DIGIMAG 39 - NOVEMBRE 2008

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musica, videoarte e pop culture, arrivano così a plasmare un identità unica nel panorama artistico, una specificità ben riconoscibile per un nuovo sentire, un nuovo agire che trasmette sensazioni rare e preziose.

Da alcuni mesi ho iniziato con questo collettivo più che un’intervista uno scambio di idee e riflessioni sul loro modo di fare teatro, (di seguito i primi passaggi) colloquio energico e redditizio per scoprire esperienze, lavoro, passioni e delusioni di una gioventù che sa fare davvero buon teatro. Massimo Schiavoni: Chi sono stati Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri e Daniele Villa ? Chi sono attualmente? Teatro Sotterraneo: Sono stati e sono attualmente è forse una dicitura drastica. Non c’è una rottura così marcata. Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri e Daniele Villa erano e sono cinque componenti di un gruppo di lavoro, erano e sono cinque personalità paritarie, con rispettive specificità e (in)compatibilità.

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Se Michael Fried sottolineava che ciò che si situa tra le arti è teatro, oggi tutto questo è amplificato e addirittura rovesciato; ciò che si situa tra il teatro è arte. Quello che Teatro Sotterraneo ci restituisce non è altro che lo scheletro di una realtà più ampia e supplementare, una situazione costruita per essere “acchiappata al volo” dal fruitore; ci espongono una nuova significazione dei gesti, delle esperienze, della parola, del quotidiano tutto, una nuova profonda ristrutturazione di quello che ci circonda e ci ingloba. Semplici nella complessità ed efficaci nel significato. Teatralità leggera, libera, distaccata gioventù che da un sotterraneo ha preso la giusta uscita di sicurezza.

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Quando il progetto Teatro Sotterraneo è iniziato eravamo del tutto 69


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