere il bene ed esercitare la solidarietà, il denaro può asservire noi e il mondo ad una logica egoistica che lascia spazio all’amore». Il ricco, protagonista della parabola, ha dei fratelli che rischiano la sua stessa fine. Che fare? «Hanno Mosè e i profeti, ascoltino loro». La Parola di Dio è una forza viva capace di suscitare la conversione del cuore. «Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al fratello». La parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro ci aiuta a prepararci bene alla Pasqua che si avvicina. Propongo ai lettori di perseverare nei suggerimenti concreti che ci sono stati indicati dal direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e riportati nel “Montefeltro” di febbraio: 1. Pregare con la Parola di Dio. Non ci si può accorgere della Sua presenza nel quotidiano se non si è capaci di dargli tempo e spazio. 2. Fare la carità con consapevolezza: dare poco, ma tutti i giorni. 3. Digiunare dal superfluo. Ad esempio, è proprio necessario che la televisione rimanga accesa anche mentre si mangia? Di che cosa ci si potrebbe alleggerire? Ci diamo appuntamento alla Veglia pasquale, ognuno nella sua comunità, per cantare insieme l’Alleluia! Andrea Turazzi Vescovo di San Marino-Montefeltro

MONTEFELTRO PERIODICO DELLA DIOCESI DI SAN MARINO -MONTEFELTRO NUOVA SERIE Anno LXIII - N. 3 - marzo 2017 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC Aut. Trib. di Pesaro n. 72 del 3.4.1956 Iscritta al R.O.C. n. 22192 del 19.4.2012

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Associato alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

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UFFICIO CATECHISTICO

L’EUCARISTIA NEI SUOI RITI, NELLA CHIESA NASCENTE di don Raymond Nkindji Samuangala* L’atteggiamento di fedeltà di Gesù nei confronti del culto del suo popolo e nel tempo stesso la libertà nel conferire a tale culto contenuti e comprensione cristologici viene seguito anche dalla Chiesa apostolica. Infatti, secondo gli Atti degli Apostoli prima della rottura definitiva con la Sinagoga ed il Tempio, gli Apostoli e gli altri discepoli continuano a partecipare alla liturgia ed al culto ebraico celebrati in questi luoghi. Tuttavia, emerge anche che ciò che è specificamente cristiano viene vissuto in casa, che diventerà in tal modo la domus ecclesiae. È il caso della cosiddetta “frazione del pane”, espressione che non si riduce ad indicare il rito iniziale di una cena come nel caso della cena rituale ebraica, ma “la totalità” della celebrazione nella sua dimensione rituale. “Da ciò la parola “frazione del pane” assume un nuovo senso cristiano, estraneo tanto alla letteratura classica, quanto a quella giudaica” (J.A. Jungmann). Teologicamente il termine “frazione del pane”, che ricorre in alcuni passi neotestamentari (At 2,42.46; 20,7.11; 27,35; 1 Cor 10,16) esprime meglio la dimensione sacrificale di questo rito, memoriale del sacrificio cruento del Signore sulla Croce e consegnato ai suoi nella forma non cruenta appunto nel rito. È il gesto compiuto da Gesù stesso in diverse occasioni: alla moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mc 6,41); all’istituzione dell’eucaristia (Lc 22,19); a Emmaus (Lc 24,30.35). I primi cristiani, però, hanno anche la piena consapevolezza che questo sacrificio è il “mezzo” che il Signore lascia per entrare “in comunione” con lui ed avere la sua vita (cfr.

1 Cor 10,14-22). Quindi da “mangiare” e “bere” secondo il suo comando “prendete e mangiate, questo è il mio corpo”, “prendete e bevete, questo è il calice del mio sangue”. Da qui la dimensione conviviale complementare e strettamente collegata con quella sacrificale, e che viene significata dall’altra espressione presente nelle comunità paoline “la cena del Signore” (cfr. 1 Cor 11,20). Proprio in questo testo Paolo fa una sintesi mirabile di questi due aspetti dell’unica realtà chiamata “frazione del pane” o “cena del Signore”: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Cor 11,26). Si fa memoria del sacrificio del Signore, si comunica ad esso mediante il “mangiare” e il “bere” e si attende la sua venuta ultima! Riguardo alla struttura della celebrazione, sembra molto semplice ma i testi neotestamentari non ci permettono di conoscerne di più. Risulta invece chiaro come le comunità apostoliche abbiano avuto la consapevolezza che la celebrazione della frazione del pane o cena del Signore “il primo giorno della settimana” fosse la modalità eminente di essere in comunione di vita con il Signore risorto, vivo e presente in mezzo ai suoi. E nel tempo stesso è comunione-unione nell’uguaglianza dei suoi discepoli che costituiscono un solo corpo, il Corpo di Cristo. Ma anche che la frazione del pane è annuncio e attesa, quindi inserimento nella dinamica di salvezza operata da Gesù Cristo nel mistero pasquale. * Direttore Ufficio Catechistico Diocesano

Le celebrazioni del Vescovo nel tempo pasquale LE CENERI 1 marzo ore 20:30 Cattedrale di Pennabilli LE PALME 9 aprile ore 11:00 Cattedrale di Pennabilli GIOVEDÌ SANTO 13 aprile: Messa Crismale ore 10:30 Cattedrale di Pennabilli S. Messa in Coena Domini ore 21:00 Cattedrale di Pennabilli

VENERDÌ SANTO 14 aprile Ufficio delle Letture e Lodi ore 8:30 Cattedrale di Pennabilli Via Crucis da Sant’Igne a San Leo ore 15:00 Liturgia della Passione ore 20:00 Cattedrale di Pennabilli Processione

SABATO SANTO 15 aprile Ufficio delle Letture e Lodi ore 8:30 Cattedrale di Pennabilli Veglia Pasquale ore 22:30 Cattedrale di Pennabilli

PASQUA DEL SIGNORE 16 aprile S. Messa Solenne ore 10:30 Cattedrale di San Leo


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VITA DELLA CHIESA

LA PAROLA DEL PAPA

Gli “occhiali” di Gesù e l’elmo di Paolo LA SPERANZA CRISTIANA DELLA SALVEZZA “Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire dalla Buona Notizia per eccellenza: il «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1) che, più che essere un’informazione su Gesù, è piuttosto la buona notizia che è Gesù stesso. Nel suo Figlio amato, questa promessa di Dio – “sono con te” – arriva ad assumere tutta la nostra debolezza fino a morire della nostra morte. Nasce così una speranza, accessibile a chiunque, proprio nel luogo in cui la vita conosce l’amarezza del fallimento” (51° GM Comunicazioni sociali, 24.01). Il tema della “speranza”, filo conduttore delle Udienze del mercoledì, viene riproposto dal Papa quasi quotidianamente: “a chi è scoraggiato, a chi è debole, a chi si sente abbattuto dal peso della vita e delle proprie colpe e non riesce più a sollevarsi”, dobbiamo donare la speranza cristiana, che ha “i lineamenti forti e al tempo stesso teneri dell’amore” (Udienza generale, 08.02). Ai martiri cristiani di oggi (Omelia, 30.01; alle Chiese cristiane orientali, 27.01; Conversione di San Paolo, 25.01), ai malati (XXV Giornata Mondiale del Malato, 11.02; Commissione Carità e salute della CEI, 10.02), ai terremotati colpiti dalle nevicate di gennaio (Angelus, 29.01), ai migranti (Udienza generale, 08.02), agli studenti e agli insegnanti (Alla Congregazione per l’educazione cattolica, 09.02), ai fidanzati e giovani sposi e a chi li accompagna nella vita di coppia (Alla Rota romana, 21.01), agli imprenditori che promuovono l’“Economia di comunione” ideata da Chiara Lubich (04.02), Francesco ha indicato numerosi esempi da imitare: Giuditta, che intima agli israeliti assediati e ormai pronti a soccombere: “attendiamo fiduciosi la salvezza che viene da lui, supplichiamolo che venga

in nostro aiuto e ascolterà il nostro grido, se a lui piacerà» (25.01); Giobbe, che afferma: «Io so che il mio redentore è vivo […]. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno» (01.02); santa Bakhita, da schiava a consacrata (08.02); san Tommaso d’Aquino, “maestro” del “dialogo intellettuale finalizzato alla ricerca della verità” (09.02); i primi cristiani di Tessalonica, una comunità “giovane” che, “nonostante le difficoltà e le tante prove, è radicata nella fede e celebra con entusiasmo e con gioia la risurrezione del Signore Gesù”: dubbiosi, tuttavia, sulla certezza della resurrezione dei morti, dei loro cari, sono esortati da Paolo “a tenere salda sul capo come un elmo «la speranza della salvezza»… La speranza cristiana è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi” (Udienza, 01.02). Nel Messaggio per la Quaresima 2017 protagonisti sono il povero Lazzaro e il ricco epulone della parabola lucana (cfr Lc 16,19-31), colpevole di non avere prestato attenzione alla Parola di Dio e, di riflesso, al suo prossimo: “Non possiamo nasconderci che una mentalità diffusa tende ad oscurare l’accesso alle verità eterne”, ha detto il Papa alla Rota romana riunita per l’inizio dell’anno giudiziario (21.01). Allo stolto che, accecato come l’epulone dal proprio “io”, nega l’esistenza di Dio, il cristiano oppone la “verità piena sulle cose, sulla loro origine e sul loro destino”. “La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio”: la Quaresima sia “il tempo favorevole per rinnovarsi nell’incontro con Cristo vivo nella sua Parola, nei Sacramenti e nel prossimo” (Messaggio per la Quaresima 2017). Monache dell’Adorazione Eucaristica - Pietrarubbia

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IL VICARIO GENERALE

LA LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO ANDREA mons. Elio Ciccioni* Come di consueto, anche quest’anno arriverà nelle nostre case la lettera Pastorale del Vescovo portata dai Sacerdoti in occasione della visita alle famiglie. Il tema della lettera è mariano, riguarda cioè la figura di Maria e penso per due motivi: • primo perché Maria è una presenza indispensabile e inscindibile della vita della Chiesa, e di ogni cristiano, di cui è immagine e modello; • secondo perché quest’anno è l’anno centenario delle apparizioni di Fatima, attraverso le quali Maria ha rinnovato il suo amore e la sua fedeltà, la sua premura materna al suo Popolo, a ciascuno di noi. La lettera non vuole e non può presentare una biografia della Madonna inesistente anche nel Vangelo, ma presenta la realtà di Maria Madre di Dio, così come la consideravano i primi cristiani e poi tutta la tradizione della Chiesa. I temi fondamentali che costituiscono i sette capitoli della lettera sono quelli dell’identità della Madonna Madre del Signore Gesù, così come viene presenta dai Vangeli, e la devozione a Maria, liberata da un certo devozionalismo e presentata secondo gli insegnamenti del magistero a partire dal Concilio Vaticano II; la vita del cristiano alla luce e sull’esempio di Maria e del suo pellegrinaggio nella fede e il tema della modalità del culto mariano e della consacrazione al suo cuore immacolato. Il Vescovo, scrive con lo stile che lo contraddistingue, dialogico, immediato,

È UNO STRUMENTO CHE CI REGALA UN’IMMAGINE DI MARIA ECCELSA E GLORIOSA PERCHÉ MADRE DI DIO, MA ANCHE UMANISSIMA, UNA DI NOI, POSSIBILE DA IMITARE E DI ESSERE IL MODELLO DELLA NOSTRA FEDE E DELLA NOSTRA VITA.

semplice, comprensibile a tutti e, nel contempo, ricco di contenuti, di stimoli, di suggerimenti per mettersi in cammino. La preoccupazione di questo scritto non è quella della visibilità o dello sfoggio di cultura, ma quella di offrire a tutti i lettori

un’attrattiva, una speranza che nasce dalla figura di Maria per tutti gli uomini, perché Ella ama tutti, invita tutti al Suo cuore di Madre misericordiosa. Più che un’ esposizione magistrale sulla Madonna queste riflessioni sono testimonianza di una esperienza personalmente vissuta. Nel contempo i contenuti sono profondamente biblici e fanno emergere la grandezza di Maria alla luce del Suo figlio, del quale è non solo la Madre, ma la prima collaboratrice all’opera redentrice ai piedi della Croce. Non c’è verità mariana a sé stante, si tratta di verità relative a Cristo. È importante che questa lettera sia diffusa il più capillarmente possibile, non solo fra i fedeli abituati a leggere la Parola del Pastore, ma anche fra coloro che non per cattiveria, bensì per pigrizia o altro non si prendono la briga di cercarla, o fra coloro che proprio non hanno familiarità con il messaggio dei Vescovi. Da una lettura anche solo casuale, molti troveranno rispetto e accoglienza a una maternità di Maria, capace di accendere in loro “una luce e una speranza per questi nostri giorni difficili e bui”. Accogliamo con gioia questo piccologrande strumento che ci regala un’immagine di Maria eccelsa e gloriosa perché Madre di Dio, ma anche umanissima, una di noi, figura possibile da imitare e modello della nostra fede e della nostra vita. * Vicario generale


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UFFICIO CARITAS

30 APRILE 2017: UN APPUNTAMENTO IMPERDIBILE di don Carlo Giuseppe Adesso* MAGGIO, BELLO E INTASATO Maggio è sicuramente il mese più bello dell’anno. C’è la festa della mamma, perché maggio è il mese della Mamma Celeste (quest’anno poi ricorre anche il centenario dell’apparizione di Fatima!). A maggio si celebrano le prime Comunioni, le Cresime e l’attività pastorale raggiunge il traguardo. E per gli amanti dello sport a maggio si assegna lo scudetto, si decidono le promozioni e le retrocessioni calcistiche... e così via! Bello il mese di maggio, vero? Ma anche tremendamente intasato! I Sacerdoti, a Maggio, sudano le proverbiali “7 camicie”! I Vescovi, poi – che 7 camicie le sudano tutto l’anno – a maggio ne sudano molte di più!

IL CONVEGNO DIOCESANO DELLA CARITAS Tra i mille appuntamenti di maggio, c’era anche il Convegno Diocesano della Caritas; una sorta di “raduno annuale”, per motivarsi come Diocesi alle esigenze delle carità. Ma la carità – dice San Paolo – “è paziente, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse”. Non possiamo permettere che il Convegno Caritas si ponga “in

competizione” con altre attività diocesane... Non sarebbe caritatevole, non vi pare? Abbiamo deciso, perciò, di lasciare il mese di maggio alla Mamma celeste, alle prime Comunioni, allo scudetto e alle altre iniziative diocesane, e spostare il Convegno Caritas all’ultima domenica di aprile, che quest’anno – ironia della sorte! – coincide proprio con l’ultimo giorno del mese: 30 aprile 2017! Abbiamo scelto di collocarci, noi della Caritas, all’evangelico “ultimo posto”, così da essere “i primi” a proporre un’iniziativa diocesana nell’imminenza del mese più bello dell’anno! In questo modo, potremo estendere il nostro invito a tutti... Ma proprio tutti! Innanzitutto ai nostri cari Sacerdoti, e poi ai Volontari, ai simpatizzanti della Caritas, e a tutti i fratelli/sorelle della Diocesi che vogliano sapere come la nostra famiglia ecclesiale vive la carità.

RIFERIMENTI DEL CONVEGNO DIOCESANO CARITAS 2017 Abbiamo scelto di impostare il Convegno Diocesano del 30 aprile 2017, partendo da un brano (2,42-48 e 4,32-35) del Libro degli Atti degli Apostoli, che il nostro Vescovo ha indicato come vademecum per

il cammino diocesano di quest’anno. Vi do pertanto tutte le coordinate del Convegno Diocesano Caritas di quest’anno: data: 30 aprile 2017; luogo: Casa di prima accoglienza a Secchiano Marecchia (via Branca n. 30); tema: Ascoltare, annunciare e servire: questa è la Chiesa! E perché il nostro Convegno sia una riunione di famiglia, abbiamo pensato ad un “Relatore familiare”: S.E. Mons. Paolo Rabitti! Abbiamo chiesto a Lui di aiutarci a riflettere come Chiesa sui pilastri costitutivi del nostro agire caritativo. Sono certo che l’Arcivescovo Paolo ci aiuterà a pensare alla carità come Chiesa e a vivere la carità come comunità!

UN ARRIVEDERCI SIN DA... ADESSO! Non mi resta dunque che invitarvi ad annotare, fin da subito, la data del 30 aprile 2017, per il Convegno Caritas a Secchiano Marecchia. Nel prossimo numero vi darò qualche altra anticipazione... Sarà un’esperienza di Chiesa. Sarà un pomeriggio di fede, speranza e carità. Di conseguenza, sarà un pomeriggio di gioia! Parola di don ADESSO! Venite e vedrete!

