Chi è quinto volume

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Il Convitto, essendo un luogo residenziale, era sempre aperto, 24 ore su 24, tutti i giorni, compreso la domenica, e gli istitutori assistenti erano sempre in servizio, ma potevano beneficiare di un giorno di riposo, il quale, poteva anche non coincidere con la domenica. Riguardo alle vacanze estive di quel tempo, il mio ex collega Mario Chidini, recentemente, mi ha raccontato un episodio che vede protagonista proprio il nostro caro amico Guido, il quale trascorreva le ferie estive maggiormente con la sua famiglia nella casa di campagna e di proprietà (diceva sempre, sto al Lido Verde) lavorando nei campi ed allevando anche le diverse mucche che possedeva. Essendo gli istitutori tutti giovani e amici tra loro, spesso si ritrovavano e facevano pensiero di andare a casa di Guido, dove egli, contentissimo della visita, li accoglieva sempre ben volentieri e metteva a loro disposizione tutto ciò che aveva, compreso lo sfizio di far bere loro un buon bicchiere di latte munto direttamente dalla mucca. Altro fatto simpatico raccontato sempre da Mario si ebbe quando Guido, alla fine del primo anno scolastico di servizio, mettendo da parte un bel po' di soldi, comprò una bella Simca 1000 color verde e, quando la guidò per venire a Maddaloni, contentissimo e orgoglioso, chiamò tutti i suoi colleghi fuori al portone del Convitto per farla ammirare. Molti furono i commenti, principalmente sulla scelta dell'auto e, poi, sul colore, ma alla fine tutti vollero fare un giro sulla sua Simca color verde che divenne, poi, "mitica". Anche un suo ex alunno del tempo, Giovanni Di Sorbo, oggi Assistente amministrativo del nostro Convitto Nazionale, mi ha riferito e confermato che pure gli alunni più grandi, durante le vacanze estive, ebbero la possibilità di fare un giro sulla "mitica" Simca 1000. Questi simpatici racconti dimostrano veramente com'era l'indole di Guido, cioè, quella di una persona speciale e straordinaria, buona, simpatica e disponibile con tutti e assertore del nobile pensiero che "tutto quello che è mio è anche dei miei amici". Guido era un sostenitore convinto di tutti quei principi che, ogni tanto, il rettore Lagnese amava ricordare in determinati momenti della vita convittuale, a tutto il personale dipendente, circa la necessità dell'adempimento dei propri doveri. Il rettore con lui, e la maggior parte degli istitutori, sfondava la classica porta aperta, perché si ispirava ai migliori principi di civiltà, onde offrire ottimo esempio agli educandi e dar prova di apprezzabile operatività; inoltre, era rispettoso della puntualità dell'orario di servizio, ed era uomo molto scrupoloso nell'adempimento perfetto dei propri doveri. Guido amava discutere con i ragazzi, scendeva nell'animo di essi, indagando sui motivi particolari che travagliavano la loro personalità in formazione. Amava prevenire costantemente più che punire. La punizione per lui era l'ultimo dei rimedi pedagogici e la somministrava con parsimonia e giustizia. Egli tendeva alla valorizzazione della personalità degli educandi nel contesto della vita comunitaria, riconoscendo ad essi libertà ed autonomia. Era consapevole che molti allievi provenivano da situazioni familiari ed ambientali particolari e si adoperava per evitare ad essi frustrazioni e deviazioni psicologiche; per aiutarli l'unico sistema valido che adoperava era la massima disponibilità, unita ad al13


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