Da Atella a Sant'Arpino

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mettere in discussione anche gli accordi sottoscritti presso i rispettivi comuni e nacquero molti contenziosi davanti alle commissioni circondariali per l’equo affitto. I titolari di estesi possedimenti agrari, con la scusa di non essere iscritti all’associazione di categoria, tornarono a chiedere l’estaglio nelle misure abnormi a cui nel passato avevano costretto i loro coloni e, nonostante le numerose determinazioni delle commissioni provinciali per l’equo affitto che riconobbero la necessità di congrue riduzioni dei canoni, la situazione rimase sostanzialmente immutata. Negli anni a seguire la condizione dei canapicoltori venne aggravata ulteriormente dall’aumento vertiginoso dei costi dei prodotti industriali, dalle avversità stagionali, dal declino del settore che iniziava a perdere grosse fette di mercato a causa dell’arrivo sul mercato mondiale di fibre tessili meno costose. Nel 1951, il segretario regionale del PCI Giorgio Amendola incaricò il giovane Giorgio Napolitano di dirigere la Federazione provinciale di Caserta affiancandolo nel suo impegno politico a Giuseppe Capobianco (segretario in quegli anni della Federazione provinciale dei Giovani Comunisti e già distintosi per le sue battaglie nel movimento operaio e di direzione nelle lotte contadine e sindacali per lo sviluppo sociale e meridionalista) e Mario Pignataro (studioso del territorio provinciale e componente della segreteria della CGIL) i quali conoscevano molto bene la realtà socio-economica di Terra di Lavoro e, in particolare, la problematica dei canapicoltori. Nella veste di segretario provinciale del PCI, Giorgio Napolitano ebbe modo di prendere parte a tanti incontri incentrati sui disagi, i malesseri e le congiunture negative che investivano il comparto dei canapicoltori diventando ben presto partecipe delle loro inquietudini e delle loro legittime rivendicazioni. In quegli anni, Napolitano si recava spesso a Sant’Arpino che a quel tempo, come si è già avuto modo di ricordare, era uno dei pochissimi comuni governati dalla sinistra. Lo stesso Napolitano - così come ricordano ancora oggi con straordinaria lucidità molti anziani del posto - fu tra i maggiori ispiratori e organizzatori della lista socialcomunista della Tromba che vinse le elezioni amministrative del 1952 riconfermando alla guida del governo locale il sindaco Amodio D’Anna. Le vicende casertane e in particolare quella sempre più preoccupante della canapa non furono affatto trascurate da Napolitano che da subito aveva mostrato forte rigore, particolare sensibilità e tanta determinazione nell’af-

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