* Direttore della Caritas Diocesana

BILANCIO CARITAS DIOCESANA SAN MARINO-MONTEFELTRO 2016 ENTRATE • • • • •

Saldo al 31/12/2015 Contributo dalla Diocesi: 8x1000 Caritas Offerte liberali Quota emergenze coppie in difficoltà Interessi a credito

Totale entrate

€ 4.420,21 € 200.000,00 € 9.967,99 € 3.127,25 € 464,83 € 217.980,28

USCITE • • • • • • • •

Progetti Lavoro Orti sociali Voucher Contributi per Sostegno Vita CdA di Pennabilli Contributi a Caritas parrocchiali e Vicariati Progetti presentati in Diocesi Spese bancarie e interessi passivi

€ 2.921,10 € 2.022,07 € 28.364,80 € 7.300,00 € 3.161,02 € 44.240,00 € 30.115,66 € 333,00

• • • • •

Spese magazzino Contributi Case Prima Accoglienza Contributi per Emergenze Caritas Contributi per finanz. progetti in Diocesi Spese di gestione Caritas Diocesana, mezzi, carburanti e pedaggi • Formazione e Convegni reg. e nazionali • Arredi/macchine ufficio • Quota emergenze coppie in difficoltà Totale uscite

€ € € €

18.395,69 21.653,81 10.000,00

€ 9.914,40 € 4.142,24 € 3.710,64 € 400,00 € 186.674,43

RIEPILOGO AMMINISTRAZIONE ORDINARIA Entrate Uscite SALDO AL 31/12/2016 Finanziamenti per 9 progetti per un totale di

€ 217.980,28 € 186.674,43 € 31.305,85 €

7.397,40

Anche se i numeri sono freddi e le cifre noiose, dietro i numeri si nascondono dei volti e dietro le cifre ci sono delle persone... La nostra comunità diocesana – come ricordano gli Atti degli Apostoli – “non possiede né argento né oro” (Atti 3,6), ma dona il frutto della generosità dei fedeli che si concretizza anche nella scelta di devolvere alla Chiesa cattolica l’8% (in Italia) e/o il 3% (Repubblica di San Marino). Non farci mancare il tuo sostegno e la tua generosità! “Le uniche ricchezze che avrai per sempre, saranno quelle che hai donato” ricorda un celebre epigrammatista latino (Marco Valerio Marziale): in effetti chi investe nella carità investe per l’eternità! Grazie! Il Direttore don Carlo Giuseppe Adesso


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LA TERZA

UN FATTO AL MESE

CRISTO SALE SULLA CROCE di Suor Maria Gloria Riva* A Ferrara, nel Coro del Monastero Sant’Antonio in Polesine, un autore di scuola giottesca del XIV sec., denominato primo Maestro di Sant’Antonio, realizza un singolare affresco. L’opera mostra sinteticamente e con grande profondità teologica il Kerigma: Cristo, nato per noi, ha patito per mano di empi, è salito sulla croce, è morto per la nostra salvezza ed è risorto per farci entrare con lui nella gloria. Alla stregua di un fumetto, l’opera, lungi dal voler rappresentare il “reale”, insegna il Mistero a quella comunità di monache che, ancora oggi, prega in quel luogo. Al centro dell’affresco sta la croce, solidamente piantata sul calvario come stadera sulla montagna, alla quale Cristo appoggia una scala e vi sale. Sì, è un giudi-

contrappone con l’oscurità che avvolge i personaggi di sinistra. Cristo stesso, salendo sulla croce, è rivolto verso il lato destro dell’affresco indicando così il senso di quell’ora che è venuto a compiere. «C’è un battesimo che devo ricevere – aveva detto Gesù un giorno –, e come sono angosciato finché non l’ho ricevuto» (Lc 12,50). E ancora: «Io ho il potere di dare la vita e di riprenderla di nuovo» (Gv 10,18). Frasi rivelatrici che indicano la liberalità e la gratuità con cui Gesù accetta il suo sacrificio. I pioli che portano Cristo sulla croce sono tre, particolare non casuale se si pensa che in moltissimi casi, nelle Via Crucis o nelle scene della Passione, compaiono tre gradini. Essi rappresentano sim-

Primo Maestro di Sant’Antonio, Coro del Monastero (XIV sec.), affresco, Sant’Antonio in Polesine, Ferrara

zio quello qui operato, un giudizio sulla storia e sull’uomo che stravolge le categorie umane. Sui bracci orizzontali della croce stanno due personaggi i quali, come operai e carpentieri, porgono a Cristo i chiodi del supplizio. Il braccio destro è leggermente più allungato dell’altro, quasi a voler indicare la rotta infinita della misericordia divina. Infatti, se sul lato sinistro dell’affresco stanno gli accusatori di Cristo e Longino che con la lancia gli colpisce il costato, sul lato destro vediamo un singolare personaggio dal mantello bianco e i soldati romani che tirano a sorte la tunica tessuta tutta d’un pezzo, indossata da Gesù. La luminosità della roccia, a destra, si

bolicamente i tre giorni dei patimenti di Cristo, ma anche le persone della Trinità che, insieme, accettano l’ignominia della Croce. L’ignoto personaggio che sta alla destra del patibolo potrebbe essere Giovanni, l’evangelista che, entrando nel sepolcro vide il telo sindonico e credette alla risurrezione (Gv 20,8). Il mantello luminoso che indossa prefigura proprio quella risurrezione di cui sarà testimone. Ma potrebbe raffigurare anche il centurione romano che, secondo l’evangelista Marco, disse: «Costui era veramente il Figlio di Dio» (Mc 15,39), o, ancora, il giovinetto che nel giardino del Getsemani fuggì via nudo coperto solo da un lenzuolo (Mc 14,52), altra prefigura

marciana del telo sindonico. In ogni caso quest’uomo è ivi collocato per narrarci l’esito del gesto scandaloso di Cristo: la vittoria sul male e sulla morte. Con il gesto della mano questi indica i due soldati che stanno tagliando la tunica di Cristo, rimando tanto al Corpo di Cristo, spezzato sulla croce per lasciare fluire il sangue della Redenzione, che alla divisione della Chiesa, per la quale, come ebbe a dire Pascal, Cristo resta in croce fino alla fine del mondo. L’oscurità che regna alla sinistra dell’affresco racconta, del resto, il mistero dell’iniquità, sempre in atto nel mondo. Ma è proprio da quest’oscurità che si libera una via di salvezza. Infatti anacronisticamente Longino è qui rappresentato mentre già ferisce il costato di Cristo aprendo all’uomo una via nuova e salutare: quella dei sacramenti. Significativo è il fatto che, per quanto buio, questo lato dell’affresco non è privo di luce, un discepolo (Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea?) veste l’abito bianco della fede. Veste l’alba, tunica distintiva prima dei battezzati e poi dei sacerdoti. Per contro, anche il lato luminoso, quello di destra, non è privo di ombre anzi, proprio dietro al monte del Calvario il cielo si fa più plumbeo e minaccioso. Le monache benedettine che sostavano (e sostano) in preghiera davanti a quest’opera erano educate così a comprendere quel già e non ancora che caratterizza tanto la storia della Chiesa quanto la storia personale di ciascuno di noi. Di fronte allo scandalo del male, presente ovunque si trovi un uomo, il rimedio che Cristo indica è quello, sul suo esempio, di offrirsi spontaneamente e liberamente vittime, soffrendo per i peccatori. I sacramenti dunque, scaturiti dalla sorgente viva del costato di Cristo, rendono anche noi via nuova per le genti, nella misura in cui li lasciamo operare nella nostra vita secondo l’esempio del Salvatore il quale, non per forza, ma per amore salì sulla croce, mirando alla nostra salvezza e alla volontà misteriosa del Padre suo. * Monache dell’Adorazione Eucaristica Pietrarubbia


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ADORAZIONE EUCARISTICA

24 ORE PER IL SIGNORE. ADORARE IL SIGNORE ED ESSERE DA LUI PERDONATI di don Gabriele Mangiarotti Troviamo nella Bolla di indizione dell’anno straordinario della misericordia Misericordiae Vultus questo invito rivolto a tutta la Chiesa, e da non considerarsi terminato con la chiusura dell’anno stesso: «L’iniziativa “24 ore per il Signore”, da celebrarsi nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima, è da incrementare nelle Diocesi. Tante persone si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione e tra questi molti giovani, che in tale esperienza ritrovano spesso il cammino per ritornare al Signore, per vivere un momento di intensa preghiera e riscoprire il senso della propria vita. Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore». La nostra Diocesi, che ha raccolto l’invito del Papa, anche quest’anno vuole farci vivere la grande esperienza della riconciliazione, occasione di ricchezza per tutti. Voglio sottolineare due aspetti che mi paiono importanti e significativi. Innanzitutto questa giornata intera (le “24 ore” della sua durata, quindi vi è compresa anche la notte) è vissuta non individualmente, ma, tendenzialmente, da un popolo che sa sacrificare anche il sonno per stare davanti a Gesù eucaristico, pregandolo e adorandolo. E qui mi preme sottolineare il valore che proprio l’Adorazione eucaristica sta riacquistando presso il popolo cristiano. Al punto che in molte parrocchie si è incentivato questo momento significativo per la crescita della fede, e che anche nella Repubblica di San Marino le Monache dell’Adorazione Eucaristica (presenti da 10 anni nella nostra Diocesi) hanno iniziato a proporre quotidianamente a tutta la realtà sociale. Sono testimone della partecipazione intensa che durante i giorni di questo ultimo «Natale delle meraviglie» si è avuta in tutte le ore del giorno, meravigliando, è proprio il caso di dirlo, i tanti turisti che entravano nella chiesa di San Francesco alle porte di San Marino. Ricordo poi che durante le “24 ore per il Signore”, notte compresa, oltre che all’Adorazione è possibile accostarsi al

sacramento della Confessione, essendo presenti continuativamente molti sacerdoti a disposizione di chi vuole sperimentare la misericordia del Signore. E qui non posso non ricordare, anzitutto a me, poi anche agli altri, il valore straordinario che il sacramento della riconciliazione, la Confessione, ha per ciascuno di noi. Se, come ricorda il Concilio Vaticano II nella Costituzione Gaudium et spes «solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo», è sempre più corrispondente alla nostra umana esperienza quello che tale documento afferma: «In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio

sua altissima vocazione; né è dato in terra un altro Nome agli uomini, mediante il quale possono essere salvati. [La Chiesa] crede anche di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli. Così nella luce di Cristo, immagine del Dio invisibile, primogenito di tutte le creature il Concilio intende rivolgersi a tutti per illustrare il mistero dell’uomo e per cooperare nella ricerca di una soluzione ai principali problemi del nostro tempo».

che è radicato nel cuore dell’uomo. È proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si combattono a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d’altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe». In questo modo, proprio attraverso l’esperienza della misericordia vissuta nel sacramento: «Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla

Queste “24 ore per il Signore” saranno anche quest’anno il luogo per sperimentare la bellezza di questa salvezza cristiana. Allora non ci resta che incontrare la misericordia del Signore secondo questo calendario e in questi luoghi: - Monastero delle Monache dell’Adorazione Eucaristica a Ponte Cappuccini dalle ore 18 di venerdì 24 marzo alle ore 18 di sabato 25 marzo; - Chiesa-Santuario del Crocifisso a Talamello dalle ore 17 di venerdì 24 marzo alle ore 18 di sabato 25 marzo; - Santuario Cuore Immacolato di Maria a Valdragone (RSM) dalle ore 18 alle ore 24 di venerdì 24 marzo.


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PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO

PENSIERI DI DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

CRISI DELLA POLITICA E BENE COMUNE di Gian Luigi Giorgetti* La convivenza sociale nella sua dimensione politica, economica, lavorativa e culturale determina la qualità della vita delle persone e quindi le condizioni in cui ognuno decide della propria vocazione. Per questo motivo la dimensione sociale della vita delle persone non può essere considerata un ambito esclusivamente “secolare” in quanto ciò che tocca l’uomo nel suo essere con altri uomini non è estraneo all’evangelizzazione. Papa Francesco nella Evangelii Guadium ci ricorda

che “Evangelizzare è rendere presente nel mondo il Regno di Dio”, ammonendo sulla dimensione sociale dell’evangelizzazione che se “non viene debitamente esplicitata, si corre sempre il rischio di sfigurare il significato autentico e integrale della missione evangelizzatrice” (EG n. 176). Animati da questo sguardo, osservando la realtà sociale constatiamo che l’attuale situazione politica è attraversata da una lunga e profonda crisi, generata da

problemi e difficoltà in massima parte riconducibili ai grandi mutamenti che hanno interessato, con inarrestabile accelerazione, l’intera società italiana, europea e mondiale. In questo contesto la politica appare sempre più incapace di rispondere alle nuove sfide poste dal mutamento, di elaborare scelte strategiche di ampio respiro fondate su valori condivisi, sulla costruzione del “bene comune”, che sappiano valorizzare e armonizzare le esigenze individuali con quelle collettive. Si tratta dunque prioritariamente di una crisi di fondamenti culturali, spirituali ed etici, oltre che di competenza specifica di fronte alla complessità dell’azione politica. Allo scopo di fornire uno strumento per il discernimento della realtà sociale e per fornire un contributo teorico e pratico a servizio del bene comune e della cittadinanza attiva, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” delle diocesi di Rimini e San Marino-Montefeltro, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale, con l’adesione di numerose associazioni e aggregazioni ecclesiali, organizza un percorso formativo che tenterà di esplorare alcune delle questioni cruciali che chiamano in causa la crisi della politica in vista di un suo superamento, a partire dalla dignità della persona umana e da un rinnovato confronto con alcuni nuclei portanti della Dottrina Sociale della Chiesa in ordine ai temi della partecipazione democratica, della famiglia e dei problemi generati da un’economia dell’esclusione e dell’iniquità. Di ognuno di questi argomenti viene offerta l’opportunità di un confronto conoscitivo globale nella forma della conferenza pubblica serale. Nella mattinata successiva il tema sarà ripreso nella modalità del seminario di approfondimento e del laboratorio esperienziale. Gli incontri sono aperti a tutti, in particolare a coloro che sono impegnati nelle realtà associative e in ambito sociale e politico, ad educatori familiari e sociali, a gruppi famiglie, a operatori politici, ecc. * Responsabile Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro


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UFFICIO FAMIGLIA DIOCESANO

ESERCIZI SPIRITUALI PER FAMIGLIE

LE STANZE DI CASA, LUOGHI DI SPIRITUALITÀ di Federico Nanni* Puntuale, ad ogni inizio di primavera, torna la proposta dell’Ufficio per la pastorale familiare di una due-giorni di esercizi spirituali rivolti alle coppie di sposi e fidanzati. Come di consueto, sede del ritiro sarà la casa adiacente al monastero delle suore Clarisse di Sant’Agata Feltria, che ospiterà le coppie della diocesi nei giorni 1 e 2 aprile. La proposta degli esercizi spirituali per famiglie è nata in occasione dell’Anno Santo del 2000 per iniziativa di don Agostino Gasperoni, il quale si adoperò per innestare nel calendario diocesano un appuntamento spirituale “forte”, che fosse ricordo e “segno” del particolare tempo di grazia rappresentato dal Giubileo. Da allora, le varie edizioni si sono succedute senza interruzione, ultimamente con una affluenza media di circa 25-30 coppie, gran parte delle quali partecipa all’intera due-giorni. L’impostazione del ritiro prevede due meditazioni (sabato pomeriggio e domenica mattina); dopo ogni relazione, proposta con un linguaggio semplice ed accessibile a tutti (il termine “esercizi spirituali” non spaventi...), viene dedicato un po’ di tempo al confronto all’interno di ogni coppia ed un successivo confronto e scambio di esperienze in piccoli gruppi. Il tema affrontato quest’anno, proposto e condotto dal teologo Andrea Grillo, sembra piuttosto inconsueto, a prima vista poco adatto per una proposta di formazione spirituale: “tavola, talamo e toilette come luoghi di comunione”. Con altre parole, potremmo dire: i luoghi della casa possono essere rivelatori del Signore che parla alla famiglia. Ma quale rimando alla preghiera o al volersi bene può mai venire dal tinello di casa o dalla camera da letto? Quale legame può esistere tra la vita di fede di una coppia di sposi e la stanza da bagno? Eppure, sostiene il prof. Grillo, i tradizionali luoghi del mangiare, del sonno comune e della comunione dei corpi, dell’igiene e della cura di sé possono rappresentare un teatro di “esperienze preziose di comunione”, autentici “luoghi domestici del trasfigurare” (cfr. contributo preparatorio al Convegno ecclesiale di Firen-

ze, www.firenze2015.it/i-luoghi-del-trasfigurare/). Siamo dunque certi che la riflessione di Sant’Agata si rivelerà per i partecipanti davvero stimolante, forse addirittura sorprendente; di certo, in sintonia con lo spirito che da sempre caratterizza questo ritiro di inizio primavera: indicare la via per una spiritualità di coppia feriale, vivibile nella semplicità dei gesti quotidiani. * Responsabile Ufficio Famiglia diocesano


