Booklet mostra “Muriel Cooper, Sketches for the future”

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CHI ERA MURIEL COOPER

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LOGO MIT PRESS

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BAUHAUS IL LIBRO

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BAUHAUS IL POSTER

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LEARNING FROM LAS VEGAS

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MESSAGES AND MEANS

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CARTA INTESTATA VLW

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BOOK WITHOUT PAGES

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INFORMATION LANDSCAPE

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SKETCHES FOR THE FUTURE

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I CURATORI

Chi era Muriel Cooper Muriel Cooper nasce nel 1925 e nel 1948 si diploma in design al Massachussets College of Art. Presto inizia a lavorare come designer freelance e nel 1951, a New York, conosce Paul Rand. Il designer la introduce nell’ambiente del MIT, dove lavorerà per tutta la vita.

Qui, Muriel ha la possibilità di lavorare a stretto contatto con le nuove tecnologie, che utilizza “spingendole ai limiti delle loro possibilità”.

Nel 1974 fonda il Visible Language Workshop, un laboratorio dove gli studenti possono mettere in pratica le nuove tecniche di stampa e fare ricerca sulla rappresentazione delle informazioni. Muriel dà un contributo importante alla ricerca nell’ambito delle interazioni uomo-macchina, ma non pubblica mai libri o articoli scientifici, eccezion fatta per un articolo del 1986.

Ispirata dagli sviluppi dell’informatica, negli ultimi anni della sua vita Muriel si dedica alla ricerca di modi originali e funzionali di rappresentare le informazioni. Insieme agli scienziati del MIT Media Lab sviluppa nuovi software per visualizzare dati nello spazio tridimensionale. Muore nel 1994 lasciando in eredità lavori che ispireranno i designer delle interfacce digitali.

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Logo del MIT Press 1963 Guarda bene questo logo, disegnato quando Muriel Cooper era ancora freelance. La stilizzazione dei caratteri che compongono la sigla MITP portò la designer a realizzare questo disegno, che ricorda vagamente un codice a barre.

Muriel non aveva ancora approfondito i suoi contatti con gli studiosi dell’intelligenza artificiale presenti al MIT, ma idealmente questo logo è leggibile da una macchina. Uno “sketch for the future”? Non lo sappiamo, ma sicuramente un logo dal design originale che rispecchia la personalità del MIT Press.

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BAUHAUS BAUHAUS

Questo libro fu pubblicato per celebrare i 50 anni dalla fondazione della scuola del Bauhaus.

Muriel Cooper aveva l’incarico di disegnare la copertina. Scelse di realizzarne una versione che potesse trasmettere la storia e l’innovazione della scuola che ha rivoluzionato il design.

Per farlo, scrisse il titolo in Helvetica maiuscolo applicandovi l’effetto “sfalsato”, realizzato disallineando leggermente i rulli della stampante dei colori ciano, magenta e giallo. Una tecnica insolita che mostra l’abilità tecnica di una donna sempre capace di utilizzare le tecnologie in modi creativi e originali.

Come funziona la stampa offset?

Il libro 1969

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Il poster 1969 Prendi questo libretto, fai una foto ad ogni pagina e poi guardale scorrere nella galleria del tuo smartphone.

Questo è esattamente la stessa tecnica usata per costruire questo poster promozionale per l’uscita del libro Bauhaus.

Di fatto, sul poster viene rappresentato sinteticamente il contenuto del libro, come a voler dare un “trailer” di cosa ci sarà all’interno. L’idea di poter navigare tra i contenuti di un medium verrà poi sviluppata nell’ambito dei nuovi media diversi anni più tardi.

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A Significance for A&P Parking Lots, or Learning from Las Vegas. Commercial Values and Commercial Methods. Billboards Are Almost All

Right. Architecture as Space. Architecture as Symbol. Symbol in Space before Form in Space: Las Vegas as a Communication System. The Ar-

Learning from Las Vegas 1972 La copertina di Learning From Las Vegas, libro che la designer apprezzò molto per lo sguardo anticonformista che gettava sull’architettura. Le parole apparentemente senza continuità stampate in nero sono i titoli dei capitoli dello stesso libro: la designer voleva dare la possibilità di vedere già dalla copertina i contenuti del saggio. Il concetto è lo stesso usato qualche anno prima per il poster promozionale realizzato per l’uscita del libro Bauhaus.

