DIGIMAG 52 - MARZO 2010

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in precedenza, lo spazio in sé non è

focale non sono gli oggetti e le forme, quanto i vari “flussi di informazioni”. In base a tale trasformazione, lo spazio è quindi definito come una “sostanza informativa” in costante e inarrestabile evoluzione [2]. Perciò, non esiste alcun spazio vuoto, ma i dati scorrono in interazione dinamica non solo con gli altri ma anche con la materia e gli esseri viventi. Pertanto, l’idea che lo spazio sia cartesiano è non più appropriata, mentre emerge il concetto di spazi relativistici.

vuoto, uniforme e inerte ma una materia informativa, polimorfa e in costante evoluzione. E’ inevitabile che le interazioni dinamiche, che a loro volta possono essere invisibili e ignorate, accadano tra i vari ordini dello spazio. Fondamentalmente, i confini tradizionali dell’architettura costruttiva sono messi in discussione dalle condizioni ambientali instabili e incontrollabili e dallo sviluppo delle topografie di data-scape. Pertanto, si può desumere che lo spazio, essendo eterogeneo, possa presentare diversi tipologie di geometria. Paragonando gli spazi cartesiani a quelli non-euclidei, Connor spiega perché il concetto di spazio cartesiano sia antiquato, essendo questo “multidimensionale e relativo” come dimostrano la geometria non-euclidea e le teorie sulla relatività di Einstein4. Lo scienziato C.S. Unnikrishnan analizza la geometria non-euclidea secondo cui possono esistere più di tre dimensioni che sono comunque “incurvate in una dimensione ultrapiccola e quindi non visibile.”

2. I confini dello spazio Il confine è l’aspetto fondamentale dell’architettura. Come spiega Connor, l’architettura può essere fondamentalmente concepita come un “confronto e scambio” tra gli ordini “spazio-fuga” e “spazio-petalo” [3]. Secondo le convenzioni in ambito terrestre, l’architettura costruttiva ha adottato e “difeso” la chiusura, l’uniformità, l’integrità e la stabilità dell’ideale e generica forma cubica, i cui confini devono rimanere solidi e permanenti. Tuttavia, come già detto

Inoltre, mentre Unnikrishnan amplia la sua spiegazione del ruolo essenziale degli “invisibili” nella fisica quantistica ( spazio, tempo, potenziali, campi, onde che non si riferiscono alla 20


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