Chi e 8 2018

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l'insaziabile sete di cultura che mai riusciva a colmare, si avvicinò a quella "strana" lingua internazionale, chiamata "Esperanto". Decise, caparbiamente determinato, di studiarla con assiduità, da autodidatta magari. Il lungo e costante impegno speso sui libri e nel dialogo, ne ampliò la conoscenza e gli permise di raggiungere encomiabili traguardi. A Napoli, nel 1965, si unì in matrimonio con la Signorina Immacolata Esposito. Da questa unione, nacque nel 1968 Marco e nel 1979 Margherita. La vita matrimoniale e quella lavorativa, non gli impedirono di avvicinarsi all'UEA (Associazione Universale Esperantista) e divenirvi membro. Riuscì, con continue letture di opere della letteratura originale esperanta, di quelle tradotte dalle lingue nazionali e di trattati di interlinguistica, ad ingigantire il già alto grado di conoscenza e competenza della lingua e delle problematiche ad essa collegate. Nel 1967, volle, a tutti i costi, sostenere l'impegnativo e vasto esame di "terzo grado", indetto dall'Istituto Italiano di Esperanto presso la Cattedra di Catania, retta dal famoso Prof. Giovanni Bruno. Superata brillantemente la prova, ottenne il Diploma di Magistero e la conseguente, tanto agognata, abilitazione all'insegnamento. Incominciò così, parallelamente all'avviata e brillante carriera nel settore alberghiero, quella, tanto amata, dell'insegnamento della sua lingua prediletta. E subito le prime soddisfazioni. Nel 1968, ottenne il Primo Premio, in un concorso di poesia originale esperanta, dal titolo "Belartaj Konkursoj" (Concorsi di Belle Arti), conferito dall'UEA nell'ambito delle proprie iniziative letterarie annuali. E lo stesso premio, sempre per la poesia, lo ricevette anche l'anno seguente. A partire dal 1969, iniziò un'intensa collaborazione con i massimi esponenti italiani nel settore. Fu uno dei Soci Fondatori del Circolo Letterario esperantista "La Patrolo" (La Pattuglia) e della sua collegata rivista culturale, Literatura Foiro (Foro Letterario). Attività, questa, che diresse fino al 1980, contribuendo, con costanti recensioni, poesie e articoli, a consolidarne il prestigio e a divulgarne la fama. Ancora oggi, è un componente della redazione. Nel 1970 divenne membro ordinario dell'Istituto Italiano di Esperanto, facendone tuttora parte, e presiedendo frequentemente le commissioni di esame, al termine dei corsi regolari, che lo stesso istituto organizza. Un'importante Casa Editrice pisana, "La Nuova Frontiera", presentò, nel 1975, la sua prima pubblicazione, con il volumetto, La Doloro (Il Dolore), 16 liriche di Giuseppe Ungaretti, tradotte in metrica esperanta. In realtà, la traduzione di tutta l'opera poetica del citato autore, lo tenne impegnato dal 1972 al 1976, ma il monumentale lavoro, potette uscire solo nel 2017, col titolo Vivo de homo" (Vita d'un uomo), a cura della Mondadori ed in collaborazione con la FEI (Federazione Esperantista Italiana) di Milano. Nel 1980 pubblicò a Milano, con la Casa Editrice di Literatura Foiro, un volume di sue poesie, dal titolo Sur la vivopado (Sul sentiero della vita). Tra la fine degli anni 75


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