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PRIMO PIANO

RELIGIONE A SCUOLA? COME E PERCHÉ Al centro del dibattito l’alunno e la sua formazione integrale Sfido il lettore ad arrivare in fondo a questo articolo. Il tema riguarda tutti, indistintamente, anche se può apparire a prima vista settoriale: si tratta dell’insegnamento di Religione nella scuola pubblica. Non bisogna fermarsi ai propri ricordi e ad esperienze passate, perché il mondo della scuola e dei giovani è profondamente cambiato come il contesto in cui essi vivono. Il discorso è d’attualità, a diverso titolo, sia in San Marino a motivo delle Istanze d’Arengo sull’argomento, sia in Italia per le scadenze delle iscrizioni scolastiche che chiedono di decidere se “avvalersi” o “non avvalersi” dell’insegnamento di Religione Cattolica (IRC). Non stupisce il dibattito, né scandalizza. Al contrario. Può costituire una opportunità di rinnovamento. Tuttavia, guai se il confronto mettesse al centro la difesa di privilegi o l’ideologia, gli interessi di qualcuno o il problema delle risorse. Al centro deve stare l’attenzione alla persona dei nostri giovani. Solo questo. Allora le domande fondamentali sono: come offrire ai giovani un alfabeto, una grammatica che li aiuti ad affrontare gli interrogativi circa il mistero dell’esistenza e quel “sentire religioso” che si affaccia al cuore? Come aiutare i giovani a vivere bene in questo mondo complesso e plurale? Come collegare il fatto religioso, assolutamente universale, nel quadro di una antropologia che oggi rischiamo di ignorare? Scarterei del tutto le proposte minimaliste di chi vorrebbe togliere l’insegnamento perché sarebbe estraneo alle finalità della scuola, o di chi considera la religione un fatto assolutamente privato, da affrontare esclusivamente in seno alla propria comunità di fede, tralasciando le sue impronte nella storia, nella cultura, nei rapporti tra i popoli. Diversi sono i modelli possibili di insegnamento di Religione. C’è chi ripropone un insegnamento della Religione di Stato (ma è un modello superato); chi un insegnamento come opzione facoltativa, legata alla sola confessione prevalente. Altri caldeggiano un sistema in cui nell’ora di Religione ogni confessione possa avere i propri spazi. Altri ancora propongono un sistema più laico e multireligioso dove sia lo Stato ad insegnare la cultura religiosa delle diverse fedi. Ognuno di questi modelli ha le sue giustificazioni, ma anche limiti e difficoltà, teoriche e pratiche (chi abilita gli insegnanti? In quale luogo? Può darsi una conoscenza che esuli del tutto dall’esperienza?). Personalmente preferirei una soluzione “confessionale inclusiva”. Attualmente, tenendo conto del contesto, la confessione è quella cattolica (la quasi totalità delle famiglie domanda il Battesimo e il funerale con rito cattolico). È in virtù dell’appartenenza al cattolicesimo che è possibile creare spazi per le esperienze religiose di altre confessioni e lo studio del fatto religioso in sé. L’IRC può davvero – ci sono molte esperienze in atto che lo confermano – essere un’oasi di gratuità, di incontro, di apertura. In questa prospettiva l’IRC potrebbe avere come referente non solo la Chiesa, ma anche l’istituzione scolastica. I testi di

Religione Cattolica potrebbero avvalersi della collaborazione di esperti di altre confessioni religiose. Ripropongo ai lettori una serie di puntualizzazioni che possono aiutare il confronto. Per sua natura l’esperienza religiosa è da tutti considerata come elemento fondamentale dell’umano. Oggi poi la conoscenza del fatto religioso è un fattore decisivo per capire le dinamiche storiche e la condizione geopolitica odierna. È sotto gli occhi di tutti il significativo e preoccupante analfabetismo religioso; ciò costituisce anche un impoverimento culturale. È evidente soprattutto l’analfabetismo biblico: la Bibbia è libro fondamentale per la cultura europea e tuttavia è largamente assente nella cultura dei sammarinesi e degli italiani. La scuola, per sua natura, è aperta ad un “di più” di saperi, per questo non propone mai, di per sé, una diminuzione di conoscenze, e di conoscenze così rilevanti dal punto di vista antropologico, come l’analisi dell’esperienza religiosa, ricca di stimoli formativi, di informazioni, di erudizione. Ritengo che la scuola sia chiamata ad una assunzione di responsabilità. Nell’epoca in cui si discuteva di sopprimere lo studio della lingua latina don Lorenzo Milani proponeva – provocatoriamente – di aggiungere lo studio del greco e dell’ebraico! L’IRC nella scuola è un insegnamento culturale, sostanzialmente diverso dall’insegnamento catechistico che presuppone la fede, la celebrazione dei misteri cristiani e la partecipazione alla vita della Chiesa Cattolica. L’IRC ha dunque una peculiare dignità culturale. Pertanto, non mira alla adesione confessionale al cattolicesimo, ma ad una conoscenza della teologia, della storia e del rilevante patrimonio letterario, artistico e musicale ispirato al cattolicesimo. L’IRC propone la conoscenza dell’esperienza cattolica, perché basilare per la tradizione culturale dell’Occidente e del nostro paese in particolare, una tradizione ancora viva ed ispiratrice di umanesimo. Nel rispetto della libertà fornisce all’alunno gli elementi necessari per scegliere in modo consapevole una eventuale appartenenza religiosa (spetta alla famiglia l’indirizzo da dare ai propri figli; non è compito della scuola assumere questa responsabilità). I programmi dell’IRC devono prevedere, all’interno dei curricula, elementi di storia comparata delle religioni e, più in generale, la presentazione del fatto religioso nelle sue manifestazioni filosofiche, esperienziali, psicologiche e patologiche. Queste sono appena alcune considerazioni, altre potranno scaturire dal confronto, dall’ascolto degli insegnanti e dalle esperienze degli alunni. Sono in gioco l’esercizio di una vera laicità e la promozione di una tradizione che costituisce uno dei principali fattori di unità e coesione del nostro popolo nel suo aprirsi al dialogo e all’inclusione. Andrea Turazzi


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SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA

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LA DIOCESI IN FESTA

LA FESTA DI SANT’AGATA A SAN MARINO

Un popolo testimonia la propria identità La processione di Sant’Agata, che si svolge il 5 febbraio a San Marino, è da sempre il momento centrale per l’intera comunità cristiana e civile della festa dedicata alla Compatrona della Repubblica, ed è anche la festa della libertà riconquistata. Lo spirito che anima chi partecipa a questo momento è stato bene descritto dal libretto guida della processione, preparato con cura dalla Parrocchia di Borgo Maggiore, che così si esprimeva: «rivolgere la propria attenzione al 5 febbraio vuol dire cercare di chiarirsi in che cosa i Sammarinesi pongano la loro speranza e da dove attingono i tratti della loro identità culturale… » e proseguiva: «In tal modo la tradizione e l’insegnamento di chi ci ha preceduto si trasmette come bene prezioso e “tesoro di famiglia”» e «Capire perché Agata è compatrona, vuol dire per i Sammarinesi capire la verità di se stessi e trovare il fondamento della carissima libertà: che è affatto e non soltanto il non avere padroni, ma sapere a chi render conto della propria vita». Dalla fine degli anni Settanta la processione è stata anche l’occasione per approfondire le parole che i diversi Pontefici hanno dedicato ogni anno alla giornata della pace. Mentre quest’anno le parole di Papa Francesco hanno aiutato ad approfondire il tema della vita cristiana e della testimonianza. La testimonianza della propria fede che in alcune parti del mondo porta alle persecuzioni e martirio dei cristiani, ma che nel nostro mondo occidentale, come ben hanno ricordato le parole del Papa è più sottile: «esiste una “persecuzione educata”. Essa si presenta travestita come cultura, travestita di cultura, travestita di modernità, travestita

di progresso», con l’obiettivo di voler sradicare il riferimento ai valori che il cristianesimo ha portato nella società per renderla più a misura della dignità dell’uomo. Anche San Marino sta vivendo un momento di cambiamento sotto molti punti di vista, da quello economico a quello della vita sociale e culturale. Il vento dei “nuovi diritti civili” soffia anche in Repubblica. Ne sono la testimonianza le tematiche che sono state discusse e lo saranno ancora nel Consiglio Grande e Generale: legge sull’aborto, istanze sulla fecondazione assistita e sull’insegnamento della religione nelle scuole, ecc. Questo è sicuramente il termometro di una situazione dove si avverte sempre più di un riferimento labile ai principi di vita che hanno sempre costituito l’identità sammarinese con riferimento al cristianesimo da parte delle persone della vita di tutti i giorni dalle piccole alle grandi questioni. In Basilica è stato letto, alla presenza oltre che dei partecipanti alla processione delle massime Autorità dello Stato, il messaggio del nostro Vescovo scritto per l’occasione della Festa, parole veramente significative e chiare volte a chiedere oltre la possibilità di un confronto sereno e leale su temi delicati, anche la responsabilità dei cristiani laici, cittadini di questo Stato, per: «un appello ai cattolici ad essere più presenti nell’impegno civile e nel confronto culturale con argomenti di ragione, nella coerenza con la propria visione antropologica. Qualcuno chiede: non basta la testimonianza personale? Coerenza e rettitudine sono certamente i primi requisiti. Ma occorre essere incisivi con una presenza responsabile e significativa per la costruzione del bene comune, anche nel pluralismo delle appartenenze. È ne-

cessario dare voce alla coscienza di tanti cattolici che si ispirano ad un grande patrimonio ideale e a valori irrinunciabili». Sicuramente la folta partecipazione dei sammarinesi alla processione, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, è una prima risposta positiva all’invito del Vescovo. Ma ancora di più il prezioso lavoro unitario che da qualche tempo stanno svolgendo le aggregazioni laicali della diocesi, sui temi della famiglia e del diritto alla vita, al fine di offrire un originale contributo nel dibattito in corso. Da segnalare tra le iniziative promosse due Istanze d’Arengo in difesa della vita, presentate lo scorso 2 ottobre ai Capitani Reggenti, che in pochissimi giorni hanno raccolto oltre un migliaio di firme. Tutto questo lascia ben sperare in un recupero della coscienza del Popolo sammarinese, senza per questo avere la certezza degli esiti sulla società civile. Matteo Tamagnini

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO ANDREA

La martire Sant’Agata e le responsabilità civiche La Repubblica è in festa per Sant’Agata, sua compatrona. Desidero, in questo giorno, rivolgere un saluto ai sammarinesi: la sosta sia per tutti momento di gioia e di amicizia. Le origini di questa celebrazione si intrecciano con le sorti della nostra comunità e rimandano a valori riconosciuti come patrimonio di tutti, fondanti la sua originalità e identità. Oggi, la nostra società, come quella europea, è un amalgama di fattori diversi: pensieri ed esperienze, luci e ombre, riferimento a radici profonde ed apertura a nuovi orizzonti… Una laicità benintesa ha permesso, e ora incoraggia, che ogni gruppo e ciascuna persona diano il meglio di sé nell’accoglienza dell’altro. Il Santo fondatore, Marino, non pensò certamente ad un monastero a cielo aperto. L’esperienza di una socialità cristianamente ispirata non ha precluso la convivenza di sensibilità diverse, ma, anzi, ne ha garantito la vera libertà di manifestarsi. Nei prossimi mesi il Consiglio Grande e Generale sarà chiamato a confrontarsi su progetti di legge e Istanze d’Arengo, alcune delle quali toccano questioni delicate: temi etici, scelte educative, rapporti con le istituzioni cattoliche che rappresentano la stragrande maggioranza dei sammarinesi. Ho grande rispetto delle istituzioni civili e democratiche della Repubblica; non è mio compito, tantomeno mia vo-

lontà, intervenire politicamente. Credo, tuttavia, mi sia consentito, per quanto concerne materie in cui la Chiesa è diretta interessata, di propormi per un dialogo ed un confronto che possa chiarire e facilitare l’accoglienza ed il rispetto di legittime esigenze. Insomma: disponibilità e non richiesta di privilegi. Credo sia parimenti legittimo rivolgere un appello ai cattolici ad essere più presenti nell’impegno civile e nel confronto culturale con argomenti di ragione, nella coerenza con la propria visione antropologica. Qualcuno chiede: non basta la testimonianza personale? Coerenza e rettitudine sono certamente i primi requisiti. Ma occorre essere incisivi con una presenza responsabile e significativa per la costruzione del bene comune, anche nel pluralismo delle appartenenze. È necessario dare voce alla coscienza di tanti cattolici che si ispirano ad un grande patrimonio ideale ed a valori irrinunciabili. No ad uno spirito intollerante. Sì ad un atteggiamento responsabile e disinteressato. Sempre con uno stile di rispetto ed accoglienza dell’altro. La salita alla Basilica, nel giorno di Sant’Agata, sia un momento di intensa preghiera per tutti, nella verità e nella libertà, momento in cui continuare a chiedere a questa donna martire la custodia della nostra antica Repubblica. Andrea Turazzi, Vescovo di San Marino-Montefeltro


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VOCAZIONI

IL SEMINARIO DI VITTORIO VENETO IN DIOCESI DIO CONTINUA A GUIDARE E AD ACCOMPAGNARE I SUOI FIGLI, CHIAMANDO QUALCUNO DI LORO A SPENDERE TUTTA LA PROPRIA VITA COME PRETE «Spes in semine» è il motto del nostro Seminario: la speranza è nel seme. Esso attinge alla sapienza dell’agricoltore che, nei momenti di difficoltà per il raccolto, sa di dover mettere al sicuro la semente, prendendosene cura: in essa infatti è racchiusa la speranza di una nuova fioritura. Ciò avviene per il seme di frumento, come pure per quei germi di vocazione che il Signore sparge nelle nostre comunità. È la condivisione della fioritura il senso profondo dei tre giorni che abbiamo trascorso come seminaristi di Vittorio Ve-

potuto infatti raccontare la nostra storia. È una realtà carica di stupore e meraviglia il fatto che Dio possa far intuire la propria volontà, eppure la nostra presenza, ma anche il seminario o la Chiesa stessa, non avrebbero senso senza questa profonda consapevolezza: Dio continua a guidare e ad accompagnare i suoi figli, chiamando qualcuno di loro a spendere tutta la propria vita come prete. Egli lo fa con ciascuno di noi, attraverso pensieri, sentimenti, incontri, che permettono di intuire la sua parola: in tal senso ogni vocazione,

ha detto il Vescovo, è «prova dell’esistenza di Dio». D’altra parte l’incontro ha dato largo spazio alle paure che ognuno di noi vive in questo percorso. Non siamo speciali, ma giovani con desideri e timori. Alcuni, pensando al ministero, hanno sottolineato di sentirsi talvolta inadeguati; altri la paura delle spaccature che spesso si creano anche nella comunità cristiana e che le tolgono credibilità; altri ancora la vertigine del “per sempre”. A questi freni, condivisi a cuore aperto, hanno cercato di dare risposta i ragazzi sammarinesi, comprendendo, incoraggiando e condividendo a loro volta le loro difficoltà. È stato bello vedere dei giovani incoraggiare altri giovani a rispondere con fiducia a Cristo. Così anche i fedeli possono sostenere i loro pastori, con il loro affetto, perché la vocazione al presbiterato è frutto di una Chiesa che, come una madre, genera continuamente i suoi pastori. Chiediamo senza stancarci al Signore che le nostre comunità siano feconde! Torniamo ricchi nella nostra terra vittoriese, contenti di questo scambio breve, ma profondo. Quando «il cuore parla al cuore», l’incontro rimane custodito nell’amore del Padre. Lorenzo e i seminaristi di Vittorio Veneto

neto nella vostra cara diocesi. Siamo otto giovani dai venti ai trent’anni accompagnati da don Fabio, nostro educatore, e provenienti da varie esperienze, ma accomunati dal desiderio di rispondere con gioia alla chiamata del Signore. Tale condivisione è avvenuta in primo luogo attraverso la visita alle meraviglie storiche e artistiche che cesellano la Repubblica di San Marino, nonché la città di Pennabilli e la rocca di San Leo, carica delle sobrie linee del romanico, a tratteggiare l’essenzialità di un rapporto con Dio che negli ultimi secoli abbiamo rischiato di smarrire. Cuore dell’esperienza è stato però l’incontro con alcuni giovani della parrocchia di Borgo Maggiore, accompagnati dal loro parroco don Marco. Grazie alla sapiente guida del Vescovo Andrea, abbiamo

Non hai ancora provveduto a rinnovare il tuo ABBONAMENTO? Il tempo sta per scadere. Fallo al più presto per non rischiare di perdere qualche numero. All’interno del giornale altre informazioni su come fare.


