DIGIMAG 21 FEBBRAIO 2007

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I Quadri Interattivi Di Nicolas Clauss Giulia Simi

s’imbatte nel multimedia nel 1999, a 33 anni, tornato in Francia dopo un lungo viaggio di 6 anni. S’iscrive a un corso universitario in 3D, ma non scatta l’amore previsto. Poi, un giorno, la folgorazione: in un’esposizione vede “Alphabet”, CD-ROM di arte interattiva ultra premiato in Francia e sviluppato, tra gli altri, da Frédéric Durieu (ingegnere informatico) e JeanJacques Birgé (compositore). E’ la svolta: Clauss contatta sia Durieu che Birgé, entrambi futuri preziosi collaboratori, e comincia a studiare “come un matto” per cercare di apprendere il funzionamento del software e il linguaggio di programmazione ad esso legato Lingo – alla base ancora oggi della quasi totalità delle sue opere, che sono sviluppate per lo più verticalmente (ovvero senza usare la timeline, ma racchiudendo tutto il codice in un solo frame). Non è un caso che Director abbia prevalso su Flash nella scelta di lavoro: Clauss afferma più volte che il primo gli assicura un metodo di sviluppo più simile a quello che gli apparteneva già nella pittura, permettendogli una più ampia gestione delle stratificazioni e delle trasparenze, che costituiscono, in effetti, una chiara cifra stilistica

Ammetto, non conoscevo Nicolas Clauss fino a qualche mese fa, quando mi sono casualmente imbattuta nel comunicato stampa del festival Bananaram, che annunciava l’acquisto di una sua opera, Scalpe, per 15.000 euro. Maria Rita Silvestri, direttrice e curatrice del festival, definisce la sua opera come “caratterizzata da una forte identità europea” e afferma che “riesce a contaminare di poesia lo strumento digitale”. La mia curiosità è già alle stelle e in meno di un secondo sono sul suo sito: là scopro in effetti un’opera complessa, colta, ma allo stesso tempo coinvolgente e di grande immediatezza, dove l’analogico e il digitale dialogano apertamente, dando vita ad immagini evocative, poetiche, intriganti. Pittore di formazione, Nicolas Clauss

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