Per la seconda edizione venne disegnata una versione della copertina più canonica e tradizionale, col titolo e la stessa foto su uno sfondo grigio-azzurro. Infatti gli autori erano preoccupati che una copertina così insolita e fuori dagli schemi come quella della prima edizione potesse spingere i lettori a non acquistare il libro. Nonostante questo loro iniziale timore, il libro ebbe successo e ora è raro trovare copie originali in vendita.

Information is only useful when it can be understood — Muriel Cooper, 1994

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Messages and means 1974 Messages Messages and Means era il titolo del primo laboratorio che Muriel Cooper tenne al MIT. L’ispirazione le venne grazie al fisico Ron MacNeil, col quale aveva stretto un rapporto di amicizia oltre che lavorativo. Su pressione di MacNeil, il dipartimento di architettura era riuscito ad ottenere una stampante offset con la quale Muriel amava sperimentare nuove tecniche.

Studenti di Muriel Cooper in laboratorio, 1976

Grazie al laboratorio, gli studenti avevano la possiblità di approcciarsi al design grafico da un punto di vista pratico, oltre che teorico. Per Muriel infatti la pratica era molto importante, considerando che al suo tempo design grafico e stampa erano ancora indissolubilmente legati.

I guess I’m never sure that print is truly linear — Muriel Cooper, 1994

... and means Per promuovere il lavoro e i metodi di produzione usati nel laboratorio venne realizzato un poster usando la tecnica della “rotazione”. Tale tecnica prevede che il foglio quadrato venga fatto passare almeno quattro volte sotto i rulli di una stampante offset, cambiando ogni volta il colore dell’inchiostro. La stampa al tempo era ancora molto “artigianale” ed infatti erano necessarie quattro persone per far funzionare questo processo.

La tecnica veniva insegnata da Muriel all’interno del laoratorio per far capire agli studenti come anche la carta potesse essere un medium interattivo.

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Visible Language Workshop Letterhead 1980 L’intestazione per lettere del Visible Language Workshop venne realizzata da Muriel nel 1980 per scrivere in una lettera ciò che veniva fatto al laboratorio e “presentarlo” al MIT. La tecnica utilizzata per stampare la pennellata con un colore che sfuma dal magenta al blu era insolita e richiedeva abilità tecniche non indifferenti.

Qui emerge a pieno la personalità della designer: sempre legata alla tecnica, ma trasgressiva e originale. La prima riga della lettera recita:

This stands as a sketch for the future

Scrivi qui i tuoi pensieri sulla mostra e lasciali nella cassetta alla fine dell’esposizione

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Turn this into a

Book without pages Oggi siamo abituati a leggere i libri su schermi invece che su carta.

Fino a pochi anni fa non era così, ma lei aveva già intuito che, con la presenza sempre più massiccia di media elettronici, il medium libro avrebbe dovuto trovare nuovi modi di farsi leggere se non voleva finire nel dimenticatoio o risultare obsoleto.

Quello che vedi nel video di fronte a te è una sorta di rudimentale e-book, realizzato con uno dei primi schermi touch. Il lettore doveva stare seduto su una poltrona e gestire dai braccioli i comandi che gli consentivano di leggere sullo schermo e sfogliare le pagine. Molto meno comodo dei moderni e-book!

Questo è un esempio dei lavori che si facevano al MIT Media Lab, che a partire dagli anni ‘80 ha assorbito il Visible Language Workshop.

Muriel era ben consapevole dei cambiamenti che stavano avvenendo nei media, ma non si limitava a inseguirli: era lei stessa, insieme ai suoi studenti e ai suoi collaboratori, a innovare i media.

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She saw things differently.

That perspective is worth the world.