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VITA MISSIONARIA a cura di Chiara Giannini

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DALLE MISSIONI

“ Io ti ho posto come luce dei popoli, perché tu porti la salvezza fino all’estremità della terra” (Atti 13,47)

VOLEVO FARE IL MISSIONARIO…

(seconda e ultima parte)

Fra Michele continua a parlarci della Turchia... Devo dire che per me è stato un colpo piuttosto duro, quel poco che conoscevo della Turchia (dove mi ero recato un paio di volte in visita alcune settimane) non mi aveva fatto innamorare. Si tratta di una missione che da ormai cento anni i nostri frati portano avanti, l’Ordine e la Chiesa ci chiedono di non abbandonare questa terra crocevia di importanti rapporti tra Oriente e Occidente, crogiolo di popoli, religioni, culture, culla della Chiesa cristiana. Dal punto di vista delle radici della fede è sicuramente la terra dove il cristianesimo ha mosso i suoi primi passi dopo la separazione dall’ambito ebraico: Pietro, Paolo, Giovanni, Maria hanno camminato sulle sue antiche strade romane; le comunità degli Atti, dell’Apocalisse, delle Lettere apostoliche erano turche; i grandi santi monaci della Cappadocia e i padri della Chiesa hanno scritto la teologia cristiana fissata dai primi concili celebratisi sotto la protezione dell’impero bizantino. La situazione generale del paese è in rapida evoluzione, stanno venendo al pettine i nodi di politiche sfrontate, alleanze subdole e infinita smania di potere della classe dirigente. Il terrorismo, sia interno che quello di matrice islamica proveniente da fuori, insanguina il paese; la guerra civile nell’est ne mina la coesione sociale; lo stallo di una economia artificialmente gonfiata genera incertezza sul futuro. Mancano spesso le garanzie civili essenziali sia nel campo della giustizia che in quello della libera informazione: dietro ad una ostentata facciata di modernità si nascondono spesso gli spettri di una situazione fuori da ogni controllo. I cristiani non si sentono tutelati né liberi di professare la loro fede e, se è vero che gli episodi cruenti sono stati pochi e circoscritti, va però detto che un continuo inneggiare alla supremazia di certi valori, all’identificazione di una nazione con una religione (grande falso storico), alla ideologia della minaccia costante da parte di tutti coloro che hanno idee diverse da quelle ufficiali, certo non tranquillizza gli animi. I miei due anni di esperienza in questa terra sono sicuramente troppo pochi per esprimere un giudizio che sia completo, troppo poco conosco di questo paese e della sua gente, quasi nulla della loro storia, cultura e nemmeno della fede che ad esempio custodisce un patrimonio immenso come quello della mistica islamica di tradizione sufi. Non ho avuto ancora modo di toccare con mano cosa voglia dire conservare la fede cristiana per uno che è nato in questa terra e che magari ha sentito su di sé il peso di essere diverso dalla maggior parte delle persone sin dalle prime esperienze sociali da bambino. Non sono stato capace di condividere le tante ricchezze che ogni giorno il Signore ci dona con i poveri che incontriamo sulla strada. Per ora ho solo provato a studiare un po’ di questa lingua così difficile per cercare di instaurare un dialogo con le persone, ho provato a conoscere qualche cosa di più di questo mondo ecclesiale antico come delle odierne evoluzioni sociali. Spero di saper ricercare per il futuro vie di impegno missionario concreto, rispondendo generosamente a quello che Dio mi chiede qui ed ora, vivendo la quotidianità senza rimanere ancorato ai miei schemi e ai ricordi di quello che è stato. In poche parole pregate perché questa esperienza di servizio possa prendere il largo.


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I

SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA

Centenario di Fatima L’itinerario

«Se tanti, tutti insieme…»

INSERTO

Una consacrazione preparata, desiderata, attesa

Qualcuno per scaramanzia va dicendo: «Andrà a finire che il 13 maggio sarà una giornata di pioggia!». Speriamo invece sia una giornata di sole ed una serata di stelle. Ma è altro a cui guardare, fin da ora: la diocesi saprà mobilitarsi con entusiasmo? L’evento potrà costituire una occasione di risveglio nella fede? Perché questo accada occorre dedicare tempo ed energie con l’adesione e l’impegno di ciascuno. Il primo impegno è di comunicazione: annunciare l’evento, non perdere occasione per fare inviti, valorizzare il passaparola. Sogniamo che il 13 maggio sia una manifestazione che unisca l’intera diocesi, consacrati e laici, giovani e adulti. Che nessuno possa dire: «Io non lo sapevo!». Come raggiungere i cristiani della soglia? Come invitare efficacemente gli amici che vivono al margine della nostra comunità? E poi c’è da raggiungere il vasto mondo di chi non crede. È stato detto che la Madonna saprà trovare il modo della sua rivincita. La commissione incaricata sta pensando anche a momenti di carattere culturale mariano, di lettura di

opere d’arte, di ascolto musicale. Un secondo impegno è la preparazione. Già si è iniziato con i pellegrinaggi vicariali; in gennaio si è celebrato quello del vicariato di San Marino (12 parrocchie), in febbraio quello del vicariato della Val Marecchia (31 parrocchie), in marzo quello del vicariato della Val Foglia/Val Conca (38 parrocchie). Tutte e tre le manifestazioni hanno avuto notevole adesione. Nonostante la stagione non sempre favorevole e i tanti appuntamenti pastorali concomitanti, la sensazione comunque è che il popolo cristiano sappia ancora costruire momenti di unità e di fervore. La comunicazione e la preparazione, tuttavia, non otterranno frutto senza l’interiorità: questo è il terzo impegno in vista del 13 maggio. La consacrazione va preparata, desiderata, attesa. Qui conta un’altra dimensione che non è quella dei numeri e dell’organizzazione, ma la dimensione del cuore. Insieme è più facile perché si è aiutati, ma è indispensabile l’adesione personale. Provvidenzialmente il tempo della preparazione coincide

con la Quaresima e la Pasqua, tempi liturgici ricchi di richiami alla conversione e ad una vita che continuamente si rinnova, ricchi di proposte sacramentali e di grazia: abbondanza di Parola di Dio, occasioni per celebrare il sacramento della Riconciliazione, inviti alla catechesi e alle iniziative di formazione. In ogni casa viene portata dal parroco la lettera del Vescovo, “Maria cielo di Dio”, utile per la meditazione personale. Un forte richiamo all’interiorità è senza dubbio il recupero della preghiera in famiglia, fosse anche solo un’Avemaria pregata insieme. I ritmi delle nostre famiglie sono piuttosto concitati, le esigenze dei componenti sono frastagliatissime, ma, se voluto, un segno di questo tipo può dare una sterzata. E poi, «se tanti, tutti insieme, contemporaneamente, formuleranno anche un solo pensiero su Maria, tante piccole scintille insieme accenderanno una luce per questi giorni difficili e bui». È probabile che il 13 maggio non troveremo “il miracolo del sole”, ma il sole brillerà in molti cuori per Maria. (+ Andrea Turazzi)


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II

SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA

Centenario di Fatima Le cronache

In cammino verso Fatima... La sosta delle parrocchie di Val Conca e Val Foglia a Macerata Feltria

Le parrocchie del Vicariato Valconca e Valfoglia si ritroveranno la sera del 13 marzo p.v. alle ore 20:30 nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in Macerata Feltria per la Veglia di preghiera in preparazione alla consacrazione della diocesi al Cuore Immacolato di Maria, come da tempo ha proposto il nostro vescovo Mons. Andrea Turazzi, nel Centenario delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima. È il terzo appuntamento, dopo quello a San Marino (Valdragone) e quello a Novafeltria.

La chiesa, dall’interno luminoso e spazioso, è ricca di pregevoli opere: due del 1600 (San Francesco e l’Assunta, un tempo nella chiesa di San Francesco) e due del 1800-85 di A. Conti: l’Immacolata e la Santa Famiglia; ma soprattutto la grande e bellissima Croce dipinta del 1394 di Olivuccio di Ciccarello (già Carlo da Camerino), anch’essa un tempo in San Francesco, perché a Macerata Feltria, fino al periodo dell’unità d’Italia c’erano due conventi (San Francesco e Santa Chiara) poi confiscati e venduti. La Veglia si farà a Macerata, dietro suggerimento del Vescovo, sia perché la chiesa è molto capiente, sia perché è centrale rispetto alle varie località delle due vallate del Vicariato. (DGC)

Lunedì 13 marzo ore 20:30 presso la chiesa di San Michele Arcangelo in Macerata Feltria

PELLEGRINAGGIO DEL VICARIATO VAL CONCA/FOGLIA in preparazione all’atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria nel centenario delle apparizioni a Fatima

La chiesa dedicata all’Immacolata e a San Michele Arcangelo è stata edificata nel 1800 (1857-1875), in sostituzione della vecchia chiesa parrocchiale al Castello, e aperta per la prima volta nel 1904. Era stata resa inagibile il 14 agosto 2014 per il crollo di un tratto del cornicione interno. Ne è seguito un periodo laborioso di verifiche, perizie, progettazione e preparazione degli interventi da effettuare. I lavori hanno richiesto alcuni anni sia per la difficoltà di esecuzione che di reperimento dei fondi. Oltre al contributo sostanziale dall’8x1000 della CEI e alle offerte generose raccolte in occasioni di celebrazioni, c’è stata la bella iniziativa chiamata “Un mattone per la chiesa”, proposta dai parrocchiani e dalla cittadinanza, che ha dato una notevole spinta a proseguire nell’opera.


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III

SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA

Centenario di Fatima Pillole di Catechesi

Penitenza e conversione Risuona nuovamente l’invito forte di Fatima

Fra i numerosi appelli della Madonna a Fatima, c’è quello alla penitenza, al digiuno e alla conversione, poiché, come abbiamo ricordato, la Madonna non ha messaggi propri, se non quelli del Vangelo di Suo Figlio. In questo richiamo della Vergine, non possiamo non cogliere l’appello di Gesù che iniziando la vita pubblica, nel Vangelo di Marco, comincia così il suo annuncio al mondo: Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo. Oppure l’altro invito di Gesù che, parlando della presenza di satana nel mondo, avverte i suoi discepoli: Questa specie di demoni non si può cacciare in nessun altro modo, se non con la preghiera e il digiuno. Dunque preghiera, digiuno, penitenza, conversione sono le armi per sconfiggere il male e per restituire all’uomo la sua libertà e dignità di figlio di Dio e per ottenere la vita eterna. E precisamente è quanto chiede la Madonna ai tre pastorelli a Fatima. Il mondo rifiuta Dio, incamminato nella propria strada corre verso la perdizione; la Madonna ammonisce: o il ritorno a Dio o le tenebre dell’odio, della violenza del peccato e il rischio della dannazione eterna. E chiede ai tre Pastorelli la loro collaborazione, per potere invertire questo rischio, questa corsa dell’umanità verso l’autodistruzione. La richiesta di Maria a Fatima è valida anche in questo periodo storico, tanto turbato dai venti di guerra, dal terrorismo, dall’odio. Lei, la Donna Vestita di Sole, ci dà una risposta storica. Non esiste un destino immutabile; fede e preghiera, digiuno e penitenza sono potenze, che possono influire nella storia; alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni. E solo il ritorno al Signore Gesù e al suo vangelo può cambiare il corso della storia e del destino personale di ciascuno di noi, per un fine di pace e di salvezza. E i tre pastorelli, nonostante la loro tenera età, avevano capito perfettamente il messaggio della Madonna, tanto che dopo le apparizioni la loro vita sarà

sempre dominata da questa preoccupazione: pregare e fare penitenza per i peccatori. E infine per questo ritorno la Madonna ha chiesto la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato. San Giovanni Paolo II, così aveva parlato della consacrazione: Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa avvicinarci, mediante l’intercessione della Madre, alla stessa sorgente della vita, scaturita sul Golgota... significa ritornare sotto la croce del Figlio. Di più: vuol dire consacrare questo mondo al Cuore trafitto del Salvatore, riportarlo alla fonte stessa della sua Redenzione... Consacrarsi al Cuore di Maria vuol dire quindi arrivare a Gesù per la via più breve, al Figlio attraverso la Madre, per poter vivere con Lui una personale esperienza di amic izia e di amore. Quindi consacrarsi alla Madonna vuol dire, in sostanza, accoglierla come vera madre nella nostra vita, sull’esempio di Giovanni, perché lei per prima prende sul serio la sua maternità su di noi: ci tratta da figli, ci ama da figli, ci provvede tutto come a figli: perché una madre è parte di noi, della nostra vita, e non la si cerca solo quando se ne sente il bisogno. Ecco perché non è fuori luogo né fuori tempo celebrare l’anno centenario delle apparizioni e rimeditare il messaggio che da esse scaturisce: anche per noi c’è una speranza, possiamo ritrovare vie di pace e di fraternità, di giustizia e d’amore se c’è un vero cammino di conversione a Cristo e al suo Vangelo. Anche noi come Chiesa diocesana il 13 maggio prossimo rinnoveremo la consacrazione al cuore Immacolato di Maria, il nostro desiderio di essere completamente suoi, di camminare come lei sulla strada che il Vangelo ci indica per essere realmente suoi figli e figli del Padre che è nei cieli e per ritrovare una speranza per questa vita e per l’eternità. (Mons. Elio Ciccioni)


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IV

SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA

Centenario di Fatima L’intervista

Per vivere meglio il Battesimo Intervista a padre Augusto Savelli ofm

Appena due mesi fa, il 28 dicembre, moriva improvvisamente padre Augusto Savelli, il frate minore francescano popolare e amato dai sammarinesi. Faceva parte della commissione diocesana per il primo centenario di Fatima. Come rettore del Santuario del Cuore Immacolato era entusiasta di ospitare per il 13 maggio prossimo le celebrazioni della diocesi. Qualche settimana prima di morire ci aveva dato degli appunti che offriamo ai lettori sotto forma di intervista virtuale. Padre Augusto, in che cosa consiste la “consacrazione al Cuore Immacolato”? La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è una donazione totale e perpetua di tutto il proprio essere a Maria: corpo e anima con le loro facoltà per poter vivere meglio il proprio Battesimo in tutti i suoi doveri personali, familiari, religiosi, civili e sociali. Che cosa comporta? La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria comprende quattro cose: donazione di sé a Maria, obbedienza a Maria, imitazione di Maria, apostolato mariano. La donazione è il principale elemento della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. La donazione di se stessi a Maria deve essere fatta dall’interessato. Quando si tratta di persone morali: Chiesa, Nazioni, Diocesi, Parrocchie, ecc. la consacrazione dovrà essere fatta dalla competente autorità. La consacrazione comporta l’obbedienza a Maria. Sarebbe inutile donare a Maria tutto il proprio essere, il corpo e l’anima, se poi si rifiuta di seguire quanto lei ci dice, cioè «fate tutto quello che lui vi dirà» (Gv 2,5). La donazione, la consacrazione di sé al Cuore Immacolato di Maria, comportano necessariamente di dover ricopiare le sue doti, le sue virtù, come giustamente dice San Massimiliano Kolbe: «… chi più perfettamente si lascia condurre da lei nella vita interiore, partecipa maggiormente al suo spirito». Infine, la consacrazione spinge ad un apostolato mariano. «Gesù vuol servirsi di te per farmi conoscere ed amare» disse la Madonna a Lucia, ed è quello che la Madonna ripete a tutti i consacrati al suo Cuore Immacolato. Anche la Madonna si impegna verso il suo consacrato? In che modo? La consacrazione è un reciproco impegno tra il consacrato e Maria. Maria non si lascia mai vincere in generosità. La Madonna accetta il dono della consacrazione. È Maria che ha manifestato l’ardente desiderio di Gesù che tutto il mondo sia consacrato al suo Cuore Immacolato e lei,

come buona madre, accetta il dono del suo consacrato e lo mette sotto la sua materna protezione. La Madonna collabora alla formazione spirituale di chi si consacra a lei. Maria si impegna alla formazione spirituale del suo consacrato. San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Evidentemente da quanto sono venuto dicendo si deve innanzitutto concludere che Maria ha ricevuto da Dio un grande potere sulle anime degli eletti […] formarli in Gesù Cristo e formar Gesù Cristo in loro». La Vergine lo ricolma di grazie chi si dona a lei. Maria è Mediatrice di grazia presso il suo Figlio e tesoriera di Dio. San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria». La Madonna sarà la avvocata presso il suo Figlio per ogni suo consacrato. Maria è la Madre di Gesù, Maria è Corredentrice e sul Calvario ha offerto suo Figlio e se stessa per il bene dell’umanità. Ma quello che è più consolante è che la Madonna a Fatima promette ai suoi consacrati la salvezza eterna indipendentemente dai loro meriti passati. Li protegge e aiuta nelle difficoltà della vita. La Madonna è una madre buona e premurosa ed assiste il suo consacrato non solo nella lotta contro il male morale e nel cammino verso il Cielo, ma, se necessario, anche nelle difficoltà della vita presente. E lo assiste nel momento della morte. La morte è il momento più importante della nostra esistenza. Lì si deciderà la nostra sorte eterna. Beato chi avrà vicino a sé Maria a pregare e intercedere per lui. Perché consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria? Perché è l’espressione suprema dell’amore filiale verso di lei. Un amore che non si limita a qualche pratica o alla recita di qualche preghiera, ma arriva alla donazione totale e perpetua di tutto il proprio essere. È un passo spirituale altamente qualitativo e che porta le anime nella possibilità di vivere e gustare le realtà soprannaturali. In quale relazione sta la consacrazione al Cuore Immacolato con la consacrazione battesimale? San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Gesù Cristo nostro salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine di tutte le nostre devozioni: diversamente esse sarebbero false ed ingannevoli». Ogni fedele che non è unito a lui come un tralcio al tronco della vite cadrà, seccherà e non sarà utile che per essere gettato nel fuoco. Se dunque noi stabiliamo la solida devozione di Maria SS.ma è solo per offrire un mezzo facile e sicuro di trovare Gesù Cristo.


