Ernesto bozzano la crisi della morte (ital)

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esempi di fatto per convalidarla. Il che è verissimo da un punto di vista d’ordine generale, ma da quello particolare delle indagini metapsichiche il caso esposto assurge invece ad importanza speciale, giacché nel mondo spirituale, e a norma di quanto informano gli stessi defunti, ordinariamente gli spiriti dei disincarnati rimasti fino alla morte assolutamente certi dell’annientamento finale, cadono in sonno profondo non appena emersi nel mondo spirituale, e vi rimangono per anni e decenni; ciò a causa del fatto che le loro inveterate convinzioni in tal senso sono troppo sovente combinate a metodi di vita conformi alle loro convinzioni, e cioè non curandosi d’altro che di accumular denaro con ogni mezzo, allo scopo di godersi la vita egoisticamente e animalescamente, senz’ombra di un ideale che li nobiliti: né sociale, né morale, né scientifico, né artistico, e tanto meno altruistico; imitando in questo i romani della decadenza, i quali s’immergevano in orgie nefande cantando in coro: “Inebriamoci di vino e di amore, poiché la vita è breve, e tutto finisce con la morte”. Ciò posto, quando si tenga conto che se è vero che le nostre opere e i nostri stessi pensieri abituali, concorrono a concretare lentamente, attraverso la vita intera, il finissimo tessuto eterico del “corpo spirituale” immanente nel “corpo carnale”, allora è chiaro che un’esistenza riprovevole ed inutile come quella esposta, non potrebbe non ripercuotersi nell’intima costituzione del “corpo spirituale”, rendendolo talmente appesantito ed inquinato da elementi eterogenei, da rendere necessario un lungo periodo di sonno riparatore, dopo la crisi della morte. In altri termini: è sempre la condotta dei viventi quella che decide LA CRISI DELLA MORTE di Ernesto Bozzano

156 automaticamente, per “legge di affinità”, dei loro destini spirituali, e siccome il Bradlaugh, positivista-materialista irriducibile, aveva invece consacrato la vita alla redenzione dei diseredati, tutto sacrificando a tale nobile ideale, si comprende com’egli avesse con ciò preparato inconsapevolmente a se stesso quella apoteosi di gloria ed amore che accolse il suo spirito al momento dell’ingresso nel mondo spirituale, per quanto egli non credesse di possedere uno spirito. A questo punto, avevo intenzione di riportare un numero adeguato di narrazioni e di vicende inerenti all’ambiente e all’esistenza spirituali, temi affascinanti di cui sono pieni i messaggi trasmessi dalle personalità medianiche in questione; ma mi accorgo di essermi già troppo diffuso in particolari estranei al tema fondamentale del presente lavoro, e pertanto mi limito a riportare un unico brano di messaggio in cui si tratta l’argomento del 162


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