— Steven Benton

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Sketches for the future Sketches for the future è stata realizzata con l’intento di far conoscere l’importanza che ha avuto Muriel Cooper nel panorama del design femminile internazionale. Con i suoi lavori dal carattere fortemente sperimentale ha lasciato un’impronta indelebile nel design contemporaneo. I suoi progetti, poi ripresi dalla grafica digitale contemporanea, erano dei veri e propri “sketches for the future”.

La mostra fa parte del ciclo di mostre Le donne del design, organizzato dagli studenti del corso di Scienze Psicosociali della Comunicazione. Questi eventi vogliono portare all’attenzione dei cittadini oltre che degli studenti l’importanza delle donne anche in un ambito tradizionalmente relegato al mondo maschile, il design.

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I curatori Cristian Quaggio Studente universitario, ambisce a specializzarsi nel web design in particolar modo nell’usabilità delle piattaforme.

Per curare la mostra ho dovuto approfondire la vita e i lavori di Muriel Cooper: mi ha stupito il modo in cui ha sfruttato le risorse a sua disposizione, utilizzando nuove tecnologie. Spero riusciate a godervi la mostra almeno quanto io ho apprezzato lavorarci.

Sara Mazzoli Studentessa di 21 anni, amante del fai da te e assidua frequentatrice di conferenze sulla User Experience a Milano.

Muriel Cooper è stata una visionaria che secondo il mio parere ha contribuito ad aprire le porte dell’User Experience Design come lo conosciamo. Nei suoi lavori è evidente lo sforzo compiuto per migliorare e innovare la rappresentazione delle informazioni con l’obiettivo di aumentarne l’usabilità e la fruibilità.

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Daphne Giganti Studentessa amante dei viaggi e della lettura dei grandi classici. Per il suo futuro progetta di lavorare nel settore dell’User Experience.

Approfondendo la vita ed le opere di Muriel Cooper, mi sono creata l’immagine di una grande donna, dal carattere forte, tenace e visionario, che sfruttando delle brillanti intuizioni è riuscita a dare un grande contributo non solo alla sua epoca, ma anche alla nostra.

Tommaso Pelagatti Studente con una grande passione per la linguistica e un innato spirito scientifico, nel tempo libero musicista. Per lui è la prima esperienza come curatore di una mostra, ma già si augura che possa ripetersi.

Questo evento mi ha dato modo di approfondire le mie conoscenze su una designer che non riceve l’attenzione che merita nella cultura popolare. Spero che il pubblico si sia avvicinato a Muriel Cooper anche attraverso l’interattività della mostra.

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Finito di stampare nel mese di Giugno 2019

Copyright © Milano-Bicocca Editore 2019

MURIEL COOPER

da dimenticare. L’esposizione si propone come un viaggio tra le opere dell’autrice ponendo una particolare attenzione ai metodi sperimentali e futuristici con cui ha innovato il campo della rappresentazione delle informazioni. “Muriel Cooper, Sketches for the future” è esposta nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca fino al 1 febbraio 2020.

LA MOSTRA

La mostra ha l’obiettivo di riportare alla luce la vita e le opere di Muriel Cooper, una grande designer il cui contributo è rimasto per quasi vent’anni sconosciuto ai più, oscurato da un ambiente lavorativo prettamente maschile come il MIT. Grazie alla sua forte personalità Muriel ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del design americano difficile

Muriel Cooper nasce nel 1925 e muore nel 1994.

Negli anni 50 inizia a lavorare come designer freelance per il MIT Press ideandone il celebre logo.

Lavorerà per tutta la sua vita per il MIT, in un ambiente fortemente sperimentale e dotato delle più moderne tecnologie digitali dell’epoca. Nel 1974 fonda il Visible Language Workshop nel quale insegna a coniugare teoria e pratica nella stampa editoriale. Esso rimane attivo fino agli anni 80 quando si unisce al MIT Media Lab, nel quale Muriel studia e ricerca nuovi modi di rappresentazione dell’informazione insieme a fisici e scienziati d’avanguardia.