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FORMAZIONE

UN INCONTRO DI FORMAZIONE TENUTOSI DAL 3 AL 5 FEBBRAIO SCORSO A SANTA MARIA DEGLI ANGELI, CUI HANNO PRESO PARTE IL NOSTRO VESCOVO MONS. ANDREA TURAZZI E QUATTRO COPPIE DI GIOVANI SPOSI DELLA NOSTRA DIOCESI

IL DONO DELLA SESSUALITÀ COPPIE DI SPOSI, SACERDOTI E RELIGIOSI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA SI SONO MESSI IN ASCOLTO DEI RELATORI E POI HANNO CONFRONTATO LE LORO ESPERIENZE PASTORALI CON LO SCOPO DI GETTARE LE BASI A STRUMENTI INNOVATIVI PER RISPONDERE ALLE SFIDE CUI LA PASTORALE FAMILIARE CHIAMA Il corpo, i sentimenti, la sessualità: queste le parole chiave dell’incontro di formazione tenutosi dal 3 al 5 febbraio scorso a Santa Maria degli Angeli, cui hanno preso parte il nostro Vescovo Mons. Andrea Turazzi e quattro coppie di giovani sposi della nostra Diocesi, organizzato dalla comunità dei Frati Minori di Santa Maria degli Angeli in Assisi, che da diversi anni sviluppa e offre corsi ed attività di pastorale familiare rivolta a fidanzati e giovani coppie di sposi (esercizi, corsi, fine settimana di spiritualità e di formazione) e il Progetto Mistero Grande, il cui scopo è quello di scoprire e far scoprire sempre più e sempre meglio nella Chiesa i doni di grazia che il Signore ha voluto rivelarci e donarci nel sacramento delle nozze. Il percorso Prima e dopo Cana si articola in cinque anni e “il dono della sessualità” è stato l’argomento della prima tappa; rivolto ad operatori di pastorale per i fidanzati, intende rispondere all’indicazione chiarissima di Papa Francesco in Amoris Laetitiae: “Tanto la preparazione prossima quanto l’accompagnamento più prolungato devono fare in modo che i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine di un cammino, ma che assumano il matrimonio come vocazione che li lancia in avanti, con la ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti difficili. La pastorale prematrimoniale e la pastorale matrimoniale devono essere prima di tutto una pastorale del vincolo, dove si apportino elementi che aiutino sia a maturare l’amore sia a superare i momenti duri” (AL, 211). I temi chiave sono stati indagati facendo riferimento oltre che ad Amoris Laetitiae, alla “teologia del corpo” di Giovanni Paolo II, presentata anche alla luce degli studi del teologo Christopher West, che scrisse: “Il corpo, infatti, e soltanto il corpo, è capace di rendere visibile l’invisibile: lo spirituale e il divino. Esso è stato creato per trasferire nella realtà visibile del mondo il mistero nascosto dall’eternità in Dio, e così esserne segno” (Giovanni Paolo II, Uomo e don-

na lo creò. Catechesi sull’amore umano, Città Nuova 2001). Dalle testimonianze di chi vi ha partecipato: “Mi ha colpito molto la sessualità come cantiere di dialogo: l’importanza di dare le parole all’intimità”; e ancora: “Che donarsi è bene per l’anima, per il corpo e per il cuore”; “Per noi come coppia è importante imparare da Cristo ad amarsi liberamente, totalmente, fedelmente e fecondamente, ci portiamo a casa questa grande aspirazione”. Un giovane sposo dice: “A me ha colpito la posizione aperta della Chiesa su questi temi; il valore puro del corpo e della sessualità, come bene dell’uomo, ciò per cui è stato creato; passare dal perché no al perché sì”. Coppie di sposi, sacerdoti e religiosi provenienti da tutta Italia si sono messi in ascolto dei relatori e poi hanno confrontato le loro esperienze pastorali con lo scopo di gettare le basi a strumenti innovativi per rispondere alle sfide cui la pastorale familiare chiama: fondamentale comprendere che è la futura vita da sposi a dover qualificare il tipo di percorso dei fidanzati in preparazione del matrimonio, ed occorre individuare delle modalità educative per formarli adeguatamente. Questo è un elemento centrale, per cui è il tempo del dopo il matrimonio a dover caratterizzare e strutturare i percorsi matrimoniali. Nuove proposte: l’alfabetizzazione alla sessualità, già dai 15 anni, l’annuncio della castità come condizione dei battezzati, in un’ottica di rispetto del proprio corpo e della persona; sessualità non più come tabù per la Chiesa ma come luogo in cui abita la bellezza del sacramento del matrimonio. La sessualità è l’inizio, un barlume dell’immagine di Dio perché il fare l’amore altro non è che dare la vita, per cui possiamo affermare che gli sposi sono il richiamo permanente per tutta la Chiesa di ciò che Cristo ha fatto sulla croce. Gaetana Lo Presti


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APPUNTAMENTI

L’invito del Vescovo Andrea alle coppie che hanno celebrato le nozze nel 2016-2017

GLI SPOSI NOVELLI INCONTRANO PAPA FRANCESCO Carissimi, che bello poter prolungare la gioia delle vostre nozze e rendere sempre più luminoso il progetto di vita che state realizzando! Che la routine e lo stress non abbiano mai a spegnere l’amore e l’entusiasmo… Per questo vi propongo insieme agli amici della Pastorale familiare un pellegrinaggio a Roma per incontrare papa Francesco. Abbiamo la possibilità di essere ricevuti all’Udienza Generale e di essere ammessi – come sposi novelli – al “baciamano” (così

viene chiamato il saluto personale al Papa). L’invito viene esteso a tutte le coppie che hanno celebrato le nozze nel 2016 e nel 2017 (sposi novelli!). È previsto il viaggio in pullman con partenza martedì 13 giugno al mattino e rientro mercoledì 14 giugno alla sera (per i dettagli vedi allegato). Per l’Udienza è richiesto l’abito nuziale. Sono lietissimo di accompagnarvi e presentarvi al Santo Padre Il vostro vescovo Andrea Turazzi


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USTAL-UNITALSI

RESOCONTO ANNO 2016

PELLEGRINAGGI E SOLIDARIETÀ L’USTAL attua le sue finalità svolgendo un servizio umanitario verso gli ammalati ed i disabili promuovendo il culto Mariano attraverso i Pellegrinaggi verso Santuari Mariani per i quali si fa promotrice e si assume l’organizzazione e la gestione. Si serve di volontari i quali si impegnano a prestare servizio gratuito in spirito di autentica carità cristiana, in sintonia con le scelte pastorali dell’Autorità ecclesiastica. Questo è ciò che prevede lo statuto, ma da molti anni i pellegrinaggi non sono l’unica finalità della nostra associazione. Con i cambiamenti sociali che sono intervenuti negli anni e le crescenti difficoltà esistenziali, il pellegrinaggio più importante è quello verso le persone in difficoltà. I nostri volontari sono impegnati tutto l’anno per portare conforto a chiunque si trovi in sofferenza fisica o morale. Con la loro opera completamente gratuita si prestano ad iniziative di solidarietà, anche con altre associazioni. Inoltre l’Ustal è sempre presente nelle occasioni di solidarietà sia in territorio sia nel mondo. In particolare nel 2016 sono stati devoluti: • per la Terra Santa € 1.000,00 al Caritas Baby Hospital, € 2000,00 all’Hogar Nino Dios (Casa di accoglienza per bambi-

ni disabili), € 1.000,00 a Effetà Paolo VI (bambini audiolesi); • per i terremotati del Centro Italia € 3.000,00 tramite la nostra Diocesi ed € 2.070 alla UNITALSI delle Marche; • per la Siria € 3.000,00 provenienti dalle offerte delle piantine di ulivo per la giornata UNITALSI; • per le necessità di persone o famiglie in difficoltà nel nostro territorio in collaborazione con la Caritas Diocesana € 900,00.

XXV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

I pellegrinaggi, che sono l’attività principale dell’USTAL, hanno registrato un passivo di € 615,00 per Loreto ed € 230,00 per Lourdes, dovuti ai contributi dati ad ammalati o disabili in difficoltà economica ed alle tariffe agevolate per sacerdoti e per giovani che desiderano fare un’esperienza di volontariato. Si ringraziano tutti i nostri associati, simpatizzanti, enti pubblici e privati che con la loro generosità ci hanno consentito di aiutare chi si trova in difficoltà.

È STATA CELEBRATA NEI TRE VICARIATI

Sabato 11 febbraio 2017, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, si è celebrata la XXV Giornata Mondiale del Malato indetta dalla CEI - Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute; istituita nel 1992, serve per ricordare a tutti l’importanza del lavoro degli operatori sanitari e della solidarietà di ciascuno di noi verso coloro che soffrono e che, troppo spesso vengono dimenticati. Il tema di quest’anno, tratto dal Vangelo di San Luca “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Lc 1,49), ci ha voluto richiamare ad una attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso ha invitato chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati. La Celebrazione eucaristica solenne della Giornata ha avuto luogo a Lourdes presieduta dal Cardinal Pietro Parolin Segretario di Stato e Legato del Papa per la Giornata Mondiale del Malato. L’USTAL-Unitalsi di San Marino-Montefeltro si è impegnata a promuovere iniziative con visite agli ospiti di case di riposo ed ospedali della Diocesi, consegnando ad operatori e degenti la cartolina con il logo della giornata e con la preghiera del malato. La cartolina è stata recapitata anche a tutte le parrocchie affinché venisse data agli ammalati ai quali viene portata l’eucarestia. Nella Cappella della Resurrezione dell’Ospedale di San Marino si è celebrata la Santa Messa presieduta dal Vescovo mons. Andrea Turazzi coadiuvato dal cappellano don Wladislaw Antonczyk. Erano presenti un rappresentante della Segreteria di Stato alla Sanità, personale sanitario e un folto gruppo di ospiti della vicina Casa di Riposo. I numerosi fedeli hanno seguito con fede e devozione ed ascoltato con molta attenzione l’omelia tenuta dal Vescovo in cui ha trattato dell’importanza della preghiera quando si è di fronte alla malattia ed alle situazioni di difficoltà fisiche e morali. Al termine della funzione S.E. ha salutato personalmente tutti gli ammalati e disabili presenti. Nella stessa giornata si sono tenute in Diocesi celebrazioni a Novafeltria (Ospedale), Talamello, Macerata Feltria e San Marino (Ospedale).


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CELEBRAZIONI

FESTA PER MONS. MANSUETO FABBRI, SACERDOTE DIOCESANO

Una strada lunga 70 anni Abbiamo chiesto a Mons. Mansueto qualche riflessione sui suoi 70 anni di sacerdozio. Ecco la sua risposta. I festeggiamenti avranno luogo il 9 aprile Mi metto seduto, con la testa tra le mani, e vedo il film della mia lunga vita. Dagli anni dell’asilo, poi nelle elementari, infine negli anni di seminario a Pennabilli, Bologna e Roma: mente, cuore e fantasia sempre indirizzati al sacerdozio. Il sabato santo 5 aprile 1947: l’Ordinazione sacerdotale nella Cappella del Seminario Feretrano di Pennabilli. Vescovo ordinante: Mons. Vittorio De Zanche. Da quel giorno ad oggi una vita intensa, ricca, multiforme, come un fiume a due sponde: l’amore alla diocesi e la fedeltà al sacerdozio. I primi 25 anni di prete corrono per oltre 600.000 chilometri, percorsi in diocesi e in Italia: ritiri spirituali, esercizi spirituali, incontri formativi e organizzativi, convegni diocesani, regionali e nazionali per l’Azione Cattolica, l’Ufficio Catechistico diocesano, i sacerdoti, gli Istituti secolari e in particolare l’Istituto secolare sacerdotale dei Missionari della Regalità. Dal 1973 al 2016 è prevalsa l’attività di parroco: a Pennabilli, Ponte Messa, Casteldelci, Schigno, Santa Maria, Novafeltria. Gli anni precedenti hanno predisposto un ricco assortimento di esperienze preziose. E così sono giunto in buona salute alla vigilia del 70° compleanno di ordinazione e di vita sacerdotale. Con quali sentimenti sto vivendo questo momento di festa?

AL CINEMA

Anzitutto la riconoscenza, il grazie quotidiano al Signore e alla Madonna per tutto questo tempo di ministero della Parola, della Grazia dei sacramenti e della Guida spirituale di un popolo numeroso come le stelle del cielo. Poi la gioia, la contentezza del lavoro, svolto sempre con slancio e vivacità. Non credo di essere stato mai tentato di svogliatezza o stanchezza. Ancora: anno dopo anno, mi sono sempre sentito arricchito di nuovi stimoli; direi

AL CINEMA

AL CINEMA

“COLLATERAL BEAUTY”: la bellezza collaterale oltre ogni dolore «La cosa importante è saper cogliere la bellezza collaterale che è il legame profondo con tutte le cose» – tratto dal film Collateral Beauty. Il 4 gennaio 2017 è uscito nelle sale italiane il film Collateral Beauty, diretto da David Fraenkel, e, nonostante non abbia ricevuto alcuna nomination alla cerimonia degli Oscar 2017, questa storia non può che commuovere profondamente qualsiasi pubblico, poiché tocca le corde più profonde dell’animo umano. Howard (Will Smith) è un importante manager di successo di un’azienda americana e nel suo lavoro cerca di trasmettere la positività e lo spirito di collaborazione ai suoi colleghi, ma, dopo la prematura perdita della figlia di sei anni a causa di una malattia, la vita di Howard si arresta poi-

che non ho sentito addosso il peso della vecchiaia, non solo perché non ho avuto mai malattie, ma specialmente perché ho sempre desiderato di tenermi aperto e disponibile alla evoluzione dei tempi: i tempi della società e i tempi della Chiesa. Ho sempre valorizzato il tempo per leggere e aggiornarmi: 3-4 ore al giorno. Infine la mia gratitudine ai Vescovi, agli amici Sacerdoti e ai miei familiari. I dieci Vescovi diocesani, che ho conosciuto dal 1934 ad oggi, mi hanno sempre amato con affetto paterno e profondo. I quasi 200 sacerdoti che ho conosciuto dal 1947 ad oggi (150 sono morti) sono stati i membri più cari della mia famiglia diocesana. “Che cosa renderò al Signore per i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza la domenica delle Palme, il prossimo 9 aprile, alle ore 11, nella nostra bella Pieve di San Pietro in culto, e invocherò il nome del Signore davanti a tutto il suo popolo”. Mons. Mansueto Fabbri La Redazione del Montefeltro che Don Mansueto ha seguito, valorizzato e contribuito a rendere sempre più interessante si unisce alla Diocesi nell’augurargli ancora buona salute e un lungo ministero sacerdotale.

