Roberto Pugliese - Emergenze acustiche

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Conversazione

Angel Moya Garcia e Roberto Pugliese

Angel Moya Garcia: L’installazione “Emergenze acustiche” è nata da una lettura gnoseologica della Tenuta Dello Scompiglio come un sistema complesso, inteso come insieme di elementi che interagiscono e non come la somma delle parti da cui è composto. In base a quali stimoli hai avuto questa intuizione e che suggestioni hai estratto dal saggio “Teoria generale dei sistemi” di Ludwig von Bertalanffy?

A.M.G. Per quanto riguarda l’aspetto formale del lavoro, sei partito dal progetto presentato all’interno della mostra “Derive. Variazioni qualitative del quotidiano” presentata al Ciac - Centro internazionale per l’arte contemporanea di Genazzano nel 2011. Qual è il rapporto tra i due lavori, quali sono i punti di connessione e quali sono gli elementi che segnano una differenza rilevante?

Roberto Pugliese: Quando sono stato invitato a visitare la Tenuta Dello Scompiglio, ho da subito percepito un’energia che lega tutte le persone che lavorano al suo interno e che le proietta verso un fine comune. Il “sistema” Scompiglio ha attirato la mia attenzione in quanto struttura socio-economica alternativa che si basa sul recupero di attività rurali miste ad attività culturali, connubio che trovo decisamente vincente. Il caso ha volutoche in quel periodo stessi appunto leggendo “Teoria generale dei sistemi” di Ludwig von Bertalanffy. L’associazione di idee è stata spontanea e quasi immediata.

R.B. Il lavoro presentato a Genazzano era incentrato sul concetto di deriva psicogeografica. In quel caso la composizione è nata partendo da suoni sintetici e registrati, in seguito processati che non avevano un riscontro concreto con dati reali come nel caso dello Scompiglio. Il risultato sonoro aveva l’obiettivo di creare una deriva psicoacustica, ovvero rendere l’esperienza sonora ambigua percettivamente non dichiarandone l’origine. In questo modo il fruitore dialogava con un “paesaggio sonoro” che gli consentiva di viaggiare verso paesaggi mentali. Questa esperienza mi ha permesso di studiare la relazione tra diffusione sonora legata ai cilindri di plexiglass e il valore estetico della loro composizione nello spazio. Partendo da quella esperienza ho voluto ampliare la ricerca e l’esperienza acquisita facendola dialogare con uno spazio decisamente più grande ed impegnativo. In questo modo la diffusione sonora diventa ambientale e i fruitori hanno modo di immergersi totalmente e concretamente all’interno dell’opera e del suo scenario acustico. Questo rende l’esperienza percettiva più intensa e coinvolgente sia su un piano sonoro che visivo. Le diverse tipologie di tubi utilizzati fanno sì che ogni singolo elemento sia parte del “sistema opera”; ognuno di essi contribuisce al risultato finale del lavoro. Solo grazie alla loro interazione e alla loro totalità è possibile fruire dell’opera.

A.M.G. La tua ricerca esamina fenomeni legati al suono, indagando il rapporto tra uomo e tecnologia, attraverso l’utilizzo di apparecchiature meccaniche pilotate da software che interagiscono tra di loro, con l’ambiente circostante e con lo spettatore. Che ruolo ha lo spettatore nella “costruzione” delle tue ambientazioni sonore? R.B. Ogni progetto è un micro-mondo a sé, ma in tutti i miei lavori l’interazione con lo spettatore, sia essa diretta o indiretta è di fondamentale importanza. Non è possibile pensare ad un’ambientazione sonora senza prendere in considerazione il modo nel quale il fruitore interagisce con lo spazio installativo e con i suoni che sono diffusi nell’ambiente. Nel caso del lavoro realizzato presso la Tenuta, i suoni sono proiettati dinamicamente nello spazio creando una serie di percorsi sonori possibili che lo spettatore può decidere di percorrere e con i quali interagire lasciandosi trasportare dalle proprie impressioni.

A.M.G. Per quanto riguarda, invece, la composizione, hai raccolto una serie di dati numerici relativi alla produzione e alle attività dei vari settori della Tenuta, interpretando lo Scompiglio attraverso il suono come un processo sistemico e, di conseguenza, analizzando le connessioni,


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