DIGIMAG 29 - NOVEMBRE 2007

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Belle Arti di Rimini e collabora come docente nel master di Digital Environment Design alla NABA di Milano.

sistema di relazioni che si crea tra evento ed utente, nel meccanismo sensibile alla rilevazione e alla risposta. Operazioni del genere si aprono pertanto ad un vero e proprio mistero. Da qualche anno chiamo poetry.scapes un progetto permanente che comprende eventi realizzati su diversa scala, talvolta realizzati con l’ausilio di tecnologie interattive: si tratta di installazioni o eventi che creano prossimità poetica con i luoghi. Nell’avvicinarsi a un luogo e a un’esperienza si tratta di correre un rischio, di elaborare spazi di conoscenza dove il nostro sapere barcolla. Esistono però delle regole date soprattutto dall’esperienza, la prima delle quali è l’onestà. Non si bluffa con l’esistente. L’onestà di cui parlo è un apprendistato, una misura della coscienza, forse addirittura uno stato geometrico che dà spazio alle forme. Dunque credo si tratti innanzitutto di elaborare un rapporto tra le forme, fatto di “relazioni affettive” dove parola, voce, suono e scena trovano in sé e nei luoghi spazi di decantazione. Così accade che il luogo si manifesta come mappa emotiva, contraddittoria, esitante e pertanto “vera”. E’ uno spazio di verità esposto alla conoscenza. Tu dici “spazio che ospita le creazioni”, ed è giusto, perché ogni spazio è ospitale. Gli eventi che creo nei luoghi hanno il carattere di un’esperienza che situa e

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Alessio Chierico: Nella tua ricerca artistica attualmente sei interessata a creare ambienti poetici che si mescolano con il luogo: la sua struttura, la sua storia e le persone che ci transitano e lo vivono. Parola, voce, suono e scena, sono gli elementi su cui focalizzi il tuo lavoro. Quale rapporto riesci a instaurare tra questi elementi e lo spazio che ospita le tue creazioni? Isabella Bordoni: Ogni ricerca artistica si innesta su un luogo, sia esso lo spazio predisposto di una scena teatrale o lo spazio limitato ad un’azione, a un gesto, a uno o più corpi, oppure quello aperto e imprevedibile dello spazio pubblico. In quest’ultimo caso il lavoro sui luoghi contiene molte incognite alcune delle quali appartengono al

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