AL CINEMA

AL CINEMA

ché l’estremo dolore che lo colpisce lo paralizza in ogni aspetto della sua vita: il suo lavoro è in continuo declino, la vita amorosa inesistente, le amicizie annullate. Il silenzio e il dolore diventano i protagonisti della vita del giovane manager e la vitalità della sua esistenza viene completamente offuscata dalla sofferenza. Durante questo difficile periodo, Howard incontra tre “personaggi”, i quali incarnano l’Amore (Keira Knightley), il Tempo (Jacob Latimore) e la Morte (Helen Mirren) e sarà solo dopo queste esperienze che il protagonista scoprirà l’esistenza della Bellezza Collaterale, ovvero quel lume di speranza che un uomo, nonostante un duro periodo o una grande sofferenza, può comunque incontrare lungo il proprio cammino. Si tratta di una Bellezza celata dietro ai piccoli gesti che spesso ignoriamo perché siamo troppo distratti dalle dinamiche quotidiane o perché, anziché condividere ciò che viviamo e i nostri sentimenti, per paura, abbiamo la tendenza a rifugiarci in noi stessi e a condannarci a soffrire in solitudine. Ci dimentichiamo quindi di quella Bellezza che ogni giorno ci circonda, della Bellezza di un amore puro, di un abbraccio, un sorriso o il semplice saluto di un passante. Howard ci dimostra che certamente un dolore così grande non può scomparire, ma forse non è mai troppo tardi per ricominciare. Melissa Nanni


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AZIONE CATTOLICA

L’AZIONE CATTOLICA NON È MAI FERMA! SI CHIUDE UN TRIENNIO E SI È SUBITO PRONTI A RIPARTIRE Il 19 febbraio a Serravalle si tiene l’Assemblea Diocesana, il punto di arrivo che chiude il ciclo di incontri parrocchiali per il rinnovo dei consigli: persone chiamate a curare la vita associativa delle proprie realtà. Arriva il momento di decidere, corresponsabilmente, i nomi e i volti di chi si dedicherà a livello diocesano a questa cura che rimane, sempre e comunque, attenta e dedita alle singole comunità che compongono il nostro micro-cosmo associativo. Così, qualche mese fa, il Segretario Diocesano: “l’Assemblea di Azione Cattolica è un momento per niente scontato: è l’occasione per riunire insieme giovani e meno giovani, aderenti e simpatizzanti, grandi e piccoli per poter stare insieme e progettare il futuro della comunità in uno spirito accogliente e propositivo”. Semplicemente così, com’è nello spirito dell’AC. I laici si incontrano per gettare le basi del futuro e cogliere i frutti dell’operato triennale appena concluso. Nessuno viene escluso, chiunque può essere partecipe di questa missione, in primis coloro che hanno detto “Sì” all’associazione. “È un modo per testimoniare quanto ci piaccia l’Azione Cattolica e il suo stile” continuava, per affermare quanto la gioia di donarsi e di impegnarsi possa incidere enormemente nella vita di un cristiano in continua ricerca ed attento alla società. “In Azione Cattolica non esistono responsabili a vita o leader insostituibili”, la possibilità è data ad ognuno, per mettere i propri pregi e valori a beneficio dei tanti che vivono l’associazione. Certi che nulla potrà sfociare in personalismi o altro, perché l’AC è di tutti e per tutti. Eppure: “Noi tutti siamo ben consapevoli di quanto sia bella la nostra vita con e grazie all’Azione Cattolica, ma, allo stesso modo, spesso non riusciamo a intravedere questa bellezza e vediamo solo la fatica del servizio e dell’impegno che mettiamo”. Non si avvertirà mai questa fatica se essa stessa sarà comune e se non graverà sulle spalle di pochi. Corresponsabili, in parrocchia, in diocesi, allo stesso modo con obiettivi comuni e condivisi. Questo è il bello che dobbiamo ricordare di avere! Siamo parte integrante di una realtà più grande, la

Chiesa, che ci insegna proprio questo: la ricerca del bene comune. Nel nome di Cristo, sotto l’insegnamento del Padre, ognuno di noi è chiamato a vivere in comunione fraterna le proprie esperienze e proposte. “Non demoralizziamoci e diventiamo consapevoli che anche le nostre piccole Parrocchie ormai sono terra di missione ed è sempre più difficile abitarle”, l’Azione Cattolica è di tutti e in questo mese l’Assemblea diocesana rappresenta in

maniera concreta e tangibile questa sua bellezza infinita. Facciamone parte e dedichiamoci ad essa, perché la nostra missione non finisca mai e il nostro stile di vita sia proposto a tutti, di modo che ognuno possa almeno sperimentarli e coglierne l’infinito bene e l’eterna grazia che possono donare. Facciamoci portatori sani dei valori del Vangelo allora in AC, dalla parrocchia al mondo. Michele Raschi


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AZIONE CATTOLICA

CAMPO INVERNALE GIOVANI AC SCUOLE MEDIE 2017 THE BLIND SIDE: è questo il nome del film che ha ispirato il campo Medie Diocesano tenutosi a Miratoio i primi di gennaio (dal 3 al 5). Erano presenti 65 ragazzi, tra prima, seconda e terza media provenienti da tutte le parrocchie per condividere, come da 4 anni a questa parte, momenti di gioia, felicità e riflessione assieme a Gesù. Assieme al protagonista del film, Mike Lewis, i ragazzi hanno percorso un viaggio alla conoscenza di chi si prende cura di noi, di chi ci prendiamo cura a nostra volta e come Dio si prende cura di noi attraverso gli altri ed attraverso noi. L’importanza del capirsi, del potersi fidare, di trovare qualcuno che ci ama per quelli che siamo e che vuole il nostro bene. Film tratto da una storia vera che dimostra come l’amore vero, il credere in qualcuno e il credere in se stesso e nelle proprie capacità possa poi portare a rendere la propria vita un capolavoro.

Il primo giorno, giorno degli arrivi, dopo aver pranzato tutti insieme e aver celebrato la Santa Messa assieme all’assistente Diocesano ACR Don Simone, abbiamo guardato il film The Blind Side, molto attuale come tematiche. Come primo tema abbiamo cercato di improntare il discorso sul “chi si prende cura di me”. Il secondo giorno il tema centrale della giornata era l’accorgersi che c’è qualcuno oltre a noi, qualcuno a cui possiamo fare del bene. L’importanza dell’essere attenti, sia con gli occhi che con il cuore a chi ci circonda. È importante capire chi è il mio prossimo, ma soprattutto che noi stessi siamo “i prossimi” di qualcun altro. Il voler bene e il fare del bene in modo gratuito. Fare del bene, oltre che essere un esempio di vita, di carità e di spirito cristiano, è un modo per poter cambiare il presente. È Dio stesso che ci manda il suo bene, è Dio stesso che ci ama per primo, a prescindere da chi siamo, da ciò che facciamo e da quello che diciamo; Lui ci ama come figli. I giochi, la neve e le belle giornate che fino al momento del rientro ci hanno tenuto compagnia hanno contribuito a rendere questi tre giorni magnifici. Ci dispiace che a causa della forte nevicata dell’ultimo giorno non siamo riusciti a celebrare la Santa Messa assieme al nostro Vescovo, ma grazie a Don Simone, che ci ha rag-

giunti nonostante la bufera, siamo riusciti a concludere al meglio questi tre giorni. Un gesto che sicuramente rimarrà simbolo del campo invernale medie 2017, un abbraccio intenso, che parla più di mille parole, che esprime emozioni e che fa piangere il cuore dalla gioia. Un’esperienza formativa, sia nello spirito che nelle relazioni. Si è creato un bellissimo rapporto tra educatori, educatori-ragazzi, e tra ragazzi e ragazzi stessi. Ogni parrocchia è diversa dalle altre, ma tutti insieme formiamo una famiglia. Ognuno porta il suo contributo. Come dissero tutti gli educatori nel momento di verifica del campo: “siamo una bellissima famiglia, ed essendo tale abbiamo imparato a sostenerci a vicenda, a completarci e a migliorarci, sia tra noi educatori che tra i nostri ragazzi”. Ludovica Pacelli

UN CAFFÈ CON LA PASTORALE GIOVANILE! È domenica mattina, 12 febbraio, nella parrocchia di Domagnano, formatori dei gruppi giovanili e i giovani della nostra Diocesi rispondono con una buona partecipazione all’invito della Pastorale Giovanile che ha organizzato un momento di incontro; dopo un caffè caldo si possono iniziare i lavori! Con la Giornata Mondiale della Gioventù si è chiuso un triennio ricco per la Pastorale Giovanile diocesana, un triennio dove si è consolidata un’equipe formata da giovani rappresentanti dei gruppi giovanili della nostra Diocesi San Marino-Montefeltro. Un percorso nuovo si sta delineando dalla fine dell’estate, l’obiettivo principale è quello dell’ascolto, della conoscenza delle diverse realtà presenti sul nostro territorio, solo grazie a questo tipo di riflessione possiamo improntare un cammino giusto, cucito sulle esigenze dei nostri giovani. Dopo la preghiera iniziale, un breve gioco di conoscenza che ci invita a riconoscere nella nostra Diocesi un intreccio fitto di persone che donano e ricevono nell’amore di Cristo e dopo aver ripercorso, attraverso immagini e video, le attività principali di

noi giovani in questi anni, ci dividiamo in gruppi. Alcune domande ci aiutano a delineare una riflessione che parte dalla definizione di Pastorale Giovanile, orientandoci ad essa come la declinazione dell’unica pastorale della Chiesa innestata nel progetto globale della comunità cristiana con l’obiettivo di fare incontrare i giovani con Cristo, fino alle domande più frequenti che ci vengono poste dai giovani, le difficoltà nell’approcciarci, le nuove proposte. Un confronto, quello nei gruppi, che rappresenta una ricchezza importante nelle nostre comunità; Azione Cattolica, Scout, Giovani Valconca, Catechisti insieme per fissare le linee giuda del nuovo triennio. In tutti i gruppi è emersa una forte attenzione nei confronti di quei giovani ai quali la Pastorale Giovanile ancora non riesce ad arrivare, in particolare a coloro che non vivono la loro fede all’interno di un gruppo; rimane, per ora, un interrogativo importante quello delle modalità migliori da utilizzare per coinvolgerli. Dopo aver esposto ciò che è emerso dalle riflessioni nei gruppi, il nostro Vescovo ci invita a soffermarci su tre punti: la diversità delle realtà e associazioni

che ci lega in un cammino comune, una diversità che deve essere vista come unità nelle nostre comunità, dalla quale cogliere il meglio, l’attenzione che Papa Francesco ha nei confronti dei giovani, decidendo di celebrare nell’ottobre 2018 il Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, un momento importante per ognuno di noi per poter riflettere e portare, attraverso le diverse iniziative, il nostro contributo e visione su questo tema, e l’importanza di educare noi stessi e i nostri ragazzi a starci accanto, farci vicini, una condivisione che ci aiuta a vivere insieme con il Signore. La mattinata si è conclusa con la consegna di questionari da poter presentare a più giovani possibili all’interno della Diocesi, un modo per ascoltare direttamente la loro voce. Elisa Colombini


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PREGHIERA

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - MARZO 2017

L’

offerta quotidiana santifica la tua giornata. Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare, per le intenzioni affidate all’AdP dal Papa:

IN PARTICOLARE, PER LE INTENZIONI DEL PAPA E DEI VESCOVI INTENZIONE DEL PAPA o “Per i cristiani perseguitati, perché sperimentino il sostegno di tutta la Chiesa nella preghiera e attraverso l’aiuto materiale”.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

S

i pensa spesso che le persecuzioni in nome della fede cristiana siano cose che appartengono ai primi secoli della cristianità e che oggi non esistano più, grazie all’affermarsi nei vari Paesi del mondo dei principi di democrazia e dei diritti dell’uomo, tra i quali quello della libertà religiosa. Invece, disgraziatamente, non è così: anche oggi – pur dopo la caduta del comunismo che perseguitava i credenti – continuano ad essere numerosi i luoghi nel mondo dove i cristiani soffrono persecuzione. Questa può mostrarsi in modi più sottili e subdoli, come con la difficoltà ad accedere all’istruzione superiore o a posti di responsabilità, oppure può mostrarsi in maniere più evidenti, come in caso di aperta vessazione, che può arrivare fino alla condanna a morte per coloro che abbracciano il cristianesimo, o fino alla “morte civile” come il divieto di contrarre matrimonio o di ricevere eredità. Le autorità civili possono essere apertamente coinvolte ed in questo caso abbiamo una sorta di “persecuzione di Stato”; oppure possono rimanere estranee, limitandosi a non intervenire e lasciando che frange violente della popolazione perseguitino i credenti.

Problemi con il mondo musulmano Come tutti sappiamo, i problemi maggiori si pongono nei Paesi musulmani: dove l’Islam è maggioritario, i credenti in Cristo hanno via dura, siano essi cattolici romani, protestanti, o ortodossi. Naturalmente la situazione è differente da luogo a luogo, e bisognereb-

be distinguere le varie situazioni: nelle repubbliche teocratiche come il Kuwait o l’Iran tutto è ovviamente più difficile e la stessa conversione dall’Islam al cristianesimo è un crimine punibile con la morte. Del resto, anche in situazioni meno estreme, il semplice possesso di una Bibbia viene punito severamente, come del resto l’attività missionaria. Sappiamo che aprire una cappella per il culto cristiano è a tutt’oggi vietato in Arabia, e lo stesso portare una croce al collo non è tollerato. I nostri giornali e l’opinione pubblica non ne sono particolarmente preoccupati: eppure sono milioni i cristiani che pagano con il sangue la loro fede, proprio come ai primi tempi della cristianità. Da una statistica rileviamo che – nel 2012 – ogni cinque minuti, un cristiano nel mondo è stato ucciso per la sua fede. Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Tertio millennio adveniente scriveva: “Al termine del secondo millennio, la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri. Le persecuzioni nei riguardi dei credenti – sacerdoti, religiosi e laici – hanno operato una grande semina di martiri in varie parti del mondo”. Le immagini dei copti uccisi nel 2015 hanno fatto il giro del mondo, come l’immagine dei 21 egiziani decapitati in Libia dall’ISIS, perché professavano la fede cristiana, ma solo poche volte il mondo prende notizia o si interessa del martirio cristiano, a differenza degli attacchi terroristici in Occidente. Se non possiamo aiutare la Chiesa perseguitata con aiuti materiali, non manchi ogni giorno per loro aiuto della nostra preghiera.

INTENZIONE DEI VESCOVI o “Perché le comunità e le associazioni riscoprano la gioia e la forza della testimonianza”.

Il cristiano è una persona che ha trovato Cristo

S

criveva il cardinale Joseph Ratzinger: “Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo, mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi moderni. Si va costituendo una dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”. Questo relativismo è pericoloso, perché non minaccia la libertà del culto, ma viene imposto come modo di pensare e di agire contrario al Vangelo, contrario alla testimonianza di Gesù Cristo. In questa situazione Papa Benedetto ha scritto la sua prima enciclica sul Dio che è amore. La spirale del male e dell’odio si vince con il bene (cfr. Rom 12,21) e si potrebbe aggiungere: il relativismo si vince confermando la realtà più vera: DIO. Nella testimonianza si verifica la vivacità della fede, perché “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i pro-

pri amici”. Il Signore ci ha dato l’esempio ed ogni cristiano dovrebbe fare ciò che lui stesso ha fatto. E perché non sembri che ci chiamiamo falsamente cristiani, è necessario che la nostra vita ne offra conferma e testimonianza. Nella Deus caritas est il Papa sottolinea ciò che spinge i cristiani a dare testimonianza. Nessuno è chiamato a dare testimonianza in forza di una regola, di un’autorità, di un’idea o ideologia. “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Queste parole, poste all’inizio dell’enciclica, indicano la strada. Il cristiano è una persona che ha trovato Cristo, che ha conosciuto Cristo e che da questo momento in poi vive insieme a lui. Tutta la vita diventa o dovrebbe diventare segno della presenza di Dio.


