Ernesto bozzano la crisi della morte (ital)

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particolari intorno al momento della sua morte. Mi limito a riferire questo brano complementare del primo: «Molti dei miei camerati si trovarono morti senza credersi tali, e quando non sapevano rendersi conto di certe cose, allora supponevano di sognare. Io, invece, mi avvidi subito di essere morto; ma non sapevo rendermi conto del fatto di trovarmi assolutamente lo stesso. Prima di andare alla guerra, io non avevo mai pensato alle condizioni presumibili dell’esistenza spirituale; durante la vita di trincea vi pensavo qualche volta, ma ero ben lungi dall’immaginare il vero. Si sa: mi stavano in mente i “cori celesti” e le “arpe angeliche” di cui parlano le Sacre Scritture. Ciò che soprattutto mi riusciva incomprensibile era la circostanza del vedermi e del sentirmi assolutamente l’individuo di prima mentre in realtà ero trasformato in un’ombra. E, per converso, non sapevo rendermi conto dell’altra circostanza che quando venivo a visitarvi, io vi scorgevo come se voi tutti foste delle ombre, non già io. Quando invece venni a casa, appena ucciso, vi scorsi come eravate in vita, ma in seguito, di volta in volta, voi diveniste per me sempre più evanescenti, fino a diventare delle pure ombre. Insomma, io non posso scorgere altra parte del vostro essere che quella destinata a sopravvivere alla morte del corpo ... «Tutto sommato, vi è molto di vero in ciò che il nostro parroco andava predicando dal pulpito... Esiste realmente una vita eterna. Almeno così crediamo noi tutti; mentre coloro che condussero in terra un’esistenza moderatamente onesta e buona, vanno in luogo che può considerarsi un paradiso, coloro che condussero un’esistenza depravata e malvagia, vanno a finire in altro luogo che può definirsi giustamente un “inferno”... «Qui io sono occupato intensamente. Avviene così di tutti; ma noi LA CRISI DELLA MORTE di Ernesto Bozzano

46 sospendiamo il lavoro quando ci sentiamo stanchi. Bada, che quando parlo di stanchezza, non intendo alludere alla stanchezza che provate voi. Tutt’altro! La cosa è infinitamente diversa. Quando siamo stanchi, noi pensiamo a distrarci, a seconda delle nostre inclinazioni. Nessuno di voi potrebbe immaginare in che consistano i nostri passatempi... «Se io potessi tornare in vita (ma non lo desidero affatto), e sapessi quello che ora so, condurrei un’esistenza ben diversa da quella che condussi. Ti parlerò un’altra volta delle mie occupazioni. Per ora, buona notte...». Questi i brani essenziali dei messaggi in esame, in cui si parla del primo ingresso in ambiente spirituale del defunto comunicante. Faccio seguire alcuni degli schiarimenti forniti in proposito dallo spiritoguida 47


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