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SOLIDARIETÀ

BANCO FARMACEUTICO 11 FEBBRAIO 2017

San Marino, Talamello e Novafeltria scendono in campo per la donazione di farmaci condividere un bisogno. La presenza di oltre 20 volontari per le farmacie di Novafeltria e Talamello, di 50 volontari per le 3 farmacie di San Marino e di tutto l’apparato istituzionale e pubblico che ha apPer San Marino è il quarto anno poggiato fin dall’origine l’iniziativa della giornata per la raccolta del sono testimonianza di come la catefarmaco, mentre per Novafeltria è na di “sì” che si genera a fronte di dal 2002, ma per entrambe si rinnouna richiesta, porti solo alla produva il miracolo della generosità e zione di un Bene che riempie il della condivisione del bisogno di cura. Infatti sono state 1160 le con- Da sinistra: una volontaria; Pietro Maroncelli, Direttore cuore e l’esistenza di ognuno. La visita del nostro caro Vescovo fezioni raccolte a San Marino e de- del servizio farmaceutico dell’ISS; Vittorio Brigliadori, di Castello di Serravalle; un volontario; Mons. Andrea durante la giornata presso la volute alla Caritas Diocesana e 200 Capitano Andrea Turazzi, Vescovo della diocesi; Franco Santi, farmacia di Serravalle ha contribuia Novafeltria e Talamello devolute Segretario di Stato alla Sanità; dott.ssa Micol Rossini. to assieme alle Istituzioni presenti, alla “Papa Giovanni XXIII”. Banco Farmaceutico nasce in Italia nel 2000 nel tentativo di a portare un’importante testimonianza legata al valore del gesto superare la povertà sanitaria in cui sempre più persone versano. che supera i dettami della morale civile e si attesta invece in Da allora si è distribuito a macchia d’olio in tante città non solo una esperienza che trascende il singolo e che riporta l’umanità italiane, ed anche in varie parti del mondo. Nella nostra realtà intera in un’unica collocazione filiale bisognosa delle cure del prima a Novafeltria e Talamello poi a San Marino ha trovato ter- Padre, come nella storia di Tobia assistito nelle cure verso il reno fertile per iniziare la sua opera, dettata dalla criticità all’ac- suo vecchio padre da un misterioso compagno di viaggio che si dimostrerà essere l’Arcangelo Raffaele, mandato da Dio per alcesso alle cure di tante famiglie. Organizzare e partecipare al Banco Farmaceutico significa leviare le pene e le difficoltà nella vita di Tobia (l’Arcangelo condividere non solo un bisogno degli altri, ma aderire ad un Raffaele è il protettore dei Farmacisti). Grazie a tutti per aver contribuito con un gesto che dà testiprogetto che trascende la piena comprensione umana e che coinvolge tutti perché il Bene è contagioso e di bene e cure tut- monianza che il Bene si può diffondere in un mondo che ancoti abbiamo bisogno. Essere parte di questa giornata significa ra nega l’accesso alle cure di molti fratelli. non smettere di stupirsi e di sperare, tante infatti sono le persoI Responsabili BF Diocesani ne che arrivano in farmacia solo per donare e anche tra coloro Marina C. e Franco B. che non sanno dell’iniziativa pochi sono quelli che rifiutano di “Sorridi quando porti conforto al povero perché egli ti perdoni il privilegio che hai di aiutarlo”. San Vincenzo De Paoli

COMUNICATO STAMPA

“IL POPOLO SAMMARINESE C’È!” Raccolta Straordinaria in aiuto alle popolazioni stremate della Siria

Come preannunciato in precedenza il COMITATO appositamente costituito insieme a tutte le Associazioni Cattoliche di San Marino, comunica i risultati parziali della sottoscrizione straordinaria per la raccolta fondi da destinare alle popolazioni Siriane. Ad oggi abbiamo raccolto la cifra di 16.662,00 euro. Si informa che alla fine di ottobre sono stati consegnati da alcuni membri del Comitato 5.100 euro ai Frati della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, che hanno già consegnato ai loro confratelli presenti in Siria. Si informano tutti i cittadini che la raccolta terminerà il 5 febbraio 2017. Il ricavato verrà consegnato alla Custodia di Terra Santa, la quale provvederà a farlo pervenire ai loro frati Francescani che operano in Siria e in particolare a Padre Ibrahim Alsabagh ofm, parroco di Aleppo, per le emergenze quotidiane della popolazione. La Caritas San Marino conserverà per 3 mesi tutta la documentazione inerente alla raccolta, che sarà a disposizione di chiunque desideri controllare gli esiti della raccolta. Si sottolinea che la raccolta non ha comportato alcun costo, obiettivo raggiunto grazie ai volontari che si sono accollati tutti gli oneri e le spese resesi necessarie, pertanto l’intera raccolta fondi sarà destinata agli interventi. Ringraziamo le Associazioni e tutti i Sammarinesi per la solidarietà dimostrata. IL COMITATO: - Giovanni Ceccoli - Cinzia Casali - Rita Berardi - Federico Bartoletti - Giorgio Rastelli - Guido Rossi - Matteo Tamagnini

Caritas Vicariale di San Marino Progetto Sorriso Carità Senza Confini UCID USTAL Papa Giovanni XXIII Centro di Solidarietà San Marino

e tutte le associazioni cattoliche sammarinesi che hanno patrocinato la raccolta fondi.


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DAL TERRITORIO

L’ISTITUTO “TONINO GUERRA”, LA SCUOLA MIGLIORE SECONDO EDUSCOPIO

UNA PICCOLA GRANDE STORIA C’è nell’Alta Valmarecchia una grande scuola, grande non per numero di alunni ma per la qualità della cultura, dell’educazione e dell’istruzione che la contraddistinguono. Sorge a Novafeltria; è l’istituto di istruzione superiore recentemente dedicato al grande poeta e artista Tonino Guerra ma che prosegue idealmente, secondo la lezione del vecchio nome “Luigi Einaudi”, la sua tradizione di serietà degli studi, di sempre qualificata attenzione alla dimensione culturale e scientifica della formazione. Da qualche giorno è balzato all’attenzione delle cronache perché Eduscopio, l’istituto di ricerca della fondazione Agnelli, vi ha riconosciuto la prima fra le scuole superiori a indirizzo liceale e a indirizzo tecnico tecnologico della provincia di Rimini. Dichiarata prima non perché gli alunni abbiano superato bene i soliti test Invalsi ma perché hanno dimostrato una preparazione che ha permesso loro di sostenere con ottimi voti gli esami universitari o di entrare validamente nel mondo del lavoro. L’Istituto d’istruzione superiore “Luigi Einaudi”, oggi “Tonino Guerra”, nasce nel 1981, in uno dei momenti migliori della “via marchigiana all’istruzione”, come istituto professionale e tecnico per divenire gradualmente nel 2000 Polo d’Istruzione Superiore “L. Einaudi”, comprendente dal 2007 una sezione di liceo scientifico. Offre così nel suo complesso e in tutti i vari indirizzi un’educazione completa, umanistica e scientifica, con valide e dimostrate funzioni di preparazione all’università e al mondo del lavoro. Recentemente l’edificio preesistente è stato ristrutturato, ampliato, arricchito di laboratori così da offrire anche sul piano dei locali e degli arredi un ambiente ideale. Veramente straordinari i risultati messi in evidenza quest’anno dalla ricerca Eduscopio, comparati con quelli di tutti gli altri istituti superiori, presenti nel raggio di 30 km. Questo, infatti, il report della ricerca, che si può facilmente consultare sul sito web eduscopio.it: Istituto

Località

Pos. class. Eduscopio

Indice compl.

Media esami univ.

della società odierna, offre loro l’opportunità di accedere ad un apprendimento di qualità e di acquisire le competenze necessarie per un partecipazione attiva e propositiva alle dinamiche del mondo contemporaneo. Fondamentale ovviamente la presenza di una serie di dirigenti altamente vocati. Tra costoro non si può non citare quella che ormai è essa stessa una “istituzione” dell’Alta Valmarecchia: la preside Tea Giannini. Nata e residente in questa terra, ha portato questo istituto alla sua felice realtà odierna. Studiosa di valore e attiva nelle manifestazioni culturali, dotata di un forte senso dello Stato, capace di dialogo (ma anche di autonomia) con i poteri locali, amata dai docenti, stimata dei genitori, amorevole verso i ragazzi e con particolare attenzione per quelli meno fortunati per natura o condizioni sociali Attualmente la prof.ssa Giannini prosegue nel suo magistero come responsabile della Fondazione Valmarecchia. L’Ufficio Scolastico Territoriale ha sempre corrisposto ove possibile alle richieste della scuola. Lo stesso hanno fatto gli Enti locali che, a partire dalla Regione (prima Marche, poi Emilia Romagna, frequente la presenza dell’Assessore regionale Patrizio Bianchi) e fino ai più piccoli Comuni, supportano al meglio la scuola, consapevoli del fondamentale ruolo

Crediti maturati

Nell’insieme un piccolo miracolo. Ma che cosa lo ha reso possibile? Essendo stato per molti anni l’ispettore scolastico della zona posso affermare che le “cause” di un così eccellente risultato sono di almeno quattro ordini. In primo luogo un corpo docente di alto profilo che, operando in sinergia nel comune intento di garantire alle giovani generazioni una formazione culturale capace di rispondere alla crescente complessità

educativo svolto dal Polo Tonino Guerra nel territorio. Ugualmente presenti alcune aziende come la Valpharma di Roberto Valducci, cittadino onorario di Pennabilli e sponsor di varie importanti iniziative che hanno permesso di migliorare l’offerta educativa. Di eccellenza le collaborazioni culturali e didattiche come quella con l’Istituto di Ricerche Internazionali ARCHIVIO DISARMO di Roma, insieme al quale viene realizzata da sette anni la Scuola Estiva di Educazione alla Pace che coinvolge nella stessa aula docenti e studenti. Con l’Archivio Disarmo nel 2010 l’allora Einaudi ha vinto l’XI Edizione del Concorso Centoscuole bandito dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo di Torino per i dieci migliori progetti didattici in Italia. Come non ritenere determinante, infine, una popolazione che non vede nel denaro il massimo dei fini ma è particolarmente attenta ai valori della scienza, della religione e della cultura? Una terra bella per natura, per sviluppo delle arti e per qualità delle relazioni umane, dove gli insegnanti sono stimati e il sapere è ritenuto più importante dell’avere. Gabriele Boselli


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AUGURI AL PAPA

Scuola dell’Infanzia di Pennabilli

La risposta di Papa Francesco ci “riempie” di gioia La Scuola dell’Infanzia di Pennabilli, inserita nell’omonimo Istituto Comprensivo, accoglie ventisei bambini di tre, quattro e cinque anni. Durante il mese di novembre, la sig.ra Marcella Baldani, nonna di una bambina frequentante, ha espresso il suo grande desiderio e cioè quello di invitare Papa Francesco a Pennabilli attraverso un elaborato fatto dai bambini. Nell’ottica dell’educazione alla solidarietà generazionale abbiamo accolto tale proposta ed è stata presentata la figura del Santo Padre mediante esperienze concrete quali la ricerca di immagini di Papa Francesco con tutti i bambini del mondo, la rielaborazione della terra attraverso giochi con il mappamondo, la visita alla Madonna delle Grazie. Il nostro vescovo Mons. Turazzi ci ha suggerito di inviare per il 17 dicembre 2016, gli auguri al Santo Padre in occasione del suo 80° compleanno. I bambini hanno così realizzato la loro letterina presentandosi ciascuno attraverso il disegno e una breve “intervista” sulle proprie preferenze; hanno poi disegnato la torta con le candeline e la nostra Madonna delle Grazie esprimendo affettuosi auguri al Santo Padre e l’invito caloroso per una visita a Pennabilli. Il 20 gennaio è arrivata la risposta dalla Città del Vaticano dove sta scritto che “Papa Francesco ha accolto con gioia la graziosa letterina... ringrazia dell’affettuoso pensiero e chiede il favore di pregare sempre per lui”. Abbiamo ricevuto con immensa soddisfazione e gratitudine queste parole così significative rivolte ai nostri bambini e ci sentiamo di esprimere un sincero ringraziamento per tanta attenzione nei nostri confronti. Cogliendo invito di Sua Eccellenza Mons. Turazzi approfondiremo, in modo adeguato all’età, le tematiche suggerite dal Santo Padre relative alla preghiera, alla solidarietà, alla bontà e alla pace. Concludiamo con l’accorato appello del Papa che ricorda a tutti i bambini di vivere sempre in sintonia con Gesù, perché la sua presenza è molto importante per la vita e per realizzare i loro sogni più grandi. Gli Insegnanti


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DAL TERRITORIO

NOTIZIE DA SAN MARINO Incontri a Bruxelles del Segretario di Stato Renzi All’indomani del primo incontro ufficiale a Bruxelles fra il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e Vicepresidente della Commissione Europea, Federica Mogherini, la Segreteria di Stato desidera sottolineare i positivi risultati ottenuti e l’atteggiamento collaborativo dimostrato dai vertici dell’UE nei confronti di San Marino e del percorso negoziale in atto. Al termine del colloquio con Mogherini, il Segretario di Stato Renzi e la sua delegazione hanno incontrato il Capo negoziatore dell’Unione, Managing Director per l’Europa e l’Asia centrale, Thomas Mayr-Harting, accompagnato dal Capo divisione per l’Europa occidentale, Claude Maerten, e il desk officer per San Marino, Oliver Fox. Nell’occasione è stata ribadita, da entrambe le parti, la volontà di continuare a collaborare in maniera proficua. Mayr-Harting ha evidenziato l’importanza per l’UE della partnership con San Marino e del processo di Associazione dei tre Stati di piccole dimensioni territoriali, soprattutto nel momento attuale, in cui le spinte centrifughe e i populismi sembrano prevalere in Europa. San Marino – ha spiegato – gioca un ruolo fondamentale in questo negoziato e l’UE auspica che possa rimanere tale. Mayr-Harting ha infine confermato il massimo impegno dell’Unione per fare in modo che gli obiettivi di tutte le parti in gioco siano presto raggiunti. Rinvenuto importante atto del Vescovo Begni datato 1827 Ulcuni mesi or sono, alla presenza delle Ecc.me Reggenze e di alcuni funzionari di stato, il Direttore degli Istituti Culturali, dott. Paolo Rondelli ha proceduto ad aprire, con tutte le cautele del caso, un piccolo contenitore rettangolare, di metallo brunito, chiuso con un sigillo di ceralacca rossa. Il piccolo contenitore appartiene al Tesoretto del Santo Marino. All’interno è stato rinvenuto, celato da quasi due secoli di storia, ben piegato e custodito in una “camicia”, un documento cartaceo. Si tratta dell’atto dato dal vescovo Antonio Begni, cittadino sammarinese, il 15 agosto del 1827, con cui si autorizza solennemente il trasferimento delle Reli-

quie del Santo Marino, dalla Pieve alla chiesa di San Francesco. La Pieve doveva essere riedificata, ed il Santo doveva essere affidato ad un altro luogo consacrato affinché i sammarinesi potessero continuare ad invocarlo. L’ignoto documento, redatto in latino, nella parte alta è impreziosito da una elegante intestazione a stampa su cui spicca l’elemento iconografico del cappello vescovile con cordone e sei fiocchi. Nella parte bassa, lateralmente è impresso un prezioso sigillo vescovile, sovrastante uno strato di carta sottile, quasi a formare un fiore. Il testo ribadisce la sacralità ed autenticità delle Reliquie che furono traslate, alla presenza di testimoni, da un contenitore rovinato dal tempo ad un altro, decorato su entrambe le parti ed accompagnate in processione dalla vecchia Pieve all’antica chiesa di San Francesco. Il documento cartaceo è stato stirato, nel laboratorio di Restauro della Biblioteca di Stato, da Massimo Bernardi, per poi essere digitalizzato ed è stato tradotto in italiano da Anna Maria Giardi Casali. Una copia del file digitale verrà conservato dall’Archivio di Stato.

La notizia del ritrovamento di questo documento, importante per la nostra storia e per la storia della chiesa di San Francesco, che con l’ospitalità alle Reliquie del Santo assunse il ruolo, seppur temporaneo, di chiesa principale della Repubblica di San Marino, è stata ufficializzata il 9 febbraio durante l’incontro “Un racconto scritto con le pietre. Note storico-architettoniche sulla chiesa di San Francesco”. L’incontro era inserito nel ciclo di momenti di riflessione organizzati dagli Istituti Culturali e dedicati alla storia ed alla valorizzazione del nucleo architettonico di San Francesco per estendersi anche alle vicende storico-artistiche della nostra Repubblica.

Concorso di racconti riservato ai migranti

Cento storie inedite e autobiografiche raccontate da migranti, per dare una voce a chi spesso non ce l’ha. È quanto verrà raccolto grazie all’iniziativa “Diari Multimediali Migranti” (DiMMi), un progetto che coinvolge una rete distribuita in tutta la penisola con lo scopo di custodire la memoria collettiva e popolare, oltre che operare negli ambiti dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’inclusione. Nel comitato scientifico del progetto c’è anche l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino con il Centro di Ricerca sull’Emigrazione - Museo dell’Emigrante, che annuncia la presenza di un concorso, in scadenza il 30 giugno prossimo, attraverso il quale gli interessati potranno proporre le loro storie. Sono ammessi testi, fotografie, disegni, video, musiche e non solo, purché siano opere autobiografiche e non romanzate, quindi raccolti veritieri. Tre le categorie previste: uomini, donne e giovani fino ai 18 anni. Le opere vincitrici verranno annunciate durante la 33ª edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, in calendario nel settembre prossimo a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. “Il progetto, che si rivolge ai migranti presenti in Italia e a San Marino, ha lo scopo di valorizzare il patrimonio di esperienze e conoscenze dei migranti, che sono invitati a condividere la loro storia raccontando la propria vita prima o dopo l’emigrazione”, spiega Patrizia Di Luca, responsabile del Centro di Ricerca sull’Emigrazione dell’Ateneo sammarinese. “È un’iniziativa che vuole dare spazio all’ascolto attento delle persone che abbiamo accanto e che provengono da altri Paesi”. Il progetto è finanziato dalla regione Toscana. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web dell’Archivio dei Diari, www.archiviodiari.org, e su quello dell’Ateneo sammarinese, all’indirizzo: www.unirsm.sm. Continua a pag. 26


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DAL TERRITORIO

Continua da pag. 25

Svanisce l’ipotesi di una tappa del mondiale di motocross a San Marino Con l’ufficializzazione del recesso del contratto fra la società Youthstream e l’Eccellentissima Camera per l’organizzazione di una tappa del Campionato del Mondo di motocross sul Titano, si smaterializza il sogno che tutti gli appassionati del motorsport sammarinese hanno inseguito dal ‘lontano’ 2000, e che con l’accordo sottoscritto fra le parti nel mese di ottobre 2016 sembrava potersi concretizzare anche in virtù dell’intenso lavoro su più versanti messo in campo dalla Federazione Sammarinese Motociclistica, nell’intento di garantire il proprio supporto al servizio delle istituzioni e nello spirito dei propri scopi statutari. Prendendo atto delle scelte deliberate dal Congresso di Stato nei giorni scorsi e ufficializzate in settimana, il Consiglio Direttivo della Federazione Sammarinese Motociclista, certo di interpretare il sentimento di tutti gli sportivi motoristici sammarinesi, esprime il proprio rammarico per aver perso un’occasione che avrebbe portato sul nostro territorio un evento sportivo di altissimo livello, con un ritorno d’immagine e prestigio per il nostro Paese. La Federazione Sammarinese Motociclista auspica che le attività e gli investimenti precedentemente intrapresi per riqualificare la struttura della Baldasserona vengano, nelle modalità ritenute più opportune, rivalutati dalle istituzioni preposte con l’obiettivo di poter riportare una tappa del Mondiale cross a San Marino. Ciò alla luce dell’enorme patrimonio sportivo, nonché storico e culturale, che il motociclismo ha avuto, e continua ad avere, nella nostra comunità. In caso contrario verranno vanificati venti mesi di lavoro spesi con massimo impegno e passione. Il Consiglio Direttivo F.S.M. L’Università di San Marino ha esposto i suoi lavori alla Mostra dell’Editoria Indipendente di Bologna Libri, riviste e altri prodotti firmati dai Corsi di Laurea Triennale e Magistrale in Design dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino sono stati esposti dal 27 al 29 gennaio scorso al Palazzo Re Enzo di Bologna nella cornice di Fruit Exhibition, la mostra dell’editoria indipendente che coinvolge stampa tradizionale, nuove forme di editoria digitale, multimedia, app, web zine, video e grafica in movimento. I lavori, selezionati fra i risultati dei laboratori e delle lezioni che caratterizzano il programma formativo dell’Ateneo sammarinese, in particolare sotto la supervisione dei docenti Massimo Pitis, Monica

Pastore e Tommaso Lucinato, sono stati a disposizione di oltre 5mila visitatori. L’esposizione è stata curata dal gruppo di comunicazione, stage e ricerca dei Corsi di Laurea in Design, composto da Giuseppe Digeronimo, Silvia Gasparotto, Ilaria Ruggeri e Alice Cappelli. “La nostra presenza – commentano i quattro – è stata di grande importanza perché, per la prima volta, i Corsi di Laurea hanno potuto mettere in evidenza i propri lavori editoriali in un contesto frequentato da un pubblico nazionale e internazionale curioso e interessato, raccogliendo numerosi apprezzamenti. Fruit Exhibition è stata una grande opportunità, ci ha messo in contatto con potenziali nuovi studenti e ha messo le basi per future collaborazioni con testate di settore, professionisti e aziende”. La radio dell’Università di San Marino va ‘on-air’: l’evento di inaugurazione offrirà performance musicali e dirette Usmaradio, la radio dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, apre i microfoni e spalanca le porte al pubblico per la sua inaugurazione, in calendario alle ore 18:30 di martedì 21 feb-

ACCADEVA CINQUANT’ANNI FA “Lo sviluppo dei popoli, in modo tutto particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche è oggetto di attenta osservazione da parte della Chiesa”. Datata 26 marzo 1967, domenica di Pasqua, e pubblicata il 28, l’enciclica Populorum progressio di Paolo VI si apre con una dichiarazione che deriva dal patrimonio ideologico lasciato dal Concilio Vaticano II, il Concilio che ha dato alla Chiesa “una rinnovata presa di coscienza delle esigenze del messaggio evangelico”.

braio negli spazi dell’Antico Monastero di Santa Chiara, principale sede dell’Ateneo sammarinese, collocata nel centro storico del Titano. Una serie di dirette e performance di musica elettronica sanciranno l’inizio di un’attività prevista 24 ore su 24, 7 giorni su 7, durante la quale studenti, docenti e collaboratori creeranno un luogo di incontro per persone di ogni disciplina. Spazio quindi a progettisti, artisti, scienziati, ricercatori, inventori, hacker, pedagoghi, giornalisti, economisti, storici, cartografi e attivisti, all’insegna di arte, scienza e natura. In futuro saranno inoltre previsti laboratori e sessioni di lavoro organizzati sotto il ‘cappello’ della “Scuola di Radiofonia The School of Radio”, attraverso la quale verranno esaminati la teoria e la pratica della radio: sound art, network projects, nuovo radiodramma, rapporto con il testo, soundscape, software, hardware e live media. Usmaradio si presenta quindi come una radio che va oltre la radio, pensata anche come spazio espositivo in cui presentare mostre che lavorano sul suono, in collaborazione con strutture locali e internazionali. Durante la presentazione di martedì sarà possibile incontrare il direttore della struttura, Roberto Paci Dalò, e discutere con lui le opportunità offerte dal bando di concorso attraverso il quale verrà scelto lo ‘station manager’ che curerà, fra le altre cose, la conduzione e la realizzazione di podcast. Il bando di concorso, per il quale sono attualmente aperte le candidature, può essere consultato sul sito web dell’Ateneo, www.unirsm.sm. In concomitanza con l’inaugurazione di Usmaradio verrà presentato infine il nuovo spazio autogestito degli studenti, un’area dell’Antico Monastero di Santa Chiara sempre aperta e a disposizione del campus. Dalle ore 21 gli eventi si sposteranno alla Cooperativa Il Macello, a pochi passi dall’Ateneo, dove proseguiranno anche le dirette radio. Per ascoltare Usmaradio: www.usmaradio.org.


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NOTIZIE DALLA VALMARECCHIA Alta Valmarecchia, sempre più giovani scelgono di diventare agricoltori. Tanti soldi arrivano da fondi europei

aDopo il loro ingresso nella regione Emilia-Romagna, gli imprenditori agricoli dell’Alta Valmarecchia hanno saputo cogliere ogni opportunità per attuare quei cambiamenti strutturali necessari a potenziare le loro attività. È in atto una profonda trasformazione delle aziende agricole, spiega l’assessore all’agricoltura del comune di Maiolo Leonardo Sacchetta, con l’ingresso in agricoltura di tanti giovani. La prova è il numero di domande (che riguardano il territorio della provincia di Rimini), presentate per accedere ai finanziamenti europei del Piano di Sviluppo Rurale “Pacchetto Giovani” che prevede oltre ad un contributo di 50.000 euro per i giovani che si insediano per la prima volta, anche un contributo del 50% su tutte le altre spese sostenute per innovare le loro aziende agricole. Su 19 richieste ben 11, per contributi di oltre 1 milione di euro, sono di giovani agricoltori (con meno di 40 anni) residenti proprio nei sette comuni dell’Alta Valmarecchia. La voglia di fare e la preparazione dei giovani imprenditori, che hanno saputo diversificare ed innovare le proprie aziende e quelle che erano le classiche attività agricole, faranno da traino allo sviluppo della Valmarecchia. Tutti gli investimenti che i giovani andranno a fare, sono mirati ad ottenere produzioni e prodotti locali di alta qualità, trasformarli, per poi venderli nelle loro strutture, all’interno dell’azienda agricola. Il tutto, andrà poi ad integrarsi e rafforzarsi con quei progetti che alcune amministrazioni, tra queste il comune di Maiolo, stanno portando avanti e che sono in questo momento oggetto dei bandi europei per rafforzare le filiere dei prodotti agricoli. (Fonte Altarimini)

Boom di presenze a San Leo La stagione turistica e culturale 2016 del Comune di San Leo si è conclusa confermando il trend positivo già registrato nei primi sei mesi dello stesso anno, con apprezzabili dati in termini di presenze e frequentazioni dei Musei, degli esercizi commerciali, delle numerose iniziative, anche di richiamo nazionale, che hanno permesso di essere costantemente agli onori della cronaca, con offerte qualificate e gradite. La Fortezza, fiore all’occhiello fra i beni culturali del Centro Storico leontino, ha contato nel 2016 n. 74.390 visitatori con una crescita del 4,03% rispetto all’anno 2015; il dato complessivo dei visitatori di tutti i Musei della Città di San Leo (compresa la Fortezza) nell’anno appena concluso è di n. 75.447 con un aumento del 3,85%.

San Leo si conferma quindi una destinazione attraente per le sue bellezze culturali e paesaggistiche, grazie anche alla collaborazione e compartecipazione dei diversi operatori, associazioni presenti sul territorio, Enti sovra ordinati (Regione Emilia-Romagna, Provincia di Rimini, APT Servizi), ai circuiti di qualità “Borghi più belli d’Italia” e “Bandiere Arancioni”, Ministero Turismo. La linea intrapresa dall’Amministrazione Comunale in campo di cultura e turismo sarà consolidata anche nel 2017 con importanti novità, ovvero la sistemazione e l’allestimento divulgativo dell’altura compresa fra Duomo, vasca rupestre e Torre campanaria e l’inserimento, a pieno titolo, di tematiche archeologiche della Città di San Leo nel cartellone del Festival del Mondo Antico di Rimini. L’obiettivo per l’anno corrente è di aumentare i numeri ancora di più in alta

stagione e nel contempo continuare a dare motivazioni di visita per destagionalizzare e contribuire a protrarre la durata dei soggiorni nel Centro Storico, nelle frazioni ma anche nei Comuni limitrofi, già beneficiari delle ricadute positive delle attività svolte nel polo at trattore leontino. (Fonte Altarimini)

Sant’Agata Feltria inserito fra i paesi più belli d’Italia Sant’Agata Feltria è fra i 20 paesi più belli d’Italia. A dirlo è la classifica di Skyscanner, uno dei maggiori siti di ricerca di viaggi a livello mondiale, che ha stilato una classifica sulla base delle segnalazioni fatte dagli utenti del portale. Sant’Agata Feltria è una delle località con più attrattive nell’entroterra di Rimini, tra paesaggi mozzafiato e radici storiche ben salde, così come le tradizioni. “È il regno del tartufo bianco pregiato e del formaggio di fossa, due prodotti che dal 1988 vengono omaggiati con una fiera nazionale nelle quattro domeniche di ottobre – si legge nelle motivazioni – e poi è il paese del Natale con i bellissimi mercatini e le sfilate dei zampognari”. Fra le altre località scelte dal portale figurano Stresa in Piemonte, Bogliasco in Liguria, Lovere in Lombardia, Vipiteno in Trentino Alto Adige, Caorle in Veneto, Aquileia in Friuli, Saint-Pierre in Valle d’Aosta, Monteriggioni in Toscana, Corciano in Umbria, Offida nelle Marche, Labro in Lazio, Scanno in Abruzzo, Castel San Vincenzo in Molise, Marina Corricella, Procida in Campania, Specchia in Puglia, Montescaglioso in Basicata, Monterosso Calabro in Calabria, Marzememi in Sicilia, Orgosolo in Sardegna. Continua a pag. 28


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Pennabilli ricorda l’apparizione della Madonna Giovedì 23 febbraio nel Santuario della B.V. delle Grazie è stato ricordato il 5° centenario della prima apparizione della Madonna che salvò Pennabilli dalla distruzione degli eserciti nemici. Alle ore 17,30 Mons. Mansueto Fabbri ha rivolto ai presenti un bel ricordo della devozione mariana in Diocesi e la particolare affezione dei pennesi per la loro patrona. L’immagine affrescata nel Santuario a lei dedicato è particolarmente cara e costante meta di visite e celebrazioni; alle 18, il Vescovo Andrea ha presieduto una celebrazione liturgica alla quale hanno preso parte anche altri sacerdoti diocesani. Il Santuario era gremito a testimonianza dell’affetto per la Vergine delle Grazie; al termine è stato donato ad ogni fedele una

DALLA CURIA Come consuetudine pubblichiamo in questo numero il resoconto delle questue obbligatorie del secondo semestre del 2016. Mentre ringraziamo la generosità dei fedeli, ricordiamo che questa quota riguarda esclusivamente le offerte inviate tramite la Diocesi, alle quali vanno unite tutte le altre offerte che passano per i canali che solo Dio conosce e di cui renderà merito.

QUESTUE IMPERATE SECONDO SEMESTRE 2015

cartolina ricordo dell’evento con l’immagine dell’affresco conservato nel Museo Diocesano “A. Bergamaschi” di Pennabilli raffigurante l’apparizione della Madonna con il Bambino in braccio sulla città di Pennabilli, com’era nel 1500. La liturgia è stata animata dalla Corale polifonica Feretrana; presenti diverse autorità comunali ed ex primi cittadini di Pennabilli.

(inviate tramite la Curia . anno 2016)

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE e 110.000,00 E P.O.M. PRO SEMINARIO

e

114.103,00

PRO CARITAS

e

011.150,00

Totale secondo semestre

e

115.253,00

NOTIZIE DALLA VAL FOGLIA E VALCONCA Monache dell’Adorazione Eucaristica È stato festeggiato quest’anno il decennale della presenza a San Marino-Montefeltro. Dopo la celebrazione di una Messa Solenne con la Presenza del Vescovo Mons. Turazzi e del Vicario generale, Mons. Elio Ciccioni, Domenica 19 febbraio, è seguita una cena fredda e una rappresentazione teatrale su Irena Sendler, L’Angelo del ghetto di Varsavia a cura del teatro dell’Aleph, una rappresentazione che porta in scena la vicenda di Irena Krzyzonowska Sendlerowa, meglio conosciuta come Irena Sendler, la donna che durante i rastrellamenti del ghetto di Varsavia salvò 2500 bambini facendoli fuggire. Il corso biblico anche questo mese ha vissuto due momenti: 17 febbraio a San Marino ore 20:45 Convento di San Francesco entrata Scala Bonetti (piazza Sant’Agata) sulle beatitudini 25 febbraio, sabato, a Pietrarubbia ore 20:45 nel salone del Convento. A causa dei festeggiamenti il corso biblico è stato spostato a Pietrarubbia il 25 feb-

braio, dove sono state le parabole in Matteo. Anche a San Marino saranno organizzate, tra la fine di marzo e l’inzio di febbraio, una Messa per ricordare i dieci anni di presenza nel Montefeltro. Quanto prima sarà diffusa la locandina anche per questa iniziativa. Le Monache Adoratrici aprono una seconda casa in Diocesi La crisi delle vocazioni non sembra segnare la comunità monastica delle Adoratrici che in questi anni sono cresciute diventando dieci e ora si sono divise per animare un altro storico convento nel cuore della Repubblica di San Marino, vicino alla porta di San Francesco. Storico perché fondato con San Francesco ancora in vita. Anche lì, dove fino a due mesi fa circa vivevano i conventuali francescani, s’è insediata la comunità di suor Gloria, il 6 dicembre scorso. È la stessa suor Gloria a spiegare come e perché è nata la nuova avventura. “Premetto che al momento del nostro arrivo in questa diocesi nel 2007 noi eravamo destinate a San Marino.

Questa idea iniziale non andò in porto. Così, come la Madonna e San Giuseppe che non avevano trovato posto da nessuna parte si sono dovuti sistemare nella capanna a Betlemme, il nostro primo posto fu quello di San Leo in Carpegna. Un luogo che ci è piaciuto molto e dove la gente ci ha accolto a braccia aperte; un luogo tuttavia che s’è subito rivelato piccolo tant’è vero che già a quel tempo ipotizzammo di andarcene addirittura in un’altra diocesi, a Radicondoli. Invece la Provvidenza ci ha indirizzato al convento di Ponte Cappuccini a Pietrarubbia. Abbiamo saputo che veniva lasciato nel luglio 2008 e a metà settembre ci siamo trasferite. E li siamo rimaste. Ora però negli ultimi tempi, anche in base ad alcune richieste di nuovi ingressi, abbiamo accolto volentieri l’offerta di insediare una nostra comunità a San Marino”. Madre superiora per entrambi i conventi di Ponte Cappuccini e di San Marino è Suor Maria Gloria Riva perlomeno in questa fase iniziale. “Finora sono stati fatti turni – spiega Suor Maria Gloria – perché volevo che tutte le sorelle facessero l’esperienza di stare nella nuova struttura. Oramai quasi tutte lo hanno fatto, poi fisserò tre o quattro persone che staranno qua stabilmente. In questo momento sono Teodora, Irene e Danuta. Poi vedremo. Alcune di noi, io tra queste, prenderemo la residenza sammarinese”.


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